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EDITORIALE

Noi speriamo che questo numero della rivista, tutto in italiano, spinga le persone interessate a collaborare peraprire una nuova fase della ricerca altemativa in Italia.Nessuno deve isolarsi sperando di fare I’ invenzione del secolo, perché in realta il processo del progresso è lentoe richiede partecipazione.

La redazione provvisoria della rivista è presso il seguente indirizzo: Franco Malgarini, via di Boccea 302, 00167, Roma; email : [email protected]

I sommari dei numeri precedenti si possono trovare sul sito internet: http://utenti.tripod.it/altraenergia

SOMMARIO

- Mirko Kulig: I’energia cosmica vitale 3 - Bernardo Zanini: l’energia orgonica e il cloudbuster 12- Carlo Splendore: l’orgonometro, il bioradiometro 21- Geminello Alvi: Keely l’ inventore dell ’energia libera 28- Matteo Tenan: il mare dell ’energia 30

- I1 generatore di Ecklin 37- I1 motore australiano a energia libera 38- Il generatore"Hummingbird/Sundance" 41- Il convertitore di Kromrey 42- Curt Hallberg: mulino a vento a vortice di Schauberger 43

- Gli esperimenti e le idee di un autodidatta (I parte) 46- L’elettrete 51- Franco Malgarini: esperimento sulla carica elettrica dell ’aria 56- Costruiamo una cella di dissalazione 58- Reattore a fusione fredda da 1 KW 60

- Stefano, Castelluccio: Warp Drive: più veloce della luce 66- Velocità superluminali a Princeton 76- La tecnologia degli UFO 77- Nembo Buldrini: il dispositi vo di Todeschini 82- Nembo Buldrini: test sperimentali per lo studio dell ’effetto Biefeld-Brown 86

- Velivoli a forza gravifuga 90- Peter Bettels: il principio del tornado 96- Adam Cavalli n: la mia macchina del tempo 98- Ipotesi di lavoro per lo sviluppo della ricerca alternativa in Italia 101- Questionario 102

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L’Energia Cosmica Vitaledi Mirko Kulig

Introduzione

Quanto segue è il risultato di una ricerca svolta durante l’ultimo anno e mezzo nel tentativo dicomprendere tutto quanto ci circonda da un altro punto di vista e, soprattutto, di comprenderecosa sia veramente il fenomeno della Vita.Dopo aver studiato la biologia e la geografia, mi era chiaro che, per quanto queste materieanalizzino in modo approfondito i processi che si svolgono nell ’ambito delle funzioni vitali,dimenticano cosa sia il problema primario, e cioè in che modo ha origine il tutto. Se così nonfosse, se l’attuale scienzaavesse scoperto in che modo nascano i processi della vita, non sarebbein grado di ripeterli e quindi creare la vita?Ma il problema era di dimensioni troppo grandi e così, queste scienze hanno evitato il problemain modo radicale definendosi “Scienze descrittive” . In questo modo il problema stesso uscivadall ’ambito di ricerca di queste scienze.L’altro grosso problema era la grande importanza che in tutte le scienze viene attribuita al caso:noi ci siamo sviluppati da molecole libere di sostanze organiche prima in protozoi, poi in formeleggermente organizzate, poi attraverso un processo di differenziazione in metazoi fino adivenire umani, il tutto per caso! E tutto questo quando la fisica insegna che qualunque sistemaorganizzato di atomi che non abbia un aff lusso costante di energia tende al caos, quindi alladissoluzione! Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che l’energia viene dal cibo, ma il fabbisognogiornaliero di energia per un uomo adulto proveniente dal cibo è suff iciente a farci pensare,muovere, sostenere e ad eseguire tutte quelle attività che un uomo normale svolge?Saremmo noiin grado di fare un dispositivo che esegua tutte queste attività con 3500 kCal al giorno (fab.giornaliero di una persona adulta) di cui almeno la metà, secondo la fisica, non sarebbeutilizzabile (2° legge della termodinamica)?Mi appariva chiaro quindi come la spiegazione che un essere vivente sia unicamente uninsieme di reazioni chimiche e fisiche fosse assolutamente insoddisfacente. Doveva essercinecessariamente qualcosa di più, qualcosa che rendeva possibile il fenomeno della Vita e che lascienza non aveva ancora scoperto perché non in grado di riprodurla.Dopo varie ricerche e corsi, ho scoperto che quel Qualcosa di più esiste, è stato studiato da moltiindividui sotto aspetti diversi ma con riscontri assolutamente scientificamente misurabili ecomparabili.Segue un riassunto preliminare di questa ricerca.

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L’energia cosmica vitale

Da quando l’uomo ha cominciato a riflettere in maniera scientifico-filosofica sull ’origine della vita, è statopresente il concetto di un medium onnipresente, che alimenta gli esseri viventi ed il pianeta (che pure è unessere vivente). Questa ideasi è sviluppata come Etere nell ’Antica Grecia, Prana presso gli Antichi Indiani ecome Chi presso gli Antichi Cinesi. Per millenni questo concetto è rimasto presente nelle menti degli scienziaticome dato di fatto e tutte le ricerche sonostate fatte assumendone l’esistenza. Verso la fine del 800,Morley eMartin fecero un esperimento che, a detta di loro, dimostrava inconfutabilmente l’inesistenza di un etere con lecaratteristiche che gli erano state attribuite fino a quel punto. Con Einstein ed il suo Universo Vuoto questaidea è stata definiti vamente scartata dalla concezione dell ’universo della comunità scientifica internazionale.

Malgrado ciò, vari scienziati in luoghi diversi ed in tempi diversi hanno fatto esperimenti cheuscivano dalle normali concezioni vigenti in quel periodo e dai quali appariva chiara l’esistenzadi un qualcosa di impalpabile ma esistente ed estremamente significativo per tutte le funzioni diVita sul pianeta.Quello che segue è un riassunto delle ricerche dei principali scienziati summenzionati a meconosciuti.

Wilhelm Reich

Scienziato di origine Austroungarica vissuto nella prima metà del 20° secolo che, dopo aver studiatopsicologia, ha lavorato con Freud diventandone un alli evo ed assistente. Si è poi allontanato dall ’idea di Freudsviluppando una sua teoria che vedeva le cause di molte malattie psicologiche in uno squili brio di flussienergetici all ’interno del corpo e della pulsazione della vita in collegamento anche all ’energia sessuale (vedi“La funzione dell ’orgasmo”). Da ciò (dopoessere stato ridicolizzato dalla società psicologica Internazionale)ha continuato i suoi studi istituendouna ricercasull ’origine della vita scoprendoben presto che, a differenza diquanto veniva uff icialmente dichiarato dalla scienza, e cioè che la vita nascecon il famoso germe atmosfericoche si ferma in un ambiente favorevole a germina creando i primi protozoi, in realtà esistevano delle piccolebolli cine blu (che chiamò bioni) che si formavano da un vegetale in macerazione e che poi si organizzavano ingruppi fino a creare un vero e proprio protozoo. Esperimenti simili furono fatti anche da altri scienziatiall ’insaputa di Reich, ottenendo risultati sorprendentemente simili .

Da questi esperimenti ne nacquero altri fino a portare Reich alla conclusione che i bioni erano pieni di unaenergia (che chiamò Energia Orgonica) e che questa energia era presente ovunque nell ’atmosfera. Cercò alloradi isolarla per studiarla meglio, e ideò una sorta di Gabbia di Faraday modificata dove questa energia potevavenire accumulata. Misurò una differenza di temperatura all ’interno di questi accumulatori e vide che questaenergia poteva venire osservata standoper un certo periodoal buio dentro un accumulatore. La descrive come“nube” blu-viola con piccoli brill amenti. Provò allora a mettere delle cavie malate negli accumulatoriconstatando che c’era una buona percentuale di guarigione. Lo stesso si verificava sull ’uomo, dove riuscì aguarire anche alcuni casi di cancro allo stadio di metastasi. In generale, questa energia sembrava essere ingrado di guarire una infinita quantità di malattie (vedi “La biopatia del cancro” ).

Dopo di ciò feceun esperimento che ebbe risvolti tremendi: mise in un accumulatore una certa quantità dimateriale radioattivo convinto che l’energia OR fosse in grado di neutralizzare le radiazioni radioattive,ottenendo come risultato lo sviluppodi un energia che più tardi chiamò DOR (Deadly Orgone Radiation) chefeceammalare molti suoi assistenti (e lui stesso). Viene descritta come una energia nera, statica, con miasmipestilenziali , esattamente il contrario di ciò che era l’energia OR che viene descritta come blu, in costantemovimento, pulsante, portatrice di vita. Tutti gli accumulatori dovettero essere smantellati, anche quelli chenon avevano avuto a che fare con l’esperimento, perché la reazione non si interruppe togliendo il materialeradioattivo dall ’accumulatore e si espanse in tutta l’atmosfera circostante creando nuvole nere stantie sopra illaboratorio. Ogni accumulatore sembrava essere stato “ infettato” da questa radiazione. Gli animali selvaggi

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erano silenti, le piante cupe, al punto che il laboratorio venne evacuato per un certo periodo,senza però che lenuvole di DOR se ne andassero.

Dopo un certo lasso di tempo, Reich ideò quello che viene chiamato Cloudbuster (nubifugatore o cannoneorgonico) con l’intento di eliminare questa energia di morte dall ’atmosfera. Effettivamente vi riuscì ed aprìcosì l’ultima fase di sperimentazioni della sua vita: aveva inventato un apparecchio in grado di modificare lecondizioni climatiche. E questo fu esattamente ciò che fece, riuscendo ad interrompere varie siccità nell ’areadel Nord-Est degli USA. Andò anche in una missione di sperimentazioni in Arizona, nel deserto, riuscendoentro pochi mesi a farvi ricrescere l’erba e portando l’umidità relativa dell ’aria da 5% a 85%. Da questiesperimenti definì come l’energia orgonica sia profondamente collegata all ’elemento Acqua e ne determinil’accumulo in nuvole.

Reich tenne sempre informate le autorità americane dei suoi esperimenti, e questa fu probabilmente la causadelle persecuzioni che subì e che terminarono con la sua messa in carcere, la distruzione di tutti i suoiaccumulatori e il rogo di molte sue pubblicazioni e opere. Morì nel 1957 in carcere sotto circostanzemisteriose.

Si sa che dietro a queste persecuzioni c’erano i grandi ospedali psichiatrici americani e la FDA, l’organo stataleamericano che si occupa della salute.

Una particolarità importante di questa energia è quella di essere ANTIENTROPICA, cioè un sistemaorgonicamente forte tende ad attrarre l’energia diffusa circostante. Questo é la scoperta fondamentale chedimostra come questa energia sia profondamente collegata alla vita, che, secondociò che ci insegna la scienzauff iciale, nonpotrebbe logicamente esistere perché un corpo vivente, senza il continuoaff lusso di una energiaesterna, tenderebbe al caos quindi alla dissoluzione. Bene, l’energia orgonica é proprio quell ’energia cheaff luendo al corpo umano gli permette di rimanere organizzato.

Al giorno d’oggi l’Orgonomia esiste ancora ed in America vi sono varie istituzioni che insegnano e portanoavanti le ricerche nello studio di questa energia con la visione che Reich ha dato (vedi ACO, OBRL). Ildirettore dell ’OBRL, James DeMeo, ha fatto pure una tesi di laurea sull ’utili zzo di cannoni orgonici. Vienestatisticamente dimostrato come la probabilit à che si verifichino dei cambiamenti climatici durante l’utili zzo diuno di questi strumenti sia 30 volte maggiore al normale.

Inoltre, negli ultimi dieci anni, è stato sviluppato in Australia un alimentatore per automobile che funziona adenergia orgonica (Joe Cell ). Esiste una vera e propria documentazione su ciò con progetti disponibili .

Radionica

La radionicaè una scienza che esiste in due filoni separati di ricerca: unoè quello più recente da cui ne derivaanche il nome e che si è sviluppato nei paesi anglosassoni (USA, Inghilterra), l’altro è il filone centro-europeoche ha origini molto antiche. La differenza fondamentale tra le due scuole è che mentre la prima usa strumenticon cavi, magneti, ed una vera e propria struttura tridimensionale, la seconda utili zza unicamente grafici edisegni geometrici. Per praticare entrambe le discipline è necessaria una sensibilit à radioestesica, il chesignificache bisogna essere in grado, con l’ausili o di pendoli , biotensor, bastone da rabdomante, di “misurare”le energie.

Il principio funzionale di quest’arte di guarigione, è quello di assumere che ogni materiale, parte del corpo,tessuto, ecc. abbia una certa frequenza di vibrazione e risonanza e che la malattia sia quindi un’alterazionedella frequenza di salute di quel dato organo. Determinata la frequenza disturbatrice, con gli strumentiradionici ed i circuiti viene quindi “proiettata” quella stessa frequenza all ’organo malato annullandonel’influenza e permettendo quindi al corpo di ristabili re la giusta frequenza di salute (principio simile a quello

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dell ’omeopatia). I circuiti e gli strumenti radionici hanno quindi due zone specifiche: una è quella delcosiddetto testimone (goccia di sangue, capello, fotografia della persona da guarire) e l’altra è quella per ilrimedio da proiettare (con i circuiti ) o, nel caso degli strumenti, si tratta di manopole regolabili che proiettanoun numero che è stato prima “misurato” radioestesicamente come corrispondente a quella malattia (esistonotavole con le frequenze di tutte le parti del corpo,di tutte le piante, malattie, ecc.). La forza di questa arte è cheattraverso il testimone si possono proiettare frequenze a qualunque distanza perché questa non ha più alcunaimportanza (quindi anche qui viene assunto un Medium onnipresente). Il testimone crea un direttocollegamento con il proprietario di questo.

I principali esponenti furonoAlbert Abrahms, Ruth Drown in USA nella prima metà del secolo, Malcolm Rae,David Tansley in Inghilterra dove tutt’ora esistono alcune scuole ed una vera e propria laurea riconosciuta dallostato.

Per quanto riguarda Albert Abrahms e Ruth Drown, la fine della loro vita assomiglia molto a quella di Reich,con persecuzioni, incarcerazione e morte in carcere. Per questo motivo i radionici americani si sono poiconcentrati sull ’uso della Radionica nell ’agricoltura piuttosto che nella medicina (dove vengono messi arischio interessi menopotenti) riuscendoad ottenere risultati stupefacenti, come l’immunità di intere colture dacerti parassiti unicamente proiettando all ’intero campo tramite una fotografia-testimone la frequenzacorrispondente a quel parassita, come pure un aumento di produzione senza aggiunta di concimi chimici.

Comunque, viene spesso ribadito che l’energia che effettivamente agisce per guarire non è quella proiettataattraverso il numero o il rimedio, ma piuttosto è l’energia mentale dell ’operatore che permette alla frequenzaguaritrice di agire sul paziente.

Su questo punto vi è un interessante esempio: Ruth Drown, che introdusse per prima strumenti senza alcunafonte di energia esterna (corrente elettrica), fu in grado di sviluppare un apparecchio fotografico che,attraverso l’immissione della frequenza di un organo di una data persona (determinata dal testimone) era ingrado di fare una fotografia interna dell ’organo di quella persona anche a decine di chilometri di distanza. Laparticolarità è che questa apparecchiatura funzionava soltanto con certe persone, e soprattutto non funzionavase vi era presente una persona che apportava energie disturbatrici (negatività).

Durante la seconda metà del 20° secolo la radionica ha sempre di più cominciato a lavorare anche sui corpisottili superiori e sui chakra (David Tansley), incorporando così le conoscenze che ci vengono dalle cultureasiatiche.

Sergej Lakhowky

Di origine russa, lavorò per molti anni in Francia fino a trasferirsi negli USA durante la II guerra mondiale.

La cosa interessante di lui è che sviluppò un apparecchio (Oscill atore di onde multiple) che fu concepitosecondola seguente idea: se ogni cosa ha la sua frequenza, proiettando il maggior numero di frequenze diverseverso unessere vivente vi sarà di sicuro anche quella corrispondente ad un’area malata di cui il corposi serviràper guarirsi. Seguendoquesta idea, l’apparecchio da lui sviluppato è composto da due antenne collegate ad uncircuito elettrico che hanno forma di cerchi metalli ci concentrici in cui ogni cerchio è intonato secondo unsemitono della scala cromatica musicale (quindi 12 o 13 cerchi). Si dice pure che i cerchi siano di diversimetalli . Il lavoro di Lakhowsky è importante a mio avviso perché unisce il concetto di Reich (energia cosmicache tutto guarisce) con il concetto della Radionica in cui ad ogni disturbo corrisponde una frequenza. Ilrisultato è un apparecchio che irradia tutte le frequenze fondamentali e quindi anche tutte le armoniche che daqueste si sviluppano in una gamma incredibilmente ampia di frequenze. Tra queste si dovrebbero quinditrovare anche quelle corrispondenti ad una data malattia. Anche lui ebbe incredibili risultati con malattie comeil cancro, sperimentando pure su piante, e anche il suo lavoro è caduto nell ’oblio dopola sua morte. Un’altracaratteristicadi questa energia che viene alla luce tra il suo lavoro e quello di Reich è quella della presenza diun moto a spirale che Reich descrive durante l’osservazione dei “Quanti di energia orgonica” e Lakhowkydimostra con l’uso di spirali e antenne circolari (nella radionica si hanno bobine!).

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Baron von Reichenbach

Vissuto durante l’800, si dedicò anche lui all ’osservazione di molti oggetti al buio, servendosi di individui chelui definisce Persone Sensibili .

Se una di queste persone resta al buio per uncerto lasso di tempoe poi osserva per esempio un cristallo, noteràche questo irradia un “energia” blu dall ’apice ed un “energia” giallo-rossa dalla base. Lo stesso avviene per unagrande quantità di altri oggetti ed esseri viventi, come magneti, motori elettrici, bobine, piante, animali e uomo.Queste due energie vengono “sentite” da queste persone sensibili come piacevole-fresco per l’energia blu,irritante-caldo per l’energia gialla. Reichenbach le definì “Energia OdicaNegativa” quella blu, “Energia OdicaPositi va” quella gialla.

Scoprì che i poli magnetici della terra sono collegati a questa energia, che gli esseri umani hanno sempre unalternanza di queste energia tra sinistra destra, sopra e sotto, davanti e dietro. In pratica tutto ciò che è viventevive sull ’armonica alternanza di queste due energie.

Il suo lavoro è importante perché introduce i concetti di polarità e dualità, cosmicamente presenti in tutta lacreazione della Vita. Spesso questa energia si manifesta in collegamento ad una attività magnetica o elettrica,ma nonsi tratta assolutamente di una forma di una di queste due energie, altrimenti nonsarebbe osservata su diun cristallo o un essere vivente. È piuttosto l’energia Odica che determina la manifestazione di queste energie.

Rudolf Steiner

Su di lui si potrebbe scrivere per anni, data l’immensa mole di lavoro realizzata. In questa sede mi limiterò aprendere quelli aspetti del suo lavoro che sono importanti per la comprensione dell ’argomento in discussione.

Steiner era una persone chiaroveggente, quindi la maggior parte di ciò che descrive viene direttamente dallasua esperienza nelle dimensioni superiori.

Racconta di 4 principali corpi sottili superiori (energetici) a loro volta divisi in altri corpi qualitativamentedifferenziati (ma non entreremo in questo tema perché troppo vasto). I corpi principali sono:

-fisico

-eterico (determinante l’organizzazione logistica degli organi e apparati del corpo fisico)

-astrale (collegato alle emozioni umane)

-mentale o Io (collegato al razionale ed alla coscienza dell ’Io) *

In alcuni suoi scritti e in quelli di alcuni suoi assistenti e collaboratori viene descritta l’organizzazione delleenergie eteriche (quindi più direttamente determinanti il fisico) sul nostro pianeta. Ne risulta che esistono 4eteri (di calore, di luce, chimico e di vita) che lavorandoin armonia tra loro portano a realizzazione il progettodella Fonte Universale della Vita (o coscienza universale, o DIO). Uno di questi eteri in particolare, quellochimico, viene descritto come blu, aff ine all ’acqua e determinante l’accumulo dell ’umidità atmosferica in nubi.Non è forse la descrizione che diede Reich all ’energia orgonica? Viene pure detto che l’etere chimico assiemeall ’etere di luce (collegato ai gas) viene costantemente inspirato dagli esseri viventi “nutrendoli ”energeticamente.

* Una descrizione simile dei corpi sottili viene data anche nelle culture asiatiche Cinesi e Indiane.

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Trevor Constable

Studioso di Reich, Steiner e di Radionica (ebbe la fortuna di conoscere Ruth Drown) si occupò di ricerche sumanifestazioni energetiche naturali (entità viventi nell ’atmosfera) facendo anche delle foto. Intorno agli anni70 costruì cannoni orgonici sul modello di Reich modificandoli poi secondoprincipi della Radionica, quindi“intonandoli ” facendocanne di lunghezza diversa. Più tardi sviluppòdegli apparecchi basandosi sui principi diSteiner, quindi sui flussi eterici planetari cercando di creare vortici eterici. I suoi apparecchi sono quindirotatori, con relazioni e proporzioni auree ed utili zzanti forme geometriche cosmiche (coni) ed in SezioneAurea (rapporti della vita). I vantaggi dei suoi apparecchi rispetto a quelli originali di Reich, sono ledimensioni (molto più ridotte) come pure il fatto che non sia più necessario avere una grande fonte di acquavicino allo strumento. Sperimentò per molti anni su di una nave, riuscendo a causare pioggia con condizionibarometriche che assolutamente non indicavano pioggia. In un’altra occasione, venne chiamato da unaprovincia della Malesia con gravi problemi di siccità. Nel mese e mezzo di sperimentazione con i suoiapparecchi, Constable riuscì a far piovere pressoché tutti i giorni.

All ’inizio degli anni novanta feceun esperimento a Los Angeles per diminuire l’inquinamento atmosferico. Lestatistiche dimostrano chiaramente che quell ’anno ci furono il 30% di giorni di allerta in meno della media.Malgrado ciò, l’uff icio dell ’ambiente della Cali fornia gli disse che avrebbe preferito avere trent’anni di siccitàpiuttosto che utili zzare i suoi metodi (tra l’altro molto economici). In altre occasioni descrive come sia riuscitoa deviare dei cicloni tropicali vicino alle isole Hawaii .

Trevor Constable vive tutt’ora ma si è riti rato dalla sperimentazione in questo campo.

Pier Luigi Ighina

Fu assistente di Marconi, col quale fece esperimenti segreti non condivisi da nessun’altro. Marconi eraconvinto della possibilit à di separare i due poli di una calamita, ma fu Ighina dopola sua morte a realizzarequest’impresa. Sviluppòun microscopio in grado di ingrandire fino a 1.6 miliardi di volte col quale riuscì avedere gli atomi. Osservò che l’atomo magnetico era molto più piccolo degli altri atomi e, associandosi ad essi,ne determinava il movimento. Quindi tutta la vita dipendeva da questi atomi magnetici. Sviluppò unapparecchio in grado di creare atomi magnetici positi vi e negativi coi quali realizzò cose assolutamenteincredibili . Egli descrive come la Vita sia possibile fondamentalmente grazie a due energie: l’energiaproveniente dal sole, con spin orario e colore giallo (atomo magnetico positi vo), e l’energia riflessa dalla terra,con spin antiorario e colore blu (atomo magnetico negativo). L’unione di queste due radiazioni energetiche èassolutamente indispensabile per la Vita sul pianeta. Appare ovvia l’analogia con ciò che fu osservato centoanni prima da Reichenbach (per es. cristallo con un estremità blu e l’altra gialla).

Vive tutt’ora e continua le sperimentazioni in un piccolo laboratorio autofinanziato ad Imola. Anche lui ha solosubito derisione e persecuzione dal mondoscientifico accademico. Tra le cose realizzabili con la sua scienza,menzioniamo:

-eliminazione di tutte le radiazioni nucleari nell ’atmosfera e ogni forma di inquinamento

-bloccare la siccità

-possibilit à di fare oggetti antigravitazionali

-scudi magnetici planetari per difesa contro meteoriti

E molte altre cose che non è possibile trattare in questa sede.

Barbara Ann Brennan

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Ritengo molto importante menzionare questa autricee guaritriceper dare un’immagine di come potrà essere lamedicina del futuro.

Dopo un iter di vita che la portò dopo l’università prima alla Nasa, poi ad aprire uno studio di psicologia,cominciò a sviluppare le sue capacità sovrasensibili e riprese a vedere l’aura delle persone (si ricordava che giàda piccola vedeva e sentiva questi campi energetici). Raff inandosempre di più le sue capacità divenne in gradodi “sentire” i consigli del suo spirito guida, e il numero di aureeche vedeva nei suoi pazienti aumentò fino ache ora dicedi vedere 9 auree. Ad ogni aura si collega una certa componente della vita umana ed una schiera dispiriti che lavorano a quel li vello. I problemi dei suoi pazienti li “vede” nelle auree riuscendo a definireesattamente a quale livello corrisponde undato problema, ricevendopoi dal suo spirito guida consigli sul comeaiutare il malato (sia fisico, sia psicologico). Lavora con le mani mandando energia e risistemando i centrienergetici del corpo (Chakra). Per le guarigioni più complesse riceve l’aiuto di spiriti dimoranti in quella sferacollegata ad un particolare problema. I suoi libri sono estremamente razionali , senza note di misticismo,chiaramente scritti da una persona che ha fortemente sviluppato anche il cervello razionale. Le analogie con glialtri autori citati sono ovvie: il primo corpo aurico (chiamato eterico) viene descritto blu (guarda caso comeReich descrive l’energia orgonica). Anche le relazioni con le immagini di Steiner sulle sfere superiori a quellafisicae sugli spiriti ivi dimoranti sonoevidenti. Quindi anche i collegamenti con le discipline Indiane e Cinesi.Vive e lavora tutt’ora negli Stati Uniti .

