ESTATE 2010

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Estate 2010 Insieme in cammino La persona felice rende felici anche gli altri

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme La persona felice rende felici anche gli altri Estate 2010

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Estate 2010

Insieme in camminoLa persona felice

rende felici anche gli altri

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l’ind

ice L’editoriale

Non temere continua solo ad aver fededi don Daniele PAGINA 3

Le nuove rubrichePAGINA 4

I nostri consacratiSuor Maria Larentis

a cura della redazione PAGINE 5-6

Capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesiCapitelli dei Petrolli, Cires e della Toresella

a cura della redazione PAGINE 7-8-9

L’intervistaCuba

a cura della redazione PAGINE 10-11-12

Le poesie di don ValerioEl fòc de cosina

PAGINA 13

I battezzati delle nostre parrocchiePAGINE 14-15

Il pellegrinaggioPellegrinaggio alla Sacra Sindone

a cura di Maria Spagnolli PAGINA 16

In gita con la famigliaIl trekking del Cristo pensante

a cura di Celestina Schmidt PAGINE 17-18

L’intervistaL’intervista tripla alle nostre chiese

PAGINE 19-20-21

News dal mondo cristianoPAGINA 22

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 23-24-25-26

Gruppo missionarioVerso i quarant’anni di fondazione

a cura di Alma Osler PAGINA 27

La prima comunionePAGINA 28

La sagra di Cimone e la cresimaPAGINA 29

I personaggi di AldenoIl Camillo della cassa

a cura della redazione PAGINE 30-31

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Emanuela Groaz, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.Hanno collaborato a questo numero:Mirko Buldrini, don Valerio Bottura, CelestinaSchmidt, Alma Osler, Alessandra Dorigotti, Lisa Rosa, Maria Spagnolli, Mattia Baffetti.Foto di copertina: Federica PegorettiStampa: Grafiche Dalpiaz Ravina (Tel. 0461/913545)Contatti:Tel. canonica: 0461/842514E-mail: [email protected]. sacrestano: 338/4493195

La Sacra ScritturaChi era costei: Rachele

a cura della redazione PAGINE 32-33

Corso fidanzatiPreparazione al matrimonio cristiano

PAGINA 34

Don Daniele rispondeI parrocchiani interrogano

PAGINA 35

Gmg a MadridXXVI Giornata mondiale giovani

a cura della radazione PAGINE 36-37

ApprofondimentoA proposito di... aborto

a cura della redazione PAGINE 38-39-40

Campeggio mignon a Garniga TermeDivertimento assicurato

a cura di Alessandra Dorigotti e Lisa Rosa PAGINA 41

Testimonianze di vitaCiao Pà...!

a cura di Mirko Buldrini PAGINE 42-43

I nostri defuntiPAGINE 44-45

Associazione NOI di AldenoNOI... Chi siamo?

a cura di Mattia Baffetti PAGINE 46-47

Il pellegrinaggio a Lourdes e gli orariPAGINA 48

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Non temere, continua solo ad aver fede (Lc 8,50)

Gli scenari che si prospettano per il futuro sono leg-germente preoccupanti per i credenti. L'effetto discristianizzazione della società italiana procede

con passi da gigante, il calo del numero dei sacerdoti fa siche, anche in Trentino, ci siano parroci con 10 parrocchie,la frequenza alla messa domenicale nelle nostre comunitàsubisce vistosi cali ed è interessante notare come, conmolta facilità, per i mesi estivi si mandi la fede in ferie.Dove sono i 60 bambini che hanno ricevuto la primacomunione nelle nostre parrocchie quest'anno o i 45ragazzi che hanno ricevuto la cresima? E le loro famiglie?Tutti a messa alle Laste la domenica?Quando Dio entra veramente nella vita ti sconvolge e ti cambia. Dio è quel vento dello Spirito che si fa veloce, non lo domini, non tiene chiusi gliorizzonti ma li apre, dona le cose non le possiede, il vento è la misura del cuoredi Dio: sempre fresco, mai ripetitivo, mai stanco. Non c'è spazio allora perdepressioni, la fede chiede di aprirci, di essere vela, che si apre e accoglie il ventoe lo trasforma in energia, che ti fa volare alto, che ti porta dove vuole lui.

Dio è fuoco, che brucia come brucia chiama, come chi possiede lo zelo di avertrovato una verità che non può trattenereper se stesso. Brucia per fare pulizia, perlasciarsi alle spalle il peccato, per corre-re sicuro sulle strade di Dio.Incendiamo d'amore le nostre comunità,di zelo, di passione per Cristo e per laverità, mai stanchi e mai acidi. Nontemiamo quindi, continuiamo solo adaver fede.

don Daniele

l’editoriale

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Dal mese di maggio si può ascol-tare via Radio ciò che viene

celebrato in chiesa, dall'autunnosono in programma momenti diriflessione e preghiera particolariche si potranno ascoltare anche viaRadio. Attraverso il bollettino dare-mo giusta visibilità a queste inizia-tive.

Programmi radio

In ogni numero verranno affronta-te tre domande curiose rivolte dai

parrocchiani al parroco. Le primetre sono: Comunione in bocca ocomunione in mano? Può un preteche celebra la messa rifiutare pub-blicamente la comunione a una cop-pia di divorziati risposati? Esiste ilpurgatorio?

Le domande dei parrocchiani

In ogni numero presenteremouna gita bella da fare con la

famiglia o gli amici, sarannoitinerari della durata di un gior-no preferibilmente con riferi-menti spirituali. Il primo cheviene presentato è la strada cheporta al Cristo Pensante vicinoal Passo Rolle.

In gita con la famiglia

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Suor Maria LarentisOggi conosceremo una suora che vivela vita contemplativa e che raccontadi come la sua esistenza sia ricca ecompleta, senza rimpianti per ilmondo secolare.

Suor Maria Larentis, ora Suor MariaBenedetta, è suora delle SorelleCarmelitane Scalze “Regina

Carmeli” a Leivi in provincia diGenova. Si tratta di un Istituto di vitacontemplativa con clausura costituzionale aperta alle esigenze dei nostri tempi,con accoglienza a gruppi e persone che vogliono pregare e ritrovare se stesse.Risponde, con cortesia, disponibilità e spirito di partecipazione alle nostre doman-de ammettendo che non ha mai letto il bollettino parrocchiale (n.d.r. vedremo infuturo di supplire a questa mancanza!).Alla domanda sul come sia nata la sua vocazione dice che: «La mia vocazione ha

origini molto lontane, risal-gono a prima della mianascita e sono frutto dellagrande Fede di mia madre.Dinanzi a paure e a gravidecisioni da prendere, dopodichiarazioni mediche preoc-cupanti, mia madre per tuttarisposta prese un’immaginedella Madonna del Carmeloe si rivolse a Lei con questeparole: «Se questo figlionasce sano io Te lo consa-cro.» La Madonna l’ha presain parola:sono nata sana e sono car-melitana».Ma in Trentino non ci sononé monasteri né conventi car-

melitani femminili e allora... «la Madonna, per vie che è troppo lungo narrare eche sembrano incredibili, mi ha fatto conoscere le Suore Carmelitane di Leivi.Rimasi affascinata per la loro vita austera, ma serena e gioiosa, per il loro amorea Gesù, loro Sposo, per la loro accoglienza, la disponibilità al sacrificio a van-

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Suor Maria Bendetta al lavoro

Davanti alla statua della Madonna

i nostri consacrati a cura della redazione

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taggio di tutti, soprattutto deisacerdoti. Fu così che conl’aiuto del Direttore Spiritualee molta preghiera decisi diabbracciare la vita carmelita-na».In convento come trascorre lesue ore? «La nostra fisiono-mia di vita contemplativacomprende la Liturgia delleOre suddivisa nella giornata.Due ore di preghiera silenzio-sa e altre pratiche. Quindidedico molte ore alla preghie-ra. Nelle ore di lavoro miprendo cura delle Consorelleanziane e malate e avendoaccoglienza mi occupo, secon-do le necessità, di qualunque

lavoro perché siamo poche e non più giovani».Oltre all’aiuto alla Comunità «è con la preghiera che raggiungo tutti i fratelli vici-ni e lontani facendo di me stessa un dono che mi realizza e mi rende felice».Con tanta sicurezza prosegue confidando: «Non cambierei un solo minuto dellamia vita religiosa per tutte le gioie e le ricchezze di questo mondo. Penso che, semolti giovani in ricerca di ideali e di pienezza interiore conoscessero la bellezzadella chiamata alla vita consacrata e quale grande dono di Dio sia, prendereb-bero d’assalto i conventi come diceva S. Teresa di Gesù».Lei, che ha deciso di vedere il mondo ‘a distanza’, convince anche noi che:«L’uomo è sempre lo stesso, e non sono certo i piaceri mondani a renderlo feli-ce, ma l’Amore di Dio è il dono totale fatto a Lui. Dio è fedele e dà realmente ilcentuplo anche oggi».Il suo rapporto con la comunità di Aldeno si è interrotto al suo ingresso in clau-sura ma... «vorrei condividere con voi è un’esperienza fatta al mio ritorno inAldeno nel 1990 per i funerali di papà. Avevo l’occasione dopo 35 anni circa dirivedere parenti, amici e compaesani, ma mentre io ero visibile per l’abito, pur-troppo mi sono resa conto di non riconoscere quasi nessuno. Ero combattuta trala gioia e la confusione di non poter ringraziare e ricambiare con lo stesso calo-re gli abbracci e i saluti di tantissime persone».A distanza di qualche anno Suor Maria Benedetta coglie «questa opportunità perattestare a tutti il mio sincero affetto e la mia preghiera. Aldeno e i suoi abitantisono nel mio cuore e nessuno può rapirmeli. I miei saluti ed auguri a tutti». E cosìci saluta...

La nostra intervistata con la consorella in unmomento di svago

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Capitello dei Petrolli a Cimone, il Crocefisso al Cires di Garniga Terme

e il Capitello ad Aldeno vicino alla Toresella.

ACimone il signor Bruno Petrolli, nel cortile di casa sua, in via Petrolli n. 21, hacostruito una piccola cappella che raccoglie la statua della Madonna.

La cappella si presenta di piccole dimensioni, racchiusa nel muro che sostiene l’ortoe raccolta da una corteccia di larice a protezione di una statuina presa al Santuariodella Madonna della Corona.Quando chiedo al signor Bruno il perché di questo atto di devozione mi dice: “è unatto spontaneo, non vi è una ragione precisa, mi sentivo di farlo da tanto tempo e oraè realtà”.

