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tomorrowgroup.it scuola di alta formazione focusacademy.it scuola di alta formazione Su cento trentenni italiani in cerca di lavoro, solo 40 “sanno fare un mestiere”, nel senso pro- prio della parola, e cioè: hanno un diploma tecni- co-professionale (29%) o un’istruzione universita- ria completa (11%). Questa modesta percentuale di “disoccupati competenti” andrebbe forse arrotondata per di- fetto, perché avere una laurea non significa sem- pre avere un mestiere, perché mentre alcune lau- ree come medicina o ingegneria si postula che lo insegnino, altre come legge o lettere invece certa- mente no. Ma non basta: il 60% dei trentenni che si sup- pone non “saper fare un mestiere” perché non ha un titolo di studio adeguato, nel 16% dei ca- si, espletato l’obbligo scolastico, ha frequentato EDITORIALE Studiare serve ma non basta più di Segio Luciano FOCUS ACADEMY UNA SCUOLA CHE AVVIA AL LAVORO Energie rinnovabili Una chanche dall’ambiente Boom di assunzioni nell’industria del solare e dell’eolico, mancano le competenze giuste. > da pag. 5 Comunicazione e marketing L’impresa parla la voce del mercato Nel “villaggio globale” anche le industrie medie e piccole hanno compreso di dover comunicare con la pubblicità, con eventi e l’ufficio stampa. > da pag.26 Da settembre a Roma una nuova filosofia formativa. > pagine 2-3 Informatica e multimedia Internet e video ci hanno cambiati Le tecnologie digitali hanno ormai rivoluzionato il mondo del lavoro, creando nuove opportunità, ma anche la necessità di una formazione permanente. > da pag.18 Inglese professionale Con “no spik inglisc” non si va lontano Parlare correntemente inglese è una necessità assoluta. Ma occorre il lessico giusto per il settore in cui si opera. > da pag. 12 >segue a pagina 4

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tomorrowgroup.it

scuola di alta formazione

focusacademy.it

scuola di alta formazione

Su cento trentenni italiani in cerca di lavoro,solo 40 “sanno fare un mestiere”, nel senso pro-prio della parola, e cioè: hanno un diploma tecni-co-professionale (29%) o un’istruzione universita-ria completa (11%).

Questa modesta percentuale di “disoccupaticompetenti” andrebbe forse arrotondata per di-fetto, perché avere una laurea non significa sem-

pre avere un mestiere, perché mentre alcune lau-ree come medicina o ingegneria si postula che loinsegnino, altre come legge o lettere invece certa-mente no.

Ma non basta: il 60% dei trentenni che si sup-pone non “saper fare un mestiere” perché non haun titolo di studio adeguato, nel 16% dei ca-si, espletato l’obbligo scolastico, ha frequentato

EDITORIALE

Studiare serve ma non basta piùdi Segio Luciano

FOCUS ACADEMYUNA SCUOLA CHE AVVIA AL LAVORO

Energie rinnovabili

Una chanchedall’ambiente Boom di assunzioni nell’industria del solare e dell’eolico, mancano le competenze giuste. > da pag. 5

Comunicazione e marketing

L’impresa parlala voce del mercato Nel “villaggio globale” anche le industrie medie e piccole hannocompreso di dover comunicare conla pubblicità, con eventi e l’ufficiostampa. > da pag.26

Da settembre a Roma una nuovafilosofia formativa. > pagine 2-3

Informatica e multimediaInternet e videoci hanno cambiatiLe tecnologie digitali hannoormai rivoluzionato il mondodel lavoro, creando nuoveopportunità, ma anchela necessità di una formazionepermanente. > da pag.18

Inglese professionale

Con “no spik inglisc”non si va lontanoParlare correntemente inglese èuna necessità assoluta. Ma occorreil lessico giusto per il settore incui si opera. > da pag. 12

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IN SINTESIOggi le impresepossono sceglierei loro quadri tra Italia ed esteroe assumere concontratti brevi.Trovare spazioe stabilità è quindimolto più difficile.Ma per i piùpreparati lo spazioc’è. Basta trovarlo.

Più mestieri e più specia-lizzati: l’accelerazioneimpressa dall’informatiz-zazione al cambiamentodel sistema economico eproduttivo in tutti i setto-ri dell’economia mondia-le ha cambiato anche ilvolto del mercato del la-voro. E ha scompaginatoi piani di studio dellescuole superiori, delleuniversità e delle scuoleprofessionali. Quasi sem-pre incapaci di risponde-re all’esigenze, mutevo-lissime, dell’economia.In Italia, in particolare, ladistanza tra il mondo del-la formazione e quellodel lavoro, tradizional-mente molto grande, si ènegli ultimi dieci anni ul-teriormente accentuata.L’esigenza dei giovani,non solo diplomati maanche e soprattutto lau-reati, come pure l’esigen-za di chi è già inserito nelmondo del lavoro ma su-bisce o condivide fasi dicambiamento, è quella ditrovare una formazioneconcreta, funzionale al-l’attività che si svolge o sivuole svolgere: uno stru-mento operativo vero daacquisire per impiegarlo,fin dal mattino dopo, inufficio o in azienda.

È per tutte queste ragio-ni che la prestigiosa rivi-sta di divulgazione scien-tifica e tecnologica cheda quarant’anni detienela leadership nel settore,appunto Focus, ha accet-tato di legare il suo nomeall’iniziativa di un istitu-to di formazione di nuo-va generazione, creandouna Focus Academy – sichiamerà così – che nascedalla collaborazione trala testata e un gruppo diprofessionisti della for-mazione.Obiettivo condiviso: tra-durre in didattica per leprofessioni – rivolta sia agiovani diplomati e lau-reati che, a seconda deicorsi, a professionisti giàattivi – quella che è dasempre la “cifra identita-ria” dell’informazione diFocus: la chiarezza, l’affi-dabilità, la completezza.E la focalizzazione, natu-ralmente: tanto più per-ché Focus Academy nonnasce con la pretesa pe-ricolosa della “tuttolo-gia” ma ha scelto soloquattro grandi aree d’in-tervento, valutandole co-me le più promettentiper chi voglia trovareun’occupazione di quali-tà, e trovarla al più pre-sto, o per chi, già occupa-to, debba o voglia ricon-vertire e integrare le pro-prie competenze per ca-valcare l’innovazione e ilcambiamento e non es-serne travolto.Le quattro aree di cui,dal

prossimo ottobre, si oc-cuperà Focus Academynelle sue aule di Roma,sulla via Cassia (a duepassi dall’uscita del Rac-cordo) saranno:- Energie rinnovabili- Informatica e multime-dia- Lingua Inglese- Comunicazione e mar-keting.I corsi saranno accomu-nati da alcune caratteri-stiche peculiari, funzio-nali all’attuazione della

“mission” della nostrainiziativa: chi frequente-rà Focus Academy dovràuscirne decisamente piùvicino al conseguimentodell’occupazione cui am-bisce rispetto al momen-to in cui vi era entrato.Quindi tutti i contenutidei corsi saranno orien-tati all’obiettivo di forni-re le informazioni (e laformazione) necessarie atrovare un lavoro o a mi-gliorare quello che si ha.Il resto – le curiosità, l’ac-crescimento culturalegenerale, l’apertura men-

tale – potranno essere al-trettanti, graditi effetticollaterali, ma il risulta-to dovrà essere quello: illavoro.A questo risultato saran-no finalizzati anche alcu-ni elementi organizzativicruciali dei corsi.Selezione – Innanzituttola selezione all’ingresso,perché non si può am-mettere chiunque allafrequenza di corsi collet-tivi, per non creare asim-metrie di apprendimen-

to tra chi più sa e sa ap-prendere e chi, parten-do arretrato, finisce ta-gliato fuori dal più rapi-do ritmo formativo dellasquadra.Numero chiuso – Poi ilnumero contenuto degliallievi per corso: è chia-ro che una classe di do-dici, quindici allievi per-mette ai docenti un’inte-razione più intensa e dia-lettica con ciascuno, ed èappunto a quest’ordinedi grandezza relativa-mente piccolo che FocusAcademy ha scelto di at-

