Emmaus

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Antonio Sandri EMMAUS

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Recita di un atto. Dopo averlo riconosciuto i discepoli dicono cosa faranno.

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Antonio Sandri

EMMAUS

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È stato scritto per una Pasqua lontana, ma vale anche per Natale e per ogni momento.

Non sono diverse le domande di fronte ad una mangiatoia o ad un sepolcro vuoto di un Uomo-Dio.

Rimane sempre come scrive Ungarettila perla ebbra di dubbio

Bisogna avere il coraggio di affrontare il dubbio per oscurarlo o portarlo alla luce, sapendo che se si elimina totalmente, con lui muore anche l’uomo.

Troppo spesso muore nello scienziato o nel moralista, perché loro sono condannati a sapere.

Ma è Natale. La vita continua a nascere e con lei le domande.

Non vi sia grave la lettura.

Antonio Sandri

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Riflessioni scritte in forma di commedia

Protagonisti

Primo discepolo, che verrà chiamato Shemuel

Secondo discepolo detto Cleopa

Viandante che è il Signore

Ambiente

La strada polverosa che da Gerusalemme porta al

villaggio di Emmaus. Poi, un caranserraglio.

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Riflessioni tratte liberamente dal seguente passo di Luca

Lc 24, 13-34

“Ed ecco, in quello stesso giorno, due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?” si fermarono, con il volto triste; uno di loro , di nome Clèopa, gli disse: “Tu solo sei forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?” Domandò. “Che cosa”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti ed i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatosi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute anche a dirci di aver avuto una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come hanno detto le donne,ma lui non l’hanno visto,”Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella gloria?” e cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio in cui erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero : “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?

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Due discepoli del Signore, Shemuel e Cleopa, ritornano a casa, percorrendo la strada che va da Gerusalemme a Emmaus..È un ritorno a casa da sconfitti.

Shemuel - Primo discepolo Non è neanche che siamo sconfitti. Delusi, ecco! Delusi piuttosto che sconfitti

Camminano, lentamente, con passo strascicato, senza voglia, ma anche senza particolare stanchezza.

Cleopa - Secondo discepoloTu ami ancora le parole e le distinzioni.Come agli Ulivi. Dicevi: "Vedrai che adesso Pietro si scatena e saranno botte per tutti coloro che gli mettono le mani addosso.Poi, giri la frittata: "Ma sai, Pietro deve dare l'esempio della non violenza". Ma, alla fine, vedrai che la non violenza vincerà!

È un parlare a scatti, convulso: una frase ogni tanto. Il più delle volte, è un parlare a se stesso e non il compagno di viaggio.

Alla fine...alla fine...chissà mai se qualcuno ha mai trovato una volta nella vita, in qualche luogo di questa terra, questo ALLA FINE.Alla fine il giusto vincerà...alla fine Gerusalemme sarà liberata...alla fine regnerà la giustizia...alla fine ci sarà da mangiare...alla fine si potrà camminare di notte senza paura dei briganti...Alla fine...alla fine...tutte storie, le storie dell' “alla fine”!

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Fa un gesto brusco e la bisaccia gli cade dalle spalle. La riporta su con uno scatto nervoso e continua a camminare e parlare.

Scriverò un canto intitolato:LA FINE DELL' “ALLA FINE”Con il ritornello che dice: “Qui giace “alla fine”. Finalmente.

Si tocca il sedere, fermandosi pensieroso in quella posizione singolare, con la faccia rivolta in su a guardare il cielo. Dopo un po’ si scuote e, con aria sentenziosa e di sfida, punta l'indice all'indirizzo di un nemico invisibile, ma terribilmente presente.

E la canterò sull'aria di "Ave Caesar, morituri te salutant"

ShemuelNon agitarti, Cleopa. Sconfitti o delusi, noi siamo qui che camminiamo. Hai visto lui, Gesù di Nazareth?

Si ferma un istante, in atteggiamento assorto, quasi per ricordare meglio.

Hai visto come l'hanno conciato. Avrei giurato che non ce l'avrebbe fatta ad arrivare in cima.Cireneo o no, avrei scommesso che sarebbe morto già alla seconda rampa.

Riprende a camminare e quasi inconsciamente il suo passo si fa più strascicato ed incerto, quasi a provare se Lui ce l'avrebbe fatta o no. E intanto scuote lentamente la testa in segno negativo.

