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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A “L’innovazione resta la via maestra” Scenari Monitor dei distretti Luci e ombre sul 2008 Agroalimentare Distretto del prosciutto Volano per lo sviluppo Settori Appennino protagonista della stagione “bianca” Indagine Presentato il rapporto sull’economia regionale DICEMBRE 2008 Sul tavolo un accordo tra Regione, Unioncamere e banche per garantire liquidità alle imprese. La crisi si fa sentire anche in Emilia-Romagna. “Ma sarebbe un errore tirare i remi in barca” Spedizione in A.P. -45% - Art.2 comma 20/b L. 662/96, filiale di Bologna Spedizione in A.P. -45% - Art.2 comma 20/b L. 662/96, filiale di Bologna Primo piano Il turismo tiene L’Italia un po’ meno

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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

“L’innovazione resta la via maestra”

ScenariMonitor dei distrettiLuci e ombre sul 2008

AgroalimentareDistretto del prosciuttoVolano per lo sviluppo

SettoriAppennino protagonistadella stagione “bianca”

IndaginePresentato il rapportosull’economia regionale

DICEMBRE2008

Sul tavolo un accordo tra Regione, Unioncamere e banche per garantire liquidità alle imprese. La crisi si fa sentire anche in Emilia-Romagna.“Ma sarebbe un errore tirare i remi in barca”

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Primo pianoIl turismo tieneL’Italia un po’ meno

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II DICEMBRE 2008

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EDITORIALE

Sappiamo tutti come all’originedell’attuale crisi, che si stamanifestando con velocità eintensità non prevedibili, vi sia

la proliferazione incontrollata distrumenti finanziari che hanno alte-rato il corretto funzionamento deimeccanismi di creazione della ric-chezza. A fronte della globalizzazio-ne dei mercati finanziari, la crisi par-tita a Wall Street è diventata unacrisi di sistema. Le difficoltà dellebanche, soprattutto quelle con ilivelli di patrimonializzazione piùbassi, hanno cominciato a trasferire iloro effetti sull’economia reale. Leimprese e le famiglie rischiano difarne le spese: i finanziamenti si stan-no riducendo, le banche tendono atenersi la liquidità per risolvere i loroproblemi. Se le banche non trasferi-scono denaro al settore produttivo,si alimenta la tendenza all’avvita-mento dell’economia: la domandainterna, sia sul fronte degli investi-menti che dei consumi, tende adabbassarsi ulteriormente. Anche in Emilia-Romagna si comin-ciano ad avvertire i primi riflessinegativi di questa situazione. Perfarvi fronte, nell’ultimo periodo,Unioncamere regionale ha partecipa-to ai tavoli attivati dalla Regione conle istituzioni, i Confidi, le associazio-ni di rappresentanza delle impreseper un confronto sulle azioni daintraprendere, coinvolgendo Abi ebanche, in modo da allontanare irischi di una stretta creditizia. Le Camere di commercio hannomesso a disposizione le risorse anco-ra disponibili nei bilanci 2008, inaggiunta agli stanziamenti ordinari, ehanno aggiornato le priorità dei pro-grammi di attività promozionale peril 2009 per supportare più incisiva-mente le imprese, sempre attraversoil sistema dei Confidi. Sono iniziative importanti che posso-no accorciare la durata della fase

recessiva. Ad azioni di impattoimmediato per contrastare le criti-cità più evidenti e urgenti – difficoltàdi accesso al credito delle imprese eperdita di potere d’acquisto dellefamiglie – vanno affiancati interven-ti di più lungo periodo. Dobbiamoinfatti essere consapevoli quanto lescelte di oggi costituiscano le condi-zioni per la ripresa di domani ecome, inoltre, il tramonto di unmodello di sviluppo troppo incen-trato su una finanza “creativa” enon regolata a dovere restituiscacentralità all’economia reale.L’analisi del “chi siamo oggi”, inaltre parole la nostra identità attuale,ci restituisce l’immagine di unaregione che, come tutte le economieavanzate, sta attraversando una dif-ficile fase congiunturale, ma, comeconferma il Rapportorealizzato da Unionca-mere e Regione, riesceancora a spuntare peril 2008 un risultatomigliore di quello delPaese, desumibile daalcuni numeri “econo-mico-sociali”: il pro-dotto interno lordo èl’unico con un segnopositivo dello 0,1%,rispetto a un calo generalizzato; peril commercio con l’estero l’Emilia-Romagna è la seconda regioneesportatrice d’Italia, l’occupazione èin linea con gli obiettivi di Lisbona,la disoccupazione è su livelli fisiolo-gici. Altri aspetti connotano in posi-tivo la nostra regione: un numerorilevante di imprese eccellenti, unaspiccata propensione a operare inuna logica di rete, produzioni di qua-lità, capacità innovativa, un efficien-te sistema di welfare. È dai nostri punti di forza che discen-de il “chi vogliamo essere domani”; èsu di essi che si giocano i tempi e l’in-tensità della ripresa, la quale nonpotrà essere attesa passivamente, madovrà essere costruita. I numeri delRapporto individuano nell’innova-zione e nella qualità il motore dellosviluppo. Ed è su questi aspetti che ilsistema delle Camere di commerciosi sta muovendo, in stretta collabo-razione con la Regione, gli Enti loca-li, il mondo associativo e delle rap-presentanze

* Presidente Unioncamere Emilia-Romagna

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“Insieme per scongiurare la stretta creditizia”

Unioncamere, Regione, banche e associazioni:una strategia comune per affrontare la crisi

Dalle misure urgentiper risollevareimprese e famigliealle strategiedi lungo periodo

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Anno XIV - n. 12Dicembre 2008Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto srlBarbara Galzigna Giuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50

Foto Meridiana ImmaginiPaolo Righi, Andrea Samaritani e Elisa Pozzo

Progetto grafico e impaginazione Contesto S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.63.18Fax 059-29.29.842e.mail [email protected]

Concessionaria per la pubblicitàAfc Associati S.n.c.via Rosaspina n. 540129 BolognaTel.- Fax 051-359933

StampaLabanti e Nanni Industrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna) tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69 e-mail: [email protected];

Autorizzazione del Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994Spedizione A.P. - 45%art. 2 comma 20/b P. 662/96Filiale di Bologna

In copertinafoto di Meridiana Immagini

SOMMARIOE C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

“L’innovazione resta la via maestra”

ScenariMonitor dei distrettiLuci e ombre sul 2008

AgroalimentareDistretto del prosciuttoVolano per lo sviluppo

SettoriAppennino protagonistadella stagione “bianca”

IndaginePresentato il rapportosull’economia regionale

DICEMBRE2008

Sul tavolo un accordo tra Regione, Unioncamere e banche per garantire liquidità alle imprese. La crisi si fa sentire anche in Emilia-Romagna.“Ma sarebbe un errore tirare i remi in barca”

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Primo pianoIl turismo tieneL’Italia un po’ meno

1 EDITORIALE“Insieme per scongiurarela stretta creditizia”DI ANDREA ZANLARI

4 IN BREVE

6 VANNO E VENGONO

8 PRIMO PIANOIl turismo tieneL’Italia un po’ menoDI NATASCIA RONCHETTI

12 FOCUSUna boccata d’ossigenoper il mondo produttivoDI SILVIA SARACINO

16 Risorse per turismo,commercio e serviziDI THOMAS FOSCHINI

17 INDAGINEPresentato il rapportosull’economia regionaleDI ENRICO VINCENZI

20 SVILUPPOUn anno di Por FesrEcco un primo bilancioDI SILVIA SARACINO

22 Formazione, si cominciadai poli tecniciDI VERONICA CIPRIANO

24 CAMEREUn salto di qualitàper l’economia reggianaDI GIUSEPPE SANGIORGI

26 SCENARIMonitor dei distrettiLuci e ombre sul 2008DI NATASCIA RONCHETTI

QUADERNI&DOCUMENTIImprenditoria femminile

30 INNOVAZIONERimini, quale futuroper la piccola industriaDI RICCARDO BELOTTI

32 SETTORIChi pagherà la crisidell’automotiveDI ANTONELLA CARDONE

36 ENERGIACresce il fotovoltaicolungo la via EmiliaDI DARIO AQUARO

40 TURISMOAppennino protagonistadella stagione “bianca”DI NATASCIA RONCHETTI

42 AGROALIMENTAREDistretto del prosciuttoVolano per lo sviluppoDI GIUSEPPE SANGIORGI

43 CINQUE DOMANDEAd Andrea ZanlariDI GIUSEPPE SANGIORGI

44 EVENTIGastronomia eccellentein scena a “Deliziando”DI GIUSEPPE SANGIORGI

46 STORIEVicini, dalla Romagnale scarpe dei VipDI ROSSELLA PRESSI

48 AZIENDEL’innovazione pagaParola di DatalogicDI NICOLETTA CANAZZA

51 Da Forlì a Pechinocon i materassi DorelanDI ELENA TURRINI

55 FLASH EUROPAA CURA DI LAURA BERTELLASTEFANO LENZI, PAOLO MONTESIE GIANNA PADOVANI

Mensile dell’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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Nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese, aPiacenza, si è svolta la cerimonia conclusi-

va del Premio “Fedeltà al lavoro e progressoeconomico” che è andato a 39 tra imprenditorie dipendenti di aziende della provincia. Otto le

imprese (Barabaschi Costruzioni, Bordi Carlo,Casella macchine agricole, Centro riparazionipiacentino, Elin elettronica industriale, QuattoliGiacomo costruzioni edili, Saib società agglome-rati industriali, Bosi, Torrefazione Musetti) chesono state invece segnalate per la prima edizionedel Premio “Piacenza produttiva”, che intendevalorizzare le aziende innovative, di accertatasolidità economica e che operano sul territorioda almeno 30 anni. Consegnati importanti rico-noscimenti anche alla Camera di commercio diForlì-Cesena. L’ente guidato da Tiziano Alessan-drini ha premiato 18 lavoratori e 26 imprese, econsegnato cinque “Premi al Merito” a perso-nalità di spicco del sistema imprenditoriale, cul-turale e sociale. Si tratta di Sergio Mazzi, per 16anni presidente della Camera di commercio;“Sorma spa”, azienda cesenate dell’ortofrutta;Michele Minisci, fondatore del “Naima JazzClub”; Massimo Foschi, libraio ed editore;Cantina sociale Forli-Predappio, che ha festeg-giato il centesimo anniversario. Il Premio “Leo-nardo Melandri” è andato invece a Sauro Succi,dirigente di ricerca all’Istituto applicazioni delcalcolo “Mauro-Picone” del Cnr di Roma.

ORTOFRUTTAUN 2009 RICCODI PROSPETTIVEPER MACFRUT

Macfrut, la rassegna inter-nazionale che da 25 annisi tiene a Cesena, e cherappresenta il più importan-te evento fieristico dell’Eu-ropa mediterranea dedicatoall’intera filiera ortofrutti-cola, cambia data. Nel2009 si svolgerà dal 7 al 9ottobre. “Confermando lacentralità di Macfrut comefiera di sistema – sottoli-nea Domenico Scarpellini,presidente di Cesena Fiera– è emersa l’opportunità

di una collocazione trachiusura della campagnaestiva e inizio di quellaautunnale. Il cambiamen-to rientra in una strategiadi internazionalizzazio-ne di Macfrut come siste-ma Italia e come baricen-tro produttivo e logisticodell’Europa”. Macfrut hainstaurato un rapporto dicollaborazione con il Cso,tra i soci fondatori dellaMediterranean Fruit Com-pany, e ha creato MacfrutInternational. Nel piano dipromozione di Macfrut2009, si sono svolte duemissioni ad Agadir, inMarocco, per il Sifela

Maroc, e ad Almeria inSpagna, per l’Expo Agro.

BOLOGNAMARPOSS FA SHOPPING IN GERMANIA

La Marposs, azienda bolo-gnese leader nella fornitu-ra di apparecchiature dimisura elettronica (2.200dipendenti in 80 sedi in22 Paesi nel mondo), haacquisito il controllo diArtis Gmbh, aziendatedesca di Bispingen(Amburgo) che svi-luppa, produce e for-nisce soluzioni per

il monitoraggio della mac-china utensile. Fondata nel1983, Artis produce unagamma di strumenti in-process, sistemi di monito-raggio per il processo e ilcontrollo di macchina,principalmente per appli-cazioni su macchine adasportazione di truciolo: isuoi prodotti sono usatiprincipalmente dai costrut-tori di macchine utensilinell’industria aerospaziale,automobilistica e in quelladei beni strumentali di

tutto il mondo. Artisvende in 25 Paesi evanta più di 15mila

sistemi installati.

I riconoscimenti a personalità di spicco dell’economia localePremi al lavoro a Piacenza e Forlì-Cesena

IN BREVE

TecnologiaNovitàper il portaleUnioncamere

Ferrara: omaggio ai protagonistiGiornata dellaRiconoscenza

A Ferrara, organizzata dalla Camera di commer-cio, si è svolta la Giornata della RiconoscenzaProvinciale 2008 nel corso della quale la città hareso omaggio a persone, associazioni e aziendedistintesi nello sviluppo del territorio. Premiatocon il prestigioso “San Giorgio” Paolo Bruni, pre-sidente del Gruppo Apo Conerpo e di Confcoo-perative Ferrara (foto a lato). Altri premi sonoandati a Luisa Carrà Borgatti, per 25 anni presi-dente del Comitato Ferrarese della “DanteAlighieri” (Premio “Alberto d’Este”), a Coferastaper l’iniziativa locale (Riconoscimento “AlessandroMasi e Gaetano Recchi”), alla cooperativa socialeLa Casona (“Beato Giovanni Tavelli”) e a Ge PlanConsulting (“Giovane imprenditore”, in memoriadi Romeo Sgarbanti). Altri riconoscimenti camera-li a Mantovani e Vicentini, Fb, Api Com, ClaraGamberini, e speciali a Gian Pietro Caldi, GlobalImpianti, La Latteria, Bruno Morelli e Fulvia Sisti.

Dal 23 dicembre 2008 il por-tale ufficiale di Unionca-

mere Emilia-Romagna ha cam-biato veste grafica. Il portale èstato realizzato con uno deisistemi di gestione dei contenuti(Cms – Content ManagementSystem) più all’avanguardia,ovvero Plone (www.plone.org).Ciò comporta una gestione delsito che tiene in considerazionei parametri delle norme inter-nazionali sull’accessibilità el’usabilità ed è stato accurata-mente personalizzato per esse-re conforme ai 22 requisiti tec-nici richiesti dalla legge n. 4 del9 gennaio 2004 (la cosiddetta“Legge Stanca”). In particolare, icontenuti sono accessibili anchealle persone ipovedenti.

BANCHEIL GRUPPO CARIFECRESCEIN ROMAGNA

In occasione dell’assemblea deisoci sono stati nominati i nuoviorgani della Banca di Credito edi Risparmio di Romagna,realtà creditizia con sede cen-trale a Forlì entrata ufficial-mente nel Gruppo Cassa diRisparmio di Ferrara nell’otto-bre scorso. Presidente è statonominato Teodorico Nanni, giàall’interno del cda di Carife. Glialtri consiglieri sono GennaroMurolo, Giuseppe Ucci, Corra-dino Merli ed Ettore Donini.Come direttore generale è stato

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L’iniziativa di Eurosportello, Consorzio Export Nautico e IceLa nautica ravennate sbarca in Brasile

IN BREVE

PremiGianluca Sghedoniimprenditoredell’anno 2008

Gian Luca Sghedoni, amministratoredelegato di Kerakoll, leader mon-

diale del settore della chimica per l’edili-zia, per la seconda volta, è risultato vin-citore nazionale del Premio Ernst &Young come Imprenditore dell’Anno.Alcuni prestigiosi riconoscimenti sonostati assegnati ad altri imprenditori del-

l’Emilia-Romagna: Alber-to Chiesi, presidente diChiesi Farmaceutici spa(Parma), premiato nellacategoria Global; Giovan-ni Burani, ad di MariellaBurani Fashion Group spa(Cavriago, Re) e MarcoPalmieri, presidente eamministratore delegatodi Piquadro spa (Silla diGaggio Montano, Bo),nella categoria Finance.Sghedoni rappresenterà

l’Italia all’edizione internazionale, il WorldEntrepreneur of the Year 2009 a Monte-carlo, dove i vincitori nazionali dei 49 Paesiin cui Ernst & Young promuove il Premioconcorreranno per il riconoscimento dimiglior imprenditore a livello mondiale.