tenersi, salvo le pur pos-sibili eccezioni, sia accre-scitive che riduttive. Perdirla con un’espressione– anche in questo caso –un po’ sgradevole machiara, saranno corsi anumero chiuso.Tipologia dei docenti – Idocenti delle quattroaree formative con cuinasce Focus Academy sa-ranno preferibilmenteprofessionisti attivi neisettori di competenza, edesperti nella formazione.I numerosi accademici –tutti cattedratici, in mol-ti casi professori del-l’Università La Sapienzadi Roma – che insegne-ranno da ottobre nei no-stri corsi, sono stati indi-viduati tra coloro che, ol-tre all’insegnamento,svolgono un’attività pro-fessionale di successo, disolito come superconsu-lenti aziendali, nei rispet-tivi ambiti. In modo danon saper soltanto inse-gnare il “come si fareb-be” ma anche, in concre-to, il “come si fa”.Importantissima poi lacollaborazione (vedi boxin questa pagina) con leimprese, in particolarenel settore delle energiealternative, che da unaparte presteranno ai cor-si di Focus Academy nu-merosi docenti, sia per leparti teoriche che soprat-tutto per quelle pratiche,e dall’altra permetteran-no ai corsisti di effettua-re degli stage con cui ac-quisire un’esperienza di-retta di come funzionaeffettivamente il mondodel lavoro nei vari setto-ri e contemporaneamen-te di farsi conoscere e ap-prezzare in ambienti do-ve presumibilmente, pri-ma o poi, occorreranno

primo piano SETTEMBRE 2010

• LA CRISI ECONOMICA GLOBALE NON CONCEDE PIÙ SCONTI AI NEOLAUREATI E AI NEODIPLOMATI. FOCUS ACADEMY NASCE ALLO SCOPO DI RENDERE PIÙ EFFICIENTE LA LORO PREPARAZIONE

Avvicinare la formazione al mondo del lavoro una missione possibile per aiutare i giovani

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Partnership con le imprese

Icorsi di Focus Academy nascono sempre anche dal-la stretta collaborazione con primarie imprese dei va-

ri settori, che, da un lato, accoglieranno i corsisti come“stager” presso le proprie strutture e, dall’altro, collabo-reranno fin dal principio di ogni sessione con i docentiper meglio indirizzare l’autentica domanda formativa al-la quale i corsisti potranno trovare risposta.

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risorse umane. Ma comesi può vincere,davvero, ladura sfida della competi-zione nel mondo dell’al-ta formazione professio-nale e sul mercato del la-voro nell’unico mododavvero pagante, cioèriuscendo ad agevolarel’inserimento professio-nale dei propri allievinelle aziende?La scommessa di FocusAcademy è tutta qui: riu-scirci. Ma i punti di forza,per giocare alla grande lasfida insieme a tutti i do-centi e gli allievi, ci sonoe sono chiari.Dritti allo scopo formati-vo: come ha dimostratoun recente e sorprenden-te studio della Fondazio-ne Agnelli, la laurea, sol-tanto, anche se consegui-ta presso università pre-stigiose, non basta più. Il

mercato del lavoro ri-chiede anche competen-ze pratiche e conoscenzadell’Inglese.È chiaro che “l’opti-mum” si ha quando, neigiovani principianti, ri-corrono tutte queste pre-rogative ma, dovendoscegliere, le imprese pre-diligono le seconde. Se-gnatamente, rivela lo stu-dio, ha più possibilità ditrovare lavoro un laurea-to col voto basso di70/110 ma con una pienapadronanza della linguainglese che un laureatocon 110 che però nonparli inglese.Ecco, questo criterio dipragmatismo professio-nale sarà il criterio ispi-ratore di tutti i corsi diFocus Academy. Perchéoggi non è più un purqualificato marchio che

può contraddistinguereuna scuola o un’universi-tà ma appunto la qualitàoperativa della forma-zione impartita. Oggi an-che i diplomati di Har-vard o Cambridge, primadi essere ingaggiati, ven-gono sottoposti a test adhoc. A “scatola chiusa”nessuno assume più.È chiaro che queste pre-messe andranno poi ve-rificate alla prova dei fat-ti e costruite insiemegiorno per giorno dai do-centi e dagli allievi, e so-lo il tempo e i fatti po-tranno dimostrarne lafondatezza. Ma la lineastrategica è nitida ed èquella che finora, soprat-tutto nei mercati stranie-ri all’avanguardia nelsettore della formazione,ha prodotto sempre i ri-sultati migliori.

3primo pianoSETTEMBRE 2010

• LA GRANDE TRADIZIONE DI FOCUS

Un mensile cultPer comprendere ap-

pieno il valore di questa di-versificazione nell’alta for-mazione professionale chela casa editrice di Focus, laGruner+Jahr/Mondadori,compie attraverso FocusAcademy, è utile ricordarei presupposti culturali diquest’impresa e delle suetestate.La joint venture italo-te-desca Gruner+Jahr/Mon-dadori è costituita nel1990 tra i due grandigruppi editoriali entram-bi leader nel settore del-la stampa periodica sui ri-spettivi mercati, ed è unajoint-venture perfetta-mente paritetica sia nellacomposizione azionaria

che nella governance, ca-so rarissimo a livellomondiale.La Gruner+Jahr ha in va-ri mercati del mondo unaposizione di leadershipcon la sua rivista mensileFocus, un mensile di di-vulgazione scientifica, tec-nologica e culturale con-traddistinto da un’altissi-ma penetrazione di copiee da un’altissima fideliz-zazione del suo lettorato.

Dal “ceppo” di Focus so-no nate per gemmazionenumerose altre testate:Focus Storia, Focus D&R,Focus Extra e Focus BrainTrainer. Figli legittimi delmensile-ammiraglia sonoFocus Junior e Focus Pi-co, testate leader nel seg-mento ragazzi.In Italia, Focus fu lancia-to nel ’92 e oggi diffondein media quasi 530 milacopie, con una readershipcomplessiva di 5,6 milionidi lettori.È una rivista che parla aun lettore attento, in co-stante aggiornamento eaperto all’innovazione.Trasmette la consapevo-lezza del mondo in cui vi-

viamo, è una finestra sulfuturo, sempre a cono-scenza della “next bigthing”. Ha un’immaginealta e distintiva per la ric-chezza informativa, l’affi-dabilità, l’autorevolezza,la capacità di essere incontatto con i temi più im-portanti del momento e dianticipare i trend. Inoltre,offre ai suoi lettori spen-dibilità sociale e distinzio-ne socio-culturale.

“Una comunità di lettori fedeli che si fidano del giornale”

Le quattro aree formative dell’Accademia

Fooccuuss AAccaaddeemmyy propone, per ognuna delle aree prescelte, un’ampia gamma dicorsi e master:

EEnneerrggiiee rriinnnnoovvaabbiilliiCorsi: legislazione di settore; progettazione di impianti fotovoltaici; energy manager;installazione di pannelli fotovoltaici; domotica e illuminotecnica. Master: energie rinnovabili e impiantistica sostenibile; risparmio energetico e proget-tazione bioclimatica.IInnffoorrmmaattiiccaa ee mmuullttiimmeeddiiaaCorsi: Pc base; Microsoft Office; web master; animazione web; grafica 3D; graficapubblicitaria; autocad.Master: effetti speciali visivi e digitali per cinema e tv.LLiinngguuaa iinngglleesseeCorsi: conseguimento del Toefl; business english; key english test; preliminary en-glish test; first certificate in english.CCoommuunniiccaazziioonnee ee mmaarrkkeettiinnggCorsi: relazioni con i media; comunicazione interna.Master: nuove frontiere della comunicazione integrata.

La sede di Focus Acadamey a Roma in via Cassia 1328.

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corsi professionali bre-vi, di due o al massimoquattro anni, o al massi-mo corsi di laurea trien-nali. Un ulteriore 34% diquell’iniziale 60% si è fer-mato alla licenza media inferiore o addirittura ele-mentare;e un 10% ha pro-seguito le scuole superio-ri al liceo e si è anche iscrit-to all’università ma poi nonsi è laureato.Insomma,la metà dei tren-tenni in cerca di lavoro inItalia non ha un mestie-re, nel senso che non haconseguito alcuna forma-zione scolastico-universi-taria in grado di insegnar-glielo. E allora, salvo neicasi fortunati in cui que-sti giovani possano esse-re assorbiti in un’impre-sa familiare, come mera-vigliarsi che restino disoc-cupati?Il dramma generaziona-le che si profila in Italia,con particolare gravitàper una serie di ragionistoriche specifiche ma cheaccomuna in realtà tutti iPaesi di consolidato be-nessere, consiste nel fattoche chi è nato dagli anniSettanta in poi ha godu-to di una situazione appa-rentemente molto favore-vole, ma in realtà estre-mamente nociva.Ha goduto, cioè, di tutti ifrutti del permissivismoe della non-meritocra-zia che erano arrivatiin Italia dal ’69 in poi, con-solidandosi nel “vissu-to” collettivo come prin-cipi acquisiti.Il “sei politico”, o “la lau-rea dell’obbligo” sono sta-ti fino a pochi anni fa va-lori (pardon, disvalori!)estremamente diffusi, in-valsi nelle convinzioni della gente. Di pari passo, laqualità del corpo docente

IN SINTESII risultati formatividelle scuolee delle università sono lontanianni lucedalle esigenzedelle imprese.I giovani cheriesconoad affiancarecultura di basee competenze pratichepossono subitodiventarepiù “attraenti”.