Conclusione

Da quanto sopra esposto, appare chiaro come sotto un aspetto o l’altro tutti questi scienziati abbiano studiatouna cosa in comune: L’ENERGIA COSMICA VITALE ETERICA. Riassumendo tutte le varie osservazioni estudi, appaiono chiare le seguenti caratteristiche:

-è presente ovunque

-viene dal cosmo (sole, luna, pianeti, stelle, galassie)

-è indispensabile per la Vita

-ha 2 polarità

-è pulsante

-esiste prima delle energie normalmente conosciute (elettricità, magnetismo)

-determina dei flussi a li vello planetario e del corpo umano (prima aura)

-è dinamica

-il suo colore principale è blu/giallo (a dipendenza della polarità)

-è la somma di molte frequenze vibrazionali

La prima domanda che ci si pone dopoquanto detto è: come mai nonse ne è mai sentito parlare, malgrado laquantità di personaggi che l’hanno studiata?

La risposta a questa domanda sarebbe un intero argomento di studio e si potrebbero scrivere molti libri, mafondamentalmente il problema è da ricercarsi nella attuale organizzazione culturale della società. L’uomo hadimenticato le sue origini. Gli unici valori che vengono insegnati sono quelli di benessere fisico, quindi dicarattere economico. Da ciò si sviluppa l’idea che si nascesoli su questo pianeta e che la vita sia unicamenteuna continua lotta per la sopravvivenza, quindi un essere umano deve solo pensare a se stesso sviluppandounEgo molto forte e raggiunge lo scopo della sua vita quando ha tutti quei beni materiali che una persona“rispettabile” deve avere. A tutto ciò si sommano le false idee divulgate dal mondo scientifico che, a causadella sua ottusità e del suo atteggiamento non scientifico, non si prende cura di verificare quanto vienesostenuto da questi scienziati d’avanguardia perché da un canto c’è la paura di dover ammettere che esiste

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qualcosa di più oltre al fisico, d’altro canto ammettere l’esistenza di questa energia significherebbe doverriorganizzare tutto l’attuale sistema scientifico, economico, sociale e culturale. In più, date le peculiarità diquesta energia (esiste ovunque, non costa, non si consuma) il suo utili zzo è decisamente antieconomico equindi i potenti interessi economici del mondo non avranno mai alcun guadagno nel divulgare questeconoscenze. Il problema è che l’uomo non è stato creato per gli scopi che al giorno d’oggi sono riconosciuticome Senso di Vita, e quindi l’uomo nonstarà mai bene e sarà felicecompletamente fino a che questo sistemava avanti. Basta guardare le faccedelle persone che si incontrano in qualunque città del cosiddetto PrimoMondo.Hanno forse un espressione felice malgrado possiedano tutti i beni materiali? Che senso ha lavoraretutta la vita 8-10 ore al giorno per guadagnare tanti soldi senza essere mai feli ci? I soldi si perdonoquando simuore, quindi nulla di tutto quanto accumuliamo materialmente sulla Terra durante la Vita verrà con noi dopola nostra morte. Solo ciò che si accumula come esperienza di vita e ciò che si impara da questa esperienzarimarrà per sempre come un arricchimento della nostra anima.

Ma le forze Nere lavorano così come lavorano quelle Bianche e, nonappena un individuosi trova nel dubbio,esse hanno presa su di lui fino a controllarlo completamente. Si è così sviluppata una società nel arco degliultimi millenni basata sul potere e sul controllo rispetto agli altri esseri viventi (umani e non). Le personevengono ormai educate da innumerevoli generazioni secondo principi di sottomissione alla vita e allo stato,creando tanti piccoli automi che lavorano per i piaceri dei potenti senza sapere perché sonoqui e quale sensoabbia tutta l’esistenza e la Vita. Guai a sviluppare una propria coscienza individuale, un IO che non sia inconsonanza con le leggi del potere e controllo sugli altri, guai a realizzare che cosa sia la Vita realmente. Chiha fatto ciò è sempre stato perseguitato, talvolta incarcerato e ucciso. Al momento che un essere umanorealizza di essere il pienopadrone della sua esistenza e che qualunque cosa desideri la puòrealizzare, il sistemadi potere ha perso il controllo su questo individuo,per il semplice fatto che non è più corruttibile in nessunamaniera.

Bisogna rendersi conto che il senso profondo di tutto ciò che ci troviamo attorno è il Progetto Della Vita,ideato, pensato, realizzato da un entità superiore a noi (Dio, Coscienza Universale, Mente Universale) e chequindi noi siamo qui per dare il nostro contributo a questo progetto. Solo nel fare ciò si trova la vera felicità,perché in tal modosiamo in piena consonanza con Dio, la natura, il nostro corpo, la Vita. Se si parte da questipresupposti non esiste più egoismo, malvagità, distruzione perché tutto diventa un unica sinfonia musicaledivina in cui l’individuo è un musicista. L’unico sentimento che assume senso a questo punto è l’amore pertutto quanto ci circonda, e riuscendoad amare ci si rende conto della potenza di questa energia, perché amandoportiamo avanti il Progetto di Vita e quindi l ’energia che utili zziamo ci viene direttamente dalla Fonte di Tutto.

Ma per fare ciò si deve prendere in mano le redini della propria esistenza, abbandonare quell ’apparentesicurezza che si ha se si segue quanto ci viene detto dagli altri e assumersi le responsabilit à delle proprie azioni,risvegliare l’IO; al momento che si abbandona la via indicata dalla società si diventa gli unici responsabili dellapropria vita perché, in caso si commetta un errore, non si può più andare dagli altri e dire “Mi hai detto tu difare così”. Ma è proprio in questa libertà che l’essere umano si può sviluppare al massimo delle suepotenzialità, che sono assolutamente inimmaginabili . Bisogna ricordarsi che siamo fatti “Ad immagine esomiglianza di Dio”, e quindi se si raggiunge la capacità di comprendere la Vita e la realtà nella manieragiusta, come veramente è, si acquistano delle forze al di la delle possibilit à di concezione del mondo fisico.

Se noi esistiamo è grazie è questa forza-entità superfisicache ha voluto così. Lo stesso vale per tutto quanto cicirconda: la natura, gli animali , il pianeta ed il cosmo. Ciò significa che in ogni nostra cellula, in ogni atomodel creato è presente questa Coscienza Universale che ha voluto il tutto organizzato nel modo in cui noi lovediamo. Da ciò deriva la conclusione che noi siamo Una UnicaUnità con il mondocircostante, la natura ed ilCreatore perché siamo compenetrati da questa Coscienza-energia che ci determina come siamo. E come noiquesta Coscienza compenetra tutte le cose create. Per fare un esempio, quando una persona costruisce unasedia, la vera energia che ha creato quella sedia è l’idea stessa nella mente della persona, senza la quale nonsarebbe mai stato possibile realizzarla. Ogni molecola della sedia si trova in una data posizione perché ilpensiero creatore di quella persona ha voluto così. Ne deriva che ogni molecola della sedia è sottilmentecompenetrata da quel pensiero creatore, senza il quale quella molecola si troverebbe ancora in uno stato amorfodi disorganizzazione. Lo stesso vale per il cosmo nei confronti della Coscienza creatricedi base. Appare quindiovvio che ogni sentimento negativo per qualunque cosa ci circondi (uomini, natura) sarà, come risultato finale,

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un energia negativa rivolta a noi stessi, perché siamo profondamente compenetrati da ciò che compenetra tuttoe quindi andiamo a odiare la stessa cosa che ci determina e quindi, direttamente noi stessi. Facendo unesempio, quandosi prova un sentimento di odio verso qualcuno,si puòapparentemente anche pensare che siaun sentimento giustificato e quindi sia giusto provarlo. Ma in realtà non si può dire che si è felici e rilassati,perché visto da un punto di vista molto sottile, si sta provandoodio per se stessi, per la propria essenza, per lastessa Coscienza creatrice che ha originato noi.

Lo stesso, chiaramente, vale per un sentimento opposto, quindi di amore incondizionato. Amandogli altri e ciòche ci circonda, amiamo direttamente noi, Dio, la Vita e quindi ci sentiamo bene, siamo felici.

L’attuale società è organizzata in una maniera del tutto impersonale, nessuno è responsabile di nulla, solo unsistema di individui tutti allo stesso tempo responsabili , perché è la mente umana che ha creato la società cosìcome è ora e ogni individuo diventa necessariamente parte di questo sistema (quindi lo sostiene), e nonresponsabili , perché si viene educati in una maniera che non ci permette di renderci conto di come stanno lecose nella vera Realtà. Chiaramente è apparentemente più facile vivere così, perché nonci si assume le proprieresponsabilit à (che sono quindi del sistema) e questo sistema ha il controllo su di tutti, ma in questa realtàfitti zia e falsa che ci siamo creati non risiede la vera felicità, perché ci si dimentica quale sia lo scopodell ’esistenza.

Bisogna immaginare il creato come un insieme di innumerevoli schiere di spiriti , ogn’una delle quali lavora peril procedere dell ’evoluzione generale e delle altre schiere, e facendo così determina anche l’evoluzione delproprio gruppo di spiriti .

La vita è movimento, cambiamento, evoluzione. Quando questi elementi vengono a mancare (come in moltevite umane dove non esiste più una meta da raggiungere ma solo attesa della fine) non c’è più vita, solo morte.

Un futuro migliore, alla lucedelle scoperte sovra esposte, diventa ora ipotizzabile. Ma ciò che deve cambiare èla fondamentale impostazione della vita di ogni uomo. E questo può soltanto accadere nel risveglio dellacoscienza che solo ogni individuo può fare in se stesso. Si deve quindi diventare un IO affermato ecompletamente cosciente di se, libero da ogni controllo che il sistema impersonale possa avere su di lui. Quindicon proprie idee, propri interessi, proprio cammino di vita determinato soltanto da se stesso e non imposto daqualcun d’altro.

L’attuale economia è principalmente un economia di morte, dove è più redditi zio che le persone siano malate,che l’ambiente sia inquinato, che miliardi di individui vivano al limite della sopravvivenza per permettere aqualche milione di avere più di quanto necessario, che nonil vero benessere di tutti. Ci viene fatto credere checiò sia necessario per potere avere i Comfort a cui ormai ci siamo abituati. Ma questa è la più grande menzognache sia stata raccontata. Con le possibilit à ipotizzabili in base a queste nuove conoscenze il mondopotrebbeessere molto migliore, senza carestie, siccità, povertà, miseria fisica e mentale, malattie. Ma questocambiamento, come già detto, non verrà mai dal sistema economico o sociale, perché questo sistema è ilprincipale nemico di tutto ciò essendo impersonale, inattaccabile e traendo profitti economici e di potere daquesto sistema. Il cambiamento può perciò soltanto venire nel risveglio della coscienza di ogni singoloIndividuo, nella realizzazione del proprio IO come individualità e allo stesso momento Unità con il tutto.Quando si realizza ciò, ogni disastro ecologico, umano, ambientale è come una piccola ferita sulla proprioentità di essere vivente. Se abbastanza individui cominceranno a vivere questi mali in codesto modo, c’èsperanza che qualcosa potrà cambiare.

Siamo gli unici responsabili della nostra vita: guidiamola come ci è più consono nella r icerca della verità edella feli cità!

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L’ENERGIA ORGONICA E IL CLOUDBUSTER

La prima volta che vidi un accumulatore orgonico portatile fu all ’incirca 15 anni fa, grazie ad un mio amicomedico, R.P. di Crema, molto aperto a tematiche di ricerca al di fuori dei canoni tradizionali .L’accumulatore orgonico che mi fecevedere era costituito da un box cubico dal quale da un lato usciva untubetto di gomma flessibile, terminante con un portafilt ri Cokin del tipo usato per le macchine fotografiche,realizzato dai fratelli Pez di San Giovanni al Natisone in provincia di Udine.L’amico medico mi fecesedere comodamente in poltrona e mi applicò il portafilt ri (la torcia) con un filt ro blual piede destro. La sensazione che sentii era paragonabile ad un leggero vento fresco che dal piede saliva pianofino ad inondare tutto il mio corpo. La seduta durò circa un’ora mentre R.P. controllava i li velli d’energiaorgonica nel mio organismo tramite una specie di bacchetta oscill ante, a me all ’epoca ancora sconosciuta,chiamata “ Biotensor”.Negli anni precedenti avevo seguito l’amico R.P. nelle sue ricerche sull ’ipnosi regressiva e sullo yoga conl’aiuto di strumentazioni elettroniche per oggettivare gli studi, ma questa energia orgonicaa me sconosciuta milasciò perplesso: riuscivo ad avvertirla a contatto con il mio organismo ma non tutte le persone che venivanosottoposte a trattamenti terapeutici sentivano l’effetto e apparentemente non c’erano strumentazioni oggettivein grado di misurarla.Per fortuna nelle librerie si potevano trovare ancora i libri di Wilhelm Reich editi dalla casa editriceSugarco;riuscii , infatti, a procurarmeli quasi tutti e dopo averli l etti di un fiato decisi di indagare più a fondo.Il primo accumulatore lo feci realizzare da mio zio lattoniere: era un cubo di lamiera di circa 70 centimetri, suun lato del quale feci applicare un ugello di ferro in cui inserii un tubetto di gomma trasparente terminante conuna torcia atta a portare dei filt ri Cokin. Il cubo lo rivestii i nternamente con strati di foglia d’alluminio e foglidi lana di vetro, mentre il rivestimento esterno era costituito da una scatola di legno compensatoprecedentemente allestita; un lato del cubo rimaneva scoperto per dar modo alla luce di attivarlo.

Sperimentando l’accumulatore con amici e conoscenti riscontrai che la maggior parte delle persone nonsentivano per niente l’energia orgonica ed inoltre nutrivano tutti dei seri dubbi verso quello che stavo facendo.Decisi perciò di andare trovare Doz Carmelodi, un tecnico della Lanier che conoscevo, un autentico genio cheaveva costruito nel suo laboratorio molte strumentazioni che impiegava per il proprio lavoro: con lui iniziò unacollaborazione che dura ancora oggi.

Le cards energetiche orgoniche

R.P. ci feceentrare in un mondo di cui ignoravamo totalmente l’esistenza, fatto di ricercatori che durante iconvegni presentavano le loro ultime scoperte sui possibili usi dell ’energia orgonica, sotto formad’accumulatori portatili o di placchette d’alluminio di 3x10 centimetri chiamate “ Duorgen” da: Du = Ducati,or = orgonici, gen = generatori.L’alluminio insieme al sili cio è uno dei pochi materiali che consentono di trattenere e memorizzare unafrequenza per poi rilasciarla ai corpi circostanti.R.P. aveva scoperto come miscelare l’energia orgonica con le sostanze più svariate, generando così alcunemiscele chiamate: “Energy Card, Everyoung, Anti-Elettro-Stress”.L’Energy Card è una piastrina d’alluminio dove l’energia orgonicaè miscelata ad una sostanza “x” e che serveper la ricaricacellulare dell ’organismo. Si usa come un pacchetto d’energia di riserva, portandola sotto il piededestro per l’uomo ed il sinistro per la donna. I tempi di ricarica variano da persona a persona.L’azione è vitali zzante, purificante, attivante, antitossica. L’energia emessa dal metallo orgonizzato è di naturapranica, analoga alla forza pranoterapeutica.L’Energy Card sfrutta la proprietà dell ’alluminio di assimilare, memorizzare ed emettere frequenze ed ondevitali (energia vitale) d’intensità tali da interferire con il bioplasma degli esseri viventi, potenziandolo edenergizzandolo, aumentando in pochi minuti il potenziale elettrochimico muscolare, la “resistenza” e la forzafisicadell ’organismo. Quest’affermazione puòessere verificata sottoponendosé stessi ad esercizi di sforzo o disollevamento pesi prima e dopo l’uso dell ’Energy Card.

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Analogo, ma non simile, è l’effetto dato dall ’Everyoung, una card che ringiovanisce non solo l’organismoumano ma anche tutti i materiali con i quali viene a contatto.Si è notato che l’uso continuo della card, specie negli individui che praticano sport, induce una riduzionesostanziale nella formazione dell ’acido lattico, una maggiore resistenza agli sforzi, permettendo altresì ilrecupero della forza fisica in minor tempo; inoltre stimola positi vamente le zone plantari, migliorandoil sensodi benessere generale.Un altro effetto interessante, dato dall ’uso continuo dell ’Everyoung, è la capacità di poter ringiovanire unorganismo. Se si esegue il test americano del mineralogramma, si porta la card per un periodoche varia da duea tre mesi sotto il piede destro per l’uomo e il sinistro per la donna (che possiede un biocircuito differente) equindi si ripete il mineralogramma, con sorpresa ci si accorge che l’età biologica è regredita di circa 10 anni,con valori naturalmente variabili da individuo ad individuo. I capelli da grigi ritornano pian piano del colorenaturale e l’individuo si sente più euforico; inoltre sonomigliorate le capacità mnemoniche e analiti che, effettodovuto all ’attivazione cerebrale per l’uso continuo.L’A.E.S. o Anti-Elettro-Stress è una card nata da una ricerca volta al fine di proteggere o schermare dalleinterferenze negative dei campi statici ed elettromagnetici dovute ai video terminali , tramite una messa a terraenergetica degli elementi perturbatori.Purtroppoquesti dati di ricercasulle card si fermano alla metà degli anni 90.R.P., vista l’impossibilit à di potermisurare con strumentazioni elettroniche alfine di poter commercializzare un prodotto sicuro e valido hacessato gli studi sulle card energetiche.

Accumulatori orgonici

I primi accumulatori orgonici da noi prodotti dopouna paziente ricerca erano di forma rotonda: usavamo unpentolino d’acciaio inox riempito di polistirolo e barrette di ferro inserito in una scatola del tipo usata comeportacassette musicali , il tutto colato con della paraff ina riscaldata che una volta raffreddata costituiva unasolida base. Dalla pentola usciva un bullone di ferro cavo, dove s’inseriva un tubetto di plasticatrasparente cheterminava con una torcia di legno in cui s’inserivano dei filt ri colorati. Ci accorgemmo subito che l’energiaorgonica non si riesce a misurare con degli strumenti elettronici, quindi era inutile costruire accumulatori peruna vendita futura, salvo alcuni apparecchi che abbiamo realizzato per medici e operatori del settore dimedicina alternativa.Abbiamo anche costatato che lavorando in un laboratorio di circa 15 metri quadrati il nostro organismo si eratalmente caricato d’energia orgonica da avere dei continui disturbi quali nausea, cefalea, insonnia enervosismo, tali da dover ricorrere alle cure di un mio amico medico omeopata che tramite un Vega testelettronico era in grado di quantificare la quantità d’energia presente nei singoli organi e di consigliarci deirimedi adeguati. Un consiglio: non tenete mai apparecchi orgonici di qualsiasi tipo nell ’appartamento doveabitate, semmai riponeteli all ’esterno, ad esempio su un balcone, altrimenti potete rischiare la vostra salute. Ilcolore nero sembra che schermi per un certo tempo l’orgone ma poi l ’ambiente si satura in modo deleterio.L’accumulatore orgonico non è altro che un condensatore perciò, ad un certo punto, trovammo il modo percostruire accumulatori in box di plastica, di misure ridotte ma con una potenza maggiore, utili zzando duespirali , una positi va ed una negativa, collegate ad una manopola (potenziometro) in unospazio vuoto, filt randoil tutto con dei piccoli vetrini dello spettro dei colori.Per misurare l’energia orgonicaemessa da un accumulatore abbiamo adottato un metodosoggettivo: inserendonell ’ugello o nella torcia (shooter) l’estremità di un cavo dotato di due jack mentre l’altra parte è collegataall ’impugnatura di un biotensor, per battimento su una scala centimetricao una scala di Angstrom si determinail valore e la potenza di un accumulatore.Per vedere invecel’energia orgonica, R.P. aveva trovato una soluzione grazie alle sue ricerche. S’immette inalcune provette d’acqua l’energia orgonica, oppure si caricacon energia orgonicauna card d’alluminio di 4x6cm, quindi si caricano per contatto delle provette di vetro contenenti acqua del rubinetto, lasciandone alcune dicontrollo con l’acqua non caricata; successivamente si aggiunge a tutte le provette una goccia di colloidichimici di rame, oro e bismuto. L’acqua caricata con l’energia orgonica assume un colore scuro rispetto aquella contenuta nelle provette d’acqua normale.Un altro sistema possibile è quello della fotografia all ’infrarosso, come sostenuto e provato da un’home page

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inglese sull ’energia orgonica.Abbiamo anche costruito e provato degli accumulatori orgonici da installare in serre e orti per irradiare lecolture vegetali , riscontrandouna crescita più velocedelle culture controllate, effetto osservabile anche tramiteun’irradiazione preventiva delle sementi ed anche con l’impiego dell ’acqua orgonica.Il problema però è nato quandoabbiamo cercato di vendere questi prodotti a produttori di culture ortaggifere efloreali riscontrando, nonostante la documentazione rilasciata da laboratori di ricerca italiani accreditati, untotale diniego: infatti la maggior parte delle serre preferisce utili zzare concimi chimici o a volte anchebiologici.

I l Cloudbuster.

L’avventura con il Cloudbuster è cominciata nel 1998, anche se negli anni precedenti avevamo fatto deitentativi conun apparato similare dotato di una pentola orgonicacui eranoattaccate una serie di tubi di plasticacostruite in maniera armonica: in ogni tubovi era un piccolo ampli ficatore e la sua lunghezza era determinatada una nota musicale.L’aspetto finale era quello di un’apparecchiatura che somigliava lontanamente ad una piccola mitragliatricedi1 metro di lunghezza e 50 cm di altezza. Quando la posizionavo nel mio giardino, specialmente nelle giornateinvernali nebbiose, si formava un varco nella nebbia attorno al piccolo cloudbuster.La documentazione italiana su Wilhelm Reich e sull ’uso del cloudbuster è molto carente ma questo strumentoera ed è conosciuto da gruppi di ricercasugli U.F.O. grazie agli studi pubblicati da Constable negli anni 70 edanche tramite numerosi articoli apparsi su riviste mensili che trattano argomenti di carattere misterioso edesoterico.È doveroso affermare che un cloudbuster non è un giocattolo ed il suo uso in maniera sconsiderata, oltre adarrecare danni alle condizioni meteorologiche, provoca degli effetti irreversibili all ’operatore che lo manovraed alle persone che sono nelle immediate vicinanze, perciò l’uso di quest’apparecchiatura richiede un grandesenso di responsabilit à, la conoscenza della scienza meteorologica, la totale padronanza dello strumento e delletecniche di macrobusting atte a cambiare le condizioni del tempo.In realtà, un cloudbuster sembrerebbe a prima vista una macchina innocua; è composta da una serie di tubi diacciaio di circa5 metri di lunghezza collegati a delle canne di acciaio flessibile analoghe a quelle della docciadel bagno di casa, montate su una struttura di legno o di ferro orientabile in orizzontale ed in verticale. I tubi diacciaio flessibili vanno posti nell ’acqua corrente di un fiume, in mancanza del quale si può utili zzare unatinozza con almeno 30 lit ri di acqua. La potenza di un cloudbuster è data dal diametro dei tubi che locompongono: maggiore è il diametro dei tubi maggiore sarà l’impatto sull ’atmosfera.

Il nostro cloudbuster è stato costruito in fretta e concosti limitati per verificare alcune affermazioni di WilhelmReich e di James DeMeo. Eravamo soprattutto curiosi di vedere quello che sarebbe successo, quindi nel giro diuna settimana abbiamo costruito una struttura di legno sulla quale abbiamo montato cinque canne di acciaio,disposte a rastrello, di 1.5metri di lunghezza e di 3 cm di diametro, allungabili a 3 metri tramite prolunghe coninserti di ferro. Per controbilanciare le canne abbiamo utili zzato 2 bottiglie riempite di acqua da 1 lit ro emezzo. All ’estremità inferiore delle canne d’acciaio abbiamo collegato cinque tubi di gomma trasparentelunghi 10 metri, immergendone la parte libera in un bidone con circa 40 lit ri di acqua (foto n° 6). Per dareenergia all ’acqua è stata usata una pompa del tipo impiegato per ossigenare l’acqua degli acquari.In un sabato pomeriggio di fine settembre alle ore 14.00 abbiamo deciso di cominciare i test atmosferici.

