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FRUTTICOLTURA - n. 3 - 2008 28 (Monilinia laxa e Monilinia fructige- na), botrite ( Botrytis cinerea), penicil- losi (Penicillium expansum) e rhizo- pus (Rhizopus stolonifer) (Pratella e Baraldi, 1997; Borve e Sekse, 2000). I fattori che determinano l’intensità dello spacco sui frutti di ciliegio sono di diversa natura e possono ricondursi a fattori ambientali e colturali (es. con- dizioni pedoclimatiche, portinnesto ecc.) ed alle caratteristiche del frutto (dimensioni, spessore ed elasticità del- l’epidermide, stadio di maturazione, concentrazione degli zuccheri ecc.). La prevenzione Tradizionalmente, la prevenzione delle spaccature delle ciliegie fa rife- Efficace l’impiego di silicato di sodio e cloruro di calcio per ridurre lo spacco dei frutti GIOVAMBATTISTA SORRENTI 1 - M AURIZIO QUARTIERI 1 - S TEFANO CARUSO 2 - S TEFANO LUGLI 1 - A DAMO D. R OMBOLÀ 1 1 Dipartimento di Colture Arboree - Università di Bologna 2 Consorzio Fitosanitario Modena (Mo) L o spacco delle ciliegie (Fig. 1), fre- quente su alcune cultivar, è una fi- siopatia in grado di deprezzare i frutti, raggiungendo nei casi più gravi anche il 90% del prodotto commercia- lizzabile (Annovi e Genovesi, 2001). La ciliegia è più vulnerabile allo spacco nel periodo che va dall’invaiatura alla ma- turazione del frutto, soprattutto in con- comitanza di elevata umidità atmosferi- ca o piogge intense (Lugli et al. , 2001). Per spiegare i meccanismi responsa- bili dello spacco del frutto sono state avanzate diverse teorie. Una prima teo- ria (Christensen, 1976) attribuisce un ruolo fondamentale alla bagnatura del- l’epidermide del frutto in seguito ad eventi piovosi; l’acqua che riesce a pe- netrare per osmosi nella polpa del frutto ne determina l’aumento in volume, al punto da causare lesioni più o meno estese. Secondo Sekse (1998), invece, l’assorbimento dell’acqua per osmosi at- traverso la cuticola del frutto è in grado di provocare soltanto piccole lesioni su- perficiali dell’epidermide, mentre il fat- tore che incrementa il turgore cellulare fino a provocare lo spacco sarebbe im- putabile all’assorbimento d’acqua da parte dell’apparato radicale, che estende le lesioni già preformate alla superficie esterna del frutto. L’aumento del turgore cellulare ha effetto sull’epicarpo e sul mesocarpo, i quali una volta oltrepassati i limiti di elasticità subiscono le fratture (Pratella, 1996; Edin et al. , 1997). Esiste una correlazione inversamen- te proporzionale tra spessore della cuti- cola ed entità dello spacco (Sekse, 2005), ancor più marcata nell’area api- cale del frutto ove non è presente lo stra- to di cuticola esterna (Pratella, 1996). Le lesioni localizzate sulla drupa rappresentano una via di accesso pre- ferenziale alla diffusione di patogeni di natura infettiva tra cui: moniliosi Tecnica SPECIALE CILIEGIO In ambienti caratterizzati da precipitazioni non eccessive in fase pre-raccolta, l’applicazione di prodotti a base di silicio può costituire una valida strategia di difesa dal “cracking” in alternativa ad altri prodotti attualmente impiegati. Inalterati i parametri qualitativi delle ciliegie. Ridotti in alcune prove sperimentali gli attacchi di Monilia sui frutti. Fig. 1 - Lo spacco compromette irrimediabilmente la commerciabilità del prodotto. La sperimentazione relativa alla prova 3 è stata svolta nell’ambito del progetto “Difesa delle drupacee in agricoltura biologica”, (2007-09) coordinato da Crpv e Prober con il contributo della Regione Emilia- Romagna.

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FRUTTICOLTURA - n. 3 - 200828

(Monilinia laxa e Monilinia fructige-na), botrite (Botrytis cinerea), penicil-losi (Penicillium expansum) e rhizo-pus (Rhizopus stolonifer) (Pratella eBaraldi, 1997; Borve e Sekse, 2000).

