EHF - antifurto.com La nostra Fondazione sta cercando di offrire un contributo in questa direzione...

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EHF sicurezza per la cultura ANNO XXV - N. 1 MARZO 2016 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, LO/MI Un nuovo spazio per la musica a Venezia: lo Squero, l’auditorium dell’Isola di San Giorgio protetto dalla Fondazione Hruby Beni archeologici: un patrimonio smisurato da tutelare La Fondazione Enzo Hruby sostiene a Spoleto la protezione di MAG-MetaMorfosi Art Gallery

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EHFs i c u r e z z a p e r l a c u l t u r a

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Un nuovo spazio per la musica a Venezia: lo Squero,l’auditorium dell’Isola di San Giorgio protetto dalla Fondazione Hruby

Beni archeologici: un patrimonio smisuratoda tutelareLa Fondazione Enzo Hruby sostiene a Spoleto la protezionedi MAG-MetaMorfosi Art Gallery

EHF sicurezza per la culturaPubblicazione trimestraleAnno XXV - N. 1marzo 2016

editoreFONDAZIONE ENZO HRUBYVia Triboniano, 25 - 20156 Milano

direttore responsabile CARLO HRUBY

redazione GIULIA LAZZERISIMONA NISTRICLAUDIA BULOW BOJE FERRENTINO

ha collaborato a questo numeroCLAUDIO CRIPPA

grafica e impaginazioneM. GRAZIA TIOZZO

servizi fotograficiANTONELLA MARTINOM. GRAZIA TIOZZO

Stampa: PRESSCOLOR S.p.A.Via Cletto Arrighi, 17 - 20134 MilanoRegistrata presso il Tribunale di Milanoal n. 612 in data 14/11/1992. PosteItaliane S.p.A. - Spedizione inAbbonamento Postale - D.L. 353/2003(convertito in Legge 27/02/2004 n° 46)art. 1, comma, 1, LO/MI.In caso di mancato recapito restituireall’e di tore che si impegna a pagare larelativa tassa presso il CMP di Roserio -Milano.È proibito riprodurre in tutto o in parte,senza citare la fonte, articoli, fotografie odisegni di questa pubblicazione.

Finito di stampare nel mese di marzo 2016

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gli amicidella Fondazione

CENTRO SISTEMI ANTIFURTOTorinowww.csa-antifurto.it

GRUPPO DABRomawww.gruppodab.it

METROVOXRomawww.grupposipro.com/az_metrovox.htm

TELEFONIA E SICUREZZAComowww.telefoniaesicurezza.it

UMBRA CONTROLPerugiawww.umbracontrol.it

IN COPERTINA:LO SQUERO, L’AUDITORIUMDELL’ISOLA DI SAN GIORGIO A VENEZIA

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EDITORIALE

Conoscere la sicurezzaSembra un periodo d’oro per i luoghi della cultura del nostro Paese. Così è stato l’inizio della primavera, che tra le vacanze pasquali e le giornate gratuite nei musei hafatto registrare presenze importanti in tutta la Penisola. Verrebbe da dire che i mag-giori siti culturali sono stati “presi d’assalto” dai turisti, se non fosse che l’espressioneappare fuori luogo da quando il fantasma del terrorismo si aggira in Europa. In questa situazione anche i luoghi più simbolici del patrimonio italiano sono a ri-schio, e per la loro sicurezza il Governo sta mostrando una particolare attenzione. Dopo otto anni di attività della nostra Fondazione, vediamo sempre con grande fa-vore l’interesse delle Istituzioni, ma ogni ragionamento sulla protezione dei nostri be-ni culturali deve essere accompagnato da un programma organico in grado di met-tere la sicurezza al centro. Per farlo non basta dotare musei e monumenti delle piùavanzate tecnologie ma bisogna creare una cultura della sicurezza che sia condivi-sa e diffusa presso i diversi operatori. Non basta riservare una maggiore attenzioneal tema della protezione sull’onda dei fatti di cronaca ma è necessario dar vita a unacoscienza collettiva consapevole del valore della sicurezza, e trovare un punto di in-contro tra due mondi ancora troppo distanti tra loro. Da un lato esistono infatti tec-nologie molto evolute in grado di offrire una valida protezione al patrimonio cultura-le, con costi decisamente contenuti rispetto al valore dei beni che vanno a proteg-gere; dall’altro lato manca però un’adeguata consapevolezza delle potenzialità of-ferte dagli strumenti di cui disponiamo. E’ quindi un problema non di costi, ma dicultura, al quale va posto rimedio attraverso la sensibilizzazione degli operatori deibeni culturali e la formazione di figure professionali che sappiano fare un uso intel-ligente delle tecnologie, con il supporto di norme e di procedure condivise. Ed è al-tresì necessario sensibilizzare i cittadini su questi temi, fin da ragazzi. La nostra Fondazione sta cercando di offrire un contributo in questa direzione conil ciclo di incontri “I giovani e la protezione del patrimonio culturale”, rivolto alle ul-time classi dei licei e agli studenti universitari. La prossima tappa si svolgerà aMilano, all’Università Statale, con il convegno “Tutelare il patrimonio culturale ita-liano. Strumenti investigativi, presidi penalistici e buone pratiche", che vedrà coin-volti giuristi, magistrati, avvocati ed esperti del mondo dei beni culturali. Poi sare-mo a Firenze al Teatro Niccolini, appena tornato a splendere dopo decenni di ab-bandono, diventando un simbolo concreto di quanto l’impegno renda possibile ilraggiungimento di grandi risultati. L’abbiamo sperimentato anche noi in questi an-ni, anche se non avremmo mai creduto di arrivare in poco tempo a spegnere 50candeline, quanti sono i progetti sostenuti dal 2008 fino a oggi per la protezione dialtrettanti beni del nostro Paese. È un traguardo importante, raggiunto con la collaborazione delle molte personeche condividono i nostri obiettivi e ci accompagnano nella strada che abbiamoscelto. Una strada in salita, ma che non ci stancheremo mai di percorrere.

CARLO HRUBY

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1 editorialeConoscere la sicurezzaCARLO HRUBY

3 in breve4 report

Beni archeologici: un patrimonio smisurato da proteggereGIULIA LAZZERI

10 tesori dimenticati12 l’intervista

Una vita dedicata alla cultura.Intervista all’editore fiorentino Mauro PagliaiSIMONA NISTRI

16 tecnologie per l’arteTelecamere termiche: la sicurezza oltre il buioCLAUDIO CRIPPA

18 lavori in corso19 i progetti

Nuovi occhi elettronici per uno scrigno di capolavoriGIULIA LAZZERI

21 A Spoleto nasce MAG-MetaMorfosi Art GalleryGIULIA LAZZERI

24 Un nuovo spazio per la musica a VeneziaGIULIA LAZZERI

28 notizie30 storie e racconti

Ritratto di signoraGIULIA LAZZERI

32 Italia museo a cielo aperto

in questo numero

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CONVEGNOALL’UNIVERSITÀ DEGLISTUDI DI MILANO

Prevenire il compimento diatti criminali e attuareefficaci rimedi una volta chesono stati commessi: questele sfide di chi si adopera perproteggere i beni culturali.Attorno a questi temi ruota ilconvegno “Tutelare ilpatrimonio culturale italiano.Strumenti investigativi,presidi penalistici e buonepratiche”, che si terrà il 12aprile all'Università degliStudi di Milano, organizzatodalla Fondazione Hruby edal Dipartimento di ScienzeGiuridiche. Nel corso deilavori verranno illustrati dagiuristi, magistrati, avvocatied esperti del mondo deibeni culturali le linee guida,gli strumenti e gli orizzontidella protezione dei beniculturali. Per informazioni:02.38036625;[email protected].

CONVEGNO ASANREMO SULLAPROTEZIONE DEI BENICULTURALI

Appuntamento il 19 aprile aSanremo, dove per il ciclodei “Martedì Letterari” delCasinò si svolgerà unincontro dedicato allaprotezione e alla tutela deibeni culturali organizzatodalla Fondazione Hruby edal Teatro del Casinò.Interverranno come relatoriLouis Godart, Consigliereper la Conservazione delPatrimonio Artistico delPresidente della Repubblica,Carlo Hruby, Vice Presidentedella Fondazione EnzoHruby, e Armando Torno,editorialista del “Sole 24Ore”. In occasionedell’incontro sarà offerto inomaggio ai partecipanti ilvolume Un capolavorochiamato Italia. Perinformazioni: 02.38036625;[email protected]

LA DEVOZIONERELIGIOSA A POMPEIIN MOSTRA NEL SITOVESUVIANO

Inaugura il 29 aprile lamostra “Per Grazia ricevuta -La devozione religiosa aPompei antica e moderna”,organizzata dallaSoprintendenza di Pompei edal Centro Europeo delTurismo presso l’Antiquariumdell’area archeologica. Lamostra indaga il rapportointimo e personale con ladivinità, nella sfera pubblicae domestica. Una visione giàpresente nel mondo antico,che trova uno stringenteparallelismo anche nelCristianesimo e che aPompei si concretizzò nelladevozione alla Madonna delRosario. Per la tutela delleopere di maggior pregio èstata richiesta unaprotezione specifica,sostenuta dalla FondazioneEnzo Hruby.