è stata lasciata scadere a li-velli da record negativi,abolendo i concorsi permeriti, stabilizzando a on-date precari che avevanoscelto l’insegnamento co-me ripiego e non certo co-me vocazione professio-nale.Ne è conseguito, pur-troppo, che per tre decen-ni almeno in Italia si è stu-diato poco e male.Contemporaneamente, èpian piano arrivato tra noiquel fenomeno stravol-gente che è la globalizza-zione.La caduta delle barrieredoganali,in particolare dal2001 in poi con l’ingres-so della Cina nel noverodei Paesi a libero scam-bio, e culturali, grazie an-che a Internet, fa sì che og-gi un’azienda di Pescasse-roli che voglia assumereun bravo tecnico informa-tico non fa alcuna fatica asceglierlo tra i diplomatiitaliani o quelli indianiche hanno studiato per unanno a Perugia, ma parla-no bene Inglese, spessoanche l’Italiano, e quindihanno lo strumento lin-guistico necessario per fa-

re quel mestiere.L’immigrazione profes-sionale sta assumendo,an-che se ovviamente sullabase di numeri diversi, lastessa consistenza quali-tativa di quella operaia.E questi giovani “profes-sionals”, neodiplomati oneolaureati, sono bravi, siaccontentano di poco, hanno grinta e competitività.Sono, insomma, com’era-vano noi Italiani quan-do negli anni Venti e Tren-ta, oppure dal ’45 in poi,colonizzavamo il mon-do non solo con la forzadelle nostre braccia masoprattutto con l’intel-ligenza, la disponibilità,la flessibilità e la determi-nazione.Attenzione: qualche gior-no fa, il prestigioso quo-tidiano britannico TheGuardian titolava: “Thewasted generation”, ovve-ro “La generazione per-duta”, una lunga inchie-sta dedicata alla disoccu-pazione intellettuale: perogni posto di lavoro ido-neo a un laureato che siapre sul mercato, ci so-no pronti settanta candi-dati a contenderselo! Già,perché al di là dei proble-mi specifici della cattivapreparazione accademi-ca o del debole corso distudi di molti giovani, l’of-ferta di lavoro intellettua-le è ovunque scarsa.Ecco perché oggi è così dif-ficile trovare un lavoro inItalia se si hanno tra i ven-ti e i trent’anni e in tascaniente più che un sempli-ce diploma. Ecco perchéoggi una qualunque as-sunzione tecnico-profes-sionale transita per una ve-rifica puntuale e anche unpo’ inquisitoria delle ca-pacità reali di fare e dellareale disponibilità di im-

parare. Per sintetizzare iltutto in una formula, si di-rebbe che oggi la scuolanon forma per il lavoro eanche quei pochi che rie-scono a darsi una forma-zione professionale ade-guata si trovano in unaposizione di vantaggio ri-spetto agli altri, ma fan-no poi comunque fatica atrovare lavoro.Quindi: imparare a lavo-rare è la premessa indi-spensabile per tentare l’in-serimento nel mondo dellavoro, senza per questodarne la certezza. Ma do-ve e come imparare?La domanda è amara-mente lecita, perché i ri-sultati formativi sono disolito distanti anni lucedal mondo del lavoro edalle sue reali esigenze.Cioè, insomma, in trop-pi casi gli insegnanti del-le materie più professio-nali o non conosconorealmente bene la mate-ria che insegnano perchésono culturalmente sca-denti, sono stati mal sele-

zionati, sono insomma aloro volta figli di quel las-sismo permissivista cheha rovinato due o tre ge-nerazioni di giovani; op-pure, anche se competen-ti, non hanno mai avutoalcun rapporto con il mon-do delle imprese,e ne igno-rano quindi le effettiveesigenze.Come uscirne? Cambian-do il concetto stesso di in-segnamento. Cambian-do il modello organizza-tivo delle scuole.È quello che si prefigge difare Focus Academy, lanuova scuola di forma-zione specialistica che ènata a Roma da una col-laborazione tra la Tomor-row, un’azienda di co-working che, per i corsi, siavvale di un gruppo didocenti “di nuova genera-zione”, e la casa editriceitalo-tedesca che pubbli-ca il mensile Focus.Vedre-mo nelle prossime paginedi questo giornale comeopererà Focus Academy.

primo piano SETTEMBRE 2010

• ASSURDI ITALIANI TRA FORMAZIONE E PROFESSIONI

Con la “laurea dell’obbligo”il lavoro è una scommessa

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TUTTI IN CODA PER UN POSTO

< segue da pagina 1

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IN SINTESISe il secolo scorsosi è conclusocon l’avvento“dell’eradi Internet”,il primo secolodel terzo millenniosarà sicuramentesegnato dall’uscitadall’eradel petrolio. Questo dà spazioalle impresee ai professionistidelle energiealternative.

Il segnale più chiaro è ve-nuto, implicito, con la no-mina di Barack Obamaalla Casa Bianca. Dopoquasi dodici anni scanditidalla presenza al verticedella politica mondiale didue esponenti diretti del-la casta dei petrolieri te-xani, cioè Bush padre eBush figlio, è arrivato alvertice un uomo che nonama il petrolio né i petro-lieri. E che ha tratto dal-la tragedia ecologica del-la British Petroleum unaspinta decisiva a rompereun blocco psicologico sto-rico, cioè la dipendenzadegli States dall’energiafossile.Obama ha annunciato unpoderoso, doppio pro-gramma di emancipazio-ne dal petrolio,che da unaparte punta sul nuclearedi nuova generazione edall’altra sulle energierinnovabili, dove ha addi-rittura annunciato l’inve-stimento di due miliardidi dollari di incentivi pub-blici.L’Europa, per una volta,si trova più avanti sullastessa strada degli USA,perché da tre anni l’Unio-ne Europea ha varato la

famosa risoluzione detta“20-20-20”. Di che si trat-ta? È un accordo politicofirmato il 12 dicembre del2008 al Consiglio Euro-peo che prevede, da partedei paesi membri del-l’Unione Europea, entroil 2020, la riduzione del20% delle emissioni di gasserra, l’aumento dell’effi-cienza energetica del 20%e il raggiungimento della

quota del 20% di fonti dienergia alternative. Resi-stenze al pacchetto climaerano state espresse daiPaesi dell’Est europeo,che chiedevano più risor-se, e da Germania e Italia,preoccupate per il futurodi alcuni settori dell’eco-nomia. Ma alla fine la li-nea italiana è stata accol-ta (“all’80%”, precisò ilministro degli Esteri

Franco Frattini) e l’intesaè stata varata. Per il presi-dente francese Sarkozy,che l’aveva fortementevoluta, “l’approvazionedel provvedimento è unavvenimento storico”.Dal protocollo “20-20-20” ne sono dedotte, perogni Stato europeo, pe-santi implicazioni legisla-tive.La necessità di coniu-gare sviluppo e salvaguar-

dia dell’ambiente, ridu-cendo gli effetti prodottidall’aumento delle emis-sioni di gas serra attraver-so uno sfruttamento ra-zionale delle fonti energe-tiche, ha incentivato l’in-vestimento in termini diricerca, legislazione e svi-luppo nell’ambito delleenergie rinnovabili. Lapresenza di piani di incen-tivazione pubblica allespalle degli investimentiprivati nel settore ha in-dotto la nascita e la rapi-dissima crescita di tuttoun nuovo settore di attivi-tà industriale legato alleenergie rinnovabili. Unsettore che sta creando la-voro,occupazione sia ese-cutiva che gestionale, mache incontra spessissimouna netta penuria dell’of-ferta di professionalitàqualificate in materia. Lamaggior parte delle orga-nizzazioni private, dellescuole e delle universitànon sono ancora in gradodi formare specialisti inquesti settori. Per questooggi il mercato del lavoronecessita di figure profes-sionali sulle quali investi-re per poter sviluppareproficuamente il settoredelle energie rinnovabili.I corsi e i master propostida Focus Academy mira-no alla formazione diesperti dotati delle capa-cità progettuali e dellecompetenze tecniche ne-cessarie alla realizzazionedi progetti che sfruttino leenergie rinnovabili o checontribuiscano a un effi-cace risparmio energeti-co. Un corpo docente co-stituito da professionisti,rappresentanti di settore,workshop e stage pressole aziende assicurano alcorsista l’alto standarddell’insegnamento e lapossibilità di mettere inpratica le competenze ac-quisite.

