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ERATO Cultura… Costume… Sindacato… Attual IV TRIMESTRE 2016 ottobre – novembre - dicembre A cura del Gruppo Culturale Ricreativo ERATO CIDA-INPS, cost in seno al SINDACATO NAZIONALE DEI DIRIGENTI E DELLE PROFESSIONALITÀ DELL’INPS ADERENTE ALLA CIDA Via Ciro il Grande n.21 00144 ROMA Tel. 06 59057488 89 Fax 06 8 sito web: www.eratocidainps.it - [email protected] lità tituito E ALTE FC 86603625

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ERATO Cultura… Costume… Sindacato… Attualità

IV TRIMESTRE 2016 ottobre – novembre - dicembre

A cura del Gruppo Culturale Ricreativo ERATO CIDA-INPS, costituitoin seno al SINDACATO NAZIONALE DEI DIRIGENTI E DELLE ALTE

PROFESSIONALITÀ DELL’INPS ADERENTE ALLA CIDA Via Ciro il Grande n.21 00144 ROMA Tel. 06 59057488 89 Fax 06 86603625

sito web: www.eratocidainps.it - [email protected]

ttualità

INPS, costituito SINDACATO NAZIONALE DEI DIRIGENTI E DELLE ALTE

FC 89 Fax 06 86603625

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ERATO CIDA-INPS

note di cultura, costume, sindacato, attualità destinate agli associati (diffusione online)

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In caso di riproduzione totale o parziale citare la fonte.

SOMMARIO 3 in punta di penna 4 poeti in vetrina 5 sono passati cento anni e più 8 pillole di tecnologia 11 universo donna 12 cinema… cinema 13 igiene alimentare e benessere 15 arti e mestieri 18 spiritualità 19 in giro per il mondo 22 affari e finanza 24 riceviamo e pubblichiamo 25 in libreria 26 block notes 27 per strappare un sorriso 29 sindacato… sindacale…sindacato 31 il nostro organigramma La foto in copertina: “Piccolo Presepio” dipinto con colori per ceramicaframmento di vaso in coccio di Silvana Costa. [email protected] - www.silvanacosta.it

dipinto con colori per ceramica su

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ER PRESEPIOVi ringrazio de core, brava gente,pè 'sti presepi che mi preparate,ma che li fate a fa? Se poi v'odiate,si de st'amore nu capite gnente...Pè st'amore so’ nato e ce so' morto,da secoli lo spargo da la croce,ma la parola mia pare 'na vocesperduta ner deserto senza ascolto.La gente fa er presepe e nun me sentecerca sempre de fallo più sfarzoso,però cià er core freddo e indifferentee nun capisce che senza l'amoreè cianfrusaja che nun cià valore

NATALE (Napoli 1916) Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade. Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatami così come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare.

IN PUNT A DI PENNA

4°TRIMESTE 2016 Tra stizza, predisposizione alla rivincita, voglia di POESIA.

Ancora un trimestre denso di eventi, tutti da ricordare: l'exploit nel mese di dicembre: il giorno 4, con la strepitosa quanto inaspettata vittoria del NO (60% contro il 40% del SI), le immediate dimissioni di Renzi, con un discorso bellissimo, a tratti commovente, sotto lo sguardo innamorato della moglie Agnese Landini, (torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l'immunitàriferimento alla riduzione dei senatori da 350 a 100, ivi compresi i 5 nominati dal Presidente della Repubblica, che sarebbero decaduti, dopo 7 anni insieme al Presidente che li aveva nominati, e soppressione del CNEL:"Volevo far saltare molte poltrone, ma l'unica che è saltata è la mia

La soluzione lampo della crisi con l'affidamento dell'incarico a Paolo Gentiloni, PEsteri nel Governo Renzi, la fiducia ottenuta a larga maggioranza a tempo di record, con la conferma di quasi tutti i ministri, per proseguire nella straordinaria azione riformatrice intrapresa dal Governo Renzi, e per la ricerca di una riforma elettorale condivisa, almeno dalle forze politiche più illuminate. La fiducia a Gentiloni e la conferma di quasi tutti i ministri del Governo Renzi hanno rassicurato l'Europa ed i mercati.

Ed è cresciuta la popolarità del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella messaggio di fine anno agli italiani la sera del 31 dicembre - già amatissimo, per aver tentato un Renzi bis, non essendo stato il Governo sfiduciato, e aver evitato estenuanti trattative con le forze politiche disposte ad appoggiare Gentiloni, su questa o quella poltrona minisA seguire, sempre a dicembre, Renzi riconfermato alla guida del PD, sollecitato a detpoi, Renzi al supermercato di Pontassieve senza scorta, come un comune mortale, la inaugurazione, il 22, dell'ultimo tratto dell'Autostrada-A 2- Salerno Reggio Calabria (Km 653), finalmente senza interruzioni e percorsi alternativi, iniziata nel lontano 1954. Un regalo, proprio sotto Natale, a tutti i calabresi residenti o sparsi in tutta Eturismo. E la sconfitta della Juventus, nel pomeriggio del 23, ai rigori (5 a 4), nella Super Coppa, disputata a Doha nel Quatar, ad opera di un Milan vivace e sbarazzino, a fronte della favoritissima e sicuramente più forte, vecchia Signora. Su ogni evento, esperti, pseudo esperti, osservatori, commentatori in "Speciali" allestiti dalle varie TV, giornalisti o equipollenti della variegata "carta stampata", hanno detto la loro, bombardandoci di notizie non sempre veritiere. Anch'io ho detto la mia, e potete immaginare come, a proposito della straripante vittoria del NO, essendo io acceso e convinto sostenitore del Si, calabrese sino al midollocurva". Il mio vero stato d'animo, tuttavia, per tutto il mese di Dicembre, è stato simile al Natale cantato da Ungaretti e stigmatizzato da Trilussa nelle due meravigliose poesie che riporto integralmente.

* [email protected]

ER PRESEPIO Vi ringrazio de core, brava gente, pè 'sti presepi che mi preparate, ma che li fate a fa? Se poi v'odiate, si de st'amore nu capite gnente... Pè st'amore so’ nato e ce so' morto, da secoli lo spargo da la croce, ma la parola mia pare 'na voce

deserto senza ascolto. La gente fa er presepe e nun me sente cerca sempre de fallo più sfarzoso, però cià er core freddo e indifferente e nun capisce che senza l'amore è cianfrusaja che nun cià valore.

di Carmelo Pelle*

, tutti da ricordare: l'exploit nel mese di dicembre: il giorno 4, ro il 40% del SI), le immediate

dimissioni di Renzi, con un discorso bellissimo, a tratti commovente, sotto lo sguardo innamorato (torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio

, non ho un vitalizio, non ho l'immunità”). E, con chiaro riferimento alla riduzione dei senatori da 350 a 100, ivi compresi i 5 nominati dal Presidente della Repubblica, che sarebbero decaduti, dopo 7 anni insieme al Presidente che li aveva nominati, e alla

Volevo far saltare molte poltrone, ma l'unica che è saltata è la mia). l'incarico a Paolo Gentiloni, PD, Ministro degli arga maggioranza a tempo di record, con la

conferma di quasi tutti i ministri, per proseguire nella straordinaria azione riformatrice intrapresa dal Governo Renzi, e per la ricerca di una riforma elettorale condivisa, almeno dalle forze politiche

La fiducia a Gentiloni e la conferma di quasi tutti i ministri del Governo Renzi

a Repubblica, Sergio Mattarella - mirabile il suo già amatissimo, per aver tentato un

Renzi bis, non essendo stato il Governo sfiduciato, e aver evitato estenuanti trattative con le forze politiche disposte ad appoggiare Gentiloni, su questa o quella poltrona ministeriale.

D, sollecitato a dettare la linea; e senza scorta, come un comune mortale, la inaugurazione,

Salerno Reggio Calabria (Km 653), finalmente senza

calabresi residenti o sparsi in tutta Europa e agli amanti del

a sconfitta della Juventus, nel pomeriggio del 23, ai rigori (5 a 4), nella Super Coppa, disputata a Doha nel Quatar, ad opera di un Milan vivace e sbarazzino, a fronte della favoritissima e

pseudo esperti, osservatori, commentatori in "Speciali" allestiti dalle varie TV, giornalisti o equipollenti della variegata "carta stampata", hanno detto la loro, bombardandoci di notizie non sempre veritiere.

a proposito della straripante vittoria del NO, essendo io acceso e convinto sostenitore del Si, calabrese sino al midollo spinale e juventino "da

tutto il mese di Dicembre, è stato simile al Natale ntato da Ungaretti e stigmatizzato da Trilussa nelle due meravigliose poesie che riporto

[email protected]

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POETI IN VETRINA

UN SORRISO Un sorriso è una luce che si accende sul tuo viso, dura un attimo, ma dà un effetto infinito Addolcisce il cuore, vuole dire affetto, amicizia, amore. Un bel sorriso può portarti in paradiso, darti calore, rischiarare il cielo, far tornare il sole. Un sorriso sempre ci vuole nella vita, donare un sorriso è un gesto delicato, che porterà un attimo di felicità in ogni cuore. Lenisce il dolore, dà gioia, allegria. Se un sorriso tu darai, altri sorrisi tu avrai. I sorrisi sono come le ciliegie, uno tira l’altro.

Sorridi sempre. Gabriella Giusti

LA MAGGICA CREMA DE LA GIOVINEZZA Co' ‘sta crema statt'attenta a sparmattela sur viso su le braccia e su le mano e perciò te do ‘n avviso: si presempio nun t'accorgi, tutta presa da premura, che 'n po' troppa te ne dai poi pija' 'na fregatura. Co’ grandissimo entusiasmo poi sentitte 'na mattina drent'ar core ‘n’emozzione: "So' tornata regazzina!" Detto-fatto: a retromarcia nun c'è scampo, er tempo vola cor zinale e ‘r sillabbario mo' te tocca torna' a scola! Giuseppe Tozzi

IL TESORO DEGLI ATRIDI (Micene 1984) Si: il fascino c'è, intero, malgrado questa folla inutile, qui a Micene, come a Epidauro, come al Partenone e a Delfi. Schliemann, il gran sognatore, sbagliava: non era il tesoro degli Atridi e poi forse non sono mai esistiti...e forse nemmeno Omero... Eppure, alla voce gentile della guida, senza tutta questa folla inutile, volentieri anch'io vorrei sognare... credere in un tesoro che non esiste... Rosa Rotoli Magri

RADICI Voci genuine, familiari, antiche risuonano nella quiete dell’ora: il canto del gallo il richiamo delle campane, il mormorio del fiume, il coro polifonico del bosco. Immagini, sensazioni, sentimenti s’affollano, un brivido d’amore percorre l’anima. E il tempo pare fermo, incantato tra i vicoli vetusti, fra le mura di pietra, negli anfratti ancora caldi di nidi… Rossana Mezzabarba NOVIA Commosso tra la folla attenta ho pregato perché tu fossi una sposa felice. Carmelo Pelle *[email protected]

FONTE DI GRANITOPiccola fontedall’eterno canto generosa donida tempo immemorabilesollievo alla e dolce confortoall’animo inquieto. Angela Gonnella

IL SILENZIOConosco il silenziodelle parole non dette,ma conosco anche il silenziodi quelle risposte cercateConosco il silenziodi una felicità inaspettata,che ci lasciano senza parole, ma conosco anche il silenziodi chi si lascia sprofondarenel baratro della delusione…Conosco il silenzio compagnodei momenti difficili della vita…sì, conosco tanti sognuno con la sua voce,ognuno con un messaggio,alcuni positivi, altri negativi,e poi assordante, doloroso, ingiustodi quegli auguri rimastiper sempre nella mia gola,quel silenzio tristedi tanti bei ricordiquel silenzio di cuisono infinitamente gelosa.

L’INZ ONNIA Se ne la vita voi esse sempre er mejo. me dicevecerca d’esse svejo,tanto da ‘sta logchi dorme troppo nun pijerà mai pesce;e se li fatti che te capiteno so’ incerti, devi da tene’ l’occhi bene aperti…mo che so’ grannpiù der tume possino più!

Adriano Longhi

FONTE DI GRANITO Piccola fonte dall’eterno canto generosa doni da tempo immemorabile sollievo alla sete e dolce conforto all’animo inquieto.

