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ENERGIA, AMBIENTE, SOCIETÀ

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Direttore

Alfredo AUniversità degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti–Pescara

Comitato scientifico

Gennaro AUniversità degli Studi di Salerno

Giovanni CUniversità degli Studi di Trieste

Lia GUniversità degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti–Pescara

Natalia MUniversità degli Studi di Trento

Mara MUniversità degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti–Pescara

Dario MUniversità degli Studi di Napoli Federico II

Dario PUniversità di Torino

Rita SUniversità degli Studi di Teramo

Ivano SUniversità degli Studi di Napoli Federico II

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Concipitur visitque exortum lumina solis.

L

La questione energetica si caratterizza come una delle più signifi-cative problematiche planetarie, anche se, nell’ambito delle scienzesociali, occupa una posizione relativamente marginale e attira un’at-tenzione frammentaria. Qualificati studiosi propongono congetture escenari su possibili “transizioni energetiche” in vista di modelli di so-cietà e di crescita a “basso contenuto di carbonio”, trovandosi però afronteggiare di volta in volta le sfide dell’incertezza e degli imprevistiche scuotono gli scenari energetici. Grandi quantità di capitali si muo-vono da un capo all’altro del pianeta, mentre le risorse energeticherappresentano allo stesso tempo, per differenti comunità nazionali elocali, fonte di ricchezza, di conflitto o di devastazione ambientale.Di fronte alla questione energetica, il rapporto tra potere politico,dinamiche economiche, saperi esperti, opinione pubblica, abitudini estili di vita si presenta in tutta la sua complessità. All’approfondimen-to delle problematiche energetiche, e a tutte le relative e complicateimplicazioni, è dedicata la collana che, avvalendosi del contributodelle differenti scienze sociali, intende coniugare approfondimentiteorici, apporti di ricerca empirica e analisi storiche.

L’obiettivo viene perseguito grazie alla traduzione di contributi stra-nieri di rilievo o attraverso la pubblicazione di contributi inediti, chesaranno sottoposti a peer–review.

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RiScattare l’ambiente

Scritti in memoria di Osvaldo Pieroni

a cura di

Gilda Catalano

Prefazione diAlberto Ziparo

Contributi diAlfredo Agustoni, Donatella Barazzetti, Ilaria BerettaGuido Borelli, Nunzia Borrelli, Antonino Campennì

Concetta Carrà, Gilda Catalano, Francesco CampolongoStefano Ciccone, Fabio Corbisiero, Mario Coscarello

Debora Cosentino, Barbara Debernardi, Davide DiamantiniAnna Elia, Enrico Ercole, Ciro Clemente De FalcoClaudio Dionesalvi, Marco Fama, Valentina Fedele

Mary Fraire, Sabrina Garofalo, Isabella GiuntaAnna Granitto, Lucia Groe, Franca Maltese

Sonia Marino, Elena Musolino, Daniela PatruccoCorrado Punzi, Federica Roccisano, Tullio Romita

Elisabetta Ruspini, Giovanni Salerno, Cristina SciarroneIvano Scotti, Francesco Saverio Caruso, Francesca Sessa

Sabrina Spagnuolo, Serenella Stasi, Luigi SturnioloMarta Vignola, Giovanna Vingelli, Annamaria Vitale

Domenico Trezza, Alberto Ziparo

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Aracne editrice

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Copyright © MMXVIGioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

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via Sotto le mura,

Canterano (RM)()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre

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Indice

PrefazioneAlberto Ziparo

PremessaGilda Catalano

PresentazioneAntonino Campennì

Parte II conflitti ambientali

Questa non è una disciplinaAlfredo Agustoni

Discorsi e controdiscorsi della transizione energeticaIvano Scotti

Socializzare la scienza per ampliare i dirittiDaniela Patrucco

No TapCorrado Punzi

Eco–mamme: gruppi ambientalisti e identità di genereCiro Clemente De Falco, Domenico Trezza, Anna Granitto

