Edilizia 7-2010

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Sergio Giglio: logistica, sinergia con i porti liguri

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Direttore responsabileGiuseppe De Petro

Direzione e RedazioneVia XXIV Maggio, 4 - Piacenza

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StampaLa Grafica - Piacenza

RegistrazioneTribunale di Piacenza n. 545 del 31/07/2000

Ai sensi e per gli effetti della legge 675/96 l’Editoredichiara che gli indirizzi utilizzati per l’invio inabbonamento postale provengono da pubblici registri,elenchi, atti, documenti concoscibili a chiunque e che iltrattamento dei dati non necessita del consensodell’interessato. Ciò nonostante in base all’art. 13dell’informativa il tirolare del trattamento ha diritto diopporsi all’utilizzo dei dati facendone espresso divietotramite comunicazione scritta da inviarsi alla sede di CPA

som

mario

focus

Edilizia scolastica e social housing per il rilancio pagina 5

i nostri servizi

Edilizia, imprese e operai insieme: “Fateci lavorare” pagina 11Impianti fotovoltaici, la Regione detta le linee pagina 15Fotovoltaico, Confindustria: “Le regole si fanno prima” pagina 18Freda contro Trespidi, la guerra del fotovoltaico pagina 19Giglio: “Logistica in sinergia con i porti della Liguria” pagina 21“Piacenza territorio snodo”, Carbone: agenda per il futuro pagina 24Lavori pubblici, Reggi: “2011 da sopravvivenza” pagina 29Redditi, i geometri battono gli architetti pagina 31“Spazi pubblici senza idee, serve progettualità” pagina 33Infortuni sul lavoro, a Piacenza -8,2% pagina 36

dall’esterno

Bonus ristrutturazioni, Piacenza in coda pagina 38Siel Service, professionalità e innovazione pagina 39Bonus 55% anche per il 2011, ma da ripartire in 10 anni pagina 40Il Veneziano S.r.l., l’eccellenza è di casa pagina 41A-Tec e Sebach, matrimonio all’insegna di ambiente e sicurezza pagina 42Tecnologie nel rispetto dell’ambiente pagina 44

rubriche

Agenda pagina 7Block Notes pagina 43Bookstore pagina 45Le scadenze di Confedilizia pagina 46

L’ultimo numero del 2010 di EdiliziaPiacentina dedica la copertina alpresidente di Confindustria PiacenzaSergio Giglio che giudica la logisticad’importanza centrale per lo sviluppodel territorio. E aggiunge: “La direttricecommerciale verso i porti liguri è poiimportantissima e potrebbe potenziarela vocazione retroportuale di Piacenzaattraverso la realizzazione diinfrastrutture moderne per il trasportointermodale, come uno scalo merci a LeMose che sia ben connesso alla reteferroviaria e stradale”.Il dibattito è aperto.Ai lettori i nostri migliori auguri dibuone feste

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L’analisi di Merola, direttore generale Ance

Edilizia scolasticae social housing

per il rilancio

Subito misure ad hoc per arginarel`invenduto. Spazio ad edifici scolastici

In questo numero Focus pubblica l’intervista di Paola Dezza a Fe-

derico Merola, direttore generale Ance (Il Sole 24 Ore -

11/12/2010) perchè fotografa con molta fedeltà la situazione

del comparto edile e contiene i suggerimenti indispensabili per far

ripartire il settore.

Crisi del settore, richieste concrete al Governo, un piano industriale

che tolga le imprese dall`attuale empasse. Sono molti i temi che Fe-

derico Merola mette sul tavolo in qualita` di direttore generale

dell`Ance, l`Associazione nazionale dei costruttori edili.

Un curriculum speso nel project financing e nell`equity per il real e-

state, quello di Merola, che e` stato scelto nell`attuale ruolo con fi-

nalita` strategica dell`Associazione che rappresenta le 20mila mag-

giori imprese del settore associate tramite una rete territoriale che

vede la presenza dell`Ance in 101 Province italiane.

La prima domanda non puo` che riguardare la crisi. I numeri parla-

no chiaro, l`ultimo Osservatorio semestrale evidenzia un calo del

34,2% nel quadriennio 2008-2011 per gli investimenti in edilizia re-

sidenziale e una riduzione del 17,8% per le costruzioni nel loro

complesso.

Non solo. Lo Stato ormai ha ridotto drasticamente il suo peso come

cliente dell`edilizia (le costruzioni non residenziali pubbliche sono

scese del 5,4% nel 2009, mentre le previsioni sono di un calo

dell`11,6% nel 2010 contro una riduzione degli investimenti in co-

struzioni in generale del 6,4% a fine anno, ndr). Questo e` solo uno

dei temi di emergenza che ho trovato arrivando in Ance.

E il piu` significativo?

Ce ne sono diversi pressanti. In primis il problema dell`invenduto,

anche di qualita`, che colpisce tutto il Paese. E poi i pagamenti degli

enti locali. Secondo alcune stime 40 miliardi di euro sarebbero bloc-

cati nei Comuni (dati Anci), essenzialmente dalla rigidita` del Patto

di stabilita` interno. A seguire un altro tema sul tavolo e` quello della

disoccupazione.

Quali le misure per superare questa fase negativa?

Nell`immediato chiediamo

iniziative forti e concrete

per sbloccare i pagamenti e

soluzioni per attenuare l`in-

venduto. Poi abbiamo chie-

sto di puntare sulle piccole

opere cantierabili subito e i-

niziare a spendere quanto deliberato dal Cipe (oggi sono stati elar-

giti solo investimenti pari allo 0,4% degli 11 miliardi preventivati).

Abbiamo segnalato ben 1.121 opere di medio e piccolo importo per

un totale di 5,7 miliardi di euro. Centocinquanta progetti sono stati

segnalati da Campania, Marche, Piemonte e Sicilia, ma anche Lom-

bardia, Toscana, Veneto, Abruzzo e Calabria si sono attivate segna-

lando tra le 25 e le cento opere ciascuna. Si tratta per il 25% di lavori

che interessano aree e spazi pubblici urbani. A seguire un 14% di in-

terventi stradali, sia nuovi che di manutenzione o di messa in sicu-

rezza, e infine opere per la scuola. Poi c`e` il grave tema dei fondi Fas

e comunitari che fino a oggi sono rimasti largamente inattivi.

Continua a pagina 13

focu

s

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Eventi

agen

daPier Luigi Nervi,

architettura come sfidaAl Maxxi di Romafino al 20 marzoE’ in corso al MAXXI (Museo nazionaledelle arti del XXI secolo) di Roma “Pier

Luigi Nervi. Architettura come sfida”.L’esposizione, visitabile fino al prossimo20 marzo, è dedicata all’ingegnere, ar-chitetto, progettista strutturale, co-struttore ma anche scrittore e docenteuniversitario, nell’ambito di un ampiociclo internazionale di esposizioni de-dicate al grande talento italiano, chepresenteranno ogni volta nuovi tagli econtenuti di approfondimento.“Pier Luigi Nervi. Architettura come sfi-da” presenta la complessa ricerca del-l’ingegnere italiano attraverso le sueopere più significative in cui la grandetradizione artigianale italiana si uniscecon efficacia ai sistemi di prefabbri-cazione, consentendo la realizzazionedi opere di dimensioni monumentali. Ècosì che le qualità del cemento armato,forza e duttilità in un unico materiale,diventano per lui continua fonte diispirazione.Nella sua tappa romana, la mostra pro-pone un vasto approfondimento sulleopere di Nervi per le Olimpiadi del 1960,di cui si celebra quest’anno il Cinquan-tenario. Ingegno e costruzione dedicataalle opere realizzate da Pier Luigi Nerviper le Olimpiadi di Roma 1960 all'in-terno della mostra Pier Luigi Nervi. Ar-

chitettura come Sfida.La sezione si articola in più quadri. Inprimo piano, i disegni delle quattroopere olimpiche - il Palazzetto delloSport al Flaminio, il Palazzo dello Sportall'EUR, lo Stadio Flaminio, il Viadotto diCorso Francia-, che nascondono moltisegreti.Le opere di Nervi sono per la gran parte

assemblate componen-do pezzi leggeri prefab-bricati a terra: nell'operafinita, questo processodi scomposizione e ri-composizione non è piùleggibile e solo i disegnie le immagini della co-struzione ci consentonodi riscoprirlo.I quattro capolavori o-limpici rappresentanol'esito più interessantedi questo modo di co-

struire, che si basa su autentiche in-

venzioni. In mostra sono presenti così idocumenti originali di alcuni dei più di40 brevetti depositati negli anni dal-l'ingegnere italiano e conservati oggiall'Archivio centrale dello Stato: sonostate scelte in particolare le quattroprivative industriali che proteggono lesoluzioni costruttive alla base del Si-stema Nervi, depositate tra il 1939 e il1950, tra cui il ferrocemento e la pre-fabbricazione strutturale.Info: fondazionemaxxi.it

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Concorsi Milano lancia Y-Pub ArtAssetati di creativitàObiettivo trasformare l'areain un museo a cielo apertoGli Assessorati alle Politiche Giovanili ealla Cultura e Partecipazione del Co-mune di Vimodrone, in provincia diMilano, nell’ambito del progetto “Ur-ban Arts” e in collaborazione con l’As-sessorato alle Politiche Giovanili dellaProvincia di Milano, hanno lanciato ilconcorso “Y-PUB Art – Assetati di crea-tività”.Il concorso è destinato ai giovani artisti ecreativi contemporanei.L’obiettivo sotteso è di portare gra-dualmente l’area urbana a caratteriz-zarsi come museo all’aperto, spazio del-la performance e della testimonianza,segno/graffio/traccia dell’evoluzionedella creatività giovane, luogo di at-trazione, di incontro, di dibattito e par-tecipazione, di confronto.Lo scopo è quello di far nascere pre-senze di “public art” nel territorio, nic-chie di senso, punti di snodo, depistaggie deviazioni urbane, posti in luoghisignificativi o in angoli anonimi dovepuò essere più shockante l’epifania.Caratteristica di tali presenze dovrà es-sere la capacità di inserirsi nel luogospecifico, site-specific, stabilendo unconfronto-dialogo con i cittadini che loabitano, interagendo con le peculiaritàproprie della comunità.Il concorso prevede la realizzazione fi-nale di una opera d’arte/installazionesite-specific da porre nella rotonda fravia Piave e via Garibaldi.Gli artisti partecipanti selezionati do-vranno affrontare la sfida di confron-tarsi non solo con i tecnici ma anche coni cittadini in un vero e proprio processopartecipato, che vuole essere anche oc-casione di confronto, crescita e visibilità.La partecipazione al concorso è gratuitae riservata ai giovani artisti di un’etàcompresa tra i 18 e i 35 anni.Tutta la documentazione, completa deidati anagrafici e del nominativo delmittente, dovrà essere inviata entro enon oltre il giorno 15 febbraio 2011.Info: www.archiportale.com/bandi/

Public DesignFestival 2011Idee e progettiper lo spazio pubblicoScadenza 31 gennaio 2011Esterni presenta la terza edizione delPublic Design Festival e invita designer,architetti e progettisti di tutto il mondo

a proporre idee, progetti, soluzioni eservizi per rigenerare gli spazi pubblicidella città di Milano.Dopo due edizioni, il bando di concorsodel Public Design Festival cambia for-mula, non più progetti pensati per learee di parcheggio di 2x5 mt, spazimodulari e replicabili ovunque, maprogetti site specific distribuiti in tuttala Città di Milano, dal centro alla pe-riferia. Servizi, nuovi arredi urbani, so-luzioni per una città più vivibile esostenibile. Progetti pensati per durare

anche oltre l'evento. Quattro le zoneprincipali da trasformare e ridisegnareper un uso pubblico:- A Garibaldi il grande spazio inu-tilizzato del Cavalcavia Bussa.- A Lambrate gli spazi ora poco vivibilidella Stazione e il più grande spazioaperto -coperto della città in via Ru-battino, sotto il ponte della Tangen-ziale.- A Porta Romana gli spazi aperti dellaCascina Cuccagna, cascina agricola del'700 nel cuore della città di Milano.- In centro città il Piazzale della Sta-zione Cadorna, punto nevralgico dellacittà, luogo di incontro tra il pubblicodel Salone del Mobile e i cittadinimilanesi.Il concorso è riservato a tutti i maggioridi 18 anni: studenti di scuole d'arte, didesign e di comunicazione, Accademie,ai professionisti e agli artisti.BANDO e ulteriori info:w w w. p u b l i c d e s i g n f e s t i v a l . o r g

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Curiosità

Milano, pronto nel 2011il centro direzionaledi CucinellaClasse A per il “grattacieloorizzontale” in via SantanderSarà ultimato entro la fine del 2011 il“grattacielo orizzontale” classe A Ce-ned, progettato dall’architetto MarioCucinella a Milano nel quartiere Fa-magosta, in via Santander.La struttura accoglierà un centro di-rezionale con oltre mille postazioni dilavoro, 270 posti auto, 80 posti motointerrati e 503 metri quadri di archivi.“Il progetto tende a ridefinire una i-dentità di luogo nonostante la mar-ginalità urbana, con una piazza internae percorsi verdi, grazie a una soprae-levazione di 13 metri rispetto al livellodella strada 12.000 mq di uffici. La strut-

tura privilegia uno sviluppo in orizzon-tale anziché verticale ridando vita a unimpianto a corte dove si sviluppa unmicrocosmo di attività, ma consente an-che di massimizzare lo sfruttamentodell’energia naturale. La piastra soprae-levata ospita i tre livelli di produtti-vo-terziario e occupa la quasi totalità dellotto. L’idea progettuale ha proposto unedificio costituito da 2 stecche conver-genti, all’interno delle quali trovanospazio le funzioni richieste. I due blocchi

si sviluppano per la totalità dei 3 livelli.Tra un blocco e un altro è stata ricavatauna corte verde; questo spazio, alterna iblocchi dell’edificio alla massa verdedelle alberature della corte ed accrescela qualità degli ambienti di lavoro” spie-gano dal team di Cucinella. Il progettoha come obiettivo la minimizzazione deiconsumi energetici e la riduzione delleemissioni di CO2 attraverso l’integra-zione di energie rinnovabili, nella mag-giore misura possibile.

