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ISTITUTO COMPRENSIVO DI TAVAGNACCO Scuola Secondaria I grado «Egidio Feruglio» Feletto Umberto 14 marzo Giornata del Pi Greco 7° Edizione Martedi, 14 marzo 2017 DOCUMENTAZIONE DELL’ATTIVITA’ DELLE CLASSI PRIME

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  • ISTITUTO&COMPRENSIVO&DI&TAVAGNACCO Scuola&Secondaria&I&grado&«Egidio&Feruglio»

    Feletto&Umberto

    14#marzo Giornata#del#Pi#Greco

    7°##Edizione Martedi,#14#marzo#2017

    DOCUMENTAZIONE#DELL’ATTIVITA’#

    #DELLE#CLASSI#PRIME

  • Per la giornata internazionale del Pi Greco le classi prime hanno ascoltato la lettura di brani scelti da "Il mago dei numeri" di Enzensberger, e si sono cimentati nella risoluzione dei quesiti matematici proposti. Guidati nella scelta dei personaggi da un set di carte creato apposta per loro, hanno poi inventato una fiaba in cui il protagonista doveva, per risolvere le proprie vicende, rispondere a quegli stessi quesiti matematici che gli alunni avevano appena affrontato. Per un risultato ancora più interdisciplinare, alcuni alunni hanno anche realizzato illustrazioni della propria fiaba. Qui sono raccolte tutte le fiabe, accompagnate da alcuni dei disegni prodotti. Classe Titolo Carte estratte

    1A L’indovinello impossibile

    Protagonista: l’Apprendista Matematico Antagonista: l’Infinito Incarnato Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: il Gatto Non Dire 4 Oggetto magico: la Bacchetta Proporzionata

    1B La memoria perduta del matematico

    Protagonista: l’Apprendista Matematico Antagonista: la Fata Smemorata Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: la Strega Ottusa Oggetto magico: la Bacchetta Proporzionata

    1C La giornata del Pigreco!

    Protagonista: la Bambina di Carta Antagonista: la Fata Smemorata Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: la Strega Ottusa Oggetto magico: i Dadi Platonici

    1D La magia della matematica

    Protagonista: la Bambina di Carta Antagonista: l’Infinito Incarnato Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: Pierino Studiapochino Oggetto magico: i Dadi Platonici

    1E Innumerevoli avventure

    Protagonista: la Bambina di Carta Antagonista: la Fata Smemorata Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: la Strega Ottusa Oggetto magico: il Quaderno Senzasbagli

    1F Un furto inaspettato

    Protagonista: l’Apprendista Matematico Antagonista: il Drago Mangianumeri Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: Pierino Studiapochino Oggetto magico: la Bacchetta Proporzionata

    1G Steve e la bussola della verità

    Protagonista: L’arciere della circonferenza Antagonista: il Drago Mangianumeri Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: il Gatto Non Dire 4 Oggetto magico: La Bussola della Verità

    1H Angelina Cartina

    Protagonista: la Bambina di Carta Antagonista: il Demone Illogico Aiutante del protagonista: il Mago dei Numeri Aiutante dell’antagonista: Pierino Studiapochino Oggetto magico: i Dadi Platonici

  • L’INDOVINELLO IMPOSSIBILE

    classe 1A

    Nel pianeta Matcon, in cui vivevano i Matconiani, governava l’Infinito Incarnato, un serpente lunghissimo, senza fine. Questo voleva che tutti gli abitanti fossero bravi nella matematica. Il serpente aveva un’aiutante: il gatto “Non dire 4”, che ogni settimana annunciava il Matconiano che avrebbe dovuto risolvere un indovinello di matematica la settimana dopo. Di solito l’Infinito Incarnato chiamava chi gli stava antipatico a risolverlo. Infatti un ragazzo, Franse Gianpie, che era felice e non studiava mai la matematica, perché pensava che non l’avrebbero mai chiamato per l’indovinello, fu chiamato, visto che suo padre stava antipatico al serpente. In quel momento incominciò il panico, perché se non lo risolveva sarebbe andato in prigione. Allora andò al palazzo dell’Infinito Incarnato per sentire l’indovinello. Entrò nella stanza in cui c’era il sovrano che gli disse: ”UN TRIANGOLO BASE EVOLUTO TROVERAI CHE PRONUNCIARE INTERAMENTE NON POTRAI, PER RISOLVERE L’INDOVINELLO DOVRAI USARE QUASI SOLO IL TUO CERVELLO, ALTRIMENTI ANCHE SE INDOVINERAI, LA PROVA TU NON PASSERAI”. Quindi Franse Gianpie cercò di pensare all’indovinello, ma visto che non aveva studiato la matematica non sapeva niente. Due giorni dopo, Franse Gianpie era disperato. Allora quella mattina comparì il mago dei numeri che incominciò a parlargli: ”Io sono il mago dei numeri, so che tu non hai mai studiato la matematica, sono qui per aiutarti perché devi risolvere un indovinello, ti dò questa bacchetta, con cui non potrai risolvere l’indovinello intero, ma solo una parte come ha detto l’Infinito Incarnato”.

