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4/5 Organo ufficiale del Sindacato Nazionale dei 5 Corpi di Polizia Carabinieri Guardia di Finanza Polizia di Stato Polizia Penitenziaria Corpo Forestale dello Stato Forze Armate LIBErA VOCE DI POLIZIA ITALIANA www.cinquecorpipolizia.it Mensile - Anno XL - Aprile-Maggio 2018 Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/03 - ArT. 1/1 “Esserci sempre” la Polizia di Stato da 166 anni per la gente

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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE A UFFICIO POSTE ROM

A ROMANINA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO ADDEBITO

4/5Organo ufficiale del Sindacato Nazionale dei 5 Corpi di Polizia

Carabinieri Guardia di Finanza Polizia di Stato Polizia Penitenziaria Corpo Forestale dello Stato Forze Armate

LIBErA VOCE DI POLIZIAITALIANAwww.cinquecorpipolizia.it

Mensile - Anno XL - Aprile-Maggio 2018Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/03 - Art. 1/1

“Esserci sempre”la Polizia di Stato

da 166 anni per la gente

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2 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

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LIBErA VOCE DIPOLIZIA ITALIANAOrgano ufficiale del Sindacato Nazionale dei 5 Corpi di Polizia

* Carabinieri * Guardia di Finanza * Polizia di Stato* Polizia Penitenziaria * Corpo Forestale dello Stato

* Forze Armate

SINDACATO NAZIONALE DEI 5 CORPI DI POLIZIA

Segretario NazionaleGr.Uff. Benito Risca

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Pertanto, mentre preghiamo i cortesi abbonati di segnalarcitempestivamente coloro che cercano di carpire la loro buo-na fede—onde consentirci di adire le vie legali nei confrontidei responsabili—facciamo presente che l’unico formulariovalido per sottoscrivere abbonamenti alla nostra Rivista è

LIBERA VOCE DI POLIZIA ITALIANA ESPRESSIONE “ISTITUZIONALIZZATA”

Libera Voce di Polizia Italiana è espressione «istituzionalizzata», al solo scopodi esigere il rispetto delle leggi proposte, approvate e promulgate dall’Auto-rità costituita. Più in particolare, essa esiste per rivendicare la parificazionedi trattamento della condizione di quiescenza. I suoi sostenitori, dunque, an-che se per Statuto sono tutti Signori, non rinunciano al loro grado di genera-le, colonnello, questore, maresciallo o brigadiere. Soprattutto, essi non di-menticano che da Voltaire ad oggi, l’umanità ha conquistato un diritto ina-lienabile, ch’è quello di comunicare. Viceversa si resterà dei poveri di spirito.

quello qui riprodotto

Gli incaricati alla richiesta diabbonamento volontario/contributo stampa

e gli esattori sono CIVILI

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I pensionati cercano tutele,stufi di essere additati comerami secchi e parassitari dellasocietà. Il Sincpol condivide,tra le altre, specialmente la po-sizione della Cisl, le cui iniziative e il suo essere su-per partes incontrano spesso il nostro sentire e il no-stro agire. Quello che ci ha contraddistinti per qua-ranta anni. Fare sindacato oggi è difficile, ma fonda-mentale per aggregare le persone e farle tornare aconfrontarsi per ottenere di essere tutelate e ascolta-te nelle loro difficoltà e nell'esercizio dei loro diritti.

LETTERE AL DIRETTORE- Un grazie per il nostro lavoro 4- Bullismo a scuola figlio del degrado della società 4EDITORIALE- Orizzonti lontani 5COPERTINA- Polizia di Stato in continua evoluzione di Giancarlo Giulio Martini 6- Nuovi Distintivi di qualifica per la Polizia di Laura Turriziani 7ISTITUZIONI- Il Presidente Mattarella in Abruzzo per il 25 aprile di L. T. 8SEGRETERIA NAZIONALE- I sindacati sono morti? di Benito Risca 10- Posta Istituzionale 13- Un anno fa l'addio al Gen. Luigi Ramponi di Guglielmo Pellegrino-Lise 15- Ramponi, il “Militante della Nazione” di GPL 15CULTURA- Regina Viarum la Via Appia e le sue meraviglie di Laura Turriziani 16FISCO- Riforma del terzo settore… di Marcello Balzola 18IN NOME DELLA LEGGE- Giurisprudenza 19- Alessandro Aversa 19- L’esperto risponde a cura di Benito Risca 21ECO & BIO (PER UNA VITA SOLIDALE E SOSTENIBILE)- Rifiuti speciali riciclarli è un dovere… di Laura Turriziani 22L’ANGOLO GOURMET- Mousse di fragole e limoncello 23

3LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

tCopertina:

Celebrato il compleanno della Polizia diStato all'insegna dello slogan “Esserci sem-pre”. Presentati anche i simboli e le nuove

qualifiche per le uniformi degli agenti. In Italiala Polizia può contare su una forza composta

da quasi 99 mila uomini e donne, con 913dirigenti. Pag. 6

Sommario

Nel giorno della Liberazione, ilPresidente Mattarella ha depo-sto una corona di fiori all’Altaredella Patria, accompagnato dallealte cariche dello Stato e militari.

E' poi andato in Abruzzo, a Taranta Peligna, in pro-vincia di Chieti, per omaggiare il Sacrario della Bri-gata Maiella, ed ha fatto tappa a Casoli, la città in cuinel 1943 fu fondata la formazione partigiana checontribuì alla liberazione dal nazifascismo. Unomaggio a quella storica Brigata, condensata in undiscorso toccante, a tratti commovente.

Istituzioni

CulturaLa Campagna Romana,l'Agro pontino e i suoi abi-tanti, la celebrazione diquella natura selvaggia eluminosa è tornato a pren-

dere vita grazie ad una Mostra con opere di oltre 20artisti. Paesaggisti stranieri e romani che trasserospunto da quell’ambiente unico, tramandandocelocome cosa viva e sempiterna, suggestionati daquella mentalità romantica che ebbe una parte nonsecondaria nell’ispirare il “Grand Tour” così di mo-da nel ’700 ed ‘800 europeo. Il Catalogo curato daMammucari per Luoghi Interiori, Collana Policromie,ce ne rimanda tutta la vivida forza e suggestione, eci racconta la Regina Viarum così come non l'abbia-mo mai scoperta.

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8

La riforma del terzo set-tore è stata avviata dueanni fa, ma ora è giuntaalla sua fase cruciale,quella che vedrà supe-rare il regime fiscaleagevolato introdotto dal

Dlgs 460/1997 per le organizzazioni non lucrativee di utilità sociale. Al suo posto, per le cosiddetteOnlus, sono previsti nuovi regimi fiscali. E' arriva-to insomma il momento della scelta per 23mila or-ganizzazioni.

Fisco18

Segreteria Nazionale 10

Eco&Bio

Gli elettrodomestici una volta terminato il loro ciclo divita perché guasti o obsoleti vengono catalogati comerifiuti speciali, i cosiddetti Raee -Rifiuti di apparec-chiature elettriche o elettroniche. Possono infatti di-sperdere nell'ambiente pezzi altamente inquinanti,ma molti dei loro componenti sono anche materie pri-me in esaurimento e diventa fondamentale riciclarle.

Se correttamente smaltito, il nostro elettrodomestico diventa una vera “miniera” diminerali da cui attingere. Purtroppo non tutti hanno una coscienza ecologica e que-sta va insegnata.

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Lettere al Direttore

4 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Riceviamo e pubblichiamo

Spett.le Sindacato,ci si pregia ringraziare con lapresente codesto Sindacato per il

positivo e risolutivo intervento attuato neiconfronti dell'Agenzia delle Entrate diRoma, ai fini dell'accreditamento alloscrivente ed alla Signora Palombi Piera,coeredi, di pregressi emolumenti arretra-ti, afferenti prestazioni di lavoro straordi-nario effettuato “illis temporibus” dal de-funto Maresciallo di Prima Classe, “Scel-to”, del disciolto Corpo delle Guardie diPubblica Sicurezza Curcuruto Carmelo,deceduto in Roma l'11 aprile 1992.

L'occasione giunge gradita perporgere alle SS.LL. I migliori ossequiuniti ai più deferenti e distinti saluti.Con osservanza.

Dott. Filippo CurcurutoFormello (Roma)

* * *Caro Dottore,grazie per le sue parole, che per noi

sono un grande stimolo ad andare avanti.Vedere riconosciuto il proprio impegno,l'essere riusciti a risolvere delle situazio-ni che pendevano da tanti anni, essere

riusciti a far ottenere giustizia ai nostriassociati e colleghi, è il fine della nostraazione.

Una azione di promozione e di“protezione”, nel senso di impegno anavigare nelle tempestose acque buro-cratiche, quelle dei due passi avanti eduno indietro, quelle che a volte invecesi trasformano in melma paludosa, cheimmobilizza i diritti dei cittadini. Gra-zie ancora, per avere con le sue parolecertificato la nostra prima ragione d'es-sere.

La Segreteria Nazionale

UN GRAZIE PER IL NOSTRO LAVORO

Egregio Direttore,ancora non riesco a capaci-tarmi e non credo ai miei oc-

chi per le scene, ripetute più volte da-gli organi d’informazione relative aquegli “studenti” che hanno maltratta-to il loro professore di lettere. Non so-no degni di andare a scuola e non soche… farebbero altrove. La cosa è perme di una gravità enorme, cestini dicartacce sulla cattedra, parole e mi-nacce verso l’insegnante inerme, il tut-to ripreso da una masnada di ragaz-zacci per mostrarlo, con orgoglio esoddisfazione, in rete ad altra genta-glia della loro stessa risma.

Ma voglio credere che si possa trat-tare di una rara eccezione sperandoche nelle altre scuole si faccia regolar-mente lezione e si porti il giusto rispet-

to verso l’insegnante così come è sem-pre avvenuto ed avviene in tutte lescuole d’Italia e d’Europa.

Forse la mia è una mera illusionein quanto c’è anche notizia di un geni-tore che è andato a picchiare di santaragione un insegnante che aveva sgri-dato sua figlia, ed altre notizie del ge-nere corrono affinché la scuola possaessere un parcheggio per tanti futuridisoccupati o peggio, dove non si puòbocciare, sospendere né tanto menosgridare gli alunni. Altrimenti lo dico-no ai genitori e ti denunciano civilmen-te o ove possono penalmente.

Ma dove siamo arrivati. Io ancoraricordo la scuola dei miei tempi ove te-mevamo il professore (anche un po’ ru-de) ed ogni suo giudizio negativo veni-va - ove lo sapessero a casa - conditocon ulteriori punizioni. Ma ricordo an-che quel tanto che sono riuscita ad im-parare, tutto quanto ho scoperto dopo,che mi era necessario ed importantenella vita, e ricordo i progressi che sierano fatti a fine anno.

Ora, se succedono queste cose ed èla punta di un iceberg, come temo, ilfenomeno è grave ed avrà gravi conse-guenze per la classe operante e diri-gente di domani.