Post–colonialità e conflitti ambientali in CalabriaFrancesco Saverio Caruso, Francesco Campolongo

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Indice

Fare società locale: dalla mobilitazione alla riterritorializza-zione dal bassoFranca Maltese

Tentativi di indipendenza energetica e di sovranità tribalenella riserva di RosebudLucia Groe

I conflitti per il territorio e la nuova azione collettiva lettitramite i social networkMary Fraire, Francesca Sessa, Sabrina Spagnuolo, Serenella Stasi, SoniaMarino

Crisi ambientale, resilienza e transizioneElena Musolino

Generazioni a confronto nei movimenti sociali e ambien-taliClaudio Dionesalvi

Tra Scilla e CariddiLuigi Sturniolo

Il “Teorema del brutto e del cattivo” in Val di SusaBarbara Debernardi

Parte IITerritori, paesaggi

sostenibilità ambientale

Territori e paesaggi dell’(in)sostenibilità ambientaleGilda Catalano

Stare sul margineCristina Sciarrone

Contenimento dello sprawl, governance inclusiva e praticheinnovative nella città di Portland–OregonNunzia Borrelli, Davide Diamantini

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Smart cities tra emergenze ambientali ed equità socialeIlaria Beretta

Crotone: da terra di Pitagora a “terra dei veleni”Debora Cosentino

La Fabbrica: Taranto e la sua memoriaMarta Vignola

Mettere bene a fuocoGuido Borelli

Monitoraggio dell’abusivismo edilizio lungo le coste cala-bresiGiovanni Salerno

Il turismo sostenibileEnrico Ercole

Percorsi di lettura dello sviluppo turistico nell’ottica dell’u-so sostenibile delle risorse territorialiTullio Romita

Sul concetto di sostenibilitàFederica Roccisano

Parte IIILa terra nei processi

di difesa e valorizzazione

Il seme che cresceAnnamaria Vitale

Posare lo sguardo sulla Vía Campesina attraverso la lentedella fertilità strategicaIsabella Giunta

Ambiguità e ambivalenze delle strategie di empowermentMarco Fama

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Indice

Il seme che cresceMario Coscarello

Processi di insediamento abitativo: nuove identità territo-riali e strategie di estraneazioneAnna Elia

Parte IVCorpi, Identità, Linguaggi

Ancora “pene d’amore”Giovanna Vingelli

Osvaldo Pieroni: un pensiero “corporeo”Donatella Barazzetti

La radicalità del corpoStefano Ciccone

Dal “fallo” all’amore (passando per il corpo)Elisabetta Ruspini

L’omosessualità in MaroccoFabio Corbisiero

Le mascolinità nel Maghreb contemporaneoValentina Fedele

Maschilità e femminilità nelle mafieSabrina Garofalo

Pari e dispari: uomini e donne nei detti popolari calabresiConcetta Carrà

Autori

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RiScattare l’ambienteISBN 978-88-548-9709-0DOI 10.4399/97888548970901pag. 11–16 (dicembre 2016)

Prefazione

La gioiosa arguzia di OsvaldoA Z∗

Ho ancora molte remore — e mi appare tuttora strano — a parlare diOsvaldo. Tanto intenso e continuo era il rapporto tra noi. Eppure eroabituato a citarlo: adesso che ci ha salutato è tutto diverso. Soccorrela comune attitudine ad un approccio interpretativo/interattivo allaconoscenza: per esplorare un fenomeno bisogna in qualche modofarne parte; per esempio essere abitanti, prima che “esperti”, delterritorio. E — come sosteneva Bernardo Secchi insieme a moltaelaborazione socio–urbanistica — essere capace di “pencolare” trail ruolo di attore e quello di osservatore. Certo non mi aspettavodi dover “osservare” Osvaldo Pieroni, i suoi studi, i suoi progetti;che nell’ultima fase per molti aspetti sono diventati nostri. Il miointervento riassume il mio incontro con Osvaldo in otto punti.