CleopaSei il solito, Shemmuel! Ma scusa: chi ha condannato Gesù? I Romani.

Il primo discepolo cerca di interloquire, ma non riesce, perché l'altro lo previene.

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Lascia perdere il Sinedrio, Caifa, Anna ed i quattro scalmanati che gridavano " Barabba! e Crucifige!"Tutta scena, tutto preparato, tutto fumo e niente arrosto!A condannarlo è stato Pilato, a prenderlo in consegna i romani.Era un centurione, non so se dico poco, un centurione che comandava i soldati che lo scortavano.

Si ferma per calcare meglio col gesto quanto sta dicendo.

E tu pensi proprio che i romani, i romani dico, l'avrebbero lasciato morire prima di appenderlo alla croce? Ma...ma...non sarai divenuto scemo!

Sempre fermo in mezzo alla strada, le gambe leggermente allargate, scandisce ogni parola agitando il braccio dall'alto in basso e inframmettendo tra esse una pausa secca e precisa.

I...romani...avevano...l'ordine...l'ordine ti ripeto...di crocifiggerlo e l'avrebbero crocifisso a qualsiasi costo.Qualsiasi!In croce doveva morire non per strada: questo era l'ordine. E i romani non sono come noi: l'ordine è un ordine. Sarebbe arrivato sul Calvario, sarebbe stato inchiodato sulla croce ed innalzato. Vivo!Sono organizzati i Romani!

ShemuelMa sì, ma sì, non scaldarti! Cammina che Emmaus non è molto lontana. E si fa sera!Non ho tanta voglia di arrivarci. Non riesco a togliermelo dalla testa.Ma ti ricordi quando ha bagnato con la saliva le orecchie e la bocca di quel povero sordomuto e ha detto: “Effeta!, Apriti!”?

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Per la miseria, tu puoi dire quello che vuoi, ma io ho sentito che il povero tapino ha cominciato a parlare. A urlare! Sarò anche scemo , ma ho visto e sentito, per la miseria. Io ci ho creduto.E poi...

Si ferma in mezzo alla strada e si accalora nel gesto e nella parola.

E poi... io sento la sua voce. L’ho sentita chiaramente dire :”Beati voi perché avrete giustizia; chi mi segue entrerà nel mio regno.”Io dubitavo ancora. Lui ti trova sulla strada uno zoppo e quello se ne va via bello diritto. Trova un epilettico e questo si mette a saltare. Trova persino un morto e quello bel bello se ne esce dal sepolcro.Sarà anche stato un suo amico, ma, per la miseria, puzzava da morto lo stesso.Prima puzza e poi vanno insieme a mangiare.Come fai, dico io, a non fidarti?Come fai..?Non era uno che avesse paura. Parlava e picchiava.Ti ricordi, al tempio, che casino ha fatto quando ha cacciato via i venditori? Per la miseria, quella volta ho avuto paura anch’io. Dava fuori proprio da matti.

Segue un lungo silenzio, mentre il sole scende rapidamente e le ombre si allungano. Un grande silenzio e il rumore dello strascicare dei sandali e dei colpi ritmati dei bastoni da viaggio.

CleopaMah!..Boh?...Re dei Giudei!Il re degli sputi e degli schiaffi, altro che Re dei Giudei.Però, però … capiva quello che avevi dentro.

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Io ero vicino al pozzo di Giacobbe, seduto dietro una palma.C’era un caldo! Loro non mi hanno visto, ma io ho ascoltato.Ti inquadra quella sgualdrina della Samaritana, le parla di acqua, di sete, di serenità e che non avrebbe avuto più sete per tutta la vita.Anzi, ha detto, adesso mi ricordo: “per sempre, perché chi beve la mia acqua non morirà in eterno.”Quella che chiede scusa e chiama tutto il villaggio a adorarlo.Ohhh! Era un villaggio di Samaritani, di Samaritani, ti dico.Allora mi dico, se questo vuole, converte non solo i romani, ma anche i persiani e tutti gli altri popoli.E Elia sarebbe tornato e forse anche Mosè e Davide, mi sono detto.Io mi aspettavo di vedere, prima o poi, anche il Padre Abramo!Non é che capissi tutto quello che diceva, ma ho capito bene che lui comandava anche ad Abramo e che questi era vivo e lui lo aveva incontrato.E’ bastato però che un paio di persone, di quelle che dico io, è bastato che dicessero: bah! e lui si è ritrovato in croce.

