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DICEMBRE 2016 ANNO LXIX edizione digitale in arrivo Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00).

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DICEMBRE 2016 ANNO LXIX

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DI 1DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Romano AmbrogiPresidente ALDAI

Tradizione ed innovazioneALDAI a tutto campo per rappresentare i dirigenti di oggi

Il 70° anniversario della CIDA, la Confederazione dei diri-genti italiani, è stata l'occasione per riflettere sulla signi-ficativa esperienza di un periodo durante il quale la pro-fessionalità di colleghi di numerosi settori dell'economia italiana ha significativamente collaborato al miracolo italia-no e alla attuale difficile tenuta del nostro sistema all'interno dell'Unione europea. Ma è stato anche un forte stimolo per tutti i partecipanti e per la pattuglia dei colleghi ALDAI, che hanno preso parte alla ce-rimonia nella sala dei gruppi parlamentari, per prendere acuta coscienza della urgente necessità di un cambiamento profon-do delle nostre modalità di rappresentanza. Abbiamo a più riprese toccato sulla nostra rivista i temi della rivoluzione industriale in atto e delle sue conseguenze sull'or-ganizzazione del lavoro. Anche in questo numero sono presen-ti contributi su questo tema, con l'obiettivo di fornire ai soci e colleghi strumenti di aggiornamento professionale. Il servizio sindacale è la prima e insostituibile linea di intervento nei con-fronti di chi si trova ad affrontare le conseguenze del mutato mercato del lavoro.Ma le conseguenze di questa rivoluzione toccano in profondità le basi stesse della nostra società e la capacità di offrire pro-spettive alle nuove generazioni. E quindi implicano un coinvol-gimento più ampio del nostro fare Sindacato e fare Associazio-ne. E di comunicare con strumenti nuovi e rinnovati, come il web, i social network e la rivista digitale, per raggiungere tutti i soci ed i colleghi non associati, dimostrando con i risultati l'im-pegno per l'innovazione.In primo luogo, tenendo presente come nostro proprio orizzon-te quello della Confederazione, che sta trovando la sua nuova strada con la Presidenza Ambrogioni. E seguendo, noi milanesi

DITORIALEe

così profondamente connessi ai quattro motori dell'Europa, quello che, tramite la CIDA, possiamo cogliere dell’evoluzione dei manager europei. Mettendo a fattor comune la nostra for-za propulsiva di maggiore Associazione di Federmanager nelle iniziative che con CIDA abbiamo in programma per potenziare lo sviluppo associativo. Ma soprattutto entrando in sinergia con tutte le forze vive che a Milano e in Lombardia segnano la strada verso il “Rinascimen-to” che abbiamo evocato nello scorso numero di questa rivista. Le varie proposte che sono state presentate in ALDAI durante lo scorso anno, come il Servizio di Orientamento e il gruppo Mind the Gap per le iniziative verso nuovi sbocchi lavorativi, il Servizio di Tutoring che ha proseguito la solidarietà fra colleghi per cogliere le opportunità di crescita e affrontare le difficoltà del ruolo dirigenziale, il Premio “Merito e Talento” finalizzato a promuovere le pari opportunità e il ruolo delle donne manager ed i numerosi convegni e iniziative per favorire la crescita pro-fessionale, l’innovazione e il networking, tutte sono legate da questo filo rosso che presenta la nostra Associazione, aperta a chi opera a Milano, come soggetto di promozione civile. Il Rinascimento potrà sorgere e avverarsi solo grazie a donne e uomini che sappiano interpretare e vivere il proprio lavoro come una realizzazione personale con feconde conseguenze sociali. ■

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DI 3DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016DI

ommarioSDICEMBRE 2016 ANNO LXIX

EDITORIALE 1 Tradizione ed innovazione Romano Ambrogi

FOCUS 4 I manager italiani lanciano l’impegno per la nuova Europa Franco Del Vecchio

MANAGEMENT 6 A call for Innovation Francesco Albanese

7 Management del digitale Paola Poli

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO 8 Dirigenti Industria diventa anche digitale a cura del Comitato di Redazione

NOTIZIE FEDERMANAGER 10 Tempi di bilancio Stefano Cuzzilla

11 Alternanza scuola-lavoro: i manager devono esserci Mario Cardoni

SERVIZI AGLI ASSOCIATI 12 Quando diventiamo grandi Manuela Biti

13 Leader in campo

ECONOMIA 14 Mercato digitale verso la fine del tunnel? Giancarlo Magnaghi

LAVORO 16 Dirigenti e quadri nel sistema produttivo italiano Giovanni Facco

20 Congresso europeo ILERA sul futuro della rappresentanza Marco Bodini

FORMAZIONE21 Borsa di Studio - Bando 2017 "Ing. Giacomo Bonaiuti"

PREVIDENZA22 Non vogliamo essere... SS, ma SU... Mario Giambone

24 Pensioni, ovvero l'etica della verità Antonio Dentato

VITA ASSOCIATIVA30 L'employability dei dirigenti, una grande sfida Elena Toffetti

32 Longevità e valorizzazione dei Senior Giovanni Caraffini

FOCUS - I 70 ANNI DELLA CIDA

I manager italiani lancianol’impegno per la nuova Europa

34 La chiave per una solidarietà vincente Giovanni Carnaghi Mauro Vaiani

OPINIONI36 La crescita e la flessibilità Edoardo Lazzati

38 Verso un nuovo contratto dei dirigenti? Giuseppe Colombi

CULTURA E TEMPO LIBERO40 Musica per l'anima Gabriella Canuti

42 63º Golf Day & Trophy ALDAI Vladimiro Sacchetti

REDAZIONALE45 Articoli e copertine 2016 a cura della Redazione

La Redazione di Dirigenti Industria rivolge ai suoi lettori e alle loro famiglie i più sinceri e sentiti Auguri per serene Festee per un 2017 di soddisfazioni personali e professionali. Che sia soprattutto un anno di forte crescita ed innovazione, con una vera chiave di svolta per il ruolo della categoria manageriale

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DI4 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

on iniziative di portata inter-nazionale CIDA ha proposto il

rinnovamento dell’Unione Europea at-traverso la sua classe dirigente. All’evento hanno partecipato rappre-sentanti del management privato e pubblico, e alla relazione del Presidente CIDA Giorgio Ambrogioni sono seguiti numerosi interventi di personalità poli-tiche e opinion leader, fra le quali: il di-rettore de “Il diario del lavoro" Massimo Mascini, l’on. Cesare Damiano, il Presi-dente del “Centre d’Historie de Scienze PO” di Parigi Marc Lazar, l’intervento video del Segretario Generale CES Luca Visentini, il Presidente CEC European Managers Ludger Ramme, l’intervento video del Presidente Business Europe Emma Marcegaglia e del Ministro per la Semplificazione e la PA Marianna Ma-dia, infine la relazione sulle prospettive

del sociologo Giuseppe Roma.Il richiamo allo spirito del Manifesto di Ventotene da parte della politica, è sta-to evocato a gran voce dalla CIDA nel 70esimo anniversario della sua fonda-zione, con un’iniziativa inedita a livello comunitario. CIDA, l'organizzazione che rappresen-ta 400mila manager tra dirigenti e alte professionalità di tutti i settori, lancia il manifesto identitario “Manager per la nuova Europa” per coinvolgere l’intera classe dirigente europea sulla condivi-sione di una serie di valori, impegni e proposte utili a sollecitare gli organi di governo UE ad un radicale cambio di rotta.In un messaggio inviato alla CIDA, il pre-sidente della Repubblica Sergio Matta-rella, ha commentato: “La presentazione di un Manifesto europeo per la dirigen-za, nel 70° anniversario di costituzione della CIDA, assume un significato di particolare rilevanza. L'Unione Europea

si trova in fase cruciale, caratterizzata da crisi complesse che richiedono risposte urgenti e scelte lungimiranti per gover-nare il futuro. È quindi benvenuto l'im-pegno congiunto dei manager pubblici e privati volto a rafforzare uno sviluppo sostenibile, evidenziando il valore dell'e-tica dei comportamenti".Il sottosegretario al Lavoro e alle Politi-che Sociali, Luigi Bobba, ha commen-tato "Sono fermamente convinto che la ripresa ed il rilancio della nostra eco-nomia debba passare necessariamente attraverso il pieno coinvolgimento dei giovani nei processi produttivi e nella vita sociale e lavorativa. Da questo pun-to di vista, va dato atto che CIDA – con il suo impegno professionale – rappresen-ta un punto di riferimento per le nuove generazioni che si affacciano al mondo del lavoro".Anche Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL, si è unita agli au-guri per il 70° anniversario CIDA, com-

cSi è celebrato venerdì 14 ottobre 2016, nella Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati a Roma, il 70° anniversario (1946-2016) della CIDA, la Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte Professionalità.

I manager italiani lanciano l’impegno per la nuova Europa

OCUS - I 70 ANNI DELLA CIDA

Franco Del Vecchio Segretario CIDA Lombardia - [email protected]

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DI 5DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

mentando: “La fase in cui ci troviamo, di transizione verso l’era digitale, lascia aperti molti dei problemi del passato, ma pone a tutti noi nuove sfide e nuove opportunità di risposta. In questo ci uni-sce la consapevolezza che la costruzione del futuro non può essere ridotta a mera questione tecnologica. Perché sappia-mo che sono e continueranno ad essere le persone a fare la differenza, soprat-tutto quando si assumono la responsa-bilità di svolgere ruoli dirigenziali. Una responsabilità che non è soltanto com-petenza, ma che è anche responsabilità di essere portatori di cultura e di valori. Tocca a noi, ognuno per la parte che gli compete, continuare ad affermare come il valore del lavoro, a tutti i livelli, e il suo riconoscimento, siano elementi essen-ziali per lo sviluppo del nostro Paese e dell’Europa.”Consapevoli del ruolo che ricoprono nelle organizzazioni sociali e produttive, nelle istituzioni e nelle imprese dell’U-nione, i dirigenti europei puntano sulla convergenza di livello continentale per affrontare l’attuale fase di incertezza e di stagnazione. “Il concetto originario dell’Europa, cen-trato sui diritti della persona, la solida-rietà e l’inclusione sociale è messo in forte discussione – spiega Giorgio Am-brogioni, Presidente CIDA. I manager, che hanno visto nascere l’organizzazio-ne sociale, giuridica ed economica della UE, hanno assistito in questi 70 anni a tensioni geo-politiche, a costruzione e abbattimento di muri e a cariche di vio-lenza diffusa. Occorre quindi intervenire per preoccuparsi delle nuove generazio-ni, coinvolgendole nella vita economico sociale della Comunità. Non rimarremo inerti di fronte alla minaccia disgrega-trice – conclude Ambrogioni – e contri-buiremo al rilancio del disegno storico dell’Europa attraverso i valori condivisi e le proposte di politiche adeguate. Ripar-tiamo da Roma, così come avvenne, nel 1951 con la nascita della CEC European Managers alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi”. Il Manifesto europeo di valori, impegni e proposte è articolato in cinque pun-ti, che vanno dalla necessità per i diri-genti europei di lavorare assieme per il bene della comunità, all’accettazione delle sfide del futuro, dall’impegno a combattere le diseguaglianze, alla dif-fusione dell’etica manageriale. Dalla

CIDA è la Confederazione sindaca-le che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terzia-rio), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindiret-tivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sce-neggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindiretti-vo Consob (dirigenza Consob).

condivisione di queste proposte, i ma-nager pubblici e privati si impegnano a costituire l’EOM - European Observatory on Management, un osservatorio sulla dirigenza presso la CEC European Mana-gers che vuole diventare uno strumento dinamico di conoscenza delle diverse realtà operative, normative e condizioni contrattuali e di monitoraggio degli an-damenti occupazionali e delle funzioni svolte. L’EOM si prefigge di essere sede di confronto e dibattito e fonte per la comunicazione e lo story telling al ser-vizio dei manager europei. Le proposte condivise puntano anche ad accorciare le distanze fra dirigen-ti pubblici e privati per valorizzare le esperienze e le sensibilità degli uni e degli altri, di combattere le disegua-glianze sociali, tra le cause di rallenta-mento dello sviluppo e soprattutto di impedimento al pieno esercizio della democrazia economica, e di indicare virtù identitarie come autonomia e re-sponsabilità, competenza, merito ed ef-ficienza, individuando in aggiunta una serie di valori prioritari. In particolare, un’indagine commissionata dalla CIDA, che ha coinvolto i manager di 14 Paesi europei, ha individuato una forte con-vergenza verso questi valori o pilastri dell’etica manageriale: favorire il people care, ovvero esercitare

particolare attenzione verso le risorse umane, dal luogo di lavoro ai bisogni della persona e delle famiglie; coinvol-gere i collaboratori nel miglioramento dei processi produttivi, riconoscere le diversità senza discriminazioni; pro-muovere work life balance e welfare aziendale; stimolare una visione di medio lungo

termine in modo da incentivare ogni

forma di innovazione quale principale antidoto ai pericoli di stagnazione e di regresso; supportare lo sviluppo sostenibile per

consegnare alle prossime generazioni un ecosistema vivibile e rendere effet-tiva l’inclusione sociale; riconoscere, come valore fondante dei

manager, l’etica dei comportamenti e l’esempio personale come forma con-creta di civismo da classe dirigente e non semplice testimonianza indivi-duale.

I manager pubblici e privati, oltre a svol-gere il loro ruolo con grande professio-nalità e trasparenza, si impegnano quin-di a intervenire e contribuire al dibattito per un’Europa contemporanea, dinami-ca e sempre nuova, apportando le loro esperienze e proposte. ■

Per maggiori informazioni sul convegno CIDAwww.cida.it/70-cida

OCUS - I 70 ANNI DELLA CIDA

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DI6 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

A call for Innovation

n ell’attuale drammatica situa-zione di stagnazione pro-

duttiva, economica e di occupazione, soprattutto giovanile e manageriale, ho condiviso con i colleghi del Gruppo Progetto Innovazione ALDAI di svilup-pare una specifica iniziativa per dare un concreto contributo ai colleghi dirigenti e alle loro imprese creando una “vetrina dei campioni”, cioè una selezione di im-prese italiane o sedi italiane di multina-zionali che sono riuscite a crescere, no-nostante la crisi, utilizzando i vantaggi competitivi dell’innovazione e raggiun-gendo così posizioni distintive di rilievo. Vorremmo evidenziare gli esempi di management da conoscere e dai qua-li trarre spunto per il proprio impegno lavorativo. L’iniziativa permetterà di conseguire una percezione più aderente alle dinamiche competitive sul territorio e, soprattutto, di divulgare informazioni che possano incoraggiare a seguire gli esempi.

Francesco AlbaneseComponente GdL Progetto Innovazione ALDAI - [email protected]

Infatti molte cause della stagnazione dipendono direttamente da noi: la poca conoscenza, l’atteggiamento di difesa e la scarsa propensione a rinnovare l’offer-ta dei propri beni e servizi, ad utilizzare le tecnologie e i vantaggi del Piano Na-zionale Industria 4.0, rivedendo la stra-tegia alla luce del nuovo contesto com-petitivo.Vogliamo far emergere i casi manageria-li positivi e portare un contributo e sti-molo sia ai colleghi in attività sia a coloro che sono temporaneamente in cerca di occupazione, avviando una campagna di sensibilizzazione per mettere sotto i riflettori gli esempi di realtà industria-li che “ce l’hanno fatta”, conquistando nuovi spazi di mercato e creando valore per il sistema produttivo e la società. I colleghi iscritti ALDAI saranno determi-nanti nel segnalare e proporre le infor-mazioni sui casi emblematici di successo e, insieme ai colleghi del Gruppo Pro-getto Innovazione, ci impegneremo ad analizzare le segnalazioni per seleziona-re e promuovere la conoscenza delle più significative.

Confidiamo nella risposta dei colleghi all’iniziativa “A call for Innovation”, invi-tandoli ad inviare alla redazione della rivi- sta "Dirigenti Industria" ([email protected]) una e-mail con pari oggetto riportante la testimonianza sull'episodio di successo da esaminare.Saremo lieti ricevere esempi e casi stu-dio di imprese industriali che abbiano evidenziato una notevole crescita del volume d’affari, dell’occupazione e della propria immagine, nell’ultimo triennio, a seguito di riusciti interventi propul-sivi derivanti da vari fattori tradizionali e non, quali l’attività di R&S propria o esterna, azioni di management strategi-co, business development ed altre inizia-tive innovative. Oltre al profilo di base dell’impresa, sia-mo interessati al giudizio professionale sui fattori principali che hanno reso pos-sibili tali risultati, ad esempio: l’otteni-mento di brevetti, lo sviluppo di nuovi prodotti, il rinnovamento di processi di automazione, idonee campagne marke-ting, l’ottenimento di licenze produttive, l’acquisizione di rami d’azienda da terzi o altri fattori. ■

ANAGEMENTm

Mettiamo in vetrina le imprese e i manager di successo, gli esempi positivi e i casi nei quali sia evidente il merito, il talento e la determinazione nell’innovare l’impresa per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Inviaci una descrizione dei casi di successo in un testo di un paio di pagine, corrispondenti a un massimo di 6.000 battute spazi compresi, rispondendo alle seguenti domande: Quale profilo dell’impresa: settore, sede, prodotti e servizi, profilo clienti, target, fatturato 2013-2015, % export,

numero dipendenti, dei quali numero dirigenti, ed eventuali altre info rilevanti? Quali sono i risultati di successo ottenuti dall’impresa? Quali sono stati i fattori determinanti del successo? Quale ruolo ha svolto il/i manager nella definizione e realizzazione della strategia? Quali professionalità ha messo in campo il management e quali sono state maggiormente apprezzate? Quale tipo di contributo manageriale è risultato determinante per il successo delle iniziative?

Sono graditi anche i commenti sulle misure di sostegno che dovrebbero essere prioritariamente rese disponibili dalle istituzioni nazionali o regionali per creare le condizioni necessarie a favorire il rilancio delle imprese. Le informazioni ricevute permetteranno di realizzare rapporti periodici che saranno proposti alla pubblicazione sulla rivista "Dirigenti Industria", oltre a farne oggetto di approfondimento in convegni sulla managerialità. Se vorrete indicare la disponibilità ad essere contattati per gli eventuali approfondimenti non dimenticate un riferimento e-mail e telefonico autorizzandone l’uso da parte del Gruppo Progetto Innovazione ALDAI.Nel ringraziarti per l’adesione all’iniziativa, restiamo in attesa delle tue segnalazioni e proposte.

A call for Innovation

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DI 7DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

ANAGEMENTm

i l digitale sta cambiando il modo di vivere delle persone e il modello

di business delle imprese. Per realizzare progetti di successo servono compe-tenze specifiche e abilità manageriali in grado di motivare le organizzazioni e at-tivare processi d’innovazione. Il digitale rappresenta una grande opportunità di lavoro per i manager in grado di genera-re valore per le imprese. Ma quali sono i fattori di successo nel digitale? Ne parliamo con Karen Nahum, premiata nella giornata Merito e Talento ALDAI 2015.