Primo. In realtà, allorché — dopo averne frequentato la biblio-grafia — ho conosciuto Osvaldo, abbiamo scoperto, con crescentegratificazione o addirittura entusiasmo, che le comunanze, nono-stante i percorsi molto diversi, erano tante. Andavano dagli approcciai contenuti dei rispettivi programmi di ricerca: dalle critiche ad unmodello di sviluppo fallimentare, specie per il Sud; all’indignazioneper le condizioni di ambiente e territorio, non solo nella nostra regio-ne; a un forte scetticismo per le capacità della politica istituzionale,che richiamava la necessità di azioni dal basso; alla preoccupazio-ne — in questa logica — per la dissolvenza di molta azione sociale,già presente ed incidente; fino al tentativo di individuare e favorirenuovi scenari ed innovativi fermenti positivi. La comune attitudi-ne ha facilitato l’integrazione, la collaborazione, registrata in tantilavori recenti. Mi accorgo che le questioni citate costituiscono peral-

∗ Università degli Studi di Firenze.

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Prefazione

tro alcuni dei momenti principali del regesto di Osvaldo Pieroni, sucui mi soffermo nel seguito. Non senza sottolineare prima alcunisuoi ulteriori caratteri che ne spiegano la capacità non comune ditrasmettere conoscenza generale e specifica, nella didattica e nelladivulgazione scientifica. La forte propensione relazionale è divenutaspesso simpateticità, anche per soggettività o meriti affatto diversi daisuoi: arricchita da una forte abilità rappresentazionale, che Osvaldoha continuamente alimentato, frequentando intensamente le opzio-ni proposte dall’innovazione tecnologica; corredandola anche delleconnotazioni che aveva acquisito da originarie frequentazioni artisti-che, che dalla pittura si sono ampliate e consolidate nella fotografia(ha fatto parte anche di un’associazione internazionale di esperti delsettore). È stato capace di impiegare tali “extra” dotazioni anche e so-prattutto nella professione, quale strumento di lettura o espressionedisciplinare o (meglio nel suo caso) multi o trans disciplinare.

Secondo. Le prime fasi del percorso scientifico–professionale diPieroni riguardavano i temi della sociologia urbana e rurale. Giànelle pubblicazioni precedenti al suo trasferimento all’Universitàdella Calabria e quindi al suo “diventare calabrese”, il giovane Pieronidimostrava di aver strutturato il proprio background con elementicritici del “modello di sviluppo” che aveva segnato la modernitànovecentesca. Peraltro autori come Giorgio Fuà o Massimo Paci,tra i principali proponenti di questa visione, erano assai familiarinelle scuole di Ancona e Macerata, in cui Osvaldo aveva assunto glielementi formativi originari.

L’agricoltura, di cui pure registrava il declino con destrutturazionedel tessuto sociale, ancora più evidente nelle successive esperienze cala-bresi, continuava però ad essere vista come un settore che — a scapitodelle tendenze in atto — doveva conservare delle prospettive, in quantonon si può dare qualità della vita o di qualsivoglia sviluppo, prescinden-do da una “cura” della terra e dei suoi prodotti, soprattutto nel Sudd’Italia e del mondo. Le missioni di Pieroni in Africa, specificatamentein Mali e Burkina Fasu, erano legate alla verifica delle potenzialità discenari socio–economici innovativi che integravano il primario con leproduzioni di merci immateriali e la qualità dell’ambiente (in uno ditali contesti — colto il ruolo destrutturante dell’assenza di comunica-zione — ha proposto e contribuito a realizzare, negli anni Ottanta, unarete radiofonica, come “infrastruttura fondamentale”).

