Edilizia 4-2010

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Aree militari volano per l'edilizia

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Direttore responsabileGiuseppe De Petro

Direzione e RedazioneVia XXIV Maggio, 4 - Piacenza

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E - m a i l : p u b b l i c i t a @ c o r r i e re p a d a n o . i t

StampaGrafiche Lama - Piacenza

RegistrazioneTribunale di Piacenza n. 545 del 31/07/2000

La riconversione delle aree militari èun'operazione in grado di cambiare ilvolto della nostra città. Una svolta per icittadini, per l'amministrazione pubblicae, naturalmente, per gli operatori delsettore chiamati a una prova di forza elungimiranza all'insegna dellasostenibilità. Una partita, per glioperatori, che secondo le stimedell'assessorato alla pianificazioneurbanistica sulla base di uno Studio delPolitecnico (sui dati dell’ultimarilevazione del mercato immobiliarepiacentino redatta da Maggi Group)ammonta a 423milioni di euro con nuoviinsediamenti residenziali nell'ordine di107mila metri quadri cper circa 2milaabitanti in più. Su questo numero, inesclusiva, presentiamo il progetto che èstato proposto al Ministero della Difesa.

Ai sensi e per gli effetti della legge 675/96 l’Editoredichiara che gli indirizzi utilizzati per l’invio inabbonamento postale provengono da pubblici registri,elenchi, atti, documenti concoscibili a chiunque e che iltrattamento dei dati non necessita del consensodell’interessato. Ciò nonostante in base all’art. 13dell’informativa il tirolare del trattamento ha diritto diopporsi all’utilizzo dei dati facendone espresso divietotramite comunicazione scritta da inviarsi alla sede di CPA

som

mario

focus

Una boccata di liquidità in Emilia Romagna pagina 5

i nostri servizi

Fotovoltaico, tagli alle tariffe ma si premia l’innovazione pagina 9Fotovoltaico, Piacenza investe grazie a Upa pagina 13Cighetti: il piacere di un ambiente naturale pagina 15Appalti pubblici, in arrivo la patente per le imprese pagina 18Ordini professionali, legge quadro ad ottobre? pagina 20Il sociale housing fa sul serio pagina 22I ritardati pagamenti PA inguaiano le imprese pagina 25Aree militari: servizi, verde e 2000 abitanti in più pagina 27Garetti (Ance): “Crisi dura, per la ripresa tempi lunghi pagina 31Silva (Scuola Edile): “Senza stranieri? Chiuderemmo” pagina 33

dall’esterno

Il futuro: energia dagli immobili grazie all’idrogeno pagina 11Parigi, pannelli solari come rivestimento architettonico pagina 12B-Stone di Buzzetti, la passione per la pietra pagina 36

rubriche

Agenda pagina 7Le scadenze di Confedilizia pagina 38

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L’importo minimo dei finanziamenti è 50mila euro

Una boccatadi liquidità

in Emilia Romagna

Accordo regionale per la cessione dei creditid'azienda dovuti dagli enti locali alle banche

Le amministrazioni locali tentano di attivare processi vir-

tuosi, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali,

con gli strumenti che l'ordinamento mette a loro disposi-

zione per permettere alle imprese di superare la congiuntura.

Un fronte prioritario è certamente quello di garantire adeguati

flussi di liquidità che nel nostro paese sono messi in pericolo, ol-

tre che dalla condizioni di mercato, anche dal malcostume dif-

fuso dei ritardati pagamenti, spesso perpetrato proprio dagli

enti locali che si difendono fa-

cendo riferimento al Patto di

Stabilità Interno vincolante

anche dai Comuni con oltre

5.000 abitanti e dalle Ammi-

nistrazioni Provinciali. ANCI e

UPI Emilia-Romagna stimano

che nel corso del 2010 le Am-

ministrazioni Comunali e

Provinciali della Regione si

vedranno costrette, per ri-

spettare il patto con le attuali

norme, a bloccare e rinviare al

2011 pagamenti per opere in

corso e altri investimenti per alcune centinaia di milioni. Al fine

di sostenere le imprese in un tale frangente, per evitare un'on-

data di fallimenti che potrebbe avere conseguenze irrimediabili

sul tessuto produttivo locale, la Regione Emilia Romagna ha

messo a punto uno strumento per favorire l'accesso al credito

delle imprese, anche agevolando la cessione dei crediti vantati

dalle stesse nei confronti degli enti. Si tratta del "Protocollo d'In-

tesa per assicurare la liquidità alle imprese creditrici dei Comuni

e delle Province della Regione Emilia Romagna attraverso la ces-

sione pro soluto dei crediti a favore di banche od intermediari

finanziari", elaborato con il supporto specialistico e procedura-

le del Ce.S.F.E.L. (Centro Servizi Finanza e Investimenti Enti Lo-

cali Emilia Romagna). Un contributo importante è venuto anche

da Unioncamere da cui si è ottenuto l'impegno a promuovere

l'iniziativa nei confronti delle imprese e ad attivare modalità di

coordinamento con le Camere di Commercio al fine di collabo-

rare con le Province e i Comuni per istituire e gestire eventuali

Fondi per contribuire al pagamento delle spese relative alle o-

perazioni di cessione. ll Protocollo, aperto alle banche e/o inter-

mediari finanziari il cui oggetto sociale preveda l'esercizio del-

l'attività di acquisto di crediti di impresa, contiene in allegato u-

no schema-tipo di accordo attuativo che le varie Giunte Comu-

nali e Provinciali e le Camere di commercio delle singole Provin-

ce potranno successivamen-

te approvare e quindi stipu-

lare con le banche e/o inter-

mediari finanziari che avran-

no aderito al protocollo. In

pratica il meccanismo funzio-

na così: il Comune certifica

l'entità ed esigibilità del cre-

dito all'impresa, la quale può

presentare alla banca, o al-

l'intermediario finanziario,

la certificazione del credito

per l'incasso. Il costo finan-

ziario dell'operazione, stabi-

lito e concordato con un tasso non superiore all'1,5% dell'euri-

bor a tre mesi, è coperto da un fondo costituito presso le Camere

di Commercio. Al protocollo d'intesa siglato in Prefettura di Bo-

logna lo scorso 19 maggio tra Anci, Upi e Unioncamere regiona-

li, hanno già aderito all'accordo diversi fra banche e intermedia-

ri: Abf Factoring, Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo,

Monte dei Paschi, Popolare di Verona S. Geminiano e S. Prospe-

ro, BCC Factoring, Carife, Federazione banche di credito coope-

rativo dell'Emilia Romagna e MPS Leasing & Factoring - Banca

per i servizi finanziari alle imprese. Una lista che rimane aperta

a tutte le adesioni che si renderanno disponibili. Indicativamen-

te gli intermediari finanziari interessati dovranno impegnarsi

nel loro insieme a mettere a disposizione un plafond massimo su

base regionale per operazioni di cessione di credito che si stima

pari a 100 milioni di euro.

focu

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Eventi

Architetture quotidianeVenezia, Biennalefino al 21 novembre 2010

In occasione della 12 Mostra Interna-zionale di Architettura - La Biennale diVenezia, diretta da Kazuyo Sejima,l'Hong Kong Arts Development Councile Hong Kong Institute of Architectspresenterà la mostra Architetture Quo-tidiane, curata da Juan Du.La mostra esplora la potenzialità deldesign di creare architetture respon-sabili sul piano sociale e ambientale,attraverso dei progetti collaborativi einterdisciplinari di Hong Kong. Ciò cheindossiamo, ciò che mangiamo, il luogoin cui viviamo, il modo in cui viaggiamo,ciò che impariamo e il modo in cuitrascorriamo il nostro tempo libero, so-no decisioni che prendiamo come sin-goli individui, ma che contribuisconocollettivamente al benessere dell'am-biente e della città.La mostra offre un palcoscenico permostrare le sfide di Hong Kong e le suesoluzioni per gli insediamenti urbani adalta densità del mondo. Progetti cheesplorano nuove vie, utilizzando il de-sign per interagire con l'ambiente ur-bano a tutti i livelli e in tutti gli aspettidella vita quotidiana, rappresenterannoi settori del design di Hong Kong allaBiennale di quest'anno. Abbigliamento,Cibo, Abitazine, Trasporti, Educazione eTempo Libero sono le sei categorie in cuisi raggruppano le dodici esposizioni cheformano il nucleo della mostra. In o-gnuna delle installazioni esposte, l'ar-chitetto collabora con un professionistao una organizzazione orientati allo svi-luppo sostenibile per produrre un'operache testimoni il potenziale creativo deldesign, e la neccessità di un pensiero didesign collaborativo.Sede della mostra: Arsenale, campodella Tana, Castello 2126, Venezia.Biennale di VeneziaFino al 21 novembre 2010w w w. l a b i e n n a l e . o r g / i t

Concorsi

8th Oistat theatrearchitecture competitionConcorso di ideeper spazi teatrali

Il OISTAT Theatre Architecture Compe-tition (TAC) è un concorso internazionaledi idee, rivolto a studenti e professionistiemergenti, che è organizzata ogni quattro

anni da parte della Commissione di Ar-chitettura di OISTAT (Organizzazione in-ternazionale di scenografi, tecnici, archi-tetti Theatre). I concorrenti sono invitati aprogettare uno spazio teatrale per unparticolare tipo di prestazione, che deveessere definito dal concorrente. Questopuò essere un rendimento convenzionaleo qualcosa di più sperimentale.Data scadenza iscrizione: 11/03/2011www.oistat.org/content.asp?path=c1q -gp8ps

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Curiosità

Portogruaro, ultimatoil Polo dell’innovaziones t ra t e g i c aIl progetto PO.LIN.S portala firma dell'architettoMarco Acerbis

All’interno di Eastgate Park, il più grandeparco integrato logistico industriale e ar-tigianale del Nord-Est orientale con 1,8milioni di mq, sviluppato da Pirelli Re -Fondo Spazio Industriale e realizzato daZH General Construction Company, è statocostruito Polins, il Polo per l’InnovazioneStrategica, su progetto dell'architettoMarco Acerbis. Il nuovo edificio polifun-zionale nasce da un progetto di colla-borazione tra il Comune di Portogruaro el’Ente universitario Portogruaro Campus(Università Ca’ Foscari, Venezia), e ha l’o-biettivo di favorire lo sviluppo di nuovi

modelli di business integrandoil mondo universitario, il mon-do della consulenza e quelloimprenditoriale.L’edificio è certificato ClasseA+ secondo gli standard di Ca-saClima ed utilizza materialiecosostenibili come la fibra dilegno e fonti di energia rin-novabile quali geotermico efotovoltaico.Si tratta di un edificio in grado di ispirare,ed è non a caso inserito all’interno di ungrande parco industriale e logistico indivenire, che vuole seguirne le strategie e ivalori.Le grandi arcate in abete lamellare conluce 33 metri coprono l’intero volumeaccogliendo il visitatore fin da fuori ecreano spazi ospitali e scenografici ricchi didinamismo e luminosità.L’esposizione prevalente a sud permette dimitigare le condizioni climatiche invernalicon un notevole apporto solare passivoche è invece ridotto nei mesi estivi graziealla presenza di frangisole con pannelli

fotovoltaici integrati.Le facciate ventilate sono rivestite conlastre in gres porcellanato di colore neroche proteggono dalle intemperie e chepermettono il naturale defluire dell’ariamantenendo i muri perimetrali in ottimecondizioni termiche. Al suo interno tro-viamo una serie di uffici ed una sala con-ferenze per 150 persone, il tutto articolatoin modo lineare così da semplificare l’u-tilizzo dell’edificio in ogni occasione.L’edificio POLINS sarà presente con unainstallazione alle XII Biennale di Archi-tettura a Venezia, all’interno della MostraCULTURE_NATURE presso lo Spazio The-tis.