Anna Maria Brocani - Ancona

* * *Gentilissima Signora Brocani,la ringraziamo per averci scritto e

per aver toccato questo spinoso argo-mento nella sua manifestazione piùgrave. Parlano di “bullismo” forse inmaniera impropria perché un conto èfarsi gli scherzetti ed i soprusi fra pari(e dove sono gli insegnanti a vigilare,redarguire e punire?) ed un conto ag-gredire i professori (e dov’è il preside areprimere tali comportamenti?).

Grave fenomeno è quello della per-dita di autorevolezza degli insegnanti.Fenomeno parimenti grave è quellodella mancanza di rispetto per gli altri ela mancanza d’educazione comporta-mentale degli alunni. E qui entrano inballo i principii inculcati a casa, i rap-porti genitori-figli e la famiglia.

La scuola ha iniziato il suo declinocon i decreti delegati degli anni settan-ta e con la loro sempre più falsa e sba-gliata interpretazione, che si è mossa dipari passo con l’andamento della so-cietà del lavoro. Appiattimenti più co-stanti, tutto a tutti in egual maniera enessun riconoscimento di merito. Forseoggi, fra tanti ostacoli e ritrosie ci sirende conto e si iniziano a fare dei pas-si verso il merito, stabilendo anche che

BULLISMO A SCUOLA FIGLIO DEL DEGRADO DELLA SOCIETÀ

Continua a pag. 14

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5LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Larghi strati della società italiana vivono, da anni, ungrave stato di disagio ed in tutti i modi cercano difarlo recepire alla politica. Ora l’hanno manifestato

con chiarezza alle ultime elezioni. La richiesta di un cambia-mento è divenuta ormai urgente e improcrastinabile. “Dopotanti anni in cui a una globalizzazione dolorosa si è contrap-posto solo il politicismo più astratto e incurante del benesseredei cittadini, può essere difficile (cambiare), ma è possibile enecessario.”

La lunga crisi e la relativa austerità hanno creato tanti po-veri e tanti disoccupati e in tanti casi la povertà si è trasfor-mata in miseria (la miseria lede la dignità umana). La miseriaè quella di chi non ha una casa, ha il solo cibo della “Cari-tas”, ed anche quella di tantivecchi pensionati che ancorarazzolano nei mercati rionali al-la ricerca di un frutto o di un ce-spo di lattuga che non possonocomprare.

I giovani guardano col bino-colo della speranza verso il fu-turo, cercando qualcosa di buo-no invano, perché tutto ancorastagna e i vecchi non hannoneanche la forza della speranzae l’illusione del binocolo, per-ché per loro è importante il presente che vorrebbero e nonpossono migliorare.

Altri gravi problemi campeggiano nell’aria di tutti i giornicome quello della Sanità e delle sue lunghe attese (che posso-no esser anche letali), dell’insicurezza per strada e finanche incasa che, essendo considerata microcriminalità (furti d’auto edin appartamento), non gode dell’attenzione e della severità deigiudici. La Giustizia civile è lentissima e quindi profonda-mente ingiusta quando bisogna aspettare anche una genera-zione. La tenaglia del Fisco esoso (tanti gli imprenditori suici-di) non accenna ad allentarsi nonostante le ripetute rottama-zioni. Le Banche ti portano via impunemente i tuoi pochi ri-sparmi colà riposti con fiducia, e gran parte del ceto medio staalimentando un nuovo proletariato senza speranza.

Ora nelle promesse elettorali sono stati centrati tali su ac-cennati problemi, che uniti alla grande paura dei flussi migra-tori incontrollati devono trovare delle soluzioni graduali e ur-genti. Siamo in attesa di risposte e si riaccendono le speranzedi futuro e orizzonti meno tetri e più rosei. Ma, una volta rag-giunti gli accordi per le riforme, sarà una corsa ad ostacoli,alcuni più sormontabili altri invece più difficili da superare.

Da venticinque anni (Tangentopoli) gradualmente la poli-

tica si è fatta scavalcare o spesso anche sostituire da due po-teri forti. La Magistratura e l’apparato della Dirigenza ammi-nistrativa. “Gli unici due poteri forti che abbiano riempito ilvuoto della politica, abbiano assunto una efficienza operati-va… ed hanno in comune la capacità di compattarsi, ed anda-re all’attacco, davanti ad ogni timido tentativo di riforma…ma chi ha dato ad entrambe questi immensi ed incontrollabilipoteri interdittivi?… E’ stata la stessa politica, con le sue de-bolezze, le sue oscillazioni e talvolta le sue ingenue furberie.”

Ci vogliono dunque uomini politici e forze politiche digrande buona volontà che, con grande spirito di sacrificio,costanza ed abnegazione perseguano ad ogni costo il fine delbenessere e la serenità di noi cittadini.

Altri ostacoli sono i palettie i dettami (a controllo periodi-co) dell’Unione Europea che,con il suo castello burocratico,a ogni piè sospinto ci fa i contiin tasca e ci ricorda il grandedebito pubblico. E lì altro gran-de lavoro diplomatico efficacee fattivo, che possa costante-mente ricordare agli apparati diBruxelles che progetti, regole einiziative che si prefiggono ilbene dell’Italia e degli italiani

non possono contrastare con la politica dell’Europa. Non puòesistere un’Europa a varie velocità, dove francesi, tedeschi einglesi (ma non erano fuori?) antepongono i loro interessi so-prattutto economici a quelli di tutti gli altri. E poi sorgono gliindipendentismi, i populismi e i nazionalismi. E’ di vitale im-portanza e migliorare la nostra situazione in ambito europeo!

Gli ostacoli e gli ordini più duri che spesso possono dan-neggiarci però, pur passando dalla Merkel o da Bruxelles,purtroppo provengono dall’apparato della Finanza interna-zionale. Banca Mondiale, Fondo monetario Internazionale ecompagnia bella. In fondo sono loro che governano l’ordinefinanziario occidentale e oltre. E qui occorre che abbianomaggiore rispetto e considerazione di questo bellissimo e ric-chissimo Paese che è l’Italia, che deve assolutamente far va-lere il suo prestigio e la sua dignità a livello internazionale.

Oltre le difficoltà obiettive di politiche e di governo ab-biamo accennato ad alcuni freni e paletti che riducono e ral-lentano riforme e cambiamento. E’ dunque difficile il cam-biamento per un futuro migliore ed è perciò che i nostri oriz-zonti di miglioramento, di perequazione, di sviluppo e cosìvia dicendo li vediamo un po’ lontani, ma non irraggiungibili.

Guglielmo Pellegrino-Lise

Orizzonti lontani

di Guglielmo Pellegrino-Lise

L’editoriale

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Copertina

LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Celebrato il compleanno della P.S. all'insegna dello slogan “Esserci sempre”. Presentati anche i simboli ele nuove qualifiche che caratterizzeranno le uniformi degli agenti

In occasione delle celebrazionidel 166° Anniversario della Fon-dazione della Polizia di Stato,

che si sono tenute il 10 aprile scorso, ilPresidente della Repubblica SergioMattarella ha incontrato al Quirinale ilPrefetto Franco Gabrielli, Capo dellaPolizia. Nella data, cioè, scelta per lafesta che ricade nel giorno della pub-blicazione sulla Gazzetta ufficiale dellalegge 121/81, che delinea l’organizza-zione e i compiti del Corpo.

Ed il Prefetto Gabrielli, all’insegnadello slogan «Esserci sempre» che or-mai da 166 anni accompagna la Polizianei suoi momenti più importanti, ha ri-cevuto il plauso del nostro Presidente.Con il Capo della PS, erano presenti iVice capi della Polizia, i Direttori delleDirezioni Centrali, una rappresentanzadi Agenti ed i familiari delle vittime deldovere. A questi ultimi, il PresidenteMattarella ha poi consegnato le onorifi-cenze nel corso della cerimonia ufficia-le di celebrazione, cui hanno partecipa-

di Giancarlo Giulio Martini

stifica chi lancia bombe carta con chiodio chi colpisce carabinieri caduti a terra:sono atti criminali, punto e basta”.

Circa la situazione immigratoria, haspecificato come “Per il decimo meseconsecutivo si è registrato un calo deglisbarchi di migranti. Dal 1° luglio adoggi sono arrivate 95.600 persone inmeno rispetto all'anno precedente, uncolpo straordinario ai trafficanti di es-seri umani….Naturalmente nulla è maiacquisito una volta per tutte, ma i nu-meri ci dicono che quei processi posso-no essere governati. È innegabile chequalcosa stia cambiando”.

Il Presidente della Repubblica Ser-gio Mattarella, portando il benvenutodel Quirinale, ha espresso la riconoscen-za di tutto il Paese per la sicurezza col-lettiva garantita quotidianamente dallaPolizia e sottolineato anche l’impegno ei successi contro il terrorismo, la crimi-nalità organizzata e l’immigrazioneclandestina. In conclusione ha resoomaggio ai Caduti in servizio, pronun-ciando i loro nomi, ai quali la Presiden-za ha conferito le Onorificenze che so-no state poi consegnate ai rispettivi fa-

to le massime Autorità politiche, civilie militari dello Stato.

Gli interventiIl Capo della Polizia nel suo interven-

to ha ringraziato il Presidente della Re-pubblica per l’attenzione che ha semprerivolto alla Polizia di Stato soffermandosisul sacrificio di sangue pagato dal Corpoper garantire il rispetto della legalità, la si-curezza e la tranquillità dei cittadini e delPaese. Il Prefetto Gabrielli ha concluso ilsuo intervento presentando al Capo delloStato le nuove qualifiche ed i simboli checaratterizzano le uniformi degli apparte-nenti al Corpo della Polizia di Stato.

“Nel 2017 si è registrato il più bassotasso di reati degli ultimi dieci anni, unrisultato straordinario che l'Italia farebbemale a dimenticare” - ha invece annun-ciato il Ministro dell'Interno, Marco Min-niti, che ha aggiunto che “La sicurezza ècomunque un sentimento e ha bisogno diprossimità da parte delle Forze di poliziae di controllo del territorio”. Vicinanza erispetto dovuti anche dai cittadini: “Nes-sun malinteso ideale – ha aggiunto - giu-

POLIZIA DI STATO IN CONTINUA EVOLUZIONE

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7LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

miliari. Onorificenze sono state conferi-te anche agli Atleti Paralimpici - vinci-tori di Titoli sportivi - che gareggianocon il Gruppo Sportivo delle FF.OO. econ la Rappresentativa Invictus Games.

Il giorno precedente Franco Ga-brielli aveva partecipato, presso laScuola superiore di Polizia, ad un mo-mento di raccoglimento al Sacrario, in-sieme ai familiari delle vittime del do-vere e ai poliziotti decorati. Per il Pre-fetto Gabrielli è stata anche l’occasioneper incontrare le famiglie dei poliziotticaduti in servizio.

