ERCO Lichtbericht 91 · Savoia e che oggi accoglie diversi musei. La limonaia e la scuderia sono...

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E Lichtbericht 91 Pubblicato nel novembre 2010 Arrivi/Partenze Il turismo ed il traffico aereo sono in una fase di crescita quantitati- va e qualitativa? La sempre mag- giore attenzione dei gestori degli aeroporti, degli albergatori e degli esercenti di tutto il mondo alle esigenze dei loro ospiti, anche in tema di architettura ed illumina- zione, confermano questa ipotesi. Un esempio: il nuovo aeroporto di Montevideo. Il progetto di Rafael Viñoly celebra con luce e leggerez- za l’estetica dell’aviazione.

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E Lichtbericht 91

Pubblicato nel novembre 2010

Arrivi/PartenzeIl turismo ed il traffico aereo sono in una fase di crescita quantitati - va e qualitativa? La sempre mag-giore attenzione dei gestori degli aeroporti, degli albergatori e degli esercenti di tutto il mondo alle esigenze dei loro ospiti, anche in tema di architettura ed illumina-zione, confermano questa ipotesi.

Un esempio: il nuovo aeroporto di Montevideo. Il progetto di Rafael Viñoly celebra con luce e leggerez-za l’estetica dell’aviazione.

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Faretti Logotec per LED: una nuova tecnologia diventa matura. Ogni volta che ci sono delle innovazioni in un dato settore c’è bisogno di tempo perché le nuove tecnologie trovino una loro forma di espressione. Ciò è accaduto nel passaggio dalla carrozza a cavalli a quella a motore, per arrivare poi alle automobili dalle caratteristiche tecniche e dai design più diver­si. Con i faretti Logotec per LED siamo riusciti a creare un design completamente nuovo, con­cepito espressamente per i LED. Abbiamo sfrut­tato fino in fondo le competenze di ERCO nel settore dell’optoelettronica e le abbiamo trasfe­rite in una forma costruttiva. Il design di questo nuovo concetto di faretto può essere descritto al meglio con dei classici modi di dire come «la forma deriva della funzione» oppure «meno è meglio». Per ERCO si chiude in tal modo un cer­chio, perché abbiamo sempre sostenuto che il design non debba essere una semplice reazione ad una moda di breve durata, e che nella sua concezione migliore il design debba invece esse­re esso stesso uno strumento di innovazione.

In questo numero di Lichtbericht possiamo presentarvi due aeroporti. Il primo è il Carrasco International Airport di Montevideo, realizzato da Rafael Viñoly. L’architettura di questo aero­porto incanta con il suo spettacolare tetto arcuato, capace di creare un’affascinante perce­zione degli spazi. Con la sua gracile costruzione, trasmette ai passeggeri l’estetica dell’aviazione già al loro accesso all’aeroporto. Con una poten­za allacciata per l’illuminazione pari a 14W/m2 siamo stati in grado di adeguarci a questa leg­gerezza anche dal punto di vista energetico. Come per gli aspetti dell’efficienza, diamo gran­de importanza, oggi come in passato, anche alla qualità della luce. E questa si esprime con l’omo­genea illuminazione del tetto «sospeso in aria» con i washer Parscoop per illuminare i soffitti. Si tratta quindi di una riuscita realizzazione di un progetto di illuminazione basata sui criteri del comfort visivo efficiente.

Il secondo progetto aeroportuale è quello del nuovo Terminal T3 a Malaga. L’architettura e la progettazione illuminotecnica del quarto aeroporto spagnolo è opera dello studio GOP Oficina de Proyectos di Madrid. Qui sono stati

ERCO LichtberichtImpressumEditore: Tim H. MaackRedattore capo: Martin KrautterDesign: Thomas Kotzur, Christoph SteinkeStampa: Mohn Media Mohndruck GmbH, Gütersloh

1028752000© 2010 ERCO

Foto (Pagina): Frieder Blickle (2, 3, 28­29), Howard Brundrett/Das Fotoarchiv (36), Christian Hacker (37), Julia Holtkötter (1), Aksel Karcher/electric­gobo (19, 20), Andreas Keller (32), David Kuntzsch (3, 36), Joshua Lieberman (22­23), Thomas Mayer (2, 3, 4, 20, 24­27, 30­31), Rudi Meisel (2), Thomas Pflaum (3), Rogerio Reis (U1, 6­11), Alexander Ring (2, 16­19, 21, 37, U4), Andreas Spaeth (12­15), Dirk Vogel (2, 3), Michael Wolf (2, 32­35).

Traduzione: Lanzillotta Translations, Düsseldorf

Tim Henrik Maack

Sfondo

Luci ed ombre: gli aeroporti hanno bisogno di innovazioniIl giornalista ed esperto di traffico aereo Andreas Spaeth descrive i trend e gli sviluppi della concorrenza globale nel settore dei grandi aeroporti.

Progetti

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impiegati degli apparecchi a doppio fuoco ad elevata schermatura, per creare un soffitto dall’immagine uniforme e quindi anche elegan­ te. Allo stesso tempo la grande distanza assiale tra gli apparecchi accentua ulteriormente l'ele­ganza e costituisce un buon apporto all’econo­micità ed al risparmio energetico. In tal modo il concetto di comfort visivo efficiente è stato adattato perfettamente alle esigenze dell’archi­tettura.

A volte è bello rivedere dei vecchi amici, o magari illuminarli. Il Tokyo International Forum è un esempio in tal senso. Nel 1996 abbiamo potuto conoscere una prima volta questo spet­tacolare edificio. Allora come oggi esso rappre­senta una costruzione affascinante ed audace, che richiede una scenografia luminosa adegua­ta. Oggi, 14 anni dopo, abbiamo avuto l’onore di ridefinire questa scenografia con un’illumino­tecnica più moderna. Il risultato è un migliora­mento della qualità della luce con un risparmio energetico del 70%. Siamo felici di aver potuto completare questo progetto, lavorando su di uno dei simboli caratteristici di Tokyo in modo così positivo ed apportando una luce efficiente e di qualità.

Logotec LED Faretti e faretti da incassoCon Logotec LED ERCO presenta il suo primo programma di faretti ottimizzato esclusivamente per l’impiego dei LED.

ZoomLe caratteristiche di distribuzione dei faretti e dei washer nelle applicazioni Doppio zoomL’orientamento della luce dei LED con le lenti Spherolit

Introduzione

Articolo

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Tokyo International ForumNuova luce per l’edificio che nel 1996 ha lanciato Rafael Viñoly sulla scena inter­nazionale: il comfort visivo efficiente ha consentito di risparmiare fino al 70% dei costi energetici.

Malaga, Terminal T3Moderno ed efficiente: così si presenta l’ampliamento dell’aeroporto di Malaga nella regione turistica dell’Andalusia.

Hotel Nixe, BinzNell’hotel­boutique sull’isola di Rügen la posizione splendida, l’architettura e l’arte culinaria si fondono in un’opera d’arte gastronomica.

Hotel Santa Marta, Lloret de MarUn nuovo centro benessere con vista sul mare amplia questo tradizionale albergo di villeggiatura sulla costa catalana.

Expo 2010 Shanghai: padiglione tedescoGiungere attraverso la tecnologia alla città in equilibrio: il motto del padiglio­ne tedesco è stato «Balancity».

In questa edizione

Flash

Sprazzi di luce

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Carrasco International Airport, MontevideoIl nuovo aeroporto di Montevideo, in Uruguay, con le forme curve del suo tetto è una celebrazione dell’estetica dell’avia­zione. La luce è l’elemento di collegamen­to tra gli ambienti interni e l’esterno.

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36 Luci di chiusura

Indice In questa edizione

Luce & Tecnica

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Flash

KönigswinterRisalendo il Reno, vicino a Bonn domina il Drachenburg, non una vera e propria fortezza medievale, ma una incrocio storicizzante di villa, roccaforte e castello, costruita nel 1882 dal barone Stephan von Sarter. Dopo una storia fitta di cambiamenti, nel 1986 il Castello di Drachenburg è stato dichiarato bene culturale e di conseguenza restaurato con i mezzi della Fonda-zione della Renania Settentrionale-Vestfalia. Dal febbraio del 2010 le manifestazioni e le esposizioni hanno ripreso ad attirare visitatori nei saloni sfarzosi e sulla terrazza con vista sul Reno. Gli apparecchi a colonna Midipoll demarcano ed illuminano le superfici esterne del monumento architettonico.

Castello di Drachenburg, KönigswinterArchitetti: KKW Architekten, Altena; Gerd Bermbach Landschaftsarchitekt, Nümbrechtwww.schloss-drachenburg.de

TorinoAlle porte di Torino c’è la Venaria Reale, un complesso di palazzi che fu una delle residenze dei reali di Savoia e che oggi accoglie diversi musei. La limonaia e la scuderia sono state ristrutturate ed allestite come sale espositive. Sono state dotate di un impianto di illumina-zione flessibile con binari elettrifi-cati, faretti Cantax ed un impianto Light System DALI.

Reggia di Venaria Reale, TorinoArchitetto: Massimo Venegoni, Studio Dedalo, Torino.www.lavenaria.it

AmsterdamUna Casa del Signore a doppia funzione: la «Nieuwe Kerk», una costruzione del XV° secolo nel cuore di Amsterdam, è la chiesa ufficiale per gli incoronamenti del-la Casa Reale olandese, ma anche una insolita sala per concerti ed esposizioni. Per questo vi è stato installato un impianto di illumi-nazione con binari elettrificati e faretti Stella comandati con Light System DALI.

De Nieuwe Kerk, AmsterdamArchitetto (restauro): Kentie & Partners B.V., ZwanenburgInterni: Zinsmeister interieur- architectuur, AmsterdamProgettazione illuminotecnica: Jan Hofstra, Soest (NL)www.nieuwekerk.nl

KarlsruheCon un concetto di allestimento fresco e innovativo il gruppo Accor riposiziona il suo marchio di hotel economici Ibis. Il rilancio compren-de una luce attraente e progettata con intelligenza, capace di accre-scere la qualità del soggiorno in modo efficiente, ad esempio con i wallwasher Lightscan nel bar dell’hotel.

Ibis Hotel, KarlsruheArchitetto: Essari & Lequime, KarlsruheInterni e progettazione illuminotecnica: Dreesen & Partner, Düsseldorfwww.ibishotel.com/Karlsruhe

SolmsNella sede principale della LEICA Camera a Solms, in Assia, ad attendere i clienti c'è un nuovo e moderno spazio che fa da adeguata cornice ai prodotti più esclusivi, messi in scena con la luce di ERCO. Con i downlight ed i wallwasher del nuovo sistema Quintessence e con i wallwasher Cantax nella Gal-leria LEICA.

Il mondo del marchio LEICA, SolmsArchitettura e progettazione illuminotecnica: Labor Weltenbau, Elmar Gauggel, Stoccardawww.leica-camera.com

PechinoLa nuova costruzione del Capital Museum, nella capitale cinese, ospita un’inestimabile collezione di oggetti d’arte asiatici. In un’at-mosfera soffusa i faretti Optec accentuano le opere esposte, come questa statua d’oro del bodhisattva Puxian.

Capital Museum, PechinoArchitetti: AREP, Parigi; Cuikai Architect, CADRG, PechinoProgettazione illuminotecnica: Guangzhou Mingshi Lighting Co., Ltd., Pechino; Zhongtai Lighting Co., Ltd.www.capitalmuseum.org.cn

ParigiAll’esterno la facciata è messa in scena con Focalflood varychrome per LED, all’interno brillano i down-light Compact HIT con tecnologia Spherolit, il tutto comandato da un impianto Light System DALI: la luce nello Store parigino della Sony è adeguata all’immagine di questa multinazionale della tecnologia.