PREMIO H D’ORO 2016:SONO APERTE LECANDIDATURE

Dopo il grande successodell'ultima edizione, che harappresentato il decimocompleanno del Premio H d’oro, torna il consuetoappuntamento con ilconcorso organizzato dallaFondazione Enzo Hruby.Un’iniziativa unica nel suogenere, che premia lemigliori realizzazioni disistemi di sicurezza evalorizza la professionalitàdegli installatori piùqualificati. Per partecipare ènecessario presentare leproprie candidaturecompilando l’appositomodulo scaricabile dal sitowww.accadoro.it, ericonsegnandolo allaSegreteria del Premio Hd’oro entro il prossimo 31luglio all’indirizzo [email protected], ovia fax allo 02.38036629.

in breve 2 0 16

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REPORT

Beni archeologici: un patrimonio smisurato da proteggereIN VIAGGIO TRA MORGANTINA, LOS ANGELES, CERVETERI E NEW YORK, PASSANDO PER DELOS E CORINTO

GIULIA LAZZERINella fiaba trascritta e resa celebre daCharles Perrault nel XVII secolo,Barbablu è un uomo ricco e crudele,che ha avuto sei mogli, una dopo l’altraimprovvisamente scomparse. Toccaalla settima sposa il gravoso destino diritrovarle, ormai prive di vita, nella stan-

za proibita, quella in cui l’uxoricidaBarbablu le aveva vietato l’ingresso. Lafiaba ha il suo lieto fine: Barbablu vieneucciso e la giovane vedova approfittadelle ricchezze ereditate per vivere ilresto della propria vita felice con ac-canto a sé un marito migliore del pre-

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cedente. Nel mondo reale Barbablu“vive” in Sicilia, nell’antica città diMorgantina, oggi area archeologicadel territorio di Aidone, in provincia diEnna. Ma questa volta è proprio lui ascomparire e ad essere poi ritrovato.Come la fiaba, anche la realtà ha il suohappy end. Ma è proprio così?

Trafugato dal sito archeologico diMorgantina alla fine degli anniSettanta, il reperto soprannominatoBarbablu per le consistenti tracce dicolor cobalto della barba è una testa interracotta policroma di epoca ellenisti-ca, raffigurante molto probabilmente ildio greco Ade. Pare che la sua collo-cazione originaria fosse il santuario diDemetra, all'interno del parco archeo-

logico. Esportato illecitamente, è statovenduto al Getty Museum di LosAngeles nel 1985 per la cifra di 500 mi-la dollari. Quest’anno, a fine gennaio, èstato restituito alla Sicilia al termine diuna lunga indagine che ha visto all’o-pera i Carabinieri del Nucleo TutelaPatrimonio Culturale di Palermo, ilDipartimento dei Beni Culturali e laProcura di Enna. La piena collaborazione con le autoritàstatunitensi e con il Getty Museum hainfatti permesso, dopo l’espletamentodelle procedure giudiziarie, l’organiz-zazione della restituzione. Tutto è partito da alcuni riccioli in fran-tumi di ceramica blu ritrovati tra i restidegli scavi di frodo nell’area archeolo-gica: dall’esame comparativo tra i

ROMA, FORI IMPERIALI

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REPORT

frammenti abbandonati dai tombaroli eil capolavoro acquistato dal GettyMuseum si è potuta accertare la pro-venienza della Testa di Ade dal sito diMorgantina e avviare le pratiche per larestituzione. Non è la prima volta che tornano inSicilia capolavori sottratti da questo si-to, che negli anni Settanta e Ottanta èstato oggetto di una vera e propria raz-zia: da lì provengono la celebre e co-lossale statua tardo classica dellaVenere di Morgantina (trafugata dopoessere stata divisa in tre pezzi), unacoppia di acroliti arcaici e il tesoro di

argenti ellenistici costituito da 15 pezzirisalenti al III secolo a.C. Oggi la Testadi Ade li ha raggiunti nel MuseoArcheologico di Aidone. Lieto fine? Perquesti capolavori restituiti probabil-mente sì, se il Museo che oggi li custo-disce saprà tutelarli e valorizzarli almeglio. Ci siamo soffermati sul sito diMorgantina, ma potremmo parlare dinumerosi altri, depredati e vandalizzatiper decenni, forse per secoli. La necropoli etrusca di Cerveteri, adesempio, famosa per essere la secon-da necropoli più grande al mondo do-po quella della Valle dei Re in Egitto.Dal saccheggio di questo sito straordi-nario proviene il Cratere di Eufronio,venduto per un milione di dollari alMetropolitan Museum di New York, chein seguito ad un accordo internaziona-le l’ha restituito all'Italia, dove è defini-tivamente tornato nel gennaio del2008. L’anno passato, attraverso l’ope-razione denominata Teseo, il ComandoCarabinieri Tutela Patrimonio Culturaleha recuperato 5 mila reperti archeolo-gici provenienti da scavi clandestini in

CAPOLAVORIPROVENIENTI DAL SITO

ARCHEOLOGICO DIMORGANTINA,

ILLECITAMENTEESPORTATI ALL’ESTERO

E SUCCESSIVAMENTERESTITUITI: LA VENERE

DI MORGANTINA, ILTESORO DI

MORGANTINA, E LATESTA DI ADE.

OGGI SONO TUTTICONSERVATI NEL

MUSEO ARCHEOLOGICODI AIDONE (EN)

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Puglia, Sicilia, Sardegna e Calabria, diepoca compresa tra l’ VIII secolo a.C. eil III secolo d.C. per un valore com-plessivo superiore ai 50 milioni di euro.Pensando a questi tesori che “tornano”viene da chiedersi quanti siano quellidi cui non sapremo mai l’esistenza per-ché non hanno lasciato traccia dietrodi sé dopo essere stati strappati al sot-tosuolo che li ha custoditi a lungo. Ilsaccheggio è incalcolabile. Alcune cifre tuttavia sono disponibili, epossono dare un’idea dell’ordine digrandezza di questo problema. Nel so-lo 2014 il Comando Carabinieri TutelaPatrimonio Culturale ha scoperto inItalia 59 scavi clandestini, il 20,4% inpiù rispetto all’anno precedente, e de-nunciato 127 persone all’AutoritàGiudiziaria per questo genere di reato.Nell’anno in esame il Comando ha re-cuperato 52.270 reperti archeologici,di cui 12.168 numismatici, e 100.615beni di natura paleontologica. I repertisottratti alimentano il mercato criminaledei beni culturali, che è il terzo per im-portanza, dopo droga e traffico d’armi,

IL LUOGO - MORGANTINAL’antica città siculo-greca diMorgantina, oggi area ar-cheologica in provincia diEnna, è stata riportata allaluce dalla missione archeo-logica dell’Università diPrinceton (Stati Uniti) nel1955. Gli scavi compiuti finoa oggi consentono di segui-re lo sviluppo dell'insedia-mento per circa un millen-nio, dalla preistoria sino al-l'epoca romana.

L'area più facilmente visitabile conserva resti dalla metà del V alla fine del Isecolo a.C., il periodo di massimo splendore della città. Da questo sito, che negli anni Settanta e Ottanta del Novecento è stato ripe-tutamente oggetto di scavi clandestini, provengono importantissimi reperti ar-cheologici. Tra questi la Venere di Morgantina, attualmente custodita pressoil Museo Archeologico di Aidone cui è giunta il 17 marzo 2011 dopo il con-tenzioso fra Italia e Stati Uniti dove era esposta presso il Getty Museum diMalibu, un importante gruppo di argenti, chiamato Tesoro di Morgantina, e laTesta di Ade, restituiti anch’essi all’Italia e conservati presso la stessa strut-tura museale.

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REPORT

con un giro d’affari stimato di 150 mi-lioni di euro all’anno. In Italia le aree archeologiche sono 240e 5.668 i beni immobili archeologicivincolati. Un patrimonio immenso, masoprattutto smisurato: queste cifre si ri-feriscono infatti alle sole aree e ai soliimmobili censiti. Siti e manufatti cheper loro stessa natura sono nella mag-gioranza dei casi all’aperto e quindisottoposti ad un rischio elevato di ef-frazione.Potremmo dire che lo sono da sempre,se pensiamo alle profanazioni di tombesull’Isola di Delos riportate nel V seco-lo a.C. da Tucidide, oppure agli scavidi antiche necropoli da parte dei mer-cenari di Pirro in Macedonia ricordatequattro secoli più tardi da DiodoroSiculo, o ancora alle numerose razziestoricamente documentate ai dannidelle necropoli etrusche. Ieri i coloni romani al seguito di GiulioCesare saccheggiavano le tombe diCorinto. Oggi le organizzazioni crimi-nali fanno scempio del patrimonio cul-turale avvalendosi di una struttura ge-rarchica che vede alla base della pira-mide i tombaroli, passando ai ricettato-ri locali per arrivare a quelli di alto livel-lo, spesso organizzati in vere e proprie

associazioni a delinquere e in grado dipianificare traffici internazionali. La lotta contro questa piaga che de-paupera il patrimonio culturale vienecombattuta nei tribunali italiani e inter-nazionali e sul campo, dove le Forzedell’Ordine sono impegnate nel recu-pero dei beni sottratti. In quest’ottica ri-sulta indispensabile far ricorso alle mo-derne tecnologie di sicurezza, le qualiconsentono di proteggere i beni neiluoghi in cui sono conservati, di offrireun valido supporto alle indagini degliinquirenti, e addirittura di prevenire glieventuali atti criminosi. Un esempio per tutti? In ambito ar-cheologico si rivela molto utile l’utilizzodelle termocamere, che consentono dirilevare possibili minacce invisibili aocchio nudo su una distanza anche su-periore ai 15 chilometri. Utilizzate inabbinamento ai sistemi di video analisi,queste tecnologie offrono la possibilitàdi agire come dei veri e propri sistemiantintrusione validi non solo per le in-dagini successive al reato ma anche esoprattutto per la prevenzione dell’attocriminoso. Perché prevenire è sempre meglio checurare: forse lo penserebbero anche leprime sei mogli di Barbablu.