Giancarlo Giulio Martini

Nuovi Distintivi diqualifica per la Polizia

Sono stati presentati ufficialmentedal Capo della Polizia Franco Gabriellidurante la cerimonia che celebrava il

166° Anniversario della fondazionedella Polizia i nuovi distintivi di quali-fica della Polizia di Stato.

Le caratteristiche di tutti i nuovidistintivi di qualifica della Polizia diStato e della Polizia penitenziaria so-no state fissate in un Decreto interdi-rettoriale firmato dal Direttore Gene-rale della Pubblica Sicurezza FrancoGabrielli, dal Comandante Generaledell’Arma dei Carabinieri GiovanniNistri, dal Comandante Generale dellaGuardia di finanza Giorgio Toschi edal Capo del Dipartimento dell’Am-ministrazione penitenziaria Santi Con-solo.

Nello stesso Decreto interdiretto-riale, sono stati definiti i distintivi diqualifica degli Appuntati scelti “quali-fica speciale”, dei Brigadieri capo “qualifica speciale” e dei Luogotenentie Luogotenenti carica speciale dell’Ar-ma dei Carabinieri e della Guardia difinanza.

Distintivi diversitra amministrazionicivili e militari

Le due amministrazioni civili ad or-dinamento speciale hanno adottato quin-di distintivi di qualifica che si distacca-no da quelli delle strutture militari.

Come ha dichiarato il Prefetto Ga-brielli nella presentazione, “Abbiamofinalmente adottato i nostri segni distin-tivi di qualifica svincolandoci dai gradimilitari. Questo non per segnare una di-stanza da quel mondo, al quale ricono-sciamo uno straordinario patrimonio diprofessionalità e competenza, ma per ri-marcare con orgoglio la nostra identitàdi Amministrazione civile ad ordina-mento speciale e riaffermare l’adesionead un nucleo di valori, sublimato dalnostro motto “Sub Lege Libertas”.

Cosa cambia per la P.S.Ma vediamo quali sono i cambiamen-

ti. D'ora innanzi, uno dei simboli caratte-ristici che da sempre contraddistingue laPolizia, l’aquila turrita, accompagnerà tut-ti i distintivi di qualifica, da Agente a Di-rigente generale. Per i vari ruoli, abbiamoaltri simboli, come i plinti per gli Agentied Assistenti, i rombi per i Sovrintendenti,i pentagoni per gli Ispettori e le formelleper i Funzionari. La disposizione verticaledei vari simboli che compongono il di-stintivo, lascia invece il posto ad una di-sposizione orizzontale o a piramide.

Il progetto che ha portato a questo“restyling” , o ridefinizione, dei segni di-stintivi delle varie qualifiche, è stato por-tato avanti da un team coordinato da unesperto di araldica con il contributo degliesperti del Dipartimento della pubblicasicurezza e delle organizzazioni sindaca-li. Un buon lavoro, che accompagnerà laP.S. dal 166° compleanno verso il futuro.Per “Esserci Sempre”, nonostante le ne-cessarie e continue evoluzioni.

Laura Turriziani

8 milioni di chiamate e 4 milionidi controlli con 99mila uomini

Ma la Festa della Polizia è stata anche l’occasione per fare il punto sull’attivitàdel Corpo nel 2017. Su vari fronti, a cominciare da quello del controllo del territorio,con oltre otto milioni di chiamate reindirizzate al 113 dal Numero unico d’emergen-za 112, per 970 interventi effettuati.

Gli arresti sono stati 15.977, le denunce 71.050, le persone controllate più diquattro milioni, i veicoli oltre sette milioni.

In Italia la polizia può contare su una forza composta da quasi 99 mila uomini edonne, con 913 dirigenti.

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8 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Istituzioni

Nel giorno della Liberazione, ilPresidente della RepubblicaSergio Mattarella ha deposto,

come di consueto, una corona di fioriall’altare della Patria, accompagnatodal Premier Paolo Gentiloni, dai Presi-denti di Camera e Senato Roberto Fico eElisabetta Alberti Casellati, dal Ministrodella Difesa Roberta Pinotti e dalle altecariche militari.

Mattarella è poi andato in Abruzzo, aTaranta Peligna, in provincia di Chieti,per omaggiare il Sacrario della BrigataMaiella, ed ha fatto tappa a Casoli, lacittà in cui nel 1943 fu fondata la forma-zione partigiana che contribuì alla libera-zione dal nazifascismo. Un omaggio aquella storica Brigata, condensata inqueste parole: “Non era, quella fascista,la Patria che aveva meritato il sacrificioeroico di tanti soldati italiani. La Patria,che rinasceva dalle ceneri della guerra, siricollegava direttamente al Risorgimento,ai suoi ideali di libertà, umanità, civiltà efratellanza. Non fu, dunque, per caso, chegli uomini della Brigata Maiella scelseroper se stessi la denominazione di patrioti.La stessa dei giovani che andavano a mo-rire in nome dell’Unità d’Italia”.

Il suo discorso è stato lungo e toc-cante, in alcuni passaggi addiritturacommovente, tale da suscitare emozioniintense, ed è per questo che vogliamoproporlo alla riflessione dei nostri lettori.Un omaggio al Presidente, il Presidentedegli Italiani, che in questi mesi di gravevacanza governativa post-elettorale, hasaputo distinguersi quale primo garantedelle Istituzioni, per l'alto senso delloStato, la lungimiranza e la grandissimapazienza. Un faro per tutti gli Italiani.

Il discorsodi Sergio Mattarella

Un saluto cordiale a tutti, al Sindacoe, attraverso di lui, ai cittadini di Casoli,ringraziandoli per l’accoglienza così ca-lorosa, aperta e affettuosa per la Repub-blica.

per restituire il nostro Paese al noverodelle nazioni democratiche e pienamen-te civili.

Da Ortona s’imbarcarono verso sud ilRe e i membri del governo Badoglio, ab-bandonando precipitosamente Roma alsuo destino di occupazione tedesca.

Sul Gran Sasso fu detenuto e poi pre-levato dai soldati tedeschi Benito Musso-lini con un evento che portò alla nascitadella Repubblica di Salò, che portò lutti esangue tra gli italiani, sotto il controllopieno e incondizionato della Germanianazista.

La linea Gustav, fortissimo caposaldodella difesa tedesca tagliava in due l’Ita-lia, dall’Adriatico al Tirreno, e riuscì afermare l’avanzata degli Alleati versoRoma.

Il “fronte italiano”, come venne chia-mato dagli anglo-americani, si stabilì, perlunghi e durissimi mesi, tra Ortona, Cas-sino e Minturno, attraversando questeterre e queste montagne di cui oggi noiapprezziamo la grande bellezza ma cheallora videro immani tragedie.

Le battaglie che si combatterono inAbruzzo, sul versante adriatico, nel 1943,furono tra le più aspre di tutto il conflittosul territorio italiano. Ortona venne so-prannominata “la Stalingrado d’Italia”.

Un saluto al Presidente della Regio-ne, alla Vicepresidente della Camera deiDeputati, al Vicepresidente del CSM, atutti i sindaci presenti.

Un saluto particolare all’Ambasciato-re del Regno Unito, all’Incaricato d’Af-fari della Polonia, ringraziandoli per laloro presenza.

Mi rivolgo ai partigiani e ai veteranidella Brigata Maiella. Abbiamo sentitopoc’anzi, ancora una volta, ricordare ilvalore e il contributo che hanno dato allastoria del nostro Paese.

Vi è una storia che viene non soltantotrasmessa ma testimoniata dal vostro im-pegno, raccolto anche nell’ANPI.

Vi è un significato particolare nel ri-cordare la Liberazione, il 25 aprile, qui aCasoli. Sono molto lieto di poterlo fareperché Casoli è stato uno dei centri ne-vralgici della Resistenza in Abruzzo, ecelebrare qui la festa della Liberazioneconsente di sottolineare le pagine di sto-ria, non sempre adeguatamente sottoli-neate e conosciute, scritte dalla Resisten-za nel Mezzogiorno d’Italia.

In questa Regione così bella e cosìfiera si svolsero, tra il 1943 e il 1944, al-cuni degli episodi più drammatici e de-cisivi della lunga e sanguinosa guerraper liberare l’Italia dal nazifascismo e

Il Presidente Mattarella in Abruzzoper il 25 aprile

Omaggio alla Brigata Maiella

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9LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

La guerra, combattuta per anni infronti lontani – Africa, Grecia, Balcani,Russia – irrompeva fragorosamente nelterritorio italiano, coinvolgendo con ilsuo carico di distruzione e di morte la po-polazione italiana.

Iniziarono i bombardamenti aerei, iferoci combattimenti terrestri. E poi, per icivili, la barbara sequenza di saccheggi,deportazioni, sfollamenti, rappresaglie estragi.

In quel periodo la regione d’Abruzzo,con i suoi abitanti, visse una vera epopea,tragica e insieme eroica, diventando – in-sieme alle aree limitrofe – il teatro dioperazioni belliche di primaria importan-za per le sorti della guerra.

Lungo la linea Gustav si riproduceva,in una scala ridotta, il conflitto mondialeche opponeva la Germania hitleriana e isuoi marginali alleati europei, a esercitivenuti da ogni parte del mondo: inglesi,americani, polacchi, canadesi, neozelan-desi, nordafricani, indiani…

Tra queste montagne, alte e innevate,sulle pendici del Gran Sasso, nelle vallidella Majella, tra i paesi e i borghi d’altaquota, nacquero spontaneamente nucleidel movimento di Resistenza al nazifa-scismo. I primi in Italia.

Tra essi vi erano intellettuali, contadi-ni e pastori, militari tornati dal fronte, ca-rabinieri. C’erano antifascisti di lungocorso ed ex militanti fascisti, che si senti-vano delusi e traditi. C’era tanta gentesemplice, decisa a difendere il proprioterritorio dai saccheggi e dalle prepoten-ze. La riconquista della libertà e dell’o-nore ne costituiva l’elemento unificante.

L’8 settembre del 1943, con le suetragiche conseguenze, aveva rappresenta-to il simbolo più evidente – e, per alcuniaspetti, grottesco – della disgregazionedello Stato fascista.

Ma in molti cuori e in molte coscien-ze l’adesione al fascismo si era già fran-tumata. A partire dai campi di battaglia,in Africa o in Russia, dove uomini malearmati e male equipaggiati erano stati ci-nicamente mandati allo sbaraglio per glisciagurati e velleitari sogni di potenza edi conquista della dittatura.

L’occupazione nazista – spalleggiatadai fascisti di Salò, con i suoi metodi bar-bari e disumani, con le rappresaglie, letorture, le deportazioni, la caccia agliebrei, le stragi di civili – aprì definitiva-mente gli occhi della popolazione sullanatura oppressiva e violenta del fasci-smo.