I fattori che determinano l’intensitàdello spacco sui frutti di ciliegio sonodi diversa natura e possono ricondursia fattori ambientali e colturali (es. con-dizioni pedoclimatiche, portinnestoecc.) ed alle caratteristiche del frutto(dimensioni, spessore ed elasticità del-l’epidermide, stadio di maturazione,concentrazione degli zuccheri ecc.).

La prevenzione

Tradizionalmente, la prevenzionedelle spaccature delle ciliegie fa rife-

Efficace l’impiego di silicato di sodioe cloruro di calcioper ridurre lo spacco dei frutti GIOVAMBATTISTA SORRENTI

1 - MAURIZIO QUARTIERI1 - STEFANO CARUSO

2 - STEFANO LUGLI1 - ADAMO D. ROMBOLÀ

1

1 Dipartimento di Colture Arboree - Università di Bologna2 Consorzio Fitosanitario Modena (Mo)

Lo spacco delle ciliegie (Fig. 1), fre-quente su alcune cultivar, è una fi-siopatia in grado di deprezzare i

frutti, raggiungendo nei casi più gravianche il 90% del prodotto commercia-lizzabile (Annovi e Genovesi, 2001). Laciliegia è più vulnerabile allo spacco nelperiodo che va dall’invaiatura alla ma-turazione del frutto, soprattutto in con-comitanza di elevata umidità atmosferi-ca o piogge intense (Lugli et al., 2001).

Per spiegare i meccanismi responsa-bili dello spacco del frutto sono stateavanzate diverse teorie. Una prima teo-ria (Christensen, 1976) attribuisce unruolo fondamentale alla bagnatura del-l’epidermide del frutto in seguito adeventi piovosi; l’acqua che riesce a pe-netrare per osmosi nella polpa del fruttone determina l’aumento in volume, al

punto da causare lesioni più o menoestese. Secondo Sekse (1998), invece,l’assorbimento dell’acqua per osmosi at-traverso la cuticola del frutto è in gradodi provocare soltanto piccole lesioni su-perficiali dell’epidermide, mentre il fat-tore che incrementa il turgore cellularefino a provocare lo spacco sarebbe im-putabile all’assorbimento d’acqua daparte dell’apparato radicale, che estendele lesioni già preformate alla superficieesterna del frutto. L’aumento del turgorecellulare ha effetto sull’epicarpo e sulmesocarpo, i quali una volta oltrepassatii limiti di elasticità subiscono le fratture(Pratella, 1996; Edin et al., 1997).

Esiste una correlazione inversamen-te proporzionale tra spessore della cuti-cola ed entità dello spacco (Sekse,2005), ancor più marcata nell’area api-cale del frutto ove non è presente lo stra-to di cuticola esterna (Pratella, 1996).

Le lesioni localizzate sulla druparappresentano una via di accesso pre-ferenziale alla diffusione di patogenidi natura infettiva tra cui: moniliosi

Tecnica SPECIALE CILIEGIO

In ambienti caratterizzatida precipitazioni non eccessivein fase pre-raccolta,l’applicazione di prodotti a basedi silicio può costituireuna valida strategia di difesadal “cracking” in alternativaad altri prodotti attualmenteimpiegati. Inalterati i parametriqualitativi delle ciliegie.Ridotti in alcune provesperimentali gli attacchidi Monilia sui frutti.

Fig. 1 - Lo spacco comprometteirrimediabilmente la commerciabilitàdel prodotto.

La sperimentazione relativa alla prova 3 è statasvolta nell’ambito del progetto “Difesa delle drupaceein agricoltura biologica”, (2007-09) coordinato daCrpv e Prober con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

rimento all’impiego di sistemi fisico-meccanici (Fig. 2), chimici (compo-sti a base di calcio, solfato d’allumi-nio o di rame, sostanze idrofobe, or-moni ed inibitori del metabolismo,bagnanti e antitraspiranti) o genetici(varietà poco suscettibili).