TEST ATMOSFERICI DI MACROBUSTING

La giornata che avevamo scelto si prestava molto allo scopo per il cielo completamente nuvoloso con nubibianche e nere, per la scarsa luminosità e per la probabile presenza nell ’aria della Dor: infatti nessun uccelli nocantava e gli alberi avevano i rami che pendevano tristemente. (foto n° 7)Abbiamo acceso la pompa e diretto le canne del cloudbuster contro le nubi davanti a noi. Incredibilmente nelgiro di un’ora siamo riusciti ad aprire un varco nelle nubi e abbiamo potuto vedere di nuovo il cielo blu (foto n°1-2-3-4-5). Anche la natura si era risvegliata come per incanto: i merli e i passeri del mio giardino avevano

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ripreso a volare e a cinguettare e gli alberi avevano risollevato i rami. Quasi subito però avevamo avvertito unmalessere generale ed un senso di pesantezza alla testa nonché un sapore metalli co in bocca ed un grandedesiderio di bere: era chiaro che i test ci stavano inquinando.Scoprimmo anche il modo di misurare, con unmetodo approssimativo, l’energia attorno e dentro di noi per mezzo di un tester a lancetta impostato per unalettura a fondoscala di 50 micro-ampere al quale si collega una manopola lunga circa 30 centimetri, isolata alcentro, sulla quale sono avvolte delle bobine di rame e zinco. Basta impugnarla per aver un riscontroimmediato.Prima dei test la lancetta si muoveva appena, ma durante l’esperimento abbiamo dovuto cambiare scala, chiarosegno che l’energia dentro di noi era aumentata. La conferma ce la diede un omeopata qualche giorno dopo:visitandoci con l’Espert, un Vega test evoluto, nei nostri organi invecedel valore base 60 riscontrò misurazionida 120 a 180. Per riportare l’energia ad un valore normale abbiamo usato un prodotto tedesco chiamato P27della ditta omeopatica Phonix, assumendone 20 gocce tre volte al giorno.La cosa più sorprendente cominciò qualche giorno più tardi: lavorando attorno agli accumulatori orgonicieravamo diventati ipersensibili tanto da poter sentire anche le fotocellule dei cancelli o dei grandi magazzini.Una sera, a letto, dopoaver spento la lucevidi chiaramente il contorno azzurro (aura) delle mie mani e la cosami sorprese molto. Qualche giornopiù tardi ebbi mododi osservare che le nubi che transitavanonel luogo doveera avvenuta la macrobusting si dissolvevano fino a scomparire e questo fenomeno durò per una ventina digiorni. Avvertivo anche un senso di malessere generale fino a circa 20 chilometri dal luogo dei test dimacrobusting, mentre oltre questa distanza i malesseri diventavano più lievi fino a scomparire. Invano rilessitutto il materiale che avevo a mia disposizione sui cloudbusters ed anche i libri di James DeMeo senza peròriuscire a trovare una spiegazione soddisfacente. Credo comunque che entrambi avevamo sperimentatoun’apertura del terzo occhio (sesto chakra) superiore alla norma.Anche durante gli esperimenti seguenti i fenomeni si ripeterono, perciò nacque la convinzione che durante edopole operazioni con un cloudbuster si forma e ristagna nell ’atmosfera, per un certo periodo,una radiazioneorgonica da noi chiamata effetto C.B., probabilmente fotografabile con una pelli cola sensibile agli infrarossi,ma mi riservo di tornare sull ’argomento dopo uno studio più approfondito.Ho omesso volontariamente la spiegazione delle tecniche usate per la “Macrobusting”, in quanto uncloudbuster è una macchina che deve servire solamente per aiutare l’atmosfera ed il clima a riconvertirsi nelnormale susseguirsi dei periodi di pioggia e di bel tempo, oltre che a poter intervenire positi vamente control’inquinamento atmosferico dovuto ai gas di scarico degli automezzi ed ai fumi emessi dagli impianti diriscaldamento degli edifici.Nei mesi successivi abbiamo studiato un sistema di messa a terra delle canne del cloudbuster (foto n° 8-9-10)che tuttavia non ha dato risultati positi vi. Inutilmente abbiamo sottoposto il quesito a laboratori di ricercaitaliani e stranieri senza ottenere risposta. Attualmente stiamo lavorando con un nuovo prototipo dicloudbuster, funzionante non ad acqua ma per mezzo di una ventola collegata a una batteria della macchina.Stiamo anche progettandoun altro modello di cloudbuster radiocomandato a distanza, onde evitare problemi disalute dovuti all ’energia orgonica sollecitata.Siamo fin da ora grati a tutti i ricercatori che ci potrannoproporre delle soluzioni alternative per una possibileschermatura dell ’apparato cloudbuster, con il quale eseguiamo test di macrobusting con molto entusiasmo maconsci di una nostra grande inesperienza rispetto ai pionieri di questa scienza come Wilhelm Reich e JamesDeMeo.

Bernardo Zanini.

Per i ricercatori che volessero mettersi in contatto con noi, il nostro indirizzo e-mail è il seguente:[email protected]

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Bibliografia

1. James DeMeo: Preliminary Analysis Of Changes In Kansas Weather Coincidental To ExperimentalOperations With A Reich Cloudbuster, University of Kansas, Lawrence, Kansas, 1979.

2. James DeMeo: So You Want To Build A Cloudbuster, Orgone Biophysical Research Lab, Greensprings,Ashland, Oregon, 1989.

3. James DeMeo: The Orgone Accumulator Handbook

4. Clonix & co. Guida all’uso dell’Energy Card,Crema,1993

5. I.R.S.O., a Cura di Roberto Provana: Effetto Antistatico Del Prodotto “ A.E.S. “ Nei Confronti DeiVideoterminali, Milano 1992.

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Fonte:http://web.tiscali .it/carlosplendore/orgonometro.htm

L’ORGONOMETROL’Orgonometro

II Bioradiometro a quadrante mobile puòessere opportunamente corredato in mododarenderlo capacedi accumulare l’energia ad esso somministrata e di restituirla poi, conmoto spontaneo, in un tempo più o meno lungo.L’energia accumulata puòessere quella trasmessa tramite le mani per contatto diretto, oper induzione, cioè a distanza (può essere suff iciente la sola mano destra, posta ad unadistanza di 15-20 cm dal dorso della scatola che racchiude la girante).Inoltre, inparticolari condizioni climatiche e ambientali , quest’apparecchio così modificato è ingrado di rivelare la presenza dell ’energia orgonicache lo attraversa, sempre mediante larotazione spontaneadel rotore (girante), senza che sia avvenuto alcun contatto con essoda parte dell ’operatore.In altri termini, pur senza essere stato caricato, l’apparecchio si mette in motospontaneamente e la girante puòcontinuare a ruotare, conmoto continuoo intermittentee con velocità costante o variabile, per alcune ore e, in condizioni particolarmentefavorevoli , anche per qualche giorno.L’attrezzatura di cui si e munito il Bioradiometro, che lo rende atto a rivelare l’energia orgonica presentenell ’ambiente, consiste in una scatola cili ndrica di cartone pressato, nella quale viene racchiusa la base dellostrumento. Detta scatola è stata sezionata lungo due generatrici e n’è stata asportata metà. In questo modo lagirante viene a trovarsi per metà circondata dalla parete della mezza scatola che si è conservata.La parete della mezza scatola che avvolge metà girante (ad una distanza dal bordo di questa di 1 -2 cm) èrivestita all ’interno con uno strato di materiale d’origine organica (cotone, lana, ecc.) e da un semicili ndro dilamiera di ferro verso l’esterno, in pratica verso il bordo della girante. Abbiamo cosi, a partire dall ’esterno everso la girante, i seguenti strati cartone >cotone>ferro.Una disposizione analoga è stata prevista per la base dell ’apparecchio. Infatti, sul fondodella scatola è statoadagiato unostrato di cotone e, su questo, undisco di lamiera di ferro. Su quest’ultimo, poi, undisco di cartonefunge da coperchio di chiusura. Anche qui, procedendo dall ’esterno verso l’interno, incontriamo i seguentimateriali : masonite>cartone>cotone> >ferro>cartone rivestito di stagnola.Nel complesso possiamo dire di avere parzialmente rinchiuso la parte fissa del Bioradiometro (statore) in unaccumulatore orgonico, facendone sporgere metà del rotore. Quest’ultimo ruota col bordo a piccola distanzadal semicili ndro di ferro. L’intero anello di carta del rotore, poi, si trova a 2-3 cm dal fondosul qual è applicatoil disco di lamiera di ferro.L’apparecchio ha un suo asse che coincide con la mezzeria dell ’alidada ad una cui estremità è montata unabussola e all ’altra uno specchio. La bussola è necessaria per l’orientamento dello strumento; lo specchio,montato su di una parete verticale incernierata sull ’alidada, puòessere inclinato in mododi poter osservare, inesso riflessa, la girante in movimento. La girante, infatti, viene occultata alla vista dello sperimentatore dalbordo dello schermo di lamiera di ferro che la circonda per metà (vedi disegno).L’alidada non è altro che una barra d’ottone, solidale col disco di masonite (o di cartone pressato, o dicompensato) per mezzo della quale possiamo fare ruotare tutto lo strumento attorno al suo perno. E’ così chepossiamo orientare lo strumento, ferma restando la base sul suo appoggio.

Carica dell ’orgonometro

Se carichiamo lo strumento applicando le mani anche solo a pochi millimetri dalla parete del semicili ndro dicartone e/o dal fondo,notiamo che il rotore assume presto il suo moto di rotazione. La velocità di rotazionedipende dalla durata della carica e dall ’intensità dell ’energia trasmessa. In buone condizioni si sono toccati i18-19 giri/min.Il senso di rotazione dipende dall ’orientamento dello strumento rispetto ai punti cardinali .Si è costatato che sela direttriceE - W passa per il diametro lungo il quale la scatola è stata sezionata, in modoche la parte concavadella semiscatola è orientata a nord, il senso di rotazione è antiorario. In corrispondenza di perturbazioniatmosferiche tale senso di rotazione si può invertire.

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Se s’inverte l’orientamento dello strumento, con la parte concava della semiscatola a sud, il senso di rotazionedella girante diventa orario.Questo farebbe pensare all ’esistenza di una corrente energetica che investe lo strumento da W verso E, cosìcome prevede la teoria della corrente orgonica cosmica. Le cariche agirebbero sulla metà girante, quella"protetta" dal guscio dell ’accumulatore orgonico, attivate dalle cariche indotte dalle mani e la metterebbero inrotazione.Si può anche pensare ad un’azione simultanea dovuta al campo magnetico terrestre e al campo bioelettricogenerato dalle mani. Il vettore del campo bio-elettrico sarebbe diretto verso l’alto e, componendosi con quellomagnetico, darebbe luogo ad un terzo vettore, quello del moto, normale al piano dei primi due, per analogiacon la regola della mano sinistra (legge di Fleming per la forza magnetomotrice).C’è chi vede questo moto rotatorio spontaneo della girante in qualche modo correlato con la natura dinamicadell ’energia orgonica che, come sappiamo, avrebbe la caratteristica di propagarsi per onde e a spirale. Indeterminate condizioni si verrebbe a creare un vorticeche trascinerebbe in rotazione per una sorta d’induzioneelettrostatica, l’anello di carta (la girante) immerso in questo campo rotante. E’ un fatto che lasomministrazione di cariche elettrostatiche al rivestimento esterno dello statore potenzia le prestazionidell ’orgonometro attraverso una brusca accelerazione del rotore (elettrizzazione per strofinio del rivestimentodi cellofan della scatola (cuff ia) e/o impiego di uno ionizzatore quale mezzo ausili ario).La carica dello strumento può essere effettuata anche per mezzo di una lampada ad incandescenza (60-80w)posta ad una distanza di 50-60 cm. Dopo circa un’ora di carica la girante assume il suo naturale moto dirotazione, che è antiorario se la bussola è orientata a N. E’ un movimento spontaneo, lento (2-3 giri/min.) ecostante, che può durare anche molte ore, se non intervengono impedimenti.In generale, prima di fermarsi definiti vamente, la girante assume un moto intermittente: si ferma, restaimmobile per qualche secondoe poi riparte, riprende a girare per qualche minuto e si ferma di nuovo. L’arrestodefiniti vo è preceduto da soste che si vanno facendo sempre più lunghe. Si è notato che in questo casol’apparecchio continua a funzionare anche con pessime condizioni meteorologiche (cielo coperto e pioggia).Seperò il maltempo dura da qualche giorno, poco dopo la carica la girante si arresta. Giova tenere presente, aquesto proposito, che l’orgonometro è messo in azione, una volta caricato, dal flusso dell ’onda orgonicache loattraversa, onda che è pulsante e convoglia un’energia che è funzione di vari parametri, tra cui, soprattutto, lecondizioni meteorologiche.Si è accennato agli impedimenti che possonoessere causa di precocearresto della girante.Tra questi dobbiamoincludere la presenza di colui che entra nella stanza dove è in atto l’esperimento. Sappiamo che, per il principiodella sintropia (o entropia negativa), valido per tutti i sistemi viventi, un sistema a più alto potenziale orgonicosottrae energia a quello che trovasi ad un livello energetico più basso. In questo caso si avrebbe un travasod’energia dallo strumento al soggetto che trovasi presso di esso. Se però lo strumento è del tutto scarico, si ènotato che può avvenire il contrario.E’ quindi consigliabile di disporre le cose in modo da poter controllare il funzionamento dello strumento adistanza, onde evitare di pregiudicare l’esito della prova.

Durata della scarica

La durata della scaricadello strumento è funzione del potenziale orgonico dell ’ambiente: quanto più è piccolala differenza di detto potenziale tra strumento e ambiente, tanto più è lungo il tempo di scarica. Quando tuttaviaquest’ultimo si estende oltre le ventiquattro ore, nonsembra che si possa parlare più di scaricadello strumento.In questo caso, infatti, viene fatto di pensare ad una sorta d’alimentazione dello strumento da parte dellacorrente orgonica locale. E’ un punto, questo, d’estremo interesse che meriterebbe di essere approfonditomediante un’appropriata sperimentazione.Quandosi assiste ad una rotazione della girante che si protraecosì alungo, in modo autonomo, con moto continuo e regolare, di giorno e di notte, si può pensare ad unasomministrazione d’energia orgonica da parte dell ’ambiente.Quali sono i parametri che determinano questofenomeno, peraltro non frequente, e quelli che lo ostacolano?

Il potenziale critico

Per potenziale criti co dell ’orgonometro (Pco) s’intende il più basso livello d’energia utile per vincere l’inerzia

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dell ’equipaggio mobile e il modesto attrito del perno a spill o sul suo cuscinetto.Esso è una caratteristicacostruttiva dell ’apparecchio e rappresenta la soglia al di sopra della quale l’orgonometro entra in funzione.Se l’apparecchio trovasi in un ambiente il cui potenziale energetico non è tale da riuscire a mantenere inrotazione la girante con continuità, ma è ad un livello energetico al quale lo strumento è sul punto di entrare infunzione, se cioè il potenziale dell ’ambiente nel quale operiamo coincide quasi col Pco, anche una modestacorrente orgonica può essere rivelata dallo strumento.Infatti, l’energia convogliata da detta corrente orgonica,pur trovandosi ad unpotenziale inferiore a Pco, è accumulata nello statore che, come abbiamo visto, è dotato diun piccolo accumulatore orgonico.Dopo un certo tempo, l’accumulo di detta energia determina un aumento del suo potenziale (così come unaccumulo di calore provocaun innalzamento della temperatura) finoa superare il Pco.A questo punto la girantesi mette in moto e resta in rotazione per un tempo che dipende dalla quantità d’energia accumulata.Durantequesta fase, che chiameremo fase attiva, l’apparecchio scarica, sotto forma d’energia cinetica, l’energiapotenziale accumulata nella precedente fase di carica (fase passiva).Se lo strumento trovasi in un ambiente il cui potenziale è assai inferiore al Pco, se vogliamo che riveli lapresenza della corrente orgonica dobbiamo in qualche modo fornire energia allo strumento (uso di unalampada, esposizione in ambiente solare, irradiazione con le mani, ecc.).In alternativa non resta che attendereche le condizioni climatiche e stagionali favoriscano le cose con la presenza di un flusso orgonicosuff icientemente attivo.

L’onda orgonica

Si può anche pensare ad un’onda orgonica che investe lo strumento con le sue semi-ondepositi va (cresta) e negativa (ventre).La cresta, con un potenziale maggiore di Pco, imprime il moto alla girante;la semi-onda negativa, di potenziale inferiore a Pro, non è in grado di mantenere in rotazione la girante.La presenza di un’onda orgonicaè messa in evidenza dall ’orgonometro anche quando,in condizioni favorevoli ,lo strumento funziona con continuità. Infatti, il moto della girante nonè quasi mai un moto rotatorio uniforme,cioè a velocità costante, ma varia e la girante è soggetta a continue accelerazioni e decelerazioni.E’ ciò che fapensare alla presenza dì un flusso d’energia variabile nel tempo. .Immerso in un campo d’energia che loattraversa, lo strumento, come abbiamo più volte avuto occasione di accennare, può funzionare da solo, senzaapporto dì energia dall ’esterno, purché il potenziale dell ’ambiente lo aiuti.E’ un po’ quello che accade in una radio a galena.In questo caso, infatti, la sola energia convogliata dall ’ondaelettromagnetica è in grado di far vibrare la membrana dell ’auricolare della cuff ia. L’onda modulata vieneraddrizzata dal cristallo e resa udibile, ma non viene ampli ficata.Se però vogliamo captare stazioni lontane e,quindi, rivelare onde che convogliano minore energia, dobbiamo ricorrere ad una fonte locale d’energia, cheampli fica l’onda in arrivo e ci consente di alimentare l’altoparlante.In modo analogo si comportal’orgonometro.Quando l’onda orgonica è particolarmente intensa e/o le condizioni ambientali lo consentono, lo strumento larivela senza l’ausili o di un’energia aggiuntiva.Se l’onda è flebile e lo strumento lavora in condizionisfavorevoli , è necessario "alimentarlo "mediante una somministrazione d’energia loca!e, che ne innesca ilfunzionamento.La funzione della lampada (o di qualunque altro mezzo ausili ario) si può paragonare a quelladella corrente che alimenta un apparecchio radio.

L’orgonometro e la meteorologia

I mutamenti delle condizioni del tempo influiscono sulle prestazioni dello strumento.Questo fatto non ci devemeravigliare se pensiamo che ogni perturbazione è sempre accompagnata da variazioni più o meno imponentidei parametri fisici dell ’atmosfera (pressione, temperatura, umidità dell ’aria) e, in particolare, da mutamentianche repentini del potenziale elettrico e del suo tipo e grado di ionizzazione.Per esempio, si è potuto costatare che la condizione di bel tempo (sole che splende in un cielo sereno)

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corrispondonoalla rotazione della girante sempre nello stesso senso, che è a suavolta in relazione con l’orientamento dello strumento. Cosi, se questo è orientato aW e noi siamo seduti di fronte allo strumento con la fronte a N, il senso dirotazione sarà sempre quello antiorario.Inoltre, il moto sarà regolare e la velocitàpotrà essere moderata, ma senza interruzioni.La girante, sotto l’azione dell ’ondaorgonica, tende ad assumere il caratteristico andamento ondulato della velocità:ruota in pratica con velocità che aumenta e diminuisce con regolarità, senza maiarrestarsi.Ma, se a W è in atto una perturbazione, sappiamo che la direzione della correnteorgonicas’inverte e, anziché propagarsi da W ad E, sarà diretta da E a W. Questolo rileviamo dapprima con un’incertezza da parte della girante circa il suo senso dirotazione che diventerà alternato, successivamente con l’inversione stabile delsenso di rotazione.In occasione di forti raff iche di vento, che di solito precedono il temporaleprovocato dall ’avanzamento di un fronte freddo, l’energia che si libera

dall ’incontro di masse d’aria a diverso potenziale elettrico è tale che la rotazione della girante si fa spontaneaevivace, come nonera mai stata prima.Essa si mette a girare da sola, senza l’aiuto di nessun mezzo esterno,convelocità costante e con continuità, in senso orario, se lo strumento è orientato a W o a N.Quandopoi ci veniamo a trovare tra due perturbazioni, anche lontane alcune centinaia di chilometri, una ad E el’altra a W, la girante ci rivela questa condizione con la sua immobilit à quasi assoluta.Non è in grado dirispondere ad alcuna sollecitazione esternale nondopomolto tempo e finisce con l’assumere una posizione distallo.Un fenomeno analogo possiamo costatare se la zona in cui operiamo è interessata da una depressione, che siestende anche ad una vasta arealimit rofa: la rotazione diventa lentissima, anche sotto l’azione della lampada (l- 2 giri/min) e il suosenso è ora a destra, ora a sinistra, con entrambi gli orientamenti (a N o a W).Sembra quasidi assistere ad un arresto della propagazione dell ’onda, la cui particelle di cui è costituita (globuli di vitalità) silimiterebbero a pulsare e ad oscill are.Abbiamo visto che la velocità media di rotazione della girante è un elemento ricorrente e uno tra i piùsignificativi poiché essa ci fornisce un’indicazione utile circa l’intensità dell ’energia rivelata dallostrumento.Detta velocità può essere classificata così:-bassissima (1 - 2 giri/min); -bassa (3 - 4 giri/min); -media (5-6 giri/min): -medio-alta (7-8 giri/min); -alta (9 -12 giri/min); -altissima (13-14 giri/min); -ultra rapida (15-20 giri/min) che si può ottenere solo caricando lostrumento con le mani per un congruo lasso di tempo e in particolari condizioni ambientali favorevoli .Levelocità più alte si possono misurare agevolmente mediante un apposito dispositi vo stroboscopico.Si è potuto inoltre costatare che l’approssimarsi di una consistente variazione del tempo puòessere annunciatacon qualche ora di anticipo e questo perché l’inversione del senso di propagazione dell ’onda orgonica n’è unsegnale precoce.E’ evidente che l’optimum delle prestazioni dell ’orgonometro si ottiene in ambiente soleggiato, anche se lostrumento viene schermato in mododa sottrarlo ai raggi diretti del sole.In queste condizioni si sonoregistrati ipiù alti valori della velocità media di rotazione della girante(Vm = 13 - 14 giri/min) per un funzionamentospontaneo.La girante, attraverso il ti po di moto che la anima, ci comunica dei messaggi.E’ come se avesse un suolinguaggio, che dobbiamo imparare a decifrare, con un’attenta osservazione e con prove ripetute.Questo suolinguaggio si esprime con:

1) il senso di rotazione, che può essere orario e/o antiorario(oppure: destrorso e/o sinistrorso);2) il ti po di moto, che può essere:

a) uniforme(velocità costante)b) vario(accelerato o ritardato)c) continuo, cioè senza soste (la velocità può diminuire, ma non si annulla)d) pulsante, cioè con velocità che ritarda e aumenta con regolarità, ad andamentoondulante;

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e) intermittente, con fasi di carica (soste) e scarica(moto) che si susseguono; J) alternato, moto oscill ante in cui il senso di rotazione s’inverte con una certaperiodicità.

Ma la girante è azionata dal flusso dell ’energia orgonicache l’investe quindi, il modocon cui essa si muove, èin funzione delle caratteristiche di propagazione dell ’onda orgonica. Queste, a loro volta, sonoin relazione conle condizioni climatiche locali e con quelle meteorologiche. A queste ultime si possono aggiungere eventid’origine astronomica (fasi lunari, solstizi, equinozi, macchie solari, eclissi, ecc.) -

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Fonte://web.tiscali.it/carlosplendore/bioradiometro.htm

IL BIORADIOMETRO

I l Bioradiometro : che cosa rivela questo strumento.

E’ unsemplicedispositi vo che consente di rivelare l’esistenza diun campo di energia emessa dal corpo umano e, in particolare,dalle mani.Tutto fa ritenere che questo tipo di energia sia di naturaorgonica. Infatti, come meglio vedremo in seguito, c’è unaversione del Bioradiometro, opportunamente modificato, chemette in luce alcune proprietà dell ’energia orgonica in modocosì spiccato da meritare la denominazione di Orgonometro.Si puòcollocare lo strumento su di un tavolo e sedersi di frontead esso ad una distanza di circa20 cm. dalla sua base. In queste

condizioni si potrà costatare che, benché l’ago della bussola-pilota, una volta orientato lo strumento, rimangafisso al nord, l’indice del Bioradiometro prende ad oscill are: col suo moto di va e vieni intorno allo zero,l’indice ci rivela la presenza di un’energia pulsante che investe l’apparecchio, ancor prima che ad esso sianoapplicate le maniSe disponiamo le mani ai lati dello strumento notiamo che l’intensità dell ’energia da esso segnalata, varia alvariare della distanza alla quale vengono poste le mani. Più precisamente, possiamo osservare che, mentreallontaniamo le mani dall ’apparecchio (di fronte al quale siamo seduti), l’indice ci segnala un valoredecrescente. Se riavviciniamo le mani, la deviazione dell ’indice torna ad aumentare. Ne deduciamo che i dueparametri, distanza tra le mani (e quindi dall ’apparecchio) e intensità dell ’energia, sonotra loro in proporzioneinversa, come del resto era da prevedere (vedi grafico curve).Se vogliamo fare una ricerca sul campo vitale emesso dal corpo umano (aura), è preferibile operare con unmodello sempli ficato, privo di disco superiore e d’indice, al quale togliamo anche l’ago calamitato. Lostrumento dovrebbe essere situato al centro della stanza, isolato e lontano da masse metalli che. Usciti dallastanza e chiusa la porta alle nostre spalle, dopoun congruo lasso di tempo, necessario all ’equipaggio mobileperché assuma il suo assetto stabile, apriremo molto lentamente la porta ed entreremo nella stanza moltolentamente, facendo bene attenzione a non creare spostamenti d’aria, sia nel richiudere la porta, sia nelmuoverci. Giunti ad una distanza di 1,5-2 m dallo strumento, restiamo immobili dinanzi a lui per 1-2 minuti.Trascorso questo lasso di tempo, noteremo che le alette si scosterannodalla loro posizione d’equili brio stabilee tenderanno a disporsi nella nostra direzione ("di coltello").Se ora, sempre molto lentamente, ci sposteremo lungo le pareti, cercando di mantenere la stessa distanzadall ’apparecchio, vedremo che le alette ci seguiranno cioè ruoteranno seguendo i nostri spostamenti, come sefossero collegate al nostro corpo da fili invisibili (le correnti eteriche, variamente colorate, che percepisce ilchiaroveggente?).Tutto avviene come se le alette si or ientassero lungo lineedi forza che s’ irr adiano dal nostro corpo. In talmodo esse si comportano come un detector, un rivelatore del campo vitale che circonda il corpo umano e daesso s’irradia.