Sony Style Flagship Store, ParigiArchitetto: Saguez & Partners, Saint-Ouen; Versions, Versailleswww.boutiquegeorge5.fr

BerlinoDesign Hotels™, un’associazione internazionale di hotel indipenden-ti, organizza ogni anno un simposio sull’architettura ed il design nel ramo alberghiero. Il Future Forum 2010 è stato tenuto il 10 e 11 giu-gno a Berlino, con interessanti contributi ed esposizioni, nella luce di ERCO.

Design Hotels™ Future Forum 2010, Berlinowww.designhotels.com

UlmIl nuovo Hotel Lago, presso la Fiera di Ulm, con il suo stile concreto e moderno si richiama in molti detta-gli alla tradizione della Scuola di Design di Ulm. Gli apparecchi ERCO mettono in scena l’architettura negli ambienti interni ed esterni; il ristorante è un esempio da manuale di una riuscita illuminazione diffusa delle pareti.

Hotel Lago, UlmArchitetto: Nething Generalplaner Ulm/Neu-UlmProgettazione illuminotecnica: Conpla-ning GmbH, Ulmwww.lago-ulm.de

BarcellonaIl vecchio quartiere operaio del Poble Nou, vicino alla «Torre Agbar» di Jean Nouvel, ha vissuto negli ultimi tempi una radicale riqualifi-cazione. Un esempio: la galleria d’arte Can Framis, in un’ex impianto industriale, illuminata con faretti Cantax montati su binari elettrifi-cati sospesi.

Can Framis, Fundació Vila Casas, BarcellonaArchitetti: BAAS arquitectes, Barcellona www.fundaciovilacasas.com

RomaL’emittente «Radio Dimensione Suono» è una delle stazioni radio più ascoltate in Italia. Attorno alla sede rappresentativa a Roma ad accogliere i visitatori ci sono delle ampie aree verdi, illuminate ad effetto con Kubus, Panorama e Tesis, gli apparecchi ERCO per ambienti esterni.

RDS Radio Dimensione Suono, RomaArchitetto: Nigel RayanProgettazione illuminotecnica: Baldieri, Romawww.rds.it

AnversaGli architetti italiani Bernardo Secchi e Paola Viganò hanno svilup-pato un piano urbanistico struttu-rale per la città portuale di Anversa, in Belgio. Una parte del progetto è costituita dalla tettoia alta 20 metri sulla piazza antistante il teatro «Stadsschouwburg», illuminata di notte con i precisi coni luminosi dei proiettori Beamer montati sulla costruzione in acciaio.

Theaterplein, AnversaArchitetto: Studio Bernardo Secchi & Paola Viganò, Milano

BarcellonaBenvenuti nella lounge VIP del «miglior aeroporto d’Europa del 2010»: questo è il titolo assegnato dall’organizzazione «Airport Coun-cil International» (ACI Europe) al nuovo Terminal T1 dell’aeroporto di Barcellona nella categoria oltre 25 milioni di passeggeri. I lussi di questo nuovo spazio sono a dispo-sizione dei viaggiatori di First Class e Business Class, in un’atmosfera moderna ed elegante, sotto la luce schermata dei downlight quadrati di ERCO.

Terminal T1, Aeroporto di BarcellonaArchitetto: Ricardo Bofill Taller de Arquitectura, Barcellonawww.bcn-viplounge.com

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Sprazzi di luce Bonn/BerlinoInstallazione «Clouds», di Michael Sailstorfer© VG Bild-Kunst, BonnFotografo: Thomas Mayer

www.kunstsammlung.de

Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen (K20), sala Klee, nel nuovo ampliamentoDüsseldorf.Architetti: Dissing+Weitling, Copenhagen, Steen TrojaborgProgettazione illuminotecnica: Licht Kunst Licht,

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L’Uruguay è un piccolo paese sudamericano situato tra l’Argentina ed il Brasile, sull’Oceano Atlantico. La sua capitale, Montevideo, è una città portuale d’oltreoceano situata sul Rio de la Plata. Qui si concentrano la popolazione e l’economia del paese, per il resto poco popolato: i circa 1,5 milioni di abitanti di Montevideo costituiscono quasi la metà dei 3,3 milioni della popolazione complessiva dell’Uruguay: un mix variegato di persone di origine diversa, immi-grate in gran parte dall’Europa nel XIX° secolo, soprattutto dalla Spagna e dall’Italia. Spesso l’Uruguay viene chiamato la «Svizzera del Sud America»: di certo non tanto per i bovini che pascolano sulle colline dell’entroterra, quanto per i sistemi bancario e finanziario molto svilup-pati, per la stabile democrazia, per la sicurezza ed il buon sistema scolastico. La stabilità crea benessere, ed oggi il reddito pro capite dell’Uru-guay si trova in cima alle classifiche del Sud America.

Quasi tutta la produzione industriale e le attività di import ed export ruotano attorno allo snodo di Montevideo. La città è caratte-rizzata da uno stile architettonico coloniale tipico dell’Europa mediterranea, che si mescola con gli edifici moderni, tra i quali alcune perle archi tettoniche come l’Ambasciata Americana progettata nel 1969 da I. M. Pei. Il complesso aeroportuale è situato fin dal 1947 nella città di Carrasco, a circa 18 km ad est di Montevideo. Il prosperare del turismo, ma anche l’importanza crescente del paese come centro bancario e commerciale, ha reso urgente la costruzione di un nuovo terminal per gli arrivi e le partenze.

Addii e ritorniRafael Viñoly, un architetto americano di origine uruguayana, ha ricevuto il compito di definire una cornice adeguata al trasferimento di circa 1 milione di passeggeri all’anno. Oggi il terminal è il suo più importante progetto nella sua vec-chia patria ed il suo primo aeroporto in assoluto. Gli aeroporti sono da un lato delle infrastrutture funzionali, dall’altro lato però sono anche il teatro di intense sensazioni: gli addii ed i ritorni sono dei momenti emozionali intensi, che hanno impregnato anche la biografia di Viñoly. Già da giovane egli si è trasferito nella vicina Argentina, a Buenos Aires, per portare a termine i suoi studi. Nel 1964, a soli 20 anni, è stato uno dei cofon-datori del «Estudio de Arquitectura», che sarebbe presto diventato uno dei più importanti del Sud America. Il passo successivo lo ha portato nel 1978 negli Stati Uniti, dapprima ad Harvard e nel 1979 a New York, dove nel 1983 egli ha fondato il suo attuale studio. Il primo grande progetto che ha realizzato negli Stati Uniti è stato il John Jay College of Criminal Justice, nel 1988. La pro-

Carrasco International Airport, MontevideoIl nuovo aeroporto di Montevideo, in Uruguay, con le forme curve del suo tetto è una celebrazione dell’estetica dell’avia­zione. La luce è l’elemento di collegamento tra gli ambienti interni e l’esterno.

Architetto: Rafael Viñoly, New YorkArchitetti partner: Carla Bechelli Arquitectos, Buenos AiresDirezione dei lavori: Puerta del Sur S.A. / Corporación América, Arq. Julian M. EvansProgettista illuminotecnico: Ricardo Hofstadter, MontevideoFotografo: Rogerio Reis, Rio de Janeiro

www.aic.com.uy

Interno – esterno: il pro-gramma ERCO consente di realizzare un concetto di illuminazione com-pleto. I washer compatti Powercast, montati sul muretto che costeggia la rampa di accesso, fanno rilucere il guscio mono-litico del tetto anche all’esterno. Si impiegano i washer Powercast dotati di riflettori Spherolit oval flood, che generano una

distribuzione dell’inten-sità luminosa piatta e a simmetria assiale. Sono dotati di efficienti lampa-de ad alogenuri metallici da 150W.

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gettazione del centro culturale e congressuale Tokyio International Forum, nel 1996, ha com-portato l’affermazione di Rafael Viñoly sul piano internazionale (vedere anche a pag. 22 di questo numero).

Il Tokyo International Forum, con la sua gigante struttura dal tetto in acciaio e vetro che ricorda lo scheletro di una balena, ha dimo-strato al mondo dell’architettura che Viñoly ha le capacità per il grande gesto. Questo talento è stato ora messo all’opera per la progettazione dell’aeroporto di Carrasco. Viñoly ha creato per la sua patria una costruzione solitaria, con un tetto monolitico curvo su entrambi gli assi, dalle ragguardevoli dimensioni di 80 metri di larghezza e 366 metri di lunghezza: 150 metri a copertura degli edifici e 108 metri per parte di tetto sporgente. Sotto la protezione di que-sto elegante schermo immerso nel paesaggio collinare, l’architetto ha collocato un edificio trasparente organizzato nel senso verticale: le zone degli arrivi sono al piano terreno, quelle delle partenze nel piano superiore. Sopra di esso

vi sono una grande terrazza pubblica, un risto-rante con vista sulla pista di atterraggio e la hall principale. I passeggeri in arrivo non vengono introdotti attraverso passaggi anonimi e sale sotterranee, ma hanno la possibilità di orientar -si nel terminal da un piano ammezzato in vetro, prima di avviarsi alla consegna dei bagagli ed al controllo passaporti. Le grandi dimensioni ed i contatti visivi sono spiegati dall’architetto Viñoly con il fatto che in Uruguay sia normale accompagnare o andare a prendere in aeroporto amici, parenti e soci d’affari: per questo il nuovo terminal doveva offrire gli spazi per accogliere adeguatamente sia i viaggiatori che i non viag-giatori.

L’estetica dell’aviazioneLa superficie del tetto concavo e la filigrana delle strutture portanti in tubi d’acciaio sono una celebrazione dell’estetica dell’aviazione e si riallacciano ai precursori in tal senso, come il terminal TWA di Saarinen a New York. L’effet-to creato dall’edificio è sorprendente: il tetto,

viste le sue dimensioni, appare pesante, ma si appoggia – e sembra quasi galleggiare – su di una struttura spaziale snella. Non sembrano essere necessarie delle pareti portanti mas-sicce. Le pareti di vetro sono inclinate verso l’esterno, nel vero senso della parola «verso il cielo», tanto che la hall sembra un delicato vaso che si allarga verso l’alto. Questa leggerezza viene sottolineata da una convincente scelta di colori e materiali chiari, che riflettono la luce; dominano il bianco e l’argento, il vetro, il metallo e la pietra lucida. Pochi banconi neri, lucidi e a forma di cubo, accentuano negli inter-ni determinate particolari aree funzionali. La luce diurna svolge un ruolo essenziale dovuto all’intrecciarsi di interni ed esterni sotto l’inu-suale struttura del tetto ed in presenza di pareti trasparenti. Lo studio di ingegneria di Ricardo Hofstadter, specializzato nella progettazione dell’illuminazione, è stato incaricato della rea-lizzazione di un’adeguata drammaturgia con la luce artificiale.

Una sensazione spetta-colare negli spazi dell’am-pio atrio delle partenze, sia per i passeggeri che per coloro che li accom-pagnano. L’illuminazione indiretta con i washer per soffitti Parscoop è improntata al concetto di comfort visivo effi-ciente: è orientata alla percezione, in quanto la luce indiretta non è

abbagliante, rende più visibile il soffitto ed atte-nua il contrasto con la luce diurna che penetra dalle superfici in vetro. Efficienza con le econo-miche lampade ad aloge-nuri metallici, potente illuminotecnica e super-fici chiare per una mag-giore riflessione della luce.