Angela Gonnella

IL SILENZIO Conosco il silenzio delle parole non dette, ma conosco anche il silenzio di quelle risposte cercate invano... Conosco il silenzio di una felicità inaspettata, di quelle che ci lasciano senza parole, ma conosco anche il silenzio di chi si lascia sprofondare nel baratro della delusione… Conosco il silenzio compagno dei momenti difficili della vita… sì, conosco tanti silenzi, ognuno con la sua voce, ognuno con un messaggio, alcuni positivi, altri negativi, e poi c’è un silenzio tutto mio… assordante, doloroso, ingiusto di quegli auguri rimasti per sempre nella mia gola, quel silenzio triste di tanti bei ricordi quel silenzio di cui sono infinitamente gelosa.

Rita Ferrigno

ONNIA la vita voi esse sempre er

me diceveno da piccolo, cerca d’esse svejo, tanto da ‘sta loggica nun s’esce chi dorme troppo nun pijerà mai pesce; e se li fatti che te capiteno so’

devi da tene’ l’occhi bene aperti… che so’ granne e nun me danno der tu

me possino acciaccamme nun dormo

Adriano Longhi

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SONO PASSATI CENT’ANNI E PIÙ

Di solito non do voce ai proverbi, anche se si dice siano la saggezza dei popoli, ma con questo 2016, anno bisestile, “anno bisesto, anno funesto” mi devo ricredere. E’ stato un anno pieno di avvenimenti tragici, di guerre, di stragi, di terremoti, di delitti, di luttiterrorismo e potrei continuare, ma finirei per riempire la pagina di eventi negativi pemi fermo qui. Invece con questa mia rubrica voglio ricordare due grandi attori italiani che, se non ci avessero lascito prima, uno nel 1989, l’altro nel 1994i 100 anni. Affascinanti protagonisti di numerosissimi film, ci hanno accohanno divertito, fatto piangere e ridere, sin dagli anni trenta, con i loro film popolari, romantici o d’avventura, anche attraverso il periodo della guerra, portando un sorriso tra la gente oppressa e spaurita. Sono MASSIMO SERATO E ROSSANO BRAZZI. �CENTENARIO di MASSIMO SERATO - Nome d'arte di Giuseppe Segato,di teatro ed eroe romantico del cinema italiano, nasce ad Oderzo1916. Abbandona gli studi universitari per frequentare il Centro sperimentale di cinematografia, e dopo una serie di teleromanzi, di moda negli vince un concorso alla Scalera Film. Inizia così la sua carriera di attore protagonista di numerosi film d'avventura e mitologici; la sua prima esperienza cinematografica è un cortometraggio di Franco Saponieri, Appuntamento allo zoo (1937) finanziato dai Gruppi Universitari Fascisti (GUF), ma il suo vero debutto avviene con Vargas (1940) diretto da Gianni Franciolini. Con il suo volto dai lineamenti classici, nel ruolo del seduttore simpatico e sfrontato o in quello del nobile idealista si specializza nei personaggi di derivazione letteraria dai risvolti romantici e così raggiunge il successo e un'immediata popolarità presso il pubblico di ogno ceto e di ogni età. Ed ecco con le sue indimenticabili interpretazioni, il rassegnato Franco del calligrafico Piccolo mondo antico di Mario Soldati (1941), il fidanzato ingenuo nel feroce l'idealista di Alberto Lattuada (1943), il nipote orfano e scialacquatore nella commedia agrodolce Le Sorelle Materassi di Ferdinando Maria Poggioli (omonimo di Aldo Palazzeschi. Tra il 1944 e il 1945 recita anche in alcuni spettacoli teatrali e partecipa alle prime riviste di Garinei e Giovannini. Nella stagione 1945-46 prende parte alla rivista Venticello del Sudaccanto a Nino Taranto. Recita anche in compagnie di prosa e di rivista, accanto ad Anna Magnani, sua compagna anche nella vita per alcuni anni, dalla quale ha avuto il figlio Luca, nato il 23 ottobre 1942. Protagonista soprattutto di melodrammi e di film di cappa e spada, generi, dal giallo, alla commedia brillante, alla fantascienza, compresi alcuni western all'italiana (in cui a volte compare con lo pseudonimo di Joe Barracuda). Nel 1947 riceve il Nastro d'argento come migliore attore non protagonista, per il ruolo di un perfido ufficiale nazista ne Il sole sorge ancora (1946) di Aldo Vergano.

ONO PASSATI CENT’ANNI E PIÙ

di Silvana Costa

ai proverbi, anche se si dice siano la saggezza dei popoli, ma con bisestile, “anno bisesto, anno funesto” mi devo ricredere. E’ stato un

anno pieno di avvenimenti tragici, di guerre, di stragi, di terremoti, di delitti, di lutti, di e potrei continuare, ma finirei per riempire la pagina di eventi negativi perciò

con questa mia rubrica voglio ricordare due grandi attori italiani 1994 avrebbero compiuto hanno accompagnato, ci con i loro film popolari,

portando un sorriso tra

Giuseppe Segato, attore Oderzo (TV) il 31 maggio

Centro sperimentale di anni trenta-quaranta,

. Inizia così la sua carriera di attore protagonista di numerosi film d'avventura e mitologici; la sua prima esperienza cinematografica è un

(1937) finanziato dai ma il suo vero debutto avviene con L'ispettore

Con il suo volto dai lineamenti classici, nel ruolo del seduttore simpatico e sfrontato o in quello del nobile idealista si specializza nei personaggi di derivazione letteraria dai

e così raggiunge il successo e un'immediata popolarità presso il

il rassegnato Franco del calligrafico ), il fidanzato ingenuo nel feroce Giacomo

), il nipote orfano e scialacquatore nella commedia (1944), dal romanzo

recita anche in alcuni spettacoli teatrali e partecipa alle prime

Venticello del Sud di Nelli e Mangini,

Recita anche in compagnie di prosa e di rivista, accanto ad Anna Magnani, sua compagna anche nella vita per alcuni anni, dalla quale ha avuto il figlio Luca, nato il 23

mi e di film di cappa e spada, interpreta anche altri generi, dal giallo, alla commedia brillante, alla fantascienza, compresi alcuni western all'italiana (in cui a volte compare con lo pseudonimo di Joe Barracuda).

il Nastro d'argento come migliore attore non protagonista, per il ruolo (1946) di Aldo Vergano.

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Negli anni seguenti è il protagonista spregiudicato e amorale di Febbre di vivere (1953) ritratto crudele della borghesia romana diretto da Claudio Gora, seguono Una domenica d'agosto, (1953) di Luciano Emmer; Pietà per chi cade, (1954) di Mario Costa, Maruzzella, (1956) di Luigi Capuano. Negli anni sessanta prende parte a numerose produzioni di routine, soprattutto film mitologici, ma anche al kolossal di Nicholas Ray 55 days at Peking (1963) al fantascientifico La decima vittima (1965) di Elio Petri e al grottesco Lo scatenato (1967) di Franco Indovina. Ancora caratterista efficace nel thriller Don't look now (1973) A Venezia…un dicembre rosso shocking, di Nicolas Roeg e nel film storico Salvo D'Acquisto (1975) di Romolo Guerrieri. Si propone con successo alla televisione, ma nell'agosto del 1982 mentre sta attraversando Viale Aventino, a Roma, viene investito da un'automobile. L'urto violentissimo gli procura un trauma cranico e fratture alle gambe che lo costringono ad interrompere ogni attività ed a una lunga convalescenza. Poi di nuovo sul set ne La gialla farfalla, (1988), una sua grande interpretazione, quella di un anziano innamorato in fuga dai nipoti avidi, di Luciano De Crescenzo. Nel 1989 fa parte del cast della commedia Fratelli d'Italia, in cui appare in un episodio con Christian De Sica. Muore a Roma il 22 dicenbre1989, riposa nel cimitero Flaminio. �CENTENARIO di ROSSANO BRAZZI - Attore e regista cinematografico e attore di teatro, nasce a Bologna il 18 settembre 1916, da Adelmo e Maria Ghedini. Il suo nome deriva dal fatto che suo padre, quando Rossano è stato concepito, era in servizio militare a Rossano Veneto. Frequenta l’Università San Marco a Firenze. Atletico, sportivo, pratica vari sport: calcio, nuoto, tennis, golf, scherma e boxe. Particolarmente bravo a calcio ha il ruolo di portiere nella squadra Fiorentina per due anni. Durante gli anni universitari pratica anche pugilato da dilettante, ma lascia la boxe quando involontariamente ferisce, abbastanza seriamente, un avversario. Nel 1940 sposa la baronessa Lidia Bertolini e, dopo la morte di lei avvenuta nel 1981, nel 1984 si sposa una seconda volta con la tedesca Ilse Fischer, con la quale rimane unito fino alla morte. Dai due matrimoni non sono nati figli, ma l'attore ebbe un figlio, dalla relazione con Llewella Humphreys, figlia del famoso malavitoso di Chicago Murray Humphreys. Appartenente alla Massoneria, negli anni ottanta è implicato per il coinvolgimento nel contrabbando di armi con la Somalia, ma poi è completamente assolto da tutte le accuse. Nel 1982 interpreta, con molta ironia, proprio il ruolo di un massone nella commedia Il paramedico, al fianco di Enrico Montesano e Edwige Fenech. Fratello del regista e produttore Oscar Brazzi, tenta a sua volta la strada della regia cinematografica dirigendo tre film con lo pseudonimo di Edward Ross con esiti poco felici. Distintosi al Teatro Sperimentale dell'Università di Firenze, esordisce sul palcoscenico con La cena delle beffe di Sem Benelli.

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Viene quindi notato da Renato Simoni che lo scrittura, giovanissimo, nel 1939, per l'Aminta. Continua l'attività teatrale nel periodo della guerra in compagnie di giro con Emma Gramatica, Ave Ninchi, Andreina Pagnani e Carlo Ninchi. Tra i cento e più film molti sono i personaggi che ha interpretato, sempre con grande professionalità, come il violinista de Bériot in Maria Malibran, (1942) di Brignone e l'ufficiale zarista ribelle Vladimir Dubrowskij, eroe di Puškin (già impersonato da Rodolfo Valentino in un film muto del 1925) in Aquila nera (1946) di Riccardo Freda, campione d'incasso della stagione 1946-47. E sempre nel 1946, regista E. Giannini, porta in scena Strano interludio di E. O'Neill e Amarsi male di F. Mauriac. il bandito romagnolo Stefano Pelloni ne Il passatore, (1947) di Duilio Coletti, seguito da La vendetta di Aquila nera (1951) anche questo diretto da Freda; e ancora Cesare Borgia ne La prigioniera della torre di fuoco, (1952) di Giorgio W. Chili e Camillo Benso di Cavour ne La contessa di Castiglione, (1954) di Georges Cambret. Di bell'aspetto, non tarda ad impersonare il ruolo del latin lover, figura che nel secondo dopoguerra gli apre le porte di Hollywood. Infatti, si trasferisce oltreoceano per interpretare un professore in Piccole Donne. La consacrazione arriva però, sempre nel 1954 con La contessa scalza, a fianco di Ava Gardner, di Joseph Leo Mankiewicz. Diventato il latin lover per eccellenza del cinema americano interpreta, fra gli altri, Tre soldi nella fontana (1954) di Jean Negulesco e Summertime (1955) di David Lean. Rientrato in Italia lavora con Blasetti e Vittorio De Sica. Non priva di interesse la sua partecipazione come protagonista a Un amore (1965) di Gianni Vernuccio, dal best seller di D. Buzzati. Negli anni settanta e ottanta prende parte a miniserie TV italiane e statunitensi, ma non smette di fare film. Ricordiamo alcuni titoli dell’anno 1971 - Il Giorno Del Giudizio, Il Sesso Del Diavolo, Vivi Ragazza Vivi; 1972 -1 Racconti Proibiti, Di Niente Vestiti, Il Grande Valzer; 1975- Gli Angeli Dalle Mani Bendate, Giro Girotondo… Con Il Sesso È Bello Il Mondo, Il Cav. Costante Nicosia Demoniaco Ovvero: Dracula In Brianza; 1981 - Conflitto Finale, Dr Carlo; 1982 - Il Paramedico, Augusto Pinna; 1984 - Paura Su Manhattan, Carmine; 1985 - 7 Hyden Park - La Casa Maledetta; 1987 - Russicum, I Giorni Del Diavolo; 1996 -Fotogrammi Mortali e tanti, tanti altri ancora. Impossibile elencarli tutti. Muore il 24 dicembre del 1994 in un ospedale di Roma in conseguenza di una infezione cerebrale. Anche lui è sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma

* [email protected]

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PILLOLE DI TECNOLOGIA

Temporary Manager Business Consultan

N. 6 – dicembre 2016

Bentornati e benvenuti nella Smart Life, ebbene sì, possiamo considerare questo

periodo della nostra vita “Smart” perfettamente calato nella quarta rivoluzione

industriale, forse il più spinto dal punto di vista dell’integrazione delle soluzioni

Hardware e Software nella nostra vita quotidiana, al punto tale che usiamo definire

i nuovi modelli applicativi ed abitudini quotidiane “Smart” e così viviamo nelle

Smart City, guidiamo le Smart Car, abitiamo nelle Smart Home

Smart Fitness, Smart TV che nel loro insieme definisco una intera vita

In modo dirompente così come accadde negli anni 50 con le prime TV Bianco e

Nero e subito dopo a Colori, oggi nuovamente arrivano nelle nostre case soltanto le

nuove Smart TV, -in italiano TV INTELLIGENTI-.

