Esce l'epistolario di Julio Cortázar, di Giorgio Vasta - la Repubblica 02.07.2013

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    A JeanBarnabParigi, 27 giugno 1959

    Ci che scrivo soprattutto in-venzione, ed invenzione perchnon ho nulla da ricordare che val-ga la pena. Quindi, approfittando

    di un certo dono che la natura miha dato, invento, fabbrico, estrag-go ex nihil. Persone come Miller,Hemingway, Malraux, Cline,hanno vissuto avventure perso-nali straordinarie, e basta raccon-

    tarle nel modo giusto per assicu-rarsi lammirazione dei lettori. Io,invece, che mi rompa un braccio,visiti il Partenone o navighi lungoil Gange, sono sempre come al-linterno di me stesso; i miei entu-

    siasmi per quanto grandi nonmi distolgono dallestetismo o almassimo da unansia di caratterequasi mistico ma di qualit piche dubbia. La mia vita da giova-ne fu ugualmente anodina; amo-ri opachi, violente passioni quasisempre ingiustificate e pertantofinite frettolosamente, attese, ri-bellioni senza grandi meriti Sirende certo conto che non uncurriculum vitae interessante. convinto che io possa un giornoarrivare a essere uno scrittore diromanzi. Mi manca, come mi di-ce,un peu de souffle pour aller ju-squau bout. Ma qui, Jean, entra-no in gioco altre ragioni, e questedi carattere strettamente intellet-

    tuale ed estetico. La verit, la tristeo bella verit, che i romanzi mipiacciono sempre meno, larteromanzesca cos come si praticadi questi tempi. Ci che sto scri-vendo ora (Rayuela, ndr) sar (semai lo finir) qualcosa di pi si-mile a un antiromanzo, il tentati-vo di rompere gli schemi in cui ilgenere pietrificato. Credo che ilromanzo psicologico si siaesaurito, e che se dobbiamo con-tinuare a scrivere cose che valga-no la pena di essere lette, occorremuoversi in unaltra direzione.[...] Se oggi continuassi a scrivereracconti fantastici mi sentirei unperfetto truffatore; modestia aparte, mi viene gi troppo facile,jetiens le systme, come diceva Rim-baud. Per questo Il persecutorequalcosa di diverso, e senzaltro le

    sar venuto in mente leggendoqueste righe cos confuse. Gi lstavo cercando unaltra porta. Ma tutto cos oscuro, e io faccio cosfatica a spezzare abitudini tantoradicate, una tale comodit fisica

    e mentale, tanto mate alle quattroe cinema alle nove Per salparecon la Santa Mara e affrontare ilmistero dritto in faccia occorreiniziare a eliminare le erbacce. Econ questo terribile anacronismochiudo questo capitolo che sonocomunque contento di aver scrit-to per lei, lo consideri una sorta diconfidenza e di annuncio.

    A Mario Vargas LlosaGinevra, 18 agosto 1965Caro Mario,a questa macchina da scrive-

    re mancano tutti gli accenti; limetter a mano quando rileg-ger la lettera, ma mi perdoneraise me ne scappa qualcuno. Ti re-

    stituisco il romanzo in un paccoseparato, e spero che riceveraientrambe le cose al pi presto.Ho lasciato passare una settima-na dopo aver letto il tuo libro,perch non volevo scriverti in

    preda allimpeto di entusiasmocheLa casa verdemi ha provoca-to. E tuttavia, ora che sto per dir-ti alcune cose senza pensarletroppo, lasciando che la mac-china proceda quasi da sola,sento che lentusiasmo non solonon diminuito ma conferma-to, diventato ci che ogni scrit-tore vorrebbe per la propria ope-ra: ricordo, memoria sicura epermanente. Prima di tutto, vo-glio che tu sappia che una delleore pi grate che mi riserva il fu-turo sar la rilettura del tuo ro-manzo quando verr stampato,quando non si dovr pi lottarecon la a divisa in due della tuamaledetta macchina (buttala

    dalla finestra del quattordicesi-mo piano, far un rumorestraordinario, e Patricia si diver-tir molto, e la mattina seguentetroverai tutti i pezzettini in stra-da e sar stupendo, senza conta-

    Hemingway

    Lui Miller, Malrauxe Cline sono

    straordinari, il miocurriculum vitae invece poco interessante

    27 giugno 1959

    Garca Mrquez

    Confido come semprenel tuo senso

    dellumorismo e in dueore di chiacchierebarcellonesi

    7 dicembre 1970

    Julio

    CORTZARC

    i sono scrittori che esistono nelnostro immaginario come im-mersi in un naufragio. Sappia-mo che ci sono, riusciamo per-sino a intravederli ma la perce-

    zione che abbiamo di loro, fragile e inco-stante, pi che dal nostro desiderio di conti-nuare a interrogarli sembra dipendere daimovimenti caotici delle onde. A lungo ac-cettiamo che sopravvivano come relitti; poiun giorno qualcosa cambia, il naufragio si fapi mite, dai marosi affiora una voce chesembrava perduta.