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Eventi

Brasilia. Un’utopiarealizzata. 1960-2010Triennale di Milanofino al 23 gennaio 2011La Triennale di Milano presenta "Bra-silia. Un’utopia realizzata. 1960-2010",una mostra sulla capitale brasiliana a 50anni dalla sua realizzazione, che nedescrive la storia affascinante all’incro-cio tra vicende politiche, culturali esociali di un Brasile in tumultuosa e-spansione. La mostra si articola lungo unpercorso cronologico, dall’epoca colo-niale a oggi, affiancando a materialitecnici e documenti storici, aneddoti,storie personali, oggetti e testimonian-ze della vita quotidiana nella città co-struita nel deserto del Planalto.I documenti, i disegni, i materiali fo-tografici e audio-video raccolti per la

mostra costruiscono la tesi e il signi-ficato dell’esposizione: Brasilia è la rea-lizzazione di una utopia a lungo in-seguita, è una città-capitale realizzata inun solo coraggioso atto di fondazione,che oggi si presenta come una cittàgiovane, piena di contraddizioni e altempo stesso di energia.La mostra apre il campo a una riflessionenon solo su una stagione dell’archi-tettura e dell’urbanistica, fortementesegnata dal Movimento Moderno, maanche, più in generale sul rapporto tra

gli spazi della città e la vita che li anima.I materiali presentati consentono di por-tare argomenti ad un dibattito attual-mente in corso che, dopo una lunga fasedi rimozione da parte della cultura ur-banistica ed architettonica Europea eNordamericana, riscopre Brasilia e nediscute le ragioni, le forme del progetto,la originale struttura urbana, le archi-tetture, gli spazi aperti e le possibilità diappropriazione da parte dei suoi a-bitanti. La mostra si articola in quattrosezioni che affrontano sotto diversi a-spetti il tema della concezione e rea-lizzazione di Brasilia capitale, le ce-lebrazioni, le critiche e le contraddizioniche ne hanno accompagnano lo svi-luppo, fino al suo significato contem-poraneo. Accanto a materiali documen-tari sulla città, la mostra prevede inoltreuna interessante selezione musicale -dalla Sinfonia dell’Alvorada di Tom Jo-bim e Vinicius de Moraes alla Brasilia diJohn Coltrane - e di video d’epoca eattuali.Info: www.triennale.it

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561 posti di lavoro perduti, 147 imprese

chiuse e un milione di ore lavorate in meno

dal 2008 ad oggi. I dati della Cassa Edile di

Piacenza non lasciano dubbi su quanto la

situazione dell'edilizia sia pesante. Si trat-

ta dei riflessi locali di una congiuntura ge-

nerale del settore, che a livello nazionale è

piegato da una crisi senza precedenti: oltre

250mila posti di lavoro persi, oltre 300% in

più di utilizzo degli ammortizzatori sociali,

oltre il 20% medio di riduzione delle pro-

duzioni nei settori dei materiali da costru-

zione, circa 70 miliardi in meno di valore

complessivo delle produzioni. Se a questo

si aggiunge il grave danno causato dai ritar-

dati pagamenti della Pubblica Ammini-

strazione, con punte di ritardo anche di 24

mesi, emerge un quadro di assoluta gravi-

tà.

Tutti questi numeri sono stati evidenziati

nella manifestazione nazionale del primo

dicembre scorso a Roma, nella quale gli

Stati Generali delle costruzioni - che rag-

gruppano Ance, Feneal Uil, Filca Cisl , Fil-

lea Cgil , Anaepa-Confartigianato, Cna Co-

struzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Agci/P-

sl, Ancpl Legacoop, Federlavoro Servizi

Confcooperative, Agi, Assoimmobiliare e

Federcostruzioni (Ance, Anie, Anima, As-

sovetro, Federazione Confindustra Cera-

mica E Laterizi, Confindustria Metalli, Fe-

derbeton, Federchimica, Federlegnoarre-

do, Oice, Unacoma Comamoter, Ascomac)

- hanno chiesto con un'unica voce al Gover-

no e a tutte le forze politiche, di maggioran-

za e di opposizione, un forte impegno di ri-

lancio delle costruzioni.

A un anno e mezzo dagli Stati Generali del-

le Costruzioni (l'evento che riunì insieme

per la prima volta tutte le sigle delle orga-

nizzazioni sindacali e delle associazioni

delle imprese artigiane, delle cooperative

e di tutta la filiera delle costruzioni, per de-

nunciare la crisi ma anche per proporre un

modello di sviluppo basato sulla qualità e

la legalità dell'impresa e del lavoro) gli

stessi soggetti sociali si sono quindi riuniti

- con tanto di presidio da 3mila persone a

Montecitorio - per lanciare un nuovo e pres-

sante grido di allarme: bisogna garantire le

condizioni per rilanciare il settore (in pri-

mis facendo ripartire le opere pubbliche)

per riportare il comparto delle costruzioni

nell'agenda politica quale elemento cen-

Governo chiamato a passare dalle promesse ai fatti

Edilizia, imprese e operaiinsieme: "Fateci lavorare"

andrea dossenaan

ce

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trale per lo sviluppo e per la crescita del

Paese e imprescindibile volano per l'eco-

nomia.

Alla pacifica ma decisa e coesa manifesta-

zione romana ha partecipato anche una de-

legazione della sezione Ance di Piacenza, il

cui capo sezione Paolo Garettiha dichiara-

to che "Non si può far fallire le imprese per

non far fallire le amministrazioni pubbli-

che. Le punte di ritardo nei pagamenti del-

le PA sono inaccettabili e stanno mettendo

in ginocchio le imprese sull'intero territo-

rio nazionale".

"Durante tutti questi mesi, di fronte ad una

politica industriale a sostegno del settore

giudicata insufficiente, imprese, sindaca-

ti, cooperative, artigiani e tutti gli attori

della lunga filiera dell`edilizia - era il duro

testo del comunicato ufficiale dell’iniziati-

va - hanno denunciato più volte - a livello

nazionale e su tutto il territorio - lo stato di

grande difficoltà del settore, ricercando un

costante dialogo con il governo e le ammi-

nistrazioni pubbliche, sollecitando un con-

fronto, avanzando proposte concrete che

hanno incontrato spesso il favore biparti-

san delle forze politiche. A questa azione,

responsabile e propositiva, del mondo

dell`edilizia non ha ancora corrisposto u-

n'efficace azione del Governo, nè sul piano

dei provvedimenti adottati e delle risorse

disponibili, nè su quello del coinvolgimen-

to completo degli attori degli Stati Genera-

li, visto che il tavolo interministeriale del-

l’edilizia, che era stato insediato a Palazzo

Chigi nel luglio 2009, si è finora riunito una

volta sola. Non possiamo - prosegue il docu-

mento - protrarre ulteriormente un'attesa

che ha già fatto molte vittime in termini di

perdita di posti di lavoro e di competitività

del Paese".

Ma quali sono le proposte di imprese e lavo-

ratori dell'edilizia? L'intero settore ritiene

prioritario:

1) sbloccare i pagamenti per le imprese che

hanno SAL approvati e oggi vincolati dal

Patto di stabilità, anche per consentire alle

stesse il pagamento delle forniture e dei

servizi utilizzati. Più in generale allentare i

vincoli dello stesso patto per gli enti virtuo-

si al fine di finanziare prioritariamente in-

terventi legati alla tutela e messa in sicu-

rezza del territorio, del patrimonio edilizio

e dei beni culturali ed artistici

2) rendere effettivamente disponibili, in

termini di attribuzioni di cassa, le risorse

destinate dal CIPE alle priorità infrastrut-

turali, a partire da quelle attribuite al pro-

gramma di piccole e medie opere e all’edi-

lizia scolastica

3) puntare su processi di semplificazione

amministrativa rafforzando i controlli di si-

curezza e regolarità

4) eliminare le penalizzanti distorsioni fi-

scali esistenti nel settore immobiliare (ad

esempio l'Iva sull'invenduto dopo 4 anni)

nell'ambito di una riforma del fisco orien-

tata allo sviluppo e più equa per lavoratori,

imprese e cittadini.

5) rilanciare gli strumenti di investimento

nelle infrastrutture e nell`immobiliare.

6) attivare strumenti di lotta all'illegalità e

promuovere la qualificazione con procedu-

re esigibili e chiare in stretta collaborazio-

ne con le imprese e i lavoratori, senza pena-

lizzare la quotidiana operatività delle im-

prese corrette.

7) estendere all`edilizia gli ammortizzatori

sociali definiti per il settore industria. ''Il

governo - ha sintetizzato il presidente na-

zionale Ance, Paolo Buzzetti - dovrebbe ri-

mettere al centro l'edilizia. E' necessario i-

noltre un allentamento del patto di stabili-

tà per i comuni, perchè con questo immobi-

lismo non si può andare avanti. Ci rendia-

mo conto della situazione, ma chiediamo

all'esecutivo di mettere a disposizione le ri-

sorse che ci aveva promesso. L'intera rap-

presentanza del mondo dell'edilizia - ope-

rai, tecnici, impresa, progettisti, costrutto-

ri - ha lasciato da parte particolarismi e di-

verse posizioni per sottolineare la gravità

della crisi, ma anche la voglia di non arren-

dersi ad un declino del settore".

Il presidente nazionale Ance Paolo Buzzetti

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EDILIZIA PIACENTINA 13

L’analisi di Merola, direttore generale Ance

Edilizia scolasticae social housing

per il rilancio

Prosegue da pagina 5

Per il futuro quali mosse per non rifare gli stessi errori?

Gli assi portanti a nostro avviso sono il federalismo demaniale, la

riprogettazione urbana con lo scopo di conciliare lo sviluppo

all`obiettivo di non ``consumare`` nuovo territorio, spaziando

dalla legge quadro sull`urbanistica alle semplificazioni, e il pro-

ject financing per dare nuove re-

gole alle opere pubbliche.

Un canale importante e` quello

dedicato all`estero. Ci spiega co-

me viene attivato?

Accanto al nostro ufficio interno,

ospitiamo un ambasciatore ita-

liano presente nel nostro Paese

tra un incarico e l`altro. In questo

modo riusciamo ad aprire con-

tatti con Paesi interessanti per i

nostri soci. Tanto che le 40 mag-

giori aziende associate hanno vi-

sto incrementare tra il 2004 e il

2009 dal 30 al 54% la quota del

proprio portafoglio di investi-

menti oltreconfine.

Quali sono le zone del mondo

piu` interessanti in futuro?

Le aree piu` rilevanti sono Sud A-

merica, Australia, Est Europa e i Paesi del Mediterraneo. Qui ci so-

no rilevanti opportunita` di business per le aziende che rappre-

sentiamo.

Tornando al nostro Paese ci sono temi sui quali state lavorando

per superare l`empasse del settore?

Due in primis: il social housing e la scuola. Per quanto concerne il

primo, si tratta di un tema di tradizionale interesse dell`Associa-

zione ma intendiamo affrontarlo sulla scorta delle nuove moda-

lita` lanciate dalla Cassa depositi e prestiti per incanalare risorse

pari a 8/10 miliardi di euro, tra equity e debito (oggi sono 11 i pro-

getti in fase di valutazione, ndr). Occorre riconoscere alle Fonda-

zioni e alla stessa Cdp il merito di aver portato avanti un progetto

ambizioso che oggi costituisce uno dei pochi programmi struttu-

rati di intervento. Riteniamo pero` di aver dato, e poter ancora

dare, il nostro contributo al miglioramento del modello. In par-

ticolare, se il progetto di Parma dimostra la centralita` dei co-

struttori in questo ambito, riteniamo che si debba evolvere in

maniera piu` flessibile, verso un modello di quarta generazione

che contempli sia l`affitto sia la vendita e non solo la locazione.

Molti nostri associati si stanno muovendo in questo senso, dato

che i costruttori sono proprio il motore per queste iniziative.

Mettendo in gioco terreni e capitali privati. Ma per attirare capi-

tali privati, i progetti devono essere redditizi. Questo non inficia,

tuttavia, la valenza etica dell`intervento.

Puo` chiarire meglio il concetto di quarta generazione?

Si e` partiti con un piccolo intervento a Crema, basato su contratti

di affitto a 25 anni, difficilmente finanziabile con soli capitali pri-

ance

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vati. Poi si e` sviluppata una seconda generazione progettuale,

quella di Parma, con affitto e vendita, con maggiore capacita`

quindi del progetto di autosostenersi, anche se con un interven-

to del Comune. Il modello di terza generazione, accanto a una

componente prevalente di social housing, consente anche la

presenza di altre destinazioní d`uso. L`auspicio dell`Ance e` di

passare a una quarta generazione, con una componente di social

housing rilevante ma non prevalente. E in

futuro prevedere anche lo spazio per la

scuola.

Quanti i progetti avviati?

Sono 40 in totale le iniziative in fase di ge-

stazione: 23 sono al Nord, 15 al Centro e due

al Sud.

Per le scuole cosa intendete fare?

Abbiamo promosso un progetto basato su

un modello innovativo: dividere la gestione

della infrastruttura dal programma scola-

stico. La nostra idea e` che si arrivi a strutture

in grado di autogestirsi. Su questo punto

stiamo lavorando con Anci per arrivare a ot-

tenere un ricambio edilizio, abbiamo stima-

to che il mercato potenziale della sostitu-

zione edilizia puo` interessare almeno il

30% degli edifici scolastici in essere (circa 20

milioni di mq, ndr), e scuole che possano ot-

tenere ricavi accessori per esempio dagli impianti sportivi di qua-

lita`, dai laboratori di lingua, da spazi ricreativi e commerciali e

cosi` via. In Inghilterra, per esempio, con l`aiuto della Bei e` stata

ridisegnata l`edilizia scolastica. Nel primo trimestre del 2011 par-

tira` il primo progetto pilota in questo senso. Il mercato vale 30

miliardi di euro nel suo complesso tra sostituzione edilizia e va-

lorizzazione delle strutture dismesse.

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Questa estate è stato pubblicato in

Gazzetta Ufficiale il Decreto in-

terministeriale n° 197/2010, con-

tenente il nuovo Conto Energia per il

triennio 2011-2013. Sebbene la tariffa

decresca a quadrimestre a partire dal

gennaio 2011, ciò non ha raffreddato l'in-

teresse per la realizzazione di nuovi im-

pianti nella nostra provincia che nel cor-

so del 2010 hanno avuto un aumento no-

tevole: secondo fonti regionali, ci sono ri-

chieste per 96 MW solo nel nostro territo-

rio (l'Emilia-Romagna con 138 MW è la

terza regione in Italia per potenza solare

installata).Sono seguite le polemiche re-

lative alle autorizzazioni, soprattutto

per gli impianti a terra, mentre sui tetti il

solare piace a tutti. All'inizio di dicem-

bre L'Assemblea legislativa della Regio-

ne Emilia Romagna ha dato il via libera

alla delibera che disciplina l'individua-

zione delle aree e dei siti per l'installazio-

ne degli impianti solari fotovoltaici. La

deliberazione costituisce uno stralcio, u-

na anticipazione, di complete linee gui-

da regionali, che verranno predisposte

nei prossimi mesi e che daranno indica-

zioni anche per le altre tipologie di im-

pianti da fonti rinnovabili come eolico,

biomassa, biogas e idroelettrico.

La disciplina regionale - che non varrà

per i provvedimenti già autorizzati, per

quelli oggetto di finanziamento pubbli-

co e per le istanze complete della docu-

mentazione prevista - attua le linee gui-

da ministeriali del 10 settembre 2010 re-

lative agli impianti di produzione di e-

nergia elettrica da fonti rinnovabili, che

hanno dettato i criteri generali per l'in-

serimento degli impianti nel paesaggio e

nel territorio. Per quanto riguarda l'in-

stallazione a terra degli impianti, la deli-

bera individua diverse tipologie di aree,

caratterizzate da diversi livelli di tutela,

in relazione alla presenza di vincoli di na-

tura paesaggistica e ambientale e alle

caratteristiche del territorio.

Non sono invece previsti limiti particola-

ri per gli impianti collocati su edifici. In

questo caso, proprio per diffondere que-

sto tipo di produzione di energia rinnova-

bile, i pannelli potranno essere collocati

sugli edifici esistenti ovunque ubicati,

ferma restando l'osservanza della nor-

mativa di tutela degli stessi e delle nor-

me di sicurezza sismica.

Se l'installazione sulle coperture dell'e-

dificio non è fattibile, l'ubicazione degli

impianti è consentita, fuori dalle aree a

completa esclusione, anche con moduli

al suolo, purché destinata soltanto al-

l'autoconsumo e comunque per una po-

tenza complessiva non superiore a 20

K w.