È stato dimostrato come l’utilizzodelle coperture plastiche riduca forte-mente il danno da spacco, anche senon ne garantisce la scomparsa (Lugliet al., 2001). Oltretutto, i costi elevati(circa 25.000 Euro/ha) rappresentanoun limite alla diffusione di tale strate-gia (Bergamini e Tomasi, 1994; Lugliet al. , 2001). La distribuzione peraspersione soprachioma di soluzionisaline a base di calcio, in previsionee/o durante le piogge, si è dimostrataefficace nella prevenzione del“cracking” (Rupert et al., 1997; Langet al., 1997). Tuttavia, tali prodotti,pur essendo economici e di rapidaapplicazione, risultano facilmente di-lavabili in conseguenza di piogge in-tense che ne riducono l’efficacia (Ru-pert et al., 1997); inoltre, l’impiego disoluzioni a base di calcio può com-portare l’imbrattamento dei frutti (An-novi e Genovesi, 2001). Anche l’im-piego preventivo di sali di rame hafornito buoni risultati nel ridurre l’in-cidenza dello spacco delle ciliegie(Brown et al., 1995 e 1996), ma la fi-totossicità indotta dai trattamenti neha sconsigliato l’impiego (Fernandese Henriques, 1991).

Gli antitraspiranti, capaci di re-golare il bilancio idrico della pianta,sebbene abbiano offerto in passatorisultati positivi nel contenimento

dei danni da spacco, possono inter-ferire con i processi di respirazione efotosintesi dell’albero e con la tra-spirazione del frutto, con ripercus-sioni sull’accumulo degli zuccheri(Intrieri, 1974).

Poiché ciascuno dei metodi tradi-zionali di prevenzione dello spaccopresenta degli svantaggi, è necessariosviluppare strategie alternative che ri-sultino efficaci, economiche, di facileimpiego e a basso impatto ambienta-le. Un valido approccio potrebbe es-sere rappresentato dall’utilizzo deiprodotti a base di silicio (Si), elemen-to in grado di incrementare l’elasticitàdei tessuti, rinforzare la parete cellula-re e formare uno strato protettivo ingrado di ostacolare la penetrazionedell’acqua e dei patogeni fungini (Ma,2007).

Presso il Dipartimento di ColtureArboree dell’Università di Bolognasono in corso ricerche e sperimenta-zioni, condotte in collaborazionecon altre istituzioni italiane ed este-re, volte a valutare l’efficacia del si-licio irrorato alla chioma ed i relativimeccanismi d’azione nella preven-zione dello spacco dei frutti di cilie-gio; questo lavoro riporta i risultatidi alcune recenti esperienze svoltein Italia e negli Stati Uniti.

Le ricerche

Sono state condotte 3 prove spe-rimentali nelle quali sono stati con-frontati, in un disegno a blocchicompletamente randomizzati, i se-guenti trattamenti: 1) controllo (ac-qua distillata); 2) cloruro di calcio

(CaCl 2); 3) silicato di sodio(Na2OSiO2)3 (36-40° Bé).

Prova 1: è stata condotta nel 2002presso l’Azienda Agricola Nino Quar-tieri ubicata nel comune di Savignanosul Panaro (Mo), in un ceraseto adultodella cultivar Van innestata su Colt edallevata a palmetta libera. Per ognitrattamento sono state irrorate 3 bran-che appartenenti a 3 alberi diversi.

Prova 2: è stata condotta nel2003 presso la Stazione Sperimenta-le dell’Horticulture Department del-la Michigan State University, ubicataa Clarksville (Michigan, Usa), in unceraseto adulto della cultivar Empe-ror Francis innestata su franco ed al-levata a vaso. Per ogni trattamentosono state irrorate 3 branche appar-tenenti a 3 alberi diversi.

Prova 3: è stata condotta nel2007 presso l’Azienda Agricola Te-stoni (Fig. 3) ubicata nel comprenso-rio di Castelfranco Emilia (Mo), in unceraseto adulto della cultivar NewStar innestata su franco ed allevata avaso. Per ogni trattamento sono statiirrorati 4 alberi.

FRUTTICOLTURA - n. 3 - 2008 29

TAB. 1 - SCHEMA RIASSUNTIVO DELLE PROVE EFFETTUATE.

Anno Ubicazionedell’impianto Varietà Portinnesto Trattamenti

a confronto1 ConcentrazioneNumero diapplicazione

Epoca e frequenzadei trattamenti

Epoca diraccolta

Piovositàdall’invaituraalla raccolta

2002Savignanosul Panaro (Mo),Italia

Van Colt

– acqua distillata – 3Dall’invaiatura,(17 maggio)a cadenza

settimanale

13 giugno9 mm

(7 giornidi pioggia)

– cloruro di calcio(CaCl)2

0,5 % 3

– silicato di sodio(Na2OSiO)2 3

0,23 % 3

2003 Clarksville(Michigan, Usa)

EmperorFrancis Franco

– acqua distillata – 3Dall’invaiatura,(27 giugno) a

cadenzasettimanale

14 luglio42 mm(8 giorni

di pioggia)