Charlotte Perriand.Designer, Photographer,ActivistLa mostra al Design Museumdi Zurigo

Curiosa, raffinata, innovatrice: Char-lotte Perriand rappresenta una dellefigure chiave nella storia del designinternazionale. Il Museo del Design diZurigo (Svizzera) omaggia l’architet-to-designer francese nata nel 1903 aParigi con la mostra “Charlotte Per-riand. Designer, Photographer, Activi-st”. L’esposizione, in corso fino al pros-simo 24 ottobre, ripercorre carriera evita personale della Perriand attraversouna collezione di arredi, fotografie,bozzetti ed allestimenti ricostruiti chetestimoniano l’originalità del suo la-voro, caratterizzato, sin dagli esordinegli anni Venti,dalla volontà di faredell’architettura d’interni un volanoper la modernizzazione degli stili divita.

Mostre

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Dal primo gennaio 2011 gli incentivi

del Conto Energia fotovoltaico su-

biranno un ridimensionamento. La

conferenza Stato-Regioni ha approvato a lu-

glio il nuovo Conto Energia 2011-2013 che

regola gli incentivi per la produzione di e-

nergia elettrica da impianti fotovoltaici che

entreranno in esercizio dal primo gennaio

2011. Con il Nuovo Conto Energia le tariffe

incentivanti subiranno un ridimensiona-

mento del 6% ogni quadrimestre a partire

dal primo gennaio 2011 arrivando a fine an-

no ad un taglio complessivo del 18% rispet-

to ad oggi. Per gli impianti che entreranno in

esercizio nel 2012 e nel 2013 le tariffe saran-

no decurtate del 6% l'anno.

Secondo l'assessore all'Ambiente del Co-

mune di Piacenza, Pierangelo Carbone,

"anziché fissare soglie temporali, sarebbe

più utile agire sulle progressive riduzioni

delle tariffe incentivanti in base all'effetti-

va produzione di potenza di energia foto-

voltaica. Così facendo - prosegue Carbone -

si rischia di frenare il passaggio al fotovol-

taico perché - nonostante le tariffe siano

pur sempre incentivanti - gli anni di am-

mortamento per i costi degli impianti si al-

lungano. D'altro lato è opportuno osserva-

re come i circa 1200 MW di fotovoltaico re-

centemente istallati in Italia siano un otti-

mo indicatore di tendenza alla riconversio-

ne ecologica del settore energetico, con ot-

timi riflessi sui settori delle imprese e della

ricerca applicata della green economy".

Tagli alle tariffe ma anche maggiore atten-

zione all'innovazione degli impianti con

l'introduzione - nel Nuovo Conto Energia

2011/2013 - della categoria "Impianti foto-

voltaici integrati con caratteristiche inno-

vative". Dal 2011, il Gse - Gestore del servi-

zio elettrico - premia quegli impianti foto-

voltaici che utilizzano moduli e componen-

ti speciali, sviluppati specificatamente per

integrarsi e sostituire elementi architetto-

nici, quali coperture degli edifici, superfici

opache verticali, superfici trasparenti, su-

perfici apribili e assimilabili come porte, fi-

nestre e vetrine. "Per tali impianti le tariffe

sono più elevate anche degli attuali incen-

tivi e precisamente: 0,44 euro per impianti

da 1 a 20 kW; 0,40 euro per impianti da 20 a

200 kW e 0,37 euro per impianti di potenza

maggiore ai 200 kW" spiega Luciano Gue-

rini, amministratore di VentoSole, società

che si occupa di fotovoltaico, eolico, riscal-

damento elettrico ed energie naturali, che

aggiunge: "Il Nuovo Conto Energia premia

le aziende che lavorano con professionalità

e che curano la scelta dei materiali, la qua-

lità dei prodotti e il rispetto dell'ambiente,

ponendo un freno all'improvvisazione di

certi operatori". Altra novità introdotta

con il 2011 consiste nell'abolizione della di-

stinzione tra impianti non integrati, par-

zialmente integrati e integrati, sostituiti

dalle due categorie: "Impianti realizzati

sugli edifici" e "Altri impianti". "Questa

classificazione - prosegue Guerini - premia

il posizionamento dell'impianto sul tetto

dell'edificio e incentiva meno il posiziona-

mento a terra e su tutto ciò che non è inte-

grato all'edificio". Dal 2011, inoltre, vengo-

no modificati gli scaglioni di potenza degli

impianti che diventano sei: agli attuali tre

intervalli (da 1 a 3 kW, da 3 a 20 kW e oltre 20

kW) sono stati aggiunti gli intervalli di po-

tenza da 20 a 200kW, da 200 a mille kW, da

mille a 5mila kW e oltre 5mila kW. Un inter-

vento mirato a privilegiare chi produce e-

nergia per il proprio fabbisogno: salendo di

fascia in fascia si ottiene un incentivo mino-

re riservato a coloro che producono energia

per fini commerciali. Installare un impian-

to fotovoltaico comporta i seguenti vantag-

gi: "Il Gse - prosegue Guerini di VentoSole -

Carbone presenta gli interventi per la città

Fotovoltaico, tagli alle tariffema si premia l’innovazione

francesca gazzolarisp

armio

energ

etico

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corrisponde per 20 anni un incentivo diffe-

renziato in base alla potenza dell'impianto

fotovoltaico installato e al livello di integra-

zione con l'architettura degli edifici. A ciò

si aggiunge l'ulteriore vantaggio di non do-

ver più pagare la bolletta Enel producendo

da soli l'energia elettrica di cui si necessita

per 35-40 anni, che corrispondono alla du-

rata media di un impianto".

Per il 2010, Piacenza somma all'incentivo

statale del Conto Energia, il contributo co-

munale del Bando 2010 per l'erogazione di

contributi a favore di soggetti privati che in-

stallano un impianto fotovoltaico. Il fondo

ammonta quest'anno a 37 mila euro e ad og-

gi sono già state esaurite le prenotazioni.

L'entità del contributo sarà pari a 530 euro

per ogni kWp installato e non potrà supera-

re i 2mila euro per ogni unità immobiliare.

Il nuovo bando comunale ripete il buon suc-

cesso del 2009 che si è concluso con l'esau-

rimento dei 34mila euro messi a disposizio-

ne e l'installazione di 14 impianti fotovol-

taici per una superficie di 380 metri quadri

e una potenza di 50 kW. "Gli impianti instal-

lati - spiega l'assessore Carbone - stanno

contribuendo ad un risparmio energetico

di 54.659 kWh/anno, corrispondente ad u-

na riduzione di 11.750 kg/anno di petrolio e

ad un abbattimento di 36,4 tonn/anno di

CO2". Affianco agli incentivi per i privati

cittadini il Comune di Piacenza ha in corso

di istallazione su scuole e impianti sportivi

cittadini, 11 impianti fotovoltaici e 10 im-

pianti solari termici, per 190 kWp, con due

convenzioni distinte realizzate con Enel

Gas ed Enia, a cui si aggiunge il progetto -

attualmente in corso e finanziato dalla Re-

gione - per la realizzazione di una stazione

da un megawatt sul Polo Logistico. Il bando

comunale 2010 per i privati punta ad incen-

tivare l'installazione di altri 70 kW fotovol-

taici con un incremento di potenza del 40%

rispetto allo scorso anno. Il Comune di Pia-

cenza ha inoltre aderito la scorsa primave-

ra al "Piano azione energia sostenibile" del

Patto dei sindaci UE 20 20 20 con il progetto

"Piacenza Smart City". Il progetto contie-

ne tutte le iniziative energetiche ambienta-

li che il Comune di Piacenza intende adot-

tare per ridurre la CO2, promuovere le e-

nergie rinnovabili e il risparmio energetico

attraverso sistemi edilizi e di trasporto in-

telligenti, da qui il termine di "Smart Ci-

ty". Il "Piano d'azione locale" prevede azio-

ni volte a favorire la mobilità collettiva su

ferro e su bus, potenziare pedonalità e ci-

clabilità, promuovere energie rinnovabili,

reti ecologiche, verde urbano, recupero del

patrimonio esistente, "retrofitting energe-

tico", (ovvero riqualificazione energetica

degli edifici), tecnopoli e centri di ricerca.

Nella foto l’assessore all’Ambiente del

Comune di Piacenza Pierangelo Carbone

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La profezia del celebre economista Jeremy Rifkin

Il futuro: energiadagli immobili

grazie all'idrogeno

L'edilizia è di fronte ad una sfida epocale:gli edifici, secondo Rifkin, "dovranno essere

'riconvertiti' in centrali elettriche intelligenti”

L'energia arriverà dagli immobili e sarà

trasformata con l'idrogeno. E' la pro-

fezia del celebre economista Jeremy

Rifkin, ospite del convegno "Idrogeno: tra

bugie e realtà" tenutosi il primo giugno

scorso a Roma, alla Camera dei deputati.

Nella Capitale, il presidente della Founda-

tion on Economic Trend ha annunciato una

Terza Rivoluzione Industriale dell'Unione

Europea, che si basa su quattro linee guida:

utilizzo delle energie rinnovabili, riconver-

sione degli edifici come centrali elettriche, a-

dozione dell'idrogeno in qualità di strumen-

to dei immagazzinamento dell'energia e di-

stribuzione dell'energia in modalità "diffu-

sa". L'edilizia è di fronte ad una sfida epoca-

le: gli edifici, secondo Rifkin, "dovranno essere 'riconvertiti' in

centrali elettriche intelligenti e riconfigurati sulla base degli stessi

principi di progettazione che hanno reso possibile lo sviluppo di

Internet".

Dovranno cioè essere in grado non solo di produrre autonoma-

mente energia da fonti rinnovabili (eolica, solare, idrica, geoter-

mica, da biomasse e onde marine), ma anche di immagazzinarla e

condividerla con altre strutture. Il convegno "Idrogeno: tra bugie

e realtà" - alla presenza di alcuni fra i massimi esperti internazio-

nali di politiche energetiche - è stato l'occasione per l'illustrazio-

ne, da parte di Rifkin, di uno scenario rivoluzionario nel quale svol-

gerà un ruolo decisivo l'idrogeno: "E' versatile come il digitale - è

la tesi di Rifkin - ed è il mezzo universale per immagazzinare ener-

gia rinnovabile. Nei prossimi 40 anni milioni di edifici saranno ri-

strutturati e, oltre che come habitat, funzioneranno come "cen-

trali elettriche" tramite lo sviluppo dei metodi di stoccaggio e tra-

sformazione dell'energia.

Le reti energetiche - ha spiegato il 65enne saggista statunitense -

dovranno però essere riconfigurate in modo da produrre energia

rinnovabile e condividerla in modalità peer-to-peer". Un costo e-

norme, ma per Rifkin è l'unica alternativa ad un'economia "stroz-

zata dai debiti e dipendente da un regime energetico in decaden-

za" e consentirà di aprire un'era di "capitalismo distribuito" con

una rivoluzione tecnologica in grado di creare milioni di posti di

lavoro "verdi".

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Il solare diventa ‘creativo’ nel segno della tecnologia

Parigi, pannelli solaricome rivestimentoa r ch i t e t t o n i c o

Parigi fa tendenza, non solo nella moda ma anche

nella casa a risparmio energetico, e lancia il sola-

re termico come rivestimento architettonico. E'

infatti nella capitale francese che è stato recentemente

completato un edificio in social housing la cui facciata è

ampiamente caratterizzata dalla presenza di pannelli

solari per la produzione di acqua calda sanitaria. Dopo

il fotovoltaico, insomma, anche il solare diventa "crea-

tivo" nel segno della tecnologia e dell'edilizia sosteni-

bile: l'impianto è infatti in grado di soddisfare il 40% del fabbisogno de-

gli inquilini. I moduli per l'acqua calda sono costituiti da lamelle solari su

una struttura in acciaio chiaro, e la facciata solare diventa così la parete

più esterna dell'edificio, facendo da scocca ai balconi al modo di una ve-

randa. Doppia la funzione del sistema: da un lato la struttura lamellare

garantisce la massima illuminazione naturale all'interno degli apparta-

menti grazie alla riflessione sulle lamelle della luce so-

lare, dall'altro lato - grazie ad una piattaforma compu-

terizzata - si recupera l'acqua piovana che, adeguata-

mente filtrata, viene riutilizzata per la pulizia delle a-

ree comuni e l'irrigazione del giardino interno. Tutto

ciò porta ad un risparmio energetico inferiore del 20%

a quello di un edificio "tradizionale", un risultato che è

valso all'innovativa soluzione la certificazione Cerqual

A - THPE. L'inedita realizzazione è stata realizzata a Pa-

rigi, all'interno del quartiere popolare di Barbès, per un centro residen-

ziale a canone moderato alto 5 piani che ospita un totale di 17 apparta-

menti per 1490 mq di superficie.