ShemuelIo ci credevo, io ci credevo!Chissà che ridere mia moglie: “Eccolo il solito ingenuo. Si lascia incantare come un bambino e ora torna mogio, mogio. E io dovrei consolarlo. Io consolare lui? Lui che se ne è andato a spasso, dietro la chiamata. Bella come scusa. Gliela do io la chiamata…Ed io qui a lavorare, a crescere i figli!”

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CleopaChe risate! Non le mie. Quelle dei miei amici, compresi quelli che hanno seguito Giovanni il Battezzatore. Almeno con quello si capiva qualche cosa e ti prometteva sempre il Messia. Non diceva che era lui.

Le pause di silenzio divegono più lunghe e numerose. Il dialogo sempre più un serie di monologhi, una riflessione intima, personale, tra sé e sé, densa di desideri e speranze andate frustrate, ma che sono rimaste dentro a formare quell’impasto che ormai sarebbe stato per sempre la loro vita: vedere i cieli aperti che si chiudono a poco a poco assumendo la forma di croce.Il cielo aperto sarebbe rimasto nel cuore, sempre più ancorato al “alla fine”.

Cleopa E chi è quello? da dove sbuca?

Shemuel Non vedi. È un viandante, uno come noi.

Cleopa: Ma da dove sbuca? Sembra che ci aspetti.

Guardano l’estraneo, cominciando dalle mani, poi le gambe e il torace e solamente alla fine la faccia. Poi lo guardano negli occhi.Non appare né affaticato, né stanco.Se ne sta fermo, in attesa, e li fissa. Non si può ignorarlo: È una presenza.

ShemuelBuona sera.

Cleopa...sera. sei stanco? Da dove arrivi? Non ti abbiamo visto prima.

Shemuel Da Gerusalemme?

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ViandanteNon sono stanco e arrivo da Gerusalemme.

ShemuelDove vai?

ViandanteDove andate voi.

ShemuelNoi andiamo a Emmaus. Torniamo a casa.

Viandante: Anch’io vado a Emmaus.

CleopaAllora andiamo insieme?

ViandanteSono qui per questo. Vi aspettavo.

ShemuelEh sì! Visto quel che è successo, è sempre meglio

viaggiare insieme.

Si avviano insieme

ViandantePerché, cosa è successo a Gerusalemme?

CleopaCome? Vieni da Gerusalemme e non sai quello che èsuccesso?

Viandante

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Quello che io so è che è successo quello che era scritto doveva succedere.Quello che i profeti avevano detto e Gesù ripetutamente annunciato; che il Giusto doveva morire.

ShemuaelMa è proprio qui che c’è qualcosa che non quadra. I profeti avevano detto che doveva venire l’Unto di JWHW, che il suo nome sia benedetto, per liberarci dalla schiavitù, dalla oppressione, dalla ingiustizia e dalla fame. Viene uno che dice: “Io sono il figlio dell’Uomo, il figlio dell’Altissimo, nessuno va al Padre se non attraverso me, io sono il Messia atteso. Vedete come tutte le profezie si avverano in me. Di me parlano i Libri Sacri: io sono il Salvatore, il Goel!”E per giunta, giù miracoli a destra e a sinistra.E noi via da casa a corrergli dietro, per essere pronti, per non perdere il posto quando Lui avrebbe vinto.Non che volessi tante cose. Ma un po' di giustizia e un po' meno di miseria...me le meritavo anche.

CleopaIo oltre che deluso, sono anche incacchiato.Mi sento preso in giro, mi sento!Pareva fosse andato a scuola con Isaia o addirittura fosse fratello gemello di Elia. Sapeva tutto, rispondeva a tutti, incantava tutti.Io non so leggere né scrivere. A me i discorsi delle parabole, del regno di Dio che una volta è un campo, una volta un seme, un’altra volta chissà cosa, non li capivo e non mi interessavano.Ma, per la miseria, dietro di lui c’era tanta gente e qualcuno non da poco.Nicodemo per esempio, e l’altro, come si chiama..? non ricordo il nome!