L’Eurosportello della Camera di com-mercio di Ravenna e il Consorzio

Export Nautico di Ravenna hanno orga-nizzato e coordinato, in collaborazionecon l’Istituto per il Commercio con l’E-stero, una missione nazionale in Brasiledi 11 aziende appartenenti alla filieradella nautica. Si trattava di Catef, Cclg, CelComponents, Consorzio Export Nautico,Faraoni, Fasteners Pelosato, Il Massello,Palagi, Quick, Trem e Razeto. Le azien-de sono alcune tra le principali produt-trici di accessori, componenti e tecnolo-gie per la nautica, e hanno partecipatoal progetto con l’obiettivo di rappresen-tare la filiera nazionale del settore inun’ottica di valorizzazione del Made inItaly nautico nel mondo. La missione hatoccato in una settimana tutte le princi-pali aree di sviluppo del mercato nauticoin Brasile, quelle del sud est del Paese:l’area costiera dello Stato di San Paolo,di Rio de Janeiro e di Santa Caterina. Il Brasile è il principale mercato latinoa-

mericano della nautica con grandi poten-zialità di espansione, grazie alla presenzadi oltre 150 cantieri nautici, 650 marine ecirca 9.000 km di costa. Qualità, design,tecnologia e modelli diversificati sono ipunti di forza che hanno consentito alleaziende italiane di allacciare contatti concirca 100 operatori tra importatori, distri-butori, studi tecnici e rappresentanti dicantieri brasiliani nel corso degli incontribilaterali organizzati a San Paolo del Bra-sile, Florianopolis e nella marina di Angrados Reis, nei pressi di Rio de Janeiro.Durante la missione è stato visitatoanche il cantiere nautico Spirit Ferrettiche produce a San Paolo grandi imbar-cazioni offshore su licenza della presti-giosa azienda romagnola. L’evento faparte dell’iniziativa NauticaMedWorld,appuntamento internazionale per glioperatori del settore che si svolgeogni anno a Ravenna e che torneràcon la sua sesta edizione nella prima-vera del 2009.

chiamato Fabrizio Begnardi,che vanta una pluriennaleesperienza bancaria, in Carifedal 2005 con l’incarico divicedirettore generale di Cari-fe Sim. La Bcrr sarà la “bancadi riferimento” delle impreseoperanti nel territorio dellaprovincia di Forlì-Cesena. Sirafforza così sul territorioromagnolo il Gruppo Carifecostituto da istituti di credito avocazione locale, con uncomplesso di mezzi ammini-strati che supera i 15 miliardidi euro e una rete di 157sportelli distribuiti su 23 pro-vince italiane.

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COSTRUZIONIMANUTENCOOPSI AGGIUDICAPIRELLI RE

Manutencoop Facility Mana-gement spa (Mfm) – capo-fila del Gruppo attivo nel-l’erogazione di servizi inte-grati riguardanti immobili,territorio e supporto del-l’attività sanitaria con sedea Zola Predosa (Bo) – haperfezionato l’acquisizionedel 100% del capitale diPirelli RE Integrated FacilityManagement BV, capo-gruppo di società specializ-zate nel settore dei servizi difacility e project manage-

ment. Il closing dell’opera-zione fa di Mfm il primooperatore italiano del set-tore. La società acquisitaassumerà la denominazionedi Integra spa – IntegratedFacility Management.

REGGIO EMILIAINTERPUMP,CONTINUANO LE ACQUISIZIONI

La reggiana Interpump sirafforza ulteriormente nelsettore oleodinamico. Dopole acquisizioni di Contarini,Cover, Modenflex, e Oleo-dinamica Panni, il GruppoInterpump prosegue nello

shopping con HS Penta,azienda di Faenza, tra iprincipali player italiani edeuropei nella produzione evendita dei cilindri frontalie sotto cassa, di cui haacquisito il 70% delle azioni.

IMPRESACONCLUSAL’EDIZIONE 2008DI START CUP

BeFair per la sezione Bolo-gna-Progettando, Skaner-gia per la categoria Imola,e ProArt per il Premiospeciale Nanotech sono iprogetti d’impresa che sisono aggiudicati l’edizio-

ne 2008 di Start Cup, labusiness plan competi-tion che, nelle nove edi-zioni svolte, ha coinvolto2.700 partecipanti e aiu-tato a nascere 34 nuoveimprese. Promossa dall’u-niversità, dalla Provinciadi Bologna e dal CentroInnovami di Imola, grazieal contributo di Carisbo,l’edizione 2008 di StartCup ha visto concorrere20 idee di impresa.

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VANNO E VENGONO

Rondinelli a RavennaGranelli a ParmaDaniele Rondinelli, che succede aGianserafino Mammini, è il nuovopresidente provinciale diConfartigianato Ravenna. Nelle tresezioni sul territorio, conferme perLaura Sughi (Lugo) e Giuseppe Neri(Faenza), mentre a Ravenna è statochiamato Mauro Ghetti. A Parma, Marco Granelli è statoconfermato alla presidenza diConfartigianato Imprese Apla diParma. Due i vicepresidenti:Leonardo Cassinelli (vicario) edEnrico Bricca. A Modena, è Roberto Ferrari il nuovo presidentedella Federazione Edili di LapamFederimpresa. Succede al dimissio-nario Danilo Giunzioni.

Due ferraresi ai vertici nazionaliMario Resca, ferrarese con unalunga esperienza manageriale allespalle (gruppo Fiat e Mc Donald’sItalia tra le altre), Cavaliere delLavoro, è stato chiamato dal mini-stro dei Beni Culturali Sandro Bondia dirigere la nuova struttura che sioccuperà della gestione e sviluppodei musei. Chiara Ronchi, imprendi-trice turistica, titolare della società diguide turistiche “Itinerando” e diret-trice di “Iniziative Turistiche” – chedal 2001 organizza la Borsa del turi-smo delle 100 città d’arte – è statarieletta alla presidenza dellaFederagit, la Federazione nazionaledelle guide turistiche, che coinvolge8mila persone.

COOPERAZIONE

API

FONDAZIONI

È Alfeo Carretti il nuovo presidente dell’Unionapi Emilia-Romagna, la struttura regionale del sistemaApi che associa oltre 2.600 imprese con circa 50mila dipendenti. Già consigliere Unionapi dal 1992,Carretti è stato presidente dell’Api Reggio Emilia e del Gruppo Giovani Api reggiana. Per sette anni èstato vicepresidente Confapi (Confederazione nazionale delle piccole e medie imprese). Attualmente ècomponente della Giunta esecutiva Api Reggio Emilia con delega alla Struttura. Carretti è vicepresi-dente della Atlantic Man srl, di Castelnovo Di Sotto (Reggio Emilia), che produce macchine per ortofloro vivaismo (20 dipendenti, fatturato 3,5 milioni di euro). Nei prossimi tre anni, Carretti sarà affian-cato da quattro vicepresidenti, tutti al vertice di quattro realtà provinciali: si tratta di Bruno Bargellini(presidente Api Rimini), Gian Paolo Fagioli (Apindustria Parma), Dino Piacentini (Apmi Modena) eCristina Carbognani (Api Reggio), la quale ha ricevuto da poco, dalla Giunta nazionale di Confapi, ladelega all’internazionalizzazione delle imprese e ai rapporti con le istituzioni che si occupano di exporte gli enti e organismi comunitari, nonché al coordinamento dell’attività di Confapi Export. A ReggioEmilia, è stato nominato il nuovo direttore di Api: è Michela Santi.

ARTIGIANATO

FIERE

Zini alla presidenza di Legacoop LavoroIl numero uno della Cmb (Cooperativa muratori e braccianti) di Carpi,Carlo Zini, modenese, è stato chiamato al vertice di Ancpl-Legacoop,l’Associazione nazionale cooperative di produzione lavoro. Già membrodella presidenza di Legacoop Modena e della direzione nazionale diLegacoop, Zini ha raccolto il testimone dal romagnolo Franco Buzzi, dadiciotto anni alla presidenza dell’Ancpl-Legacoop, che tutela gli interessi di857 cooperative e 6 consorzi, con 37mila occupati (di cui 24mila soci lavo-ratori) e un volume di affari di 10.500 milioni di euro. Al vertice dell’associazione provinciale dei giovani cooperatori diConfcooperative Ravenna è andato invece Marco Balducci, socio della coo-perativa “In Cammino”, presidente di Astrea e consigliere del gruppo Cofra.A Imola, Bruna Bagnaresi è stata chiamata a guidare Unicoop.

Parma, nuovo direttoree amministratore delegatoAntonio Cellie è il nuovo ammini-stratore delegato di Fiere Parma al posto di Roberto Ravazzoni cheha rinunziato alle deleghe, optandoper l’insegnamento a tempo pienonell’ateneo di Modena e ReggioEmilia. Laureato in Economia politica all’università di Bologna,Antonio Cellie opera nel campo delmarketing e della comunicazione:dopo alcuni anni passati in agenziepubblicitarie nazionali e multina-zionali, dal 1995 si è dedicato allaconsulenza e alla docenza nell’areadel marketing management. La scelta interna al cda testimoniala volontà di continuità, indicatadalla proprietà che ha poi nominato come nuovo direttoregenerale Domenico Lunghi, selezionato attraverso un advisordel settore. Lunghi ha portato alsuccesso manifestazioni fieristichedi primo piano prima di diventaredirettore marketing e sviluppo strategico di Amsa-A2A.

Carretti alla guida di Unionapi Emilia-Romagna

TURISMO

6 DICEMBRE 2008

Per Gabriele Falciasecca conferma fino al 2013È stato rinnovato il consiglio direttivo della FondazioneGuglielmo Marconi. Alla presidenza è stato confermatoGabriele Falciasecca, che ricoprela carica dal 1997. La vicepresi-denza è affidata al rettoredell’Ateneo, Pier Ugo Calzolari. A livello locale sono presenti rap-presentanti del Comune diBologna, della Provincia, nonchédel mondo scientifico e imprenditoriale bolognese.

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Il testimonea Giuseppe GelatiIl consiglio di amministrazione diCofim – Confidi Modena (societàcooperativa che associa le piccole e medie imprese e i loro consorziche svolgono attività industriali o affini), che ha sede presso laCamera di commercio di Modena,ha nominato Giuseppe Gelati, titolare della Trascar AutomazioniIndustriali di Bomporto, comenuovo presidente in sostituzione del dimissionario Claudio Testi.Gelati è vicepresidente di ApmiModena, che promuove Confimassieme a Confindustria Modena e Confindustria Ceramica.

Conferme regionali, nuovi presidenti in provinciaMauro Tonello, imprenditore agricolo di Codigoro (Fe), è statoriconfermato alla presidenza di Coldiretti Emilia-Romagna, checon 48mila aziende associate è la maggiore organizzazione disettore in regione. A livello provinciale, mentre a Piacenza èstato confermato Luigi Bisi, sono stati nominati nuovi presiden-ti a Reggio Emilia, dove Marino Zani è succeduto a FrancescoFontanili; a Modena, dove è stato scelto Maurizio Gianaroli; aBologna, dove Antonio Ferro ha preso il posto di GabrieleCristofori; a Ravenna, dove il brisighellese Massimiliano Peder-zoli è subentrato al faentino Tiziano Melandri; infine a Rimini,dove Giuseppe Salvioli, imprenditore agricolo di Poggio Berni,ha raccolto il testimone di Melchiorre Pintus.

L’Eurosportello di Ravenna si rinnovaL’Azienda speciale Eurosportello della Camera di commerciodi Ravenna ha rinnovato per il quinquennio 2008-2013 il proprio consiglio di amministrazione di novecomponenti (tre provenienti dal Consiglio camerale,quattro indicati dalle associazioni di categoria, unoda Unioncamere Emilia-Romagna e uno dalla Provincia).La Giunta camerale ha nominato Natalino Gigante come presidente eGraziano Parenti vicepresidente. Gli altri consiglieri: Mauro Basurto, LauraBertella, Alessandro Curti, Giacomo Melandri, Daniela Mengoni, GilbertoMinguzzi, Luciano Tarozzi. Confermato il direttore Giovanni CasadeiMonti.Sempre a Ravenna, Norberto Bezzi, imprenditore del settore portuale e pre-sidente dell’Associazione agenti marittimi e raccomandatari, è stato chiama-to a presiedere la Commissione porto, trasporti e logistica della Camera dicommercio. Come vice è stato indicato Luca Minardi.

COFIM

CAMERE

Cosa cambia a Ravenna, Modena e Reggio EmiliaPaolo Zama è stato eletto nuovo pre-sidente della Piccola Industria in senoa Confindustria Ravenna. Con la nomi-na all’unanimità, Zama, titolare dellaFalc (premiata come azienda innova-tiva nella recente fiera internazionaleEima) torna a ricoprire anche l’incaricodi vicepresidente dell’associazionedegli industriali ravennate. La PiccolaIndustria, che ha scelto come vicepre-sidente Roberto Berardo (CompagniaProgetti), conta 257 aziende su untotale di 461 iscritte a Confindustria. A Modena, Davide Malagoli è inve-ce il nuovo presidente dei Giovaniimprenditori di Confindustria per tre anni, fino adicembre 2011. Succede a Rossella Po, che lascia ilvertice del Gruppo Giovani dopo due mandatidurante i quali proprio Malagoli è stato vicepresi-dente. Malagoli è direttore dell’azienda di famiglia,la Lam di Spilamberto. La Lam, 33 dipendenti, pro-duce tendine e botole di aerazione per veicoli indu-striali e veicoli speciali; fattura 7 milioni di euro di cuiil 50% all’estero. La Giunta dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia,ha chiamato Giacomo Ferretti alla vicepresidenza condelega all’internazionalizzazione. Ferretti, imprenditoreche guida il gruppo Emak, si affianca agli altri viceEmilio Benati, Savino Gazza, Mariacristina Gherpelli,Ugo Medici, Cristina Strozzi, e Giorgia Iasoni, tutti conspecifiche deleghe. Sempre a Reggio Emilia, il GruppoTerziario innovativo degli industriali ha eletto comepresidente Armando Sternieri, che è al timone diEnergee3 srl ed Energee4 srl, specializzate nell’out-sourcing, e docente universitario.

UNIVERSITÀ

Ilaria Manghi nominataall’Alma Graduate School La squadra di Alma Graduate Schoolsi è rafforzata con la nomina di IlariaManghi a direttore della scuola perlaureati costituita come consorzio trauniversità di Bologna, FondazioneMarconi, Fondazione Carisbo e Pro-fingest Management School.Trentacinque anni, di Reggio Emilia,laureata in Ingegneria gestionale,Ilaria Manghi viene da una carrieraaziendale: dal 2000 al 2007 è stataresponsabile controllo e pianificazio-ne del gruppo Ferretti, poi ha conso-lidato la propria esperienza in Ferrariricoprendo il ruolo di controller inRicerca & Sviluppo.

INDUSTRIA

Cavazzuti al comando di PattiChiari Il bolognese Filippo Cavazzuti, presidente Carisbo, è stato chiamato allaguida del Consorzio PattiChiari, l’iniziativa nata su impulso dell’Abi permigliorare la trasparenza e le relazioni con la clientela dal parte del siste-ma bancario. A eleggerlo è stato il Consiglio direttivo del Consorzio for-mato, oltre che dall’ex commissario Consob, anche da Pietro Sella (ad diBanca Sella Holding), di recente nominato vicepresidente della nuovaBanca Monte Parma (dopo l’ingresso di nuovi azionisti al fianco dellaFondazione Monteparma). Novità anche per il direttore di Carisbo,

Giuseppe Feliziani, nominato responsabile delle direzioniregionali Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Molise diIntesa San Paolo nel riassetto secondo il modello di“Banca dei Territori”. In quest’ambito, Adriano Maestri èstato chiamato a una direzione regionale, lasciando aFranco Dall’Armellina il ruolo di direttore della Cassa dei

Risparmi di Forlì e della Romagna. Il ravennate AntonioPatuelli, presidente della Cassa di Risparmio di

Ravenna, è entrato invece nel direttivo dellaFondazione Einaudi per gli studi bancari.

BANCHE COLDIRETTI

DICEMBRE 2008 7

In alto Paolo Zama, in basso Davide Malagoli

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Più infrastrutture, collegamentitra gli scali aeroportuali e lestazioni, investimenti sullaqualità ambientale e sull’in-

novazione, sgravi fiscali per le impre-se che investono. Tutto nel quadro diuna politica nazionale che metta ilturismo ai primi posti tra le leve sucui agire per lo sviluppo del Paese.

Gli operatori emiliano-romagnoli promuovo-no a pieni voti l’operatodell’assessorato regio-nale al Turismo e rilan-ciano, puntando il ditosulle politiche nazionali.È quanto emerso dallaConferenza regionale sulturismo, che si è svolta aRiccione il 2 dicembrescorso. Un appunta-

mento al quale l’Emilia-Romagnasi è presentata forte dei suoi nume-ri, con più di 4.500 alberghi, oltre3mila strutture ricettive extralber-ghiere, 12mila esercizi pubblici,1.800 stabilimenti balneari, 23 sta-zioni termali, 17 stazioni sciistiche,10 città d’arte e 3 siti Unesco. Unsistema robusto, capace di metabo-

lizzare una lieve flessione di arrivi epresenze nel 2008 (meno 1,7% gliarrivi, meno 2,2% le presenze) senzaintaccare di fatto i grandi numeriche è in grado di produrre: basti direche secondo le stime la regione haintercettato quasi 9 milioni di arrivie più di 52 milioni di presenze, dopoun anno – il 2007 – nel quale avevaassorbito il 9% degli arrivi e il 10%delle presenze del totale nazionale,collocandosi ai primi posti in Italiaper attrattività turistica.Un risultato che si deve anche al forteimpegno della Regione che in diecianni, dal 1998 al 2008, ha investitoper interventi infrastrutturali e strut-turali nel settore turismo 340 milionidi euro, di cui 260 destinati agli entipubblici e 80 a privati: risorse che sisono accompagnate alla dote di 200milioni di euro per la promo com-mercializzazione, con i rifinanzia-menti della legge regionale 7.Tutto bene? Non proprio. È statol’assessore al Turismo della RegioneGuido Pasi, in piena sintonia congli imprenditori emiliano-romagno-li, a chiamare direttamente in causale politiche nazionali, indispensabi-

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Sotto accusale politiche nazionali.