    Franse Gianpie la afferrò e prese un libro di matematica e andò sull’indice, poi cercò di ricordarsi l’indovinello: ”Un triangolo base evoluto” e andò a cercare; trovò le cifre 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, e 9, la base della matematica, e vide che nessuna era un triangolo, quindi si scervellò ma non riuscì a trovare la soluzione. Poi vide la bacchetta e la scosse un po’, improvvisamente il foglio diventò giallo e al posto del 4 si formò un triangolo, allora capì che era il 4. Poi, pensando di aver trovato la soluzione, andò a dormire. Nel sonno fece un sogno in cui c’era l’Infinito Incarnato che gli diceva che il triangolo evoluto lui non poteva pronunciare! Si svegliò di colpo visto che mancava un giorno alla consegna dell’indovinello. Andò ancora sull’indice ma non c’era niente a che fare con l’evoluzione. Allora girò le pagine e se le studiò tutte, ma non riuscì a trovare la soluzione. In quel momento comparì di nuovo il mago dei numeri che lo incoraggiò: ”Dai Franse Gianpie, non scoraggiarti, pensa bene ora che hai studiato e sono sicuro che troverai la soluzione!”

  • Allora il ragazzo incoraggiato dal mago continuò a studiare, quando mancavano solo due ore alla risposta dell’indovinello. Continuò ancora ma un’ora e mezza dopo si arrese. Poco dopo andò al palazzo dell’Infinito Incarnato per rispondere all’indovinello. Il sovrano gli disse: ”Allora mio suddito dammi la risposta dell’indovinello o andrai in prigione!“ In quei 20 secondi ripensò a tutto quello che aveva studiato: le frazioni, le cifre, moltiplicare per 10, 100, 1000, l’unità, la decina, la centinaia che erano un altro modo per dire 10 20 30 40 50 60 70 80 90, allora capì e rispose: ”la soluzione è 4 decine, perché il triangolo è il 4 evoluto vuol dire x10, quindi 4 decine!” Così il serpente perse e Franse Gianpie non andò in carcere.

  • LA MEMORIA PERDUTA DEL MATEMATICO classe 1B

    - Buon decimo compleanno, Archie! - Grazie, Primus! Certo, sarebbe più bello se ci fosse anche papà… - C’è qualcosa che devi sapere a proposito di tuo padre. - Cos’altro c’è da sapere? E’ morto sei anni fa, quando Anna la Fata Smemorata e Medusa la Strega Ottusa assaltarono il Castello dalle Infinite Stanze che era la nostra casa, condannandoci a vivere in questa lurida baracca. - A parte che non è così lurida- rispose Primus stizzito, - devi sapere che tuo padre non è morto. Archie lo guardò sgranando gli occhi, poi lo stupore lasciò il posto al fastidio: - Ma perché non me lo hai detto prima? Per sei anni mi hai fatto credere che fossi rimasto orfano per niente? Dov’è allora? Perché non è con noi? - Non potevo dirtelo prima perché non eri grande abbastanza per capire e soprattutto per fare ciò che serve a salvarlo. - E perché adesso invece sarei pronto?- Continuò Archie sempre più innervosito. - Guardati il palmo della mano destra, - suggerì Primus. Sul palmo di Archie si poteva vedere questo disegno:

    - E allora? Sarà una voglia… l’ho sempre avuta! - Ma sai cosa significa? - Perché dovrebbe significare qualcosa? - Te l’ha fatto tuo padre quando eri piccolo, e indica l’età che dovevi compiere per essere abbastanza grande da iniziare a studiare e capire i segreti della matematica di cui si occupava tuo padre. - Al diavolo la matematica!- Gridò Archie. - Adesso mi interessa di più un altro segreto! Se mio padre non è morto, allora cos’è successo con quelle due? - Se ti calmi te lo racconto. Primus spiegò ad Archie quello che era successo sei anni prima: Oremun, il padre di Archie, aveva un oggetto magico di grande valore, la Bacchetta Proporzionata, che Anna la Fata Smemorata voleva rubare. Per questo motivo aveva attaccato il Castello. Però Oremun, che era un matematico straordinario, aveva calcolato le probabilità che Anna e Medusa attaccassero il Castello e nascosto la Bacchetta in modo che non potessero trovarla. Nella fretta di nasconderla, era riuscito a lasciare degli indizi perché il figlio, un giorno, potesse ritrovare la Bacchetta, ma mentre stava per attivare le difese del Castello era stato sorpreso da Medusa. Anna la Fata Smemorata, cercando di leggere nella sua mente quale fosse il nascondiglio della Bacchetta, gli aveva invece cancellato la memoria, forse per colpa di Medusa. Primus era presente e aveva cercato di aiutare l’amico, ma quando si era accorto che Oremun non lo riconosceva più, era fuggito portando in salvo Archie.

  • - Non sono riuscito a far scappare anche lui, mi dispiace, - concluse Primus. - Hai fatto del tuo meglio, Primus. Ora che ho dieci anni, insegnami i segreti della matematica, così sconfiggeremo Anna e Medusa e salveremo papà! Non mi hai ancora detto dove pensi che sia… Anna gli ha fatto del male? - Secondo i miei calcoli, tuo padre è ancora nel Castello. Ha perso la memoria, non l’intelligenza e di sicuro non l’intuito matematico! Sono sicuro che è riuscito a nascondersi nel Castello, e sono sicuro che ha nascosto la Bacchetta troppo bene perché due svampite come Anna e Medusa siano riuscite a trovarla! - Allora cosa stiamo aspettando? Insegnami tutto e partiamo in missione!

    +++

    Alcuni giorni e molte lezioni di matematica dopo, Archie aveva capito tutto sui numeri triangolari, come quello sul palmo della sua mano, e sapeva calcolarli a occhi chiusi. Padroneggiava anche i numeri quadrati e persino quelli pentagonali. Sapeva che la sequenza dei numeri triangolari comincia così: 1 – 3 – 6 – 10 – 15 – 21 – 28 – 36 – 45, sapeva continuarla all’infinito, sapeva usarla per calcolare la somma dei numeri “normali” da 1 a qualsiasi numero intero. Aveva scoperto il significato del suo tatuaggio. Aveva imparato a far saltellare i numeri, a riconoscere i numeri principi, a maneggiare i numeri irragionevoli e quelli ragionevoli, e prima di addormentarsi giocava sempre con i numeri bonaccioni. Era finalmente pronto per andare a cercare suo padre.