Terzo. La critica al modello di sviluppo “insostenibile”, che hacaratterizzato soprattutto i sud d’Italia e del mondo, si è tradotta in

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Prefazione

nuovi apporti al filone elaborativo legato ai fallimenti delle politicheper il Mezzogiorno e alla necessità di svolte contenutistiche e concet-tuali, ma anche teoretiche ed epistemologiche: Pieroni ha guardatoper questo con grande interesse al “Pensiero Meridiano” di FrancoCassano. Proprio le sue frequentazioni fortemente interattive con idiversi sud lo hanno portato spesso a privilegiare visioni legate al lo-cale, che diventava “glocale” in alcuni casi. Questo successivamenteha favorito l’incontro con la ricerca e le pratiche di geografi comeGiuseppe Dematteis o territorialisti come Alberto Magnaghi; concui il sodalizio è stato nel tempo ampio e lungo, fino all’esperienzadella Rete del Nuovo Municipio, di cui Osvaldo è stato per diver-si anni “responsabile del Nodo Sud”, e alla più recente Società deiTerritorialisti, di cui ha potuto però solo salutare la nascita.

Il contraltare di tale visione di sostenibilità locale era costituito dauna feroce critica divenuta talora opposizione militante, rispetto allaperpetuazione di logiche e proposte, programmi e progetti già rivelatisisbagliati e dannosi per il sud. Ciò emerge nettamente e ampiamentenell’elaborazione sugli impatti del progetto del Ponte sullo Stretto, in cuiOsvaldo diventa presto riferimento scientifico fondamentale e coordina-tore dei lavori di esplicitazione e divulgazione di rischi e danni, nonchéalla perpetuazione di logiche programmatiche obsolete e già rivelatesiprofondamente errate, legate all’operazione. Osvaldo Pieroni, come Ser-ge Latouche, appare in verità critico rispetto alla stessa idea di sviluppo(parla ironicamente di “sviluppo per sottrazione”). Lo convince l’ideadi “sviluppo locale autosostenibile”, solo perché, nella formulazione diAlberto Tarozzi e dei Territorialisti, il termine è un pretesto che significasoprattutto affermazione dei valori verticali dei luoghi (identità, cultura,paesaggio, ecologie, socialità, convivialità, storia, ecc.), e non necessaria-mente delle variabili economiche. Appare evidente in tale formulazionela funzione strutturante anche della fisicità, della materialità dei luoghi,che per il sociologo diviene elemento di base per la ricerca dell’attore,sociale e individuale, che anima i nuovi contesti.

Quarto. Lo stesso Osvaldo, nell’introduzione al suo Fuoco, Ac-qua, Terra e Aria. Lineamenti di una sociologia dell’ambiente (Carocci,), chiarisce come, dai citati fermenti elaborativi su sociologiarurale, del territorio e dello sviluppo, sia successivamente derivata lafrequentazione della sociologia dell’ambiente:

Quando per la prima volta mi accostai alla sociologia dell’ambiente, pro-venendo da studi di sociologia rurale e dello sviluppo, ritenni che questa

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Prefazione

disciplina fosse per così dire il “naturale” prosieguo di quelli. [. . . ] Osservan-do poi quanto avveniva nelle economie e nelle società definite di volta involta marginali, periferiche o sottosviluppate o del Terzo Mondo, ero giuntoalla conclusione che lo sviluppo cominciasse a rappresentare il problema,piuttosto che la soluzione dei problemi. [. . . ] in altri termini, i fattori fisici eambientali — le condizioni ecologiche del nostro vivere — e i fattori piùintimamente connessi al nostro essere persone umane — il nostro corpoe la nostra salute fisica e mentale — mi apparivano come condizioni dellaproduzione, che quest’ultima era soltanto in grado di utilizzare senza averleprodotte.

Successivamente Osvaldo spiega che l’evoluzione della sociolo-gia dell’ambiente aiuta tra l’altro a rispondere alla fondamentaledomanda:

Come debbo vivere? I temi della percezione (dell’ambiente, dell’altro, disé) e dell’esperienza (quale capacità umana di far “emergere” il mondoriflettendo su se stessa) verranno riproposte alla luce dell’accelerazione delletrasformazioni più recenti: globalizzazione dell’economia e rivoluzionetecnologica in relazione al degrado ambientale e ai problemi connessi conl’identità soggettiva e l’appartenenza a un contesto sociale.