Quali sono i risultati di successo ottenuti dall’impresa con le tecnologie digitali?De Agostini Libri è da sempre molto attenta all’innovazione digitale e alle tecnologie per quanto riguarda l’am-bito libri e scuola dei quali mi occupo di coordinare le attività digitali. Sono, infatti, molteplici gli ambiti dove una rinnovata attenzione ha determinato ottimi risultati. Qualche esempio: l’in-tegrazione "carta e digitale" ha dato vita a una nuova esperienza di appren-dimento scolastico che cresce anno su anno a doppia cifra. Non consideriamo "carta e digitale" in opposizione, bensì in sinergia, come esperienza integrata sia per l’area scuola sia per i libri trade. Stiamo lavorando alla semplificazione, per accorciare le distanze che rendono l’accesso al contenuto digitale complica-to. Come nel caso del recente rilascio di DeALink, un’applicazione che consente di accedere con un semplice passaggio a file multimediali inquadrando le pagine del libro tramite smartphone. Abbiamo aggiunto e potenziato nuove modalità di dialogo con i nostri utenti at-traverso le piattaforme digitali, il blog e

Paola Poli Coordinatrice Gruppo Donne Manager ALDAI e coordinatrice territoriale Minerva

i principali social Facebook, Twitter e In-stagram che ci consentono di intercetta-re esigenze, raccogliere spunti e svolgere una funzione di "customer care". Abbia-mo poi abilitato nuove modalità di frui-zione del contenuto come nel caso dei “libri arricchiti”, a cui sono stati aggiunti dei capitoli successivi alla pubblicazione, solo per la versione digitale, che conte-nevano le conversazioni su determinati temi con i lettori del testo. L’aver intro-dotto poi competenze digitali in redazio-ne nel pensiero e nella realizzazione dei prodotti ha contribuito ad aumentare l’innovazione nei nostri prodotti.

Quali sono stati i fattori di successo?Avere abbracciato il cambiamento e la trasformazione, cercando di intercet-tare gli ambiti di innovazione a valore

aggiunto è stato sicuramente un gran-de fattore di successo, come pure avere introdotto le nuove competenze senza creare contrapposizione fra supporti vecchi e nuovi, ma considerando i fatto-ri di abilitazione al business portati dal digitale. Ancora, essere presenti dove le istanze innovative si sviluppano e l’aver intercettato idee da sviluppare attraver-so accordi, partnership e soluzioni ideate da startup innovative nel settore educa-tion e publishing hanno rappresentato altri fattori di successo per De Agostini.

Quale ruolo hai svolto nella definizione e realizzazionedella strategia?Un ruolo di abilitazione e supporto al cambiamento, come fattore di trasfor-mazione di tutta l’organizzazione, favo-rendo la formazione e il trasferimento di competenza.

Quali professionalità hai messo in campo e quali sono state maggiormente apprezzate?La capacità di portare un contributo alle decisioni disegnando percorsi nuo-vi, abilitando un "digital mindset" che consente di agevolare l’elaborazione dei progetti; a quel punto non importa cosa è digitale e cosa non è digitale, ma il fat-to di cogliere delle opportunità uscendo dagli schemi classici del business del mercato di riferimento.

Quale contributo manageriale è risultato determinante per il successo delle iniziative?Senza dubbio, la resilienza, non lasciarsi scoraggiare dagli insuccessi; le compe-tenze legate all’execution, fondamenta-le per portare a termine i progetti con un adeguato timing; il ragionare per piccoli traguardi; il learning by doing e infine il lavoro in team, favorendo la tra-sformazione per piccoli passi. ■

Management del digitaleIntervista a Karen Nahum, Digital Director De Agostini Libri e De Agostini Scuola

Karen Nahum.

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DI8 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVOn

A cura del Comitato di Redazione “Dirigenti Industria"

Il Consiglio Direttivo ALDAI ha approvato il 20 ottobre 2016 il progetto di rivista digitale che vede coinvolte tutte le Associazioni Territoriali della Lombardia e che si aggiunge all’organo di stampa che da 70 anni assicura l’informazione agli associati

c on la rivista digitale desideria-mo dimostrare la volontà di

rinnovamento e impegno nell’adozione delle tecnologie abilitanti, potenziando la molteplicità dei “media” per aumenta-re i lettori Dirigenti Industria, raggiun-gendo tutti gli associati Federmanager della Lombardia e i soci potenziali; con-tribuendo all’immagine della catego-ria con una rivista che ne rappresenti i valori con una selezione di contenuti accessibili a tutti.Il progetto denominato “Comunicazio-ne 2.0”, è stato proposto al Consiglio Direttivo ALDAI il 17 dicembre 2015 ed elaborato nei successivi dieci mesi per predisporre il prototipo anticipato ai consiglieri ad ottobre. Il progetto è sta-to oggetto di presentazione ed ampio dibattito nella riunione dello scorso 20

ottobre, nella quale il Consiglio Diretti-vo ha approvato, con ventisei voti favo-revoli, un voto contrario e due astenuti, il progetto di rivista digitale e i relativi aspetti qualificanti: a) rendere disponibi-le la versione digitale della rivista, come previsto nel prototipo e nel piano di “Co-municazione 2.0”, con l’obiettivo di svi-luppare un sistema “responsive”, ovve-ro in grado di gestire una comunicazione differenziata per i diversi dispositivi di visualizzazione e profili dei lettori; b) uti-lizzare la rivista digitale per promuovere lo sviluppo associativo; c) gestire un ac-cesso di cortesia alla rivista per dirigenti in servizio e senior; d) sviluppare la colla-borazione con le Associazioni Federma-nager della Lombardia ed eventuali altre in futuro, per aumentare la diffusione e la qualità dei contenuti della rivista.

Gli associati ALDAI e lombardi riceve-ranno entro gennaio 2017 la mail sulla disponibilità della rivista digitale e con un semplice “click” dal dispositivo: PC, Tablet, SmartTV o Smartphone si ef-fettuerà l’accesso, che riconoscerà al tempo stesso il dispositivo per le letture successive, evitando così di inserire co-dici e password di identificazione; sem-plificando quindi l’accesso.Dirigenti Industria Digitale è molto più di una rivista sfogliabile, perché permet-te di “navigare” fra gli articoli pubblicati da ottobre 2016 utilizzando varie mo-dalità. Gli articoli sono organizzati per rubriche, presenti nel menù in alto, su-bito sotto la testata della rivista e nella versione Smartphone dal relativo menù in alto a destra.Utilizzando un PC o un Tablet la prima pagina della rivista si presenta in tre co-lonne: nella prima a sinistra è pubblicata l’anteprima dei principali e più recenti articoli; nella seconda un’anteprima di altri articoli suddivisi nelle principali rubriche; la terza colonna, dedicata alle altre notizie inizia con l’accesso all’altra sezione della rivista.Sullo Smartphone la distribuzione delle notizie su più colonne non sarebbe leg-gibile, essendo i caratteri troppo piccoli, e quindi il sistema “responsive” presenta un’unica colonna, partendo da quella di sinistra e in coda le colonne più a destra.Per accedere all’articolo d’interesse basta

"DIRIGENTI INDUSTRIA" gennaio 1969.Il primo numero storico

del "NOTIZIARIO" 7 gennaio 1945.

"DIRIGENTI LOMBARDI" gennaio 1948.

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DI 9DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

OTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVOndiventa anche digitale

un click sul titolo o sulla relativa immagi-ne, mentre per tornare alla prima pagina basta cliccare sulla “testata” Dirigenti In-dustria sempre disponibile in alto. La rivista Dirigenti Industria Digitale è organizzata con accessi privilegiati per dirigenti in servizio e per senior pensio-nati con lo scopo di rispondere meglio alle aspettative e presentare gli articoli con livelli di priorità in funzione dei pro-fili dei lettori. Sia i dirigenti in servizio sia i senior hanno comunque la possibilità di modificare l’accesso di cortesia pas-sando da una sezione all’altra, semplice-mente cliccando su “Passa alla sezione …” presente nella prima posizione della colonna destra in prima pagina. Subito sotto tale messaggio è presente anche l’anteprima dei principali articoli dell’al-tra sezione, ai quali è possibile accedere direttamente con un semplice click sul titolo. Tutti gli associati Dirigenti In-dustria possono accedere a tutte le sezioni e a tutti gli articoli.Le informazioni locali sono accessibi-li dal gruppo di rubriche “Associazio-ne”, ultima voce del menù rubriche, e dall’anteprima delle pubblicazioni locali presente in prima pagina, che ha come

titolo “Notizie ALDAI”, o “Notizie… nome dell’Associazione”.La “navigazione” degli articoli e degli ar-gomenti d’interesse è uno degli aspetti distintivi e qualificanti di Dirigenti Indu-stria Digitale. È infatti possibile accede-re agli articoli con cinque modalità, per rendere semplice ed efficace la ricerca delle informazioni: a) dall’anteprima degli articoli e delle

rubriche in prima pagina, b) dal menù delle rubriche, c) dal sommario, d) dalla ricerca libera del titolo, dell’au-

tore e delle parole contenute negli articoli,

e) dai motori di ricerca, come Google.“Navigare” è semplice ed intuitivo, basta cliccare sui titoli, sulle immagini per leg-gere gli articoli e sulla testata “Dirigenti Industria” per tornare alla prima pagina. Provare e riprovare per credere; non c’è alcun rischio. Naturalmente è possibile stampare gli articoli ed inviare ad un co-noscente l’indirizzo internet dell’articolo d’interesse.Volendo accedere da più dispositivi, ba-sta leggere la mail di attivazione, ricevuta dall’Associazione, sul dispositivo d’interes-

se e cliccare sul link di attivazione come la prima volta. È possibile attivare fino a quattro dispositivi personali e familiari. La mail di attivazione ricevuta dall’Asso-ciazione è strettamente personale e non cedibile a terzi, sconsigliamo di inol-trarla a conoscenti e colleghi. Il piano editoriale e i contenuti della ver-sione digitale Dirigenti Industria saran-no sviluppati e gestiti dal Comitato di Redazione e dall’organizzazione che si occupa di tutti i mezzi di comunicazione ALDAI. Inviare una mail a [email protected] per ogni eventuale necessità riguardo la distribuzione e l’accesso alla rivista "Diri-genti Industria".Il Comitato di Redazione continuerà l’attività con rinnovato senso di re-sponsabilità ed ulteriore impegno giornalistico, evitando come da tradi-zione notizie roboanti e scandalistiche, certi che la versione digitale Dirigenti Industria metterà a disposizione del management un efficace canale di co-municazione per sostenere lo sviluppo industriale del Paese e migliorare l’im-magine della categoria.Buona lettura ■

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DI10 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

OTIZIE DAn

uesto è il tempo dell’incertezza. Il paradigma della crisi globale sta passando il testimone a un erede altrettanto pericoloso. Assistia-mo con relativa passività alla ri-

nascita dei populismi e indietreggiamo di fronte al dilemma austerity versus po-litiche espansive. Assillano gli interroga-tivi sul futuro dell’Europa, l’instabilità dei mercati, e sulla governance mondiale con i Grandi che tra pochi mesi arrive-ranno a Taormina. Lasciati alle spalle Brexit e le elezioni statunitensi, ci sco-priamo in apprensione per quanto potrà verificarsi l’anno prossimo in Austria, Olanda, Francia, Germania. Al momento in cui scrivo la manovra 2017 è alla fase di esame parlamentare. Nel testo non ancora definitivo vanno premiati il coraggio di chi fa impresa e la determinazione delle giovani gene-razioni che stanno cavalcando le op-portunità aperte dalla rivoluzione tecnologica. Va soprattutto alimenta-to il disegno di un nuovo welfare, per-seguendo la finalità di arricchire l’Italia

con strumenti capaci di creare una cre-scita condivisa.Il 2016 si chiuderà con un conto econo-mico che non è quello sperato, ma non è negativo. Il Paese è ancora in una condi-zione di difficoltà; un punto decimale di Pil non sposta certamente l’ago della bi-lancia. La battaglia sui conti europei ci deve vedere protagonisti ed è neces-saria per ricalibrare l’agenda comuni-taria in un senso più favorevole a chi contribuisce di più e fa più solidarietà. Dal punto di vista strettamente finanzia-rio, la Legge di Bilancio 2017 resta un provvedimento che crea debito, distri-buisce le risorse in molti rivoli finendo per perdere di vista il saldo contabile. Avremmo gradito più incisività su pensioni e flessibilità in uscita e una mano più salda per la lotta all’evasio-ne. Nelle conversazioni che intrattengo con i rappresentanti del Governo e con i tec-nici di Palazzo Chigi ho riscontrato la mentalità aperta di chi crede in una poli-tica di investimenti pubblici sulla mani-

sq fattura e l’industria. Con il vice ministro ai Trasporti e Infrastrutture, Riccardo Nencini, che ci ha onorato della sua pre-senza in Federmanager, abbiamo condi-viso un piano sulla logistica che parte dai grandi poli e arriva fino alla riconver-sione “smart” delle nostre città. Il dibat-tito istituzionale su Industry 4.0 è aperto, grazie all’impegno dei com-ponenti della nostra commissione protagonisti del recente evento che ab-biamo promosso, il 4 novembre scorso, nella nostra sede nazionale e che è stato ripreso dagli organi di stampa.Riscontriamo pertanto un’attenzione verso i corpi intermedi che era mancata all’inizio e che ci auguriamo non sia fina-lizzata a provvedimenti orientati al mero consenso. Le Organizzazioni di rappre-sentanza hanno il merito di precorrere il cambiamento, sperimentando e tracciando la linea per renderci com-petitivi. Nell’Italia colpita dai sismi, stret-ta dai vincoli europei, la capacità previ-sionale può essere messa a dura prova. Da manager sappiamo confrontarci con il “rischio” e siamo pronti a immettere quelle progettualità necessarie a una so-cietà più inclusiva e più giusta. ■

Tempi di bilancioStefano Cuzzilla Presidente Federmanager

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DI 11DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

OTIZIE DAn

ono stati pubblicati in questi giorni dal MIUR i dati relativi al

primo anno di operatività della riforma che passa sotto il nome di “Buona scuo-la”, che obbliga tutti gli studenti del triennio delle scuole superiori a 200 ore di formazione per i licei e a 400 per gli istituti tecnici e professionali, nelle im-prese e più in generale in soggetti eco-nomici e sociali.Numeri davvero interessanti. Si parla di oltre 652.000 studenti, di cui più di 227.000 dai licei, circa 150.000 imprese, associazioni di categoria e onlus, enti no-profit e cosi via. Il bilancio di questo primo anno dell’al-ternanza scuola-lavoro (ASL) si dimostra in crescita, considerando che lo scorso anno ha riguardato soltanto le terze classi con una partecipazione superiore al 90% degli studenti interessati. L’obiet-tivo, a regime, è quello di raggiungere un milione e mezzo di studenti. Le finalità del provvedimento sono no-bili e importanti. Innanzitutto far cono-scere il mondo reale dell’impresa sin dal percorso scolastico per favorire un orientamento consapevole degli stu-denti, attraverso la valorizzazione delle vocazioni personali e delle attitudini, ri-allineare una percezione dell’impresa da parte dei giovani spesso distorta e velo-cizzare il loro inserimento nel mondo del lavoro che non sarà più, come oggi avviene per molti, totalmente ignoto. In secondo luogo di sintonizzare, attra-verso nuove modalità di apprendimento formativo-esperienziali, gli esiti dei per-corsi didattici con il mondo esterno e soddisfare così la crescente “domanda” di competenze utili allo sviluppo e all’in-novazione del modello di impresa.

Ha ragione il Ministro Giannini quando dice che la sfida è economica, sociale e soprattutto culturale ed è giusto che le imprese, e chi in esse opera con maggio-ri responsabilità, si candidino a favorire percorsi di alternanza scuola lavoro, sti-molando gli studenti all’osservazione delle dinamiche e dei comportamenti organizzativi.C’è un rischio però! Non è solo un pro-blema di numeri, ma è soprattutto l’a-spetto qualitativo dei percorsi che con-sente di centrare gli obiettivi e di allinearli alle migliori pratiche. Il percorso di alternanza scuola-lavoro non deve essere percepito come un ob-bligo (lo si deve fare perché lo impone la legge) ma come un’opportunità per tutti gli attori coinvolti: i giovani innanzitutto che sono i destinatari dell’azione forma-tiva; le imprese, che potranno contare su future classi di lavoratori più facilmente inseribili; le stesse scuole che avranno la possibilità di calibrare meglio i percorsi didattici alle complesse richieste del mondo del lavoro. Naturalmente sullo sfondo permane il tema della qualità delle opportunità di lavoro che il nostro Paese è in grado di offrire ai più meritevoli e cosa fare per evitare il preoccupante fenomeno della “fuga dei cervelli”.In questa prossima Legge di Bilancio qualcosa si prevede, ma sembrano dei placebo rispetto a quello che occorre-rebbe realmente fare. Intravvedendo un’evoluzione virtuosa dei percorsi in alternanza quale possibi-le leva occupazionale, abbiamo speri-mentato negli anni scorsi un progetto di alternanza scuola javoro, presentato al MIUR, che ha coinvolto oltre 600 studen-ti, 36 scuole, 75 imprese e 100 manager. Sono emerse luci e ombre ma anche una chiara consapevolezza. Per realizzare gli

s ambiziosi obiettivi della riforma è difatti fondamentale investire sul ruolo del “tu-tor” nell’accompagnamento dei giovani nel percorso di conoscenza del mondo vero del lavoro.In questo scenario, Federmanager ha un ruolo e una responsabilità fondamenta-li: favorire l’unione del sapere con il sa-per fare. Come? sensibilizzando i manager perché as-

sumano questo compito sociale verso le giovani generazioni, aiutando a for-mare un certo numero di “tutor ester-ni” qualificati con un’azione virtuosa di contaminazione; segnalando e mettendo a disposizione

un nutrito numero di manager, anche inoccupati, che abbiano le caratteristi-che di “tutor” esterni e che sappiano spiegare cos’è un’attività economica organizzata; valorizzando il senior management

nel ruolo di “tutor/mentor”, specie in previsione delle fasi di uscita dal lavo-ro, per favorire l’ingresso dei giovani e il ricambio generazionale; ospitando i giovani studenti e condivi-

dendo una responsabilità educativa che non spetta solo alla scuola, ma che coinvolge tutti, anche noi, operatori dell'associazionismo, cultori della rap-presentanza e del valore del lavoro.

Sono solo alcune idee che non comple-tano certamente il perimetro di ciò che potremmo fare. Siamo convinti che tan-ti nostri colleghi, anche in attività, tro-verebbero il tempo per dare il loro con-vinto contributo alla costruzione di una futura generazione di lavoratori, quali-ficati e pronti a vincere la sfida che l’in-novazione tecnologica e digitale ha già lanciato al mondo del lavoro più tradi-zionale e che dovrà fare sempre più af-fidamento sulle persone e le loro capa-cità. ■

Alternanza scuola-lavoro: i manager devono esserci Mario Cardoni Direttore Generale Federmanager

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DI12 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

ERVIZI AGLI ASSOCIATIsQuando diventiamo grandi

Ecco, questa può essere la sintesi di quanto appreso da chi, come me, ha partecipato ai primi due moduli di “Leader in Campo” e ha potuto acqui-sire e far rivivere quei concetti che for-se sono latenti nella nostra mente, ma troppo spesso non mettiamo a fuoco e quindi non siamo in grado di mettere ef-ficacemente in pratica.

Cos’è la delega?La delega è fiducia reciproca, nostra ver-so chi viene delegato e del delegato che l’accetta.È smettere di pensare di essere in grado di fare tutto.È lavorare in team, raggiungere risulta-ti attraverso il lavoro di tutti, è verifica e crescita professionale.