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Non aveva paura a dire la sua ad Erode, e mandava a dire a Cesare: “Stattene buono perché il mondo non è tutto tuo. Ce n’è un pezzo, il più bello, che è mio e lo darò ai miei discepoli.” E lo diceva nel tempio e non in cantina.E l’entrata a Gerusalemme per la Pasqua? Ma io ero sicuro…ho scommesso una corona di fichi secchi, che, tempo un giorno, Erode con lo stesso Pilato, l’avrebbero chiamato a palazzo a trattare.Porca miseria se l’hanno invitato! Con la scorta l’hanno invitato! Con la scorta e con la frusta!E gli hanno dato anche una corona e un epitaffio inciso sul legno. “Gesù, Nazareno, il re dei Giudei”Scritto in tre lingue: aramaico, greco, latino, per essere sicuri che tutti lo potessero leggere e sapere.Che delusione! Altro che sedersi alla destra del Padre!

ShemuelNon scaldarti troppo, Cleopa!. Ormai è sera. Lì c’è una trattoria. Io sono stanco e ho fame. Continuiamo a parlare con le gambe sotto il tavolo.

ViandanteVolentieri! Anche perché non ho capito molto della vostra delusione e tristezza. Quello che è successo a Gerusalemme dovrebbe farvi felici.

Shemuel e CleopaCosaaa?

CleopaAndiamo a mangiare che è meglio.

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Entrano. È una povera baracca di legno, il solito caravanserraglio per viandanti. In un angolo un piccolo tavolo di assi, squadrate alla buona, con tre panche. È libero.Siedono.Vi è silenzio tra loro, ognuno alle prese con i propri pensieri. I due discepoli mascherano quello che passa loro per la mente con il sistemarsi a tavola con molta più confusione del necessario.Solo il viandante conserva un atteggiamento tranquillo e paziente.Ordinano del pesce secco, un pane e del vino.

ViandanteMa Gesù non aveva detto che bisognava fosse ucciso? Che il suo sangue doveva essere versato per riconciliare il suo popolo con JWHW ? e, proprio per questa morte, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe sarebbe divenuto il Padre di tutti? il pieno di misericordia!

CleopaEcco! Le stesse storie che raccontava Gesù.Avrebbe distrutto e ricostruito il tempio in tre giorni.Ogni potere si sarebbe piegato innanzi a lui.E avrebbe liberato i poveri.Tutti i bei discorsi che sentivo...Non posso neanche dire che non mi piacessero, ma erano chiaramente una copertura. Ecco che cosa erano: una copertura. Salvo essere fessi, naturalmente.Nelle scritture ci sono cose ben più concrete: terra e ancora terra.Prendiamo...

Si interrompe per masticare una oliva che si trovava in una ciotola sul tavolo, e con la bocca ancora piena riprende a parlare in maniera convulsa, senza fare pause per paura che interrompano il suo dire. Gli sarebbe seccato moltissimo, perché quello che aveva da dire gli sembrava non solo importante, ma essenziale per capire quello che era successo.

Prendiamo Mosè. L’abbiamo celebrato pochi giorni fa.Per uscire dall’Egitto, prima fa mandare tutti quegli insetti, poi le piaghe, poi fa ammazzare tutti i

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primogeniti egiziani. Così tanto per cominciare. Poi ti fa dividere le acque del Mar rosso. Così, per la miseria, si mostra la potenza del braccio del tuo Dio e dimostri che JWHW, che il suo nome sia benedetto, è con te!Non solo! Ma non ci pensa su un attimo a far chiudere le acque e far annegare un esercito intero. Tutti, compresi i cavalli.Migliaia di morti.

Continua in maniera ancora più convulsa e agitata, quasi gridando.

E Giosuè? e Sansone? e Davide? Non sono andati tanto per il sottile nel conquistare la terra promessa.Moabiti, Medianiti, Filistei: tutti passati a fil di spada.Keniti, Kenizziti, Kadroniti, Hittiti, Penizziti, Refain, Amorrei, Cananei, Sergesci, Evei e i Gebusei: tutti fuori dai piedi perché quella era la Terra Promessa.JWHW, che il suo nome sia benedetto, si è perfino arrabbiato con Davide, perché aveva risparmiato qualche bambino e qualche donna.Votarono allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini.Questo si chiama fare l’unto del Signore! Questo significa mantenere il patto con il proprio popolo di fronte agli altri popoli.Certo! C’erano anche i profeti con le loro parole che poco si capivano, piene di prospettive e promesse occulte, poco chiare, ma, per la miseria, c’erano i fatti, quelli veri, quelli concreti. Quelli che poi sono rimasti nelle Scritture.D’accordo, noi siamo stati dei fessi, perché, finché lui ci aiutava a conquistare la Palestina, noi lo tradivamo sulle colline e dietro le siepi.A dire la verità, io non so chi dei nostri padri abbia tradito JWHW, che benedetto sia il suo nome.Tutti dicono il popolo. Quando c’è qualche cosa che non va, la colpa è sempre del popolo!