Lo scenario è gradevole, un fronzuto olivoricorda il salice che protesse la Sacra Famigliain fuga verso l’Egitto, e forse questo pensieroha sfiorato anche il signor Petrolli ...Quest’inverno è stato allestito anche il prese-pe e lo scenario era davvero suggestivo, ci rac-conta.Poi, per non lasciare sola la Madonna ha posi-zionato, accanto, in una radice scavata, anchela statua del Cristo.Le immagini di questo articolo si riferisconoallo scorso 17 maggio quando don Daniele,dopo la recita del S. Rosario, ha benedetto lacappella e coloro che erano presenti. A conclusione della benedizione un momento

di festa con la famiglia Petrolli che ha offerto un gradito ristoro a coloro che aveva-no partecipato alla loro gioia.

Momento della recita del S. Rosario e dellabenedizione del capitello dei Petrolli il 17maggio

Bruno Petrolli davanti al capitello.

capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesi acura della redazione

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Il crocefisso al Cires.Atto di devozione anche quello che siincontra al Cires, in Garniga Terme.Si tratta di un capitello in legno rea-lizzato circa trent’anni fa dal signorGiulio Coser (morto nel 2008).La storia ce la racconta la moglie, lasignora Bruna Michelotti che daBolognano raggiunse Garniga peramore.Il signor Giulio, ci confida, “erainnamorato di questo capitello” e lei,nel ricordo del marito con cui è statasposata per 48 anni, lo cura condevozione.

Ricorda, dicevamo, che il marito era stato “a servir” in Alto Adige e lì aveva visto esi era affezionato allo stile dei capitelli in legno che costeggiano le strade. Appenaavutane l’occasione, quindi, decise di acquistare il crocefisso, si procurò il capitelloa Brunico e, con l’aiuto del vicino di casa Elio Coser che realizzò il basamento incemento e del nipote che lo adornò di piante, realizzò questo manufatto. La signoraricorda, infine, che la stessa sera in cui era stato eretto il capitello ci fu un gran ventoe che lei temeva che potesse sradicare il legno; la mattina seguente allora Pasquinodi Cimone venne e mise un sostegno di ferro. Da allora la signora ha sempre dormi-to tranquilla e il capitello è ancora al suo posto.Il capitello al bivio, oltre il camposanto, verso Trento in località Toresella.Il capitello al bivio, oltre il camposanto di Aldeno, risale al 1837.È sicuramente uno dei più antichi segni di devozione sul percorso che da Trento por-tava ad Aldeno e che siincontrava percorrendo lastrada che, rasente alla mon-tagna, collegava i due cen-tri.Venne eretto per legato dellafamiglia Fioretti nel 1837.Famiglia che se ne occupòper più di un secolo e mezzocollocandovi altresì unalapide nel 1936 in ricordodel giovane Filippo.Di generazione in genera-zione si rimanda la vocesecondo cui nell’alluvionedel 1882 l’acqua arrivò finoalle ascelle del Crocifisso

Bruna Michelotti davanti al capitello al Cires

Le condizioni attuali del capitello alla Toresella

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(ai brazi) e gli anziani del paesericordano che ciò si ripeté anchenell’alluvione del 1966.Sono trascorsi oramai quasi 35anni da quando l’immagine delCrocifisso venne staccata e tra-fugata lasciando la croce solatestimone del furto insensato. Daallora nessuno ha provveduto asostituire il legno o a porvi unanuova immagine del Cristo.Invero il capitello tutto risente diun stato di abbandono e di incu-ria che mal si addicono ad unatto di devozione collocato inluogo così esposto, primo segnoche testimonia la religiosità delpaese. Le cronache storiche ricordano che al momento della costruzione del manufattol’amministrazione comunale mise a disposizione l’area riservandosi la proprietà delterreno circostante e il diritto di restauro o di abbattimento, in caso di deplorevoleabbandono.Di chi sia ora la proprietà del manufatto poco importa, certo è che – sicura di parla-re a nome di tutta la comunità - ci piacerebbe tornasse a rappresentare degnamente ladevozione del paese.... speriamo di poter pubblicare sui prossimi numeri una foto deilavori di restauro e del risultato finale! Per ora ci permettiamo di immaginarlo con unfotomontaggio....

Fotomontaggio di come dovrebbe essere girato il capitello

Parlare di resurrezione oggi...Parlare di risurrezione agli uominiè proprio come parlare di farfalle ai bruchi. Molti uomini del nostro tempopensano e vivono come i bruchi.

Mangiano, bevono e si divertono piùche possono: dopotutto non si vive unavolta sola? Nulla di male, sia benchiaro. Ma la loro vita è tutta qui. Per loro, la parola risurrezione non significa nulla. Eppure non sono felici...

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«Aprite le porte!» Cuba

L’incontro di oggi ci offre un’occasione speciale per conoscere unanuova realtà lontana da noi e, per vari motivi, molto diversa: si va aCuba, isola dei Caraibi settentrionali, nel Centro America.

D: Cominciamo a parlare di te…R: Mi chiamo Gretchen Coronado Rojas, ho due cognomi perché noi cubaniprendiamo sia quello del papà che quello della mamma. Ho 28 anni e sono lau-reata in Economia.

I miei genitori si sono conosciuti a Santiago deCuba, città nella quale studiavano: mia madre èingegnere civile e mio padre ingegnere meccani-co. Dal loro matrimonio siamo nate mia sorella,che ha quattro anni più di me, ed io.D: Quindi tu sei cresciuta a Santiago…R: No. Dopo la separazione dei miei genitori (ioero ancora molto piccola), noi figlie abbiamoseguito mia madre in un’altra città, Las Tunas,dove lei ha iniziato a lavorare. A noi bambine peròquesta nuova vita non piaceva, così la mamma ciha portate a stare dalla nonna, è lei che ci ha cre-sciute.D: Tua sorella vive ancora lì con la nonna?R: Mia sorella e suo marito sono entrambi medi-ci. Va detto che lo Stato cubano assicura a tutti l’i-struzione, anche quella universitaria, in forma gra-tuita. Una volta terminati gli studi, però, molti lau-reati sono tenuti a partecipare ad un periodo dilavoro all’estero, o comunque dove richiesto. Miasorella, ad esempio, partirà fra poco per la

Namibia, parteciperà ad una missione umanitaria per un periodo di tempo chepuò variare da uno a cinque anni. Suo marito sarà invece impegnato su una pic-cola isola vicino all’Australia. Dovranno per questo lasciare a mia madre e amia nonna la loro bimba di 5 anni, un sacrificio molto difficile.D: Veramente… E tu? Come procede la tua storia?R: Quando ho conosciuto Diego vivevo ancora con mia nonna. L’ho conosciu-to una sera grazie ad un’amica, che era fidanzata con un suo amico. Dopo dueanni e mezzo ci siamo sposati a Cuba e poi siamo partiti insieme per l’Italia.Era l’aprile del 2007. Non è stato il mio trasferimento vero e proprio però: gra-zie ad un permesso dell’università e ad un visto turistico, sono rimasta quattromesi. Rientrata a Cuba, mi sono laureata e, solo successivamente, sono tornataad Aldeno in via definitiva.

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nel’intervista

Gretchen Coronado Rojas

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D: Com’è stato l’impatto con l’ambiente trentino?R: Molto difficile… difficilissimo. Sto facendo ancor oggi molta fatica: mimancano la mia famiglia, le amicizie, il mio ambiente… Quella che ho lascia-to era una vita molto semplice, ma io lì ero felice.D: Quali sono gli ostacoli più grandi che incontra chi, come te, vuole inse-rirsi nelle nostre comunità?R: Aldeno è molto piccolo, certoci sono i servizi indispensabili, manulla di più. Anche i rapporti congli abitanti non sono semplici:conoscere qualcuno, stringeredelle amicizie… è tutto moltocomplicato… E poi sulle donnecubane se ne dicono tante… misembra di avere cucita addossoun’etichetta, una di quelle scomo-de… Credo che alle volte, nei mieiconfronti, non ci sia molto rispetto,mi accorgo che la gente parla allemie spalle e questo fa propriomale. Quando conosco una persona, capita più o meno sempre la stessa cosa:appena dico di essere cubana, ecco comparire sul viso quell’espressione inda-gatrice e, peggio ancora, giudicante. Come ho già detto, delle cubane hannotutti un’idea ben chiara in testa. È un pregiudizio che mi sta pesando molto…E pensare che la mia famiglia, all’inizio, non voleva che io frequentassi Diego,perché da noi si dice che tutti gli italiani picchiano le donne… Vedi? Un altropregiudizio…D: Com’era la tua vita a Cuba? Della tua splendida isola Colombo scrissedi aver pensato di essere arrivato nel luogo più bello del mondo…R: Lì si è molto diretti nei rapporti interpersonali, se due persone si piaccionobene, se no… pazienza. La vita quotidiana non è scandita dal cellulare o dalcomputer, si gode anche delle cose più piccole. Anche rispetto al cibo… allevolte mi arrabbio con Diego, mi sembra così viziato…Cuba è davvero bella: la sabbia bianca, le acque trasparenti, il sole… L’isola èpiuttosto grande, la sua capitale, L’Havana, dista quasi mille chilometri da doveabitavo io, a Guantanamo.D: Guantanamo? È un nome che conosciamo bene anche noi… spiegaci,dai… .R: La storia la conoscete più o meno tutti… La notte di Capodanno del 1958,in piena rivoluzione, Batista, che con un colpo di stato aveva preso il potere nel1952 (governo che era stato immediatamente legittimato dagli Stati Uniti) sidette alla fuga trafugando il denaro delle riserve nazionali. Il 1 gennaio 1959 le

Incontro del marito Diego con Fidel

l’intervista

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colonne ribelli si diressero alla capitale senza incontrare alcuna resistenza.Pochi giorni dopo, Fidel Castro entrò trionfante a L’Havana e fondò laRepubblica. Unica eccezione rimase la Baia di Guantanamo, dove si trova labase militare americana di cui sentiamo parlare spesso. Nel 1961 gli Stati Unitidecretarono un embargo totale verso Cuba che, venendo meno negli anniNovanta anche il sostegno sovietico, ha determinato per il mio Paese una gravecrisi economica.

La mia famiglia ha vissuto inprima persona la storia diCuba: mio nonno lavoravacome commercialista per gliamericani a Guantanamo, cheallora era una grande città.Dopo la salita al potere diCastro, fu incarcerato per setteanni. Tornato libero, ha otte-nuto asilo politico da partedegli Stati Uniti e si è trasferi-to in California. La nonna nonha voluto seguirlo e lui non èpiù tornato a Cuba, non vuoleproprio saperne.

