EDICO dico EDICO - Enpam · i bombardamenti la rase-ro al suolo quasi comple-tamente. Da Laurient...

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EDICO EDICO AGGIORNAMENTO E CULTURA, HOBBIES, STORIE DI MEDICI E PROBLEMI VARI INSERTO REDAZIONALE GIORNALE DELLA PREVIDENZA DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI N. 8/2003 dico S toccolma. Lo statu- nitense Paul Lau- terbur e il britanni- co Peter Mansfield hanno vinto il Nobel per la me- dicina, per le ricerche “concernenti l’uso della risonanza magnetica” che, si legge nella motiva- zione dell’istituto Karo- linska di Stoccolma, “rap- presenta una svolta nella diagnostica e nella ricerca medica”. Paul Lauterbur, nato nel 1929 a Urbana, nell’Illi- nois, è riuscito a svilup- pare immagini a due di- mensioni, utilizzando per primo i gradienti nel cam- po magnetico. Peter Mansfield, nato nel 1933 a Nottingham in In- ghilterra, ha continuato e approfondito gli studi sul- l’uso dei campi magneti- ci, mostrando che si può ottenere una tecnica dia- gnostica per immagini, attraverso l’analisi dei se- gnali con un metodo ma- tematico. Nel giro di una decina d’anni quest’intui- zione è diventata un’ap- plicazione pratica. E oggi è un esame di routine: ogni anno si eseguono ol- tre 60 milioni di risonan- ze magnetiche in tutto il mondo e la tecnica è in continua evoluzione. Me- no invasiva di altri meto- di, ottiene risultati più ac- curati, che hanno contri- buito a migliorare la dia- gnosi di molte malattie. La RM utilizza onde ra- dio a campi magnetici e, dunque, non presenta ri- schio di radiazioni X. Un riconoscimento, quel- lo della Reale Accademia delle Scienze di Svezia, ben accettato dagli esper- ti di tutto il mondo che hanno però puntato l’indi- ce contro il ritardo del- l’assegnazione. Molti so- stengono che la Fonda- zione svedese avrebbe do- vuto fare prima i nomi di Mansfield e Lauterbur: magari se non nel 1979 quando il Nobel è stato assegnato per la Tac (la Tomografia assiale com- puterizzata) l’anno se- guente o poco dopo. E del ritardo se n’è accor- to naturalmente prima di tutti Sir Peter Mansfield che ha dichiarato in un’intervista ad una radio svedese: “Ogni scienzia- to, suppongo, spera di ri- cevere un giorno un simi- le riconoscimento. E’ un onore. Devo dire che an- ch’io ci pensavo fino a qualche anno fa, ma dopo ho smesso di sperarlo. Da tanti anni il mondo scientifico s’aspettava che i meriti di Lauterbur e Mansfield venissero rico- nosciuti. Lo ha detto sen- za mezzi termini Roberto Passariello, direttore del dipartimento di scienze radiologiche dell’Univer- sità di Roma “La Sapien- za”. “Lo aspettavamo da tempo - dice - perché la risonanza magnetica è una delle grandi scoperte che hanno cambiato l’ap- proccio clinico soprattut- to in settori come lo stu- dio del sistema nervoso centrale, del cuore, dei vasi sanguigni e delle ar- ticolazioni”. “Dopo la Tac, la Risonan- za Magnetica è la tecnica che ha rivoluzionato la diagnostica” - aggiunge il professore che per primo ha installato in Italia a l’Aquila nel 1985, un’ap- parecchiatura total body. E’ stata una rivoluzione rapida. Non sono trascor- si nemmeno dieci anni dalle primissime ricerche di Lauterbur nel 1973 al- l’entrata della macchina in ospedale. Da allora c’è stata una ve- ra e propria esplosione, nel mondo se ne contano diecimila di cui cinque- cento nel nostro Paese. “Il merito di questa tecni- ca è di aver cambiato molto la diagnosi dei tu- mori – sottolinea France- sco Cognetti, presidente dell’Associazione Italiana d’oncologia medica e di- rettore scientifico del Re- gina Elena di Roma - Ha A UNO STATUNITENSE E A UN BRITANNICO IL PRESTIGIOSO PREMIO PER LA MEDICINA 2003 Risonanza di un Nobel permesso - continua lo scienziato - lo studio di parti del corpo che prima non potevano essere ade- guatamente analizzate. Un processo di per sé già importante che ha anche aperto la strada ad ulterio- ri possibilità diagnostiche per riconoscere la malat- tia in fase sempre più pre- coce”. Paul Lauterbur attual- mente lavora al Biomedi- cal Magnetic Resonance Laboratory dell’Univer- sità dell’Illinois a Urbana. Laureato in chimica nel 1951 a Cleveland, ha otte- nuto il dottorato di ricerca nel 1962 e ha poi insegna- to radiochimica alla New York University di Stony Brook dal 1969 al 1985. Inizialmente ha applicato il fenomeno della riso- nanza magnetica alla comprensione di strutture molecolari, introducendo l’uso dei gradienti (cioè di graduali variazioni di intensità) nei campi ma- gnetici per cogliere que- ste strutture. In un secon- do tempo ha pensato di applicare i gradienti an- che allo studio dei tessuti viventi. Qui si inserisce il LA RISONANZA MAGNETICA Oltre 20.000 risonanze in tutto il mondo permettono ai medici di esaminare dettagliatamente l’interno del corpo umano. 1 – Un potente campo magnetico costringe le molecole d’acqua del corpo a cambiare stato energetico e i protoni a “stare al- l’erta”. 2 – Una frequenza radio segnala che i nuclei sono tornati al lo- ro stato originale. Il tempo che intercorre fra le frequenze mi- sura la densità di molecole di quel punto. Un computer tradu- ce questi dati in un’immagine che fornisce una struttura chi- mica dettagliata del tessuto. 3 – Paul Lauterbur e Sir Peter Mansfield hanno ricevuto il Pre- mio Nobel per la medicina per il loro lavoro sulla risonanza magnetica. contributo di Peter Man- sfield. Appassionato di volo su piccoli aerei, pro- fessore di fisica all’Uni- versità di Nottingham dal 1979, Mansfield ha svi- luppato l’utilizzazione dei gradienti e ha dimostrato che i segnali che si trag- gono possono essere ana- lizzati matematicamente e, con l’aiuto di potenti computer, dare immagini “dal vivo” dei nostri orga- ni, ricche di preziose informazioni. Ugo Sergi, medico, è nato a Lucca e vive e lavora a Latisana, in provincia di Udine. Prime collettive e per- sonali nell’immediato dopo-guerra in Toscana. Numerosi e significativi i premi e gli inviti in quel periodo, vissuto spesso in stretto sodalizio umano ed artistico con alcuni dei mitici maestri del ‘900. Personali a Padova, Venezia, Bologna, Lucca, Firenze, Viareggio, Belluno. Presente in numerose fondamentali rassegne, ha conseguito, tra gli altri, il primo premio al concorso nazionale per la nuova sede a Roma della FNOM (1989). L’opera che pubblichiamo è un acrilico su tela della serie “Cronache 2003”.

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EDICOEDICO

AGGIORNAMENTO E CULTURA, HOBBIES, STORIE DI MEDICI E PROBLEMI VARIINSERTO REDAZIONALE GIORNALE DELLA PREVIDENZA DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI N. 8/2003

dico

Stoccolma. Lo statu-nitense Paul Lau-terbur e il britanni-

co Peter Mansfield hannovinto il Nobel per la me-dicina, per le ricerche“concernenti l’uso dellarisonanza magnetica”che, si legge nella motiva-zione dell’istituto Karo-linska di Stoccolma, “rap-presenta una svolta nelladiagnostica e nella ricercamedica”.

Paul Lauterbur, nato nel1929 a Urbana, nell’Illi-nois, è riuscito a svilup-pare immagini a due di-mensioni, utilizzando perprimo i gradienti nel cam-po magnetico.

Peter Mansfield, nato nel1933 a Nottingham in In-ghilterra, ha continuato eapprofondito gli studi sul-l’uso dei campi magneti-ci, mostrando che si puòottenere una tecnica dia-gnostica per immagini,attraverso l’analisi dei se-gnali con un metodo ma-tematico. Nel giro di unadecina d’anni quest’intui-zione è diventata un’ap-plicazione pratica. E oggiè un esame di routine:ogni anno si eseguono ol-tre 60 milioni di risonan-ze magnetiche in tutto ilmondo e la tecnica è incontinua evoluzione. Me-no invasiva di altri meto-di, ottiene risultati più ac-curati, che hanno contri-buito a migliorare la dia-gnosi di molte malattie.La RM utilizza onde ra-dio a campi magnetici e,dunque, non presenta ri-schio di radiazioni X.

