Educare alla buona vita del Vangelo

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“Siamo in presenza di un cambiamentocomplesso e di vaste proporzioni, che siripercuote nelle esperienze di fede e nellasituazione ecclesiale, tale da richiedere quasiuna nuova implantatio evangelica. E’ uncambiamento accompagnato da segni disperanza ma anche da preoccupazioni”

(Lettera dei Vescovi per la riconsegna del DB “Il

rinnovamento della Catechesi”, 1988)

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►crescente consapevolezza personale della fede

►una maggiore assunzione di responsabilità dellaicato

►aumenta nei giovani la ricerca di senso e ilcoraggio di vivere il vangelo in modo radicale esenza compromessi

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Segnali di speranza

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►Soggettivismo della fede che sminuisce il senso diappartenenza alla chiesa

►Il crescente relativismo; cultura scientista;materialismo e consumismo

►Fenomeno delle sette e dei movimenti pseudo-religiosi che pretendono di soddisfare la nuovaemergente domanda religiosa

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Segnali di preoccupazione

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Le urgenze

► una nuova capacità di proporre itinerari

sistematici e differenziati

► occorre un ripensamento delle modalità di

trasmissione della fede alle nuove

generazioni

► educatori preparati

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Educare la fede, amare la vita

«In una Chiesa missionaria, posta dinanzi ad una emergenza educativa comequella che si riscontra oggi in Italia, voi che la amate e la servite sappiateessere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi; in unaChiesa chiamata a prove anche molto esigenti di fedeltà e tentata diadattamento, siate testimoni coraggiosi e profeti di radicalità evangelica; inuna Chiesa che quotidianamente si confronta con la mentalità relativistica,edonistica e consumistica, sappiate allargare gli spazi della razionalità nelsegno di una fede amica dell’intelligenza, sia nell’ambito di una culturapopolare e diffusa, sia in quello di una ricerca più elaborata e riflessa; in unaChiesa che chiama all’eroismo della santità, rispondete senza timore, sempreconfidando nella misericordia di Dio».

Benedetto XVI

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La formazione degli educatori

► formazione alla fede adulta

► formazione all’ecclesialità e alla laicità

►formazione alla corresponsabilità e all’interiorità

► formazione alla relazionalità e alla fraternità

► formazione alla programmazione

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“Il suono delle nostre parole percuote le orecchie, ma il vostromaestro sta dentro. Non crediate che possiate apprenderequalcosa da un uomo. Noi possiamo esortare con lo strepitodella voce, ma se dentro non v’è chi insegna, inutile diviene ilnostro strepito… Per quel che mi compete io ho parlato a tutti;ma coloro dentro i quali non parla quell’unzione, quelli che loSpirito Santo non istruisce internamente, se ne vanno via senzaaver nulla appreso. L’ammaestramento esterno è soltanto unammonimento, un aiuto. Colui che ammaestra i cuori ha la suacattedra in cielo”

(Agostino)

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Alla scuola di Cristo:maestro e pedagogo

► attività legislativa

► l'insegnamento

► la funzione giudiziale

► un aspetto singolare nel suo rapporto con i

discepoli

“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”(Gv 15,16)

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Nella tradizione contemporanea, un discepolo, dopouna certa permanenza con il maestro lo lascia, perproseguire da solo ed eventualmente avere lui dei

discepoli. Non così capita agli apostoli:

“Signore, da chi andremo? Tu hai paroledi vita eterna” (Gv 6,68).

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I tratti di Gesù Maestro

►L’obiettivo è vivere, non sapere soltanto

►Gesù educatore “accompagna” i suoi discepoli

►Gesù vive la fedeltà all’uomo in generale e ad ognisituazione umana concreta

►L’attività di Gesù educatore non è un lavoro solitario

Questa fedeltà ai suoi ascoltatori non blandisce peròl’annuncio anche pesante e difficile.

“Lungi da me, Satana!”.

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Educazione alla/della fede :scelte fondamentali

► operare per una mentalità di fede

► portare un annuncio cristocentrico

► utilizzare un metodo progressivo

► vivere la fedeltà a Dio e agli uomini

► agire con una comunità catechista in cui si

evidenzia il servizio dei catechisti

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La comunità educante

La comunità ecclesiale è un soggetto educantecaratteristico: quando insegna non dice parole sue madel Maestro invisibile, quando celebra è solo unministro, un servo; il suo stesso volto non ha lucepropria, ma è illuminato da Cristo che è la luce delle

genti (LG,1).