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Il suo progetto di illuminazione si basa su di una coerente illuminazione indiretta del tetto concavo, con qualità della luce simili sia negli interni che all’esterno, seguendo con la luce le forme di questo elemento architettonico così pregnante. Il risultato assume la forma di grandi spazi completamente illuminati con luce dif-fusa, con il massimo del comfort visivo, con le lampade non in vista e quindi assolutamente senza abbagliamento e con illuminamenti medi di circa 300lx. Ricardo Hofstadter ha impiegato

ristorante, con l’incasso nel soffitto dei faret - ti da incasso Gimbal per lampade ad alogenuri metallici da 35W e 70W, la cui distribuzione dell’intensità luminosa può essere orientata con precisione grazie alla sospensione cardanica della testa dell’apparecchio.

I redattori della rivista americana di turismo «Travel + Leisure» hanno eletto il terminal di Montevideo-Carrasco come il migliore nuovo terminal del 2010. Fin troppo bella per un edi-ficio funzionale, questa costruzione si innalza

nel paesaggio per diventare un simbolo di modernità di una città affascinante, nella quale i cittadini cosmopoliti possono essere accolti e salutati in una cornice d’effetto.

negli ambienti interni centinaia di washer Parscoop per lampade ad alogenuri metallici da 400W, montati sul cordolo della struttura spaziale. Con la loro distribuzione asimmetrica dell’intensità luminosa essi illuminano il soffit -to in modo omogeneo, senza che siano perce-pibili i contorni dei coni luminosi.

La luce: comodità ed efficienzaCon una durata utile media delle lampade pari a 12.000 ore di esercizio e potenze allacciate di 14W/m², il progetto per l’illuminazione risulta essere ambizioso non solo per la qualità dell’il-luminazione dell’architettura, ma anche dal punto di vista energetico e per gli aspetti tecnici concernenti la manutenzione. Il proseguimen-to dell’illuminazione indiretta del tetto negli ambienti esterni è svolto dai compatti washer Powercast di ERCO dotati di lampade ad aloge-nuri metallici da 150W, montati sul muretto esterno della rampa di accesso all’aeroporto. La distribuzione della luce a simmetria assiale, con il cono di luce ovale generato dai precisi riflet-tori Spherolit, può essere orientata con esattez-za regolando l'angolo di inclinazione della staffa di fissaggio.

Nelle zone dei «gate» le pareti di vetro si sviluppano verticalmente ed offrono una vista diretta del cielo. I potenti faretti Optec sono integrati nella struttura portante e generano quindi una luce diretta e concentrata. Anche qui si impiegano le lampade ad alogenuri metallici, in questo caso da 70W. Questa componente di luce diretta viene ripresa con delle variazioni anche nelle zone dei negozi, nell’area VIP e nel

Ing. Ricardo HofstadterDalla metà degli anni ’80 Ricardo Hof-stadter dirige uno studio di ingegneria indipendente che a Montevideo si occupa di progettazione elettrica ed illuminotec-nica. I campi di attività comprendono oggi la progettazione di impianti elettrici per i progetti più diversi, ma soprattutto la pro - gettazione illuminotecnica per edifici e spazi pubblici, ad esempio per hotel, centri culturali, quartieri amministrativi, impianti sportivi, edifici industriali, negozi, centri commerciali e piazze pubbliche. Lo scopo dello studio è quello di fornire ai propri clienti soluzioni affidabili e di un’eleganza sobria, aggiornate ai più attuali livelli tec-nologici.

www.richof.com

Rafael Viñoly ArchitectsRafael Viñoly ha fondato il suo attuale stu-dio di New York nel 1983; in seguito si sono aggiunte delle filiali a Londra e Los Angeles. Ha raggiunto una fama mondiale con dei progetti architettonici internazionali e può vantare tutta una serie di commissioni per importanti edifici culturali e pubblici, labo-ratori ma anche piani urbanistici generali. Tra i 225 dipendenti, oltre agli architetti, lavorano anche ingegneri civili, specialisti delle visualizzazioni, costruttori di modelli, artisti e costruttori. In tal modo lo studio può vantare l’esperienza, le strutture e le capacità necessarie per realizzare progetti di qualsiasi dimensione. Alcuni esempi del lavoro di questo studio sono, oltre al Tokyo International Forum, il Kimmel Center for Performing Arts, a Philadelphia, o il Boston Convention & Exhibition Center.

www.rvapc.com

Ai «gate» delle aree di partenza la costruzione in vetro e acciaio consente di vedere il cielo; i potenti e compatti faretti Optec sono montati sul cordolo della costruzione e sono dotati di lampade ad alo-genuri metallici da 70W.

Le gallerie dei negozi ed i Duty Free sono oggi parte integrante irrinunciabile di qualsiasi aeroporto inter-nazionale. In queste aree del nuovo terminal i pro-gettisti hanno impiegato i faretti direzionali Gimbal per lampade ad alogenuri metallici.

I 280 washer Parscoop per lampade ad alogenuri metallici si integrano in modo discreto nella strut-tura spaziale dell’edificio. Sono dotati di lampade ad alogenuri metallici da 400W. Il concetto di illu-minazione garantisce degli illuminamenti sulle superfici orizzontali degli atri di circa 300lx con una potenza allacciata di 14W/m².

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Luci ed ombre: gli aeroporti hanno bisogno di innovazioniTesto e foto: Andreas Spaeth

Bangkok International Airport, completato nel 2006: il progetto funzio­nale di Murphy/Jahn ha rinunciato ai superficiali regionalismi; sono solo gli sguardi dei monaci buddisti in partenza e gli elementi culturali inseriti successivamente, come il padiglione a pagoda, ad aiutare a capire dove ci si trova.

Gli esordi dell’era dei jet ci hanno lasciato solo poche icone architettoniche capaci di durare fino ad oggi. Due di queste si trovano all’aeroporto newyorkese JFK, da sempre uno dei più importanti snodi internazionali dell’aviazione. Una è il TWA Flight Center dell’architetto finlandese Eero Saarinen, morto pochi mesi prima dell’inaugurazione della sua opera, nel maggio del 1962. Con i due tetti spiegati come ali, l’edificio appare come un enorme uccello che sta per spiccare il volo, un simbolo aeronautico astratto ed una delle costruzioni architettonicamente più incisive nella storia dell’aviazione, sia esternamente che internamente. Ai suoi utenti il terminal, che oggi non è più in fun­zione ma viene mantenuto intatto, offriva degli interni affascinanti e spaziosi, senza fastidiose colonne o strutture, con linee morbide e fluide e soprattutto con molta luce. Le enormi vetrate panoramiche lascia­vano penetrare una quantità sufficiente di luce diurna, mentre di notte un’abile illuminazione indiretta creava un piacevole ambiente. I newyorkesi hanno il terminal TWA talmente a cuore che quando è stata ipotizzata una sua demolizione vi si sono opposti, con il risultato che l’edificio è stato integrato nel nuovo terminal JetBlue, inau­gurato nel 2008, ed ora il suo utilizzo prati­co è ancora da definire.

Le icone e la velocità del loro superamentoPoco lontano da esso c’è l’odierno Termi­nal 3, l’ex «Worldport» della Pan American World Airways, aperto nel 1961. Anch’esso è stato una pietra miliare degli inizi dell’era dei jet, iniziata nel 1958. Spicca il grande tetto circolare, a forma di ombrello che, come al Tempelhof di Berlino, serviva a proteggere i passeggeri dal maltempo nel momento in cui salivano sugli aerei da uno dei nove gate originari. Anche in questo caso dominava ­ no gli spazi generosamente ampi e la ricca illuminazione, con grandi lucernai e con l’illuminazione indiretta del tetto, all’inter­no ed all’esterno, con effetti drammatici. Ma il traffico aereo si è sviluppato in modo talmente rapido che la costruzione origina­ria non poté tenere il passo e dovette subire continui ampliamenti. Questo accadde soprattutto all’inizio dell’era dei jumbo jet, nel 1970. Molto presto il «Worldport» perse i suoi pregi architettonici originari, dovette accogliere sempre maggiori strutture e ne risentirono la grandezza degli spazi e la luminosità. Dopo il fallimento della Pan Am, la Delta Air Lines acquisì nel 1991 la gestio­ne del terminal e con essa una costruzione

sempre più inadeguata, che oggi non è più in grado di rispondere alle esigenze estetiche e di efficienza dei suoi utenti, tanto che a volte viene definito un «terminal da terzo mondo». Il direttore generale della Delta, Ed Bastian, poco tempo fa ebbe a dire che «Si tratta del peggior impianto che abbiamo in gestione». Nell’agosto del 2010 è stato annunciato che a partire dal 2013 il vecchio «Worldport» verrà demolito e che dal 2015 su quella superficie verranno creati dei par­cheggi aggiuntivi per gli aerei, mentre i pas­seggeri potranno essere fatti transitare per gli edifici vicini, che nel frattempo verranno ampliati.

Quello del traffico aereo è un settore molto dinamico, un’industria in continua crescita. Questo è un dato ormai acquisito in tutto il mondo nel momento in cui si va a progettare gli aeroporti, che oggi devono essere concepiti in sistemi modulari in se ­guito ampliabili. In media il traffico aereo mondiale cresce ogni anno di circa il cinque per cento. Gli operatori del settore stimano che, dopo gli anni di crisi del 2008 e 2009, questo ritmo di crescita sarà toccato di nuo­vo nel 2010. Comunque all’interno di questa crescita ci sono sostanziali diffe renze tra le diverse regioni del mondo. L’Europa, con il due per cento circa, ha la crescita più con­tenuta, seguita dall’America settentrionale. Per molto tempo la regione dell’Asia e del Pacifico è stata quella con i tassi di crescita del traffico aereo più estremi, ma attualmen­te si osserva una crescita a due cifre soprat­tutto nel Medio Oriente e nell’America latina. Ciò non deve però distogliere dal fatto che sono soprattutto due paesi asiatici i princi­pali centri di crescita in assoluto, perché si trovano ad avere un nuovo, crescente ceto medio, ideale per una considerevole doman­da aggiuntiva di viaggi aerei: l’India e la Cina.

La Cina e l’India decollanoNella Terra del Drago la costruzione di nuovi aeroporti è uno dei principali strumenti che il governo ha nelle sue mani per stimolare lo sviluppo economico delle diverse regioni. Se alla fine del 2006 in quell’enorme paese c’erano solo 147 aeroporti per il traffico aereo, nel 2010 sono diventati 192. Entro il 2020 il governo prevede un volume di investimento di 64 miliardi di dollari per la costruzione di altri 97 aeroporti, che però nelle province finiranno spesso per essere delle «cattedrali nel deserto» e non genere­ranno dei volumi di traffico degni di nota. Non sarà così per il secondo aeroporto di Pechino, anch’esso in programma, anche se

l’attuale aeroporto della capitale ha appena subito dei massicci ampliamenti per i giochi olimpici del 2008.

