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L’esercizio eccentrico a cura de Dr. Stefano Guidotti – Ortopedico – Fisiatra – Firenze Il lavoro muscolare può essere classificato in base alla modificazione della sua lunghezza e in base ai livelli di forza. Benché il muscolo si accorci in realtà solo nelle contrazioni cosiddette concentriche, tutti i tipi di lavoro sono genericamente chiamati “contrazioni”. Nella contrazione concentrica, la forza generata è sufficiente per superare la resistenza, e il muscolo si accorcia in conseguenza della contrazione. Questo è ciò che la maggior parte delle persone pensa essere una contrazione muscolare. Nella contrazione eccentrica , invece, la forza generata è sufficiente per superare il carico esterno sul muscolo e le fibre muscolari si allungano nonostante ci sia una contrazione. Una contrazione eccentrica viene utilizzato come mezzo per rallentare il movimento di una parte del corpo soggetta alla forza di gravità, o abbassare un carico delicatamente piuttosto che lasciarlo cadere bruscamente. Un altro tipo di lavoro muscolare è la contrazione isometrica , in cui il muscolo conserva la stessa lunghezza. Un esempio di contrazione isometrica potrebbe essere quella che mantiene un oggetto nello spazio senza spostarlo, per cui la forza muscolare corrisponde esattamente al carico e non si realizza nessun movimento né accorciamento muscolare. Si parla invece di contrazione isotonica quando la tensione del muscolo rimane costante nonostante un cambiamento nella lunghezza del muscolo. Ciò si realizza

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L’esercizio eccentrico

a cura de Dr. Stefano Guidotti – Ortopedico – Fisiatra – Firenze

Il lavoro muscolare può essere classificato in base alla modificazione della sua lunghezza e in base ai livelli di forza. Benché il muscolo si accorci in realtà solo nelle contrazioni cosiddette concentriche, tutti i tipi di lavoro sono genericamente chiamati “contrazioni”.

Nella contrazione concentrica, la forza generata è sufficiente per superare la resistenza, e il muscolo si accorcia in conseguenza della contrazione. Questo è ciò che la maggior parte delle persone pensa essere una contrazione muscolare.

Nella contrazione eccentrica, invece, la forza generata è sufficiente per superare il carico esterno sul muscolo e le fibre muscolari si allungano nonostante ci sia una contrazione. Una contrazione eccentrica viene utilizzato come mezzo per rallentare il movimento di una parte del corpo soggetta alla forza di gravità, o abbassare un carico delicatamente piuttosto che lasciarlo cadere bruscamente.

Un altro tipo di lavoro muscolare è la contrazione isometrica, in cui il muscolo conserva la stessa lunghezza. Un esempio di contrazione isometrica potrebbe essere quella che mantiene un oggetto nello spazio senza spostarlo, per cui la forza muscolare corrisponde esattamente al carico e non si realizza nessun movimento né accorciamento muscolare.

Si parla invece di contrazione isotonica quando la tensione del muscolo rimane costante nonostante un cambiamento nella lunghezza del muscolo. Ciò si realizza quando la forza massima di contrazione di un muscolo supera il carico totale sul muscolo.

Un ulteriore forma di lavoro muscolare si realizza nella contrazione isocinetica, in cui la velocità di contrazione muscolare rimane costante, mentre la forza può variare. Questa condizione si realizza nell’uomo raramente in natura ed è stata utilizzata inizialmente come modello sperimentale di analisi e di studio su muscoli isolati ed anche in riabilitazione ed in allenamento grazie a particolari macchine che creano artificialmente una situazione di lavoro specifica.

Tutti questi tipi di esercizio, con l’eccezione appunto della contrazione isocinetica, si realizzano continuamente ed in forma combinata nelle normali attività motorie quotidiane ed ancor più nelle attività più impegnative come i lavori più pesanti e nello sport.

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I diversi tipi di contrazione muscolare comportano ovviamente una grande varietà di impegno delle fibre muscolari e non solo, visto che funzionalmente la forza si trasmette dal muscolo alla giunzione muscolotendinea, ai tendini e alla giunzione osteotendinea. Ciò comporta diverse richieste metaboliche, diverse sollecitazioni meccaniche, diversi stimoli plastici e vascolari. Pertanto capire le diversità di tutti questi aspetti e poterli utilizzare positivamente in ambito sportivo e riabilitativo rappresenta un grosso vantaggio per la salute in genere e per la prevenzione di danni sul sistema muscolotendineo in particolare.

La contrazione eccentrica, detta anche cedente, è una contrazione muscolare che avviene quindi quando il muscolo viene allungato e i capi articolari si distanziano tra di loro. Il complesso muscolotendineo così si allunga nonostante la contrazione muscolare ed il tendine viene sottoposto ad una elongazione. La sollecitazione sull’unità muscolotendinea prodotta in questa condizione è massima rispetto a quelle concentrica e isometrica. Un classico esempio di esercizio in eccentrica quotidiano è il cammino in discesa. Per questa caratteristica l’esercizio eccentrico viene regolarmente usato come trattamento fondamentale nelle sofferenze tendinee, risultando ancor più efficace sul metabolismo del tendine malato rispetto a quello del tendine sano. Diverso è invece l’effetto dell’esercizio eccentrico sul muscolo, dove sembra produrre un danno metabolico e una riduzione della forza, ma anche del dolore, specie nelle prime fasi di trattamento. Nel proseguire però dell’allenamento o della riabilitazione anche il muscolo reagisce positivamente a questo stimolo facendo sì che le fibre muscolari riescano ad adattarsi maggiormente e ad essere più pronte a sopportare i carichi in allungamento. Il ripersi di questo allenamento creerebbe cioè una modificazione del muscolo, nel senso di una maggiore elasticità ed una differenziazione del reclutamento di unità motorie, che lo renderebbe più adatto a resistere all’intenso lavoro eccentrico. La combinazione di esercizio eccentrico e concentrico porta ad un maggiore incremento di forza muscolare rispetto al solo

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allenamento concentrico. Un altro vantaggio dell’esercizio eccentrico è che l’aumento di forza si ottiene a fronte di una più bassa richiesta di ossigeno rispetto a quella che necessiterebbe all’esercizio concentrico per ottenere gli stessi risultati. Quest’aspetto risulta molto vantaggioso in riabilitazione o con soggetti affetti da patologie cardiovascolari come gli anziani. L’uso dell’allenamento eccentrico può preparare in maniera ottimale la persona a superare efficacemente la richiesta di un’azione eccentrica durante un attività sportiva o un azione quotidiana.

L’esercizio eccentrico risulta molto impegnativo in termini di fatica e dolore muscolare, per cui è molto importante condividere questi aspetti con la persona che lo pratica e dosare accuratamente il programma. La causa più comune di fallimento è la non corretta progressione del programma oppure una diagnosi non corretta. E’ fondamentale seguire una corretta progressione del carico, talvolta diminuendo anche il numero di ripetizioni, e della velocità di esecuzione che deve essere attentamente monitorata e lentamente aumentata nel corso di un modello di monitoraggio del dolore. Nonostante alcuni tentativi, anche codificati, di protocolli e programmi, a tuttoggi non esiste una piena condivisione sulla dose ottimale degli esercizi eccentrici, così come quali siano e quando iniziano i potenziali danni da sovraccarico eccentrico.

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