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Quando si parla di educazione s’intende parlare di unapersona, di un suo messaggio e dei suoi destinatari.Molto spesso è proprio la persona dell’educatore chepassa al secondo posto, fino a poterla ignorare deltutto, senza che tutto il resto ci perda qualcosa. Si puòconoscere la Divina commedia senza conoscere la vitadi Dante. Ci sono educatori che possono restarenell’ombra o addirittura scomparire: la loro opera restaintatta senza di loro. Anche Mosè, dice sant’Agostino,“ha scritto e se n’è andato”.

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Recentemente è stata eseguita un’inchiesta su aderentiad un servizio assistenziale, gestito da un’associazioneecclesiale. Ai 685 intervistati è stato chiesto a quali“testimoni” si ispiravano. Questo è stato il risultato:Gesù Cristo viene al quarto posto con appena 6,2%,dopo Gandhi (49,2%), dopo don Milani (7,3%), e dopoLuther King (6,5%).

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Non per questo cesseremo di dire che lacomunità ecclesiale continua ad essere“educata ed educante”.

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Una “Comunità educata ed educante” è stata al centrodella pastorale in Italia fin dal 1970, sotto lo slogan“Chiesa in missione”. Tutta la chiesa è missionaria,affermava il documento: Il rinnovamento dellacatechesi (1970) al n. 8.

In realtà non solo oggi, ma sempre la chiesa lo è stata e

sempre lo sarà.

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E questa per la semplice ragione che dei tre elementi,che costituiscono la missionarietà della chiesa, duesono costanti, ma uno è variabile. Elementi costantisono il comando di Gesù: “Andate” e il contenuto delmessaggio da annunciare: “Predicate il Vangelo”. Mac’è il terzo elemento che è il destinatario delmessaggio: “A tutte le genti. E questo è sempre

variabile.

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Fedeli al Vangelo in questo tempo

Cogliere i segni dei tempi

Il moltiplicarsi di visioni della vita

Il crescere della pluralità etico-culturale

Il rapido passaggio attraverso una molteplicità diesperienze

Il mutare del rapporto tra la persona e i beni

Il modificarsi delle relazioni interpersonali

La precarietà del lavoro

Il bisogno di nuove progettualità educative

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E’ significativo il fatto che due degli ultimi ponteficihanno iniziato il loro ministero pontificale con dueencicliche di apertura all’uomo e al mondo: Paolo VIcon la Ecclesiam suam (1964) e Giovanni Paolo II con laRedemptor hominis (1979).

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Non si tratta solamente di aprire il dialogo sulle grandivisioni religiose. Quello che importa di capire econoscere sempre meglio è l’uomo perché, comeosservava Paolo VI, “tutto ciò che è umano ci riguarda”

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Tener viva questa “sete di Dio” è il compito della“Comunità educata ed educante”, come affermavaGiovanni Paolo II:

“La chiesa non può abbandonare l’uomo… Quest’uomoè la prima strada che la chiesa deve percorrere nelcompimento della sua missione egli è la prima efondamentale via della chiesa, via tracciata da Cristo”(Redemptor hominis, 14)

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Chi fra gli uomini sarà capace di far capire

chi sei

ai suoi simili?

Quale angelo a un angelo?

Quale angelo a un uomo?

A te bisogna chiedere di capire, in te cercare,

alla tua porta bussare;

così, solo così,

si riceve,

si trova,

ci viene aperto

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Queste parole di s. Agostino (Confessioni XIII, 38, 53)ci introducono nell’oggetto della nostra riflessione. Ilservizio educativo nella chiesa e la sua radicesoprannaturale. E’ evidente dalle considerazioni diAgostino che ogni parlare di Dio e su Dio (primoannuncio, evangelizzazione, catechesi) è possbile solose è frutto di un dono, di un carisma elargito dalloSignore.