Anche l’India, che tradizionalmente è un paese noto per il degrado delle sue infra­strutture, sta finalmente recuperando terre­no, per offrire un buon livello almeno nei suoi aeroporti internazionali. In questo sub­continente fino ad ora sono solo 28 le città collegate dal traffico di linea transfrontalie­ro. A Hyderabad e Bangalore recentemente sono sorti dei nuovi impianti dove prima c’erano dei pascoli. Nel luglio del 2010 è sta­to inaugurato il più grande edificio pubblico dell’India, presso l’Indira Gandhi Interna­tional Airport, un complesso che soffre di sovraccarichi cronici. Si tratta del Terminal 3, costruito in cooperazione con dei soci priva­ti, che è stato realizzato al tempo record di tre anni e rispettando il budget program­mato di tre miliardi di dollari, cosa che in India ha destato sensazione. In tutto il nuo­vo complesso a nove piani può gestire fino a 34 milioni di passeggeri l’anno, il 95% dei quali, secondo i gestori, potranno lasciare l’edificio entro 45 minuti dall’atterraggio del loro aereo. Anche questo non è mai accadu­to nella capitale indiana, dove fino ad oggi l’efficienza era una parola sconosciuta.

Un’altra «zona calda» nel settore della costruzione degli aeroporti è la regione del Golfo Persico, sopratutto Dubai. In nessun altro luogo negli ultimi anni il movimento dei passeggeri è cresciuto in modo tanto estremo come nella regione dei deserti, che si impegna nell’assumere una propria fun­zione non solo come regione petrolifera, ma anche come snodo centrale del traffico aereo e come centro dell’industria del turi­smo e dei servizi. Già oggi a Dubai transita­no 40 milioni di passeggeri all’anno e, una volta completato l’ultimo ampliamento in progetto, l’aeroporto ai margini della città sarà portato ad una capacità di 80 milioni di passeggeri all’anno. Con i suoi 1,5 milioni di metri quadrati di superficie utile, il Terminal 3 inaugurato nell’ottobre del 2008 è il più grande edificio del mondo per estensione. La mancanza di spazio nel complesso aeropor­tuale però era tale che si è dovuto realizzare il nuovo edificio principale, con gli sportelli dei check­in per i passeggeri in partenza e la consegna bagagli ai passeggeri in arrivo, sotto il piazzale esistente. Ciò ha comportato delle grandi sfide per cercare di creare per i passeggeri un ambiente arioso e luminoso. Si è quindi cercato di compensare l’inevitabile mancanza di trasparenze dei locali sotterra­nei con l’altezza dei soffitti, anche nelle aree

Kuala Lumpur: la parti­colarità architettonica di questo aeroporto internazionale è il cilin­dro di vetro situato al suo centro, nel quale Kisho Kurokawa ha posto degli alberi e delle piante tipici delle foreste tropicali. In tal modo si inizia a sinto­nizzare i passeggeri sulla flora e sulla fauna della Malaysia.

London­Heathrow, Termi­nal 5: la progettazione di Richard Rogers iniziò già nel 1989. Con tutto ciò che i moderni aeroporti propongono, l’architettu­ra del Terminal 5 finisce per essere un progetto di medie dimensioni. Ciò

Anche nella crisi, quello aereo rimane un settore in crescita. Perché ciò sia possibi-le sono necessari immensi investimenti in infrastrutture, perché si può volare in modo tanto efficiente quanto gli impianti di terra lo consentono. In tutto il mondo è in corso una gara per chi costruisce il più grande, il più bello ed il più efficiente terminal aeroportuale. In tale gara la luce riveste un ruolo importante.

nonostante gli utenti, abituati com’erano alle vecchie e tetre catacom­be di Heathrow sono ancora oggi stupefatti.

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Sull’autoreAndreas Spaeth è un giornalista specia­lizzato sul traffico aereo. Da circa 20 anni lavora per diversi media di lingua tede­sca ed inglese (tra gli altri Süddeutsche Zeitung, Frankfurter Allgemeine Zeitung, DIE ZEIT, Lufthansa Magazin, Flug Revue, monocle, Air International), come esperto in radio e in TV e come autore di libri sui temi che riguardano il traffico aereo dei passeggeri. Ha visitato oltre 90 paesi e visitato compagnie aeree, produttori di aerei e costruttori di aeroporti in tutto il mondo, per poi scrivere su di essi.

www.aspapress.com

Shanghai International Airport, Pudong: un progetto di Paul Andreu/Aéroports de Paris. Nel marzo del 2008 è stato inaugurato il secondo terminal, con un’archi­tettura identica, che ha aumentato la capacità dell’aeroporto a 60 milio ­ni di passeggeri all’anno.

ha avuto la responsabilità del progetto di Bangkok. Anche a Bangkok si punta su di una miscela di luce diretta penetrante dalle finestre, di luce diffusa proveniente dalla membrana e di una pratica illuminazione indiretta con apparecchi posizionati su punti strategici e che assomigliano a dei moderni lampadari. Persino nei vasti Duty Free a Bangkok si trova un’elegante luce indiretta con dei riflettori a forma di ombrello.

Un vero gioiello è la porta della Malaysia. Musica a basso volume dagli altoparlanti, ampie superfici in vetro, un vero e proprio pezzo di foresta tropicale nel mezzo dell’edi­ficio del terminal, la spettacolare architet­tura del giapponese Kisho Kurokawa e comfort ovunque per i passeggeri. Così gli ambiziosi malesi hanno voluto realizzare il loro snodo aeroportuale inaugurato nel 1998 e situato a sud di Kuala Lumpur, noto generalmente con l’acronimo KLIA (Kuala Lumpur International Airport). Per tre volte di seguito (dal 2005 al 2007) il più grande aeroporto della Malaysia, che per i gestori è il simbolo del progresso del loro paese, è stato eletto come il migliore del mondo della sua categoria dall’associazione degli aero­porti ACI. Una sua particolarità architettoni­ca è costituita dal cilindro di vetro nel mezzo dell’edificio, nel quale Kisho Kurokawa ha situato degli alberi e delle piante tipici della foresta tropicale. In tal modo i passeggeri possono predisporsi alla flora ed alla fauna della Malaysia, visto che gli alberi e le piante che crescono qui sono stati trapiantati dalle foreste locali. Anche chi si reca in Corea del Sud trova una piacevole sorpresa quando atterra nell’elegante e luminoso aeroporto di Incheon, un complesso dal design perfet­tamente riuscito. È stato inaugurato nel 2001 a 50km a sud della capitale Seul. Con il suo terminal di quasi mezzo milione di metri quadrati di superficie e con le sue for­me ondose in vetro, acciaio e marmo, que­sto aeroporto è lo snodo internazionale del paese. Nonostante esternamente esso abbia poco di asiatico, il team di architetti locali è riuscito nell’intento di infondere al termi­nal un aspetto propriamente coreano negli interni; un grande atrio ospita un giardino con giochi d’acqua ed alberi veri, dai tronchi alti più di due piani.

Aeroporti nuovi dalle forme audaci come quelli sorti in Asia o nella regione del Golfo sono impensabili in America od in Europa. Qui ci vogliono decenni per superare tutte le resistenze e gli ostacoli che si incontrano anche solo per ampliare un aeroporto già esistente. Gli aeroporti totalmente nuovi come quello di Monaco di Baviera (inaugu­rato nel 1992) o quello di Atene (2001) sono delle eccezioni assolute. Lo stesso aeroporto internazionale di Berlino Brandeburgo, che dovrebbe entrare in funzione nella capita­le tedesca nel 2012, si servirà delle piste di decollo ed atterraggio del vecchio aeropor­to di Schönefeld. Uno dei più importanti ampliamenti in Europa è stato quello che ha visto nel 2006 l’apertura del Terminal 4 all’aeroporto di Madrid­Barajas. Ancora pri­ma di accedervi, l’edificio principale impres­

siona per la sua forma e le sue dimensioni, soprattutto per il tetto in alluminio dalle for ­ me ondulate e per gli interni pieni di luce. Lungo in tutto 1.140 metri, il Terminal 4 è stato progettato dall’architetto inglese Richard Rogers e dal suo collega spagnolo Antonio Lamela, e vanta una superficie di ben 470.000 metri quadrati, coperti da un tetto arcuato e internamente rivestito con del legno di bambù piantato in Cina a tale scopo. La sensazione data dagli spazi è spet­tacolare, anche grazie agli oltre 550 lucer ­nai dotati di riflettori ed alle grandi pareti in vetro. L’edificio ha tre grandi fasce lumi­nose che servono ai viaggiatori per orientar­si, come un codice a colori, e che separano chiaramente tra loro i tre blocchi dell’edificio del terminal.

La liberazione di HeathrowUn’altra importante novità in Europa è sta­ta l’apertura nel 2008 del Terminal 5 della British Airways all’aeroporto Heathrow di Londra, uno degli aeroporti più importanti del continente, che ormai era diventato vecchio e soffriva di un intasamento cro­nico. L’edificio ha una superficie pari a quella di Hyde Park ed è uno dei più grandi del suo genere. La progettazione, di nuovo ad opera di Richard Rogers, iniziò già nel 1989. Con tutto ciò che i moderni aeroporti propongono, l’architettura del Terminal 5 finisce per essere non un’opera eccezionale, ma semplicemente di medie dimensioni. È alto 40 metri, lungo 396 metri e avvolto in 30.000 metri quadrati di vetro. Una volta a regime dovrà poter smistare fino a 35 milioni di passeggeri all’anno. Una grande hall delle partenze, luminosa e coperta da un tetto arcuato, accoglie gli ospiti in un ambiente pieno di luce diurna. Gli utenti, che si erano abituati alle tetre catacombe di Heathrow, sono ancora stupefatti. Le nuove lounge sono spettacolari: attraverso le enormi fac­ciate in vetro si ha una grandiosa vista fino al Castello dei Windsor, mentre dal terrazzo della «Concorde Room» per gli ospiti di pri­ma classe si vede il nuovo stadio di Wembley, senza dimenticare gli spazi più intimi come la zona con il caminetto nel ristorante. Con le cucine aperte agli sguardi dei clienti, un bar­champagne con lampadari in cristallo di Swarovski, con mobili di design ed opere d’arte, si offre al viaggiatore un’esperienza capace di fargli dimenticare rapidamente l’orrore del vecchio Heathrow.

A volte però anche le piccole modifiche possono fare miracoli: nel 2009 è stato inaugurato l’ampliamento del Terminal 2

degli arrivi. Mentre queste in molti aeroporti sono piuttosto basse e cupe, Dubai saluta i suoi ospiti nel terminal esclusivo dalla com­pagnia di bandiera Emirates Airlines con dei saloni degni di una cattedrale, con colonne bianche e tanta luce.

Altre sfide vengono attualmente affron­tate nella costruzione del New Doha Inter­national Airport, nel vicino e non meno ambizioso emirato del Qatar. Qui la gran parte della superficie del nuovo edificio, che sarà inaugurato probabilmente nel 2012, è stata sottratta alle acque poco profonde del Golfo. Per l’edificio del terminal a tre piani, che quando inizierà ad operare offrirà 350.000 metri quadrati di superficie, è stata scelta l’acqua come elemento simbolico e come filo conduttore. «Il tetto del terminal è curvo come un’onda, mentre il complesso privato per il check­in dell’emiro si innalza come una vela, la moschea sembra una goccia d’acqua, il parcheggio un aquilone e la torre di controllo a pianta triangolare sembra da un lato come una mezzaluna, a simboleggiare l’Islam», dichiara Omran Assa della ditta di costruzioni americana Bechtel, il general contractor del progetto. Anche negli interni degli edifici vi sono degli ele­menti di architettura araba, come gli archi portanti a forma di spade incrociate, realiz­zati tra l’altro con della pietra arenaria loca­le. In regioni come i deserti arabici, inondate di calore e luce, il genio sta nel trovare il giusto equilibrio tra la luce naturale che penetra dall’esterno del grande edificio del terminal e la luce artificiale al suo interno. È interessante anche la combinazione tra questi due elementi nella forma in cui la si può osservare ad Abu Dhabi, dove si hanno armoniosamente accostati il terminal in stile moschea inaugurato nel 1982, che punta esclusivamente sulla luce artificiale, e l’am­pliamento del 2009, in stile architettonico occidentale.