Un riconoscimento, quel-lo della Reale Accademiadelle Scienze di Svezia,ben accettato dagli esper-ti di tutto il mondo chehanno però puntato l’indi-ce contro il ritardo del-l’assegnazione. Molti so-stengono che la Fonda-zione svedese avrebbe do-vuto fare prima i nomi diMansfield e Lauterbur:magari se non nel 1979quando il Nobel è stato

assegnato per la Tac (laTomografia assiale com-puterizzata) l’anno se-guente o poco dopo.E del ritardo se n’è accor-to naturalmente prima ditutti Sir Peter Mansfieldche ha dichiarato inun’intervista ad una radiosvedese: “Ogni scienzia-to, suppongo, spera di ri-cevere un giorno un simi-le riconoscimento. E’ unonore. Devo dire che an-ch’io ci pensavo fino aqualche anno fa, ma dopoho smesso di sperarlo.Da tanti anni il mondoscientifico s’aspettava chei meriti di Lauterbur eMansfield venissero rico-nosciuti. Lo ha detto sen-za mezzi termini RobertoPassariello, direttore deldipartimento di scienzeradiologiche dell’Univer-sità di Roma “La Sapien-za”. “Lo aspettavamo datempo - dice - perché larisonanza magnetica èuna delle grandi scoperteche hanno cambiato l’ap-proccio clinico soprattut-to in settori come lo stu-dio del sistema nervosocentrale, del cuore, deivasi sanguigni e delle ar-ticolazioni”.“Dopo la Tac, la Risonan-za Magnetica è la tecnicache ha rivoluzionato ladiagnostica” - aggiunge ilprofessore che per primoha installato in Italia al’Aquila nel 1985, un’ap-parecchiatura total body. E’ stata una rivoluzionerapida. Non sono trascor-si nemmeno dieci annidalle primissime ricerchedi Lauterbur nel 1973 al-l’entrata della macchinain ospedale.Da allora c’è stata una ve-ra e propria esplosione,nel mondo se ne contanodiecimila di cui cinque-cento nel nostro Paese.“Il merito di questa tecni-ca è di aver cambiatomolto la diagnosi dei tu-mori – sottolinea France-sco Cognetti, presidentedell’Associazione Italianad’oncologia medica e di-rettore scientifico del Re-gina Elena di Roma - Ha

A UNO STATUNITENSE E A UN BRITANNICO IL PRESTIGIOSO PREMIO PER LA MEDICINA 2003

Ri sonanza d i un Nobe lpermesso - continua loscienziato - lo studio diparti del corpo che primanon potevano essere ade-guatamente analizzate.Un processo di per sé giàimportante che ha ancheaperto la strada ad ulterio-ri possibilità diagnosticheper riconoscere la malat-tia in fase sempre più pre-coce”.

Paul Lauterbur attual-mente lavora al Biomedi-cal Magnetic ResonanceLaboratory dell’Univer-sità dell’Illinois a Urbana.Laureato in chimica nel1951 a Cleveland, ha otte-nuto il dottorato di ricercanel 1962 e ha poi insegna-to radiochimica alla NewYork University di StonyBrook dal 1969 al 1985.Inizialmente ha applicatoil fenomeno della riso-nanza magnetica allacomprensione di strutturemolecolari, introducendol’uso dei gradienti (cioè

di graduali variazioni diintensità) nei campi ma-gnetici per cogliere que-ste strutture. In un secon-do tempo ha pensato diapplicare i gradienti an-che allo studio dei tessutiviventi. Qui si inserisce il

LA RISONANZA MAGNETICAOltre 20.000 risonanze in tutto il mondo permettono ai medici diesaminare dettagliatamente l’interno del corpo umano.

1 – Un potente campo magnetico costringe le molecole d’acquadel corpo a cambiare stato energetico e i protoni a “stare al-l’erta”.

2 – Una frequenza radio segnala che i nuclei sono tornati al lo-ro stato originale. Il tempo che intercorre fra le frequenze mi-sura la densità di molecole di quel punto. Un computer tradu-ce questi dati in un’immagine che fornisce una struttura chi-mica dettagliata del tessuto.

3 – Paul Lauterbur e Sir Peter Mansfield hanno ricevuto il Pre-mio Nobel per la medicina per il loro lavoro sulla risonanzamagnetica.

contributo di Peter Man-sfield. Appassionato divolo su piccoli aerei, pro-fessore di fisica all’Uni-versità di Nottingham dal1979, Mansfield ha svi-luppato l’utilizzazione deigradienti e ha dimostrato

che i segnali che si trag-gono possono essere ana-lizzati matematicamentee, con l’aiuto di potenticomputer, dare immagini“dal vivo” dei nostri orga-ni, ricche di prezioseinformazioni.

Ugo Sergi, medico, è nato a Lucca e vive e lavora a Latisana, in provincia di Udine. Prime collettive e per-sonali nell’immediato dopo-guerra in Toscana. Numerosi e significativi i premi e gli inviti in quel periodo,vissuto spesso in stretto sodalizio umano ed artistico con alcuni dei mitici maestri del ‘900. Personali aPadova, Venezia, Bologna, Lucca, Firenze, Viareggio, Belluno. Presente in numerose fondamentali rassegne,ha conseguito, tra gli altri, il primo premio al concorso nazionale per la nuova sede a Roma della FNOM(1989). L’opera che pubblichiamo è un acrilico su tela della serie “Cronache 2003”.

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Bretagna: l’entroterra e la costa meridionale

ITINERARI di Mauro Subrizi

Questo itinerario, dicirca 600 Km, sisnoda dalla alta

Bretagna alla bassa Bre-tagna, attraverso la regio-ne della Cornovaglia chesi affaccia sull’OceanoAtlantico.Da Parigi si raggiunge LeMans seguendo l’auto-strada A11 e quindi, perl’autostrada A81, Ren-nes.

Capitale della Bretagna,Rennes conta più di200.000 abitanti ed è unacittà che riesce a coniu-gare lo sviluppo delle sueindustrie e dei suoi com-merci con la maniacaleconservazione dei suoiangoli urbani più antichie caratteristici: il centrocittadino ha conservatol’aspetto originario, conalcune stradine salvatedal terribile incendio chedevastò la città nel 1720.Il centro storico è delimi-tato dal lungofiume checosteggia la Vilaine. Davedere la Rue Saint-Georges: tutte le case so-no antiche, come quelle

Da Rennes, prendendo laRN 24, dopo 145 Km dicosta meridionale, si rag-giunge Laurient.La città di Laurient(65.000 abitanti) non ri-veste la stessa importan-za che ebbe nel Seicentoquando diventò la sededella Compagnia delleIndie: Napoleone, in se-guito, la trasformò in por-to militare, funzione chesvolge tuttora. La città è stata pratica-mente ricostruita dopol’ultima guerra mondiale:i bombardamenti la rase-ro al suolo quasi comple-tamente. Da Laurient èpossibile prendere un tra-ghetto per Ile de Groix(Isola della stega).

Dopo Laurient, si prose-gue sulla costa meridio-nale della Bretagna diri-

Il centro storico si trovadavanti alla cattedrale, tralo Steir e l’Odet e vi sivedono ancora bellissimecase a graticcio. Da nonperdere la visita alla cat-tedrale gotica di Saint-Coreint, costruita nelTredicesimo secolo. L’in-terno è di proporzionigrandiose ed è curiosoper l’asimmetria tra il co-ro e la navata. La città èanche conosciuta per lamanifattura di pregiatemaioliche.Da Quimper, si fa il girodella penisola della Cor-novaglia seguendo la D785 fino a Pont-l’Abbé.Qui, in occasione dellefeste religiose, le donneindossano le cuffie di piz-zo bianco e gli abiti fol-cloristici. La cittadina èanche famosa per la pro-duzione di giacconi e im-permeabili di panno bluscuro adottati dagli uomi-ni di mare.Proseguendo per la D2 ela D784, si raggiunge Au-dierne, porto di pescasull’estuario del Goyen,ai piedi di una verde col-lina, con una bella spiag-gia si vedono i vivai (asti-ci ed aragoste) e si visitaLa Chaumière, una casaantica nella quale è statoricostruito un tipico in-terno bretone del Dicias-settesimo secolo.Nella parte settentrionaledella Cornovaglia, la ri-serva ornitologica diCap Sizun ospita colo-nie di innumerevoli uc-celli marini, fra cui alcu-ne specie rarissime. Ilcentro abitato più impor-tante di questa zona èDouarnenez, importanteporto di pesca che haconservato un quartiereantico praticamente in-tatto.

della Place Saint-Anne.La Place des Lices era illuogo dove, nei tempi an-tichi, quando Rennes erala capitale del ducato in-dipendente di Bretagna,si organizzavano tornei egiostre.Molto interessante il Pa-lais des Musées, dove sitrovano due musei: il Mu-sée de Bretagne (storico)e il Musée des Beaux-Arts (pinacoteca), conuna splendida collezionedi opere di celebri pittori(Rubens, Gauguin, Picas-so, Vlaminck).Merita una visita ap-profondita anche la catte-drale di Saint-Pierre.

gendosi verso la Corno-vaglia. La D 152 e poi laD 765 conducono aQuimperlè.La città alta è dominatadalla chiesa di Notre-Da-m e - d e - l ’ A s s o m p t i o nmentre la città bassa sistringe attorno all’abba-zia di Sainte-Croix. AQuimperlè è possibileammirare molte case delCinquecento e del Sei-cento.Da Quimperlè si arrivaagevolmente alle splendi-de spiagge dei dintorni:Moelan-sur-Mer, Be-lon. (famoso centro diproduzione delle ostri-che: le ostriche piatte,

dette appunto belons, so-no famosissime).La tappa successiva èPont-Aven, la cittadinadove nacque e visse e di-pinse Gauguin. La città,tagliata dal fiume Aven èmolto graziosa. Sullependici della collina ap-pena fuori dal centro abi-tato, un sentiero permettedi esplorare i luoghi chesedussero Gauguin. A de-stra del ponte, dirigendo-si verso il porto si posso-no ammirare le rovinedegli antichi mulini.Se amate la pittura delgrande artista dovete an-dare a vedere la Chapellede Trèmalo, cappella ru-

rale il cui Cristo di legnodel 1600 servì come mo-dello al pittore per il fa-moso quadro Le Christjaune.Continuando lungo lastrada costiera, dopo15Km si arriva a Con-carneau, importanteporto di pesca noto per lesplendide fortificazioniche racchiudono la VilleClose (città murata) eper il suo clima eccezio-nalmente mite. La cittàmurata è situata al centrodel porto su un isolottonaturale collegato da dueponti alla terra ferma, ècircondata da bastioni digranito costruiti nel Tre-

cento e ci sono dieci pos-senti torri a difesa del-l’ingresso. Nella cittàmurata, le case antiche ele viuzze strette creanouna atmosfera suggesti-va.Proseguendo per unatrentina di chilometri siarriva alla antica capitaledella Cornovaglia:Quimper.

Quimper è famosa per lemolte manifestazionifolkloristiche che vi sisvolgono: la più famosaavviene la quarta dome-nica di luglio; “La Gran-de festa della Cornova-glia”.