Vi sono aree in cui non è possibile instal-

La delibera sulle aree di installazione

Impianti fotovoltaici,la Regione detta le linee

energ

ia

Page 16: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA16

lare impianti fotovoltaici ovvero gli am-

biti di maggiore rilevanza paesaggistica,

ambientale e culturale.

Si tratta delle zone di particolare tutela

paesaggistica individuate nel Ptr (siste-

ma forestale e boschivo, zone di tutela

della costa e dell'arenile, crinali e dossi

di pianura individuati dal Ptcp come di

particolare tutela, ecc), le zone A e B dei

parchi, le aree incluse nelle riserve natu-

rali, le aree forestali, le aree umide inclu-

se nella Rete Natura 2000.

Vi sono aree in cui è possibile localizzare

impianti fotovoltaici con moduli ubicati

al suolo, rispettando determinate condi-

zioni e limiti.

Si tratta di zone di tutela ambientale di

laghi, bacini e corsi d'acqua, in cui l'im-

pianto può essere realizzato da un'im-

presa agricola e con una potenza nomi-

nale complessiva non superiore a 200

Kw; di aree dei crinali e del sistema col-

linare al di sopra dei 1200 metri, nelle

quali gli impianti possono essere instal-

lati solo se destinati all'autoconsumo; di

zone in cui l'impianto può essere realiz-

zato da un'impresa agricola con la poten-

za nominale massima alla quale è ricono-

scibile la natura di reddito agrario, se-

condo una circolare del Ministero delle

finanze (200 Kw più 10 Kw di potenza in-

stallata eccedente il limite di dei 200 Kw

per ogni ettaro di terreno posseduto con

un massimo di 1 Mw) e con la previsione

d non occupare più del 10% della super-

ficie agricola disponibile; di zone di inte-

resse paesaggistico e ambientale, aree a-

gricole nelle quali sono in essere coltiva-

zioni certificate e di qualità, aree C dei

parchi e riserve e aree incluse nella Rete

Natura 2000 (Sic e Zps), nelle quali il ri-

chiedente (anche soggetti che non siano

titolari di una impresa agricola) possono

realizzare un impianto che non occupi u-

na superficie superiore al 10% della su-

perficie in disponibilità e con potenza

nominale complessiva non superiore a

200 Kw; di aree agricole incluse nelle zo-

ne D e nelle aree contigue dei Parchi, a

condizione che il richiedente non occupi

con l'impianto più del 10% della superfi-

cie agricola in disponibilità e la potenza

nominale complessiva dell'impianto sia

pari al citato limite massimo integrativo

del reddito agricolo (200 Kw più 10 Kw di

potenza installata eccedente il limite di

dei 200 Kw per ogni ettaro di terreno nel-

la disponibilità, con un massimo di 1 Mw

per richiedente); di aree in zona agricola

priva di vincoli nelle quali qualunque ri-

chiedente può realizzare un impianto

che occupi una superficie non superiore

al 10% delle particelle catastali conti-

gue nella sua disponibilità.

Per i Comuni montani, in ragione delle

particolari caratteristiche di questi ter-

ritori, deve essere rispettata la stessa

percentuale del 10%, ma le particelle

possono essere non contigue.

Inoltre sono esemplificate le aree margi-

nali, in cui è possibile da qualunque ri-

chiedente localizzare gli impianti, senza

dover rispettare alcun limite dimensio-

nale o di potenza nominale.

Si tratta di aree non urbane, ma già inte-

ressate da attività umane di significativa

trasformazione quali siti industriali e di-

scariche ovvero a diretto contatto con in-

frastrutture e impianti, che ne condizio-

nano significativamente gli usi ammissi-

bili (fasce di rispetto degli elettrodotti,

delle linee ferroviarie, delle strade e au-

tostrade, le aree dedicare alle infrastrut-

ture per l'urbanizzazione degli insedia-

menti, ed altre). La Giunta regionale ha

già approvato linee guida per favorire

l'installazione di impianti fotovoltaici

nelle ex discariche.

Page 17: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 17

Il commento degli assessori regionali Freda, Peri e Rabboni

"Si tratta - ha sottolineato l'assessore regionale all'Ambiente Sabrina Freda - di un buon provvedimento, frutto diun ampio e positivo confronto con le diverse realtà interessate. In un'ottica di sostenibilità ambientale, si è volutoconciliare la produzione dell'energia da fonti rinnovabili con la contemporanea tutela del territorio, del paesaggio,dell'agricoltura e dell'ambiente naturale, favorendo la diffusione di piccoli impianti e contenendo il consumo disuolo". Per l'assessore alla programmazione territoriale Alfredo Peri, "con questo provvedimento la Regione scegliedi tutelare il territorio, ma allo stesso tempo introduce regole chiare che da un lato daranno certezza agli operatorie dall'altro ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano energetico regionale e dall'Unioneeuropea in materia di energie rinnovabili". Dal punto di vista agricolo l'assessore all'agricoltura Tiberio Rabboni haevidenziato che "il fotovoltaico a terra con le nuove regole introdotte oggi dalla Regione diventa una opportunitàper le imprese agricole, che potranno così integrare il proprio reddito aziendale. Gli agricoltori potranno intervenirenella aree di produzione Dop, Igp, biologico, Doc e Igt rispettando i limiti previsti da questa delibera".

Sabrina Freda,

assessore regionale all'Ambiente

Alfredo Peri,

assessore alla Programmazione territoriale

Tiberio Rabboni,

assessore all'Agricoltura

Page 18: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA18

Un atto, quello della regione Emi-

lia Romagna che viene conside-

rato dovuto dalla maggior parte

dei commentatori ma che non ha mancato

di sorprendere per i tempi con cui è stato

adottato. Eppure con questo provvedi-

mento l'Assemblea legislativa della no-

stra regione si è uniformata alla normati-

va nazionale di settembre 2010. Questa

prevede che le Regioni devono pubblica-

re linee guida, entro 90 giorni, per localiz-

zare le zone idonee alla realizzazione di

impianti fotovoltaici.

Alla fine di novembre l'assemblea legi-

slativa aveva effettuato una udienza co-

noscitiva in cui è stato ascoltato il parere

delle associazioni socio-economiche. Con

findustria aveva segnalato come una deli-

bera fosse incongrua rispetto ad altri do-

cumenti della Regione: il programma di

mandato della giunta Errani; il Piano e-

nergetico regionale, che fa proprio l'o-

biettivo fissato dall'Europa di raggiunge-

re entro il 2020 il 17% della produzione di

energia da fonti rinnovabili; la volontà

dell'Emilia-Romagna di essere leader

nella green economy. Dalla associazione

datoriale è venuta la sollecitazione a te-

ner conto delle procedure autorizzative

in corso e del fatto che, sempre in base alla

normativa europea, nelle aree idonee

non possono essere posti vincoli agli im-

pianti. Anche a livello locale, dopo l'ado-

zione del provvedimento, non sono man-

cate dagli ambienti imprenditoriali con-

siderazioni critiche. Per esempio Cesare

Betti, direttore di Confindustria Piacen-

za, ha rimarcato in una dichiarazione ri-

portata dalla stampa locale che "le regole

si fanno prima, non si possono cambiare

in corso d'opera. Nessun provvedimento

può essere retroattivo. E poi mettiamoci

d'accordo: il fotovoltaico non va bene, il

nucleare neppure, le pale eoliche distur-

b a n o.

L'energia la dobbiamo comprare fuori?

Ridicolo. Al di là di questo, siamo passati

da uno stato di anarchia a uno di discipli-

na, ben venga la regolamentazione ".

Pienamente d'accordo con il Direttore di

Confindustria Piacenza è anche Paolo

Garetti, il Capo Sezione dei costruttori

piacentini: NIMBY ha colpito ancora! "E’

chiaro, commenta ironico, che tutti vo-

gliono le energie alternative (o le discari-

che) ma nessuno le vuole nel proprio giar-

dino…". Quello regionale è stato un prov-

vedimento necessario? "Per quanto mi ri-

guarda trovo necessaria questa regola-

mentazione ma ritengo anche importan-

te il primo passo fatto con l'amministra-

zione (per adesso comunale) per vedere

se sia possibile l'individuazione di super-

fici di copertura esistenti (in parole pove-

re tetti e tettoie) sulle quali implementa-

re un programma di parco fotovoltaico po-

co impattante sulle superfici attualmen-

te permeabili (in parole povere campi a-

gricoli o aree verdi)".

Critiche alla Regione sulle linee guida

Fotovoltaico, Confindustria:“Le regole si fanno prima”

ener

gia

Page 19: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 19

Il sole accende la polemica (tutta

piacentina) tra Regione Emilia

Romagna e Provincia di Piacenza.

Ferri corti, anzi cortissimi tra il presi-

dente della Provincia Massimo Trespidi

(che con le dimissioni di Allegri ha ere-

ditato la delega ad ambiente e fonti e-

nergetiche) e l'assessore regionale al-

l'ambienteSabrina Freda (Idv). "Siamo

sull'orlo di una crisi istituzionale con la

Regione" fa sapere il numero uno di via

Garibaldi, che lancia pesantissime ac-

cuse: "Deve smetterla di fare il segreta-

rio di partito, I suoi uffici -prosegue- ci

telefonano per controllare ogni pratica.

Una cosa così non succedeva neanche in

Unione Sovietica". Dal canto suo la Fre-

da non accetta lezioni, confermando i-

problemi di comunicazione rilevati da

Trespidi ma adducendo diversa motiva-

zione: "Per il semplice fatto che non esi-

ste un assessore all'ambiente" e si di-

fende dalle accuse di usare l'assessora-

to per investigare sulle attività della

Provincia con un laconico: "Gli uffici

fanno il loro lavoro".

Dai due schieramenti naturalmente non

si discute che il luogo più indicato per co-

struire un impianto fotovoltaico (piccolo

o grande che sia) sia un tetto, in modo da

non occupare suolo che potrebbe essere

destinato ad altro (posizione talmente

condivisa da vedere sulla stessa linea am-

bientalisti e agricoltori).

La differenza di vedute tra il presidente

dell'Ente di via Garibaldi e la rappresen-

tante piacentina nella giunta emiliano

romagnola Sabrina Freda si sviluppa

principalmente sul tema: "Di chi è la col-

pa se in quest'ultimo anno, nella nostra

provincia, il fotovoltaico a terra ha avuto

uno sviluppo selvaggio che nessuno è sta-

to in grado di arginare?".

Ovviamente i punti di vista sul tema di-

vergono di parecchio. La discussione su a

chi spetti tutelare il territorio da un busi-

ness prevedibile si risolve in un serrato

scambio di accuse con la Freda a incolpa-

re l'amministrazione Trespidi o al limite

il Governo (troppo lento a fornire le linee

guida), e il presidente della Provincia a

ribaltare le accuse sulla Regione.

Trespidi lamenta di aver avuto "le mani

legate" e lancia alla Freda la pesante ac-

cusa di aver agito più da donna di partito

che da amministratrice della "cosa pub-

blica"; l'assessore Idv dal canto suo sotto-

linea come la Provincia abbia avuto l'oc-

casione per modificare il Ptcp e lamenta

lo scarso impegno che il numero uno di

via Garibaldi porrebbe sui temi ambien-

tali ed energetici.

Lo scontro si inasprisce, quando l'ammi-

nistratrice piacentina insinua più di

qualche dubbio sulle reali motivazioni

del repentino addio alla giunta di Allegri:

"Ha portato in Giunta la maggior parte

delle pratiche relative al fotovoltaico, e si

è dimesso dicendo di aver difficoltà a ge-

stire le troppe deleghe. Ora -sottolinea-

proprio sul fotovoltaico sono in corso una

serie di accertamenti da parte dei carabi-

nieri".

Tutti concordi sul fatto che per quanto ri-

guarda il fotovoltaico ci fosse penuria di

regole, ma a Piacenza l'affare è andato

tanto male da attirare l'attenzione delle

forze dell'ordine e Trespidi (a cui da qual-

che mese è stata passata la patata bollen-

te) accusa la giunta emiliano-romagnola

di aver atteso troppo a lungo la normativa

nazionale (senza cercare autonomamen-

Polemica veemente sugli impianti a terra

Freda contro Trespidi,la guerra del fotovoltaico

Nella foto l’assessore regionale

Sabrina Freda

dario rigolliil d

ibattito

Page 20: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA20

te una soluzione al problema).

I numeri

Dopo qualche settimana di scambio di ac-

cuse "di principio" e scaricabarile sulle

responsabilità, finalmente la Provincia

ha reso noti i dati relativi allo sviluppo

selvaggio "Made in Pc", riservando u-

n'imprevedibile sorpresa . La Provincia

ha autorizzato 43 impianti su circa 90 ri-

chieste: "Il nostro territorio -fa sapere il

numero uno di via Garibaldi-

è quello con il minor numero

di impianti autorizzati in re-

gione". Sui numeri, la rispo-

sta dell'assessore lascia in-

tendere che il dialogo tra Pia-

cenza e Bologna non sia parti-

colarmente disteso: "Prendo

a riferimento i dati pubblica-

ti da Legambiente e presenti

su internet -dichiara- Si parla

di circa 90 impianti e finora

nessuno ha smentito questo

d a t o.

Provincia: tanti dubbi, una proposta

I dubbi dell'ente di via Garibaldi riguardo al cosiddetto "provvedimentotampone" arrivano anche sul piano dei contenuti, con un comunicato

stampa di via Garibaldi in cui vengono evidenziatediverse perplessità: scarso coinvolgimento di enti localied associazioni di categoria; retroattività del prov-vedimento che potrebbe rendere fuori legge impiantiper cui sono già stati affrontati dei costi; palettidiscutibili e poco chiari come la soglia di potenzamassima fissata a 200Kw per azienda agricola e il tettodel 10% del totale di un terreno agricolo da destinarsia fotovoltaico. Da segnalare anche un (quasi im-percettibile) segnale di distensione da parte di viaGaribaldi: la proposta, per ora ignorata dalla Regione,di definire una distanza minima tra un impianto el'altro, in modo da evitare impianti contigui (costruitisu terreni di aziende diverse), che pur avendo unpesantissimo impatto ambientale, rispetterebbero ilimiti del 10% del suolo e i dei 200kw.

A lato, il presidente della Provincia Massimo Trespidi

Page 21: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 21

Tutti e tre i presidenti dei principali

porti della vicina Liguria (Genova,

la Spezia e Savona), riuniti nella so-

cietà di promozione Ligurian Ports, hanno

fatto tappa lo scorso 26 novembre a Piacen-

za, presso la sede di Confindustria, per un

incontro al quale, oltre ai padroni di casa, e-

rano presenti sia i rappresentanti delle am-

ministrazioni locali che quelli regionali. Il

convegno ha assunto un particolare signifi-

cato perché in questo momento la Regione

Emilia Romagna sta affrontando la com-

plessa redazione del Piano Regionale Inte-

grato dei Trasporti 2010 - 2020. Quindi si è

trattato di un momento di riflessione comu-

ne sulle infrastrutture che possono fare di

Piacenza una moderna piattaforma a servi-

zio anche dei porti liguri, verso i quali, nel

prossimo futuro, è previsto un notevole au-

mento dei traffici provenienti dall'Asia, at-

traverso il Mediterraneo. La logistica è

quindi tornata d'attualità e di ciò il Presi-

dente di Confindustria Piacenza si mostra

soddisfatto: la partecipazione al convegno

non è giudicata per nulla deludente. "Ab-

biamo invitato - spiega Sergio Giglio, Presi-

dente di Confindustria Piacenza -le Istitu-

zioni locali nelle persone dell'assessore al-

lo Sviluppo economico della Provincia di

Piacenza,Patrizia Barbieri, l'assessore alla

Mobilità del Comune di Piacenza, Pieran -

gelo Carbone, e l'assessore alla Program-

mazione territoriale della Regione Emilia

Romagna, Alfredo Peri, che ringrazio per la

partecipazione e l'attenzione alle istanze

provenienti dal mondo economico. Il con-

fronto con la Provincia che abbiamo avuto

nelle scorse settimane sull'importante

strumento di programmazione che la Re-

gione sta varando, ha evidenziato perfetta

sintonia di visione prospettica quanto al

ruolo che la Provincia può svolgere nel fu-

t u ro " .