Non era, quella fascista, la Patria cheaveva meritato il sacrificio eroico di tantisoldati italiani. La Patria, che rinascevadalle ceneri della guerra, si ricollegavadirettamente al Risorgimento, ai suoiideali di libertà, umanità, civiltà e fratel-lanza.

Non fu, dunque, per caso, come ci haraccontato con efficacia il professor Mar-co Patricelli, che ringrazio per il suo in-tervento interessante e coinvolgente, chegli uomini della Brigata Maiella scelseroper sé stessi il nome di “patrioti”. La stes-sa denominazione dei giovani che ri-schiavano la morte in nome dell’Unità diItalia.

La Resistenza fu un movimento cora-le, ampio e variegato, difficile da rac-chiudere in categorie o giudizi tropposintetici o ristretti.

A lungo è stata rappresentata quasiesclusivamente come sinonimo di guerrapartigiana, nelle regioni del Nord d’Italiao nelle grandi città.

E’ certamente vero che le “bande ar-mate” operanti al Centro-Nord, costitui-rono il fenomeno più ampio, evidente ecaratteristico della guerra di Liberazioneed è giusto ricordarlo.

Ma gli studi storici hanno, via via, al-largato l’orizzonte al contributo fonda-mentale che alla Resistenza diedero leforze armate italiane. Sia nei teatri diguerra lontani – ed è importante ricordarei drammatici episodi di Cefalonia, Coo eCorfù- sia sul territorio nazionale, dovecirca 260 mila italiani combatterono afianco degli Alleati, partecipando all’a-vanzata. Il prezzo pagato, tra gli italiani,fu di circa 21 mila morti e 19 mila di-spersi.

Il Generale Clark, soldato piuttostoruvido e non certo avvezzo ai compli-menti, riconobbe che «I quattro gruppi dicombattimento italiani e i partigiani so-stennero una parte importante nella vitto-ria, avendo così l’onore di partecipare al-la liberazione del Paese».

Da qualche tempo, e doverosamente,gli storici hanno puntato l’attenzione an-che sui militari italiani deportati nei cam-pi di concentramento in Germania, incondizioni terribili, per il loro rifiuto diservire sotto le insegne di Salò e dell’e-sercito nazista. A loro venne persino ne-gato lo status di prigionieri di guerra.

Furono più di seicentomila, una cifraenorme. Tra di loro molti generali e uffi-ciali superiori. Pochi cedettero in cambiodi cibo e di condizioni di vita più accetta-

bili. La stragrande maggioranza, la quasitotalità, rimase compatta, nonostante lafame, i patimenti, il freddo e i maltratta-menti. Circa cinquantamila non feceropiù ritorno.

Va rammentato anche che il movi-mento della Resistenza non avrebbe po-tuto assumere l’importanza che ha avutonella storia d’Italia senza il sostegno mo-rale e materiale della popolazione civile.

Per essere “resistenti” non era neces-sario imbracciare il fucile. I terrificantiproclami tedeschi promettevano la fucila-zione immediata e la distruzione della ca-sa per chiunque avesse sfamato un solda-to alleato, nascosto un renitente alla leva,aiutato un ebreo, sostenuto una bandapartigiana. E i nazisti passavano con cru-deltà dalle parole ai fatti. Senza fermarsidavanti a donne, bambini e anziani iner-mi. Chiunque, in quegli anni foschi, sfidòla morte con coraggio e abnegazione me-rita pienamente la qualifica di resistente.

Come notava con molto acume AldoMoro, in un discorso del 1975, il contri-buto delle popolazioni permise alla Resi-stenza di superare «il limite di una guerrapatriottico-militare, di un semplice movi-mento di restaurazione prefascista». E didiventare «un fatto sociale di rilevanteimportanza».

Una considerazione che getta ulterio-re luce anche sull’importante contributoalla lotta di Liberazione delle popolazionimeridionali. Le tante insurrezioni, da Na-poli a Matera, da Nola a Capua, alle tanteavvenute in Abruzzo, attestano la perce-zione da parte degli italiani della posta ingioco: da una parte i massacratori, gliaguzzini, i persecutori di ebrei; dall’altrala civiltà, la libertà, il rispetto dei dirittiinviolabili della persona.

Nelle parole dell’anziana donnaabruzzese, citata da Patricelli, fucilata peraver sfamato un inglese, c’è racchiusamolta parte del senso della storia dellaResistenza italiana: più che approfonditeteorie politiche, coltivate dalle élite, era ilriconoscimento della comune apparte-nenza al genere umano a costituire l’as-soluto rifiuto a ogni ideologia basata sul-la sopraffazione, la violenza e la superio-rità razziale.

Nella lotta al nazismo, la popolazioned’Abruzzo fu particolarmente esemplare.Pagando un tributo alto di sangue che vaadeguatamente ricordato, con ricono-scenza e con ammirazione.

Continua a pag. 14

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10 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Segreteria Nazionale

Acirca dieci anni dall'iniziodella crisi economica, che sidice sia in parte superata,

ma i cui effetti invece continuano a pe-sare, molte cose sono cambiate, dallapolitica allo scenario sociale e delmondo del lavoro.

Uno degli aspetti che sono stati ana-lizzati negli anni è stato quello della cri-si dei sindacati tradizionali, spesso giu-dicati non più in grado di venire incon-tro alle esigenze degli iscritti. E quindicrisi di rappresentanza, di sostanza e diincidenza sulle tutele e sulle rivendica-zioni che dovrebbero garantire.

C'è da dire che in parte è vero, masotto altri profili si nota invece una inver-sione di tendenza su aspetti che non sonomarginali. Innanzitutto non è così veroche i sindacati hanno perso la loro legitti-mazione come difensori dei lavoratori,perché i numeri dicono altro. Lo ricordala Segretaria Generale della Cisl Anna-maria Furlan, per la quale i sindacati so-no rimasti “tra i pochi soggetti in gradodi aggregare le persone e combattere in-dividualismo e solitudine di massa”.

“Guerra generazionale”?In particolare, si è notato un au-

mento delle iscrizioni dei pensionati,che hanno un peso crescente a fronte diuna flessione dei più giovani, che sisentono poco rappresentati. C'è chi hasparato a zero su questa realtà, contrap-ponendo le generazioni, e quasi addos-sando ai pensionati la “colpa” di venireda un mondo che dava più certezze la-vorative e che li ha visti più tutelati.

Ma è una colpa dei pensionati se nelmondo occidentale l'aspettativa di vita èpiù alta, se la bilancia dei nuovi nati

pende all'ingiù e se la globalizzazioneha portato disoccupazione e lavoro pre-cario e sottopagato? O non è forse inve-ce vero che oggi i pensionati si sonotrasformati nel “welfare” familiare, so-stituendo lo Stato e reggendo il pesodella disoccupazione e sottooccupazio-ne dei più giovani e delle loro famiglie?

I pensionatinon sono parassitie neanche privilegiatiQuesto Sindacato in materia di pen-

sionati è stato un precursore, e sicura-mente il primo a mettere insieme tuttele Forze di polizia, ad ordinamento ci-

vile e militare. Una volta in pensione,la differenza veniva annullata ancheperché i problemi di base del compartopubblico e di questa particolare catego-ria erano fondamentalmente gli stessi.

a cura di Benito Risca

I pensionati cercano tutele, stufi di essere additati comerami secchi e parassitari della società. Il Sincpol

condivide, tra le altre, specialmente la posizione della Cisl,le cui iniziative e il suo essere super partes incontrano

spesso il nostro sentire e il nostro agire. Quello che ci hacontraddistinti per quaranta anni.

I sindacati sono morti?No, rimangono le prime retidi aggregazione e protezione

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Sentire ad ogni piè sospinto che il bi-lancio dello Stato è gravato dal peso deipensionati è un rospo che non possiamomandare giù, e nemmeno che i pensiona-ti sono dei “privilegiati” rispetto ai gio-vani perché hanno la pensione. Intanto lepensioni non sono tutte uguali, e comenoi abbiamo sempre denunciato e com-battuto, nel nostro ambito di forze del-l'ordine non lo sono neanche a parità dianni servizio, grado e mansioni svolte,determinando ingiuste sperequazioni e lefamigerate pensioni “d'annata”.

Non bisogna dimenticare che chioggi percepisce la pensione, a suo tem-po se l'è ampiamente pagata con fior dicontributi, perché come ricorda la Co-stituzione, si tratta di una retribuzionedifferita. Altra storia sono le “pensionid'oro”, le quali oltre ad essere scanda-lose in sé, ci sembra giusto siano sog-gette a contributi di solidarietà, che noncambiano il tenore di vita dei percettorie possono essere invece redistribuiti trachi è fortemente sperequato e tira lacinghia nel momento di massimo biso-gno e fragilità, cioè in vecchiaia.

Il Sindacatoportatore di istanze di categoria e sociali

E' normale quindi che in questa si-tuazione i pensionati cerchino tutele,anche perché stufi di essere additati co-

me rami secchi e parassitari della so-cietà, a cui tanto hanno invece datonella loro vita lavorativa.

In questa ottica ci sembra condivi-sibile, tra le altre, proprio la posizionedella Cisl, le cui iniziative e il suo esse-re super partes incontrano spesso il no-stro modo di vedere le cose e di agireconseguentemente. E questo sia nel no-stro ambito di “portatori” di istanzespecifiche del Comparto Difesa e Sicu-rezza nella sua globalità, ma anche co-me cittadini generici che chiedono tute-le e sicurezze, sociali ed economiche.

La Cisl e la via associativaLa Segretaria Generale Annamaria

Furlan, in un suo articolo su “Il Mes-saggero”, ha scritto che la Cisl è “l'or-ganizzazione che complessivamente ècresciuta di più in tutti i comparti pub-blici e nella scuola….un fatto che pre-mia la bontà di una linea sindacaleriformista, contrattualista e soprattuttoconcreta. La società civile ha molto dainsegnare ai partiti – che fanno fatica adare un governo al Paese – ed a quantihanno predicato il bisogno di mettereall'angolo i corpi intermedi. E' chiaroche bisogna fare di più per interpretarei bisogni dei giovani”. Sempre secondoFurlan, la Cisl è cambiata ripartendodal basso, dai posti di lavoro e dagliiscritti.

“La via associativa è quella che pro-duce i migliori risultati per i bisogni deilavoratori con la rappresentanza nellecategorie. La Cisl non ha mai fatto da“sponda” a partiti o governi. Si è con-frontata con tutti gli interlocutori istitu-zionali e le associazioni imprenditoriali,sulla base delle idee programmatiche,approvate negli organismi democrati-ci...Pensiamo sia arrivato il momentogiusto per mettere alla prova chi è dav-vero riformista e chi lo è solo a parole”.

Fare sindacato è difficilema fondamentale

Tutto ciò ci fa tornare a ribadire unconcetto che abbiamo sempre praticato,pur nelle innegabili difficoltà dei tempi enella crisi generale che non è stata, e nonè, solo economica, ma sociale e di siste-ma a livello sia nazionale e sia mondiale.