I SITI ARCHEOLOGICI DICORINTO E DI DELOS,

ENTRAMBI OGGETTO DISACCHEGGIO “ANTE

LITTERAM”, COMEDOCUMENTATO DALLE

FONTI ANTICHE. NELLA PAGINA AFIANCO ALCUNI

CAPOLAVORIILLECITAMENTE

SOTTRATTI E POIRESTITUITI ALL’ITALIA:

FRAMMENTO DI VOLTODI STATUA IN AVORIO;

CRATERE DI EUFRONIO;ALTRI REPERTI,

RECUPERATI NELCORSO

DELL’OPERAZIONE“TESEO” DAL COMANDO

CARABINIERI TPC

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ABSTRACT

The Testa di Ade ("Head of Hades") has returned to Sicily, sent back from the Getty Museum in Los Angeles. The masterpiece of Greek art was stolen at the end of the seventies from the Morgantina archaeological area, in Sicily.Having been purchased by the American museum, it was recovered and returned to Sicily at the end of a longinvestigation. This story with a happy ending points the spotlight at the problem of protecting archaeological assets,which are an immense heritage but often exposed to theft. In Italy there are 240 archaeological sites and 5,668archaeological property assets. An immense patrimony, but above all immeasurable: these numbers refer to only theregistered areas and properties. Sites and artefacts, which for their very nature are in most cases outdoors andtherefore subject to a high theft risk. The battle against this plague that impoverishes cultural assets is fought in theItalian and international courts and in the field, where the police are working hard to recover what has been stolen. From this view it is indispensable to take recourse to modern security technologies, which allow protection of the assetsin the places where they are preserved, offering valid support to the investigators, and even preventing criminal acts.

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UN VIAGGIO ATTRAVERSO L’ITALIA ALLA SCOPERTA DEI NUMEROSI TESORI DIMENTICATI DEL NOSTRO PAESE. MOLTI DI ESSI NECESSITANO DI UN’ADEGUATA PROTEZIONE,PRESUPPOSTO INDISPENSABILE PER LA LORO VALORIZZAZIONE.

molti dei capolavori presenti spessorende difficile preservarli dalle intempe-rie. A ciò si aggiungono gli atti vandalicie i furti che si sono susseguiti negli an-ni. Nel 2014 è stata denunciata la scom-parsa della balaustra di scala e dellabalconata dell’Edicola Cella, dell’Ominodi Hiroshima che ornava la tomba diRoberto Crippa, del cancello dell’Ed -icola Erba e di un recinto in bronzo del-la tomba Toeplitz. Lo scorso febbraio è sparito un crocefis-so realizzato nel 1952 da Lucio Fontana,del quale il Cimitero Monu mentale con-serva una decina di opere, tra cui due inceramica in cattivo stato di conservazio-ne e una cappella danneggiata. L’ultimo furto in ordine di tempo, denun-ciato a marzo, riguarda invece i busti inbronzo dei campioni automobilisticiAlberto e Antonio Ascari. A questa feritaal patrimonio culturale e alla memoria ditanti personaggi che hanno fatto la sto-ria di Milano e del nostro Paese va po-sto presto rimedio, prima che molti altricapolavori spariscano per sempre. Un contributo è offerto dall’Associa -zione Amici del Monumentale, con di-verse iniziative per sensibilizzare i citta-dini e per raccogliere i fondi necessari aproteggere e valorizzare un luogo dav-vero unico, non solo di Milano madell’Italia intera.

Il Monumentale di Milano è uno dei piùimportanti cimiteri al mondo. Si tratta inrealtà di un vero e proprio “museo a cie-lo aperto” dato l'altissimo valore artisticodelle sculture, delle edicole funebri edelle altre opere presenti al suo interno,frutto del genio di alcuni tra i maggioriartisti otto e novecenteschi italiani estranieri. Da Antonio Canova a LucioFontana, da Giacomo Manzù ad ArturoMartini, passando per Igor Mitoraj,Arnaldo e Giò Pomodoro, Giò Ponti,Medardo Rosso, Adolfo Wildt, per faresolo qualche nome. La naturale conservazione all’aperto di

MILANOIL CIMITERO MONUMENTALE: UN “MUSEO A CIELO APERTO”DA PROTEGGERE E VALORIZZARE

tesori dimenticati

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MARENE (CN)IL CASTELLO ABBANDONATO

Il castello di Marene potrebbe essere la cornice ideale per un set cinematografico,l’ambientazione perfetta per una storia di fantasmi, non certo quella di un film d’e-poca, dato lo stato in cui versa questa magnifica dimora ottocentesca in stile neo-gotico, che conserva ancora al suo interno diversi affreschi e suppellettili di pregio.Un tempo circondato da un grande parco che includeva un giardino all’italiana e unampio viale d’accesso, il Castello di Marene venne eretto a metà Otto cento dal con-te Carlo Amedeo Grosso su progetto dell’architetto Luigi Formento, autore anche deltempio valdese e della chiesa di San Secondo a Torino. Negli anni Venti delNovecento passò a Giuseppe Davico, proprietario di un’importante catena di alber-ghi di lusso in Italia e in Francia. Oggi appartiene ad alcune famiglie del luogo e an-drebbe assolutamente recuperato e valorizzato.

PRATOVILLA LE SACCA

Il complesso di Villa Le Sacca, chesi trova in posizione panoramicasulla collina di Spazzavento, nelComune di Prato, è un ex monaste-ro risalente alla prima metà del XIIIsecolo. Nella seconda metà delSettecento il Granduca di ToscanaLeopoldo donò al Regio ConvittoCicognini di Prato i beni dell'ab ba-zia e il monastero venne trasforma-to in sede di villeggiatura per i col-legiali. Alcuni degli ospiti della resi-denza estiva del Convitto Cicognini

diventarono da adulti uomini illustri: tra di loro Gabriele D’Annunzio e CurzioMalaparte. La seconda guerra mondiale spazzò via tante cose belle, tra cui laspensieratezza delle estati pratesi a Villa Le Sacca. Le camerate della residenzavennero trasformate in rifugio per gli sfollati, mentre il tempo, l'incuria e i vandali fe-cero negli anni seguenti il resto. Oggi il complesso architettonico – che ancora con-serva importanti strutture di epoca medievale di importante pregio – versa in unostato di completo abbandono e degrado, a cui andrebbe posto rimedio.

TRINO (VC)IL BORGO DI LERI CON LA DIMORA DI CAVOUR

In mezzo alle risaie, oltre ai resti dellacentrale nucleare dismessa, le cui torricampeggiano sulla campagna circo-stante sovrastando una piccola chie-setta del Settecento, c’è un borgo cheaspetta di essere salvato. È LeriCavour, il tesoro dimenticato della pro-vincia di Vercelli. La casa padronale,settecentesca, è un gioiello che sta ca-dendo in rovina: era la residenza esti-va di Camillo Benso Conte di Cavour, ilpadre dell’Unità d’Italia. Nel corso de-gli anni i ladri e i vandali hanno fattoscempio di questo luogo. Del busto ingesso del Conte di Cavour non è rima-sta nemmeno la testa, portata via daqualche balordo. Così come le porte, igradini in marmo, le tegole e persinoun balcone. In passato proprietàdell’Enel, successivamente il borgo diLeri è stato ceduto al Comune di Trino.Oggi servono le risorse necessarie perproteggerlo e valorizzarlo, trasforman-dolo da luogo dello scandalo e dell’ab-bandono a volano per la promozioneturistica del territorio.

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L’INTERVISTA

“Ho voluto restituire alla città, in segnodi gratitudine, qualcosa di tutto ciò chemi ha dato”. Poche parole, quelle del-l’imprenditore fiorentino Mauro Pagliai,per spiegare un grande gesto. Perchéquel “qualcosa” è un bene di altissimovalore storico e artistico per Firenze el’Italia, il seicentesco Teatro Niccolini,che inutilizzato dal 1995 e pesantemen-te danneggiato dall’incuria, ha appenariaperto i battenti grazie al suo impegnoe alla sua determinazione. Dopo averlo

acquistato nel 2006 e sottoposto adun’importante ristrutturazione, MauroPagliai l’ha restituito alla città in tutto ilsuo splendore, trasformandolo da luogodell’abbandono in una prestigiosa pla-tea nel cuore di Firenze e al tempo stes-so in un centro culturale polivalente distampo internazionale. Un’impresa digrande valore, che si inserisce nel solcodi un percorso professionale vissuto in-tensamente, con una sensibilità straor-dinaria verso l’arte e la cultura.