    +++

  • Quando Primus e Archie arrivarono al portone del Castello, si accorsero che tra le venature del legno si poteva vedere una faccia misteriosa. Con stupore di Archie, la faccia gli parlò: - Se aprirmi tu vorrai, a questa domanda rispondere dovrai: sommando due numeri triangolari dammi 76 in modi vari! Archie ci pensò rapidamente e subito rispose: - Facilissimo! 66 + 10 oppure 55 + 21. La porta si aprì. - E ora cosa facciamo? Io il Castello me lo ricordo pochissimo...- Disse Archie a Primus. - Conoscendo tuo padre, io inizierei a cercare proprio dalla stanza 76. I due si erano appena avviati lungo il corridoio, quando arrivò Anna la Fata Smemorata. - E voi che cosa fate qua? Come siete riusciti a entrare? Senza degnarla di una risposta, i due iniziarono a correre. Mentre scappavano, Primus sussurrò ad Archie: - Dobbiamo separarci! Io cercherò di trattenere Anna, tu vai a fare quel che devi fare!

    +++

    Archie arrivò indisturbato alla stanza 76. La stanza era completamente vuota, a parte un piccolo tavolino con sopra una vecchia pergamena. Archie la srotolò, riconobbe la grafia del padre e iniziò a leggere: - Trova due numeri triangolari vicini che, sommati tra loro, danno 169. Solo uno dei due è il prodotto di due numeri principi. Entra nella stanza con quel numero. - Sembra un esercizio per apprendisti svogliati, - pensò Archie. -Per fortuna io sono uno in gamba, 169 è 78 + 91, e 91 è il prodotto di 7 e 13, lo sa anche un bambino! Con passo deciso, Archie si incamminò verso l’Ala dei Numeri Dispari.

    +++ Intanto, nell’atrio, Primus stava combattendo contro Anna per impedirle di seguire Archie. Le lanciava contro operazioni, espressioni e problemi, da cui la Fata Smemorata non riusciva a liberarsi perché non sapeva nessuna risposta. Stava persino perdendo la capacità di ragionare, e non si ricordava più perché mai volesse impedire al ragazzino di entrare in casa.

    +++

    Davanti alla porta 91, Archie si fermò un momento per riprendere fiato. Gli sembrava di aver corso davanti a centinaia di stanze. Era pronto ad entrare, quando si accorse che su quella porta non c’era la maniglia. Provò a spingere con tutte le sue forze. Niente da fare, la porta non si voleva aprire! Sempre più freneticamente, si mise a tastare i bordi alla ricerca di un meccanismo segreto di apertura. Disperato e stanco, si buttò per terra con la schiena contro la porta… e la sentì scivolare di qualche centimetro verso sinistra. - Che sciocco, - si disse, - è una porta scorrevole! All’interno, la stanza era più disordinata della capanna in cui viveva con Primus. Come trovare l’indizio, tra tante mercanzie ammucchiate? Sicuramente però la stanza era quella giusta… Doveva solo scovare la prossima traccia. Si stava guardando in giro, sperando che Primus riuscisse a trattenere Anna, quando con la coda dall’occhio notò delle scritte sul muro… ma anche leggendole e rileggendole non avevano nessun significato. Passò oltre e iniziò ad aprire cassetti e ante di armadi, rovesciando il contenuto sul pavimento, senza trovare nulla di utile. Sempre più disperato, si guardò intorno: aveva buttato tutto a soqquadro per nulla. Lo sguardo però gli cadde su uno specchio d’argento, che rifletteva il muro che aveva scartato prima e … parole leggibili! - Trova la somma dei numeri “normali” da 1 a 18. Archie ripensò alla sequenza dei numeri triangolari, fece un paio di calcoli e si mise a cercare la stanza 171.

  • +++ Intanto Medusa la Strega Ottusa si stava aggirando nel labirinto dei corridoi; era delusa perché Anna l’aveva di nuovo accusata di essere stupida.

    +++ _ Archie trovò la stanza 171 tra la 223 e la 1,3. La stanza era buia e tutti i mobili erano rettangoli particolarmente armoniosi, non troppo alti né troppo lunghi. Da uno di questi mobili proveniva una strana melodia di xilofono, ma lo strumento non era in vista e i cassetti sembravano troppo piccoli per poterne contenere uno. Archie si addentrò nella stanza, cercando di non scivolare sulle lucide piastrelle di marmo. Dopo tre passi, per colpa di una piastrella ballerina, stava per perdere l’equilibrio, ma non fece in tempo a preoccuparsi del pavimento, perché si trovò quasi accecato da una forte luce bianca fredda che pulsava a ritmo con la musica. Il fascio di luce puntava al cassetto da cui sembrava uscire la melodia dello xilofono. Incuriosito, Archie aprì il cassetto: dentro trovò uno scrigno di legno dorato, che sul davanti aveva una serie di pietre preziose incastonate in file regolari. Archie si stava rigirando il cofanetto tra le mani, cercando di capire come aprirlo, quando i punti del suo tatuaggio cominciarono a bruciare come se qualcuno li stesse ripassando con un fiammifero acceso. Inizialmente, si concentrò sul dolore, soffiandosi sul palmo; poi si ricordò che secondo Primus il tatuaggio era stato fatto da suo padre. - Magari è un indizio, - si disse, - tentare non nuoce. Provò quindi a premere le gemme del cofanetto che corrispondevano per posizione ai punti sulla sua mano. Dovette provare un paio di volte, cambiando l’ordine delle pietre premute, prima che il meccanismo facesse aprire il cofanetto.