Il concetto è che fare sindacato oggiè difficile, ma fondamentale per aggre-gare le persone e farle tornare a con-frontarsi per ottenere di essere tutelatee ascoltate nelle loro difficoltà e nell'e-sercizio dei loro diritti.

Che per noi, sarà la nostra estrazio-ne di gente d'ordine e con la divisa ad-dosso, si accompagnano sempre ancheai doveri. Nei confronti dello Stato edella Società.

Segretario NazionaleGr.Uff. Benito Risca

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Segreteria Nazionale

La Segreteria Nazionale ricorda a tutti gli iscritti al Sindacato in servizio e in pensione, ai simpatizzanti e ai let-tori della rivista che presso la sede di Lungotevere Castello, n, 2 c/o ANMIG Roma Capitale, a Roma, posso-no avvalersi dei servizi del C.A.F. (Elaborazione e trasmissione della Dichiarazione 730 – ICI- UNICO-

RED). Inoltre Servizi agevolati con la dichiarazione I.S.E.E. ( Indicatore Situazione Economica Equivalente ).Se volete ottenere la riduzione del canone Telecom, la riduzione delle tasse universitarie, se avete diritto a prestazio-

ni sociali agevolate, come buoni libri, assistenza domiciliare, abbonamenti di trasporto, rivolgetevi al Sindacato, che viassisterà con professionalità e cortesia nella compilazione del modulo A001/08, la Carta Acquisti, Beneficiario con65/70 anni o più. È stata inoltre creata una convenzione con l'UDICON per difendere i diritti dei consumatori.

I soci, inoltre, possono usufruire del servizio di patronato, e quindi, assistenza per tutti i tipi di pensione:invalidità, vecchiaia, superstiti, dichiarazione di successione. Invalidi civili: pensioni, assegno mensile, inden-nità di accompagno – legge 104/92 – elabora ricorsi aggravamenti, pensioni privilegiate – equo indennizzo.

Per appuntamenti telefonaredal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30

ai numeri 06 4820524 – 06 48903623 oppure al cellulare 3663100911

Il Sindacatoe l’assistenza CAF

Devi rinnovare la patente? Vieni al Sindacato e risparmiaSi avvisano i Signori Soci e Abbonati che, se devono rinnovare la patente di guida, possono rivolgersi al Sindacato, che mette

a disposizione un medico legale per il disbrigo della pratica, con un risparmio sui costi di agenzia. Gli interessati per usufruire delservizio devono telefonare ai numeri 06 4820524 – 06 48903623 oppure al cellulare 3663100911 dal lunedì al venerdì, dalle ore9.00 alle ore 12.30, per prenotare la visita in sede, Lungotevere Castello, n.2 – 00193 Roma, c/o ANMIG Roma Capitale.

La Segreteria Nazionale

Visure catastaliNuovo servizio per soci e abbonati in Emilia Romagna

Si avvisano i soci del Sindacato e gli abbonati alla rivista che nelle nostre sedi di Parma, Modena e Reggio Emilia,presso “Lo Studio Srl” – Centro Servizi Amministrativi Pubblico Impiego (presente anche a Bologna e Ferrara), oltre aiservizi CAF indicati nella sottostante locandina, ne è ora attivo un altro per richiedere visure catastali. Gli interessati pos-sono rivolgersi quindi direttamente in loco per le loro necessità.

Sportello legaleLa Segreteria Nazionale, per fornire un servizio ai soci e agli abbonati alla rivista, mette a disposizione i suoi legali per il disbrigo

di controversie in genere e ricorsi:• L'Avv. Massimo VITELLI, Presidente Nazionale dei Probiviri del Sindacato, patrocinante in Cassazione e specializzato in diritti

pensionistici e amministrativi.• L'Avv. Antonello NICCOLUCCI, patrocinante in Cassazione e specializzato in diritto civile e penale.

Per informazioni e appuntamenti con i legali, telefonare nelle ore di apertura degli uffici (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00alle 12.30) ai numeri 06 4820524 e 06 48903623 (anche fax), al cellulare di servizio 3663100911 oppure inviare una e-mail all’indi-rizzo [email protected].

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13LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Posta Istituzionale

Preg.mo Grand. Uff. Riscaho ricevuto con piacere la rivi-

sta “Libera Voce di Polizia Italiana”che gentilmente mi ha fatto perve-nire.

Desidero pertanto ringraziarLaper il gradito pensiero ed inviarecon l’occasione i migliori saluti.

Luigi Savina

Gentilissomo Segretarioho ricevuto con piacere la Vostra rii-

sta “Libera Voce di Polizia Italiana”,che così gentilmente ha voluto inviar-mi.

Nel ringraziarLa vivamente per leSue cortesi parole di apprezzamento peril lavoro svolto nella mia funzione isti-tuzionale, desidero esprimerLe l’auspi-cio di buon lavoro, unitamente ai mieisaluti più cordiali.

Marco Minniti

La ringrazio per le parole di feli-citazione che ha voluto indirizzarmiin occasione della mia elezione a Pre-sidente del Senato.

Con cordialitàMaria Elisabetta Alberti Casellati

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14 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Segreteria Nazionale

La rivolta cominciò, subito dopo l’8settembre, con episodi spontanei madiffusi.

All’Aquila nove ragazzi sorpresi conle armi in pugno furono fucilati sul postodai soldati tedeschi. Nessuno di loro su-perava i venti anni.

A Bosco Martese, sulle montagne te-ramane, si radunarono 1600 uomini in ar-mi. C’erano trecento sbandati, un centi-naio di prigionieri di guerra, inglesi e sla-vi, evasi dal campo di concentramento.Ma la maggior parte erano giovani pro-venienti da Teramo, decisi a combattere.

Per più di ventiquattro ore riuscironoa tenere testa all’esercito tedesco, poi – difronte a un nuovo attacco con armi pe-santi e rinforzi – si dispersero tra i bo-schi, per continuare la lotta. Anche qui,un battesimo del fuoco. Commentò Parri,comandante nazionale dei partigiani:quella di Bosco Martese «fu la prima bat-taglia nostra in campo aperto».

Insorse anche la città di Teramo. Purequi il bilancio fu tragico: i capi dei rivol-tosi, guidati dal medico Mario Capuani,sostenuto dai carabinieri della locale ca-serma, furono barbaramente trucidati.

Si ribellò Lanciano. Uno dei prota-gonisti della rivolta, Trentino La Barba,fu orrendamente seviziato in pubblicoda un soldato nazista, prima di trafig-gerlo mortalmente.

Furono quasi un migliaio le vittimecivili di eccidi e rappresaglie. Pietransie-ri (125 morti), Sant’Agata di Gessopale-na (36), Capistrello (33 morti). Franca-villa, Arielli, Onna, Filetto, Lanciano,Montenerodomo, Pizzoferrato, Bussi sulTirino, sono alcuni dei nomi dei paesid’Abruzzo che conobbero la ferocia na-zista contro la popolazione civile.

Ma il terrore e le fucilazioni non im-pedivano, anzi, in qualche modo, aumen-tavano l’impegno degli abruzzesi a fian-co dei liberatori: anziani, donne, ragazzi,sacerdoti. Chi poteva si impegnava atti-vamente. Rischiando di continuo la vita.

Si aprirono così, tra questi monti, isentieri della libertà. Pastori, cacciatori,guide locali accompagnavano generosa-mente soldati alleati e italiani, ebrei, fug-giaschi e perseguitati al di là della LineaGustav, mettendoli in salvo. Tra questi cifu anche il mio illustre predecessore,Carlo Azeglio Ciampi, in fuga con unsuo amico ebreo, Beniamino Sadùn.

La grande scrittrice Alba De Céspe-des, intellettuale e partigiana, ci ha la-sciato una bellissima descrizione delpopolo abruzzese in quegli anni, chevorrei leggere perché è forse una dellepiù belle testimonianze di ciò che hafatto la gente d’Abruzzo in quel mo-mento: «Entravamo nelle vostre case ti-midamente: un fuggiasco, un partigia-no, è un oggetto ingombrante, un caricodi rischi e di compromissioni. Ma voineppure accennavate a timore o pruden-za: subito le vostre donne asciugavano inostri panni al fuoco, ci avvolgevanonelle loro coperte, rammendavano lenostre calze logore, gettavano un’altramanata di polenta nel paiolo. […] Nonc’era bisogno di passaporto per entrarein casa vostra. C’erano inglesi, romeni,sloveni, polacchi, voi non intendevate illoro linguaggio ma ciò non era necessa-rio; che avessero bisogno di aiuto lo ca-pivate lo stesso. Che cosa non vi dob-biamo, cara gente d’Abruzzo? Ci cede-vate i vostri letti migliori, le vesti, gra-tis, se non avevamo denaro». Questeparole sono splendide.

Vennero poi le gesta della BrigataMaiella che ci conducono qui oggi a ri-

cordare per tutta Italia la liberazione del25 aprile.

Partita dall’Abruzzo e finita nel lonta-no Veneto. Ce le hanno narrate, con effi-cacia e partecipazione lo storico MarcoPatricelli e con la sua testimonianza scrit-ta Antonio Rullo, che combatté con que-sta leggendaria Brigata, accanto a Ettore eDomenico Troilo, straordinarie figure daricordare sempre. Desidero ancora ringra-ziarlo per il suo messaggio, che ha ag-giunto calore e commozione al nostro ri-cordo. Saluto anche i figli presenti di Et-tore e Domenico Troilo e li ringrazio perla loro presenza, così significativa, tra noi.

La nascita del movimento della Resi-stenza, che mosse i primi passi in Abruz-zo, segna il vero spartiacque della nostrastoria nazionale verso la libertà. Chiusela fase della dittatura e portò l’Italia al-l’approdo della libertà, della democraziae della Costituzione.

La vita democratica, dopo il cupoventennio fascista, ha le sue radici nellalotta di liberazione. E la nostra Costitu-zione, sigillo di libertà e democrazia, co-me scrisse Costantino Mortati nel 1955,nel decennale della Liberazione, «si col-lega al grande moto di rinnovamentoespresso dalla Resistenza».

Vorrei concludere rivolgendo uncommosso pensiero anche a tutti queigiovani soldati, provenienti da tanteparti del mondo, che sono caduti sulsuolo italiano per liberarci dal giogo na-zifascista e che riposano nei cimiteri diguerra: non sono stranieri, ma sono no-stri fratelli.

Il ricordo della Repubblica li abbrac-cia insieme ai nostri caduti della Resi-stenza, cui è sempre rivolto il nostro pen-siero riconoscente e ammirato.

Viva la Resistenza, viva l’Italia liberae democratica!

Continua da pag. 9

a tanti diritti corrispondono anche tantidoveri. Così come c’è un insegnantepiù bravo ed uno meno bravo, così co-me c’è uno studente che s’impegna dipiù e chi rende di meno, così, anche nelmondo lavorativo e produttivo, ci sonoi più bravi ed i meno bravi.

