EMOZIONI E RELAZIONE A SCUOLA - DEMO
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Ilaria Caracciolo
EMOZIONI E RELAZIONE A SCUOLA
ARTETERAPIA E GRUPPOANALISI PER LA FORMAZIONE
DEI DOCENTI
Edizioni Circolo Virtuoso
© Copyright 2013 by Edizioni Circolo Virtuoso
73041 Carmiano (LE)
Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-97521-40-2
Data pubblicazione: 12 Febbraio 2013
Prezzo: € 15,90
INDICE
INTRODUZIONE
Verso una nuova prospettiva della relazione educativa 7
PARTE PRIMA - Presupposti, umani e teorici,
per un buon rapporto tra adulti e giovani in formazione 13
Un approccio multidisciplinare al tema dell’educazione 15
Il mal di scuola 17
Quale modello di educatore? 28
Il focus emotivo-relazionale dell’incontro tra docente e
discente 37
Quali metodologie in un’ottica emotivo-relazionale? 40
Schema operativo utilizzabile in ambito scolastico e
temporizzazione dell’intervento 47
Apprendimento e relazione 49
I fattori dell’apprendimento relativi all’Istituzione
Scolastica 53
I fattori dell’apprendimento relativi all’utenza scolastica 62
Fattori affettivi dell’apprendimento 66
Come un lavoro sulle emozioni può avere ricadute positive
sulle prestazioni scolastiche? 77
La prima infanzia e le sue implicazioni nella relazione
educativa 79
Per il superamento delle disfunzioni della relazione
educativa 86
PARTE SECONDA - Dalla teoria alla pratica: tra
formazioni e trasformazioni 95
Decalogo dell’autosservazione del maestro 97
Una nuova prospettiva: formazione come trasformazione 99
Principi teorici e tecnici per l’instaurarsi di una buona
relazione educativa 103
Matrice gruppale 114
Approfondimento: Il sociogramma 128
PARTE TERZA - Apprendere dall’esperienza:
resoconto di un progetto formativo per insegnanti 131
Comunicare le emozioni: percorsi di alfabetizzazione
emotiva 142
Laboratorio di Arteterapia Plastico Pittorica 153
“Ri-costruire Auto-Strade comunicative” 158
Fattori emotivi dell’apprendimento 165
Conclusioni 173
BIBLIOGRAFIA 177
"Quanto più l'uomo diverrà unico nella sua individualità, tanto più
troverà nella società il posto che è suo, quello che nessun altro potrà occupare così perfettamente"
Mitobiografia, di Ernst Bernhard
7
INTRODUZIONE
Verso una nuova prospettiva della relazione educativa
La necessità di occuparsi dell’educazione, ed in parti-
colar modo degli educatori, nasce, ai nostri tempi, dalla
sempre crescente complessità del mondo emotivo e rela-
zionale di bambini e ragazzi, complessità che pone gli
adulti dinnanzi alla necessità di fronteggiare e gestire si-
tuazioni difficili da comprendere ed elaborare. Sempre più
di frequente, infatti, è chiesto all’insegnante, al pedagogi-
sta, allo psicologo di intervenire nel contesto scolastico
per risolvere i più disparati problemi familiari, sociali, re-
lazionali, quando non esistenziali, portati alla luce da si-
tuazioni emergenti di disagio e devianza giovanile. Il qua-
dro generale, poi, è aggravato e reso meno nitido da quelle
che potremmo definire delle disfunzioni, economiche
quanto culturali, dell’apparato scolastico, che investono
l’esperienza di tutte le parti coinvolte nella tanto fonda-
mentale e delicata relazione educativa.
Ciò che è auspicabile, per le nuove generazioni in
formazione e per i loro docenti, è che si possa giungere ad
una maggiore definizione di alcuni dei principali fattori
emotivi dell’apprendimento al fine di poter migliorare,
rendendola più piacevole e proficua, l’esperienza scolasti-
ca. Per questo è necessario partire da percorsi formativi
che vedano protagonisti gli insegnanti con le loro capacità
relazionali, cognitive ed emotive e che possano avere una
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ricaduta positiva sulla relazione docente-discente, pro-
muovendo una cultura del Ben-essere e del Ben-divenire.
Ferma restando l’importanza di continuare ad operare
“sul campo”, a stretto contatto con gli allievi e le loro pro-
blematiche, appare evidente che la responsabilità del buon
divenire della nostra società, prima ancora dei suoi singoli
figli, risieda nelle competenze e capacità degli adulti che
dei bambini e degli adolescenti, a vario titolo, si occupano.
Sembra, dunque, prospettarsi la possibilità di utilizzare
forme di meta-formazione. Una formazione che educhi i
docenti all’arte dell’educare, veicolando, al contempo,
processi di elaborazione e cambiamento dello stesso con-
cetto di relazione educativa.
Per il raggiungimento di questo scopo, è quanto mai
fondamentale rendere disponibili e fruibili materiali che
possano essere utili, soprattutto ai docenti, ma anche ai
genitori, per adempiere al loro compito di accompagna-
mento ed educazione nel migliore dei modi, quando per
“migliore” intendiamo tante dimensioni che vanno dalla
maggiore consapevolezza di Sé e del proprio mandato alla
conoscenza di quelle basi della psicologia, delle neuro-
scienze, dell’antropologia e della filosofia che sono le so-
lide fondamenta che dovrebbero sorreggere, dando corpo e
peso, l’impalcatura costruita dal mondo adulto intorno ad
ogni singolo bambino per assicurare il suo armonico svi-
luppo intellettivo ed emotivo.