Un pezzo di giungla nel terminalUno sguardo nell’Asia di Sud Est consente di farsi un’idea su come debbano essere i moderni aeroporti nell’immaginario dei gestori e dei progettisti. Sulla spinta della forte e continua crescita che dura dagli anni ’90, c’è stata l’apertura di tutta una serie di nuovi grandi aeroporti in tutte le metropoli della regione. L’ultimo è stato, nel 2006, il Suvarnabhumi di Bangkok, la cui area aperta ai passeggeri, con i suoi 563.000 metri qua­drati di superficie, è la più grande superficie coperta al mondo dopo quelle di Dubai e di Pechino (la concorrenza dell’aeroporto Chek Lap Kok di Hong Kong, aperto nel 1999, arrivava «solo» a 510.000 metri quadrati). Le lunghe aree dei check­in a Bangkok sem­brano degli enormi bruchi, i tetti a forma di V sono realizzati alternativamente in vetro e acciaio e in una bianca e trasparente mem­brana in fibra di vetro. Questo prodotto, brevettato da un’impresa di Rosenheim, in Baviera, è stato utilizzato anche al Munich Airport Center, e pare che proprio in Baviera abbia tratto l’ispirazione l’architetto Helmut Jahn, il cui studio Murphy/Jahn di Chicago

dell’aeroporto di Helsinki, che lo dota non solo di 1.000 metri quadrati dell’ele­gante Via­Lounge, con i più raffinati mo ­bili e lampade del design finlandese, ma anche di un’area benessere aeroportuale: un’oasi benessere di quasi 600 metri qua­drati nell’area di sicurezza di un terminal dell’aeroporto, con tanto di vista all’esterno: di certo qualcosa di unico al mondo. Vicino alla sauna gorgheggia una piccola piscina, con dei riflessi luminosi verdastri che immer­gono l’acqua minerale in una luce miste­riosa. A delimitare la sauna c’è una grande vetrata con la parte inferiore trasparente solo nella direzione dall’interno all’esterno. Continuamente vi passano davanti persone silenziose e di fretta, alcune trascinando pesanti bagagli. Andando oltre, lo sguardo si spinge fino al piazzale antistante l’aero­porto. Ogni tanto passano dei jet Airbus che vanno ad attraccare ai tunnel di accesso dei passeggeri. Ma tutto ciò, osservato da dietro la lastra di vetro di una sauna ad una temperatura di 95°C, sembra essere un altro mondo, come se la realtà scorresse su di un video proiettato su di uno schermo.

Helsinki, Terminal 2: un’oasi benessere di quasi 600 metri quadrati nell’area di sicurezza del terminal di un aeroporto, con vista all’esterno: di certo qualcosa di unico al mondo. Vicino alla sauna gorgheggia una piccola piscina, nella

Il Terminal 4 a Madrid­Barajas: già avvicinando ­ si all’aeroporto l’edificio principale impressiona per le forme e le dimen­sioni. Caratteristici sono il tetto in alluminio dalle forme ondulate e gli interni inondati di luce. Il terminal, progettato dall’architetto inglese Richard Rogers e dal suo collega spagnolo Antonio Lamela, è lungo

in tutto 1.140 metri e la sua superficie è di ben 470.000 metri quadrati.

quale l'acqua si immerge in una misteriosa luce dai riflessi verdi.

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Con i faretti Logotec per LED, ERCO presenta il suo primo programma di faretti ottimizzato esclusivamente per l’impiego dei LED. Logotec LED, dotato di una moderna tecnologia di lenti per LED, costituisce già oggi una valida alternativa a tutti i faretti con riflettori tradizionali e lampade alogene a bassa tensione di fino a 100W. Il design di sistema e la più moderna optoelettronica sono alcune delle caratteristiche salienti di questo programma par-ticolarmente efficiente dal punto di vista energetico. La forma piatta degli apparecchi è caratteristica della nuova tecnologia LED e con-tribuisce alla gestione ottimale del calore dei LED ad alta potenza. La forma dell’apparecchio convince per la sua compattezza, nella quale è integrata anche la componenti-stica. I faretti da incasso Logotec LED sono disponibili con sei diverse caratteristiche di distribuzione dell’intensità luminosa. Le lenti Spherolit intercambiabili deter-minano la distribuzione della luce, con coni luminosi stretti o larghi o con una distribuzione concepita per l’illuminazione delle superfici verticali. Logotec LED è disponibile anche come faretto da incasso.

I faretti Logotec LED saranno disponibili a partire dal 2011

Logotec LED Faretti

DesignLa staffa del faretto con-sente di inclinare e ruo-tare tutti gli apparecchi Logotec per LED. Il loro corpo compatto integra la componentistica dei LED ad alta potenza.

Logotec LED è disponi-bile nei colori bianco e argento.

narrow spot

spotfloodwide flood

LED 4,6WBianco da luce diurnaBianco caldo

LED 14WBianco da luce diurnaBianco caldo

oval flood wallwash

ERCO ha adattato il programma di faretti da incasso Logotec per LED integrati nel soffitto alle capacità specifiche dei LED. Dotati dell’innovativa tecnologia delle lenti Spherolit, questa serie di apparecchi costituisce già oggi un’alternativa ai faretti dotati di riflettori tradizionali e lampade alogene a bassa tensione di fino a 100W. La forma piatta del corpo dell’apparecchio è una caratteri- stica resa possibile dall’impiego dei LED e contribuisce in modo ottimale alla gestione del calore dei LED ad alta potenza. L’efficiente ottica dei LED presenta un livello di rendi-mento del sistema di illuminazione maggiore di quello dei sistemi convenzionali. Il meccanismo per l’inclinazione del corpo dell’appa-recchio consente di illuminare le pareti fino al soffitto. I faretti da incasso Logotec LED sono disponi-bili con sei diverse caratteristiche di distribuzione dell’intensità lumi-nosa. Il montaggio non richiede l’impiego di attrezzi e garantisce un’installazione economica dei faretti da incasso. Il design di sistema dell’anello e del telaio da incasso rende inoltre intercambia-bili i programmi Quintessence e Logotec. Logotec LED è disponibile anche come faretto per binari elet-trificati.

I faretti da incasso Logotec LED saranno disponibili a partire dal 2011

narrow spot

spotfloodwide flood

LED 4,6WBianco da luce diurnaBianco caldo

Design

LED 14WBianco da luce diurnaBianco caldo

oval flood wallwash

Logotec LED Faretti da incasso

Dettaglio d’incassoL’anello da incasso defini-sce il dettaglio d’incasso, che può essere a filo del soffitto o coprente.

DesignIl faretto da incasso Logotec per LED, nella forma rotonda o qua-drata, consente di adat-tare l’aspetto del soffitto all’architettura o allo stile dell’arredamento degli interni.

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Logotec LED Faretti e faretti da incasso

Tecnologia LEDLa qualità dei sistemi ottici influenza l’efficienza complessiva degli appa-recchi per LED. Per creare la luce orientata ERCO impiega dei sistemi ottici di proiezione sviluppati inter-namente. I collimatori sono l’ottica secondaria che fa da elemento di collegamento tra la lente dei LED sulla piastra e le lenti Spherolit, che costituiscono l’ottica terziaria. Con questo design di sistema l’utente dispone di una varietà unica di distribuzioni della luce per una progettazione illuminotecnica professionale. L’esperienza decen-nale nello stampaggio ad iniezione dei polimeri garantisce il massimo della qualità della produzione rea-lizzata internamente.

Ottica terziariaDopo aver raccolto i raggi luminosi paralleli, l’ottica terziaria della lente Spherolit determina la distribuzione dell’in-tensità luminosa, dai coni di luce stretti a quelli larghi ed alle distribuzioni asimmetriche per l’illu-minazione delle superfici verticali.

Ottica secondariaL’ottica secondaria del collimatore orienta i fasci luminosi parallelamente, consentendo l’utilizzo di diversi tipi di ottica terziaria.

Ottica primariaL’ottica primaria della lente situata diretta- mente sul LED-chip crea una distribuzione della luce a forma di semisfera.

Modulo LED ERCO

Collimatore ERCO

Lente Spherolit ERCO

Caratteristiche di distribuzione con lenti Spherolit

Indicazione del tipo di lente SpherolitPer identificare i diversi tipi di ottica terziaria, sul bordo delle lenti Spherolit è indicato il nome delle rispettive distribuzioni dell’intensità luminosa.

Narrow spotI due grandi collimatori dietro la lente Spherolit sono caratteristici dei faretti Logotec per LED con ottica narrow spot. Nella parte inferiore è integrata la componen-tistica.

Oval floodLa struttura a simme-tria assiale della lente Spherolit oval flood defi-nisce l’estetica di questo washer. Dietro la lente Spherolit si distinguono i sei LED ad alta potenza ed il collimatore.

I faretti e faretti da incasso Logotec per LED possono svolgere senza problemi dei compiti di illuminazione complessi: illuminazione d’accento, diffusa e illuminazione delle superfici verticali.

Dimmerazione sui farettiI faretti Logotec per LED possono essere dimmerati in due modi, anche com-binabili tra loro: il primo è tramite un potenziometro integrato nella testa di ogni apparecchio per LED, che consente di impo-stare il flusso luminoso individualmente e con precisione.

Dimmerazione tramite circuito elettricoLa nuova componentistica dei faretti Logotec per LED sviluppata da ERCO può essere inoltre comandata con dei dimmer esterni in tecnica a taglio di fase.

Gestione del caloreERCO pone una parti-colare attenzione alla gestione del calore, affin-ché i moduli LED possano lavorare a temperature inferiori ai livelli critici. In tal modo i LED potranno fornire le prestazioni spe-cificate per tutta la loro durata utile.

Lenti Spherolit efficientiCon le lenti Spherolit wallwash, la nuova tec-nologia illuminotecnica per l’illuminazione diffusa delle pareti con i LED, si ottengono degli illumi-namenti doppi rispetto ai convenzionali riflettori wallwasher Spherolit.

Wallwasher con lente per LEDCon lente Spherolit wall-wash. Livello di rendimen-to del sistema di illumina-zione (LOR): ca. 80%

LOR

Narrow spotPer accentuare piccoli oggetti con maggiori illu-minamenti o per attraver-sare grandi distanze tra l’apparecchio e l’oggetto illuminato. Angolo di distribuzione < 10°.

SpotCaratteristica standard per l’illuminazione d’ac-cento di oggetti di ogni tipo, in particolare per la modellazione delle forme tridimensionali. Angolo di distribuzione 10°-20°.

FloodPer accentuare in modo efficiente oggetti più grandi o per mettere in risalto delle parti di un ambiente. Angolo di distribuzione 25°-35°.

Wide floodPer l’illuminazione flessi-bile e diffusa di superfici e zone di un ambiente, in particolare per la pre-sentazione delle merci. Angolo di distribuzione > 45°.