Certo anche la dittatura di Fidel, perché di dittatura si tratta, ha colpe pesantirispetto alla crisi economica cubana: basti pensare che il cibo è razionato… Maquello che è più grave è la mancanza di libertà: le persone non sono libere diuscire dal paese, anch’io ho dovuto affrontare un iter burocratico pazzesco perpoter venire qui. Le comunicazioni poi sono molto difficili: internet è utilizza-to solo sul posto di lavoro, in strutture pubbliche, ed è naturalmente controlla-to, i telefoni anche. Manca anche libertà d’espressione: i giornali sono solonazionali e le notizie sono filtrate dal governo.D: Certo non hai nostalgia di queste cose… Ma cosa ti manca allora del tuoPaese?R: La mia famiglia, solo questo. Temo di non riuscire più ad abbracciare la mianonna, che è ormai anziana. Lei per me è stata come una mamma, le sono moltolegata e mi manca da morire. Quando ci sentiamo al telefono, ci emozioniamoogni volta e piangiamo insieme. D: Hai trovato lavoro qui in Italia?R: Nonostante la mia laurea, in questo momento lavoro al mercato, giro inalcuni centri della zona e vendo pollo allo spiedo e patatine fritte. Spero di tro-vare presto qualcosa di più interessante, ma per ora devo accontentarmi.D: Ultima domanda: quale religione si professa a Cuba?R: La mia famiglia ed io siamo cattolici. Nel mio Paese ci sono anche moltiprotestanti, si convive pacificamente. Almeno la libertà di culto c’è…

L’isola di Cuba

l’intervista

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El fòc de cosinaEl ricort dela nona l'è sempre 'nmagom che 'n tra le tante robe te

comuove e te riciama parole sante esapienti: tégneghe al calt de la familia.

Calt de canzomde me nona,esempi e proverbicontài a la seraal fòc de cosina.

Do uceen giom de bombase 'n fil che s'engartia'ntra le mam che ghe trema.

Na dreza de drioa ciopa de pam,la sento, la vedo

sora naBibia o 'n abecedario.

Mi tut en sbrisègolghéva na scola - de vitae parola,en caldim en te l'anima,slampezi de zielche me riva anca adesza strac de la strada,e 'l ricortde la fiama d'en gran fogolar

che per zòc con do déiprovava a robar.

Me nona de sora ai ociàila gh'éva ancor en proverbi:- Me disevala mama de me mamacò era picenina,no sta' mai destacarla so fiamadal fòc de cosina.-

Festi Roberto e Martina Piffer22/05/2010 a Cimone

Belloni Cristiano e Tomasini Alessandra17/04/2010 ad Aldeno

Foto Paolo Zanella Foto Roberta Pisoni

le poesie di don Valerio

I MATRIMONI

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MOSER GIACOMObattezzato il 03/04/2010

ad Aldeno figlio di Omar e Lara Cont

BALDO NICOLbattezzata il 10/04/2010

a Aldeno figlia di Lucio e Patrizia Dalvit

TRICHES DANIELEbattezzato il 10/04/2010

ad Aldeno figlio di Gianfranco e Patrizia Baldo

MARCHELLI ALICEbattezzata il 02/05/2010

a Garniga Terme figlia di Mauro e Tiziana Dallago

CONT MATILDEbattezzata il 02/05/2010

ad Aldeno figlia di Michele e Manuela Sterchele

VISCONTI LUDOVICObattezzato il 02/05/2010

ad Aldeno figlio di Ottorino e Chiara Cimadom

LITTERINI MANUELAbattezzata il 23/05/2010

ad Aldeno figlia di Marco e Tiziana Bertolini

LUCIANER NICOLASbattezzato il 16/05/2010

ad Aldeno figlio di Enzo e Debora Moiola

LITTERINI FEDERICObattezzato il 23/05/2010

ad Aldeno figlio di Marco e Tiziana Bertolini

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ARICI LEANDRO E ILARIObattezzati il 18/04/2010 a Garniga Terme

figli di Alessandro e Maingard

RANZI FILIPPObattezzato

il 02/06/2010a Garniga Termefiglio di Stefano

e Nicoletta Catoni

CLAIS E JUNINHO LORANDIbattezzati il 21/03/2010 a Cimone

figli di Mario e Valeria

Festa di sant’Anna 26 luglio 2010 ore 10 del mattinoAnche quest’anno si rinnova la tradizionalecelebrazione della Messa in loc. sant’Anna diCimone. Vi aspettiamo numerosi, in modo par-ticolare i nonni dei tre paesi, per i quali è l’oc-casione di festeggiare la loro patrona, nonna diGesù e mamma di Maria. Per l’occasione saràpossibile ammirare i lavori di restauro fatti allacappella e apprezzarne la bellezza.

i battezzati delle nostre parrocchie

ZENI TOMMASObattezzato il 16/05/2010

a Garniga Terme figlio di Alessio e Valeria Iseppi

BATTISTI GIADAbattezzato il 13/06/2010a Garniga Terme figlia di

Patrik e Katia Maffei

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Pellegrinaggioalla Sacra Sindone

Il giorno 10 maggio 2010assieme ad un gruppo digiovani del decanato siamo

andati in pellegrinaggio allaSacra Sindone a Torino; il 20aprile la stessa esperienza erastata vissuta da una settantinadi adulti.Alzati di buon mattino, zaino

in spalla, con un clima uggioso, ci siamo abbandonati ad un tenero riposino sul pullman a noi riser-vato…desiderosi di passare una giornata diversa dalle altre, insieme agli altri, con riflessioni difede.La Sacra Sindone è un lenzuolo di lino con impressa in negativo l’immagine cruda del sangue diun uomo, Gesù… crocifisso, torturato, fustigato e ricoperto sul capo con una corona di spine; sivedono molto bene i segni dei chiodi su mani e piedi e la ferita sul costato. A Torino troviamo un tiepido sole e ci accorgiamo subito che l’organizzazione è eccellente, il per-corso è scorrevole, diventa quasi una passeggiata all’interno di un parco e con serenità ci prepa-riamo all’ostensione con preghiere, osservando il serpentone colorato di gente che viene attirata daquesto evento. L’ostensione è l’esposizione ai fedeli del lenzuolo di lino all’interno di un Duomo di Torino spen-to, animato da una musica soft, dalla luce soffusa della Sacra Sindone e dalle preghiere delle per-sone che vanno ad adorarla. Davanti alla Sacra Sindone si recita una preghiera, pochi istanti persentire una forte vibrazione nello stomaco, che ti riempie di emozione, e trattenendo le lacrime tiaccorgi che è un’emozione forte che viene dal profondo della tua fede.I ragazzi sono molto interessati, è un momento di crescita e durante la pausa pranzo si preparanoalla S. Messa che viene celebrata a Superga. Alla Basilica di Superga, meta di pellegrinaggi datutte le parti d’Italia e luogo di intensa devozione mariana, troviamo vari gruppi come il nostro.Il tempo è tiranno e dobbiamo già salire sul pullman per il rientro. Mi sono divertita molto: stareassieme ai giovani è un momento di crescita anche per me. Capisco che loro hanno bisogno di unaguida libera… Cercano consigli e non giudizi, urlano senza parlarci, il loro atteggiamento a voltestravagante è sintomo di ricerca di affermazione di sé. Noi adulti dovremmo accompagnare i nostriragazzi sulla loro strada e non sforzarli a seguire quella che per noi è la migliore.A volte dovremmo fermarci ad ascoltare col cuore.PS: Nessuno può sapere la verità sull’autenticità della Sacra Sindone, sicuramente raffigura la sof-ferenza di un uomo e solo per questo si dovrebbe portare rispetto qualunque sia il nostro credo...io, da credente posso dire che autentica o non autentica la mia fede in Dio e Gesù non cambia.

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Mete dello SpiritoIl trekking del Cristo pensante

Il sentiero che porta al CristoPensante non presenta particolaridifficoltà di percorrenza. La statua è

posta sulla Cima del Monte Castellazzo(mt. 2333). Il Castellazzo è postoimmediatamente a nord del Passo Rollee s’innalza isolato a dividere gli ampipascoli del valico dalla più settentriona-le val Venegia.Nonostante l’aspetto piuttosto ostico edapparentemente di difficile accesso, lasua cima è facilmente raggiungibile dal versante settentrionale superando nelcomplesso un dislivello di circa 400 metri compresi i vari saliscendi.La nostra escursione ha inizio nei pressi del Passo Rolle - raggiungibile per la Val

di Fiemme con la statale n. 48lungo il corso dell’Avisio sinoa Predazzo, e poi lungo la sta-tale n. 50, attraverso la valTravignolo oltre il lago diPaneveggio -, dove è possibilelasciare le macchine in un par-cheggio.Uno sterrato porta al Passo diCostazza e alla Baita Segantini(m. 2170) da cui si può goderelo splendido panorama dellaCima della Vezzana e delCimon della Pala (tempo dipercorrenza 40-60 minuti lasola andata). Per chi è menoallenato è possibile utilizzare ilservizio navetta che transitaogni 30 minuti e permette dicoprire questo primo tratto dipercorso. L’accesso con lemacchine private è consentitosolamente fino alle 9.00 e dopo

in gita con la famiglia a cura di C

elestina Schmidt

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le ore 18.00 (sarebbe apprezzabileevitare questa soluzione visto checi troviamo in un’area protetta).Nei pressi della Baita Segantini,cento metri dopo sul versanteverso la Val Venegia, parte il sen-tiero R01 che permette di raggiun-gere la vetta del Castellazzo su cuiè posto il Cristo Pensante supe-rando un dislivello di circa 130metri (tempo di percorrenza 1 orae 15 minuti).La discesa è fatta per lo stesso sen-tiero. Per chi non volesse ritornarealla Baita Segantini ma proseguireverso la Capanna Cervino e PassoRolle, al bivio dove sono poste le

segnaletiche è possibile seguire altre strade ben indicate.Sono sconsigliate nel modo più assoluto le ascensioni invernali in quanto il MonteCastellazzo presenta un elevato rischio di valanghe su tutti i versanti.

Ènostra intenzioneproporre per il

giorno 5 settembre ilTrekking del CristoPensante ai bambini, aigiovani e alle lorofamiglie delle nostreComunità. Potrebbeessere un momento diprofonda condivisionespirituale in un ambien-te incontaminato, unmodo diverso di pregare e stare insieme. Per informazioni contattare la parrocchia (0461-842514) oppure il numero 3462215070 (Celestina). Ulteriori comunicazioni al riguardo saranno fornite nel corso delleSante Messe domenicali.