Bassa marea a Pont Aven

PontAven

Quimper

3EDICOEDICOdico

LIBRI RICEVUTIdi G. F. Barbalace

Il punto della logica

CALABRIA,sogno mediterraneo e segni di memoria Maxiemergenze e catastrofi

Racconti per l’infanzia

Questo manualetto didivulgazione, cura-to dal dottor Carlo

Conte, vuole mettere inevidenza la situazionedisastrosa in cui i neolau-reati in Odontoiatria eProtesi Dentaria vengono atrovarsi quando, iniziandola loro attività, si imbatto-no nei tanti aspetti dell’e-sercizio abusivo della loroprofessione.Nel libro si critica l’atteg-giamento che, dopo larivolta studentesca del 68,trasformò l’università inun parcheggio per disoccu-pati. A chi chiedeva unascuola per tutti si risposecon la massificazione dellacultura offrendo a chi chie-deva lavoro una facileiscrizione all’Università.Poi, a peggiorare la situa-zione, nel 1969, la legge n.910 spalancò tutte lefacoltà ad ogni tipo di stu-denti, aprendo una tale

voragine di iscrizioni nellefacoltà mediche che –come ebbe a dire EoloParodi, allora presidentedella FNOM – alla finedegli anni 80 l’Italia arrivòa contare 320.000 medici,quanti ve n’erano a queitempi in Cina. Questasituazione portò l’Italia adessere l’unico paese almondo ad avere medicidisoccupati, molti dei qualirivolsero i loro interessiall’attività odontoiatrica.Di questa professione ilmanuale ripercorre lo svi-luppo partendo dalledisposizioni che l’hannoregolata dagli inizi del900. Traccia il profilo deidiversi professionisti cheoperano nello studio denti-stico e che collaborano conesso, ponendo particolareattenzione alla professio-nalità del medico speciali-sta e del laureato inOdontoiatria e alle diver-

sità della loro preparazioneuniversitaria. Si soffermapoi sulla figura dell’odon-totecnico, principale colla-boratore del dentista, e sul-l’evoluzione della sua for-mazione informandoci,infine, sulla nuova figuradell’igienista dentale.Riguardo all’argomentoproposto, i capitoli piùsignificativi sono peròquello che tratta dell’abu-sivo e del prestanome equello relativo alle sanzio-ni dell’attività professiona-le abusiva. In essi sonoriportate le disposizioniche regolano la materia e isistemi adottati dagli abu-sivi per continuare indi-sturbati la loro attività,mentre le proposte percombattere l’abusivismonon superano, per ora, ilcampo dei suggerimenti.Liviana Medicina, Napoli

Arnaldo Cherubini èautore di una vastaproduzione d’argo-

mento medico, psicologi-co, sociale, di organizza-zione sanitaria e previden-ziale alla quale ha affianca-to un’altrettanto ampiasaggistica di carattere arti-stico e letterario.Ma una sua antica aspira-zione era quella di scriverestorie poliziesche. Occa-sione che gli è stata offertada una vicenda particolaredi cui dà regolarmenteconto nel libro. Così il suoantico sogno di scrivere unromanzo giallo si è potutoavverare.La storia narrata da Cheru-

bini, come nei più classicithriller, è ambientata negliStati Uniti, ma non ha lapovertà di linguaggio cuile traduzioni di libri stra-nieri ci danno spessoesempio. Questo giallo èscritto e pensato in italia-no, in una lingua ricca epiacevole, anche se, quan-do l’autore dà spazio, se-condo il gusto moderno,alle espressioni tipiche delparlare quotidiano dei varipersonaggi, diventa menoforbita.L’aspetto interessante dellevicende narrate nel libro èdato dalla loro drammaticaverosimiglianza e dalla ca-pacità dell’autore di dipa-

nare il filo delle ricerchecondotte dagli investigato-ri mettendo in evidenzal’importanza dell’intuizio-ne intesa come capacità diassociare fatti e situazioniapparentemente scollegatitra loro.Il romanzo, del quale non èlecito svelare la trama, èben costruito, capace diconquistare l’interesse dellettore con l’avvincente in-treccio dei fatti, con l’ap-profondita caratterizzazio-ne dei personaggi e l’atten-ta descrizione degli am-bienti in cui essi agiscono.Antonio Delfino Editore,Roma.

Il complesso dell’orso

Gianni Brandi eRaffaele Marzo,medici torinesi,

hanno scritto a quattromani questa storia dei no-stri giorni, quasi una favo-la per adulti. L’aspetto fa-volistico viene rafforzatodalla narrazione imposta-ta come un romanzo me-dioevale di cui ogni capi-tolo si inizia con un brevesunto in cui si narra quelche in esso succede.Il protagonista è un medi-co che lavora in un noso-comio torinese e gestiscesu internet una rubrica diargomento esistenziale.Un giorno, stanco dellasua vita professionale edella estenuante vita citta-dina, decide di abbando-

nare casa ed ospedale perrifugiarsi in un castello disua proprietà lontano dal-la città.Ma, per evitare l’incontrocon un gruppo di suoi pa-zienti e di suoi corrispon-denti che, disperati per lasua scomparsa, si sonomossi alla sua ricerca, tra-scorre quasi tutto il perio-do in cui si svolgono i fat-ti raccontati nascosto neiboschi.La narrazione è ricca distorie riguardanti i nume-rosi personaggi del ro-manzo (dei quali gli auto-ri hanno redatto un appo-sito indice per non farsmarrire il lettore), di gio-chi di parole, di battute di

spirito che rivelano il na-turale atteggiamento degliautori a cogliere di prefe-renza il lato comico deidiversi aspetti della vita.Anche questa, come tuttele favole che si rispettano,ha un lieto fine che non èil classico “e vissero feli-ci e contenti”, bensì l’os-servazione degli autoriche, malgrado tutto, “nel-la vita reale le storie nonfiniscono mai: continuanoad oltranza con o senza ilconsenso degli attori”.

Mauro Baroni Editore,Viareggio, Euro 15,00.

Natale Petrucci è au-tore di racconti perla gioventù in pro-

sa ed in versi pieni di in-ventiva e originali trovate,con i quali offre ai ragazzila possibilità di meditaresu una vasta gamma di ar-gomenti tutti molto attuali.Con la Editrice Ponte nuo-vo di Bologna ha pubblica-to i seguenti titoli.La vampa, che narra le vi-cende di un gruppo di fan-ciulli nel cui mondo, se-gnato dai rapporti di forzatra i diversi personaggi, letensioni con gli adulti econ la società vengonocontemperati dal senti-mento religioso che aleg-gia nel racconto.Giulietta nell’isola delle

autotazze, storia della fugadi una bella fanciulla nelregno dei burattini, dovetutto funziona bene grazieall’applicazione dei pro-gressi della tecnica e dellamedicina. E’ una medita-zione su come la scienzapotrebbe pianificare e con-dizionare gli uomini por-tandoli alla massificazionecancellando in essi ognisegno di individualità.La Meravigliosa avventuradi Ninni, che si trasformeràin pettirosso, affronta confantasia e delicatezza, l’ar-gomento ecologico decan-tando la bellezza della na-tura e biasimando i danniche l’uomo le arreca.Con le Edizioni Thyrus diArrone (Tr) ha pubblicato i

libri che seguono.Robertino cerca lavoro,una favola di argomentosociale che affronta i temidel lavoro, dell’ecologia edella democrazia nella so-cietà delle macchine.Le storie del cantastorie,racconti in versi nei qualivengono trattati con briosaironia i temi dell’ecologia,della sessualità, dell’istru-zione e degli oggetti volan-ti.Altre opere pubblicate conla Ponte Nuovo sono LaSignora Prudenza e BuffonFurbastro e con L’EditriceAMZ di Milano Il cantodella vita, Come nasce unbambino.

Luigi Franco Malizia,componente e sociofondatore dell’AM-

FI (Associazione MediciFotografi Italiani), ha pub-blicato una raccolta di fo-tografie scattate in Cala-bria, con la quale ha intesoimmortalare i segni chehanno scandito le emozio-ni che quella terra, ricca dicolori, di profumi e di at-mosfere di sogno, ha sapu-to suscitare nel suo animo.Malizia riesce a celebrarele bellezze di questa regio-ne proponendo il semplicerosso di peperoncini appe-si ad essiccare, il blu co-

balto del mare visto attra-verso spighe selvatiche inprimo piano, il verde di unulivo ripreso da una rusticafinestrella, o la tavolozzadi colori offerta da pochipanni stesi.Sono immagini nelle qualiil piacere e la commozionegenerati da tutto un insie-me trovano ragione e si-gnificato in un sempliceparticolare, che, come neivividi ricordi infantili, siconcretizza in pochi ele-menti e nell’intensità deicolori.La pienezza dei coloricompensa, all’occhio del-

l’osservatore, la scarsitàdei referenti oggettivi e ac-centua la dimensione di so-gno e di reminiscenza diqueste foto, stampate con ibordi leggermente sfocatisfruttando una tecnica pro-pria del linguaggio dei fu-metti.Sono immagini evocatriciche sanno cogliere effica-cemente non sappiamo sela sedimentazione diun’antica formazione cul-turale od un semplice e fe-lice incontro con questaterra ferace.

Edizione fuori commercio.

In un’epoca in cui sem-pre più spesso l’emer-genza sanitaria e la

protezione civile sonochiamate a fronteggiareinsieme situazioni ogget-tivamente difficili, Stefa-no Agostinis, Carlo Mus-sio ed Emilio Chiodo han-no preparato il presentemanuale per quanti pre-stano la loro opera comevolontari in qualità di soc-corritori, medici ed infer-mieri.In questo campo l’evolu-zione normativa e cultura-le ha fatto progressi im-

portanti anche se non pri-vi di qualche contraddi-zione.Essi hanno pertanto senti-to il bisogno di dare allamateria un’impostazioneunitaria esaminandola davari punti di vista, peresempio da quello storico,ambientale, bellico, del-l’informazione, etc. for-nendo notizie utili perognuno dei diversi aspettiin cui l’emergenza puòessere suddivisa. La clas-sificazione delle catastro-fi, l’equipaggiamento delsoccorritore, le strategie

mediche e di protezione,il trasporto sanitario, l’or-ganizzazione di un camposono solo alcuni degli ar-gomenti trattati nei diver-si capitoli.Gli autori vogliono pro-muovere con questo lavo-ro la diffusione di una “fi-losofia dei disastri” chefaciliti il difficile compitodi chi deve affrontare iproblemi connessi allaMaxiemergenza.