Nel suo percorso biografico e profes-sionale il fil rouge sembra essere la pa-rola passione. Dalla nascita del primonucleo di Polistampa nel 1965, in Viade’ Serragli, all’ultima grande impresadella riapertura dello storico TeatroNiccolini, la sua energia, determinazio-ne, la sua passione appunto, sonosempre stati elementi di successo. Ciracconti la sua esperienza.Dalla nascita di Polistampa alla riaper-tura del Teatro Niccolini sono passati50 anni. Un’avventura che prosegueda mezzo secolo e che è partita dallavolontà di creare un servizio di stampae di edizioni di qualità. Queste sono le premesse originarie,mantenute e sviluppate nel corso deidecenni fino a oggi. Tuttavia,Polistampa è stata fin da subito qual-cosa di più, caratterizzandosi come unluogo d’incontro e di discussione, unvero cenacolo per gli intellettuali e gliartisti toscani. Ricordo le collaborazionicon i grandi autori del Novecento, co-me i letterati e poeti Mario Luzi,Alessandro Parronchi e PieroBigongiari. Negli anni si sono legati al-

Una vita dedicata alla culturaINTERVISTA ALL’EDITORE FIORENTINO MAURO PAGLIAI, CHE HA FATTO RINASCERE LO STORICO TEATRO NICCOLINI

SIMONA NISTRI

MAURO PAGLIAI

Mauro Pagliai, nato a Signa (FI) nel 1943,si forma all’attività tipografica pressol’Istituto Salesiano di Firenze. All’età diventidue anni ha già una sua piccola ti-pografia in via de’ Serragli: nascePolistampa, che diventa presto luogod’incontro per gli intellettuali e gli artistitoscani. Nel 1999 fonda la società EventiPagliai, per la realizzazione di mostre inItalia e all’estero. Nel 2006 acquista ilTeatro Niccolini e, dopo un’importante ri-

strutturazione, lo riapre al pubblico nel dicembre 2015, in occasione dei 50anni di attività di Polistampa. Ha rivestito per tre mandati la carica diPresidente dei Toscografici, Consorzio Imprese Grafiche della Toscana e perdue anni è stato Vice Presidente degli Editori della Provincia di Firenze. Dal2010 al 2012 è stato Tesoriere della Fondazione Florens per i Beni Culturali eAmbientali di Firenze. E' uno dei soci fondatori di FILE e degli Amici di PalazzoPitti di Firenze, membro e consigliere di altre associazioni culturali fiorentine.Conseguentemente all’impegno in ambito culturale, è stato nominatoCavaliere al Merito della Repubblica nel 1998 e Commendatore nel 2000. Nel2015 gli è stato conferito il riconoscimento del Fiorino d'oro della città diFirenze e nello stesso anno è stato eletto socio della Fondazione Cassa diRisparmio di Firenze.

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L’INTERVISTA

In un’intervista rilasciata nel 2006 a “LaRepubblica” si definì “metà imprendito-re, metà sognatore”. Prendendo comespunto questa sua definizione, quantoe in che modo secondo lei l’imprendi-torialità e la componente managerialepossono dialogare con il mondo cultu-rale, e con quali benefici?Un imprenditore, per essere tale, a mioavviso, deve essere capace di sogna-re, cioè essere capace di pensare chele cose possano essere possibili e rea-lizzabili, anche quando la realtà sem-bra dimostrare il contrario. Soltanto co-sì si realizzano opere importanti e me-ravigliose.

La riapertura del Teatro Niccolini, il piùantico teatro della città di Firenze (lasua costruzione risale al 1650), abban-donato a se stesso per un lungo perio-do e pesantemente danneggiato dal-l’incuria, ancora una volta ha dimostra-to quanto l’intervento dei privati sia de-terminante per il recupero e la salva-guardia del nostro patrimonio culturale.Perché, secondo la sua personaleesperienza, la figura dei privati è tal-volta ancora vista con sospetto?L'intervento dei privati nel restauro diun bene di utilizzo comune, come è il

IL TEATRONICCOLINI OGGI

le edizioni Polistampa anche artisti co-me Pietro Annigoni, Fernando Botero,Kan Yasuda, insieme a molti altri. Daqueste esperienze è sorta l’idea dicreare anche un’attività di promozioneculturale, realizzando importanti mo-stre in Italia e all’estero. Nel 1999 que-sta idea si è concretizzata nella societàEventi Pagliai, che ho fondato insiemea mio figlio Antonio. Sono nate così lerassegne Fosco Maraini. Il Miramondo.Sessanta anni di fotografia – che si èsvolta a Firenze, Roma, Tokyo ePalermo – , quelle dedicate ad Arnolfodi Cambio, al Museo dell'Opera delDuomo di Firenze, e a Pietro Perugino,a Firenze. Tra i molti eventi espositivi,ricordo anche quelli in occasione delcentenario della morte di GiovanniFattori, a Villa Bardini e all’Accademiadi Belle Arti a Firenze. La volontà e ilpiacere di intraprendere nel settoredella cultura mi hanno portato ad ac-quistare il Teatro Niccolini. Ed è natoun nuovo obiettivo: riaprire al pubblicoquella prestigiosa platea situata nelcuore di Firenze, affiancandola a uncaffè letterario e a un centro culturaleinternazionale. Un teatro, ma anchequalcosa di più, in fondo comePolistampa.

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nostro teatro, è spesso visto con so-spetto dall'opinione pubblica perché sipensa subito ad un secondo fine.Qualora fosse anche così (ma nonsempre lo è) resta il fatto positivo dellarealizzazione dell'opera stessa: che siastata generata per puro mecenatismoo da un'operazione di mercato è co-munque sempre un'opera che rimanenel tempo, fruibile da tutti.

Grazie al suo prezioso intervento ilNiccolini è stato restituito alla città diFirenze, e all’Italia intera, in tutto il suosplendore, diventando non solo unospazio teatrale moderno e funzionale,ma anche un vero e proprio centro po-livalente. Qui si incontrano musica, ar-te, letteratura e altre attività culturali va-rie. Quali sono le esigenze di sicurezzadi un luogo che nasce come teatro eche si apre a molte e diverse tipologiedi attività e frequentazioni?La realizzazione di misure di sicurezzaha un'incidenza non indifferente sotto ilprofilo economico. Nel caso specificodel Niccolini non finiremo mai di ringra-ziare la Fondazione Hruby, la societàHESA che l’ha creata e la sostiene, e lasocietà INIM che ha partecipato a que-sto progetto, sia per lo spontaneo ge-

sto di aiuto a questa “impresa” che perla qualità della tecnologia fornita convero mecenatismo. Anche grazie a voi,è stato per me motivo di grande soddi-sfazione essere riuscito a festeggiare icinquanta anni dall'inizio della mia atti-vità di stampatore-editore con la ria-pertura, dopo tanti anni di incuria e ab-bandono, dello storico teatro fiorentino.

ABSTRACT

The Teatro Niccolini is the oldest one in Florence. Closed since 1995 andheavily damaged due to neglect, it was purchased in 2006 by theFlorentine publisher Mauro Pagliai. After important restoring works, it wasre-opened today, becoming not just a modern, functional theatrical space,but also a real multi-purpose centre. A space destined to music, art,literature and various cultural activities."A cause of great satisfaction for me" - underlined Pagliai - "wassucceeding in celebrating my fifty years as printer-publisher with the re-opening of the historical Florentine theatre, after many years of neglect andabandon." The operation was made possible thanks to the ability of MauroPagliai to “dream” about this undertaking first of all, and to find theresources to make the dream come true. A contribution to this project,concerning security, was offered by the Enzo Hruby Foundation along with INIM.

IL TEATRO DURANTE I LAVORI DIRISTRUTTURAZIONE

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TECNOLOGIE PER L’ARTE

Telecamere termiche: la sicurezza oltre il buioCLAUDIO CRIPPA

Trasformare i sistemi di videosorve-glianza in potenti strumenti di preven-zione? Oggi è possibile grazie all’inte-grazione delle funzioni delle telecamereanalogiche, su rete IP e termiche con lavideo analisi intelligente. In questa“puntata” della nostra rubrica dedicataalle tecnologie di sicurezza al serviziodei beni culturali trattiamo il tema del ri-levamento termico delle immagini, chein abbinamento ai sistemi di video ana-lisi permette di proteggere spazi all’a-perto anche molto estesi, come le areearcheologiche.