Cos’è la motivazione?La motivazione è dare un segnale positi-vo, è trasmettere senso di appartenenzaÈ dare stima e orgoglio nel lavoro.È incentivare a fare.È trasmettere senso di fiducia.Fiducia... di nuovo. È la fiducia in noi stessi che è il motore della crescita, fidu-cia non solo professionale, ma anche e soprattutto individuale. Ma è anche la fiducia nella relazione, nella comunica-zione, nella condivisione, negli altri.Durante gli incontri abbiamo condiviso

esperienze, dubbi, ci siamo confronta-ti ed il risultato è un arricchimento che porteremo con noi, nei nostri percorsi professionali e personali.Durante i workshop, Giancarlo Civita è riuscito a coinvolgere i partecipanti con la sua narrazione appassionata, lascian-do strumenti e suggerimenti utili sia per il lavoro, sia per vivere più consapevol-mente tutte le esperienze della nostra vita. Ci ha fatto riflettere su come pos-siamo migliorare e far parte di un cam-biamento che non deve travolgerci ma ci deve vedere come parte attiva e pro-attiva. Ha messo a disposizione di tutti le sue competenze ed esperienze. Altro aspetto importante degli incontri è stata l’attiva partecipazione dei col-leghi presenti, che ha alimentato un arricchimento reciproco di esperienze e competenze, utile a consolidare la consapevolezza dei propri mezzi, della propria motivazione e propensione alla delega.Ci sono tante altre “competenze tra-sversali”, ne abbiamo affrontate due... ma l’appetito viene mangiando... e quindi aspettiamoci altri moduli... C’è sempre da imparare ed io non man-cherò. E potrebbe essere utile anche a molti colleghi, nelle diverse situazioni personali e professionali che ciascuno si trova a vivere. ■

“q uando diventiamo grandi, spesso ci sentiamo dire: il mondo è fatto come è fatto e va avanti così da sempre. Ci sentiamo dire che la vita

è vivere nel mondo, al meglio, cercando di non a andare a sbattere troppo contro i muri. Ma questa è una vita limitata. La vita può essere molto più interessante.E così scopriamo un fatto semplice: e cioè, che tutto ciò che ci circonda e che chiamiamo vita, è stato creato da persone che non sono né più attive né più intelligenti di noi; che quello che è stato creato da altri noi possiamo cam-biarlo, possiamo influenzarlo, possiamo costruire cose nuove, nostre.Cose che altri possono usare, cose utili agli altri per vivere meglio.Significa scrollarsi di dosso la concezio-ne errata che la vita sia lì e che noi ci limi-teremo a viverla, invece di abbracciarla, cambiarla, migliorarla. Invece di lasciare il nostro segno.Una volta capito questo, non saremo più gli stessi."Solo quelli che sono così folli da pensare di cambiare il mondo… lo cambiano ve-ramente" (Steve Jobs)."Lavora con passione ed avrai successo; c’è così poca concorrenza!" (Giancarlo Civita).

Manuela Biti Presidente Commissione e Lavoro [email protected]

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ERVIZI AGLI ASSOCIATIsManutenzione delle competenze trasversali per il manager 4.0

A seguito dell’alto gradimento e delle richieste pervenute, informiamo i gentili Associati che, dopo la prima fase di test, che ha riguardato i temi della motivazione e della delega, è previsto per febbraio 2017 l’avvio di un secondo ciclo di incontri, per i dirigenti in servizio con età inferiore ai 50 anni, che affronterà un tema molto attuale e delicato: il management e la leadership.

I temi, che verranno affrontati sempre con il metodo di condivisione delle reciproche esperienze e di officina delle competenze, approfondiranno i seguenti argomenti:

CAPO, MANAGER, LEADER (della durata di due incontri)

LEADERSHIP (della durata di quattro incontri)

STRATEGY EXECUTION (della durata di due incontri)

Gli incontri, che si svolgeranno dalle ore 17,30 alle ore 20,00 circa in ALDAI, avranno cadenza settimanale a partire da febbraio 2017 per otto settimane.

I temi sopra indicati sono collegati tra loro e sono da considerarsi sequenziali e propedeutici l’uno agli altri, pertanto solo chi ha partecipato ai primi due incontri sul tema “Capo, Manager, Leader” può iscriversi al secondo modulo e successivamente al terzo. Non è permessa l’iscrizione direttamente al secondo o al terzo modulo, se non si è partecipato ai precedenti.

LEADER IN CAMPO

Seguiranno maggiori informazioni sull’iniziativa e sulle date degli incontri nella rivista di gennaio

e successivamente sul sito ALDAI.

AL VIA UN NUOVO CICLO DI INCONTRI

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CONOMIAeMercato digitale verso la fine del tunnel? È quel che emerge dal rapporto Assinform e Assintel. Però non c’è sufficiente attenzione alla formazione

Giancarlo Magnaghi Direttore tecnico del Competence Center Cherry Consulting su Industry 4.0 e stampa [email protected]

a presentazione – avvenuta lo scor-so mese di ottobre – dei due prin-cipali rapporti sullo stato dell’arte e sulle tendenze del mercato ICT ita-liano: il rapporto Assinform relativo

al primo semestre 2016, che descrive in generale il mercato delle tecnologie di-gitali, e il rapporto Assintel, che analizza nei dettagli software e servizi IT, induce a un cauto ottimismo.Secondo Assinform, nel 2016  la spesa italiana in hardware, software e servizi ICT  crescerà dell’1,3%  rispetto ai 64,9 miliardi di euro del 2015, e dovrebbe ar-rivare a quasi 66 miliardi di euro a fine anno, con un progresso lento ma conti-nuo.Nell’ambito dei singoli comparti, gli andamenti dei diversi segmenti hanno confermato il rallentamento di quelli più tradizionali e il dinamismo di quelli più legati alla trasformazione digitale dei modelli produttivi e di servizio. Le componenti più innovative (digital enabler) sono quelle che hanno traina-to la crescita degli investimenti: +19% il  cloud computing, che ha superato il miliardo di euro per i soli servizi di data center, +15%, le tecnologie IoT (Internet of Things), +14% il mobile e +5% la cy-bersecurity. Aumenta anche la spesa in  pubblicità digitale  (+9%), mentre cala il mercato delle  TLC  (-2,2%) come conseguenza della continua diminuzio-ne delle tariffe.La spesa  hardware è risalita dell’1%, soprattutto per merito delle vendite di smartphone, che oramai sono utilizzati

dal 65% degli italiani e che nel semestre in esame hanno generato un traffico dati su rete mobile in crescita di oltre il 50%.Il comparto del software e delle soluzio-ni ICT, già in ripresa da due anni e stret-tamente legato all’innovazione è cre-sciuto in modo deciso (+4,8%). Anche qui è evidente il segno della trasforma-zione in atto. È infatti cresciuto bene il software applicativo (+7,1%) grazie alle componenti più innovative – piattafor-me per la gestione web (+15,2%) e IoT (+16,4%) – mentre le soluzioni applicati-ve tradizionali sono risultate sostanzial-mente stabili. I servizi ICT sono cresciuti complessiva-mente del 2%, con luci e ombre. Il com-parto è infatti trainato dai servizi di data center e cloud computing (+19%) men-

tre sono in leggero calo gli altri servizi (formazione -2,5%, outsourcing -1,7%, consulenza -1,2%, sviluppo applicativo e system integration -1,9%).L’accelerazione della digitalizzazione delle aziende dovrà seguire soprattutto le direttrici dell’Agenda Digitale e del programma Industria 4.0: la realizzazio-ne di ulteriori infrastrutture per la ban-da larga, la creazione di nuove  com-petenze digitali, la piattaforma  Italia Login  e il Sistema Pubblico di Identità Digitale Spid.Secondo l’Assintel Report 2016, il set-tore IT sembra uscire finalmente dalla crisi e cresce del +3,1%, grazie agli inve-stimenti connessi con la Trasformazione Digitale. L’elemento di maggior novità è dato dai  “Digital Enabler”, come l’In-

l Andamento del mercato digitale in Italia per semestre1º H 2014 – 1º H 2016

Fonte: Assinform / NetConsulting cube, ottobre 2016Il Mercato Digitale in Italia nel 1º semestre 2016

11 ottobre 2016

Valori in milioni di euro e in percentuale

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DI 15DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

CONOMIAeternet of Things, i progetti di Customer Journey, i Big Data  e la Cyber Security: componenti chiave della trasformazione digitale che formano una piattaforma per la trasformazione del business azien-dale e valgono 7,4 miliardi di euro con un tasso di crescita del +16% rispetto al 2015. È l’Internet of Things a registrare le migliori performance di crescita, +22%, seguito da progetti di Customer Journey (+13,6%), Big Data (+16,2%) e Cyber Se-curity (+6,1%).Si conferma anche la crescita di altri segmenti in ambito software, come  Di-gital Marketing (+31,2%), Business In-telligence (+13,6%),  Cloud Computing (+19,5%) e Mobile Enterprise (+13%).La ripresa avviata nel 2015 si consoli-da e le imprese prevedono crescenti investimenti in digitalizzazione nel 2017. Quasi tutti i mercati verticali sono in crescita. Utility e Assicurazioni sono i comparti più “attivi”, entrambi a +4,9%, seguiti da Trasporti e Logistica (+4,8%), Banche (+3,6%), Tlc (+3,4%) e Industria (+3,7%). Il Commercio/Distribuzione/Servizi rie- merge con un +2,6%, e con essi va sot-tolineata la crescita parallela dell’eCom-merce B2C: +17,2% quest’anno, vale oltre 19 miliardi di euro, trascinato dagli 8 miliardi e mezzo del turismo e dalla rapida ascesa del food (+102,5%) e di moda e abbigliamento (+44,9%). Tut-to ciò si riflette anche nell’inversione di tendenza del settore Consumer (+1,4%), conseguenza diretta del diffondersi del digital lifestyle.Luci e ombre invece restano nei mer-cati collegati alla Pubblica Ammini-

strazione PA: se torna a crescere la spe-sa legata alla PA Centrale (+2,3%) e alla Sanità (+1,9%), gli Enti Locali sono fermi (-2,1%): a quando le Smart Cities?Il report ha inoltre considerato le inter-viste a 1.000 responsabili IT di aziende end-user sui loro budget attuali e nei prossimi 12 mesi, creando così una map-pa previsionale di investimento.L’analisi evidenzia che nel 2016 è au-mentata la spesa in nuovi progetti di innovazione per il 49% dei rispondenti, ma parallelamente l’altro 34% del cam-pione dichiara che il budget IT comples-sivo è sceso. Buone notizie però per il 2017: diminui-sce il numero di aziende che dichiara di contrarre i propri investimenti in inno-vazione (24%) mentre aumenta la per-centuale di chi dichiara che aumenterà il

proprio budget (34%). Il 14% degli inter-vistati investe più del 3% in IT, ma il 30% del campione resta sotto l’1%.Dalla lettura di questi rapporti appa-re una lampante incongruenza. Infatti, mentre sono tutti concordi nell’afferma-re che il maggiore ostacolo all’adozio-ne delle nuove tecnologie digitali nelle aziende è dovuta alla mancanza delle indispensabili conoscenze da parte di chi deve decidere gli investimenti (im-prenditori e dirigenti) e dei tecnici che devono utilizzare queste tecnologie, la spesa relativa alla formazione di dirigen-ti e tecnici è in costante diminuzione.È chiaro che, per risolvere il problema, è indispensabile invertire questo trend, mettendo a disposizione una maggiore quantità di fondi per la formazione di di-rigenti e di tecnici. ■

Crescita 2016E/2015 e valore del mercato 2016 in milioni di Euro

Il mercato italiano dell'IT

La spesa IT per segmenti di mercato

Fonte: Nextvalue © / Market Book / ottobre 2016

Fonte: Nextvalue © / Market Book / ottobre 2016

Buone notizie per il 2017: diminuisce il numero di aziende

che dichiara di contrarre i propri investimenti in innovazione (24%)

mentre aumenta la percentuale di chi

dichiara che aumenterà il proprio budget (34%)

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DI16 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

AVOROl

Analisi dell’occupazione dirigenti e quadri(fonte dati Istat, Eurostat, Inps)

Nel 2008 i dirigenti e quadri del priva-to e pubblico in Italia erano 1.703.000, ridotti nel 2015 a 1.566.000, con una perdita di 137.000 occupati, una ridu-zione dell’8%. In dettaglio i dirigenti (privati e pubblici, dipendenti e indi-pendenti) sono passati da 493.000 a 397.000 (-96.000, pari ad una riduzione del 19,5%), mentre i quadri sono passati da 1.210.000 unità a 1.170.000 (-40.000 pari a una riduzione del 3,3%). Nello stesso periodo l’occupazione tota-le è passata da 23.090.000 a 22.465.000

Dirigenti e quadri nel sistema produttivo italianoPeriodo 2008-2015Giovanni Facco Consulente Direzionale - [email protected]

Parliamo di occupazione, anzi facciamo parlare i numeri e parliamo di noi: dirigenti e quadri negli anni della crisi 2008-2015. Cosa è successo? Quanti posti di lavoro si sono persi? Come siamo messi rispetto agli altri Paesi EU? Quali previsioni? Quali chiavi di lettura di quel che è successo?

con una perdita di 625.000 unità (-2,7% sul 2008).I dirigenti nell’industria erano 68.000 nel 2015 contro i 76.000 del 2008; quindi un perdita netta di 8.000 posti di lavo-ro, poco più del 10%; mentre nei servi-zi comprendenti i dirigenti pubblici e professionisti erano 329.000 contro i 417.000 del 2008, pari ad una perdita del 21%, manifestata soprattutto nel setto-re pubblico che non ha nominato nuovi dirigenti in sostituzione dei pensionati, mentre il terziario privato, rappresenta-to da Manageritalia, dichiara riduzioni minime dell’1,7% recuperate con cresci-te dell’1% negli ultimi due anni. Nel Set-tore Pubblico (dati Corte dei Conti 2013) i dirigenti erano 60.667, cioè l’1,8% dei 3.370.322 occupati del settore.

I quadri nell’industria erano 169.000 nel 2015 contro i 166.000 del 2008, con un aumento dell’1,8%; nei servizi erano 1.000.000 contro 1.044.000 del 2008, con una perdita del 4%; nell’industria il rapporto quadri /occupati passa da 1/42 a 1/36; mentre nei servizi rimane stabile a 1/15.Chi ha pagato e quanto ha contribuito alla riduzione occupazionale?Ricordo che il saldo occupazionale di periodo è di -625.000 unità e che i lavo-ratori in proprio hanno contribuito mag-giormente con riduzione occupazionale del 51% (sommerso?); i dirigenti e quadri per il -22%; gli apprendisti per il -18%; gli operai per il -10%. Hanno avuto invece una crescita i liberi professionisti +27,4% e gli impiegati +16,3.

Occupazione Manageriale Industria Occupazione Dirigenti, Quadri e totaleFonte: elaborazione G. Facco, fonte Istat) Quadri Dirigenti 2015 rispetto 2008

200.000180.000160.000140.000120.000100.000

80.00060.00040.00020.000

0

100%

95%

90%

85%

80%

75%

70%2008 20082009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2015

166.000

76.000 69.00052.000

68.000

97,3%96,7%

80,5%

166.000 169.000175.000

Totale

Quadri

Dirigenti

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DI 17DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

AVOROl

Nel periodo gli uomini hanno avuto una perdita di 735.000 unità e le donne una crescita di 110.000 unità; i dipen-denti -225.000 unità e gli indipendenti -400.000 unità. Per dirigenti e quadri la perdita di 137.000 unità è stata total-mente a carico degli uomini; i dirigenti contribuiscono per il 70% (-96.000) e i quadri per il 30% (-41.000). Nell’industria i dirigenti uomini sono 90% e le donne 10%; i quadri uomini 70% e le donne 30%. Le funzioni azien-dali con dirigenti a forte incidenza fem-minile sono: comunicazione 40%, HR 34,9%, legale 25,6%; sono invece a forte peso maschile le funzioni commerciali, acquisti, vendite, logistica, sistemi infor-mativi e produzione.

Proprietà e dimensione aziendaleLe aziende italiane iscritte nel registro delle imprese sono oltre 4,3 milioni, ma solo lo 0,7% ha in organico posizioni dirigenziali; ciò corrisponde ad appena 32.320 imprese (fonte Manageritalia); di queste il 65,6% ha meno di 50 addetti; e il 36,4% ha un organico maggiore. Nel primo caso abbiamo imprese con una complessità economica-gestionale-or-ganizzativa bassa, dove il ruolo eserci-tato dal dirigente è molto operativo e nella maggior parte dei casi coincide con lo stesso proprietario; nell’altro caso la complessità aumenta con l’aumentare del fatturato, dell’organico, dell’organiz-zazione più articolata e con l’interna-zionalizzazione. Le imprese oltre i 1.000 addetti sono di poco superiori alle 600 unità. Il 20% dei dirigenti è collocato nelle imprese fino a 50 addetti mentre l’80% nelle altre, soprattutto grandi.

Una struttura produttiva frammentata in tante imprese di piccole dimensioni non favorisce la crescita di una struttu-ra di management (dirigenti e quadri) e l’assenza di questa non aiuta l’impresa a crescere; la catena della crescita inizia da investimenti in risorse umane, in pro-dotti competitivi, e sul mercato interna-zionale.L’85% delle imprese fanno capo a fami-glie imprenditoriali e questa situazione è in linea con quella di altri Paesi (Fran-cia 80%, Germania 90%, Spagna 83%, UK 80%), ma le differenze sostanziali sono date dalle dimensioni medie delle imprese (meno della metà di quelle di altri Paesi); dalla presenza molto elevata di management di famiglia (66% in Ita-lia contro 25-30% di altri Paesi e 10,4% per UK). Questa situazione genera as-setti organizzativi e gestionali basati su scarso ricorso alla delega, scarso utilizzo di meccanismi retributivi legati alle per-formance (solo il 10,7% delle imprese italiane utilizza sistemi di incentivazione basati su obiettivi, contro il 30-40% di analoghe imprese di altri Paesi) e poca internazionalizzazione (fonte Alma Lau-rea 2012).

Le previsioni nazionali e internazionali (Excelsior-Unioncamere-2016-2020; Cedefop/EU 2025)

Excelsior-Unioncamere prevede nel pe- riodo 2016-2020 nello scenario bench-mark un fabbisogno annuale comples-sivo, cioè domanda di risorse sia per espansione-crescita sia per rimpiazzo delle uscite, di circa 500.000 unità anno; complessivamente un fabbisogno nel periodo di 2,5 milioni di unità, di cui

circa 30.000 nuovi dirigenti; di questi circa 16.000 responsabili di piccole aziende e 5.600 direttori e dirigenti di grandi aziende e di dipartimenti fun-zionali, mentre altri 10.000 circa trove-ranno lavoro nel settore pubblico.Le previsioni evidenziano inoltre un dato significativo di come sta cambian-do o cambierà il mondo produttivo: il gruppo professionale (dirigenti, profes-sioni scientifiche e tecniche) rappresen-terà il 40% del fabbisogno; le professioni ad alta qualificazione (high skill) avran-no una variazione di +2,2%, mentre le professioni a medio-bassa qualificazio-ne avranno un fabbisogno negativo; cresceranno inoltre le professioni che richiedono un titolo universitario +2,3%.La crescita dei gruppi professionali ad elevata qualificazione viene ancor più rimarcata dall’indagine Cedefop/EU 28 proiettata al 2025; in sintesi cresce il fabbisogno di manager, professional e tecnici; cresce anche il fabbisogno di occupazione non qualificata, ma dimi-nuiscono le professioni intermedie: im-piegati ed operai.Nei prossimi dieci anni si prevede un forte ricambio del mercato del lavoro in particolare per il nostro Paese; in termi-ni quantitativi un ricambio del 30-35% del totale occupazione pari a 5-6 milioni di unità; una grande opportunità per il Paese che mostra ancora forti criticità sulla scolarizzazione terziaria occupata, sulla struttura delle skill a basso conte-nuto professionale, sulla scarsa presen-za dei dirigenti sull’occupazione, tra le più basse come pure dei professionals; opportunità non scontata se non sup-portata da investimenti, internaziona-lizzazione e crescita dimensionale delle aziende.