Dal 1968 (rivolte studentesche) si ècombattuto contro “i baroni delle catte-dre” e pian piano anche tutto ciò cheera giusta autorevolezza venne scam-

biata per mero e bieco autoritarismo,fino a giungere ai disgustosi episodiodierni.

Ma non è purtroppo solo la scuolache è malata, e bisogna guarirla presto!E’ La società che attraversa una crisiprofonda, che nasce e passa per la fa-miglia. La prima educazione nasce infamiglia e poi si collabora con la scuo-la. Ciò avviene soprattutto per le ele-mentari e le medie. Questi anni forma-tivi in cui si passa dall’infanzia all’ado-lescenza sono fondamentali per i ragaz-

zi, così come sono fondamentali i geni-tori e gli insegnanti, punti di riferimen-to unici e dalle cui labbra pendono inattesa di risposte. Riferimento e fonteprimaria per la loro formazione e tuttoil loro arricchimento morale, materialee culturale.

In tanti lo fanno, in tanti altri (so-prattutto genitori) corrono tutto il giornoe dedicano poco tempo ai figli che sonolì pronti, a quelle età, a prendere cattivestrade ed assumere cattivi esempi.

GPL

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15LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Soldato, Politico ma soprattuttoUomo. Così abbiamo definitoLuigi Ramponi. Il Generale, il

Senatore, il Comandante, che ci ha la-sciato per sempre il 5 maggio delloscorso maggio. Una data pregna di si-gnificato, una data che sembra quasiun simbolo, una data in cui scompaio-no i Grandi Uomini.

In quella data Luigi Ramponi è sta-

to commemorato con una Santa Messapresso la Chiesa di Santa Prisca all'A-ventino, a Roma, alla quale siamo statiinvitati dalla Dirigenza del Cestudis.Non abbiamo potuto partecipare, la vi-ta a volte va così, ma siamo stati lì pre-senti con lo spirito, perché non lo di-menticheremo mai. Come già dicemmoall'indomani della sua scomparsa.

“Instancabile, attento, cordiale, co-

municativo, profondamente colto ed al-la mano., ti faceva sentire a tuo agiomentre ti trovavi di fronte ad un perso-naggio di grande levatura.

Resta il ricordo, mentre si è creatoun grande vuoto, il ricordo e l’esempiodi un galantuomo di un tempo. Restaimpresso nei nostri cuori e nelle nostrementi”.

Guglielmo Pellegrino-Lise

Un anno fa l'addio al Gen. Luigi RamponiMa in noi il ricordo

è una fiamma sempre accesa

Nato a Reggio Emilia il 30maggio 1930, si è spento aRoma all'Ospedale Militare

del Celio il 5 maggio 2017, all'età di 87anni. Già Comandante Generale dellaGuardia di Finanza dal 1989 al 1991, eDirettore del SISMI dal 1991 al 1992,è stato presente in Parlamento dal ’94al 2013. Ha fondato il Cestudis (CentroSudi Difesa e Sicurezza) e ne è statoPresidente fino alla sua morte.

Con Domenico Fisichella, PublioFiori, Pietro Armani e Gustavo Selva,quello di Ramponi fu uno dei volti e deinomi più prestigiosi del progetto delpartito nato a Fiuggi. Eletto per la primavolta nel 1994, agli albori della SecondaRepubblica, il generale è stato confer-mato per cinque legislature, dividendo ilsuo impegno tra il Senato della Repub-blica e la Camera dei Deputati, dove,nel corso della legislatura 2001-2006 ri-vestì il ruolo di presidente della com-missione Difesa. La lunga frequentazio-

ne del Parla-mento, tuttavia,non riuscì maia scalfire latempra del sol-dato. Ramponirimase semprefedele allo spi-rito militare e,come tale, al-lergico e refrat-tario ai com-promessi tipici

dell’agire politico. In An si considerava“Militante della Nazione”.

Amico di questo Sindacato, di cuiapprezzava le finalità e la voglia di tene-re alta la bandiera dei diritti e dell'onoredi chi ha vestito la Divisa, ci ha fatto l'o-nore di partecipare come ospite a nostriCongressi Nazionali di Chianciano Ter-me, dove ha ricevuto l'omaggio e la sti-ma imperitura dei nostri iscritti.

Accanto al Ramponi soldato e al

Ramponi parlamentare esiste anche ilRamponi scrittore. In un suo libro, si-gnificativamente intitolato “Val la penadi vivere”, pubblicato da Aracne Editri-ce, il generale ripercorse gli avvenimen-ti più importanti della sua vita: l’adole-scenza in Emilia, i nove anni trascorsi inAfrica, il ritorno da profugo nell'Italiadistrutta dalla guerra, l’entrata all’Acca-demia Militare e da lì tutte le tappe diuna sfolgorante carriera costantementeimprontata a rigore morale, umanità eabilità nel comando. Quanto alla sua vi-ta in An, egli pensò ed agì sempre come“militante della nazione” e mai comeesponente di parte. Con Ramponi scom-pare un grande italiano, una personalitàadamantina che ha servito e onorato lapatria in ogni momento della sua vita,militare e politica. Riposi in pace.

Il Capo di Stato Maggiore della Di-fesa, Generale Claudio Graziano, ap-presa la triste notizia del decesso delGenerale di Corpo d’Armata dell’Eser-cito Luigi Ramponi, nobile figura di di-rigente militare e di Senatore della Re-pubblica, ha espresso alla famiglia del-l’alto Ufficiale profondo cordoglio esentimenti di affettuosa vicinanza a no-me delle Forze Armate e di tutta lagrande famiglia con le stellette e suopersonale.

GPL

Ramponi, il “Militante della Nazione”

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16 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Cultura

Regina Viarumla Via Appia e le sue meraviglie

di Laura Turriziani

Irisvolti di copertina diconotanto, raccontano compendian-do il percorso che abbiamo da-

vanti quando ci apprestiamo ad aprireun libro, annusano l’aria, gli odori,colgono i colori, le sensazioni che viincontreremo. Sono l’inizio del viag-gio, quando capiamo che si, abbiamovoglia di tuffarci in questa nuova av-ventura, che vogliamo immergercinell’oceano mare della scrittura. Sequesta poi si pone a corona di imma-gini suggestive, senza tempo e senzaconfini, allora possiamo ben dire chene valeva la pena.

Il risvolto di copertina di “ReginaViarum – Appia via...cammino sola-re”, lo splendido catalogo a curadell’Avv Renato Mammucari che hareso eternamente fruibile una mostrad’eccezione sulla campagna romana,dice ancora di più, perché lo fa con leparole infuocate di Gabriele D’An-nunzio, il Vate.

E da lì è tutto un fluire di splen-

to di opere di oltre 20 artisti. Paesag-gisti sia stranieri sia romani che tras-sero spunto da quell’ambiente unico,tramandandocelo come cosa viva esempiterna, suggestionati da quellamentalità romantica che ebbe unaparte non secondaria nell’ispirare il“Grand Tour” così di moda nel ’700ed ‘800 europeo.

Il Catalogo curato da Mammucariper Luoghi Interiori, Collana Poli-cromie, ce ne rimanda tutta la vividaforza e suggestione, e ci racconta laRegina Viarum così come non l’ab-biamo mai scoperta. Un momento dirapimento e di fuggevole sospensio-ne, intimo e sorprendente, da incasto-nare come un diamante all’internodelle nostre vite frenetiche e spessocosì lontane dalla poesia.

Laura Turriziani

La presentazione diMammucari

La Campagna romana – che l’Ap-pia antica, col suo percorso quasisempre rettilineo, taglia in due conun colpo d’accetta – è un tema cheha colpito e affascinato la fantasia el’immaginazione di numerosi artistiche si sono avvicinati a essa semprecon entusiasmo e trepidazione, quasiintimiditi da quella solennità dell’A-gro che mal si prestava a essere “ta-gliata” in un quadro.

Questa Campagna, infatti, ha of-ferto inesauribili spunti per i pittori,sì da rappresentare una grande musaispiratrice dei paesisti romani con lesue meravigliose, poliedriche e purcontrastanti “vedute”: la Città eter-na – l’Urbe per antonomasia – con

dori, attraverso le opere pittoricheoriginali di paesaggisti italiani e stra-nieri quali Piranesi , LindemannFrommel K, Giere J, Labruzzi, Cani-na, Anvitti e Frey, solo per citarne al-cuni.

Opere che sono state esposte loscorso anno per un mese (dal 24 giu-gno al 29 luglio) nella Mostra “Regi-na Viarum Appia via... cammino so-lare”, sempre con la supervisione diRenato Mammucari, e con la presen-tazione di Alma Rossi e CaterinaRossetti ed un saggio introduttivo delcritico Luigi Sellaroli. Location lasede della Cartiera Latina in Via Ap-pia Antica 42, a Roma.

Presente alla Mostra, e non pote-va essere altrimenti, il noto scultoreMaestro Giuseppe Cherubini, diri-gente di questo Sindacato Nazionaledei Cinque Corpi di Polizia e amicodi lunga data dell’Avv. Mammucari,con il quale ha condiviso molti eventiculturali.

La Campagna Romana, l’Agropontino e i suoi abitanti, la celebra-zione di quella natura selvaggia e lu-minosa sono tornati a prendere vitagrazie ad un percorso espositivo frut-

“Appia via...ove condurrai tu la mia anima impazienteche d'avidità risfavilla?”

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17LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

tutte le testimonianze delle civiltàche in vicende alterne fiorirono inessa; le città morte Ostia e Ninfa, en-trambe solenni più che per il fasto diun tempo per il silenzio quasi irrealeche rappresenta la loro unica voce; ilaghi di Albano e di Nemi – Specu-lum Dianae -con le loro leggende,ancora non sopite, di Ninfe e di Dee;gli acquedotti e le strade consolari inrovina – prima fra tutte la Reginaviarum, la Via Sacra – attestanti unpassato glorioso di legioni in marciatrionfante; le Paludi Pontine, con ibutteri febbricitanti per la malaria econ le mandrie di bufali e di cavalliselvaggi, abbagliati dal sole acce-cante, condannati a “vivere moren-do”, che si rincorrevano quasi im-pazziti.

La “terra” della Campagna – avolte semplice e naturale piedistallodi ruderi romani, a volte malinconicae sconsolata nel suo millenario silen-zio, rotto solamente dalla solennitàdelle antiche vestigia,dei templi e de-gli acquedotti, ancor più solenni per-ché diroccati e da secoli in uno statodi tragico abbandono - è stata più diuna volta immortalata, al pari dellaciviltà che ogni sasso rievoca, dauna miriade di pittori che hanno vo-luto fissarla nelle loro tele quasi neltimore che il tempo potesse cancella-re, se non la sua testimonianza stori-ca, quell’atmosfera che vi si respira-va, forse prevedendo che l’attualegenerazione dei “consumi”, l’avreb-be quasi del tutto soffocata con il ce-mento.