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Le dimensioni fondamentali dell’essere educatore

Formazione

della persona

Acquisizione

del metodo

Capacità di

Progetto

Educativo

Incontro con

Cristo

Esperienza di

chiesa

Passione per il

Regno

Scelta di fede Servizio

all’educazione

cristiana

Maturità

educativa come

spiritualità

apostolica

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I pilastri su cui costruire la propria interiorità sono

Pregare Dimensione orante Silenzio

Ascolto

Dialogo

Condividere Dimensione della comunità

e della condivisione

Mistero

dell’Eucarestia

Testimoniare Dimensione della

testimonianza coraggiosa

In tutti i luoghi

e ambiti che

abitiamo

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• Il cristocentrismo della sua esistenza e di ogniesperienza (Filippesi 3, 7-16)

• La tradizione ecclesiale come luogo della memoria edell’annuncio (1Cor. 11,23 -13,13)

• La tensione al futuro del Regno come ispirazione diprofondi stili educativi (1Tess. 5,1-28)

Individuare i temi generatori di una vera spiritualitàapostolica dell’educatore cristiano

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Itinerari di Paolo apostolo - educatore

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• Quale spiritualità per l’educatore?

• E’ possibile parlare di una Regola spirituale per ilaici?

Anche nella vita spirituale impariamo adapprofondire la nostra interiorità, acquisiamo lacapacità di fare silenzio e ascoltare, accogliamo ildesiderio di dialogare con Dio solo con la pratica,l’esperienza graduale e costante del rapporto con ilSignore.

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Non esiste una solo regola, possiamo solo dare delleindicazioni, degli appunti, per aiutare ciascuno astendere la sua personale regola di vita in base alleproprie forze, individuando le cose essenziali daportarsi dietro senza inutili pesi, scegliendo i miglioricompagni di strada e trovando un angelo che tifaccia da guida nel cammino, come il giovane Tobia(Tb 5)

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■ La mente non può essere il punto di centrale dellaspiritualità, perché resiste all’abbandono allo spiritoe alla fede. La mente vive di concetti, e il concettosignifica ridurre la realtà ad un’idea.

■ Se la ragione non è illuminata dalla fede si trasformain una “mente che mente”, ossia in un labirinto difantasia, illusioni,immagini distorte che ci siamo fattidi noi e degli altri.

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Spiritualità

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■ La nostra mente pretende di catturare Dio, mentrela spiritualità è lasciarsi afferrare dall’amore di Dio eabbandonarsi ad esso senza resistenze (Fil 3,12).

■ Equivale a perdere la testa, proprio come avvienenell’innamoramento. La fede va aldilà della ragione,anche se la ragione mi aiuta a credere

■“Se il sonno della ragione genera mostri” è purvero che il “sonno della mente genera santi”

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Spiritualità

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■ Il problema nel quale ci imbattiamo di continuo èquello di far scendere le nozioni dalla testa al cuore

■ “Imparerai più cose passeggiando per un boscoche nelle pagine di un libro!” (San Bernardo),riferendosi alla contemplazione della natura e al suomeraviglioso linguaggio da decifrare

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Spiritualità

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“Stiamo ore ed ore su Internet e siamo diventatiesperti navigatori della rete, ma dobbiamo impararea trovare ogni giorno un momento di sosta perguardarci dentro, per navigare nella nostrainteriorità. Solo chi frequenta gli spazi infiniti dellapropria anima si conosce e può comunicare se stessoagli altri” (Bill Gates)

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Spiritualità

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■ A volte pretendiamo di arrivare ai vertici della vitaspirituale senza sciogliere e affrontare nodi diproblematiche umane o emozioni che si agitano nellanostra anima.

■ Non possiamo non fare i conti con tutti gli impulsidel nostro cuore. La fede non ci fa scavalcare leesperienze, ma ci aiuta ad attraversarle totalmentesenza sconti

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Spiritualità

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Come si fa a conoscere se stessi?

■ Le esperienze che viviamo ci rivelano molto di noistessi, del nostro carattere, dei nostri limiti e deinostri pregi

■ Il dialogo e il confronto con gli altri, aperto esincero è un elemento imprescindibile per unaconoscenza della nostra interiorità

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Spiritualità

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Ogni obiezione che viene dagli altri può essere un

dono prezioso alla nostra auto-comprensione, anchese fa male. Non possiamo mai vedere le nostre spallesenza l’aiuto di chi ci sta accanto. Da soli rischiamo difarci un’idea illusoria di noi stessi, per cui abbiamobisogno della visione degli altri che completi lanostra.