Buona Lettura Emilio

SMART TV SMART TV, sinteticamente significa navigare su internet con il TV, accedere ai

contenuti Premium, usufruire di tutte le risorse web comodamente e velocemente

grazie al

Telecomando

dedicato od

integrazione di una

comune tastiera,

divertirsi con film,

giochi, TV, musica e

video:

intrattenimento

personale e per

l’intera famiglia!

Accesso

Digitale terrestre,

Internet e contenuti

multimediali

(Musica, Video, Dati

ecc.) tutto sul

modalità Smart!

- 1Esempio di Smart TV Samsung

di Emilio Tripodi*

Temporary Manager Business Consultant

possiamo considerare questo

” perfettamente calato nella quarta rivoluzione

industriale, forse il più spinto dal punto di vista dell’integrazione delle soluzioni

Software nella nostra vita quotidiana, al punto tale che usiamo definire

e così viviamo nelle

Smart Home, ci alleniamo nella

che nel loro insieme definisco una intera vita Smart.

In modo dirompente così come accadde negli anni 50 con le prime TV Bianco e

Nero e subito dopo a Colori, oggi nuovamente arrivano nelle nostre case soltanto le

sinteticamente significa navigare su internet con il TV, accedere ai

damente e velocemente

grazie al

Telecomando

dedicato od

integrazione di una

comune tastiera,

divertirsi con film,

giochi, TV, musica e

video:

intrattenimento

personale e per

l’intera famiglia!

Accesso Satellitare,

Digitale terrestre,

Internet e contenuti

multimediali

(Musica, Video, Dati

ecc.) tutto sul TV in

modalità Smart!

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Non c’è più alcun dubbio, viviamo sempre più in un mondo convergente, anche lo

Smart TV oggi si pone come strumento centrale di condivisione degli eventi

quotidiani, non è più soltanto uno strumento attraverso il quale passivamente

riceviamo audio e immagini, bensì uno strumento ricco di tecnologia e soprattutto

attivo e bidirezionale, attraverso il quale ormai è possibile accedere a tutte le

risorse della rete domestica e mondiale attraverso la connessione alla rete

Internet.

Parlare di Smart Tv, quindi parliamo di TV intelligente che, dotato di presa LAN

(connessione via cavo alla rete internet) o di modulo Wi-Fi integrato (connessione

senza fili alla rete internet), rappresenta senz'altro un prodotto principale del

mercato consumer attuale e non più del futuro; siamo però in piena evoluzione

dell’offerta di innumerevoli prodotti pertanto è necessario fare una corretta analisi

delle caratteristiche del prodotto che si intende acquistare in funzione del proprio

budget di spesa disponibile e soprattutto delle abitudini e modalità di fruizione

dell’offerta televisiva oggi arricchita di tanti altri contenuti.

Troviamo oggi sul mercato i più famosi marchi di produttori di Smart TV, da Sony a

Philips, Samsung, LG, Sharp,

Panasonic ed altri brand secondari

che offrono caratteristiche simili dal

punto di vista della sorgente

Audio/Video ma molto variegata dal

punto di vista di integrazione delle

caratteristiche di fruizione di

contenuti di terze parti quali

appunto Internet, files e contenuti

multimediali, interconnessione con

altri apparati informatici domestici

ecc.

Grazie all’alto livello di integrazione delle varie tecnologie, possiamo pensare ad

uno strumento completo che soppianta l’antico televisore a tubo catodico così

come anche la precedente versione di TV LCD o PLASMA; tra le funzionalità

principali di un discreto Smart Tv oggi è possibile:

• guardare video e immagini in 3D e Full HD, accedere alle diverse risorse

multimediali presenti su altri apparati casalinghi grazie al protocollo

DLNA (Digital Living Network Alliance) e poter visualizzare sul TV

immagini e video od ascoltare la musica che si trova su un Personal

Computer o sul proprio smartphone purché connessi alla medesima rete

domestica.

• è possibile navigare sul WEB grazie al collegamento ad Internet;

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• attraverso le numerose app disponibili è possibile accedere a giochi locali

o su piattaforme di gaming on-line, ed ancora accedere ai più diffusi social

network, chat, video chiamate esempio Skype, mappe e stradari e tanti

altri servizi.

• usufruire della quasi infinita offerta di piattaforme video-streaming quali

Sky, NetFlix, Infinity (mediaset), TIM Vision, Chili, Apple-TV ma grazie alla

• connessione Internet qualsiasi piattaforma di streaming oggi disponibile

in rete.

In conclusione

possiamo dire che

grazie alle

soluzioni Smart

TV, il televisore

sta vivendo una

seconda nuova

vita occupando

ancora una volta

un luogo di

intrattenimento

centrico nelle

nostre abitazioni,

non più uno

schermo al quale

non avvicinarsi

anzi l’esatto

contrario, uno schermo che in alcuni casi lo si sfoglia pure se dotato di schermo

tattile, e poi consultare le ricette, visualizzare la propria bolletta elettrica o magari

chattare con qualche amico su Facebook senza dimenticare la sana e vecchia

abitudine di guardare la partita di calcio della squadra del cuore o magari guardare

un bel film in compagnia!

Buona Visione! Buona Smart Tv!

Autore: Emilio Tripodi, Temporary Manager Business Consultant

www.emiliotripodi.com [email protected]

+39 3474490551

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UNIVERSO DONNA

Il personale è politico Piccola frase, perno del femminismo degli anni ’70, quando le donne vestite di fiori, con mazzetti di mimose in mano, sfilavano per le vie di Roma, e io tra queste.Ma queste parole hanno ancora oggi un significato? Me lo chiedo poiché sono convinta che, nonostante i molti passi avanti, sia ancora da comprendere a fondo e da applicare. Scelgo un breve riepilogo della vita di Leone Tolstoj come paradigma.Leone Tolstoj, trentacinquenne, sposò la diciottenne Sofja Bers e la portò a vivere in campagna, nel silenzio e nella quiete, lontana dalla numerosa ed estroversa famiglia. Lì Sofja passò la vita a trascrivere più e più volte i libri del marito, a mettere al mondo tredici figli, a vivere praticamente per lui. Si dice che fosse una specie di Santippe, gelosa e un po’ isterica, ma studi successivi hanno dimostrato che non fu del tutto così. Immaginiamo un uomo come Tolstoj, che ad un certo punto della sua vita progressivo allontanarsi dalla Chiesa ortodossa - decise di vivere in estrema parsimonia, svolgendo il suo impegno per la non-violenza in modo fanatico e intransigente. Anche Sofja faceva la carità ai poveri e aiutava le famiglie bisognose, ma con il buon senso di una madre di famiglia. Lui tuonava contro il matrimonio e contro l’amore carnale, non disdegnando di praticarlo con la moglie… L’atto più “violento” fu quello di lasciare in testamento i suoi averi al dominio pubblico e nulla alla sua famiglia. Se qualcuno mi viene a dire che Leone Tolstoj fu un paladino della nona stento a trattenere la rabbia. Si può essere non violenti nella società e violenti pure non fisicamente – in famiglia? Ci si può sdoppiare a tal punto? Nelle manifestazioni politiche contro la violenza possono trovarsi insieme uomini miti e uomini violenti, ma è poi nel QUOTIDIANO, cioè nella vita di tutti i giorni (quella che non capita una volta tanto) che si misura la mitezza. Questo intendevamo quando scandivamo per le strade: “il personale è politico”, e faremmo bene a riproporlo periodicamente per ricordare quanta violenza circola all’interno delle mura domestiche. Ma per tornare ai nostri “eroi” e sapere di più del loro rapporto tempestoso, possiamo leggere il libro di Grazia Livi “Lo sposo impaziente” che racconta il viaggio di nozze di Lev e Sofja: solo due giorni, in carrozza, il tempo per percorrere la distanza fra Mosca e la tenuta di Jasnaja Poljana dove andranno a vivere. Ma poi staranno, nonostante tutto, ancora insieme per quarantotto anni…

*

di Gabriella Natta*

Piccola frase, perno del femminismo degli anni ’70, quando le donne vestite di fiori, con mazzetti di mimose in mano, sfilavano per le vie di Roma, e io tra queste.

nonostante i molti passi avanti, sia ancora da

Scelgo un breve riepilogo della vita di Leone Tolstoj come paradigma. e la portò a vivere in

campagna, nel silenzio e nella quiete, lontana dalla numerosa ed estroversa famiglia. Lì Sofja passò la vita a trascrivere più e più volte i libri del marito, a mettere al mondo

che fosse una specie di Santippe, gelosa e un po’ isterica, ma studi successivi hanno dimostrato che non fu del tutto così. Immaginiamo un uomo come Tolstoj, che ad un certo punto della sua vita - con il

ecise di vivere in estrema parsimonia, violenza in modo fanatico e intransigente. Anche

Sofja faceva la carità ai poveri e aiutava le famiglie bisognose, ma con il buon senso di il matrimonio e contro l’amore carnale, non

L’atto più “violento” fu quello di lasciare in testamento i suoi averi al dominio pubblico

aladino della non-violenza riesco a stento a trattenere la rabbia. Si può essere non violenti nella società e violenti – sia

in famiglia? Ci si può sdoppiare a tal punto? ovarsi insieme uomini miti e

uomini violenti, ma è poi nel QUOTIDIANO, cioè nella vita di tutti i giorni (quella che

Questo intendevamo quando scandivamo per le strade: “il personale è politico”, e emmo bene a riproporlo periodicamente per ricordare quanta violenza circola

Ma per tornare ai nostri “eroi” e sapere di più del loro rapporto tempestoso, possiamo racconta il viaggio di nozze di

solo due giorni, in carrozza, il tempo per percorrere la distanza fra Mosca e

Ma poi staranno, nonostante tutto, ancora insieme per quarantotto anni…

*[email protected]