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ita c

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l’intervista

San Modesto

15 giugno

Istruttore e precettore disan Vito, morì martiredurante una persecuzione

19 settembre 1779

240

Pala di sant'Andrea (1781)opera di Giovanni BattistaLampi di Romeno

2930

Circa 700 (più o meno)

Sergio Enderle

Si alternano tre gruppi didonne una volta al mese(urge l'aiuto di nuove persone)

San Rocco Pellegrino

16 agosto

Un santo pellegrino, guari-tore, molto venerato. È ilsanto con più chiese dedi-cate nel mondo

1886

200

Pala raffigurante tre santi ela Madonna in cielo. Constemma dei Lodron

640

Circa 90 (quando piove enon fa freddo)

Primo Zanotelli da ben 51anni

Un gruppo di donnevolonterose e generose

Sacro Cuore di Gesù

Venerdì dopo il CorpusDomini

E chi è il sacro cuore?Il Sacro Cuore di Gesù è ilcuore di Gesù al quale i cri-stiani della Chiesa cattolicarendono culto

1940

140

Altare centrale di marmoCalacatta di Carrara e bron-zo opera di Paul Moroderde Doss (2006)

320

Circa 50 (siamo ottimisti)

Rocco e Stefania la Rocca

Un gruppo di 12 persone

Titolo:

Giorno del patrono?

E chi è?:

Anno di consacrazione:

Capienza a sedere:

Opera più preziosa contenuta:

Battezzati sul territorio:

Fedeli partecipanti alla messa domenicale:

Sacrestano:

Chi fa le pulizie:

Intervista tripla alle nostre chieseAldeno Cimone Garniga Terme

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50-60 euro

Molti soldi

La chiesa è stata appenarestaurata

Nessuno

Restauro totale della chiesa

"In chiesa non siamo i miglioriquindi puoi venire anche tu"

20

Francesco il giornodella prima comunione

Andrea in braccio alla mamma Silvana e al papà Beppino

l’intervista

280 euro circa

Circa 4500 euro

No, la chiesa è stata restau-rata di recente

Tinteggiatura della portalaterale lato sud

Restauro di quadri, pavi-mento in legno sotto i ban-chi e piccole manutenzioni

"Pregare Insieme è piùbello"

80-90 euro

2300 euro

Si! Urgenti agli intonaci ealla struttura

Monitoraggio dei movi-menti della struttura

Il tetto circa 20 anni fa

"Siamo pochi e abbiamobisogno anche di te"

Quante offerte vengono raccolte una domenica normale?

Quanto si spende a riscaldarla in un anno?

Bisogno di restauri?

Lavori più urgenti?

Ultimi lavori effettuati?

Un messaggio per chi non partecipa abitualmente?

L’interno della chiesa di Aldeno ...e quella di Garniga Terme...di CImone

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All'esterno della chiesaguardando la facciata, inbasso a destra,si può notareuna pietra con scolpita unacroce (è la prima pietraposata nel 1937)

"Questa chiesa è invidiatada tutta Italia,rendila perfetta con la tua partecipazione"

Nella porta laterale (latoest) è stato trovato unoscritto che riguardava unalite sorta per il posiziona-mento della porta tra le fra-zioni alte e il Covelo

"Negli ultimi due anni sonoentrati ben due volte i ladriin chiesa… entra a pregarequando passi così ci saràsempre qualcuno a fare laguardia"

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l’intervista

Nel 17 sec. la reliquia disan Modesto era così vene-rata che venivano persone apiedi dal Veneto per chie-dere delle grazie

"Dio c'è dappertutto ma inchiesa c'è più silenzio persentirlo"

Curiosita?

Un messaggio per chi legge?

La pala di Sant’Andrea La pala con i tre santi Un particolare dell’altare

La pietra con scolpita la croce

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Solitudine del prete, presenza di Dio.Accalorata lettera quella di un arcivescovo chesi rivolge ai giovani preti della sua diocesi.Si chiede, in particolare, a quali sfide sianochiamati coloro che rispondono alla chiamata.La prima è la solitudine, da vivere non tantocome assenza degli uomini, quanto come pre-senza di Dio. C’è però anche una solitudineamara: quella che è avvertita quando non vi ècomprensione o un minimo di gratitudine perquello che si fa.In questo caso al senso di scoraggiamento e di frustrazione di fronte agli scarsi risulta-ti, se non addirittura ai fallimenti, il vescovo suggerisce di confidare nel Signore, spe-rare in Lui e le forze e l’entusiasmo torneranno: “Quanti sperano nel Signore riacqui-stano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stan-carsi” (Is 40,31).L’ultima sfida nella vita del prete è il rapporto con quelli che gli sono affidati. Dai pretimolte volte si esige siano funzionari del sacro da cui pretendere la disponibilità cieca;altre volte si vorrebbe arruolarli nel proprio mondo familiare o affettivo e sempre pron-ti a soddisfare il bisogno di chi li assale. Come dovrebbero reagire i preti? Guardaresempre e solo la comunità come quella che è stata affidata da Dio: con lo sguardo di unpadre che ama i propri figli a prescindere dai loro meriti o dalla loro effettiva amabili-tà.

Il Cairo (Egitto) - SAT-7, un canale televisivo cri-stiano via satellite che serve il Medio Oriente e ilNordafrica.Aumenteranno le trasmissioni in Medio Oriente chepromuovono la comprensione tra i cristiani e favori-scono una più stretta collaborazione con persone dialtre fedi, grazie ai finanziamenti dell’associazionecaritativa cattolica internazionale ‘Aiuto alla Chiesache Soffre’ (ACS). Saranno promosse soprattutto letrasmissioni in diretta perchè “permettono la vera inte-razione con gli spettatori”. Spiegando perché la televi-sione via satellite è il mezzo più efficace per raggiun-gere i cristiani nella regione, Johansen, direttore esecu-

tivo dell’Ufficio europeo di SAT-7, ha ricordato che in Medio Oriente la tv satellitareè il mezzo per eccellenza, che più della metà degli abitanti del Medio Oriente ha unaparabola, e guarda ogni giorno più televisione che in qualsiasi altra parte del mondo esoprattutto che le trasmissioni satellitari non sono soggette alle restrizioni che si appli-cano alla letteratura cristiana in alcuni Paesi mediorientali, come l’Arabia Saudita. Sitratta di un progetto che risponde principalmente a quei molti cristiani che non sonomolto istruiti, non sanno leggere, non hanno accesso a un sacerdote, ma su SAT-7 pos-sono sintonizzarsi per 24 ore al giorno per apprendere e approfondire la fede cristiana.Quasi 8 milioni gli spettatori in 19 paesi.

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l’intervista ai sindaci

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Ecco i vincitori del concorso:«RicostrUNIAMO2 ...AlCiGa!

ALDENO1. Bazzanella Michele anni 7

con 86 tasselli2. Triches Giulia anni 7 e Valentina anni 10

con 78 tasselli3. Chizzola Federica anni 10

con 65 tasselli4. Beozzo Emanuele anni 11

con 51 tasselli5. Cadonna Elisabetta anni 12

Patrizia anni 10 Annalisa anni 7 e Mariachiara anni 6 con 44 tasselli

6. Turato Linda anni 7 con 14 tasselliGARNIGA TERME1- Dallapiazza Chiara anni 10

con 57 tasselli

AL. CI. GA. Aldeno, Cimone, Garniga Terme

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

bollettino junior

IL BINARIO DEL SOLE

CRUCIVERBA

Michele Giulia

Emanuele

Linda Chiara

Federica

La famiglia Cadonna

Basta con i pretestiREBUS

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bolle

ttino

juni

or Un paradiso ricoperto d’oro fino? Un affare al volo...

L’influenza del computer

Dal tempo della

creazione del mondo

Quale di queste espressioni viene usata dalla Bibbia?

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bollettino junior - giochi

Orizzontali

a 1 – 6. Figura 3 – 7. Uccello come il falco e l'aquila – 8.

Le soluzioni dei giochi saranno pubblicatesul prossimo numero

CRUCIVERBA

CRUCIVERBAORIZZONTALI2. Né tuo né suo. – 3. Figura n. 1 – 5. Come poi –7. Prima donna – 8. Figura n. 2 – 11. Ha la cruna– 12. L’unità di misura è il chilogrammo – 13. Citramonta il sole – 14. Lo è questo – 18. Figura n. 3– 20. Insieme di note – 23. Elementare o media –

25. Il primo numero – 26. La prima metà dell’an-no – 27. Il padre del padre – 28. Ha il cuore

come simbolo – 29. Tessuto estivo – 30. Lihanno sia il dito che il topo – 31. Il dop-

pio del 25 orizzontale – 32. Il 31 oriz-zontale più uno – 33. Neppure una

volta – 34. Le barche a motore nehanno una.

VERTICALI1. Figura n. 4 – 4. L’uomo del 7orizzontale – 6. Come dopo – 9.Figura n. 5 – 10. All’opposto del13 orizzontale – 11. Nel mare c’è

tanta – 15. Movimento del mare –16. Piace al cane – 17. Il primo gior-

no della settimana – 19. Scrivono ilibri – 20. La più piccola è di un cente-

simo – 21. Donne che hanno fatto mira-coli – 22. Quello d’Italia è di Mameli – 24. Si

accende con l’interruttore.

ORIZZONTALI1. Figura 1 – 6. Figura 3 – 7. Uccello come il falco e l’aquila– 8. Figura 8 – 9. Elegante uccello bianco – 10. Il figlio del 6orizzontale e della figura 3 – 12. No Clue – 13. Asino, soma-ro – 14. Piace al gatto – 15. Figura 6 – 16. Figura 4.

VERTICALI1. Figura 5 – 2. Figura 2 – 3. E’ comune in città – 4. Serveper volare – 5. E’ molto simile alla foca – 8. Figura 7 – 11.Carnivoro delle favole – 12. Con l’asinello nel Presepe.

SUDOKU FACILE

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INVENTASTORIEInventa una storia ambientata su un’isola desertao in un castello fatato con i personaggi illustratinella pagina e consegna il lavoro in canonica entroil 13 settembre.Le storie più originali e fantasiose verranno pre-miate.