Affrontare le tematiche della protezionedei beni culturali in Italia è impresa as-sai ardua: ci si trova infatti di fronte adun patrimonio estremamente vasto ecomplesso. Se migliaia di opere sono riunite in mu-

sei e complessi architettonici ben defini-ti e circoscritti, altrettante, se non di più,sono sparse sul territorio del nostroPaese.Siti archeologici estesi, spesso posti al-l’aperto in luoghi a volte difficilmenteraggiungibili dai moderni canali di co-municazione o addirittura non collegatineppure alla semplice rete elettrica, to-talmente privi di illuminazione e confi-nanti con proprietà private: questi siti ri-schiano di rimanere completamente ab-bandonati alla mercé di razziatori e traf-ficanti di opere d’arte.La tecnologia di rilevazione termografi-ca risulta essere lo strumento ideale pergarantire protezione a questi luoghi e al-le opere in essi contenute, grazie allasua specifica capacità di essere utiliz-zata anche in completa assenza di illu-minazione e nelle condizioni climatiche

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più avverse, in presenza di nebbia fitta,pioggia intensa e neve.La tecnologia che troviamo a bordo del-le moderne telecamere termiche è es-senzialmente di derivazione militare, na-ta dall’esigenza di “controllare senzaessere controllati”. Questo significa po-ter vedere oggetti e persone in movi-mento a prescindere dalla luce presen-te, rilevando semplicemente le variazio-ni della temperatura del “target” rispettoa quella dell’ambiente circostante senzadover forzatamente illuminare la scena. Le telecamere termiche risultano perciòparticolarmente efficienti in ambientiesterni e ostili, tanto che una delle primeapplicazioni civili fu quella destinata al-la rilevazione delle navi in arrivo nei por-ti. In condizioni di fitta nebbia e ad alcu-ne miglia di distanza dalla costa, è facil-mente immaginabile quanto sia com-promessa la visibilità di una nave; alcontrario, risulta assolutamente nitida seviene ripresa da una termocamera cheelabora l’immagine termica dell’interascena. È infatti molto evidente il contra-sto cromatico determinato dalla diffe-renza di temperatura tra lo scafo metal-lico “caldo” di una petroliera o di un por-ta container alimentati da potentissimimotori con l’ambiente circostante “fred-do”. In una scala più ridotta, la tempe-ratura del motore di un gommone o diuna vettura risultano facilmente indivi-duabili anche ad una certa distanza, na-turalmente utilizzando la termocameraadatta e soprattutto l’ottica più corretta.Individuare estranei che si avvicinanoper saccheggiare siti archeologici isola-ti, sia da terra che eventualmente dalmare, risulta molto più semplice utiliz-zando questa tecnologia e adottandoopportuni sistemi di video analisi; di fat-to le telecamere termiche sono utilizzatecome dei sensori molto evoluti, in gradodi produrre immagini altamente contra-state grazie alla loro elevata sensibilitàalle differenze termiche. Attualmente questi sistemi riescono adiscriminare differenze anche di un ven-tesimo di grado °C, creando nelle im-magini aree sensibilmente diverse intermini di colorazione a seconda della

temperatura puntuale rilevata.Questi “sensori”, detti microbolometri,sono coadiuvati da un’elettronica sem-pre più sviluppata e al passo con i tem-pi, che garantisce un altissimo livello didefinizione dei dettagli anche con unnumero di Pixel sensibili abbastanza ri-dotto, mettendo così in grado i sistemidi video analisi di lavorare in modo ec-cellente. Questo significa poter rilevare chiunquesi avvicini o tenti di scavalcare la recin-zione di un sito archeologico, chiunquetenti di arrivare allo stesso sito tramitevie d’acqua o, in ogni caso, qualsiasi in-truso che si trovi a percorrere le aree diun zona particolarmente preziosa dalpunto di vista storico, attivando così unaserie di eventi di allarme che possanopermettere di sventare un tentativo dieffrazione o atto di vandalismo.

LA TECNOLOGIA DIRILEVAZIONETERMOGRAFICA, INABBINAMENTO AI SISTEMIDI VIDEO ANALISI,PERMETTE DI OPERARECON SUCCESSO CONTROGLI EPISODI CRIMINOSIANCHE IN COMPLETAASSENZA DIILLUMINAZIONE E NELLECONDIZIONI CLIMATICHEPIÙ CRITICHE

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lavori in corso

La Fondazione Enzo Hruby prosegue ilrapporto di collaborazione con laFondazione Giorgio Cini di Venezia so-stenendo la protezione dello Squerodell’Isola di San Giorgio, che da anticae ormai dismessa officina per le imbar-cazioni è stato trasformato in uno sce-nografico auditorium. L’intervento di protezione della struttu-ra rappresenta la continuazione di unimportante progetto sostenuto dallaFondazione Hruby a partire dal 2009per la messa in sicurezza del patrimo-nio storico e artistico della FondazioneCini custodito sull’Isola di San Giorgioe a Palazzo Cini a San Vio. Il progetto èculminato nel 2011 con la centralizza-zione di tutti i sistemi di sicurezza, oggigestibili tramite un’unica interfaccia.Tutti gli interventi sono stati realizzatidalla società Umbra Control di Perugia.

Dopo il primo intervento aprotezione di alcune areedella Pinacoteca diVarallo, realizzato nel2014, la Fondazione EnzoHruby prosegue nel per-corso avviato sostenendogli oneri economici per larealizzazione dell’amplia-mento del sistema di vi-deosorveglianza destinatoal controllo delle saleespositive. Tra le aree della Pinaco -

teca interessate da questo nuovo intervento vi è il prestigioso salone dedicatoa Tanzio da Varallo, scrigno di alcuni tra i maggiori capolavori del maestro sei-centesco. Il progetto è affidato al Centro Sistemi Antifurto di Torino, societàAmica della Fondazione.

VENEZIAFONDAZIONE GIORGIO CINI

SPOLETO MAG-METAMORFOSI ART GALLERY

VARALLO (VC) PINACOTECA

Si intitola “De Chirico. La Ricostruzione” la mostra organizzata dall’AssociazioneMetaMorfosi dal 27 febbraio al 5 giugno nel suo nuovo spazio espositivo a Spoleto,MAG - MetaMorfosi Art Gallery. La sede è all’interno del seicentesco PalazzoBufalini in Piazza del Duomo e rientra tra i progetti più recentemente sostenuti dallaFondazione Enzo Hruby, che ha offerto il proprio contributo per la protezione delpercorso espositivo e dei capolavori presenti nella mostra inaugurale. Una mostradi altissimo livello, che propone al pubblico un significativo corpus di tredicicapolavori del Maestro, appartenenti alla Fondazione Giorgio e Isa De Chirico.

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I PROGETTI

Nuovi occhi elettronici per uno scrigno di capolavori PROSEGUE L’IMPEGNO DELLA FONDAZIONE ENZO HRUBY PER LA PINACOTECA DI VARALLO

GIULIA LAZZERI

Un museo nel museo, una stanza nellastanza. Ma soprattutto uno “scrigno dicapolavori”, come è stato giustamentedefinito il “Salone di Tanzio” dellaPinacoteca di Varallo dai suoi respon-sabili, il Presidente Mario Remogna e ilDirettore Conservatore Carla Falcone.Questa espressione, usata per saluta-re il nuovo intervento di protezione chela Fondazione Hruby ha sostenuto a fa-vore della Pinacoteca, ben si addice alluogo che custodisce alcuni tra i mag-giori capolavori di Tanzio da Varallo,

protagonista del Seicento italiano estraordinario interprete della poeticacaravaggesca. Troviamo infatti la lezione di Cara -vaggio in quel dipinto struggente diSant’Antonio da Padova della Pina -coteca, che è poi il ritratto dal vero diun giovane valligiano; e c’è la lezionedi Caravaggio anche nel David con latesta di Golia realizzato da Tanzio alrientro in Valsesia subito dopo il viag-gio a Roma. I modelli di riferimento diTanzio non sono mai trattati dall’artista

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I PROGETTI

in modo pedissequo ma vissuti ed ela-borati in maniera così matura e perso-nale da rendere la sua arte unica e in-confondibile. Da oggi gli occhi puntati sui capolavo-ri di Tanzio da Varallo conservati nellaPinacoteca cittadina – sia quelli citatisia quelli che il lettore vorrà andare aconoscere o a rivedere di persona –non sono più soltanto quelli dei visita-tori e degli studiosi. Si sono aggiunti anche gli occhi elet-tronici delle nuove telecamere di video-

sorveglianza installate nell’ambito delprogetto sostenuto dalla FondazioneEnzo Hruby. Dopo il primo intervento del 2014 apro te zione degli ingressi dellaPinacoteca e della cappella delSepolcro della Vergine – provenientedal Sacro Monte di Varallo e riallestitanella seconda sala – la Fondazione haproseguito infatti il percorso avviato so-stenendo gli oneri economici per larealizzazione dell’ampliamento del si-stema di videosorveglianza destinatoal controllo delle sale espositive. Le aree interessate da questo nuovointervento riguardano il percorso chedalla prima sala dedicata all’arte quat-trocentesca – che con opere di grandepregio testimonia gli scambi e le in-fluenze intercorsi nel corso del secolotra culture diverse presenti inValsesia – si snoda tra capolavori diinestimabile valore quali il gruppo li-gneo della Pietra dell’Unzione e le ope-re di Gaudenzio Ferrari, fino al salonededicato a Tanzio da Varallo.La realizzazione del progetto è stataaffidata al Centro Sistemi Antifurto diTorino, società Amica della Fonda -zione, che aveva già realizzato il primointervento in Pinacoteca e anche il si-stema di videosorveglianza del SacroMonte di Varallo, altro importante pro-getto sostenuto in Valsesia dallaFondazione Hruby.L'ampliamento del sistema di videosor-veglianza della Pinacoteca si è concre-tizzato attraverso l'installazione di diver-se telecamere IP ad alta definizione confunzione Day&Night. Dotate di illumina-tori a raggi infrarossi, queste telecame-re permettono di ottenere una perfettavisibilità anche in condizioni di oscuritàtotale, passando dalla modalità a coloria quella in bianco e nero. Tutte le nuovetelecamere sono state quindi interfac-ciate al sistema di gestione e videoregi-strazione precedentemente installato. Questo progetto in futuro potrà essereulteriormente ampliato per ottenere unacopertura ancora maggiore dell’areaespositiva, in aggiunta ai sistemi di si-curezza già esistenti.