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CINEMA: IMPEGNO E DISIMPEGNO

di Giuliana Costantini* Girandola di pellicole in questi ultimi mesi dell’anno: chi si immaginava un vertiginoso incremento di spettatori nelle sale per ora è rimasto deluso, ma c’è ancora tempo e sono previste grandi “uscite” nel 2017, intanto… Per l’impegno: �SULLY - con Tom Hanhs, regia di Clint Eastwood. Il film porta sullo schermo la vera storia del salvataggio, da parte di un coraggioso pilota americano, dei suoi passeggeri con un rocambolesco “ammaraggio” sul fiume Hudson perché un branco di oche in volo sulla sua rotta ha danneggiato i motori del suo airbus. Sully è il diminutivo con cui viene chiamato il pilota che, comunque, deve rispondere ad una Commissione d’inchiesta perché l’aereo è perduto (ovvero milioni di dollari). Eroe che non si considera tale, Sully incarna, grazie alla stupenda interpretazione di Tom Hanhs, il tipo d’uomo che appunto gli uomini fa prevalere sui dollari, leggermente quindi fuori moda, come sembrano essere molti degli eroi di Eastwood: cappello o non cappello Clint regista ci ha abituati a film di un certo impegno… aspettiamo la prossima regia. �AQUARIUS - regia di Kleber Memdoca Filho con Sonia Braga. Film molto delicato ambientato in una Recife dove la voracità dei nuovi costruttori cozza con la volontà di una musicista sessantenne, che non vuole lasciare il suo appartamento, l’unico ancora occupato nel complesso Aquarius, destinato alla demolizione. La lotta tra il giovane e arrogante ingegnere e la donna un tempo bellissima, rimasta vedova e appena reduce da una malattia che la costringe a concedersi della buona musica, considerando che forse non ne avrà per molto, è un continuo tornare indietro nel tempo. Sono infatti i ricordi la forza della signora sola, quelli vissuti in un Brasile molto diverso, quando il complesso apparteneva tutto all’alta borghesia. Bellissima la musica, adatto a chi non ama i film di azione, ma quelli intimisti e sfumati. Ottima l’interpretazione di Sonia Braga che eravamo anni fa abituati a vedere come icona sexy. Per il disimpegno: �POVERI MA RICCHI - regia di Fausto Brizzi, con Chistian De Sica, Enrico Brignano. Appartenente senza alcun dubbio alla categoria dei cinepanettoni, questo film però è meno scontato e quindi più piacevole dei precedenti. La trama che sostanzialmente ci presenta una famiglia molto modesta, sconvolta da una vincita plurimilionaria, costretta a lasciare il paesino del Lazio dove vive per sfuggire ad amici e parenti, non è nuovissima, ma l’arrivo a Milano è quantomeno esilarante. Alloggeranno in incognito in un hotel a 5 stelle, ma i Tucci, questo il cognome dei nostri eroi sono tanti: padre, madre, suocera, bambino e un simpaticissimo cognato (Brignano), che si innamorerà di una cameriera e dovrà fare ogni sforzo per sembrare povero. Strepitosa la partecipazione di Anna Mazzamauro e molto spassosa quella di Giobbe Covatta.

*[email protected]

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IGIENE ALIMENTARE E BENESSERE FISICO

LA CANNELLA

La cannella o cinnamomo, da cui l’espressione inglese “Cinnamon”, è un albero sempreverde della famiglia delle Lauracee. Le sue varianti principali sono la Cinnamomum zeylanicum, originaria dello Sri Lanka , (di color nocciola epregio), e la Cinnamomum cassia, dalle origini cinesi (colorito rossastro e aroma più aspro, di minor pregio), dalle quali si ricava l'omonima spezia diffusaquanto in Asia. Solo a parlarne già si avverte il suo profumo intenso: la cannellaCinnamomum zeylanicum, nota anche come Cinnamomum vera, è una spezia di colore chiaro e sapore dolce che non deve mai mancare nella nostra dispensa, soprattutto per chi ama cucinare dolci. E’ tipicamente usata in polvere per preparare la pastiera, caratteristico dolce napoletano del periodo pasquale, lo strudel dolce tipico del Trentino Alto Adige e nord Europa, ma originario turco, la crema pasticcera e molti altri dolci dell’area mediterranea, provenienti dal Medio Oriente e zona magrebina. Si raccoglie due volte all’anno, in primavera e in autunno, mentre la forma consigliata è quella cilindrica: più difficile da sofisticare rispetto alla polvere, si rivela più adatta all’utilizzo nell’ambito di ricette liquide quali ad esempio il vin brulézenzero e cannella. Ma la cannella non è solo buona per il nostro palato, è molto benefica anche per la nostra salute e per mantenersi in forma, oltre ad essere conosciuta come essenza afrodisiaca. Questa spezia, ricca di preziosi oli essenziali (che le donano il caratteristico e inconfondibile aroma), ha infatti delle proprietà antibatteriche, antiossidanti, antifermentative, anti-age e dimagranti perché riduce persino la(responsabile del fallimento della maggior parte delle diete). L’olio essenziale di cannella è considerato efficace per contrastare le per il trattamento di stomatiti e gengiviti. Tuttavia è consigliato il suo utilizzo in modo diluito per non incorrere in eventuali controindicazioni in quanto possibile fonte di effetti indesiderati. L’aspetto più interessante tra gli effetti benefici della cannella è l'ipoglicemizzante che esercita sul nostro organismo: consigliata, quindi, per tenere sotto controllo le impennate di insulina nel sangue, e a tutti coloro che desiderano perdere peso controllando l'indice ipoglicemico degli alimenti. L’ultimo studio, condotto in California alla Western University of Health Sciences, a questo proposito, ha infatti cmezzo cucchiaino al giorno di questa spezia in polvere riduce la glicemia nei soggetti sofferenti di diabete. Il portentoso effetto dipende da un ingrediente, detto Mhcp (un composto solubile di acqua e polifenolo), che si comporta come l’inscellule a metabolizzare il glucosio.

IGIENE ALIMENTARE E BENESSERE FISICO di Daniela Pagnotta*

La cannella o cinnamomo, da cui l’espressione inglese “Cinnamon”, è un albero sempreverde della famiglia delle Lauracee. Le sue varianti principali sono la

, (di color nocciola e di maggior pregio), e la Cinnamomum cassia, dalle origini cinesi (colorito rossastro e aroma più aspro, di minor pregio), dalle quali si ricava l'omonima spezia diffusa tamto in Europa

cannella, derivante dalla è una spezia di colore

chiaro e sapore dolce che non deve mai mancare nella nostra dispensa, soprattutto per chi

r preparare la pastiera, caratteristico dolce napoletano del periodo pasquale, lo strudel dolce tipico del Trentino Alto Adige e nord Europa, ma originario turco, la crema pasticcera e molti altri dolci dell’area mediterranea, provenienti

Si raccoglie due volte all’anno, in primavera e in autunno, mentre la forma consigliata è quella cilindrica: più difficile da sofisticare rispetto alla polvere, si rivela più adatta

vin brulé o le tisane di

Ma la cannella non è solo buona per il nostro palato, è molto benefica anche per la nostra salute e per mantenersi in forma, oltre ad essere conosciuta come essenza afrodisiaca.

(che le donano il caratteristico e antibatteriche, antiossidanti,

e dimagranti perché riduce persino la fame nervosa

L’olio essenziale di cannella è considerato efficace per contrastare le infezioni locali e per il trattamento di stomatiti e gengiviti. Tuttavia è consigliato il suo utilizzo in modo

re in eventuali controindicazioni in quanto possibile fonte di effetti

L’aspetto più interessante tra gli effetti benefici della cannella è l'azione che esercita sul nostro organismo: consigliata, quindi, per tenere sotto

nel sangue, e a tutti coloro che desiderano perdere peso controllando l'indice ipoglicemico degli alimenti. L’ultimo studio, condotto in California alla Western University of Health Sciences, a questo proposito, ha infatti confermato che

di questa spezia in polvere riduce la glicemia nei soggetti sofferenti di diabete. Il portentoso effetto dipende da un ingrediente, detto Mhcp (un composto solubile di acqua e polifenolo), che si comporta come l’insulina, aiutando le

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Da non dimenticare, infine, la ottima combinazione di miele e cannella, per le proprietà antimicrobiche e cicatrizzanti impareggiabili, utilizzata con successo dalla medicina ayurvedica e cinese. Insomma, un misto di salute e di bontà culinaria per eccellenza! Un consiglio importante è come sempre di essere equilibrati nell’utilizzo di questa spezia rimanendo fedeli alle piccolissime dosi indicate, senza eccessi che potrebbero portare ad effetti indesiderati e controindicazioni in caso di abuso, come ad esempio tachicardia, diarrea, e vari disturbi più importanti a carico del sistema nervoso centrale, che possono provocare anche episodi di sonnolenza e depressione. Da evitare un suo utilizzo anche moderato durante la gravidanza, in quanto la cannella potrebbe stimolare le contrazioni uterine. Attenzione inoltre al suo impiego eccessivo in relazione al suo contenuto di cumarina, sostanza “moderatamente” tossica per reni e fegato. Ed ora un consiglio per profumare la casa che ho provato personalmente. Potrete utilizzare della cannella in polvere, dei chiodi di garofano e del sale grosso per ottenere un composto in grado allo stesso tempo di assorbire i cattivi odori e profumare la vostra casa. Mescolate semplicemente all'interno di una ciotola 200 grammi di sale grosso, due cucchiaini di cannella in polvere e un cucchiaio di chiodi di garofano. Aggiungete anche due cucchiai di bicarbonato se volete potenziare l'effetto deodorante. Trasferite il tutto in un barattolino in vetro o in una ciotolina in legno per pot-pourri e posizionate ove necessario. Per avere un risultato ancora più veloce, dopo aver cucinato cibi particolarmente elaborati, verdure caratterizzate da odori forti o fritto, potrete ritrovare un ambiente completamente depurato da ogni traccia di effluvio fastidioso con un infuso di cannella in polvere o in bastoncini e salvia o chiodi di garofano che lascerà un gradevole profumo in tutta la casa.

*[email protected]

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ARTI E MESTIERI

CUCINARE “Embè” - penserà o dirà qualcuno - “lo facciamo due volte al giorno!” Giusto. Ma se si pensa che solo 50, 60 anni fa nelle case non c'era acqua corrente e il gas di città, allora il cucinare d'una volta può rientrare tra le “arti” del passato. Il primo problema d'affrontare nel cucinare è “cosa”. E' vero che anche oggi, gira gira, ci si assesta su cibi compatibili con il prezzo, la leggerezza, la varietà di chichi compra. E tutto ciò è assicurato dai supermercati, forniti di tutto, ubicati dovunque.In passato, invece, si mangiava in dipendenza di ciò che si coltivava (pane e farina, patate, verdura varia, pomodori, legumi, frutta di stagione...) o allevava (uova, polli, maiale...latte per chi aveva pecore, capre, vacche...) Con questo “paniere” si dottenere varietà di cibo. La farina e le uova facevano da padrone. La farina serviva per fare il pane, pasta, pizze, biscotti; il pane si mangiava fresco, a mo' di paninone (“lu pane” per antonomasia, ripieno di affettato, formaggio, uova, verdure...al lavoro, indorato e fritto per renderlo più attraente, nel latte a mo' di biscotto o nel sugo o nel brodo per ammollarlo quando diventava un po' duro; la pasta asciutta consisteva prevalentemente in tagliolini, ravioli, lasagna..; la pasta per minestra veniva integrata con altri prodotti del campo: patate, fagioli, ceci, broccoletti, broccolo, verza...L'uovo si beveva fresco o sbattuto; si usava per fare dolci vari; si mangiava fritto, sodo, strapazzato al sugo, a frittata... Insomma, il grosso del cibo doveva derivare dai prodotti del campo e della stalla. Dal momento che nessuno produceva tutto, si doveva far ricorso al mercato luogo di incontro, scambio di notizie, socializzazione - o al mattatoio (ammazzatora, in dialetto). Il mattatoio era considerato una macelleria popolare. Il giorno di macellazione veniva comunicato dal banditore. I prezzi erano calmierati. Spesso, i prodotti “inferiori” (coda, muso, testa, zampe, cotiche, budella, interiora tipo polmone, fegatini eorecchie, ossa con rimasugli di carne...) venivano addirittura regalati (anche se oggi sono tornati “di moda” ed hanno un loro preciso prezzo). Ad alcuni acquirenti veniva chiesto se gradissero taluno di questi prodotti inferiori e, in caso affermaaggiungevano alla spesa senza ulteriore pagamento; ad altri, più bisognosi, si davano in omaggio. Sicché, di fatto, al mattatoio si acquistava, normalmente, trippa, macinato, fettine .. cioè quei prodotti che non si potevano ottenere in casa. Altper il mercato. Per far capire la vigenza di tale comportamento, dirò che un proverbio “castellano” recita: “Mo viè Pasqua e S. Giusto, c'è chi se magna la pecura e l'arruste, i lu prosciutte solo appise l'hai viste” (adesso viene pasqua e S. Giustino, c'è chi mangia la pecora e l'arrosto, io il prosciutto l'ho visto solo appeso). Oltre al “cosa” mangiare, v'era “come” cucinare. Nelle case non v'era acqua corrente né gas. Pertanto, l'acqua doveva essere attinta ad una fontana pubblica. Dimolte dislocate in tutto il paese. Ma, tra quella per lavare le verdure, mettere a bollire, fare i piatti, dar da bere... diverse volte bisognava andare e venire per riempire una serie di conche. Fonti di calore erano il camino e la stufa a legna. Anche qui, bisognava fare diversi viaggi per portare la legna.

di Antonio Pillucci *

“lo facciamo due volte al giorno!” Giusto. Ma se si pensa che solo 50, 60 anni fa nelle case non c'era acqua corrente e il gas di città, allora il

a d'affrontare nel cucinare è “cosa”. E' vero che anche oggi, gira gira, ci si assesta su cibi compatibili con il prezzo, la leggerezza, la varietà di chi vende e di

compra. E tutto ciò è assicurato dai supermercati, forniti di tutto, ubicati dovunque. In passato, invece, si mangiava in dipendenza di ciò che si coltivava (pane e farina, patate, verdura varia, pomodori, legumi, frutta di stagione...) o allevava (uova, polli, maiale...latte per chi aveva pecore, capre, vacche...) Con questo “paniere” si doveva ottenere varietà di cibo. La farina e le uova facevano da padrone. La farina serviva per fare il pane, pasta, pizze, biscotti; il pane si mangiava fresco, a mo' di paninone (“lu pane” per antonomasia, ripieno di affettato, formaggio, uova, verdure...) per chi andava al lavoro, indorato e fritto per renderlo più attraente, nel latte a mo' di biscotto o nel sugo o nel brodo per ammollarlo quando diventava un po' duro; la pasta asciutta

ta per minestra veniva broccoletti, broccolo, verza...

