ESPANSIONI E CONTRAZIONI DELLA PARTECIPAZIONE … · delle serie storiche interrotte. Il metodo in...

ESPANSIONI E CONTRAZIONI DELLA PARTECIPAZIONE SCOLASTICA IN ITALIA DALL’INIZIO DEL XX SECOLO AD OGGI

Antonio Schizzerotto | Università di Trento & FBK-IRVAPP

CONVEGNO SCIENTIFICO

LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE 1929-2016

SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

25-26 NOVEMBRE 2016

Obiettivi della ricerca

(svolta in FBK-IRVAPP con la collaborazione di Giovanni Abbiati e Loris

Vergolini)

1. Analisi dell’influenza di breve periodo di alcune riforme scolastiche sulla

partecipazione ai vari ordini e gradi delle istituzioni educative italiane dal

1900 al 2014.

2. Analisi dell’influenza di breve periodo di alcune crisi economiche sulla

partecipazione ai vari ordini e gradi delle istituzioni educative italiane dal

1900 al 2014.

3. Analisi delle tendenze di lungo periodo della partecipazione ai vari ordini e

gradi delle istituzioni educative italiane dal 1900 al 2014.

2

25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA


Strumento di base delle analisi:

Costruzione di serie storiche di indicatori di partecipazione dal 1900 al 2014.

Fonti:

ISTAT dal 1900 al 2014 e MIUR 1999-2014 (iscritti e ripetenti al primo anno

delle scuole secondarie superiori).

3



Indicatori della partecipazione:

1. Tasso complessivo di scolarità (TCS) annuo, ossia proporzione dei soggetti

appartenenti alla classe di età (x-x+k) legalmente corrispondente a ciascun ordine e

grado del sistema scolastico italiano, nell’anno t, iscritti in detto ordine e grado,

all’anno scolastico t.

𝑇𝐶𝑆 =𝐼𝑥−𝑥+𝑘,𝑡

𝑃𝑜𝑝𝑥−𝑥+𝑘,𝑡

2. Tasso di transizione (TT) annuo da un ordine e grado (k) di istruzione a quello

immediatamente successivo (k+1), ossia rapporto tra gli iscritti non ripetenti alla prima

classe dell’ordine e grado k+1, nell’anno scolastico t+1, e i promossi dall’ultima classe

dell’ordine e grado k, nell’anno scolastico t.

𝑇𝑇 =𝐼1,𝑘+1,𝑡+1 − 𝑅1,𝑘+1,𝑡+1

𝑃𝑢,𝑘,𝑡

3. Tasso di transizione all’università (TTU), ossia rapporto tra gli immatricolati puri

all’università nell’anno t+1 e maturi nell’anno t:

𝑇𝑇𝑈 =𝐼1,𝑡+1

𝑀 𝑡

4



Motivi della scelta dei due indicatori di partecipazione scolastica

1. Motivi tecnici, riguardanti i dati disponibili.

Anteriormente al 1950 non sono disponibili dati su iscritti e ripetenti ai singoli anni di corso e sui promossi agli esami finali di ciclo ma solo iscritti complessivi ai vari ordini e gradi di istruzione. Dunque, TCS unico indicatore calcolabile per l’intero arco di tempo considerato nella ricerca.

I TLT sono quindi calcolabili solo per il periodo 1950-2014.

2. Motivi sostanziali, riguardanti l’appropriatezza della misura.

I tassi di transizione da un ciclo di istruzione all’altro esprimono meglio l’effettiva variazione della domanda di scolarità in quanto colgono l’intensità della propensione delle famiglie non tanto a far continuare un percorso formativo già iniziato dai loro figli e dalle loro figlie, quanto ad investire in un nuovo ciclo di studio degli stessi.

5



Crisi economiche individuate con riferimento al lavoro di Baffigi et al. (2013) e

considerate nelle analisi:

1929, 1973, 1979, 1992 e 2008

Selezionate in funzione della consistenza dei loro effetti sui tassi complessivi di

disoccupazione perché è la disoccupazione ad incidere, più delle variazioni del

PIL, sulle disponibilità economiche delle famiglie.

Esaminato l’effetto ritardato sugli indicatori di partecipazione scolastica di volta

in volta disponibili perché non sempre i tassi di disoccupazione assumono livelli

incisivi – tali, cioè, da incidere su componenti relativamente ampie della

popolazione – all’inizio della congiuntura economica negativa.

6



Riforme scolastiche considerate nelle analisi: solo quelle che hanno inciso

sull’ordinamento del sistema scolastico italiano.

1904 (legge Orlando), 1923 (riforma Gentile), 1940 (legge Bottai), 1961

(piccola liberalizzazione degli accessi all’università), 1962 (legge istitutiva della

media unica); 1969 (completa liberalizzazione degli accessi all’università); 1999

(estensione dell’obbligo ai 15 anni); 2001 (riforma universitaria del 3+2).