Che novità sono emerse durante il simpo-

sio?

"La posizione degli Industriali piacentini è

nota. Piacenza si trova alla congiunzione di

tre importanti corridoi di traffico multimo-

dale individuati dall'Unione Europea, Ge-

nova - Rotterdam, Palermo - Berlino, Lisbo-

na - Kiew. Per questa felice posizione geo-

grafica, negli anni 2000 il nostro territorio

è stato protagonista di un forte sviluppo

del settore logistico che, seppur con luci ed

ombre, è stato forse quello che, nell'ultimo

decennio, ha dimostrato maggiore vivaci-

tà. A parte alcuni nuovi circoscritti inter-

venti infrastrutturali, questo sviluppo ha

però insistito su una rete viaria che nella

nostra provincia è rimasta pressoché im-

mutata da decenni e che ormai dimostra

palesemente la propria insufficienza. Ciò

ha fatto sì che nell'opinione pubblica la pa-

rola "logistica" fosse associata al conge-

stionamento del traffico ed all'inquina-

mento, mettendo in secondo piano l'appor-

to dato dal settore all'economia provincia-

le in termini di occupazione e di investi-

menti".

Quali interventi sono divenuti necessari?

"Per ridare respiro alla mobilità delle mer-

ci e delle persone riteniamo sia fondamen-

tale costruire nuovi percorsi, alternativi al-

le direttrici classiche della Via Emilia e

della A1, che consentano di raggiungere in

modo efficiente e veloce i punti del territo-

rio dove si concentrano le attività economi-

che, senza dimenticare la parte collinare

della nostra provincia, che senza congrui

accessi è destinata ad un sicuro declino.

Per questo abbiamo sostenuto, e continuia-

mo a sostenere che è indispensabile il com-

pletamento della tangenziale sud di Pia-

cenza, in connessione con un nuovo casello

sull'A21, il secondo ponte sul Po ad ovest

della città, ed il passante nord che elimini

Il tema sviluppato in un convegno a Confindustria

Giglio: “Logistica in sinergiacon i porti della Liguria”

Nella foto Sergio Giglio, presidente

di Confindustria Piacenza

ludovico antiochiap

rosp

ettive

Page 22: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA22

l'attuale bretella A21-A1. La direttrice

commerciale verso i porti liguri è poi im-

portantissima e potrebbe potenziare la vo-

cazione retroportuale di Piacenza attra-

verso la realizzazione di infrastrutture mo-

derne per il trasporto intermodale, come u-

no scalo merci a Le Mose che sia ben con-

nesso alla rete ferroviaria e stradale".

Sembra di capire che nella visione di Con-

findustria la logistica è centrale per lo svi-

luppo del territorio.

"Anche altri territori si stanno fortemente

muovendo in questo senso e non disdegna-

no affatto questo tipo di attività, ben consa-

pevoli che il ridisegno complessivo della

grande viabilità europea potrà portare va-

lore aggiunto non trascurabile.

Solo a Piacenza non riusciamo a capire

queste valenze e così lasciamo che tutto mi-

gri verso Parma. Chissà perché i cugini non

si fanno i nostri problemi e stanno svilup-

pando nella parte ovest, che confina con

Piacenza, ampi insediamenti nella logisti-

ca del freddo".

Ma lo sviluppo della vocazione logistica del

nostro territorio, che è innegabile, non po-

trebbe interferire negativamente con altre

vo c a z i o n i .

"Chi dice che la logistica potrebbe impedi-

re altre linee di intervento sta prendendo

un grosso abbaglio. Io non credo che questo

impedisca che altre parti della nostra pro-

vincia possano sviluppare vocazioni diver-

se, per esempio quelle agricole o turisti-

che. Sono invece convinto che queste siano

destinate a morire se al contrario non si in-

terviene su altri fronti. La metropolitana

leggera, di cui di tanto in tanto si parla po-

trebbe aprire orizzonti significativi in tan-

te direzioni. Che sviluppo ci potrebbe es-

serci se la grande metropoli lombarda che

dista da Piacenza solo 60 chilometri potes-

se essere raggiunta in mezz'ora e non in u-

n'ora e mezza come è adesso? Abitare a Pia-

cenza e lavorare o studiare a Milano diven-

terebbe naturale e così la nostra provincia

potrebbe davvero diventare la terrazza del-

la Lombardia come qualcuno qualche an-

no fa aveva ipotizzato. Quali i vantaggi? La-

scio ai lettori il compito di individuarli. Io

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Page 23: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 23

ne vedo parecchi e tutti positivi. Con una

pedemontana poi, così come proposta dal-

la CCIAA, il punto di ingresso, qualunque

esso sia, si potrebbe distribuire su tutta la

P rov i n c i a " .

Però oltre alla sostenibilità economica,

questi progetti pongono problemi di soste-

nibilità ambientale, non indifferenti. "So

bene che questi ragionamenti fanno grida-

re all'eccessivo consumo di suolo. Io credo

invece che un nastro stradale adeguato

consentirebbe di razionalizzare l'esisten-

te, che è superato e pericoloso e porta tanto

inquinamento dentro i nostri paesi. Quan-

to al collegamento con Milano, è evidente

che sto pensando al ferro e quindi ad una

modalità di trasporto molto meno impat-

tante. Se però continuiamo a dire no, finire-

mo per avere oltre al danno, anche la beffa

di essere tagliati fuori per sempre da tutto.

Basta dare un'occhiata generale alle carte

geografiche per vedere quale è il disegno

complessivo delle grandi reti transeuro-

pee. Piacenza può essere trasformata in un

amen in una vuota ed inutile enclave. Il

punto che non mi è assolutamente chiaro

con quali attività economiche si intende so-

stituire quelle che inevitabilmente si per-

deranno se non interveniamo con lungimi-

ranza. L'elenco dei progetti infrastruttura-

li delle altre regioni è impressionante. Noi

invece stiamo qui a discutere per decenni

di nulla, ma quello che è ancora più grave,

non proponiamo nessuna alternativa cre-

dibile. Abbiamo una spiccatissima cultura

della contrapposizione fine a sé stessa. In

questo siamo veramente dei campioni as-

soluti".

Nella foto il porto commerciale di Genova.

Nella pagina accanto il progetto del nuovo

ponte sul Trebbia

Page 24: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA24

Una bussola per il futuro. E' il senso

di "Piacenza territorio snodo", il

progetto - finanziato dal Ministe-

ro Infrastrutture e Trasporti - che il Comu-

ne di Piacenza ha iniziato a redigere nel

2008, dopo che nel 2007 la Primogenita è

stata inserita tra le 12 città definite "terri-

torio snodo" nel Quadro Strategico Nazio-

nale 2007-2013. L'ampio disegno strategi-

co si sta sviluppando in armonia con gli in-

dirizzi europei e lo stesso QSN 2007-2013,

impostato sulle reti dei Corridoi (le grandi

direttrici europee) e sui nodi urbani collo-

cati lungo le reti. Incardinati su 4 fronti (in-

frastrutture, mobilità, logistica e riqualifi-

cazione urbana) gli interventi intersetto-

riali immaginati per il territorio piacenti-

no, che includono grandi progetti di tra-

sformazione riguardanti la città nell'oriz-

zonte del medio-lungo termine: dal Polo lo-

gistico del ferro all'adeguamento delle in-

frastrutture viarie, dal Parco del Po agli in-

terventi di riqualificazione urbana. Lo sce-

nario di inquadramento dei progetti si

muove secondo tre grandi direttrici strate-

giche, denominate "Piacenza snodo del

Corridoio V", "Piacenza città del Po" e

"Piacenza città della Via Francigena".

L'ultimo aggiornamento è stato presenta-

to il 29 ottobre scorso ad Urbanpromo di

Venezia, dove una sessantina di città e il

Ministero stesso hanno cercato di dare una

risposta al quesito: "Qual è il ruolo dell'Ita-

lia nel Mediterraneo e come si pone l'Italia

nella nuova geografia mondiale? Quali so-

no gli asset strategici sui quali puntare?".

Piacenza tra i 12 territorisnodo

"L'inclusione di Piacenza tra i 12 "territori

snodo" - spiega Pierangelo Carbone, as-

sessore comunale ad Ambiente e mobilità,

Sviluppo sostenibile e Riqualificazione

urbana - è dovuta a vari elementi, in primis

la collocazione geografica. La nostra città

è prossima a due piattaforme territoriali

strategiche (La Spezia-Brennero e Geno-

va-Nord Ovest) e si trova su grandi corridoi

europei, il corridoio 5 est-ovest fra Lisbona

e Kiev ed il corridoio 24 "dei due mari" fra

Genova e Rotterdam. Considerando la

grande scala di un progetto continentale, è

inoltre prossima al corridoio 1 da Berlino a

Palermo. Oltre a questi assi della moderni-

tà, Piacenza è posta sulla via Francigena

(asse culturale europeo) e sul fiume Po,

nella rete dei corridoi ecologici di pianura.

Il Ministero ha inoltre considerato la capa-

cità di pianificazione strategica, come nel

caso del Piano Strategico per Piacenza e

del convegno Vision 2020".

Il Corridoio V

"L'obiettivo - ricorda Carbone - è produrre

ricchezza sul territorio, incrementando il

PIL locale, e su questo fronte ci sarà molto

da lavorare". La logistica del ferro, lo stabi-

limento militare, i tecnopoli di ricerca e il

sistema locale delle imprese sono gli asset

che possono consentire a Piacenza di svol-

gere - in rete con le altre città - un ruolo di

cerniera per i flussi delle merci in ingresso

e uscita fra i porti (Genova, Savona e Ra-

venna), la Pianura Padana, l'Europa e l'E-

st. Strategica per Piacenza sarà la scelta

della mobilità su ferro. Per sviluppare la

vocazione ferroviaria del polo logistico, ad

esempio, l'idea è trasferire le funzioni fer-

roviare merci di RFI, delocalizzandole dal-

la stazione storica a Le Mose: "Nella mi-

gliore delle ipotesi - stima Carbone - ci vor-

rà un decennio, ma il Ministero sta già fa-

Idee presentate anche ad Urbanpromo di Venezia

"Piacenza territorio snodo",Carbone: agenda per il futuro

andrea dossena

Nella foto un primo piano

di Pierangelo Carbone, assessore

ad Ambiente e mobilità,

Sviluppo sostenibile

e Riqualificazione urbana

del Comune di Piacenza

citt

à fu

tura

Page 25: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 25

cendo da interfaccia tra Comune e ferro-

vie". Buone notizie per il potenziamento

della connessione ferro con Genova sono

arrivate ai primi di novembre, quando il

Cipe ha autorizzato l'avvio della realizza-

zione del primo lotto costruttivo del pro-

getto definitivo del Terzo Valico dei Giovi.

Sarà inoltre necessario riorganizzare il si-

stema autostradale locale (accessi e rac-

cordi di interconnessione) e infrastruttu-

rale. Ci sono poi i grandi temi dell'integra-

zione delle politiche industriali dell'eser-

cito con i programmi di recupero urbano

delle aree demaniali e militari e la questio-

ne della permanenza dello stabilimento

militare del Ministero della Difesa, "che è

un nodo produttivo ma - ricorda l'assessore

- anche un tema sindacale, considerando le

centinaia di dipendenti: servirà l'integra-

zione delle politiche industriali dell'eser-

cito con i programmi di recupero urbano

delle aree demaniali e militari". In "Pia-

cenza territorio snodo" sono infine centra-

li sia il progetto industriale del nuovo polo

di mantenimento militare sia il progetto di

recupero dei sedimi demaniali e militari

sia le relazioni industriali (che possono da-

re valore aggiunto alla produzione, decisi-

vo nel mercato globale) fra il nuovo tecno-

polo piacentino, lo stabilimento militare e

il sistema locale delle imprese.

La città del Po

Come Torino, Pavia, Cremona, Mantova e

Ferrara, Piacenza è sul Po ed è sede di poli

universitari: in tutta Europa i fiumi sono e-

lementi di valore paesaggistico e di base

per l'economia locale e per le questioni e-

nergetiche, e il ruolo delle università potrà

essere importante. Gli asset sono:

-le questioni di sicurezza idraulica quanti-

tativa e qualitativa ("Problema complesso

- avverte Carbone - in quanto coinvolge u-

na ampia pluralità di enti") e di navigabi-

lità turistica (perché il porto commerciale

c'è già, nella vicinissima Cremona)

-l'approccio strategico alla tutela ambien-

tale delle foreste di pianura e rete ecologi-

ca diffusa ("Sommando e integrando il

Parco interregionale del Po e quello del

Trebbia con altre aree verdi, anche il dibat-

tito sul futuro dell'area delle Pertite si po-

trebbe collocare - secondo Carbone - in un

contesto più ampio"); la ricostruzione del

rapporto città-fiume, riqualificando gli

spazi. "Anche alcuni studenti della Sum-

mer School - ricorda l'assessore - hanno su-

bito notato la necessità di non considerare

il Po solo come qualcosa da cui difendersi e

di non ridurre le zone sul fiume a terra di

nessuno".