5energie rinnovabiliSETTEMBRE 2010

• BARACK OBAMA HA DATO IL SEGNALE, IL PREDOMINIO ASSOLUTO DEL PETROLIO VOLGE AL TERMINE

È iniziato il secolo delle energie rinnovabili

Le energie rinnovabili in fiera

L’interesse per le energie rinnovabili è testimoniato anche dalle tantissime fiere in pro-gramma nel nostro Paese: tra queste si ricordano in particolare Solarexpo e Zeroe-

mission. Alla prima rassegna hanno partecipato circa 1.250 espositori (il 40% stranieri)sparsi in dieci padiglioni, che hanno accolto oltre 70.000 visitatori.

Ciò conferma il crescente interesse per una materia fino a pochi anni fa confinata neicircoli intellettuali. L’altra manifestazione di importanza nazionale, ZeroEmission, si

svolge a Roma. La fiera, giunta quest’anno alla sua sesta edizione (7-10 settembre),vanta una posizione di assoluto rilievo per quanto riguarda le energie rinnovabili nel-l’area del Mediterraneo e annovera tra i suoi partecipanti la Focus Academy e la BNREnergie, che cura i corsi e i master di energie rinnovabili per la scuola.Al di là della fioritura di centinaia di iniziative di media e piccola portata, c’è da sottoli-neare che tutti i big dell’energia stanno accelerando sui loro investimenti. Ad esempio,Enel Green Power – la “costola” dell’Enel dedicata alle energie rinnovabili e destinataad essere quotata in Borsa quanto prima – ha un piano d’investimenti, nazionale edestero, da 3,7 miliardi di euro entro il 2013.Secondo un report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), tenutosi a Verona nelmaggio del 2010, entro il 2050 il fotovoltaico potrebbe rappresentare l’11% della pro-duzione energetica mondiale (oggi è sotto l’1%). E contando anche il solare termodi-namico potrebbe arrivare al 20%.

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IN SINTESILe fonti di energiatradizionali,come carbone, petrolio e gas,producono Co2e inquinano.Al pianeta occorrono ormai fontidi energia che non inquininopiù e che sianoeternamentee gratuitamentedisponibili.Ma che cosa sono questeenergie rinnovabili di cuisi parla tanto e, innanzi-tutto, perché si chiamanocosì?La spiegazione è intuiti-va se si considera la carat-teristica principale di tut-ti i combustibili classici,quelli – per intenderci –che si bruciano: una vol-ta bruciati, ne restasol-tanto la cenere, in quan-to le scorie non sono inalcun modo riutilizzabili.Non lo è il carbone, nonlo è il petrolio, non il gas.Questi combustibili sichiamano – in genere –

combustibili fossili (a ba-se di carbonio, detti an-che idrocarburi): sonofossili sia il carbone, sia ilpetrolio, sia il metano.Le energie rinnovabilisono invece quelle chepossono essere utilizzatesenza minimamente di-struggerle né trasformar-le: sono le energie dellanatura. L’energia solare,la luce: raccoglierla inuno specchio, convo-gliarla su un pannello so-lare, non toglie il fattoche un attimo dopo quelraggio continuerà a vive-re e altri ne arriveranno,senza scorie. L’energiaeolica, il vento: catturar-la con una pala eolica,una turbina, così come –per le navi – una vela,non arresta né diminui-sce certamente il vento; eancora: l’energia pelagi-ca, cioè le onde e le ma-ree, che vanno e vengonoindisturbate, a prescin-dere dal fatto che qual-cuno ne canalizzi la po-tenza; e l’energia rinno-vabile per eccellenza,quella dell’acqua corren-te, fiumi e torrenti chevengono incanalati e uti-lizzati per far girare le

turbine elettriche gene-ratrici delle centrali dimontagna.Ma perché l’energia rin-novabile non è già oggi lapiù usata al mondo?Semplice:perché produr-la è, generalmente, moltopiù costoso che non com-prare petrolio o gas ebruciarlo. Solo che bru-ciando petrolio o gas siproducono gas serra,cioègas velenosi che inquina-no l’atmosfera e aumen-tano l’effetto-serra. Cioèsprigionano nell’aria ani-dride carbonica, comescoria di combustione (insigla, appunto, CO2) el’anidride, innalzandosinelle fasce elevate del-l’atmosfera, prevale sul-l’ossigeno e crea un peri-coloso effetto di rifrazio-ne dei raggi del sole checoncentra sulla terra uncalore abnorme, indu-cendone un lento surri-scaldamento.Ecco perché sia gli StatiUniti che l’Europa stan-no cambiando strategiaenergetica e stanno in-centivando in ogni modola produzione e quindi ilconsumo di energie rin-novabili, altrimenti dette

“pulite”, proprio perchénon “sporcano” l’am-biente.Nell’ambito della catego-ria “energie rinnovabili”,il sole occupa un ruolo daassoluto protagonista, so-prattutto alla luce deglisviluppi tecnologici lega-ti ai pannelli fotovoltaicie solari termici.Sinteticamente, i primisfruttano la capacità dialcuni materiali, fra cuiessenzialmente il silicio,di produrre energia elet-trica se irraggiati dalla lu-ce dell’astro.Nei momen-ti in cui l’utente attiva,per esempio,un elettrodo-mestico, consuma partedell’energia in quel mo-mento usufruibile, mentrequella che non consumasarà immessa nella reteelettrica, e viene pagatadallo Stato.Il silicio ha naturalmentealmeno tre controindica-zioni: il peso; la cosiddet-ta “resa energetica”, cioèla capacità di produrreenergia per ogni metroquadrato irradiato da so-le; il prezzo: il silicio è unmateriale ampiamenteutilizzato dall’industriaelettronica, quindi piut-tosto caro perché moltorichiesto.Anche per que-sto la ricerca tecnologicasi sta concentrando sullapossibilità di individuarepiù valide alternative alsilicio per produrre ener-gia dal sole: e qualcosa dimeglio, nei prossimi me-si, certamente farà il suoesordio sul mercato.I pannelli solari termici,invece,sono i “progenito-ri” di quelli al silicio e so-no molto semplicementecomposti da un radiatorein grado di assorbire il ca-lore dei raggi solari e tra-sferirlo a un serbatoiod’acqua, da utilizzare di-rettamente per lavarsi oscaldarsi.

energie rinnovabili SETTEMBRE 20106

LA CASA SOLAREFUNZIONA COSÌLa prima prima casasolare plurifamiliared’Europa riscaldatacompletamente aenergia solare è statainaugurata a Burgdorf, inSvizzera, nel 2007. Il tettodell’edificio integra 276pannelli solari collegati aun enorme serbatoio perl’acqua per usodomestico, alto ben 17metri, che provvede alle esigenze idrichedegli inquilini e alriscaldamento domesticodegli otto appartamentidell’immobile.La collocazione centraledel serbatoio all’internodell’edificio conferisceuna naturalecoibentazione dagliagenti atmosferici eproduce un caloreinterno da sfruttaremediante condottid’areazione checonsentono laventilazione invernaledelle abitazioni.L’impianto solare ècostato circa 300 milafranchi svizzeri erappresenta il 10% delcosto totale dicostruzione.

UN GRANDERISPARMIOIn Italia godiamo diun’insolazione media di1500 kWh/mq ognianno. Ecco allora che160.000 mq di pannellisolari installati in unaqualsiasi regione italianafarebbero risparmiare inbolletta circa 8 milioni dimetri cubi di metano,altrimenti utilizzati peralimentare le caldaie agas, o circa 80 Gwhdi energia elettricadestinati agliscaldabagni elettrici.

• I PRESUPPOSTI CONCETTUALI DEL BOOM DI EOLICO, SOLARE E PELAGICO

Ma in che modo l’energia “si rinnova”?BREVI

Rispetto al 2006 l’Italia è scesa sotto la media dei Paesi dell’UE15.