L'uovo si beveva fresco o sbattuto; si usava per fare dolci vari; si mangiava fritto, sodo, grosso del cibo doveva derivare dai prodotti

Dal momento che nessuno produceva tutto, si doveva far ricorso al mercato - tra l'altro o al mattatoio (ammazzatora, in

tto). Il mattatoio era considerato una macelleria popolare. Il giorno di macellazione veniva comunicato dal banditore. I prezzi erano calmierati. Spesso, i prodotti “inferiori” (coda, muso, testa, zampe, cotiche, budella, interiora tipo polmone, fegatini e cuore, orecchie, ossa con rimasugli di carne...) venivano addirittura regalati (anche se oggi sono tornati “di moda” ed hanno un loro preciso prezzo). Ad alcuni acquirenti veniva chiesto se gradissero taluno di questi prodotti inferiori e, in caso affermativo, li aggiungevano alla spesa senza ulteriore pagamento; ad altri, più bisognosi, si davano in omaggio. Sicché, di fatto, al mattatoio si acquistava, normalmente, trippa, macinato, fettine .. cioè quei prodotti che non si potevano ottenere in casa. Altrettanto avveniva per il mercato. Per far capire la vigenza di tale comportamento, dirò che un proverbio “castellano” recita: “Mo viè Pasqua e S. Giusto, c'è chi se magna la pecura e l'arruste, i

e S. Giustino, c'è chi mangia

Oltre al “cosa” mangiare, v'era “come” cucinare. Nelle case non v'era acqua corrente né gas. Pertanto, l'acqua doveva essere attinta ad una fontana pubblica. Difatti ve n'erano molte dislocate in tutto il paese. Ma, tra quella per lavare le verdure, mettere a bollire, fare i piatti, dar da bere... diverse volte bisognava andare e venire per riempire una serie

a legna. Anche qui, bisognava fare

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Ciò che mi attirava era la maestria nel governare il fuoco. A loro bastava aggiungere legna, che subito ardeva. Poggiandola appena, nel camino; introducendola da una portella nella stufa. Sia il camino sia la stufa erano dotati di “basi” sui quali porre le pentole col prodotto da cuocere o l'acqua che doveva bollire: a forma di treppiedi di varia misura o di graticole, pel camino, a mo' di una serie di cerchi che insieme facevano un piano ma potevano essere asportati singolarmente a seconda della grandezza della pentola in uso, per la stufa. Se girando la carne cadeva nella brace, si riprendeva, si soffiava, e si proseguiva. Si lavorava, tra l'altro, aiutandosi unicamente con forchetta, forchettone, e mestoli. L'accensione della legna, il loro consumo, la loro trasformazione in brace, richiedeva tempo. Dato anche che la stufa serviva per riscaldarsi, fin dalla mattina veniva attivata: per il latte, il caffè, il sugo, la lessatura di carne... Fin dalla mattina, il sapore di cucinato invadeva la casa. Nel “come” cucinare v'era un'altra difficoltà. Alcuni prodotti - che per questo costavano un po' meno - venivano dati ancora “sporchi” o “da dissalare”. Tali erano la trippa, le budella, il baccalà... Che fatica, quanti impicci, che arte! La trippa andava pulita raschiando col coltello i residui che conteneva; e puzzava. Al alcuni piaceva la trippa, bianca con olio e pepe o al sugo, ma non ne sopportava l'odore. Pregavano dunque la mamma o un parente di pulirla e cucinarla a casa loro e di portargliela cucinata. Le budella andavano soffiate con la bocca, indi riempite d'acqua e lavate varie volte dal residuo interno. Ma, una volta arrotolate (abbutarielle, in dialetto) e arrostite in padella, erano un piacere. Il baccalà andava messo a mollo per giorni. Ma poi, in bianco o fritto, a chi non piace? Non lo si trova anche ora, nei migliori menù? Una volta cucinato, s'affacciava il problema di “spartire”. La pasta e la minestra venivano abbondantemente girate per condire in maniera identica quella superiore e inferiore, evitando che i primi mangiassero meglio (o peggio a secondo della portata) degli ultimi. Altrettanto per il caffè che, se non girato, sarebbe stato “forte” quello uscito prima ed aromatizzato dalla polvere, e giacente al fondo e “acquarella” l'ultimo, uscito da polvere sfruttata, che sarebbe stato versato per primo. Pasta e minestra, in genere, erano abbondanti, dovendo riempire. Chi il giorno aveva mangiato “asciutto” si faceva anche due piattoni di pasta. Il secondo invece era più problematico. Alcuni cibi hanno una diversità di gusto e di polpa. Il pollo, ad esempio, presenta le cosce, il petto e il resto (zampe, collo, alette, ossa del petto). Naturalmente i primi due sono i più appetitosi. Le povere donne, le mamme, le mogli, ragionavano così: le parti migliori ai bambini che debbono crescere, poi agli uomini che vanno a lavorare, il resto a noi (con piccole eccezione per le donne incinte e allattanti). Che pena vedere queste donne, dopo tanto lavoro, spolpare zampe, succhiare ossa, separare le ossa del collo per ricavarci qualcosa... Per fortuna avevano denti e stomaco buono: la pelle del pollo, che molte donne d'oggi scartano considerandola grassa, una volta arrostita, la consideravano “lu meje” (il meglio); come pure la cartilagine e grassetti che scalpellavano coi denti. Che compassione provavo quando, nell'atto di azzannare con le mani dell'osso con un po' di carne, qualcuno chiedeva il pane, o l'acqua, ed esse si alzavano e servivano e neanche quel poco che ingoiavano giovava loro! Che tenerezza mi facevano quando raccomandavano a qualcuno di togliere la buccia a mele, pere, patate... superficialmente, senza buttarne... la metà! E, hai voglia a insegnare e dire che “non si

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mangia con le mani”, “non si beve il brodo dal piatto o dalla pentola”, “non ci si leccano le dita”... Eppure, i secoli passati sono trascorsi ed hanno alimentato l'uomo secondo gli usi descritti. Per il latte, per fare un esempio, avevamo due bottiglie di vetro: una era quella in uso giornaliero in casa; l'altra l'aveva la latteria, sotto casa. Quando arrivavano dalla campagna le taniche col latte fresco, scendevamo e trovavamo la nostra bottiglia piena. Consegnavamo quella vuota e pulita per l'indomani. Con nessuna produzione di rifiuti urbani! Il latte era ancora caldo. Faceva una panna alta tre dita con la quale si faceva merenda. Le mamme, orgogliose, la mattina davano ai figli una tazza di latte con un cucchiaio di zucchero, per farli crescere bene. Quando torno al paese e bevo latte di fattoria pospongo l'orario del pranzo, perché mi sento ancora pieno. Oggi trovi tutto sempre, fresco, surgelato, confezionato, precotto... Oggi v'é il latte intero e scremato, fresco o a lunga conservazione che dura... 5/6 mesi! Comodo ma strano. In bottiglie o buste di plastica. La panna è una sfoglia perché è scremato, omogeneizzato, pastorizzato... Le mamme hanno paura di dare ai bambini lo zucchero. Oggi c'è acqua corrente calda e fredda, cucina e forno a gas o a elettricità, prodotti freschi, surgelati, scatolame... già sezionati e puliti... E tanti, tantissimi elettrodomestici: friggitrice, spremitrice, macchina per stendere la pasta di vario tipo, scalda toast... Cucinare oggi è più facile, ma si sono persi i sapori genuini dei tempi andati…

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SPIRITUALITÀ

nei sentieri del vissuto quotidiano

ALL'USCIO DELLE NOSTRE CASE Meditazione del Cardinal Gianfranco Ravasi Dio poteva obbligare gli uomini a obbedire come fanno le stelle. Egli, invece, si è fatto uomo e ha deposto la sua onnipotenza all'uscio delle case degli uomini. L'onnipotente che regge il cosmo se ne va come un mendicante tra la folla delle anime umane chiedendo come elemosina di spartire le ricchezze misteriose del suo essere. Quel Giovanni evangelista che oggi si festeggia è colui che ha scritto una delle frasi più celebri della storia umana: «Il Verbo divenne carne e pose la sua tenda in mezzo a noi», in quel mondo in cui sono accampati i figli e le figlie dell'uomo. Da allora egli si è messo a pellegrinare di tenda in tenda, di casa in casa, bussando alle nostre porte per essere invitato a mensa, reggendo tra le mani il dono della sua eternità (Apocalisse 3,20). Ma, proprio perché non ci ha creati come stelle che sanno solo dire «Eccomi!», simili a sentinelle senza libertà (Baruc 3,34-35), egli è pronto a sentirsi dire di no, anzi, ad essere persino cacciato in malo modo. Tutto questo è evocato nelle intense righe citate dal Roveto ardente, un'opera che la scrittrice norvegese Sigrid Undset pubblicò nel 1930 a cinque anni dalla sua conversione al cattolicesimo e a due dal Nobel per la letteratura. Scegliamo solo il simbolo dell'uscio al quale anche oggi vengono a bussare mendicanti, stranieri, ma anche conoscenti forse bisognosi solo di un po' di comprensione e calore. Purtroppo, anche con qualche ragione, siamo diventati sospettosi, abbiamo blindato le porte, reagiamo con diffidenza. E, così, spesso ignoriamo che era passato proprio Lui celato sotto i lembi cadenti di quei miserabili. Per questo, la tradizione giudaica invitava a lasciar socchiuso l'uscio di casa durante la cena pasquale: se fosse venuto, il Messia avrebbe trovato la porta aperta e accogliente; altrimenti, un povero sarebbe entrato recando la stessa luce del Messia. Cardinale Gianfranco Ravasi, biblista, teologo, ebraista. Segnalata dal nostro iscritto Renato De Paolis