  • +++ In una stanza qualche piano più sopra, Oremun stava mescolando il giallo e il rosso per trovare la sfumatura di arancione che gli serviva per dipingere l’ennesimo girasole. Le pareti erano già rivestite di quadri di conchiglie, fiori e spirali. - Questa forma mi è familiare-, pensava Oremun intingendo il pennello, - come se fosse una vecchia amica. Però non mi ricordo quando l’ho conosciuta…

    +++ Dentro al cofanetto si trovava una bacchetta in parte d’oro e in parte d’argento. - La Bacchetta Proporzionata,- sussurrò Archie prendendola in mano. -Com’è bella! Se solo potesse aiutarmi a trovare mio padre! La Bacchetta iniziò a formicolare e tremolare e a muovere la mano di Archie, tracciando nell’aria il disegno di una stella a cinque punte. Archie rimase a bocca aperta. Poteva essere un indizio? Quale numero speciale per suo padre poteva essere legato al pentagono? - Ma certo!-, gridò Archie trionfante,- la serie dei numeri bonaccioni esprime un rapporto che si trova nel pentagono! Pensò di correre da Primus con le sue scoperte, poi pensò che sarebbe stato un trionfo più grande tornare con il padre, e si mise quindi a cercare la stanza Phi.

    +++ Medusa stava ancora borbottando contro Anna, quando andò a sbattere contro al figlio del matematico smemorato, che stava correndo nel corridoio. - E tu chi sei?- Chiese Archie senza fiato. - Levati dalla mia strada! - Io? Io sono solo una povera Microcefala. Posso aiutarti? Seguito dalla Microcefala Medusa, che non poteva riconoscere come sua nemica, Archie entrò nella stanza 1,6181eccetera… e vide suo padre che stava dipingendo girasoli. - Papà!-, chiamò emozionato. L’uomo si voltò, lo guardò un attimo e rispose: -Una faccia nuova! Chi sei? Da dove vieni? Cosa ci fai qui? Archie ci restò malissimo, poi ricordò che il padre aveva perso la memoria. - E comunque cos’hai in mano? Un nuovo pennello per me? - Chiese ancora Oremun. Archie pensò che magari la Bacchetta poteva aiutarlo ancora, e la porse al padre. L’uomo si immobilizzò e, con la voce rotta, singhiozzò: - Ma tu sei Archie… - Sì, sono io! - rispose Archie buttandosi tra le sue braccia. Sulla porta, Medusa singhiozzava commossa.

  • +++ Archie stava raccontando al padre come aveva fatto a trovare la Bacchetta, e Oremun si stava sciogliendo dall’orgoglio per la bravura del figlio, quando Primus arrivò di corsa, trascinandosi dietro Anna per un polso. I due amici si abbracciarono contenti di rivedersi, poi Oremun si voltò a guardare Anna la Fata Smemorata, la responsabile delle sue sofferenze. Agitò la Bacchetta Proporzionata nella sua direzione, e Anna sparì. - Dove l’hai mandata?- chiese Archie sbalordito. - L’ho spedita in un’altra dimensione, - rispose Oremun soddisfatto, - ma non in una dimensione parallela. Ora Anna si trova in una dimensione incidente, che è destinata ad allontanarsi sempre di più dal punto in comune con la nostra. Non la rivedremo più! - E di Medusa cosa vuoi fare, amico mio?- Chiese Primus. Oremun voleva punire anche Medusa, ma per Archie lei era la Microcefala che lo aveva aiutato, e la difese. In fondo, essere stupidi è meno grave che essere cattivi. - Però, Medusa, non posso perdonarti per avermi fatto cancellare la memoria da Anna, - disse Oremun con severità. - Quindi per punizione resterai al Castello finché non avrai pulito tutte le stanze, e solo allora potrai andartene! Medusa ringraziò mille volte piagnucolando: non era abbastanza acuta per capire che le pulizie non finiscono mai già in una casa finita, figurarsi in un Castello dalle Infinite Stanze!

    Primus e Archie abbandonarono la vecchia capanna lurida e tornarono a vivere con Oremun al Castello, dove vissero matematicamente felici e probabilmente contenti per moltissimo tempo. Note:

    - La storia è stata pensata e costruita dagli alunni della classe 1B, che hanno continuato questo lavoro anche nelle ore pomeridiane di compresenza; la stesura è stata guidata dai docenti.

    - I numeri saltellati, principi, irragionevoli, ragionevoli e bonaccioni corrispondono rispettivamente alle potenze, ai numeri primi, agli irrazionali, ai razionali e ai numeri della serie di Fibonacci, seguendo la nomenclatura proposta ne “Il Mago dei Numeri”.

  • La giornata del Pigreco!

    classe 1C

    La bambina di carta andò a dormire agitata per la verifica di matematica del giorno seguente; perciò non riusciva ad addormentarsi e si girava e rigirava nel letto. Finalmente si addormentò e si ritrovò in un mondo di soffice zucchero filato e vide: alti alberi rosa con delle mele caramellate, in cielo uno stormo di uccelli di cioccolato e delle nuvole di panna montata, fiori di gelatina, alla sua destra un fiume di glassa azzurra dove nuotavano dei pesci-biscotti e crescevano dei bastoncini di zucchero e sullo sfondo si intravedeva una cittadina con le case di marzapane.