Confronti internazionali (fonte Eurostat)

La EU-28 dal primo trimestre 2011 al me-desimo trimestre 2016 ha incrementato l’occupazione di quasi 6 milioni di unità passando da 210 milioni a 216 milioni di unità pari a +2,86%. La Germania ha registrato un +2,4 milioni di occupati; l’UK +1,8 milioni; la Turchia +3,5 milioni; mentre Italia e Spagna hanno perso oc-cupazione.I manager, che corrispondono ai nostri dirigenti più una quota di quadri, non esistendo in Europa un ruolo giuridico

SINTESI DELLE PERDITE PER SETTORE E QUALIFICAsettore dirigenti quadri totaleindustria -8.000 3.000 -5.000servizi -88.000 -44.000 -132.000totale -96.000 -41.000 -137.000

elaborazione: fonte Istat

INCIDENZA DI GENERE SULLE PERDITE PER QUALIFICAU D T

dirigente -75.000 -21.000 -96.000quadro -62.000 21.000 -41.000totale -137.000 0 -137.000

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DI18 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

AVOROl

della figura del dirigente e del quadro simile al nostro, sono quasi 13 milioni e in quasi tutti i Paesi hanno subito ridu-zioni anche se mediamente contenute.Grandi sono le differenze di incidenza dei manager sul totale occupazione e l’Italia è il fanalino di coda con il 3,8% (fonte Eurostat, dati 1° trimestre 2016). L’Italia ha una presenza dei manager sul totale occupazione molto bassa, come pure il peso delle donne sulla forza diri-genti di poco superiore alla Turchia.

Considerazioni conclusiveSolo lavorando sui fattori che hanno determinato o favorito questa situazio-ne sarà possibile cambiarne il “trend” e cercare di avvicinarsi alle performance degli altri Paesi. Di seguito i principali fattori.a) Sono in atto cambiamenti struttura-li nell’organizzazione della produzione: le innovazioni hanno favorito la fram-mentazione del processo produttivo e la contestuale riallocazione delle diverse fasi della catena del valore tra imprese (il 75% delle imprese lavora come fornitore di altre imprese), tra Paesi diversi (off-shoring) o comunque fuori dall’impre-sa (outsourcing); aziende più corte, più attente alle attività con valore aggiunto più alto: ricerca e sviluppo, design, logi-stica, marketing, servizi post-vendita, … mentre la produzione fisica del prodotto viene realizzata da terzi o da filiali estere.b) Una presenza di micro-piccole im-prese che non ha eguali in altri Paesi; queste imprese hanno assetti produttivi quasi molecolari, con una struttura or-ganizzativa e gestionale che si identifica

con la persona, con la mansione-attività svolta e quindi difficilmente hanno biso-gno di dirigenti e quadri per governare un processo cosi semplice.c) Il capitale umano è un fattore impor-tante per l’internazionalizzazione; chi esporta investe di più in ICT e ha una struttura manageriale più ampia, dotan-dosi di risorse laureate in quantità dop-pia rispetto a chi non esporta;d) La struttura dei nostri prodotti è a medio-basso contenuto tecnologico, quindi poca innovazione e ricerca; bas-sa produttività; per le medie imprese il 71% del loro fatturato e il 62% del loro export riguarda prodotti a medio-bassa tecnologia, quindi prodotti facilmente aggredibili dalla concorrenza o dai Paesi in forte crescita.e) Una scarsa presenza di grandi grup-pi industriali, l’acquisizione di imprese o segmenti di esse da parte di fondi internazionali o grandi gruppi stranie-ri, hanno favorito un “impoverimento organizzativo”; le imprese italiane ac-quistate da imprese estere, dopo alcuni anni di “rodaggio” hanno attuato un for-te accentramento funzionale delle prin-cipali attività presso i centri di eccellenza o i quartieri generali, ovviamente non in Italia: finanza, accesso a nuovi mercati, centri di ricerca, reti distributive, stan-dardizzazione dei processi, ecc., che ge-nerano conseguentemente impoveri-mento organizzativo e decisionale.f) Giocano la loro parte in questo proces-so anche nuovi modelli gestionali-or-ganizzativi, l’innovazione tecnologica degli uffici, i sistemi gestionali integrati e sistemici, l’adattamento a stili com-portamentali delle nuove generazioni,

la flessibilità, il part-time, lo smart-wor-king; tutto questo favorisce lo sviluppo di una struttura organizzativa più snel-la, semplice, corta e piatta, abbassando il tasso di strutturazione organizzativa dell’impresa.

Quali conclusione trarre? I principa-li fattori descritti non hanno favorito l’incremento dei dirigenti negli ultimi quindici anni, al contrario si è verificata una riduzione per effetto delle pressioni competitive che hanno generato gravi crisi aziendali, accelerando i processi di innovazione organizzativa, eliminan-do funzioni ritenute non più essenziali e rinunciando a competenze ritenute obsolete. La “navigazione a vista” conse-guente al clima di sfiducia e mancanza di condizioni di sviluppo, ha innescato una lenta ma drammatica discesa. La storia ci ricorda che ai periodi di crisi hanno fatto seguito grandi slanci di ri-nascimento, spinti dalla consapevolezza di non poter continuare verso la povertà senza fare nulla. Si sono così abbando-nati vecchi riferimenti per accettare le nuove sfide. Non volendo accettare la prospettiva di un’Italia che non riuscirà a stare al pas-so degli altri Paesi europei, dobbiamo impegnarci per costruire un futuro di sviluppo nel quale sarà determinante il contributo di dirigenti e quadri. Infatti le previsioni indicano che la crescita occu-pazionale sarà elevata sui gruppi profes-sionali: dirigenti, imprenditori, profes-sioni intellettuali e tecniche.Lo studio completo può essere scaricato da Linkedin nel mio profilo professiona-le o essermi richiesto via e-mail. ■

Incidenza dei manager sugli occupati

12%

10%

8%

6%

4%

2%

0%UK Svizzera Belgio Francia Polonia Turchia Germania Spagna Italia

10,8%

8,8%8,2%

7,2%6,3%

5,4%4,5% 4,1% 3,8%

Il capitale umano è un fattore importante per

l’internazionalizzazione; chi esporta investe di più in ICT e ha una struttura manageriale più ampia,

dotandosi di risorse laureate in quantità

doppia rispetto a chi non esporta

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DI20 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Congresso europeo ILERA sul futuro della rappresentanza

a International Labour and Em-ployment Relations Association, l'associazione internazionale che si occupa di relazioni industriali, ha tenuto nei giorni 8, 9 e 10 settem-

bre 2016 presso la Facoltà di Scienze po-litiche dell'Università Statale di Milano, il congresso annuale europeo, che ha fatto seguito a quello di Cape Town nel 2015 e al quale seguirà quello di Seoul il prossimo anno.Ho avuto il piacere di presentare al congresso ILERA la relazione su Feder-manager e sulle prospettive della rap-presentanza industriale, essendo stato ammesso a seguito della selezione ad inizio 2016. Il tema di quest'anno era appunto "Il futuro della rappresentanza", tema in evoluzione a livello internazio-nale e non solo in Italia. Al congresso hanno partecipato docenti, studiosi, istituzioni e specialisti internazionali nel campo delle relazioni industriali.Ho avuto l'opportunità di esporre in am-bito internazionale l'organizzazione Fe-dermanager, la figura del dirigente, così come regolata in Italia dal Codice Civile; una figura poco conosciuta nella sua for-ma specifica in ambito internazionale e nell’evoluzione della categoria, parten-do dalla storia degli ultimi 70 anni.Ho illustrato l'attività tipica dell’organiz-zazione di rappresentanza, firmataria di contratti collettivi impegnata nelle funzioni di tutela, che sta sviluppando parallelamente una serie di iniziative di politiche attive dedicate al supporto e al ricollocamento dei dirigenti che hanno perso l'occupazione, in un periodo di reale crescita economica ancora latente.Il prossimo importante “challenge” per l'organizzazione è aggiungere alle fun-zioni di tutela, nel senso tradizionale del termine, una serie di strumenti, una cas-

setta degli attrezzi, a partire dal bilancio delle competenze alla verifica delle ca-pacità e self assessment, una formazione continua in grado di colmare gli even-tuali skills gaps, le iniziative che permet-tano di favorire il matching fra domanda e offerta di lavoro utilizzando in modo efficace il database in forma proattiva con l'obiettivo di diventare un riferimen-to per le aziende e uno strumento valido e riconosciuto per i dirigenti in ricollo-camento. Un "One stop shop" dove gli strumenti lavorano in sinergia e dove il dirigente vede l'effettivo supporto della categoria, in cui si sente rappresentato.La finalità è quella di aumentare l'identi-tà dell'organizzazione di rappresentanza in un mondo in evoluzione e disinter-mediato, dove i corpi intermedi stanno soffrendo delle ripetute crisi e si rendo-no conto della necessità di adattare le loro strutture e i servizi offerti ai nuovi paradigmi occupazionali, allargando la rappresentanza a nuove tipologie di la-voro e competenze, nonché ai percorsi di carriera sempre più discontinui.Attraverso le commissioni interdiscipli-nari recentemente costituite, Federma-nager ha anche sviluppato il dialogo con il Governo e le istituzioni del Paese, per contribuire alle proposte di politica

industriale e welfare, sviluppando così il proprio ruolo di rappresentanza anche sui tavoli decisionali, valorizzando così il ruolo e l’immagine della categoria an-che con le attività di capillare comunica-zione.Federmanager vuole essere sempre più un’organizzazione in grado di aggregare e valorizzare i manager, che deve con-frontarsi e adattarsi ad un mondo globa-le se vuole rimanere attiva per i prossimi 70 anni.Come manager impegnato professio-nalmente in attività internazionali è sta-to per me particolarmente motivante far conoscere in un ambiente globale l'organizzazione che ha suscitato curio-sità ed interesse per la specificità, l'inter-generazionalità, per la gamma di servizi che ha costruito negli anni. ■

lMarco Bodini Vicepresidente Federmanager Brescia

Federmanager vuole essere sempre più

un’organizzazione in grado di aggregare e valorizzare i manager

AVORO - INTERNAZIONALIZZAZIONEl

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Il Gruppo Seniores Edison (GSE) e l’Associazione Lombarda Dirigenti di Aziende Industriali (ALDAI)bandiscono un concorso per l’assegnazione di due Borse di studio intitolate a:

“Ing. Giacomo Bonaiuti”Le Borse di studio, finanziate dalla famiglia Bonaiuti, da GSE e da ALDAI,sono del valore di euro 4.000 ciascuna.

27a Borsa di studio “Ing. Giacomo Bonaiuti”BANDO DI CONCORSO 2017

Info: ALDAI - “Dirigenti Industria” - Gabriella CanutiVia Larga, 31 - 20122 Milano - [email protected]

Regolamento

Art. 1 Possono candidarsi alla Borsa di studio gli studenti iscritti all’anno accademico 2016-2017 alla facoltà di Chimica, Chimica Industriale, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Ingegneria Chimica presso le Università della Regione Lombardia.

Art. 2 I candidati dovranno aver sostenuto alla data del presente bando almeno dieci esami obbligatori e dovranno aver conseguito una votazione media non inferiore a 24/30.

Art. 3 La domanda di ammissione al concorso deve essere redatta in carta protocollo semplice completa di indirizzo, recapito telefonico ed informatico. La documentazione deve pervenire, con il consenso al trattamento dei dati personali secondo il D. Lgs. 196/03, a: ALDAI - Gabriella Canuti - Borsa di studio “ing. Giacomo Bonaiuti” - via Larga 31 - 20122 Milano.

Art. 4 Le candidature dovranno pervenire all’ALDAI entro venerdì 17 febbraio 2017.

Art. 5 Le candidature, inoltre, dovranno essere corredate dalla seguente documentazione:a. certificato rilasciato dall’Università di provenienza con le attestazioni richieste negli articoli 1 e 2

del presente bando e con la specifica delle votazioni ottenute per ogni singolo esame (saranno accettate le attestazioni delle votazioni ricavate per via informatica);

b. stato di famiglia;c. copia dell’ultima dichiarazione dei redditi del nucleo familiare di appartenenza (preferibilmente ISEE);d. ogni altro titolo ritenuto utile ai fini dell’assegnazione delle Borse di studio;e. indirizzo e-mail e numero telefonico (fisso o cellulare).

Art. 6 L’assegnazione della Borsa di studio è determinata con giudizio insindacabile ed inappellabile da una Commissione giudicatrice composta da: un rappresentante della Famiglia Bonaiuti; un rappresentante dell’ALDAI (che presiede); un rappresentante del Gruppo Seniores Edison.

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DI22 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

REVIDENZApNon vogliamo essere… SS,ma SU…

iocare sulle sigle, a volte è uti-le… per riaffermare non solo un giusto diritto ma per rende-re meglio il concetto che per SS – senza volersi riferire alle

famigerate Schutz-Staffeln – noi “matu-ri” non vorremmo passare per: “Senior Sopportati”, anziché: Senior Utili! Naturalmente mi rivolgo a tutti i colle-ghi che seguono (spero) con attenzione le vicende che ci appartengono e i pro-blemi che sono all'attenzione del Co-mitato Pensionati ALDAI con puntuale impegno ed evidenza. Non rivendichia-mo solo lo stato delle pensioni, ma ci attiviamo anche in molteplici forme ed iniziative per “portare acqua al mulino” con attive partecipazioni al sociale. Molti di noi sono fortemente impegnati a prestare la loro presenza ed esperienza in diversificate iniziative ONLUS, come spesso viene reso noto anche da questo nostro periodico, senza poi considerare quanto di tempo e… risorse economi-che vengono impegnate nell’ambito familiare per le molteplici forme di “assi-stenza” necessitate da tale nucleo! Di “puntelli” di vario genere ne abbiamo elargiti in molteplici occasioni, che non è il caso di riproporre qui, ma doveroso ricordare quanto viene svolto dal grup-po VDS - Valorizzazione Dei Senior - e la costante encomiabile opera praticata da VISES Gruppo Milano.Siamo quasi allo scadere del 2016, anno che ha portato mille difficoltà, oltre alle vicende politiche nazionali con scanda-li, ricorsi e sentenze, purtroppo da ago-sto si sono aggiunti preoccupanti "risen-timenti tellurici" come se anche la Terra volesse unirsi ai già troppi dissensi! L’anno è volato via come mai in prece-denza se ne aveva avuto percezione. Frutto forse della premura con cui oggi si vivono gli eventi, anche nella stento-rea speranza che il tale provvedimento

possa dare risposte meno gravi di quel-le temute. Nel tentativo di svolgere un concreto consuntivo delle cose fatte e di quelle che non si è riusciti a fare, va posta una serena riflessione innanzitut-to sulla composita consistenza di tutti noi colleghi appartenenti a Federma-nager, dirigenti non più in servizio at-tivo, e quanti per differenti esperienze ed età costituiscono quelli che invece svolgono il proprio ruolo inquadrati nel-le aziende lombarde, oltre a quanti po-trebbero farlo mettendo a disposizione la loro professionalità se incontrassero la giusta offerta. Tra questi vi sono atte-se e prospettive differenti e non si deve commettere, da parte nostra, l’errore di determinare differenti posizionamenti in funzione di tali diverse esigenze, cre-ando dannose contrapposizioni.“Colonna unita!” imponeva il gladiatore nel far fronte all’insidia che incombeva. Dividere spesso è indebolire come più volte ricordato da queste pagine, l’im-perativo è quello di mettere in giusta evidenza quanto sia mutevole l’attuale

situazione legata alla consistenza “in-dustria” e tutte le relative trasformazioni che si succedono nel tessuto sociale – per non dire del welfare – in modo sem-pre più rapido ed imprevedibile, quindi nella differente sfaccettatura, sia essa privata e/o pubblica, non si commetta l’errore di scomporre l’essenza che ci unisce in un’unica Categoria quale quel-la della dirigenza, intesa come un Uni-cum asse portante del Paese. Noi (diciamo… pensionati o senior?) ci siamo impegnati a far sentire una voce di dissenso che riteniamo legittimo, mettendo quindi anche a disposizione di altri le nostre residuali ma spontanee capacità ad essere utili e sentirci attivi. Tutto quanto è stato svolto per riaffer-mare la difesa di un principio in forza del quale chi ha formulato le proprie previ-sioni, in base a quanto versato in manie-ra regolare ed assidua al fine di costituir-si una “retribuzione differita”, non debba e non possa poi essere confuso con chi, invece, viene beneficiato da un “vitalizio” o “sostegno” ottenuto da tutt’altro crite-

gMario Giambone Presidente Comitato Pensionati e Consigliere ALDAI

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DI 23DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

REVIDENZAprio. Per non dire poi dei possessori della brutta espressione riferita a “pensioni d’oro” novello girone dantesco in cui immergere gli indegni o gli indifferenti, a scapito dei bisognosi. Con le nostre pensioni, costruite in uno Stato di diritto con norme e regolamenti rispettati, non tendiamo certo a “vivere da nababbi” sotto qualche palma, incu-ranti di quanto ci accade intorno, o an-che all’interno delle nostre famiglie. Ci rendiamo utili, coinvolti in diversificati impegni, oggi detti “volontariato”, come per acquisire un termine qualificante, ma lo si è sempre fatto. Dalle mie parti si dice: “fai del bene e… dimenticatelo”, sentirsi utili ed attivi non solo per se stessi ma anche per partecipare degna-mente al contesto sociale. Dice bene il collega Mino Schianchi, Pre-sidente del Coordinamento Nazionale Pensionati Federmanager, quando esor-ta i colleghi di tutte le province aderenti a Federmanager, ad essere propositivi in maniera uniforme: “Nello sforzo con-tinuo di ricerca, di analisi, di proposta, di partecipazione alle azioni democratiche, in modo da sviluppare il nostro sostegno alle iniziative politiche oltre che giudizia-rie che assume la nostra Federazione”.A Milano in ALDAI ci siamo, da tempo, esortati a “stare pronti”, abbiamo forma-lizzato un documento propositivo che sia di guida e sostegno condiviso nell’esple-tamento del nostro mandato e vorrem-mo testimoniarlo anche in occasione del-la manifestazione del 12 dicembre 2016, promossa e sostenuta da Federmanager nazionale, presso la prestigiosa sede del-la Fondazione Cariplo. Indubbiamente una buona occasione per concludere un anno sofferto ma vissuto con impegno e fermezza. Avremo nuove occasioni per trarre conclusioni e riproporci con im-mutata volontà a restare compatti in uno slancio di reciproca collaborazione. Comunque è confortante il fatto che il no-stro slancio sia stato ripreso e condiviso dal nostro Vertice federale, per rafforzare l’impegno a difesa delle nostre pensioni. Il nostro Comitato è ben consapevole che alcune categorie sociali sono in una condizione di indigenza non tollerabile in un Paese che si pone ai primi posti nel mondo per ricchezza pro-capite, pertan-to ritiene di essere disponibile a discute-re su “ulteriori” sacrifici economici a patto che questi vengano sostenuti da tutti, ripetiamo tutti, i settori sociali ed eco-

nomici del Paese. Fino ad oggi sono stati richiesti ripetuti sacrifici che, nel tempo, tra solidarietà e mancata perequazione, hanno realizzato una cospicua riduzione del potere di acquisto delle pensioni. So-lamente in questi ultimi anni, con il per-durare della crisi economica, il costo della vita si è attestato intorno allo zero, ma, va precisato, che il valore calcolato da Istat non rispecchia completamente la “reale” inflazione che compete a noi pensiona-ti. La costante riduzione dei prezzi degli articoli tecnologici non recupera l’au-mento del costo reale della vita, specie dei generi di uso comune dei pensionati: medicinali, prestazioni medico/sanitarie, assistenza di badanti/infermieri, etc., che certamente smentisce il considerare zero il costo reale. Quale valenza attribuire poi all’evasio-ne fiscale? Problematica che continua a mantenere un livello significativo, men-tre il recupero annuale dichiarato è pra-ticamente ininfluente. La politica ed i canali informativi non hanno mai manca-to di martellare, attraverso tutti i media,

che il “peso“ delle pensioni e dei vitalizi costituisce un gravame insopportabile per l’Inps, senza le “iniezioni” benefiche dello Stato, che deve attingere dalla fisca-lità generale. Ma nessuno, tranne il prof. Brambilla, insiste nel sostenere la neces-saria separazione dei costi della Previden-za dall'Assistenza che, se fatta in maniera corretta, ci si accorgerebbe che il sistema pensionistico si reggerebbe praticamen-te ancora da “solo” grazie ai contributi versati dai lavoratori e l’incidenza sul Pil della sola Previdenza scenderebbe dal 16% al 10%. Al momento della redazione di questo testo, è in fase di realizzazione il con-vegno riportato in locandina, un'im-portante occasione dove dibattere gli argomenti sopra esposti oltre che impri-mere all'attenzione degli autorevoli rela-tori tutte le problematiche della dirigen-za. Categoria che da sempre è esempio di impegno profuso e sostenuto con senso di responsabilità e professionalità.Manteniamo quindi l'orgoglio di sentirci legittimati ad essere rispettati! ■