– cloruro di calcio(CaCl)2

0,5 % 3

– silicato di sodio(Na2OSiO)2 3

0,3 % 3

2007 CastelfrancoEmilia(Mo), Italia

NewStar Franco

– acqua distillata – 3 Dall’invaiatura

(7 maggio)a cadenza

settimanale

4 giugno37 mm(7 giorni

di pioggia)

– cloruro di calcio(CaCl)2

0,5 % 3

– silicato di sodio(Na2OSiO)2 3

0,23 % 3

1il pH di tutte le soluzioni è stato aggiustato a 5,5 mediante HCl.

Fig. 2 - Copertura antipioggia per evitarela bagnatura dei frutti.

st di Student Newman Keuls (Snk) (P ≤0,05).

Effetto dei trattamenti

Prova 1: le precipitazioni, sebbe-ne limitate, verificatesi durante lafase di maturazione delle ciliegie(Tab. 1) hanno determinato la com-parsa dello spacco sui frutti (Tab. 2).Gli apporti di silicio e cloruro dicalcio hanno ridotto significativa-mente, ed in misura analoga, la per-centuale di frutti spaccati rispettoalle piante di controllo (Tab. 2). Lamaggior parte dei frutti presentavalesioni nella porzione apicale delfrutto e la tipologia di spacco osser-vato non è stata influenzata dai trat-tamenti (Tab. 2).

L’applicazione alla chioma di si-licato di sodio ha diminuito il pesomedio del frutto alla raccolta rispet-to al controllo (Tab. 3), mentre il clo-ruro di calcio ha presentato valoriintermedi, senza differenziarsi stati-sticamente dagli altri trattamenti. Ladurezza dei frutti non è stata influen-zata dai trattamenti (Tab. 3).

Prova 2: la percentuale più eleva-ta di frutti spaccati è stata riscontratanelle piante di controllo. Tale valoreè stato significativamente ridotto, econ efficacia analoga, nelle branchetrattate con silicato di sodio e sale dicalcio (Tab. 4). Inoltre, sono state os-servate differenze anche sulla tipolo-gia di spacco (Tab. 4).

L’apporto del cloruro di calcio al-la chioma ha ridotto il peso mediodel frutto ed il residuo secco rifratto-metrico, mentre il silicato di sodioha incrementato solo quest’ultimoparametro (Tab. 5).

Prova 3: l’influenza dei trattamentisull’incidenza dello spacco dei frutti(Tab. 6) è emersa anche in questo

esperimento. La combina-zione tra la suscettibilitàvarietale allo spacco e leprecipitazioni registratein pre-raccolta hannodeterminato percentualidi spacco sui frutti supe-riori al 50% ad ecce-zione delle piante trat-tate con silicato di so-dio. Solo quest’ultimotrattamento ha ridottosignificativamente lapercentuale di fruttidanneggiati rispettoal controllo, mentreil cloruro di calcio

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TAB. 3 - PROVA 1: EFFETTO DEI TRATTAMENTI SUL PESO MEDIO E SULLA DUREZZADEL FRUTTO PRIVATO O MENO DELLA BUCCIA.

Trattamento Peso medio del frutto (g)2Durezza del frutto(kg cm-2)

con buccia senza buccia

Controllo 10,2 a 0,8 0,45

Cloruro di calcio 9,3 ab 0,9 0,46

Silicato di sodio 9,0 b 0,9 0,49

Significatività 1* ns ns

1 * e ns: significativo per P ≤0,05 e non significativo All’interno di ogni colonna, valori contrassegnati da lettere diverse differiscono statisticamente tra loro.2 Valori determinati mediante l’impiego del penetrometro (Effegi, FT 011, puntale ø 5 mm) utilizzando una scala di 5 e 1 kg cm-2,

rispettivamente per i frutti con e senza buccia.

TAB. 2 - PROVA 1: EFFETTO DEI TRATTAMENTI SULL’INCIDENZA DEI FRUTTI SPACCATIE SULLA TIPOLOGIA DELLO SPACCO (DATI ESPRESSI IN PERCENTUALE).