La struttura, del costo di 2,8 milioni di euro, è stata progettata dallo

studio Philippon & Kalt ed è stata realizzata dalla Siemp (Société im-

mobilière d'économie mixte de la Ville de Paris).

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Sono già 40, per un totale di 6 milioni

di euro in pannelli solari, i casi di in-

vestimenti - grandi e piccoli - che so-

no stati realizzati tra Piacenza e provincia

grazie alla convenzione per il fotovoltaico

promossa da Upa-Federimpresa della no-

stra città. Lo conferma il direttore marke-

ting Gian Carlo Fiorani, a pochi mesi di di-

stanza dal lancio della proposta che anco-

ra una volta dimostra come Upa-Federim-

presa si distingua tra le associazioni di ca-

tegoria non solo attraverso servizi effi-

cienti, ma anche per la capacità di offrire

idee avanzate alla piccola e media im-

prenditoria tramite vantaggiose conven-

zioni.

Una quarantina, ad oggi, gli associati che

hanno approfittato della chance realiz-

zando sui tetti dei propri capannoni un

proprio impianto fotovoltaico senza inve-

stire un euro, grazie all'alchimia finanzia-

ria che Upa ha sviluppato tramite la siner-

gia con Unifidi e banche locali. Armoniz-

zato l'investimento in otto/nove anni, all'a-

zienda resterà il contributo Gse per gli ul-

teriori undici anni; inoltre, dall'allaccia-

mento dell'impianto alla rete, l'azienda

stessa non pagherà più bollette all'Enel

per l'intera vita dell'impianto. Bene han-

no fatto ad attivarsi anche le aziende con

capannoni dotati di copertura in amianto:

una volta smaltito questo materiale ed in-

stallato il fotovoltaico, si sono messe nelle

condizioni di ricevere dal Gse un contribu-

to maggiorato del 5%, oltre al recupero fi-

scale del 55% in 5 anni.

L'ultimo giorno della presente "fase" del

Conto Energia sarà il 31 dicembre di que-

st'anno, e chi non si è ancora mosso difficil-

mente potrà fare in tempo tutti i passi per

goderne. La conferenza Stato-Regio-

ni-Enti Locali del 9 luglio scorso ha intanto

dato il via libera alla bozza del decreto mi-

nisteriale sul Conto Energia 2011, che pre-

vede una decurtazione delle tariffe con

cui verrà pagata l'energia elettrica pro-

dotta da impianti solari fotovoltaici: ri-

spetto al 2010, i contributi per l'energia

prodotta dagli impianti fotovoltaici instal-

lati nel 2011 saranno rivisti al ribasso in u-

na percentuale compresa tra il 18% e il

20% a seconda della classe di potenza,

mentre per quelli che entreranno in eser-

cizio nel 2012 e nel 2013 è prevista una de-

curtazione di un altro 6% all'anno e per il

futuro si provvederà con un nuovo decre-

t o.

Per Fiorani, tuttavia, le opportunità degli

anni a venire non sono affatto meno ghiot-

te, anzi: "Nonostante la diminuzione del

contributo del Gse, bisogna tener presen-

te - osserva il direttore marketing Upa - che

tra 2009 e 2010 i costi di acquisto per i pan-

nelli solari sono diminuiti del 45%. Per

questo chi si è mosso per tempo ha goduto

di vantaggi notevoli, ma chi lo farà da ora

in avanti ha comunque eccellenti prospet-

tive. Alla produzione straniera (soprattut-

Vantaggi economici anche dopo il 31 dicembre

Fotovoltaico, Piacenzainveste grazie ad Upa

Giancarlo Fiorani, direttore

marketing di Upa-Federimpresa

andrea dossenarisp

armio

energ

etico

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to tedesca e cinese) di pannelli solari an-

drà infatti affiancandosi in misura sempre

maggiore anche quella italiana, e ciò de-

terminerà inevitabilmente una riduzione

dei prezzi. Se poi consideriamo che negli

Usa sono già in via di sperimentazione

pannelli in grado di utilizzare un quinto

dello spazio necessario per produrre la

stessa quantità di energia di quelli di oggi,

è chiaro che i margini di risparmio e di gua-

dagno per chi punterà sul fotovoltaico so-

no destinati a crescere ulteriormente".

La stessa Upa-Federimpresa ha deciso di

installare sui propri tetti un impianto di 50

kwt, pronto e di imminente inaugurazio-

ne, per il quale il Gse prevede una produ-

zione di energia di 23mila euro all'anno

con versamenti mensili. L'impianto, dal

costo complessivo di 160mila euro, verrà

ammortizzato in otto anni, mentre nei ri-

manenti undici il Gse continuerà a versare

a Upa-Federimpresa 23mila euro all'anno

e l'Associazione continuerà quindi a usare

gratuitamente l'energia che attualmente

consuma (l'importo si aggira intorno ai

12mila euro) per 30 anni, che sono il termi-

ne di durata garantita dell'impianto. Tutto

ciò si prevede porterà alle casse di Upa-Fe-

derimpresa 23mila euro per undici anni, ai

quali andranno aggiunti i 12mila euro per

30 anni, con lo strabiliante - ma reale - risul-

tato finale di 610mila euro.

40 artigiani hanno già approfittato degli incentivipromossi da Federimpresa

EDILIZIA PIACENTINA 15

l’architetto

del m

eseC

amminare a piedi nudi sulla pietra, ri-

trovare il contatto con la natura e viver-

la nella sua interezza, sono necessità fi-

siologiche per l'architetto Gian Biagio Cighetti,

appassionato del recupero di rustici del territo-

rio piacentino. La ricerca, la progettazione e la

riqualificazione di ambienti integrati nella na-

tura fanno parte dell'indole di questo professio-

nista. "Tutto ciò che è naturale come pietra, le-

gno, cotto ed altro ancora mi trasmette sensa-

zioni positive, al contrario di ambienti costruiti

con materiali riflettenti ed artificiali che perso-

nalmente patisco molto". Il recupero di rustici

non è, però, l'unica attività di cui si occupa Gian

Biagio Cighetti, impegnato anche nel restauro

di edifici esistenti di valore storico e non, oltre

che nella progettazione di edilizia residenziale,

terziaria e scolastica. Recentemente l'architet-

to si è avvicinato anche alla progettazione di al-

lestimenti fieristici per la multinazionale Sidel,

riscuotendo ampio successo, mentre nel 2005,

ha progettato una scuola materna nella città di

Mawella, nello Sri Lanka, area devastata dallo

tsunami del 26 dicembre 2004: "Chi ama viag-

giare sa che alla fine rimangono delle sensazio-

ni, dei ricordi, che spesso sono positivi e quindi

emotivamente mi sentivo in debito con queste

popolazioni. Dopo la catastrofe - spiega Cighet-

ti - mi sono recato in Sri Lanka per dare una ma-

no alle popolazioni colpite dal tremendo mare-

moto, mi sono occupato della ricostruzione di

un asilo di 200 metri quadri che ho interamente

progettato e che è stato ultimato con successo

nella primavera del 2006”. Viaggiare è una del-

le tante passioni dell'architetto Cighetti affa-

scinato dalle popolazioni aventi alle spalle

grandi civiltà. Dal padre -il giornalista Gian

Paolo Cighetti - ha ereditato, invece, la passione

per la scrittura e il giornalismo, tanto da colla-

borare periodicamente con il quotidiano pia-

centino Libertà, trattando temi di cultura gene-

rale e di sport.

Come nasce la passione per i rustici e quali le

particolarità dei Suoi interventi?

Ricercare ambienti e materiali che appar-

tengano alla natura fa parte della mia perso-

na, così come la necessità di riscoprire sem-

pre un contatto con l'ambiente rurale. Fin dai

primi anni Ottanta mi sono occupato di recu-

pero di rustici sul territorio piacentino, u-

n'attività rivolta a persone che come me vivo-

no in maniera conflittuale il rapporto con la

città e sono alla ricerca di ambienti costruiti

con materiali naturali in grado di rendere più

sottile la linea di confine tra spazi interni ed

esterni. Purtroppo, però, i rustici rimasti sul

territorio piacentino sono pochi e sono collo-

cati per lo più in alta montagna: molti non

hanno saputo riconoscerne il valore e li han-

no trasformati snaturandoli, depauperando-

li e svilendoli della loro essenza e della loro

storia. Tra gli ultimi interventi - portati a ter-

mine dal 2000 ad oggi - si collocano i rustici di

Le Piane, Bobbio, Travo e Gazzola: si tratta di

cascinali recuperati con i concetti di cui pri-

ma, cercando di mantenere inalterati forme

e volumi, creando tamponamenti con ampie

vetrate che permettono sia la rilettura delle

origini dell'edificio, che una grande connes-

sione tra l'ambiente esterno e quello interno.

Il rustico di Le Piane - ad esempio - si caratte-

rizza per le ampie vetrate che concretizzano

queste idee. Al Molino di Travo, invece, la

particolarità consiste nell'aver ricavato un

In alto particolare del rustico

realizzato a Gazzola

dall’architetto Gian Biagio Cighetti

(nella foto a lato)

francesca gazzola

Nel recupero di rustici la passione per i materiali naturali

Cighetti: il piaceredi un ambiente naturale

EDILIZIA PIACENTINA16

portico svuotando una parte del volume del-

l'edificio stesso: trovandoci infatti di fronte

ad un vincolo paesaggistico (il fiume Treb-

bia) abbiamo compiuto un'operazione incon-

sueta, se vogliamo anticommerciale, che con-

siste nell'aver liberato un angolo dell'edifi-

cio che è poi stato ricostruito come portico.

Infine è importante ricordare anche il recu-

pero di camini, forni antichi e di vari manu-

fatti d'epoca oltre a precisare il ruolo impor-

tante delle pavimentazioni, ovviamente

quelle esterne uguali a quelle interne.

C'è un progetto a cui è molto affezionato?

Dal 1995 al 2002 mi sono occupato del recupe-

ro di un edificio in centro storico su commit-

tenza privata. Si è trattato di un intervento di

grossa portata, un banco di prova per me e per

il mio studio. Ho progettato nel dettaglio ogni

particolare dell'edificio: da tutto l'involucro

esterno all'arredamento interno, disegnan-

do ogni cosa. Dal punto di vista architettoni-

co l'intervento maggiore ha interessato il cor-

tile che è stato ricostruito ex novo partendo

da una parte esistente fatta di archi e volte

antiche. Ho disegnato pavimenti, porte, sca-

le, mobili, fioriere, parapetti, archi e volte,

camini, forni oltre agli arredi ed a tutto quan-

EDILIZIA PIACENTINA 17

to sia visibile. La particolarità dei due appar-

tamenti che compongono l'edificio consiste

nel loro forte contrasto stilistico, tanto da non

sembrare concepiti dallo stesso progettista:

un piano è stato pensato in stile classico per

una committenza di età avanzata, l'altro inve-

ce, pensato per il figlio, si caratterizza per i

suoi colori caldi e vivaci e presenta particola-

rità uniche, come una pavimentazione in le-

gno alternata da 11 "tappeti" di marmo raffi-

guranti diversi tematiche, dalla frutta ai pae-

saggi disegnati in buona parte da me.

Ultimamente si è avvicinato all'allestimento

fieristico, che cosa la affascina?

Ciò che più mi piace dell'allestimento fieri-

stico è la possibilità di lavorare di fantasia, a-

spetto senz'altro più limitato negli altri inter-

venti come il recupero di rustici, il restauro di

edifici storici o la progettazione residenziale

e non. La mia prima esperienza risale al 2006

con la multinazionale Sidel, leader mondiale

in macchine per l'imbottigliamento e il con-

fezionamento. La particolarità dell'allesti-

mento fieristico - realizzato a Monaco su una

superficie di 4,5 mila metri quadri - consiste

nell'aver realizzato uno stand aziendale a for-

ma di Dna con tanto di rampe che si interseca-

vano tra di loro, sulle quali erano collocati

stand fieristici, macchinari, punti di ristoro,

uffici, sale riunioni, locali tecnici, sale di

proiezione ed altri spazi funzionali. Fu una

sfida enorme che ebbe un grande successo,

tant'è che venne ripetuta a Parigi, Norimber-

ga e Colonia. Recentemente sono stato coin-

volto da una importante azienda piacentina

per concorrere a progettazioni di edifici co-

siddetti passivi. Sono state esperienze positi-

ve che mi hanno arricchito e dato molta sod-

disfazione anche perché hanno riscosso note-

voli consensi.