Brindisi, che fornì a Roma un collega-mento diretto con la Grecia, l’Oriente el’Egitto, fondamentale per le spedizionimilitari, i viaggi e i commerci. Tale inter-vento elevò l’Appia a strada più impor-tante del mondo romano, la “regina dellestrade”, come la definì il poeta Stazio nelI secolo d.C. (Silv., 2, 2, 12: regina via-rum).

La Via Appia aveva inizio a Porta Ca-pena, nei pressi del Circo Massimo, e pro-seguiva fino a destinazione secondo untracciato lineare e agevole. Il percorso erainterrotto solo nei pressi di Terracina, do-ve era necessario attraversare un canalenavigabile che fiancheggiava la via: chia-mato decennovium perché era lungo 19miglia, vi si procedeva tramite chiatte trai-nate da animali da tiro. Ne offre una testi-monianza illustre il poeta Orazio, che inuna delle sue satire descrive il viaggio dalui intrapreso per Brindisi sulla Via Appia,lamentandosi delle zanzare che infestava-no allora le paludi Pontine. Solo sottoTraiano si provvide a bonificare la zona ea lastricare anche questo tratto di strada.

Il tracciato della Via Appia aveva lecaratteristiche poi divenute fondamentaliper tutta la rete stradale romana: largocirca 4,10 m, una misura che permettevaagevole circolazione nei due sensi, era af-fiancato da marciapiedi laterali general-mente larghi 3,10 m contornati da nume-rosi monumenti funerari che i passantipotevano ammirare nella noia della mo-notonia del viaggio. La campagna circo-stante era caratterizzata da villaggi con-tadini, che già negli ultimi secoli della Re-pubblica avevano cominciato a scompari-re per essere sostituiti dalle grandi villedei ricchi romani desiderosi di riposare indimore di lusso lontane dal caos dellacittà. Stazioni di posta, alberghi, osterie,piccoli impianti termali e servizi per iviaggiatori scandivano il tracciato, otti-mamente organizzato e gestito da curato-res preposti a garantire la continuità deicollegamenti fra Roma e le province.

A questa strada furono riservate sem-pre particolari attenzioni in epoca antica,tanto che ancora nel VI sec. d.C. Proco-pio di Cesarea, durante le Guerre Goti-che, era ammirato per il perfetto stato diconservazione del basolato.

Nel corso della storia romana, l’Appiaè ricordata come protagonista di numero-se guerre e famose vicende, una fra tuttel’epilogo della rivolta di Spartaco, in cui6000 ribelli vennero catturati e crocefissilungo la strada da Roma fino a Pompei.

Regina viarum.Appia via... cammino solare. Ediz. IllustrataCatalogo a cura di Renato MammucariEditore: LuoghInteriori Collana: Policromie Anno edizione: 2017 Pagine: 120 p., ill. , Brossura € 24,00

La Via Appia Cenni storici

La Via Appia fu la prima delle grandistrade romane a prendere il nome nondalla funzione o dal luogo a cui era diret-ta, ma dal magistrato che l’aveva costrui-ta.

Nel 312 a.C. il censore Appio ClaudioCieco provvide alla realizzazione di unnuovo asse viario che collegava Roma aCapua al fine di permettere il movimentoveloce delle truppe romane verso il meri-dione in occasione della seconda guerrasannitica (326-304 a.C.). Successivamenteil tracciato fu prolungato fino al porto di

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18 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Fisco

Riforma del terzo settorele Onlus cambieranno regime fiscale/1

La riforma del terzo settore èstata avviata due anni fa, maora è giunta alla sua fase cru-

ciale, quella che vedrà superare il regi-me fiscale agevolato introdotto dalDlgs 460/1997 per le organizzazioninon lucrative e di utilità sociale. Al suoposto, per le cosiddette Onlus, sonoprevisti nuovi regimi fiscali. E' arrivatoinsomma il momento della scelta per23mila organizzazioni.

La loro qualifica fiscale finora hadato diritto ad agevolazioni su impostedirette, Iva, Irap, imposta di bollo, suc-cessioni e donazioni. Una qualifica ri-servata ad associazioni, comitati, fon-dazioni, cooperative e altri enti privati,con o senza personalità giuridica, cheoperano in determinati settori con fina-lità di solidarietà sociale e con il divie-to di distribuire utili. Sono consideratiOnlus di diritto anche le organizzazionidi volontariato e le cooperative sociali.

Adesso si cambia, e gli enti e i loroconsulenti devono valutare la veste daadottare. Tuttavia, prima di arrivare aldunque, sono necessari ancora due pas-saggi, e cioè il via libera della Com-missione europea sui nuovi regimi for-fettari di tassazione per gli enti del ter-zo settore, e la creazione del Registrounico nazionale del terzo settore, previ-sta per l’inizio del 2019, che consta disette sezioni.

In questo anno di transizione, dun-que, le Onlus devono decidere a qualedi queste sette sezioni del Registro uni-co iscriversi, in base alla loro organiz-zazione e in base alla tipologia e consi-stenza delle loro entrate. Va detto chel'iscrizione non è obbligatoria, ma leorganizzazioni che non lo faranno nonpotranno godere dei nuovi regimi fisca-li agevolati e dell’attribuzione del cin-que per mille dell’Irpef. Rischianoinoltre la devoluzione del patrimonioad altri enti non lucrativi, ciò che è ac-caduto finora in conseguenza della per-dita della qualifica di Onlus. Le Onlussono solo una parte degli enti del terzosettore, circa 23mila su 336.275 istitu-

zioni non profit attive in Italia, cheoperano per lo più nell’assistenza so-ciale e socio-sanitaria e nella benefi-cenza.

Come era e come saràIl Dlgs 460/1997 che aveva istituito

il regime di favore delle organizzazioninon lucrative di utilità sociale, consta-va di 11 settori di attività con una seriedi agevolazioni fiscali su imposte diret-te, Iva, imposta di bollo, successioni edonazioni. Le Regioni inoltre applica-vano l’esenzione dall’Irap o un’aliquo-ta agevolata dell’imposta regionale.

Il Registro unico del terzo settoreprevede invece sette forme associativetra le quali scegliere: organizzazione divolontariato, associazione di promozio-ne sociale, ente filantropico, impresasociale (incluse le cooperative sociali),rete associativa, società di mutuo soc-corso, altro ente del terzo settore.

Circa la fiscalità, ci sarà la possibi-lità di un regime di tassazione forfetta-rio per tutti gli enti del terzo settore noncommerciali, con declinazioni partico-lari per organizzazioni di volontariato eassociazioni di promozione sociale, e ilnuovo regime riservato all’impresa so-ciale. Sono comuni a quasi tutte le cate-gorie gli incentivi potenziati per i dona-

tori, come detrazioni e deduzioni, unaserie di agevolazioni sulle imposte indi-rette e il social bonus, che è un creditod’imposta per chi aiuta gli enti non pro-fit a recuperare immobili inutilizzati.Una Onlus che ha immobili potrebbetrovare conveniente, ad esempio, iscri-versi come organizzazione di volonta-riato o associazione di promozione so-ciale perché, possedendone i requisiti,potrà beneficiare dell’esenzione Ires peri redditi derivanti dagli immobili desti-nati ad attività non commerciali, cosanon prevista per gli altri enti.

In pratica, come spiegano gli eco-nomisti, chi ad oggi ha la qualifica diOnlus non ha nulla da temere con ilpassaggio al Registro unico, perché tut-te le provvidenze di tipo fiscale previ-ste dal 1997 non solo rimangono, masono addirittura potenziate. A fronte diciò, però, vengono richiesti una serie diobblighi sulla trasparenza e sul ricam-bio dei vertici delle organizzazioni, cheprima non c'erano.

Nel prossimo numero affronteremonel dettaglio le nuove sette sezioni delRegistro unico, spiegando il relativotrattamento fiscale e di conseguenzaquale settore diventa conveniente sce-gliere per la propria attività.

(1° puntata – continua)Marcello Balzola

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19LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

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Nuova Convenzione per soci e abbonati

ALESSANDRO AVERSAConsulenze finanziarie

In nome della legge

Cassazione PenaleSez. V

19 ottobre 2015 n. 7974Abbandono di persone incapaci –

Amministratore di sostegno –Configurabilità del reato – Condizioni

In tema di abbandono di personeminori o incapaci, l’amministratore disostegno non risponde del reato di cuiall’art. 591 cp in quanto, salvo che siadiversamente stabilito nel decreto dinomina, lo stesso non è investito di unaposizione di garanzia rispetto ai benidella vita e dell’incolumità individualedel soggetto incapace ma solo di uncompito di assistenza nella gestione deisuoi interessi patrimoniali.

Sez. III 4 novembre 2015 n. 48948

Espulsione dello straniero – Sentenza dinon luogo a procedere ai sensi dell’art.

13, comma 3-quater, dlgs n. 286 del 1998– Applicabilità in caso di espulsione a

titolo di sanzione sostitutiva o alternativaalla detenzione – Esclusione

In tema di espulsione dei cittadini stra-nieri la sentenza di non luogo a procedere,prevista dal comma 3-quater dell’articolo13 del dlgs n. 286 del 1998, non è applica-bile in caso di espulsione disposta a titolodi sanzione sostitutiva o alternativa alla de-tenzione di cui al successivo articolo 16.

Sez. III 24 aprile 2015 n. 33591

Misure di sicurezza – Personali – Libertàvigilata – Facoltativa od obbligatoria –differenza a seguito dell’art. 31 legge 10

ottobre 1986, n. 633 - Conseguenze

Anche dopo l’introduzione dell’art.31 della legge 663 del 1986 - che haabrogato la cd. “pericolosità presunta” dicui al previgente art. 204 cod. pen. e hastabilito che tutte le misure di sicurezzapersonali sono ordinate previo accerta-mento della pericolosità sociale del con-dannato - permane la distinzione fra la li-bertà vigilata facoltativa di cui all’art.229 cod. pen. e quella obbligatoria previ-sta dal successivo art. 230 cod. pen., nel

Giurisprudenza

anche di quelli ad esse strumentali, atti-nendo al merito e, dunque, ai limiti inter-ni della potestas iudicandi, ogni questio-ne attinente al tipo ed all’ammontare deldanno stesso diverso da quello all’imma-gine. Rientra in tale ipotesi la condotta diun ufficiale pilota dell’aeronautica mili-tare, il quale, durante un periodo di con-gedo straordinario senza assegni conces-sogli dall’amministrazione, abbia svolto,senza autorizzazione, attività lavorativaretribuita quale pilota di elicotteri pressouna società spagnola, il quale, pertanto,ripreso il proprio servizio, dovrà restitui-re automaticamente all’Amministrazionedi appartenenza i compensi percepiti pergli incarichi extraistituzionali privi dellaprescritta autorizzazione, avendo i pub-blici dipendenti l’obbligo di osservare ilprincipio di esclusività del rapporto dipubblico impiego, che trova fondamentonell’art. 98, co. 1 Cost.

senso che nei casi di misura di sicurezzafacoltativa, qualora sia accertata in con-creto la pericolosità sociale e l’integra-zione dei limiti di pena edittali, il giudicepuò escludere l’applicazione della libertàvigilata a condizione di motivare adegua-tamente sulle ragioni di tale esclusione,in relazione allo spessore individuale del-la pericolosità e al principio di proporzio-nalità rispetto al fatto commesso.