Centro Scientifico Edito-re, Torino, Euro 14,50.

Professione dentista abusivo

4 EDICOEDICOdico

FaraoniUn aspetto cherende Roma laCaput Mundi è chein essa si trovanoquasi tutte le epochedell’arte italiana. Dal medio evo alRinascimento, dalBarocco alNeoclassico. Arendere questoquadro più completova detto che aRoma, incredibilema vero, sono anche

presenti evidenti tracce della civiltà egizia. Nella città dei Papi,obelischi, sfingi ed unapiramide fanno bellamostra di sè per i turisti egli stessi romani. Sembraimpossibile, ma si hal’impressione che non siastato l’impero romano aconquistare l’Egitto; semmai l’Egittoad invadere Roma.Vediamo di saperne di più

Se passeggiando vitrovate di fronte adobelischi, sfingi e

una piramide non vi fateingannare dalle apparenze.Non siete necessariamentein Egitto, ma è possibileche vi troviate a Roma.Nella capitale, infatti, so-no presenti un gran nume-ro di obelischi egizi ed al-tri elementi della civiltàdei Faraoni come le sfingi.Tale abbondanza pare nonabbia nessun legame con ilfatto che la regina d’EgittoCleopatra, al seguito diCesare, abbia soggiornatonella capitale dell’imperoromano per due anni, dal46 al 44 avanti Cristo. Tragli obelischi di Romaquello che si trova in Piaz-za San Giovanni in Latera-no merita senz’altro di es-sere citato. E’, infatti, ilpiù antico ed il più impo-nente di tutti gli altri. Lemisure sono notevoli: inaltezza misura 32,18 metrie con il basamento tocca i45, 70 metri. L’obelisco diPiazza San Giovanni inLaterano arrivò da Tebequando nel 357 CostanzoII ne ordinò il trasferimen-to a Roma e la collocazio-ne al Circo Massimo. Ingranito rosso, era in origi-ne dedicato al faraone Tut-mosi III. L’attuale colloca-zione si deve a DomenicoFontana nel 1588. L’annoprecedente l’imponentemonumento era stato rin-venuto al Circo Massimospezzato in tre tronconi. Un obelisco ben noto aRoma, e che ha dato parti-colari problemi per esseresistemato nella posizioneeretta, è quello di PiazzaSan Pietro. Intanto va det-to che questo obelisco fecela sua comparsa a Roma altempo di Caligola, nel 37dopo Cristo. Inizialmenteaveva trovato sistemazione

nei pressi dellabasilica Vatica-na, ma l’attualecollocazione fuvoluta da PapaSisto V che perle complesseoperazioni ave-va ingaggiatosempre Dome-nico Fontana,che a questopunto possia-mo definire unesperto in im-prese al limitedell’impossibi-le. Le forzesulle quali Do-menico Fonta-na potè contareper sollevare ecollocare in

posizione eretta ben 440tonnellate erano ovvia-mente notevoli: 900 ope-rai, 44 argani e 140 caval-li. Il rischio che qualcosaandasse storto era tale cheil Papa comminò la penadi morte per chiunque, an-che tra coloro che seguiva-no i lavori da spettatore, sifosse comportato in mododa compromettere le ope-razioni. Non doveva sen-tirsi volare una mosca. Ep-pure, vi fu un uomo chenella fase particolarmentecritica del posizionamentoin verticale dell’obeliscosi mise a gridare come unossesso e non subì alcunacondanna. Anzi, ebbe unabella ricompensa. Si trattòdi Domenico Bresca, ope-raio, il quale vedendo chele corde che issavano l’o-belisco stavano per cederegridò “Acqua alle corde”.Con questo stratagemma,bagnando le corde, i cana-pi trovarono la giusta ten-sione e le operazioni siconclusero felicemente,come oggi possiamo anco-ra ben vedere.

a Roma

poggiano su di un lato. Ilnome lo deve all’uomoche ne decise la costruzio-ne, Caio Cestio. Questi,ricchissimo pretore e Tri-buno della plebe, deciseche alla sua morte le pro-prie spoglie avrebbero do-vuto riposare in un am-biente uguale a quello chescelsero gli antichi Farao-ni. E così, per assicurarsiun tale privilegio, nel te-stamento scrisse che allasua morte gli eredi avreb-bero potuto mettere le ma-ni sulle sue sostanze sefossero riusciti ad eriger-gli, entro 330 giorni dalladipartita, il sepolcro chetanto desiderava. La cosafunzionò. Infatti, pare chegli eredi di Caio Cestioimpiegarono, nel 12 dopoCristo, anche meno deiprevisti 330 giorni per tira-re su una piramide, al cen-tro di Roma, che misura27 metri in altezza ed allabase ha i lati di 22 metri.All’interno la camera fu-neraria (proprio come lepiramidi dell’antico Egit-to) interamente affrescata. Proseguendo la passeggia-ta tra i principali elementidella civiltà egizia presen-ti a Roma due parole sullesfingi. Per trovarle bastaandare in Piazza del Popo-lo dove si erge l’obeliscoFlaminio sul quale in ge-roglifico è scritto “Il Cielodegli dei è soddisfatto perquello che fece il figlio delSole Seti I dagli spiriti diEliopoli amato come il so-le”. Ebbene, all’ombra diquesto obelisco si trovano,sopra i due emicicli chestringono la piazza, ben 16sfingi, enigmatiche pro-prio come le loro sorellemaggiori che si trovano inEgitto. A proposito di Piazza delPopolo sia permessa unadivagazione. Si trattava diun luogo destinato alleesecuzioni capitali. L’ulti-ma è datata 1826, una“mazzolatura” ai danni diun uomo, tale GiuseppeFranconi, che aveva uccisoun prete. L’anno prima, il23 novembre del 1825, vifurono ghigliottinati permano del famoso boia Ma-stro Titta due carbonari ac-cusati di lesa maestà, An-gelo Targhini e LeonidaMontanari. Di quell’episo-dio rimane a Piazza delPopolo una targa di mar-mo che a distanza di tem-po ha reso giustizia ai duesventurati.Sulla targa si legge: “Allamemoria dei carbonariAngelo Targhini e LeonidaMontanari che la condan-na di morte ordinata dalPapa senza prove e senzadifesa in questa piazza se-renamente affrontarono il23 novembre 1825”.

Carlo Ciocci

Un altro obelisco che aRoma suscitò non pochepolemiche è quello chesormonta la Fontana deiFiumi in Piazza Navona,opera di Gian LorenzoBernini. Ebbene, dopo cheil Bernini aveva collocatol’obelisco (è un’imitazio-ne dei tempi di Dioclezia-no) sopra la bianca sco-gliera dalla quale sgorganoi quattro fiumi, si sparse aRoma la voce, messa in gi-ro dai rivali del Bernini, diun imminente crollo. Esiccome “le voci van velo-ci” tale diceria era giuntaall’orecchio del grandescultore che si precipitò inPiazza Navona. Qui trovòmolti romani che si eranoradunati per assistere alcrollo dato per certo. Ber-nini, dimostrando anche inquel frangente di essere unuomo che non si perdevamai d’animo, assicurò l’o-belisco al terreno conquattro esili cordicelle.Dopo di che salì sulla suaportantina e via. I tanti ro-mani presenti risero del-l’episodio, i rivali del Ber-

nini fecero unabrutta figura el’obelisco è an-cora al suo po-sto. Lasciamo oragli obelischi epassiamo ad unaltro monu-mento che sitrova nella ca-pitale ed è tipi-co del genio de-gli antichi egi-zi: la piramide.A Roma la pi-ramide Cestiasi trova a pocadistanza dalCirco Massi-mo, con le mu-ra Aurelianeche pratica-mente gli si ap-

L’obelisco di Piazza del Popolo

Una sfinge di Piazza del Popolo

Un pizzico di Egitto in Piazza San Pietro

5EDICOEDICOdico

"Le interviste im... possibili"di Carlo Ciocci

Decameronefarne di cotte e di crude

Giovanni Boccaccio èinsieme a DanteAlighieri ed al Pe-

trarca una delle “Corone”d’Italia. Benchè indirizzatodalla famiglia all’attivitàcommerciale prima ed allostudio del diritto canonicopoi, il poeta già da giovaneseguì il suo istinto che loportava, inizialmente da au-todidatta, ad approfondiregli studi letterari. La suaprincipale opera, il Deca-merone, è una raccolta dinovelle scritte tra il 1349 edil 1351.Data la statura del perso-naggio, noi del Giornaledella Previdenza abbiamochiesto al poeta di rispon-dere alle nostre domandeper saperne di più su di unuomo che ha scritto notevo-li pagine della letteraturaitaliana. Giovanni Boccac-cio ha offerto la sua dispo-nibilità accettando il valzerdelle domande e delle ri-sposte.

Maestro, inizierei con ilchiederle di svelare unmistero: lei è nato a Pari-gi, a Firenze o a Certaldocome quasi tutte le storio-grafie sulla sua vita ripor-tano?Ho saputo che intorno alluogo della mia nascita si èaccesa una disputa. Mi lascifare in modo che il misterocontinui.

Veniamo allora alla suagioventù. E’ vero che an-cora giovanissimo si sentìattratto dalle Lettere? E’ così. Trascorsi i miei pri-mi anni di vita a Firenze edintorno ai 15 anni vennimandato dalla famiglia aNapoli a studiare l’arte delcommercio ed il diritto ca-nonico. Ma entrambi questiindirizzi non facevano perme. Io, invece, sentivo divolermi dedicare allo studiodella letteratura ed alla let-tura delle mirabili pagine dipoeti e scrittori. Purtroppo

inizialmente non avevo nes-suno che mi iniziasse alleLettere e, così, feci da solo,da bravo autodidatta.