TANZIO DA VARALLO,SANT’ANTONIO DA

PADOVA (CIRCA 1616),VARALLO, PINACOTECA

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I PROGETTI

A Spoleto nasce MAG - MetaMorfosi Art GalleryL'INAUGURAZIONE CON LA MOSTRA "DE CHIRICO. LA RICOSTRUZIONE”

GIULIA LAZZERI

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I PROGETTI

“De Chirico. La Rico stru zione” è la pri-ma, importante mostra organizzatadall’Asso cia zione MetaMorfosi dal 27febbraio al 5 giugno nel suo nuovospazio espositivo a Spoleto, MAG –MetaMorfosi Art Gallery, destinato adaccogliere significative rassegne di ar-te classica e moderna. La sede è ospitata nel seicentescoPalazzo Bufalini in Piazza del Duomo –nel cuore della Spoleto che dal 1958accoglie il Festival dei Due Mondi – erientra tra i progetti più recenti soste-nuti dalla Fondazione Enzo Hruby. LaFondazione ha infatti offerto il propriocontributo per la protezione del percor-so espositivo e dei capolavori presentinella mostra inaugurale dedicata a DeChirico. Una mostra di altissimo livello,che propone al pubblico un significati-vo corpus di 13 opere realizzate nell'ul-timo trentennio della vita dell'artista,dal 1948 al 1976, parte del patrimoniodella Fondazione Giorgio e Isa DeChirico.

Il progetto di protezione sostenuto dal-la Fondazione Enzo Hruby è stato affi-dato alla società Umbra Control diPerugia, azienda Amica della Fonda -zione, che ha realizzato un avanzato si-stema antintrusione e di videosorve-glianza destinato alla messa in sicurez-za della sede espositiva e provvedutoalla protezione delle opere esposte at-traverso dispositivi accelerometrici.“L'apertura di un museo – ha sottoli-neato Carlo Hruby – è sempre un even-to straordinario, perché consente alpatrimonio culturale di esprimere almeglio la propria dimensione collettivae sociale. Oggi il seicentesco Palazzo Bufalini,reso funzionale ad accogliere il nuovospazio espositivo dell'As sociazioneMetaMorfosi, diventa cuore pulsantedella vita culturale di Spoleto, richiamoper i turisti e motore di valorizzazionedell'intero territorio. Consi derando i nu-merosi rischi ai quali è esposto il patri-monio culturale italiano, il nostro augu-

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rio è che questo progetto di protezionepossa rappresentare anche uno stimo-lo per comunicare le numerose possi-bilità che oggi la tecnologia offre, concosti accessibili, per la protezione deimusei, delle chiese, delle biblioteche edi ogni luogo dove sono custoditi i no-stri beni culturali”.In particolare, nel progetto sostenuto aSpoleto è interessante notare che lamessa in sicurezza dello spazio espo-sitivo attraverso un avanzato sistemaantintrusione e di videosorveglianza èaccompagnata dalla protezione pun-tuale delle opere esposte. Questo permette di tutelarle 24 ore su24, anche negli orari di apertura dellamostra al pubblico. Aggiungere un li-vello di sicurezza di questo tipo èestremamente importante per la tuteladei beni culturali, siano essi custoditinei musei, nelle chiese, in una galleriad’arte o in un’abitazione privata - per-ché permette di offrire alle opere unaprotezione costante e sempre attiva.

Tra le protezioni puntuali sono partico-larmente efficaci i dispositivi accelero-metrici senza fili, di dimensioni molto ri-dotte e facilmente occultabili alla vista,che quando vengono fissati alle opereda proteggere – sculture, dipinti, cera-miche, vetri, reperti archeologici, ecc.– fanno scattare l’allarme ogni voltache l’oggetto viene rimosso o spostato.Questi rivelatori permettono di nondanneggiare minimamente l’esteticadegli ambienti e delle opere d’arte e,soprattutto nel caso delle esposizionitemporanee, il loro utilizzo consente dicontenere molto i costi della messa insicurezza. Ciascun dispositivo si adatta infatti allaperfezione a tutte le opere da proteg-gere e può quindi essere utilizzato al-l’occorrenza in varie occasioni attraver-so una semplice e veloce installazione,con la possibilità di regolare la sensibi-lità e di cambiare anche la collocazio-ne degli oggetti, che non richiedonouna predisposizione fissa.

ALCUNI DEI CAPOLAVORIDI GIORGIO DE CHIRICOESPOSTI A SPOLETONELLA MOSTRA “DE CHIRICO. LARICOSTRUZIONE”

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I PROGETTI

Un nuovo spazio per la musicaa VeneziaLO SQUERO: L'AUDITORIUM DELL’ISOLA DI SAN GIORGIO MAGGIOREPROTETTO DALLA FONDAZIONE ENZO HRUBY

GIULIA LAZZERI

A Venezia non esiste simbolo che identi-fichi la città più della gondola. Non era illeone di San Marco? Senz’altro, ma nel-l’immaginario collettivo è stato scalzatoda quell’imbarcazione così particolareche è stata così tante volte vista e ripro-dotta da diventare per certi versi quasibanale. È allora avvincente riscoprirla,soffermandosi con uno sguardo nuovo aesaminarne la forma, a interrogarsi sullesue origini, e venire a conoscenza adesempio che è composta da ben 280 di-

versi pezzi, fabbricati con 8 essenze dilegname. Oppure che viene costruitanegli Squeri, i tipici cantieri per imbarca-zioni a remi della città di Venezia. L’Italia è la patria della bellezza ancheper questo: perché le migliaia di beniculturali sparsi sul territorio convivonocon le straordinarie tradizioni locali checontraddistinguono le regioni, le città, fi-no al più piccolo borgo del nostroPaese, arricchendosi vicendevolmentedi un fascino che non esiste altrove.

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Ecco che allora, quando la FondazioneGiorgio Cini decide di valorizzare loSquero ottocentesco dismesso del l’Isoladi San Giorgio Maggiore trasformandoloin un moderno e suggestivo auditoriumda 200 posti, si compie un piccolo mira-colo. Grazie alla sua eccezionale acusti-ca e alla sua posizione privilegiata che siaffaccia direttamente sulla laguna, loSquero dell’Isola di San Giorgio è unospazio unico che accorda perfettamentemusica e immagine. Di fronte alla platea

e alle spalle dei musicisti, infatti, le pare-ti di vetro, come quinte naturali, apronouno straordinario scorcio sulla laguna of-frendo allo spettatore la possibilità di vi-vere l’esperienza unica di un concerto “abordo acqua”. Nell’ambito della propria attività volta al-la protezione del patrimonio culturale ita-liano, la Fondazione Enzo Hruby ha par-tecipato a questa interessante opera divalorizzazione sostenendo la protezionedello Squero attraverso un sistema inte-

SCOPRITE LE INIZIATIVE DELLA FONDAZIONE GIORGIO CININEL SUO SITO UFFICIALE

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PROGETTI

grato antintrusione, di videosorveglianzae antincendio. Questo intervento di protezione rappre-senta il proseguimento di un importanteprogetto sostenuto a partire dal 2009per rispondere alla necessità di salva-guardare i tesori della Fonda zione Cinicustoditi sull’Isola di San GiorgioMaggiore e a Palazzo Cini a San Vio, ga-rantendo al contempo la loro accessibi-lità da parte degli studiosi e dei visitato-ri provenienti da tutto il mondo. Il progetto è culminato nel 2011 con unintervento di grande rilievo che ha per-messo la centralizzazione di tutti i siste-mi antintrusione, di videosorveglianza eantincendio presenti nelle strutture dellaFondazione, consentendo al personaleaddetto la loro gestione tramite un’unicainterfaccia. Nel 2014 la FondazioneHruby ha inoltre sostenuto l’ampliamen-to del sistema antincendio dell’Isola diSan Giorgio. Tutti questi interventi sono stati affidatialla società Umbra Control di Perugia,Società Amica della Fondazione.