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IN SINTESILe norme in vigorein Italia su inputdell’Unione Europeaincentivanola produzionedi energia “verde”sia familiare che industrialema non è facileottenere i ricchi contributiche lo Stato erogaprelevandolidalle bollette.“Certificati verdi” e“Conto energia”: sonoqueste le due sigle anco-ra un po’ misteriose in cuisi divide e s’incardina ilsettore degli incentivipubblici per le energierinnovabili.Queste due categorie diincentivi economici stata-li ai soggetti privati cheproducono energie rin-novabili sono accomuna-te dalla stessa filosofia dibase, quella dettata dal-l’accordo europeo del2008 sulle tre quote del20% (produzione “puli-ta”, riduzione CO2, ri-sparmio energetico).E partono dalla necessitàdi finanziare, in parte conil denaro pubblico e inparte con i soldi dei con-sumatori, caricandonequindi il costo in bolletta,lo sviluppo di un settoreproduttivo che serve perla salute pubblica e la sal-vaguardia del pianeta eche, senza questi incenti-vi, non sarebbe economi-camente conveniente svi-luppare.Detto questo, vediamo inconcreto di che si tratta equali differenze hanno ledue tipologie di incentivi.I certificati verdi sono deititoli rappresentativi del-la percentuale di energia

rinnovabile che riesconoa produrre tutti i soggettidi tipo industriale a qua-lunque ragione produtto-ri di energia: quindi igrandi gruppi elettrici (apartire da Enel, Edison,A2A,Acea, ecc.) e i grup-pi industriali che “l’auto-producono” in tutto o inparte l’energia che consu-mano.Per legge europea, questigruppi sono obbligati aprodurre una percentua-le crescente di energia dafonti rinnovabili, sul tota-le di quella che produco-

no da fonti fossili.Chi è in regola con que-st’obbligo, immette nellarete elettrica nazionalel’energia rinnovabile pro-dotta, documentando laquantità, e se questaquantità si limita a egua-gliare la percentuale ob-bligatoria,non percepiscealcun incentivo: sempli-cemente, l’energia rinno-vabile che produce per ilproprio autoconsumonon la paga. Chi inveceproduce più di quanto glioccorre per legge, ha il di-ritto di immettere sulmercato questo surplus,

ottenendo in cambio unprezzo fisso in denaro, ri-conosciutogli per legge esimboleggiato appuntodai certificati verdi. Que-sto costo è coperto, in unregime di mercato liberogestito dal Gse (Gestoredel sistema elettrico), daquei produttori energeti-ci che non hanno le cartein regola, cioè che nonproducono da soli la suf-ficiente percentuale dienergia pulita rispetto altotale inquinante che in-vece producono.Cos’è successo,nella real-

tà, in questi anni? È suc-cesso che molti autopro-duttori di energia si sono,per così dire, specializzatinella produzione di ener-gie rinnovabili, sicuri ditrovare pronta raccoltadella loro produzione daparte del Gse, che ne ac-quistava i certificati verdial prezzo fisso. Poco im-portava che non ci fossedomanda di questi certi-ficati verdi, perché ap-punto il totale della pro-duzione rinnovabile erapiù che sufficiente a co-prire la percentuale ob-bligatoria.

Altro discorso per il Con-to energia. È il nome co-mune assunto dal pro-gramma europeo di in-centivazione in contoesercizio della produzio-ne di elettricità da fontesolare mediante impiantifotovoltaici permanente-mente connessi alla reteelettrica.Il Conto energia è oggiassimilabile ad un finan-ziamento in conto eserci-zio, in quanto non preve-de alcuna facilitazioneparticolare da parte del-lo Stato per la messa in

servizio dell’impiantoma solo per l’acquistogarantito dell’energiaprodotta. Il privato pro-prietario dell’impiantofotovoltaico percepiscesomme in modo conti-nuativo, con cadenza ti-picamente men-sile, per i primi 20 anni divita dell’impianto. Con-dizione indispensabileall’ottenimento delle ta-riffe incentivanti è chel’impianto sia connessoalla rete (grid connec-ted). La dimensione no-minale dell’impianto fo-tovoltaico deve essere

superiore a 1 kWp. Nonsono incentivati dal Con-to energia quegli impian-ti fotovoltaici destinatiad utenze isolate e nonraggiunte dalla rete elet-trica. Lo Stato ha indivi-duato un tetto massimoannuo finanziabile, supe-rato il quale il Gse re-spinge la domanda e la ri-manda a un nuovo anno.C’è una netta differenzatra l’applicazione di que-sto conto agli impianticasalinghi (intestati apersone fisiche) o allemini-centrali (intestate a

soggetti con personalitàgiuridica). Il prezzo dicessione dell’energia insurplus rispetto ai propribisogni (per il privato) odell’intera produzione(per la persona giuridi-ca) cambia per legge, mauna volta assegnato a undeterminato impianto,gli resta attaccato, in mo-do da consentire il finan-ziamento bancario delleiniziative, che si riesce adammortizzate in un pe-riodo variabile tra i 9 e gli11 anni, trascorsi i qualil’impianto inizia a rende-re quattrini.

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Da qui al 2030 siprevede che in tuttoil mondo il “mix”delle fontienergetiche con cuivivono i principaliPaesi industrializzatidebba cambiaredrasticamente asfavore del petrolioe del carbone afavore delle altrefonti: il nucleare, ilgas, ma anchel’idroelettrico,l’eolico, il solare e ilpelagico. È soloquestione di tempo.

• LE DIFFERENZE TRA LE DIVERSE FORME DI SOSTEGNO PUBBLICO A CHI INVESTE SULL’ECOLOGIA

Gli incentivi “verdi”, ricchi ma difficili da avere

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Corso per installatore di pannelli fotovoltaicie solari termiciConsente di acquisire le competenzetecniche necessarie per installare impiantifotovoltaici e solari termici a uso domesticoe aziendale con lezioni pratiche persimulare il montaggio.Rivolto a installatori elettrici e a chiunquevoglia intraprendere un’attività di settore.Durata: 3 week end, uno da 16 ore e 2 da 12per un totale di 40 ore

Corso di illuminotecnica e domoticaProvvede a offrire le nozioni fondamentaliper rendere un’abitazione il più possibileeco-compatibile, con particolare riguardoagli aspetti relativi al risparmio energetico,alla sicurezza (videocontrollo, rilevazionefughe di gas, perdite di acqua, ecc.), allacomunicazione (videocitofonia integratacon telefonia e altri dispositivi), al controlloe alla gestione della casa a distanza permezzo dei nuovi media.Fornisce i principi metodologici eprogettuali di base, insegna le tecniche diinstallazione.Rivolto a tuttiDurata: due week end da 16 ore ciascunoper un totale di 32 oreProgramma del corsoIntroduzione alla domotica, concetti baseGli impianti tradizionali e a BUSLe tecnologie proprietarie e quellestandardNormative di riferimentoLo standard knxCampi di applicazione:home & building automationSpecifiche tecniche e caratteristicheDalle funzionalità al progettoLa scelta dei prodotti in base allecaratteristiche tecnicheLa programmazione ETSLaboratorio: programmare un impianto;Verificare il funzionamento, modificare lefunzionalità, implementare nuovefunzionalità su impianti esistenti;Progettare l’integrazione e la supervisione;Progettazione esecutiva e valutazione deicosti.

Corso specialistico per progettazione di unimpianto fotovoltaicoImpartisce le nozioni relative allaprogettazione di impianti fotovoltaici dapiccole taglie fino alle centrali fotovoltaicheallacciate in rete in Media Tensione (MT),con cenni sull’allaccio di centralifotovoltaiche in Alta Tensione (AT).