Pasi: “Dallo Statosolo spiccioli”

Nonostante la crisi, l’Emilia-Romagna continua a primeggiare, con 52 milioni di presenze

li, come ha sottolineato Pasi, perridare respiro al turismo, anche afronte di una crisi economica chesi è già fatta sentire con le primeavvisaglie di contrazione dei con-sumi nel 2008 e che nel 2009potrebbe determinare una ulterioreflessione delle presenze. “Servonostrategie nazionali”, ha spiegato Pasi.“Voglio ricordare che la sequenzadei trasferimenti dallo Stato allanostra Regione sulla base dell’unicalegge esistente parte, nel 2002, dapoco meno di 19 milioni di euro epassa a zero dall’anno 2005, quan-do scompare il fondo nazionaleche trasferiva i finanziamenti per ilturismo. Da tre anni a questa partesono rimasti solo spiccioli per iprogetti interregionali. È vero cheè stato rifinanziato l’Enit dal 2006.Ma non c’è paragone con quantoinvestono altri Stati, perfino l’Au-stria fa più di noi. Ma, quel che èpeggio, è che non ci sono risorse epolitiche strutturali. E invece il turi-smo ha bisogno di strade, di aerei,di alberghi, di operatori e persona-le, di urbanistica, di credito”.Infrastrutture, accesso agevolato al

Il turismo tieneL’Italia un po’ meno

PRIMO PIANO

8 DICEMBRE 2008

A destra, il presidente

della Regione Vasco Errani.

Sotto, l’assessore regionale al Turismo

Guido Pasi

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credito da parte delle imprese:essenziali per sostenere un settoreche, da solo, genera un volumed’affari diretto di 12,5 miliardi dieuro. Ma il sistema, come rilevatodagli stessi operatori, ha bisogno diforti politiche nazionali. “Occorre– sostiene il presidente regionale diAsshotel-Confesercenti ClaudioDella Pasqua – che il turismo occu-pi un posto di primo piano nellepolitiche economiche nazionali,visto che concorre alla formazionedel Pil per quasi il 12%; è necessa-ria quindi una politica turisticacoordinata fra tutti i soggetti istitu-zionali e le rappresentanze deglioperatori del settore, sia per la pro-mozione all’estero che per la valo-rizzazione del comparto, con un’a-deguata dotazione di risorse ai varilivelli; occorre inoltre investire sulprodotto inteso come qualità delterritorio, raggiungibilità delledestinazioni turistiche e supportialla riqualificazione delle imprese,anche agevolando l’accesso al cre-dito in questa particolare situazio-ne congiunturale”.Ma se da un lato Confesercentichiede più attenzione per il turi-smo da parte del Governo, dall’al-tro invita la Regione a non arre-trare di fronte a sfide consideratenon rinviabili. “La bussola che cipuò aiutare a prendere la direzionegiusta per la nuova fase turisticache ci attende – dice infatti a suavolta Stefano Bollettinari, segreta-rio regionale di Confesercenti – è

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DICEMBRE 2008 9

“Occorre costruire una idea di turismoben più ricca di quella dominante, che

metta al centro la persona, la comunità”. Aparlare è Vasco Errani, presidente dellaRegione Emilia-Romagna.Il 2008 si chiude con un leggero calo dellepresenze e degli arrivi. È un segnale preoc-cupante per la tenuta del sistema turisticoregionale?“Certamente non è un fatto positivo. Pos-siamo dire che qui, in Emilia-Romagna, que-sto tipo di crisi è meno pesante per le poli-tiche di qualificazione e integrazione adot-tate in questi anni e anche grazie alla tipo-logia delle strutture, che offrono ai turistiun buon rapporto qualità-prezzo, e delleimprese turistiche. È comunque il segnaledi una linea di tendenza che non va affat-to sottovalutata”.Per il 2009 su che cosa la Regione intendelavorare per garantire competitività alleimprese turistiche?“Intanto sulla promo commercializzazione,su cui la Regione investirà di più rispettoall’anno precedente per mantenere eaumentare i flussi turistici. Anche dall’este-ro, puntando sull’area tedesca, sulla Russiae sui Paesi dell’Est in generale. Un altroaspetto su cui lavoriamo è la riqualificazio-ne delle strutture: l’ipotesi che stiamoapprofondendo, anche in rapporto con glienti locali, è la costituzione di un fondoimmobiliare chiuso per l’acquisto e laristrutturazione di strutture ricettive e lariqualificazione delle aree urbane. ComeRegione, inoltre, diamo contributi alCofiter e alle cooperative di garanzia fraoperatori turistici per interventi di ristruttu-razione e riqualificazione. Infine abbiamochiesto un impegno finanziario straordina-rio per il settore anche allo Stato, nell’am-bito di un vero e proprio progetto di valo-rizzazione del ‘brand’ Italia: attendiamouna risposta”.Quali sono i punti di debolezza e al con-trario i punti di forza da valorizzare ulte-riormente?“I punti di debolezza sono legati al costo ele-vato dei servizi extralberghieri e alla qualitàdelle strutture, molte delle quali non sono

recentissime. I punti forti, invece, sono lacultura dell’ospitalità, nota in tutto il mondo,e la ricchezza delle proposte: mi riferiscoalla quantità innumerevole dei ‘prodotti’turistici dell’Emilia-Romagna, tra costa,Appennino, città d’arte, terme.Senza dimenticare il turismo sportivo equello d’affari. Tutto questo, unito al patri-monio enogastronomico e alla cultura delvivere bene, fa sì che nella nostra regioneci sia un mix di offerte di grande valore. Ilnostro lavoro punta a integrare questiprodotti in pacchetti di alta qualità”.Quali sono i temi sui quali è necessarioinvestire maggiormente?“Abbiamo un compito prima ancora cheregionale, nazionale: occorre costruire unacultura turistica, un’idea di turismo ben piùricca di quella dominante in questi anni.Un’idea che metta al centro la persona, lacomunità. Con i suoi bisogni, le sue neces-sità. Ci vorrebbe, a livello nazionale, unarete, un coordinamento vero e proprioanche per fare promozione del turismo,per mettere insieme delle misure concrete.Da soli, come Emilia-Romagna, non pos-siamo competere in modo adeguato suigrandi e nuovi mercati turistici del mondo.Occorre integrare l’offerta turistica, uniregli sforzi. Credo sia arrivato il momento diriflettere su una nuova legge quadro sulturismo, a partire dalle esperienze chefunzionano. Una legge che non si basi solosu cosa fa lo Stato per il turismo, ma sucosa fanno tutti i soggetti che hanno com-petenza e responsabilità, affinché il turi-smo in Italia diventi un’eccellenza”

L’analisi del presidente della Regione Vasco Errani“Punti di forza sono la cultura dell’ospitalità

e la grande pluralità dell’offerta turistica”

L’INTERVISTA

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La Conferenza è stata anche l’occa-sione per scattare la fotografia delsettore negli ultimi dieci anni. Perquanto riguarda il trend nel lungoperiodo – tra il 1997 e il 2008 – èconfermato un ruolo forte del mer-cato interno, che rappresenta l’80%del movimento (di cui il 50% è diprovenienza regionale) e il peso pre-ponderante del settore alberghiero,con l’assorbimento dell’87% degliarrivi e del 79% delle presenze. Increscita il flusso degli stranieri:sono diminuiti gli arrivi dai Paesidi lingua tedesca, ma a controbi-lanciare ci hanno pensato i turistiprovenienti dalla Russia e in gene-rale dall’Est Europa, dalla Franciae dai Paesi del Nord Europa.Anche il 2008 ha poi confermatoche lo zoccolo duro dei clientidell’Emilia-Romagna è costituitodagli italiani: sono stati rispettiva-mente il 76,5% del totale regiona-le per gli arrivi, il 78,9% del tota-le per le presenze. Gli stranierihanno invece costituito in quantoad arrivi il 23,5% del totale regio-nale e il 21,1% delle presenze. Lapermanenza media nel 2008 deituristi è stata di 6,1 giorni.Sempre nel 2008 il movimento turi-stico regionale ha mostrato tenden-ze contrastanti fra i diversi compar-ti: positivo il bilancio per il turismotermale (arrivi più 5,3% e presenzepiù 0,2%), con successo delle loca-lità che hanno investito sulle Spa.La costa adriatica a sua volta ha regi-strato un andamento migliore rispet-to alla maggior parte delle destina-zioni balneari italiane

aziende che investono, che il federa-lismo fiscale non si traduca nell’in-troduzione di tasse di scopo chepotrebbero pesare sugli imprendi-tori aumentando il carico dei bal-zelli; alla seconda di lavorare conmaggiore forza sul tema dell’inter-modalità dei collegamenti infra-strutturali. “Chiediamo – dice infat-ti Alessandro Giorgetti, presidenteregionale di Federalberghi – sgravifiscali per le imprese che investonoanche valorizzando ulteriormenteil ruolo dei Consorzi Fidi di settore.Ma chiediamo anche un’efficaceintermodalità in grado di favorire iraccordi tra scali aeroportuali e sta-zioni ferroviarie regionali, per ren-dere più accessibili le nostre desti-nazioni turistiche e superare lacarenza di collegamenti della Tavtra il capoluogo regionale e le prin-cipali realtà turistiche della nostraregione”. Richiesta, quest’ultima,per la quale Giorgetti chiama incausa direttamente Gino Maioli, ilpresidente delle ferrovie regionali,chiedendogli “il suo impegno perso-nale a collaborare con le associazio-ni di categoria più rappresentativedel settore per individuare un pro-getto condiviso”. Tutte richieste cheper Giorgetti si accompagnano auna preoccupazione da segnalare alGoverno nazionale e alla Conferen-za Stato-Regioni: “Si presti atten-zione – dice – ai decreti attuatividella riforma sul federalismo fiscale,per evitare appetiti degli enti localirispetto a una possibile introduzio-ne surrettizia di balzelli sui flussituristici”.

la capacità del sistema turisticoregionale di rispondere in manieraefficace alle nuove esigenze delladomanda o addirittura essere ingrado di anticiparla, per far fronteal costante aumento della competi-tività del mercato; gli attuali trenddelineano un turista che utilizzasempre più internet, sempre piùselettivo, informato, attento allaqualità e tipicità, alle esperienzeautentiche, alle relazioni e, special-mente in questa fase di crisi econo-mica, al rapporto qualità-prezzo.Inoltre, vista la tendenza a frazio-nare sempre più nel corso dell’an-no le vacanze e l’incremento del

turismo nei weekend,sono ancora più deter-minanti i tempi per laraggiungibilità delledestinazioni. La sfida èquella di rispondere aqueste esigenze concollegamenti rapidi ecompetitivi, con inve-stimenti per la qualitàambientale e di soste-gno al sistema ricetti-

vo, con l’utilizzo delle nuove tec-nologie di promo commercializza-zione, con prodotti e servizi sem-pre più competitivi e adeguati allivello dei nostri competitor”. Le richieste degli operatori non sifermano qui. È Federalberghi, nelvalutare positivamente la gestionePasi, a rivolgersi al Governo nazio-nale e alla Regione per chiedere alprimo, insieme a sgravi fiscali per le

PRIMO PIANO

Tra le richiestedi Federalberghi

un decisopotenziamento

delle infrastrutture

10 DICEMBRE 2008

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Un miliardo di euro di plafondper le esigenze di liquiditàdelle imprese, prestati a untasso di interesse vantag-

gioso. È quanto prevede l’accordo antirecessione per garantire l’accesso alcredito delle piccole e medie impresesottoscritto da Regione Emilia-Roma-gna, Unioncamere Emilia-Romagna,

i Consorzi Fidi regio-nali riuniti in Fidindu-stria Emilia-Romagna,Coop.ER Fidi Emilia-Romagna, Unifidi Emi-lia-Romagna e nume-rose banche della regio-ne che aderiscono. In un momento di gravedifficoltà per tutto ilsistema economico mon-diale, sono soprattutto

le Pmi a soffrire di più: ecco perché laRegione ha lavorato in questi mesiper arrivare a un accordo che preve-de la concessione di prestiti a un tassodi interesse favorevole. L’intesa saràvalida fino al 31 dicembre 2009 ma,

se la crisi dovesse continuare, si sot-toscriveranno nuovi interventi. “Inuna fase molto delicata dei mercati edell’economia – ha spiegato l’assesso-re regionale alle Attività produttiveDuccio Campagnoli, promotore del-l’iniziativa – la Regione assieme aiConsorzi Fidi e alle banche si impe-gna affinché sia garantito l’accesso al

credito delle piccole e medie impresedel nostro tessuto produttivo”.Un’intesa “frutto del tavolo di confron-to – avviato con Unioncamere, Con-sorzi Fidi regionali e associazioni dicategoria – per individuare assiemeal sistema bancario e creditizio glistrumenti e le condizioni economichepiù adeguate per garantire la conti-

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ino Siglata l’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Unioncamere, banche e Consorzi Fidi

Una boccata d’ossigenoper il mondo produttivo

FOCUS

Un accordoper garantire

continuitànell’erogazione

del credito

12 DICEMBRE 2008

Èoperativo dal primo ottobre Unifidi, il piùgrande Consorzio Fidi d’Italia destinato alle

imprese artigiane. Si tratta di un mega consor-zio che fonde 15 realtà regionali ed è promossoda Cna e Confartigianato regionali con il soste-gno dell’assessorato regionale alle Attività pro-duttive. Può contare su quasi 100mila soci, 845milioni di euro per assicurare il credito alle pic-cole imprese artigiane, è in grado di garantire13.500 operazioni all’anno, dispone di oltre 70milioni di euro di patrimonio e un capitale socia-le di 30 milioni di euro. “Consentirà di ricevereun credito più facile e più a buon mercato, comevi è bisogno proprio in questi duri mesi di crisifinanziaria internazionale”, ha dichiarato l’as-

sessore regionale alle Attività produttive DuccioCampagnoli. “La Regione – prosegue Campa-gnoli – sosterrà ulteriormente questo strumentoinvestendo ancora risorse nel fondo di garanziapubblico che già affianca in questi ultimi annil’attività dei Consorzi Fidi regionali”. Unifidi gioca un ruolo fondamentale nel nuovopacchetto anticrisi varato dal sistema delleCamere di commercio, Cna e Confartigianatoregionali. L’intervento prevede il potenziamentodel ruolo dei Consorzi Fidi per agevolare l’ac-cesso al credito mentre le Camere di commer-cio, nei diversi contesti provinciali, stannoavviando iniziative coordinate di coperturafinanziaria integrativa, in funzione anticiclica

rispetto a quanto previsto dagli interventiordinari di sostegno all’attività dei Confidi.Un’azione parallela di sensibilizzazione è stataavviata nei confronti di Province (con le qualiUnioncamere ha recentemente sottoscritto unprotocollo di collaborazione a livello regionale)e Comuni, per coordinare gli interventi e con-vogliare le rispettive risorse anticrisi verso iConfidi. Unioncamere e le associazioni artigia-ne hanno anche concordato l’avvio di unTavolo di lavoro congiunto per impostare eavviare al più presto iniziative di semplificazio-ne amministrativa per le imprese, utilizzando letecnologie telematiche, la firma digitale e laposta elettronica certificata

Si chiama Unifidi, ed è promosso da Cna e Confartigianato

Il più grande Consorzio Fidi d’Italia

IL PROGETTO

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DICEMBRE 2008 13

nuità nell’erogazione del credito”.Il sistema bancario metterà a dispo-sizione delle imprese un plafond di1 miliardo di euro che sarà utiliz-zato per l’erogazione di finanzia-menti a breve e medio terminenecessari a soddisfare i fabbisognidelle imprese. In particolare, le esi-genze di liquidità straordinariefinalizzate a garantire il pagamentodi imposte, tasse, contributi, tredi-cesime e quattordicesime. Le risor-se serviranno anche per favorire losmobilizzo di capitale circolantedelle aziende, in particolare deicrediti maturati nell’esercizio del-l’attività imprenditoriale attraver-

so la possibilità di utilizzare i cre-diti non ceduti ed esigibili che leimprese vantano nei confrontidelle Pubbliche amministrazioni,delle imprese ammesse alle proce-dure di amministrazione straordina-ria e di quelle che appartengono allafiliera di queste ultime. Un’altraimportante finalità del plafond è dianticipare – attraverso modalitàancora da definire – il pagamentodella cassa integrazione guadagniordinaria e straordinaria. Le banchesi impegnano ad applicare ai finan-ziamenti erogati un tasso di interes-se pari all’Euribor maggiorato diuno spread massimo di 1,5 punti