CONVEGNO

WELFARE PREVIDENZIALE TRA EQUITÀ E SOSTENIBILITÀCENTRO CONGRESSI FONDAZIONE CARIPLO

VIA ROMAGNOSI, 8 – MILANOLUNEDÌ 12 DICEMBRE 2016

ORE 10:00 – REGISTRAZIONE

ORE 10:15 – BENVENUTO Romano Ambrogi, Presidente Aldai

ORE 10:30 – APERTURA DEI LAVORI Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager Mino Schianchi, Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento del Gruppo Pensionati Federmanager

ORE 11:00 – INTERVENTI Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi & Ricerche - Itinerari Previdenziali, Docente Università Cattolica di Milano Mario Cardoni, Direttore Generale Federmanager

ORE 12:30 – DIBATTITO

ORE 12:45 – CONCLUSIONI Giorgio Ambrogioni, Presidente Cida

ORE 13:00 – CHIUSURA DEI LAVORI

PROGRAMMA

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DI24 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

REVIDENZApPensioni, ovvero l’etica della verità

è un’etica da rispettare: l’al-truismo. In particolare nei con-

fronti delle nuove e delle future gene-razioni. Un altruismo per lungo tempo dimenticato e che ha generato troppe disuguaglianze nella ripartizione delle risorse del nostro Paese. Non solo nel nostro, purtroppo. Ma fermiamoci all’Italia. Dove sulla col-lera sociale, specie quella giovanile, si alimentano campagne ingiuriose contro i pensionati, con l’obiettivo di lucrare consensi per tutt’altri obiettivi che quelli di appianare quelle disuguaglianze. Per-ché a questo fine occorrerebbe convo-care il consenso collettivo, come accade nei casi di prolungate calamità naturali, e richiedere partecipazione straordina-ria a questo fine. A tutti. Come è stato fatto più volte nei confronti dei pensio-nati. Solo nei loro confronti. Come si dirà più dettagliatamente nel seguito. Ovve-ro, ancora meglio, occorrerebbe dar vita ad una politica virtuosa di ridistribuzio-ne dei redditi in rispetto dei parame-tri costituzionali: ciascuno secondo le proprie capacità contributive; colpendo intanto corruzione, evasioni ed elusioni fiscali. Ma la politica appare non suffi-cientemente determinata, incerta ad intraprendere una tale strategia. Al presente, la crescente conflittualità in-

tergenerazionale è fomentata da fazioni che puntano su un target più ridotto, fa-cilmente individuabile: i pensionati. Una componente sociale aggredibile con poco rischio: sprovvista di forza contrat-tuale, potenzialmente non attrezzata, per ragione di età, a marciare nei cortei, a gridare nelle manifestazioni di piazza (la vergognosa storia di Maramaldo, tut-ta italiana, continua a fare scuola in ogni campo della vita economica e sociale del nostro Paese). Scontate allora, più au-dience nei talk show, maggiori vendite di prodotti mediatici. A scapito della verità. Perché è alla verità che vengono sottratti i necessari supporti. Perché è alla verità dei dati numerici inoppugnabili che si to-glie valore: troppo faticoso sarebbe farne oggetto dei necessari approfondimenti.

Non si dice la verità sulla spesa pen-sionistica. Perché questa, anche nei documenti ufficiali, è esposta al lordo e non al netto. Un esempio: nel rappor-to dell’Inps “Statistiche in breve, ottobre 2016”, si legge che la spesa complessiva annua per prestazioni pensionistiche, al 31 dicembre 2015, è di 280,282 miliar-di di euro. Solo nel Prospetto 3 pag. 4 del citato rapporto, è detto che si tratta “d’importo lordo medio annuo dei red-diti pensionistici”. Poi il termine “lordo” scompare. In nessun caso è focalizzata l’attenzione sul fatto che da quella spesa occorre sottrarre l’ammontare dell’im-

posta che grava sulle pensioni. Imposta prelevata alla fonte, vale a dire prima che entri nelle tasche dei pensionati. Facile sarebbe dire che dalla spesa effettiva occorre sottrarre l’ammontare dell’Irpef che grava sui pensionati per 58,581 mi-liardi (Corriere della Sera - 31 luglio 2016, Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla). Una partita di giro contabile, insomma. Una semplice sottrazione ed ecco il dato vero: la spesa effettiva per pensioni è di 221,701 euro. Ma il dato che viene utiliz-zato per fare notizia è l’altro: 280 miliardi e passa. Fa più clamore, fa più audience.

E che dire del ritornello che il siste-ma retributivo è stato più generoso del sistema contributivo? Se si pren-de però la legge n. 190/2014, articolo 1, comma 707 (legge Fornero), viene fuori il dispositivo per cui, a partire dal 2012, se la pensione attribuita con il sistema contributivo è più alta di quella derivan-te dal sistema retributivo, è questa pen-sione, la retributiva, quella più bassa, che deve essere attribuita. Ci perderan-no i più anziani, quelli che hanno avuto carriere più lunghe e hanno versato più alti contributi.

Non si fa mai menzione delle operazio-ni riduttive operate a danno di quanti sono andati in pensione con il sistema retributivo, per i quali, oltre alla riduzio-ne del plafond degli anni e dell’ammonta-

Antonio Dentato Componente Sezione Pensionati Assidifer - Federmanager

c’

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DI 25DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

REVIDENZAp

re della retribuzione presa a riferimento, in molti casi sono rimasti fuori conteggio i riscatti degli anni di università e migliaia di contributi prelevati su indennità esclu-se dal calcolo, ma regolarmente assog-gettate a prelievi previdenziali.

Quanti soldi hanno perso i pensionati per effetto delle frequenti sospensioni della perequazione e per contributi di solidarietà? L’eventuale risposta, se ve-nisse data, non farebbe notizia. Eppure, tra modifiche e sospensioni, fin ora sono stati praticati oltre venti interventi sulla perequazione, sempre in senso riduttivo. Non si dice niente dei tre contributi di so-lidarietà succedutesi nel tempo: 1) quello triennale (2000/02) istituito

con legge n. 488 del 1999, art. 37; 2) quello, anch’esso triennale (2014/16),

istituito con legge 27 dicembre 2013, n. 147;

3) quello, per sei anni (2012/17), istitui-to con legge n. 214 del 22 dicembre 2011, art. 24, comma 21, a carico dei pensionati ex Fondi speciali (Volo, Telefonici, Elettrici, Ferrotranvieri, Inpdai) tutti confluiti nell’Inps.

Più clamorosa, ai fini propagandistici, è invece l’altra notizia, quella che annun-cia l’enorme numero di pensionati con assegni molto bassi, sotto la soglia di povertà. Partiamo da dati ufficiali, quelli esposti nel Rapporto Inps più volte citato,

Figura 1 - Pensionati e importo complessivo del reddito pensionistico per classe di importo mensile

Fonte: Statistiche in breve Inps 2016

fino a 499,99

da 500 a 999,99

da 1.000 a 1.499,99

da 1.500 a 1.999,99

da 2.000 a 2.499,99

da 2.500 a 2.999,99

da 3.000 e più

4.366.766

2.038.627

3.451.138

2.837.683

1.610.067

821.487

1.053.609

dove è riportato che la prima classe, quel-la fino a 500 euro (arrotondamento an-che in seguito) è rappresentata dal 12,6% dei pensionati, la seconda (500-1.000 euro) dal 27%, la terza classe, tra i 1.000 e i 1.500 euro, dal 21,3%. Infine i pensio-nati con redditi pensionistici oltre i 1.500 euro mensili sono circa 6.300.000, pari al 39,1% del totale dei pensionati (vedi figura n. 1). Milioni di pensionati percepi-scono prestazioni modeste. Molti di essi, soprattutto quelli della prima e seconda fascia, sono totalmente o parzialmente a carico della fiscalità generale. Beneficia-no di integrazioni al minimo, di maggio-razioni sociali, di pensioni sociali perché in 66 anni non sono riusciti a pagare né contributi né hanno pagato tasse.

Riportiamo ancora dal citato Rapporto Inps: “Limitatamente ai beneficiari di pre-stazioni di tipo esclusivamente assisten-ziale (invalidi civili, non udenti civili, non vedenti civili, indennità di accompagna-mento, pensioni e assegni sociali e pen-sioni di guerra), quasi 3,5 milioni, il 53,4% è titolare anche di prestazioni diverse da quelle assistenziali. Sono principalmente i beneficiari di indennità di accompagna-mento che percepiscono anche pensioni di tipo previdenziale”. Siamo nel campo di un’assistenza estesa. Apprezzabile, utile e necessaria. Che però riguarda una per-centuale che va oltre, molto oltre quella che fisiologicamente è praticata in altri Paesi europei (da 3% al 6%, di massima). Va tenuto conto d’altra parte che questa

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DI26 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Fonte: Statistiche in breve Inps 2016

1 pensione67%

2 pensioni26%

3 pensioni6%

4 pensioni1%

Più diuna pensione

33%

REVIDENZAp

dimensione assistenziale appartiene, come lo stesso citato Rapporto dichiara, a “platee che per loro stessa definizione non sono distinte l’una dall’altra ma si so-vrappongono in parte; infatti, per la pos-sibilità di cumulo di più pensioni anche appartenenti a diversi tipi, un beneficiario può ricadere in più platee a seconda del-le pensioni ricevute” (vedi figura n. 2). Si tratta, allora, di una spesa assistenziale indistinta rispetto alle erogazioni previ-denziali derivanti da oneri contributivi. C’è qualcosa che non va e che andrebbe almeno verificata. La scorretta denomi-nazione delle erogazioni, tutte definite pensioni, genera confusione anche nel-le statistiche. E la continua crescita del-le prestazioni assistenziali fatte passare come pensioni fa dire agli Enti interna-zionali che la spesa pensionistica dell’I-talia, rispetto al Pil, è la più elevata fra i Paesi OCSE.

Una chiara divisione fra assistenza e previdenza appare sempre più urgen-te. L’assistenza è praticata in maniera indiscriminata. È praticata doverosa-mente verso quanti hanno attraversato una vita di svantaggi e di ristrettezze, che non hanno potuto versare i dovuti contributi, e che la solidarietà sociale

deve indiscutibilmente sostenere; ma è praticata allo stesso modo anche verso quelli che probabilmente non si sono comportati tanto bene (eufemismo!), in passato, nel presentare dichiarazioni di reddito e che, conseguentemente, hanno versato poco o niente nelle cas-se previdenziali. A colmare quei buchi ora deve provvedere la fiscalità gene-rale, in diverse forme. Cioè tutti noi. La questione meriterebbe almeno qualche attenzione. Da quali attività lavorative, commerciali, professionali, provengono quelle pensioni?

Non si dice niente, infine, su tutte le altre sottrazioni. Niente sul fatto che i titolari di pensioni, quelle appena più dignitose, devono pagare ticket sanitari, e non sono ammessi ad usufruire di de-duzioni e detrazioni quando presentano la dichiarazione dei redditi.

Molte pubblicazioni descrivono lo stato delle pensioni nel nostro Pae-se. Per lo più sono di parte. Per fare chiarezza sull’effettiva situazione delle pensioni nel nostro Paese occorrereb-be, finalmente, un’indagine istituzio-nale. Una sorta di “Libro bianco sulle pensioni”. Un libro diverso da quello de-

Figura 2 - Pensioni per numero di pensionati 2015

Al momento di andare in stampa portiamo all'attenzione dei lettori l'importante iniziativa che interessa tutti i dirigenti pensionati che subiscono la trattenuta del contributo di solidarietà.

Ultimissima - Contributo di Solidarietà

ATTENZIONE

scrittivo della Commissione europea, 2012: l’agenda dedicata a valutare la so-stenibilità della spesa pensionistica dei Paesi membri (White paper an agenda for adequate, safe and sustainable pen-sions, European Commission, Brussels, 16 febbraio 2012). Occorrerebbe invece un libro bianco nazionale, aggiornato, in modo da far luce sui molti aspetti non facilmente comprensibili relativi alla situazione previdenziale del nostro Pa-ese: sui contributi che, sembra, non sia-no stati versati da enti e aziende, anche pubbliche; sulle ragioni che rendono impossibile la ricostruzione della storia contributiva dei soggetti più anziani; sui cosiddetti “pensionati baby” che qual-cuno chiama “baby spintonati”, perché sembra che a volte, più che per scelta personale, siano stati “spinti” sullo sci-volo della pensione. Ancora giovani. E questo per attuare strategie di ristruttu-razione di aziende malandate. Strategie spesso mal riuscite.

C’è un’etica da rispettare: l’etica dell’al-truismo nei confronti delle nuove e delle future generazioni, come detto all’inizio. Per migliorare le loro condizioni di vita, ora e per gli anni a venire. Ma c’è anche un’etica da rispettare nei confronti degli anziani, dei pensionati: l’etica della veri-tà. Almeno per una volta se ne dovrebbe parlare con dati alla mano, partendo da analisi approfondite su quanto essi han-no dato e quanto continuano a dare: in termini economici, nelle diverse forme di volontariato e di supplenza nel wel-fare familiare; di quanto hanno dato e continuano a dare in termini finanziari al Paese (l’elenco, sopra esposto, delle imposizioni a cui si sono dovuti rasse-gnare è appena una sintesi). Se ne do-vrebbe parlare fuori da calcolati schemi propagandistici e demagogici, dei quali francamente siamo stufi. Per usare una terminologia consona alla compostezza di questa Rivista. ■

Per saperne di più:

www.aldai.it

ULTIME NOTIZIE

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ITA ASSOCIATIVAv

DI30 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Gruppo di Lavoro Mind the Gap

L’employability dei dirigenti, una grande sfidaElena Toffetti Coordinatrice GdL Mind the Gap e Componente del Consiglio e della Giunta esecutiva ALDAI - tutor ALDAI

i l Gruppo di Lavoro Mind the Gap, ha iniziato i lavori operativi a set-

tembre 2015 con l’ambizioso obiettivo di facilitare l’incontro tra la domanda di lavoro manageriale da parte delle azien-de e l’offerta di alte professionalità dei soci ALDAI. Il gruppo ha visto la parte-cipazione alle riunioni mensili di molti colleghi, ma il vero cuore dell’attività del gruppo è stato svolto da 25 assidui soci che hanno dedicato molte loro risorse per rendere il progetto concreto. Oltre ai contatti istituzionali della Presidenza, ognuno ha messo in campo il proprio network personale per attivare dialoghi e progetti con diverse Associazioni di territorio che si sono dimostrate interes-sate allo sviluppo di azioni condivise con ALDAI. Come ricorderete dal precedente artico-lo ("Dirigenti Industria" gennaio 2016), per rendere più semplici i lavori, il gruppo è stato suddiviso in quattro sottogruppi, ciascuno con un tema da sviluppare: le Factory dedicate a progetti operativi e i Lab dedicati a tematiche trasversali di grande attualità e interesse per le azien-de. Di seguito un aggiornamento dei co-ordinatori dei sottogruppi.

Factory Matching PMIcoordinatore Bruno Lodi

Questa Factory si focalizza sullo svilup-po di progetti volti a stabilire un dialogo con le PMI che, per necessità di conso-lidamento e crescita, rappresentano un mercato potenziale per la collocazione di manager in transizione. È stata avviata una collaborazione con Innovhub (Az. Sp. CCIAA-MI), per effet-tuare assessment sull’innovazione nelle

PMI, iniziativa che ha permesso ad alcu-ni colleghi di avviare relazioni con azien-de. Si stanno sviluppando rapporti con alcune Associazioni Imprenditoriali del territorio: in particolare è stata coinvolta Assolombarda, con la quale il rapporto, recentemente ripreso con il nuovo Pre-sidente della Piccola Industria, promette interessanti sviluppi già dall’inizio del 2017. Inoltre, sono state incontrate API Milano ed AISOM con le quali si sta con-dividendo l’organizzazione di eventi. Infine, con Unione Artigiani di Milano si è avviata la creazione, in via sperimen-tale, di alcuni “Sportelli” consulenziali su temi specifici (passaggio generazionale, marketing, analisi di investimenti, etc.), che saranno offerti come servizio gratu-ito da UAMI e metteranno in contatto i colleghi in essi attivi con le imprese che li vorranno utilizzare. Questo modello, una volta messo a punto, potrà essere proposto anche ad altri interlocutori.

Factory Matching Start Upcoordinatrice Anna Ponticiello

Le start up possono rappresentare per i manager dell’industria non solo poten-ziali employer, ma anche l‘opportunità di arricchire la propria cultura manage-riale oltre che alternative d‘investimen-to. Come prima iniziativa abbiamo orga-nizzato un matching tra i dirigenti ALDAI inoccupati e le start up iscritte ad Asso-lombarda condividendo con quest‘ul-tima il duplice obiettivo di valorizzare le competenze dei manager e favorire

lo sviluppo manageriale delle nuove imprese. Le competenze dichiarate dai dirigenti in un questionario ALDAI sono state incrociate con le richieste di sup-porto manageriale emerse dalle start up grazie a un analogo questionario Assolombarda. In questo modo, a lu-glio sono stati organizzati degli incontri diretti one-to-one tra manager e start up: un primo contatto per favorire la nascita di una potenziale collaborazio-ne! Gli incontri sono stati preceduti da un workshop introduttivo con esperti e protagonisti del mondo delle start up. I risultati di questa iniziativa sono in via di valutazione: stiamo raccogliendo i fe-edback da parte dei manager coinvolti così da indirizzare le prossime iniziative con cui intendiamo aprire nuovi canali di dialogo e di collaborazione tra mana-ger e nuove imprese.

Laboratorio Sfida Digitalecoordinatore Paolo Pedronetto

L'interesse politico ed economico verso la trasformazione digitale del Paese è cresciuto in modo significativo, ma sia-mo agli ultimi posti in Europa nell'utiliz-zo delle tecnologie. I dirigenti sono chiamati a confermare la loro leadership e il loro ruolo trainan-te per lo sviluppo della cultura digitale. Questo laboratorio nasce per rispondere alle esigenze di approfondimento delle sfide della Digital Transformation, degli impatti sulla società e sul modo di ap-procciare il lavoro in azienda. Per fare il punto sulla DT, è stata pro-mossa una prima indagine sui dirigen-ti ALDAI in servizio, i cui risultati sono stati presentati il 10 novembre 2016 nel convegno “Dove va la Digital Transfor-mation”. La ricerca evidenzia come la dimensione d’impresa influisca signifi-

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ITA ASSOCIATIVAv

DI 31DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

mo Pieri) ha avviato una sinergia con il GdL Geopolitica (coordinatore Tasserini) per lo sviluppo di un approccio metodi-co tradizionale in grado di supportare efficacemente gli imprenditori in que-sta scelta. La trasformazione digitale ha fatto, tuttavia, emergere la necessità di utilizzare nuovi strumenti e supporti di-

gitali per una ancor più efficace espan-sione all’estero. Questo, insieme ad altri temi di interesse trasversale, saranno oggetto di prossimo sviluppo per la pre-parazione dei contenuti degli eventi/tavoli tematici da organizzare insieme alle Associazioni di territorio che hanno avviato un dialogo con ALDAI. ■

cativamente sull’utilizzo degli strumenti digitali: la DT è una priorità per il 64% dei dirigenti di grandi aziende e solo per il 7% dei colleghi delle imprese fino a 50 dipendenti. Il 90% circa dei dirigenti uti-lizza strumenti digitali e il 60% ritiene la sua preparazione adeguata. Infine, il 74% dei dirigenti ritiene che gli aspet-ti economici e di mercato prevarranno sulla DT nel guidare il successo delle im-prese. Il laboratorio intende continuare la sua attività promuovendo occasioni di scambio fra gli associati, gli esperti di settore e i gruppi tematici di ALDAI per supportare l’aggiornamento dei colle-ghi finalizzato ad ottenere una mag-giore consapevolezza e spendibilità sul mercato del lavoro.