Il corso, inoltre, permette di acquisire lenozioni fondamentali per realizzare unBusiness Plan di un impianto conparticolare riguardo alla legislazionevigente ed agli aspetti fiscali legati allaproduzione e vendita di energia elettrica.Rivolto a chi vuole fare del fotovoltaico lapropria professione, studenti e professionistiche intendano specializzarsi nel settore delfotovoltaico, progettisti, architetti,installatori.Il corso è svolto da professionisti di settorecon lezioni frontali ed esercitazioni in aula.Durata: tre week end per un totale di 48 oreProgramma del corsoIl Sole e le fonti energetiche rinnovabiliIl generatore fotovoltaicoDimensionamento del generatorefotovoltaicoSistemi fotovoltaici stand-alone e grid-connectedConto energia: decreto e riferimenti

normativiAutorizzazioni per la realizzazione diimpianti fotovoltaiciDisciplina fiscaleStrutture di supportoComponentistica elettricaProgettazione impianti fotovoltaici in BT eMT con schemi esemplificativiCollaudoNormativa nazionale, regionale eprovinciale

Corso specialistico sulla legislazione inmateria di energie rinnovabiliIl corso impartisce le nozioni sullalegislazione in materia ambientale relativaal fotovoltaico e alle energie rinnovabili.Il corso non si limita a prendere inconsiderazione le normative nazionaleregionale e provinciale, ma tiene contoanche dello scenario internazionale edeuropeo, alla luce delle modifiche e

energie rinnovabili SETTEMBRE 2010

• IL DETTAGLIO DELLE INIZIATIVE FORMATIVE DELLA FOCUS ACADEMY

I corsi teorico-pratici per diventareun tecnico perfetto dell’energia solare

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L’interesse delle aziende private specializ-zate e la crescente attenzione da parte degli or-ganismi pubblici che si occupano di program-mazione energetica nei riguardi di un maggio-re ricorso alle energie rinnovabili ed alla ricon-versione energetica fanno prevedere, nel me-dio periodo, un consistente aumento dei livel-li occupazionali relativi alle figure professiona-li che operano nel settore fotovoltaico e solaretermico.In tutti i Paesi dell’Unione Europea, infatti,la crescita del solare fotovoltaico prosegue aritmi esponenziali. L’interesse crescente peri lavori legati alla cosiddetta green economysi riscontra sul sito Green-Job.it (appendicedi InfoJobs.it), dove dall’inizio del 2010 si èregistrato, fra l’altro, un notevole incremen-to di offerte per le figure specializzate nel fo-tovoltaico e nel solare termico.Al momento le regioni più attive nella ricer-ca di questo tipo di personale qualificato so-no Lombardia, Emilia Romagna,Veneto,To-scana, Piemonte e Lazio, ma anche Campa-nia, Sicilia e Puglia offrono un cospicuo nu-mero di posti di lavoro per i professionisti col-legati alle energie rinnovabili.Al riguardo ecco quanto affermato da AnnaMaria Mazzini, Marketing Manager di Info-Jobs.it: «La crescente richiesta di nuovi pro-fili, aumentata del 20% da maggio a oggi, ela maggiore sensibilità che le aziende stanno

mostrando verso le questioni ambientali ci haesortato a creare questo nuovo canale tema-tico per dare maggiore visibilità a un settorein cui InfoJobs.it crede molto, non solo per-ché rappresenta un’opportunità di business,ma soprattutto perché desideriamo contri-buire allo sviluppo di una cultura ecososteni-bile, fatta non solo di ideali, ma anche di tan-ti piccoli e grandi gesti concreti. A ulterioretestimonianza di questo impegno abbiamocreato GreenWay, un decalogo per lavorarein modo ecosostenibile che abbiamo condi-viso in azienda con tutti i nostri collaborato-ri e che, da oggi, guiderà l’organizzazione delnostro ufficio».Il problema cruciale per le aziende del setto-re è, però, quello della formazione professio-nale dei giovani neo-assunti. Accanto allecompetenze tecnologiche, di per sé non faci-li da trovare, quel che manca è soprattuttouna formazione attualizzata alla complessis-sima normativa italiana ed europea, che vapoi incrociata con le varie specifiche regiona-li. Un ginepraio, più materia per avvocati cheper ingegneri, ma in realtà dominabile soloda chi abbia sufficienti competenze interdi-sciplinari.Che mancano del tutto a coloro cheprovengono da scuole superiori o facoltà uni-versitarie “classiche”, senza l’ausilio di scuo-le professionali “ad hoc”.

Sbocchi professionali vicini per chi punta sul “verde”

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integrazioni intervenute, del sistema diincentivi finanziari e del procedimento perl’autorizzazione unica, e delle procedure divalutazione ambientale con cenni ai temidell’inquinamento e del danno ambientalenonché della tutela amministrativa e penale.Il corso forma, pertanto, professionisti ingrado di gestire autonomamente leproblematiche ambientali aziendali nonchédegli enti pubblici locali ed i risvoltiapplicativi della disciplina.Rivolto a studenti, neolaureati cheintendono specializzarsi nel settore, liberiprofessionisti pronti a ricoprirerapidamente i ruoli chiave nel campo delleenergie alternative, responsabili dellagestione, dell’energia o della valutazione diimpatto ambientale, imprenditori del settore,tecnici ambientali, consulenti pressoun’impresa o per la pubblicaamministrazione.Durata: 16 ore con incontri bisettimanalidi due ore ciascuno per un totaledi 4 settimaneProgramma del corsoElementi di diritto ambientaleNormative internazionale, europea,nazionale e regionaleDanno ambientale e illeciti ambientaliAutorizzazione e incentivazione diimpianti di produzione di energia elettricada fonti rinnovabiliTutela amministrativa e penale.

Corso Specialistico per Energy ManagerIl Corso Specialistico in Ottimizzazione deiCosti Energetici è rivolto a chi vuole faredel consulente energetico (fotovoltaico,biomasse, eolico) la propria professione.Il corso impartisce le nozioni sullaprogettazione finanziaria e sull’analisi deicosti/benefici in termini di consumi e costiderivante dall’impiego di impiantitecnologici, da piccole taglie fino a grandiimpianti (allacciati in rete in MT),permettendo di acquisire le competenze perrealizzare un Business Plan di un impiantocon particolare riguardo alla legislazione

vigente e agli aspetti fiscali legati allaproduzione e vendita di energia elettrica.Esercitazioni in aulaRivolto a studenti, professionisti, progettisti,architetti e professionisti in generale cheintendano specializzarsi nel settore dellerinnovabili.Durata: 16 ore con incontri bisettimanalida due ore ciascuno.Programma del corso Le diverse fonti di energia Le tecnologie: fotovoltaica, eolica,combustione, biogasificazione Individuazione degli obiettivi aziendali intermini di ottimizzazione, risparmio, einvestimenti delle risorse energetiche Individuazione del volume di costi diciascun settore e strategie diottimizzazioneSopralluogo ed elaborazione dei dati perdeterminare le tecnologie da adottare Normativa attuale e modifiche previste Procedure per la realizzare l’impianto eottenere gli incentivi.

Master in energie rinnovabili e impiantisticasostenibileSono affrontate tutte le tematiche relativeagli impianti tecnologici innovativi chefanno uso delle fonti energeticherinnovabili, in particolare gli impianti eolici,solari termici e fotovoltaici. Spazio è datoanche all’impiantistica sostenibile con gliimpianti di cogenerazione e trigenerazionee alle pompe di calore. Si tratteranno anchei temi legati alla valutazione di impattoambientale e al risparmio energetico. Ilmaster è diviso in moduli ciascuno in séconchiuso, così da permettere allo studentedi seguire sia il corso proposto, sia dipersonalizzarlo secondo le proprieesigenze.All’insegnamento frontale si affiancanoworkshop ed esercitazioni in aula.Rivolto a studenti, neolaureati in ingegneriae architettura, professionisti di settore edipendenti che operano nel mercatodell’energia.

Durata: 192 ore weekendali.Programma del corsoLe fonti rinnovabili: Progettazioneimpianti eolici; Progettazione impiantisolari-termici; Progettazione impiantifotovoltaiciImpiantistica sostenibile: Progettazioneimpianti di cogenerazione e trigenerazioneImpianti solari a concentrazione; Torrisolari; Pompe di calore geotermiche e abassa entalpiaAltri risparmi energetici: Progettazione diimpianti di illuminazionePaesaggio e Valutazione di impattoambientale.

Master progettazione bioclimatica erisparmio energeticoFornisce informazioni precise,circostanziate e complete sulle principalitecniche di progettazione bioclimatica alfine di razionalizzare le risorse naturaliimpegnate nell’involucro edilizio, sullaoperatività progettuale nel campo delrisparmio energetico e della progettazionebioclimatica e tutte le nozioni necessarie perpoter analizzare il comportamentoenergetico di un edificio attraverso l’uso diun codice alle differenze finite (TRNSYS).Nell’ambito della progettazione energeticala capacità di utilizzo dei software per ilcalcolo e la certificazione assume un ruolosempre più rilevante, per poter sfruttarneappieno le potenzialità è però importanteavere consapevolezza del contesto e delmetodo loro sottesi.Rivolto a studenti, neolaureati in ingegneriae architettura, professionisti del settore,dipendenti di aziende del settore.Durata: 192 ore weekendali.Programma del corso Principi di base e concetti generali Progettazione bioclimatica dell’edificio Software di simulazione delcomportamento energetico dell’edificio Software di calcolo progettuale e dicertificazione energetica.