Quinto. Un contesto dove la necessità della svolta verso la soste-nibilità, anche per l’intensità del conflitto tra opzioni di sviluppo“obsolete” e “innovative”, era più che evidente — e a cui Osvaldo hadedicato molto impegno ed energia — è stato lo Stretto di Messina.Colpito molto negativamente da quanto costituiva spesso il corollariodel programma del rilancio del Ponte, sintetizzabile nell’espressione:“se non si fa il Ponte nello Stretto non c’è nulla”, Pieroni, nelle ri-cerche che hanno portato al volume Tra Scilla e Cariddi (Rubbettino,) — e anche nelle produzioni successive — ha continuamentesottolineato il paradosso del puntare su un’opzione che costituivala “coda velenosa” del fallimentare modello dei “Poli di Sviluppo”,industriali e infrastrutturali. Di più, si alimentava un’istanza ormaiinutile dal punto di vista trasportistico, oltre che dannosa per ambien-te e paesaggio, e nefasta per il perpetuarsi di una logica di sprechi dirisorse pubbliche e di distorsioni del sistema decisionale. Osvaldospiega, divulga le acquisizioni e le argomentazioni che mettono inluce tutte le criticità di un progetto, che alla fine si rivela, oltre che al-tamente impattante e rischioso, anche quasi certamente non fattibile(come dimostra tra l’altro la perdurante assenza di un progetto ese-cutivo, a fronte di un quarantennio di studi ed elaborazioni tecniche,per una spesa di circa milioni di euro). Con la cancellazione del

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Prefazione

Ponte, può riemergere lo Stretto, con la sua dovizia di «storia, cultu-ra, mito, letteratura, ambiente, paesaggio», che possono diventarei capisaldi di un grande scenario di sostenibilità, al centro della piùgrande area mediterranea. E che merita di essere riconosciuto qualepatrimonio universale dell’umanità dall’UNESCO (Osvaldo Pieroniha coordinato la prima commissione per il riconoscimento del titolo,promossa dalle associazioni ambientaliste e dalla Rete No Ponte). Suivalori verticali dello Stretto si può fondare una visione che costituisceopzione determinante per il prossimo futuro, non solo dal punto divista eco–paesaggistico, ma anche per gli aspetti socioeconomici eper una nuova strutturazione del tessuto civile.

Sesto. Per praticare le azioni citate appare fondamentale l’azionedal basso, di “reti di attori” e movimenti. Osvaldo Pieroni sottolineacome, tra i grandi filoni di pensiero e azione emersi nelle ultimefasi, divengano fondamentali in questa logica molte assunzioni delleculture ambientalista e femminista. Che riporta anche al rapporto traazione collettiva e individuale, e quindi ad uno dei nodi critici circale modalità recenti di sua strutturazione. È interessante la traiettoriaevolutiva prospettata da Bauman, la “liquefazione” delle istanze socialied istituzionali, ed il successivo più recente ritrovarsi in forme di“problematiche individualità plurali”, più che collettive, attorno alladifesa e alla affermazione di valori verticali e qualitativi del territorio;che oggi si rivelano decisamente sostantivi. Osvaldo ha incontrato inquesto l’elaborazione dei territorialisti, con cui ha promosso la Retedel Nuovo Municipio (Rete del Nuovo Municipio. Federalismo solidale eautogoverno meridiano, Carta/IntraMoenia, ):

La peculiarità di tale modus operandi “di orientamento e di coordinamento”[. . . ] è fornita dalla sua permanente tendenza a trasformare un processo“bottom up”, in cui diventano istituzionali le istanze dal basso in un meccani-smo “bottom bottom” che mette in campo pratiche radicali di democraziadeliberativa, dando un senso vero al concetto di partecipazione.