    La bimba iniziò ad esplorare questo nuovo mondo, cammina e saltella su un gommoso zucchero filato, verso la città. Quando arrivò bussò alla prima casa del villaggio e le aprì un uomo anziano, con un buffo cappello a punta, una lunga barba e un lungo bastone da passeggio che teneva stretto nelle sue grandi mani. Ed esso le disse con tono burbero: -Cosa vuoi? Perché mi disturbi? Io sono il mago dei numeri del villaggio. Stavo provando ad eseguire un enigma matematico. La bambina rispose: -Mi scusi, mi sono persa e vorrei tornare a casa, mi può aiutare? -Ma io non ti conosco e non so da dove vieni, se vuoi possiamo cercare la strada che ti riporto a casa tua I due percorsero un sentiero e si accorsero che al loro passaggio tutto lo zucchero si scioglieva ed essi si spaventarono molto. Il mago allora disse: -Non ho mai visto nulla di simile! Ad un tratto dal fiume di cioccolato, sulla cui superficie tutti i pesci-biscotto erano morti, comparvero la fata smemorata e la strega ottusa. -Chi siete? - chiesero all'unisono la bambina e il mago. E la fata disse:

  • -Ah, ah, ah, ah, altri due stolti che hanno smarrito la strada, adesso ce ne occupiamo noi! - facendo l'occhiolino alla strega. Cercarono di scappare ma la fata e la sua aiutante li catturarono con un lungo filo di zucchero filato e li avvolsero creando un bozzolo di zucchero a velo. La fata gli disse: -Sarete liberati e tornerete a casa solo quando avrete risolto questo enigma: se 1x1=1, 11x11=121, 111x111=12321, quanto fa 1111x1111, 11111x11111, 111111x111111, 1111111x1111111,11111111x11111111, 111111111x111111111? I due malcapitati pensarono 3 giorni e 3 notti nel bozzolo, quando al quarto giorno si sentirono scomodi e capirono che c' era qualcosa con degli spigoli fastidiosi: erano i dadi platonici che gli sono stati utili per la risoluzione, perciò le loro menti si illuminarono, il bozzolo si sciolse e furono liberi. Quando caddero si trovarono di fronte la fata assieme alla sua aiutante e gli dissero: -Abbiamo avuto un colpo di genio ed abbiamo risolto l' enigma: bisogna contare il numero delle cifre che compongono il numero, poi si parte dalla cifra più alta, la si pone centralmente e si scrive sia a destra che a sinistra del numero il numero decrescente. La fata e la strega esplosero dando vita ad una pioggia di piccoli pezzetti di carbone nero e tutto l' ambiente che si era sciolto riprese vita e colore. -Driiiinnn, driiiinn, driiiinn! Era ora di svegliarsi e i due nuovi amici si abbracciarono e si salutarono. Quando la bimba si svegliò era sveglia, serena, sicura della sua preparazione per la verifica e contenta di andare a scuola!

  • La magia della matematica

    classe 1D

    Era domenica e Giulia decise di fare una passeggiata. Mentre camminava si imbatté in un vialetto e decise di percorrerlo. Alla fine del vialetto trovò una casa abbandonata e sull'uscio della casa vi erano dei dadi per terra. Giulia, presa dal dubbio, non sapeva se raccogliere quei dadi: alla fine decise di prenderli.

    Ripresa la sua passeggiata si ritrovò in un bosco dove davanti le comparvero quattro sentieri. Giulia non sapeva quale scegliere. All’improvviso si ricordò dei dadi raccolti in precedenza e decise che, in base al numero che ne sarebbe risultato, avrebbe scelto la stradina da prendere. Il numero che risultò fu 4. Quella stradina portava dal Mago dei Numeri.

    Il mago dei Numeri era una persona simpatica e curiosa e non appena Giulia lo incontrò si "accodò" a lei. Giulia proseguendo il suo viaggio con quello strano compagno si trovò davanti ad un cancello grigio. Era chiuso. Giulia pensò, sostenuta dal Mago dei Numeri, che forse ci doveva essere un codice per poterlo aprire. Infatti, vicino c’era un cartello su cui era scritto “per aprire il cancello fare 4 con 2 dadi”.

    Giulia pensò che si poteva fare 2+2 oppure 3+1. Dopo alcuni tentativi i numeri

    comparvero - 2+2 -, il dado iniziò a brillare ed il cancello si aprì. Passato il cancello il mago si ricordò di possedere una mappa. All’improvviso Giulia si incuriosì e chiese:

    “si può sapere del perché del tuo appoggio in questa strana avventura e cosa sta accadendo. Tu sai qualcosa?”

    Il mago non le rispose e continuarono insieme a camminare seguendo alcuni indizi segnati sulla mappa. Giulia non poté fare a meno di seguire il Mago dei Numeri. Ad un certo punto il mago si fermò e Giulia notò che davanti a lei c’erano 4 strani portali "non si sa perché ma quei portali vennero chiamati da lei "dimensioni" e Giulia per poter andare avanti doveva superarli tutte è quattro.

    Tuttavia, ogni portale, per poter essere superato, aveva necessità di alcune operazioni matematiche. Ah dimenticavo caro lettore, ogni portale portava come contrassegno il segno di un'operazione e semplici problemi matematici. Un primo portale portava come segno quello della moltiplicazione, il secondo quello della divisione, il terzo quello della addizione e il quarto quello della sottrazione.