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lingua inglese SETTEMBRE 201012

IN SINTESISe albergatori e ristoratoriparlassero megliole lingue, i turististranieri in Italiatornerebberopiù volentieri.È uno dei prezziche il sistemapaga alla storicaarretratezzalinguisticache lo connota.E che va superatadai giovani.

Un recente studio dellarivista Le vie del gusto hamonitorato le ragioni perle quali i turisti stranierinon sono sempre conten-ti delle vacanze trascorsein Italia.A rovinargliele, infatti,sarebbero l’inciviltà ela maleducazione chespesso affiorano (61%),ma anche e soprattuttol’impossibilità di comu-nicare nella loro lingua(75%), o almeno in in-glese, inteso come linguainternazionale.L’arretratezza linguisti-ca italiana è una “croce”tipica del nostro Paese.Ma non sono soltanto ri-storanti e negozianti alasciare a desiderare. Se-condo l’eurodeputatoJas Gawronski, intervi-stato al riguardo dalCorriere della Sera qual-che settimana fa, anchenel Parlamento di Stra-sburgo si parla troppopoco l’inglese, e troppomale.Alla domanda suc-cessiva su quanti euro-deputati italiani padro-neggiano l’inglese, Ga-wronski risponde: «Qua-si nessuno».La Commissione e leIstituzioni Europee, per

promuovere la giustapolitica di multilingui-smo dell’Unione Euro-peo, tendono a nascon-dere la prevalenza dellalingua inglese, ribaden-do che l’Unione Euro-

pea ha tre lingue di lavo-ro ufficiali: inglese, tede-sco e francese. Di fatto,però, per motivi di pra-ticità e celerità, solo unapiccola parte del lavorosvolto può essere resa in

traduzioni in tutte le 23lingue ufficiali.Per rendere l’idea sul-l’uso dell’inglese nellavita quotidiana in un or-gano europeo, il 75% deidocumenti della Com-

missione vengono stam-pati esclusivamente ininglese. A febbraio diquest’anno, due dirigen-ti di alto grado del Di-rectorate-General forTranslation hanno rila-sciato un’intervista sullamancanza di un numerosufficiente di interpretid’inglese, aggiungendoche quest’ultimo sta di-ventando “il denomina-tore comune linguisti-co” nella vita quotidianadella commissione.Alcuni diranno che è in-giusto che l’ingleseprenda il sopravventonell’UE. Ma con 23 lin-gue ufficiali, che si pos-sono combinare in 506modi diversi (23 lingueper 22 altre lingue in cuitradurle), non è possibi-le pensare che tutto pos-sa essere tradotto. Perportare avanti il lavoroin tempi e con costi ra-gionevoli, in molte occa-sioni occorre limitare lelingue. E chi non sa lelingue principali, e so-prattutto l’inglese, spes-so viene tagliato fuori.Non è in grado di parte-cipare al dialogo. Anchese non ci piace, è la tri-ste realtà.Di fatto, senza una pa-dronanza della linguainglese, e idealmente an-che almeno un’altra lin-gua europea, è emargi-nato in molte situazionia Strasburgo e a Bruxel-les: ossia una specie dirappresentante muto.Fare il deputato è unruolo di leadership conun contenuto quasiesclusivamente collega-to alle capacità di comu-nicazioni. Difficile perun deputato svolgere ilsuo lavoro se non si sacapire o non sa comuni-care con la maggior par-te dei suoi colleghi.

IL MINORE AFFLUSSO DI TURISTI STRANIERI DERIVA DALLA SCARSA COMUNICAZIONE IN INGLESE

“No spik inglisc”, una tara per gli italiani

Come tentare di lavorare nel Regno Unito

Nel Regno Unito ci sono migliaia di agenzie interinali e di reclutamento a tempoindeterminato che possono essere interpellate per un lavoro. Richiedono sem-

pre la presenza per un colloquio, ma prima di partire si può anche verificare la si-tuazione del mercato per il proprio ambito professionale inserendosi nella banca da-ti dell’agenzia. Quest’ultima, se interessata, contatta il candidato per ulteriori verifi-che e per fissare un colloquio. A Londra, per esempio, c’è l’Euro London Appoin-tments, specializzata nel collocare italiani che conoscano bene la lingua inglese.Fondata nel 1990, è oggi una delle agenzie più grandi nel settore del personale mul-tilingue, con un’offerta di posti di lavori ampia e diversificata. Offre inoltre la possi-bilità di iscriversi a una mailing list che informa su tutte le nuove opportunità nei set-tori del Banking and Finance, Secretarial and Admin, Call Centre, Customer Servi-ces, IT, Sales and Marketing. Per candidarsi basta inviare tramite posta o email uncurriculum vitae e una lettera di accompagnamento che delinei le principali compe-tenze, lo stipendio richiesto e il luogo di lavoro prescelto. Tutte le candidature rice-vono un riscontro.

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lingua inglese SETTEMBRE 2010

• UNA TESTIMONIANZA - LA STORIA DI MARIA TERESA, ANGLOFONA PER PASSIONE, DA OGGI INTERPRETE

Ecco come ho imparato l’inglese divertendomi

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IN SINTESILa prima cosaè capire quantosia utile parlarecorrentementela lingua-basedel mondodel lavoro.Per impararla cisono molti modi.In questa storiavera, una ragazzadi Alessandria,di 25 anni,racconta la sua esperienza.

«Molto spesso, già neglianni delle scuole superio-ri, mi ritrovavo a critica-re i miei coetanei, e nonsolo, per la mancanza diconoscenza, anche sem-plicemente basilare,dellalingua inglese.Tutti sostengono quantolo studio di questa mate-ria sia importante per po-tersi confrontare con al-tre culture, ma nessuno,in realtà, si mette d’impe-gno per impararla, eppu-re sarebbe così semplice!Tendenzialmente alcunepersone mediamente ac-culturate sono convinteche le lingue straniere(anche l’inglese) sianopiù semplici da impararese apprese durante l’in-fanzia. Tuttavia si può di-re che non sia affatto in-dispensabile questo iterper avere una cognizioneaccurata, per esempio,della lingua inglese.Personalmente la primavolta che mi sono imbat-tuta nella lingua inglese èstata in prima superiore,perché purtroppo alleelementari e medie lascuola a cui ero iscrittaoffriva come lingua stra-niera solo il francese(che, oramai, ho comple-tamente dimenticato).

Inizialmente, al contrariodi adesso, odiavo questalingua anglosassone nonper la sua essenza ma acausa del modo in cui ve-niva insegnata: sbattuta,letteralmente, in unaclasse dove i ragazzi giàconoscevano le basi diquesta nuova materia, misono ritrovata sperdutatra la grammatica base ela totale mancanza di les-sico, obbligata a tentare,quasi inutilmente, di im-parare a memoria alcuneparole ricorrenti.All’insegnante poco im-portava se una sola stu-dentessa, in una classe ditrenta persone, non riu-

sciva a seguire, perchénon capiva il meccani-smo di costruzione dellefrasi in inglese: il mio pro-blema principale era latendenza a complicare lefrasi, senza comprenderecome, invece, l’inglese ri-chiedesse,almeno inizial-mente, una semplifica-zione maggiore nella co-struzione dei periodi.Inoltre, il problema dellelezioni di questo genere èche l’insegnante tendecomunque durante tuttal’ora a parlare in italianoe a leggere dal libro i dia-loghi preparati, spessocon pessima pronuncia, ead attenersi alle regole

grammaticali fornite dalmateriale didattico senzaspiegazioni ulteriori.L’anno seguente, poi, miè capitata la fortuna di se-guire delle lezioni di unprofessore americano digeografia inglese e tuttoè iniziato a cambiare. Luiparlava solo ed esclusiva-mente nella sua linguamadre, sebbene cono-scesse molto bene l’ita-liano, e, durante le spie-gazioni, usava tutta l’im-mensa lavagna a sua di-sposizione riempiendolacon dei disegni stilizzatidi ciò che stava spiegan-do, abbinandoli alle pa-role corrispondenti: ma-

gicamente, ancora a di-giuno totale d’inglese,dopo tre mesi iniziai a ca-pirlo e a prendere appun-ti intuendo come si scri-vevano alcune parole chenon conoscevo. Così, gra-zie a lui, ho iniziato adamare l’inglese e a capirequanto potesse, anche,essere divertente da im-parare;mancava però an-cora il dialogo.Ho continuato a guarda-re film in madrelinguamantenendo il fattored’ascolto sempre presen-te ed in questi ultimi tre,quattro anni, sembreràstrano, ho scoperto ilmondo dei giochi di ruo-lo on-line. I server a cui siappoggiano questi giochinon sono mai italiani.Molti italiani tendono achiudersi in comunitàchiuse in cui possono par-lare la propria lingua acausa della mancata co-noscenza dell’inglese; ioho preferito, invece, cer-care di interagire con piùgente straniera possibile.Benché inizialmente untantino timida nell’espri-mermi, piano piano, hoteso a parlare/scriveresempre un po’ di più finoa riuscire ad interagire intempo reale.Non serve, quindi, anda-re in vacanza in Inghilter-ra o in America per cono-scere, o meglio cavarsela,con l’inglese poiché algiorno d’oggi abbiamo lagrossissima fortuna dipoter interagire attraver-so il web con personestraniere. Il problema so-stanziale dell’Italia, dalmio punto di vista, è lamancanza, individuale, divolontà di imparare e stu-diare l’inglese e non tan-to (anche se aggrava) lalacuna enorme del siste-ma di insegnamento diquesta lingua».