Qual è l'aspetto più difficile della sua profes-

sione?

Sono convinto che la buona riuscita di un in-

tervento dipenda per il 90% dal committente

che deve avere le idee chiare su ciò che desi-

dera ed essere in grado di comunicarle al pro-

gettista. Sono convinto che tutte le architet-

ture sia quelle di grandi che piccoli dimensio-

ni che finiscono come risultato positivo sulle

varie riviste specializzate, siano merito da un

lato di una committenza che è stata chiara ed

ha lasciato esprimere il progettista e dall'al-

tro, ovviamente, di un bravo progettista. Pur-

troppo nel nostro campo - più di ogni altro set-

tore - il nostro interlocutore primo crede di a-

vere competenze sufficienti per potersi e-

sprimere, ma c'è una grossa differenza tra

creare una struttura e "vestirla": spesso la

clientela si sofferma su particolari che nulla

hanno a che vedere con la funzionalità e la

concatenazione degli spazi e dei volumi, che

sono alla base di ogni intervento. In passato,

ed in modo particolare in realtà come le no-

stre, si è lasciata troppa libertà al committen-

te, spesso abituato a figure di tecnici che non

fanno proprio della progettazione la loro spe-

cialità; in questo modo si è creata una menta-

lità nella quale il committente si sente spesso

troppo protagonista finendo poi per creare

troppi guasti progettuali.

Gian Biagio Cighetti si racconta

Nato a Codogno il 2 ottobre 1957, Gian Biagio Cighetti è specializzato nelrecupero di rustici, attività che predilige e che porta avanti dai primi anni Ottanta.Nel dicembre del 1982, Cighetti si laurea in Architettura presso il Politecnico diMilano, con votazione 98/100, sostiene l'esame di abilitazione nell'aprile del 1983con votazione 80/100 e diventa insegnante di ruolo. Ha insegnato presso le scuolemedie cittadine e da 12 anni è insegnante di ruolo part time al corso seraledell'Istituto Tramello. Dopo un praticantato presso gli studi Benzi e Galluppi, nel1987 inizia a libera professione. Dal 1998 ha il suo studio tecnico di architetturain via Croce 29 a Piacenza. L'architetto Cighetti opera principalmente nel campodell'edilizia privata e terziaria con particolare attenzione al recupero, restauro eristrutturazione di edifici esistenti di valore storico e non. Progetta e disegnaarredi sino alla loro esecuzione, dedicandosi con forte propensione ad aspettiartistici e particolari costruttivi pensati anche nei più piccoli dettagli.

Nelle foto da sinistra: cortile di un edificio

recuperato in centro storico; rustico a Le

Piane; rustico a Molino di Travo;

allestimento fieristico a Colonia

EDILIZIA PIACENTINA18

leg

isla

zio

ne P

unteggio per l'impresa sulla base di

un'ampia gamma di parametri.

Sembra essere questa tendenza

verso una qualificazione sempre più discri-

minante, il cambio di paradigma con cui la

filiera dovrà fare i conti in un prossimo fu-

turo. Mentre continuano a crescere i ribassi

che risultano decisivi per vincere le gare (in

base agli ultimi dati raccolti in aprile il ri-

basso medio sul prezzo a base d'asta per le

gare indette nel 2009 è salito al 37,1%), di

recente, osservatori qualificati, si sono e-

spressi favorevolmente per una revisione

del Codice dei contratti. Tra essi il Presi-

dente OICE, Braccio Oddi Baglioni che ri-

conosce nel ricorso a criteri reputazionali

uno strumento praticabile per fare in modo

che si premino i progettisti più efficienti e

più affidabili, o come il presidente dell'Au-

torità per la vigilanza sui contratti pubblici,

Luigi Giampaolino, che a margine di un'au-

dizione presso la Camera dei deputati ha af-

fermato che "il sistema degli appalti pub-

blici, potrebbe giovarsi utilmente di alcuni

interventi legislativi, come, tra gli altri,

l'integrazione dell'attuale sistema di quali-

ficazione delle imprese che concorrono alle

gare con l'introduzione di parametri di va-

lutazione di tipo reputazionale". Ma è so-

prattutto nel disegno di legge anti-corru-

zione che si prevede l'introduzione di crite-

ri reputazionali per consentire la parteci-

pazione a pubblici appalti. L'autorità di vi-

gilanza avrà così il compito di preparare e

aggiornare una sorta di "pagella" dell'im-

presa. In pratica i ribassi rimarranno sem-

pre auspicati ma domani si valuterà anche

il rispetto delle imprese della normativa

sulla sicurezza e il contenzioso o addirittura

il numero delle varianti. I criteri reputazio-

nali potrebbero valere un 25 per cento del

p u n t e g g i o.

Generalmente sono le stazioni appaltanti a

vedere di buon occhio un meccanismo pre-

miante in sede di valutazione dell'offerta a

beneficio di partner già di collaudata affi-

dabilità, dimostrata nei pregressi rapporti

contrattuali con la stazione appaltante, ciò

permette infatti di mettere più facilmente

fuori gioco imprese per cui non si nutre fi-

ducia, spesso individuate a causa di espe-

rienze negoziali non soddisfacienti che pe-

rò a causa della normativa comunitaria e

nazionale non possono essere escluse a

priori. Insomma la patente a punti per le

imprese edili sarebbe un sistema per svan-

taggiare negli appalti pubblici le imprese

che non rispettano le norme, in particolare

quelle relative alla sicurezza, ma anche al-

tre, per esempio i tempi di consegna. Di

conseguenza la patente a punti, come in al-

tri paesi europei dove le amministrazioni

aggiudicatrici si assumono già la responsa-

bilità di invitare le imprese aventi i requi-

siti, scelte secondo criteri reputazionali

trasparenti finalizzati alla migliore esecu-

zione possibile, si dimostrerebbe un siste-

ma premiante per le imprese "serie" che ri-

spettano e il contratto e che dimostrano, at-

traverso un sistema di verifica la capacità

di mantenere nel tempo i requisiti della re-

golarità. C'è però chi teme con questi cam-

biamenti l'aumentare della discrezionali-

tà delle stazioni appaltanti per cui certa-

mente vengono invocate anche garanzie di

trasparenza e tutele per le new entry.

Oggi i bandi sono universalmente noti gra-

zie a internet ed è reale la possibilità di par-

tecipazione alle gare per tutte le imprese

che possiedono determinati requisiti certi-

ficati (attestazione Soa), vince chi offre il

massimo ribasso rispetto al prezzo base

mentre la Pubblica Amministrazione non

ha discrezionalità alcuna. Ma presto il si-

stema si inceppa come dimostra l'elevato

ricorso ai legali sia da parte del committen-

te, che vuole tutelarsi, che delle imprese.

ludovico antiochia

Riforma delle regole del codice dei contratti

Appalti pubblici, in arrivola patente per le imprese

EDILIZIA PIACENTINA 19

L`impresa non corretta cerca di vincere

l`appalto a qualsiasi costo, offrendo ribassi

che causerebbero perdite evidenti, poi co-

mincia a contestare i progetti, il bando o il

contratto per ottenere revisioni di prezzo o

farsi pagare il fermo forzato dei lavori. Così

tutti perdono perché le opere finiscono per

costare di più e spesso vengono ultimate

con grande ritardo. "Il primo obiettivo (per

una riforma, ndr.) - e`il parere di Andrea

Camanzi, componente dell`Autorità per la

vigilanza dei contratti pubblici - deve esse-

re la trasparenza che non è nemica dell`ur-

genza". Si parta, suggerisce il consigliere,

dalla costituzione di un'anagrafe unica na-

zionale dei contratti pubblici che renda

possibile la raccolta di dati ora dispersi nei

contenitori piu` disparati: indicizzando le

impronte digitale di ogni appalto si potrà

ottenere un insieme di dati essenziali, ob-

bligatori, che identifichi le imprese. Già

questa è reputazione. Ciò consentirebbe

un controllo dei contratti e la vigilanza po-

trebbe dedicarsi alle aree grigie.

Qui parla il Comune:criteri sì, ma quali ?

Se si escludono lavori straordinari che ri-

guardano infrastrutture di interesse nazio-

nale che finiscono per incidere sul territo-

rio, il Comune capoluogo è la stazione ap-

paltante più rilevante in ambito locale, per

questo abbiamo chiesto all'assessore ai la-

vori pubblici, Ignazio Brambati un parere

sulla riforma delle regole del codice dei

c o n t ra t t i .

"Di per sé sono idee che approvo, il punto

chiave però rimane oscuro: chi è che co-

struisce l'elenco dei requisiti? Singolar-

mente ogni amministrazione o c'è un albo

su cui per esempio vengono aggiornate tut-

te le lamentele degli enti appaltanti per le

inadempienze delle imprese ? Se è una co-

sa seria, cioè gestita a livello locale corre

però il rischio di dare troppo potere alle

amministrazioni, se invece si intende crea-

re un registro a livello nazionale rischiamo

di creare un calderone, che al pari di quello

che accade per le certificazioni o abilitazio-

ni, divenute acquisibili sul mercato, perde

significato. Il principio è condivisibile è la

sua traduzione pratica che crea dei proble-

mi".

Quali potrebbero essere i parametri in cui

le imprese potrebbero essere valutate?

"La sicurezza, certamente no perché que-

sta è una precondizione, non un parametro

su cui valutare le imprese. Piuttosto po-

trebbe essere un elemento di esclusione.

Lo stesso dicasi del pagamento dei contri-

buti, del resto il DURC esiste anche per

questo. Invece si potrebbe prendere in con-

siderazione la solvibilità, cioè se una azien-

da paga regolarmente i fornitori, molte im-

prese hanno insolvenze e oggi sono ele-

menti non dati a conoscere, eppure ciò te-

stimonia se si tratta con imprese serie o me-

no. Lo stesso vale per i contenziosi, per e-

sempio con altre amministrazioni pubbli-

che. Un altro aspetto interessante sarebbe

valutare i tempi di consegna delle opere,

da lì si vede se un imprenditore mantiene

gli impegni. Idem dicasi per la quantità di

riserve presentate o gli interventi per fare

realizzare varianti in corso d'opera. Gli ele-

menti da considerare utilmente sarebbero

molti".

Quale peso dovrebbero avere i requisiti re-

putazionali rispetto al ribasso delle offer-

te?

"Dovrebbe essere attestati, rispetto al ri-

basso, tra un terzo e la metà, non può certo

essere solo il ribasso che stabilisce l'affida-

mento di un appalto. Le opere devono esse-

re finanziate equamente, devono essere

realizzate correttamente e nei tempi stabi-

liti. Oggi le condizioni di mercato ci metto-

no di fronte a ribassi che sono improponibi-

li: un'impresa che si trova con l'acqua alla

gola cerca una boccata di ossigeno, ci sono

imprenditori che accettano di lavorare an-

che senza la quota di profitto legittima, al-

tri "devono" ottenere accesso al credito e il

portafoglio ordini diventa uno strumento e

non un fine, altri praticano il ribasso per

mantenere in attività la struttura azienda-

le che hanno messo a punto con molti anni

di impegno, confidando in una prossima ri-

presa, poi c' è una quota di professionisti

che decidono di essere più forti nello studio

legale piuttosto che in quello tecnico, si ac-

caparrano con sconti incredibili le opere e

poi non le portano a termine, fanno le riser-

ve, mettendo in difficoltà le amministra-

zioni che gliele hanno commissionate che

finiscono per fare una brutta figura di fron-

te alla cittadinanza".