  • Ritorniamo a noi, il primo portale presentava numeri con "strane- semplici" operazioni:

    7x8=?/8x9=?/6x9=?/5x4=? Ne uscirono numeri quali 56, 72, 54, 20. Il tutto si riduceva a 4 su 4 "giusto!" . Nel secondo portale bisognava trovare il risultato di 4 divisioni: 28:4/44:2/56:8/81:9. I

    numeri che uscirono furono: 7, 22, 7 e..... alla quarta operazione benché la risposta giusta fosse 9 il portale, diciamo così, rispose "nisba" e compariva un numero quale l'89 che con le operazioni non c'entrava nulla.

    Il mago che mi accompagnava riteneva giusto che lei potesse passare alla "dimensione" del portale successivo, ma……. All’improvviso si sentì un grido:

    “Noooooooooooooo” Era una voce che Giulia conosceva bene era quella dell'amico Pierino, un bambino che

    odiava studiare la matematica e che sembrava rispondere all'ultimo quesito, quello della risposta 89. Ecco spiegato perché il portale non si apriva.

  • La bambina era sconvolta perché non sapeva come fare per passare "il suo ostacolo", in più i numeri, di fronte agli errori urlati da Pierino, erano spariti dal portale.

    Bisognava "riscovarli..." da qualche parte. Come fare? Il mago notò nel frattempo una coda che strisciava e che usciva di sotto al portale. I

    due seguirono "la coda" e si ritrovarono davanti ad un castello. I due vi entrarono senza fare rumore e incontrarono una stanza molto grande piena di “verifiche “ già svolte. Giulia e il mago si misero a cercare i numeri delle vecchie operazioni scomparse dal portale ma non trovarono nulla. Il mago dopo tanto tribolare notò un piccolo armadio che però non si apriva se non si rispondeva ad un enigma matematico quale:

    QUANTE VOLTE SI PUO’ SOTTRARRE UN BISCOTTO DA UNA SCATOLA CON 100 BISCOTTI?

    La bambina pensò a lungo e alla fine disse: “Una volta, perché la volta dopo la risultanza verrebbe da 99 e non da 100 “ L’armadio si aprì e finalmente vennero ritrovati i numeri delle vecchie operazioni.

    All’improvviso si sentì una voce che diceva: “Credete ora di poter uscire liberamente dal castello. Eh no! Per andarvene dovrete

    risolvere un altro problema “ Giulia non ebbe paura e si fece avanti. Nel frattempo il mago si era ricordato di quel serpente: era il suo più grande nemico

    L’INFINITO INCARNATO. Il serpente iniziò a dettare il problema a Giulia. “IN UN PARCO NAZIONALE CI SONO 1450 ELEFANTI. LE FEMMINE ADULTE SONO 720 E

    I CUCCIOLI SONO 140. QUANTI SONO I MASCHI ADULTI? La bambina cominciò a meditare per una risoluzione. Alla fine scrive i dati su di un

    foglio: 720+140=860, segue 1450-860=590. Alla fine un urlo di gioia squarciò l'aria: 590aaaaaaa!!

    Questi sono i maschi adulti. Il mago e la bambina si abbracciarono per la gioia e il serpente scomparve.

    I due “matematici” uscirono così dal castello e tutto era sparito, ostacoli e portali. Si rituffarono nel folto bosco per poi avviarsi verso casa. Alla fine di questa strana avventura il mago decise di dire una cosa importante alla bambina:

    “Prima mi hai chiesto perché ti stavo aiutando e ora ho intenzione di dirtelo. Nel mondo ci sono molti maghi ed ognuno ha un proprio compito. Tu hai scelto la strada che portava al mago dei numeri cioè la strada che portava ad avventure matematiche. Tutti i maghi hanno il compito di dimostrare "l’importanza" di qualcosa di "importante" nella vita. Io ho il compito di far capire ai bambini che la matematica può sì sembrare noiosa ma è di grande utilità per lo sviluppo scientifico dell'umanità."

    Il mago alla fine scomparve lasciando Giulia senza parole.

  • Innumerevoli avventure

    classe 1E C'era una volta un quaderno di matematica con formule e regole, dal quale il proprietario aveva ritagliato una bambina di carta.

    Dal suo castello arrivò la Fata Smemorata, che cancellò tutte le formule e i numeri scritti su di essa, facendole così perdere la memoria matematica.

  • L'aiutante della Fata Smemorata era una brutta Strega Ottusa, vestita di nero, che fece volare via, in alto, il quaderno in cui viveva Olga e si sentì una voce... "Se in cielo vorrai arrivare questo indovinello dovrai superare, con numeri e mattoni dovrai giocare così il tuo desiderio si potrà avverare. Dal Mago dei Numeri un piccolo aiuto giungerà ed insieme al lavoro tuo una scala si formerà: la prima scalinata da un mattone è formata la seconda da 4 e la terza da 9; per salire e scendere al cielo da ogni dove. Trova le due scalinate successive di questa serie e proteggiti dalle intemperie causate dalla perfida strega ottusa che riversa sempre la sua sventura." Un attimo dopo, da un angolo della Pianura Sperduta, avvolto in una nuvola di fumo blu, comparve il Mago dei Numeri, che raggiunse Olga e le indicò la strada da attraversare per raggiungere il quaderno. "Dalle scalinate qui rappresentate giungi alla conclusione di quanti mattoni possono servire per completare le scale su cui salire." -lesse il Mago sul quaderno senza sbagli. Olga fu entusiasta di raggiungere il suo obbiettivo perciò ringraziò e salutò il Mago. La bambina di carta iniziò a risolvere il quesito, ma d'un tratto apparve la Fata Smemorata che tentò di ostacolarne il percorso tramite un incantesimo con cui distrusse alcune parti della scalinata, facendo crollare alcuni mattoni. Olga corse subito a recuperarli per poter poi riaggiustare la gradinata, salire in cielo e raggiungere la sua casa… il quaderno in cui viveva. Il Mago dei Numeri catturò la Fata Smemorata, insieme alla Strega Ottusa, per punirle, ponendo loro un quesito. "I numeri da 1 a 100 dovrete sommare in un sol minuto ci dovrete provare altrimenti in pietra vi dovrò trasformare." Cari lettori, ancor oggi tra le pareti del castello troverete la Strega Ottusa e la Fata Smemorata intente a svolgere l'indovinello. Lasciamo a voi l'arduo compito di risolvere il quesito che trovate nel quaderno di matematica dell'avventurosa Olga.