Laboratorio internazionalizzazione e altri tavoli tematici

Il laboratorio internazionalizzazione (co-ordinatori Antonio Santospirito e Cosi-

Volete dare il vostro contributo? Scriveteci a: [email protected] Coordinatrice Elena Toffetti [email protected] Vice coordinatrice Anna Ponticiello

Volete partecipare ai nostri meeting mensili?Calendario 2017 lunedì 16 gennaio lunedì 13 febbraio lunedì 13 marzo lunedì 10 aprile

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DI32 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Longevità e valorizzazione dei SeniorGiovanni Caraffini Vice Coordinatore GdLProgetto Innovazione - [email protected]

lessandro Rosina, docente di Demografia presso l’Uni-

versità Cattolica di Milano, è intervenuto mercoledì 19 ottobre 2016 alla riunione del Gruppo Progetto Innovazione ALDAI, per presentare un quadro documentato degli aspetti e delle conseguenze della grande “transizione demografica” inizia-ta circa due secoli fa in tutto il mondo.Per millenni in qualunque Paese del mondo la metà dei nati moriva prima di compiere 15 anni e solo una minoranza dei sopravvissuti arrivava ai 60-65 anni, la durata media della vita non superava di molto i 30 anni e gli over 70 erano rari come gli ultracentenari di oggi. Nell’arco di soli due secoli il rapido pro-gresso tecnologico ha fatto sì che oggi gli 80 anni siano alla portata di più del-la metà degli uomini e di oltre due terzi delle donne del mondo. E forse per la prima volta nella storia potrebbe essere apparsa sulla terra la generazione che vedrà la maggior parte dei suoi membri superare i 100 anni. Una conseguenza ovvia, ma per questo non meno importante di questo radicale cambiamento, è la progressiva inversio-ne del rapporto quantitativo giovani/an-ziani. In particolare in Italia gli under 25 sono oggi circa 14 milioni e tali resteran-no nei prossimi decenni, mentre gli over 65, che hanno superato recentemente i 13 milioni, cresceranno fino a superare i 20 milioni entro il 2050. È evidente che uno squilibrio di tali dimensioni mette inevitabilmente in crisi l’intero sistema socio-economico del Paese. Rosina fa notare che pur essendo que-sto fenomeno largamente prevedibile

da almeno vent’anni, in Italia non è sta-ta né discussa né tanto meno messa in atto alcuna politica organica correttiva. Per contro la Germania, che ha una di-namica demografica del tutto simile alla nostra, ha sviluppato una politica da un lato di contenimento dello squilibrio generazionale (ad esempio mediante incentivi alle nascite e controllo dei mo-vimenti migratori), dall’altro di valorizza-zione delle potenzialità produttive an-che nell’età più matura. Risultato? Oggi in Italia il tasso di attività degli ultracin-quantenni è molto più basso rispetto alla media europea, mentre è sensibil-mente più elevato in Germania.Ciò rappresenta peraltro anche un’op-portunità: nei prossimi anni l’Italia sarà uno dei Paesi con il maggior margine potenziale di partecipazione dei senior al mercato del lavoro: entro il 2030 pas-

seremo infatti da un lavoratore over 55 su sette ad uno su quattro: un cambiamento enorme, un impatto molto forte e, di con-seguenza, una sfida di grande portata.A questo proposito Alessandro Rosina rimanda al suo recente libro “Il futuro che (non) c’è”, scritto insieme a Sergio Sorgi, in cui vengono esplorati a fondo i prin-cipali aspetti di questa sfida epocale e dove si mostra come, per vincere questa sfida, occorra una rigorosa pianificazio-ne di interventi volti a valorizzare tutte le fasce d’età, in modo da evitare, ad esempio, un insostenibile squilibrio fra contributi e spesa nel sistema di welfare. Secondo gli studi più recenti ed ipotiz-zando riforme strutturali simili a quelle tedesche, è infatti verosimile che da qui al 2030 avremo almeno 2,5 milioni di over 55 aggiuntivi al lavoro. E se riusciremo a valorizzarli al meglio,

aRiflessioni sulla longevità con il professor Alessandro Rosina, per valutarne i rischi per l’equilibrio del sistema di welfare e delineare un percorso di vita più coerente alla realtà di oggi, abbandonando la rigida organizzazione nelle tre fasi del passato: educazione, lavoro, pensione.

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DI 33DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

l’Italia potrà essere non solo un Paese in crescita, ma anche una società capa-ce di trasformare in un’opportunità il vivere a lungo e bene. In caso contrario, purtroppo, non potremo che subire le conseguenze di una popolazione che invecchia in una economia in declino e con costi sociali in aumento.Accettare la sfida comporterà certamen-te superare ostacoli come l’obsolescenza delle competenze, la minore produttivi-tà, la necessità di rivedere radicalmente il sistema di assistenza. Ma ad un primo esame non sembra che manchino i mez-zi per farlo: fra le possibili vie da percor-rere per vincere la sfida, Rosina indica ad esempio: maggior flessibilità dell’orario lavorati-

vo; programmazione ad hoc delle carriere, transizione progressiva al pensiona-

mento; sviluppo e diffusione delle tecnologie

di sostegno alle attività; forme di collaborazione tra lavoratori

senior e nuovi entrati; politiche di conciliazione tra lavoro ed

esigenze familiari.

Dal dibattito con i colleghi è emerso che i pur numerosi interventi legislativi che si sono susseguiti in Italia per modificare le regole di pensionamento siano stati pensati e decisi con una visione rigida del sistema e con finalità elettorali piut-tosto che con lungimiranza, cioè senza tener conto né dell’evolversi delle reali capacità operative delle varie fasce di età né delle possibili ricadute positive sulla qualità della vita delle persone, sulla produttività e competitività delle imprese, sulla crescita e sul benessere dell’intero Paese. Si è continuato a “governare” con l’unico riferimento della vita organizzata nelle tradizionali tre fasi: educazione, lavoro, vecchiaia/pensione, senza tener conto della longevità e dell’età di invecchia-mento, che è diversa per ciascuno di noi, e non è più strettamente legata all’età (60-65 anni) o al fatto di diventare non-ni, ma piuttosto a quell’ultima fase della propria vita in cui vengono a mancare gli stimoli, i progetti e le energie per continuare ad essere attivi. La longevità impone un ripensamento del welfare, in particolare previdenziale, basato su

schemi rigidi, per restituire quanto ri-sparmiato quando effettivamente è necessario, nella vecchiaia e anche pri-ma, quando le avverse vicende della vita lo richiedono.Il collega Isidoro Schachter, a sostegno di quanto discusso e attingendo alla sua personale esperienza, ha ricordato le vi-cende che dopo la grande crisi occupa-zionale della Volkswagen del 1995 han-no portato la Germania a programmare e realizzare una serie di leggi aventi il dichiarato obiettivo di influire in modo sostanziale e coerente sulla struttura so-ciale e produttiva del Paese.Ci si chiede come mai nulla di simile è avvenuto in Italia. Il motivo è probabil-mente da ricercare nella radicata e dif-fusa convinzione che in Italia si riesca comunque a superare qualsiasi crisi. È però crescente il timore che si stia sot-tovalutando la gravità degli effetti della longevità e sia necessario intervenire con iniziative di innovazione radicale del sistema, che permettano di generare maggiore occupazione per tutti, anche per i Senior che vogliano continuare a rendersi utili. ■

Gapm

inder World C

hart 2010 Version May 2010b

Money GDP per person in US dollars (purchasing power adjusted) (log scale)

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h (ye

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Low–income countries Middle–income countries High–income countries

500 1 000 2 000 5 000 10 000 20 000 50 000

50

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60

7070

80

75

85

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55

China

India

USA

Indonesia

Brazil

Paki-stan

BangladeshRussia

Nigeria

Japan

Mexico

Philippines

Vietnam

Germany

Egypt

Ethiopia

TurkeyIran

Congo, DR

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France

UK

Italy

South Korea

Myanmar

Ukraine

Colo- mbia

South Africa

Sudan

Argen- tina

Spain

Tanzania

Poland

Kenya

Morocco

Algeria

Canada

Afghanistan

Uganda

Nepal

Peru

Uzbe-kistan Iraq

Saudi Arabia

VenezuelaMalaysia

NorthKorea

Ghana

Taiwan

Yemen

Romania

Australia

Sri Lanka

Mozambique

Madagascar

Syria

Côte d'Ivoire

Cameroon

NetherlandsChile

Kazakhstan

Burkina Faso

Cambodia

Ecuador

Malawi

Niger

Guate-mala

Angola

Senegal

Zimbabwe

Mali

Zambia

CubaGreecePortugal

Chad

Bel-gium

Tunisia

Belarus

Czech Rep.

Guinea

SerbiaHungary

DR

Somalia

Bolivia

Rwanda

Sweden

Haiti

Burundi

Benin

Austria

Azerbaijan

Tajikistan

Honduras

Switzerland

Bulgaria

El Salvador

Hong KongAndorra

Paraguay

Laos

Israel

Sierra Leone

Jordan

Libya

Papua New

Guinea

Togo

Nicaragua

Denmark

Slovakia

Kyrgyzstan

Finland

Turkmenistan

Eritrea

Norway

Georgia

Singa-pore

Bosnia & H.

Moldova

Croatia

Central African Rep.

Costa Rica Ireland

New Zealand

Palestine

Leba-non

Puerto Rico

Congo, Rep.

Albania

Lithuania

Uruguay

Mauritania

Liberia

OmanPanama

Armenia

Mongolia

Jamaica

UAEKuwait

Kosovo

Bhutan

Latvia

Namibia

Macedonia

Slovenia

Lesotho

Gam-bia

Botswana

Guinea-Bissau

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Estonia

Mauritius

Swaziland

Timor-Leste

Trinidad &Tobago

Fiji

Qatar

Guyana

Comoros

Bahrain

Solo-mon Isl.

Equatorial Guinea

Djibouti

Lux-embourg

Suriname

Cape Verde

Malta

Brunei

Bahamas

Iceland

BelizeBarbados

Vanuatu

São Tomé & P.

SamoaTonga

Kiribati

Micronesia

Grenada

Seychelles

Antigua & Barbuda

Dominica

Marshall Isl. Palau

Nauru

Tuvalu

St Kitts & N.

Maldives

Liechten-stein

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2

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RichPoor

Sick

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ITALIA

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DI34 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

La competenza dei manager ALDAILa chiave per una solidarietà vincenteGiovanni Carnaghi Consigliere ALDAI / Federmanager

he cosa vogliono dire oggi “soli-darietà”, “impegno nel sociale”?

Sono sinonimi di volontariato?Guardiamoci intorno e osserviamo quel che sta accadendo, senza speculazioni che lasciamo a penne ben più preparate delle nostre.Il welfare pubblico ha il fiato corto, po-che risorse disponibili, sottodimensiona-to rispetto all’enormità della domanda da affrontare; dal rapporto annuale Ca-ritas si denuncia l’esponenziale aumen-to dell'indigenza. Si creano spazi molto ampi per il terzo settore: l’imprenditoria-lità sociale e il volontariato si fanno sotto, ma anche loro, tradizionalmente finan-ziati per buona parte dal pubblico, sono in difficoltà. E faticano a risolvere i loro problemi di sopravvivenza perché non hanno sviluppato nel tempo competen-ze adeguate ad affrontare simili scenari. È in arrivo una legge di riordino in materia di terzo settore (quando saranno com-pleti i decreti attuativi…) che dovrebbe portare chiarezza in un ambito divenuto, in alcuni aspetti, un poco “opaco”.Ci sono idee per uscire da questa “pa-lude” che hanno come comun denomi-natore il valore della solidarietà sociale: creare patti territoriali, dove soggetti come imprese, parti sociali, pubblico, terzo settore, cercano accordi di colla-borazione per articolare interventi sul territorio di appartenenza rispondendo ai bisogni più emergenti e critici. Fa ca-polino anche la sharing economy come modello “del servizio”, che nelle inten-zioni, attraverso la solidarietà, intende promuovere un modello economico con ambizioni di confrontarsi con quello ca-pitalistico.

Insomma, c’è movimento, in una so-cietà che “grida” cambiamento. Un ele-mento su tutti: l’invecchiamento della popolazione, il ridursi della forza lavoro attiva, un sistema pensionistico sempre più avaro, con la bomba sociale di una gioventù che fatica a trovare lavoro, a stabilizzarsi, poco pagata e costretta a pensare all’oggi per la sua sopravviven-za, e che quindi non ha la possibilità di investire per il proprio futuro. Come ne usciamo da tutto questo? Dan-doci tutti reciprocamente una mano. Mettendo in conto di porre a disposizio-ne un “pezzetto” delle nostre personali risorse (competenze, tempo…) di chi ci è prossimo. Che cosa comporta questo? Troppo semplicistico? Solidarietà non vuol dire solo dare spazio alla iniziativa personale, spontanea e situazionale, ma anche ad azioni pianificate, finalizzate, organizzate. Quindi servono accordi, patti, a tutti i livelli, accanto all’iniziativa personale, certo.Così il concetto e la pratica del volon-tariato cambia, si ridisegna il confine fra profit e no profit. I modelli sociali si trasformeranno e riprenderanno signifi-cato i luoghi della socialità collettiva (le corti, le piazze…). Solidarietà è valore e parola d’ordine, insomma, centrale.

E allora? Perché siamo qui a scrivere di questo con riguardo alla realtà di ALDAI?Perché ALDAI può dare molto. C’è un patrimonio di esperienze, di com-petenze, di voglia di fare e di porre a disposizione del tessuto sociale, sotto il segno della solidarietà, per il nostro oggi e per il futuro delle nuove generazioni. Il pensionamento non è un parcheggio sociale, e l’invecchiamento è cosa lonta-na, perbacco!

Facciamo un paio di esempi? Aiutare il terzo settore a dotarsi di

competenze gestionali per imparare a sopravvivere in un nuovo ed impreve-dibile scenario. E non solo con azioni di pur pregevole consulenza, ma “met-tendo le mani in pasta” nel percorso di trasformazione. L’inserimento dei giovani nel mondo

del lavoro. Entrare nel mondo del la-voro è difficilissimo, ma anche restar-ci. Oggi la complessità della gestione del ruolo organizzativo in continuo mutamento richiede il possesso di competenze “soft”, comportamentali e comunicazionali, che lungo il percorso scolastico non vengono mai conside-rate ed invece, noi lo sappiamo, sono molto importanti.

Trasferire esperienza, competenza, buon senso, integrità: un impegno assoluta-mente possibile, per i manager ALDAI. ALDAI, ricordiamolo, in questi due am-biti si sta muovendo da tempo, esatta-mente dal 2012, intercettando lo spirito di promozione sostenuto dall’UE all’”in-vecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni” ed attuandolo negli anni attraverso le azioni pensate e rea-lizzate dal Gruppo VDS (Valorizzazione dei Senior). Sinteticamente: il momento topico è stato il progetto

“Outplacement verso il Sociale”. Orga-nizzato nel 2014 e 2015 con l’Associa-zione Nestore e il finanziamento dalla Presidenza del Consiglio, 40 manager, attraverso un articolato percorso for-mativo, sono entrati con un impegno attivo nel mondo del volontariato con consapevolezza e motivazione; un convegno pubblico a fine 2015,

svolto a chiusura del progetto, ha pre-sentato i suoi risultati davanti a folta platea di concittadini, con i contributi

cMauro Vaiani Consigliere Associazione Nestore

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DI 35DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

di un qualificato panel di docenti ed operatori del sociale; incontri in Associazione sul tema del-

la solidarietà, con il coinvolgimento di esponenti di primo piano del sociale e di soci ALDAI volontari in progetti ed attività sociali, per raccontare “in diret-ta” quali spazi rappresentano attual-mente occasioni di impegno e di sfida per il volontariato professionale; accordi di collaborazione con alcune

Associazioni storicamente rilevanti della realtà cittadina; un percorso di formazione alle realtà

del sociale, breve ma intenso, realiz-zato quest’anno «in casa» distillando dalle esperienze dei soci volontari i contenuti più pratici di conoscenza ed orientamento.

L’interesse dei soci è stato motivante e con tali iniziative quest’anno abbiamo raggiunto più di 180 soci, motivandoci a proseguire.

Facendo che cosa? Offrendo le occasioni per presentare ai colleghi le realtà e le problematiche del sociale, accompagnandoli a focalizzare consapevolmente l’impegno di solida-rietà ad ognuno più consono.Verranno organizzati per il prossimo anno: due cicli di incontri formativi mirati,

secondo il format sperimentato che fa leva sulla motivazione dei senior al ri-progettarsi in nuovi scenari ed al

raccoglierne al meglio i nuovi valori, personali e di comunità; colloqui di orientamento «a tu per tu»

con soci coach (essi stessi volontari) per quelli interessati anche all’accom-pagnamento verso Associazioni, en-tità e progetti del Network ALDAI, in essere ed in cantiere nei settori della solidarietà sociale e/o dell’istruzione giovanile; un paio di incontri, allargati alla più

ampia platea dei soci senior, per sensi-bilizzare sull’importanza di innovazio-

ne del tessuto sociale e che testimo-niano i valori ed i ritorni che portiamo a casa da iniziative «professionali» di solidarietà; mantenimento costante delle relazioni

con le Associazioni, le realtà sul territo-rio ed i Progetti di sistema Federmana-ger e VISES, i cui rappresentanti parte-cipano ai lavori del Gruppo VDS.

Ma tanto resta ancora da fare. E da poter dare, tutti assieme. La solidarietà non ha confini. ■

MigrantesDon Virginio Colmegna (nella foto), Presidente Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, interverrà all'incontro che si terrà sotto l’egida dei Gruppi di Lavoro ALDAI: Cultura, Geopolitica e Dirigenti per l’Europa. ■

L’incontro si terrà in ALDAI - Sala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milanomercoledì 25 gennaio 2017 alle ore 17,30

MODALITÀ DI PRENOTAZIONEGli interessati possono prenotarsi online attraverso il sito www.aldai.it, sezione “Eventi”, sele-zionando dal calendario la data interessata e compilando gli appositi spazi alla voce “iscriviti all'evento”. Le date pubblicate potrebbero variare successivamente alla stampa della rivista; invitiamo pertanto i lettori a prendere visione delle periodiche newsletter e del sito per dettagli e conferma degli incontri. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online è possibile inviare un fax al numero 02/5830.7557 indicando nell’oggetto "Migrantes".

