ACIDOSI RUMINALE - · PDF filecontenuto grasso del latte • Meteorismo del rumine •...

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ACIDOSI RUMINALE ACIDOSI RUMINALE SUBACUTA/CRONICA L‘acidosi subacuta o cronica compare nella fase inizi- ale della lattazione a causa della somministrazione di razioni contenenti quantità eccessive di foraggio con- centrato. A differenza dell‘acidosi acuta, il valore del pH permane costantemente inferiore a 6,0. Spesso il problema coinvolge la mandria intera. I sintomi sono rappresentati da feci pastose e dall‘odore acre. La mancanza di una chiara sintoma- tologia non consente la diagnosi immediata di questa affezione. ACIDOSI RUMINALE ACUTA Improvviso e drastico aumento di foraggio concentra- to nella dieta (ad esempio, quando l‘animale si ciba senza controllo di grandi quantità di foraggio oppure in caso di mal funzionamento del distributore automa- tico di foraggio) La malattia compare con chiari sintomi (forte diarrea) ed evolve spesso sino al decesso dell‘animale. L‘acidosi ruminale è un disturbo digestivo caratterizzato dall‘abbassamento dei valori del pH ruminale da 6 a 4. L‘acidosi ruminale danneggia in poco tempo (pochi giorni) le mucose e ne inibisce la funzione protettiva contro gli agenti nocivi. Di conseguenza possono insorgere infiammazioni della mammella, delle articolazioni e dell‘utero così come certe affezioni del metabolismo quali chetosi e febbre da latte. I primi sintomi possono comparire da poche settimane ad alcuni mesi dalla contrazione della malattia. CONTRAZIONE DELLA MALATTIA La causa dell‘ acidosi viene attribuita nella maggioranza dei casi ad un‘alimentazione unilaterale contenente carboidra- ti facilmente digeribili (cereali, miscele di cereali, foraggio concentrato), in particolare quando questi foraggi vengono assunti all‘inizio del periodo di foraggiamento e/o la razione di foraggio di base risulta eccessivamente ridotta. I carboidrati facilmente digeribili, se assunti in grandi quan- tità, per la loro caratteristica struttura, provocano una ridotta attività ruminale e di conseguenza una ridotta produzione salivare; il grado di acidità del rumine si abbassa. Ciò produce effetti negativi sulla flora ruminale e sulla di- gestione. In ambiente acido i batteri dell‘acido lattico, così come altri batteri (i coliformi ad esempio), si moltiplicano più velocemente e formano batteriotossine (endotossine) che confluiscono nel sangue attraverso la mucosa ruminale danneggiata. La ridotta assunzione di fibre grezze nel rumine determina il calo dell‘ acido acetico (indispensabile per la sintesi del grasso del latte) e l‘aumento dell‘ acido propionico (indis- pensabile per l‘ingrasso). Di conseguenza il contenuto di grasso nel latte diminuisce nonostante l‘animale continui ad ingrassare. Poiché l‘acido acetico rappresenta la pietra mi- liare per la formazione dell‘ormone estrogeno, si registrano anche problemi della fertilità quali ad esempio cisti, calore silente, ecc. CAUSE Eccessiva somministrazione di mangimi concentrati per razione (superiore a kg.1,5 a razione) Assunzione eccessiva di foraggio di base che fornisce energia facilmente assimilabile (amido, zuccheri) Limitata assunzione di foraggio base a causa di un‘errata tecnica di alimentazione, malattie e fattori stressanti (condi- zioni ambientali, clima, uomo, ecc.) Fig. 1: Forme di acidosi ruminale SINTOMI • Iniziale inappetenza sino al rifiuto assoluto di mangiare e bere • Calo consistente della montata lattea e del contenuto grasso del latte • Meteorismo del rumine • Animali pigri e svogliati che prediligono la posizione acco- vacciata • Tremori e contrazioni muscolari, articolazioni doloranti • Diaforesi • Diarrea acida, chiara, verdognola • Manto opaco e sporco • Febbre, superficie corporea umida e fredda ACIDOSI RUMINALE

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ACIDOSI RUMINALE

ACIDOSI RUMINALE SUBACUTA/CRONICAL‘acidosi subacuta o cronica compare nella fase inizi-ale della lattazione a causa della somministrazione di razioni contenenti quantità eccessive di foraggio con-centrato. A differenza dell‘acidosi acuta, il valore del pH permane costantemente inferiore a 6,0. Spesso il

problema coinvolge la mandria intera.

I sintomi sono rappresentati da feci pastose e dall‘odore acre. La mancanza di una chiara sintoma-tologia non consente la diagnosi immediata di questa

affezione.

ACIDOSI RUMINALE ACUTAImprovviso e drastico aumento di foraggio concentra-to nella dieta (ad esempio, quando l‘animale si ciba senza controllo di grandi quantità di foraggio oppure

in caso di mal funzionamento del distributore automa-tico di foraggio)

La malattia compare con chiari sintomi (forte diarrea) ed evolve spesso sino al decesso dell‘animale.