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Io sono convinto che certi peccati di idolatria li potevano fare solo i re o i sacerdoti o qualche profeta che predicava bene e razzolava male.Ma il popolo...al massimo si sarà fatto qualche donna straniera di troppo. Comunque, lasciamo perdere, perché, tanto, ci ha castigato tutti. E castigati bene e per lungo tempo.Troppo! Era ora che ci perdonasse e che mandasse qualcuno a liberarci. Ma qualcuno che assomigliasse ai nostri Padri.Ecco invece questo uomo, bravo per carità, ma che dopo aver preso un sacco di botte, essere stato appeso in croce, mentre tutti aspettavano che mantenesse le promesse e chiamasse suo Padre, Elia e gli angeli, invece dice: ”Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.”E’ stata una presa per i fondelli , ecco cosa è stata.

Zittisce e nella stanza rimane solo l’eco del suo sfogo.Arriva l’oste a portare quanto ordinato e depone sul tavolo i piatti, il pesce secco ed un grosso pane.Il Viandante avvicina il pane e lo pone davanti a sé. Lo guarda per un istante, poi alza la testa e comincia a parlare, con voce, molto piana.

ViandanteHai ragione!Quanto sangue è costato dare ad Israele una terra.Quante sofferenze per mantenere il patto fatto al Padre Abramo, affinché la sua discendenza fosse numerosa come le stelle, come i granelli di sabbia del deserto.Ma la terra era disobbediente, resa selvatica ed estranea a Dio per il peccato di Adamo ed Eva.Si doveva salvarla, ma per salvarla c’era bisogno di un popolo. Ma non di un popolo che si confondesse con gli altri, ma che testimoniasse, sempre, che c’è un solo Dio.Doveva perciò essere tenuto separato e per essere separato c’era bisogno di una patria.Quanto sangue tutto questo è costato! Israele ha dovuto distruggere interi popoli.

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Israele non lo capiva, come non l’hai capito tu.Il sangue versato non era per mostrare la potenza del braccio di Dio sugli altri popoli, sui loro figli, sulle loro donne.No! No! No! Sarebbe stato un delitto. Era solo perché Israele si confermasse fedele al suo Dio.Ma, più Israele diveniva orgoglioso per avere come difensore Dio, più lo tradiva con altri dei, mescolandosi con altri popoli ed altre culture, più pesante era il tributo di sangue che bisognava fosse pagato per tenerlo unito. Per fargli capire.Quanto sangue e quanto dolore.Non potevano restare impuniti. Il sangue e le sofferenze erano molte, avevano raggiunto il colmo.Alla testardaggine di Israele e alla fedeltà di Dio, rimaneva una sola strada: che fosse versato l’ultimo sangue e che questo fosse di un discendente di Davide, ma anche figlio dell’Altissimo. Questo hanno detto i profeti e le Scritture.Per questo il figlio di Dio doveva diventare carne ed il suo sangue doveva essere sparso.L’ultimo! Quello dell’Agnello sacrificale che porta la pace.Doveva essere cancellato il sangue, a suo modo innocente, che era stato versato, perché solo così si potevano pronunciare le parole: Pace e Amore, e dire a Dio:“Padre nostro, sia santificato il tuo nome, venga il tuo

regno; dacci oggi il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione”

Cessa di parlare e rimane in un silenzio quieto, così come era stato il suo dire.Prende il grosso pane, leva gli occhi al cielo in atteggiamento di preghiera e di benedizione e lo spezza. Ne dà un pezzo a ciascuno dei suoi compagni di viaggio.La tensione aumenta ed è tutta negli sguardi.

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Quegli sguardi legano i due discepoli al viandante, in una ansia di conoscere ed essere riconosciuti.

ShemuelMa tu sei...?

CleopaPorca miseria! É per questo che sai tutto.

Shemuel Ma sei tu, vero?