Tre riforme successive (Moratti, Fioroni e Gelmini) riguardanti le scuole

secondarie superiori non sono state considerate nelle analisi perché fin dal

2001 la totalità dei licenziati dalla terza media si iscrive al primo anno di questo

ciclo di studi e perché da quell’anno anche i tassi complessivi di scolarità sono

vicinissimi alla soglia della totalità della popolazione in età pertinente.

7



8

Tassi di scolarità 1900-1945



80

90

10

011

012

0

1900 1904 1910 1915 1920 1923 1929 1935 1940 1945

Tasso di partecipazione nelle scuole elementari

05

10

15

1900 1905 1910 1915 1920 1923 1929 1935 1940 1945

Tasso di partecipazione nelle scuole secondarie

01

23

4

1900 1905 1910 1915 1920 1923 1929 1935 1940 1945

Tasso di partecipazione nelle università

Legenda: riforme crisi economiche

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Tassi di scolarità e di transizione 1950-2014



20

40

60

80

10

012

0

1950 1963 1973 1979 1990 2000 2014

Tasso di partecipazione nelle scuole secondarie I grado

60

70

80

90

10

011

0

1950 1963 1973 1979 1990 1999 2014

Tasso di transizione nelle scuole secondarie I grado

020

40

60

80

10

0

1950 1963 1973 1979 1992 1999 2003 2007 2014

Tasso di partecipazione nelle scuole secondarie II grado

60

70

80

90

10

011

0

1950 1963 1973 1979 1992 1999 2003 2007 2014

Tasso di transizione nelle scuole secondarie II grado

10

Tassi di scolarità e di transizione 1950-2014



50

60

70

80

90

10

0

1950 1961 1969 1973 1979 1992 2001 2008 2014

Tasso di transizione all'università

010

20

30

40

50

1950 1961 1969 1973 1979 1992 2001 2008 2014

Tasso di partecipazione nell'università

Strategia di identificazione

Gli effetti delle crisi economiche e delle riforme scolastiche sono stimati utilizzando il metodo delle serie storiche interrotte. Il metodo in questione utilizza un modello di regressione per dati aggregati che tiene conto dei problemi di autocorrelazione e viene utilizzato per stimare l’effetto sulla soglia. Formalmente, si tratta di specificare un modello di regressione lineare che assume la seguente forma:

𝑌𝑡 = 𝛽0 + 𝛽1𝑇𝑡 + 𝛽2𝑇𝑡2 + 𝛽3𝐷𝑡 + 𝛽4𝑇𝑡𝐷𝑡 + 𝛽5 𝑇𝑡𝐷𝑡

2 + 𝜖𝑡

dove, Yt rappresenta l’outcome di interesse a livello aggregato (tasso di scolarità o di transizione); Tt rappresenta l’estensione temporale della finestra osservativa; Dt è una variabile dicotomica che identifica il periodo pre-(0) e post-(1) riforma o crisi; infine, Tt Dt è il parametro espressivo dell’interazione.

È stata considerata una specificazione quadratica del modello al fine di tenere conto di possibili andamenti non lineari delle variazioni della domanda collettiva di istruzione. Queste variazioni non lineari derivano dall’operare di fenomeni di imitazione dei comportamenti verso le istituzioni educative assunte da uno o più gruppi (in genere, collocati in posizioni superiori) da parte di altri gruppi ad essi prossimi (ancorché collocati, di norma, in posizioni inferiori) nel sistema della stratificazione sociale. Questi meccanismi imitativi possono ampliare o contenere la portata delle reazioni alle riforme e alle crisi e, dunque, gli effetti delle une e delle altre.

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12

Scuola primaria: effetti delle riforme scolastiche

Effetto Std. Err.

Riforma Orlando 4.574* 2.573



70

80

90

10

011

012

0

1880 1890 1900 1905 19201910 1930 1940

Riforma Orlando

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Scuola secondaria: effetti delle riforme scolastiche

Effetto Std. Err.

Riforma Gentile -2.599*** 0.637

Riforma Bottai 2.819*** 0.922



04

812

16

1900 1910 1923 1930 1940

Riforma Gentile

04

812

16

1900 1910 1920 1930 1940 1950

Riforma Bottai

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Scuola secondaria inferiore: effetti delle riforme scolastiche

Effetto Std. Err.

Scuola media unica 7.150*** 3.488



40

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0

1954 1960 1963 1965 1970 1975 1980

Riforma della scuola media unica

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Scuola secondaria superiore: effetti delle riforme scolastiche



Effetto Std. Err.

Scuola media unica 6.068*** 1.980

Obbligo scolastico 6.712*** 2.120

65

70

75

80

85

1955 1960 1967 1970 1975 1980

Riforma della scuola media unica

70

80

90

10

011

0

1980 1990 2000 2005 2014

Riforma dell'obbligo scolastico

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Scuola secondaria: effetti delle crisi economiche

Effetto Std. Err.