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COME SI COSTRUISCE

I dati costruttivi, indispensabili per la sua realizzazione, i disegni e le fotografie sono riportate nel volumetto"II Bioradiometro", al quale si rimanda il l ettore.Si tratta di una guida che forniscetutti i suggerimenti per poterlo costruire in tutte le sue versioni, utili zzandoimodesti mezzi di cui può disporre uno sperimentatore dilettante. E’, infatti, un apparecchio per la cuirealizzazione occorrono materiali che è facile reperire sul mercato, anche facendo ricorso ad oggetti d’usocomune.Questo volumetto si rivolge, in particolare, ai cultori dell ’arte del "fai da te ", sensibili al fascinodell ’esplorazione del nuovo, giacché qui siamo in un campo in cui ci si muove ancora in una zona di confinetra il noto e l’ignoto

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Keely, l’ inventore dell ’energia libera

Di Geminello Alvi(Dal Corriere della Sera del 20/5/2001)

Gabbiani col becco robusti, grandi più di quanto sia consueto immaginare, ruotavano sullezampe rimirando il fiume calmi, neppure tentati da brevissimo volo. Almeno fino a quando ilvecchio, che aveva le basette tutt’uno coi baff i e bianche ed elettriche si avvicinò troppo.Decollarono, e al vecchio quel sollevarsi in volo, vibrando l’aria, fece l’effetto di un libro che glisfogliava miriadi di pagine nella testa che svaniva, o meglio diveniva confusione di ali e cielo.Testa scomparsa, dilatata in tutto, mentre il vibrare di ali evento emare gli suonavano nel cuore.Un risuonare incomprensibile ai più. "Ma costoro non pensano col cuore, e mai percepirannol’etere"; avrebbe coi suoi occhi spiritati replicato quel vecchio buono, che due settimane dopomorì di polmonite a Filadelfia, dove era nato nel 1837. Si chiamava John E. Worrell Keely.Presto orfano, studente fino a dodici anni e farmacista, tecnico delle locomotive, volontario nelleguerre indiane, e per tre anni nelle praterie con le guide. Ferito da una freccia, tornò a Filadelfia,città di potenti logge. Flautista, verniciatore di mobili, cristiano metodista, si votò a coltivarestudi di musicae meccanicaconfondendole. S’era peraltro da ragazzo dedicato a studiare le piùdiverse risonanze, e le figure generate dal vibrare dei violini. Ma nel 1874addirittura si persuaseche il suono fosse la originaria forza formatrice della materia, sua intima vita. Pretese di darnedimostrazione in un laboratorio. I convenuti vi trovarono le macchine più strane: un cilindro divetro con pesi che si muovevano in alto e in basso, per effetto del suono armonico riverberatoattraverso una sfera. E anche una spirale di ferro a forma di conchiglia Nautilus, conraggiamenti, e alla fine legata a delle sfere da canne di rame.Eppure, sorpresi loro per primi, banchieri e ingegneri convennero poi che il Keely Globe Motorfunzionava, anche se non capivano come. Keely diceva di aver scoperto una vibrazioneconsonante, che estraeva dall ’acqua una energia sconosciuta, che lui chiamava vapore eterico.Dissertò di dominanti e colori del suono, di un centro neutro permanente, dal quale col suonoapportava o levava energia a qualunque sostanza. Fu fondata la Keely Motor Company.Azionisti il banchiere Cisco, ex sottosegretario al Tesoro, e S.Dillon; C.G.Franklyn della CunardLine e Haswell , un’autorità nella meccanica. Con un assegno di 10 mila dollari e un’opzione di40 mila. Ma c’era un problema: il generatore funzionava solo quando c’era lui, e Keely erageloso del segreto che accordava la materia allo spirito. In un anno la società accumulòcomunque un capitale sopra il milione. Ma scienziati e tecnici presero a dividersi, e nel 1878lastampa gli divenne ostile, anche perché Keely non si pretendeva inventore ma scopritore di unaforza sconosciuta.Inventò poi una macchina con le linguette metall iche, corrispondenti alle note. A distanza c’eraun globo collegato da un filo di platino. Keely vibrava un diapason, le vibrazioni risuonavanosulle linguettee dopo qualcheminuto un magnete rispondeva allenote ecominciava a girare. Manel 1881le azioni della compagnia iniziarono a cedere, malgrado a Keely fossero riusciti intantodei pubblici esperimenti di levitazione e i maggiorenti di Filadelfia lo sostenessero. Nel 1884aFort Lafayette davanti agli alti gradi militari sperimentò anche un cannone eterico che inun’esplosione di vapore bianco spedì una palla a 500 yarde. Ma i pareri restarono divisi.E nel 1888 Keely finì in prigione, denunciato da un tale che gli aveva prestato soldi per gliesperimenti già nel 1863. Uscì dopo poco, e diede esperimenti di antigravità, ma lasciando gli

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increduli incapaci di smentirlo; gli estimatori impossibilitati a difenderlo. E però capitalisti diWall Street come Vanderbilt seguivano ancora il caso Keely. E Jacob Astor, 100 milioni dipatrimonio, visitò pure lui Keely.Vide un globo al centro di un cerchio che reggeva sfere di grandezze diverse. Keely eccitò conuna scala armonica la sfera più grande e quella si mise a girare. Cominciarono a orbitare pure lesferette con velocità proporzionale alla loro grandezza, mentre il globo levitava nell ’aria, seguitodalle altre sfere. Keely gli spiegò che le sfere erano legate per taglia e frequenze ai pianeti e alsole. Nikola Tesla, l’inventore che risolse vari problemi dell ’ingegneria elettrica del tempo,ammise che l’ingenuità e l’abilità tecnica di keely erano credibili. Ma il suo metodo non erascientifico. "Può egli aver scoperto qualcosa e essere incapace di esprimerla ?". In effetti ancoranel 1897non esistevano suoi brevetti. E chi comprò le macchine di Keely, dopo la sua morte nel1898, non riuscì ad usarle. I suoi scritti vennero donati ad un conte scozzese, e riposano dal1912 a Stoccolma.Meglio così. (ma non per noi: ndr)

Per saperne di più:il libro di Theo Paijmans, "FreeEnergy Pioneer: John Worrell keely", IllumiNet Press, Lilburn,1998.Internet http://www.multimania.com/quanthomme/MG_Keelyper egrinus1.htm

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IL MARE DELL’ENERGIA

NIKOLA TESLA, HENRY THOMAS MORAY E IL SISTEMA DEL PROFITTO(STORIA SEGRETA DELLA SCIENZA TERRESTRE)

Questo brano vuole essere un’introduzione agli argomenti specifici che affronteremo in seguitospecificatamente e con il contributo di vari esperti dell’USAC. Siamo anche disponibili a confrontarcicon le informazioni e le idee dei lettori che possono scriverci o telefonarci fin da ora, con un anticiporispetto alla preparazione degli articoli monotematici.La bibliografia completa verrà pubblicata sull’ultima pagina, ma chiunque fosse interessato ad averemaggiori informazioni o dettagli su un particolare aspetto di questa trattazione può contattare l’USAC. Precisiamo inoltre, che queste informazioni, talvolta sono supportate da verifiche sperimentali, mentrealtre volte sono solo supposizioni basate sulla logica ed il buon senso e sulle informazioni trapelate,ma non Vi possiamo garantire che siano la Verità distillata al 100%. Come saprete, su molti di questiargomenti vige un ferreo segreto militare.

NIKOLA TESLA fu un fisico serbo nato il 9 luglio 1856 a SMILIJAN, in provincia di LIKA, in CROAZIA(IMPERO AUSTRIACO). Nel 1882 si trasferì negli Stati Uniti dove lavorò inizialmente con EDISON,poi si mise in proprio.La prima grossa invenzione di TESLA fu il sistema di distribuzione della corrente alternata, che ètuttora in uso. THOMAS EDISON si era intestardito con la corrente continua e solo molto più tardiriconobbe la validità della corrente alternata.Il 16 maggio 1888 TESLA tenne una conferenza con esperimenti all’AMERICAN INSTITUTE OFELECTRIC ENGINEERS di PITTSBURGH. Tra i presenti c’era l’inventore ed industriale GEORGEWESTINGHOUSE. WESTINGHOUSE, contattò TESLA e ne acquistò il brevetto per un milione di dollari più un dollaroper cavallo vapore di elettricità prodotto. Ben presto ci furono delle difficoltà economiche le grosse banche che finanziare unoWESTINGHOUSE chiusero i finanziamenti. WESTINGHOUSE si trovò costretto a rimangiarsi si lapromessa di un dollaro per cavallo vapore. TESLA senza esitazione stracciò il contratto rimettendocialmeno 12 milioni di dollari. Il milione rimanente fu investito, negli anni, in attrezzature e materiale dilaboratorio.Comunque TESLA fu contrario all’uso di frequenze di 50 e 60 HZ, avrebbe preferito frequenze moltopiù alte (Vedere NEXUS n. 1 SETTEMBRE 1995 PAG. 21-23).Nel 1891 TESLA sviluppò il trasformatore o rocchetto che porta il suo nome, da esso deriva peresempio la bobina che fa scattare la scintilla nei ciclomotori e nelle automobili a benzina.Inoltre sviluppò la radio trasmissione. Gli apparecchi di NIKOLA TESLA non trasmettevano solorumori, ma anche voci ed impulsi di comando per servo meccanismi. TESLA diede dimostrazione diuna barca telecomandata. La radio di TESLA era basata sulle onde elettromagnetiche scalari. E.T.WHITTAKER nel 1903 ha scritto dei trattati teorici le opere sulle onde elettromagnetiche scalari, poiripresi nei nostri tempi in maniera più approfondita da TOM BEARDEN.Tra il 1899 ed il 1900 TESLA lavorò molto intensamente a COLORADO SPRING sulla risonanza delcampo magnetico della terra ed altri esperimenti.Tra coloro che si recarono a COLORADO SPRING ci fu anche un genio italiano: Guglielmo Marconi.Tuttavia la radio che sviluppò Marconi era basata sulle onde trasversali e non scalari. La radio diMarconi era meno efficace e meno potente di quella di TESLA. Tuttavia fu quest’ultimo tipo di radioche i governanti occulti permisero di produrre industrialmente. Anche in questo campo con il passaredel tempo si sono stati altri scienziati che hanno realizzato altri congegni. Nel 1915 fu intentata una causa contro TESLA per la paternità della radio. Il tribunale diede ragione aTESLA. Egli spiegò chiaramente la differenza fra i due tipi di onde: la radio di Nikola TESLA è comeun coltello dalla parte in cui è affidato affiliato mentre la radio di Marconi è come un coltello dallaparte dove è spesso e quindi taglia solo alcuni materiali più teneri come il burro. Inoltre le ondetesliane possono viaggiare a velocità più alte o più basse o uguali a quella della luce nel vuoto. A alla

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luce di tutto ciò si capisce perché gli scettici hanno sempre promosso l’uso di radiotelescopi pertrovare forme di vita extra terrestre. Le onde di hertziane non potranno mai superare anni luce perarrivare sulla terra. Se una certa civiltà extraterrestre volesse comunicarmi con noi userebbe ondeadatte allo scopo. Non a caso sia TESLA che Marconi dichiararono di aver captato segnali MORSEprovenienti dallo spazio esterno al nostro pianeta (presumibilmente MARTE), ma in seguito tutto fumesso a tacere.Nel 1943, quando era TESLA era già morto, la Corte Suprema degli Stati Uniti confermò la paternitàdi TESLA per l’invenzione della radio, avendo effettuato la prima trasmissione e ricezione nel 1893. Nel 1901 fu completata la costruzione della TORRE WARDENCLYFFE a SHOREHAM nell’isola diLONG ISLAND nello stato di NEW YORK. Verso il 1917 fu fatta demolire dai proprietari dell’HOTELWALDORF ASTORIA.Nel 1902 LORD KELVIN, in visita a NEW YORK, dove tenne una serie di conferenze, ribadì lavalidità della radio ad onde scalari di TESLA e fece un comunicato congiunto insieme a TESLA. Inquesta dichiarazione TESLA e KELVIN misero in guardia contro il pericolo del crescenteinquinamento dovuto alla combustione di quantitativi sempre crescenti di carbone e di idrocarburi.Effettivamente TESLA era di molto in avanti rispetto ai suoi tempi.1903 Tesla patent #723,188 and #725,605 contain principles of logical AND circuit element. Verso il 1903 TESLA aveva concluso la fase sperimentale del SISTEMA DI TRASMISSIONE DELLACORRENTE ELETTRICA ALTERNATA SENZA FILI. Va detto tuttavia che TESLA era anche unmatematico teorico ed abile a fare i calcoli a mente. Questo sistema di distribuzione consisteva nellasua forma più elementare in un trasmettitore e in un ricevitore. Come approfondiremo in seguito, conquesto sistema di propagazione, ogni persona poteva acquistare un apparecchio ricevente, dopo diche avrebbe potuto captare l’energia elettrica per un tempo indeterminato, in quanto il ricevitore nonnecessitava di manutenzione. Ciò significa energia elettrica a prezzi bassissimi.L’apparato, di semplice costruzione, non era sottoposto ad usura e, salvo particolari avversitàmeteorologiche, poteva funzionare per decenni senza manutenzione.Il banchiere JACK PIERPOINT MORGAN si oppose a questa innovazione e tagliò i finanziamenti aglieredi di WESTINGHOUSE e a NIKOLA TESLA. Le sue ragioni erano che non si poteva far pagare labolletta agli utenti, e che avrebbe perso i profitti dello sfruttamento delle miniere di rame con cui sicostruiscono i cavi. Inoltre MORGAN controllava le industrie del ferro e dell’acciaio, quindi ci teneva acostruire i tralicci. MORGAN fu considerato un personaggio debole, secondo i biografi, maevidentemente con TESLA fu deciso ed irremovibile. Ci sono stati però recenti brevetti e tentativi riusciti e non di riprendere la trasmissione di energiaelettrica di elevata potenza senza i fili.Un altro brevetto di TESLA fu il primo rudimentale circuito binario. Esso sarebbe stato poi ripreso daJOHN VON NEUMANN negli anni ’40 per lo sviluppo dei primi computer digitali: l’ENIAC, l’UNIVAC,etc.Il primo circuito logico bistabile fu realizzato da TESLA nel 1897, dando inizio a quella scienza chechiamò tele-automatica, da cui più tardi è si è sviluppata la robotica e l’informatica. Nel 1898 aCHICAGO TESLA diede ampia dimostrazione dell’applicazione del radiocomando alleapparecchiature teleautomatiche.Nel 1909 GUGLIELMO MARCONI e CARL BRAUN (tedesco) vinsero il NOBEL per la fisica perl’invenzione della Radiotelegrafia senza fili. Verso il 1914 TESLA fu completamente emarginato dal mondo della scienza e, nonostante che ognianno al suo compleanno fossero invitati importanti personalità scientifiche, fu in pratica condannatoalla morte civile. Le sue invenzioni furono private della produzione industriale in serie e il suo nomecominciò ad essere cancellato dai libri di storia e dai libri scientifici. Così come fu soppresso ogniriferimento al generatore omopolare di MICHAEL FARADAY le cui prime dimostrazioni difunzionamento risalgono al 1831.Nel 1917 TESLA avrebbe sviluppato un velivolo a forma di sfera molto simile ad alcuni UFOS deinostri giorni. Questo apparecchio veniva alimentato via radio da una radio trasmittente di energia adonde scalari. I russi furono molto interessati, in segreto, a questa invenzione.Verso la fine del secolo scorso, TESLA costruì una lampada che irradiava la luce solare e simulavaperfettamente la luce del giorno: invenzione che non è stata finora ancora replicata.

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Nel 1936 a TESLA, fino a quel momento povero perché continuava a fare esperimenti, a sue spese,fu assegnato un contributo vitalizio del governo jugoslavo di 7500 dollari annui, inoltre fu ingaggiatodalla Marina degli Stati Uniti d’America per lo studio dell’invisibilità delle navi. Dapprima le provefurono effettuate senza marinai a bordo. Nel 1943, dopo la morte di NIKOLA TESLA, ci fu una spintadi accelerazione del progetto sotto l’iniziativa dei vertici militari. Il 12 agosto 1943 secondo PETERMOON e JOHN NICHOLS o in Ottobre secondo WILLIAM MOORE fu effettuato l’ESPERIMENTOFILADELFIA, sotto la guida di JOHN VON NEUMANN, con la probabile partecipazione diVANNEVAR BUSH, futuro vicecapo del MAJESTIC 12. L’esperimento fu un disastro per gli uomini.La storia ufficiale narra che JOHN (JANOS) VON NEUMANN inventò le memorie dei modernicomputers: non sappiamo se ciò è in relazione con il PROJECT RAINBOW, però un computer conmemoria gli avrebbe fatto comodo prima dell’ESPERIMENTO fatale per registrare il riferimento ditempo zero di tutti i marinai.Strettamente correlata a TESLA è la vicenda di HENRY THOMAS MORAY, mormone di SALT LAKECITY.La principale fonte storica, oltre ai libri scritti da MORAY è il colonnello a riposo TOM BEARDEN.Nel 1900, quando aveva 8 anni, raccontò MORAY lesse in una rivista popolare non specialistica“CENTURY MAGAZINE” un’intervista a NIKOLA TESLA in cui l’inventore serbo affermò : “Una formadi energia pervade l’universo e se questa energia si viene a trovare in moto può essere usata pergenerare potenza elettrica”. Queste parole sarebbero diventate la sfida che MORAY riuscì a vincerenel corso della sua vita.MORAY divenne un ingegnere elettronico e realizzò il suo sogno: “estrarre energia dal cosmomediante la stimolazione e l’amplificazione di oscillazioni che già esistono a livello virtuale nellospazio.” Anche MORAY, come TODESCHINI, partiva dal presupposto che tutto lo spazio cosmicofosse riempito dall’etere.Nel 1909 iniziò i primi esperimenti di estrazione di energia dal terreno.1910 Moray able to extract enough power from the ground to operate a small electrical device. Moray enrollsin a correspondence course in electrical engineering. 1911 Moray begins to realize the energy he has been working with is oscillatory in nature, and that the energywas not coming from the Earth, but from some outside source to Earth. The oscilllations were further realizedas being more like "waves from the sea" in nature1912 Alfred Moray explores artificial production of ionizing radiation while in Sweden. Tesla explored sameprocesses before 1900. 1912 Henry Moray goes to Sweden and attends the University of Upsalla to take courses by examination1913 Moray discovers several kinds of material from a hillside in Sweden and brings them home for testing, tosee if a material suitable for a "valve" (transistor equivalent) existed. Discovered silver wire used on stonemakes a rectifier. 1918 Henry Moray finds a post-war job as a fireman on a railroad, then obtained work as a civil engineer forthe Denver and Rio Grand Railroad, and as an electrical engineer for several companies in Salt Lake City. Hebecame a certified member of the Amercian Assn of Engineers. 1920 Henry Moray injured on the job, which forces him back to examine radiant energy.

Nel 1925 MORAY terminò il suo primo dispositivo funzionante e lo offrì al governo degli Stati Uniti, mai funzionari rifiutarono, perché avrebbe fatto concorrenza alle aziende dell’energia elettrica.MORAY contattò allora la GENERAL ELECTRIC COMPANY, la compagnia presieduta da EDISON,la quale si dichiarò interessata ed inviò alcuni esperti a SALT LAKE CITYIl 23 dicembre 1925, MORAY fece la prima dimostrazione pubblica, alla presenza delle autorità civili emilitari e i tecnici della GENERAL ELECTRIC COMPANY ed il suo “DISPOSITIVO DI ENERGIARADIANTE” si bruciò dopo alcune ore.HENRY THOMAS MORAY non si diede per vinto e impiego circa un anno per costruire un nuovodispositivo di maggiore efficienza e con sistemi anti-sovraccarico.1926 Dan Magdiel, friend of T.Henry Moray, goes to the Soviet Union to see if they are interested in Morayswork.

Nel 1927 ci fu una seconda dimostrazione ed il nuovo dispositivo funzionò ininterrottamente per un

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giorno senza guasti ed alimentò alcune lampadine, uno scaldaletto ed un motore. Tuttavia già allora imaligni cominciarono a far circolare la voce che MORAY era un truffatore e che aveva delle batterienascoste e le persecuzioni cominciarono.La GENERAL ELECTRIC COMPANY prese la documentazione, generosamente fornitagli daMORAY, ma non costruì pubblicamente la macchina per diffonderla in tutto il mondo, anche se forselo fece di nascosto.Un giorno un ignoto intruso penetrò nel suo laboratorio e sparò un colpo, ferendo MORAY allagamba, HENRY avrebbe potuto rispondere al fuoco ed ucciderlo, perché era un ottimo tiratore, maera molto religioso e contrario alla violenza.1927 Henry Moray files a sworn certificate on Nov 14, 1927, describing a germanium compound using thewords "pure germanium." Secondo TOM BERDEAN ed il gruppo ufologico di VALDEMAR VALERIAN che pubblica la rivistamensile THE LEADING EDGE, fu MORAY ad inventare il transistor come generatore di free energy astato solido circa 29 anni prima del CRASH di ROSWELL. MORAY nel 1928 mostrò la suainvenzione ad HARVEY FLETCHER e a CARL EYRING. HARVEY FLETCHER, guarda caso, lavoròpresso i laboratori BELL dal 1916 al 1949Nel 1939 costruì una unità da 50 WATT più perfezionata del suo “DISPOSITIVO DI ENERGIARADIANTE”.In quegli anni fu sparato un colpo di pistola da un cecchino ignoto contro l’automobile blindata guidatadalla moglie di MORAY con i figli RICHARD e JOHN a bordo, nessuno fu ferito.Nel 1940 HENRY THOMAS MORAY, a SALT LAKE CITY aveva già costruito un generatore statico diFREE ENERGY della potenza di 30 MEGAWATT, composto da 60 unità fondamentali assemblateinsieme. Non fu compensato col NOBEL, ma con una provvista di bastonate gentile omaggio di alcuniagenti sovietici, tra cui FELIX FRAZIER, assunto come assistente. Dopo aver tramortito MORAY, lespie rubarono tutti gli schemi che finirono a MOSCA e distrussero a martellate l’apparato da 30MEGAWATT. Stranamente, in qual clima anticomunista, l’FBI non fece alcuna indagine su FELIX FRAZER.HENRY THOMAS MORAY, ripartì da capo, ma continuò caparbio i suoi studi. Nel 1942 MORAY, nel corso della ricostruzione, si occupò di materiali nucleari, reazioni radioattive eradioattività sintetica. Egli richiese il libro del fisico belga GUSTAVE LE BONS "The Evolution ofMatter" sulle radiazioni sintetiche e la fisica nucleare dell’epoca, fu sottoposto a vari interrogatoridall’FBI per più di un anno, in quanto tale libro era stato ritirato dal commercio. Nel 1942 gli agenti dell’FBI confiscarono un gran numero di libri, nei negozi, nei magazzini, nellebiblioteche pubbliche in tutti gli Stati dell’Unione relativi alle tecnologie alternative e all’antigravità equindi per la maggior parte di/su TESLA.Finalmente MORAY completò un nuovo tipo di generatore, ma i guai non erano finiti: la Società percui lavorava come ingegnere e di cui era azionista, aveva chiuso i battenti con una bancarottafraudolenta, rimettendoci il posto e parte del suo investimento.Nel 1945 MORAY pubblico un opuscolo “RADIANT ENERGY” presso la BORDERLAND SCIENCERESEARCH ASSOCIATION di BAYSIDE, CALIFORNIA.Come aveva già fatto TESLA, MORAY continuava a mostrare a tutti la sua invenzione, incurante deiconsigli dei suoi avvocati i quali temevano che il suo dispositivo fosse copiato, ma MORAY, exmissionario laico mormone e sostenitore della non-violenza, voleva dare al mondo una nuova fonte dienergia pulita ed inesauribile.Le minacce di morte si succedevano numerose.Nel frattempo era finita la guerra, ma anche le autorità americane erano sempre molto attive nelmettergli il bastone fra le ruote, gli avvocati di WASHINGTON si videro rifiutare ben 7 tentativi dibrevetto del dispositivo di Energia Radiante. L’ufficio brevetti accampò la scusa che, anche se ilprototipo funzionava perfettamente, occorreva che MORAY ne spiegasse il funzionamento in basealle leggi fisiche conosciute. Purtroppo la fisica ufficiale non riconosceva l’esistenza dell’etere e quindiciò era assolutamente impossibile.Secondo TOM BERDEAN ed il gruppo ufologico di VALDEMAR VALERIAN che pubblica la rivistamensile THE LEADING EDGE, fu MORAY ad inventare il transistor come generatore di free energy astato solido circa 29 anni prima del CRASH di ROSWELL. MORAY nel 1928 mostrò la sua

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invenzione ad HARVEY FLETCHER, il quale guarda caso lavorò presso i laboratori BELL dal 1916 al1949.Nel 1956 MORAY scrisse il libro “THE SEA OF ENERGY” IL MARE DELL’ENERGIA (in cui la Terrafluttua) riprendendo una frase che spesso pronunciava “L’energia viene sulla terra in continuicavalloni come le onde del mare”.Nel 1974 MORAY morì a 82 anni. I suoi figli JOHN e RICHARD hanno continuatosemiclandestinamente le sue ricerche.Nel 1978 JOHN E. MORAY curò una nuova edizione del libro del padre “THE SEA OF ENERGY”,pubblicato presso il COSRAY RESEARCH INSTITUTE di SALT LAKE CITY.L’altro figlio, RICHARD, che vive in CANADA, IL 23-24 Ottobre 1981, ha tenuto una conferenza aTORONTO nel corso del PRIMO SIMPOSIO INTERNAZIONALE DELLE ENERGIE NONCONVENZIONALI intitolata “RADIANT ENERGY”.