Corte CostituzionaleOrdinanza del 26 maggio 2015 n. 90

Dipendente pubblico, attività nonautorizzata, compenso, danno erariale,

giurisdizione

Sussiste la giurisdizione della Cortedei Conti in materia di responsabilitàamministrativa di un soggetto che, lega-to all’amministrazione da un rapporto diimpiego o di servizio, causi un dannocon azioni od omissioni connesse allaviolazione non soltanto dei doveri tipicidelle funzioni concretamente svolte, ma

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20 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

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21LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

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Una donazione è un atto aventenatura irrevocabile, come tutti i con-tratti. Il donante infatti non può più ri-prendere ciò che ha donato, neppure sesuccessivamente si penta del suo gestoo se i rapporti tra le parti siano cambia-ti dopo l'atto di donazione. Tuttavia, ladonazione, come tutti i contratti, puòessere sciolta per mutuo dissenso, conl’accordo quindi tra il donante (o i suoieredi) e il beneficiario della donazioneo per cause ammesse dalla legge, tracui la revoca della donazione, i cui pre-supposti sono però molto limitati dallalegge. La donazione ad uno solo dei fi-gli viene considerata dalla legge comeuna anticipata successione, e la rinun-cia da parte degli eventuali altri futuricoeredi non ha assolutamente alcun va-lore, se non altro per l’ovvio principioche nessuno può rinunciare a qualcosache non ha ancora.

POSSO DISFArmI DI uNAPPArtAmENtO DONAtO

DAI mIEI GENItOrI?Circa 20 anni fa i miei genitori mihanno donato la nuda proprietàdell’appartamento in cui abito, ein seguito anche l’usufrutto. Lacasa per me è troppo grande econ costi elevati, oltre ad avereavuto bisogno di una ristruttura-zione totale molto onerosa. Miopadre è morto e mia madre 96en-ne è totalmente incapace di inten-dere e di volere, anche se non uf-ficialmente dichiarata. Vorrei ac-quistare una casa più piccola. E’vero che basta la rinuncia di miofratello anche prima della mortedel donante per disfarmi di que-sto appartamento?

rEVISIONE AutO, SI PuòFArE IN uN ALtrO StAtO

EurOPEO?Con la nuova direttiva europeache regola la revisione auto, es-sendo valida per tutti i Paesi UE,è possibile effettuare la revisionein un qualsiasi Stato membro?

No, non è possibile, nonostante lenorme in materia di revisione siano stateriviste dall'Unione europea. I veicoli devo-no ancora essere revisionati nello stessoStato in cui sono stati immatricolati, comeprevisto da Convenzione di Vienna sullacircolazione stradale del 1969. Se un vei-colo è stato immatricolato in Italia, è quiche deve essere sottoposto al controllo pe-riodico previsto per legge, né vi possonoessere revisionati veicoli esteri, neanche seprovenienti dagli altri Stati membri Ue.

Ma se due Stati firmano tra di loro ac-cordi per il reciproco riconoscimento deicontrolli effettuati sul territorio nazionale sipuò fare eccezione, e l'Italia ha stipulatouna convenzione solo con Svizzera. Per-tanto, solo per i veicoli con targhe rilasciatedalla questo Paese, peraltro non della UE,è possibile effettuare la revisione in Italia.

L’Esperto risponde a cura di Benito Risca

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22 LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Gli elettrodomestici, grandi opiccoli senza differenza, unavolta terminato il loro ciclo

di vita perché guasti o obsoleti (tecni-camente definiti “esausti”) vengono ca-talogati come rifiuti speciali (i cosid-detti Raee -Rifiuti di apparecchiatureelettriche o elettroniche).

Possono infatti disperdere nell'am-biente pezzi altamente inquinanti, manon solo per questo. Molti dei lorocomponenti sono anche materie primein esaurimento e diventa fondamentalericiclarle. Se correttamente smaltito,infatti, il nostro elettrodomestico di-venta una vera “miniera” di minerali dacui attingere.

Purtroppo non tutti hanno una co-scienza ecologica, con la conseguenzadi imbattersi spesso in discariche a cie-lo aperto con cataste di vecchi televiso-

ri, scaldabagni, lavatrici, forni, cucine,frigoriferi eccetera. Ed è facile accu-mulare in casa vecchi computer e cel-lulari che non si sa come smaltire.

Un vero errore, anche perché o siinfrange la legge, oppure non si sa chene esistono di apposite che incentiva-no uno smaltimento corretto. Ad esem-pio, si può approfittare delle formulecosiddette dell' “uno contro uno" edell' “uno contro zero". La prima pre-vede che tutti i rivenditori di apparec-chiature elettroniche ritirino gratuita-mente il Raee all'acquisto di un elet-trodomestico equivalente. "L'uno con-tro zero", in vigore da luglio 2016, dàinvece diritto a restituire gratis al ri-venditore apparecchiature molto pic-cole (sotto i 25 centimetri) senza dove-re acquistare niente in cambio. Quindicellulari, cd, gamepad, rasoi elettrici

ecc... ma ciò vale solo per i negozi piùgrandi, dalla metratura superiore ai400 metri quadri.

Cosa si può ricavareda un Raee

Ma vediamo più nel dettaglio checosa si può ricavare dai Raee. In unosmartphone, ad esempio, non c'è soloplastica. Secondo uno studio del Poli-tecnico di Milano, un cellulare contie-ne 9 grammi di rame, 11 grammi diferro, 250 mg di argento, 24 mg di oro,9 mg di palladio, 65 grammi di plasti-ca, 1 grammo di terre rare (Praseodi-mio, Neodimio, Cerio, Lantanio, Sa-mario, Terbio, Disprosio) e metalli pre-ziosi come cadmio, cobalto, rutenio.Con i nuovi processi, il riciclo neglismartphone è pari al 96% dei suoicomponenti. Non farlo incrementa ildanno ambientale e le emissioni di ani-dride carbonica, visto che solo perestrarre le materie prime necessarie aun singolo smartphone occorre scavareoltre 30 kg di roccia.

In un frigorifero invece troviamo25 kg di ferro, 1 di alluminio, 1 di ra-me (pari a 225 monete da 5 centesimidi euro) e 6 chili di plastica. Non rici-clarli significa buttare via una grandequantità di materie prime in esauri-

Eco & Bio (per una vita solidale e sostenibile)

Rifiuti speciali riciclarliè un dovere

E aiuta ambiente ed economia

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23LIBErA VOCE DI POLIZIA ItALIANA n. 4-5/2018

Ingredienti: 350 gr di fra-gole, 300 gr di ricotta, 150 grdi zucchero a velo, 2 albumi, 2dl di limoncello, 10 gr di gela-tina in fogli, sale e menta q.b.

Pulire delicatamente le fra-gole e passarle sotto acquafredda corrente, asciugarle etagliarne 300 gr a fettine. Met-teterle in una ciotola con 1,5dl di limoncello e 20 gr dizucchero a velo e farle riposa-re in frigorifero per circa un'ora.

Mettere la gelatina a bagno in acqua fredda, passare la ricotta al setaccio,unire lo zucchero a velo rimasto e 2-3 cucchiai della salsina al limoncellodelle fragole. Lavorare il composto con una forchetta e passarlo al setaccioin modo da ottenere una crema liscia e omogenea. Far scaldare il limoncellorimasto, unirvi la gelatina sgocciolata e strizzata e farla sciogliere bene.

Aggiungere la gelatina alla ricotta, lasciare raffreddare, prestando atten-zione a non far solidificare la crema, e incorporarvi delicatamente gli albumimontati a neve ben ferma con un pizzico di sale. Distribuire 2-3 fragole afettine sul fondo di 4 coppe, ricoprirle con la mousse e lasciare rassodare ildessert in frigorifero.

Decorare la mousse con le fragole rimaste tagliate a metà, e qualche fo-gliolina di menta.

L’angolo GourmetMOUSSE DI FRAGOLE E LIMONCELLO

mento, perché le riserve di rame, ar-gento e oro non sono infinite e più di-venterà difficile estrarle, maggioresarà il loro prezzo sul mercato. Senzacontare la dispersione di parti moltoinquinanti, come il freon, il maggioreimputato per il buco dell'ozono. Bastaun solo frigorifero per inquinare quan-to un'auto che percorre 15 mila chilo-metri.

Se si ricicla un forno microonde, in-vece, si fanno risparmiare 334 ki-lowatt/ora al processo di estrazione del-le sue materie prime e si contribuisce aevitare di immettere nell'ambiente tantaCO2 quanta ne produrrebbe un'auto chepercorre oltre 660 chilometri.

Gli italiani però sono un popolo di“accumulatori”, e secondo uno studiostipano in garage, soffitte e cantine 200milioni di pezzi tra televisori malanda-ti, vecchie radio e telefonini sorpassati.Solo questi, sarebbero 120 milioni, per-ché se ne comprano 40 milioni all'an-no. Insomma in media in un anno cia-scun italiano produce 13 chili di rifiutielettrici o elettronici.

Isole ecologiche per i RaeeMa come smaltire tale zavorra, se

non si può consegnare ai punti vendita? IlDecreto legislativo 49/2014, con i relatividecreti attuativi, stabilisce anzitutto l'ob-bligo di separare i Raee dagli altri rifiuti eavere cura di consegnarli ai soggetti inca-ricati della loro raccolta. Impone inoltre

ai Comuni di prevedere la creazione di“isole ecologiche”, nelle quali è possibileportare personalmente l'apparecchioesausto o, in alternativa, di predisporre ilritiro a domicilio. Nelle grandi città sonoattivi da tempo, ma adesso i centri piùpiccoli si stanno attivando per adeguarsialle normative europee, che in materiasono molto rigorose. Per saperne di più,occorre rivolgersi ai Comuni, oppureinformarsi sui siti specializzati.

L'obbligo di smaltire correttamenteriguarda comunque tutti. Se si è dub-biosi, magari per un piccolo elettrodo-mestico, basta controllare le istruzionio la confezione del prodotto, dove ap-pare l'emblema di un bidone dei rifiutibarrato. Per i vecchi e ingombranti ap-parecchi, viene da se che lo smaltimen-to seguirà lo stesso criterio.

Basta davvero poco, perché un cor-retto comportamento non ci fa infran-gere la legge, salva l'ambiente e anchel'economia del Paese, perché fa tornarea vivere le preziose materie prime inesaurimento.

Laura Turriziani

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