“Non serve continuare a gridare per la diffici-le congiuntura di questi mesi, dobbiamo

guardare avanti e prepararci all’economia anco-ra più competitiva che uscirà da questa crisi”. Èin questa ottica di pensiero, sottolinea l’assesso-re regionale alle Attività produttive DuccioCampagnoli, che si collocano il nuovo accordoantirecessione e le misure anticrisi varate dallaRegione: un aiuto per far sì che il sistema pro-duttivo mantenga la sua competitività in vistadella ripresa e di un complessivo miglioramentodella congiuntura internazionale. Come si inserisce l’accordo in questo quadrodi crisi dell'economia?“L’accordo nasce in una fase molto difficile deimercati e dell’economia. Pur se la nostra regio-ne ne ha risentito meno di altre, l’Emilia-Roma-gna – assieme a Unioncamere, ai Consorzi Fidie agli istituti di credito – si è voluta impegnareperché fosse garantito l’accesso al credito dellepiccole e medie imprese del nostro tessuto pro-duttivo. Questa intesa è frutto del tavolo diconfronto per individuare con il sistema banca-rio e creditizio gli strumenti e le condizioni eco-nomiche più adeguate per garantire la conti-nuità nell’erogazione del credito”.Sarà quindi la boccata d’ossigeno che le Pmiaspettano?“Sì, perché servirà per soddisfare le esigenze diliquidità straordinaria delle imprese – garanten-do il pagamento di imposte, tasse, contributi,tredicesime e quattordicesime – e per favorirelo smobilizzo del capitale circolante delle azien-

de. Non solo: i finanziamenti erogati dalle ban-che consentiranno di anticipare – attraversomodalità da individuare – il pagamento dellacassa integrazione guadagni ordinaria e straor-dinaria. Il tasso di interesse che le banche siimpegnano ad applicare sarà pari all’Euribormaggiorato di uno spread massimo pari a 150punti base”.Non è l’unico intervento anticrisi: si aggiun-gono i 50 milioni della Regione che partiran-no a gennaio. Come si articolerà l’intervento?“Le risorse saranno dedicate a sostenere ulte-riormente il credito per gli investimenti dimedio e lungo periodo e per dimezzare i tassidi interesse sui progetti di investimento delleimprese. Ma dobbiamo essere certi che le risor-se pubbliche non vadano semplicemente acompensare il persistere di costi eccessivi deldenaro da parte del sistema bancario. Abbiamoinfatti sostenuto la necessità di interventi delGoverno, per passare subito dalle iniziative aprotezione del sistema bancario al sostegno alleimprese e all’economia reale, per evitare cheintoppi ai flussi finanziari necessari all’attivitàdelle nostre aziende portino a una crisi di fidu-cia negli investimenti. La via maestra, anche difronte alla crisi e alle preoccupazioni di oggi,resta quella avviata in Emilia-Romagna: perse-guire con gli investimenti per la crescita, l’inno-vazione e la presenza sui mercati esteri.Servono subito provvedimenti a ogni livello persostenere l’economia sana, quella che ha rico-minciato a crescere in questi ultimi anni e della

quale l’Emilia-Romagna è un esempio, comedimostrano i dati anche in questi mesi difficili”.Come si chiude l’anno per le imprese regiona-li? Quali sono le prospettive per il 2009? “L’Emilia-Romagna è una delle poche regioniitaliane in cui, per il 2008, si registra unasostanziale tenuta del Pil. È un segnale impor-tante, in un contesto di recessione generalizza-ta. Peraltro, le previsioni per il prossimo trienniorestano positive: nonostante il calo degli ordi-nativi che si è inevitabilmente fatto sentireanche qui, per le imprese regionali non vi è unacrisi di competitività ma di domanda. Ma nonserve a molto gridare per i segni negativi dellacongiuntura di questi ultimi trimestri e dei pros-simi, sarebbe un gravissimo errore per le impre-se e per i territori tirare i remi in barca. Il pro-blema vero è attraversare il tunnel di crisi senzavedere intaccato il valore e la qualità del nostrosistema produttivo e soprattutto prepararsiall’economia ancor più impegnativa e globaleche uscirà da questa crisi. Ecco perché laRegione punta ancor di più a sostenere investi-menti strutturali per l’innovazione, l’internazio-nalizzazione, la trasformazione energetica e perle piattaforme fondamentali dello sviluppointernazionale del sistema territoriale. Per que-sto motivo, e per non scaricare ingiustamentela crisi sull’occupazione, occorre un vero Pattotra istituzioni, imprese, banche, sindacati peruna strategia per favorire investimenti e lavoro.L’Emilia-Romagna può e deve proporsi ancorpiù competitiva e innovativa”

Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna

“Crescita, innovazione, presenza sui mercati esteri.Resta questa la via per tornare a crescere”

L’INTERVISTA

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(pari a 150 basis points). I Consor-zi Fidi si impegnano invece, a frontedei finanziamenti erogati dalle ban-che, a concedere garanzie fideiusso-rie a prima richiesta per un importominimo non inferiore al 30% del valo-re di ciascun finanziamento. Durantetutta la durata dell’accordo, la Regio-ne si impegna a monitorare, in colla-borazione con Unioncamere e con ilsupporto dei Consorzi fidi, il mer-cato del credito e le esigenze espres-se dal sistema produttivo regionale. Il ruolo di Unioncamere – che in que-ste settimane è sempre presente neitavoli di confronto attivati dallaRegione con Confidi, banche e asso-ciazioni di categoria – è quello dipotenziare e sostenere l’attività deiConsorzi Fidi e rafforzare la condi-

FOCUS

14 DICEMBRE 2008

Tassello fondamentale del piano anti-crisi sono i Consorzi Fidi dell’Emilia-

Romagna, riuniti in Fidindustria: nefanno parte CobFidi di Bologna, ConfidiRomagna e Ferrara (Ferrara, Forlì,Ravenna, Rimini), Cofim Modena,Unionfidi e Apifidi di Parma, Cofind diPiacenza e Cofire di Reggio. “I ConsorziFidi – spiega Emanuel Danieli, direttoredi Fidindustria Emilia-Romagna – siimpegnano assieme alle banche a eroga-re e garantire finanziamenti alle impresea condizioni di mercato favorevoli”.L’accordo prevede che i Consorzi Fidiconcedano garanzie fideiussorie a primarichiesta per un importo minimo noninferiore al 30% – mentre di norma siarriva al massimo al 20% – dell’importodi ciascun finanziamento. Perché sono così importanti le misurestraordinarie previste dall’accordo?“Perché era necessario, in un momentoin cui le risorse finanziare delle impresesubiscono una battuta d’arresto, nonfar mancare la liquidità necessaria percontinuare a produrre e a vendere.Partendo dall’accordo generale, stiamoora valutando con le banche prodottipiù mirati”.Ce ne spieghi alcuni.“Garantire finanziamenti a quelle impre-se che operano come fornitori di impre-se in amministrazione straordinaria, pernon far cadere la filiera produttiva; ela-borare un sistema di finanziamento peranticipare alle imprese la cassa integra-zione e finanziare le aziende che hannorapporti di fornitura con la Pubblicaamministrazione, che ha molto spessoritardi nei pagamenti”. L’anticipo della cassa integrazione è untema che in questi mesi riguarda molteaziende. Come pensate di attuarlo?“Siamo tutti d’accordo sull’approfondirela questione, con le banche stiamo valu-tando un finanziamento ad hoc che perora è in fase di studio. Servirà comunquead aiutare quelle imprese in crisi che nonriescono ad anticipare la cassa integra-zione prima dei pagamenti dell’Inps”.

Quale riflesso sta avendo la crisi suiConsorzi Fidi?“Vediamo un calo della domanda – circadel 15% sul 2008 – relativo alle garanziesu finanziamenti a medio termine perrealizzare investimenti. La nostra perce-zione è quindi che in questa fase di crisici sia una minore disponibilità delleimprese a investire. Notiamo inoltre chein questo momento le banche fannosempre più fatica a spostare prestiti dalbreve al medio lungo termine, cosa cheinvece ci viene da sempre chiesta dalleimprese”.Nel 2008 sono aumentati i vostri soci eil volume di garanzie concesse?“È difficile fare una stima precisa perchédi recente sono entrate in FidindustriaCobFidi di Bologna e Apifidi di Parma.Comunque chiuderemo l’anno con2.265 soci e finanziamenti garantiti paria 158 milioni di euro”. Quali sono le sue previsioni per l’anda-mento del mondo produttivo nel 2009?“Gli indicatori sono negativi, sono arre-trati molto la produzione, la domandaaggregata e il Pil. Sono però ottimistaper due motivi: l’Emilia-Romagna hasviluppato i tre settori fondamentali,agricoltura, industria e servizi; questa ègià una buona base di partenza per con-trastare la crisi. Inoltre, la domandaestera continua a sostenere la produzio-ne. Ci sono tutti gli elementi per mante-nere la competitività del nostro sistemaproduttivo”

Emanuel Danieli, direttore di Fidindustria Emilia-Romagna“Per continuare a produrre

serve liquidità”

L’ANALISI

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visione di indirizzi strategici con leCamere di commercio per convo-gliare risorse verso il sistema dellagaranzia regionale. Inoltre, Union-camere svolge un ruolo di coordi-namento con Province e Comuni perfar convergere le rispettive risorsein fondi integrati di intervento perpotenziare le garanzie dei ConsorziFidi. “Le Camere di commercio –spiega il segretario generale UgoGirardi – hanno tempestivamentemesso a disposizione i fondi ancoradisponibili nei bilanci 2008 (inaggiunta agli stanziamenti ordinaririservati ai Confidi) per garantiresoprattutto alle imprese più piccolerisposte immediate rispetto ai fab-bisogni di credito a breve termine”.Inoltre, il sistema camerale ha “rivi-

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sto in corso d’opera le priorità deiprogrammi di attività promoziona-le per il 2009 per supportare inmaniera ancora più incisiva le impre-se nell’attuale congiuntura negativa,attraverso il sistema dei Confidi.Ogni anno le nove Camere della regio-ne stanziano (in via ordinaria) oltre9 milioni di euro per i Confidi, circail 20% del budget promozionale.L’accordo antirecessione si affian-ca alle misure già attivate dallaRegione per agevolare l’accesso alcredito: si tratta del plafond di 50milioni che viene messo a disposi-zione, a partire da gennaio, peragevolare l’accesso al credito dellePmi industriali e artigiane dimez-zando i tassi di interesse sui pro-getti di investimento. È stato infat-

ti riprogrammato l’intervento delPiano triennale (Misura 1.1 azioneB ex Sabattini) che finanzia l’ac-quisto di beni materiali, immate-riali e servizi per favorire l’innova-zione delle imprese, mentre dalprimo gennaio è ripartito il pro-gramma per l’agevolazione al cre-dito delle imprese artigiane. Nel 2008 sono state circa 2.500 leimprese che hanno usufruito degliaiuti della Regione per agevolarel’accesso al credito e nella secondaparte dell’anno sono stati attivati145 progetti per sostenere investi-menti tecnologici energetico-ambien-tali, 704 progetti di innovazioneorganizzativa nelle Pmi, 370 pro-getti di ricerca industriale nellepiccole e medie imprese

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PRONTO ECONOMIA

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FOCUS

Il sistema bancario e la Regionesi mobilitano per aiutare anche isettori commercio, turismo eservizi, che come gli altri soffro-

no per la crisi che sta investendo l’e-conomia globale. L’accordo anti crisiè stato firmato da Regione, Union-camere, banche e Cofiter (il Consor-zio di garanzia Fidi del terziario e

servizi) e ha l’obiettivodi far fronte alle esi-genze di liquidità delleimprese, favorire il con-solidamento dei creditidal breve al medio ter-mine e garantire condi-zioni di finanziamentoadeguate con piani dirientro delle imprese. LaRegione mette a dispo-sizione da subito 5 milio-

ni di euro, mentre le banche si impe-gnano ad assicurare l’erogazione difinanziamenti a breve-medio termineper soddisfare le esigenze di liquiditàlegate al pagamento di imposte, tassee contributi, tredicesime e quattordi-cesime, oltre al consolidamento deicrediti dal breve al medio termineanche attraverso un’estensione dellegaranzie prestate dal sistema deiConfidi regionali, passando dal 30 al50% dell’importo dei finanziamentirichiesti. Unioncamere si attiverà perrafforzare l’operatività del sistemadei Confidi regionali: Cofiter ha sti-pulato un accordo con il sistemabancario che dovrà contenere lospread massimo per le imprese, afronte delle garanzie concesse dai

Finanziamenti per un comparto particolarmente esposto alla congiuntura

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Dalle misure urgentiagli interventiper garantire

l’operativitàdi medio termine

Presto l’iscrizione nell’albo degli intermediari finanziariIl Consorzio Cofiter compie dieci anni

Sotto,l’assessore

regionale al TurismoGuido Pasi

con il presidente di Cofiter

Ottavio Righini

alle imprese credito a breve termineper soddisfare le esigenze più urgen-ti, ma anche la possibilità di consoli-dare i crediti dal breve al medio ter-mine e poter affrontare con maggio-re respiro la difficile congiuntura chestiamo attraversando. Vorrei sottoli-neare l’adesione al protocollo ditutto il sistema economico e istitu-zionale regionale, che si è dimostra-to in grado di rispondere con con-cretezza ed efficacia a un’esigenzadiffusa e urgente”

Consorzi Fidi. “Con questa iniziativa– dice Guido Pasi, assessore regiona-le al Commercio e turismo – voglia-mo offrire uno strumento concretoalle imprese del commercio, del turi-smo e dei servizi della nostra regione.I comparti del settore terziario sonofondamentali per l’economia dell’E-milia-Romagna e sentono anch’essiin maniera diretta gli effetti dellacrisi. Per questo è fondamentaleintervenire concretamente, con misu-re immediate, che possano garantire

Unirsi per crescere: è la strada scelta da Cofiter, il Consorzio di garanzia Fididi secondo grado per le imprese del commercio, turismo e servizi

dell’Emilia-Romagna che opera a livello regionale e riveste un ruolo di riequili-brio territoriale e di coordinamento. Cofiter, nato nel 1998 su iniziativa diUnioncamere, Confcommercio e Confesercenti, è diventato un punto di riferi-mento per le imprese. Oggi Cofiter è proiettato verso l’obiettivo dell’iscrizionenell’elenco speciale ex art. 107 del Testo Unico legge bancaria, per poter svol-gere l’attività come intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia. “È uncammino difficile – spiega il presidente di Cofiter, Ottavio Righini – di cui è stataperò individuata una strada ben precisa: far confluire in Cofiter tutti i Confidiprovinciali desiderosi di condividere il progetto, lasciando loro grande autonomiae nello stesso tempo facendo massa critica per il raggiungimento degli obietti-vi”. Negli ultimi tre anni Cofiter ha aggregato le Cooperative di Modena, ReggioEmilia, Ravenna, Bologna e Ferrara, e altre si aggiungeranno a breve. La pro-spettiva è quella di un Consorzio regionale molto capitalizzato, dotato di spor-telli operativi locali autonomi e di un nucleo di comitati tecnici di supporto.”Cofiter, che si è scelto un compito di ‘pioniere’ rispetto ad altre realtà – aggiun-ge Righini – potrà così meglio rispondere alle necessità delle imprese, offrendoagli enti erogatori una garanzia più solida. Il percorso si concluderà nella primaparte del 2009 dando vita a un organismo che, forte di 120 milioni di operati-vità, 30mila soci e 28 milioni di patrimonio sarà pronto ad affrontare il prossimodecennio. Complessivamente Cofiter, con le Cooperative di garanzia provincia-li, conta 45mila imprese socie, un’operatività di 300 milioni e un patrimonio di55 milioni”. In questi anni l’aumento dei fondi e la capitalizzazione dei Confidihanno dato maggiore forza contrattuale nei confronti delle banche interlocutri-ci, che oggi riservano alle imprese aderenti condizioni rivolte di solito alla clien-tela primaria. “Il sistema camerale – dice il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Andrea Zanlari – è sempre stato partner naturale di Cofiter, e conti-nuerà a esserlo nei prossimi passaggi, per rendere sempre più efficienti i servizia sostegno del credito delle Pmi

Risorse per commercio,turismo e servizi

GLI OBIETTIVI

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potrebbe però essere la prima a usci-re dal tunnel. Secondo le previsioniUnioncamere-Prometeia, per ilprossimo triennio, il Pil dovrebberisalire all’1% nel 2010 e all’1,5%nel 2011. In effetti, nel lungo perio-do, il triennio 2009-2011, la cresci-ta complessiva sarebbe pari a un più2,7%, contro l’1,8% dell’interoPaese. Non si individua dun-que una caduta dellacapacità di competere,ma piuttosto una fortecontrazione dei mercatie una riduzione delladomanda: un indicesono i dati della cassaintegrazione guadagniordinaria, che intervie-ne per rispondere allacaduta degli ordini. Da gennaio adagosto 2008, le ore di cassa integra-zione ordinaria autorizzate per

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Anche in Emilia-Romagnasi stanno cominciando adavvertire i riflessi negati-vi della crisi internazio-

nale, della pesante congiuntura edelle altrettanto difficili prospetti-ve dell’economia complessiva. Tut-tavia, nel 2008, il Prodotto internolordo dell’Emilia-Romagna, insie-me a quello della Valle D’Aostamostra ancora un trend prossimoallo zero sulla base dei dati di pre-consuntivo. Il dato emerge dalRapporto sull’economia, realizza-to per la terza volta da Regione eUnioncamere, e presentato, comedi consueto, a fine anno. “Anche l’Emilia-Romagna risentee risentirà nei prossimi mesi dellabrusca caduta di ordini e domandasui mercati internazionali e, ancorpiù, del blocco recessivo dell’eco-nomia italiana – ha affermato l’as-sessore regionale alle Attività pro-duttive, Duccio Campagnoli – main questi anni l’economia produtti-va regionale è diventata certamen-te più solida, più specializzata”. Idati del Rapporto 2008 racconta-no infatti di una regione che haconsolidato il proprio sistema pro-duttivo, aumentando costante-mente il prodotto interno lordo, lavocazione all’internazionalizzazio-ne e all’export, gli investimenti inricerca e innovazione.Un prodotto interno lordo chenegli ultimi tre anni (2005-2008)ha fatto registrare una crescita del4,7%, ben al di sopra della medianazionale – ferma al 3,1% – e dialtre regioni industrializzate. Laperformance differenziale maggio-re dell’Emilia-Romagna si registrasoprattutto dal lato delle esporta-zioni. Negli ultimi dieci anni, laRegione ha acquisito quasi duepunti percentuali di quota sull’ex-port nazionale arrivando al 13,2%a giugno 2008 e superando, dopo