    Tra questi scrittori, perduti e poi allim-provviso ritrovati, c Julio Cortzar. Mentresi festeggiano i cinquantanni dalla pubbli-cazione di Rayuela (in italiano Il gioco delmondo, probabilmente il suo capolavoro),nellarco dellultimo anno si vive nel nostroPaese un ritorno dattenzione nei confrontidello scrittore argentino naturalizzato fran-cese. Ancora nel 2012 per Einaudi apparsoGli autonauti della cosmostrada. Ovvero unviaggio atemporale Parigi-Marsiglia (tra-duzione di Paola Tomasinelli). Nel 1982, suun pulmino rosso della Volkswagen (dettoFafner, un veicolo rugginoso e tenerissimo),

    Cortzar e sua moglie Carol Dunlop viaggia-no dalla capitale francese verso sud, desti-nazione Marsiglia. Allapparenza la spedi-zione dura trentatr giorni; in realt il viag-gio del Lupo e dellOrsetta cos i due deci-dono di ribattezzarsi un modo per con-frontarsi con unaltra esperienza tempora-le: la procrastinazionedella fine. Consapevoli diessere entrambi fatal-mente malati (Carol mo-rir di l a poco, Julio dueanni pi tardi), condivi-dere un viaggio vuol direper loro ostinarsi a vivereallinterno di quel mezzodi trasporto fragilissimo fatto di accelerazioni, esitazioni, soste, de-viazioni, di infrazioni dei limiti di velocit che ogni legame.

    Da pochissimo Voland ha pubblicatoLe-same(ancora nella traduzione di Paola To-masinelli). Scritto nel 1950, quando il conte-sto sociale argentino ne impediva la pubbli-cazione (tanto che allora il libro venne lettosolo da un pugno di amici dellautore), epubblicato postumo nel 1986,Lesame una

    storia di azioni e riflessioni in cui essere gio-vani una condizione fisiologicamente an-tagonista a un esercizio del potere incom-bente e repressivo. La Buenos Aires percor-sa da Clara e Juan alla vigilia del loro ultimoesame non restituisce soltanto la sensazio-ne di uno spazio fisico reale ma anche un

    sapore aspro, il modoconflittuale di stare almondo nellArgentinaperonista (circa la capa-cit di prevedere il futuropeculiare del suo roman-zo Cortzar sintetizzava:Il futuro argentino si osti-na cos tanto a plasmarsisul presente che gli eserci-

    zi di anticipazione sono privi di qualsiasimerito).

    Per le edizioni Sur, infine, esce Carta car-bone. Lettere ad amici scrittori (curatela etraduzione di Giulia Zavagna), il primo tito-lo di quella che nel tempo, in forma di trilo-gia, sar ledizione dellepistolario cortaza-riano. Accuratamente conservate dallostesso scrittore tramite il ricorso sistemati-co alla carta copiativa, le lettere destinate,

    tra gli altri, a Borges, Fuentes, Galeano, Le-zama Lima, Paz, Cabrera Infante, VargasLlosa, Soriano, nel comporre una mappatu-ra dei rapporti tra narratori fondamentalidel secondo 900 sono soprattutto loccasio-ne per verificare che in Cortzar ogni espe-rienza di scrittura possiede unintenziona-lit autoriale. Come segnalato dalla curatri-ce nella prefazione, il carteggio diviene unasorta di zona franca in cui realt e finzione simescolano; il racconto personale di ci che accaduto o che stato immaginato trava-lica largine della relazione privata valendoda spunto per future narrazioni. La scritturaprivata, in sostanza, sempre e inevitabil-mente il collaudo di qualcosa che con mol-ta probabilit diventer racconto o roman-zo. Per Cortzar laffetto per il proprio inter-locutore un sentimento che si esprime an-che come ironia, piglio critico, dissenso un naturale combustibile letterario.

    Mentre per noi leggere ancora le sue pa-gine, continuare ad abitare la sua voce, ilmodo in cui, salvandolo e salvandoci daogni eventuale naufragio dellattenzione, siesprime laffetto nei suoi confronti.