Nel 1978 TOM BEARDEN suscitò scalpore negli U.S.A. con l’EXCALIBUR BRIEFING, in cui sinarravano gli avanzamenti dei sovietici nello studio delle invenzioni di TESLA. Egli evidenziò come le scoperte, invenzioni e conferenze di TESLA siano una vera e propria minieradi notizie e di idee per produrre dispositivi che superano anche l’immaginazione degli autori difantascienza. Secondo BEARDEN sono già stati realizzati: il teletrasporto, la macchina per captare edamplificare il pensiero, la macchina per uccidere oppure provocare malattie oppure guarire oppureaddormentare a distanza, lo scudo spaziale, la macchina per distruggere oggetti partendo da unaspeciale fotografia, il raggio della morte, la macchina capace di arrestare i motori a scoppio, impiantielettrici, radio e radar a distanza, l’esplosione non nucleare a caldo e a freddo, una ricevitore radio ingrado di avvertire i terremoti alcune ore prima che raggiungano la superficie, generatori di freeenergy, macchine volanti a levitazione in grado di arrivare alla velocità della luce per volo continuonella nostra dimensione, ed anche oltre nell’iperspazio.In ITALIA comparve un articolo su gli ARCANI di MARZO 1979, a firma di HELMUTH HOFFMANN,che sintetizzava il rapporto di TOM BEARDEN. Tale articolo fu ignorato da tutti, eccetto che dalProfessor SEBASTIANO DI GENNARO che me lo fece notare anni dopo. SEBASTIANO DIGENNARO, già a quei tempi cercò invano di sensibilizzare gli altri ufologi a riguardo di questerivoluzionarie scoperte e invenzioni. Nel settembre 1978 nacque l’USAC per opera del Professor Sebastiano Di Gennaro, allo scopo diapplicare lo studio della scienza sul fenomeno allo scopo di apportare una maggiore conoscenza nonsolo delle macchine volanti, ma anche delle civilizzazioni e culture aliene. Si propone di applicare allatecnologia terrestri, gli aspetti positivi di quella extraterrestre, rifuggendo nel frattempo dallacreduloneria e dalle psicosi. Anche RILEY H. CRABB che fu tra i primi a prendere sul serio l’ESPERIMENTO FILADELFIAattraverso la BORDERLAND FOUNDATION SI OCCUPÒ DI QUESTE TEMATICHE. RILEY H.CRABB attualmente vive in NUOVA ZELANDA. CRABB si occupa di una vasta gamma di argomenti:TESLA, channelling, parapsicologia, psicotronica, ufologia, civiltà aliene, biologia, zoologia ed altrescienze d’avanguardia.

Nel marzo 1953, il fisico HAROLD PEAKE del LABORATORIO di RICERCHE SCIENTIFICHE dellaMARINA degli STATI UNITI annunciò di aver provocato in un tubo a raggi catodici lo spostamento diuna macchia luminosa alla velocità di 322 KM/secondo.Come ha documentato TOM BEARDEN, NIKOLA TESLA era giunto in passato a risultati simili.

I nostri siti in INTERNET sonohttp://www.ferrara.com/ufohttp://www.geocities.com/area51/rampart/9384/index.htmlhttp://digilander.iol.it/1128

MATTEO TENAN, nato nel 1973, vive a PONTELAGOSCURO e si occupa di ufologia e diparapsicologia dal 1991 e dal 1994 è segretario dell’USAC. È interessato a scambiare idee conchiunque, sia sugli aspetti teorici che pratici di queste ricerche d’avanguardia.

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Chi lo volesse contattare può scrivere a:USAC - VIA BACCANAZZA 13 - 45030 S. MARIA MADDALENA ROoppureE-MAIL: [email protected]

Nel caso in cui aveste domande, critiche, suggerimenti o consigli o ulteriore materiale sugli argomentiche stiamo affrontando, potete contattare lo staff dell’USAC presso:USAC - VIA BACCANAZZA 13 - 45030 S. MARIA MADDALENA RO - TEL. 0347/0332625.L’autore della presente trattazione è:MATTEO TENAN - VIA VENEZIA 64 - 44038 PONTELAGOSCURO (FE) - TEL. 0532/461978E-MAIL: [email protected]

LIBRI DI/SU TESLA E SUI SUOI CONTINUATORIT1) ANDERSON LELAND NIKOLA TESLA ON HIS WORKS WITH ALTERNATING CURRENTS

AND THEIR APPLICATIONS SUN PUBLISHING 1992T2) COL. BEARDEN TOM SOLUTION TO TESLA’S SECRET AND THE SOVIET TESLA

WEAPONS TESLA BOOKS 1981T3) COLLINS JOHN PERPETUAL MOTION: AN ANCIENT MISTERY SOLVED? PERMO 1997T4) COMMANDER X NIKOLA TESLA, FREE ENERGY AND THE WHITE DOVE INNER LIGHTT5) COMMANDER X UFOS, TESLA AND AREA 51 ABELARD 1997T6) CONTI BIAGIO EXOTIC PATENTS CONTI ASSOCIATES 1994T7) CHENEY MARGARET TESLA: MAN OUT OF TIME DELL PUBLISHING 1983T8) CHILDRESS DAVID HATCHER ANTIGRAVITY AND THE UNIFIED FIELD ADVENTURES

UNLIMITED 1992T9) CHILDRESS DAVID HATCHER ANTIGRAVITY & THE WORLD GRID AUP 1992T10) CHILDRESS DAVID HATCHER THE ANTIGRAVITY HANDBOOK ADVENTURES

UNLIMITEDT11) CHILDRESS DAVID HATCHER THE FREE ENERGY DEVICES HANDBOOK ADVENTURES

UNLIMITED 1994T12) GOODAVAGE JOSEPH DISASTRI DAL SOLE SIAD 1980

T13) HAMEL DAVID, MANNING JEANNE, SINCLAIRE PIERRE THE GRANITE MAN AND THEBUTTERFLY PROJECT MAGNET 1995

T14) LYNE WILLIAM R. OCCULT ETHER PHYSICS CREATOPIA 1997T15) MICHAEL X TESLA MAN OF MISTERY INNER LIGHT 1992T16) O’NEILL JOHN J. PRODIGAL GENIUS THE LIFE OF NIKOLA TESLA ANGRIFF PRESST17) NICHELSON OLIVER TESLA FUELLESS GENERATOR AND WIRELESS METHOD IN

PROPRIO 1993T18) PAJIMANS THEO FREE ENERGY PIONEER: JOHN WORREL KEELY ILLUMINET 1998T19) STEIGER BRAD PHILADELPHIA EXPERIMENT AND OTHER UFO CONSPIRACY INNER

LIGHTT20) TESLA NIKOLA LECTURES, PATENTS, ARTICLES HEALTH RESEARCH 1973T21) TODESCHINI MARCO PSICOBIOFISICA 1953T22) VASSILATOS GERRY SECRETS OF COLD WAR TECHNOLOGY BORDERLAND S. R .A.

1996T23) VASSILATOS GERRY LOST SCIENCE BORDERLAND SCIENCE RESEARCH

ASSOCIATION 1997T24) WHITE JOHN & COL. BEARDEN TOM I PADRONI DELLA MENTE (CAPITOLI) ARMENIA

1989T25) ELETTRONICA PRATICA GIUGNO 1991 SCHEMA DEL TRASFORMATORE DI TESLA

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Il Generatore di Ecklin

Questo generatore veramente semplice potrebbe essere una risposta ai nostri problemi energetici.Tutto quello che è necessario per estrarre elettricità da una bobina di filo è di avere un campo magnetico checambia. Normalmente ciò si ottiene muovendo le bobine dopo i magneti oppure i magneti dopo le bobine.Questo modo quasi sacro di produrre elettricità, in effetti. Non è eff iciente.Il generatore ad armatura stazionaria di Ecklin ha sia i magneti che la bobina stazionari. Per cambiare il campomagnetico dei magneti 1 e 3 polarizzati in modo opposto, esso usa i deviatori 27 e 29 per invertirealternativamente il campo magnetico attraverso la bobina 6. Ecklin dice che, come la maggior parte delle cosein natura, i campi magnetici prendono e fanno la traiettoria più facile e preferiscono l’acciaio dolce in 27 e 29rispetto all ’aria in una proporzione di 7000/1. Egli dice anche che le perdite nel suo generatore sono minori del2% perché c’è meno ferro in 27 e 29 che nei rotori dei generatori normali . Il rapporto di eff icienza tra questo equelli è di 50 volte. Poiché l’uscita del generatore di Ecklin è sei volte l’entrata, si può usare un sestodell ’uscita per un motore elettrico ordinario che guidi l ’albero 31. Dando 2 KW a 3000 RPM, si ottengono 10KW di potenza. Una presentazione realistica del concetto di Ecklin è la seguente. Essendo diff icile trovare unabobina di 60 cm di diametro e 90 cm larga per un’uscita di 10 KW, si potrebbe tagliare un cili ndro di acciaioper farvi le scalanature e accoppiarvici l ’albero del motore, fabbricare le staffe e i pezzi associati. Si otterrebbesì una potenza minore (2-3 KW) ma molto più facilmente, con un’uscita che per l’Europa dovrebbe essere di220 V - 50 Hz.

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Il motore australiano a energia libera

Gli inventori australiani L.Brits e J.Christie hanno speso cinque anni per sviluppareun nuovo tipo di generatore elettrico, a basso costo, che non ha bisogno di esserealimentato o ricaricato, brevettato in quasi tutto il mondo. Non si tratta di un motorea moto perpetuo, bensì di unmodo più eff iciente di utili zzare ciò che è stato sempredisponibile. Il prototipo Lutec 1000è stato sottoposto a verifiche quali ficate dandorisultati eccellenti (vedere la foto).Funzionando sull ’attrazione e la repulsione dei magneti interni, il motore operacontinuamente su una corrente a impulsi 24hsu 24h,producendo 24 KW una voltaavviato da una batteria. L’effcienza del motore è del 500%. I magneti hanno unavita di 1300anni e la batteria di circa5 anni, per cui la macchina non ha un limitedi durata. Presto inizierà la commercializzazione del prodotto al prezzo di alcunimili oni di li re.Tecnicamente, il brevetto concerne un sistema per controllare un meccanismoruotante che comprende un meccanismo di controllo e uno ruotante, che ha unostatore e un rotore, dove il controllo è connesso al meccanismo ruotante percontrollarne la rotazione, e dove il controllo è adattato per alimentare almeno unabobina del meccanismo tale da creare un campo magnetico di una polarità cheinduce il rotore a ruotare in una singola direzione mentre il controllo è disconnessoper togliere energia alla bobina con l’energia, quando altre forze intervengono,forze diverse da quelle risultanti dall ’energia accumulata, così che la bobinaproduce una forza risultante che induce la rotazione del rotore in una singoladirezione (vedere disegno del brevetto).

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Il Generatore "Hummingbird/Sundance"

Sembra che in America sarà presto in produzione un Generatore a Energia Libera che funziona per mezzo dimagneti permanenti e della gravità.Il Generatore, che produce 26 KW di elettricità sarà installato e mantenuto in esercizio dalla ITEC (TheInternational Tesla Electric Company di Dennis Lee).Chi volesse maggiori informazioni consulti il sito www.freelectricity.com

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Il Convertitore di KromreySi tratta di un generatore elettrico comprendente uno statore fisso e un rotore coassiale con detto statore, che comporta la rotazione didetto rotore sul suo asse, essendo lo statore provvisto di una coppia di barre magnetiche lunghe che si estendono parallelamente a dettoasse sui lati opposti da questo e che terminano nelle estremità trasversali oppostamente alle estremità polari di detti magneti essendo difronte l’uno con l’altro determinando il fatto che i magneti hanno due coppie di poli spaziate disposte in un piano assiale comune eformando una coppia di spazi che si estendono diametricamente per stabili re un flusso magnetico che include due campi magneticiparalleli spaziati assialmente attraverso detti spazi che attraversano detto asse sostanzialmente ad angoli retti, essendo il rotoreprovvisto di due elementi ferromagnetici lunghi e paralleli spaziati assialmente, leggermente più corti dello spazio delle estremità chesono di fronte ed estendentesi perpendicolarmente a detto asse nel punto coplanare alle coppie polari per l’alli neamento periodicoconvergente di detti elementi coi campi negli spazi d’aria sotto la rotazione del rotore, e un circuito di uscita sul rotore che comprendeuna spirale intermedia su ciascuno di detti elementi e un collettore in serie con le spirali, ciascuna delle coppie polari e gli elemticorrispondenti hanno le superfici armate in contrasto centrate sull’asse, essendo la somma degli archi attraversati da dette superficisostanzialmente uguali a 90° nel piano di rotazione.

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Fonte:http://www.xmx.it/fusionefredda01.htm������������� ������������ ������������������ ��!"�$#�!%�%��&%���')(���*+�-,.� / /

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ONE KILOWATT COLDFUSION REACTORDEMONSTRATED *(December 5-7, 1995) by Jed Rothwell, ContributingEditor, Infinite Energy Magazine [Included on the INE WebSite with formal permission.]

Cold Fusion at Power Gen ’95 inAnaheim

Last week, at the Power-Gen ’95 Americas powerindustry trade show in Anaheim, a 1-kilowatt coldfusion reactor was demonstrated by CleanEnergy Technologies, Inc. (CETI) film light waterelectrolytic cold fusion reactor. The cathode iscomposed of thousands of 1 mm diameter co-polymer beads with a flash coat of copper andmultiple layers of electrolytically deposited thinfilm nickel and palladium. The beads are coveredby three U.S. patents, with additional patentspending.

During this demonstration, between 0.1 and 1.5watts of electricity was input, and the cell output450 to 1,300 watts of heat. CETI previouslydemonstrated smaller cold fusion cells. In April, atthe Fifth International Conference on ColdFusion(ICCF5) they demonstrated input of 0.14watts and a peak excess of 2.5 watts, a ratio of1:18. In October, at the 16th biannual Symposiumon Fusion Engineering (SOFE ’95) they

demonstrated a cell with 0.06 watts input and 5watts peak output, a ratio of 1:83. Ratios atPower-Gen ranged from 1:1000 to 1:4000.

The ICCF5 and Power-Gen calorimeters weredesigned and constructed by Dennis Cravens.The SOFE ’95 calorimeter was constructed byGeorge Miley’s group at the University of Illinois. The Power-Gen cell and calorimeter are muchlarger than CETl’s previous cold fusiondemonstration devices. The cell is 10 cm long,2.5 cm in diameter, containing roughly 40 ml ofbeads. Previous cells had about 1 ml of beads.The cell itself is wrapped in opaque foam plasticbecause the cell geometry has been improvedand the improvements are not yet covered bypatent applications. Other components in thecalorimeter are made of clear Lucite plastic.(Photographs of the device can be found on theWorld Wide Web; see address below.)

The flow calorimeter reservoir held 2.5 liters andthe flow rate was set between 1.0 and 1.5 litersper minute. A control cell was mounted parallel tothe hot cell. The flow to both cells is regulatedwith precision valves. The reservoir and pumpconsist of a Magnum 220 aquarium pump withmicron filter attachment, plus an additional Lucitecylinder built on top to hold a cooling coil, gastrap, and a muffin fan.

Water is circulated by a magnetic impeller pump,

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driven by a 50 watt motor mounted underneath.Static in-line mixers ensure mixing. (These areplastic objects about an inch long with vanes tostir the flow.)

A few weeks before the conference, Cravensdecided to increase the flow rate in order to keepthe temperature below 50 degrees C. The newflow rates exceed the capacity of his flow meters.He was not able to procure a bigger flow meter intime for the conference, so no flow meter wasinstalled.

Flow was measured by turning stopcocks toredirect fluid from the cmll outlet tube into agraduated cylinder for 15 seconds. This test wasperformed many times, and the flow rate was notobserved to change measurably, except when itwas deliberately adjusted between runs.

The water hose from pump is coiled in air cooledbox on top of reservoir. Air is drawn through boxby a 3.5 watt muffin fan. Total powerconsumption by all components in the calorimeterincluding the circulation pump, the cooling fan,the cell, control cell, and DC power supplies was85 watts.

The Delta T temperatures and reservoirtemperatures are measured with K-Typethermocouples, with Omega Model HH22Microprocessor Thermometers. Power ismeasured with Metex M 3800 series multimeters.The pump, muffin fan and DC power supplieselectrolysis all have one common AC cord, whichis monitored by a Radio Shack analog ACvoltmeter and a multimeter.

The first test was marred by a mysteriousmalfunction in the control cell. The control cellconsisted of tin plated steel shot beads, arrangedas an electrochemical cathode, in the sameconfiguration as the smaller CETI thin beads.During tests at the lab, this produced no excessheat, as expected.

However, during the first test at one point itappeared to be producing a Delta T temperatureas high as 2.6 deg C. Assuming the flow rate andinput power were stable, this would indicate a 216

watt excess. When Dennis noticed it was gettinghot, he said he thought was due to a short circuitor an obstruction in the flow, or both, since a anobstruction would likely cause both problems.

He turned off the control cell for safety, andrepaired it later on. He reported to me the nextday that it was shorted; the anode and cathodehad come in contact because it was plugged up. Iexpect this explains the apparent excess, but I donot have any detailed data or additionalinformation on this because I was no able toobserve the equipment closely when this incidentoccurred.

I did not verify the thermocouple temperatures,and I do not have an opportunity to note the inputpower levels were, what the flow rate was, orwhen the apparent excess began. (The incidentoccurred soon after I arrived. I was sitting acrossthe room listening to the exposition.) The controlcell was replaced with a joule heater for theremainder of the conference, which raised thewater temperature the normal, expected amount.

Later on, in subsequent tests, I was able toobserve the machine closely, and to make directmeasurements of its performance with my owntools. I tested the flow rate on cold fusion cell sidemany times. As noted above, I did not see anymeasurable changes except when the flow wasdeliberately changed from 1,300 ml to 1,000 mlper minute by closing the valves.

I checked the thermocouple readings in thereservoir, inlet and outlet with two thermistors anda thermometer, and all three agreed closely withthe thermocouple readings. The reservoirtemperature can be taken by picking up the topand inserting the thermistor probe into the waterdirectly.

Testing inlet and outlet temperature required alittle more ingenuity. I confirmed the outletthermocouple reading by taking a 250 ml sampleof water from the outlet pipe during a flow testand immediately measuring the temperaturebefore the sample cooled significantly.

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I confirmed the cold fusion inlet temperature byturning off the control side joule heater and takinga 250 ml sample from the control outlet pipe.

Several measurement results:

Test 1, December 4, two hours INPUT POWER Measured AC: 0.7 A * 120 V = 84 W Electrolysis: 0.18 A * 8 V = 1.4 W OUTPUT POWER Flow rate 1200 ml/minute (300 ml/15 seconds) Delta T Temperature 16 to 17 deg C 1200 ml * 16 deg C *4.2 = 80,640 j/min = 1,344 W

Test 2, December 5, afternoon, 30 minutes. INPUT POWER Measured AC: 0.7 A * 140 V = 98 W Electrolysis: 0.02 A * 3.9 V = 0.1 W OUTPUT POWER Flow rate 1000 ml/min (250 ml/15 seconds) Delta T Temperature 6.7 deg C 1000 ml * 6.7 * 4.2 =28,140 j/min = 469 W

Prototypes and consumer products CETI plans tofollow up on this demonstration withdemonstrations of prototype consumer products,including larger cells for space heating and heatengines. They are hard at work on these devicesand they will demonstrate them as soon they can.They estimate that it will take six months to oneyear to make suitable prototypes.

CETI is now engaged in joint R&D projects withfive corporate and university strategic partners,including the University of Illinois and theUniversity of Missouri. All five have independentlyverified the excess heat.

The University of Illinois group has fabricatedbeads from scratch using a sputtering techniquerather than electrolytic deposition. They haveobserved excess heat from their own beads aswell as beads provided to them by CETI.

Akira Kawasaki and I took many photographs ofthe calorimeter. I scanned four of them, and JohnLogajan uploaded them in his home page: www.skypoint.com/members/jlogajan

I will describe the Power-Gen demonstration inmore detail in an upcoming issue of "InfiniteEnergy" magazine.

Jed Rothwell, Contributing Editor Eugene F. Mallove,Sc.D., Editor-in-Chief INFINITE ENERGY: Cold Fusion and New Energy Technology P.O. Box 2816 Concord, NH 03302-2816

Fax: 001 (603) 224 5975 Phone: 001 (603) 228 4516

* Published in the Proceedings of: Neue Horizonte inTechnik und Bewusstsein VortrŠge des Kongresses 1995 im Gwatt-Zentrum amThunersee Adolf und Inge Schneider (Hrsg.) Bern: Jupiter-Verlag A.+l. Schneider, 1996 ISBN 3-906571-14-9

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PRESENTATO UN REATTOREA FUSIONE FREDDA DA UNKILOWATT *(5-7 Dicembre 1995) di Jed Rothwell, Contributing Editor,Infinite Energy Magazine [Incluso sul sito Web INE conpermesso formale.]

Fusione fredda al Power-Gen ’95 diAnaheim

La settimana scorsa, al Power-Gen ’ 95(esposizione delle industrie energetiche) adAnaheim, da Clean Energy Technologies, Inc.(CETI) è stato presentato un reattore a fusionefredda da 1 kilowatt, col reattore a fusione freddasu film elettrolitico in acqua leggera. Il catodo ècomposto di migliaia di sferette di 1 mm didiametro di co-polimero con un sottilerivestimento, depositato elettroliticamente, distrati multipli di rame, nichelio e palladio. Lesferette sono coperte da tre brevetti Americani,con brevetti supplementari in corso.

Durante questa dimostrazione, sono stati immessifra 0.1 e 1.5 watt di elettricità, e la produzione inuscita della cella è stata da 450 a 1,300 watt incalore. Precedentemente CETI aveva mostratocelle a fusione fredda più piccole. Ad Aprile, allaQuinta Conferenza Internazionale sulla FusioneFredda (ICCF5) dimostrarono un entrata di 0.14watt e un’eccedenza con picco di 2.5 watt, con unrapporto di 1:18. Ad Ottobre, alla sedicesimabiennale Symposium on Fusion Engineering(SOFE ’95) è stata dimostrata una cella con 0.06watt in entrata e 5 watt di produzione, con unrapporto di 1:83. Il rapporto al Power-Gen è statoda 1:1000 a 1:4000.

I calorimetri al ICCF5 e al Power-Gen sono statiprogettati e costruiti da Dennis Cravens. Ilcalorimetro del SOFE ’ 95 è stato costruito dalgruppo di George Miley all’Università di Illinois. Lacella e il calorimetro Power-Gen sono molto piùgrandi delle precedenti apparecchiature didimostrazione di fusione fredda del CETl. La cellaè lunga 10 cm, con 2.5 cm di diametro, econtiene circa 40 ml di perline. Le celleprecedenti avevano circa 1 ml di perline. La cellastessa è avvolta in schiuma opaca plasticaperchè la geometria della cella è stata migliorata

e i miglioramenti non sono stati ancora brevettati.Gli altri componenti nel calorimetro sono fatti diLucite plastica trasparente. (Fotografie deldispositivo possono essere trovate su Internet;vedi indirizzo sotto.)

Il serbatoio del calorimetro di flusso è di 2.5 litri, eil flusso è regolato tra 1.0 e 1.5 litri per minuto.Una cella di controllo è stata montata in paralleloalla cella calda. Il flusso di entrambe le celle èregolato con valvole di precisione. Il serbatoio ela pompa consistono in una pompa da acquarioMagnum 220, con annesso microfiltro, più, incima, un contenitore cilindrico supplementare diLucite con uno scambiatore di calore, unatrappola per il gas, e una ventola.

L’acqua è fatta circolare da una pompamagnetica, azionata da un motore da 50 wattmontato sotto. Miscelatori lineari staticiassicurano la miscelazione. (Questi sono oggettiplastici lunghi circa un pollice con alette perrimescolare il flusso.).

Qualche settimana prima della conferenza,Cravens ha deciso di aumentare il flusso permantenere la temperatura sotto i 50 gradi C, ma ilnuovo flusso eccedeva la capacità del suostrumento. Egli non è stato in grado di procurareun flussometro più grande in tempo per laconferenza, così nessun flussometro è statoinstallato.

Il flusso è stato misurato girando i rubinettid’arresto per deviare il fluido dall’uscita della cellain un cilindro graduato per 15 secondi. Questaprova è stata eseguita molte volte, e il flusso nonè stato visto cambiare misurabilmente, trannequando è stato regolato intenzionalmente.

Il tubo dell’acqua proveniente dalla pompa èavvolto in una scatola raffreddata ad aria, sulserbatoio. L’aria è spinta attraverso la scatola daun ventilatore da 3.5 watt. Il consumo totale ditutti i componenti nel calorimetro, incluso lapompa di circolazione, il ventilatore diraffreddamento, la cella, la cella di controllo, el’alimentatore in corrente continua, era di 85 watt.

La temperatura Delta T e le temperature delserbatoio sono state misurate con termocoppie K-Type, con termometri a microprocessore OmegaModel HH22. La potenza è stata misurata conmultimetri della serie Metex M 3800. La pompa, laventola e l’alimentatore DC che alimental’elettrolisi, tutti hanno una alimentazione AC incomune, monitorata da un voltmetro AC

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analogico Radio Shack e da un multimetro.

Il primo test è stato rovinato da un misteriosomalfunzionamento nella cella di controllo. La celladi controllo consisteva di una scatola di lamiera diacciaio con le perline usate come un catodoelettrochimico, nella stessa configurazione rada diperline del CETI. Durante i test al laboratorio,questo non ha prodotto l’eccesso di calore atteso.

Tuttavia, durante il primo test, ad un certo punto,è apparsa una produzione di temperatura Delta diT di 2.6 gradi C. Assumendo che il flusso e lapotenza in entrata fossero stabili, questoindicherebbe una eccedenza di 216 watt. QuandoDennis notò che stava ottenendo calore, pensòche fosse dovuto a un corto circuito oun’ostruzione nel flusso, o ambedue, poichè unaostruzione avrebbe causato probabilmenteentrambi i problemi.

Spense la cella di controllo per sicurezza, edeseguì la riparazione più tardi. Il giorno dopo midisse che l’anodo e il catodo erano entrati incontatto. Io credo che questo possa spiegarel’apparente eccedenza, ma non ho dati dettagliatio altre informazioni su questo perchè non hopotuto osservare l’equipaggiamento da vicinoquando l’incidente è accaduto.

Non ho verificato le temperature dellatermocoppia, e non ho avuto modo di fareattenzione ai livelli di potenza in entrata, qualefosse il flusso, o quando l’apparente eccedenzafosse cominciata. (L’incidente accadde subitodopo il mio arrivo, stavo attraversando la stanzae ascoltando l’esposizione.) La cella del controllofu sostituita per il resto della conferenza con unriscaldatore joule, il quale elevò la temperatura diacqua al valore atteso.