Nonostante la crisi, il Pil dell’Emilia-Romagna tiene anche nel 2008

Presentato il rapportosull’economia regionale

INDAGINE >>

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Crollano ordinie domanda.Ma le impreseemilano-romagnolerestano competitive

il Piemonte, anche il Veneto. I datiIstat, inoltre, sul periodo 2000-2007, evidenziano come le espor-tazioni dell’Emilia-Romagna sianocresciute sia in volume (33,4%) siain valore medio unitario (26,6%).Se la crisi si farà sicuramente senti-re nel 2009 in modo più profondodi quanto è stato fino ad ora, conun quadro generale in peggiora-mento e una crescita ancora ferma,la locomotiva emiliano-romagnola

Il Rapporto Met dimostra che in questi annisi è registrato un significativo calo delle

risorse derivanti da interventi nazionali per leimprese e invece una crescita di quelle regio-nali. Il Rapporto rileva poi che le politichedell’Emilia-Romagna sono quelle che si sonomaggiormente specializzate dedicando unamedia negli ultimi 5 anni del 41% del totale aricerca e innovazione, a fronte di una medianazionale del 14,8% e ben al di sopra diregioni come la Toscana (28,5%), Lombardia(9,7%), Piemonte (13,3%) e Veneto (19,9%)e con un 18,3% per l’internazionalizzazione,a fronte di una media nazionale del 4,8%,anche in questo caso più di Toscana (3,5%),Piemonte (3,6%) e Veneto (16,3%).Nel 2008 la Regione ha destinato 35 milioni dieuro per sostenere il credito agevolato per gliinvestimenti e l’innovazione organizzativa

delle imprese, 43 milioni di euro per la ricercaindustriale e il trasferimento tecnologico e 15milioni di euro per la qualificazione energeticadelle imprese. Dieci milioni di euro sono statidestinati all’internazionalizzazione.Per il 2009 la Regione ha già definito l’accor-do antirecessione per contrastare gli effettidella crisi in atto e per consentire alle Pmi diaccedere al credito a breve termine. L’intesa èstata sottoscritta insieme a Unioncamere,Consorzi Fidi e istituti di credito aderenti (vediarticolo pag.12).Inoltre per il prossimo triennio la Regione èimpegnata nella realizzazione dei tecnopoliper la ricerca industriale con la programma-zione di 100 milioni di euro, e delle aree eco-logicamente attrezzate per lo sviluppo degliinsediamenti industriali e artigiani con uninvestimento di 53 milioni di euro

I numeri di una politica regionale al servizio delle impreseLe risorse? Sono soprattutto locali

LA STRATEGIA

Al centro da sinistra,l’assessore DuccioCampagnoli,Fabrizio Binacchidirettore RaiEmilia-Romagnae Andrea Zanlari

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INDAGINE

dipendente sono state 2,20 (controuna media nazionale di 5,88), chesalgono a 3,35 se si considera laquota di cassa integrazione straor-dinaria (attivata per rispondere aproblemi strutturali). La media è lapiù bassa d’Italia (Piemonte 15,24ore; Lombardia 21,84; Veneto7,76). Nel 2008 l’Emilia-Romagna faregistrare il tasso di occupazionepiù alto (70,4%) fra le regioni delNord e del Centro Italia, e bensuperiore alla media nazionale(59,2%). Nel 2009 il tasso di disoc-cupazione, secondo l’analisi diPrometeia-Unioncamere, dovrebbeattestarsi al 3,8%, mentre quello dioccupazione è dato in calo dal 46,1al 45,8%. A soffrire di più l’indu-stria, che nel primo semestre del2008 ha perso il 4,9% degli occu-pati (con punte del 6,6 nell’edili-zia). Il settore dei servizi inveceindica un aumento dell’occupazio-ne del 5,3%. Arriveranno dunqueproblemi di occupazione, e perquesto serviranno ammortizzatorisociali, ma, avverte l’assessoreCampagnoli “l’economia non sta

crollando, quindi occorre fare inmodo di non perdere capacità pro-duttiva: la cosa che non bisognafare – suggerisce l’assessore – èattendere che il brutto momentopassi, ma è necessario puntare suinnovazione e capacità di esserepresenti sui mercati internaziona-li”. Il sistema economico emiliano-

romagnolo, dopo aver retto a un2009 di generale difficoltà in cui èprevista una contrazione delladomanda interna e dei consumidelle famiglie (meno 0,2%), dellevendite nel commercio al dettaglio,e anche delle esportazioni (chedovrebbero calare dello 0,3%),potrebbe però subito confermarsi

18 DICEMBRE 2008

LE CIFRE

Il prodotto interno lordo dell’Emilia-Romagna negliultimi tre anni (2005-2008) ha fatto registrare una

crescita del 4,7%, ben al di sopra della media nazio-nale, ferma al 3,1%, e delle altre regioni più indu-strializzate, come Lombardia, Veneto e Piemonte.Soprattutto le previsioni calcolate da Prometeia per ilRapporto scommettono per il prossimo triennio su untrend regionale di ripresa della crescita, sia pur rallen-tata dalla crisi internazionale, con un più 1,5%, supe-riore alla media nazionale dell’1%.Il rapporto Met, che è parte integrante dell’indaginesull’economia regionale ed è stato realizzato sullabase di una rilevazione diretta su un campione signi-ficativo di oltre 3.000 imprese della regione, mostrache in questi anni l’Emilia-Romagna si è confermatasoprattutto come un grande polo manifatturiero, consignificative capacità di tenuta e di traino del restodell’economia.Il dato più significativo di questa tenuta del settoreindustriale si ottiene confrontando la dinamica delvalore aggiunto industriale con quella mostrata

dall’Italia nel suo complesso, dinamica sistematicamen-te superiore nell’ultimo decennio. Un risultato prodot-to da fattori strutturali come una crescita costante dellivello di spesa in ricerca e sviluppo che è aumentatosignificativamente, oltre la media nazionale.Il confronto degli andamenti di lungo periododell’Emilia-Romagna con quelli del Nord Est edell’Italia mette in luce una sostanziale robustezzadel comparto industriale della regione, che fa regi-strare tassi di incremento medi annui del valoreaggiunto industriale (più 0,8%) superiori di circamezzo punto percentuale rispetto al dato mediodell’Italia. Vi è il segno quindi di una modifica allastruttura industriale della regione, che ha portato alrafforzamento della filiera meccanica e a una cresci-ta della chimica e di alcune produzioni di alta tecno-logia, contestualmente ai processi di ristrutturazioneche hanno subito alcuni settori più tradizionali ecomunque fortemente radicati (alimentare, lavora-zione dei minerali non metalliferi, prodotti in metal-lo, sistema moda)

A sostenere le previsioni è la sostanziale tenuta dell’industria

Gli analisti scommettono sulla crescita

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il motore del rilancio dell’econo-mia nazionale. “Stiamo affrontando un momentomolto serio – conferma il presiden-te di Unioncamere Emilia-Roma-gna, Andrea Zanlari – ma siamoancora un grande territorio mani-fatturiero. Le imprese stanno scon-tando un differimento degli ordini,tuttavia ci sono i presupposti perpensare che già dalla fine dellaprossima estate la situazione possamigliorare. L’Emilia-Romagna è come quellenavi portaerei che spengono imotori diverse ore prima di entra-re in porto e, per arrivare a desti-nazione, sfruttano l’abbrivio”. È proprio questo “abbrivio”,secondo il presidente di Unionca-mere regionale, che permetteràall’Emilia-Romagna “di riemerge-re prima del resto d’Italia da unacrisi economica e finanziaria forte,ma al tempo stesso veloce. Perchéla nostra regione ha una marciadiversa rispetto alle altre. Dobbia-mo essere consapevoli che le sceltedi oggi costituiscono le condizioniper la ripresa di domani. IlRapporto – conclude Zanlari –oggi ci parla di un’economia regio-nale che riesce a spuntare per il2008 un risultato migliore di quel-lo del Paese nel suo complesso. Èda queste valutazioni, dai nostripunti di forza, dall’innovazione edalla qualità, che si giocano itempi e l’intensità della ripresa”

Anche l’Italia sta vivendo una fasecritica, davanti alla quale deve

farsi trovare preparata. Eric Maskin,premio Nobel per l’Economia nel 2007,a Bologna per una lezione organizzatadal CTC, il Centro di formazione mana-geriale della locale Camera di commer-cio, ha fornito la sua ricetta per affron-tare questo momento.L’economista americano ha giudicatopositivamente la Social Card, varata dalGoverno, definita “uno strumentoutile, in momenti di difficoltà, a evitarela spirale negativa”. La valutazione diMaskin parte dalla sua teoria del“Mechanism design”, un approccio“ingegneristico” all’economia che “sifocalizza innanzitutto sugli obiettivi –ha spiegato l’economista statunitense –e poi su quali siano le istituzioni chepossono ottenerli”. In una fase comequesta, ha avvertito Maskin, la prioritàè “tutelare le persone più vulnerabilicome pensionati, disoccupati, chi haperso il lavoro o chi non può lavorareper qualche tipo di disabilità”. Questocomporta “effetti positivi non solo perloro ma per l’economia in generale”.Fornendo infatti reddito a chi è più vul-nerabile, si dà un aiuto che “permettedi evitare conseguenze che sarebberodisastrose per la situazione generale”.Eric Maskin ha confermato che ancheper l’Italia gli effetti più evidenti dellacrisi si vedranno solo nella prossima pri-mavera. Il rischio, in una fase di reces-sione, è che aumenti la disoccupazione.Il Governo quindi “dovrà lavorare permantenere livelli della domanda tali daminimizzare il rischio di una spiralenegativa”, che per Maskin si sviluppacosì: “Quando non ha più il posto, unlavoratore perde capacità di acquisto eil rischio è che gli imprenditori debbanoridurre ancora la produzione e quindi iposti di lavoro, con un ulteriore aumen-to della disoccupazione”. Quindi, perinterrompere questo circuito, “occorrelavorare per mantenere un certo livellodella domanda”. Ad esempio con“sostegni al reddito di chi perde ilposto, indennità di disoccupazione,

riduzioni delle imposte per le fasce direddito inferiori o spendendo diretta-mente denaro attraverso il finanzia-mento di progetti pubblici”. Queste,secondo l’esperto economista statuni-tense, le soluzioni, che “possono essereutili, sia a livello nazionale che locale”. Maskin ha tenuto la sua lezione in unasala gremita di un pubblico attento. “Lapossibilità di avere un personaggio diquesto livello in città – ha detto BrunoFiletti, presidente della Camera diCommercio di Bologna – è stata occa-sione, in un momento critico, di avereun’illustrazione da parte di chi ha avutoriconoscimento per le sue intuizioni e lesue grandi conoscenze del sistemamondiale”. Per l’ottava volta, laCamera di commercio ha invitato aBologna un premio Nobel per l’econo-mia, come ha ricordato Pier SergioCaltabiano, direttore del CTC: “Si trat-ta di testimonianze autorevoli – ha sot-tolineato Caltabiano – che generanoemozionalità e allo stesso tempo svilup-po di conoscenze”

La ricetta per superare la crisi secondo il premio Nobel Eric Maskin“Fornire reddito alle persone più vulnerabili”

LA STRATEGIA

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SVILUPPO

Ètrascorso un anno dall’ap-provazione da parte dellaCommissione europea delPor Fesr, 2007-2013, il

documento di programmazione dellaRegione Emilia-Romagna per l’u-tilizzo dei Fondi europei di svilup-po regionale, e l’ente di via Aldo Morofa un primo bilancio della attività

messe in campo que-st’anno grazie ai 347milioni di euro europei.Nel 2008 sono stati avvia-ti buona parte degliinterventi programmati– nell’area ricerca indu-striale e trasferimentotecnologico, sviluppoinnovativo delle impre-se, qualificazione nelsettore dell’energia e

promozione del patrimonio cultu-rale e ambientale – per una previ-sione finanziaria pari a 243 milionidi euro nel biennio 2008-2010. “Questo Programma – ha dichiara-to l’assessore regionale alle Attivitàproduttive Duccio Campagnoli –consente di rafforzare diversi ambi-ti di programmazione della Regioneper realizzare politiche di sistemagià avviate attraverso strumenti pro-pri come il Programma triennaleper le attività produttive, il Pro-gramma regionale per la ricercaindustriale, l’innovazione e il tra-sferimento tecnologico (Prriitt) e ilpiano energetico regionale”. Complessivamente sono oltre 1.000i progetti presentati nei bandi dedi-cati alla ricerca e all’innovazionedelle Pmi degli Assi 1 e 2 del PorFesr. Nei finanziamenti dell’Asse 1rientrano in particolare i tecnopo-li, le nuove infrastrutture che ospi-teranno e organizzeranno attività eservizi per la ricerca industriale, losviluppo sperimentale, il trasferi-mento tecnologico e per la nascitadi nuove imprese ad alta tecnologia.

Ricerca, innovazione, qualificazione energetica: questi gli interventi avviati nel 2008

Un anno di Por FesrEcco un primo bilanciod

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Fondi europei:in campo risorseper 347 milioni,di cui ben 243

entro il 2010

Duccio Campagnoli,assessore regionale

alle Attività produttive

Nella realizzazione dei tecnopoliconvoglieranno circa 80 milioni dieuro e il 31 gennaio scadranno itermini per presentare le manife-stazioni di interesse e rientrarenelle diverse aree di ricerca. Sempre nell’ambito della ricerca si èchiuso il 14 novembre un bando perle ricerca industriale e per le attivitàdi sviluppo sperimentale nelle Pmi,che ha visto 371 progetti presentati:le risorse attualmente a disposizionesono pari a 20 milioni di euro, di cui10 milioni provenienti dal Por e 10milioni da fondi regionali. Nell’ambito del Prriitt sono statiinoltre approvati i nuovi progettidei laboratori e centri per il consoli-damento della Rete, anche attraver-so l’accreditamento regionale. L’Asse 2, in cui si concentrano 70milioni di euro, si dedica allo svi-luppo innovativo delle imprese:sono stati presentati 704 progetti(il bando si è chiuso il 15 ottobre)relativi all’introduzione di innova-zioni organizzative e Ict nelle pic-cole e medie imprese, progetti eservizi per la creazione di reti diimpresa e per l’innovazione tecno-logica e organizzativa. L’Asse pre-vede inoltre la promozione e ilsostegno all’utilizzo di strumenti

innovativi di gestione finanziariadelle Pmi.L’Asse 3 riguarda invece la qualifica-zione energetico ambientale e lo svi-luppo sostenibile e ha a disposizione80 milioni di euro. Il 31 dicembre èscaduto il termine per la presentazio-ne delle richieste di contributo (40milioni di euro a disposizione più 13milioni di risorse regionali) per rea-lizzare impianti, sistemi e infrastrut-ture per l’uso efficiente dell’energia ela valorizzazione delle fonti rinnova-bili, compresa la cogenerazione e ilteleriscaldamento. Si è invece chiusoil 31 ottobre il bando destinato allePmi per promuovere il risparmio el’autoproduzione energetica, l’utiliz-zo di energia da fonti rinnovabili perridurre le emissioni inquinanti. Sonostati presentati 145 progetti, già incorso di valutazione.Infine l’Asse 4, che ha l’obiettivo divalorizzare e promuovere il patrimo-nio ambientale e culturale anchesostenendone i servizi per unamigliore fruibilità, attraverso unplafond di risorse di 70 milioni dieuro. La Regione ha emanato lamanifestazione di interesse che si èchiusa il 30 giugno e ha raccolto 38progetti per un totale di contributoPor di oltre 40 milioni di euro

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L’alta formazione in Emi-lia-Romagna passa attra-verso i poli tecnici, unarete costituita da istituti

scolastici, organismi di formazioneprofessionale accreditati, impresee università. Per dare ai giovani eai lavoratori competenze più speci-fiche in grado di rispondere al

bisogno di alta profes-sionalità delle impre-se. Il progetto è statoapprovato dalla Regio-ne poco prima dell’e-state ed è una delle ini-ziative che usufruisco-no dei finanziamentidel Por Fse 2007-2013,il Programma operati-vo regionale finanzia-to dall’Fse e approva-

to dalla Commissione europea aottobre 2007. Il Programma ha adisposizione, fino al 2013, 806 milio-ni e 490 mila euro provenienti oltreche dal Fondo sociale europeoanche da risorse nazionali e suddi-visi tra i diversi assi di intervento:adattabilità, occupabilità, inclusio-ne sociale, capitale umano, transna-zionalità e interregionalità e assi-stenza tecnica. Nel primo bienniola Regione ha approvato quasi2.000 iniziative, di cui circa 1.700quelle già avviate: sono 92mila lepersone che si sono viste approvareun percorso formativo. In totale,sono già state impegnate circa il23% delle risorse previste dal Pormentre il 7% è già stato erogatoper programmi di formazione. “I dati fanno emergere un buonostato di avanzamento nella program-mazione”, spiega l’assessore regiona-le alla Formazione Paola Manzini.“Il Programma operativo è statoavviato su tutti gli assi di intervento,all’interno di un quadro di accordoprogrammatico innovativo costrui-to con le province per migliorare

di formare giovani e adulti diplo-mati per conseguire una specializ-zazione tecnica superiore. In parti-colare, i percorsi dovranno essereorientati al sostegno dello sviluppoeconomico e della competitività delsistema produttivo, con specificoriferimento alle piccole e medieimprese e ai settori più innovativi eorientati all’internazionalizzazione.Il bando, che scade il 24 febbraio2009, è rivolto a istituti tecnici e pro-fessionali attivi sul territorio regiona-le che possono partecipare anche inpartnership con enti di formazioneprofessionali accreditati, dipartimen-ti universitari o centri di ricerca maanche imprese ed enti locali. Gli Its, assieme ai percorsi di for-mazione specialistica (Ifts) e supe-riori (corsi brevi a qualifica) vannoa costituire i poli tecnici regionali,un network che ha l’obiettivo diqualificare l’offerta formativa e ladiffusione della cultura tecnica escientifica. “Un sistema regionaleche coinvolge scuole, enti di for-mazione, imprese e università – hasottolineato Paola Manzini – perdare ai giovani, ma anche alle per-sone che sono già all’interno delmercato del lavoro, nuovi stru-menti di formazione specialisticaper corrispondere al bisogno dialta professionalità delle imprese eprogredire nella carriera”