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IN GIRO PER IL MONDO

relazioni internazionali... notizie e curiosità dalle varie parti del pianeta

di Rino Esposito* PRAGA 1969 La notte più lunga eterna non è. “My dear Amedeo… “, così iniziava la lettera diretta al mio amico e veniva da Praga. Erano i primi giorni del giugno 1969 e c’era una fitta corrispondenza tra Amedeo e Gabriela, una ragazza di Praga che avevamo conosciuto al mare in Iugoslavia, sull’isola di Rab, l’anno precedente. Amedeo ed io avevamo invitato lei e Zdena, una sua amica, in Italia per il mese di agosto per le vacanze, ma ci dicevano che dato il momento non era possibile avere il visto. L’Italia era un paese occidentale ed inoltre era molto difficile comunque uscire dalla Cecoslovacchia con l’occupazione russa in atto. I pesanti carri armati sovietici erano parcheggiati nella periferia della città: la Primavera di Praga era finita, Dubcek era finito e con lui il sogno di una limitata libertà. “Venite voi, per voi è più facile venire come turisti in Cecoslovacchia…” così concludeva la lettera: certo era tristemente vero. Mentre loro non avrebbero potuto conoscere l’Italia, per noi con il nostro passaporto non c’erano difficoltà ad entrare in un paese dell’Est: l’unica difficoltà l’avremmo avuta probabilmente per far passare i dischi dei Beatles che ci avevano chiesto perché a Praga erano introvabili. Oggi, all’epoca di internet sembra quasi ridicolo, ma allora i nostri 45 giri erano preziosi perché rappresentavano la nuova musica che aveva invaso l’occidente, con la sua enorme carica di voglia di libertà. Decidemmo così di andare noi a Praga ed alla fine di luglio del 1969, dopo aver raccolto un pacco di carte stradali e depliant di alberghi e ristoranti all’ufficio turistico ceco a Roma, partimmo in macchina con più di 1600 Km di strada davanti. L’aereo non era così di moda e poi, cosa non trascurabile, negli anni sessanta, l’Alfa 2000 Touring del mio amico era veramente uno status symbol. Durante il viaggio, la prima cosa che ci colpì fu la differenza enorme tra due paesini a quasi venti chilometri uno dall’altro: uno era in Germania, Bayerisch Eisenstein, lindo, movimentato, belle case bianche con fiori alle finestre, mentre l’altro, Zeleznà Ruda, al di là del confine ceco, era grigio, ricordo strade rotte, case screpolate senza colore e poca gente in strada con facce dure. Dieci minuti prima avevamo superato il confine, dopo quasi tre ore di sosta. Tempo perso per un interminabile e complicato dibattito con i soldati cechi di guardia alla frontiera per un giornale trovato nella mia valigia che avevo utilizzato, come si faceva allora, per incartare un paio di scarpe: era un giornale occidentale che portava chissà quali notizie politiche o era un più modesto Corriere dello Sport con qualche articolo sulla grande Inter o sulla Juventus? Dibattito appassionante, risoltosi poi regalando alcuni pacchetti di sigarette, che poi ho portato sempre con me in ogni viaggio nell’est europeo, in quanto erano un ottimo lasciapassare. La discussione aveva però di fatto distratto le guardie ed i nostri dischi, nascosti in un lato del bagagliaio, erano passati indenni. Mi è rimasto così il dubbio se fossero così rivoluzionari gli articoli del Corriere dello Sport, da far trascurare ogni altra indagine, lasciando così passare i dischi dei Beatles. Quanti secoli sono passati da allora?

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Passata la notte a Plsen, il mattino dopo eravamo a Praga. Le bellissime targhe stradali, mi sembra di ricordarle smaltate bianche con le scritte blu, erano tutte cancellate: i praghesi non volevano che i russi si orientassero nella loro città. In periferia camion dell’esercito russo, qualche carro armato e gipponi UAZ che correvano chissà dove. Sbucammo in una piccola piazza dove c’era, ironia della sorte, un monumento con sopra un piccolo carro armato della seconda guerra mondiale: era stato il primo carro russo ad entrare a Praga nel 1945. Se non ricordo male, la piazza si chiamava all’incirca Bratrisincu Namesti. Dopo sofferta consultazione di una carta della città ed alcune informazioni, per le dodici, ora dell’appuntamento preso la mattina per telefono, eravamo vicino alla Torre dell’Orologio nella Staromestscke Namesti, al centro di Praga, vicino al famoso Ponte Carlo. Dopo pranzo le nostre amiche ci accompagnarono in albergo, in una traversa dell’immensa Piazza Venceslao. Nel pomeriggio siamo risaliti lungo la piazza fino al monumento del principe Venceslao che sul suo cavallo di bronzo domina tutta la lunga piazza. Nel centro, prima di arrivare alla statua c’erano per terra fiori di tutti i colori e candele accese: lì a gennaio si era suicidato, dandosi fuoco, un ragazzo di ventuno anni, Jan Palak. Gesto estremo contro l’occupazione sovietica con la fine della primavera praghese e la fine di ogni speranza di libertà. Mi vennero in mente queste parole lette anni prima: ”a questo mondo niente rimane uguale, la notte più lunga eterna non è, eterna non è” . Questo aveva scritto Bertolt Brecht nella sua canzone della Moldava nel 1943, negli anni cupi della guerra. Esprimeva la speranza di un cambiamento, di un ritorno di Praga ai tempi in cui era stata una grande città imperiale. E questo mi sentivo di dire a quel ragazzo: valeva la pena morire se la notte più lunga eterna non è? Ma la sua voglia di libertà era stata più forte. Le nostre amiche ci raccontarono dei funerali di quel ragazzo, c’erano quasi un milione di praghesi, mentre i carri armati si erano ritirati fuori Praga: non c’era stata polizia in giro perché anche l’umiliazione di un intero popolo aveva diritto al rispetto. Ma erano passati ormai otto mesi e la vita era ripresa. In piazza Venceslao, oltre a portare fiori e candele, i ragazzi praghesi cercavano di cambiare le corone con marchi o lire ed il Ponte Carlo era affollato di pittori, venditori, ragazzi italiani ed anziani musicisti che suonavano col violino musiche di Mozart creando una malinconica atmosfera. Nei giorni successivi girammo tutta Praga: ci colpì il vecchio cimitero ebraico per la sua confusione di tombe, una sull’altra, dove quella più antica risale al 1389. Salimmo al Castello che da oltre mille anni rappresenta il centro politico del Paese, con la cattedrale di S. Vito fatta costruire da Carlo IV° nel 1352. Stupendo lo Stare Mesto, la città vecchia, dove intorno alla piazza del mercato sorsero, circa mille anni fa, le case dei commercianti e degli artigiani che nel 1230 ricevettero i diritti civili dal re Venceslao. Non vi racconterò adesso tutto quello che di storico abbiamo visto: quello che voglio raccontare è la storia di una città triste, dai negozi quasi vuoti, ma dove si potevano trovare beni di consumo occidentali nei cosiddetti Tuzex (non ricordo esattamente il nome di questi negozi). Si potevano trovare scarpe, camice e maglioni italiani ed inglesi, jeans ecc… il problema era che tali cose potevano essere acquistate solo con valuta straniera. Così capimmo perche i ragazzi di Praga cambiavano a loro rischio ed a caro prezzo le monete straniere, per poter acquistare magari un jeans o un pullover italiano. Una mattina andammo a prendere a casa una delle nostre amiche: salimmo al secondo piano di un palazzone grigio e sulla porta c’erano due pulsanti. Indecisi ne prememmo uno e dopo qualche minuto venne ad aprirci una signora anziana: ci guardò quasi in malo modo e ci lasciò lì sulla porta, biascicando parole in lingua ceca che non capimmo ma di cui era facile intuire il significato. Qualche secondo dopo arrivò Gabriela che ci spiegò che avevamo sbagliato pulsante: avevamo suonato all’altra famiglia che viveva nella stessa casa, disturbandoli.

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Non ci fece nemmeno entrare: nell’ingresso ci disse che non valeva la pena perché fuori era più bello e la casa serviva solo per dormire. Era più bello perché c’era più vita, più ristoranti e “vinarna” dove si poteva bere la Becherovka, un liquore un po’ amaro con acqua tonica, limone e ghiaccio, o una Pilsner ottima birra. Quella mattina tornammo su al Castello con il vecchio tram 22, lasciando la macchina in albergo: Praga era piena di tram che portavano ovunque. Dentro la cattedrale di S. Vito, nel Castello, c’era un silenzio colorato dalla luce delle vetrate: una maestosa bellezza il cui silenzio era rotto solo dalle voci soffuse di alcuni turisti. Quella città triste, ma piena di vita, stupenda nei suoi monumenti con le cupole d’oro, ma grigia, con una grande vita musicale, ma muta, mi è rimasta profondamente nel cuore. Dieci brevissimi giorni passati camminando, mano nella mano, a piedi tra vecchie viuzze, passaggi tra piccoli cortili o scendendo lungo la via Nerudova guardando piccoli negozi, ascoltando la musica di qualche violinista sul Ponte Carlo o la sera nei localini di Mala Strana, sono diventati parte importante della mia vita. E così, l’anno scorso – quasi quarant’anni dopo – sono tornato a Praga con un gruppo di vecchi amici. C’era la metro, bei negozi pieni di vestiti alla moda, ristoranti pieni ed il vecchio albergo Yalta, sulla piazza Venceslao, molto più accogliente. Una marea di turisti, perché Praga è sicuramente una delle più belle città d‘Europa: ma non era più Lei. Non c’era più quel velo di fascino triste che ti prendeva l’anima, non c’era più quel velo di malinconia palpabile nell’aria. Era una città più viva, più colorata, più occidentale, sicuramente più libera. I praghesi, sempre molto gentili, erano molto più indaffarati e prestavano meno attenzione a tutti quegli stranieri che giravano per il centro. Mi sono fermato a parlare solo con un vecchio violinista che suonava davanti alla chiesa di S.Nicola, nella piazza della città vecchia, e vendeva CD con la sua musica. Ma sulla piazza Venceslao, prima di arrivare al cavallo di bronzo, a terra c’erano ancora fiori freschi e candele accese davanti ad una piccola lapide: lì davanti c’erano ragazzi praghesi, ma anche quelli di tutta Europa. Ed anch’io ho portato un fiore per Jan dopo tanti anni, perché non potevo dimenticare la sua storia ed un attimo della mia vita, a Praga, vissuto profondamente. Guardandomi intorno ho pensato che anche tu dovevi crederci, amico mio, la notte più lunga eterna non è, eterna non è.

[email protected]

Praga – Orologio astronomico in ceco Staroměstský Orloj (Orologio della città vecchia). Il meccanismo è composto da tre elementi principali: il quadrante astronomico, sul quale, oltre all'ora, sono rappresentate le posizioni in cielo del Sole e della Luna insieme ad altre informazioni astronomiche; il "Corteo degli Apostoli", un meccanismo che, allo scoccare di ogni ora, mette in movimento delle figure rappresentanti i 12 Apostoli; e un quadrante inferiore composto da 12 medaglioni raffiguranti i mesi dell'anno.

foto di Silvana Costa

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AFFARI E FINANZA

UNA CRISI CHE NON FINIRÀ MAI ? 2007, un anno che difficilmente dimenticheremo, esso coincide con il periodo che ha inaugrato una delle più grandi crisi economico – finanziarie che il mondo abbia mai conosciuto. Essa prese avvio dapprima negli Stati Uniti d’America in seguito ad una crisi del mercato mobiliare manifestatasi con lo scoppio di una bollasubprime) e una susseguente crisi finanziaria mondiale, la recessione ha poi gradualmente assunto un carattere globale e perdurante. Questa crisi sta trovando negli ultimi anni terreno fertile in Europa, caduta da almeno 5 anni in una situazione di profonda depressione economica, alimentata da scellerate politiche di austerity, attuate male e nel momento peggiore. I sostenitori dell’austerità hanno giustificato le loro scelte con la necessità di tenere i conti pubblici sotto controllo come unico rimedio alla crisi finanziaria esplosa nel 2008, poi sfociata in pesanti attacchi al debito pubblico di molti paesi, creandoun inevitabile fallimento di intere economie e conseguente disgregazione della Comunità Europea. La politica del rigore ha costretto i paesi membri ad attuare pesanti politiche di riforma fiscale per recuperare soldi con cui ridurre gli alti debiti pubblici che molti di questi Stati hanno accumulato nel corso del tempo, attraverso politiche clientelari plungimiranti. Essa è stata sponsorizzata particolarmente da quegli Stati membri UE che prima dell'introduzione dell'Euro avevano una moneta cosiddetta "forte", e in particolare dalla Germania. Per quanto riguarda l'Italia, occorrerà recuperare 50 milia20 anni per portare il debito sotto il 60% del PIL. Dopo anni di politica del rigore, il risultato è stato che gli effetti negativi hanno superato di gran lunga i benefici, causando un dilagante malcontento che ha investito tutti i livdella società europea , dando il là a molti movimenti popolari. Questi interventi sono stati considerati da più parti come la causa di un vero e proprio tsunami sociale sul continente. Ormai le conseguenze di queste politiche sulla economia europea sono note a tutti. In Europa il livello del tasso di disoccupazione ha superato il 10% portando il numero di persone senza lavoro a superare i 23 milioni. Questa situazione ha portato ad una riduzione del reddito e quindi della capacità di acquisto di beni e servizi, di conseguenza il contenimento della spesa imposta da queste politiche ha comportato un tagservizi sociali che hanno ulteriormente peggiorato le condizioni delle classi più disagiate della popolazione . Passando ai singoli paesi queste conseguenze si sono manifestate con caratteristiche molto più drammatiche in alcuni di essi. In Italia per esempio il tasso di disoccupazione ha superato il 12% di cui il 45% (raggiunto all’apice della crisi) rappresentato da giovani, portando il lavoro a più di 3 milioni di persone.