Crisi 1929 0.132 0.373



04

812

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1900 1905 1910 1915 1920 1925 1930 1935 1940

Crisi 1929

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Scuola secondaria inferiore: effetti delle crisi economiche



40

50

60

70

80

90

10

0

1954 1960 1965 1970 1975 1980 1985

Crisi 1973

Effetto Std. Err.

Crisi 1973 0.810 1.532

Crisi 1979 1.034 1.034

40

50

60

70

80

90

10

0

1954 1960 1965 1970 1975 1981 1985 1990

Crisi 1979

18

Scuola secondaria superiore: effetti delle crisi economiche



70

80

90

10

0

1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

Crisi 1973

70

80

90

10

0

1955 1960 1965 1970 1975 1981 1985 1990 1995 2000

Crisi 1979

70

80

90

10

0

1980 1985 1990 1994 2000 2005 2010 2014

Crisi 1992

Effetto Std. Err.

Crisi 1973 -6.296** 3.028

Crisi 1979 0.604 1.309

Crisi 1992 -0.418 1.662

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Università: effetti delle riforme scolastiche

Effetto Std. Err.

Riforma Gentile -0.195* 0.113



01

23

4

1900 1910 1923 1930 1940

Riforma Gentile

20

Università: effetti delle riforme scolastiche



50

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80

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10

0

1950 1955 1960 1965 1969 1975 1980 1985 1990

Completa liberalizzazione degli accessi

50

60

70

80

90

10

0

1950 1955 1961 1965 1970 1975 1980 1985 1990

Piccola liberalizzazione degli accessi

50

60

70

80

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0

1980 1985 1990 1995 2001 2005 2010 2014

Riforma del 3+2

Effetto Std. Err.

Piccola liberalizzazione 3.027 1.916

Completa liberalizzazione 9.931*** 2.641

Riforma del 3+2 10.973*** 2.763

21

Università: effetti delle crisi economiche



01

23

4

1900 1905 1910 1915 1920 1925 1930 1935 1940

Crisi 1929

50

60

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80

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0

1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990

Crisi 1973

50

60

70

80

90

10

0

1950 1955 1960 1965 1970 1975 1981 1985 1990

Crisi 1979

Effetto Std. Err.

Crisi 1929 0.061 0.076

Crisi 1973 -8.909* 4.821

Crisi 1979 -11.812*** 3.996

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Università: effetti delle crisi economiche



Effetto Std. Err.

Crisi 1992 -12.781* 3.794

Crisi 2008 -3.876** 1.894

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1980 1985 1990 1994 2000 2005 2010 2014

Crisi 1992

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1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2014

Crisi 2008

Conclusioni

Dall’inizio del XX secolo ad oggi, si è manifestato nel Paese un processo

pressoché continuo di espansione della partecipazione scolastica che ha

riguardato dapprima l’istruzione elementare, quindi quella secondaria inferiore e,

infine, quella secondaria superiore.

Su questa dinamica pressoché nulla è stata l’influenza delle crisi economiche.

Quanto alle riforme scolastiche, esse hanno avuto impatti positivi o nulli, con

l’unica eccezione rappresentata dalla riforma Gentile che nel breve periodo è

effettivamente riuscita a contenere i passaggi dalle elementari alle medie

inferiori, da queste ultime alle superiori e da esse all’università.

23



Conclusioni

Quest’ultima, cioè l’istruzione universitaria, segue traiettorie profondamente

diverse. Nel suo caso, infatti, le riforme hanno manifestato, in generale, effetti

positivi di breve durata, mentre le crisi economiche hanno quasi sempre avuto

impatti fortemente negativi, non sempre riassorbiti negli anni successivi alla loro

manifestazione.

24



Conclusioni

La possibile spiegazione delle dinamiche riguardanti la domanda di istruzione

può essere ricercata nella sostanziale gratuità dell’istruzione d’obbligo e nei

costi diretti alquanto contenuti di quella secondaria superiore, congiuntamente

alla, tutto sommato, costante crescita del benessere mediamente goduto dalla

famiglie italiane.

Nel caso dell’istruzione universitaria si devono, invece, prendere in

considerazione i suoi non marginali costi diretti, l’incidenza, anch’essa non

banale, dei costi indiretti e, soprattutto, la contenuta domanda di alta

qualificazione proveniente dal sistema economico italiano, così come i

conseguenti limitati ritorni occupazionali delle lauree i quali rendono assai poco

attraente l’investimento in istruzione terziaria, soprattutto in periodi di crisi

economica.

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26

Grazie per l’attenzione

[email protected]



Appendice (1)

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PIL pro capite in migliaia di euro (valori concatenati al 2005)

Appendice (2)

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Appendice (3)

Fonti: Istat dal 1990 al 2000, Miur dal 2001 al 2009, Anvur per il 2011 e il 2013

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Andamento nel tempo delle tasse di iscrizione all’università

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