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Verso i quarant’anni di fondazione

Prima dell’inizio dell’estate e dell’esodo in montagnao al mare, desideriamo arrivare a voi per farvi cono-scere parte dell’attività svolta dal Gruppo

Missionario in questi cinque mesi del 2010. In autunnofesteggeremo il 40° anniversario di fondazione e … scusateci seè poco.I Gruppi Missionari legati alla Parrocchia e alla Diocesi stanno per-dendo un po’ dovunque la loro identità. Lo spirito che ha animato i fondatori e amici nell’u-nire le forze e aggregare persone, per rispondere in modo efficace alle richieste deiMissionari, nel sud del mondo, in luoghi di frontiera, si è affievolito.I bisogni più urgenti che si rincorrono e le notizie martellanti di televisione e stampa, ci por-tano ad una difficoltà di lettura della realtà e ad una confusione di ruoli e capacità di ascol-to dei bisogni stessi.Noi del Gruppo Missionario cerchiamo di ascoltare e speriamo nel nostro piccolo di poterindividuare bisogni emergenti e rispondere con le nostre poche forze, stimolando la nostra ealtrui carità, in base ad una convinzione cristiana.Quest’inverno siamo stati interpellati a collaborare anche con i paesi vicini, per realizzare unpozzo in Eritrea; assieme ad Associazioni di Ravina, Romagnano e Mattarello, abbiamounito lavoro e testimonianza con entusiasmo reciproco: il risultato si è visto nella raccolta di€ 10000. Con il mercatino abbiamo aderito al Progetto Pastorale – dalla guerra alla vita – delriscatto di un fabbricato che per 50 anni è stato base militare in Uganda; ora diventerà unospedale al quale molti guardano con tanta speranza: con grandi difficoltà vi opera SuorMaria Martinelli.Con il contributo di Comune e Cassa Rurale, unite alle offerte di tante persone della nostracomunità, abbiamo potuto aiutare P. Mario Benedetti che opera con i profughi nella forestain Sud Sudan e far studiare un’infermiera e un ottico in Camerun.E sempre in Camerun abbiamo aiutato un centro di maternità gestito dal COE, con la volon-taria Tina Barbieri. La collaborazione con il gruppo Solidariedade, scuola Mozambicana, continua e ci permet-te di venire a conoscenza di altre realtà e persone motivate per maturare ulteriormente.I tempi sono molto cambiati anche al Sud del mondo e il modo di operare deve cambiare,

non basta più andare a fare per“loro” ma dare loro la possibilità dicrescere e di essere attori del lorosviluppo senza copiare dal nostroche, permetteteci, non va poi sem-pre così bene. Accogliamo infine l’invito dimons. Bregantini “a farci vela alvento dello Spirito che lo raccogliee lo trasforma in energia e cimanda sempre oltre, senza confini.Perché chi ama non ha misure, nontiene chiuse le cose, ma le espande,le dona, le totalizza.”Grazie e buona estate a tutti!

dal gruppo missionario a cura di A

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Vieni alla Sagra di Cimone11-12 settembre

Troverai tante belle cose per passare dei bei momentiin compagnia. Potrai mangiare, ballare, divertirti,curiosare e anche pregare. Segna in agenda queste datee non mancare.

La cresima 2010 nel Duomo a Trento

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Il Camillo della Cassa

«Ma io non so neanche cos’è una cam-biale». «Non importa, imparerai». Fucosì che incontrai la Cassa Rurale di

Aldeno e la mia vita cambiò. Perchè la vita è fattadi perdite e di incontri. E io ho avuto le une e glialtri.Sarei stato proprio solo se non ci fosse stato nonnoAlessio (Camillo Stedile fa una pausa e si asciugagli occhi). Il papà voleva portarmi in Francia.Nonno Alessio fu «l’incontro» decisivo di me bam-bino, ragazzo, adolescente. Nonno Alessio disse no.Era un cattolico, un vecchio sano «popolare». Andòdal parroco e gli disse: questo ragazzo deve studia-re. Studiare ... Nonno Alessio, classe 1864, era statoa lungo analfabeta. Aveva potuto studiare un pocosoltanto quando aveva cominciato a prestare servi-zio come gendarme per gli Austriaci, alla dogana di Ala e su per i boschi a inseguire icontrabbandieri. Il nonno disse: questo ragazzo deve studiare, ma dove trovo i soldi? Ilparroco gli rispose: se davvero è così importante, se davvero ci credi, vendi «una cam-pagna». E il nonno vendette «una campagna» per mandarmi a fare il ginnasioall’Arcivescovile di Trento. [...]Poi però arriva la guerra. Mi prendono i tedeschi e mi arruolano nel loro esercito. Prestoservizio nella contraerea a Innsbruck e a Bolzano. Quando la guerra finisce, per gli ita-liani sono un collaborazionista, così devo prestare servizio di leva negli alpini per altridiciotto mesi. In tutto, 39 mesi con due diverse divise addosso. Alla fine mi ritrovo solo,più solo e più povero che mai e mio padre che ancora mi chiama: che cosa fai lì, vieniin Francia. Ci vado. Finisco a Evian, sul lago Lemano, all’Hotel Lumina, cinque stelle

superlusso, tra colonialisti, sceicchi e marajà. A lavarepiatti. A dire il vero erano piatti speciali: d’argento. E laloro pulizia era una vera piccola arte. Ecco qua, lo conser-vo ancora l’attestato di argentier rilasciato a StedileCamille, alla francese.Ma non era quella la mia strada. Nonno Alessio muore etorno ad Aldeno. Lavoro come carpentiere in un’impresaedile. Tenevo la contabilità della mensa, in cambio delpasto gratuito. E in inverno, quando i cantieri chiudevano,grazie alla Provincia frequento la scuola professionaleedile.Un passo indietro. La Rurale di Aldeno era riuscita asopravvivere al fascismo e alla guerra. In un certo senso«congelandosi». Il contabile era un certo Schir. Nel 1952Schir muore e bisogna sostituirlo. Con chi? Si pensa a me.Perchè? Non ne ho la minima idea.

Camillo Stedile in una recente foto.

Camillo da giovane.

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Finalmente guadagnavo bene, ed ero riuscitoaddirittura a comprarmi la Vespa. Scelsero me enon so, in realtà, né perché lo fecero, né perchéaccettai. O forse sì che lo so: mi piaceva, miriempiva d’orgoglio poter servire il mio paese,poter essere utile alla mia gente e alla mia terra.Fu così che mi ritrovai davanti al dottorMorghen, direttore della Federazione, a dirgli:«Non so neanche cos’è una cambiale». E lui:«non importa, imparerai». Si imparava in fretta,allora. Una settimana con il ragionier Aste, il miomaestro. Infine l’esame: «Ci possiamo fidare»disse Morghen. Promosso.[...] Al lavoro Camillo. Avevo accettato uno sti-pendio di 15 mila lire al mese, quando al cantie-re ne guadagnavo 45 mila. Vivevo con una zia,non avevo nulla. La Cassa divenne la mia vita, lamia casa, tutto. Al lavoro, Camillo. Furono setteanni di lavoro, relazioni, amicizie. Se non ero qui,in Cassa, ero alla cantina o alla Famiglia cooperativa, dai contabili.Cosa sia la Rurale di Aldeno e Cadine, tutti lo possono vedere. Fatto sta che nel ‘52 laCassa aveva un avvolto, una cassaforte a sabbia, 61 milioni di lire e un solo dipendente,io; oggi ha 14 sportelli, un centinaio di dipendenti e, tra raccolta diretta e prestiti, più diun miliardo di euro.Il mio segreto? Per tutti, sono sempre stato «il Camillo della Cassa». Mai nessuno hapensato e detto: «la Cassa del Camillo». Io appartenevo alla Cassa e non viceversa. Hosempre pensato: il paese, il paese è il primo valore, un valore umano, un capitale fatto dipersone. Per me poi è stato tutto facile. Facili le relazioni con i soci, facile la confiden-

za con i clienti. Soprattutto è stato facileguardare in faccia la mia gente e darglifiducia, la stessa fiducia concessa a me. Lafiducia ripaga sempre. Ti torna indietromoltiplicata.[...] Vado in bicicletta e scio, solo fondopurtroppo, per via del ginocchio. Ma tradue anni, per il cinquantesimo di matrimo-nio, per qualche giorno niente Cassa: ho inprogramma un viaggio importante. Devoandare a Evian, all’Hotel Lumina. Dacliente, stavolta. Ma con il mio attestato daargentier in mano. Voglio proprio fargli unasorpresa.di Camillo Stedile (racconto raccolto daUmberto Folena) da «33 Trentini racconta-no la cooperazione» a cura di FederazioneTrentina della Cooperazione (dicembre2009).

Camillo assieme ai figli i personaggi di Aldeno

... assieme alla moglie

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La figura biblica che conosceremo, almenoun pò, è Rachele, moglie di Giacobbe e

madre di Giuseppe e Beniamino, di cui si rac-contano le vicende nel libro della Genesi.Il nome deriva dall’ebraico Rahel che significa«pecorella», quindi «mite», per cui secondo latradizione i figli di Giacobbe e Rachele avreb-bero dato origine agli allevatori di ovini.Il racconto è molto bello, con tratti ironici epoetici.Quando Giacobbe fugge dal fratello Esaù, siimbatte nella giovane Rachele e se ne innamo-ra all’istante. L’incontro tra i due giovani èpiuttosto divertente e si verifica in prossimitàdi un pozzo d’acqua. Il pozzo, infatti è l’am-biente amoroso per eccellenza essendo l’unicopunto dove vanno le ragazze anche da sole,fuori dal chiuso della città.

Il pozzo e la pietra da rimuovere. La consuetudinevoleva che il pozzo fosse protetto da una pietra moltopesante che poteva essere rimossa solo da più pastoriche avevano quindi modo di controllarsi gli uni gli altricirca l’utilizzo comune dell’acqua.Giacobbe, quando vede la giovane Rachele «fattosiavanti, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo e fecebere le pecore di Labano, fratello di sua madre».È un racconto ironico, ci vogliono infatti tutti i pastoriper muovere quella pietra, ma Giacobbe da solo, quan-do vede Rachele arrivare, diventa un superuomo: laragazza gli piace talmente che, per fare bella figura, sisottopone ad uno sforzo immane e sposta da solo la pie-tra senza l’aiuto degli altri pastori, si fa vedere, si mettein mostra e conquista la ragazza.«Poi Giacobbe baciò Rachele», cosa inusuale a queltempo: uno straniero, che lei non conosce, le si avvici-na e in pubblico la bacia! Ma subito dopo, lo stranierole spiega che è suo cugino: sono infatti figli rispettiva-mente di Rebecca e di Labano, fratello e sorella.

Rachele lo presenta al padre. Rachele porta in casa ilgiovane straniero, così bello ed energico, e lo presenta alpadre Labano; Giacobbe, la chiede immediatamente insposa e Labano la concede ben volentieri, a condizioneche Giacobbe rimanga sette anni a prestare lavoro gratui-tamente a Labano. Quest’ultimo si conferma un imbro-glione ed approfitta della situazione giocando anche suisentimenti.

"Giacobbe e Rachele al pozzo" Pittoreemiliano (?) del XVIII secolo.

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a Chi era costei: Rachele La sterilità delle «nonne» di Israele

Le donne di cui si parla in questi capitolihanno un ruolo importante, ma il leit

motiv che si ripete continuamente in questestorie è la sterilità: le grandi madri di Israeleerano sterili. In questa epoca arcaica, e inquesta condizione sociale, la fertilità è condi-zione indispensabile per la vita. È importantetrovare terreni fertili, è importante che il greg-ge sia fertile, è importante infine che l'umani-tà - cioè la donna - sia fertile.Ora il narratore insiste, in modo quasi esage-rato, ripetendo ad ogni generazione che lamadre era sterile. Questi racconti della steri-lità servono proprio per evidenziare il limitedell'uomo, superato dall'intervento di Dio:sono racconti della grazia, sono racconti di

salvezza!