Viandante ovvero il SignoreE’ iniziato il regno dell’amore, perché tutto è stato perdonato, pulito, lavato. Non c’è più odio tra Dio ed il suo popolo e per mezzo del suo popolo, con tutti gli altri popoli.Per questo io debbo andarmene, debbo tornare al Padre. Io sono e rimango un ebreo, della stirpe di Davide, che ha portato a compimento quello che era stato affidato al popolo di Israele: essere salvezza per tutte le genti.Ma per completare l’opera è necessario che venga lo Spirito. Ma perché venga, io, uomo ebreo, anche se Figlio di Dio, debbo andarmene.Attendete lo Spirito amandovi l’un l’altro, perché da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli.Ma dovete amarvi nel concreto, aiutandovi, dividendo il pane e la fatica, i doni ed i frutti della terra. Chi è più bravo aiuti il meno bravo, perché è per questo che è stato voluto più bravo.

ShemuelSignore, sapevo di non essermi ingannato. Ecco! Io vado a casa, lavorerò il mio orto dall’alba al tramonto. Più di prima, perché il mio vicino abbia più pane. Anzi, metà raccolto sarà per me, metà sarà per lui. Così ci ameremo l’un l’altro.

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CleopaIo mi inginocchio davanti a te, o Signore. Chiedo la tua benedizione per quello che voglio e intendo fare.Nella mia vita ho incontrato molta gente e tu lo sai come sono fatto: chiacchiero, mi interesso, sto attento ad imparare.Ho sentito dire che in Sicilia usano per arare un tipo diverso di aratro. Non di legno ma di ferro. Pesante, con una lama lunga e ricurva.Così può penetrare più profondamente nella terra. Per adoperarlo, bisogna usare in coppia dei buoi, con una speciale bardatura.Così il raccolto raddoppia e si può sfamare una moltitudine di gente.Certo, bisogna raccogliere i soldi per il viaggio, andare ad imparare.Poi ci vorranno i soldi per l’aratro e le bardature.Non vorrei che anche i buoi dovessero essere di razza e di stazza diversa dei nostri.Qui bisogna mettersi d’accordo in quattro, i quattro più furbi, perché se dobbiamo aspettare gli altri, moriamo di fame.Anzi, come sempre, morirebbero di fame i più deboli.Purtroppo bisognerà dire al capo villaggio che si tiri da parte. Finché c’è lui si continuerà ad arare come prima, e l’amore degli altri si ridurrà a quello che ha detto il mio amico: dividere la miseria.Eh, no! tu ci hai creato intelligenti e quindi usiamo questa intelligenza come si deve usare, affinché tutti abbiano il necessario e siano più felici.Dove ero rimasto?Ah, ecco! Diciamo al capo villaggio, con molto affetto e rispetto, ma anche con chiarezza che ci lasci lavorare e fare.Lui ha già dato molto ed è giusto che si riposi.

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In un paio d’anni avremo tanto di quel raccolto da poterlo portare anche ai poveri che sono lontani.Allora, Signore, sta attento a questa proposta, dimmi se è proprio da buttare via.Il mio amico corre a Gerusalemme a confermare la grande notizia che sei risorto e che noi ti abbiamo incontrato. Avvisa, anche, che io, seguendo il tuo messaggio d’amore, sto rendendolo concreto organizzandoci per avere una maniera intelligente di aiutarci a vicenda.Quindi ci raduniamo e ci prepariamo a lanciare il tuo messaggio d’amore in tutto il mondo.Io, se permetti, penserei ad uno slogan di questo genere:“Amate i vostri fratelli, con la tecnologia della liberazione”Cosa ti pare, o Signore, non ho finalmente capito qualche cosa?

Tace. Alza gli occhi per guardare il Signore, perché nella foga del discorso l’aveva perduto di vista. Il Signore non c’è più. Sul tavolo davanti a dove era seduto, c’è ancora il pane spezzato.

Il lettore o gli spettatori se la commedia è recitata, facciano un momento di silenzio e, nel silenzio del loro cuore, dica al Signore quello che intende fare, ora che lo ha incontrato risorto.

Passato il momento di silenzio, da fuori campo si ode la voce del Signore.

SignoreIo benedico te e la tua fatica perché lavorerai il doppio; io benedico te ed il tuo entusiasmo perché ti affaticherai nella preoccupazione. Ma in verità in verità vi dico, che se il pane che procurerete e spezzerete con i fratelli, specie i più poveri, non diverrà il mio corpo donato a tutti per la loro salvezza e affinché tutti, attraverso di me, possano venire al Padre, invano vi

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sarete sacrificati ed il vostro sarà un costruire nella sabbia.