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Spiritualità

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■ mantenere un contatto continuo con le proprie

emozioni riconoscendole con umiltà e gratitudine. Ilnostro corpo ci dona il senso reale di quello chesiamo, sentiamo e percepiamo. Nessuna facoltàspirituale dell’uomo si esplica senza la mediazionecorporea

Tutto questo possiamo ottenerlo con un attentoesame di coscienza e con la guida di un padrespirituale.

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Spiritualità

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■ La spiritualità ci insegna a rallentare, a fermarci per

stare nel presente e assaporare ogni momentodell’esistenza come dono di Dio da valorizzare

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Le tappe di un vero cammino spirituale

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“Dio ama l’uomo. Dio ama il mondo. Non un uomo

ideale, ma l’uomo cosi com’è, non un mondo ideale,ma il mondo reale. L’uomo e il mondo nella lororealtà, che a noi appaiono abominevoli per la loroempietà e da cui ci ritraiamo con dolore e ostilità,sono invece per Dio l’oggetto di un amore infinito chel’unisce a loro nel modo più intimo” (DietrichBonhoeffer)

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Spiritualità

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■ Corriamo all’inseguimento di cose da farenell’illusione di essere onnipotenti e indispensabili, alpunto che perdiamo di vista l’obiettivo e la meta enon ci ritroviamo più (recuperare la dimensione deldeserto)

■ Gesù dice che il Regno è già qui, nell’oggi (Lc17,20). Dio è disponibile 24 ore su 24, ma a volte nonlo sentiamo neanche un minuto (recuperare ladimensione del presente che è la nostra dimensionepiù propria e autentica)

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Le tappe di un vero cammino spirituale

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Dicevano gli antichi mistici: “ciò che più rischia diallontanarci da Dio è proprio l’idea che abbiamo diLui”. Tutti corriamo dietro a un’idea di Dio che ciportiamo dentro e per questo non lo riusciamo ariconoscere quando ci incrocia in situazioni chesconvolgono i nostri schemi. Ma la fede è proprio ilrischio di lasciare qualcosa di noto e rassicurante, perseguire un cammino che non dà immediate garanziedi successo (cfr il giovane ricco che non è disposto arischiare)

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Spiritualità

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“Mantenendoti vuoto e nudo Dio che riempiequalunque vuoto trovi, dovrà agire, riversarsi dentrodi te, non appena ti troverà pronto… trovandotipronto egli sarà obbligato ad agire, a inondarti;proprio come il sole deve esplodere nel cielo quandol’aria è calda e brillante, ed esso è incapace dicontenersi”

(Il mistico, Meister Eckhart )

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Le tappe di un vero cammino spirituale

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■ Essere vuoti significa rinunciare al proprio io e

diventare malleabili nelle mani di Dio per la nostratrasformazione. Purtroppo viviamo nella società delriempimento. Pensiamo che quanti più impegni einiziative svolgiamo, tanto più siamo importanti econsiderati. Se non saremo capaci di spogliarci delnostro “io”, ci gonfieremo unicamente di noi stessi enon di Dio.

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Le tappe di un vero cammino spirituale

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Spiritualità della strada

(opere di misericordia corporale)

■ Dar da mangiare agli affamati

■ Da dar bere agli assetati

■ Vestire gli ignudi

■ Visitare gli ammalati

■ Accogliere i pellegrini

■ Visitare i carcerati

■ Seppellire i morti

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Spiritualità

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■ una strategia della “compagnia” con gli uomini e le

donne del nostro tempo dove il primo momento diquesta compagnia è l’eucarestia domenicale; poiserve tanto studio per acquisire sapienza econoscenza per passare dai luoghi dei convegni, dallesale parrocchiali o dell’episcopio… alla strada

del’uomo di oggi.

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La spiritualità delle opere di misericordia

richiede:

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C’è una storia su un docente universitario che si recò daun maestro Zen perché voleva imparare la meditazione.Il maestro gli offrì un tè. Versò il tè nella tazza del suoospite finchè la tazza fu piena e continuò a versare. Ilprofessore stette a guardare tutto quel liquido chetraboccava, fino a quando non potè più trattenersi. “Maè già piena fino all’orlo”, ribattè. “Non può più starceneancora!”. “Proprio come questa tazza tu sei pieno delletue opinioni e speculazioni”, replicò il maestro. “Comeposso insegnarti lo Zen se prima non vuoti la tua tazza”

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