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DI36 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

La crescita e la flessibilitàEdoardo Lazzati Presidente Federmanager Pavia

l tema che da qualche anno agita l’agone politico nazionale, non-

ché le varie sedute, meeting, tavole più o meno rotonde, consessi comunitari, esperti economici, media ecc. ecc. è la ricerca di combattere la crisi e la stagna-zione attraverso la crescita economica.Il dibattito si fa vivace e tecnicamente interessante quando le decisioni del Go-verno si orientano a dare incentivi alle forze sociali più deboli, per incrementa-re la spesa e quindi i consumi; v’è d’altra parte chi sostiene, con convinzione, ed anche autorevolezza, che la via maestra per la ripresa della crescita è il taglio di un sistema fiscale ormai opprimente e spesso ingiusto che finisce talvolta per punire chi ha sempre pagato tutto e per premiare invece un mondo di eva-sori piccoli e grandi. Ma, si obietta, con quest’ultima ricetta, si tagliano le entra-te e si danneggia un bilancio già in dif-ficoltà.Esiste peraltro un parere, sostanzial-mente condiviso, di prendersela con l’Unione Europea alla quale si chiede maggiore flessibilità; ecco, la parola ma-gica diventa flessibilità, termine pieno di

i suggestione ed amabile per l’udito: fles-sibilità è antitesi di rigidità; ma perché l’Europa è così ottusa da non capire un concetto così banale, così semplice; ba-sta la concessione di un punticino o giù di lì di flessibilità per il nostro bilancio per fare ripartire la macchina; così pen-sano molti.Ma è davvero così? Intanto cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e di chiamare le cose con una terminologia forse meno elegante ma più elementare.In sostanza si chiede all’Europa di chiu-dere un occhio sulla mostruosità del nostro debito pubblico e si pretende l’autorizzazione a sforare, nella legge di bilancio, il livello di debito annuale già concordato in precedenza con le strut-ture comunitarie.Ma non sono già anni che continuiamo a sostenere questa richiesta?Infatti il debito pubblico, malgrado i tagli di spesa dichiarati in ogni legge di sta-bilità, aumenta inesorabilmente; infatti per i primi sei mesi del 2016 la Banca d’Italia ha dichiarato un aumento del de-bito pubblico di più di ottanta miliardi, a fronte di un piano comunitario, da noi sottoscritto, che prevede una graduale ma continua riduzione del debito pub-blico.Del resto se dal macrosistema Stato si passa al minisistema famiglia, non mi risulta che si sia mai verificato che, ot-tenendo di aumentare il debito con la banca, una famiglia sia mai riuscita a rimettere in moto il proprio benessere.Abbiamo già avuto modo di parlare del nostro debito pubblico, come di un mo-stro, un cancro che si mangia tutte le cellule vive e produttive di benessere, procurando, nel tempo la morte di un Paese.Eppure questa sembra la preoccupa-zione minore per la politica del nostro Paese: avete mai visto un qualche con-vegno, anche modesto, che affronti con chiarezza questo tema? Tanto, pensa la politica, il debito è talmente enorme che si spalmerà su diverse generazioni futu-

re, mentre sono le generazioni attuali a votare.Non si parla più di un piano serio di ridu-zione della spesa pubblica improdutti-va, sono passati come acqua sul marmo ben quattro Commissari per la spending review.Nessuno, o quasi, dichiara pubblica-mente quanti investimenti produttivi di crescita potrebbero avvenire da un serio programma annuo di tagli di spese inu-tili dello Stato, delle Regioni, delle Pro-vincie (che sono sparite ma sono rinate con il nome di Area Vasta) dei microsco-pici comuni che non hanno alcun senso se non quello di spendere inutilmen-te denaro pubblico per alimentare le loro strutture, delle Comunità montane (molte delle quali, soppresse, sono rina-te, sotto un’altra etichetta…Terre di …).E che dire ancora degli sprechi continui che si verificano, specie in alcune Regio-ni (autonome o meno), nelle aziende municipali, molte delle quali congenia-te solo per creare posti di sotto politica e sulle quali, malgrado le dichiarazioni dai Governi Berlusconi in poi, nessuno ha più osato riprendere l’argomento, nel timore certamente comprensibile, di perdere voti nelle clientele troppo spes-so presenti in queste numerosissime aziende.Il nostro Paese è davvero seduto su una montagna di debiti, anche se la BCE di Draghi ci sta dando una mano incredi-bile a comprare BTP, CCT, BOT e via di-cendo; ma fino a quando? Non certo per sempre: e poi quando cambierà Gover-natore?In nome di quel popolo italico sempre evocato nelle dichiarazioni dei politici (“il popolo ci chiede”), da piccola for-michina di un manager come me, pur sempre popolo, leva il suo impercetti-bile grido di dolore per la mancanza di volontà di tutta la politica per affrontare il terribile mostro.Si tratta di un tema per il quale invocare l’unità nazionale; sarebbe davvero ope-ra santa. Oppure no? ■

PINIONIo

Esiste peraltro un parere, sostanzialmente condiviso, di prendersela

con l’Unione Europea alla quale si chiede maggiore flessibilità

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DI38 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Verso un nuovo contratto dei dirigenti?

neanche due anni di di-stanza dall’ultimo trava-

gliato rinnovo contrattuale, riprendere a parlare del contratto della categoria può apparire azzardato e fuori tempo. E forse lo è, se la prospettiva è quella che nel prossimo futuro sparisca il contratto nazionale, magari sostituito da un “qua-dro di riferimento leggero”, a cui, a livel-lo aziendale, affiancare accordi limitati a quel contesto. Esistono elementi per pensare che questa linea di tendenza potrebbe configurarsi a breve. Sarebbe, si permetta allo scrivente un monito in-quietante, un altro passo decisivo verso la fine della categoria.Nella sua “Geografia”, Heindrick Williem van Loon, un grande divulgatore olan-dese-americano di quasi un secolo fa, definito da Wikipedia “il Piero Angela dei suoi tempi”, dice del nostro Paese: “Geologicamente parlando, l’Italia è una rovina”. I recenti fatti dell’Appennino Centrale purtroppo confermano l’intui-zione di van Loon.

Per quanto ci riguarda, si potrebbe ora parafrasarlo per dire: “Sindacalmente parlando, il contratto dei dirigenti è una rovina”. Vediamo la situazione, e suppor-tiamola con un po’ di numeri: i dirigenti attivi continuano a calare di

numero di circa un 3-4% annuo; le nuove nomine di giovani non sono

cresciute, anzi, sono in costante calo, malgrado il suicidio salariale che è sta-to accettato, proprio "per favorire le nuove nomine", anche con l’abolizione del secondo livello di garanzia: nella fascia 39-44 anni il numero di dirigenti si riduce del 10% annuo; di più, siccome si è anche accettato un

parallelo suicidio di tutela nei licenzia-menti, al punto che le tutele in uscita del dirigente sono peggiorative per-sino rispetto al jobs act, molti giovani preferiscono rimanere quadri, visto che la dirigenza ormai ha perso quasi tutti i vantaggi.

Ora, non si può certo dire che pochi inascoltati a suo tempo non si fossero sforzati di evidenziare queste proble-matiche: non sono stati tenuti in con-siderazione alcuna, coperti di ostraci-

smo, emarginati, sopportati a fatica. A suo tempo Federmanager ha molto la-mentato atteggiamenti vessatori della controparte ed ha rilevato che la dram-matizzazione costituita dalla disdetta formale del contratto in essere, storica-mente, costituiva un “unicum” nella sto-ria delle trattative. Forse solo i fatti di questo ultimo perio-do, gettando una luce sinistra sul livello di crisi in cui versa Confindustria, spie-gano che da un interlocutore in queste condizioni ci si poteva aspettare di tutto, e oggi c’è da augurarsi che l’organizza-zione imprenditoriale trovi rapidamente una soluzione ai suoi problemi, per il bene di tutti. Guardando a noi stessi da un punto di vista per così dire ”sociologico”, quando una categoria identifica complessi siste-mi di elezione da parte del suo Consiglio Nazionale, questo dovrebbe garantire alla sua Delegazione trattante rappre-sentatività, capacità negoziale e forte motivazione.Non è stato così finora: se guardiamo alla sua più recente composizione, nella Delegazione si distinguevano respon-

a

Giuseppe Colombi Componente Commissione Sindacale e Consigliere ALDAI

PINIONIo

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DI 39DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

sabili di risorse umane, anziani colleghi formalmente ancora “in servizio” e per-sino un vicepresidente provinciale della controparte negoziale. Per non parla-re dell’individuazione di determinate professionalità a supporto che sarebbe stato meglio evitare. E chi aveva le com-petenze, e i numeri (in tutti i sensi…) per negoziare seriamente, non è stato tenu-to in considerazione. Per di più, era evi-dente che determinate esigenze di con-tinuità lavorativa di qualcuno avrebbero potuto influire sull’evoluzione cronolo-gica e sostanziale delle negoziazioni.Dopo il rinnovo, da parte di alcuni si è scatenata un’interessata azione di dife-sa del magro risultato ottenuto, con in-terventi orali e scritti ben oltre il rischio del ridicolo. Ma siccome “Le chiacchiere stanno a zero”, la situazione attuale, sem-pre che si abbia l’onestà intellettuale e la volontà di leggerla, può mostrare agli occhi di tutti a che punto siamo. Dunque, se si crede ancora alla difesa della cate-goria, al senso di appartenenza e di or-goglio che dovrebbe caratterizzare i veri dirigenti, se mai continueranno ad esi-

stere, occorre ripartire, qui ed ora, subito.Con umiltà e determinazione, bisogna che gruppi di colleghi riprendano a “stu-diare” il testo contrattuale e, sulla base di pochi principi, facciano crescere dal bas-so e condividano elementi essenziali da porre come cardini di un futuro accordo nazionale, che sappia rimotivare le per-sone. Elementi che poi, sono quelli di sempre, perché, con buona pace di chi si pensa moderno ed innovatore quando solo non conosce (e quindi disprezza) il pregresso, è difficile inventare cose dav-vero innovative: e gli elementi di conti-nuità con i primi dirigenti del dopoguer-ra non sono certo inferiori agli elementi di differenziazione da loro.Anche senza scatenare rivendicazioni salariali, che sarebbero tanto giustificate quanto poco proponibili nel permanere della situazione attuale, concentrandosi semplicemente sulla tutela dei colleghi in difficoltà lavorativa, sforzandosi di mettere in atto strumenti efficaci di tu-tela materiale della loro vita, introducen-do limiti allo smontaggio indiscriminato delle strutture aziendali, riproponendo

condizioni di miglior favore nelle inden-nità di uscita dei dirigenti, c’è lo spazio più ampio per riguadagnare prima di tutto credibilità.Perché forse, se ne convincano quei per-sonaggini che, nella speranza di conser-vare il loro strapuntino nella pletorica organizzazione federale, sono disposti ad avallare anche il più inaccettabile compromesso, la credibilità è proprio l’elemento che è mancato nelle vicende contrattuali più recenti. Una delegazio-ne negoziale trasmette agli interlocutori messaggi a vari livelli, ed è percettibile se si presenta supportata da un lavoro autorevole, condiviso e forte.A Milano di recente, con la richiesta una-nime del Consiglio ad una collega seria, esperta e credibile di far parte della de-legazione negoziale, forse ci siamo messi su questa strada, mentre qualche volon-teroso collega in servizio ha cominciato a riunirsi e a prefigurare scenari. Si tratta di segnali modesti ma molto importanti che andrebbero colti e resi centrali: è impor-tante che non rimangano mera espres-sione di una “Vox clamantis in deserto”. ■

PINIONIo

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ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI40 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Musica per l'anima

Gabriella CanutiSegreteria di Redazione "Dirigenti Industria"

utunno 2016 e di nuovo la piacevole consuetudine ci

porta, per la diciannovesima volta, ad assistere alla prestigiosa serata che l'ALDAI ha il piacere di offrire ai soci. Mercoledì 26 ottobre 2016, il Teatro dal Verme di Milano ha registrato il tutto esaurito per l'evento musicale patroci-nato da Regione Lombardia, Città me-tropolitana di Milano e Comune di Mila-no. Un gratificante successo, una prova elegante dell'interesse culturale della nostra città che risponde con entusia-smo quando, in campo musicale, vengo-no offerti programmi di qualità e inter-preti di assoluto valore internazionale.Il programma è stato interamente de-dicato a Felix Mendelssohn: nella prima parte con il famosissimo Concerto per violino e orchestra suonato da un gran-de solista quale Pavel Berman, che per l'occasione ha anche diretto l’orchestra e, nella seconda, con la brillante e felice Sinfonia Italiana.La serata è stata introdotta dal saluto del Presidente ALDAI, Romano Ambrogi

rivolto al pubblico che ha dimostrato fe-deltà e appartenenza ai valori che ALDAI rappresenta. In particolare il Presidente ha ringraziato l'Amministrazione regio-nale che ci ha concesso il privilegio della cornice del celebre teatro milanese.Doveroso un ringraziamento al Diretto-re artistico Rosanna Re, al Consigliere delegato all'organizzazione del concer-to Agostino D'Arco, al Direttore ALDAI

Annalisa Sala e alla struttura ALDAI che tanto si è prodigata per la buona riuscita dell'evento. Un momento di condivisione di un con-certo – sottolinea Ambrogi – rappresen-ta il linguaggio comune per la cultura e per il senso estetico dell'ALDAI. Una sensibilità per certi versi molto milane-se, anzi "ambrosiana" rivolta, nella fatti-specie, anche al sociale con l'impegno di

a

Concertod’Autunno

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ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI 41DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

ALDAI a collaborare con alcune Associa-zioni nell'ambito del volontariato. ALDAI vuole spaziare in più settori ed è bello ragionare su questo aspetto davanti a un pubblico così unito.La parola poi al Direttore artistico Re che ha fornito dettagli e curiosità sui bra-ni in programma. Interessante sapere che nei suoi spostamenti Mendelssohn viaggiava in carrozza con tempi lenti… e ciò permetteva al musicista di assor-bire a pieno il carattere della gente per elaborarne le caratteristiche così da tra-sformare poi in musica le sue sensazioni utilizzando a volte anche il folclore lo-cale. Questo è accaduto proprio nel suo viaggio in Italia nel quale il musicista

ventiduenne ha avuto l'ispirazione per quel capolavoro che è la “Sinfonia Italia-na”, tanto che l’ultimo movimento, il sal-tarello, è in realtà una tarantella. Pochi sanno che Mendelssohn fu anche apprezzato acquerellista e alla sua pittu-ra ci siamo ispirati riproducendo la bella immagine di Firenze nel programma di sala. Oltre alla melodia di Mendelssohn, al talento di Berman e dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali, sul palco si è mo-strato al pubblico un altro protagonista di altissimo profilo… il violino Stra-divari "Conte de Fontana" del 1702, della Fondazione Pro Canale di Milano. Tutti i violini hanno un nome e quello ospitato nella nostra serata è stato, tra

l'altro, il compagno fedele di David Oi-strach un mito del violino. Oggetto del desiderio dei più grandi maestri, sicu-ramente per la qualità del suono, per la bellezza e l'eleganza della fattura e soprattutto perché... è semplicemente uno Stradivari! La melodia si è profusa con tale maestria che, come per la musica della mitologi-ca lira di Orfeo, il pubblico ha davvero "ascoltato" con l'anima.Le ultime note e poi il prolungato ap-plauso che ha voluto essere, forse, anche un invito al bis ma il maestro Berman, come Paganini, ha concesso un'unica straordinaria interpretazione lasciata come un'eco nell'anima degli spettatori. ■

“Non ascoltate solo con le orecchie, ma con l’anima e lasciatevi trasportare dalla

musica… nell’infinità" Rosanna Re

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ULTURA E TEMPO LIBEROc

DI42 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

63º Golf Day & Trophy ALDAIGolf Club Molinetto - Finale del Circuito 2016Vladimiro Sacchetti Coordinatore Gruppo Golfisti ALDAI - [email protected]

d ottobre si è concluso il Circuito Golfmanager di

nove gare, che da marzo sino ad otto-bre si sono svolte nei migliori circoli del nord Italia oltre ad un soggiorno di tre giorni a Punta Ala e alla settimana in Norvegia.Lunedì 3 ottobre 2016 con oltre 100 col-leghi e numerosi sponsor si è celebrata la finalissima del Circuito Golfmanager 2016 in una bella giornata dipinta da splendidi colori autunnali nella calda at-mosfera dell'accogliente Golf Molinetto.La cerimonia della premiazione ha vi-sto l'assegnazione dei numerosi premi di gara e dei prestigiosi premi di circu-ito fra i quali i soggiorni a Donnafugata Resort, al Gallia Palace di Punta Ala e di una settimana a Baja Sardinia Hotel e la consegna della Coppa Golfmanager al campione 2016, quest'anno vinta dal sottoscritto. ■

aVINCITORI DEL CIRCUITO GOLFMANAGER 2016

Campione Golfmanager 2016 Vladimiro Sacchetti Golf MadesimoVincitore Premio Gallia Palace Gianpiero Perotto Golf Villa ParadisoVincitore Premio Donnafugata 1° cat. Daniele Roncari Golf Villa ParadisoVincitore Premio Donnafugata 2° cat. Aldo Cigognini Golf VareseVincitore Premio Donnafugata 3° cat. Ettore Mastromatteo Golf Green club

Il golf è lo sport dei manager

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QUESTO NUMERO È STATO CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 22 NOVEMBRE 2016

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DIRETTORE RESPONSABILE Romano Ambrogi

COORDINATORE DELLA RIVISTA E DEGLI ALTRI MEZZI DI COMUNICAZIONE ALDAI Franco Del Vecchio

SEGRETERIA DI REDAZIONE Gabriella Canuti

COMITATO DI REDAZIONE Romano Ambrogi, Giuseppe Aldeghi, Michela Bitetti, Gabriella Canuti, Giuseppe Colombi, Franco Del Vecchio, Mario Giambone, Silvana Menapace, Fabio Pansa Cedronio, Annalisa Sala, Chiara Tiraboschi, Bruno Villani

SOCIETÀ EDITRICE ARUM Srl, Via Larga 31, 20122 Milano Partita IVA 03284810151Tel. 02.5837.6237 - Fax 02.5830.7557PEC: [email protected] al Registro Nazionale della Stampa con il numero 5447, vol. 55, pag. 369, del 20.11.1996.Società soggetta alla direzione e coordinamento dell’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali).

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Spedizione in abbonamento postale Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art.1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano euro 1,03.Autorizzazione del Tribunale di Milano, 20 novembre 1948, numero 891.

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERORomano Ambrogi, Franco Del Vecchio, Francesco Albanese, Paola Poli, Stefano Cuzzilla, Mario Cardoni, Manuela Biti, Giancarlo Magnaghi, Giovanni Facco, Marco Bodini, Mario Giambone, Antonio Dentato, Elena Toffetti, Giovanni Caraffini, Giovanni Carnaghi, Mauro Vaiani, Edoardo Lazzati, Giuseppe Colombi, Gabriella Canuti, Vladimiro Sacchetti, Mario Garassino

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Chi siamo e che cosa facciamoL’ALDAI (Associazione Lombarda Dirigenti Aziende Industriali) con circa 16.000 iscritti è il maggiore tra i Sindacati territoriali che fanno capo alla Federazione Nazionale (FEDERMANAGER). Al fine di perseguire i propri scopi istituzionali di tutela e promozione dell’immagine e del ruolo dei dirigenti indu-striali, l’Associazione si occupa delle problematiche collettive e individuali della categoria, nelle situazioni più diverse, offrendo servizi nei vari settori agli iscritti quale che sia la loro condizione: dirigenti in servizio, inoccupati, in pensione o che svolgono attività di tipo professionale. Tra i vari servizi, prestati gratuitamen-te, ricordiamo: il Servizio Sindacale rivolto a fornire ai dirigenti iscritti supporto

ed assistenza nell’ambito di tutte le problematiche relative all’instaurazione, svolgimento e cessazione del rapporto di lavoro nonché ad aspetti di carattere fiscale e previdenziale;

il Servizio FASI/ASSIDAI che fornisce consulenza ed assistenza in merito alla stesura ed alla presentazione delle pratiche di rimborso oltre che di iscrizione ai due Fondi; il Servizio Orientamento e Formazione per i dirigenti interessati:

alla ricerca di nuove opportunità professionali, al bilancio delle competenze e ai percorsi formativi di sviluppo professionale, all’analisi delle criticità manageriali con il “Tutoring” dei colleghi Senior al Servizio Multibrand e alle iniziative di riqualificazione e ricollocazione per i dirigenti inoccupati.