Settimo. Nel lungo cammino di studi, esperienze, progetti, inse-gnamento, emerge l’importanza della fisicità, della materialità deiluoghi anche rispetto alla strutturazione sociale. Osvaldo, ancoracon i territorialisti, coglie la funzione strategica di queste valenze,che vanno anche oltre le nuove “assunzioni strutturali dell’estetica”,pure presenti in aree disciplinari di paesaggisti oltre che di urbanisti.Pieroni approfondisce questa ricerca in due direzioni: per quel cheriguarda il ruolo strategico della rappresentazione nella prefigurazio-

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Prefazione

ne retorica e comunicativa dei nuovi scenari di autosostenibilità e, insenso molto più sostantivo, proiettando la dimensione “corporale–materiale” sulla dialettica società–individuo. Il sociologo “zoomma”sull’evoluzione virtuosa del soggetto; e arriva a riflessioni sul rappor-to intragender, “tra uomo e maschio”, oltre che sulle relazioni trageneri; anche in vista dei “nuovi” ruoli di abitanti consapevoli. Suquesto nel volume Pene d’amore. Maschi, ambiente e società (Rubbet-tino, ) vengono interpretati anche «i temi della pluralizzazionedella maschilità, della crisi del Fallo come modello unico e significan-te, del rapporto emozionale e sensuale con gli altri e con l’ambiente».Le riflessioni contenute nel volume sono giocate anche in sensoautoriflessivo: il sociologo, lo studioso, è capace di «parlare con sestesso, e delle proprie esperienze emozionali». Dovute, per Osvaldo,certo anche all’essere diventato proprio nello stesso periodo sposo equindi papà, convinto e felice.

Ottavo. Osvaldo ci manca molto, ma è sempre presente. I temiche abbiamo ricordato, oggetto dei suoi programmi elaborativi, con-tinuano ad essere più che mai attuali nella ricerca di un contestosociale e ambientale vivibile e civile. Il convegno, oltre a richiamareil suo ruolo nel trattamento e nel consolidamento delle questionicitate, ne ha sottolineato ulteriormente la perdurante rilevanza.

Libri e monografie principali di Osvaldo Pieroni

P O., a, Tra Scilla e Cariddi. Il ponte sullo Stretto di Messina: ambiente esocietà sostenibile nel Mezzogiorno, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ).

—– b, Il corpo, la terra, la tecnologia, il mercato. Percorsi di sociologia dell’ambiente,Università della Calabria, Rende (CS).

—– c, Pene d’amore. Alla ricerca del pene perduto. Maschi, ambiente e società,Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ).

—– (), Fuoco, Acqua,Terra e Aria. Lineamenti di una sociologia dell’ambiente,Carocci, Roma.

P O., Z A. (a cura di), , Federalismo solidale e autogoverno meridiano,Intra Moenia, Napoli.

R T., N E., B F., R C., S A., P O., , Tracce diturismo sostenibile, CELUC, Rende (CS).

R T., P O. (a cura di), , Viaggiare, conoscere e rispettare l’ambiente. Versoil turismo sostenibile, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ).

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RiScattare l’ambienteISBN 978-88-548-9709-0DOI 10.4399/97888548970902pag. 17–18 (dicembre 2016)

PremessaG C∗

Il testo raccoglie gli interventi di un convegno dedicato ad OsvaldoPieroni, uno fra i primi studiosi italiani ad introdurre la Sociologiadell’ambiente in ambito accademico. L’insieme degli scritti è riconduci-bile alle tematiche che hanno guidato il suo lavoro di ricerca scientifica,di attività politica e di appassionato alle arti figurative. Alcuni fra questiinterventi hanno una veste commemorativa mentre altri ricordano lostudioso con una trattazione maggiormente scientifica. Ma soprattuttovorremmo sottolineare come la maggior parte dei lavori qui presentativeda il contributo di giovanissimi studiosi. In tal senso, questo librorappresenta una forma di testimonianza su come le generazioni piùgiovani riescano a captare l’eredità di Osvaldo Pieroni.

Sebbene non sia stato facile tracciare un profilo omogeneo, data lanatura poliedrica del carattere di Osvaldo, in questo volume gli scrittisono stati raggruppati seguendone i principali interessi scientifici,politici e artistici.