Di lì a poco le prime ope-re?Sì, infatti composi in quelperiodo la Caccia di Diana,dove elencavo un gran nu-mero di donne napoletane,il Filocolo, il Filostrato, ilTeseida.

Dopo il trasferimento aNapoli dovette ritornare aFirenze: anche qui si de-dicò alle Lettere?

Dal “Trattatello in laude di Dante”

Ritratto di Dante

F u adunche questo nostro poeta dimediocre statura, e poi che alla

matura età fu pervenuto, andò alquantocurvetto, e era il suo andare grave e man-sueto, d’onestissimi pani sempre vestito inlungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzigrossi che piccoli, le mascelle grandi, e dallabbro di sotto era quel di sopra avanzato;e di colore era bruno, e i capelli e la barbaspessi, neri e crespi, e sempre nella facciamalinconico e pensoso … .

per sfuggire alla peste del1348, dopo essersi incon-trati in Santa Maria Novel-la, si rifugiano in una villaalle porte di Firenze. Per in-gannare il tempo, tra l’altro,i ragazzi decidono che ognigiorno, dopo aver nominatoun re o una regina, raccon-teranno una novella ciascu-no. Ma, mentre il primo edil nono giorno il tema dellenovelle è scelto liberamen-te, negli altri giorni i ragaz-zi si devono attenere all’ar-gomento scelto dal re o dal-la regina. Gli argomenticontemplano i più variaspetti della vita e perso-naggi di ogni genere.

Tra gli argomenti trattatidai ragazzi pare che spic-chi il sesso. Cosa c’è di ve-ro?Il sesso rientra tra gli aspet-ti della vita e di conseguen-za non è sfuggito alla fanta-sia dei ragazzi descritti nelDecamerone. In ogni caso,le basti sapere cosa scrisseun illustre della letteraturaitaliana, Giosuè Carducci, aproposito del Decamerone:“Il Decameron è anzituttouna grande opera d’arte.E’ il rovescio della Comme-dia divina di Dante: è lacommedia umana in tutti isecoli, in tutti i paesi, in tut-te le condizioni, disegnatasul fondo della natura, allume della ragione. L’auto-re, plebeo e mercatante,erudito e poeta, viaggiatoree uso alle corti, si trasmutaper tutte le guise, si rinovain tutte le rappresentazioni.Niuno, dopo Dante e primadello Shakespeare, creò co-me il Boccaccio tante figu-re diverse in tante diverseposizioni..”.

Per tornare alla sua vita,maestro, il 1350 è un annoche per lei segna un in-contro importante. Ce nevuole parlare?Ho capito che si sta riferen-do al mio incontro con ilPetrarca che dette vita aduna vera e propria amicizia.Purtroppo è da quegli anniche nella mia vita si fecerosotto problemi di naturaeconomica e preoccupazio-ni di natura religiosa. Tuttociò mi indusse ad una mag-giore austerità che significòil definitivo abbandono del-le fantasie giovanili.

Infine, maestro, può direai nostri lettori del circolodei letterati che dal 1360si riunì attorno a lei?Effettivamente in quel pe-riodo letterati tra cui Coluc-cio Salutati, Filippo Villanie Leonzio Pilato, che iostesso avevo chiamato a Fi-renze, si riunirono attorno ame dando così vita ai primicircoli dell’Umanesimofiorentino. Successivamen-te, però, decisi di ritirarmi aCertaldo dove in solitudinecontinuai i miei studi.

Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo nel 1313; intorno al 1328 è a

Napoli alla corte di Giovanna e Roberto D’Angiò; nel 1349 torna a Firenze

per ricoprire incarichi diplomatici ad Avignone e Roma; nello stesso

periodo, dal 1349 al 1351, scrive il Decamerone; nel 1350 incontra il

Petrarca con il quale stringe amicizia; nel 1360 si stringono attorno a lui

alcuni letterati che danno vita all’Umanesimo fiorentino; oltre al

Decamerone le principali opere sono Il Corbaccio, il Bucolicum Carmen, il

De Claris Mulieribus, il De Cosibus virorum illustrium ed il Trattatello in

laude di Dante; Boccaccio muore a Certaldo il 21 dicembre del 1375.

Quando, nel 1340, dovettirientrare a Firenze ero in unperiodo particolarmentedifficile della mia vita. Manon mi perdetti certo d’ani-mo e scrissi l’Amorosa vi-sione, L’Elegia di MadonnaFiammetta, il Ninfale fieso-lano. Pochi anni dopo, era il1345, e mi spostai a Raven-na, alla corte di Ostasio daPolenta, nel 1347 a Forlì el’anno seguente facevo ri-torno a Firenze. Nel 1349morì mio padre.

Se non ricordo male il De-camerone, la sua opera

principale, è proprio diquegli anni. E’ così?La stesura del Decamerone,il libro delle dieci giornate,va dal 1349 al 1351. Si trat-ta di una raccolta di novelleche si compone di un proe-mio, di una introduzione, dicento novelle divise in diecigiornate intercalate da dieciballate.

A parte l’impostazionedell’opera, chi sono i pro-tagonisti del Decamero-ne? I protagonisti sono sette ra-gazze e tre ragazzi i quali,

Giovanni Boccaccio, di Andrea Del Castagno

Miniatura con scena dal Decamerone

6 EDICOEDICOdico

Alcuni non li cono-sciamo, altri sonoben noti da anni.

Chi in Afghanistan chi inIraq, molti sono i mediciche ogni anno spendono leproprie ferie per andare acurare i bambini in Africa,dove si muore ancora pertante malattie e dove i vac-cini e i medicinali si devonobuttare perché non ci sono ifrigoriferi e scadono in po-chi giorni. Storie di ordina-ria follia raccontate da An-na, una mia compagna di li-ceo, ora medico che lavoraa Roma ed appena puòscappa in Africa.Ci sono tanti bravi medicianche tra quelli di famiglia,non chi ti fa una ricetta evia, quelli che ti ascoltano.Certo, ci sono anche queimedici che pensano solo al-la carriera, ma la maggiorparte di loro lo fa per pas-sione!Il medico è spesso in tv, intanti programmi (spesso infotocopia con sottofondinon proprio scientifici!!!).La vera novità è un’altra: imedici funzionano nelle fic-tion di prima serata dellaRai.Forse sono proprio questipersonaggi positivi, tantoamati dalle famiglie italia-ne, a far nascere nei bambi-ni il desiderio di fare il me-dico, la voglia del camicebianco, un tempo indossatodal “Dott. Kildare”, poi pas-sato ai supereroi di “E.R.medici in prima linea”, perpoi arrivare ad un “Medicoin famiglia” e ad “Incantesi-mo”, quest’ultimo tutto gi-rato in una clinica romana.“Un medico in famiglia” èLele, il Dott. Martini inter-pretato lo scorso anno daGiulio Scarpati, e quest’an-no in Africa per curare ibambini, mentre nel ruoloprincipale di medico dellaAsl c’è Pietro Sermonti, chein ogni puntata, oltre alle vi-cissitudini amorose, risolve

i casi quotidiani del medicodi una Asl sperimentale.Come convincere un’anzia-na signora ad uscire di casae farsi curare, o intervenireprontamente se ci si trovanei pressi di un incidentestradale e così via: questa èla “missione” dei nostri me-dici televisivi che produceottimi risultati d’ascolto,share elevati e mette d’ac-cordo la critica colta con lerecensioni dei maggiorinews magazine.In “Incantesimo”, invece,tanti casi sono strettamentelegati alla clinica. Operazio-ni, ricostruzioni plastiche,leucemia e trapianto di mi-dollo osseo.Gli ascolti di questa fictionsono altissimi, i medici bra-vi, belli, disponibili e sporti-vi: la sceneggiatura, le luci,le scenografie, tutto contri-buisce a dare una patina ve-lata e soft a queste atmosfe-re mediche che ricordano imigliori fotoromanzi cultstile GrandHotel.Nella realtà non è propriosempre così, soprattutto ne-gli ospedali. E non è nem-meno vero che tutti i mediciabbiano queste grandi villecome nella fiction.Conosco medici che a malapena riescono a pagare tuttele spese di casa e famiglia a

fine mese, altri che proprioil lavoro non lo trovano senon a fatica, o in modo pre-cario: non sono telegenici,non bucano il video e il loropubblico sono i loro pazien-ti che però non sono rilevatidall’auditel.Ma la televisione serve an-che a far sognare, a distrar-re, a dare speranza, la spe-ranza di guarire e quindiben vengano altri nuovi sce-neggiati ma, signori autori,perché non vi calate un po’più nel mondo del medicoitaliano con un pizzico dimaggiore realismo?Qual è la differenza tra ilmedico e lo scienziato? Ilprossimo.Il medico, non dovrebbe fa-re il medico per aiutare ilprossimo? Non dovrebbecurare il paziente oltre lamalattia? Non è qualcunoche aiuta qualcun altro?Salvaguardare la salute mi-gliorando la qualità della vi-ta del paziente, questo è ilcompito del medico… frasiche escono dai film e che hosempre sentito aleggiarenella mia famiglia, quandomia padre faceva il medicocondotto. Credo che i suoipazienti lo adorassero e luise lo meritava perché erasempre pronto e capace afar tutto per loro.Anche sul medico condottosono stati scritti tanti libri inpassato e realizzati sceneg-giati tv, e ora c’è già qualcu-no che sta pensando di rea-lizzare un film sulla vita diCarlo Urbani, un eroe, ilmedico pronto a mettersi ilcamice e correre in Orientea sconfiggere la Sars, a co-sto purtroppo della sua vita.Ci voleva un eroe, ma sonoconvinta che ce ne sonomolti altri ancora scono-sciuti che meriterebberol’attenzione dei grandi me-dia, non pagine patinate maracconti di chi salva la vitarischiando in prima perso-na.