Più tardi, nelle prove seguenti, ho potutoosservare la macchina da vicino, e faremisurazioni dirette delle sue prestazioni coi mieistrumenti. Ho misurato il flusso su lato della cellaa fusione fredda molte volte. Come ho dettoprima, non ho visto alcun cambiamentomisurabile tranne quando il flusso è statocambiato intenzionalmente da 1,300 ml a 1,000ml per minuto, chiudendo le valvole.

Ho controllato le letture della termocoppia nelserbatoio, in ingresso e in uscita con duetermistori e un termometro, e tutti e treconcordavano con le letture della termocoppia.La temperatura del serbatoio può essere presaaprendo il coperchio e inserendo direttamente la

sonda del termistore nell’acqua.

La misurazione della temperatura di ingresso e diuscita hanno richiesto un poco più di ingegnosità.Ho confermato la lettura della termocoppia inuscita prendendo un campione di 250 ml di acquadal tubo di sbocco durante un test di flusso emisurando immediatamente la temperatura primache il campione si raffreddassesignificativamente.

Ho confermato la temperatura in entrata nellafusione fredda spegnendo il riscaldatore joule dallato del controllo e prendendo un campione di250 ml dal tubo di sbocco.

Le diverse misure risultano:

Test 1, 4 Dicembre, due ore POTENZA IN INGRESSO misura AC: 0.7 A * 120 V = 84 W Elettrolisi: 0.18 A * 8 V = 1.4 W POTENZA IN USCITA Flusso 1200 ml/minuto (300 ml/15 secondi) Temperatura Delta T da 16 a 17 gradi C 1200 ml * 16 gradiC * 4.2 = 80,640 j/min = 1,344 W

Test 2, 5 Dicembre, pomeriggio, 30 minuti. POTENZA IN INGRESSO Misura AC: 0.7 A * 140 V = 98 W Elettrolisi: 0.02 A * 3.9 V = 0.1 W POTENZA IN USCITA Flusso 1000 ml/min (250 ml/15 secondi) Temperatura Delta T 6.7 gradi C 1000 ml * 6.7 * 4.2 =28,140 j/min = 469 W

Prototipi e prodotti di consumo:CETI progetta di far seguire a questadimostrazione altre dimostrazioni di prototipi diprodotti di consumo, includendo grandi celle per ilriscaldamento dello spazio e motori a calore.Sono duramente al lavoro su questeapparecchiature e le dimostreranno appenapossibile. Essi stimano da sei mesi a un anno iltempo necessario per realizzare i prototipiappropriati.

CETI ora è impegnato in progetti di R&D uniti concinque società e università come partnerstrategici, incluso l’Università dell’Illinois el’Università del Missouri. Tutti e cinque hannoverificato indipendentemente il calore ineccedenza.

Il gruppo dell’Università dell’Illinois ha fabbricatoperline scolpite, usando una tecnica aspruzzamento piuttosto che a deposizioneelettrolitica. Essi hanno osservato il calore ineccedenza dalle loro perline così come dalleperline fornite loro da CETI. Akira Kawasaki e ioabbiamo fatto molte foto del calorimetro. Ne ho

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analizzate quattro, e John Logajan le hapubblicate nella sua home page: www.skypoint.com/members/jlogajan

Descriverò la dimostrazione del Power-Gen più indettaglio in un imminente articolo sul periodico"Infinite Energy".

Jed Rothwell, Contributing Editor Eugene F. Mallove,Sc.D., Editore Capo di INFINITE ENERGY: Cold Fusion and New Energy Technology

P.O. Box 2816 Concord, NH 03302-2816 Fax: 001 (603) 224 5975 Telefono: 001 (603) 228 4516

* Pubblicato nei Proceedings of: Neue Horizonte inTechnik und Bewusstsein VortrŠge des Kongresses 1995 im Gwatt-Zentrum amThunersee Adolf und Inge Schneider (Hrsg.) Bern: Jupiter-Verlag A.+l. Schneider, 1996 ISBN 3-906571-14-9

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Parte IIl prob lema della distanza

Le distanze interstellari sono talmente enormi da risultare ai limiti delle nostre capacità di percezione e di comprensione,se non addirittura al di fuori di esse. L’esempio seguente può aiutare a farsi un’idea circa l’entità del problema con cui siha a che fare: se il Sole avesse le dimensioni di una biglia del diametro di un centimetro, la distanza dalla Terra (dettaUnità Astronomica, AU) sarebbe di poco più di un metro, il diametro della Terra sarebbe circa quello di un capello,mentre quello dell’orbita della Luna sarebbe circa di mezzo centimetro. Seguendo questa scala, la stella più vicina sitroverebbe circa a 340 chilometri di distanza.Rimanendo in questa prospettiva, la luce impiegherebbe più di 8 minuti per percorrere quella "Unità Astronomica" di unmetro che separa il nostro Sole-biglia dalla Terra-capello. Le onde elettromagnetiche sono l’entità più veloce tra quellefinora conosciute, ma, nonostante questo, un raggio di luce impiegherebbe ben 4,3 anni per superare quei 340chilometri che, nella nostra scala ridotta, ci separano dalla stella più vicina.

Il prob lema della velocità

L’ostacolo principale da superare per la realizzazione di viaggi interstellari "possibili" è naturalmente la velocità. Lastella più vicina, come abbiamo detto, dista 4,3 anni luce. Procedendo a velocità convenzionali, un eventuale viaggioverso questa stella sarebbe proibitivamente lungo. Per esempio, un veicolo che si spostasse con la velocità di unacapsula Apollo impiegherebbe più di 900.000 anni. Anche correndo all’incredibile velocità di 60.000 chilometri all’ora,che è la velocità con cui la sonda Voyager ha lasciato il nostro Sistema Solare, il viaggio richiederebbe circa 80.000anni. In conclusione, per poter raggiungere le altre stelle impiegando tempi ragionevoli, è necessario disporre di unmetodo per superare la velocità della luce.

Il prob lema della massa

Un ostacolo meno ovvio di quello relativo alla velocità è quello che riguarda il propellente. Fino ad oggi l’unico sistemadi propulsione alla portata delle tecnologie umane, almeno quelle di dominio pubblico, utilizzato per i veicoli spaziali, èquello basato sul principio di azione - reazione (la Terza Legge di Newton): un flusso di propellente (prodotti dicombustione, gas compresso, ioni, plasma, particelle) viene spinto fuori dal veicolo lungo una direzione, ed il veicolo simuove per reazione nella direzione opposta. La spinta che si ottiene dipende dalla velocità di emissione del propellentee dalla sua densità: in generale, più lontano o veloce si vuole viaggiare, più propellente occorre per poterlo fare.Per lunghi viaggi verso le stelle vicine, la quantità di propellente necessaria sarebbe enorme. Ad esempio, se si volessemandare un oggetto delle dimensioni di un autobus verso la stella più vicina, e se si volesse compiere il viaggio in 900anni, usando un motore chimico come quello dello Shuttle, allora non ci sarebbe abbastanza massa nell’universo perfornire la quantità di propellente necessaria. Usando un motore a fissione nucleare (mini bombe atomiche a fissione utilizzate per fornire la spinta) servirebbero circaun miliardo di serbatoi di propellente, ciascuno della dimensione di una superpetroliera, mentre sfruttando la fusionenucleare (mini bombe all’idrogeno) ne occorrerebbero circa un migliaio delle stesse dimensioni.Utilizzando sistemi di propulsione più avanzati, ma ancora in fase di studio, come i motori ionici o i propulsori adantimateria, occorrerebbero circa una decina di serbatoi di propellente, ciascuno della dimensione di un vagoneferroviario. Non impossibile da realizzare, ma ancora troppo: basterebbe, infatti, richiedere la possibilità di fermare ilveicolo, una volta a destinazione, oppure di aumentare anche solo leggermente la velocità di crociera, per tornare allasituazione della "flotta di superpetroliere".In conclusione, ciò che occorre per compiere viaggi interstellari è una forma di propulsione che non richieda propellente.Questo implica la necessità di disporre di qualche tecnologia che permetta di alterare le forze gravitazionali o inerziali,se non addirittura di modificare la struttura stessa dello spazio-tempo.

Il prob lema dell’ energia

La terza sfida è quella dell’energia. Anche disponendo di un sistema di navigazione non a reazione, capace di convertiredirettamente l’energia in movimento senza l’ausilio di un propellente, il consumo richiesto sarebbe comunque enorme.Ad esempio, volendo inviare un veicolo della taglia di uno Shuttle verso la stella più vicina, impiegando 50 anni (quindiviaggiando a velocità ancora sub-relativistiche, cioè inferiori a quella della luce), occorrerebbe una quantità di energia dioltre 70 miliardi di miliardi di Joule, che è circa pari alla quantità di energia consumata da un paese come l’Italia in100.000 anni (al ritmo attuale di consumo). Per superare questa difficoltà, occorre un modo per poter utilizzare l’energianaturale presente nel vuoto dello spazio, oppure una qualche scoperta eccezionale nella fisica della produzionedell’energia, oppure un metodo per superare il vincolo imposto dalle leggi dell’energia cinetica.

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Gli i ngredienti della Warp Drive

Ciò che emerge da quanto finora detto è l’impossibilità pratica di realizzare viaggi interstellari, almeno utilizzando letecnologie ufficialmente disponibili. Ma non è abbastanza per considerare chiusa la questione. "Non realizzabile oggi"non necessariamente significa "impossibile", la storia del progresso scientifico è piena di esempi a riguardo. Inoltre,nuovi e recenti sviluppi della fisica, nuove e rivoluzionarie teorie, nuove osservazioni sperimentali stanno aprendoincredibili spiragli su di un Universo i cui segreti sono ben lungi dall’essere completamente rivelati, a dispetto delleaffermazioni di alcuni presunti scienziati (troppi), cocciutamente chiusi e arroccati dentro alle loro fortezze adamantine didogmi.Rifiutando il concetto di scienza come collezione di atti di fede, accettando ciò che essa in realtà è, cioè un insieme dimodelli più o meno accurati della realtà, accettando la sua natura intrinsecamente caduca, dinamica ed in continuaevoluzione, e tenendo sempre presente il famoso aforisma di Sherlock Holmes, ossia "Escludendo tutto ciò che èpalesemente impossibile, quello che rimane, per quanto incredibile, deve essere la verità", di seguito affronteremo ilproblema della Warp Drive, dal punto di vista di ciò che abbiamo, di ciò che vorremmo avere, e di ciò che probabilmenteavremo.Per la realizzazione di un sistema Warp Drive si possono individuare tre ingredienti fondamentali: un sistema dipropulsione super-relativistico , che superi, cioè, i vincoli imposti dalla Teoria della Relatività di Einstein; un sistema dicontrollo dell’inerzia e della gravità; una sorgente di energia adeguata.

1. Propu lsione super-relativisticaIl concetto di "propulsione super-relativistica", o "propulsione iperspaziale", o "propulsione a curvatura", è ormai uscitodal regno delle semplici congetture, e comincia ad essere oggetto di speculazioni ai confini con le teorie scientifiche piùavanzate. In sintesi, sappiamo ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo, ma non sappiamo con sicurezza se iviaggi a velocità superiori a quella della luce (super-relativistiche) siano o non siano possibili.L’ostacolo principale è rappresentato da un costrutto della Teoria Speciale della Relatività di Einstein, il quale affermache, in condizioni normali, la velocità delle onde elettromagnetiche nel vuoto (che è di circa 300.000 chilometri alsecondo) non può essere superata. Esiste una notevole mole di dati sperimentali a sostegno di questa legge.Nondimeno, esistono altre prospettive, alcune "situazioni anomale". Concetti come tachioni, wormhole, universoinflazionistico, curvatura spaziotemporale, paradossi quantici, sono abbastanza comuni nella letteratura scientifica"credibile", pur essendo però ancora troppo presto per stabilire l’effettiva percorribilità delle vie che sembrano suggerire.Un argomento correlato con il superamento della velocità della luce è quello dei paradossi temporali, cioè la violazionedel principio di causalità ("Ogni causa precede i propri effetti") e il viaggio nel tempo. è possibile elaborare scenaricomplessi nei quali uno spostamento a velocità super-relativistiche induce spostamenti nel tempo.

Relatività Speciale. In sintesi, la Teoria Speciale della Relatività, o Relatività Speciale, è basata su due sempliciassiomi:

1. La distanza percorsa (d) dipende dalla velocità (v) e dal tempo di percorrenza (t), in particolare d=vt. (Semplice) 2. Indipendentemente da quanto velocemente si muova, un osservatore vede sempre la luce viaggiare con la

stessa velocità. (Questo lascia un po’ più sconcertati)

Le complicazioni nascono quando questi due concetti vengono combinati per studiare i moti relativi (di alcuni oggettirispetto ad altri), con velocità prossime a quella della luce: appaiono allora fenomeni come il rallentamento del tempo ola contrazione dello spazio. Tali fenomeni nascono dal fatto che tutti gli eventi, comprese le nostre percezioni sensoriali,avvengono attraverso interazioni che al massimo possono manifestarsi alla velocità della luce. Se cominciamo adavvicinarci alla velocità con la quale riceviamo le informazioni, le informazioni percepite risulteranno distorte.

Il li mite della velocità della luce. Una conseguenza della Relatività Speciale è il limite rappresentato dalla velocitàdella luce. Il problema può essere affrontato anche da un altro punto di vista: per aumentare la velocità di un oggettooccorre fornirgli più energia. Se la velocità aumenta, anche la massa aumenta: l’energia necessaria per accelerarel’oggetto, quindi, cresce al crescere della velocità. Quando la velocità si avvicina a quella della luce, la massadell’oggetto risulta così grande che per ottenere accelerazioni anche piccolissime occorrerebbero quantitativi enormi dienergia.Nonostante il problema della propulsione super-relativistica appaia così ostico, esistono fondamenti teorici sufficienti agiustificare studi e ricerche attorno a tale argomento. Il cammino è ancora agli inizi, ma il lavoro di alcuni fisici come MattVisser, Michael Morris, Miguel Alcubierre, per citarne alcuni, o quello di alcuni gruppi di ricerca come il prestigiosoNASA Breakthrough Propulsion Physics Program, sono un forte incoraggiamento a proseguire per chiunque si occupi diquesti argomenti.

2. Controllo dell’i nerzia e della gravitàPer proteggere l’equipaggio e le strutture di un’ipotetica astronave dotata di Warp Drive dalle incredibili accelerazioniche tale sistema propulsivo produrrebbe, un sistema per creare un ambiente con gravità ed inerzia controllate risultaindispensabile. Inoltre, se si potessero manipolare la forza di gravità e le forze inerziali, avremmo anche la possibilità diottenere un sistema propulsivo non a reazione, e una quantità di altre cose utili come ambienti a gravità sintetica nellospazio, ambienti a gravità zero sulla terra, veicoli terrestri senza ruote, e così via.

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Analogamente alla propulsione super-relativistica, anche questo argomento è al livello della speculazione confinantecon la scienza. In questo caso però, a differenza del precedente, non c’è nulla nelle conoscenze scientifiche attuali cheaffermi l’impossibilità di manipolare la forza di gravità.Non solo. Siamo ormai relativamente sicuri che gravità ed elettromagnetismo sono fenomeni correlati. La nostra capacitàdi controllo sui fenomeni elettromagnetici è considerevole, quindi è ragionevole presumere che tale correlazionepotrebbe un giorno portare ad utilizzare il controllo dell’elettromagnetismo come mezzo indiretto di controllo sullagravità. Le connessioni tra i due fenomeni sono ampiamente illustrate nella Teoria Generale della Relatività di Einstein,o Relatività Generale. Teorie più recenti, provenienti dalla Meccanica Quantistica, sembrano collegare la gravità el’inerzia ad entità chiamate "fluttuazioni del vuoto". L’argomento è attualmente materia di studio nell’ambito del NASABreakthrough Propulsion Physics Program.

3. Sorgente di energiaPer alimentare i propulsori e i generatori di gravità della nostra ipotetica astronave, occorre una sorgente di energiaestremamente efficiente e sufficientemente potente. I reattori a fusione nucleare, ancora in fase di sperimentazione,potrebbero essere buoni candidati. Ancora di più potrebbero esserlo ipotetici reattori materia – antimateria.L’antimateria è qualcosa di assolutamente reale. Si tratta di materia con carica elettrica invertita (anti-elettroni o positronicon carica positiva, anti-protoni con carica negativa, e così via). Accade che, se una particella collide con la suacorrispondente antiparticella, avviene un fenomeno detto di annichilazione, in cui entrambe le particelle si tramutano inenergia, seguendo la nota legge di equivalenza di Einstein, E=mc2, dove c è la velocità della luce, m è la massa ed E èl’energia. Per comprendere l’efficienza di tale processo di produzione di energia, basta considerare che, per generare i70 miliardi di miliardi di Joule sopra menzionati basterebbe annichilire 389 chilogrammi di materia con 389 diantimateria.Positroni, anti-protoni e altre antiparticelle sono normalmente prodotte dagli acceleratori presso laboratori come il CERN,e possono essere intrappolate ed immagazzinate per tempi relativamente lunghi. Nel 1997 è stato prodottoartificialmente, per la prima volta, un atomo di anti-idrogeno. Sono attualmente in fase di studio applicazioni mediche esistemi di propulsione basati sull’uso di antimateria, nonché contenitori portatili per il suo trasporto.Il grosso problema sta nei costi e nell’efficienza degli odierni sistemi di produzione. Attualmente, il costo per laproduzione di un milligrammo di antimateria si aggira attorno ai 100 miliardi di dollari. Per poter prendere inconsiderazione eventuali applicazioni commerciali, questo costo dovrebbe almeno essere ridotto di un fattore 10.000.Non solo, ma attualmente il processo di generazione richiede più energia di quanta se ne possa ottenere dall’antimateriaprodotta. Le applicazioni pratiche come nuova sorgente di energia sono quindi ancora lontane. ����� ������ � ��� �� �

Parte IIAlcune idee basate su ciò che conosc iamo

Ci occuperemo ora di dare una breve descrizione di alcune idee, emerse nel corso della seconda metà di questo secolo,circa la possibilità di viaggi interstellari. Queste idee sono basate su conoscenze scientifiche già acquisite e consolidate.

1. Progetto ORION (anni ’50 e ‘60) – Uso di bombe nucleari come sistema di propulsioneCirca 5 bombe nucleari al secondo verrebbero sganciate dalla poppa del veicolo e fatte esplodere per ottenerela propulsione. Un enorme scudo dovrebbe proteggere la nave ed assorbire la spinta. Esperimenti condotti conesplosivi convenzionali furono condotti per dimostrare la fattibilità di tale sistema. Sebbene questo propulsorefosse stato concepito per inviare una missione su Marte, fu anche preso in considerazione per l’invio di piccolesonde verso le stelle vicine. Il progetto fu terminato a causa del trattato sulla riduzione dei test nucleari stipulatonegli anni ’60.

2. Progetto DÆDALUS (anni ’70)Sul finire degli anni ’70 la British Interplanetary Society recuperò il metodo propulsivo del progetto ORION,ridimensionandolo ad un livello più ragionevole, ed orientandolo esclusivamente verso applicazioni in spazioesterno. Il progetto DÆDALUS fu finalizzato all’invio di una sonda verso la Stella di Barnard (6 anni luce didistanza dalla Terra), con un viaggio della durata di 50 anni. Esso avrebbe dovuto impiegare micro – detonazioninucleari a fusione, ottenute da un isotopo appropriato recuperabile dall’atmosfera del pianeta Giove, che lasonda avrebbe incrociato lungo la sua rotta di fuoriuscita dal Sistema Solare.

3. Reattore interstellare di Bussard (anni ’60)L’idea, introdotta negli anni ’60, si basa sul principio di recuperare il propellente lungo il cammino, piuttosto chetrasportarlo all’interno dell’astronave. Catturando i protoni isolati che fluttuano nello spazio interstellare, ed inqualche modo utilizzandoli in un processo di fusione nucleare, si dovrebbe poter ottenere una propulsione.Un’ampia serie di limitazioni, purtroppo, rendono questa idea difficilmente realizzabile: la difficoltà di catturare unnumero sufficiente di protoni, e il problema di attivare con questi protoni una reazione nucleare, sono solo le duepiù evidenti.

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4. Vela laser interstellare di Robert Forward (anni ’80)Le vele elettromagnetiche sono un’altra possibilità. La luce, teoricamente, può sostituire i propulsori a reazione:quando la luce colpisce un oggetto, essa esercita sull’oggetto una spinta, anche se molto piccola (dettapressione di radiazione). Usando sorgenti luminose molto intense su superfici molto ampie, le forze diventanoapprezzabili. Robert Forward ha proposto di utilizzare un laser da 10 milioni di miliardi di watt di potenza, con cuiilluminare una vela di un migliaio di chilometri di diametro, passando attraverso una lente di Fresnel delle stessedimensioni. Con questi numeri, è stata dichiarata la possibilità di inviare un veicolo di un centinaio di tonnellatedotato di equipaggio verso la stella più vicina, con un viaggio della durata di soli 10 anni. Il problema principale,ovviamente, consiste nella reperibilità di un laser da 10 milioni di gigawatt. Questo livello di potenza è, infatti,10.000 volte più grande della potenza attualmente consumata su tutto il pianeta Terra. A causa di ciò, Forwardha ridimensionato il concetto verso livelli più ragionevoli. La potenza del laser è scesa a 10 gigawatt, e il veicolosi è ridotto ad una fragile ragnatela di fili del peso di 16 grammi e del diametro di un chilometro. Tutti i dispositivied i sensori del veicolo sono integrati all’interno della ragnatela. Esistono molte altre idee basate sull’uso dionde elettromagnetiche come mezzo propulsivo. Molto lavoro è però ancora necessario prima di poterraggiungere qualche risultato pratico apprezzabile.

5. Progetto ICAN-II di Gerald Smith (anni ’90) - Veicolo a propulsione catalizzata con antimateriaMissioni ad alta velocità con equipaggio verso i pianeti del Sistema Solare, oppure missioni con sondeautomatiche verso le stelle vicine, potrebbero essere compiute grazie al progetto Ion Compressed AntimatterNuclear (ICAN-II) engine, sviluppato alla Pennsylvania State University. Questo propulsore dovrebbe utilizzareanti-protoni per fare implodere piccole capsule, contenenti combustibile per reazioni di fusione nucleare nel loronucleo. La spinta dovrebbe essere prodotta dalla successione delle piccole detonazioni nucleari generate dallecapsule. Un massiccio scudo dovrebbe proteggere la nave e assorbire la spinta. Questo sistema non cipermetterà di spostarci ovunque con velocità prossime a quella della luce, almeno non prima di qualchedecennio, ma potrebbe rendere i nostri viaggi all’interno del Sistema Solare molto più rapidi.

Alcune idee basate su ciò che vorremmo conoscere

Ci occuperemo ora di dare una breve descrizione di alcune altre idee, anch’esse emerse nel corso della seconda metàdi questo secolo, circa la possibilità di viaggi interstellari. Queste idee sono basate sia su conoscenze scientifiche giàacquisite, sia su alcune possibilità suggerite da conoscenze attuali e da nuove teorie ancora da verificare.

1. Viagg i att raverso i wormholeSebbene la Relatività Speciale sembri proibire agli oggetti di muoversi nello spazio-tempo a velocità superiori aquella della luce, è noto che lo spazio-tempo stesso può essere curvato e distorto. Sono necessarie quantitàenormi di materia e di energia per produrre tali distorsioni, le quali però, almeno teoricamente, sono possibili.Usando un’analogia: anche se esistesse un limite alla velocità con cui una matita può muoversi su di un foglio dicarta, il movimento o il piegamento del foglio sarebbero comunque una questione diversa. Nel caso deiwormhole, (o stargate, nel linguaggio della fantascienza) si produce una scorciatoia curvando lo spazio(piegando la carta) per collegare due punti inizialmente separati. Queste teorie sono troppo nuove per poteressere sia confutate che dimostrate valide. Non solo, ma il concetto di wormhole fa emergere il problema delparadosso dei viaggi nel tempo.

1. Ecco un modo per costruire un wormhole: prima di tutto, occorre una certa quantità di materia super-densa,come quella di cui sono costituite le stelle di neutroni. Ne serve una quantità tale da poter realizzare due anellidelle dimensioni dell’orbita terrestre attorno al Sole, posti in corrispondenza di ciascuna delle due estremità delwormhole che si vuole realizzare. Infine, occorre portare i due anelli ad un potenziale elettrico elevatissimo efarli ruotare entrambi a velocità prossime a quella della luce. Naturalmente, anche se teoricamente possibile,questo metodo risulta del tutto impraticabile. In ogni caso, esistono altre idee, basate sul concetto di "energianegativa", secondo le quali esisterebbero possibilità molto più abbordabili per creare e mantenere aperto unwormhole.

2. La Warp Drive di AlcubierreSebbene la Relatività Speciale sembri proibire agli oggetti di spostarsi nello spazio-tempo a velocità superiori aquella della luce, ancora non si sa quanto velocemente lo spazio-tempo stesso possa muoversi. Usandoun’analogia, consideriamo un passeggero che si trovi su di un tapis-roulant all’interno di un aeroporto. La WarpDrive di Alcubierre sfrutta un principio simile a quel tapis-roulant: sebbene possa esistere un limite alla velocitàalla quale il passeggero può camminare sul pavimento, cosa succede se il passeggero si trova su di una sezionemobile del pavimento (analoga ad una sezione mobile dello spazio-tempo) che si sposta più velocemente diquanto egli possa muoversi? Nel caso della Warp Drive di Alcubierre, la sezione mobile dello spazio-tempodovrebbe essere creata espandendo lo spazio-tempo dietro alla nave, e contraendolo davanti ad essa. L’idea diespandere lo spazio-tempo non è nuova. Secondo la prospettiva adottata dal modello detto "UniversoInflazionistico", per esempio, si pensa che lo spazio-tempo si sia espanso con velocità maggiore di quella dellaluce, durante i primi istanti del Big Bang. Se questo fosse vero, allora lo spazio-tempo potrebbe espandersialtrettanto velocemente durante la nostra Warp Drive. Anche queste teorie, sfortunatamente, sono troppo nuoveper poter essere sia confutate che dimostrate valide.