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«Così Giacobbe servì sette anni per Rachele:gli sembrarono pochi giorni tanto era il suoamore per lei» (Ibid. 20). Questa frase è unabellissima dichiarazione di amore: ha fattol’impossibile lavorando gratuitamente setteanni per averla in sposa, ma gli parvero pochigiorni tanto la amava.Al termine dei sette anni è organizzata la ceri-monia di nozze, ma il mattino seguenteGiacobbe si accorge di aver accanto non l’a-mata Rachele, ma la sorella maggiore Lia.Giacobbe infuriato cerca di protestare, ma perottenere anche Rachele deve lavorare altri setteanni per Labano.Giacobbe accetta e sposa anche Rachele, chequesta volta gli viene accordata in anticipo, elavora gratuitamente altri sette anni perLabano.Naturalmente cominciano i problemi perché ledue sorelle, mogli dello stesso uomo, entranoin conflitto fra loro: Rachele è la bella, è l’a-mata, mentre Lia è sopportata.Dopo questo periodo, divenuto incredibilmen-te ricco ed accortosi che Labano ha intenzionedi sfruttare ancora il suo lavoro con qualchepretesto, Giacobbe raduna mogli, figli, schiavie bestiame e si allontana di nascosto versoCanaan.Mentre Lia continua a generare figli maschi, èormai opinione comune che Rachele sia steri-le.

La morte di Rachele. Tuttavia a sorpresa,dopo lunghi anni di attesa, anche Rachele dàalla luce un figlio, Giuseppe, che diviene ilpreferito. Qualche anno dopo Rachele è nuovamenteincinta e muore dando alla luce il figlioBeniamino.Il suo corpo viene sepolto sulla strada perBetlemme: «Mancava ancora un tratto dicammino per arrivare ad Efrata, quandoRachele partorì ed ebbe un parto difficile.Mentre penava a partorire, la levatrice ledisse: ‘Non temere: anche questo è un figlio!.’Mentre esalava l’ultimo respiro, perchè stavamorendo, essa lo chiamò Ben-Oni (figlio delmio dolore), ma suo padre lo chiamòBeniamino (figlio di buon augurio). CosìRachele morì e fu sepolta lungo la stradaverso Efrata, cioè Betlemme».

"Rachele e Lia" (Londra, Tate Gallery) DanteGabriel Rossetti (1828-1882).

Dante la ricorda

Questa figura viene ricordata ancheda Dante che, fedele all'esegesi

biblica che ha fatto di Rachele il sim-bolo della vita contemplativa, mentredi sua sorella Lia il simbolo della vitaattiva, sogna queste due sorelle quan-do, insieme a Virgilio e Stazio, sostaper il sopraggiungere della notte primadella salita al Paradiso Terrestre(Rachele, infatti, pur vissuta primadella venuta di Gesù venne liberata dalLimbo al passaggio di Cristo nel tempointercorso fra la morte e la resurrezio-ne).

la Sacra Scrittura

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Dal percorso di preparazione al matrimonio cristianosvolto ad Aldeno in aprile-maggio.

A: come Amore. Ci sposiamo perché ci amiamo, ma amarsi è un’arte chenon si finisce mai di imparare, per questo è importante prepararsi e con-frontarsi con altri. Il percorso di preparazione al matrimonio cristiano èun’opportunità.

M: come Matrimonio cristiano. Sposarsi in chiesa ha un di più che si chia-ma Dio. Ma il nostro Dio non si può prendere in giro, per questo è impor-tante coltivare la fede anche da giovani, vivere la celebrazione del matri-monio in chiesa come conseguenza di una fede vissuta nel quotidiano ein comunità.

O: come Ora. Adesso devo pensarci, non sempre all’ultimo minuto, le coseimportanti vanno preparate bene e per tempo.

R: come Responsabilità. La nostra coppia non si sposa solo per se stessa, hadelle responsabilità grandi verso la società e tutte le persone che ci cono-scono. Un matrimonio che finisce o due persone che si separano coinvol-gono tante persone nella tristezza del fallimento.

E: come Esperienza. Non serve provare tutto nella vita, chi ha più esperien-za di noi può insegnarci tante cose. Per questo un grande grazie va aMichela e Stefano, Paola e Antonio che ci hanno accompagnato in que-sto percorso, come coppie già collaudate.

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I parrocchiani interrogano

don Daniele risponde

Comunione in bocca o comunione in mano?

Dal 1969 sono permesse entrambe le possibilità, l’importante è che vengagarantito il rispetto verso la presenza reale di Gesù Cristo

nell’Eucarestia. Mi permetto solo di insistere su due aspetti: sull’AMEN che il fedele devedare in risposta alla formula “Il corpo di Cristo”, questo, pronunciato in modochiaro, deve essere l’affermazione della fede del cristiano verso l’Eucarestia.Il secondo sul fatto che non si può portare in giro la comunione, in tutti i casiva messa in bocca davanti al sacerdote.

Può un prete che celebra la messa rifiutare pubblicamentela comunione a una coppia di divorziati risposati?

Rispondo di NO. Il prete non può giudicare la situazione spirituale dei sin-goli e pertanto deve sempre porgere la comunione a tutti coloro che si

accostano all’altare. Non siamo in grado di scrutare le coscienze dei singoli.Ognuno, responsabile davanti a Dio delle proprie azioni, va rispettato. Ricordo un principio che rimane importante: se Dio il giorno del giudizio cirimproverasse di aver ecceduto in durezza e severità, che cosa potremmorispondergli? Ma se Lui ci dicesse che abbiamo esagerato nell’essere buoni e accoglientigli potremmo sempre dire: “Sì, ma mai come Te, Signore”.

Esiste il purgatorio?

Si, anche se è una verità religiosa dibattuta nella Chiesa. Consolante la cer-tezza che Dio crea ogni uomo per assicurargli, oltre il breve cammino

della vita terrena, una vita di felicità infinita. San Paolo assicura: «E’ volontàdi Dio che tutti gli uomini giungano alla salvezza». Siamo chiamati tutti allasalvezza, Dio offre a ciascuno la possibilità di conseguirla, ma essa dipendedalla nostra rispondenza: «Colui che ti ha creato senza di te, afferma S.Agostino, non ti può salvare senza di te». Gesù è venuto a salvare i peccato-ri e ci rassicura dicendo: «Il Padre vostro che è in cielo vuole che nessunapersona vada perduta». Ecco perché viene offerto a tutti noi un supple-mento di purificazione oltre la morte. Il Purgatorio non lo hanno inventatogli uomini, ma Dio, il suo infinito amore di Padre che vuole tutti salvi, puri,per partecipare alla sua gloria e felicità infinita. La sua realtà scaturisce dallastessa giustizia infinita di Dio, che non può premiare chi ha ancora da ripara-re il male commesso, né castigare chi, pentito, è morto affidandosi alla mise-ricordia del Signore. La Chiesa ha sempre creduto nell’esistenza delPurgatorio. Dio è Padre, la sua misericordia ci segue oltre la vita.

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Per i giovani di Aldeno, Cimone e Garniga TermeXXVI Giornata Mondiale Giovani

Madrid 13 - 23 agosto 2011

Ipreparativi in vista della XXVI Giornata Mondialedei Giovani a Madrid sono iniziati da un po’ ditempo e la diocesi di Trento ha definito la parteci-

pazione alla GMG che in agosto 2011 ci vedrà radu-nati a Madrid attorno al Papa. La proposta è rivolta atutti i giovani dai 16 anni in su che frequentano lachiesa e si impegnano in parrocchia.La nostra diocesi ha scelto di utilizzare per il viaggiofino a Madrid il traghetto che da Genova ci porterà aBarcellona (20 ore di traghetto). Questa scelta ci per-

metterà di «spezzare» il viaggio, rendendolo più sostenibile. La scelta del traghet-to ha però l’inconveniente della necessità di iscriversi con largo anticipo…Sappiamo che non è facile programmare l’estate con un anno di anticipo, maVALE LA PENA di provarci!!! Le iscrizioni sono da effettuare in parrocchiaentro il 30 settembre 2010.Riteniamo che un’altra questione di non poco conto sia il costo, previsto in 650€: questa quota comprende il viaggio, il vitto e l’alloggio, l’assicurazione, i gad-get e la borsa degli italiani. Suggeriamo, per affrontare la spesa, di provare a pen-sare con la vostra parrocchia o decanato a qualche forma di autofinanziamento(rendersi disponibili per qualche lavoro manuale, la gestione di qualche parcheg-gio durante delle feste importanti…) e accanto a questo potete programmareanche un piccolo piano di accumulo personale (se vi prefissate un risparmiominimo mensile frutto della riduzione delle spese personali, riuscirete in 14 mesia mettere da parte un buona cifra).Sono sfide da affrontare e da vincere!Invita qualche tuo amico o amica… sarà un’esperienza molto intensa diincontro con altre persone, con altre culture e anche una possibilità unica di sco-

I giovani dei Aldeno a Loreto 2007

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perta e di approfondimento della nostrafede in Dio.Per iscrizioni e maggiori informazioniparlare con don Daniele!Foto del logo: l’autore José Gil-Nogués,ha spiegato che lo sfondo del disegno sim-boleggia “giovani di tutto il mondo che siuniscono per celebrare la propria fedeaccanto al Papa, ai piedi della Croce, e for-mano la corona della Vergine di Almudena,patrona di Madrid”.Nella corona, ha aggiunto il disegnatore,spicca la “M” di Maria, iniziale anche diMadrid, luogo dell’incontro.La Croce, segno del cristiano, presiedel’appuntamento del Papa con i giovani, cherendono visibile con la loro testimonianzail tema della GMG: “Radicati e fondati inCristo, saldi nella fede”.

Una originale immaginedella processione ad Aldenodel 2 maggio e in basso la processione del 25 aprile a Garniga Terme con i bambini della prima comunione

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A propositodi... aborto«Ogni bimbo che nasce ci ricorda che Dionon è ancora stanco degli uomini»(dal calendario Insegnaci la sapienza del cuore)

L’aborto, una ferita che rimane seb-bene sia una scelta consapevole?

In realtà anche se formalmente consape-vole è una scelta alla quale la donna tal-volta è condotta se non costretta, unascelta che condizionerà la vita futura.