-la questione energetica, considerando

che le centrali di produzione tradizionale

sono collocate sul Po, che è partita la di-

scussione sul nucleare e che le città sono

impegnate nel programma UE 20-20-20

-Milano Expo 2015 avrà come tema l'ali-

mentazione del pianeta e la pianura pada-

na con il Po - dove si colloca Piacenza - è una

delle aree a maggior produzione agricola

industriale italiana

La Via Francigena

"La via Francigena - per Carbone - è l'asse

storico culturale che può permettere di

mettere a sistema molti progetti di riquali-

ficazione urbana e di promozione della cit-

tà". Il tratto urbano interessa in effetti un

percorso che collega edifici e importanti

nodi della comunicazione e della cultura:

le sedi dell'Università Cattolica e del Poli-

tecnico, il polo culturale Teatini e S. Vin-

cenzo, Teatro Municipale-Filodrammati-

ca-Conservatorio, la galleria d'arte moder-

na Ricci Oddi, il teatro S. Matteo, la galle-

ria Rosso Tiziano, l'Urban Center ed il Mu-

seo di Storia naturale, il Collegio Morigi, il

Polo sanitario. Il percorso urbano della

Nella foto, la sintesi delle tre grandi direttrici strategiche che disegnano lo scenario

di inquadramento del progetto “Piacenza territorio snodo”

Page 26: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA26

Il Polo Logistico del Ferro

A seguito dello spostamento dello scalo merci, laprospettiva è quella della creazione di un Hub fer-roviario attorno al quale organizzare le attività dilogistica, ma anche il Polo militare di mantenimento. Ilmodello di riferimento è l'APEA (Area ProduttivaEcologicamente Attrezzata), a cui si accompagna lariorganizzazione della viabi-lità di servizio in modo daridurre al massimo le inter-ferenze con le zone urbane,il potenziamento dell'offertadei servizi alle aziende maanche agli addetti ed ai frui-tori. Nell'ambito di questoprogetto occorre verificarel'ipotesi di prolungamentodella linea ferroviaria a ser-vizio del centro logistico diPontenure e le sinergie rea-lizzabili con l'interporto diAlessandria. L'intervento car-dine è rappresentato dalladelocalizzazione dello scalomerci di RFI attualmente situato alla stazione di piaz-zale Marconi. Il nuovo scalo merci ad uso misto pub-blico-privato troverà collocazione in zona Le Mose e lasua realizzazione è articolata in due fasi distinte.La prima, già appaltata, prevede la posa di un fascioquattro binari di presa/consegna che si staccherannodalla linea storica PC-CR con cui saranno collegati tuttii magazzini del polo logistico. La seconda consisterànell'ampliamento del numero dei binari e nella rea-

lizzazione delle opere di urbanizzazione sull'area percreare un vero e proprio hub ferroviario. Inoltre ilnuovo scalo potrebbe in futuro servire il nuovo PIMP(Polo Industriale di Mantenimento Pesante) dell'E-sercito Italiano se anch'esso troverà collocazione inzona Le Mose. La creazione del polo del ferro co-stituirebbe una spinta decisiva all'uso del trasporto

combinato ferro-gomma edel trasporto ferro-ferro inmodo che gli operatori in-sediati ed insediandi nel po-lo logistico possano sfruttarequeste modalità di trasportopiù sostenibili rispetto al sologomma. Inoltre tale inter-vento rappresenterebbe unpunto fondamentale per lacostituzione di un'Areaproduttiva ecologicamenteattrezzata, che comprende-rà in prima battuta l'areadenominata "Piacenza Logi-stica" (area AP3 più PIP LeMose), con la volontà di e-

stendere successivamente le caratteristiche di APEA atutta l'area produttiva della zona est della città. Al-l'interno del polo logistico, dentro Casino Mandelli, siprevede la realizzazione del Tecnopolo come centrod'eccellenza per l'energia e la meccanica avanzata.

Nella foto il progetto della delocalizzazione dello scalo

merci RFI da Piazzale Marconi alla zona di Le Mose

Page 27: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 27

Francigena - forte elemento di identità - co-

me asse della creatività può consentire di

lavorare sull'immagine urbana e sulla pro-

mozione del patrimonio storico architetto-

nico. Il progetto completa il circuito delle

mura cinquecentesche, di Palazzo Farnese

e del Castello farnesiano (attuale arsenale

m i l i t a re ) .

Si tratta di riconoscere il ruolo che la cultu-

ra e le relazioni umane svolgono da sempre

nel creare l'identità urbana. In questa di-

mensione, l'intera partita del recupero,

della destinazione e delle trasformazioni

delle aree militari e demaniali (che - a

scanso di equivoci - sarà comunque a lun-

ghissimo termine) potrebbe affermarsi co-

me programma integrato di riqualificazio-

ne urbana finalizzato anche a potenziare le

funzioni culturali della città, in relazione

all'architettura urbana di Alessio Tramel-

l o.

50 città al lavoro

Per capire il peso di quanto potrebbe na-

scere, "bisogna considerare - ricorda Car-

bone - che Piacenza è tra le circa 50 città i-

taliane che stanno sviluppando progetti di

territorio che guardano avanti e sono ca-

ratterizzati da azioni integrate innovative:

la nostra città è tra i 12 territori snodo di cui

sopra, ma altre 40 realtà erano già state in-

cluse nelle esperienze PON (Programma-

zione Operativa Nazionale) e Sistema".

Un impegno enorme, ma necessario, che

punta a reindirizzare il nostro territorio

verso un luogo capace di rispondere alle

sfide della modernità con offerte di eccel-

lenza, in parte tratte da storia e tradizione

e in parte da reinventare in uno scenario

mondiale sempre più difficile e competiti-

vo .

Nella foto, un sintetico schema dei macrotemi di “Piacenza Territorio Snodo”

Page 28: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA28

Page 29: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 29

bilan

ci di fin

e ann

oI

ntervento a tutto campo del sindaco

di Piacenza Roberto Reggi, che sfrut-

ta l'occasione degli "auguri di fine

anno" per tracciare un bilancio dell'attivi-

tà amministrativa 2010 e mettere le mani

avanti su un 2011 che (a causa dei tagli go-

vernativi) si preannuncia di lacrime e san-

gue.

Un primo cittadino autocelebrativo nel

mostrare quanto di buono è stato fatto ne-

gli ultimi 12 mesi, che dopo il lungo elenco

di opere pubbliche portate a termine, o già

finanziate; agita lo spauracchio di un 2011

fatto di "investimenti annullati" e "Forte

depressione sull'economia locale, i cui ef-

fetti saranno meglio evidenti tra sei mesi",

previsioni nefaste, soprattutto per un set-

tore che, come quello edile, ha subito pe-

santemente gli effetti della crisi.

Il nucleo centrale del messaggio è stato un

lungo elenco di opere realizzate nel 2010, i

"fiori all'occhiello" della seconda giunta

Reggi: la riqualificazione di piazzale Li-

bertà, piazzale Marconi e via Scalabrini; i

parcheggi della Cavallerizza e dell'Urban

Center; il Centro polivalente della Farne-

siana; le rotatorie di via Damiani, via Man-

fredi e via Veneto; le ciclabili di La Verza,

viale Martiri della Resistenza, via Damia-

ni, via Nasolini e via XXIV Maggio. Indub-

biamente lavori importanti che hanno

cambiato il volto della nostra città, ma il

sindaco non si ferma qui, cominciando a ci-

tare anche: le opere finanziate (ma non an-

cora realizzate); i progetti appaltati (non

ancora partiti, né finanziati); gli appalti in

scadenza nei prossimi mesi (non ancora

partiti, finanziati, né appaltati).

In chiusura del lungo elenco (in stile "Vie-

ni via con me") il sindaco gonfia il petto: "Il

tutto e lo dico con grande orgoglio -dichia-

ra- mantenendo il bilancio del Comune in

perfetto equilibrio e soprattutto (palese il

riferimento ad "alcuni nostri vicini") sen-

za contrarre debiti che possano condizio-

nare le amministrazioni che verranno."

Questo scenario idilliaco tuttavia, viene

bruscamente spezzato quando, dopo aver

ricordato gli interventi 2010, il sindaco si

lascia andare a qualche considerazione sul

futuro del comune capoluogo: "Va detto

senza reticenze -esordisce il primo cittadi-

no- con il bilancio di sopravvivenza che il

Governo ci ha costretti a predisporre, fare-

mo fatica a garantire i livelli di servizio del

2010: ci saranno serie conseguenze -consi-

dera- in particolare, sulla manutenzione

delle strade e del verde. Gli investimenti:

nel corso del 2011 -prosegue- saranno di

fatto annullati e ciò produrrà una forte de-

pressione sull'economia locale, i cui effet-

ti saranno meglio evidenti tra sei mesi".

Scenario che assume tinte decisamente fo-

sche, anche se Reggi conclude aprendo u-

no spiraglio e rilancia su una questione che

può essere cruciale per il futuro prossimo

di Piacenza: "Chiederemo alle categorie e-

Nella foto l’inaugurazione

di via Scalabrini

dario rigolli

Sindaco orgoglioso del 2010, ma previsioni fosche

Lavori pubblici, Reggi:“2011 da sopravvivenza”

Page 30: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA30

conomiche e sociali e agli altri enti ed isti-

tuzioni locali, di confrontarci seriamente

per condividere questi problemi. Vorrem-

mo però condividere -avverte- non solo il

tentativo di superare gli ostacoli, ma anche

le opportunità fornite dal federalismo de-

maniale, se si concretizzerà davvero così

come auspichiamo, e gli atti necessari ad a-

dottare il Psc, legato fortemente alla desti-

nazioni delle aree militari. La collabora-

zione e la condivisione, infatti, -bacchetta

il sindaco- non si traducono soltanto nell'e-

rogazione di contributi economici, ma ri-

chiedono una partecipazione attiva, un ap-

proccio costruttivo e capace di apportare

nuove idee e progettualità". Qualche sas-

solino dalle scarpe Reggi se lo è tolto anche

nei confronti della Provincia, sulla que-

stione dell'agognato Ponte sul Trebbia: "Il

Comune di Piacenza - ha spiegato - ha tolto

5 milioni di euro dal bilancio per investirli

in quest'opera che ritiene strategica: alla

stazione appaltante (la Provincia, ndc) che

ha finalmente dato il via ai lavori, ricordo

che il ponte è interamente pagato dai Co-

muni, di Piacenza, di Rottofreno e di Gra-

gnano e della Regione Emilia Romagna".

Su questo punto ha replicato a stretto giro

di posta il presidente della Provincia Mas-

simo Trespidi, per il quale l’ente di via Ga-

ribaldi “ha messo sul progetto del Ponte

sul Trebbia (che sarà inaugurato il 30 di-

cembre 2011) un milione 116mila e 724 eu-

ro. Il Comune deve pensare a sistemare la

strada che porta al ponte, solo dopo ci im-

pegneremo a prenderci carico della sua

m a nu t e n z i o n e ” .

Le future opere pubbliche

"Numerose - ha spiegato Reggi - le opere

già finanziate, per gran parte delle quali i

lavori sono già partiti o in fase avanzata:

l'Hospice, Corso Europa, il cavalcaferro-

via, l'asilo alla Farnesiana, il Centro poli-

valente della Besurica, il Lungo Po e il nuo-

vo pontile, le varie piste ciclabili in corso di

realizzazione (tra cui quella di via Rigolli,

che solo il maltempo ha rallentato un po',

ma sarà pronta in primavera), il ponte sul

Trebbia e la relativa Tangenziale di acces-

so. Molti sono i lavori già appaltati: penso

alla nuova piscina, al Forno crematorio, al-

la riqualificazione di piazzetta Negri, di

viale Risorgimento e dello stradone Farne-

se, oltre al Campo pozzi a Mortizza.

Gli appalti in scadenza nei prossimi giorni

prevedono l'avvio dei lavori di riqualifica-

zione di piazza Sant'Antonino, di via Caor-

sana e via Diete di Roncaglia.

Infine, certo non ultimi per importanza, ci

sono gli appalti in fase di preparazione, che

usciranno nei prossimi tre mesi: i bandi re-

lativi al Parco enogastronomico, a Palazzo

Uffici, al Tecnopolo, al Parco della Pace, a

piazzetta Plebiscito, a piazza Cittadella, al

S. Vincenzo, alla cascina S. Savino a Le Mo-

se, a via Colombo (questi ultimi saranno

appaltati più avanti)".

Nella foto sopra Il sindaco Reggi

e l’assessore Brambati brindano

alla fine lavori di via Scalabrini

Page 31: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 31

Gli ordini professionali sono finiti

sotto la lente del Cresme, con un

rapporto intitolato "Il valore so-

ciale delle professioni intellettuali" e in al-

cuni casi i risultati sono stati sorprendenti.

Se il popolo dei liberi professionisti può

vantare numeri di tutto rispetto (due mi-

lioni di iscritti, un giro d'affari di 196 mi-

liardi di euro e un peso economico tra il

14,9 e il 15,1% del Pil) soprattutto in edili-

zia, le cifre dipingono un quadro tanto im-

pietoso per i "progettisti laureati", quanto

roseo per i bistrattati geometri. Il lavoro ri-

schia di essere praticamente lo stesso

(molti architetti, sottovoce, confessano di

fare progettini "da geometra" per arroton-

dare), lo stipendio pure, in alcuni casi esse-

re un geometra offre addirittura più possi-

bilità di ottenere abilitazioni e certificati.

Insomma, molti progettisti probabilmente

si stanno chiedendo se non l'abbia vista

giusta chi ha frequentato l'istituto geome-

tri anziché restare sui libri altri 3/4/5 anni e

acquisire competenze che in pochi richie-

dono e riescono ad apprezzare.

Secondo l'indagine del Cresme (commis-

sionata dal Cup) anche dal punto di vista e-

conomico la differenza si starebbe assotti-

gliando sempre di più, il reddito medio dei

geometri sale, mentre quello di architetti e

ingegneri, al netto dell'inflazione, resta

sostanzialmente invariato.

"Non mi sorprende - commenta Benito Do-

di, presidente dell'ordine degli architetti

di Piacenza - in un periodo come questo, la

stragrande maggioranza dei cantieri è di

modeste dimensioni. Più che altro -dichia-

ra- oggi si fanno lavori di ristrutturazione

che non richiedono una grossa professio-

nalità o la firma di architetti e ingegneri. È

normale -fa sapere- che in queste occasioni

la committenza non si rivolga a professio-

nisti altamente qualificati". Insomma un

atteggiamento comprensibile, anche se in

un momento di crisi delle vendita degli im-

mobili una soluzione potrebbe essere

quella di privilegiare la qualità architetto-

nica: "Lo dice la parola stessa -prosegue

Dodi- a prescindere dalle competenze in-

dividuali del singolo professionista, non è

possibile paragonare un diploma ad una

laurea". Interessante rilevare anche il da-

to prettamente numerico, limitatamente

alle professioni dell'area tecnica che più

interessano il settore dell'edilizia. A quan-

to risulta dalla ricerca il numero maggiore

di iscritti all'Ordine nel 2009-2010 si regi-

stra tra gli ingegneri (213.399), seguiti a di-

stanza dagli architetti (142.035) e dai geo-

metri (111.145 iscritti).

E la forbice sembra continuare ad allargar-

si inesorabilmente, tra il 2001 e il 2008, o-

gni anno sono stati abilitati in media 17 mi-

la ingegneri, contro i quasi 7 mila architet-

ti. In media, tra gli ingegneri il 90% dei

candidati agli esami di Stato ottiene l'abi-

litazione, mentre tra gli architetti si arriva

al 50%.

Viene da chiedersi se l'esponenziale au-

mento di progettisti laureati, non rischi di

"annacquarne" le competenze e soprat-

tutto la credibilità rispetto a una commit-

tenza che spesso tende a fidarsi più di un

geometra con un po' di esperienza che di

un giovane architetto. "Sarebbe molto ri-

duttivo -commenta il presidente dell'Ordi-

ne degli Architetti- dire che il problema è

che adesso ce ne sono troppi. Non si può i-

gnorare che l'Italia abbia bisogno di pro-

fessionisti specializzati, anche perché -ri-

corda- nel resto d'Europa ci sono molti più

laureati che da noi". Particolarmente in-

quietante anche il dato che riguarda la

condizione occupazionale dei neolaureati,

che vede solo un ingegnere su quattro lavo-

rare già a un anno dalla laurea, per la mo-

Nella foto Benito Dodi, presidente

Ordine degli Architetti di Piacenza

dario rigolli

Ricerca Cresme, Dodi: “Dati che non mi sorprendono”

Redditi, i geometribattono gli architetti

ord

ini p

rofessio

nali

Page 32: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA32

desta cifra di 944 euro al mese; ancora peg-

gio per gli architetti, infatti se nei 12 mesi

che seguono la laurea, circa il 70% sono oc-

cupati, lo fanno con ritorni economici de-

solanti, infatti mediamente un giovane ar-

chitetto guadagna 879 euro al mese.