Le sezioni del testo sono quattro.In una prima sezione sono state raccolte le tematiche che hanno

interessato gli ultimi anni della sua vita: l’ambiente e la sua difesa daparte dei gruppi e dei movimenti sociali. In questa parte emerge conforza la questione dei conflitti ambientali, soprattutto sul problemadelle fonti di energia rinnovabile e della necessità di ripensare latransizione energetica.

Nella seconda sezione, i saggi raccolti sono accomunati dalla ri-flessione sul degrado paesaggistico, dovuto non soltanto ai processidi sprawl urbano ma anche all’impatto delle attività produttive edantropiche su specifici territori, marcando l’inconsueta continuità intermini di insostenibilità socio–ambientale tra le attività industriali diieri e le attività turistiche di oggi.

∗ Università della Calabria.

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Premessa

La terza sezione pone l’accento sulle aree rurali e sulle risposte divalorizzazione della terra da parte di comunità e associazioni; qui gliarticoli si rifanno non solo allo scenario nazionale, ma presentano casidi respiro internazionale su come movimenti di contadini ed associa-zioni agricole stiano cercando di divenire protagonisti nei processi diempowerment dal basso, riappropriandosi delle attività rurali.

Infine, in una quarta sezione, è stato inserito un ambito di ri-flessione che ha da sempre accompagnato Osvaldo Pieroni: sonorintracciabili i contributi riguardanti gli sviluppi teorici più recentisulla questione dei corpi e dei loro linguaggi nel plasmare sessuali-tà e identità, un asse tematico che Osvaldo ha approfondito ancheattraverso le arti figurative.

Questa breve introduzione fornisce l’occasione per ringraziarenon soltanto gli autori di questo testo, ma tutti i partecipanti al con-vegno “Fuoco, Acqua, Terra e Aria” tenuto in onore di Osvaldonell’Università della Calabria: i colleghi ed amici dell’Università degliStudi di Trieste, Giorgio Osti e Luigi Pellizzoni; Fortunata Pisellie Anna Maria Zaccaria dell’Università di Napoli Federico II; EzioMarra dell’Università di Milano–Bicocca, e ancora Nuccio Barillà(Legambiente), Carlo Carboni (Università Politecnica delle Marche),Carlo Colloca (Università degli Studi di Catania), Alberto Magna-ghi (Presidente della Società dei Territorialisti), Maurizio Marzol-la (Movimento No Ponte), Alfredo Mela (Presidente della SezioneTerritorio–AIS),Tonino Perna (Università di Messina), Felice Spingola(consigliere comunale), Pierluigi Sullo (giornalista), amici di Osvaldoda sempre.

Vogliamo ancora ricordare gli amici dell’Università della Calabria,tra i quali Donatella Barazzetti, Antonino Campennì, Ada Cavazzani,Piero Fantozzi, Paolo Jedlowski, Maria Mandolini, Giap Parini, Gior-dano Sivini, Tullio Romita, Giovanna Vingelli, Annamaria Vitale etutti gli studiosi e colleghi che hanno partecipato al convegno e che èimpossibile citare uno per uno.

Un grazie particolare va al Rettore Gino Mirocle Crisci e al per-sonale del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, che con lasua presenza ha fortemente voluto testimoniare il legame di stima eaffetto con Osvaldo.

Per finire, un ringraziamento speciale è rivolto alla sua famiglia,soprattutto alla moglie Loredana Ierace, che ci ha aiutato in questoevento per ricordarne la figura di studioso e di uomo.

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RiScattare l’ambienteISBN 978-88-548-9709-0DOI 10.4399/97888548970903pag. 19–3

Presentazione

La forza sociologicadella fotografia di Osvaldo Pieroni

A C∗

La comunicazione visuale ha enormemente accresciuto il proprioruolo nella società, favorita in ciò dalla diffusione delle tecnologiedigitali e telematiche. La digitalizzazione dell’immagine e la sua facilecircolazione attraverso la rete l’hanno resa onnipresente nelle nostrevite. Le scienze sociali si trovano oggi di fronte alla non più eludibilenecessità di indagare, anche mediante le immagini, un mondo chegià comunica ampiamente attraverso di esse, specie nel caso dellegenerazioni più giovani.