Il senso di smarrimento e di solitudine divengono compagne stabili di tutte le donneche subiscono un aborto: sì subiscono. Molte possono essere le ragioni che convin-cono una donna a sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza: la paura, l’im-maturità, l’inadeguatezza di sentirsi mamma, i problemi economici. Il 10 dicembre 2009 viene pubblicata sulla Gazzetta ufficiale l’autorizzazione all’im-missione in commercio della pillola RU-486 per l’interruzione di gravidanza non chi-rurgica, in quanto farmaco approvato ed utilizzabile in Italia. La sua liberalizzazioneha scaturito polemiche riportate dai maggiori quotidiani nazionali; giornalisti, scrit-tori e filosofi hanno dato voce a nuove analisi della condizione femminile e del movi-mento femminista. Due donne si sono confrontate sull’evolversi dell’aborto e delleconseguenze nella sfera femminile dagli anni Settanta ad ora. Susanna Tamaro, purammettendo di appartenere alla generazione che ha combattuto la battaglia per lalibertà sessuale e la legalizzazione dell’aborto, rivendica ora come negli anni Settantaquanto “il discorso sulla vita sia rimasto confinato tra due barriere ideologiche. Ladifesa della vita sembra essere appannaggio, oggi come allora, solo della Chiesa, dei

vescovi, di quella parte considerata più reazionaria e retri-va della società, che continua a pretendere di influenzarela libera scelta dei cittadini. Chi è per il progresso, invece,pur riconoscendo la drammaticità dell’evento, non puòche agire in contrapposizione a queste continue ingerenzeoscurantiste. Naturalmente, un Paese civile deve avere unalegge sull’aborto, ma questa necessaria tutela delle donnein un momento di fragilità non è mai vittoria per nessuno”(Corriere della Sera 17 aprile 2010). A lei rispondeCristina Comencini rivendicando l’importanza del movi-mento femminista, come “unico fondamentale movimentoche in un paese immobile e dominato dalla Chiesa come ilnostro ha aperto possibilità di pensiero, di vita e di lavoroalle donne…parlarne come una fabbrica di aborti fatti nel-l’incoscienza e nella superficialità mi pareincredibile…iniziare un articolo sulle donne accusandole

approfondimento

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l’approfondimento a cura della redazione

di leggerezza nel considerare il temadella procreazione, dell’aborto, descri-vendo le loro riunioni di un tempo comespecie di messe sataniche in cui si orga-nizzavano infanticidi….mi sembra unatto di disprezzo violento per tutte”(Corriere della Sera 21 aprile 2010).Parlando di aborto non ci si limita piùsolo alla valutazione etica o morale, sesia giusto o no, ma ci si riferisce a tuttauna realtà, un’ambivalenza e una dimen-sione di confusione e conflitto continuiper le donne che lo praticano. Negli StatiUniti è stata analizzata dettagliatamentela condizione traumatica di una donnadopo l’aborto e sono stati definiti varistadi di elaborazione del trauma, perchédi questo si tratta. Più la consapevolezzaè un fattore determinante e più difficilesarà l’elaborazione di questo lutto. NegliStati Uniti si afferma che il 62% delle donne che hanno effettuato l’interruzione digravidanza volontaria soffra della sindrome post-abortiva e si pongono dubbi sullasalvaguardia psicologica delle donne da parte della legge. La sindrome caratterizzain maniera determinante soprattutto le donne che non hanno significative presenzenella loro vita, quali genitori, famiglia o partner. In genere il coinvolgimento emoti-vo rispetto alla decisione e il peso della costrizione ad una soluzione così traumaticaportano a stati d’animo contrastanti: sensi di colpa, rimpianti, depressione e rabbia.Quali siano le reali conseguenze sulla salute di una donna che ha abortito interessa-no da sempre filosofi, sociologi, medici, professionisti e religiosi: non si limita tuttoe solo ad un’operazione chirurgica, ma coinvolge la sfera affettiva, culturale, emoti-va, economica di donne che talvolta affrontano la decisione senza alcun consiglio,senza alcuna informazione riguardo alle conseguenze fisiche e psicologiche.Molte donne riportano effetti negativi leggeri, ma la maggioranza delle donne soffredi stress emotivo dopo l’aborto, caratterizzato da ripetuti e persistenti sogni ed incu-bi correlati all’intensità del sentimento di colpa, del bisogno profondo di riparare allaferita. Se la psicosi post-abortiva insorge immediatamente dopo l’interruzione dellagravidanza, la sindrome post-abortiva comprende una vasta gamma di disturbi e puòpresentarsi anche a distanza di anni in condizioni di particolare stress o nell’affron-tare nuove gravidanze o aborti spontanei. Solitamente ripropone un dolore sospeso,un dolore, un lutto mai elaborato ed apparentemente superato, con reazioni moltepli-ci: disturbi emozionali, della comunicazione, del pensiero, dell’alimentazione, laricerca spasmodica di una nuova gravidanza o l’avversione verso tutte le donne ingravidanza o tutti i bambini.L’elaborazione del lutto è un processo lungo e articolato: perché venga elaboratocoscientemente occorre una profonda accettazione, un profondo perdono, una ricon-

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ciliazione con se’ stessi e con l’altro.Considerata come risolutiva di un “pro-blema”, l’interruzione di gravidanza inrealtà ne crea a sua volta al benesserepsicofisico ed all’equilibro emotivodella donna.Ci si auspica che oltre alle discussioniriguardo all’aborto come scelta giusta osbagliata, si possano attivare interventia sostegno della donna in gravidanzaperché possa superare e meglio valutarele problematiche che potrebbe portare ilrifiuto della maternità.

l’approfondimento

Un bambino mai natoAleggiare con lo spirito nel buio più buioe mai arrivare alla luce;vagare nel silenzio, aldilà dei sogni e vedere il mondo che gioisce, che soffre, che ride, che piange,e capire di non esserci dentro.Com’è triste mamma,vedere un prato tappezzatodi bimbi felici,che corrono festosi, che vivono,e non vivere assieme a loro.Com’è triste mamma,intraprendere la via della vitae mai raggiungere la meta,concepire un bimbo da amaree poi inesorabilmente fermarlo.Perché ! perché hai detto no:ad un fiore che voleva sbocciare ?ad una nuova stella che voleva sorgere ?ad una farfalla che voleva volare ?Perché hai negato la pace al tuo cuore ?Ti perdono mammaperché forse un giorno, in cielo, lo amerai il tuo bimbo perduto.Non posso odiarti,no, non posso, non posso…seila mia mamma.

Lo so, che non volevi togliere la vita ad una parte di tee un giorno forse, assai lontano,in un mondo più feliceti vedrò mamma, e sarai il mio angelo;lo sento, che solo allora tu capiraie solo allora ritroverai la tua pace; quella pace negatada un attimo di smarrimento. Solo allora mamma ci sarà paceper il tuo bambino negato, per il tuo bambino mai nato.

Giuseppe Nicola Ciliberto (1963)

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Divertimento assicurato7-10 Giugno. Quattro giorni. "Solo quattro" si potrebbe pensare. Ebbene si ma gior-nate intense e piene di soddisfazione. Abbiamo trascorso il campeggio tra giochi,gite, risate e, come ogni campeggio parrocchiale che sirispetti, preghiere e momenti seri. I giorni sono statiaccompagnati dalle vicende di un folle imperatore che,dopo essere stato trasformato in un lama, capirà che laricchezza nella vita non è tutto. Martedì abbiamo volutoregalare ai nostri bimbi una esperienza tutta nuova alleTerme di Garniga che ci hanno gentilmente accolto. Trapiscine, idromassaggi, tuffi e risate abbiamo trascorso unbellissimo pomeriggio diverso dal solito concludendolocon la S. Messa nella nuova chiesa in centro a GarnigaTerme. Mercoledì siamo andati alla Malga Albi. Siamopartiti a piedi dalla località Rocal con zaino in spalla,scarponcini, borraccia e berrettino. Insomma… una gitain piena regola! Grande è stata la soddisfazione da partedei bambini per aver raggiunto la meta. Direi che se si volesse definire questo campeggio con

una solap a r o l a ,quella esatta è soddisfazione. I bam-bini piccoli, a differenza dei più gran-di si accontentano con poco.L'importante non è cosa si fa insieme,ma lo stare insieme.È d'obbligo ringraziare i nostri cuo-chi, grazie ai quali abbiamo potutogustare ogni giorno deliziosi piatti. Eultimo… ma non per importanza ilnostro don che anche quest'anno ci hadato l'opportunità di vivere questaesperienza.

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ignon a Garniga Term

e a cura di Alessandra D

origotti e Lisa Rosa

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Ciao Pà...!Il racconto di Mirko Buldrini,responsabile della Comunità “Nuovi Orizzonti” a Cei, che

racconta della sofferenza e dellamalattia che sono state compagne

sempre presenti nella sua vita.

Imiei primi 6 anni di vita sono staticaratterizzati dall’alcolismo dimio padre, che sfociava in una

violenza devastante. Poi l’incidente:mio padre rischia di morire in moto.Un uomo alto, muscoloso, era statocampione di sollevamento pesi, unuomo sempre in movimento, improv-visamente inchiodato a letto con unadiagnosi certa: paralizzato per sem-

pre! Ricordo che a scuola i maestri erano perplessi sui miei disegni perché disegnavo gliessere umani con le ruote al posto delle gambe...Mio padre non si è mai arreso, ha sempre sperato di cambiare questa verità; la sua rabbiaaumentava ma anche l’impossibilità di sfogarla, così dopo un anno dall’incidente, dopo mesipassati in clinica, tornò con la sua disperazione violenta che si trasformò anche in tossicodi-pendenza... mia madre lo lasciò, si innamorò di un altro tossicodipendente che frequentavala nostra casa, si trasferì con lui.Dopo un anno mia madre mi portò via, ma i fine settimana li passavo accanto a lui, personella droga e nella malattia... finché a 15 anni decisi di trasferirmi da lui.Oggi mi rendo conto che trascorrere la mia vita imparando a prendermi cura di qualcunomalato, è stato davvero un dono, non mi ha permesso di sprofondare nel disastro dei mieianni difficili, di lasciarmi andare del tutto, c’era sempre una responsabilità che mi legava allavita e poi in qualche modo mi ha aiutato a tenere accesa una piccola luce dentro di me: è nel-l’aiutare gli altri che si supera il non senso della propria vita.Ho accudito mio padre ogni giorno, ho vissuto con lui tutto ciò che è la vita su una sedia arotelle; non avvertire la sensibilità dal busto in giù, lo massaggiavo, gli tagliavo le unghiedei piedi...L’ho accompagnato per tanti viaggi, due mesi nelle Filippine dai famosi guaritori che nonguariscono nulla, il risultato: restava immobile... un giorno poi mio padre conobbe unadonna che faceva assistenza a domicilio, si innamorarono e non avendo più bisogno di me,smise di drogarsi e mi buttò fuori di casa.Dopo qualche tempo per strada, ho iniziato i miei tanti percorsi in comunità finché alla finemi proposero di collaborare all’apertura di un Centro per malati sieropositivi; per poi diven-tare operatore.È stata una esperienza incredibile, ho passato notti e giorni interi accanto ai ragazzi, tanti diloro sono morti (in quegli anni c’erano pochi farmaci per l’Aids), non restava che prendersicura di loro accompagnandoli fino alla morte. Ho rivissuto con loro tutto quello che ho vis-suto con mio padre, soprattutto quella sete di amore che nella malattia diventa più profondae umanamente non trova mai pienamente la risposta.Vivere senza fede accanto a chi muore è una disperazione. Me ne sono reso conto dopo qual-che anno quando sono entrato a Nuovi Orizzonti.