Medici: tra fictione realtàdi Fabiola Mosciatti

“Ospedale e territorio: teoria e fatti”

L’Autore – che è ilPresidente del CI-MO-ASMD – si è

avvalso della collaborazio-ne di qualificati esperti nel-l’assistenza ospedaliera e inquella sul territorio, per af-frontare un tema particolar-mente attuale qual è quellodel progressivo spostamen-to dell’organizzazione sani-taria dall’ospedale al terri-torio. Di fatto si è creatauna “zona grigia”, nell’at-tuale fase di transizione, an-cora mal definita e nonsempre ben gestita.L’Autore sottolinea comel’attuale visione verticisticadell’assistenza – a livellodelle strutture periferiche –tende più ad ottimizzare ifattori produttivi e a garan-tire il prodotto finale che aportare la dovuta attenzioneal paziente assistito. Ciòrappresenta motivo di viva

preoccupazione, tanto chel’Autore prevede che “losmantellamento della reteospedaliera intermedia eminore provocherà un crol-lo dell’assistenza sanitariadi base ed il collasso diquella domiciliare”.Nel volume vengono af-frontati, nei vari capitoliche si susseguono, gliaspetti operativi tra l’ospe-dale e il territorio; si esami-nano le risposte assistenzia-li alternative all’ospedaliz-zazione, e, in particolare, sisottolinea come sia neces-sario creare una rete inte-grata di servizi sanitari esociali per l’assistenza aimalati cronici, agli anzianied ai disabili. Vengono an-che illustrati i modelli orga-nizzativi che riguardanol’assistenza ed il controllodomiciliare. Tali vedute so-no supportate dalle espe-

Nuovo esecutivo per l’AMMI

Portiamo a conoscenza dei Medici e delle loro consorti, la composizione delnuovo Esecutivo Nazionale AMMI - Associazione Mogli Medici Italiani - cherimarrà in carica per tre anni.

I programmi nazionali si possono visualizzare su Internet al sito www.ammitalia.it

L’Esecutivo Nazionale è così composto:Past President: Grazia Colizzi

Presidente: Angela GrassoVice Presidente: Rina della Salda

Tesoriera: Rosanna MastrangeloSegretaria: Graziella Coli

Direttore del giornale: Maria Angela Iofrida

Consigliere: Juccia Bianchi, Antonietta Cervelli, Maria PaolaD’Aniello, Nella Dardani, Guida De Santi, Marika Ielasi,Francesca Ieva, Marinella Mantovani, Teresa Pustorino

Collegio Nazionale Carola Guida (Presidente), Albertina Tinacci,Probiviri Franca Vena.

Collegio Nazionale Adele Loiacono (Presidente), Orietta Maria Camovale,dei Revisori dei Conti: Nietta Carucci.

Per informazioni ed eventuali iscrizioni è possibile rivolgersi direttamente allaPresidente Nazionale AMMI Angela Grasso al numero 02 89422760 (Sede AMMI:Via Pavia 6/2, 20136 Milano).

rienze già acquisite in alcu-ne regioni del Nord Italia.Si esamina anche l’appro-priatezza economica dellediverse forme di assistenzanonché la necessaria quali-ficazione professionale de-gli operatori sanitari.È questo un volume chepuò risultare certamenteutile a chi si dedica allo stu-dio dei nuovi aspetti assi-stenziali o più generalmen-te a quelli di politica sanita-ria, giacché tali aspetti sonoillustrati tenendo conto del-le più recenti leggi varate inquesti ultimi anni per quan-to attiene al decentramentoassistenziale (dall’ospedaleal territorio).

“Ospedale e territorio: teo-ria e fatti”

Stefano Biasioli – CIC Edizioni Internaziona-li, Roma.

ACCADDE NEL MESE DI…

novembre6 novembre 1900William McKINLEY vie-ne rieletto presidente de-gli Stati Uniti.

8 novembre 1909Un motore a scoppio su-pera i 200 chilometriorari. Il veicolo è pilota-to da Victor Hèmèry.

18 novembre 1919A seguito del rifiuto deiSenatori di ratificare gliaccordi di Versailles, gliStati Uniti non fannoparte della Società delleNazioni.

23 novembre 1919In Italia la Targa Floriova al francese AndrèSoillot.

18 novembre 1926Il vasto i8mpero dellaGran Bretagna diviene ilComonwealth.

19 novembre 1929Nasce nefli Stati Uniti ilfilm musicale: si trattadella pellicola di ErnstLubitsch “Il principeconsorte”.

28 novembre 1943In Persia, a Teheran, siincontrano Roosvelt,Churchill e Stali. E’ laprima conferenza dei“tre grandi”.

11 novembre 1945In Svizzera, a Zurigo, l’I-talia pareggia 4 a 4 lapartita di calcio controla nazionale elvetica.

19 novembre 1955Mike Buongiorno, per laprima volta, conduce unprogramma televisivo diquiz che farà epoca, “La-scia o raddoppia?”.

30 novembre 1956Floyd Patterson diventa ilpiù giovane campione deipoesi massimi. Sconfiggesul ring Archie Moore.

25 novembre 1959Un quadro di Paul Cèza-ne, “Contadino con cami-cia azzurra”, viene vendu-to in Inghilterra per unacifra record: 16 miliardi divecchie lire.

27 novembre 1969In Italia viene approvatala legge sul divorzio.

28 novembre 1982Nella città di Grenoble, gliStati Uniti vincono la Cop-pa Davis di tennis batten-do la Francia 4 a 1.

9 novembre 1985Il nuovo campione delmondo di scacchi è GarryKasparov. Il detentore deltitolo era Anatolij Karpov.

24 novembre 1987La Cina ha un nuovo Pri-mo ministro: si tratta di LiPeng

11 novembre 198753,9 milioni di dollari.Questa è la cifra pagataper il quadro di Vincentvan Gogh “Girasoli”.

15 novembre 1988L’Organizzazione per laliberazione della Palesti-na riconosce lo Stato diIsraele e proclama loStato della Palestina.

20 novembre 1989Muore a Palermo Leo-nardo Sciascia.

22 novembre 1990In Gran Bretagna suc-cessione nella politica:Margaret Thatcher si di-mette e le subentra JohnMajor.

3 novembre 1992Il nuovo presidente degliStati Uniti è Bill Clinton.Conquisterà il secondomandato il 5 novembredel 1996.

13 novembre 1994L’attuale pilota dellaFormula Uno, MichaelSchumacher, si laureacampione del mondo. E’ la prima volta per untedesco.

23 novembre 1996Il satellite Hot Bird II èin orbita. Anche in Euro-pa è TV digitale via sa-tellite a pagamento.

15 novembre 1997La nazionale di calcioallenata da Maldini bat-te la Russia. Con questo risultato sia-mo ai mondiali di Fran-cia.

7EDICOEDICOdico

MOSTRE

ED ESPOSIZIONI

inIttaliia

Belluno - fino al 15 febbraio 2004Da Van Gogh a Picasso. Capolavori del disegnofrancese del XIX secoloEvento di grande interesse e bellezza che offrirà l’op-portunità, per la prima volta in Italia, di vedere unaselezione di circa settanta capolavori, tra disegni,acquerelli e pastelli, conservati al Dipartimento di artigrafiche del County Museum of Art di Los Angeles. -Palazzo Crepadona - Telefono: 0437 25727.

Belluno - fino al 15 febbraio 2004Grande arte con Corot e MonetEvento di particolare importanza in quanto riunisce perla prima volta quaranta opere appartenenti alJohannesburg Art Gallery, in Sud Africa, aventi pertema l’arte francese del periodo impressionista -Palazzo Crepadona - Telefono: 0437 25727.

Bergamo - fino all’11 gennaio 2004Frà Galgario (1655-1743). Le seduzioni del ritrattonel Settecento.L’esposizione presenta una selezione dell’opera diVittore Ghislandi detto Fra’ Galgario, artista unanime-mente riconosciuto tra i più grandi ritrattisti europeidel Settecento - Accademia Carrara - Telefono 035218041. - www.accademiacarrara.bergamo.it

Bologna - fino al 1° dicembre 2003Viaggio in Italia II: Konrad Helbig e Herbert List.In mostra le opere di due grandi fotografi stranieri chehanno contribuito a diffondere l’immagine delBelpaese nel mondo. Galleria d’arte moderna - piazzadella Costituzione 3 - Telefono: 051 502859.

Firenze - fino al 2 febbraio 2004I preziosi capricci della Corte MediceaGrazie al lungo lavoro di ricerca compiuto sui dipinti,i documenti d’archivio, gli inventari, le fonti storiche,la mostra ricostruisce la memoria degli oggetti prezio-si appartenuti ai Medici - Museo degli Argenti -Palazzo Pitti - Telefono: 055 2654321.

Merano - fino all’11 gennaio 2004Metafisica d’artista lungo il NovecentoMostra dedicata a quella complessa corrente artisticacaratterizzata da una pittura che aspirava a superare ilimiti del visibile e del reale, attraverso l’inconsuetoaccostamento degli oggetti - Galleria Kunst Meranoarte.

Milano - fino al 18 gennaio 2004Guercino. La poetica e il teatro degli affettiLa mostra rappresenta l’occasione unica ed irripetibiledi ammirare più di cento dipinti di grande pregio, tracui molte tele restaurate per l’occasione ed inedite alpubblico e alla critica. Palazzo Reale - Telefono 199109910 - 02 54123193.

Orzinuovi (BS) - fino al 28 dicembre 2003Antonio Ligabue. Vent’anni dopoPresenti i dipinti più significativi dell’intera produzio-ne artistica di Ligabue, molti dei quali provengono dacollezioni private bresciane - Rocca San Giorgio -Telefono: 030 9444085.

Parma - fino al 6 gennaio 2004Il Medioevo europeo di Jacques Le GoffLa mostra rende omaggio ad uno dei più grandi storicidel Novecento, il medievalista francese Jacques LeGoff, attraverso un percorso articolato che vuole illu-strare un’idea di Europa unita, ma diversa per caratte-ristiche e consuetudini. Galleria Nazionale - Voltonidel Guazzatoio - Tel. 0521 521538.