Queste brevi considerazioni sono utili a introdurre un aspettonon secondario nella figura di Osvaldo Pieroni: la grande attualitàdella sua innata sensibilità all’immagine. Osvaldo ha sempre esploratola realtà anche attraverso le immagini, in questo anticipando un’at-tenzione verso un filone di studi e ricerche che, pur consolidatosianche in Italia da circa un ventennio, incontra tuttora a volte qualchescetticismo (Losacco, : ). Lo ha fatto comunque sia da sociologoche da artista ispirato e creativo. L’attenzione al dato visuale, intesoanche in senso estetico, artistico, ha convissuto in piena armonia colsuo modo di fare ricerca, insegnare, scrivere saggi, al punto da nonessere possibile comprendere appieno lo studioso senza tenere inconsiderazione anche l’artista.

La vita di Osvaldo, letta attraverso il suo rapporto con l’imma-gine, attraversa idealmente tre generazioni di culture visuali: quellapittorica, quella foto cinematografica, quella digitale. Osvaldo dipin-geva, disegnava, realizzava opere grafiche, manifesti, ideava loghi,costruiva quadretti utilizzando oggetti di uso comune che abbinava a

∗ Università della Calabria.

1 (dicembre 2016)

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Presentazione

parole e colori, a formare rebus allegorici sul comunismo, l’amore el’universo mondo. Nelle riunioni di lavoro in cui capitava di averlo afianco si potevano sbirciare sul suo foglio di appunti bizzarre geome-trie, schizzi e scarabocchi vari, a incorniciare una calligrafia dal trattoinconfondibile, come quella dei grandi fumettisti; Osvaldo usavaanche la fotografia, con macchine a pellicola, e in alcune occasionianche la cinepresa, come quando negli anni Sessanta realizzò dei cor-tometraggi amatoriali a colori privi di sonorizzazione; infine, neglianni più recenti, Osvaldo aveva cominciato a usare esclusivamentemacchine fotografiche digitali, sfruttando con grande libertà e sensoestetico le possibilità creative che la tecnologia digitale oggi consentenel campo della fotografia.

In Osvaldo dunque convivono l’utilizzo di diversi linguaggi visua-li e una costante capacità di stare al passo coi mutamenti tecnologicinel campo della realizzazione di immagini. La digitalizzazione hareso oggi accessibile praticamente a tutti la possibilità sia di realizzareche di veicolare immagini. I mezzi per farlo sono reperibili a costirelativamente contenuti rispetto a quelli delle attrezzature “pesanti”di tipo analogico, e di più facile e versatile utilizzo. I consumatoripassivi di immagini di un tempo diventano oggi anche produttori edivulgatori di immagini, contendendo così il monopolio della comu-nicazione visiva alle grandi agenzie del potere mediatico. Osvaldoaveva colto al volo questo aspetto della digitalizzazione di massa,trovandosi nel pieno dello stato dell’arte attraverso la creazione egestione di blog e la diffusione delle sue fotografie attraverso la rete.

In questa parte del volume si presentano alcuni lavori fotografici diOsvaldo degli anni più recenti, tutti realizzati con camera digitale. Siè inteso così individuare nella fotografia l’attività che, tra le tante giàmenzionate, Osvaldo praticò con maggiore costanza e sino alla fine,fintanto che la malattia gli ha lasciato forza sufficiente a maneggiareuna macchina fotografica. Alcune di queste fotografie provengonodalla mostra “Bodies. In viaggio tra le foto di Osvaldo”, realizzatanel all’Università della Calabria in occasione del convegno diStudi a lui dedicato, di cui al presente volume; altre sono tratte da unamostra che lo stesso Osvaldo, da poco in pensione e già sofferente,aveva organizzato nel sempre presso l’Università della Calabria,dal titolo “In viaggio. Stories and tales”; altre ancora vengono dal suosterminato archivio, in parte accessibile online.

. Molti lavori fotografici recenti di Osvaldo Pieroni si trovano al sito www.flickr.com.