Oval floodLa lente Spherolit oval flood è caratterizzata da una distribuzione dell’in-tensità luminosa diffusa a simmetria assiale. Viene generato un cono di luce ovale che va dai ca. 20° ai 60°.

WallwashLa distribuzione luminosa dei wallwasher con lente è tale da offrire un’ottima omogeneità dell’illumina-zione della parete.

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Le caratteristiche di distribu­zione dei faretti e dei washer nelle applicazioniGli apparecchi per binari elettrifi­cati forniscono una luce flessibile nell’architettura: sono versatili sia nel posizionamento che nell’indi­rizzamento. A ciò si aggiunge l’im­portante vantaggio della scelta tra le diverse distribuzioni dell’intensità luminosa. Con i diversi sistemi otti­ci si possono così svolgere molti e diversi compiti di illuminazione in modo individualizzato ed efficiente. La distinzione tra illuminazione d’accento, illuminazione diffusa ed illuminazione diffusa delle pareti offre un utile approccio per la pro­gettazione.

Il cono di luce stretto dell’illu­minazione d’accento separa ciò che è importante da ciò che non lo è, ed aiuta quindi ad orientare la percezione, ad esempio nelle espo­sizioni o nei locali di vendita. La decisione tra fasci di luce stretti o larghi dipende dal contrasto che si desidera creare nell’ambiente, dalle dimensioni dell’oggetto da illumi­nare e dalla sua distanza dall’appa­recchio: per mettere in scena effica­cemente un bouquet di fiori in una lobby si potrà utilizzare un «narrow spot». Per mettere in risalto oggetti più grandi da distanze più ravvici­nate si può usare un «wide flood». La distribuzione diffusa «oval flood» è ottimale per elementi od espositori di forma allungata. Un apparecchio con una distribuzione «oval flood» può così sostituire diversi apparec­chi spot a simmetria rotazionale. La caratteristica per l’illuminazio ­ ne diffusa delle pareti «wallwasher» genera una luce omogenea sulle superfici verticali, ad esempio nei musei, per illuminare i quadri o per articolare chiaramente gli ambienti.

La precisa determinazione dei compiti di illuminazione e delle distribuzioni della luce più appro­priate è un fattore determinante per il comfort visivo efficiente. Tali concetti richiedono una quantità di apparecchi inferiori e consento­no quindi di risparmiare anche nel­le fasi di installazione ed utilizzo.

TS

Illuminazione diffusa delle pareti Con l’illuminazione delle superfici verticali si determina una chiara definizione degli spazi e si rende l’architettura più leggibile, rendendo gli ambienti più luminosi.

Luce d’accentoLa luce d’accento orien­tata distingue ciò che è importante da ciò che non lo è. Attira l’attenzio­ne ed orienta lo sguardo sui dettagli.

Illuminazione diffusa Con l’illuminazione dif­fusa si possono portare in primo piano grandi oggetti o singole zone di un ambiente. Il cono di luce ovale è adatto in particolare agli oggetti di forma allungata od agli oggetti disposti in fila.

Zoom Doppio zoom

L’orientamento della luce dei LED con le lenti SpherolitNegli strumenti di illuminazione per LED, per generare una luce orientata ERCO impiega delle len­ti Spherolit come ottica terziaria per indirizzare la luce. Le lenti Spherolit, sia tecnicamente che nella distinzione tra le distribuzio­ni dell’intensità luminosa, si basa­no sulla tecnologia brevettata dei riflettori Spherolit, già afferma­tasi con i comuni tipi di lampade. Essa offre un’eccellente qualità della luce e molti vantaggi prati­ci per i progettisti e gli utenti. La trasmissione della luce attraver­so la lente Spherolit, fatta di un materiale polimero, avviene con delle perdite inferiori rispetto alla riflessione, il che si traduce in un migliore livello di rendimento dei sistemi di illuminazione (LOR). La

Narrow spotPer accentuare piccoli oggetti con maggiori illuminamenti o per attra­versare grandi distanze tra l’apparecchio e l’og­getto illuminato. Angolo di distribuzione < 10°.

SpotCaratteristica standard per l’illuminazione d’ac­cento di oggetti di ogni tipo, in particolare per la modellazione delle forme tridimensionali. Angolo di distribuzione 10°–20°.

FloodPer accentuare in modo efficiente oggetti più grandi o per mettere in risalto delle parti di un ambiente. Angolo di distribuzione 25°–35°.

Wide floodPer l’illuminazione flessi­bile e diffusa di superfici e zone di un ambiente, in particolare per la presen­tazione delle merci. Ango­lo di distribuzione > 45°.

Oval floodLa lente Spherolit oval flood è caratterizzata da una distribuzione dell’in­tensità luminosa diffusa a simmetria assiale. Viene generato un cono di luce ovale che va dai ca. 20° ai 60°.

WallwashLa distribuzione luminosa dei wallwasher con lente è tale da offrire un’ottima omogeneità dell’illumi­nazione della parete.

Caratteristiche di distribuzione con lenti Spherolit

Lente Spherolit

LEDOttica del collimatore

tecnologia Spherolit si basa sulla suddivisione della superficie di una lente in molte singole super­fici tridimensionali convesse che indirizzano la luce mediante rifra­zione. Dopo che la luce è stata raccolta in fasci paralleli dal colli­matore, l’ottica terziaria delle lenti Spherolit determina la distribu­zione dell’intensità luminosa: dai coni di luce a fascio stretto a quelli a fascio largo, fino alle distribu­zioni asimmetriche per l’illumina­zione delle superfici verticali.

L’intero processo di produzione delle lenti Spherolit e dei colli­matori si svolge negli stabilimenti ERCO: dai complessi calcoli e dalle

simulazioni compute­rizzate alla costruzione degli utensili di preci­sione e fino alla produ­zione.

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HIT

Il Tokyo International Forum, con la sua forma marcante, non è diventato solo uno dei più importanti centri per congressi ed iniziative culturali di Tokyo, ma anche un vero e proprio elemento paesaggistico capace di rappresen­tare una costante nell’immagine in continua evoluzione della metropoli giapponese. All’epo­ca della sua costruzione, negli anni 1996/97, esso rappresentava un capolavoro tecnico e architettonico. Oggi una nuova illuminazione offre enormi potenziali di risparmio energetico, mantenendo le qualità della progettazione illu­minotecnica originale.

L’affascinante illuminazione dello spettacola­re atrio e di molte altre parti dell’edificio è stata progettata con i migliori strumenti di illumi­nazione di ERCO disponibili a quel tempo – in parte con faretti e downlight di serie dotati di lampade alogene, in parte anche con prodotti speciali realizzati appositamente per quel pro­getto.

Ora i gestori del Tokyo International Forum hanno deciso di rinnovare completamente l’im­pianto di illuminazione: l’obiettivo era quello di mantenere come minimo la qualità del con­cetto di illuminazione originale, impiegando però dei prodotti di serie moderni, che guardino al futuro. L’investimento doveva finanziarsi con la drastica riduzione dei consumi energetici e dei costi di manutenzione. Un’ulteriore sfida è derivata dal desiderio dei committenti di conti­nuare ad utilizzare i fori d’incasso esistenti. Con il concetto del comfort visivo efficiente ERCO ha offerto una soluzione a queste richieste: una progettazione intelligente, orientata alla percezione, e l’impiego di efficienti lampade ad alogenuri metallici montate in apparecchi con un’illuminotecnica della massima qualità, in grado di ottenere risparmi energetici comples ­ sivi pari a circa il 70%.

Efficiente illuminazione diffusa delle pareti nell’atrioL’illuminazione delle superfici verticali defini­sce le architetture e determina la sensazione di luminosità di un ambiente. Per questo l’illumi­nazione delle pareti è un fattore essenziale del comfort visivo efficiente. Sulle rampe di accesso i wallwasher per lampade alogene da 500W e 300W sono stati sostituiti da apparecchi per lampade ad alogenuri metallici da 150W; un risparmio energetico del 70% con un migliora­mento della qualità della luce.

Anche nell’illuminazione delle pareti inclina ­ te al piano terreno dell’atrio, per mezzo di ap­parecchi da incasso nel pavimento, si è potuto ottenere un consistente risparmio energetico ed allo stesso tempo un miglioramento dell’im­pressione visiva. Gli uplight per lampade PAR di

Tokyo InternationalForum

L’illuminazione efficiente delle superfici verticali determina la sensazione di luminosità di un ambiente e ne definisce i contorni. I wallwasher con lente ed i downlight­wallwasher per lampade HIT da 150W di tonalità bianco calda (3000K) sostituiscono gli apparecchi speciali da 300W e 500W.

Architetto: Rafael Viñoly Architects, New YorkProgettista illuminotecnico: Claude R. Engle, Chevy Chase; Lighting Planners Associates, TokyoFotografo: Joshua Lieberman, Tokyo

www.t­i­forum.co.jp/english

un altro produttore sono stati ora sostituiti da wallwasher per luce radente dotati di lampade ad alogenuri metallici da 20W: un risparmio energetico del 69%.

Illuminazione d’accento per la struttura del tettoLa gigantesca costruzione in acciaio del tetto, a forma di dirigibile, viene messa in scena da nien­te meno che 588 faretti da incasso con riflettori spot e flood, montati sullo spigolo inferiore delle pareti laterali in vetro. Qui si è riusciti a sostitui ­re i faretti da incasso Gimbal per lampade aloge­ne AR111 da 75W attualmente in uso con delle versioni per lampade ad alogenuri metallici da 20 W. L’effetto luminoso è convincente, il rispar­mio energetico è del 73%. La durata utile delle lampade ad alta pressione, pari a ca. 12.000 ore e quindi circa 6 volte maggiore rispetto alle lam­pade a bassa tensione, riduce di conseguenza i costi di manutenzione – in modo molto sensibile, dato il grande numero di faretti.

Anche nella lobby della grande sala A si può vedere chiaramente come 15 anni di progresso illuminotecnico consentano di realizzare le idee di un concetto di illuminazione meglio e con un minore consumo energetico. Infatti i pregiati riflettori dei faretti da incasso Gimbal per lam­pade ad alogenuri metallici sono in grado di creare una luce più omogenea sul pavimento rispetto ai vecchi faretti per lampade alogene da 150W. Con i diversi wattaggi – 35W o 70W – la nuova progettazione risolve il problema delle diverse altezze di montaggio. Anche qui il con­sumo energetico si riduce del 73%.

I gestori si dicono molto soddisfatti del risul­tato. «Nel rinnovo dell’impianto di illuminazione avevamo a cuore l’efficienza energetica prima di tutto. La riduzione delle emissioni di CO2 e la riduzione dei costi energetici al giorno d’oggi sono degli aspetti decisivi. Allo stesso tempo si dovevano mantenere gli elevati livelli qualitativi del progetto illuminotecnico originario», affer­ma Toshikazu Koike, Senior Operating Officer del Facilities Management Group del TIF: «Vista l’efficienza e la qualità della luce del nuovo sistema di illuminazione siamo lieti di permette­re a quest’architettura eccezionale di mantenere la sua attrattiva e di continuare per molti anni in futuro ad essere un elemento distintivo della città di Tokyo.»

Nuova luce per l’edificio che nel 1996 ha lanciato Rafael Viñoly sulla scena inter-nazionale: con il comfort visivo efficiente ERCO ha consentito di risparmiare fino al 70% dei costi energetici.

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Malaga, Terminal T3

Il tetto a cassettoni, sorretto dalle colonne slanciate, caratterizza l’ingresso del nuovo terminal. Protegge dal surriscaldamento delle radiazioni solari dirette, ma data la sua altezza consente a una quantità sufficiente di luce diurna di penetrare attraverso le facciate in vetro.