EDILIZIA PIACENTINA20

“Un intervento normativo mirato a in-

trodurre una legge quadro valida per

tutte le libere professioni, da ultima-

re entro ottobre". E' la promessa fatta dal

ministro della Giustizia Angelino Alfano

dopo l'incontro avuto il 21 luglio scorso con

Cup (Comitato unitario delle professioni) e

Pat (Professionisti dell'area tecnica), che

hanno consegnato al Guardasigilli un docu-

mento condiviso sui principi ai quali riten-

gono opportuno vada improntata la rifor-

ma delle professioni: "A settembre - ha an-

ticipato Alfano - faremo un ulteriore punto

con Cup e Pat per perfezionarlo".

Riguarda quindi anche gli Ordini degli Ar-

chitetti e degli Ingegneri il testo presenta-

to ad Alfano, documento che consiste in u-

na sintesi delle istanze maturate in questi

anni sui punti più scottanti: la definizione

di professione intellettuale e di modalità

del suo esercizio, secondo l'art. 33 della Co-

stituzione; la distinzione da forme di lavoro

autonomo che tale caratteristica non rive-

stono; il ruolo e il sistema degli Ordini e

Collegi; il percorso relativo al tirocinio e al-

l'accesso; la formazione professionale con-

tinua; l'etica professionale, le norme deon-

tologiche e il sistema disciplinare; le garan-

zie patrimoniali relative alla responsabili-

tà civile nei confronti dei committenti di

terzi interessati; la pubblicità e trasparen-

za; le forme organizzative; i costi e gli ono-

rari correlati all'entità e alla qualità della

prestazione; le misure di promozione e di

sostegno dei professionisti, in particolare

dei giovani.

Trovato il punto di partenza con un accordo

di massima, il punto interrogativo riguarda

ora lo start, ossia la concreta attuazione dei

principi condivisi: molti osservatori ricor-

dano che i testi di riforma delle professioni

arrivati in Parlamento sono spesso naufra-

gati anche a causa delle contrapposizioni

interne al mondo degli ordini. La condivi-

sione preventiva del documento sembre-

rebbe la premessa ad un esito differente da

quelli del passato, ma non c'è rosa senza

spine. Il Governo, che ha deciso di assume-

re la competenza in materia, "dovrà tener

conto - lo ha confermato lo stesso Alfano -

del patrimonio di esperienza esistente in

parlamento e includere i punti di sintesi

già raggiunti su molte questioni". Basti

pensare all'iter che si era avviato in com-

missione Giustizia della Camera per arri-

vare a un testo organico partendo da quello

presentato da Maria Grazia Siliquini, do-

cumento che aveva riacceso le polemiche

fra ingegneri e architetti da una parte, geo-

metri e periti dall'altra: al centro dello

scontro era la soppressione delle sezioni B

(architetti e ingegneri junior) e il ripristino

delle tariffe professionali (derogabili, pe-

rò, con il consenso delle parti). La proposta

Siliquini era stata criticata dai Consigli di

Architetti e Ingegneri, ma su molti siti in-

ternet aveva raccolto pareri favorevoli so-

prattutto in relazione alla questione sulle

tariffe minime.

Pochi giorni prima dell'incontro tra Alfano

e rappresentanti delle professioni, inoltre,

aveva preso a divampare un'altra querelle:

Architetti ed Ingegneri da una parte, Geo-

metri e Periti edili dall'altra sulla proposta

di legge n. 3493 presentata alla Camera il

20 maggio scorso dal deputato PdL Daniele

Toto e recante "Disposizioni in materia di

competenze professionali dei geometri,

dei geometri laureati, dei periti industriali

con specializzazione in edilizia e dei periti

industriali laureati nelle classi di laurea

L-7, L-17, L-21 e L-23". La proposta consen-

tirebbe a geometri, geometri laureati, peri-

ti industriali specializzati in edilizia e peri-

ti industriali laureati di occuparsi di pro-

gettazione architettonica e strutturale,

collaudo statico e amministrativo, ristrut-

turazioni: obiettivo dichiarato, "dare cer-

tezza del diritto ai geometri e ai periti indu-

striali" e rivitalizzare "l'interesse degli

studenti iscritti agli istituti tecnici che ve-

dranno il loro futuro professionale con

maggiori e più sicure prospettive di lavo-

ro " .

Dal punto di vista di Architetti e Ingegneri,

però, questo progetto di legge (riprenden-

do il Ddl 1865 presentato dalla senatrice Si-

mona Vicari a fine 2009) comporterebbe

"un abnorme ampliamento delle compe-

tenze dei geometri". Dure le parole conte-

nute in una nota sul disegno di legge 3493

Dibattito aperto anche sulle tariffe minime

Ordini professionali,legge quadro ad ottobre?

andrea dossena

Benito Dodi, presidente dell’Ordine

degli Architetti di Piacenza

no

rmat

ive

EDILIZIA PIACENTINA 21

diffusa il 14 luglio dai Consigli Nazionali

degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti

e Conservatori e degli Ingegneri. "I Geo-

metri ed i Periti edili - è il testo della nota -

ci riprovano ancora una volta: in palese

contrasto con tutte le più recenti Sentenze

della Corte di cassazione sugli evidenti li-

miti di competenza dei Geometri e dei Pe-

riti edili, queste professioni ci riprovano a

proporre anche alla Camera dei Deputati

un DDL esclusivo sulle loro attività". "A

nulla vale - prosegue la nota - il comune ta-

volo di lavoro in corso tra le professioni tec-

niche proprio in materia di competenze, a

nulla vale la evidente logica di premettere

una riforma complessiva degli ordinamen-

ti professionali così come concepita dal Mi-

nistro Alfano prima di mettere mano al

riordino delle competenze. A nulla vale il

concetto di merito laddove per accedere a

professioni che incidono su interessi costi-

tuzionali quali la sicurezza dell'abitare o la

tutela del paesaggio occorre aver superato

corsi universitari assolutamente appro-

priati: almeno così si fa in Europa ed in tut-

to il mondo civile". I due Consigli nazionali

ribadiscono che "per tali professioni rego-

lamentate occorre superare percorsi uni-

versitari e non può una legge, prevedendo

un semplice corso di 120 ore, annullare 5

anni di studio". "A Geometri e Periti edili -

conclude la nota - va ancora una volta rivol-

to l'invito di percorrere comunemente la

strada della ragionevolezza, ma se cosi non

fosse vi sarà la nostra più ferma opposizio-

ne a proposte di legge basate sulle solite, i-

nopportune ed antistoriche regalie "all'i-

taliana".

Con il documento nazionale concorda in to-

to il presidente dell'Ordine degli Architet-

ti di Piacenza Benito Dodi, secondo il quale

"si scontano gli effetti del troppo tempo

perduto nel non decidere nulla o nel non

colmare i ritardi di un sistema legislativo

che vuol guardare all'Europa ma è lacuno-

so su tanti aspetti, dall'ordinamento uni-

versitario al tema delle lauree brevi, fino

alle competenze attribuite ai titoli di stu-

dio". Sulla questione delle tariffe, Dodi so-

stiene che "la legge che aveva abolito i mi-

nimi ha notevoli limiti, soprattutto per le

conseguenze negli appalti pubblici: dalle

nostre parti, e ancor di più altrove, abbia-

mo assistito a ribassi astronomici, a scapito

però della qualità dell'offerta. Capita così

che certi enti locali vadano ancora a consul-

tare i vecchi tariffari, e che l'attuale situa-

zione si rifletta in negativo sulla qualità

della spesa pubblica". Quanto alle chance

per i giovani, Dodi ribadisce la bontà della

strada che conduce a "bandi per concorsi

di idee aperti a tutti che obbligano ad inclu-

dere almeno un neolaureato nel gruppo di

chi presenta un progetto, in modo da con-

sentire alle nuove leve di costruirsi un soli-

do curriculum".

Sul gran dibattere in corso a livello nazio-

nale, il ministro Alfano si è detto "consape-

vole che sulla materia ci sono differenti

punti di vista tra professioni di area tecni-

ca. Il fatto che sui principi della riforma sia-

no tutti d'accordo - ha però rimarcato il

Guardasigilli - mi rende ottimista che an-

che questa divergenza sarà risolta. Non è

materia di questa prima fase di lavoro, ma

sarà oggetto della disciplina di dettaglio

che seguirà e avremo tempo di studiare una

prospettiva condivisa". Chi vivrà, vedrà.

EDILIZIA PIACENTINA22

Lo scorso mese di giugno ha segna-

to il passaggio alla fase attuativa

del Piano casa (inteso come social

housing, cioè per la realizzazione di allog-

gi low cost). Il 9 giugno è infatti stato pub-

blicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando

(con scadenza 20 agosto) che deve indivi-

duare gli enti che si impegneranno nel fi-

nanziamento degli interventi. Le risorse

messe a disposizione dal governo non sa-

ranno a fondo perduto ma remunerate,

con almeno il 2% all'anno oltre l'inflazio-

ne. Ad essere in "pole position", come è

noto, la Cassa depositi e prestiti, ma sugli

organi di stampa è annunciato un possi-

bile secondo "player" finanziario, forse

estero, probabilmente destinato a con-

quistare un ruolo altrettanto importante

nella partita dell'edificazione alla porta-

ta di dipendente. Di certo, in circa un an-

no di prodromi, la Cassa depositi e presti-

ti ha già predisposto il finanziamento di

vari iniziative, alcune delle quali in Emi-

lia Romagna. Alcuni promotori privati

hanno annunciato a Cdp che chiederan-

no il finanziamento fino al 40% del valore

del programma edilizio, per parteciparvi

a loro volta. A Parma l'iniziativa di social

housing ha già chiesto al comune il per-

messo di costruire mille alloggi, il 50%

per la vendita convenzionata e il 50% da

affittare a canone moderato. A livello na-

zionale per la prima fase della costruzio-

ne sono disponibili effettivamente 140

milioni dei 377,8 milioni di euro che do-

vranno essere ripartiti fra le regioni. La

cabina di regia, presieduta dal sottose-

gretario Mario Mantovani con delega al-

la casa, oltre ai rappresentanti delle re-

gioni, vede i rappresentanti dell'Anci,

l'associazione nazionale dei comuni. Essi

hanno fatto subito capire che le cifre sono

inadeguate per affrontare quella che ap-

pare sempre più come il problema dei

problemi per fasce consistenti della po-

polazione: i comuni riconoscono, in que-

sto avvio del Piano casa, una boccata

d'ossigeno per tornare a fare edilizia so-

ciale. Ma l'emergenza abitativa, secondo

il vicepresidente dell'Associazione dei

comuni, Roberto Reggi, si affronta in

realtà con un ventaglio di approcci: met-

tendo sul mercato gli alloggi vuoti, pro-

muovendo le agenzie per l'affitto e con u-

n' idonea politica fiscale che incentivi i

proprietari, incentrata sull'istituzione

della cedolare secca sugli affitti, soste-

nendo il fondo sociale per l'affitto. Parola

d'ordine è riqualificazione urbana: la

cornice, par di capire, in cui i singoli in-

terventi, devono iscriversi. Il governo da

parte sua ha fatto sapere che, entro no-

vembre, le regioni, dovranno individuare

gli interventi sulla base dell'effettiva ri-

chiesta abitativa. Dopo l' estate, potreb-

be quindi essere Bologna a diventare

centro decisionale. Gli alloggi previsti

dagli interventi dovranno essere "carat-

terizzati da elevati livelli di vivibilità, sa-

lubrità, sicurezza e sostenibilità ambien-

tale ed energetica, anche attraverso la ri-

Il programma di edilizia agevolata del Governocerca di cambiare passo

Il social housingfa sul serio

ludovico antiochia

pia

no

cas

a

EDILIZIA PIACENTINA 23

soluzione di problemi di mobilità, pro-

muovendo e valorizzando la partecipa-

zione di soggetti pubblici e privati. E po-

tranno essere attuati anche con le proce-

dure del projet financing". In autunno è

quindi presumibile che l'attenzione si

sposti, dagli aspetti finanziari, ora attua-

li, alla qualità (morfologica, tipologica,

urbanistica, ambientale) degli interven-

ti. E poi ? La parola passerà ai nuclei fa-

miliari e giovani coppie a basso reddito,

anziani in condizioni sociali o economi-

che svantaggiate, studenti fuori sede,

soggetti sottoposti a procedure esecutive

di sfratto, immigrati regolari a basso red-

dito. A loro esprimere il gradimento o

meno, inizialmente, si presume, attraver-

so ricerche di mercato, nei confronti del-

la nuova offerta abitativa.