FOTO © MATTEO DE FINA –COURTESY FONDAZIONE

GIORGIO CINI

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“Il recupero dello Squero – ha sottolinea-to Carlo Hruby – rappresenta un ulterio-re tassello dell’opera compiuta dallaFonda zione Cini nell’ambito della tutelae della valorizzazione dell’Isola di SanGiorgio. Il progetto che in questi anni ab-biamo sostenuto è un esempio di comele moderne tecnologie di sicurezza per-mettano di gestire su un’unica interfac-cia impianti tra loro diversi e distribuiti susuperfici molto ampie. Ed è inoltre unesempio di come una collaborazioneproficua tra soggetti privati possa porta-re a grandi risultati per il nostro patrimo-nio culturale”.“L'intervento di ristrutturazione delloSquero – ha spiegato Massimo Altieri,responsabile dell’ufficio tecnico dellaFondazione Cini – ha costituito fin dalprimo momento una sfida per laFondazione Cini, sia sul piano tecnico-architettonico (la struttura di base delloSquero andava salvaguardata ad ognicosto, mentre si voleva uno spazio mo-derno e funzionale, dotato delle miglioritecnologie) sia sul piano economico e fi-nanziario. Come sempre le sfide spingo-no a dedicare molte energie e ad uniregli sforzi, e portano alla fine a raggiun-gere risultati superiori a quanto si potes-se prevedere inizialmente. Non solo gliobiettivi individuati sono stati raggiunti,ma il risultato finale è decisamentestraordinario e su questo si sono inne-state e aperte nuove possibilità e siner-gie. Una di queste, particolarmente im-portante, è stata ancora una volta la col-laborazione con la Fondazione Hruby,che ha permesso di dotare anche loSquero delle più moderne tecnologie di-sponibili nel settore della sicurezza.Come nel caso dei precedenti interventi– ha proseguito Altieri – un aspetto es-senziale è stato costituito dalla perfettaintegrazione di questo fabbricato nellarete tecnologica generale di sicurezzadella Fondazione Cini, in continua e co-stante evoluzione anno dopo anno.Un primo passo è stato dunque quello diposare dorsali in fibra ottica che colle-gano lo Squero alle sale espositive del-l'ex convitto, ed installare sistemi di con-nessione in modo da permettere il dialo-

go tra le apparecchiature dei due fabbri-cati e tra questi e il resto dellaFondazione Cini. Un altro essenzialeobiettivo è stato quello di conciliare la ri-levante quantità di dotazioni tecnichenecessarie per garantire la copertura ditutte le esigenze di sicurezza con la pu-rezza e l'essenzialità dell'architettura siadella parte antica che di quella attuale.Grazie ad un accurato lavoro in strettacollaborazione tra la Fondazione Hruby,il progettista arch. Cattaruzza, l'ufficiotecnico della Fondazione Cini e la so-cietà Umbra Control, si sono trovate lesoluzioni specifiche più opportune perogni aspetto del problema. Alla fine – haconcluso Altieri – il risultato appare equi-librato, sobrio e non invasivo, ma questaapparente essenzialità cela in realtà im-pianti complessi e potenti, allo stato del-l'arte, in grado di garantire gli standarddi sicurezza antincendio ed anti intrusio-ne ad un livello adeguato ad un similecontesto”.Il pubblico potrà apprezzare questo luo-go straordinario a partire dal 23 aprile2016, quando si terrà il primo di sei con-certi organizzati dalla Fonda zione Cini incollaborazione con il Quartetto diVenezia e l’associazione Asolo Musica,che prevedono l’esecuzione integraledei Quartetti per archi di Beethoven.

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notizieTOMBAROLI IN AZIONE IN PROVINCIA DI AGRIGENTO

Ai primi di marzo è stato scoperto un furto di reperti archeologici in Sicilia. Ad essere colpito è l’importante sito di Adranon, in provincia di Agrigento, da cuiprovengono anfore, terrecotte, pregevoli busti di divinità, corredi, insieme a ceramicaattica e suppellettili di bronzo, oggi in gran parte conservati nel Museo ArcheologicoPalazzo Panitteri a Sambuca di Sicilia. L'antica città di Adranon fu un insediamentogreco-punico risalente agli inizi del V secolo a.C., distrutto intorno al III secolo a.C. La città riemersa dopo gli scavi archeologici si estende sulla sommità del MonteAdranone.

OGGETTI VOTIVI D’ORO SOTTRATTI DA UNA CHIESA IN PIEMONTE

È la chiesa di San Mamante a Ghemme, in provincia di Novara, lo scenariodell’ennesimo furto sacrilego. I ladri, dopo essersi introdotti in pieno giorno nellasacrestia durante la pausa pranzo degli operai lì impegnati, hanno agito indisturbatisottraendo l’oro votivo che ornava la statua della Madonna del Carmine durante leprocessioni, conservato il resto dell’anno sotto chiave all’interno di un armadio.

SCAVO CLANDESTINO A VULCI

A gennaio è stato scoperto uno scavo clandestino a Vulci, antica città etrusca nelterritorio della provincia di Viterbo. I tombaroli hanno lasciato dietro di sé una grandefossa al cui interno sono stati rinvenuti i resti della copertura in frammenti di unatomba. Lo scavo di recupero ha svelato che per fortuna il terreno circostante non erastato interamente saccheggiato. Sono stati così riportati alla luce una tomba a fossacostruita con blocchi di tufo e diversi reperti del corredo funerario, databili tra la finedell’VIII e gli inizi del VII secolo a.C. Tra gli oggetti recuperati, alcune tazze e uncratere baccellati, un’olla, un anello d’argento e frammenti di bronzo.

ROMA - ATTI DI VANDALISMO AL COLOSSEO QUADRATO DELL’EUR

Sono gravi i danni subiti dal Palazzo della Civiltà Italiana, il Colosseo Quadratodell’Eur, dopo l’ultimo episodio di vandalismo che l’ha colpito agli inizi di febbraio.In questa circostanza sono andati distrutti quattro pezzi di basamento, mentre partedei gradoni sono collassati, forse a causa dell’impatto con mezzi pesanti lanciaticontro la scalinata. Un vero e proprio scempio ai danni di un edificio di alto valorestorico e culturale, immortalato dai nostri più grandi registi, da Rossellini, adAntonioni, a Fellini. Secondo quanto riportato dai mezzi di informazione, letelecamere di videosorveglianza al momento dell’episodio erano spente.

CURIOSITÀ: LE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA DEL SACROMONTE DI VARALLO RIPRENDONO UN INSOLITO INTRUSO

Nulla sfugge agli occhi elettronici delle telecamere installate al Sacro Monte di Varallo,nemmeno la faina che si è intrufolata di notte in una delle cappelle del complesso,quella dell’Ultima Cena. La scena è perfettamente nitida grazie all’illuminazione adinfrarossi e mostra il mustelide aggirarsi a suo agio sulla tavola imbandita (di cibi,ahimè, in terracotta!). Il video, pubblicato su YouTube, ha registrato centinaia divisualizzazioni. Il progetto di videosorveglianza del Sacro Monte di Varallo è statosostenuto dalla Fondazione Hruby nel 2012.

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CLAMOROSO FURTO IN UNA CHIESA DEL NAPOLETANO

Un piano studiato nei minimi dettagli quello messo a segno nel mese di gennaionella chiesa della Madonna della Cintura di Vallesana, a Marano di Napoli.

I ladri, almeno due secondo gli inquirenti, hanno aperto una breccia nel punto menospesso dell’edificio e si sono così introdotti in chiesa. Ingente il bottino sottratto,

comprendente due statue della Vergine conservate in una teca di vetro, unostensorio, due bambinelli, un calice, l’icona del Cristo infante che si trovava tra lebraccia della Madonna del Carmelo, il turibolo dell’incenso e altri oggetti religiosi.

GROTTE E CUNICOLI DI INTERESSE ARCHEOLOGICOTRASFORMATI IN DISCARICA ABUSIVA

È quanto accaduto a Roma nel sottosuolo del Parco di Tor Fiscale, compresonell'area archeologica del Parco dell'Appia Antica, dove a fine gennaio la Polizia

di Roma Capitale ha posto sotto sequestro tutta l'area. Grotte e cunicoli, di alto interesse archeologico – dove si trovano anche delle

catacombe risalenti al II secolo d.C. – sono stati infatti utilizzati per lo smaltimentodi rifiuti illeciti e trasformati negli anni in immense discariche abusive.

FURTO IN CHIESA: LE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZAINCASTRANO IL LADRO

È stato rintracciato e denunciato l’autore del furto di un fonte battesimale in ramesottratto a metà gennaio nella chiesa di Santa Maria dell’Aiuto a San Giovanni di

Ugento, nel leccese. Le telecamere di videosorveglianza installate nell’edificiosacro hanno infatti ripreso l’intera scena, contribuendo in maniera determinante alle

indagini degli inquirenti, che hanno potuto così identificare il ladro. L’oggettosottratto è stato ritrovato, abbandonato nelle campagne circostanti.

RUBATA UNA STATUA TRECENTESCA IN MOLISE

Un altro furto a danno dei beni ecclesiastici: questa volta a finire nel mirino deiladri è stata una pregevole scultura raffigurante San Michele Arcangelo.

L’opera, datata 1330, è stata sottratta nel mese di gennaio dalla chiesa diMonterduni, in provincia di Isernia. L’amaro episodio ha suscito una forte

indignazione tra i cittadini, da sempre devoti al loro santo patrono.

RECUPERATE DAI CARABINIERI 21 MONETE ROMANE

I Carabinieri della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato un tombarolo notoalle Forze dell’Ordine e recuperato 21 monete antiche in bronzo e argento

databili tra il III secolo a.C. e l'età imperiale, di rilevante valore storico e artistico.L'uomo è stato colto in flagranza di reato con un metal detector, una zappa e 3

monete. In macchina e nella sua abitazione sono state trovate altre monete dellostesso tipo.