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Mirko con la moglie Alessandra e i figli Samuele, Saraed Emanuele

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Qui ho fatto l’incontro più incredibile della mia vita: ho trovato un Padre – Dio Padre – nonda accudire ma da cui sentirmi accudito, ho trovato un uomo, Gesù, con cui potevo final-mente identificarmi, dopo l’impossibilità di identificarmi con qualcuno sin da piccolo percrescere.Gesù mi ha insegnato ad essere un uomo, a perdonare, ad amare e a dedicarmi agli altri nonper bisogno disperato di amore ma per portare il suo Amore, l’unico che sopravvive davan-ti alla morte.In seguito mio padre si era convertito alla filosofia degli sciamani, continuava a restare con-centrato sui suoi bisogni... Io invece ero finalmente libero di amarlo per ciò che era, un ego-centrico, ma pur sempre colui che mi aveva dato la vita e mi bastava... spesso mi feriva, maavevo ormai un altro Padre che mi dava l’amore di cui avevo bisogno.Poi, un mattino alle 5... un attacco cardiaco... sono corso in ospedale... ero certo che l’avreirivisto... avrei potuto parlargli, salutarlo come sempre: “ciao Pà...!”, dirci quello che non cieravamo mai detti. Invece... mio padre è morto a 53 anni, avrebbe potuto morire 30 anniprima nell’incidente... ma così non è stato... ha lasciato una lettera, solo per sua moglie... untestamento biologico a cui lasciava a lei tutto e in cui dava disposizioni per dopo la suamorte: niente Messa, niente benedizione, cremato e le sue ceneri sparse nel fiume delPeneveggio... riguardo a me non un saluto, non un accenno, neanche la menzione del mionome, neanche un bacio: non sono esistito neanche nella sua morte. La fede ha continuatoad aiutarmi. Il giorno dopo la sua morte, pur senza il suo corpo, a Cei abbiamo comunquescelto di fare una Messa per lui.Ero straziato per averlo perso così: la nostra storia così complicata era finita senza parole,senza saluti, un taglio improvviso e duro. Perché Dio lo aveva permesso? Perché nonostan-te io mi fossi convertito, stessi dedicando la mia vita a tanti ragazzi con storie difficili, aiu-tandoli a conoscere l’amore di Dio, aveva lasciato che mi accadesse anche questo? E poi unaltro dolore: il no a Dio di mio padre fino alla fine. Con questo no ... dove sarà lui ora?Prima della Messa senza saperlo sono arrivati due nostri cari amici venuti a portarci un rega-lo: una stampa di Gesù misericordioso: era un caso? Non sapevano della morte di mio padre!Ma per me è stato l’ennesimo segno che Dio mi ama davvero e mi rispondeva: “Io ci sonoancora, sempre, in ogni tuo dolore, anche nella morte e oltre le scelte umane. Io sono quelPadre che non smette di esserci per te, Mirko, mio figlio amato, ed Io sono Misericordia”.

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Mirko, don Giulio e i ragazzi della Comunità a Cei

testimonianze di vita

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Piffer Davidedi anni 83 Cimone

25/04/2010

Larentis Sergiodi anni 66 Garniga T.

09/03/2010

Tapparelli Ferrucciodi anni 81 Garniga T.

13/05/2010

Muraglia Ritaved. Baffetti

di anni 95 Aldeno11/04/2010

Baldo Tulliodi anni 75 Aldeno

12/05/2010

Baldo Raffaella in Rossi

di anni 52 Cimone12/05/2010

Maffei Erinaved. Chiarani

di anni 82 Aldeno22/03/2010

Zambotti Erinain Zanlucchi

di anni 68 Garniga T.31/03/2010

Slomp Olgaved. Comper

di anni 83 Aldeno 29/05/2010

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Linda Romana Mauledi anni 91 Aldeno

11/06/2010

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i nostri defunti e la radio

Sintonizzati sul 100.9Da maggio 2010 tutte le celebrazioni che si svolgono in Chiesa ad Aldenopossono essere seguite anche Via Radio (solo nel paese di Aldeno) sintoniz-zandosi sulla frequenza 100.9 (si, cento punto nove, non centonove che tral’altro non esiste). Il servizio è stato pensato dal Consiglio Pastorale di Aldeno in modo par-ticolare per anziani e persone ammalate, non sostituisce l’obbligo per uncristiano di partecipare di persona alla Santa Messa domenicale. Oltre alleSante Messe domenicali si possono ascoltare le Sante Messe feriali, i fune-rali, i matrimoni, i batte-simi e, dopo il suonodell’agonia, l’annunciodella persona defunta ela preghiera di affida-mento a Dio della stes-sa.Dall’autunno sono inprogramma anche pre-ghiere e catechesi serali.Sarebbe auspicabileanche poter annunciarea tutta la comunità lanascita dei bambini e gliappuntamenti settima-nali di rilievo.

I DEFUNTI DA FUORI PAESE

Baldo Maria ved. Sozzodi anni 91 16/03/2010

Gottardi Rositaved. Lucianer

di anni 86 19/04/2010

Linardi Olivaved. Bisesti

di anni 99 18/02/2010

Frizzi Mariodi anni 86 /2010

Baldo Gentiledi anni 87 28/04/2010

BrugnaGiuseppinaved.Bazzanelladi anni 88

26/04/2010

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NOI... Chi siamo?

Dal lontano duemila è costituita inpaese l’Associazione “CircoloParrocchiale S. Modesto” o NOI-

Aldeno, collegata al NOI provinciale enazionale, ente che riunisce oratori e circolidi promozione sociale disseminati sul terri-torio italiano. Il circolo aldenese annovera

ad oggi più di 400 iscritti, la maggior parte dei quali giovani o giovanissimi chefrequentano le attività della parrocchia. Si dà però un paradosso: nonostante ilgran numero di iscritti ben poche persone in paese sanno esattamente che realtàsia il NOI-Aldeno, cosa faccia e, soprattutto, perché lo faccia. Di qui la domandainiziale, che solo apparentemente pone un quesito di carattere esistenziale, quan-do invece è solo un gioco di parole: NOI… chi siamo?Il 18 aprile si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo del-l’associazione, elezioni caratterizzate dalla rinuncia alla ricandidatura della mag-gior parte dei consiglieri uscenti e da un conseguente massiccio “cambio dellaguardia”. I nuovi eletti sono: Mattia Baffetti, Massimo Coser, Michela Dallago,Monica Dal Pozzo, Michele Erlicher, Roberto Ferrari, Maura Mazzurana, DanielPegoretti, Fabrizio Peterlini, Monica Piffer, Graziano Plotegher, Barbara Scarpa eCelestina Schmidt, con don Daniele presidente onorario. Il cospicuo rinnovamen-

La tessera per il 2010 dell’associazione

La gita a Caneva

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103 annidi Alice Contved. Brunelli

La nonna delle nostrecomunità ha compiuto

il giorno 7 giugno 103anni, per l’occasione ilparroco don Daniele e iparenti stretti hanno cele-brato, in casa sua, la SantaMessa. La commozione eun senso di gratitudine pertutte le persone che laassistono era visibile sulvolto di Alice. Da tutta lacomunità un grazie per latestimonianza di fede e unaugurio in attesa di festeg-giare i 104.

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associazione NO

I e la centenariato ha comportato un necessario momento di riflessione sullo stato dell’associazio-ne e sugli obiettivi che essa si pone. Tra questi è emersa in particolare la volontàdi “uscire dall’anonimato”, di comunicare al meglio la nostra realtà e le iniziati-ve che essa promuove, nel tentativo di coinvolgere quante più persone possibile -ciascuna con il proprio contributo di intelligenza, forza e creatività- in questocomplesso ma entusiasmante progetto.NOI-Aldeno è, in estrema sintesi, un’associazione di ispirazione cattolica che sioccupa di “fare comunità” e “costruire futuro”. Due cose da nulla, starete pensan-do! Dentro questo macro-pensiero le modalità con cui ciò si può poi concretamen-te perseguire sono innumerevoli, alcune tradizionalmente consolidate, altre tutteda sperimentare. Oratorio, progetto-compiti per bambini delle scuole elementari,campeggi estivi, sagra di S. Modesto, gite, tornei sportivi sono tutte attività che il“Circolo parrocchiale S. Modesto” porta avanti negli anni allo scopo di organiz-zare il tempo libero, di offrire occasioni di incontro-confronto, di formare ed edu-care ragazzi, giovani e adulti. Il neo-eletto Consiglio Direttivo ha discusso recen-temente nuove proposte, volte principalmente a potenziare il settore delle “attivi-tà culturali” con offerte mirate alle differenti fasce di età. Volontà e impegno nonmancano, ma il risultato non dipende solo da NOI (perdonate il gioco di parole).Per avere un buon risultato sono necessari il contributo e la partecipazione di tutti,perché, come ricorda la tessera della nostra associazione, “Insieme dà più frutto”.

Alice con alcune pronipoti

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ORARIO ESTIVO SANTE MESSEFESTIVO DEL SABATO

Garniga T. ore 18.00FESTIVO

Aldeno ore 08.00

Aldeno ore 20.00

Cimone ore 09.30

Garniga T. ore 10.30

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì, mercoledì

venerdì ore 08.00Cimone: giovedì ore 18.00Garniga Terme:martedì ore 18.00

1° venerdì di ogni mesea Garniga Vecchia alle ore 18.00

NELLA CHIESA DI CEI OGNIDOMENICA ALLE ORE 17.30

FINO A FINE AGOSTO

Pellegrinaggio a LourdesMercoledì 15 settembre 2010

Vista la positiva esperienza dello scorso anno viene riproposto il pellegrinag-gio a Lourdes in giornata. Il programma prevede la partenza in pullman almattino presto dalla piazza di Aldeno con destinazione Verona. In aereo arri-

veremo all’aeroporto di Lourdes (circa1 ora e mezza di volo), alle 10 del mat-tino saremo al santuario francese.Percorreremo la Via Crucis e celebre-remo la Santa Messa al mattino.Seguirà il pranzo e la visita ai luoghidove è vissuta santa Bernardetta. Alle17,30 processione Eucaristica e tempolibero per visitare la grotta e prenderequalche ricordo. Alle 19,30 (circa) partenza da Lourdese ritorno in Italia.

IL COSTO È DI 320 EURO COMPRENSIVO DI TUTTO (VIAGGIO IN PULLMAN-AEREO E PRANZO).

Possono partecipare tutti, iscrizioni al più presto in canonica.

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