La tipologia degli alloggi

E' probabile che gli alloggi dell housing

sociale somiglino solo in parte a quelli

realizzati per il programma "3000 alloggi

per l'affitto", approntato in ambito regio-

nale, essi pure destinati alla locazione a

canone sostenibile per famiglie che, per

ragioni di reddito, non hanno un punteg-

gio sufficiente per usufruire delle asse-

gnazioni di alloggi di edilizia residenziale

pubblica (erp), ma, al tempo stesso, non

riescono a usufruire delle locazioni ai

prezzi di mercato. In questa esperienza il

canone di locazione corrisponde al cano-

ne concordato ridotto del 30 % (circa

300/450 euro al mese). Nella città ducale,

ParmAbitare S.c.r.l. ha inaugurato poche

settimane fa un intervento che può essere

paradigmatico, in parte, per il social hou-

sing che verrà ( Impresa esecutrice: Coop.

Edile Artigiana S.c.r.l. ) L'edificio, che ha

una superficie lorda utile di 570 mq, ha

pianta rettangolare e 3 piani fuori terra,

collegati da un vano scala e da un ascenso-

re. Al primo e al secondo piano trovano

collocazione 4 alloggi per piano di diverse

grandezz e:

- 2 alloggi piccoli di mq 50,83 (1 camera da

letto);

- 4 alloggi medi di mq 56,06, mq 63,26 (2 ca-

mere da letto);

- 2 alloggi grandi di mq 68,97 (3 camere da

letto).

Al piano terra trovano collocazione 6 au-

torimesse a servizio degli alloggi e 8 can-

tine, oltre al locale per sala macchine a-

scensore, contatori e gioco bimbi.

La sistemazione esterna è costituita da a-

rea a verde condominiale, percorsi carrai

e pedonali con pavimentazioni autobloc-

canti.

Nella predisposizione del progetto si è te-

nuto conto degli standard residenziali

previsti dalla normativa per interventi di

edilizia pubblica, e comunque nel rispet-

to delle prescrizioni della Legge n.13/89 e

D.M. 236/89 relativi ai requisiti di accessi-

bilità per persone con disabilità. In adem-

pimento a quanto prescritto dal D.M. 236

è garantito il rispetto dei requisiti di ac-

cessibilità, visitabilità e, dove richiesto,

di adattabilità degli elementi costitutivi

EDILIZIA PIACENTINA24

l'edificio. L'edificio ha un alloggio acces-

sibile per persone con disabilità, con spazi

interni accessibili a persona su sedia a ro-

telle, ingresso e porte di dimensioni ade-

guate, impianti elettrici ad altezza ade-

guata, bagno dotato di doccia a pavimen-

to e predisposizione per sanitari speciali.

Il progetto, la direzione lavori e il coordi-

namento sicurezza sono stati a cura del-

l'ACER di Parma.

Il social housing alla conquista dei suoi abitantiPer coincidenza Piacenza si trova ad essere equidistante rispetto alle"capitali" del social housing all'italiana, cioè Milano e Parma. La metropolilombarda è città-laboratorio sopratutto per il dinamismo della FondazioneCariplo che anche di recente ha indetto un nuovo concorso di progettazione,mentre Parma vede in primo piano il ruolo dell'ente locale. Alla luce di questeesperienze, sembra che la sfida del social housing sia conciliare qualità deglialloggi low cost con margini di redditività sufficienti per i privati (im-prenditori o cooperatori che siano). Per riuscirci è necessaria una pro-grammazione precisa che tenga conto di molte variabili: qualità archi-tettonica, ecosostenibilità, tempi e costi di realizzazione devono essereattentamente considerati. Il finanziamento degli interventi, non essendo piùpubblico ma sostanziamente privato, richiede tempi certi per essere possibile,quindi la fattibilità degli interventi risiede, in buona parte, negli stessi comunichiamati ad evitare imprevisti nell'iter autorizzativo. La progettazione deveessere capace di prevedere, per quanto possibile, tutti gli elementi che nellafase di cantiere possono influire negativamente sulla puntuale realizzazionedegli edifici. Non solo, anche la manutenzione stessa dell'immobile vapianificata per evitare la disaffezione dell'inquilino alla sua casa, anticameradel degrado. Un buon progetto di social housing si preoccupa in primo luogodell'inserimento urbanistico degli alloggi, dell'inserimento in un contestoambientale, sociale (integrazione, non segregazione) ed economico pe-culiare, dell'aspetto energetico durante il ciclo di vita dell'opera, dellarazionalizzazione dei costi di costruzione e di gestione, del "giusto"mix traspazi comuni e spazi privati, delle stesse modalità di acquisto o di affittodell'alloggio: qualità energetica, costruttiva e sociale sono cioè individuaticome i tre assi da cui far nascere un modello di housing sociale vincente.Qualcosa che sintetizzi la sapienza dei materiali da cui è nato il progetto"Casa 2 litri", con la tecnica costruttiva della torre in legno e cemento chesorgerà alla Bicocca per ospitare 100 appartamenti, insieme con la con-sapevolezza che il valore di una casa sta nei suoi abitanti, come insegnal'esperienza delle coop di abitazione: "La selezione dei futuri inquilini, haaffermato Roberto Fabbri (Ancab-Legacoop) parte dalla base aggregata allacooperativa e si consolida negli incontri nei quali spieghiamo il progettodell'insediamento e prosegue con momenti di relazione che giungono allafase di cantiere e poi alla vita della comunità". Il social housing riuscirà aconquistare i suoi abitanti?

EDILIZIA PIACENTINA 25

La contabilità delle imprese, già

fortemente stressata dal razio-

namento del credito operato dal-

le banche, viene ulteriormente solleci-

tata, in assenza del pagamento di lavori

regolarmente eseguiti. Talvolta sono

proprio le stazioni appaltanti pubbliche

a non garantire le risorse necessarie a

dare continuità all'attività imprendito-

riale e la mancanza di certezza nei tempi

di pagamento impedisce agli operatori

economici di programmare le proprie

attività. Secondo l'ANCE, sono molte le

cause dei ritardi sulle quali le istituzioni

dovrebbero intervenire per assicurare

una migliore tempestività nei paga-

menti della Pubblica Amministrazione

e garantire le condizioni necessarie al

normale svolgimento dell'attività im-

p re n d i t o r i a l e .

Un ruolo è certo svolto dalle misure di

contenimento della spesa pubblica, co-

me ad esempio le regole del Patto di Sta-

bilita`interno, ma anche l'inefficienza

dell'Amministrazione (ritardi nell' emis-

sione del certificato o del mandato di pa-

gamento, vischiosità burocratiche) ha u-

na sua parte.

Per quantificare il fenomeno dei ritarda-

ti pagamenti della Pubblica Amministra-

zione e valutare l'evoluzione dei ritardi

da gennaio 2009, data del precedente mo-

nitoraggio, è stata realizzata una nuova

indagine presso le imprese associate al-

l'organizzazione datoriale che compren-

de dati fino ad aprile 2010.

Dall'indagine emerge che il 98% delle

imprese di costruzioni che operano nel

settore dei lavori pubblici subisce ritardi

di pagamento da parte della Pubblica

A m m i n i s t ra z i o n e .

Rispetto alla problematica situazione e-

mersa dalla precedente indagine (gen-

naio 2009) non vi è stato nessun migliora-

mento nei tempi di pagamento dei lavori

e per il 46% delle imprese, vi è stato addi-

rittura un ulteriore aumento dei ritardi

nel pagamento delle somme dovute dalla

Pubblica Amministrazione.

L' accentuarsi del fenomeno dei ritardati

pagamenti trova riscontro nei dati relati-

vi ai tempi medi di pagamento alle impre-

se. Il 58% delle imprese subisce ritardi

medi superiori ai due mesi oltre i termini

contrattuali, pari a due mesi e mezzo, e

per piu` della metà delle imprese le punte

di ritardo superano i 6 mesi. Inoltre, si am-

plifica il fenomeno dei lunghi ritardi:

un`impresa ogni sei (il 15%) e` soggetto a

punte superiori ad un anno e mezzo.

Tra le principali cause di ritardo si segna-

lano in particolare il Patto di stabilità in-

terno degli enti locali, indicato dal 52%

Raggiunge il 98% la percentuale di imprenditoriedili che subisce la malpratica

I ritardati pagamenti PAinguaiano le imprese

ludovico antiochiap

ub

blica am

min

istrazion

e

EDILIZIA PIACENTINA26

delle imprese, e l`inefficienza dell`Am-

ministrazione che rallentano ulterior-

mente le procedure di pagamento nel

68% dei casi. Significativo è anche l'im-

patto dei tempi di trasferimento dei fon-

di da parte delle Amministrazioni centra-

li (40%).

Intervenire sul sistema sanzionatorio che

oggi, in Italia, è ben lontano dal garantire

alle imprese che realizzano lavori pubbli-

ci livelli di risarcimento in grado di com-

pensare i maggiori costi sostenuti dalle

imprese per fare credito alle Ammini-

strazioni Pubbliche, costituirebbe una

modalità per incoraggiare le istituzioni a

migliorare i processi per il pagamento

delle somme dovute.

In questo senso interviene la nuova Diret-

tiva Europea sui ritardati pagamenti che

sta concludendo l'iter di approvazione in

sede europea e la cui applicazione po-

trebbe dare una spinta al miglioramento

dell'efficienza della Pubblica Ammini-

strazione garantendo allo stesso tempo

un migliore livello di indennizzo per le

imprese che subiscono ritardi.

EDILIZIA PIACENTINA 27

E’ una svolta. Per i cittadini, per l'am-

ministrazione pubblica e, natural-

mente, per gli operatori del settore

chiamati ad una prova di forza e lungimiran-

za all'insegna della sostenibilità. Stiamo par-

lando della grande partita della riconversio-

ne delle aree militari piacentine che in que-

sti mesi - "ribaltoni" o elezioni anticipate

permettendo - dovrebbe arrivare ad una svol-

ta in parte già concretizzatasi con il "federa-

lismo demaniale". Una partita, per gli opera-

tori, che secondo le stime dell'assessorato al-

la pianificazione urbanistica sulla base di u-

no Studio del Politecnico (sui dati dell’ulti-

ma rilevazione del mercato immobiliare pia-

centino redatta da Maggi Group) ammonta a

423milioni di euro con nuovi insediamenti

residenziali nell'ordine di 107mila metri

quadri cper circa 2mila abitanti in più.

La cosa che rende inedita questa fase è lo

spirito politico bipartisan con cui si è proce-

duto alla presentazione di un enorme pro-

getto di riqualificazione urbana, plaudito

da tutte le forze politiche locali (con qual-

che distinguo nel metodo, più che nel meri-

to della Cgil e il netto "no" al dimezzamento

del parco della Pertite dell'omonimo comi-

tato) e che ha visto per una volta le istituzio-

ni piacentine giocare "in squadra" per ru-

bare le parole al sindaco Roberto Reggiper -

ché "il progetto non è della sola amministra-

zione".

Edilizia piacentina può presentare detta-

gliatamente tutto il progetto che è stato pre-

sentato al Ministero della Difesa, redatto

con la collaborazione del Politecnico di Mi-

lano e basato sulle rilevazioni di mercato

del gruppo Maggi.

Un progetto che va ben oltre una semplice

riqualificazione urbana, tenendo insieme

le esigenze della città con quelle dell'eserci-

to: da una parte mantenere il centro direzio-

nale militare a Piacenza (che conta circa

1000 lavoratori) e, al contempo, utilizzare le

aree (che compongono quasi l'80% del pia-

no regolatore) come occasione di sviluppo

puntando sul verde e sulla salvaguardia am-

bientale con il recupero delle opere storico-

a rch i t e t t o n i ch e .

Nella sostanza, quindi, la volontà è quella di

realizzare il nuovo Polo militare tra la caser-

ma Artale e l'ex Pertite sulla via Emilia pa-

vese collegate da un sottopasso, dedicando

quasi 120.000 metri quadri ad un parco col-

legato alla zona dell'Infrangibile. Il piano

prevede anche un parco abitato nell'area

dell'ex Arsenale che collegherebbe viale

Malta a via XXIV Maggio.