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Un sistema di propulsione di questo tipo dovrebbe essere realizzato in questo modo: per prima cosa, occorre uncampo estremamente intenso di "energia negativa" avvolto a forma di anello attorno alla nave. La possibilità omeno di esistenza di questa "energia negativa" è tuttora argomento di dibattito tra i fisici: la fisica classica tendedecisamente ad un "no", mentre la fisica quantistica è più incline ad un "forse sì". Secondo, è necessario unsistema per controllare il fenomeno, per poterlo attivare e disattivare a piacimento: questo è un punto piuttostocomplesso, poiché l’effetto di distorsione dello spazio-tempo è separato dalla nave. Terzo, si deve presumereche l’intera distorsione si muova in effetti più velocemente della luce, e questo è finora del tutto ignoto. Quarto,anche questo concetto implica paradossi temporali analoghi a quelli legati al concetto di wormhole.

3. Propulsione tramite massa negativaÈ stato dimostrato come sia teoricamente possibile creare un effetto propulsivo continuo tramite lagiustapposizione di massa negativa e positiva, e come questo schema non violi i principi di conservazione delmomento e dell’energia. Un’ipotesi cruciale per il successo di questo concetto è che la massa negativa debbapossedere inerzia negativa. L’interazione combinata fra la massa positiva e quella negativa determinaun’accelerazione di entrambe le masse nella stessa direzione. Questo concetto risale almeno al 1957, quandoemerse nell’ambito dell’analisi condotta da Bondi sulle proprietà di un’ipotetica massa negativa, ed è statoripreso da Winterberg e Forward negli anni ’80, nel contesto di studi su possibili mezzi di propulsione.Relativamente alla fisica della massa negativa, non è noto questa possa esistere o meno, e non è nemmenonoto se essa sia anche solo teoricamente ammissibile. Tuttavia, sono stati suggeriti metodi per rilevare provedella sua eventuale esistenza, nell’ambito della ricerca di indizi astronomici sulla presenza di wormhole naturali..

4. Le ipotetiche "propulsioni spaziali" di MillisUna "propulsione spaziale" può essere definita come una forma idealizzata di propulsione, nella quale leproprietà fondamentali della materia e dello spazio-tempo vengono sfruttate per creare forze di spinta ovunqueoccorrano, senza dover trasportare ed espellere massa (come si fa per le propulsioni a reazione). La possibilitàdi realizzare ciò rivoluzionerebbe completamente il concetto di viaggio spaziale, poiché eliminerebbe lanecessità di propellente. Una varietà di ipotetiche propulsioni spaziali sono state concepite ed analizzate daMillis, allo scopo di identificare i problemi specifici che dovrebbero essere risolti per rendere plausibili talimodelli. Occorre sottolineare come questi concetti non siano altro che costrutti puramente ipotetici, finalizzati adillustrare tutte le sfide che ci rimangono da affrontare. Prima che una qualunque delle ipotesi di Millis diventirealtà, occorre scoprire un metodo tramite il quale un veicolo possa creare e controllare un campo esternoasimmetrico di forze, agenti sul veicolo stesso, senza dover espellere propellente. Tale metodo dovrebbe inoltresoddisfare le leggi di conservazione.

Vela Differenziale. Analoga al principio del radiometro ideale. Esiste una netta differenza nella pressione diradiazione tra il lato di una superficie che assorbe e quello che riflette. Si assume che lo spazio contenga unaqualche forma di medium isotropo di fondo (tipo le "fluttuazioni nel vuoto" o la Radiazione Cosmica di Fondo)che costantemente interagisce con entrambi i lati della vela.

Vela a Diodo. Analoga al diodo o allo specchio a senso unico. La radiazione spaziale passa in una direzione esi riflette dall’altra, creando una netta differenza nella pressione di radiazione.

Vela ad Induzione. Analoga alla creazione di un gradiente (variazione nello spazio) di pressione in un fluido. Ladensità di energia (energia per unità di volume) della radiazione spaziale viene aumentata dietro alla vela, ediminuita davanti, al fine di creare una differenza nella pressione di radiazione attraverso la vela.

Propulsione Diametrale. Questo concetto prende in considerazione la possibilità di creare localmente ungradiente su di una proprietà di base dello spazio (come ad esempio il potenziale gravitazionale), tramite lagiustapposizione di sorgenti di campo diametralmente opposte attraverso il veicolo. Tale schema risultadirettamente analogo alla propulsione con massa negativa. La Propulsione Diametrale può anche essereconsiderata analoga alla creazione di una zona di pressione e una di depressione nel medium di fondo, cosìcome viene suggerito tramite la Vela ad Induzione.

Propulsione a Gradiente. Questo concetto racchiude la possibilità di indurre attraverso il veicolo, in qualchemodo, un gradiente su di un potenziale scalare, il quale genererebbe forze di spinta. Al contrario dellaPropulsione Diametrale, si ipotizza che tale gradiente risulti realizzabile senza l’ausilio di coppie di sorgenti dicampo. Non è ancora noto se e come tale effetto possa essere creato.

Propulsione a Tensione. Questo concetto si basa sulla possibilità di alterare le proprietà dello spazio, come adesempio la costante gravitazionale di Newton, per creare un gradiente propulsivo localizzato. Modificando lacostante gravitazionale per ottenere una tensione asimmetrica localizzata, verrebbe prodotto un gradiente localesimile a quello del meccanismo della Propulsione a Gradiente.

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Propulsione a Disgiunzione. Questo concetto si basa sulla possibilità di separare la sorgente di un campo daciò che reagisce al campo stesso. Separando le due entità nello spazio, il reagente andrebbe a posizionarsi inun punto dove il campo ha una variazione (gradiente), producendo quindi forze di reazione tra la sorgente ed ilreagente stesso. Sebbene i dati a nostra disposizione sembrino affermare l’inseparabilità delle tre entitàsorgente, reagente e massa inerziale, eventuali future prove del contrario determinerebbero implicazionirivoluzionarie nel campo dei mezzi di propulsione.

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Parte IIIAlcune nuove poss ibili tà

Ci occuperemo ora di illustrare alcune nuove interessanti possibilità, emerse nel corso degli anni, che potrebbero infuturo costituire la base per lo sviluppo di nuove teorie scientifiche e, di conseguenza, di nuove tecnologie, tra le quali,forse, la nostra Warp Drive.

1. Alcune novità intriganti dalla fisicaLa scienza e la tecnologia continuano ad evolvere. Solo negli ultimi anni si sono verificati nuovi ed intrigantisviluppi, ampiamente illustrati dalla letteratura scientifica. Sebbene sia troppo presto per stabilire se qualcuna diqueste novità possa portare ai progressi desiderati nel campo dei sistemi di propulsione, sicuramente essecostituiscono una importante collezione di indizi del tutto inesistente sino a pochi anni orsono. Ecco unafotografia di alcune di questi elementi innovativi, aggiunti al nostro bagaglio di conoscenze durante l’ultimodecennio:

1988; Morris e Thorne: Teorie e valutazioni sull’uso di wormhole per viaggi a velocità superiori a quella dellaluce.

1988; Herbert: Pubblicazione che mette in evidenza quegli spiragli nella fisica che suggeriscono la possibilità delsuperamento della velocità della luce.

1989; Puthoff: Teoria che estende il lavoro di Sakharov del 1968, per suggerire come la gravità possa essere uneffetto conseguente alle fluttuazioni elettromagnetiche di punto zero nel vuoto.

1992; Podkletnov e Nieminen: Relazione su esperimenti con superconduttori, che evidenziano risultati anomali –Prova di un possibile effetto di schermatura della forza gravitazionale.

1994; Haisch, Rueda e Puthoff: Teoria che suggerisce come l’inerzia possa essere vista come effettoconseguente alle fluttuazioni elettromagnetiche di punto zero del vuoto.

1994; Alcubierre: Teoria relativa ad un modello di "warp drive" consistente con la Relatività Generale.

1996; Eberlein: Teoria che suggerisce come l’effetto di sonoluminescenza osservabile in laboratorio possaessere spiegato tramite l’estrazione di fotoni virtuali dalle fluttuazioni elettromagnetiche di punto zero.

2. Alcune ricerche preliminari nel campo d ella propulsioneDi seguito forniremo alcune brevi note circa alcune idee emergenti, correlate in qualche modo con l’obbiettivodella realizzazione pratica di viaggi interstellari: esse riguardano il controllo delle forze gravitazionali o inerziali,gli spostamenti a velocità superiori a quella della luce, e l’utilizzo dell’energia naturale presente nel vuoto.Sebbene la fisica non sia progredita fino al punto in cui le "propulsioni spaziali" o le "propulsioni a curvatura"possano passare allo stadio di ingegnerizzazione, alcuni ricercatori, nell’ambito della comunità aerospaziale maanche altrove, sembrano tenere costantemente in considerazione questi ed altri nuovi indizi emergenti. Lamaggior parte del lavoro svolto in questo campo è stato alimentato esclusivamente dall’entusiasmo, dal talento edall’immaginazione di questi ricercatori. Solo occasionalmente è stato fornito un supporto anche dalleorganizzazioni alle quali essi appartengono.

Indagini e convegni

1972; Mead. Jr.: Identificazione ed accertamenti relativi a concetti avanzati di propulsione.

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1982; Garrison, et al.: Accertamenti relativi a propulsioni con prestazioni ultra elevate.

1986; Forward: Accertamenti sulla fattibilità tecnologica dei viaggi interstellari.

1990; Centro Ricerche NASA di Lewis: Simposio "Vision-21: Space Travel for the Next Millennium".

1990; British Aerospace Co.: Convegno per rivisitare la teoria e le implicazioni del controllo della gravità.

1990; Cravens: Accertamenti relativi a teorie alternative sull’elettromagnetismo e la gravità a scopi propulsivi.

1991; Forward: Accertamenti relativi a concetti avanzati di propulsione.

1994; Bennet, et al.: Convegno NASA sulla teoria e le implicazioni dei viaggi a velocità superiori a quella dellaluce.

1994; Belbruno: Conferenza "Practical Robotic Interstellar Flight: Are We Ready?".

1995; Hujsak & Hujsak: Fondazione della "Interstellar Propulsion Society".

Teorie

1984; Forward: Progetto concettuale di una "batteria a fluttuazioni del vuoto" per estrarre energia dallefluttuazioni elettromagnetiche del vuoto, basata sull’effetto Casimir (predetto nel 1948 e dimostratosperimentalmente da Sparnaay nel 1958).

1988; Forward: Ulteriori accertamenti sulla teoria formulata nel 1957 da Bondi riguardante l’ipotesi di massanegativa e le relative implicazioni a scopo propulsivo.

1989; Winterberg: Ulteriori accertamenti sulla teoria di Bondi sulla massa negativa.

1994; Cramer, et al.: Identificazione delle caratteristiche dei wormhole naturali con ingressi a massa negativa,che potrebbero essere rilevabili utilizzando gli attuali mezzi di osservazione astronomica.

1996; Millis: Identificazione dei restanti sviluppi teorici richiesti per rendere possibile le "propulsioni spaziali", epresentazione di sette diversi ipotetici concetti di "propulsione spaziale".

Esperimenti

1991; Talley: Test relativi all’effetto "Biefeld-Brown" - risultati negativi.

1995; Millis & Williamson: Test relativi al presunto effetto di accoppiamento gravità - elettromagnetismodichiarato da Hooper - risultati negativi.

1995; Schlicher: Prove sperimentali relative ad una possibilità di spinta ottenuta dai "Campi Asimmetrici diInduzione Magnetica" - risultati non confermati.

1996; Forward: Proposte di esperimenti per la verifica delle teorie relative alle fluttuazioni del vuoto, e di altreteorie riguardanti la modificazione della massa.

3. Relatività Generale: le teorie della Grande UnificazioneLe forze presenti nel nostro Universo, cioè quelle entità che producono trasformazioni, interazioni e mutamenti,rientrano tutte in quattro grandi categorie, quattro forze fondamentali: la forza di gravità, la forzaelettromagnetica, la forza nucleare debole e la forza nucleare forte. Da molti anni, uno dei problemi principali dimolti ricercatori consiste nella formulazione di un’unica Grande Teoria Unificata che assommi le quattro forze inun’unica entità fondamentale, all’interno di un unico modello che da solo descriva tutti i fenomeni dell’Universo.La Relatività Generale spiega come gravità ed elettromagnetismo siano connessi. Nel formalismo della teoriaquesto accoppiamento è descritto in termini di come la massa curva lo spazio-tempo, rispetto a quale campoelettromagnetico viene misurato. Per semplificare, la conseguenza di ciò è che la gravità appare deviare espostare verso il rosso la luce, nonché rallentare il tempo. Tali osservazioni ed il formalismo relativistico che ledescrive sono stati verificati sperimentalmente. Sebbene gli effetti della gravità sull’elettromagnetismo e sullospazio-tempo siano stati dimostrati, la possibilità inversa, ossia l’uso dell’elettromagnetismo per influenzare lagravità, l’inerzia o lo spazio-tempo, è tuttora nel campo dell’ignoto.L’approccio più diffuso per ottenere una migliore comprensione delle connessioni tra le quattro forze

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fondamentali consiste nell’utilizzo di collisioni tra particelle altamente energetiche. Ad esempio, i ricercatorihanno messo in evidenza lo stretto legame fra la forza nucleare debole e quella elettromagnetica, utilizzandoproprio collisioni tra particelle subatomiche, scoprendo in tal modo la cosiddetta forza elettrodebole. Aumentandol’energia delle collisioni, si è poi individuato il legame tra questa nuova forza e la forza nucleare forte. Così, diquesto passo, aumentando ancora di più l’energia, forse potremo comprendere anche la forza di gravità.Sfortunatamente, l’energia di collisione richiesta in questo caso è attualmente al di fuori della nostra capacitàtecnologica.

4. Fisica Quantistica: le Fluttuazioni del Vuoto e l’effetto CasimirEnergia di Punto Zero (ZPE), o energia delle fluttuazioni del vuoto, sono termini usati per descrivere leoscillazioni elettromagnetiche casuali che rimangono nel vuoto, una volta rimosse tutte le altre forme di energia.Se si rimuove tutta l’energia da uno spazio, cioè tutta la materia, tutto il calore, tutta la luce, e così via, si ha checomunque, alla fine, sussiste ancora una certa energia residua, impossibile da eliminare. Un modo per spiegarequesto fenomeno proviene dal Principio di Indeterminazione della fisica quantistica, che implica l’impossibilità diavere uno stato ad energia zero.Per le onde luminose nello spazio vale lo stesso principio. Per ogni possibile colore della luce (frequenzadell’onda elettromagnetica), incluse tutte quelle che non riusciamo a vedere (onde radio, microonde, infrarossi,ultravioletti, raggi X, raggi γ ), esiste una certo livello residuo di "non-zero". Sommando tutte le energie residueper tutte le possibili frequenze, ciò che si ottiene è una quantità totale gigantesca, nel campo tra 1036 e 1070

Joule per ogni metro cubo di spazio, cioè "un numero con 46 zeri" di volte il consumo energetico dell’Italia in unmiliardo di anni, in un solo metro cubo! In termini semplicistici, è stato affermato che c’è abbastanza energia nelvolume di una tazzina da caffè per evaporare tutti gli oceani della terra. Per un certo periodo molti fisici hannoritenuto questo concetto troppo duro da digerire. Oggi, l’idea di energia di punto zero è largamente accettata.Esistono prove che dimostrano l’esistenza della ZPE. Prevista per la prima volta nel 1948, essa è stataconnessa con numerose osservazioni sperimentali. Gli esempi includono l’effetto Casimir, le forze di Van DerWaal, lo spostamento di Lamb-Retherford, le spiegazioni dello spettro della radiazione di corpo nero di Planck, lastabilità dello stato finale dell’atomo di idrogeno dopo collassi radiativi, e l’effetto inibitorio o incrementale dellecavità nei confronti dell’emissione spontanea degli atomi eccitati.La cosa che può stupire è come una quantità così grande di energia sia così difficile da notare. Ciò dipende dalfatto che essa è essenzialmente il nostro punto di riferimento, il nostro "zero". Per fare un esempio, immaginiamodi vivere su di un largo altipiano a 1000 metri di quota, così largo da impedire di renderci conto dell’altitudine allaquale ci troviamo. Dal nostro punto di vista, il suolo sta ad altitudine zero. Finché non si raggiungono i confini diquesto altipiano, non si corre il rischio di precipitare giù, e non si può capire che il nostro zero sta in realtà a1000 metri.

L’Effetto Casimir . La prova più diretta dell’esistenza della ZPE è l’effetto Casimir. Prendendo due laminemetalliche e mettendole abbastanza vicine, nel vuoto, la ZPE le spingerebbe l’una contro l’altra. Ciò avvieneperché tutte le onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda troppo ampia per stare tra le due lamine vengonobloccate. Quindi, avendo più radiazione, quindi più pressione di radiazione, all’esterno delle lamine che nonnello spazio fra le due, le due lamine saranno avvicinate dalla differenza di spinta. L’effetto è stato dimostratosperimentalmente.

La ZPE può essere sfruttata? La cosa è molto dubbia, ed inoltre sono ignoti gli effetti secondari di un suoeventuale sfruttamento. Occorre ricordare che la ZPE è il nostro livello energetico più basso: per poterlosfruttare, sarebbe presumibilmente necessario porsi ad un livello ancora più basso. Metodi teorici sono statisuggeriti per utilizzare l’effetto Casimir come fonte di energia (sfruttando la spinta sulle due superfici), poiché lospazio all’interno della cavità di Casimir (tra le lamine) può essere interpretato come zona ad energia più bassadella ZPE. Tali concetti sono però ancora semplici esercizi teorici.Relativamente alle implicazioni della ZPE in campo propulsivo, ci sono teorie sviluppate da Haisch, Rueda ePuthoff secondo le quali la ZPE sarebbe la causa dell’inerzia e della gravità. Queste teorie della gravitazionesono tuttora in fase di discussione. Anche se fossero corrette, nella loro forma attuale non fornirebbero unmezzo per utilizzare le onde elettromagnetiche per indurre forze propulsive. Millis ha inoltre suggerito chequalunque interazione asimmetrica con la ZPE può produrre propulsione.

5. Il convegno del 1994 sui viagg i a velocità superiori a quella della luceNel maggio del 1994 Gary Bennett del NASA Headquarters (ora in pensione), riunì un convegno per esaminarele nuove teorie emergenti della fisica, e tutti gli argomenti correlati con i viaggi a velocità superiore a quella dellaluce. Il convegno fu eufemisticamente intitolato "Advanced Quantum/Relativity Theory Propulsion Workshop",ovvero "Convegno sulle teorie quanto-relativistiche avanzate della propulsione", e fu tenuto al prestigioso NASAJet Propulsion Lab. Il convegno esaminò le teorie dei wormhole e dei tachioni, l’effetto Casimir, i paradossiquantici, e la fisica dell’universo multidimensionale. I partecipanti giunsero alla conclusione che esistonoabbastanza vie inesplorate da suggerire e stimolare ricerche future, nonostante i viaggi a velocità superiori aquella della luce siano ancora oltre le possibilità della scienza, almeno di quella "ufficiale". Alcune di queste vieincludono la ricerca di prove astronomiche dell’esistenza dei wormhole e dei wormhole con ingressi a massa

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negativa (ricerca attualmente in corso), verifiche sperimentali sull’eventualità che la velocità della luce possaessere superiore entro una cavità di Casimir, e verifiche sul fatto che dati recenti, i quali paiono mostrare come ilneutrino abbia massa immaginaria, possano essere credibilmente interpretati come prova di proprietàtachioniche, dove con tachione si intende una categoria ipotetica di particelle con velocità superiori a quelladella luce.

6. I tachioniCon il termine tachioni si indica una particolare classe di ipotetiche particelle con velocità superiori a quella dellaluce. Queste entità esistono per ora unicamente entro alcuni modelli teorici, peraltro ancora in discussione, enon ci sono a tutt’oggi significative evidenze sperimentali circa la loro effettiva esistenza. La Teoria dellaRelatività è un modello molto complesso che ci spiega perché l’universo ci appaia in un certo modo. Essa sipone in un’ottica, appunto, "relativa", cioè si mette dalla parte di un generico osservatore ed illustra le ragioni perle quali quest’ultimo esperisce determinati fenomeni (le dimensioni che appaiono rimpicciolirsi, la massa cheappare aumentare, il tempo che appare rallentare, al crescere della velocità "relativa" dell’oggetto osservato).Una delle proprietà dell’universo che emergono da questo modello è, appunto, il limite costituito dalla velocitàdella luce: possiamo solo avvicinarla, ma mai raggiungerla. In realtà la teoria non mette nessun limite "oltre",cioè, apparentemente, non esiste alcun divieto circa l’esistenza di oggetti con velocità sì diverse da quella dellaluce, ma superiori ad essa. Tali entità sembrano poter essere ammissibili ma, a causa della loro velocità,superiore a quella massima per lo scambio di "informazioni" fra gli oggetti, non possono essere direttamentepercepibili.

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Parte IVWarp Drive e UFO

Nei precedenti articoli abbiamo esplorato numerose opportunità offerte dalla fisica moderna, relative alla realizzabilità,anche solo teorica, della Warp Drive. La sintesi di tutto, in definitiva, può essere espressa dal seguente aforisma: poco,nelle attuali conoscenze scientifiche, sostiene la fattibilità delle propulsioni spaziali, ma nulla ne nega la possibilitàfutura. Da quello che ci è noto, l’universo, per ora, sembra essere stato "progettato" senza alcun divieto sia per i viaggi avelocità superiori a quella della luce, sia per quelli nel tempo.Come rientra l’ufologia in tutto questo? Chiunque affronti l’argomento UFO in modo serio e rigoroso sa benissimo che unincontro ravvicinato (IR, in gergo), a priori, può avere numerose spiegazioni. Si può trattare di un fenomeno raro, diorigine naturale od umana, o anche più comune, ma osservato nell’ambito di un contesto atipico oppure anomalo. Si puòtrattare di un fenomeno allucinatorio, o comunque spiegabile tramite disturbi e patologie della mente. Si può anchesemplicemente trattare di un inganno, più o meno ben architettato, motivato dalle ragioni più disparate. Ma può anchetrattarsi di un fenomeno provocato da tecnologie estremamente avanzate, di origine umana oppure aliena: in definitiva,progetti top secret, oppure manifestazioni di presenze extraterrestri.Il fenomeno UFO coinvolge tutto il pianeta, e le casistiche IR sono incredibilmente ricche e vaste. Una grossa fetta deifenomeni segnalati è spiegabile in modo rassicurante, attraverso fenomeni umani, naturali o psicologici, oppure si trattadi inganni o scherzi. Ma una parte, e non piccola, non riesce a trovare spiegazioni "tradizionali" che reggano.

Proviamo allora a fare congetture. Supponiamo che le ipotesi presentate nei precedenti articoli siano vere, in particolaresupponiamo che:

1. La gravità sia unificabile alle altre forze, nell’ambito di un unico modello universale.

2. La gravità e l’inerzia siano manipolabili attraverso campi elettromagnetici.

3. Massa ed energia negative esistano, oppure siano una "interpretazione fisica" di qualche modello di teoria a noiignoto, e soprattutto siano in qualche modo controllabili.

4. Il tessuto dello spazio-tempo possa essere alterato attraverso campi rotanti di energia negativa, in modo dapermettere spostamenti a velocità super-relativistiche.

5. Esista una qualche fonte di energia estremamente abbondante e compatta.

Un aspetto interessante dei casi IR considerati "inspiegabili" è come essi siano caratterizzati da elementi ricorrenti, dadettagli comuni che si ripetono in modo pressoché identico. In particolare, gli oggetti segnalati sembrano tutti possederele seguenti caratteristiche:

1. Sono caratterizzati da emanazioni energetiche di natura non identificabile, che circondano o rivestono lastruttura, o che sono localizzate in punti particolari della superficie esterna.

2. Si muovono sfuggendo ad ogni vincolo aerodinamico, e sono soggetti ad accelerazioni elevatissime,insopportabili per ogni organismo biologico e per ogni tipo di materiale conosciuto.

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3. Sono caratterizzati da intense emanazioni di campi elettromagnetici, soprattutto nella regione delle microonde,che provocano fenomeni di ionizzazione dell’atmosfera e di alterazione della flora e dei terreni.