Cercherò di apportare il mio contributo a questa defi-
nizione di basi comuni utili al raggiungimento di tali fina-
9
lità, innanzitutto cercando di dirigere l’attenzione del let-
tore su quei particolari aspetti legati al fenomeno
dell’apprendimento, facendo riferimento non solo al qui ed ora della relazione educativa, bensì a quelle basi neuro-
fisiologiche, emotive e relazionali ispirate dalle prime re-
lazioni parentali e sociali.
Particolare focus della trattazione sarà il continuo oscil-
lare dell’attenzione, nei riferimenti teorici quanto nelle
esperienze pratiche, dai meccanismi individuali a quelli
gruppali.
Ciascuno, nel corso dello sviluppo, è costantemente
impegnato in numerose relazioni interpersonali e di grup-
po. L’essere impegnati in relazioni positive e significative,
a partire dalla relazione con la madre fin dai primi mo-
menti di vita, è la conditio sine qua non per un processo di
apprendimento efficace, che apporti reali modificazioni
nell’esperienza dell’individuo in formazione dal punto di
vista cognitivo ed emotivo.
In termini di aiuto e sostegno allo sviluppo
dell’individuo, credo sia utile soffermare l’attenzione sugli
aspetti maggiormente tecnici legati alle basi teoriche ed
alle tecniche utili per favorire un adeguato e proficuo ap-
prendimento. A tal fine, nella trattazione saranno inseriti
alcune schede ed appendici utili a dare un ulteriore appor-
to alla comprensione delle tematiche trattate, su di un pia-
no pratico ed esperienziale oltre che teorico.
Essendo uno degli obiettivi di questo scritto quello di
proporre un percorso di crescita ed autoeducazione degli
10
insegnanti di ogni ordine e grado, ritengo necessario pre-
cisare che la giusta strada da seguire sembra quella della
definizione di ciò che c’è alla base della relazione educa-
tiva in termini più intrapsichici che metodologici.
Avvicinandomi al pensiero montessoriano, considero il
metodo come una dimensione utile a favorire
un’“educazione alla vita”, in tutti i suoi aspetti, nella sua
globalità e interesse.
La Scuola in genere non prepara alla vita, difficilmen-
te educa (se ci riferiamo al significato letterale di ex-ducere, portar fuori), di solito istruisce ad un metodo.
Ma sappiamo bene che la vita è imprevedibile e non
sappiamo cosa accadrà e quando accadrà e, dunque, è ne-
cessario dotare i piccoli in crescita di un metodo che sia
sufficientemente flessibile e capace di non diventare per
loro un limite rispetto alle loro capacità naturali di adatta-
mento e rielaborazione.
Parimenti, è di questo che dovrebbero dotarsi gli inse-
gnanti. L’educare è una questione di atteggiamento inte-
riore, non di definizione di metodi, strategie, risposte effi-
caci e preconfezionate.
Scrive Osho in un suggestivo passaggio:
‹‹Il metodo è pericoloso, poiché potresti dimen-ticare totalmente la sorgente e potresti rimanere assolutamente ossessionato dal metodo stesso. I metodi sono ottimi, se resti attento e presente, se resti consapevole, se sei cosciente che non sono il
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fine, sono soltanto il mezzo. Ricordalo sempre, poi-ché esiste sempre la possibilità di diventare una vittima di tecniche e di metodi: l’Assoluto giunge a te solo quando hai lasciato cadere tutte le tecni-che››.
Cercheremo, dunque, di assolvere al compito di aiuta-
re a porre delle adeguate basi per lo sviluppo ed il miglio-
ramento della posizione concettuale e metodologica di co-
lui che educa alla vita, descrivendo delle linee guida che
possano aiutare docenti e genitori a dotarsi di ciò che co-
munemente definiamo “entusiasmo”, quella capacità di
emozionarsi e di emozionare, di condividere importanti
momenti in relazione con altri, di credere profondamente
negli obiettivi che si perseguono. L’entusiasmo, come
l’entasis usata nella Magna Grecia da illustri maestri e pa-
dri della cultura mediterranea; lo straordinario effetto dei
templi (il Partenone o i Templi di Paestum) con i potenti
colonnati che, grazie alla sapiente e raffinata sensibilità
degli scultori/architetti (Ictino, Callicrate, Scopas e Fidia)
snellivano la forza delle strutture portanti rastremando de-
licatamente le colonne scanalate con una leggera e dolce
curva che ne riduceva il diametro in prossimità del capitel-
lo. Il punto di maggiore ampiezza della colonna, quello
che rende possibile l’intravedersi di un leggero rigonfia-
mento, una pancia come in gestazione, è l’entasis.
12
«È la contrazione che precede la spinta in un at-timo-eterno che ci porta ad immaginare una rea-zione elastica della struttura, una promessa di mo-vimento» (Michele Monetta 2009).
Entasis, entusiasmo, per permettere all’insegnante
“sufficientemente buono” di “avvicinarsi agli dei” recupe-
rando l’aspetto sacrale della funzione educativa per ac-
compagnare e sostenere l’alunno nel suo processo di indi-
viduazione.
Sul processo di individuazione scriveva Ernst Bern-
hard, fondatore del Centro Italiano di Psicologia Analitica
di Roma, nella sua Mitobiografia:
«Quanto più l’uomo diverrà unico nella sua individualità, tanto più troverà nella società il po-sto che è suo, quello che nessun altro potrà occu-pare così perfettamente».
E questo è ciò che ciascuno di noi, nelle sue multiple
vesti di allievo, insegnante, genitore, maestro, dovrebbe
sempre aver presente.
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