Ricordiamo infine le convenzioni sanitarie, commerciali e formative, le ini- ziative di carattere culturale (organizzazione di conferenze, convegni, corsi, concerti, visite guidate) e ricreativo tendenti a favorire l’aggregazione tra i soci (viaggi). Di tutti i servizi riportiamo le necessarie indicazioni per poter stabilire gli opportuni contatti.

SEDE E UFFICIVia Larga, 31 - 20122 MilanoM1 Duomo - M3 MissoriMezzi di superficie: 12 - 15 - 27 - 54

CENTRALINO 02.58376.1FAX 02.5830.7557

APERTURALunedì / VenerdìDalle ore 8.30 alle ore 12.30e dalle 13.30 alle 17.30

SITO WEB www.aldai.itPEC [email protected]

ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Servizi e contattiALDAI - ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALIPresidenzaPresidente: Romano Ambrogi - [email protected]: Silvana Menapace - [email protected]: Bruno Villani - [email protected]: Elisabetta Borrini

Direzione - [email protected]: Annalisa Sala - [email protected] sindacali su appuntamentoSegreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Romagnoli 02.58376.204 Comunicazione e Marketing - [email protected] Tiraboschi 02.58376.208

Servizio Sindacale - [email protected] BertolottiPREVIO APPUNTAMENTO PER TUTTE LE CONSULENZEConsulenze sindacaliCristiana Bertolotti - [email protected] Peretto - [email protected] previdenziali - Salvatore Martorelli1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.303° mercoledì di ogni mese dalle 8.00 alle 15.30Consulenze previdenza complementare / INPS - Rosanna Versiglia martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.00Consulenze convenzione ENASCO / INPS - Silvia BarbieriTutti i venerdì dalle 9.00 alle 12.003° lunedì di ogni mese dalle 14.00 alle 17.00 solo domande di pensioneConsulenze fiscali - Gabriele Astolfi - martedì pomeriggio

Segreteria sindacaleFrancesca Sarcinelli 02.58376.222 - 02.58376.221Maria Caputo 02.58376.225

Servizio FASI/ASSIDAICristiana Scarpa 02.58376.224 - [email protected]

Salvatore Frazzetto 02.58376.206 - [email protected] DEGLI ISCRITTI SU APPUNTAMENTOTelefonate solo martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 17.00

Servizio Orientamento e FormazioneSilvia Romagnoli 02.58376.204 - [email protected]

Servizio Amministrazione - Organizzazione - [email protected] Bitetti - [email protected]

Giordano Bergomi 02.58376.235 Stefano Corna 02.58376.234 Viviana Cernuschi 02.58376.227Laura De Bella 02.58376.231

Gruppo Giovani Dirigenti - [email protected]: Luigi Napoli

ARUM S.R.L. - SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAIPresidente: Fabio Pansa Cedronio

Redazione “DIRIGENTI INDUSTRIA” - [email protected] Canuti 02.58376.237

COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DIRIGENTI PENSIONATIPresidente: Mino Schianchi - [email protected]

FONDIRIGENTIAgenzia Lavoro - [email protected]

UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIAPresidente: Francesco Castelletti - [email protected]

SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

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DI 45DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

EDITORIALE Gennaio Riscoprire il valore di studio e merito R. Ambrogi Febbraio Responsabilità sociale: una mission per i manager R. Ambrogi Marzo Il welfare dei dirigenti punta sulla sanità R. Ambrogi Aprile Nell’Italia del futuro più peso ai manager R. Ambrogi Maggio Vocazione industriale R. Ambrogi Giugno Contratti collettivi e welfare R. Ambrogi Luglio Managerialità R. Ambrogi Agosto-Settembre Ripartiamo R. Ambrogi Ottobre A Call for Action R. Ambrogi Novembre Rinascimento? R. Ambrogi Dicembre Tradizione ed innovazione, ALDAI a tutto campo per rappresentare i dirigenti di oggi R. Ambrogi LETTERE Giugno Lettera firmata/Mura FOCUS Gennaio Management europeo F. Del Vecchio La rappresentanza del management europeo L. Caprioglio L’Europa riscopre il ruolo dei manager A. De Pascalis L’importanza di un’analisi dello scenario A. Bubbio Pensare europeo G. Di Quattro Febbraio Il dirigente e il suo contratto di lavoro oggi C. Tiraboschi Presentazione del convegno A. D’Arco Introduzione S. Trifirò Nuova disciplina delle mansioni S. Trifirò Transazione e patto di non concorrenza M. Giustiniani Naspi L. Peretto La tutela dei dirigenti ai tempi del Jobs Act S. Bartalotta Il licenziamento individuale e collettivo M. Paoletti Marzo La sanità tra presente e futuro M. Garzia Riunita la Commissione Sanità di Federmanager S. Cuzzilla Fondi aziendali e Fondo di categoria in prospettiva G. de Varda Prevenire è meglio… S. De Masi Aprile Commissione Sindacale e Lavoro M. Biti La nuova impostazione del modello manageriale in Enel S. Neri Maggio Il futuro dell’industria e l’industria del futuro S. Terzi Una sfida da cogliere B. Lodi Giugno Sostenibilità del sistema pensionistico e contrasto alla povertà M. Schianchi Pensioni: dibattito o riforma? S. De Masi La solita musica… parliamo di pensioni M. Giambone Informazione ai colleghi pensionati S. Martorelli Luglio Assemblea 2016 soci ALDAI B. Lodi Industry & People 4.0 B. Cominelli / S. Terzi / C. De Albertis Industry & People 4.0 R. Rettani / P. Perani Agosto-Settembre Brexit e il futuro dell’Europa L. Caprioglio Europa ed Expo R. Tasserini Europa: la parola agli associati G. de Varda Europa: federalismo o no? G. Sansò Ottobre Il mercato digitale in Italia C. Tiraboschi Quando la notizie è digitale S. Menapace Determinati ad innovare G. Caraffini Novembre Le opportunità di sviluppo del manifatturiero C. Bevilacqua L’industria chimica in Italia C. Tiraboschi Contracting: quanti (r)impianti! G. Colombi Obbligati a crescere, ma come? S. Cuzzilla Manager in calo, una tendenza da invertire M. Cardoni Dicembre I manager italiani lanciano l’impegno per la nuova Europa F. Del Vecchio

LOMBARDIA Marzo Milano: città internazionale della conoscenza S. Veca Milano: competitiva nel mondo C. Tiraboschi Trasparenza F. Del Vecchio Ottobre La Regione promuove l’export Redazione

MANAGEMENT Gennaio Vi racconto il dietro le quinte di un’azienda tutta italiana che si chiama “Arena” C. Tiraboschi Febbraio Le donne dirigenti sui tavoli istituzionali per contribuire al cambiamento P. Poli / E. Borrini Social media marketing L. Napoli Marzo Cogito ergo… sono un manager! L. Napoli Premio ALDAI Merito e Talento 2016 E. Borrini L’informazione del “Corriere della Sera” cambia volto G. Fossati Aprile Essere manager è bello C. Tiraboschi Maggio Fare startup in Italia C. Tiraboschi La sicurezza informatica e i rischi per le imprese G. Ieva Giugno Ridisegnare le città con le competenze manageriali M. Mallen Agosto-Settembre Trasformare la longevità in benessere individuale e sociale A. Rosina Tutta questione di chimica C. Tiraboschi

EDAZIONALErArticoli e copertine 2016a cura della Redazione

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DIDI46 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Ottobre L’arte di realizzare l’impossibile L. Napoli Dicembre A call for Innovation F. Albanese Management del digitale P. Poli

NOTIZIE DA FEDERMANAGER Gennaio L’Italia col segno X S. Cuzzilla Marzo Nuova richiesta di pronunciamento della Corte Costituzionale sulle pensioni S. Cuzzilla Ancora profumo di incostituzionalità sulle nostre pensioni M. Cardoni Aprile La nostra industria ricomincia da 3 S. Cuzzilla Maggio Sostieni con noi la cultura manageriale Federmanager Giugno Partnership forte nel rinnovo del contratto dirigenti Fca-Cnhi M. Cardoni Competenze per l’industria S. Cuzzilla Luglio Lombardia fra i quattro motori d’Europa S. Cuzzilla Stop & Go M. Cardoni SoloXTe A. Passarelli Ottobre Uscire dalle imprese e parlare alla società S. Cuzzilla Sisma, manutenzione, piano città e tutti gli altri fascicoli aperti Ufficio Stampa Federmanager Welfare aziendale: opera bella ma incompiuta M. Cardoni Dicembre Tempi di bilancio S. Cuzzilla Alternanza scuola-lavoro: i manager devono esserci M. Cardoni

NOTIZIE CIDA Gennaio Superare le contraddizioni G. Ambrogioni Aprile È tempo di prime verifiche G. Ambrogioni Giugno Costruiamo insieme il nostro futuro M. Cannata Dirigenza pubblica e privata per il Paese E. Lazzati

NOTIZIE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO Febbraio Un nuovo team per la rivista dell’ALDAI e non solo G. Canuti Agosto-Settembre Un ponte per il futuro A. Rovelli Dicembre Dirigenti Industria diventa anche digitale Comitato di Redazione

SERVIZI AGLI ASSOCIATI Gennaio Un Tutor racconta S. Francolini Febbraio Giovani, opportunità e lavoro. In una parola: Cina C. Tiraboschi Convenzioni Commerciali - Rinnovo 2016 M. Bitetti / S. Corna Rinnovo quota associativa 2016 M. Bitetti Convenzione Assocaaf 2016 - Assistenza fiscale (prima parte) E. Radice Marzo Convenzione Assocaaf 2016 - Assistenza fiscale (seconda parte) E. Radice Aprile Convenzione Assocaaf 2016 - Assistenza fiscale (terza parte) E. Radice Maggio Giovani e futuro: ALDAI Young C. Tiraboschi Convenzione Assocaaf 2016 - Assistenza fiscale (quarta parte) E. Radice Polizza Assicurativa “Tutela Legale” A. Sala Luglio Le sfide (come gli esami) non finiscono mai - Leader in campo G. Civita Agosto-Settembre Da conservare: vademecum Fasi e Assidai C. Scarpa / S. De Masi Leader in campo G. Civita Ottobre Da conservare: Naspi e Volontaria A. Sala / L. Peretto Dicembre Quando diventiamo grandi M. Biti Leader in campo G. Civita

WELFARE Maggio Il sistema di welfare in Enel S. Neri Novembre Un ritratto dei Nuovi Senior E. Oggioni

ECONOMIA Maggio Logistica. Palla al piede o fattore di sviluppo dell’economia? G. Moretti Far parlare i bilanci A. Mattioli Dicembre Mercato digitale verso la fine del tunnel? G. Magnaghi

FORMAZIONE Gennaio Evento finale Progetto MBW F. Calvo Maggio La buona scuola, la buona azienda E. Zonca Luglio Compliance Days 2016 A. Freni Agosto-Settembre I giovani tra scuola, futuro e lavoro! O. Eliantonio Fondirigenti al fianco dei manager e delle PMI per tornare a crescere C. Poledrini Ottobre Fondirigenti Avvisi 1 e 2 - 2016 S. Romagnoli Novembre Digitalizzazione, Industria 4.0 e politiche attive C. Poledrini Dicembre Bando Borsa di studio 2017 “ing. Giacomo Bonaiuti” O. Eliantonio

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DI 47DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

LAVORO Gennaio Un serio impegno per l’employability dei dirigenti E. Toffetti Scuola: ALDAI presente M. Giambone Febbraio Le Società per il placement convenzionate con ALDAI S. Fontana Aprile Il Merito…vale una Stella? M. Giambone Giugno I licenziamenti collettivi dei dirigenti L. Failla Le Stelle brillano… nonostante le nubi M. Giambone Luglio Employability A. Colonna Agosto-Settembre Lavoreremo ancora? A. Biffi Dopo l’estate… guardiamo le Stelle M. Giambone Ottobre Part-time agevolato per i lavoratori anziani L. Peretto Novembre Più manager preparati per innovare le imprese F. Del Vecchio Dicembre Dirigenti e quadri nel sistema produttivo italiano G. Facco Congresso europeo Ilera sul futuro della rappresentanza M. Bodini

SINDACATO Febbraio Sindacato: non è una brutta parola M. Biti Marzo Telecom: il futuro negli accordi aziendali S. Gronda Giugno Comunicare bene per negoziare meglio M. Biti Rinnovo del contratto Fiat-Fca Cnhi Servizio Sindacale ALDAI Agosto-Settembre La contrattazione collettiva S. Bartalotta Novembre Più manager nelle PMI per reagire alla crisi G. Caraffini Fasdapi: Delio Dalola nuovo Presidente G. Caraffini

ASPETTI LEGALI Marzo Depenalizzazione di molti reati G. Mura

FISCO Aprile Trattamento fiscale polizze assicurative G. Mura Maggio Il nuovo redditometro G. Mura Luglio Revisione del processo tributario G. Mura Ottobre Nozioni fiscali per il dirigente in trasferta A. M. Siligato

PREVIDENZA Gennaio La strada sbagliata. E quella buona A. Dentato Febbraio Pensioni: quale domani? M. Giambone Tagliare le pensioni? Non ce lo chiede l’Europa! A. Dentato Marzo Previdenza in prospettiva S. De Masi Non per cassa, ma per equità B. Losito Aprile Federmanager approva la mozione sul sistema previdenziale S. Cuzzilla Maggio La strana teoria dell’assistenza A. Dentato Estote parati… (Siate pronti) M. Giambone Luglio Incertezze e illusioni in una busta A. Dentato Agosto-Settembre Previdenza in prospettiva - Incontro CIDA Lombardia F. Del Vecchio Previdenza in prospettiva - Previdenza all’italiana A. Brambilla Previdenza in prospettiva - Legittimità del contributo di solidarietà A. Brambilla Ottobre Più deboli le difese delle pensioni M. Schianchi Diamo la giusta importanza ai “numeri” che ci rappresentano M. Giambone Hot mail con il nostro esperto Inps S. Martorelli Novembre I ricalcolo dell’Inps sulle pensioni dal 1° gennaio 2015 Servizio Sindacale ALDAI Perseverare non sempre…è diabolico M. Giambone Dicembre Non vogliamo essere…SS, ma SU… M. Giambone Pensioni, ovvero l’etica della verità A. Dentato

VITA ASSOCIATIVA Gennaio ABCDigital: come ti digitalizzo il nonno! G. Civita Il nuovo Presidente di Federmanager Lombardia Febbraio Le priorità dei manager lombardi F. Del Vecchio Nasce ManagerNoProfit A. Calderoni Marzo Geopolitica ed Internazionalizzazione R. Tasserini Agricoltura come tecnologia L. Mariani Riconoscimento ai soci senior e borse di studio ai giovani E. Lazzati Aprile Una questione di qualità civile G. Colombi Maggio Marzo mese della donna P. Poli / E. Borrini La sostenibilità e l’etica: un binomio inscindibile G. Venturino In ricordo di Ennio Peccatori B. Losito Giugno Accumulo energetico L. Magri Vises - Il ritmo giusto G. Bernardo

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DIDI48 DIRIGENTI INDUSTRIA DICEMBRE 2016

Luglio Parliamo di logistica con Carlo Mearelli G. Colombi Politiche industriali per far ripartire il Paese L. Ferrante GNL: combustibile non convenzionale F. Chiesa Vises - Il ritmo giusto G. De Salvo Agosto-Settembre Ricordo di Pietro Orlandi A. D’Arco La salute dei manager Federmanager Pavia Novembre Quarant’anni con ALDAI…e la storia continua G. Canuti Donne Manager P. Poli Retired workers for Ethiopia F. Dindo ABCDigital G. Frangi Virtuosa Lombardia G. Bernardo Un addio E. Lazzati Il piacere di essere utili S. Vitelli Dicembre L’employability dei dirigenti, una grande sfida E. Toffetti Longevità e valorizzazione dei senior G. Caraffini La chiave per una solidarietà vincente G. Carnaghi / M. Vaiani

OPINIONI Gennaio Quale futuro per Federmanager B. Losito Febbraio La diserzione dalle urne S. Bollani Aprile Un futuro sempre minacciato A. Dentato Maggio Sogno o son desto? S. Bollani Giugno Con l’APE cerchiamo di non percorrere la solita strada F. Del Vecchio Un mostro terribile si aggira… E. Lazzati L’Unione Europea e la Turchia S. Bollani Ottobre Brexit… e poi? E. Lazzati Dicembre La crescita e la flessibilità E. Lazzati Verso un nuovo contratto dei dirigenti? G. Colombi

CULTURA & TEMPO LIBERO Gennaio I paradossi del risparmio C. Bolzani Il futuro è antico C. Dell’Acqua L’Europa è servita E. Tallone Musiche di ieri e di oggi a confronto A. Solbiati Febbraio Buongiorno Bail In! GdL Cultura Sinfonica e Cinema con l’Orchestra Verdi F. Cremonini I viaggi ALDAI 2016 V. Sacchetti Marzo Investire nell’epoca del tasso zero: rischi ed opportunità F. Checcacci XXI Esposizione Internazionale A. La Seta Aprile La terra rara ovvero un’astronave meravigliosa L. Fasiani Concerto di Primavera J. Oskar Maggio Umberto Boccioni…il canto sospeso A. Cantoni Programma golf 2016 V. Sacchetti Cortina d’Ampezzo 17-20 marzo 2015 S. Menapace Luglio Concerto d’Autunno A. D’Arco / R. Re Visite guidate: arte e città M. Conti Agosto-Settembre I momenti belli passano in fretta J. Oskar Concerto d’Autunno A. D’Arco / R. Re Come era dove era G. Colombi Ottobre Il Restauro del Teatro Gerolamo E. Guazzoni Le onde gravitazionali L. Fasiani Nubifragi e catastrofi naturali G. Gentili Concerto d’Autunno A. D’Arco / R. Re I Promessi Sposi: chi erano costoro? L. Lanfossi Novembre Il segno, natura dell’uomo A. Cantoni Pietro Paolo Rubens M. Garassino I viaggi V. Sacchetti Dicembre Musica per l’anima G. Canuti 63° Golf Day & Trophy ALDAI V. Sacchetti

I LIBRI DEL MESE Gennaio Il mestiere della scienza - Carlo Enrico Bottani Febbraio Cent’anni dopo - Bruno Longanesi recensione M. Garassino Il tempo della Misericordia - Marco Roncalli recensione G. Fossati Sono ancora qui con voi, Davide - Sergio Nicola recensione M. Garassino Marzo La mia fabbrica per una poesia - Paolo Pezzaglia recensione M. Garassino Giugno Zaher e i suoi fratelli - Guido Tassinari recensione G. Fossati La destra che non c’è - Giorgio Corigliano Ottobre Strategie web per i mercati esteri - Gabriele Carboni recensione G. Fossati Africa Bianca - Giorgio Campiglio Utile e dilettevole! - Claudio Nutrito Novembre Salva i nostri figli - Mario Giambone recensione M. Garassino Al passo delle cicogne bianche - Leonidas Michelis Opere, works - Gualtiero Marchesi recensione G. Fossati

SPECIALI o SUPPLEMENTI Gennaio Assidai Welfare 24 Marzo Assidai Welfare 24 Convenzioni Sanitarie C. Scarpa - Servizio Fasi Assidai di ALDAIAprile Speciale Assemblea ALDAI - prima parte (relazioni) Assidai Welfare 24 Maggio Speciale Assemblea ALDAI - seconda parte (bilanci) Giugno Assidai Welfare 24 Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Confindustria - FedermanagerLuglio Assidai Welfare 24 Novembre Assidai Welfare 24 Dicembre Articoli e Copertine 2016 G. Canuti

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