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Ritratto di signoraGIULIA LAZZERI

‘Dove ho già visto quel volto?’Alberto non riusciva a pensare ad al-tro. Quella fugace visione non gli davapace da quando una settimana primaera stato nella villa del conte Martelliper valutare l’acquisto di una collezio-ne di maioliche rinascimentali.“Ho venduto la proprietà e mi trasferi-sco all’estero – gli aveva spiegato ilconte – La maggior parte degli arredisono stati liquidati dall’agenzia insie-me alla villa. Ho preferito invece occu-parmi personalmente dei pezzi dimaggior pregio. Per questo mi sono ri-volto a te”.Il conte Martelli era da sempre uno deimigliori clienti di Alberto, fin da quandoaveva aperto, anni prima, la sua galle-ria antiquaria. Anzi, molto più di uncliente, era stato il suo mentore.Chiedendogli di ricercare per lui sulmercato nazionale e internazionalequesto o quel pezzo che avrebbe ar-ricchito la sua collezione, l’aveva spin-to ad approfondire la conoscenza dinuovi periodi, a scoprire nuovi autori,ad avventurarsi in ricerche entusia-smanti. Che avevano contributo a ren-derlo l’antiquario più importante e ap-prezzato della città, forse dell’intera re-gione.Il conte Martelli aveva una cultura ster-minata e una curiosità senza limiti, cheinsieme ad un patrimonio considerevo-le gli avevano permesso di circondarsidi capolavori davvero unici. Oltre agliincontri nella sua galleria, ad Albertoera capitato negli anni di incrociarlo aqualche asta e vederlo rilanciare finoall’ultima offerta, pur di non perderel’opera prescelta. In una di quelle oc-casioni Alberto si era chiesto fino a chepunto quell’uomo si sarebbe potutospingere per accaparrarsi questo o

quel capolavoro. Ma era stato un pen-siero fugace.“Ti ho chiamato per le maioliche per-ché so che rappresentano il tuo campoprivilegiato. Sentiti però libero di sce-gliere per la tua galleria tutto ciò chevedi in questa stanza”, gli disse il con-te conducendolo all’interno di un salo-ne dove Alberto riconobbe all’istantealcuni pezzi che gli aveva venduto nelcorso degli anni.“Ho sognato tante volte di vederla dalvivo tutta assieme questa raccolta”.Mentre pronunciava tali parole, Albertosi rese conto che era la prima volta cheentrava nella casa del conte Martelli.Trascorsero un paio d’ore, nelle qualil’antiquario esaminò uno a uno i pezzi -alcuni erano di una rarità eccezionale,degni di un museo. Si riservò di riflet-tere per alcuni giorni sull’offerta econo-mica da proporre.“Bene, caro Alberto, mi farebbe piace-re se ti fermassi a colazione, così fac-ciamo due chiacchiere”.“Molto volentieri, devo soltanto fareuna telefonata”.“In tutta la proprietà i cellulari nonprendono bene, accomodati nel miostudio e usa il telefono fisso”. Così di-cendo il conte lo accompagnò in unastanza attigua, arredata splendida-mente.“Qui ho radunato i pochi oggetti a cuisono più legato e che porterò con me.Ecco, il telefono è qui, ti lascio solo”,disse congedandosi.Mentre parlava al telefono, Alberto va-gava con lo sguardo nella stanza.‘Quante cose belle, che raffinatezzaquell’intaglio, che ricamo questa ten-da’, pensava tra sé. Nel gesto di toc-carla per soppesarne il tessuto, avevainvolontariamente scostato leggermen-

STORIE E RACCONTI

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te una tenda appesa alla parete, che siera aperta svelando una nicchia nelmuro. Nel volgere di un istante, eraemerso un volto di donna. Ritratto in unquadro appeso alla parete di fondo.L’aveva appena intuito perché il vanoera profondo e buio. Mosso da una cu-riosità incontenibile, aveva cercatoqualcosa per far luce.Ma una voce, quella del conte che par-lava con la domestica appena fuoridalla stanza, lo aveva riportato allarealtà. Non poteva farsi cogliere comeun bambino con le mani nella marmel-lata. Che diritto aveva di frugare tra glieffetti privati di una persona distintache si fidava di lui e della sua profes-sionalità? In un attimo richiuse la ten-da, terminò la telefonata e uscì dallastanza. Per tutta la durata del pranzonon pensò che al volto che aveva in-travisto nella penombra. E ci pensò igiorni seguenti, ininterrottamente.Era diventato la sua ossessione. Dovel’aveva già visto? Avrebbe fatto qua-lunque cosa per tornare in quella casae scostare ancora una volta quella ten-da. Decise di tornare alla villa con lascusa di esaminare nuovamente alcu-ne opere. Chiamò il conte per fissareun appuntamento ma il telefono risulta-va spento. Salì in macchina e raggiun-se in un lampo la proprietà. Era cambiato tutto da quando era sta-to lì appena una settimana prima. Glioperai stavano sgombrando le ultimestanze e parvero non accorgersi dellasua presenza, forse pensarono cheera stato mandato dall’agenzia immo-biliare. Raggiunse lo studio del conte. Eravuoto. La tenda era stata tolta e nelmuro di fondo della nicchia, che illu-minò con una torcia elettrica, era rima-sta solo l’impronta del quadro che eralì fino a poco prima. Anch’esso svanito,insieme al conte. Al ritorno in galleria trovò ad accoglier-lo un gruppo di pacchi voluminosi ac-compagnati da un biglietto del conteMartelli. Lo lesse tutto d’un fiato: “Caro Alberto, sono stato costretto adanticipare la partenza. Come ricordo

della nostra amicizia e della comunepassione per la bellezza ti dono la col-lezione di maioliche. So che ne avraicura. Parto per una nuova vita, maspero di rivederti un giorno in qualcheparte del mondo”.In quel momento esatto, Alberto si ri-cordò dove aveva già visto quel mera-viglioso ritratto che non gli dava pacee soprattutto capì fino a che punto siera spinto il conte per averlo.

LO SPUNTO PER QUESTORACCONTO DI FANTASIAÈ IL CELEBRE RITRATTODI SIGNORA DI GUSTAVKLIMT, SOTTRATTODALLA GALLERIA RICCIODDI DI PIACENZA NEL1997 E NON ANCORARITROVATO

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Italia museo a cielo apertoIL MONDO È UN LIBRO E CHI NON VIAGGIA NE LEGGE SOLO UNA PAGINA.

Sant’Agostino

MILANO, TEATRO ALLA SCALA

L’ANIMA DELLA MUSICA DI JAUMEPLENSA AL MUSEO DEL VIOLINO DI CREMONA

POMPEI, A SPASSO NEL TEMPO

FIRENZE, GLI ARCHEOLOGI DI DE

CHIRICO ESPOSTI AGLI UFFIZI

ROMA, I DIOSCURI DEL CAMPIDOGLIO

BOLOGNA,

PIAZZA SANTO STEFANO

UNO SPAZIO PER I NOSTRI LETTORIVi invitiamo a mandarci le vostre foto che pubblicheremo in questa rubrica

dedicata alle bellezze del nostro Paese all’indirizzo [email protected]

The Enzo Hruby Foundation, the onlyone of its kind in Italy and in Europe,was set up in Milan in 2007 and wasofficially endorsed at national level bylegal persons pursuant to PresidentialDecree 10/02/2000, n. 361.The Foundation takes its name fromEnzo Hruby, the founder and currentPresident of HESA S.p.A., who in thesecond half of the Sixties firstintroduced electronic security in Italy.The Enzo Hruby Foundation is a non-profit organization that pursues goalscharacterized by social value. Its aim is “promoting a security cultureconceived as the protection andsecurity of public and privateproperties in particular with respect tothe artistic, monumental, historical andcountryside heritage by the use ofappropriate technologies”. The Enzo Hruby Foundation assumesthe costs of the installation of thesecurity systems of some majorcultural heritage landmarks. In order toachieve its institutional goals,promotes studies, research, seminars,conferences and publications on theissues of security and correct use ofavailable technologies. The Foundation's initiatives include “H d’oro” Award, whose aim is to tohonour every year the best securityinstallations made, and the quarterlymagazine EHF – Sicurezza per lacultura (EHF – Security for culture), itsofficial organ.

La Fondazione Enzo Hruby, la prima in Italiae in Europa per la protezione del patrimonioartistico del nostro Paese, è stata costituita aMilano nel 2007 e il 10 marzo 2008 haottenuto dalla Prefettura di Milano ilriconoscimento nazionale di personalitàgiuridica ai sensi del D.P.R. 10/02/2000 n. 361. Prende il nome da Enzo Hruby, fondatore eattuale Presidente di HESA S.p.A., che nellaseconda metà degli anni Sessanta introdusseper primo in Italia la sicurezza elettronica.Scopo della Fondazione, che non ha finalitàdi lucro e persegue obiettivi connotati davalenza sociale, è la promozione di unacultura della sicurezza intesa qualeprotezione e salvaguardia dei beni pubblici eprivati di interesse artistico, monumentale,storico e paesaggistico attraverso il correttoimpiego di tecnologie appropriate. La Fondazione Enzo Hruby offre uncontributo concreto alla protezione delpatrimonio del nostro Paese, assumendosil’onere della messa in sicurezza di edifici,beni ed opere di particolare valore culturale. Per il conseguimento dei propri finiistituzionali, promuove la realizzazione distudi, ricerche, seminari, convegni epubblicazioni sulle tematiche della sicurezzae l’ottimale utilizzo delle tecnologie disponibili.Le iniziative della Fondazione Enzo Hrubycomprendono il Premio H d’oro, che ognianno viene conferito alle aziended’installazione che si sono distinte per lemigliori realizzazioni di sicurezza, e lapubblicazione della rivista EHF – Sicurezzaper la cultura, organo ufficiale dellaFondazione.

La Fondazione Enzo Hruby

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