Altra sorte per l'area Pontieri, con le caser-

me Niccolai e Bixio che, secondo il progetto,

potrebbe ospitare un 'prato per la città' con

nuovi edifici che sorgerebbero tra il dislivel-

lo delle due aree.

Con la caserma Lusignani (tra la via Emilia

Operazione da 423 milioni di euro. Il progetto

Aree militari: servizi, verdee 2000 abitanti in più

Nella foto l’area dell’ex ospedale militare

sebastiano fieschicittà fu

tura

EDILIZIA PIACENTINA28

e via Einaudi) ed il Piano Caricatore (via Co-

lombo) si restituirebbero quindi alla città

740.000 metri quadri di aree, 200.000 delle

quali riservate a verde pubblico. Il verde

privato arriverà a 180.000 metri quadri e i

nuovi teorici abitanti dei 66.000 metri qua-

drati di nuovi uffici, commercio e servizi am-

monteranno a quasi 2.000.

Secondo i programmi, già in autunno si do-

vrebbe ragionare su un piano più definito

con un protocollo d'intesa da presentare in

consiglio comunale, dando il via libera ad u-

na operazione da 100 milioni di euro che ri-

disegnerebbe, di fatto, il volto della città. Su

questi 100 milioni, per altro, il Comune pen-

sa anche di avere un margine di ricavi nel-

l'ordine del 10 o 20% da impiegare per la ri-

qualificazione architettonica dei chiostri di

San Sisto, delle caserme Bixio e Niccolai o

del castello di Piacenza.

Ma in tutto questo quadro, l'area della ex

Pertite rappresenta ancora una ferita aper-

ta. "C'è qualcuno troppo affezionato a qual-

cosa che non riesce a vedere cosa gli sta af-

fianco" è secco Reggi nel suo commento sul-

le proteste del comitato della Pertite e ben

più pragmatico è il vicesindaco, Fr a n c e s c o

Cacciatore: "Avere la Pertite tutta a verde

comporterebbe ripercussioni su tutte le al-

tre aree, come portare in centro città il Polo

militare e cercando di trovare risorse in al-

tre aree, il che significa edificare di più".

Dopo commissioni speciali naufragate e

protocolli d'intesa che valevano carta strac-

cia, si comincia quindi ad intravedere la fine

dell'inizio di un percorso che ritraccerà il

profilo della Piacenza che conosciamo,

proiettandola in un futuro che sembra pro-

prio dietro l'angolo.

POLO MANTENIMENTOPESANTE VIA MALTA-VIA XXIVMAGGIO OSPEDALE MILITARE

Il Polo di Mantenimento pesante trova la

sua nuova collocazione occupando, per

quando necessario, l'area della Pertite la

cui parte residua viene dedicata a parco ur-

b a n o.

Mentre l'area di viale Malta e l'ospedale mi-

litare vengono dismessi. L'area complessi-

va è di 247mila metri quadri. Un'area enor-

me, quella dell'Arsenale militare, che l'am-

ministrazione comunale ha in seno di far di-

ventare un parco abitato, con residenze ed

uffici su viale Malta.

Ed è proprio questa arteria principale al-

l'interno del traffico cittadino che verrà col-

legata a via XXIV Maggio, proponendo un

ambiente inedito nella città che verrà.

La parola d'ordine, qui, è "apertura del re-

cinto militare". Infatti in termini di "versa-

tilità" dell'area lo studio del Politecnico sot-

tolinea come essa "consente uno sviluppo

abbastanza consistente in altezza" degli e-

difici residenziali.

PERTITE E ARTALE

Due superfici da 405.000 metri quadri da a-

dattare, in parte, al nuovo Polo militare con

la promessa di 120.000 metri di parco citta-

dino, il parco della Pertite appunto, che avrà

un'estensione pari a quello di Montecucco.

Sulla via Emilia Pavese dovrebbe quindi

sorgere la nuova industria militare, collega-

to da un sottopassaggio ad uso esclusivo. Il

parco pubblico sarà collegato con la zona

d e l l ' I n f ra n g i b i l e .

EDILIZIA PIACENTINA 29

AREA PONTIERI

E' stato soprannominato 'il parco della cit-

tà' quello che sorgerà tra il Laboratorio Pon-

tieri e le caserme Bixio e Niccolai, in tutto

circa 82mila metri quadrati ad un tiro di

schioppo dal Po e da Piazza Cavalli. Secondo

i piani del Comune, verranno mantenuti al-

cuni dei manufatti delle caserme mentre la

parte verso via I maggio verrà aperta a par-

co con una sequenza di edifici a ridosso del

dislivello naturale delle aree. Un'area com-

posta da due ambienti distinti, dunque. Il

Laboratorio Pontieri e il complesso delle ca-

serme Nicolai e Bixio hanno differenze per

qualità edilizia degli edifici, per la natura

della relazione con il tessuto urbano preesi-

stente e con il sistema dei bationi, finanche

EDILIZIA PIACENTINA30

per la quota a cui si attestano. Il Laboratorio si trova in una zona ri-

bassata alcuni metri rispetto alla quota prevalente della città, per

questo il progetto si basa su due scelte principali: mantenimento di

buona parte dei manufatti della Bixio e della Niccolai, e la costru-

zione tra il margine (in corrispondenza con il dislivello di quote) e

l'area ex Pontieri di una sequenza di edifici e spazi aperti prodicen-

do così un grande spazio libero che diventa elemento caratterizzan-

te dell'intero comparto. Gli edifici previsti "devono rispettare sia le

altezze stabilite di 3(4 piani rispetto alla quota "zero", sia gli orien-

tamenti e le giaciture". Qui, il complesso esistente delle ex caserme

suggerirebbe vincoli di opportunità con destinazioni "di attività di

tipo culturale con sale espositive, musei ecc.) ma non si esclude che,

qualora verifiche tipologiche strutturali ne mostrassero la fattibili-

tà, possa essere prevista una quota residenziale".

LUSIGNANI

Tra via Emilia Pavese e via Einaudi, il progetto di recupero prevede

di ristabilire la continuità del tessuto residenziale dell'area dedi-

candogli edifici ad attività commerciali o terziarie. La residenza si

disporrà lungo le cinque strade che, in continuità con quelle esisten-

ti, attraversano l'area da est a ovest collegando via Tebaldi con una

nuova strada di bordo, ricavata nel perimetro dell'area. La superfi-

cie totale interessata è di 90mila metri, con la previsione di 31mila

metri quadri di nuova edificazione di superficie residenziale. In ter-

mini assoluti, dopo il comparto via Malta-via XXIV Maggio, questa

della Lusignani sarebbe la seconda lottizzazione più grande delle ex

aree militari. La stima effettuata da Comune e dal Politecnico sui ri-

cavi dalla valorizzazione, è di 90,7 milioni di euro.

PIANO CARICATORE

Il più suggestivo, a livello architettonico, dei progetti. Sorgeranno

tra via Pisoni ed il mercato ortofrutticolo le quattro torri dedicate al

terziario. I nuovi edifici avranno autonomia di accessibilità ed una

piazza che costituirà un affaccio e un punto di ingresso privilegiato

all'area. Il piano prevede anche una 'passeggiata in quota', una lun-

ga passerella che consente l'attraversamento est- ovest in corri-

spondenza al piano dove sono localizzati servizi e sale pubbliche.

INCOGNITE

Non sono poche le incognite del progetto riguardo la fattibilità eco-

nomica. In primo luogo, è impossibile calcolare se e di che portata

saranno gli eventuali costi di bonifica delle aree militari le quali, è

sempre bene ricordare che sono state oggetti di lavorazioni da "in-

dustria militare pesante" nel corso dei decenni scorsi.

La bonifica delle aree, potrebbe pesare in modo significativo sul bi-

lancio economico e sulla tempistica delle operazioni di sviluppo im-

mobiliare. Senza contare - come sottolinea lo studio del Politecnico

- le possibili ristrutturazioni imposte dalla Soprintendenza sugli e-

difici storici.

EDILIZIA PIACENTINA 31

2017. Non solo: ciò sarà possibile - conti-

nua il presidente Ance - solo sulla base di

standard decisamente più alti da tutti i

punti di vista. Ci si sta muovendo verso u-

n'innovazione tale per cui anche prodot-

ti di 3/4 anni fa hanno standard non para-

gonabili a ciò che si va e si andrà a co-

struire: molto invenduto, insomma, ri-

schia di diventare invendibile".

Venendo alle statistiche, parlano chiaro

quelle dell'Ufficio Studi di Confindu-

stria Piacenza e relative alla realtà loca-

le nel primo semestre 2010 rispetto allo

stesso periodo del 2009: nell'ambito dei

materiali edili, ad esempio, sono calati

occupazione (-0,18%), livelli produttivi

(-3,61%) e fatturato (-20,33%). Quest'ul-

timo dato è particolarmente significati-

vo: "C'è - spiega Garetti - un'autentica

'guerra' al ribasso, e così i prezzi sono

precipitati determinando un brusco ca-

lo dei fatturati. Pur di assicurarsi le for-

niture, si può finire a lavorare in perdita

pur di restare sul mercato e di non chiu-

dere i battenti".

Una situazione difficile "al punto che -

come ricorda Garetti - nell'Assemblea

Ance 2010, che si è tenuta in luglio a Ro-

ma, il presidente nazionale Paolo Buz-

La crisi dell'edilizia è ancora du-

ra, e Piacenza non fa eccezione

in un quadro nazionale nel qua-

le i segnali di ripresa sembrano ancora

lontani. Lo conferma il presidente del-

l'Ance di Piacenza, Paolo Garetti, se-

condo il quale i problemi toccano tutti:

pubblico, privato e immobiliare.

"Nel settore pubblico - osserva Garetti - è

quasi tutto bloccato dai vincoli del Patto

di stabilità, inoltre i finanziamenti del

Governo continueranno ad essere diret-

ti soprattutto verso le grandi opere. I so-

liti 6/7 colossi si prenderanno quasi tut-

to, a scapito di un tessuto imprenditoria-

le fatto soprattutto di piccole e medie

imprese che, pur rappresentando uno

degli assi portanti dell'economia del

Paese, vedranno solo le briciole. Senza

contare il fatto che devono già far fronte

a molti ritardi nei pagamenti, da parte

degli stessi enti pubblici, per i lavori già

svolti. Forse fa più notizia parlare del

ponte sullo Stretto che della costruzione

di 150 asili, ma secondo noi - continua il

capo sezione Ance - questa è una politica

miope". "Nel settore privato - spiega Ga-

retti - le cose non vanno meglio, anzi: la

stretta creditizia è tale che, dopo anni,

sta avendo un trend negativo perfino il

leasing. Le difficoltà di accesso al credi-

to stanno frenando gli investimenti:

quelli produttivi, quelli abitativi e quelli

di chi vorrebbe avviare un'attività nel

settore edile".

E il settore immobiliare? "Anche a Pia-

cenza - spiega Garetti - si muove poco

perché la stretta creditizia riguarda an-

che le famiglie, che per lo più si stanno li-

mitando a interventi di manutenzione o

a piccole ristrutturazioni. C'è qualche

compravendita nell'usato, in altri casi si

rogita sulla base di compromessi fatti

perfino due anni fa, in altri ancora c'è chi

ha accelerato i tempi solo per anticipare

le nuove norme relative all'obbligo di in-

dicazione dei dati catastali sugli atti re-

lativi ad immobili".