FINANZA

di Rocco Esposito* 2007, un anno che difficilmente dimenticheremo, esso coincide con il periodo che ha

che il mondo abbia mai conosciuto. Essa prese avvio dapprima negli Stati Uniti d’America in seguito ad una

bolla immobiliare (crisi subprime) e una susseguente crisi finanziaria mondiale, la recessione ha poi

Questa crisi sta trovando negli ultimi anni terreno fertile in Europa, caduta da almeno 5 una situazione di profonda depressione economica, alimentata da scellerate

la necessità di tenere i lo come unico rimedio alla crisi finanziaria esplosa nel 2008,

poi sfociata in pesanti attacchi al debito pubblico di molti paesi, creando i presuppsti di fallimento di intere economie e conseguente disgregazione della

politica del rigore ha costretto i paesi membri ad attuare pesanti politiche di riforma per recuperare soldi con cui ridurre gli alti debiti pubblici che molti di questi

Stati hanno accumulato nel corso del tempo, attraverso politiche clientelari poco

Essa è stata sponsorizzata particolarmente da quegli Stati membri UE che prima dell'introduzione dell'Euro avevano una moneta cosiddetta "forte", e in particolare dalla

Per quanto riguarda l'Italia, occorrerà recuperare 50 miliardi l'anno per circa

Dopo anni di politica del rigore, il risultato è stato che gli effetti negativi hanno superato di gran lunga i benefici, causando un dilagante malcontento che ha investito tutti i livelli

Questi interventi sono stati considerati da più parti come la causa di un vero e proprio tsunami sociale sul continente. Ormai le conseguenze di queste politiche sulla economia

In Europa il livello del tasso di disoccupazione ha superato il 10% portando il numero di persone senza lavoro a superare i 23 milioni. Questa situazione ha portato ad una

e servizi, di conseguenza il contenimento della spesa imposta da queste politiche ha comportato un taglio di molti

hanno ulteriormente peggiorato le condizioni delle classi più

ste conseguenze si sono manifestate con caratteristiche

In Italia per esempio il tasso di disoccupazione ha superato il 12% di cui il 45% (raggiunto all’apice della crisi) rappresentato da giovani, portando il numero dei senza

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Attenzione particolare merita proprio l’effetto che le politiche di austerity imposte hanno avuto sul debito pubblico. Come abbiamo visto, i tagli alla spesa e le maggiori tasse in realtà non hanno ridotto il nostro debito e quindi non hanno raggiunto quello scopo così tanto sbandierato di scongiurare i rischi di default, ma hanno portato a ridurre la domanda interna e di conseguenza la produzione industriale, che non ha potuto trovare uno sfogo con le esportazioni vista la crisi globale, quindi il nostro Prodotto Interno Lordo ha avuto segno negativo per tutto questo periodo, mostrando un leggero miglioramento solo a partire dal 2015. Per rendere un’idea più chiara di queste conseguenze, in Italia la produzione industriale è crollata del 25% e il PIL è sprofondato del 10% rispetto ai valori pre crisi, portando il livello del debito a battere continui record di crescita raggiungendo e superando i due mila milioni di euro. Il continuo clima di sfiducia che si sta diffondento attraverso tutti i livelli della società italiana, sta spingendo molte famiglie ad accumulare sempre più risparmi per prepararsi ad un futuro sempre più incerto. Il denaro viene accantonato invece di entrare in circolo nel sistema economico sotto forma di consumi oppure, nel caso delle aziende, di nuovi investimenti. Nel frattempo gli istituti di credito, che per mestiere raccolgono e gestiscono i flussi di risparmio, hanno stretto i rubinetti dei finanziamenti alle imprese e se l’economia non dà segni di ripresa, gli acquisti vengono rimandati a data da destinarsi, generando una spirale viziosa, perchè se diminuisce la domanda anche i prezzi dei beni scenderanno e le imprese saranno meno propense a produrre e costrette a ridurre il personale. Pertanto aumentando i senza lavoro, non si disporrà di denaro da spendere per acquistare beni e servizi e cosi via… Siamo di fronte ad una vera è propria apocalisse economico sociale. Il punto di non ritorno, oltre il quale evitare la deflagrazione dell’eurozona e con ogni probabilità della stessa Unione europea, con conseguenze economiche, sociali e politiche potenzialmente devastanti, avvicinandosi sempre più, sarà l’unico scenario possibile.

* www.roccoesposito.widiba.it Personal Advisor Rete Promotori Finanziari Widiba

www.linkedin.com/in/rocco-esposito-52238170

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RICEVIAMO - PUBBLICHIAMO LA POSTA DI ERATO

di Rosario Procopio*

LA CULTURA DELLO SCARTO* Il Santo Padre, in occasione della festa dei nonni, (Piazza San Pietro, 2 ottobre 2016) ha esortato ancora una volta la società a dare la giusta considerazione e valorizzazione a quella parte della popolazione costituita dagli anziani e ad evitare, per questi ultimi, l'applicazione della “Cultura dello scarto”. Quanto sopra dovrebbe far riflettere il Ministro della Cultura e indurlo ad annullare quel discutibile provvedimento, preso nel 2014, che ha portato all'eliminazione della gratuità degli ingressi ai Musei statali agli over 65 favorendo i giovani fino a 25 anni. Tale provvedimento ha di fatto precluso alla maggior parte degli anziani il godimento dei beni artistici e culturali del nostro Paese. Infatti non è immaginabile che persone anziane, spesso con acciacchi propri dell'età, possano mettersi in coda per alcune ore, ogni prima domenica del mese, per entrare gratuitamente nei musei, restando esposte alle intemperie e senza possibilità di usufruire di bagni pubblici. Essendo, inoltre, gli anziani una categoria quasi sempre debole economicamente, non è permesso loro di acquistare, negli altri giorni della settimana, i biglietti di ingresso, sovente di prezzo elevato, a causa delle scarse possibilità economiche.…

[email protected] *La cultura dello scarto:“Quante volte si scartano gli anziani con atteggiamento di abbandono che sono una vera e propria eutanasia, si scartano i bambini, i giovani perché non hanno lavoro e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico equilibrato al centro del quale c'è il dio denaro: siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto, i cristiani con tutti gli uomini di buona volontà chiamati a costruire una società più umana, paziente e inclusiva"

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IN LIBRERIA

di Carmelo Pelle* LO SGARRO. ROCCO SIGARO E IL DELITTACCIO DELLA GARB ATELLA di Leonardo Jattarelli (Nededizioni, Roma, pagine 192, €.15,00 con un inserto di 8 pagine di bellissime fotografie in bianco e nero, di Marco Rocchi, dal titolo "Garbatella, i Luoghi del Romanzo" e una suggestiva copertina a colori ideata da Mauro Anelli. Si tratta del secondo romanzo di Jattarelli dopo "Rott.Amami" (Edizioni Galassia Arte, pubblicato nel 2012) "Che cosa racconta Lo Sgarro, questo romanzo di Leonardo Jattarelli, dal ritmo serrato e avvolgente che si legge assai piacevolmente?" si chiede Renato Minore nella Introduzione, Ecco, tra virgolette, in pillole, le sue risposte sul delitto, il detctive ed il quartiere dove è avvenuto il fattaccio. "Racconta la ricerca di un assassino, che ferocemente ha colpito una donna giovane e alquanto misteriosa. "...dal primo ritrovamento del corpo... fino allo smascheramento finale" La giovane si chiama Carla Palumbo, il detctive Rocco Sigaro,"che si trascina anche faticosamente senza grandi orizzonti eroici, carico di benzodiazepine invece che di coca, con il sogno di fare il pianista jazz come l'idolo Bill Evans.... Sullo sfondo la Garbatella, "con le sue voci, le sue storie, la sua planimetria, il suo passato remoto e anche più recente (dai riti orgiastici della Dea Cibele alla nube oscura di Mafia Capitale) che sembrano dare il timbro, o meglio l'imprinting a quelle voci, a quelle storie." L'incipit del libro è accattivante ed affascina: con uno stile personalissimo, lieve ma concettoso, che prosegue per tutta la narrazione, popolata di innumerevoli personaggi, tutti pittoreschi: Pampa, Pesciolino, Civetta, Saltibanco,Tinta, Bombaccione, Teresa La Fascistona, Mariuccia, Don Vito, il signor Di Venanzio, Yvonne, Matteo... Lo riporto così come sintetizzato e rivisitato nell'ultima di copertina; "Cadeva l'acqua che Dio la mandava quella notte a Roma. Sentivo l'odore dell'erba fradicia che saliva dalla finestra, arrivava il puzzo degli sterchi di cane dalla piazzola li davanti...Quando girai l'angolo, sentii una specie de rantolo felino, come d'un animale portato all'ammazzatora" Un bel libro da leggere e da regalare a familiari ed amici. Leonardo Jattarelli, romano, è nato nel 1961. Giornalista professionista, scrittore e autore teatrale, lavora dal 1989 al quotidiano "Il Messaggero" di Roma, per le pagine di Cultura e Spettacoli dopo aver iniziato come cronista di "nera" presso l'altro quotidiano della Capitale, "Il Tempo". Si occupa di editoria e cinema. Autore e regista teatrale, ha portato in scena. “Killer”, “Contatti”,”Schizzata”, “Come un pacchetto vuoto di Chesterfield a mezzanotte”

*pelleilcalabro.blogspot.com

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ER MENÙ A LA BOLOGNESE Romagna solatia dolce paese… quarcheduno ‘sta frase l’ha ggià scritta ma m’è servita solo a da la dritta pe’ scrive er menù a la bolognese. C’è l’antipasto misto e ricco assai cor parmiggiano reggiano a pezzetti ch’è sempre bbono indove tu lo metti più er gnocco fritto e antro che già sai. Pe’ primo fettuccine fatte a mano ch’è piatto unico e non c’è er seconno perché se sa, da quanno er monno è monno, che è mejo esse primo che seconno. E le verdure cotte oppure crude, er vinello de la casa e li dorcetti che abbasta uno e aumenti ‘n paio d’etti ma così bboni che non ce se crede! Quindi bando alle ciance, se mettemo coi piedi pari sotto ar tavolino co’davanti un ber bicchier de vino e alla salute de tutti poi bevemo. Auguri di buon Natale e felice Anno nuovo! da Silvana Costa

BLOCK NOTES a cura della redazione

�28 MAGGIO Teatro Cabaret - presso l'Auditorium della Scuola della Musica, via Andrea del Castagno 197 Roma. 3° tempi di 40 minuti, nel corso dei quali si sono esibiti, tra gli applausi dei 73 presenti, declamando poesie proprie, Rosy Rotoli, Rossana Mezzabarba, Domenico Intini, Adriano Longhi, Alessandro Beato, Giorgio Lofermo, o di altri (Carmelo Pelle, con la recita di alcune poesie di Corrado Calabrò, e Giorgio Lofermo, con una poesia in dialetto siciliano di Liborio Curia, dedicata a santa Lucia), la corale della SIAE, diretta dal maestro Fabrizio Vestri, con i brani Tourdion, I cant help, Guantamanera, No Potho reposare, New York; le canzoni Calabresella, Vecchia Roma, Vitti nà crozza, La società de magmaccioni, intonate di volta in volta da Carmelo Pelle, Rossana Mezzabarba, Sandro Longhi, Anita Pititto, e accompagnate in coro dal pubblico. Anita Pititto si è fatta ammirare con un pezzo di alta scuola: il monologo di Ersilia Dei, tratto da "Vestire gli ignudi" di Luigi Pirandello; così come Sandro Longhi, instancabile con la sua chitarra e le sue "storielle" argute ed accattivanti. L'evento si è concluso alle 13, con l'oramai tradizionale degustazione di prodotti tipici calabresi, a cura della Ditta "La Calabresella" di Vincenzo Varì e figli. Ineccepibile il servizio degli addetti alla sala e alle luci, del personale della Scuola della Musica e quello fotografico e DVD dei nostri Giulio Cassani e Lorenzo Pedalino. Ha condotto con la nota verve e gioia di vivere, il nostro Coordinatore. Arrivederci al prossimo Teatro Cabaret programmato per il 10 giugno 2017. �10 DICEMBRE Convivio di Natale presso il ristorante Cecilia Metella,via Appia Antica, 125, 127, 129 – Roma - con il MENÙ BOLOGNESE. Prima del dessert ha avuto luogo l'estrazione di 10 premi, che sono stati appannaggio di: 1°Dario De Marco, 2°Alberto Rissone, 3°Ermanno Cataldi, 4°Giulio Falasca, 5°Luigi Oppido, 6°Sabrina Merlino, 7°Pietro Traversa, 8°Antonio De Chiaro, 9° Elio Celsi, 10°Ludovica Ferretti. 1°premio: Orcio con bicchiere in stile medievale dipinto da Silvana Costa, set di libri, kit odontoiatrico.