Il downlight a doppio fuoco ERCO per lampade ad alogenuri metallici non solo offre tutti i van­taggi tipici di questo tipo di sistema ottico, come l’elevato comfort visivo in presenza di un foro particolarmente piccolo nel soffitto, ma, consen­tendo di montare lampa­de da 35W, 70W o 150W, è anche uno strumento flessibile per adattare il flusso luminoso, ad esem­pio in presenza di soffitti di altezze diverse.

L’aeroporto internazionale di Malaga è il quarto aeroporto spagnolo e, data la sua collocazione sulla Costa del Sol, riveste un ruolo centrale per il turismo andaluso. Con il nuovo Terminal T3, messo in funzione nel marzo del 2010, l’aero­porto ha potuto raddoppiare le sue capacità arrivando a poter far transitare 30 milioni di passeggeri l’anno. L’architetto del nuovo termi­nal è Bruce Fairbanks, un americano che vive da due decenni in Spagna ed ha contribuito a fondare a Madrid lo studio GOP. In preceden­za aveva già progettato la torre di controllo dell’aeroporto di Malaga, oltre alle torri di con­trollo di Madrid­Barajas, Barcellona e Santiago. Attualmente sta lavorando al nuovo terminal dell’aeroporto di Alicante.

Gli alti soffitti, dall’aspetto omogeneo, creano delle atmosfere spaziose nelle diverse zone di attesa e di transito del terminal. Anche dalle grandi altezze i downlight a doppio fuoco Lightcast sono in grado di fornire un comfort visivo efficiente, con una luce omogenea e sen­za abbagliamento. Le loro qualità consentono

Moderno ed efficiente: così si presenta l’ampliamento dell’aeroporto di Malaga nella regione turistica dell’Andalusia. Il comfort visivo efficiente è stato il filo conduttore della progettazione illumino­tecnica del nuovo Terminal T3.

di disporli in una griglia a maglia larga, guada­gnando in economicità. Dotandoli delle dura­ture lampade ad alogenuri metallici da 35W, 70W o 150W, si può adattare il flusso luminoso alle diverse altezze di montaggio.

Anche i «gate» od i locali accessori, ad esempio le toilette, sono illuminati in modo accurato e con apparecchi di qualità. I down­light Lightcast e Compact 100 per lampade fluorescenti compatte generano in queste aree un’economica illuminazione generale dall’ele­vato comfort visivo.

Architettura e progettazione illuminotecnica: GOP Oficina de Proyectos, Bruce Fairbanks, MadridProgettazione dell’impianto elettrico: Ghesa Ingeniería, MadridFotografo: Thomas Mayer, Neuss

www.aena.es/malaga

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Vivere l’aeroportoI viaggi in aereo sono ormai alla portata di qua ­ si tutti gli strati sociali. Ciò nonostante, per la gran parte dei passeggeri non sono un evento quo­tidiano. Dopo decenni di espansione nei quali si sono palesati anche gli aspetti della commer­cializzazione di massa, i gestori degli aeroporti dedicano oggi grande attenzione alla qualità delle architetture ed alla vivibilità degli aeroporti stessi. Gli eventi come i divieti di volo dopo l’eru ­ zione del vulcano islan­dese Eyjafjallajökull o le misure di sicurezza

sempre più rigide hanno portato maggiore consa­pevolezza sul significato, ma anche sulla fragilità dei complessi sistemi del traffico aereo.

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Partendo dallo stimolante edificio esistente, egli ha creato un hotel-boutique in un mix tra uno stile tipico delle classiche località balneari e l’architettura contemporanea. L’hotel Nixe è stato inaugurato nel 2008 ed offre 16 suite e junior suite di lusso, oltre ad un piccolo ma raffinato centro benessere. La crème de la crème è costituita dal ristorante dell’albergo, che con il suo chef Ralf Haug ha ottenuto già nel 2009 una stella sulla guida Michelin e 16 punti sulla guida Gault-Millau, diventando uno dei migliori indirizzi culinari nella regione Meclemburgo- Pomerania Anteriore. La cura che si dedica in tutta la casa all’ambiente e all’illuminazione non trova eccezioni nel ristorante: la luce di ERCO conferisce agli interni, ma anche alla ter-razza, una piacevole, raffinata e discreta atmo-sfera, valorizzando gli arredamenti ed i piatti elegante mente serviti. Il tutto garantendo un comfort visivo efficiente grazie alla progetta-zione orientata alla percezione ed agli strumen - ti di illuminazione perfettamente schermati. Gli ospiti sono a loro agio ed allo stesso tempo la tecnologia efficiente ed economica preserva l’ambiente.

Il turismo sull’isola di Rügen, nel Mar Baltico, è certamente una delle storie di successo dell’uni-ficazione tedesca. Dal 1989 la più grande isola tedesca si è riappropriata del suo status di luogo di villeggiatura, ed i nomi di località balneari come Binz, Sellin, Göhren e Sassnitz tornano a destare i pensieri che suscitavano ai tempi dei Kaiser, quando d’estate Rügen era la meta pre-diletta dell’alta società berlinese alla ricerca di un po’ di refrigerio.

Anche la tipica architettura liberty delle loca-lità balneari risale a quei tempi ed impregna l’atmosfera di questi luoghi. Per fortuna ci sono imprenditori ed esercenti che hanno riconosciu-to il valore di questa eredità e l’hanno risveglia -ta dal suo letargo e salvata dal decadimento. Ciò vale ad esempio per la «Villa Seenixe» a Binz, a ridosso della bellissima spiaggia sabbiosa lunga 8 chilometri: l’attuale gestore Thomas Hummels ha preso in custodia questo gioiello in stile liberty, eretto nel 1903 come residenza estiva e soprav-vissuto con sorti alterne dalla fine della guerra alla caduta del muro di Berlino.

Hotel Nixe, Binz

Posizione prominente: anche di notte l’hotel Nixe cattura gli sguardi sulla parte meridionale del lungomare di Binz. L’edi-ficio è messo in scena con i proiettori Beamer e con gli apparecchi per facciate Kubus e Focalflood vary-chrome con tecnologia LED. Per l’illuminazione e per la definizione degli spazi sulla terrazza si impiegano gli apparecchi a colonna Midipoll.

Lo chef Ralf Haug, soddi-sfatto per i riconoscimen-ti giunti alla sua cucina nel novembre del 2009. A Rügen il Nixe è il primo ristorante in assoluto ad ottenere una stella sulla Guida Michelin.

Architettura e progettazione illuminotecnica: Thomas Hummels, TautingFoto: Frieder Blickle, Amburgo

www.nixe.deVista sulla spiaggia, cucina d’eccellenza, luce e design: nell’hotel-boutique di Thomas Hummels sull’isola di Rügen la posizione splendida, l’architettura in stile liberty ed un’idea convincente di ristorante si fondono in un’opera d’arte gastronomica.

Il concetto di illuminazio-ne del ristorante: down-light a plafone e Pendel-downlight Starpoint ben schermati, faretti Optec ed uplight Trion per l’illu-minazione indiretta. Un impianto Light System DALI comanda l’illumina-zione in funzione delle diverse situazioni.

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Chi si trova sulla terrazza sul tetto del nuovo centro Benessere dell’hotel Santa Marta, illumi­nata in modo discreto dagli apparecchi Midipoll, e osserva come cala il crepuscolo sulla spiaggia privata dell’hotel, potrebbe non credere che solo pochi chilometri lo separano dal centro della località balneare catalana Lloret de Mar. Qui non c’è traccia del trambusto di quella località, famosa – o malfamata – meta della party gene­ration di tutta Europa. La posizione sulla costa collinosa, immersa in una pineta di sei ettari, rappresenta da sempre uno degli elementi prin­cipali del successo di questo hotel per villeggia­ture che offre una grandiosa vista sul mare dalla maggior parte delle camere. Con il servizio per­sonalizzato ed il fascino tipico di questo paese, si trasmette agli ospiti la sensazione di vivere in un’era precedente a quella del turismo di massa nel Mare Mediterraneo.

Questo approccio positivamente conserva­tivo non impedisce ai gestori di integrare nella loro business idea i comfort contemporanei, il design e l’architettura di attualità. Lo dimostra in modo esemplare il centro benessere appena inaugurato in un nuovo edificio del comples­so alber ghiero, comprendente piscina coperta, palestra, locali per massaggi e trattamenti cosmetici e la già ricordata e raffinata terrazza sul tetto, perfetta per godersi il panorama e per manifestazioni di qualsiasi genere. Al chiaro linguaggio architettonico, con materiali pregia­ti, si aggiunge un’illuminazione progettata con cura negli ambienti interni ed esterni, che sot­tolinea l’attenzione dell’hotel per la qualità in ogni dettaglio.

Hotel Santa Marta

Gli apparecchi a colonna Midipoll irradiano una luce efficiente sugli spazi aperti ed una discreta luce radente sul proprio profilo a croce, finendo per costituire un elemen­to di definizione degli

Fitness con vista sul mare: anche la palestra integra il paesaggio nella sua architettura. I downlight Compact 100 per lampa­de fluorescenti compatte provvedono ad un’illu­minazione comoda ed efficiente.

Illuminazione diffusa ed efficiente delle pareti nei corridoi del centro benes­sere: i wallwasher con lente Quadra illuminano le superfici delle pareti dando una sensazione di luminosità piacevole e non abbagliante e mettendo in scena i prodotti per la cura del corpo negli scaf­fali integrati nelle pareti stesse.

Oltre agli apparecchi Midipoll, attorno al nuo­vo edificio si impiegano anche gli apparecchi per facciate Zylinder, gli appa recchi di orienta­mento a LED e i washer per pavimenti Kubus.

Architetto: Carles Sobirà, Lloret de MarFoto: Thomas Mayer, Neuss

www.hstamarta.comL'hotel Santa Marta è circondato da colline boscose e gode di una vista sul mare. Offre una fuga idillica dal trambusto della vicina località turistica Lloret de Mar, sulla Costa Brava. Un nuovo, elegante centro benessere valorizza ulteriormente questo albergo di lunga tradizione.

I downlight Lightcast IP65 illuminano il perime­tro della piscina coperta, aperta sul mare con una facciata in vetro. L’alto grado di protezione con­sente a questi apparecchi di sopportare nel tempo le sollecitazioni degli ambienti molto umidi.

spazi. Per i giardini e la terrazza del nuovo centro benessere i progettisti hanno impiegato dei mo ­delli alti e bassi, dotati di lampade ad alogenuri metallici da 35W.

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Il padiglione tedesco all’Expo 2010 a Shanghai ha attirato il pubblico come un magnete. Già a fine luglio, a metà dell’esposizione, gli organiz-zatori stimavano 2 milioni di visitatori; con mol-ta o poca pazienza, gli ospiti, prevalentemente cinesi, hanno dovuto mettere in conto code di fino a 3 o 4 ore. I cliché «tipicamente tedeschi», come gli gnomi da giardino o i paesaggi roman-tici con i castelli, hanno fatto la loro comparsa solo come elementi scenici ironici. Ma l’imma-gine complessiva, complessa e tecnologica, del luccicante padiglione argenteo che con l’espo-sizione «Balancity» ha raccolto e sviluppato in modo serio ed approfondito il motivo centrale dell’Expo, «Better City, Better Life», potrebbe sembrare ai visitatori tanto «tipicamente tede-sca» quanto i piatti di carni e würstel con crauti che naturalmente venivano serviti al ristorante.