Secondo Dodi, la professione di architetto

deve cercare nuove strade: "Non dico che

sia un punto d'arrivo, ma l'architettura

piacentina è in crescita -considera- perché

stiamo seguendo un altro metodo, fondato

sul fatto che se qui non si fanno grandi pro-

getti -conclude- dobbiamo inventarci qual-

cosa su quelli più piccoli".

I geometri stanno lentamente erodendo

compiti e profitti di quelli che un tempo e-

rano i "colleghi ricchi": ingegneri e archi-

tetti. Considerando i dati raccolti tra il

2000 e il 2007, gli architetti iscritti a Inar-

cassa sono passati (nominalmente) da un

reddito medio di 32.300 euro a 37.600 euro

lordi annui. Adeguando il dato all'inflazio-

ne, i progettisti risultano aver perso circa

500 euro annui. Anche il potere d'acquisto

degli ingegneri scivola inesorabilmente

verso il basso, anzi partendo da più in alto,

la caduta sembra anche più rovinosa: da

50.120 euro (nel 2000) a 52.600 euro annui

lordi, che in termini di reddito reale signi-

fica meno 5mila euro. Ad inquetare anche

il fatto che la discesa per entrambi gli ordi-

ni professionali, sia stata lenta, ma costan-

te negli ultimi 5 anni, senza picchi (positivi

o negativi) che possano far pensare ad una

congiuntura particolarmente favorevo-

le/sfavorevole. Considerando invece il red-

dito medio dei geometri, il volume d'affari

ha visto un vero e proprio boom negli ulti-

mi ann, passando dai 21.236 del 2000 ai

35mila circa del 2007. In termini di potere

d'acquisto, questo vuol dire più 8mila euro

all'anno... Niente male.

Page 33: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 33

architetto

del m

ese“

"Gli edifici non sempre migliorano lo

spazio pubblico, spesso possiamo so-

lo dire se sono belli o brutti: ciò che

determina la qualità di una città è la qualità

degli spazi aperti, dei parchi, delle piazze,

dei giardini. Gli spazi pubblici sono il teatro

della vita in comune dei cittadini, dell'in-

contro fra gli abitanti, e per questo su di essi

si dovrebbero concentrare maggiori ener-

gie e risorse, anche economiche, e la più

grande attenzione". Parole dell'architetto

Gianmaria Sforza Fogliani, dal 2006 è dot-

tore di ricerca in Architettura del Paesag-

gio, per il quale "l'architettura, che è un'ar-

te applicata, trova il suo senso più alto se mi-

ra ad alzare la qualità della vita delle perso-

ne, con la qualità degli spazi pubblici prima

di tutto. In Italia - prosegue l'architetto pia-

centino - la figura dell'architetto paesaggi-

sta quasi non esiste, non è contemplata se

non formalmente: l'Ordine da pochi anni

infatti è anche dei Paesaggisti. Ma chi sono

poi, e con quali competenze? All'estero la

figura dell'architetto del paesaggio è ne-

cessaria al gruppo di progettazione se si

vuole partecipare a un concorso pubblico,

in Italia quasi mai compare e non ci sono

nemmeno corsi di laurea specifici in Archi-

tettura del Paesaggio". Un'anomalia per lo

più italiana poichè - secondo l'architetto

Sforza- "con l'"architettura a volume zero"

non si fanno soldi, non ci sono interessi eco-

nomici diretti e evidenti a "costruire" lo

spazio pubblico: piazze, parchi, ciclabili,

giardini e di tutto ciò che non ha una volu-

metria consistente non arricchisce il priva-

to o gli amministratori, anche se è la pre-

messa per la qualità della vita di una città.

Come nasce la sua passione per l'Architet-

tura Paesaggista?

L'edilizia è un'attività fuori controllo, sia-

mo circondati da edifici e costruzioni di tut-

ti i generi e tipi, per la maggior parte sca-

dente, e soprattutto pochissima se non ine-

sistente è la qualità degli spazi su cui affac-

ciano questi edifici, perchè tutto si concen-

tra sulle case private quando è all'aperto

con gli altri che si realizza la convivenza ci-

vile . L'Architettura del Paesaggio invece è

una disciplina specifica dell'Architettura

che si concentra sulle relazioni fra le cose e

le persone, non sulla forma o su quantità

commerciabili, si occupa di tutto ciò che

non è volume edificato: parchi, orti urbani,

piazze, illuminazione, rigenerazione urba-

na, collegamenti. All'estero c'è grande at-

tenzione alla progettazione di questi spazi:

si pensi senza andare troppo lontano a cosa

è Barcellona a partire dalle Olimpiadi del

'92, o Lione, la nuova ville lumière, oppure

Rotterdam, per farsi un'idea dell'attenzio-

ne che si dà ormai in generale alla progetta-

zione degli spazi aperti.

Com'è Piacenza da questo punto di vista?

E' una città dormitorio in cui gli spazi pub-

blici non si rinnovano, e soprattutto non so-

no generatori di nulla, per la città. Una città

dove si stà molto in casa chiusi nelle proprie

case, poco "in strada" e "in piazza", all'a-

perto, perché probabilmente non è confor-

tevole se non per consumare e comprare.

Non sono io a dirlo in che condizione riversa

il nostro centro storico, e peggio ancora cer-

te aree periferiche di nuova e continua e-

spansione ma senza che le nuove piazze di-

ventino luoghi di aggregazione della vita

sociale per chi abita quella parte di città

lontana dal centro e mal collegata, e per di-

ventarlo ci vorrebbero prima buone idee,

buoni amminstratori sensibili e attenti se

non colti, e poi buoni progetti magari illu-

minanti, per contrastare certi altri modelli

imperanti. Gli spazi pubblici piacentini so-

no spazi vuoti senza progetto, senza idee,

senza bellezza e senza interesse se non per

alcuni bellissimi monumenti che ci ha con-

segnato la storia della città, che fanno da

sfondo ma di fatto sembrano quinte teatra-

li, una scenografia senza la qualità dello

spazio su cui affacciano, che spesso è tratta-

to come un pavimento qualsiasi. Qualche e-

sempio? Piazza Cittadella si divide tra par-

cheggio e stazione autobus (in dismissio-

ne?) e caserma, è uno spazio enorme, di

grande potenzialità ma dopo il concorso

naufragato nel 2001 nessuno se ne è occu-

pato, e l'unica idea è quella di spostare le

macchine sottoterra e togliere il mercato!

Non parliamo poi della sua relazione con

Palazzo Farnese, il Parco Daturi, e le aree

militari: tutta un'area lasciata all'abbando-

Nella foto sopra l’architetto

Gianmaria Sforza Fogliani. Nelle

pagine successive il progetto

per Porta Parma a Fiorenzuola

francesca gazzola

Gianmaria Sforza, architetto paesaggista

“Spazi pubblici senza idee,serve progettualità”

Page 34: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA34

no. Il Parco Daturi, da poco ufficialmente

"parco", è stato riempito con qualche con-

certo e per il resto sporadici studenti per l'o-

ra di ginnastica. Con gli studenti avevamo

perfino calcolato che ci stesse perfettamen-

te lo stadio comunale, con tanto di attrezza-

ture. Sarà oggetto di una interessante tesi

di laurea, visto che gli stadi si usano una vol-

ta a settimana e per i restanti giorni potreb-

bero funzionare come un parco ben infra-

strutturato di servizi. Per il resto il Daturi è

deserto e l'unica cosa positiva è il cinema al-

l'aperto d'estate, in condizioni di sopravvi-

venza al caldo e alle zanzare "estreme". Il

lungofiume Po è relegato, come ormai si è

capito, a generica fascia bagnata dal fiume,

non come in alcune città (Cremona?) la mi-

gliore opportunità per attrarre cittadini e

turisti, una delle sue migliori cartoline per

Piacenza, potenzialmente. Le cannottieri,

come dire, appaiono come vecchie imbar-

cazioni da rottamare, invece che strutture

moderne sportive per godere del fiume e

dell'attività sportiva, oltre che di benesse-

re. Piacenza poi non ha parchi: ci si ostina a

chiamare "parco" la Galleana, ma un parco

è un'area progettata, non un qualunque

pezzo di terra salvato dalla cementificazio-

ne selvaggia o alla speculazione edilizia. In

un parco ci si deve poter entrare a tutte le o-

re, deve essere raggiungibile facilmente

con mezzi pubblici ad hoc da varie parti del-

la città, magari che fanno fermata dentro il

parco, e poi essere attraenti per ogni genere

di pubblico, facilmente accessibili, deve es-

sere possibile trovarci piante e giardini ma

anche piccole architetture nel verde dove

svolgere varie attività, al chiuso e all'aper-

to, e poi magari visitare mostre, studiare

guardando la natura, e ancora giardini pro-

duttivi dove osservare la crescita delle

piante, fasce di orti didattici dove piccoli e

grandi possono guardale e coltivarle, altre

parti dove osservare una natura quasi sel-

vaggia ma anche quella ordinata e organiz-

zata dall'uomo, e poi diventare riserva per

specie e animali, e questa è la prova del no-

ve: rifugio per la biodiversità. Non basta

non essere "area non edificata" per diven-

tare un parco.

S.Antonino: la piazza resta un tema caldo.

Qual è il suo rapporto con i concorsi pubbli-

ci e con le amministrazioni comunali?

Dopo anni di partecipazioni a concorsi pub-

blici (secondo classificato nel concorso per

la riqualificazione di Piazza Sant'Atonino,

terzo classificato per il concorso di idee re-

lativo all'Area ex scuole elementari di Po-

denzano, terzo classificato al concorso di ri-

qualificazione di piazza Libertà ad Agazza-

no, la partecipazione al concorso di proget-

tazione per la Nuova Chiesa di S.Nicolò a

Trebbia, ndr) mi sono reso conto di quanto

siano inutili i concorsi di idee, se per primo

l'Ordine, da cui mi sono tolto, non tutela i

professionisti e permette che dello stru-

mento dei concorsi si abusi, utilizzandolo

come un semplice spot pubblicitario, e ap-

parire buoni e corretti davanti per poi co-

struire quello che si vuole e come si vuole.

Per piazza S.Antonino l'amministrazione

Page 35: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 35

comunale - oltre a non aver tenuto conto in

nessun modo degli esiti del concorso pub-

blico da lui stesso indetto - ha presentato

non un progetto bensì una semplice ripavi-

mentazione della piazza con porfido a rag-

giera, un'operazione tra le più banali e dif-

fuse che dimostra solo mancanza di imma-

ginazione e cultura. Una ripavimentazione

che tratta allo stesso modo la più bella piaz-

za di Piacenza e il piazzale della stazione ap-

pena rinnovato, si fa per dire . Nella proget-

tazione di uno spazio il disegno di un proget-

to viene prima di tutto il resto: accade spes-

so, invece - come avvenuto nel recente con-

corso per la progettazione della nuova chie-

sa di San Nicolò - che i partecipanti presen-

tino quasi solo rendering dell'opera, igno-

rando la relazione col contesto circostante.

A Fiorenzuola un anno e mezzo fa l'ammini-

strazione comunale mi chiese di presentare

un progetto che ridisegnasse le porte della

città: dopo diverse presentazioni in giunta

il lavoro è stato accantonato, senza nessun

tipo di incarico o rimborso, così come è acca-

duto con l'amministrazione di Castellar-

quato, dopo due anni di lavoro, anche con gli

studenti del Politecnico di Milano. Anche

gli amministratori hanno grandissime re-

sponsabilità, non solo gli architetti.

Nel 2008 ha vinto l"Italian Prize dell'Ame-

rican Academy in Rome che il 20 gennaio

sarà oggetto di una mostra.

Il progetto si chiama "Unmonumental Ro-

me. Stairways." ed è l'idea che per vedere il

vero monumento di Roma, cioè il suo pae-

saggio, invece di visitare i classici monu-

menti sia possibile ripercorrere le grandi

scalinate che non compaiono su nessuna

carta, turistica o tecnica. Queste scalinate,

ne ho trovate camminando 115, sono luoghi

in abbandono da cui la vista su Roma è bel-

lissima e inedita. Il lavoro sarà parte di una

mostra presso gli spazi dell'Accademia A-

mericana che raccoglie i progetti degli arti-

sti italiani vincitori dell'Italian Prize tra il

2005 e il 2010, tra cui me come architetto del

p a e s a g g i o.

Spazi pubblici e luce. A maggio uscirà il suo

ultimo libro "Paesaggi notte e tempo". Di

cosa tratta?

E' un volume che raccoglie casi paradigma-

tici di spazi pubblici pensati a partire dalla

loro specifica dimensione notturna, spazi

pubblici di frontiera.

La piazza del Louvre - ad esempio - si accen-

de di notte e diventa un punto di grande fa-

scino per la città grazie al potere suggestivo

della piramide progettata da Pei che conno-

ta lo spazio di tta la piazza . Oppure il lungo-

mare di Benidorm in Spagna: 2 km di pro-

menade, una scenografia di luci colorate

dentro la quale correre e camminare, fer-

marsi e incotnrarsi. Lione poi ogni anno o-

spita il più famoso festival della luce: inno-

vative istallazioni temporanee e luminose

che ridonano identità nuova anche a parti

dimesse della città.

Di recente ha partecipato alla mostra "The

New Italian Design 2.0" a Istanbul, riedi-

zione della mostra curata da Andrea Branzi

nel 2007. In passato ha vinto l'Almerico

Young Designers Award. Come si combina-

no architettura del paesaggio e design?

Progettare il paesaggio comporta la gestio-

ne di scale molto diverse, anche piccolissi-

me. In questo senso il design è più vicino al-

l'architettura del paesaggio che alla proget-

tazione urbanistica e architettonica tout

court. Il progetto và dall'ideazione alla so-

luzione di piccoli problemi produttivi, e in

questo senso è allena alla concretezza e alla

bellezza anche dei più piccoli particolari.

Il profilo di Gianmaria Sforza

Dopo la maturità classica si iscrive ad Architettura al Politecnico di Milano.Studia al Politecnico di Milano, all'Escuela Técnica Superior de Arquitectura deBarcelona, all'Università degli Studi di Genova, all'Università Mediterranea diReggio Calabria, presso cui consegue il dottorato di ricerca in Architettura delpaesaggio. Dal 2000 è docente presso la facoltà di Architettura e Società delPolitecnico di Milano, nelle sedi di Milano e Piacenza. Nel 2006 ha vintol'Almerico De Angelis Young Designers Award con la lampada ICO, parte dellamostra itinerante I.DoT- Italian Design On tour. Nel 2007 ha vinto l’Italian Prizepresso l’Amercan Academy in Rome, e durante la residenza lavora al progetto:

“Unmonumental Rome. Stairways.”, la ri-costruzione di un itinerario mappando lescalinate in abbandono sui colli di Roma,in mostra presso la sede dell’accademia alGianicolo a Roma da gennaio 2011.Il suo primo prodotto di design Tribac-chetta (per DMK – Gruppo Sintesi, 2007)partecipa alla mostra: “New Italian De-sign. Il paesaggio mobile del design i-taliano” alla Triennale di Milano, curatada Andrea Branzi e Silvana Annichiarico.Babele, libreria da viaggio, è nella rie-dizione della mostra “The New Italian

Design 2.0” presso il Santral Istanbul fino a febbraio 2011.All’attività di progettista affianca quella di giornalista e curatore di mostre eprogetti tra arte e spazio pubblico, tra cui la rassegna Città in Movimento delMilano Film Festival.