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2°premio: due mattonelle “Fiori di Cactus” in ceramica fatte a mano da Silvana Costa in arte SILCO, una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. 3°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, DVD (Teatro cabaret del 1° dicembre 2015), set di libri. 4°premio: una creazione di Claudia + kit odontoiatrico, DVD (Teatro cabaret del 1° dicembre 2015), set di libri. 5°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. 6°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. 7°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. 8°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. 9°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. 10°premio: una creazione di Claudia, kit odontoiatrico, set di libri. L'evento è stato un successo: 74 i presenti su 83 prenotati "sulla parola" Arrivederci al prossimo Convivio per lo scambio degli auguri per le vacanze estive, programmato per il 17 giugno 2017 stesso Ristorante, stessa quota di partecipazione, diversa cucina, questa volta, SICILIANA.

* [email protected]

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PER STRAPPARE UN SORRISO

NATALE 2016

Brindisi di un calabrese doc, in versi alla buona, spontanei, aritmici e frammentati, per fare gli auguri

agli amici emiliani, ritenuti i calabresi del Nord.

Son Carmelo, Don amato, riverito e rispettato,

ma non so se veramente, mi vuol bene tanta gente... Sono qui, coi miei picciotti,

senza coppole e lupara, per godermi, con voi tutti, la "cucina" romagnola. Agli indigeni d'Emilia, detti i calabri del Nord,

di cui apprezzo senza invidia. le pietanze prelibate,

non piccanti e saporite, i rapporti nel sociale,

senza sempre a litigare, l'amar sì, ma con distacco, senza scene da Far West,

per l'insana gelosia, il ballare con trasporto, e il cantare testi allegri, coinvolgendo nella gioia, giovanotti e vecchierelli, ancor singoli o accoppiati

con i calici ripieni, di Lambrusco frizzantino, tintinnanti l'un sull'altro,

spinti in alto per l'augurio, oramai tradizionale

dolce e forte: "Buon Natale"! Carmelo Pelle

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SINDACATO… SINDACALE… SINDACATO FUNZIONI CENTRALI - SEZIONE INPS VIA CIRO IL GRANDE 21 - 00144 ROMA TEL. 06.5905.7488 – FAX 06.866.036.25 e-mail: [email protected] Info PROT. 5/2016 Roma, 28 novembre 2016

COORDINAMENTO AREA PENSIONATI A TUTTI GLI ISCRITTI

LEGGE DI BILANCIO 2017 Nel previsto incontro del 3.11.2016 con i rappresentanti del Governo presso la Sede della Cida, il Consigliere economico di Palazzo Chigi, Stefano Patriarca, intervenuto in sostituzione del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Prof. Tommaso Nannicini, assente giustificato, ha precisato e rassicurato il Sindacato che nella Legge di Bilancio 2017 non sono previsti contributi di solidarietà a carico dei pensionati. Pertanto a partire dalla rata di pensione di Gennaio 2017 i nostri colleghi non troveranno più la trattenuta per contributi di solidarietà che invece hanno dovuto subire fino a dicembre 2016. Il predetto dr. Patriarca ha comunicato inoltre che non è allo studio alcuna ipotesi di ricalcolo delle pensioni in essere per i motivi, già precisati nei precedenti comunicati sindacali, che confermano l’impossibilità tecnica di siffatta operazione, confeperaltro dal vertice operativo dell’Inps in una specifica audizione presso la Commissione Lavoro della Camera tenutasi nel mese di marzo 2016. PEREQUAZIONE PENSIONI Il più volte citato Consigliere Patriarca ha annunciato infine che sono allo studimeccanismi di indicizzazione delle pensioni che entreranno in vigore allo scadere dell’attuale regime, che risulta prorogato anche per gli anni 2017 e 2018. Sempre in tema di perequazione delle pensioni si comunica che lo Studio Orrich, che ha curato il ricorso contro la mancata rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, ha informato il Sindacato che la Corte Costituzionale si pronuncerà nella primavera 2017 sulla costituzionalità o meno del decreto legge n. 65/2015, convertito nella Le109/2015, con il quale il Governo ha dato esecuzione alla Sentenza della Corte n. 70/2015 rimborsando solo parzialmente quanto a suo tempo indebitamente trattenuto per la perequazione relativa ai suddetti anni 2012 e 2013, escludendo di fatto la quasi totalità dei Dirigenti pensionati. ATTIVITÀ SINDACALE Si riporta di seguito, per opportuna informazione, il comunicato del Presidente della Federazione, Prof. Giorgio Rembado, in relazione alla rappresentatività del nostro Sindacato nel pubblico impiego: Cari Colleghi, l’Aran ha pubblicato sul suo sito, in data 28 ottobre 2016, l’accertamento definitivo della rappresentatività per il triennio 2016/2018 che sostituisce il precedente accertamento pubblicato, in via provvisoria, il 14 luglio u.s..

NDACALE… SINDACATO

COORDINAMENTO AREA PENSIONATI A TUTTI GLI ISCRITTI

016 con i rappresentanti del Governo presso la Sede della Cida, il Consigliere economico di Palazzo Chigi, Stefano Patriarca, intervenuto in sostituzione del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Prof. Tommaso Nannicini,

ecisato e rassicurato il Sindacato che nella Legge di Bilancio 2017 non sono previsti contributi di solidarietà a carico dei pensionati. Pertanto a partire dalla rata di pensione di Gennaio 2017 i nostri colleghi non troveranno

ece hanno dovuto subire fino a

Il predetto dr. Patriarca ha comunicato inoltre che non è allo studio alcuna ipotesi di ricalcolo delle pensioni in essere per i motivi, già precisati nei precedenti comunicati sindacali, che confermano l’impossibilità tecnica di siffatta operazione, confermata peraltro dal vertice operativo dell’Inps in una specifica audizione presso la Commissione Lavoro della Camera tenutasi nel mese di marzo 2016.

Il più volte citato Consigliere Patriarca ha annunciato infine che sono allo studio nuovi meccanismi di indicizzazione delle pensioni che entreranno in vigore allo scadere dell’attuale regime, che risulta prorogato anche per gli anni 2017 e 2018. Sempre in tema di perequazione delle pensioni si comunica che lo Studio Orrich, che ha

ato il ricorso contro la mancata rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, ha informato il Sindacato che la Corte Costituzionale si pronuncerà nella primavera 2017 sulla costituzionalità o meno del decreto legge n. 65/2015, convertito nella Legge 109/2015, con il quale il Governo ha dato esecuzione alla Sentenza della Corte n. 70/2015 rimborsando solo parzialmente quanto a suo tempo indebitamente trattenuto per la perequazione relativa ai suddetti anni 2012 e 2013, escludendo di fatto la quasi

Si riporta di seguito, per opportuna informazione, il comunicato del Presidente della Federazione, Prof. Giorgio Rembado, in relazione alla rappresentatività del nostro

l’Aran ha pubblicato sul suo sito, in data 28 ottobre 2016, l’accertamento definitivo della rappresentatività per il triennio 2016/2018 che sostituisce il precedente

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I dati sulla consistenza associativa, e conseguente rappresentatività, nelle aree dirigenziali certificano il nostro evidente successo: siamo primi (con l’ANP) nell’area Istruzione e Ricerca e terzi (con la neo costituita CIDA Funzioni Centrali) nell’area delle Funzioni Centrali. Quello conseguito è certamente un ottimo risultato di cui dobbiamo essere orgogliosi e del quale ringrazio i dirigenti della Federazione e i dirigenti dell’ANP e di CIDA Funzioni Centrali. Inizia ora un nuovo lavoro di consolidamento e crescita delle sigle citate e di possibili affermazioni di altre sigle appartenenti alla Federazione che, al momento, non hanno conseguito la rappresentatività. Un cordiale saluto, Giorgio Rembado – Presidente>> Cordiali saluti. Il Coordinatore Rosario Procopio

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ISTANZA DI RICOSTITUZIONE DEL TRATTAMENTO PENSIONIS TICO

E DIFFIDA ALLA STREGUA DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 70 DEL 2015

Il comunicato Flash del 27 dicembre a firma di Rosario Procopio, lascia ai colleghi la facoltà, in ordine alla presentazione della diffida o meno dell'istanza, essendo "scontato" l'automatismo della ricostituzione. Nei giorni scorsi Carmelo Pelle, da avvocato, ha consigliato e in questa sede consiglia, di inviare comunque l'istanza, compilando un modulo, peraltro diffuso tra i rispettivi iscritti dai Sindacati interni all'Istituto e di altri ambienti di lavoro. Tale modello può essere inviato alla Sede Inps, che ha in carico la gestione della pensione, anche per e-mail. Per riceverlo anche via fax telefonare agli uffici di Segretaria del Sindacato (Federica Falasca Tel 0659057488) al mattino, tranne il sabato e festivi.

[email protected]

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IL NOSTRO ORGANIGRAMMA

COMITATO ESECUTIVO Coordinatore: Carmelo PELLE Vice: Giuseppe SPINELLI Scipione GIOFFRÈ Amministrazione: Rosario PROCOPIO Organizzazione: Silvana COSTA Relazioni Pubbliche: Rocco ESPOSITO Segretario: Emilio TRIPODI

COMITATO DI REDAZIONE

Coordinatore: Carmelo PELLE Redattore Capo: Silvana COSTA Redattori: Antonio PILLUCCI Giuliana COSTANTINI Aurelio GUERRA RESPONSABILI DI SETTORE: Giuseppe BEATO problematiche Cida Giuliana COSTANTINI cinema Antonio DE CHIARO musica classica Adriano LONGHI teatro Claudia PELLE spiritualità Emilio TRIPODI resp. comunicazione & social media Rosario ZIINO turismo escursioni e visite guidate

RAPPRESENTANTI PERIFERICI:

Attilio AGHEMO (Torino) - Gaetano BARTOLI (Palermo) - Lillo BRUCCOLERI (Genova) - Bruno DE BIASI (Oristano) - Marino FABBRI (Reggio Emilia) - Mario LOMONACO (Campobasso) - Armando LO PUMO (Genova) - Mario MIRABELLO (Catanzaro) - Salvatore PINTUS (Genova) - Gesuino SCANO (Sassari) - Mario SCOCCHIERI (Locri) - Enrico VIGNES (Latina) - Vincenzo VITRANO (Trapani) – Carmelo GALASSO (Reggio Calabria). L’adesione è libera. L’auspicio è di garantire la presenza di rappresentanti del Gruppo in ogni provincia d’Italia. INFO: Gli associati al Sindacato Nazionale CIDA FC INPS possono iscriversi al Gruppo Culturale Ricreativo ERATO-CIDA-INPS, essendo consentita la doppia iscrizione, trattandosi del Cral di riferimento dello stesso Sindacato; possono altresì iscriversi, su presentazione di un associato, il personale dell’INPS, in servizio o in pensione e le persone appartenenti ad altri ambienti di lavoro. ([email protected]) La tessera è gratuita per minori di 18 anni.