4. Sono associati a fenomeni di alterazione della gravità e del tempo.

In sostanza, questi fenomeni IR risultano spiegabili ammettendo l’esistenza di una qualche tecnologia in grado dimanipolare la gravità, l’inerzia, lo spazio ed il tempo. Come abbiamo visto, la possibilità del raggiungimento di una taletecnologia è ben più che semplice fantascienza.Casistiche IR alla mano, prese tutte le precauzioni e tutta la cautela necessarie, sembra comunque che qualcuno nesappia molto di più sull’universo, rispetto a quanto noi ne possiamo sapere attraverso la nostra scienza ufficiale. Sequesto qualcuno provenga da questo mondo, o da altrove, è un’altra questione. Ma i tempi sembrano maturi per potervenire a conoscenza di ciò che finora è rimasto nascosto.����� ������ � ��� �� �

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VELOCITA’ SUPERLUMINALI A PRINCETON

(CNN, 20 Luglio 2000)

Generazioni di fisici hanno creduto che il limite della velocità della luce fosse intoccabile, maora un esperimento fatto a Princeton, nel New Jersey, ha dimostrato che un impulso di luce laserinviato attraverso dei vapori di cesio lascia la camera di prova persino prima di aver finito dientrarvi. L’impulso ha percorso una distanza 310 volte maggiore di quella che avrebbe copertase la camera di prova fosse stata vuota."Questo effetto non può essere usato per inviare informazioni indietro nel tempo", dice LijunWang, ricercatore dell ’Istituto privato NEC, "Tuttavia il nostro esperimento mostra che è falsal’affermazione che niente può viaggiare più velocemente della velocità della luce".La notizia dell ’esperimento di Wang, Kuzmich e Dogariu, ha generato una certa eccitazionenella piccola comunità internazionale di fisici ottici e teorici."Questo è un salto di qualità nel senso che la gente ha sempre pensato che fosse impossibile",dice R.Chiao, un fisico dell ’Università di California a Berkeley, non coinvolto nel lavoro, cheharaggiunto risultati simili usando campi elettrici.Nell ’ultimo esperimento i ricercatori del NEC hanno sviluppato un dispositivo che ha inviato unimpulso laser in una camera di vetro riempita con un vapore di atomi di cesio. I ricercatoridicono che questo dispositivo è una sorte di amplificatore di luce che puòspingere l’impulso inavanti.Precedentemente gli esperimenti erano stati fatti in modo tale che la luce sembrava raggiungerevelocità superluminali, ma la luce era distorta, facendo dubitare i ricercatori sul risultatoraggiunto.Invece nell ’ultimo esperimento l’impulso laser esce dalla camera con la stessa forma, ma conminore intensità, perché nella camera viene creata un’onda opposta che cancella partedell ’impulso in entrata.L’impulso può sembrare un fascio dritto ma effettivamente si comporta come onde di particelleluminose. La luce puòlasciare la camera prima di aver finito di entrarvi perché gli atomi di cesiocambiano le proprietà della luce stessa, costringendola a uscire prima che nel vuoto.L’orlo principale dell ’impulso di luce ha tutta l’informazione necessaria a produrre l’impulsoall ’altra estremità della camera, così che l’impulso intero non ha necessità di raggiungere lacamera per uscire dall ’altro lato.Wang dice che l’esperimento produce un impulso di luce del tutto identico a quello che esistenella camera e viaggia circa 18 metri prima che la parte principale dell ’impulso laser finisca dientrare nella camera.L’effetto è possibile solo perché la luce non ha massa; la stessa cosa non può avvenire conoggetti fisici.Il lavoro può contribuire allo sviluppo di computer più veloci che trasportino l’informazione inparticelle di luce.

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Da: Nembo Buldrini <[email protected]>A: Malgarini Franco Modesto <[email protected]>Data: domenica 22 aprile 2001 11.09Oggetto: Dispositivo di Todeschini

Carissimo Sig. Malgarini,finalmente sono riuscito a portare a termine il progetto del motore di Todeschini.Le invio alcune "foto" ritratte con la mia telecamera e la scheda di acquisizione video. Come avrà già avutomodo di apprezzare in una mia scorsa e-mail , esse sono di pessima qualità, ma purtroppo non possiedo unamacchina fotografica digitale. Il mio amico che di solito me la presta in queste occasioni è attualmente inviaggio all ’estero. Ad ogni mododovrebbe tornare tra circaunmese. Per allora spero di aver pronto unarticolocon anche la conclusione di tutte le prove effettuate con il dispositi vo.Come puòvedere la costruzione è piuttosto grezza, ma funzionale. Le due masse rotanti sonocostituite da duecubetti di piombo riversiti di adesivo epossidico. L’ingranaggio fisso è assicurato al corpo motore tramite unanello di acciaio incollato ad entrambe le parti con adesivo polimerico per acciaio. Il collegamento a T fral’albero del motore e l’alberino orizzontale che supporta le ruote mobili è effettuato con una vite e conabbondante adesivo polimerico per acciaio. La sostanza pastosa che si vede sugli ingranaggi è grassolubrificante. Ho già compiuto le prove preliminari, sospendendoil dispositi vo su di una rudimentale bilancia ditorsione per apprezzare l’eventuale spinta generata, alimentando il dispositi vo al 50-70% della potenzamassima. Le spinte rilevabili da questa bilancia sono grossomodo dell ’ordine del decimo di Newton, se nonminori. Per darle un’idea della sensibilit à, un tocco leggerissimo di un dito sul corpo motore del dispositi vo daorigine ad uno spostamento (rotazione del braccio della bilancia) inequivocabile.La potenza del dispositi vo è regolata da un variatore di velocità per motori in CC, cosa di cui si è già discusso.Una volta attivato e data potenza, il dispositi vo comincia a ruotare oscill andoun poco. Aumentando il regime,le oscill azioni diventano molto minori. Le vibrazioni sono comunque minori del previsto, anche al 70% dellapotenza massima, ed il rumore generato è piuttosto "soff ice", indice di un funzionamento piuttosto regolare.Purtroppo,comunque, il risultato è stato NEGATIVO. Nessunospostamento della bilancia di torsione. Ripeto,NESSUNO spostamento della bilancia di torsione.In seguito proverò ad eseguire delle prove col 100% della potenza, prendendo le dovute precauzioni, vista lapericolosità del dispositi vo.La terrò informato.

Cordialmente,Nembo Buldrini

-- Possibili Mondi Remotihttp://pmr.cjb.net

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Immagini allegate:

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Test sperimentali per lo studio dell’effetto Biefeld-Brown

N. Buldrini

E-mail: [email protected]

Introduzione

Nello sviluppo di sistemi propulsivi per l’astronautica, particolare attenzione va posta nell ’ottimizzazionedell ’utili zzo del propellente che, con il suo peso, contribuiscenonpoco ad incrementare il costo della missione.Indicedi questa ottimizzazione è l’impulso specifico, che si esprime in secondi ed indicaper quanto tempo unchilogrammo di propellente può fornire la spinta di un chilogrammo. I propulsori a ioni permettono diraggiungere valori dell ’impulso specifico di 5000secondi: un tempo del tutto rispettabile, se confrontato con i500 secondi tipici di un propulsore chimico.Nonostante ciò il propellente rimane in questi sistemi un componente indispensabile del processo propulsivoche deve essere trasportato insieme al carico utile.Molto interessante sarebbe lo sviluppo di sistemi propulsivi nei quali non sia necessario l’utili zzo dipropellente trasportato. Attualmente esistono allo studio vele solari e sistemi di propulsione laser, sistemi checome “propellente” utili zzano, rispettivamente, il vento solare e un fascio di luce laser proiettato da una baseremota. Questi metodi propulsivi sono molto interessanti, ma sono limitati dalla necessità di un “appoggioesterno” e non possono essere utili zzati in un ambiente interstellare lontano dal sole o da basi conl’installazione per la generazione del fascio laser.

L’effetto Biefeld-Brown

Nei primi anni 20, il Dr. Paul Biefeld e Thomas Townsend Brown scoprirono che caricando ad alta tensionedue elettrodi disposti secondo una configurazione asimmettrica si aveva la produzione di una spinta chetendeva a muovere il sistema di elettrodi rispetto al mezzo dielettrico ambientale. Nel 1965,Brown dichiaròche l’effetto persisteva anche effettuando gli esperimenti in una camera a vuoto (fino a 10-6 Torr). Per questovenne ipotizzato che l’effetto riscontrato fosse dovuto ad una qualche interazione tra elettromagnetismo egravitazione.In ogni caso è noto che l’effetto corona produceuna grande quantità di vento elettrico formato da ioni e neutri.La configurazione asimmetrica degli elettrodi fa si che il vento elettrico venga espulso secondouna direzionepreferenziale, generando una spinta nella direzione opposta. Se è vero che l’effetto Biefeld-Brown si produceanche nel vuoto, occorre eliminare in qualche modoil contributo dato dal vento elettrico, per poter evidenziarel’eventuale più interessante componente non convenzionale.

Allestimento ed esecuzione dell’esperimento

Il semplice esperimento qui descritto si propone di indagare la spinta prodotta da un dispositi vo costruitosecondo lo schema generale adottato da Brown, alloggiato in un involucro che eviti la fuoriuscita del ventoelettrico prodotto.Il dispositi vo in questione è costituito da un foglio di alluminio avvolto su un supporto di polistirolo (elettrodogrande), e da una strisciolina di 5 mm di altezza (elettrodopiccolo) fissata al primo elettrodocon due stecchinidi legno ad una distanza di 2 cm.L’involucro è un cubo di 34 cm di lato, costituito da un’impalcatura di polistirolo rivestita da pelli cola diplastica.Sono state effettuate due sessioni sperimentali per valutare la spinta prodotta dal dispositi vo:a) in assenza dell ’involucrob) con l’involucro

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L’alimentazione (circa 25 kv CC) è garantita da due sottili fili di rame smaltato.Il dispositi vo in configurazione a) viene sospeso su di un’asta bilanciata (fig. 2), capacedi rilevare variazioni dipeso dell ’ordine del decimo di grammo (spinte dell ’ordine del mN).Dando tensione si rileva un deciso spostamento dell ’asta secondo la direzione che va dall ’elettrodo grandeall ’elettrodo piccolo. Ponendonei pressi del dispositi vo in funzione una sorgente di fumo, si vede come questosia forzato a compiere un moto che lo spinge nella direzione opposta a quella della spinta. E’ facile valutare laproduzione di vento elettrico anche accostando una mano nella parte posteriore del dispositi vo.Ripetendo l’esperimento con la configurazione b) (fig. 3 e 4), non si rileva alcuno spostamento dell ’asta.Ponendouna sorgente di fumo all ’interno del cubosi vede come questo segua un percorso circolare, formandovortici.Lungi dall ’essere esaustivo, questo esperimento dimostra come la maggior componente della spinta prodotta daun dispositi vo costruito secondolo schema adottato da T. Brown sia data dall ’azione del vento elettrico. Nelcaso esista una componente nonconvenzionale, legata per esempio ad una interazione tra elettromagnetismo egravitazione, essa risulta essere estremamente debole. Esperimenti più precisi (ref. 5) effettuati con unaconfigurazione simile a b)1, nei quali si è fatto uso di apparecchiature di misurazione più sofisticate, hannoconfermato che la spinta non dovuta al vento elettrico, nel caso ci fosse, dovrebbe essere inferiore a 0.01mNed almeno 5 ordini di grandezza inferiore a quella dovuta al vento elettrico.

References

1) Brown, T.T., “A Methodof and an Apparatusor Machine for Producing Forceor Motion”, Briti sh Patent Nr.300.311, 1928

2) Brown, T.T., “Electrokinetic Apparatus”, US Patent Nr. 3.187.206, 1965

3) Cravens, D., “Electric Propulsion Study”, Final Report for Air Force Astronautics Laboratory, AD-A227-121, 1990

4) Loeb, L.B., “Electric Coronas, their Basic Physical Mechanism”, University of Cali fornia Press, 1965

5) Tajmar, M., "Experimental Investigationof 5-D Divergent Currentsas a Gravity Electromagnetism CouplingConcept", in El-Genk, M.S., "Space Technology and Application International Forum-2000", AmericanInstitute of Physics, 2000

1 Dispositivo leggermente diverso, cubo in legno e dotato di gabbia di Faraday.

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Figura 1: Struttura del dispositivo

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Figura 2: Il dispositivo sulla bilancia

12 cm

7 cm

5 mm

5 cm

Elettrodo grande +

Elettrodo piccolo -

25 kV

Polistirolo

Peso: 2.5 g

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Figura 3: Dispositivo + Involucro______________

Figura 4: Fotografia dell’involucro con il dispositivo

Peso involucro: 9gPeso complessivo: 11.5g

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Velivoli a Forza Gravifuga

Petar Bosnic Petrus, novello Tesla, filosofo e inventore, nato nel 1948 in Croazia, è autore dinumerosi libri che trattano del sapere umano in modo anticonvenzionale. Ha scoperto lapossibilità di creare particellemolto più veloci della luce, ha progettato il reattorenucleospinaleele astronavi superluminali. Noi c’interesseremo in questo articolo del suo brevetto del 1989cheriguarda i velivoli a forza "gravifuga" che concerne una sorta di forza centrifuga creata dallarotazione in cui la gravità agisce come forza centripeta (gravipeta). La direzione della forzagravifuga è sempre opposta a quella della gravità. Il concetto di forza gravifuga è basato sullacomprensione di Newton della gravità come forza attrattiva, sulla legge di azione e reazione, esulla legge d’inerzia, ed è stata dedotta per mezzo degli strumenti matematici forniti dalla teoriadi Huygens della forzacentrifuga. Tralasceremo qui la trattazione geometricae matematicadelledirezioni in cui una forzaparticolare agisce durante un processo di rotazione e considereremo ilprodotto finale della teoria secondo la quale un velivolo gravifugo è un dispositivo in cui unanello di grande diametro ruota ad alta velocità finchè non levita nell ’atmosfera. L’asse dirotazione deve sempre essere coassiale con la direzione di azione della forza gravitazionale.

Il velivolo dovrebbe sollevarsi e levitare per mezzo della forza risultante dalla rotazionedell ’anello e dovrebbe essere attivo lungo l’asse di rotazione. Secondo le formule, un anello da 1a 20 metri di diametro, alla velocità di 7900 m/s, leviterebbe, e a velocità superiori sisolleverebbe. Un anello di suff iciente forza sarebbe capace di trasportare anche un carico utile.

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Un piccolo velivolo sperimentale (Fig.2); 1: anello; 1a: sezione che comprende il nucleo di ferro; 1b: massa di alluminio o

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rame; 1c: fibra di carbonio; 2: area dell ’involucro; 3: lamelle di ferro che formano il nucleo; 4: costruzione in fibra dicarbonio; 5: giroscopio stabili zzatore; 6: bobine.

Il diametro dell ’anello è di 1.06 metri. La forza gravifuga massima teoricamente possibile è 760 N. L’anello non ha unasse solido. Esso galleggia nel campo magnetico dell ’involucro. Per via del campo magnetico dell ’involucro, l’anello nonpuò toccare le pareti dell ’involucro. Il campo magnetico serve come un sistema magnetico senza attrito che si comportacome un maglev. Le bobine sono alimentate da una corrente elettrica trifase. Esse sono montate in modo tale dapermettere la creazione di un campo magnetico ruotante. Collegando le bobine al circuito elettrico, viene anche indotto uncampo magnetico opposto nella massa dell ’anello. Per effetto del campo magnetico l’anello si distacca dalle paretidell ’involucro su cui si riposava e incomincia a girare nella stessa direzione del campo magnetico dell ’involucro. Lavelocità dell ’anello dipende dalla velocità di rotazione del campo magnetico dell ’involucro, mentre la velocità di rotazionedel campo magnetico dipende dalla frequenza dell ’alimentatore elettrico. Si consiglia una frequenza tra 50 Hz e 530 KHz.L’involucro dovrebbe essere provvisto di 156 lamelle, cioè 156 poli elettromagnetici. Se un velivolo con un anello dialluminio viene equipaggiato con una batteria da 50 Ah che potrebbe fornire energia elettrica al dispositivo per almeno 2.5h (9.000 sec) e se l’elettricità da un impianto domestico viene usata per accelerare l’anello fino al momento in cui è capacedi accelerare verticalmente il velivolo di soli 0.1 m/sec2

(per evitare la resistenza dell ’aria negli strati bassi dell ’atmosfera), e se il velivolo inizia a usare energia dalla sua propriabatteria solo dopo il distacco dalla pista di lancio, si può ottenere un’accelerazione media di almeno 2.3 m/sec2, dopo9.000 secondi. Secondo la formula:

l = a t2/2 = 2.3 x 90002/2

il velivolo raggiungerà la distanza di 93.150 Km. Secondo la formula per calcolare la velocità finalev = at = 2.3 x 9000, esso si allontanerà dalla Terra alla velocità di 20.700 m/s.Usando un numero minimo di poli elettromagnetici, 9 per es., e volendo far levitare l’anello, bisogna fornire unafrequenza di 22.2 KHz in modo da farlo ruotare a 8000 m/sec. Diminuendo il peso dell ’anello del 10%, occorre unafrequenza di 7.9 KHz e in questo caso non è necessario un giroscopio ma solo un bilanciamento.L’anello diminuisce il suo peso solo quando la sua velocità eccede la velocità lineare della Terra alla latitudine geograficain cui viene effettuato l’esperimento. Alla latitudine di 30°, è 400 m/sec., alla latitudine di 45° è 338 m/sec.

Volendo utili zzare dei magneti permanenti per l’anello, si avrebbero di fatto due anelli magnetici di acciaio posizionati inmodo che i poli di fronte si respingano l’uno con l’altro. L’anello ruotante al fondo crea la forza gravifuga mentre la partesuperiore, stazionaria, orienta l’anello ruotante.

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Fig. 3. 1: anello ruotante completo (rotore); 1a: magneti permanenti usati per decelerare l’anello; 1b: strato di fibra di

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carbonio; 1c: elettromagneti che accelerano l’anello. Questi magneti non comprendono bobine, ma solo un involucrodiamagnetico attorno a una massa ferromagnetica; 1d: magnete permanente (anello) che aziona il velivolo; 2: paretedell ’involucro; 3: area dell ’involucro evacuata; 4: anello magnetico stazionario; 5: elettromagneti che decelerano l’anello;6: bobine degli elettromagneti; 7: struttura del velivolo con fibra di carbonio o alluminio; 8: batterie elettriche; 9: areautili zzabile.

Il vantaggio di tale velivolo è che non consuma energia quando rimane sospeso a una data altitudine, per via delmagnetismo rimanente degli anelli ruotante e statico, cioè per la loro forza repulsiva. Dovendo ridurre l’altitudine,l’energia cinetica dell ’anello ruotante si trasformerebbe in energia elettrica per mezzo dei magneti permanenti (1a) e dellebobine (6) e accumulata nelle batterie. L’energia elettrica sarebbe naturalmente anche utili zzata per l’accelerazione e ladecelerazione orizzontali . Ma per il movimento orizzontale può essere usato anche un combustibile tradizionale.

Tenendo in mente che quando rimane sospeso a una data altitudine, questo velivolo non dovrebbe consumare energia, sipotrebbe utili zzare come casa, hotel, ospedale, impianto industriale e osservatorio galleggianti.Piattaforme galleggianti di questo tipo potrebbero essere posizionate a una data altitudine sopra l’equatore o sopra i poli .

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IL PRINCIPIO DEL TORNADO

di Peter Bettels

Nel fenomeno del tornado, la legge di conservazione del momento angolare si applicaad una massa localizzatasul suo disco ruotante che è forzato da un’orbita esterna a una interna, essendo l’orbita più piccolacaratterizzata da una velocità orbitante in aumento, anche se la sua velocità angolare rimane costante.La formula per calcolare l’energia cinetica di una certa massa su questo disco ruotante,E = m/2 w2r2, mostra che l’energia aumenta esponenzialmente con la sua distanza dall ’asse di rotazione, oraggio r, e con la sua velocità di rotazione, o velocità angolare w. Ciò significache la velocità di rotazione e ladistanza del raggio sono inversamente proporzionali l’una con l’altra. Più grande è il raggio del tornado, piùpiccola è la velocità angolare necessaria ad arrivare allo stesso effetto, e viceversa.Un tornado ha masse d’aria nelle sue orbite esterne, lontane dal centro di rotazione, che hanno un’energiacinetica corrispondente alla loro velocità orbitale e alla loro distanza dall ’asse di rotazione. Queste masse diaria sono forzate in raggi di rotazione sempre più piccoli a causa della rotazione della forma a spirale deltornado.A causa della minima resistenza di flusso nell ’atmosfera, le masse d’aria sonospinte ad accelerare sempre più.PPoichéesse descrivono orbite con raggi sempre più corti sulla loro traiettoria verso l’interno, esse hannocontinuamente un’energia cineticamaggiore di quella che dovrebbe corrispondere ai raggi più piccoli , e questoeccesso di energia è convertito in velocità e pressione in aumento. Secondo la teoria della relatività, i cuiprincipi si riflettono nella formula E = mc2, la massa m e la velocità c sono reciprocamente intercambiabili .Ciò significa che la massa è sempre definita dalla sua velocità. Non ci sono masse assolute. La massa sembraassoluta solo sulla superficie della terra poiché qui essa ha la stessa velocità, la stessa direzione e lo stessomomento angolare. Se non ci sono masse assolute, ma la gravitazione si trova sempre relativa alla massa, nesegue che la gravitazione è relativa alla massa relativistica.Poiché le masse d’aria in un tornadosonoaccelerate esponenzialmente, esse aumentano in massa relativisticaequindi in gravità. Appena le correnti d’aria aumentano in velocità e il loro raggio di rotazione simultaneamentesi accorcia, l’accelerazione e quindi l’incremento nella massa non avvengono linearmente, ma piuttostoavvengono esponenzialmente. Come risultato viene creata una parete gravitazionale nella "proboscide" deltornado, che respinge il campo gravitazionale della terra. A causa della ridotta gravitazione dentro laproboscide, avviene un sollevamento dentro il tornado che produce il risucchio che può far girarevorticosamente oggetti anche grandi attraverso l’aria a causa dell ’assenza dell ’attrazione terrestre. L’aria sulterreno che ruota nella scia della proboscide sostiene anche la rotazione del tornado complessivo; essa spingein questo senso. Un tornado ha bisogno di un’alimentazione di energia nel suo stadio di nascita, che traedaiventi ascendenti e discendenti, come pure di una superficie terrestre senza attriti , aff inchè si formi un tornado.Se ha abbastanza energia e raggio ed ha creato abbastanza velocità angolare, agiscecome un motore proprio. Ilrisultato è che un tornado non è più a lungo una reazione al suo ambiente quando è nella sua fase piùdistruttiva; esso è prodotto nonpiù a lungo dai venti che lo circondano, ma piuttosto esso producetempeste diaccompagnamento. Il tornado ha il suo proprio impianto energetico, con un bilancio positi vo di energia; essoagisce da sé.Ciò causa centri a un punto particolare, soprattutto quandoabbastanza massa e rotazione formano un aumentoesponenziale nella massa relativistica che genera il suo proprio campo gravitazionale nel centro. A questopunto, l’energia di guida è acquistata dal sollevamento entro la proboscide.Anche i buchi neri produconola loro massiccia gravitazione secondoquesto principio; essi sonoquindi tornadicosmici. Viene misurata molta più gravitazione in essi di quella che dovrebbe essere proporzionalmentevisibile. Questo perché la gravitazione si sviluppa proporzionalmente alla massa relativistica e non alla massaassoluta.

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Fonte:http://digilander.iol.it/adamsky/spazio-tempo/libro/la%20mia.htm

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Ipotesi di lavoro per lo sviluppo della ricerca alternativa in Italia

Dall ’esperienza ricavata dalla produzione della rivista sperimentale "Altra Scienza", la quale ha avuto unnotevole successo nonostante i pochi mezzi disponibili , è stata pubblicata questa monografia con lo scopo diraggiungere tutte le persone che in Italia sono interessate alle seguenti tematiche:

� Energia libera e/o gratuita� nuovi sistemi propulsivi� protagonisti di ricerche e visioni del mondo alternative� sistemi avanzati di energia alternativa� energie sottili e/o eteriche� terapie mediche alternative

AssociazioneSi pensa di fondare un’associazione i cui soci in cambio del pagamento della quota sociale annuale di £100.000, riceveranno 6 numeri bimestrali della rivista e parteciperanno alle attività dell ’associazione i cui scopisaranno stabiliti da un proprio statuto. Occorrerà una sede e un segretario a tempo fisso.

RivistaSe la rivista aumenterà i suoi lettori si penserà in un secondomomento di pubblicarla in edicola con regolareregistrazione al tribunale e direttore iscritto all ’albo.

Laboratori di ricerca zonaliSe in una determinata zona geograficao grande città ci sarannopersone interessate alla ricercasperimentale, eper questo quali ficati, saranno messi in contatto e guidati nel lavoro di sperimentazione, coordinando lericerche in modo da distribuire la grossa mole di lavoro da fare.

Comitato di Controllo scientificamente rappresentativoSe ci si troverà davanti a risultati interessanti della ricerca, si cercherà di formare un comitato valido cheverifichi obiettivamente la veridicità dei risultati.

FinanziamentoOccorrerà trovare dei canali di finanziamento, oltre alle quote sociali , per esempio producendo orologiastronomici, bobine di Tesla, altri dispositi vi dimostrativi, progettare impianti energetici autosuff icienti percase di campagna o condomini di città, ecc.

BrevettiL’associazione, nella persona di uno o più soci esperti in questo campo, si tutelerà coi brevetti dei dispositi viinventati o messi a punto.

Catalogazione del materialeSarà necessaria un’approfondita ricerca bibliografica per catalogare il materiale e creare una banca dati adisposizione dei soci.

ConvegnoPiù avanti sarà possibile organizzare unconvegno su queste tematiche per dare pubblicità all ’associazione e perverificare lo stato della ricerca in Italia.

Associazioni internazionaliSarà necessario mantenere i contatti con tutte le organizzazioni internazionali che si occupano delle stessetematiche.

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Premio "Tesla"Concorso annuale a premi per ricercatori alternativi

QuestionarioSi prega di compilare il seguente questionario e rispedirlo al seguente indirizzo:

Franco Malgarini, Via di Boccea 302, 00167 Roma----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

QUESTIONARIO

NOME COGNOME

DATA DI NASCITA INDIRIZZO

TEL. FAX EMAIL

PROFESSIONE

TITOLO DI STUDIO

COMPETENZE SPECIFICHE (elettromagnetismo, chimica, elettronica, computer, ecc.)

SI ISCRIVEREBBE ALL’ASSOCIAZIONE ?

COLLABORAZIONE ALLA RIVISTA (articoli, traduzioni, ecc.)

RICERCA SPERIMENTALE

QUALIFICA PER FAR PARTE DEL COMITATO DI CONTROLLO

COME FINANZIEREBBE LA RICERCA ?

COMPETENZE PER RICHIEDERE BREVETTI

RICERCHE BIBLIOGRAFICHE

PARTECIPEREBBE AL CONVEGNO ?

E’ ISCRITTO AD ASSOCIAZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI ?

ORGANIZZAZIONE E SPONSORIZZAZIONE DEL PREMIO "TESLA"

ALTRI COMMENTI