Come in una città reale, i flussi di visitatori scorrevano a piedi, sui nastri trasportatori o sulle scale mobili attraverso i locali allestiti come spazi urbani. L’agenzia di Stoccarda Milla und Partner ha concepito l’esposizione in stretta collabora-zione con l’architetto Lennart Wiechell dello stu-dio Schmidhuber + Kaindl di Monaco di Baviera, che ha progettato il padiglione.

Il progettista illuminotecnico Ulrich Kunkel di E³ si è trovato a confrontarsi con molte diver-se situazioni e scenari: ingaggiato in un primo momento per l’illuminazione dell’esposizione, nel corso del progetto ha assunto il compito di illuminare anche altre aree, come il ristorante, la lounge VIP e l’illuminazione esterna. Come un diamante, la superficie del padiglione dà il meglio di sé solo sotto la giusta illuminazione; con l’aiuto degli strumenti di illuminazione per ambienti esterni di ERCO è stato possibile anda-re oltre le aspettative in precedenza suscitate con le visualizzazioni e gli effetti delle rappre-sentazioni computerizzate dell’architettura.

Expo 2010 Shanghai: padiglione tedesco

La metaforica «centrale energetica» del padi-glione: con il volume dei loro richiami e dei loro applausi i visitatori hanno messo in movimento la sfera di luce di tre metri di diametro sospesa in mezzo alla stanza. I wallwasher Quadra per LED con tecnologia vary-chrome hanno illuminato le pareti della sala dal retro, supportando la sce-nografia con il variare dei colori intensi.

La sua pelle metallica scintilla argentea e sotto linea la complessità tecnologica dei volumi e degli interspazi che compongono il padiglione tedesco. Gli apparecchi da incasso nel pavimen-to Tesis ed i proiettori Beamer dotati di efficienti lampade ad alogenuri metallici mettono in sce-na il guscio dell’edificio (sopra). Questo stesso lin-

La mostra del design industriale aggiorna sullo stato dell’estetica dei prodotti tedeschi. I faretti Cantax montati su binari elettrificati, un «made in Germany» con il design di Naoto Fukasawa, sono al tempo stesso uno strumento di illuminazione ed un’opera in esposizione.

Ad attendere i visitatori è una cavalcata tra i diversi aspetti della Germania moderna: oltre all’espo-sizione della moderna tecnologia e delle visioni futuristiche, non possono mancare i cliché sulla storia e sullo stile di vita tedesco.

Architettura e progettazione generale: Schmidhuber + Kaindl GmbH, Monaco di BavieraElaborazione mediatica ed espositiva: Milla und Partner GmbH, StoccardaEsecuzione e Project Management: Nüssli (Deutschland) GmbH, RothProgettazione illuminotecnica: E³ Ingenieurgesellschaft mbH, AltenbekenFoto: Michael Wolf, Andreas Keller

www.expo2010-deutschland.de

Giungere attraverso la tecnologia alla città in equilibrio: al motto «Balancity» il padiglione tedesco a Shanghai è stato una calamita per i visitatori dell’Esposizione Universale.

guaggio delle forme viene espresso anche negli inter-ni: ad esempio nella VIP Lounge (a destra), dotata di downlight Lightcast e wallwasher Quadra.

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Dopo i giochi olimpici estivi del 2008, la Cina è salita sul palcoscenico internazionale con un secondo mega evento: l’esposizione univer-sale Expo 2010 che si è tenuta dal 1 maggio al 31 ottobre 2010 a Shanghai. Come si addice ad un paese del superlativo, è stato il più grande Expo di tutti i tempi, su di un’area di 5,28km², con 242 nazioni ed organizzazioni partecipan-ti e con 70 milioni di visitatori attesi. Al motto «Better City, Better Life», l’esposizione si è focalizzata su di un tema di massima attualità per un paese che sperimenta i ritmi di crescita della Cina: la progettazione di città funzionali e vivibili. L’atteggiamento all’evento era fonda-mentalmente improntato all’ottimismo, all’en-tusiasmo per il progresso ed al desiderio di un dialogo senza conflitti tra le diverse culture. Una cosa è certa: per la Cina questa Expo è stata una tappa fondamentale della sua evoluzione verso una moderna società industriale.

La vista sul fiume Huangpu, che taglia in due il quartiere dell’Expo (sopra). Oltre ad una vasta area industriale, anche dei vecchi quartieri abi-tativi hanno dovuto far spazio all’esposizione universale: 18.000 perso-ne sono state traslocate, ma in questa metropoli in rapido sviluppo ciò è poco più che una nota a margine. Il padiglione

Il cantiere statale CSSC presenta i suoi ultimi pro-getti in un ex capannone di un’industria navale. I faretti a fascio stretto Oseris provvedono all’il-luminazione d’accento, evitando di pregiudicare con la dispersione della luce le onnipresenti pre-sentazioni multimediali.

Come un UFO, la conchi-glia del Centro Culturale dell’Expo galleggia sul quartiere fieristico (a sini-stra). È uno degli edifici che verranno utilizzati anche dopo l’esposizione, al contrario delle costru-zioni temporanee come il padiglione britannico (sopra). Certamente rimar-ranno le impressioni e gli incontri tra i visitatori di tutto il mondo.

Giochi di colore con i LED sul Boulevard dell’expo, l’asse principale del quar-tiere fieristico (sopra). Il padiglione marocchino (a sinistra) ha messo in scena dei motivi orien-tali con gli strumenti di illuminazione ERCO: gli apparecchi Kubus per facciate, i proiettori Grasshopper e gli appa-recchi da incasso nel pavimento Tesis.

Expo 2010 Shanghai: ImpressioniFoto: Michael Wolf, Hong Kong

cinese, con la costruzione luminosa del tetto rosso fatto di travi in acciaio accatastate, sovrasta gli altri padiglioni con il suo ordine di grandezza di tre volte superiore (a sinistra).

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Luci di chiusura

Nuovo Showroom a ZurigoCon il nuovo, ampio Showroom in Svizzera, ERCO pone un accento di creatività luminosa nel quartiere zurighese di Wipkingen. La flessi­bile area del Mock­Up consente di presentare una grande quantità di strumenti di illumina­zione ed effetti luminosi; gli uffici e le zone con­ferenze creano le condizioni ottimali per una consulenza personalizzata ai clienti.

Nuovi Showroom in GermaniaLa struttura distributiva tedesca di ERCO vuole essere presente con uffici e Showroom in tutte le più importanti metropoli tedesche, per offrire agli architetti e ai progettisti un servizio ottima­le senza obbligarli a percorrere grandi distanze.

Dopo Stoccarda e Monaco di Baviera nel 2009, nel 2010 anche a Berlino ed Amburgo sono stati inaugurati dei nuovi Showroom ERCO che offro­no tutte le opportunità di sperimentare la luce dal vivo. Gli Showroom sono da un lato degli uffici centrali per supportare i consulenti dell’il­luminazione in trasferta, dall’altro lato servono per le dimostrazioni degli effetti luminosi, per le campionature, per i seminari e per la discussio ­ne dei progetti. Tutti gli indirizzi degli Showroom ERCO sono disponibili al seguente indirizzo:

www.erco.com/contatti

ERCO Leuchten GmbHShowroom BerlinoReichenberger Str. 113A10999 BerlinGermanyTel.: +49 30 769 967 0Fax: +49 30 769 967 20email: [email protected]

ERCO Lighting AGTrottenstrasse 78037 ZürichSwitzerlandTel.: +41 44 215 28 10Fax: +41 44 215 28 19email: [email protected]

Workshop internazionale sulla luceLüdenscheid, 17 – 21 agosto 2010Da alcuni anno ormai ERCO offre, al di fuori dei periodi delle lezioni, dei workshop sulla luce per gli studenti delle facoltà di architettura, arre­damento d’interni, urbanistica e progettazione illuminotecnica, recentemente anche in lingua inglese per i partecipanti stranieri. Il programma comprende degli esercizi di progettazione illu­minotecnica e delle escursioni in edifici esem­plari per l’illuminazione museale e dei negozi, sotto la guida di esperti architetti e progettisti illuminotecnici. L’enorme eco di cui godono queste manifestazioni è una sorpresa positiva. Esso conferma però anche la capacità di attra­zione del tema «illuminazione delle architetture». Ringraziamo tutti i partecipanti per il loro inte­resse ed il loro entusiasmo!

www.erco.com/seminars

Monaco di BavieraLo Showroom nella metropoli bavarese è stato inaugurato già il 19 novembre 2009. Qui ERCO ha acquisito un piano di un ex impianto industriale risalente al 1895 e protetto come bene culturale. Nella zona si trovano diversi rino­mati studi architettonici e del design industriale. Nella costruzione storica

Il 20 maggio 2010 ERCO Svizzera ha inaugurato il nuovo Showroom con amici e clienti. A fare gli onori della casa c’era Peter Schwägli, diretto­re di ERCO Svizzera (a destra).

BerlinoIl 6 maggio 2010 ERCO ha aperto il nuovo Show ­ room nel quartiere di Kreuzberg. Il piano com­merciale, in uno stile tipi ­ co per una casa storica berlinese affacciata su di un cortile interno, dopo una profonda ristruttura­zione dispone ora delle più moderne infrastruttu­re. L’approccio di ERCO ha consentito di mantenere

The Structure of Light: Richard Kelly and the Illumination of Modern Architecture di Dietrich Neumann (Edit.)Yale University PressISBN­13: 978­0300163704

L’americano Richard Kelly (1919­1977) è stato un pioniere dell’illuminazione delle architetture. I suoi approcci qualitativi alla progettazione hanno influenzato le gene­razioni successive di progettisti, ma anche i produttori come ERCO. Ora la casa editrice della rinomata Università di Yale presenta la prima monografia completa dedicata alla vita ed all’opera di Kelly.

ERCO Leuchten GmbHShowroom Monaco di BavieraNymphenburger Str. 12580636 MünchenGermanyTel.: +49 89 120 099 40Fax: +49 89 120 099 499email: [email protected]

i mattoni a vista ed il soffitto con volta a vela si coniugano in modo stimolante con le moder­ne integrazioni per la dimostrazione degli stru­menti di illuminazione e dei loro effetti.

ampiamente le caratte­ristiche originarie degli ambienti, aggiungendovi però la filosofia del suo marchio. La zona del nuovo Showroom è uno dei luoghi più amati per gli imprenditori dei rami creativi dell’economia.

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E ERCO GmbHPostfach 246058505 LüdenscheidGermanyTel.: +49 2351 551 0Fax: +49 2351 551 [email protected]

Retrospezione: Light+Building 2010

11–16 aprile 2010Messe Frankfurt

www.light-building.com

Collegati dal concetto di comfort visivo efficiente, due sono i grandi temi che quest’anno hanno carat-terizzato la nostra partecipazione alla fiera: il nuovo programma di apparecchi da incasso nel soffitto Quintessence e la tecnologia LED per tutti i settori del programma. L’interesse è stato travolgente e ha messo in ombra i successi delle fiere passate. A fare da attrazione

c’era un’installazione cinetica fatta di luce e riflettori mobili Quintessence, che ha lasciato i visitatori senza parole. Un grazie di cuore a tutti gli ospiti ed ai collaboratori: arrivederci alla fiera Euroshop a Düsseldorf nel 2011 e nel 2012 a Francoforte!