Nella foto Progetto Versailles

Page 36: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA36

Piacenza regina della sicurezza

sul lavoro, è quanto emerge dal

rapporto regionale 2009, stila-

to dall'Inail per tenere sotto osserva-

zione il panorama degli infortuni.

Prendendo in considerazione il numero

totale degli infortuni per il 2009, Piacen-

za può essere soddisfatta, mantiene in-

fatti il trono di provincia che fa registra-

re meno incidenti in Emilia Romagna. E

se è vero che la diminuzione è percen-

tualmente meno significativa rispetto

alla media emiliano romagnola (e italia-

na), si attesta ad un ottimo -8,2% che fa

decisamente ben sperare.

Il lato oscuro del reportage, invece è (e

anche stavolta è una dolorosa conferma)

che purtroppo a guidare questa triste

classifica, è ancora una volta l'edilizia.

Il settore delle Costruzioni riporta il

maggior numero di infortuni per il 2009

con 9.510 casi denunciati, seguito da

Trasporti, 7.567, Industria dei metalli,

5.071 e Industria meccanica, 4.483.

In controtendenza rispetto al trend de-

gli infortuni in Emilia-Romagna, è inve-

ce quello delle malattie professionali: il

numero complessivo di denunce è stato

di 4.919 con un aumento quasi dell'11%.

A questo proposito l'inail sottolinea che

però l'aumento è l'effetto dell'attività di

promozione dell'emersione del fenome-

no. Le malattie professionali in Emi-

lia-Romagna rappresentano il 14,2% di

quelle denunciate a livello nazionale. Le

più frequenti sono le tendiniti, le affe-

zioni ai dischi intervertebrali, la sindro-

me del tunnel carpale e le riduzioni del-

l ' u d i t o.

Analizzando quanto emerge dall'inda-

gine, il quadro disegnato è nel comples-

so positivo, con una situazione che si pre-

senta in miglioramento rispetto all'an-

no precedente e anche rispetto al dato

nazionale, in cui la diminuzione degli in-

fortuni si ferma al 9,7% (e nel Nord-Est

al -12,8%) e anche per gli incidenti mor-

tali è più contenuta diminuzione più

contenuta (-6,7%).

Nell'occasione l'Inail ha presentato per

la prima volta anche uno studio sulle

"mappe di rischio" degli infortuni e del-

le malattie professionali, l'analisi del ri-

schio lavorativo nei singoli settori di at-

tività e sui diversi territori provinciali: u-

no strumento che mette a disposizione

di chi opera nella prevenzione degli in-

fortuni e delle malattie professionali in-

dicatori utili per definire priorità e am-

biti di intervento.

Aumentano però le malattie professionali

Infortuni sul lavoro,a Piacenza -8,2%

dario rigolli

sicu

rezz

a

Page 37: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 37

Confrontando i dati con quelli dell'anno

precedente, emerge che nel 2008 la di-

minuzione degli incidenti della è stato

pari al -5,3% rispetto al 2007. E quindi,

sottolinea l'Inail, nonostante il

2009 sia stato un anno fortemente con-

notato dalla crisi, con conseguente calo

dell'occupazione (- 1,2%), il calo del

13,1%, deve ritenersi positivo.

Per quanto riguarda gli incidenti morta-

li, sul totale dei 93 casi, quelli su strada

in occasione di lavoro sono stati 40, men-

tre quelli sul tragitto casa-lavoro e lavo-

ro-casa ("in itinere"), sono stati 23. Ri-

spetto al 2008 sono calati sia quelli mor-

tali stradali (da 43 a 30 del 2009), sia gli

itinere (da 28 a 23 del 2009). Nonostante

il decremento degli infortuni mortali do-

vuti alla circolazione stradale, rimane

comunque alta la loro incidenza sul tota-

le.

Tutti i settori evidenziano un trend in di-

minuzione per i casi mortali, in partico-

lare Industria e Servizi (da 99 a 75), le In-

dustrie manifatturiere (da 28 a 15) , l'in-

dustria dei Metalli (da 11 a 5 ) e le Costru-

zioni (da 20 a 18). A livello locale il calo

delle morti bianche si è verificato nella

provincia di Ferrara (-13), Piacenza e

Reggio Emilia (entrambe -4 casi in me-

no). In controtendenza la provincia di

Modena con due casi in più (14 nel 2008

e 16 casi nel 2009).

Il rapporto ha anche preso in considera-

zione la presenza di lavoratori stranieri

in regione, in costante calo dal 2005, ma

che tra il 2008 e il 2009 ha subito una bat-

tuta d'arresto attestandosi su un mode-

sto + 0,3% a livello regionale e +1,1% a li-

vello nazionale. Parallelamente, nel

2009, per la prima volta, si inverte il

trend relativo agli infortuni denunciati

occorsi a lavoratori stranieri che era sta-

to in costante ascesa fino al 2008.

La sicurezza conviene

Al via gli incentivi INAIL alle imprese per realizzare progetti di in-vestimento, formazione e adozione di modelli organizzativi e di re-sponsabilità sociale, finalizzati al miglioramento dei livelli di salute esicurezza nei luoghi di lavoro.La somma stanziata a livello nazionale ammonta a 60 milioni di euro.L'importo destinato alle imprese emiliano romagnole è di 4,5 milioni dieuro e l'incentivo è costituito da un contributo in conto capitale nellamisura del 60% dei costi del progetto al netto di IVA.La domanda potrà essere presentata attraverso la procedura informaticaa partire dal12 gennaio 2011.Il contributo è compreso tra un minimo di euro 5.000,00 ed un massimodi euro 100.000,00. Per le imprese individuali e per i progetti diformazione sono previsti limiti più bassi. Per gli importi maggiori puòessere richiesta un'anticipazione fino al 50%.Lo sportello telematicoriceverà le domande in ordine di arrivo e chiuderà il 14 febbraio 2011.

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EDILIZIA PIACENTINA38

Primato negativo, ma in una regione virtuosa

Bonus ristrutturazioni,Piacenza in codaLa nostra città ultima in Emilia Romagna per lerichieste di detrazione fiscale del 36%: soltanto2565 domande. I “cugini” di Parma a quota 6360

Piacenza è per tradizione una città particolarmente legata al

mattone, tuttavia i dati recentemente pubblicati da “Fisco og-

gi” ritraggono la provincia piacentina fanalino di coda per le

richieste di ristrutturazioni edilizie. Il bonus statale che prevedeva u-

na detrazione del 36% , è stato molto apprezzato dalle ricche regioni

del nord, con gli emiliano romagnoli dietro solo ai lombardi (che però

numericamente sono più del doppio) per numero di richieste.

Dato decisamente positivo che sembra dare una boccata d'ossigeno

alle tante aziende di costruzione messe in seria difficoltà dalla crisi

economica; ma per quanto riguarda la nostra città non c'è da essere

troppo soddisfatti.

Siamo ultimi in regione, con distacchi che il minor numero di abitanti

non può spiegare. Andando a spulciare i dati forniti dall'Agenzia

delle Entrate, si nota che le richieste di detrazione fiscale del 36% in-

viate dagli emiliano-romagnoli al Centro operativo di Pescara del-

l'Agenzia delle Entrate, sono quasi 65 mila nei primi 10 mesi dell'an-

no, di cui oltre 7.500 nel solo mese di ottobre. Davanti a tutti natu-

ralmente il capoluogo Bologna (battuta a livello nazionale soltanto

da Milano), con ben 21,985 comunicazioni, seguita da Modena

(10.496) e Parma (6.360).

L'agevolazione fiscale, introdotta con la legge 449/1997, prevede la

possibilità di scontare sulle imposte da pagare il 36% delle spese so-

stenute, fino a un massimo di 48mila euro. La detrazione deve essere

ripartita in 10 rate di pari importo. Una novità è prevista dal decreto

legge n. 78 dello scorso 31 maggio: a partire dal 1° luglio 2010, infat-

ti, al momento dell'accredito dei bonifici effettuati dai contribuenti

in favore delle imprese edili per le opere di ristrutturazione, banche

e poste italiane dovranno operare una ritenuta del 10% a titolo di

acconto d'imposta.

A Piacenza sono state solo 2.565 le richieste di bonus avanzate primi

10 mesi del 2009, meno della metà di quelle di Parma.

E se è vero che la nostra regione si conferma tra le più virtuose con

ben quattro province tra le prime venti in Italia (Bologna è 2°, Mo-

dena 7°, Parma 18°, Reggio Emilia 19° e Ravenna 20°) e di conseguen-

za il primato negativo dei piacentini non è da considerarsi catastro-

fico, ma che la nostra ricca città finisca dietro a tutte le altre può es-

sere considerato un campanello d'allarme da non prendere troppo

alla leggera.

fisc

o

Page 39: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 39

Servizi innovativi per i clienti

Siel Service,professionalità

e innovazione

Nel 2010 grande impegno nel settore degliimpianti fotovoltaici, ma anche nel 2011

grossi vantaggi per chi deciderà di realizzarli

La ditta Siel Service s.n.c di Capra Antonio e C. opera con suc-

cesso nel settore dell'impiantistica elettrica civile, industriale

e del terziario. Nata nel 1994, Siel Service - che ha sede a Pia-

cenza in via Ottobono, 2/c (angolo via E. Parmense) - si è rapidamen-

te imposta sul mercato grazie alla notevole professionalità, alla co-

stante attenzione all'innovazione e ad un gruppo molto affiatato.

La fiducia di una committenza ampia e diversificata e il consolida-

mento di una clientela fissa, entrambi conquistati, sono il riscontro

più evidente della qualità del lavoro svolto: l'attività di controllo è

infatti gestita e condivisa dai soci che periodicamente verificano i ri-

sultati ottenuti, formulando le opportune previsioni sull'attività

futura in sinergia con le sensazioni rilevate nel settore. Negli ultimi

anni, Siel Service ha posto ancora maggiore attenzione allo svilup-

po di servizi innovativi per offrire al committente una gamma di so-

luzioni e prodotti sempre all'avanguardia, una scelta premiata da

risultati di assoluta eccellenza. L'azienda persegue la strategia

competitiva facendo leva sullo sviluppo di un'area tecnica che sup-

porti la clientela in tema di energia e sicurezza: "Avere subito e al

proprio interno le risposte necessarie - concordano i titolari - sem-

plifica il lavoro e accelera i tempi, a tutto vantaggio della clientela".

Tra le tantissime attività di Siel Service - che sono tutte elencate nel

sito www.sielservice.it - il 2010 è stato particolarmente caratteriz-

zato dal fronte energia. "Nel 2010 - spiegano i tre soci - ci siamo fo-

calizzati soprattutto sulla progettazione e realizzazione di impian-

ti fotovoltaici. "Particolarmente significativi - raccontano alla dina-

mica ditta piacentina - riteniamo due

lavori: l'impianto allacciato a terra (u-

no dei primissimi dell'anno) per un'a-

zienda agricola nei pressi di Casaliggio

e quello sul tetto della Safta, fiore al-

l'occhiello dei nostri interventi di quel

tipo nel 2010". Il tutto avviene in tem-

pi sempre molto rapidi: "La durata di

realizzazione - precisano i soci - dipen-

de ovviamente dalle dimensioni e dal-

le caratteristiche dell'impianto, ma

per i più grandi realizzati nel piacenti-

no è occorso al massimo un mese dal-

l'arrivo dei materiali". Nel 2011 le a-

spettative su questo settore sono an-

cora importanti, perché "installare un

impianto fotovoltaico sarà ancora particolarmente vantaggioso, in

quanto almeno fino ad aprile 2011 - ricordano alla Siel Service - le

condizioni degli incentivi saranno ancora ottimali, soprattutto per

chi potrà usufruire del bonus aggiuntivo concesso a chi rimuove l'a-

mianto dai tetti".

Di grande rilievo anche il fatto che la Siel Service accompagna passo

dopo passo chi sceglie di realizzare un impianto fotovoltaico: alla

progettazione e alla realizzazione si affianca infatti anche il prezio-

so servizio della completa gestione delle complesse pratiche GSE: u-

na preoccupazione in meno e una garanzia in più per chi si affida a

Siel Service. (a.d)

dalle azien

de

Page 40: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA40

Legge Finanziaria 2011

Bonus 55% ancheper il 2011, ma daripartire in 10 anni

La detrazione fiscale sui redditi Irpef e Iresdelle spese per la riqualificazione energeticadegli edifici è stata prorogata di un anno

Ora il bonus è più attraente per i bassi redditi. La Legge

di Stabilità o Finanziaria 2011, votata definitivamen-

te il 7 dicembre al Senato, dopo l'approvazione della

Camera dei deputati è ormai pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Il bonus del 55% (detrazione fiscale sui redditi Irpef e Ires delle

spese per la riqualificazione energetica degli edifici) è proro-

gato di un anno fino al 31 dicembre 2011) però diluito, cioè da

ripartire in dieci anni, in dieci rate di pari importo, invece che

in cinque come previsto dalle Leggi di finanza pubblica pre-

cedentemente approvate. Un bonus quindi meno incenti-

vante, per lo meno da un punto di vista psicologico. Non esul-

tano, anche se auspicavano un provvedimento in questo sen-

so, che mantenesse lo sgravio dato invece per abolito, i suoi

destinatari: le società di persone e quelle di capitali, gli enti

pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, le

associazioni tra professionisti e, indirettamente, tutta la filie-

ra dell'edilizia, provata da una tra le peggiori crisi dal dopo-

guerra.

L'articolo pertinente della legge è il 48 che recita : "Le disposizio-

ni di cui all'articolo 1, commi da 344 a 347, della legge 27 dicem-

bre 2006, n. 296, si applicano nella misura ivi prevista, anche alle

spese sostenute entro il 31 dicembre 2011. La detrazione spet-

tante ai sensi del presente comma è ripartita in dieci quote an-

nuali di pari importo. Si applicano, per quanto compatibili, le di-

sposizioni di cui all'articolo 1, comma 24, della legge 24 dicembre

2007, n. 244, e successive modificazioni, e all'articolo 29, comma

6, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con

modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2".

Rimangono agevolabili, in particolare, le spese sostenute per la

riduzione del fabbisogno energetico per la riqualificazione e-

nergetica dell'edificio (la detrazione massima prevista è di

100mila euro, pari al 55% di 181.818,18 euro), il miglioramento

dell'isolamento dell'edificio o delle singole unità immobiliari

(pavimenti, pareti, finestre comprensive di infissi - detrazione

massima: 60mila euro, il 55% di 109.090,90 euro), l'installazione

di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda per usi

domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno in pisci-

ne, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e

università (detrazione massima: 60mila euro), la sostituzione

degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie a con-

densazione o con pompe di calore ad alta efficienza ovvero con

impianti geotermici a bassa entalpia (detrazione massima:

30mila euro, pari al 55% di 54.545,45). L'iter prevede sempre l'in-

vio all'ENEA dell'attestato di qualificazione energetica (per le

prime due tipologie di intervento).

risp

arm

io e

ner

get

ico

Page 41: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 41

Il Veneziano S.r.l. è un’azienda piacentina

specializzata in finiture d’interni, decora-

zioni, opere in cartongesso, restauri conser-

vativi e tinteggiature e verniciature in genere, ci-

vili e industriali. Da alcuni anni realizza anche ri-

vestimenti a cappotto per il contenimento ener-

getico. Per Il Veneziano, oggi in sinergia con un

gruppo di cinque società che operano nel Nord I-

talia, un ambizioso obiettivo fin dalla nascita

(nel 1996): promuovere un rinnovato impiego

dei colori nell’ambito della ristrutturazione de-

gli immobili, conciliando l’evoluzione dei mate-

riali con le metodologie di posa più radicate nel

territorio.