    Non vivo avventure come Hemingwaymi tocca inventare tutto dal nulla

    GIORGIO VASTA

    JULIO CORTZAR

    LA VOCE ARGENTINA DI UN AUTORE RITROVATO

    Il carteggio divieneuna sorta di zonafranca in cui realte finzione finisconoper mescolarsi

    Lepistolario

    Il disegno di Tullio

    Pericoli

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    re lo stupore dei vicini, ch inFrancia le-macchine-da-scrive-re-non-si-buttano-dalla-fine-stra). [...] Quando sono arrivati iprimi dialoghi di Bonifacia con lesuorine ero gi completamentedominato dalla tua enorme ca-pacit narrativa, da questa pecu-liarit che ti rende diverso e mi-gliore di tutti gli altri romanzierilatinoamericani viventi; dallaforza e la grandezza che imprimi

    al romanzo e da quel tuo domi-nio della materia che immedia-tamente pone qualunque lettoresensibile in uno stato moltoprossimo allipnosi (che non si-gnifica perdita della lucidit, mapassaggio a unaltra forma di lu-cidit, che il miracolo di ognigrande romanzo, di un Lowry oun Joyce Cary o un Dostoevskij, enon arrossire, peruvianino, cheio non elogio nessuno a caso,nemmeno un caro amico).

    A Gabriel Garca MrquezParigi, 7 dicembre 1970

    Mio caro Gabo, come sai, la spe-dizione punitiva si organizza e pro-cede con lintenzione di invaderela Generalitat verso Natale; due te-ste di serie dirigeranno il loro at-tacco verso Caponata e InfantaCarlota (strade di Barcellona, doveCortzar, Mrquez e Vargas Llosasi danno appuntamento, ndr); ilmassacro si annuncia gustoso.

    Tuttavia, non tutto una festa inquesto mondo di caimani ed eli-cotteri. Lominosa rivista (Libre, ri-vista culturale, ndr) non ancoranata manifesta una vitalit intrau-terina che fa paura; al punto (neidocumenti allegati) che addirittu-ra pensano di farla fuori prima delparto, ecc. [...] Confido come sem-pre nel tuo senso dellumorismo, ein due ore di chiacchiere barcello-nesi, per mettere bene in chiarotutte queste cose; di a Mario (o

    passagli questa lettera, che tantosua come tua, perch i tre mo-schettieri devono dividersi il benee il male, penso) che ho molta vo-glia di parlare anche con lui di tut-to questo. [...]. Come dicono i per-digiorno di Buenos Aires: Prepa-rati / Che arriva Momo. Non sarCarnevale, ma Natale s, che an-cora peggio.

    A Osvaldo Soriano

    Saignon, 29 agosto 1979Come lettore, ti ringrazio per

    lincessante, perfetto umorismodella tua prosa, delle situazioni edei sottintesi; senza i quali il tuo ro-manzo non avrebbe avuto senso. Idialoghi, in quella specie di tran-slatese deliberato ma nel quale seiriuscito a inserire il tuo proprio sti-le, danno alla narrazione unubi-cazione perfetta e quella verosimi-glianza dellassurdo che appan-naggio dei migliori romanzieri, apartire dallo stesso Chandler. E quimi fermo, amico, perch credo diaverti comunicato i miei senti-menti pi segreti ed evasivi di fron-te al tuo libro. Non era facile, per-ch sono sensazioni che nasconodal clima profondo del racconto,impossibile precisarle razional-mente. Anchio, al girare lultimapagina, mi sono sentito triste, soli-

    tario y final. Ma accendere unaltrasigaretta e riempire unaltra volta ilbicchiere sono state piccole ceri-monie confortanti, il segno che lavita era ancora l, che mi aveva da-to il tempo di leggere un bel libro.

    Eredi di Julio Cortzar 2012 - SUR, 2013 - Traduzione

    di Giulia Zavagna.Tutti i diritti riservati

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    Vargas Llosa

    Non arrossireperuvianino,che io non elogionessuno a caso,neppure un caro amico

    18 agosto 1965

    Soriano

    Ti ringrazioper la tua prosa, anchionel girare lultimapagina, mi sono sentitotriste, solitario y final

    29 agosto 1979

    Cinquantanni dopo luscitadi Rayuela, il suo capolavoro,lo scrittore torna protagonistacon inediti e riscoperte editorialiE adesso viene pubblicato

    il primo volume delle sue lettere

    I LIBRI

    Carta carbone -

    Lettere

    ad amici scrittori

    (pagg. 280,euro 16) il primo volumedi tre che Surdedicaallepistolariodi Cortzara cura diGiulia Zavagna.Da Voland uscito Lesame(trad. di PaolaTomasinelli,pagg. 268,

    euro 15)