Pietrasanta (Lucca) - Fino al 10 dicembre 2003Pietro Annigoni (1910-1988): l’Uomo, l’Artista, ilTerritorioPer il ciclo “Omaggio alla Versilia: i grandi maestri delpassato”, esposti dipinti, acquerelli, carteggi, stampe efotografie di Pietro Annigoni - Sale dei Putti e delCapitolo - chiostro di Sant’Agostino.

Reggio Emilia - fino al 30 novembre 2003Arnold Newman. Un maestro del ritratto/Ritratti dimaestriLa mostra presenterà 150 immagini del fotografo ame-ricano, grande ritrattista del XX secolo nell’arte, nellaletteratura, nel cinema, nella musica, nella politicaamericana e internazionale - Palazzo Magnani - corsoGaribaldi 29 - Telefono: 0522 454437 -www.palazzomagnani.it

Roma - fino al 6 gennaio 2004Metafisica - Tema principale della mostra è la produ-zione di De Chirico intorno agli anni dieci delNovecento oltre alla suggestiva e straordinaria pitturadi Carrà, Mirò, Ernst, Magritte, Dalì, Gorky, Tanguy,

Morandi, De Pisis, Sironi, Picasso. - Scuderie delQuirinale - Telefono: 06 39967500 - 06 696271 -www.scuderiequirinale.it

Roma - fino al 7 gennaio 2004Gaston Lachaise (1882-1935). Sculture e disegni.Il Museo Andersen presenta per la prima volta in Italiale opere del parigino-americano Gaston Lachaise,senza dubbio uno dei più noti scultori delgi anni ‘20negli Stati Uniti - Museo Andersen - Via PasqualeStanislao Mancini 20 - Telefono: 06 3219089.www.gnam.arti.beniculturali.it/andeco

Roma - fino al 7 gennaio 2004Nike. Il gioco e la vittoria. Gli spazi espositivi delColosseo accolgono per la seconda volta una grandeesposizione dedicata all’antichità classica, in particola-re all’agonismo sportivo nel mondo greco e romano -Colosseo - Telefono: 06 42029201

Siena - fino all’11 gennaio 2004Duccio. Alle origini della pittura senese. Grande mostra dedicata al pittore Duccio daBuoninsegna, a qualche mese dalla straordinaria sco-perta del ciclo di affreschi della cripta nel Duomo diSiena - Museo dell’Opera del Duomo - Telefono: 199109910 - 0577 280551 (APT Siena)www.duccio.siena.it

Torino - fino al 7 marzo 2004Leonardo, Antonello, Van Eyck. Tre capolavori delrinascimento. L’Autoritratto di Leonardo, il Ritrattodi Ignoto di Antonello da Messina ed il codice delleTrés Belles Heures de Nôtre Dame di Hubert e Jan vanEyck sono i capolavori protagonisti della mostra cheraccoglie opere del Quattrocento e del primoCinquecento. Biblioteca reale e del Museo civico d’ar-te antica di Torino - sala Leonardo - Telefono: 800 329329 - www.piemonte-emozioni.it

Varese - fino al 14 dicembre 2003Giorgio De Chirico. La serie dei Gladiatori.Tema della mostra sono i cinquanta dipinti che com-pongono la serie dedicata ai Gladiatori, realizzata daDe Chirico tra il 1927 ed il 1929 durante la sua perma-nenza a Parigi - Villa Menafoglio Litta Panza -Telefono: 0332 28 39 60.

Verona - fino all’11 gennaio 2004La creazione ansiosa da Picasso a Bacon.La rassegna mette a confronto novanta protagonistidell’arte moderna attraverso duecento opere di forteimpatto emozionale, unite dal tema dell’ansia e del-l’angoscia. Galleria d’arte moderna di Palazzo Forti.

Anna Leyda Cavalli

La Biblioteca San Marco è una biblioteca medica scien-tifica aperta al pubblico dal 1950 per volontà del Con-siglio di Amministrazione degli Ospedali Civili Riuniti

di Venezia.Biblioteca di Ente Locale (ULSS 16 Venezia) fino al 31 di-cembre ‘94, attualmente appartiene alla Azienda ULSS 12 Ve-neziana. Dichiarata di interesse eccezio-nale dal Ministero per i Beni Culturali eAmbientali, recentemente ha ottenuto ilriconoscimento di interesse locale.La Biblioteca ha sede nella prestigiosaScuola Grande di San Marco,confraterni-ta istituita nel 1260 presso la Chiesa diSanta Croce e trasferita nel 1437 ai SS.Giovanni e Paolo, in un’area concessa daiPadri Domenicani. Incendiatasi nel 1485fu ricostruita subito dopo da Pietro Lom-bardo e dai suoi figli con la partecipazio-ne di Mauro Coducci che dotò la facciatadel coronamento superiore. Con la requi-sizione napoleonica i locali furono ridottiad infermerie militari (1807). Dal 1819l’edificio è incorporato, assieme all’atti-guo convento dei Domenicani, all’Ospe-dale Civile.La Sala Capitolare funzionava da infer-meria, nel 1950 Sala e Albergo sono sta-ti ridonati all’antico splendore, con il ri-torno in sito delle principali tele origina-li, e costituiscono la biblioteca dell’O-

spedale, aperta a medici e studiosi.La sede in cui è accolta la biblioteca è, dunque, particolarmen-te pregevole, sia per la struttura architettonica che per i quadrinella stessa conservati, opere, fra gli altri, di Domenico Tinto-retto, Palma il Giovane, il Padovanino, Donato Veneziano.Degno di particolare nota è il soffitto interamente fatto di cas-

settoni di legno intagliati a mano, decoratie dorati; il motivo ricorrente è il Leone diSan Marco opera di Vittore da Feltre e Lo-renzo da Trento per la Sala Capitolare edei fratelli Biagio e Pietro da Faenza per laSala dell’Albergo.La biblioteca ospita una mostra perma-nente dello strumentario medico antico edi antichi testi di medicina, fra i quali diparticolare bellezza risultano gli atlantianatomici, donati dai medici più impor-tanti dell’Ospedale Civile di Venezia, fra iquali il prof. Davide Giordano (1864-1954).È in progetto l’ideazione e realizzazionedel Museo della Scuola Grande e dellaSanità che dovrà valorizzare il patrimonioletterario e ambientale della BibliotecaSan Marco.

Attualmente la biblioteca è visitabile dallunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14, chiu-sa la settimana di ferragosto e dal 24 di-cembre al 1° gennaio.

“La Carità” particolare della facciatadell’Ospedale civile di Venezia

Ricordo di Anna Maria de Vito Scheible

Anna Maria de Vito Scheible – vedova deldottor Vittorio Proia, uno dei primi medici diOstia – è scomparsa lo scorso 20 agosto

all’età di 83 anni. Scrittrice, poetessa, saggista egiornalista, Anna Maria de Vito Scheible era nata aRoma il 12 marzo del 1920. Laureatasi all’Universitàdi Napoli è stata più volte premiata in manifestazioniculturali promosse dalla Presidenza del Consiglio deiMinistri italiano e dal Ministero della Culturaspagnolo. Conseguì anche il titolo accademicoall’Università canadese di Toronto. E’ stata, inoltre,Presidente della Fondazione “Centro internazionalericerche statistiche, letterarie e scientifiche PietroGorgolini” e direttrice della rivista culturale diffusa alivello internazionale “Areopago Cirals”. La suaattività artistica ha raccolto sempre grandeapprezzamento sia dalla critica che dal pubblico:dalla novella al romanzo, dalla saggistica alla criticaletteraria, dalle commedie ai soggetticinematografici, dalle favole e poesie agli articoligiornalistici.La scomparsa di Anna Maria De Vito Scheible – oltreal dolore dei suoi cari – lascia senza dubbio un vuotonel mondo della cultura.

BIBLIOTECA MEDICA SAN MARCOdell’Ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia

8 EDICOEDICOdico

SCOPRIRE, RICONOSCERE, USARE LE ERBE di Carolina Bosco Mastromarino

FIORI E GIARDINIFIORI E GIARDINIIL NOSTRO HOBBYIL NOSTRO HOBBY a cura di Diana Geraldinia cura di Diana Geraldini

Le Feste di Ognissan-ti, una volta a carat-tere esclusivamente

religioso, oggi sono quasisostituite dai festeggia-menti di Halloween, unmix di consumismo, festadi Carnevale, evocazionedi brividi e horror che tan-to piace ai più giovani.Nelle Marche a Corinaldo,hanno organizzato, fra tor-ri e vicoli del borgo me-dievale, una delle piùgrandi feste di Halloweendella penisola: per una set-timana Corinaldo è tra-sformata in un mondo fan-tastico, popolato da stre-ghe, fantasmi, e tavernedegne, nell'arredo, del mi-glior film horror. La sce-nografia era un tripudio dizucche illuminate, fiacco-le, fuochi pirotecnici consottofondo di musica, eper i bambini sfilate e la ri-chiesta casa per casa: "dol-cetto o scherzetto?" Allamezzanotte del 31 ottobregran finale con ballo sabbae fuochi d'artificio. Forsel'origine risale ai Celti chenella notte fra il 31 ottobree l'1 novembre festeggia-vano la fine dell'anno vec-chio e l'inizio del nuovo,mescolando alcuni ele-menti che richiamano allamorte e alla rinascita anuova vita.In Italia ci siamo appro-

priati di questa tradizioneche ricorda il sabba dellestreghe che cade la notte diSan Giovanni.Potenza della globalizza-zione e del consumismoma anche di una passionedei piccoli per le storie chenarrano di maghi, fantasmie streghe. Il successo diHarry Potter conferma.Il cibo segna comunquequesta festa, come avvienein ogni particolare occa-sione e le rubriche di cuci-na, sulle riviste hanno sug-gerito biscotti a forma difantasmi, teschi o ragni epietanze a base di zucca.Da tutto questo lo spuntoper approfondire la cono-scenza della Zucca.È una pianta erbacea an-nuale con fusto ricopertodi peli, lungo alcuni metri,strisciante, rampicante o aportamento cespuglioso.Di quest'ortaggio, apparte-nente alla famiglia delleCucurbitaceae, originariasecondo alcuni dell'Asia,secondo altri dell'Americacentro settentrionale neesistono infinite specie,provenienti da varie partidel mondo. Ogni regioneitaliana ha sue varietà dizucche, a causa di selezio-ni empiriche che si sonoverificate nel corso deltempo, sono molto coltiva-te le varietà alimentari e