Trattamento Incidenza totaledello spacco sui frutti Spacco apicale Spacco

peduncolare Spacco dorsale

Controllo 27,9 a 58 36 6

Cloruro di calcio 13,4 b 74 26 0

Silicato di sodio 13,3 b 58 42 0

Significatività 1* ns ns ns

1 * e ns: significativo per P ≤0,05 e non significativoAll’interno di ogni colonna, valori contrassegnati da lettere diverse differiscono statisticamente tra loro.

Le specifiche relative alle dosi edalle epoche di applicazione dei tratta-menti sono riportate nella tabella 1. Itrattamenti sono stati applicati allachioma mediante nebulizzatore apressione, fino al completo gocciola-mento delle foglie. L’effetto dei tratta-menti è stato valutato mediante il rile-vamento dell’incidenza percentualedei frutti spaccati sul totale dei fruttitrattati e della tipologia di spacco (pe-duncolare, dorsale ed apicale) espres-

se in percentuale sul totale dei fruttispaccati. Per ogni replica, i rilievi so-no stati eseguiti su un numero mediodi frutti pari a 66, 194 e 81, rispettiva-mente per le prove 1, 2 e 3. Inoltre,sono stati determinati il peso medioed alcuni tra i principali parametriqualitativi su frutti privi di spaccature.I dati ottenuti dai rilievi e dalle analisieffettuate sono stati sottoposti all’ana-lisi della varianza e la separazionedelle medie è stata effettuata con il te-

Fig. 3 - Veduta dell’impianto che ha ospitato la prova 3. Nel riquadro, l’abbondantefruttificazione di New Star, cultivar particolarmente suscettibile al “cracking”.

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è risultato ininfluente. Sui frutti spac-cati, la quasi totalità delle fratture èstata riscontrata in posizione pedun-colare, senza differenze indotte daitrattamenti (Tab. 6).

Le analisi dei principali parametriqualitativi non hanno fatto registrare

differenze imputabili ai trattamenti(Tab. 7).

Conclusioni

La perdita di commerciabilitàdelle ciliegie dovuta allo spacco dei

frutti può raggiungere, nelle cultivarpiù suscettibili e nei casi più gravi, il90% della produzione con conse-guenti ingenti perdite economicheper i cerasicoltori. I risultati ottenutinelle diverse condizioni sperimenta-li dimostrano come l’irrorazione delsilicio alla chioma è efficace nel ri-durre lo spacco dei frutti di ciliegioin misura analoga (Tabb. 2-4) o su-periore (Tab. 6) al cloruro di calcio.L’efficacia del silicio nel prevenire

TAB. 5 - PROVA 2: EFFETTO DEI TRATTAMENTI SUL PESO MEDIO E SUL RESIDUO SECCORIFRATTOMETRICO DEI FRUTTI.

Trattamento Peso medio del frutto (g) Rsr (°Bx)

Controllo 8,8 a 13,2 b

Cloruro di calcio 7,5 b 11,7 c

Silicato di sodio 8,6 a 14,3 a

Significatività 1* ***

1 * e ***: significativo rispettivamente per P < 0,05 e P < 0,001All’interno di ogni colonna, valori contrassegnati da lettere diverse differiscono statisticamente tra loro.

TAB. 4 - PROVA 2: EFFETTO DEI TRATTAMENTI SULL’INCIDENZA DEI FRUTTI SPACCATIE SULLA TIPOLOGIA DELLO SPACCO (DATI ESPRESSI IN PERCENTUALE).

TrattamentoIncidenza totale

dello spaccosui frutti

Spacco apicale Spacco dorsale Spaccopeduncolare Spacco multiplo

Controllo 27,5 a 13,3 b 72,5 1,8 12,4 a

Cloruro di calcio 12,8 b 14,2 b 84,8 0,0 1,0 b

Silicato di sodio 15,7 b 30,0 a 67,2 0,9 1,9 b

Significatività 1* ** ns ns *1ns, * e ** e ns: non significativo e significativo rispettivamente per P ≤0,05 e 0,01All’interno di ogni colonna, valori contrassegnati da lettere diverse differiscono statisticamente tra loro.

Fig. 4 - Le infezioni di Monilia sulle ciliegiesono favorite dalla presenza di frutti spaccati.Nella foto, evidenti sintomi di Monilia sui fruttidella cv New Star in prossimità della raccolta.