Che fare, allora? "L'edilizia è un setto-

re-volano, ma farla ripartire - osserva Ga-

retti - sarà più complicato rispetto ad al-

tri comparti che beneficeranno già nel

2011 di una ripresa: secondo alcune sti-

me autorevoli, in edilizia per tornare ai

livelli del 2008 bisognerà attendere il

Nella foto, il presidente dell'Ance

di Piacenza, Paolo Garetti

andrea dossena

“Nel pubblico tutto bloccato dal Patto di Stabilità”

Garetti (Ance): "Crisi dura,per la ripresa tempi lunghi"

pro

spettive

EDILIZIA PIACENTINA32

mandelli

zetti è arrivato a suggerire ai giovani di

non avviare ora un'impresa in questo

settore, e a chi ha gravi difficoltà di uscir-

ne prima che sia troppo tardi". Proprio a

Roma, del resto, sono state rese note ci-

fre da brividi: si stima che alla fine del

2010 il settore avrà perso il 17% degli in-

vestimenti rispetto al 2008, con pesanti

ripercussioni sull'occupazione (200mila

posti di lavoro in meno) e quindi sulle fa-

miglie. Complicata anche la dinamica

normativa: la troppa burocrazia è un o-

stacolo, ma "in edilizia poter "aprire u-

n'impresa in un giorno" sarebbe delete-

rio, perché - ricorda Garetti - non potreb-

bero essere garantiti a sufficienza aspet-

ti necessari: sicurezza, competenza e so-

lidità economica dell'impresa. La legi-

slazione ipertrofica, dal canto suo, sta di-

ventando un freno all'operatività dell'a-

zienda e, paradossalmente, un incentivo

all'illegalità nel momento in cui è quasi

impossibile restare nella norma: non è

un caso che si registri un aumento dei

cantieri irregolari, con nefasti effetti in

termini di sicurezza sul lavoro, mancato

pagamento degli oneri comunali,

ecc…". Quanto potrà incidere la propo-

sta preliminare relativa alle aree milita-

ri cittadine, l'ipotesi di lavoro definita

dal Comune di Piacenza per essere sot-

toposta al Ministero della Difesa come

base di discussione con le Forze armate

per approdare alla ratifica di un nuovo

Protocollo d'intesa tra Comune e Mini-

stero (in sostituzione di quello sotto-

scritto nel 2008) e poi alla definizione

del Master Plan, base del confronto con

tutte le istanze sociali, economiche e po-

litiche della città? Per il numero uno del-

l'Ance "è un progetto di grandissimo re-

spiro ma, come per tutti i casi nei quali

sono necessariamente coinvolti tanti

soggetti istituzionali, è difficilmente

prevedibile un termine nel tempo per

tutto quanto viene delineato: probabile

che il traguardo definitivo sia in un futu-

ro remoto".

EDILIZIA PIACENTINA 33

Imprenditore e presidente della

Scuola Edile, il Cav. Aldo Silva ha le

idee molto chiare. In una città con u-

n'importante tradizione edile come quel-

la piacentina, il muratore del nuovo mil-

lennio è preparato, ha ottimi standard

qualitativi e mette passione in quello che

fa, ma è di origini balcaniche o nordafrica-

ne.

"C'è grande interesse - fa sapere il presi-

dente- tra gli aspiranti muratori e carpen-

tieri stranieri, a diventare buoni artigiani.

Oltre a quelli che vengono da noi per impa-

rare un lavoro -prosegue- ci sono quelli che

già lo facevano nel loro paese di prove-

nienza, che necessitano solo un aggiorna-

mento sulle norme di sicurezza per diven-

tare lavoratori efficienti".

Se a questo aggiungiamo il fatto che, trop-

po spesso, quello in edilizia è considerato

dai nostri connazionali un lavoro umile, la

considerazione di Silva è logicamente i-

neccepibile: "Senza stranieri? - si chiede -

Saremmo costretti a chiudere. Sono loro

-aggiunge- a portare avanti una tradizione

edile importante come quella piacentina,

e da imprenditore -evidenzia- credo sia im-

portante sottolineare che lo fanno mante-

nendo un alto livello qualitativo".

Prendendo atto di un cantiere che diventa

sempre più multietnico, un ente che si oc-

cupa di formazione e sicurezza come la

Scuola Edile, non può certo far finta di

niente, da qui l'idea di affiancare figure di

mediazione culturale ai docenti della

Scuola Edile. In quest'ottica nasce (come

capita spesso con Piacenza a fare da città

pilota in Italia) il progetto "I nail it" pro-

mosso proprio dall'ente di formazione in

collaborazione con l'Inail.

"Troppo spesso - fanno sapere dalla Scuola

Edile di Piacenza - si è presentata una dif-

ficoltà di comprensione della lingua, non

solo in riferimento al parlato comune, ma

soprattutto - sottolineano - rispetto ai ter-

mini tecnici ed alla comprensione del con-

testo, fattori indispensabili per una buona

esecuzione dei lavori e per un comporta-

mento adeguato alla sicurezza". Inoltre gli

studi di settore indicano come il numero

degli infortuni occorsi ai lavoratori stra-

nieri in Italia sia in progressivo aumento.

In questo contesto, la mediazione lingui-

stico-interculturale, diventa un importan-

te strumento di prevenzione degli inciden-

ti e promozione delle pari opportunità di

Nella foto a sinistra il presidente

della Scuola Edile Aldo Silva con la

direttrice, l’architetto Cristina Bianchi

dario rigolli

Mediatori culturali per ‘tradurre’ la sicurezza sul lavoro

Silva (Scuola Edile): "Senzastranieri? Chiuderemmo"

form

azion

e

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accesso ai servizi pubblici e al mercato del

lavoro per i cittadini stranieri.

Gli interventi di mediazione intercultura-

le saranno a cura della Cooperativa “L`Ip-

pogrifo” di Piacenza.

Gli esiti del concorsodi arte muraria

Come ormai da cinque anni a questa parte

il corso annuale di Operatore edile alle

strutture si è concluso con il Torneo di arte

muraria, la triste novità del 2010 tuttavia è

che, per ora, a causa del forte impatto della

crisi economica nessuna azienda si è resa

disponibile ad ospitare i corsisti per gli a-

bituali inserimenti in stage aziendali. Tut-

ti disoccupati quindi i partecipanti alla

"sfida" a colpi di cazzuola per determina-

EDILIZIA PIACENTINA 35

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re chi tra gli allievi della Scuola Edile aves-

se assorbito meglio gli insegnamenti, di-

ventando un "Maestro d'arte muraria".

Piccola consolazione per gli aspiranti mu-

ratori, è stata la partecipazione, insieme ai

tecnici e ai docenti della Scuola Edile, ad

un cantiere-scuola nella sottocanonica di

Castione (Pontedellolio). I lavori, partiti

su richiesta dello stesso parroco e della

Diocesi al presidente Silva, sono serviti al

doppio intento di recuperare un edificio in

condizioni disastrose e a dare almeno una

minima borsa lavoro agli aspiranti mura-

tori che hanno frequentato il corso annua-

le.

I vincitori dell'edizione 2010 sono stati

Antonio e Rosario Frustace, che hanno a-

vuto la meglio sulle sei coppie concorrenti

impegnate nella costruzione di un pila-

stro. A salire sul podio oltre ai Frustace

(che si sono aggiudicati un premio di 500

euro), sono state le squadre composte da

Gennaro Matarese e Aldo Tagliaferri (300

euro), Elmin Fazlic e Kamkam Hicham

(200 euro).

"Il punto primario - dichiara il presidente

dell'ente di formazione piacentino Aldo

Silva - per noi è insegnare a lavorare in si-

curezza e bisogna dire che chi frequenta i

nostri corsi impara cosa vuol dire. Gli inci-

denti sono in diminuzione anche se non

possiamo accontentarci, il nostro obietti-

vo dev'essere rendere gli infortuni sul la-

voro un evento eccezionale".

Nelle foto, da sinistra, un momento

del concorso di arte muraria, la coppia

dei vincitori e il gruppo dei partecipanti

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azie

nd

e Grande successo a Milano al Fuorisalone 2010

B-Stone di Buzzetti,la passioneper la pietra

Il grande successo ottenuto in aprile a

Start!, "l'evento nell'evento" della setti-

mana del Salone del Mobile a Milano, è so-

lo la più recente soddisfazione per la B-Stone

di Buzzetti Damiano & C.. La ditta Buzzetti è nata nel 1978 a Mon-

ticelli d'Ongina come impresa artigiana nel settore della lavorazio-

ne del marmo: la passione per la pietra e per le sue intrinseche po-

tenzialità, l'impegno e la cura nel lavoro sono il "credo" che ha a-

nimato la crescita dell'azienda, portandola ad investire risorse cre-

scenti nella modernizzazione tecnologica

per dotarsi di un know-how sempre all'avan-

guardia. Flessibilità, competenza e dinamici-

tà hanno condotto a obiettivi sempre più am-

biziosi: negli ultimi anni, l'impresa si è distinta per la realizzazione

di prodotti ad elevato valore aggiunto, che le hanno consentito di

contribuire a progetti prestigiosi. Marchio B-Stone Sistema Pietra e

Marchio Pietra Autentica sintetizzano la qualità della ditta Buzzet-

ti, che garantisce professionalità, competenza, affidabilità e assi-

EDILIZIA PIACENTINA 37

stenza a tutto campo. B-Stone ha partecipato alle ultime due edi-

zioni del Saie New Stone Age Design a Bologna e al Fuorisalone De-

sign Week 2010 di Milano, avvicinandosi così al mondo della pro-

gettazione e del design: a Start!, "l'evento nell'evento" della set-

timana del Salone del Mobile a Milano dello scorso aprile, sono stati

presentati con successo B-sound e B-Lampa (Hi-Fi e lampada, con

tecnologia touch applicata, disegnati da Kodooldesign) e I-Stone

(speaker disegnato da Studiogiallo), completamente realizzati in

pietra naturale. B-sound è un impianto stereo wireless, semplice ed

elegante, composto da tre blocchi indipendenti realizzati in pietra

di Lavagna: un oggetto accattivante, da contemplare ed ascoltare,

che contiene in sé tradizione e tecnologia, ma dal gusto artigianale.

B-Lampa è una lampada che attira immediatamente l'attenzione

dell'utente: un "cuore pulsante" diffonde una luce intensa, ma allo

stesso tempo leggera, generando una sensazione di relax e di so-

spensione. Con un piccolo gesto le si può dare vita: ecco la luce gra-

zie alla tecnologia applicata, la Stone Touch Technology, risultato di

una ricerca continua, rivolta all'innovazione e allo sviluppo di appli-

cazioni. I-stone è il cubetto/speaker in pietra naturale, un oggetto

simpatico e curioso in pietra - materiale ormai di diritto entrato nel

mondo del design contemporaneo - che al suo interno è dotato di

uno speaker dal quale esce un cavetto da collegare al proprio I-Pod;

una tecnologia semplice per un oggetto semplice da usare dove e

quando si vuole.

Presentato invece al Saie Spring di Bologna nel marzo 2008, Sistema

Bagno è una realizzazione in pietra modulare, in cui i diversi com-

ponenti strutturandosi secondo differenti tridimensionalità gene-

rano una parete funzionale dotata di lavabo, elemento radiato-

re/scaldasalviette e mensole: un prototipo che esalta la capacità

creativa della pietra e il suo costruttivismo intrinseco, in un elevato

momento di sintesi tra progettualità e nuove tecnologie.

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LLLeee ppprrrooossssss iiimmmeee ssscccaaadddeeennnzzzeee fff iii ssscccaaa lll iii

30 Settembre 2010giovedì

Irpef - Trasmissionetelematica Mod. UnicoUltimo giorno per la trasmissione te-lematica - da parte delle persone fi-siche e delle società di persone - delladichiarazione dei redditi Modello U-nico 2010 (redditi 2009).

Ici - PresentazionedichiarazioneUltimo giorno (salvo diverse dispo-sizioni del Comune) per la presen-tazione - da parte delle persone fisichee delle società di persone, tenute aquesto adempimento, che presentinoper via telematica la dichiarazione deiredditi - della dichiarazione Ici per il2009.

18 Ottobre 2010lunedì

Imposte e contributiUltimo giorno per il versamento daparte del condominio delle ritenute

fiscali e dei contributi previdenziali eassistenziali relativi a dipendenti, la-voratori autonomi nonché a contrattidi appalto, con riferimento al mese disettembre 2010.

Addizionali Irpef

Ultimo giorno per il versamento daparte del condominio della rata delleaddizionali regionale e comunale al-l’Irpef trattenute ai dipendenti sullecompetenze di settembre 2010 a se-guito delle operazioni di conguagliodi fine anno.Ultimo giorno anche per il versamentoin unica soluzione delle predette ad-dizionali trattenute, sempre sullecompetenze di settembre 2010, a se-guito di cessazione del rapporto dilavoro.

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