  • Un furto inaspettato classe 1F

    In una classe della scuola Bonaccioni si stava svolgendo una lezione di Matematica tenuta da un insegnante molto particolare, IL MAGO DEI NUMERI. Fra tutti gli studenti ne spiccavano due in particolare: Pierino Studia Pochino, a cui la Matematica non andava a genio e Albert, a cui era stato dato il soprannome di Apprendista Matematico perché adorava la matematica. A Pierino da qualche notte succedeva una cosa strana, nel sonno gli compariva uno strano essere. Aveva le ali da pipistrello, un collare da Bulldog, era ciccione come un maiale e aveva una coda da drago. L’animale era un drago. Neanche a lui piaceva la matematica perché i numeri erano troppi e lui avrebbe preferito mangiarseli!

    Insieme elaborarono una scorciatoia per non studiare ed essere più intelligenti di tutti. Per realizzare questo piano avrebbero eliminato tutti i numeri divorandoli. Il drago perciò in sogno cominciò a dare istruzioni perché ciò si avveri: “Domani” - suggerisce a Pierino -“sulla strada di ritorno da scuola, raccogli la prima pietra che vedi e portala a casa!” Il giorno seguente Pierino fece ciò che il drago gli aveva suggerito la sera precedente e la pietra, portata a casa, si trasformò nel drago. Assieme rapirono i numeri, li chiusero in un sacco e li imprigionarono nella prigione di un castello sopra le nuvole.

  • Il mondo era nel caos totale: al posto degli alberi c’erano i loro fantasmi, nelle acque dei mari e dei fiumi non c’erano più i pesci, bensì i loro scheletri, gli animali non si riproducevano più, le bambine non potevano più giocare a campana, i bambini non potevano giocare a calcio, computer e telefoni non funzionavano, non c’era più il calendario… insomma, non si poteva fare niente.

    Il drago e Pierino mangiarono tutti i numeri lasciando l’uno e litigarono per chi lo dovesse mangiare. Intanto nella Terra dei numeri il mago si stava rimpicciolendo. Il mago spiegò a Bob cos’era successo e gli disse che:- Per liberare i numeri devi utilizzare questa bacchetta che funzionerà solo se tu risolverai il seguente indovinello: una coppia di lepri dopo un mese diventa adulta e passa un altro mese prima che nascano altre due lepri (una coppia). Al terzo mese la coppia iniziale genera un'altra coppia, mentre quella piccola diventa grande. Adesso ci sono tre coppie. Continuando così, quante lepri ci saranno al dodicesimo mese?

  • Dopo diversi tentati l’apprendista riuscì a risolvere il quesito, la bacchetta si illuminò e assieme al mago andò nel castello. Là, con un colpo di bacchetta comparve l’uno, con due colpi il due, con tre colpi il tre, con quattro colpi il quattro e così via. A questo punto anche Pierino Studia Pochino si accorse che tutto sommato la Matematica era importante per la vita. E il drago? Il drago ritornò semplicemente ad essere un sogno.

  • Steve e la bussola della verità classe 1G

    Trama

    Steve, un cacciatore, si inoltra nella foresta Amazzonica per una battuta di caccia. Ad un certo punto intravede una grotta dove trova uno strano marchingegno. Lo apre e si accorge che si tratta di una bussola. Non sa ancora cosa gli sarebbe capitato...

    Storia Steve, un ragazzo di 16 anni, tornando da scuola, dovette attraversare un bosco a causa di una deviazione. Mentre attraversava il bosco trovò una bussola sul terreno. Attratto da essa si avvicinò e la aprì. Non ebbe il tempo di guardarla che da essa uscì un vortice che lo risucchiò. Di colpo si ritrovò in Grecia, all’interno del Partenone nell’Acropoli di Atene. Quando uscì, vide un drago volare sopra di lui e all’improvviso qualcuno disse alle sue spalle: «Aritmo è un essere davvero affascinante! Vero?» Steve si girò e vide un uomo: «Chi sei?» L’omino rispose: «Io sono il mago dei numeri»

  • Intanto il drago piombò su di loro e il mago estrasse con incredibile velocità un arco e scagliò alcune frecce sul drago. Dopo che il drago si fu allontanato il mago porse a Steve l’arco: «Questo è tuo, “Arciere della circonferenza”, scaglia frecce a forma di 1. Ora, se vuoi tornare alla realtà risolvi questi calcoli: 77:3,2 e 84 x 9,9.» Il ragazzo ci pensò e rispose con gran sicurezza: 24,0625 e 831,6.