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lo spacco dei frutti è riconducibilealla capacità dell’elemento di modi-ficare le proprietà meccaniche deitessuti, aumentando l’elasticità dellaparete cellulare durante la fase di di-stensione (Ma, 2007; Taiichiro et al. ,2003) e rinforzandone al tempo stes-so la struttura. Inoltre, depositi di si-lice (SiO 2) sui frutti possono avere li-mitato, in conseguenza delle pro-prietà idrofobe di tale composto(Ma, 2007), l’ingresso di acqua du-rante la bagnatura. L’impiego deiprodotti a base di silicio, al pari delcloruro di calcio, non altera la salu-brità del prodotto, rendendone ido-neo l’impiego potenziale anche neisistemi a basso impatto ambientale(es. agricoltura biologica). Il silicio èun elemento importante per la salu-te umana e la sua presenza nelladieta può produrre effetti beneficisull’organismo.

Negli ambienti caratterizzati dascarse e sporadiche piogge durantela fase di pre-raccolta, l’applicazio-ne di prodotti a base di silicio puòcostituire una efficace strategia di di-fesa dal “cracking” in alternativa adaltri prodotti attualmente impiegati.Risultati preliminari (dati non ripor-tati) indicano che l’apporto allachioma di silicato di sodio è in gradodi ridurre i sintomi di monilia ( Moni-linia fructigena) sui frutti (Fig. 4). ■

RINGRAZIAMENTI

Gli autori ringraziano le Aziende Agricole Ni-no Quartieri (Savignano sul Panaro, Mo) e Te-stoni (Castelfranco Emilia, Mo), nonché laStazione Sperimentale della Michigan State

University (Michigan, Usa) per avere ospitatole sperimentazioni.

SUMMARY

Fruit cracking caused by rainfall prior toharvest is a major problem in sweet cherryproduction, reducing drammatically the fruitmarketability. Currently, spray applicationswith calcium salt solutions (mainly calciumchloride) represent the most widespreadmeans used by growers to prevent fruitcracking in cherry orchards not covered by aremovable and impermeable plastic flat roof.In order to evaluate the effectiveness of siliconin the prevention of fruit cracking, three fieldtrials were conducted in Italy (2002 and 2007)and the United States (2003). The experimentswere carried out on mature trees of the cvs.Van, New Star and Emperor Francis, compa-ring the following treatments: water (control),calcium chloride and sodium silicate. Multiplesprays (3) were applied weekly from fruit ve-raison to approximately one week prior to har-vest. The resulting data show that under con-ditions conducive to cracking, sodium silicatereduced the percentage of cracked fruits to asimilar or larger extent that calcium chloride.The effectiveness of silicon foliar applicationin the prevention of sweet cherries crackingmay be due by both the enhancement of fruitcell wall elasticity and the reinforcement of itsstructure. Besides, hydrophobic silica (SiO 2)deposits on fruit surface, may have reducedwater absorption into the fruit during rainfall.

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TAB. 7 - PROVA 3: EFFETTO DEI TRATTAMENTI SU PESO MEDIO, DUREZZA, RSR, Ph E ACIDITÀ DEI FRUTTI ALLA RACCOLTA.

Trattamento Peso medio del frutto (g) 2Durezza(kg cm-2) Rsr (°Bx) pH Acidità (g l-1 ac. malico)

Controllo 6,7 0,59 16,1 3,7 7,4

Cloruro di calcio 6,9 0,57 15,4 3,6 7,6

Silicato di sodio 6,5 0,66 16,3 3,6 7,5

Significatività ns1 ns ns ns ns

1ns: non significativo2 Valori determinati sui frutti interi mediante l’impiego del penetrometro Effegi, FT 011, puntale ø 5 mm.

1ns e ** e ns: non significativo e significativo rispettivamente per P ≤0,01All’interno di ogni colonna, valori contrassegnati da lettere diverse differiscono statisticamente tra loro.

TAB. 6 - PROVA 3: EFFETTO DEI TRATTAMENTI SULL’INCIDENZA DEI FRUTTI SPACCATI E SULLA TIPOLOGIA DELLO SPACCO(DATI ESPRESSI IN PERCENTUALE).

Trattamento Spacco apicale Spacco peduncolare Spacco dorsale Spacco multiplo

Controllo 58,2 a 0,9 91,1 3,6 4,4

Cloruro di calcio 63,8 a 0,7 98,5 0,1 0,7

Silicato di sodio 41,3 b 0,6 98,7 0,1 0,6

Significatività 1** ns ns ns ns

Incidenza totale dello spacco sui frutti

3)'.5-PROTEGGE

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