Approvato prima dell’estate, il progetto usufruisce dei finanziamenti del Por Fse

l’integrazione tra di diversi livelli isti-tuzionali”. Inoltre, in un momentocosì critico per l’economia mondia-le, “accanto alle risorse dedicateagli ammortizzatori sociali, siamoin grado di mettere a disposizione9 milioni di euro per il 2009 persupportare gli strumenti di politi-che attive per il lavoro”, sottolineaManzini. Uno sforzo che la Regio-ne compie anche a fronte di minoririsorse provenienti dall’Fse, rispettoalla programmazione 2000-2006:per questo gli interventi sono piùmirati e rivolti a innalzare le com-petenze dei lavoratori, per favorir-ne l’adattabilità, mantenere lapiena occupazione, contrastare l’e-sclusione sociale.I poli tecnici (asse capitale umano, acui sono destinati circa 44 milioni dieuro) rientrano nell’obiettivo dirafforzare il livello quantitativo equalitativo dell’apprendimento lungotutto l’arco della vita, con particola-re attenzione alla formazione supe-riore, alla ricerca, trasferimento esviluppo dell’innovazione. Grazie arisorse pari a 30 milioni di euro –provenienti dall’Fse a cui vannoaggiunte risorse statali pari a 1milione e 300mila euro per il primoanno – la Regione ha emanato ilbando per la costituzione degliIstituti tecnici superiori: rientreran-no nei poli tecnici e si occuperanno

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SVILUPPO

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Sopra, nella foto,l’assessore regionale

alla FormazionePaola Manzini

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24 DICEMBRE 2008

La parola a Enrico Bini, eletto presidente della Camera di commercio

CAMERE

“Oggi l’emozione è grandecome forte è la responsabi-lità che sento nell’assumereuna carica importante per

lo sviluppo futuro di Reggio Emi-lia, in una fase economica moltodifficile. Sono pienamente consa-pevole che questo mandato si pre-senta impegnativo, la situazione

economica attuale pre-senta molti problemi edi diversa natura. Que-sto ci deve dare ancoramaggior slancio ed ècon tale spirito cheaccetto l’incarico”.Così Enrico Bini haaperto il suo discorsodi saluto dopo l’elezio-ne per i prossimi cin-que anni come nuovo

presidente della Camera di com-mercio di Reggio Emilia, dove haraccolto il testimone da AldoFerrari. Presidente di Cna ReggioEmilia – che sta individuando il suosuccessore – Enrico Bini, autostra-sportatore e imprenditore nel setto-

re edile e turistico, ha tratteggiatole linee guida della sua presidenza.“La Camera di commercio che iovoglio realizzare – ha affermato ilneo presidente – è una ‘casa’ apertae trasparente, fatta di persone orgo-gliose di lavorarvi e di imprenditorifieri di dedicare parte del propriotempo al raggiungimento degliobiettivi; la mia sarà una gover-nance ispirata alla collegialità dellaGiunta, che dovrà essere una verae propria direzione operativa, e aun maggior protagonismo delConsiglio, chiamato a progettarele linee strategiche”. Questo perfar giocare alla Camera il ruoloche le spetta: “Promuovere lo svi-luppo economico locale – ha con-

Un salto di qualitàper l’economia reggiana

“Il territorioha bisogno

di cambiamento.Indispensabile

il gioco di squadra”

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tinuato Bini – è la ‘mission’ prima-ria della Camera. Il territorio habisogno di cambiare e innovare:negli ultimi decenni è stato recu-perato un ritardo nella dotazionedi infrastrutture, fisiche e cultura-li, ma il lavoro non è ancora com-pletato. Dovremo investire in inno-vazione e nuove tecnologie per sem-plificare la vita alle imprese e poten-ziare ancora l’attività di statistica:ogni pianificazione efficace deveprendere origine dai bisogni reali diun territorio e di una comunità”.Tutti i tradizionali settori dell’eco-nomia reggiana vivono lo stato dimaggiore difficoltà degli ultimidecenni. “Se la crisi è di sistema –ha aggiunto Bini – significa che dob-

LA SCHEDA

Molte novità negli organi della Camera di commercio di Reggio Emilia. In rappresentanzadei diversi settori dell’economia provinciale, il Consiglio dell’ente potrà contare su Ivan

Bertolini, Francesco Fontanili (agricoltura), il presidente Enrico Bini, Gianni Vezzani, RodolfoManotti, Tristano Mussini, Sabrina Vacca, Marco Gilioli (artigianato), Cristina Carbognani,Medardo Talignani Landi, Valter Montelaghi, Graziano Grasselli, Enzo Bartoli, Marcello Ronzoni(industria), Paolo Pignoli, Guido Rocca, Pier Paolo Occhiali, Francesco Pignagnoli (commercio),Lorenzo Giberti (cooperazione), Paola Silvi (turismo), Nunzio Dallari (trasporti e spedizioni),Giancarlo Mattei (credito e assicurazioni), Lisa Ferrarini, Vilder Giuseppe Canalini, GiovanniTeneggi (servizi alle imprese), Giovanni Caruso (organizzazioni sindacali), Giovanni Trisolini(associazioni di tutela dei consumatori). Il Consiglio camerale ha eletto al suo interno la Giunta,composta dal presidente Enrico Bini, e da Francesco Fontanili, Ivan Bertolini, CristinaCarbognani, Lisa Ferrarini, Lorenzo Giberti, Francesco Pignagnoli, Paola Silvi, Giovanni Teneggi,Gianni Vezzani, tra cui sarà individuato il vicepresidente.

Appena rinnovati, Consiglio e Giunta in carica cinque anniUna nuova squadra a Palazzo Scaruffi

Sopra Enrico Bini, vicepresidente

nazionale Cna Fita

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Dieci anni di presidenza, un doppio man-dato vissuto in modo intenso da Aldo

Ferrari, imprenditore del settore commerciale,alla guida della Camera di commercio diReggio Emilia. Sono stati anni decisivi perl’ente di Palazzo Scaruffi nel quadro del rior-dinamento complessivo del sistema cameraledeterminato dall’introduzione della legge diriforma 580 del 1993. “Un passaggio epoca-le – sottolinea Aldo Ferrari – che ha portatoalla concreta modernizzazione e all’acquisizio-ne di una maggiore autonomia delle Cameredi commercio, sempre più a supporto delsistema delle imprese. Su questa base, insie-me agli organi collegiali e ai vertici della strut-tura, è stata impostata l’attività di questodecennio, in cui si è cercato di valorizzare ilmondo imprenditoriale come risorsa e di radi-care la Camera di commercio al centro dellavita economica del territorio”.Quali sono stati i criteri generali che hannoispirato il lavoro?“Si possono riassumere nella concertazionedegli interventi su obiettivi individuati in coor-dinamento e sinergie: penso a iniziativeriguardanti l’export – fondamentale visto cheil territorio è arrivato a esportare il 47% diquanto produce – la formazione, le infrastrut-ture che sono state portate avanti in collabo-razione con Comune e Provincia. Importanteè stato il coinvolgimento delle associazioni dicategoria e la progettazione di iniziative disistema. A questo riguardo, specie per l’in-ternazionalizzazione e l’attività dell’ufficiostudi, si è approfondito il rapporto conUnioncamere regionale”.Quali, a suo giudizio, i risultati più impor-tanti raggiunti in questi dieci anni?“Sicuramente il rafforzamento del polo uni-versitario e la nascita di una struttura comeReggio Emilia Innovazione, che potrà daresviluppo al rapporto tra università e imprese,attraverso le associazioni di categoria. Di rilie-vo sono state diverse iniziative di marketingterritoriale come il contributo che la Cameraha dato nella progettazione di grandi opere,firmate da Santiago Calatrava, per la riqualifi-cazione della zona nord della città, secondoun progetto coerente di sviluppo”.Anche la stessa Camera di Reggio ha riqua-lificato e ammodernato i propri spazi.“Il riordino del patrimonio immobiliare è

avvenuto in tre fasi: prima con la creazionedella sala contrattazione e di uffici cameralinella zona fieristica, quindi la sistemazionedegli uffici di piazza della Vittoria con il recu-pero di 700 metri quadrati che ha consentitodi abbandonare un intero piano preso in affit-to. Infine la ristrutturazione di un edificio sto-rico, il palazzo intitolato a Gaspare Scaruffi,grande economista del passato, recuperatocome sede istituzionale nel cuore della città.Va considerata anche l’operazione di cessionedelle azioni dell’AutoBrennero che ci ha con-sentito di incassare risorse per affrontare inve-stimenti, e di rafforzare il sostegno alle impre-se attraverso i Consorzi Fidi”. Quali le priorità per il suo successore?“Riguardo alle infrastrutture, penso all’impe-gno per il centro fieristico, uno spazio di nic-chia, ma efficiente e con i conti in attivo e allaquestione, da risolvere, dell’aeroporto. LaCamera di commercio dovrà puntare a raffor-zare gli strumenti di giustizia alternativa peressere sempre più un punto di riferimento perl’imprenditoria, ruolo che sta assumendo d’al-tra parte grazie a un Registro delle impreseall’avanguardia, e a un rapporto immediatocon le aziende come dimostra il servizioStarweb, che per prima in regione, e terza inItalia, la Camera di Reggio ha attivato”.Il futuro di Aldo Ferrari è ancora legato alsistema camerale con la presidenza di Ifoa, ilcentro di formazione e servizi delle Cameredi commercio.“Ifoa ha centrato l’obiettivo dell’equilibrioeconomico e patrimoniale, si sta aprendo almercato e sta acquisendo commesse in Italiae all’estero per progetti formativi di notevolerilievo. C’è una professionalità importante chepuò essere ancor più valorizzata”

Aldo Ferrari, cede il testimone dopo due mandati consecutivi“Anni decisivi per la modernizzazione dell’ente”

L’INTERVISTAbiamo dare vita a interventi straor-dinari perché il problema più gros-so che ha Reggio Emilia oggi è laprospettiva di medio e lungoperiodo. Un’economia sostanzial-mente in salute come è stata sino aoggi, sostenuta in modo adeguatoda politiche pubbliche, può resi-stere a crisi così pesanti, ma nonper troppo tempo. Servono, dun-que, nuovi strumenti e azioniinnovative che, al di là del nome,riescano a cogliere i segni del cam-biamento e ridare competitività alsistema produttivo locale. È indi-spensabile un ‘lavoro di squadra’delle istituzioni, pubbliche e priva-te, delle associazioni d’impresa edei sindacati dei lavoratori. Daparte sua – ha concluso Bini – laCamera di commercio deve, quin-di, compiere un salto di qualitànella programmazione delle politi-che di sostegno all’economia: unoscatto di reni che ci attendiamo,naturalmente, anche dagli altriattori economici e sociali ai qualidichiariamo piena disponibilità acollaborare”

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SCENARI

esportazioni con oltre 8,6 miliardi,in aumento rispetto all’anno prece-dente del 13,1%. Una dinamica disviluppo destinata però a subire unnetto rallentamento, di cui potreb-bero fare le spese soprattutto le pic-cole e medie imprese. “Da ottobre lasituazione è crollata”, dice il segreta-rio regionale di Cna Gabriele Morel-li. “A fronte di una prima parte del-l’anno in cui, a parte le difficoltàregistrate dall’agroalimentare e dalsistema moda, abbiamo rilevato unabuona performance del settore dellameccanica, adesso intere filiere sonobloccate. È la conseguenza della situa-zione internazionale – osservaMorelli – di cui in particolare il mani-fatturiero sta subendo contraccolpiimportanti. Molte imprese stanno

ricorrendo alla cassa integrazione, idati in nostro possesso giustificanouna forte preoccupazione”. È la stretta creditizia, unita allacontrazione dei consumi, a genera-re le maggiori difficoltà. “Le nostreimprese stanno tentando di tenerele posizioni acquisite ma è necessa-rio – prosegue Morelli –garantirealle aziende l’accesso al credito acosti contenuti. Insieme alla Regio-ne stiamo mettendo insieme unpacchetto di incentivi con il sistemadei Confidi, grazie a un protocolloche mette in campo un plafond di 1miliardo destinato alle piccoleimprese. Ma occorrono grandi poli-tiche di rilancio dei consumi e delleopere infrastrutturali, oltre a unforte abbassamento del tasso di

In crescita, capaci di espandersisu nuovi mercati come la Rus-sia, la Polonia, l’Iran e gli Emi-rati Arabi neutralizzando così

gli arretramenti su aree storiche comegli Stati Uniti e il Giappone, i distret-ti produttivi dell’Emilia-Romagnaconfermano la loro capacità compe-titiva chiudendo i primi nove mesi

del 2008 con un incre-mento del volume delleesportazioni pari al 5%,contro un dato medioItalia che segna una fles-sione: meno 0,4%. Unaperformance nonostan-te tutto brillante, che lipone al secondo postonel Paese dopo la Cam-pania – che raggiungeun incremento dell’ex-

port superiore all’11% – ma conuna brusca frenata rispetto ai primisei mesi dell’anno e destinata secon-do le associazioni di categoria anon essere confermata nella secon-da parte dell’anno a causa dellericadute sull’economia reale dellacrisi internazionale dei mercatifinanziari.È il monitor dei distretti, redatto perconto di Carisbo dal Centro studidel gruppo Intesa-San Paolo sullabase dell’elaborazione di dati Istat,a fare il punto sull’andamento delleesportazioni. L’Emilia-Romagnasupera regioni come la Lombardia,dove la crescita del volume dell’ex-port è arrivata al 3,6%, e va in con-trotendenza rispetto al Triveneto:Veneto e Friuli-Venezia Giulia regi-strano infatti, rispettivamente, unaflessione del 3,5% e una stabilità.Nella prima metà dell’anno, poi, ilvalore delle esportazioni per i 14 clu-ster individuati dal gruppo bancarioaveva già superato i 4,6 miliardi,confermando una tendenza alla cre-scita che aveva portato i distretti achiudere nel 2007 il bilancio delle

Dopo un primo semestre molto positivo, l’anno rischia di chiudersi con un “pareggio”

Monitor dei distrettiLuci e ombre sul 2008d

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L’Emilia-Romagna,secondo l’indagine,resta tra le miglioria livello nazionale.

Ma si teme il crollo

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sconto da parte della Banca euro-pea, che su questo versante procedecon troppa lentezza”. Una valutazione condivisa dal presi-dente regionale di Confartigianato,Giampaolo Palazzi. “La sensazioneche riceviamo attraverso il contattocon le imprese aderenti alla nostraassociazione è che i dati del gruppoIntesa-San Paolo non potranno esse-re confermati nel secondo semestredel 2008. Come già accaduto inpassato la nostra regione saprà resi-stere meglio agli sconquassi chestanno per attraversare l’economiareale, ma non possiamo illuderci –avverte – che quanto accaduto negliultimi mesi in campo finanziarionon abbia conseguenze sulle impre-se emiliano-romagnole”.A trainare le buone performancenelle esportazioni sono soprattuttole aree emergenti come quelle diRussia, India e Cina. Ma vanno beneanche Polonia, Romania, RepubblicaCeca, Arabia Saudita, Emirati Arabi,Iran, Marocco ed Egitto. “Non pos-siamo dimenticare però – osservaPalazzi – che sono mercati che nondanno certezze per il futuro e che

“La crescita dell’export è destinata aessere confermata per tutto il 2008.

Le più grosse difficoltà le avremo pro-babilmente a partire dalla primaveradel 2009”. Maurizio Marchesini,amministratore delegato di MarchesiniGroup e presidente del settore metal-meccanico di Unindustria Bologna, èun po’ una voce fuori dal coro. Per la“packaging valley” del Bolognese,reduce da un primo semestre con unaumento delle esportazioni dell’8,9%(il distretto genera il volume delleesportazioni più elevato della regione,dopo quello delle piastrelle diSassuolo), si profila infatti una buonatenuta anche nella seconda parte del-l’anno, ma una frenata nel 2009.Quali problemi state rilevando?“Si stanno manifestando soprattutto inquei Paesi, come quelli dell’areadell’Est Europa, che non hanno capa-cità proprie e dipendono dal sistemacreditizio. Siamo di fronte a una crisistrana: la progettualità non manca e lesocietà vogliono acquisire mercati.Sono però frenate dalla crisi finanzia-ria, anche se il rallentamento per oranon è brusco. Per adesso non c’è anco-ra contrazione, non verifichiamo cam-biamenti. I primi problemi comincere-mo a vederli dal mese di marzo.Bisognerà verificare se ci sarà unatenuta dei consumi e della richiesta dimacchinari”.Come vi state preparando per affron-tare la crisi?“Credo che il modo giusto sia quello dicontinuare a lavorare intensamente,rafforzando le reti commerciali e distri-butive e innovando il prodotto.Bisogna approfittare della situazioneper approfondire la propria presenzasui mercati, spingendo con forza sulpedale della R&S e dell’innovazione.Un imprenditore non ha molti altrimodi per reagire”.