    Poi, però, arrivò nuovamente il drago che mangiò il numero sei in ognuno dei risultati. Si formò un altro vortice che lo trasportò nell’antica Roma. Il ragazzo chiese al mago, che si era teletrasportato con lui: «Ma non dovevo tornare alla realtà?» «No!» rispose il mago «Dato che il drago ha mangiato il 6 ti sei spostato solo di pochi secoli. Ora se vuoi davvero tornare ai tuoi tempi va al Colosseo e trova un Numèro» Steve fece quanto gli aveva detto e trovato il lupo Numèro gli chiese: «Cosa devo fare per tornare alla realtà?». Il lupo rispose: «Devi dirmi a cosa corrispondono i numeri romani che vedi su quella parete.» Il ragazzo lesse: «DCLXVI= 666, MCDXCII= 1492 e MCCCLXXXIV= 1385…» si sentì gelare: era 1384. Fu risucchiato nuovamente nel vortice e si risvegliò non capendo dove fosse capitato questa volta, improvvisamente vide il mago dei numeri. Steve gli chiese sconvolto: «Dove sono capitato adesso?!?» «Siamo nel 2000 a C. Nell’epoca degli antichi Egizi», rispose il mago. «Questa volta ce la devi fare!!! Devi raggiungere il cerchio di pietra, posizionato vicino alla foce. Lì dovrai risolvere l’enigma matematico per riuscire a scoccare le frecce nella maniera corretta, così potrai ritornare nel tuo tempo» Il ragazzo, raggiunta la foce lesse sulle pietre il seguente enigma: ditemi il risultato della potenza di 2,77. «Ecco un altro enigma, cerca di risolverlo, questa volta ce la farai, ne sono sicuro!!!!» Il ragazzo si ricordò della bussola.

  • Mentre pensava al risultato dell’enigma la bussola della verità indicò VERO, per questo il risultato ottenuto era corretto. Il ragazzo finalmente ritornò nella sua epoca, felice e contento.

  • Angelina Cartina classe 1H

    C’era una volta una bambina di nome Angelina; aveva i capelli lunghi e gli occhi azzurri. Le piaceva andare in biblioteca e a casa aveva molti libri da leggere. Un giorno, in biblioteca, vide in uno scaffale un libro molto grande, pieno di polvere, aveva dei ricami in oro e, quando qualcuno si avvicinava, si illuminava.

    Angelina decise di vedere quali argomenti trattava e, appena lo aprì, venne improvvisamente risucchiata. Quando si risvegliò, si guardò con grande stupore e capì che non era più l’Angelina di sempre, ma che era fatta di carta dalla testa ai piedi, dai capelli alle scarpe, aveva dei vestiti di carta, ma non bianca, era colorata. Alzò gli occhi e vide un paesaggio meraviglioso: c’erano tantissimi numeri, gli alberi erano fatti da due cifre, il 7 e il 5; i laghetti erano fatti dall’8 disposto nell’ordine dell’infinito, il sole era formato da uno zero centrale e i raggi a forma di 1. C’erano tante colline verdi, ma la cosa che piaceva di più ad Angelina erano le nuvole, che erano formate da tanti 3. Angelina aveva un compagno di classe, di nome Pierino Studiapochino, a cui non piaceva studiare e invidiava un po' Angelina che invece era studiosa e una grande lettrice. Quel giorno anche Pierino si trovava in biblioteca e quando vide Angelina scomparire, incuriosito, si avvicinò al libro e venne risucchiato anche lui. Pierino si trovò in un mondo Fantastico, pieno di numeri. Sentì una voce profonda che gli diceva: ”Bisogna mettere in disordine questo mondo, è troppo perfetto!”. Era la coscienza di Pierino, il demone illogico. Lo studente svogliato, una volta tanto, eseguì l’ordine, senza fare troppe domande. Angelina si accorse che qualcuno aveva messo sottosopra quel mondo fantastico ed esclamò: “Caspita, qui bisogna rimetterlo a posto” e così cominciò ad aggiustare e a mettere in ordine gli alberi, che erano composti da numeri gemelli, corresse la chioma che quasi sempre era un 3

  • capovolto, sistemò il lago a forma di un 8 messo in orizzontale; in quel mondo fantastico era tutto molto buio perché il sole aveva solo 7 raggi, anziché 8 e le nuvole erano ferme in cielo.

    Mentre Angelina lavorava con grande impegno, arrivarono Pierino e il demone, appollaiato sulla sua spalla. Angelina sentì due mani che l’afferravano. Si voltò e vide Pierino e uno strano essere. “Ma cosa pensi di fare, questo è il nostro mondo! Non puoi cambiarlo. Per punizione ti porteremo sulla Torre, in attesa di giudizio”. Così esclamarono i due. Angelina si ricordò di un libro che aveva letto e che parlava di un mago; allora chiese che a difenderla fosse proprio lui, il mago dei numeri.

  • Il processo si svolse, anche se Pierino e il demone erano riluttanti. Visto che il mondo in cui si trovavano era illogico, Pierino le disse: “Devi rispondere a un quesito, se vuoi che ti consegniamo i dadi platonici e, se la risposta sarà giusta, ti permetteranno di scacciarci e tornare nel mondo reale: “ Da quali coppie di pandacorni primi è formato il numero 100?” Il mago suggerì ad Angelina: “ Guarda che la domanda è sbagliata. La domanda corretta è: “ Da quali coppie di addendi primi è formato il numero 100? Ricorda la Congettura di Goldbach!” La bambina rispose, dopo averi riflettuto:” ………….” La risposta era corretta! Angelina, però prima di lanciare i dadi, afferrò Pierino e lo portò con sé nel mondo reale. Si guardarono attorno e videro che erano circondati da libri. Ora, caro lettore, tocca a te! Prova a risolvere il quesito. Se giri la pagina, troverai la soluzione.