L’esperienza nel settore delle finiture per l’e-

dilizia, l’attenzione alla clientela, l’aggiorna-

mento del personale (con corsi come quelli

della scuola

di formazio-

ne professio-

nale Esem di

Milano) assi-

curano a Il Ve-

neziano - che

ha la certifi-

cazione sia

per le tinteg-

giature che

per le opere

in cartongesso - la soddisfazione e la piena fi-

ducia dei clienti e rispondono alla esigenze

della piccola come della grande cantieristica,

civile o industriale.

Anime della società sono i fratelli Giampaolo e

Massimo Speroni: il primo - dopo anni di lavo-

ro “sul campo” - si dedica all’aspetto commer-

ciale, il secondo è direttore tecnico e di produ-

zione. “Grazie alla sintonia tra di noi - spiega

Giampaolo Speroni - spingiamo insieme l’a-

zienda e i dipendenti a nuovi traguardi. Pun-

Esperienza e aggiornamento continuo

Il Veneziano S.r.l.,l’eccellenza è di casa

Qualità, serietà e organizzazione: dal 1996l’azienda piacentina promuove un rinnovato

impiego dei colori nella ristrutturazione

dalle azien

de

tiamo su qualità, serietà e organizzazione per

lavori sia di breve che di lunga durata: in alcuni

casi - dall’Ipercoop di Montale all’ospedale di

Fiorenzuola, nella foto laterale) prevale l’a-

spetto della quantità, in altri - daVilla Liberty

di Pontenure a Palazzo Mercanti a Piacenza,

nella foto centrale) prevale la qualità.

“Ai più giovani - conclude Giampaolo Speroni

- ricordo che questa attività offre sbocchi pro-

fessionali e lascia spazio alla fantasia: noi la

svolgiamo ogni giorno con il cuore”. (dosse)

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EDILIZIA PIACENTINA42

Cabine igieniche e transenne per eventi e cantieri

A.Tec e Sebach,in squadra all’insegnadi ambiente e sicurezza

Il gruppo ha scelto di operarein partnership con l’azienda toscana,leader nel noleggio di bagni chimici

Il lavoro di squadra con aziende che rap-

presentano delle eccellenze in quanto a

qualità, sicurezza, efficienza: questa è

A.Tec Srl, che promette (e mantiene) servizi

di alta qualità, assistenza totale al cliente,

prontezza di intervento. Il gruppo, ha scelto

di operare in partnership con Sebach, azien-

da toscana leader nel noleggio di bagni chi-

mici, per garantire solo il meglio, che si tratti

di eventi, cantieri, feste o qualunque altra

situazione aggregativa, con prodotti come

cabine igieniche e transenne. Sebach infatti

risponde alle richieste di continua innova-

zione, maggiore tecnologia, attenzione ambientale, efficien-

za, sicurezza e offerta di servizi garantiti, immediatamente di-

sponibili e capillari, su tutto il territorio nazionale. Evidente-

mente, questi valori aggiunti, fondati sullo sviluppo e la ricerca,

sono vincenti e hanno convinto A.Tec, anche grazie alla forza

dei numeri: Sebach ha raggiunto 24 mila clienti, di cui 18 mila re-

lativi al settore cantieristica/edilizia, detiene la posizione di lea-

der italiano ed è di + 2% l'aumento delle quote di mercato, che

erano 85% nel 2009 e arrivano a 87% nel 2010.

A-Tec e Sebach si sono incontrate e hanno scoperto tanti punti in

comune, soprattutto per quanto riguarda ambiente e sicurezza:

uno dei motivi di orgoglio dell'azienda toscana infatti sta nell'at-

tenzione a tematiche fondamentali per cui ha già ottenuto tre

certificazioni: qualità (ISO 9001), ambiente (ISO 14001) e sicurez-

za (OHSAS 18001).

Il bagno chimico Sebach si sta infatti affermando sempre più co-

me un servizio di pubblica utilità e noleggiarlo significa ottempe-

rare inoltre al Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs 81/08) che ha re-

centemente sostituito e integrato tutte le precedenti normative

sulla salute, sull'igiene e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

L'azienda toscana ha deciso di testimoniare e comunicare al mer-

cato il proprio impegno in materia di qualità, ambiente e sicurez-

za adeguando il proprio sistema di gestione aziendale ai requisiti

delle norme internazionali più conosciute ed apprezzate, sinoni-

mo di serietà e responsabilità. Riconoscendo che gestire le proprie

attività in modo tale da salvaguardare il più possibile l'ambiente

sia una questione di primaria importanza, Sebach ha conseguito

nel 2009 anche la Certificazione Ambientale ISO 14001.

La storia di Sebach. Presente in tutta Italia fin dal 1986, l'azienda

toscana vanta oggi una rete di oltre 80 concessionari e più di 1000

punti noleggio.

Da prodotto industriale a brand protagonista della comunicazio-

ne: la trasformazione di dell'azienda di Certaldo è iniziata nel

2006, quando Oliviero Toscani ne ha curato il restyling del mar-

chio e delle cabine. Sebach ha continuato a rivoluzionare il settore

dei bagni chimici, facendoli diventare oggetto di arredo urbano

che popolano i cantieri, le vie delle città, i festival, gli eventi, i con-

certi di tutta Italia grazie anche alle pellicole adesive con imma-

gini realizzate da artisti, fotografi e creativi. E si è scoperto che, al-

la pari dei prodotti dotati tradizionalmente fashion, anche il ba-

gno chimico poteva essere creativo, sorprendente e capace di co-

municare valori e messaggi.

dal

le a

zien

de

Page 43: Edilizia 7-2010

EDILIZIA PIACENTINA 43

blo

ck no

tes

Piano nazionaledi edilizia abitativa:costituito il Comitatodi monitoraggioIl ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ha annunciato di

aver costituito presso il proprio dicastero il Comitato Paritetico

per il monitoraggio del Piano nazionale di edilizia abitativa di cui

all`articolo 13 del DPCM 16 luglio 2009.

Il Comitato, composto da dieci membri individuati nell`ambito dei

ministeri delle Infrastrutture e dell`Economia, dell`Anci, dell`Upi e

delle Regioni avra` il compito di monitorare sullo stato di

avanzamento del Piano casa e di suggerire nuove modalita` di

intervento ed eventuali correzioni.

Per quanto riguarda le proposte di intervento formulate dalle

regioni e trasmesse al ministero delle Infrastrutture, sembre-

rebbe, stando ai dati diffusi dal ministro Matteoli, che siano stati

gia` istruiti, e saranno esaminati nella prossima seduta del CIPE, gli

accordi di programma che saranno sottoscritti con le Regioni

Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Molise, Campania, Ve-

neto, Umbria e con la Provincia Autonoma di Trento.

Si tratta di 7.954 alloggi tra nuova costruzione, ristrutturazione,

recupero e acquisto che usufruiranno complessivamente di 187

mln di euro di fondi statali, 169 mln di euro di fondi regionali, 105

mln di euro di altri fondi pubblici e 1122 mln di euro di fondi

privati.

Credito per il settoredelle costruzioni:continua la strettaDall`analisi dei dati di Banca d`Italia sui finanziamenti alle imprese

di costruzioni relativi al primo semestre 2010, contenuta nell`Os-

servatorio congiunturale sull`industria delle costruzioni - No-

vembre 2010 - dichiara Ance in una nota - emerge un ral-

lentamento della caduta dei mutui erogati alle imprese di

costruzioni registrata nel 2009 e nel 2008.

I mutui per investimenti in edilizia residenziale sono stazionari

rispetto al livello del primo semestre 2009 (-1,1%), mentre i

finanziamenti per investimenti nel comparto non residenziale

sono diminuiti, nello stesso periodo, del 7%.

I finanziamenti a favore delle famiglie per l`acquisto di abitazioni,

nel primo semestre 2010, hanno registrato risultati positivi, con

un +21,8% rispetto al primo semestre 2009.

Nella lettura di questo dato positivo bisogna tener conto che i dati

dei mutui per l`acquisto di abitazioni comprendono anche le

operazioni di ricontrattazione da parte delle famiglie di mutui

gia` in essere.

L`indagine rapida, svolta nel settembre scorso dall`Ance presso le

imprese associate, ha evidenziato, inoltre, che la stretta creditizia

al settore delle costruzioni permane.

A settembre scorso piu` di un imprenditore su tre dichiarava forti

difficolta` ad accedere ai finanziamenti.

Le Aree in questo momento piu` colpite sono il Sud e le Isole,

regioni in cui oltre la meta` degli imprenditori intervistati

denunciano gravi problemi di accesso al credito.

A livello dimensionale, le imprese con un fatturato inferiore ai 2

milioni di euro sono quelle che stanno soffrendo di piu`.

Per quanto riguarda la domanda di credito da parte delle

imprese, quasi il 32% delle imprese ha evidenziato un aumento:

le segnalazioni di maggiori aumenti provengono dal Sud e dalle

imprese di minori dimensioni; Nord Ovest e Nord Est presentano

dei valori piu` bassi.

Inoltre sul settore continua a pesare il differenziale tra il costo dei

mutui erogati a tasso fisso alle famiglie per l`acquisto di abitazioni

tra l`Italia e l`Europa.

E` come se le famiglie italiane pagassero un mutuo per dodici mesi

in piu` rispetto a quelle europee.

E questo succede nonostante la rischiosita` delle famiglie italiane

sia rimasta molto bassa dall`inizio della crisi ad oggi, al contrario

di quanto e` accaduto in molti Paesi europei, caratterizzati da un

forte indebitamento individuale.

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EDILIZIA PIACENTINA44

Rebecchi Impianti, un’azienda in continua evoluzione

Tecnologie nelrispetto dell'ambiente

dal

le a

zien

de

Nata nel 1967 nel settore dell'impian-

tistica elettrica civile ed industriale,

la Rebecchi Impianti è riuscita - nel

corso del tempo - ad ampliare e diversificare

i propri campi d'intervento, creando Divisio-

ni specializzate capaci di far fronte ad ogni ti-

po di esigenza. In costante aggiornamento

tecnico e normativo e pronta a rispondere al-

le esigenze di un mercato in continua evolu-

zione, Rebecchi Impianti impegna da sem-

pre le proprie risorse economiche in impor-

tanti investimenti tecnici volti ad accrescere e

migliorare la propria struttura, tra questi la

Domotica e le Energie Rinnovabili. Dal 2005,

Rebecchi Impianti è impresa Affiliata Enel.si,

società di Enel Green Power

la cui attenzione è volta ai te-

mi dell'efficienza energetica

e dell'utilizzo delle fonti rin-

novabili. Ad oggi l'azienda

di Rivergaro ha realizzato ol-

tre 2 MW nel territorio pia-

centino e nelle province limi-

trofe, diventando un punto

di riferimento operativo,

dalla progettazione dell'im-

pianto alla realizzazione fino alla gestione

diretta delle pratiche burocratiche del "Con-

to Energia", seguite con cura ed attenzione.

Grazie alla grande esperienza nel campo del-

l'impiantistica più evoluta, nel 2006 la deci-

sione di diventare Installatore qualificato My

Home Team BTicino ha portato Rebecchi Im-

pianti ad un ulteriore accrescimento sia sotto

il profilo tecnico-normativo, sia sul piano

della nuova metodologia di lavoro richiesta

dalla "Formula My Home Team". My Home

di BTicino è un sistema modulare e flessibile

che risponde a tutte le principali esigenze im-

piantistiche della casa, in particolare dal

punto di vista del RISPARMIO: grazie al siste-

ma di Termoregolazione a zone My Home è

possibile riscaldare la casa soltanto dove ser-

ve e quando serve, senza sprechi e senza ri-

nunce. Va inoltre considerato che disporre

della termoregolazione suddivisa a zone è u-

no dei parametri presi in considerazione in

ambito di "certificazione energetica", con

possibilità di "guadagnare una classe" ri-

spetto a normali impianti gestiti da un solo

cronotermostato.

Rebecchi Impianti, con la propria specializ-

zazione, continua così ad abbracciare nuovi

campi d'intervento, soprattutto nel settore

energie rinnovabili e risparmio energetico,

affiancandoli all'originaria attività del "tec-

nico elettricista".

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EDILIZIA PIACENTINA 45

BBBooooookkksss tttooorrreeeAbitare nel MediterraneoEdito da “Longobardi Editore”

Un libro dedicato all’architetturaintesa come arte che aiuta a co-struire gli spazi del bien vivre.Il titolo “Abitare nel Mediterraneo:interior, lifestyle & food”, definisceun volume, edito da “LongobardiEditore”, che racconta attraverso leimmagini, la filosofia dell’abitare dipersone comuni, architetti, interiordecorator, stylist, collezionisti e pro-tagonisti della cultura e dello stile.Una carrellata di case, frutto deidisegni degli architetti Filippo Ar-paia, Luca Piscitelli, Antonio Mar-tiniello, Francesca Maione, LucaMonticelli e Massimo Decimo, cheseppur diverse, parlano il linguag-gio universale dell’architettura in-tesa come arte del costruire e del-

l’organizzare spazi. Il libro non vuo-le documentare ma emozionare vi-sivamente. Un grande ruolo di spic-co viene dato ai fruitori dell’invo-lucro attraverso la partecipazione alprocesso creativo della mise en pla-ce.Ricette, dettagli d’autore, come vereinstallazioni artistiche catturate daimmagini lievi, ottimiste ed appa-ganti, manifestano la riscoperta diun sentimento: quello dello stareinsieme e del ricevere per condi-videre.Un libro ricco di spunti creativi che inalcune sezioni lascerà spazio allariflessione, alla condivisione ed alsogno, come sottolinea l’architettoIsabella Giannuzzi Savelli…

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EDILIZIA PIACENTINA46

LLLeee ppprrrooossssss iiimmmeee ssscccaaadddeeennnzzzeee fff iii ssscccaaa lll iii

17 Gennaio 2011 - Lunedì

Imposte e contributiUltimo giorno per il versamento daparte del condominio delle ritenute fi-scali e dei contributi previdenziali eassistenziali relativi a dipendenti, la-voratori autonomi nonché a contratti diappalto, con riferimento al mese didicembre 2010.

Addizionali Irpef

Ultimo giorno per il versamento daparte del condominio della rata delleaddizionali regionale e comunale al-l’Irpef trattenute ai dipendenti sullecompetenze di dicembre 2010 a seguitodelle operazioni di conguaglio di fine

anno nonché per il versamento in unicasoluzione delle predette addizionalitrattenute, sempre sulle competenze didicembre 2010, a seguito di cessazionedel rapporto di lavoro.

20 Gennaio 2011 - Giovedì

Tassa smaltimento rifiutiUltimo giorno per la presentazione alComune della denuncia delle superficitassabili per le quali nel 2010 è iniziatal’occupazione o la detenzione nonchédelle denunce integrative o modifica-tive. Per gli adempimenti relativi allatariffa rifiuti, dovuta nei Comuni chel’hanno istituita in sostituzione dellaTarsu, si rinvia alle relative disposizionilocali.N.B. In tutti i casi in cui viene citato ilcondominio quale destinatario di unobbligo si intende che al relativo a-dempimento provveda l’amministrato-re o, altrimenti, un soggetto designatodall’assemblea condominiale.

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