C’è preoccupazione?“Per ora prevalgono le perplessità euna posizione attendista. Del restosiamo reduci da una serie di manifesta-zioni fieristiche dove abbiamo visto chei clienti acquisiti o potenziali si presen-tano con progetti seri. Tutti ci parlanodi tagli ai budget ma non ci dicono diquanto”.Quali sono i mercati esteri più pro-mettenti per l’export?“Sono sicuramente l’India e la Cina,Paesi dove però esiste una forte com-petizione interna. La maggiore capa-cità di penetrazione su questi mercatiche noi possiamo mettere in campo èdata dalla qualità e dalla possibilità didare risposte a singole esigenze speci-fiche del cliente. Quando la competi-zione si sposta sul terreno della qualità,infatti, noi siamo ancora vincenti. Tra imercati promettenti c’è anche tutta lafascia mediorientale, compresa l’areadel Maghreb, che è in crescita”

Maurizio Marchesini (Unindustria Bologna): il “picco” della crisi arriverà in primavera

“Le industrie funzionano, ma sono frenate dalla finanza”

L’ANALISI

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non sono alla portata di tutte leaziende. Inoltre la flessione delleesportazioni verso l’America, dasempre mercato di riferimento dimolte delle produzioni dei maggio-ri distretti regionali, non può cheproseguire”. Anche Confartigianato lancia l’al-larme per la stretta creditizia: “Laconseguenza più tangibile di quan-to sta accadendo sui mercati finan-ziari – conclude Palazzi – è il muta-to atteggiamento delle banche: lacrisi internazionale ha creato le con-dizioni per una stretta sul creditoalle piccole e medie imprese, veraossatura della nostra economia. Perquesto, come Confartigianato, stia-mo facendo di tutto per ottenere dalGoverno sostegni in un momentocosì delicato. Riteniamo necessarioe urgente un piano organico diinterventi articolato su quattrofronti: rafforzamento degli stru-menti di garanzia pubblica al credi-to alle piccole e medie imprese;finanziamenti a breve alle piccole emedie imprese per soddisfare laliquidità straordinaria di questoperiodo; potenziamento del sistemamutualistico dei 251 Confidi del-l’artigianato; sostegno ai processi diinvestimento e sviluppo”.Tornando al rapporto del gruppoIntesa-San Paolo, emerge che a trai-nare la crescita delle esportazioni èil distretto delle macchine agricoledi Modena e Reggio Emilia che, inforte ripresa, segna un più 30,8%.Seguono il distretto calzaturiero diSan Mauro Pascoli, nel Forlivese,

che si assesta su un più 28,2%. Increscita anche i cluster dell’abbi-gliamento e delle macchine per il legnodi Rimini, che raggiungono rispettiva-mente un più 14,7% e un più13,5%. In flessione invece i distrettidel mobile imbottito di Forlì, chesegna un meno 4,9%, del foodmachinery di Parma (meno 5,9%),del biomedicale di Mirandola, nelModenese, che perde il 5,7%. Incalo anche il distretto delle piastrel-le di Sassuolo, con meno 2,9%. Nel caso delle macchine agricole diReggio Emilia e Modena si registraun risultato brillante sul mercatostatunitense, prima area per l’ex-port, che cresce del 10,8%. Insiemealla Francia e al Regno Unito, dovel’export aumenta rispettivamentedel 94,9 e del 100,4%, assorbe laforte contrazione sul mercato russo(meno 36,7%). Per questo clusterl’area più promettente si rivela peròil Marocco che, seppur ancora mer-cato di frontiera, si attesta su unacrescita che supera il 135,8%. Per ilcalzaturiero di San Mauro Pascoli èinvece il forte rafforzamento del pre-sidio sul mercato arabo a trainarel’incremento delle esportazioni,accompagnato da una crescita anchenell’area dell’Ucraina e sul mercatoinglese. In espansione anche il mer-cato russo, che si conferma il princi-pale bacino di sbocco estero per leaziende calzaturiere del Forlivese.In crescita, seppur lieve, anche ildistretto alimentare di Parma, cheha messo a segno uno 0,2% in piùnel volume delle esportazioni, e cheha ricevuto segnali incoraggiantianche nell’ultima parte dell’anno.“Questo settore – spiega infatti ilresponsabile del Centro studi diAssindustria Parma, Eros Baroni – èanticiclico e risente con maggioreritardo rispetto ad altri degli anda-menti della congiuntura internazio-nale. L’impegno profuso dagliimprenditori negli anni passati haportato buoni risultati: gli indicatoriche arrivano sono moderatamentepositivi. Diverso il discorso per ilfood machinery: la crisi internazio-nale ha prodotto un congelamentodegli investimenti, con una diminu-zione della richiesta di beni strumen-tali”. Per le imprese del settore ali-mentare sono alcune aree europee,

come Belgio e Spagna, e gli Stati Unitia neutralizzare gli arretramenti sulmercato tedesco (meno 11%), suquello del Regno Unito (meno 6,3%)e su quello francese (meno 5,8%). Il distretto delle piastrelle diSassuolo paga invece una forte con-trazione sul mercato statunitenseche, pur rimanendo il secondo baci-no per l’export dopo la Francia,subisce una flessione del 30,6%.Una contrazione che è in parte con-trobilanciata da una netta crescita inRussia (più 12,4%), in Austria(6,9%) e in Grecia (4,1%). Nei priminove mesi dell’anno ha messo asegno una buona performance ancheil distretto dell’abbigliamento e dellamaglieria di Carpi, anche se con unaccentuato rallentamento rispetto alprimo semestre. La crescita del volu-me dell’export (più 4,8%) è stata tra-scinata dalla Russia (più 31,8%), dalRegno Unito (più 14%), dallaSvizzera (più 12,4%) e ha consentitodi neutralizzare il forte arretramentonegli Stati Uniti (meno 18,3%) e inGermania (meno 8,1%).Per quanto riguarda, in generale, learee di esportazione dei distrettiproduttivi, la Francia si riconfermail principale sbocco commerciale,seguita dagli Stati Uniti, dallaGermania, dalla Spagna. La Russiasi colloca al quinto posto e fa unbalzo in avanti con un più 26%. Sein Europa sono mercati come quel-lo russo, polacco e sloveno a traina-re l’incremento dell’export, si ricon-ferma la capacità di penetrazionedei distretti emiliano-romagnoli inaree come quella del Benelux, dellaDanimarca, e della Grecia, mentre sirafforzano aree come quella delRegno Unito, della Svizzera e del-l’Austria. Oltreoceano si rivela unmercato promettente quello dell’Au-stralia, con una crescita del 31%.Nuove frontiere particolarmenteinteressanti sono costituite da Indiaed Egitto (che crescono rispettiva-mente del 37,8% e del 74,7%. Unpresidio che viene rafforzato è quel-lo degli Emirati Arabi Uniti (l’ex-port aumenta del 42%); in nettaflessione invece le esportazioniverso il Giappone, che calano del17,2%. In flessione anche il merca-to canadese (meno 14,4%), al tredi-cesimo posto

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SCENARI

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QUADERNI&DOCUMENTI

Superato, con tre anni dianticipo, l’obiettivo europeoper il 2010 di avere almeno

il 60% di donne lavoratrici. Nellanostra regione il tasso d’occupa-zione è cresciuto in misura moltorilevante, dal 50% del 1995 al62,1% nel 2007, valore netta-mente superiore, tra l’altro, anchealla media del Nord-Est (57,5%)e, soprattutto, nazionale (46,7%).E sebbene oggi il valore della pro-duzione delle imprese guidate dadonne valga 2,24 miliardi di euro,il 15% in più rispetto al 2004,rimangono alcune disparità trauomini e donne per quanto riguar-da quantità di reddito e qualitàdel lavoro: la strada, dunque, èancora lunga.Se ne è parlato a Bologna al con-vegno "Imprenditoria femminilein Emilia-Romagna - Traiettorie disviluppo e processi di valorizza-zione”, voluto per approfondirecon Università, Censis e Bancad'Italia, i temi su cui si è cimenta-to in questi anni il Programmaimprenditoria femminile dellaRegione Emilia-Romagna.Nell’occasione, è stato illustratoun corposo lavoro d’analisi sul-l’imprenditorialità femminile nelterritorio regionale, realizzato dalProgramma in collaborazione conl’Università di Bologna Diparti-mento di statistica, che coniugal’impresa, le professioni ordinisti-che e il lavoro autonomo, consi-derandole appunto leve pariteti-che dello sviluppo economico delterritorio.Si scopre che le imprese femmi-nili crescono dal 2003 al 2007 dioltre il 5,3%, arrivando a 87.090unità. Si osserva anche un lentoma progressivo aumento dell’in-cidenza delle imprese femminilisul totale delle imprese attive (chepassa a livello regionale dal 19,9%del 2003 al 20,3% del 2007).Quelle in rosa sono realtà preva-lentemente concentrate nei set-tori “tradizionalmente femmini-

li”, legati quindi ad una econo-mia di territorio che assicura coe-sione sociale e qualità.Interessante tuttavia appare unacrescita delle presenze femmini-li in settori considerati maschili.La distribuzione settoriale del-l’imprenditoria femminile siconcentra infatti nel commer-cio (28,6%) seguito dal com-parto agricolo (18,1%); nelquinquennio le attività manifat-turiere (12,1%) cedono la terzaposizione ai servizi nel settoreimmobiliare, informatica e ricerca(14,3%) che da solo assorbe il65% dell’intero volume di cresci-ta delle imprese femminili con unsaldo positivo di ben 2.850 azien-de. Dal punto di vista economico epatrimoniale le imprese femmi-nili presentano indici di redditi-vità positivi. Le imprese di mag-giore dimensione si concentranosoprattutto nei settori della mec-canica e del commercio all’in-grosso, mentre i ricavi maggiori sitrovano nelle aziende del tessile edel comparto alimentare. Leimprenditrici sono in calo: a fine2007 le cariche societarie in capoa donne in Emilia-Romagna sonopari a 233.980, vale a dire il7,6% in meno rispetto al 2003. E’un fenomeno dovuto in particola-re al calo del numero di imprendi-trici agricole, e ciò non rappre-

senta una tendenza non solo digenere. Si riducono in particolarele cariche femminili soprattuttofra le più giovani (18-29 anni) lacui incidenza scende dal 7,8%nel 2003 al 5,4% nel 2007. Talefenomeno tuttavia può esseregenerato da alcune concause:invecchiamento della popolazio-ne, il crescere del livello medio diistruzione che comporta un’entrata nel mondo del lavororitardata, la costante diminuzionedella disoccupazione di quellagiovanile e femminile che almenoin regione fa calare la necessità diricorrere a forme di auto impiego.Rappresenta però anche un defi-cit di ricambio generazionale.Per le giovani donne va meglionelle professioni: “la partecipa-zione ed il livello di reddito dialcune professioni ad esclusivoretaggio maschile sta inverten-do la tendenza nelle nuovegenerazioni in particolare nelleclassi inferiori a 35 anni d’età.Ciò si rileva in particolare nelleprofessioni di medico, notaio,tra i commercialisti, tra i giorna-listi e anche tra i giovani inge-gneri.” In totale sono circa 150mila in regione le professionistedonne, e sono sempre piùnumerose. A livello di reddito,anche tra i professionisti, ladistorsione fra maschi e femmi-ne rimane comunque elevata.

EMILIA-ROMAGNA: DONNE E IMPRESA, IL VALORE DI UN’ESPERIENZA

DICEMBRE 2008 I

All’anagrafe delle imprese inrosa, il segno rimane positivoanche nell’ ultima rilevazionedell’Osservatoriodell’Imprenditoria femminile,l’indagine semestrale realizzatada Unioncamere e dal sistemacamerale. Al 30 giugno scorso,ultima rilevazione disponibile,il numero complessivo delleimprese femminili attive inItalia è di 1 milione 243.824 ilnumero. Per quanto ridotta(+0,45% l’aumento nell’arcodei dodici mesi considerati), lavivacità dell’universo imprendi-toriale femminile spicca al con-fronto della sostanziale immo-bilità del panorama complessi-vo del tessuto imprenditorialedel paese il cui tasso di cresci-ta, nello stesso periodo, hafatto segnare esattamente lozero. In Emilia-Romagna, su 429.171imprese attive, sono 87.474quelle femminili, con una percentuale del 20,38%.

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Quaderni&documenti

II DICEMBRE 2008

ricerca di accordi con altre impre-se. L’innovazione tecnologica èpresente in modo differenziatonelle imprese femminili. Nel setto-re manifatturiero innovano inegual misura le imprese piccole emedie, negli altri settori la dimen-sione diventa un fattore forte-mente discriminante. Gran partedelle innovazioni di processi pro-duttivi in tutti i settori, ha riguar-dato macchinari, attrezzature e ilsistema informativo. Nel compar-to della sanità e dei servizi acqui-stano, invece, particolare rilevan-za le innovazioni collegate al con-trollo di qualità e la certificazione.La maggioranza delle innovazionidel processo produttivo sono svi-luppate dall’azienda stessa. Il set-tore che si avvale di più della col-laborazione di centri di ricerca pri-vati e pubblici è quello dei servizi.Le innovazioni di prodotto vengo-no sviluppate mediante l’introdu-zione di nuovi prodotti e dimiglioramento e/o cambiamentodei prodotti esistenti, in misuraminore si innova attraverso acqui-sto di marchi e brevetti. Le impre-se femminili innovano anche tuttigli aspetti dell’organizzazioneaziendale. L’impresa femminileevidenzia una particolare sensibi-lità al tema della responsabilitàsociale, con particolare attenzio-ne al riciclo di materiali e/o all’uti-lizzo di materiali riciclati, al rispar-mio energetico e alla salvaguardiaambientale. Il tema dell’istituzionedei servizi di conciliazione (asilinido, forme speciali di flessibilità)è rilevante nelle imprese di mag-giori dimensioni. I “tempi” vedo-no ancora la donna imprenditricecostretta tra una mole eccessiva dilavoro “fuori e in casa”. L’aspettoeconomico, legato alla remunera-zione non sembra capace di com-pensare i sacrifici che le donneimprenditrici sono chiamate asostenere per il loro ruolo. Si puòquindi parlare di imprenditorialitàfemminile come presenza nonresiduale dell’economia regionalee con un potenziale ancora tuttoda scoprire per immettere novitànelle dinamiche di cambiamentodel sistema socio-economicodell’Emilia - Romagna.

Èdal 2001 che con i pro-grammi regionali per l’im-prenditoria femminile Legge

215/92, la Regione Emilia-Romagna è impegnata a soste-nere lo sviluppo della presenzafemminile in economia. I risulta-ti consegnati dall’esperienza ditre edizioni del programmafanno parlare di un bilancio d’at-tività positivo. Tra i fiori all’oc-chiello dell’ultima edizione delprogramma c’è l’ elaborazione diinformazioni innovative di gene-re sull’economia regionale ossiala produzione di un “Rapportosull’imprenditorialità femminilein Emilia-Romagna” realizzato incollaborazione con il Diparti-mento di Statistica dell’Univer-sità di Bologna. Un lavoro inno-vativo in Italia per tre scelte fon-damentali effettuate: analizzarecongiuntamente imprese, lavoroautonomo e professionismo,considerando queste leve parite-tiche dello sviluppo economicodella nostra realtà produttiva;ricostruire pur nella limitatezzadelle fonti disponibili, il valoreaggiunto che questo universo dàall’ economia regionale; analiz-zare su un campione d’imprese icomportamenti e le strategie

attuate rispetto ad alcune variabi-li cruciali per lo sviluppo (dimen-sionamento, innovazione, accessoal credito responsabilità sociale,tempi delle imprenditrici e concilia-zione). In un contesto dove ancheattraverso politiche e programmiregionali si è impressa un’accele-razione alle trasformazioni strut-turali di un tessuto produttivoaltamente specializzato e qualifi-cato, “la componente femminiledel mondo produttivo deve esse-re valorizzata e supportata condecisione” come afferma l’asses-sore Duccio Campagnoli, “perchéla partecipazione diffusa delledonne all’economia e al lavoro èun motore dello sviluppo e dellaricchezza economica e sociale deiterritori”. Infatti, le imprese fem-minili crescono dal 2003 al 2007di oltre il 5,3%, concentrate neisettori “tradizionalmente femmi-nili”, legati quindi ad una econo-mia di territorio. Nelle professionila partecipazione ed il livello direddito di alcuni mestieri ad esclu-sivo retaggio maschile, sta inver-tendo la tendenza nelle nuovegenerazioni. Il dato evidenzia ilprogressivo maggior accesso delledonne ad alcune professioni, con-giuntamente all’aumento di colo-

ro che frequentano l’università edin particolare determinate facoltà.Il lavoro parasubordinato e pro-fessionale (fondo di gestioneseparata Inps) vede crescere gliiscritti, anche a fronte di politicheche tendono alla perequazionedelle aliquote contributive e uninnalzamento dell’età media. Ma è dall’indagine qualitativaeffettuata che arrivano le informa-zioni di maggior rilievo. Dal puntodi vista economico e patrimoniale,le imprese femminili presentanoindici di redditività positivi pertutte le dimensioni economiche. Ilvalore della produzione prodottocresce del 15% in più rispetto al2004. I costi del personale perimpresa femminile crescono del15% e sempre nel 2006 comples-sivamente le immobilizzazioniimmateriali (spese per R&S; bre-vetti industriali, opere d’ingegno,concessioni, licenze e marchi)ammontano ad oltre 59 milioni dieuro pari al 10% rispetto al totaledelle immobilizzazioni. Si rivelanoperformance positive dell’indice didisponibilità garantendo unabuona liquidità e solvibilità delleimprese femminili (società di capi-tali). L’indice strutturale relativoalla copertura delle immobilizza-zioni mostra come le fonti difinanziamento interne ed esterneriescono a coprire interamente leimmobilizzazioni e questo appareun dato in crescita. Questi appaio-no inoltre condizioni fondamenta-li anche per affrontare periodi didifficoltà e ristrutturazione. L’impresa femminile ricorre inmodo diffuso ad associazioni dicategoria specialmente nelle fasi diavvio, riflettendo una volontà diaggregazione e di sentirsi parte diuna rete, confermata anche dalfatto che le strategie di amplia-mento dichiarate passano dalla