Traduttori e interpreti per le Nazioni Unite

Ogni anno le Nazioni Unite offrono opportunità lavorative a un determinato nu-mero di traduttori, interpreti e altre figure professionali legate alla conoscen-

za delle lingue straniere. L’indirizzo web a cui fare riferimento per essere sempreaggiornati sulle procedure selettive in corso è http://www.un.org/Depts/OHRM/exa-min/exam.htm. Vengono presentate solo offerte di lavoro a tempo pieno. Nella se-zione 2010 Examinations è possibile vedere i concorsi indetti al momento. Le do-mande di partecipazione devono essere presentate con un certo anticipo sullascadenza. Conviene contattare l’indirizzo segnalato con una certa regolarità perseguire tutte le novità. Le FAQ (Frequently Asked Questions) dell’Examination andTest Sections dell’ONU chiariscono quali sono le figure professionali di cui solita-mente c’è bisogno. L’inglese appartiene alle sei “language services”, ovvero allelingue ufficiali parlate nell’organizzazione (le altre sono arabo, cinese, francese,russo e spagnolo).

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Corso di preparazione all’esame TOEFL iBTIl TOEFL iBT è un test che determina illivello di conoscenza e di padronanza dellalingua inglese scritta e parlata.È richiesto principalmente da college euniversità i cui corsi si svolgono in linguainglese, ma anche da agenzie governative eaziende per programmi di scambio,concessione di borse di studio o assunzionivere e proprie.Il corso consente di acquisire le abilità e lecapacità necessarie per affrontare l’esameper il conseguimento del TOEFL iBT,attraverso lo svolgimento di esercitazioni esimulazioni delle sezioni in cui si articola iltest:Lettura (Reading); Ascolto (Listening);Conversazione (Speaking); Scrittura (Writing).Il docente è altamente qualificato edesclusivamente di madrelingua inglese, conesperienza pluriennale nel settore didattico.Rivolto a persone con buona conoscenzadella lingua inglese.Durata: 40 ore con incontri trisettimanali didue ore ciascuno.Programma del corsoLettura (Reading) – 12 ore di attività in classeAscolto (Listening) – 12 ore di attività inclasseConversazione (Speaking) – 12 ore di attivitàin classeScrittura (Writing) – 12 ore di attività inclasse.

Corso di Business English (Inglese Aziendale)È rivolto a chi cerca un lavoro o a chi, sullavoro, vuole ottenere migliori risultati; aiutagli iscritti a potenziare il proprio curriculumconcedendo loro un netto vantaggio nellacompetizione. Per chi ha già una professione,il corso facilita le trattative d’affarigiornaliere, rendendo la comunicazione ininglese più semplice ed efficace ed aprendo,così, le porte a nuove possibilità i successo.Il corso si divide in due parti:I. Apprendimento dell’inglese commerciale:Si pone particolare enfasi sullo sviluppodelle capacità verbali e di ascolto attraversosimulazioni, esercitazioni, case studies edibattiti. Il docente utilizza materiale audio-visivo e cartaceo per l’insegnamento dellalingua inglese in ambito aziendale.II. Preparazione dell’esame BEC:Per chi volesse conseguire l’esame BEC(Business English Certificate) e per chi hapartecipato alle lezioni di cui alla parte I, ilcorso prevede le attività connesse allastruttura dell’esame BEC, che è suddiviso inquattro parti: Lettura (Reading), Scrittura(Writing), Ascolto (Listening) e Conversazione

(Conversation).Durata: 32 ore con incontri bisettimanali dadue ore ciascunoProgramma del corsoLettura (Reading) – 8 ore di attività in classeScrittura (Writing) – 8 ore di attività in classeAscolto (Listening) - 8 ore di attività in classeConversazione (Speaking) - 8 ore di attività inclasse.

Corso di preparazione al Key English Test (KET)Mira a un’adeguata preparazione all’esamedi lingua inglese KET, che costituisce ilprimo livello degli esami Cambridge Englishfor Speakers of Other Languages (ESOL) ecorrisponde al livello A2 del QuadroComune Europeo del Consiglio d’Europa.Il partecipante acquisisce la capacità dicomunicazione quotidiana nella linguainglese scritta e parlata a un livello di base.Il corso risulta molto utile anche per lapreparazione degli esami successivi, come ilPreliminary English Test. Rivolto a ragazzidai 12 ai 18 anni con scarsa conoscenzadell’inglese.Durata: 64 ore con incontri bisettimanali dadue ore ciascunoProgramma del corsoLettura (Reading) – 16 ore di attività in classeScrittura (Writing) – 16 ore di attività inclasseAscolto (Listening) – 16 ore di attività inclasseConversazione (Speaking) – 16 ore di attivitàin classe.

Corso di preparazione al Preliminary EnglishTest (PET)Mira a un’adeguata preparazione all’esamedi lingua inglese PET, che costituisce ilsecondo livello degli esami CambridgeEnglish for Speakers of Other Languages(ESOL) e, nel Quadro Comune Europeodel Consiglio d’Europa, corrisponde allivello B1. Il partecipante acquisisce lacapacità di comunicazione quotidiana nellalingua scritta e parlata a un livello medio, lecompetenze per leggere e interpretaresemplici testi e articoli di giornale, scriverelettere personali non complesse o prendereappunti durante una riunione.Rivolto a ragazzi dai 12 ai 18 anni conbuona conoscenza della lingua inglese.Durata: 64 ore con incontri bisettimanali dadue ore ciascunoProgramma del corsoLettura (Reading) – 16 ore di attività in classeScrittura (Writing) – 16 ore di attività in classeAscolto (Listening) – 16 ore di attività inclasse

Conversazione (Speaking) – 16 ore di attivitàin classe.

Corso di preparazione al First Certificate inEnglish (FCE)Mira a un’adeguata preparazione all’esamedi lingua inglese FCE, che costituisce il terzolivello degli esami Cambridge English forSpeakers of Other Languages (ESOL) ecorrisponde, nel Quadro Comune Europeodel Consiglio d’Europa, al livello B2.Il partecipante al corso di preparazione alFCE, attraverso numerosi esercizi di lettura,scrittura, ascolto e simulazioni orali,raggiunge una conoscenza medio-elevatadella lingua inglese, acquisendo unapadronanza della lingua sufficiente per unuso pratico in professioni manageriali,impiegatizie e di segretariato, e in numerosisettori che utilizzano l’inglesequotidianamente.Durata: 64 ore con incontri bisettimanali dadue ore ciascunoProgramma del corsoLettura (Reading) – 12 ore di attività in classeScrittura (Writing) – 12 ore di attività inclasseUso dell’inglese (Use of English) – 12 ore diattività in classeAscolto (Listening) – 16 ore di attività inclasseConversazione (Speaking) – 12 ore di attivitàin classe.

Corso di Conversazione in lingua ingleseMira all’acquisizione di una padronanzalinguistica pragmatica, che permetta dipadroneggiare un ampio ventaglio disituazioni riferibili a se stessi e all’ambitoimmediatamente circostante.L’approccio è comunicativo-funzionale,finalizzato principalmente allo scambiolinguistico orale.7Durata: 64 ore con incontri settimanali diquattro ore, con la possibilità di offrire piùcorsi insieme.Programma del corsoI partecipanti sono coinvolti in progetti esimulazioni linguistiche nel corso delle qualiutilizzano gli strumenti appresi perfronteggiare le più disparate situazioni: daicontesti quotidiani a quelli lavorativi, comela simulazione di una riunione.

A richiesta si organizzano anche corsispecifici individuali e per aziende.

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