L‘acidosi ruminale è un disturbo digestivo caratterizzato dall‘abbassamento dei valori del pH ruminale da 6 a 4. L‘acidosi ruminale danneggia in poco tempo (pochi giorni) le mucose e ne inibisce la funzione protettiva contro gli agenti nocivi.Di conseguenza possono insorgere infiammazioni della mammella, delle articolazioni e dell‘utero così come certe affezioni del metabolismo quali chetosi e febbre da latte.I primi sintomi possono comparire da poche settimane ad alcuni mesi dalla contrazione della malattia.

CONTRAZIONE DELLA MALATTIALa causa dell‘ acidosi viene attribuita nella maggioranza dei casi ad un‘alimentazione unilaterale contenente carboidra-ti facilmente digeribili (cereali, miscele di cereali, foraggio concentrato), in particolare quando questi foraggi vengono assunti all‘inizio del periodo di foraggiamento e/o la razione di foraggio di base risulta eccessivamente ridotta.I carboidrati facilmente digeribili, se assunti in grandi quan-tità, per la loro caratteristica struttura, provocano una ridotta attività ruminale e di conseguenza una ridotta produzione salivare; il grado di acidità del rumine si abbassa.Ciò produce effetti negativi sulla flora ruminale e sulla di-

gestione. In ambiente acido i batteri dell‘acido lattico, così come altri batteri (i coliformi ad esempio), si moltiplicano più velocemente e formano batteriotossine (endotossine) che confluiscono nel sangue attraverso la mucosa ruminale danneggiata.La ridotta assunzione di fibre grezze nel rumine determina il calo dell‘ acido acetico (indispensabile per la sintesi del grasso del latte) e l‘aumento dell‘ acido propionico (indis-pensabile per l‘ingrasso). Di conseguenza il contenuto di grasso nel latte diminuisce nonostante l‘animale continui ad ingrassare. Poiché l‘acido acetico rappresenta la pietra mi-liare per la formazione dell‘ormone estrogeno, si registrano anche problemi della fertilità quali ad esempio cisti, calore silente, ecc.

CAUSE• Eccessiva somministrazione di mangimi concentrati per razione (superiore a kg.1,5 a razione)• Assunzione eccessiva di foraggio di base che fornisce energia facilmente assimilabile (amido, zuccheri)• Limitata assunzione di foraggio base a causa di un‘errata tecnica di alimentazione, malattie e fattori stressanti (condi-zioni ambientali, clima, uomo, ecc.)

Fig. 1: Forme di acidosi ruminale

SINTOMI• Iniziale inappetenza sino al rifiuto assoluto di mangiare e bere • Calo consistente della montata lattea e del contenuto grasso del latte • Meteorismo del rumine • Animali pigri e svogliati che prediligono la posizione acco-vacciata • Tremori e contrazioni muscolari, articolazioni doloranti • Diaforesi • Diarrea acida, chiara, verdognola • Manto opaco e sporco • Febbre, superficie corporea umida e fredda

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• Presenza limitata di fibra grezza nella razione, utilizzo di mangime concentrato (foraggio base: contenuto di mangime concentrato=inferiore a 60:40). Il pericolo è incombente so-prattutto all‘inizio della lattazione.• Cambiamenti non rilevati del tasso di umidità nel foraggio base (foraggio secco fresco) • Alimentazione con foraggio insilato di mais ad alta digeri-biltà• Grandi quantità di foraggio base di seconda falciatura e dei tagli successivi • Errori nel passaggio dalla razione secca alla razione da lattazione

FORME DI ACIDOSI RUMINALEA seconda del grado e della durata dell‘ iperacidità si distin-gue fra forma acuta, subacuta e cronica (figura 1).

PROFILASSINei casi meno gravi è sufficiente modificare la dieta som-ministrando razioni ricche di fibra strutturata (fieno di primo taglio) per stimolare la produzione salivare.La razione dovrebbe contenere almeno il 18% di fibra grez-za o il 12% di fibra strutturata.

PREVENZIONE• Somministrare il mangime concentrato a più riprese • Rispettare la sequenza nella somministrazione del forag-gio di base: dapprima il foraggio secco quindi il mangime concentrato• Alimentare gli animali con foraggio di base che garantisce stabilità al rumine• La razione non dovrebbe contenere più del 25%/kg di amido e zuccheri. In presenza di grandi quantità di insilato di mais, al massimo 30%/kg• Alimentazione combinata con fermenti che riducono l‘acido lattico nel rumine• Attenta rilevazione dei casi di inappetenza• Esame delle condizioni fisiche dell‘animale• Miglioramento del clima e della gestione della stalla (è risaputo infatti che stalle mal aerate riducono l‘assunzione di foraggio)• Eventuale introduzione di regolatori del pH (bicarbonato di calcio e di sodio)

Introduzione eccessiva nella dieta di

carboidrati di facile digeribilità

Ridotta assunzione di foraggio a causa di diete non appropriate, stress e malattie

Fibra grezza poco strutturata

Ruminazione ridotta – ridotta produzione salivare

Acido acetico: alterazioni nel rapporto con l‘ acido propionico

Danni alle mucose

Il valore pH diminuisceAcidosi ruminale

Problemi agli unghioni (infiammazioni, ulcera-zioni della suola, ecc)

Ipofecondità ( calore silente, cisti, ecc)

Alterazioni nella pro-duttività lattiera e nei

contenuti del latte

Danni agli organi interni, chetosi e febbre da latte