ornamentali.La famiglia delle Cucurbi-taceae comprende circa850 specie, quasi tutte er-bacee, rampicanti o stri-scianti, con frutti di variedimensioni, alcuni si usa-no come frutta: cocomeroe melone, altri come ortag-gi: Zucchine, Zucca giallae Cetriolo (depurativo edimagrante). In cucina siusano molto anche i fioridi Zucca ricchi di provita-mina A e di flavonoidi, ef-ficaci antiossidanti.La Zucca, nonostante le

forme curiose lisce o bi-torzolute, racchiude un te-soro di proprietà medici-nali. La polpa, perfetta-mente digeribile, rappre-senta un ottimo alimentosia per ciò che contiene,carboidrati (6%), proteine(1%), betacarotene, potas-sio, calcio, Vit. C, fibreche hanno effetto saziante,sia per ciò che non contie-ne: grassi e sodio, quo-ziente Na/K molto basso.La polpa fresca ha un va-lore energetico pari a 13-22 calorie per 100 grammi

e contiene il 95% di acqua.Tutti i tipi di Zucca hannole stesse proprietà lassati-ve, emollienti, ipotensive epreventive delle malattieoncologiche. Inoltre neu-tralizzano l'acidità gastri-ca, hanno azione protettivae antinfiammatoria sullamucosa intestinale, per cuisono molto utili per chisoffre di stitichezza edemorroidi. L'alto contenu-to di betacarotene potenzial'acuità visiva e previene lacataratta. Harvard ha evi-denziato che un gruppo didonne, la cui alimentazio-ne era in prevalenza a basedi Zucca, non andavanosoggette a cataratta.Le Cucurbitaceae e leBrassicaceae poiché sonoricche soprattutto di fibre,di Vit. C e di betacarotene,tre fattori ad azione anti-cancerogena sono consi-derati alimenti ad altaazione preventiva nei con-fronti della malattia del se-colo; anche in Giappone,con uno studio ad hoc sul-le cavie, è stato dimostratoche la Zucca può prevenireil cancro.Poiché l'azione dei princi-pi attivi vegetali è moltolenta, la cura con essi nonpuò essere considerata ri-solutiva quando la patolo-gia si è già instaurata, mapuò essere utile come pre-

ventiva o all'inizio del di-sturbo.Poiché la forma di questoortaggio evoca la testaumana, sono nate varie lo-cuzioni: aver sale in zucca,coprirsi la zucca, zuccavuota, zucca pelata e cosìvia.Nel corso dei secoli delleZucche sono stati fatti variusi. Avendo forme diverse,fin dall'antichità dopo es-sere state svuotate, sonostate utilizzate per ricavar-ne oggetti decorativi outensili per contenere ac-qua, vino, sale o come gal-leggianti per persone ine-sperte nel nuoto.Nella Bibbia si raccontache il profeta Giona si fos-se protetto il capo con unazucca per evitare una inso-lazione. I Romani mangia-vano zucca con miele perstimolare la digestione ap-pesantita dalle enormiquantità di carne che con-sumavano durante i lorointerminabili banchetti.La più celebre zucca nellaletteratura occidentale èquella di Cenerentola nellafiaba di Charles Perault,allegoria della rinascitadagli inferi al cielo. Sia inOriente che in Occidentela Zucca era consideratasimbolo della resurrezionedei morti.

La mamma delle rose

Anche in autunno inoltratosi possono fare bellissimepasseggiate in campagna.L’aria comincia a diventaresempre più frizzantina, lefronde degli alberi viranodal giallo, all’arancione, alrosso vivo, alcune piantegià mostrano accenni digemme che s’apriranno inprimavera, le terre freschedi aratura attendono di es-ser seminate. Ed è proprioin questo periodo che, an-dando per i campi incolti, cisi può imbattere in stranicespugli spinosi, ormai ab-bandonati dalle foglie, macarichi di vermiglie bacchegrandi più o meno comeolive.Si tratta della versione pri-mordiale delle rose, dallaquale derivano le modernespecie che sono state elabo-rate fin dai tempi dei Per-siani.Certo la rosa selvatica, det-ta anche canina, non ha leinnumerevoli tonalità deifiori coltivati, né la fitta co-

rona di petali, ma non perquesto è meno suggestiva,pur avendo solo cinque pe-tali dal colore che va dal ro-sa pallido al rosa intenso.Definita la regina dei fiori ola più bella decorazionedella terra, secondo anticheleggende, la rosa in origineera soltanto bianca; ma ungiorno Venere si punse conuna spina e il suo sanguediede una tonalità rossa aipetali. Lasciando da partela mitologia, c’è da ricorda-re che la rosa canina appar-tiene naturalmente alla fa-miglia delle Rosacee e, co-sa insolita per una pianta, èdiffusa in tutto l’emisferosettentrionale, dall’Europaall’Asia occidentale, dal-l’Africa all’America. In Ita-lia alligna dovunque, prefe-risce la terra incolta, rag-giunge un’altezza di tre me-tri, ha rami fitti, spine robu-ste e ricurve.Come ogni rosa antica fio-risce una sola volta, tramaggio e giugno, e i suoifrutti, bacche ovali di un belrosso acceso, maturano sulfinire dell’autunno. All’in-terno hanno semini gialla-

stri. Se dunque in questoperiodo capitate in campa-gna e siete attratti dalla leg-giadria della rosa selvaticapotete tentare di riprodurlaper ingentilire il vostrogiardino o la terrazza. Lamaniera più semplice è ten-tare con la talea; staccatedal cespuglio un rametto le-gnoso e una volta a casaschiacciatene la base, met-tetelo in un vaso con terra esabbia; quando crescerà po-trete trapiantarlo in un reci-piente maggiore o in unaaiuola. Oppure prendetequalche bacca, apritela, to-gliete i semi che pianteretein vaso. Un’ultima annota-zione: la rosa canina ha unacrescita piuttosto lenta, mauna volta sviluppata saràl’orgoglio del vostro giardi-no.

L’albero delle farfalle

Una pianta che invece cre-sce velocemente è la budd-leia, conosciuta anche co-me “albero delle farfalle”perché il suo intenso profu-mo attira gli insetti. Esisto-

no circa cento specie dibuddleia provenienti dal-l’America, dall’Africa edall’Asia, ma la più nota èla Davidii, che ormai crescespontanea in tutta Italia,perfino nelle pietraie. Ciòsta a dimostrare che si trat-ta di un arbusto molto resi-stente e proprio per tale suarusticità stenta ad entrarenei giardini, per i quali sipreferiscono le specie piùraffinate a quello che si ri-tiene un cespugliaccio pocoattraente. Nulla di più sba-gliato. La Davidii, a diffe-renza delle sue parenti sofi-sticate, non teme il freddo efa la sua figura, soprattuttose coltivata a gruppi, adesempio davanti ad una fi-nestra dalla quale si potran-no ammirare i voli dellefarfalle attorno alla pianta.Le buddleie vanno poste inpieno sole e la Davidii, ori-ginaria della Cina d’inver-no perde le foglie e puòraggiungere l’altezza di tremetri. Da luglio ad ottobresi ammanta di fiori viola,bianchi o lilla col centroarancione, riuniti in pan-nocchie che possono essere

lunghe anche 50 centimetri.Le foglie sono lanceolate,verde intenso sulla parte su-periore, grigie su quella in-feriore. Non ha bisogno diparticolari cure la Davidii,ma ha un’unica esigenza: afine inverno va potata dra-sticamente per darle un mi-gliore aspetto e per ottenerefiori più spettacolari.

Un fiore imperiale

Originari della Cina, dovesimboleggiano il sole e so-no considerati “imperiali”, icrisantemi sono per eccel-lenza i fiori dell’autunno.Già in epoche antichissimei cinesi ottennero i primi in-croci da una specie selvati-ca, incroci che man manovennero sviluppati dai co-reani e dai giapponesi. Fuproprio nel paese del Sol le-vante che alla fine del Sei-cento furono scoperti damercanti francesi i quali liportarono in Europa, doveper circa due secoli restaro-no confinati in pochi ortibotanici essendo considera-ti delle rarità. Solo alla so-glia del ventesimo secolo ibotanici occidentali si ri-cordarono dei crisantemi especialisti francesi e statu-nitensi si dedicarono conpassione ad essi, ottenendonuove forme, colori, di-mensioni.In questo periodo è la pian-

ta più venduta in assoluto(pensate che in Italia se neproducono oltre due milio-ni all’anno e si deve anchericorrere all’importazione)soprattutto perché nell’im-minenza dell’inverno riescea rendere ancora attraentigiardini e terrazze con isuoi fiori dai vivaci coloriche coprono quasi tutte letonalità: dal bianco, al gial-lo, all’oro, al bronzo, all’a-maranto, al rosso, all’aran-cione, al marrone, al pru-gna. Insomma una tavoloz-za da incanto. La specie piùrichiesta è il crisantemo co-reano, creato negli Usa; èun piccolo cespuglio com-patto, da utilizzare nellebordure o per creare aiuoleed anche per allietare la ca-sa, non disdegnando la col-tura in vaso. Stanno beneanche sui terrazzi in sostitu-zione dei gerani ormai rin-secchiti. Trattandosi di unapianta che non ama partico-larmente la luce (fiorisce,cioè, quando le giornate siaccorciano), cerchiamo dicollocarla in una zona se-mi-ombreggiata. Quali so-no le esigenze dei crisante-mi? Hanno bisogno di ter-reno ricco di sostanze orga-niche e ben drenato, di in-naffiature regolari in mododa tener sempre il terriccioumido, di concimazioniogni tre settimane. Se bentrattate le piante rifioriran-no anno dopo anno, renden-do il giardino autunnaleuna vera sagra del colore.

Elogio della zuccaElogio della zucca