Imprenditrici e professioniste in prima linea per lo sviluppo dell’economia dell’Emilia-RomagnaDal Programma regionale per l’imprenditoria femminile, i dati e le infor-mazioni qualitative sui principali aspetti della vita delle imprese e delle pro-fessioni gestite da donne

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DICEMBRE 2008 III

L’imprenditorialità femminile inItalia e in Emilia-Romagna acqui-sisce una dimensione sempre piùrilevante, non solo in terminipuramente economici, ma anchecome ricadute a carattere sociale.I molteplici aspetti sollevati dal-l’imprenditorialità femminile sonotali da meritare una particolareattenzione.La Regione Emilia - Romagna, nelsuo Statuto e nei suoi Documentidi programmazione, forniscepunti di riferimento anche meto-dologici per rimuovere gli ostaco-li alla realizzazione delle pariopportunità. La Regione ha inol-tre istituito, con propria delibera-zione n. 1057/06, l’”Area d’inte-grazione del punto di vista digenere e valutazione del suoimpatto sulle politiche regionali”,al fine di affrontare le politiche dipari opportunità di genere inmodo integrato, con un approc-cio coerente con le indicazionicomunitarie.Come spega Sonia Di Silvestre,coordinatrice del programma IF,”l’obiettivo generale delle politi-che regionali per lo sviluppo,attraverso le programmazioniattuate e quelle da realizzare, è dicollocare stabilmente l’Emilia-Romagna nel contesto delleregioni europee di eccellenza,esemplari per il loro dinamismosocio-economico, per la capacitàd’innovazione e per la qualitàsociale. È proprio in questo conte-sto che hanno trovato spazio lepolitiche di sviluppo locale legatein particolare all’impresa e al lavo-ro autonomo femminile”. Glistrumenti programmatici cheaccompagnano il processo di svi-luppo territoriale in Emilia-Romagna, sono diversi: Docup,Programma Triennale per leAttività Produttive, PRIITT, POR,e i Programmi Regionali per l’im-prenditoria Femminile (tre edizio-ni realizzate dal 2002).

Uno sguardoalle politiche di genere

INNOVAZIONEProgramma Triennale per le Attività Produttive 2003-2005:· Generazione di nuove attività imprenditoriali e profes-

sionali ad alto contenuto tecnologico, priorità per glispin-off a conduzione prevalentemente femminile(Misura 3.2, Azione B)

Docup Obiettivo 2· Misure per Innovazione e qualificazione imprenditoriale

della piccola impresa (misura 1.2), premialità per leimprese femminili

Programma regionale per l’ imprenditoria femminile legge215/92 VI Bando· Work-shop su “Imprenditrici e professioniste per

Innovare” all’interno dell’iniziativa Research ToBusiness (3-4 Maggio 2007)

· Azioni di promozione per azioni di matching fra ricerca-trici e sistema delle imprese in collaborazione con leUniversità della Regione

· Premio “Imprenditrici e professioniste per innovare” · Seminari territoriali di diffusione delle opportunità per

imprese, imprenditrici e professioniste sul tema dell’in-novazione e della ricerca

· Partecipazione delle imprese femminili a R2B (Giugno2008) con stand e Workshop “Women in Innovation”

RETI E SERVIZI Programma triennale per le Attività Produttive 2003-2005:· Interventi a favore della messa in rete di servizi rivolti al

territorio (Misura 7.1), priorità per progetti diretti a favo-rire l’impresa femminile e giovanile e le pari opportunità

· Contributi a reti di imprese per progetti di qualità e inno-vazione organizzativa (Misura 2.1, Azione B), premiate lereti con imprese femminili

· Contributi a sostegno di progetti di forme associative dilavoratori autonomi (Misura 4.1, Azione A) premiatiinterventi di integrazione e collaborazione tra più sog-getti associativi per lo sviluppo di servizi congiunti, dipromozione di pari opportunità

Programma regionale per l’ imprenditoria femminile legge215/92 VI Bando:· Censimento reti web imprenditoria femminile · Tavolo regionale Imprenditoria Femminile

STRUTTURAZIONE – QUALIFICAZIONEProgramma Triennale per le Attività Produttive 2003-2005:· Contributi per iniziative d’informazione, formazione, stu-

dio e ricerca, per la diffusione degli strumenti finanziarivolti alla capitalizzazione delle piccole e medie imprese(Misura 1.3, Azione B) con particolare attenzione aglistrumenti finanziari utili a favorire l’imprenditoria fem-minile e giovanile

· Interventi a sostegno della crescita d’impresa (Misura1.1 azione A), priorità per l’impresa femminile e giovanile

· Interventi a sostegno della crescita e dello sviluppocompetitivo delle imprese artigiane attraverso il soste-gno agli investimenti innovativi (bandi 2006, 2007 aisensi dell’art. 40 comma 1 lettera d) della legge regio-nale 3/1999), previsto un abbattimento nella misura cor-rispondente all’80% del tasso ufficiale di riferimento perimprese giovanili e femminili

Docup Obiettivo 2· Interventi per la qualificazione e il sostegno delle impre-

se del turismo (Misura 1.3), priorità per le imprese fem-minili a livello provinciale

· Interventi per la valorizzazione delle attività commercia-li in zone sfavorite (Misura 1.3b), priorità per le impresefemminili a livello provinciale

CREDITOProgramma triennale per le Attività Produttive 2003-2005:· Fondi regionali di garanzia per l’accesso al credito

(“Interventi a sostegno della crescita d’impresa” eMisura 1.1 azione A; “Creazione di nuove imprese ericambio generazionale: interventi regionali”) prioritàper le imprese femminili e giovanili

Programma regionale per l’ imprenditoria femminile legge215/92 VI Bando· Mappatura del fabbisogno di credito delle imprese e

delle imprenditrici, benchmarking delle esperienzenazionali e regionali per la facilitazione dell’accesso alcredito delle imprese femminili e delle professioniste

TEMPIProgramma triennale per le Attività Produttive 2003-2005:· Contributi a reti di imprese per progetti di qualità e inno-

vazione organizzativa (Misura 2.1, Azione B). Progettiper l’avvio o lo sviluppo di nuovi servizi, a livello di retedi imprese, finalizzate a favorire la conciliazione deitempi di vita e di lavoro

· Contributi a progetti finalizzati all'integrazione e allo svi-luppo delle imprese cooperative emiliano - romagnole(Misura 2.2, Azione B, LR 22/90, art.5), richiesti progetti disperimentazione di sistemi organizzativi per la concilia-zione dei tempi e di stimolo alla creazione di imprese coo-perative, in particolare nei settori dei servizi alla famiglia

RESPONSABILITÀ SOCIALEProgramma triennale per le Attività Produttive 2003-2005· Misura 2.1 - Azione C. Ricerca, sperimentazione e realiz-

zazione di sistemi di adozione della responsabilità socia-le. Interventi diretti a sviluppare una cultura imprendito-riale e ambienti di lavoro socialmente responsabili

PROFESSIONI E LAVORO INDIPENDENTEProgramma triennale per le Attività Produttive 2003-2005· Contributi ai lavoratori autonomi e contributi ai Liberi

professionisti (Misura 4.1 e 4.2)Docup Obiettivo 2· Sostegno a progetti professionali (Misura 1.4 azione B)Programma regionale per l’ imprenditoria femminile legge215/92 VI Bando· Monitoraggi degli interventi · Social Network per giovani creativi, studio di fattibilità e

implementazione del portale

DISUGUAGLIANZE NELLE CARRIERE E NEL LAVOROProgramma triennale per le Attività Produttive 2003-2005· Contributi a reti di imprese per progetti di qualità e inno-

vazione organizzativa (Misura 2.1, Azione B), priorità perprogetti a favore della crescita e del coinvolgimento dirisorse umane femminili e giovanili

· Contributi per i progetti di Qualità (misura 2.1 Azione A)concernenti l’innovazione organizzativa, previsto il cri-terio della valorizzazione delle risorse umane anche nel-l’ottica del riconoscimento delle diversità di genere.

· Contributi a progetti finalizzati all'integrazione e allo svi-luppo delle imprese cooperative emiliano - romagnole(Misura 2.2, Azione B, LR 22/90, art.5), richiesti progettiche prevedono una partecipazione prioritaria di coope-rative femminili, incentivano la presenza femminile neiruoli decisionali e nei settori innovativi

· Interventi per lo sviluppo e la qualificazione dell’impre-sa cooperativa (Misura.2.2 azione A – art 2 legge 22/90),previsti progetti per la promozione e valorizzazione dellapresenza femminile nelle imprese cooperative in parti-colare nei consigli di amministrazione e nel manage-ment delle imprese cooperative

Le scelte operate ad oggi da parte dell’Amministrazione pubblica hanno in qualche modoinfluenzato le dinamiche dell’imprenditorialità femminile locale di cui è stato possibile indi-viduare specifiche parole chiave incrociate nelle tabelle alle misure regionali attuate neglianni 2003-2007.

Quaderni&documenti

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Quaderni&documenti

IV DICEMBRE 2008

Le indicazioni dell’Osservatorio regionale delle Camere dell’Emilia-RomagnaL’Emilia-Romagna vanta a livel-lo nazionale una delle più ele-vate partecipazioni femminili almercato del lavoro, al punto daaver già raggiunto gli obiettivifissati per il 2010 dalla strategiadi Lisbona. Nell’ambito dell’im-prenditoria femminile alla finedel 2007 si continua a registra-re, invece, un’incidenza sul tota-le delle imprese attive più conte-nuta rispetto a quella media delPaese (20,3 % a fronte dellamedia nazionale del 24,0 %).Questo diverso posizionamento

si può correlare alla diversa (eminore) incidenza dell’autoim-piego a livello regionale. Come ènoto, il fenomeno dell’autoim-piego tende ad essere più consi-stente nelle aree nelle quali ilmercato stenta ad assorbire l’of-ferta di lavoro. L’Emilia-Romagna,invece, si caratterizza per unasituazione prossima alla pienaoccupazione e le decisioni di apri-re un’attività imprenditoriale sono,quindi, meno influenzate dallostato di necessità a cui si è fattogià riferimento.“In Emilia-Romagna – spiegaUgo Girardi, segretario generaleUnioncamere Emilia Romagna –è da tempo maturata la consape-volezza che la promozione del-l’imprenditoria femminile costi-tuisce una politica con valenzagenerale. Serve, in altre parole, a

promuovere sviluppo e crescitaeconomica tout court. “La pro-pensione delle donne a crearenuove attività imprenditoriali puòrivelarsi - prosegue Girardi - comeindicato anche nella Carta euro-pea per l’uguaglianza e la paritàtra le donne e gli uomini nella vitalocale, un fattore trainante dellosviluppo economico e contribui-sce a determinare crescita del PILe occupazione aggiuntiva”.Dal 2003 al 2007 il numero delleimprese femminili attive in regio-ne è aumentato di 4.395 unitàin valore assoluto e del 5,3 in ter-mini percentuali. Nello stessoarco di tempo, il complesso delleimprese attive in Emilia-Romagnaè cresciuto del 3,5 per cento. Alivello nazionale l’aumento delleimprese femminili è stato pari al 5,8per cento, a fronte di un aumentocomplessivo delle imprese attivepari al 3,6 per cento. I dati ribadi-scono anche in ambito regionaleil maggior dinamismo imprendi-toriale delle donne, con conse-guente lento ma costante aumen-to dell’incidenza delle impresefemminili sul totale delle impreseattive (dal 19,9 % del 2003 al20,3% del 2007).Alle spalle dei servizi si collocanoalcuni comparti del manifatturie-ro orientati alla moda: confezionidi vestiario, abbigliamento (48,3%) e tessili (42,3 %). In tutti gli

altri settori si registrano incidenzeinferiori al 40 per cento, fino adarrivare ai valori minimi delleindustrie edili (3,9 %) ed energe-tiche (3,0 %). Dal quadro cono-scitivo esce l’indicazione cheanche in Emilia-Romagna i retag-gi culturali del passato continui-no ad esercitare un ruolo impor-tante nella scelta dell’attività daparte delle imprenditrici. Altroaspetto da evidenziare riguardal’intensità della presenza femmi-nile nelle imprese che possiedo-no i requisiti previsti dalla norma-tiva di riferimento. Un’impresapuò essere definita femminile sesi caratterizza per una presenzadelle donne maggioritaria, forteo esclusiva. Prendendo come universo di rife-rimento le imprese attive iscritteal Registro camerale, si delineauna prevalenza della presenzafemminile di carattere esclusivo.A fine 2007 l’esclusività rappre-sentava il 93,8% delle impresefemminili (a fronte del 93,1% nel2003). A livello nazionale la parte-cipazione delle donne alle impresefemminili ha assunto il carattere diesclusività con una frequenza parial 95,4% (in aumento rispetto al94,6% del 2003). Nell’arco di tempoconsiderato, la presenza femmini-le maggioritaria in Emilia-Romagnaè rimasta costante, con variazionimolto contenute (tra l’1,1 e l’1,2per cento). La presenza forte sem-bra invece mostrare una tendenzaalla contrazione (dal 5,8% del 2003al 5,1% del 2007). La presenzaesclusiva evidenzia una tendenzaall’aumento della proprio peso,passando dal 94,6% al 95,4%.Quando le donne gestiscono unaimpresa, sembrano insomma opta-re in prevalenza per la collaborazio-ne con altre donne. Le donne cer-cano altre donne: le due “metà delcielo” difficilmente si mescolano alcomando delle aziende, a confer-ma di stili imprenditoriali differenti.Tali cifre vanno peraltro correlateal cospicuo peso delle imprese

Imprese femminili in Emilia-Romagna (2003-2007: valore assoluto e incidenza percentuale).

Ugo Girardi, segretariogenerale Unioncamere

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Quaderni&documenti

DICEMBRE 2008 V

individuali tra le imprese femmini-li, che rientrano ovviamente nelladefinizione di presenza esclusiva.Anche se l’incidenza (67,5 %)delle imprese individuali sul totaledelle imprese a conduzione fem-minile attive risulta in Emilia-Romagna alla fine del 2007 sensi-bilmente inferiore alla medianazionale e in costante diminuzio-ne: l’aumento del peso delleimprese esclusivamente femminilisul totale non può, quindi, essereattribuito alla dinamica delleimprese individuali. Anche InEmilia-Romagna per le impresefemminili si delinea la tendenzaall’irrobustimento della strutturaproduttiva testimoniata dal piùfrequente ricorso alle società dicapitali, più strutturate e caratte-rizzate spesso da una maggiorefficacia dell’attività produttiva. In ambito regionale è interessanteanalizzare anche i dati su chigoverna e chi fa funzionare (ilmanagement) l’impresa. A fine2007 le cariche ricoperte dadonne sono risultate nel territorioregionale 233.980 (lo 0,9 % inmeno rispetto al 2006) Le carichericoperte dalle donne nelle impre-se sono nella maggior parte deicasi quelle di amministratrici(37,8 %) e titolari (25,1 %);seguono le cariche di socio (20%), le “altre cariche” e i soci dicapitale (entrambe con l’8,5 %).La tipologia dei “soci di capitale”appare in costante declino: dalle46.631 unità del 2003 si è pro-gressivamente scesi alle quasi20.000 del 2007, con riduzionedell’incidenza dal 18,4 all’8,5 %.Di contro si assiste al rafforzamen-to della compagine degli ammini-stratori, il cui peso passa dal 32,5al 37,8 %.Analizzando l’imprenditoria fem-minile dal punto di vista della capi-talizzazione, tra il 2003 e il 2007 èstato imboccato un percorso dirafforzamento. Le imprese capita-lizzate hanno acquisito un pesomaggiore, parallelamente alla cre-scita delle società di capitale.Anche da questo punto di vista, èin atto un processo di rafforza-mento delle imprese, più struttu-rate e, quindi, in grado di affronta-

re con maggiori possibilità di suc-cesso la sfida del mercato globale.Nel 2003 quasi il 64 % delle impre-se “rosa” non disponeva di capita-li, a fronte del 58,7 % nel 2007. Lastessa incidenza nei confronti delleimprese attive complessivamenteconsiderate era nel 2003 pari al60,1 % e nel 2007 al 57,4 %. Laforbice di 3,8 punti percentuali nel2003 si riduce a fine 2007 a 1,3punti. Le imprese femminili hannoin sostanza marciato più veloce-mente verso la capitalizzazionerispetto alla velocità di marcia del-l’universo delle imprese. Il fenome-no ha riguardato tutte le classi dicapitale, assumendo una qualcherilevanza nella classe oltre i 5 milio-ni di euro. Nel 2003 le impresefemminili appartenenti a questaclasse erano appena 14, per un’in-cidenza percentuale dello 0,02 %.Quattro anni dopo il loro numeroera salito a 336, con un aumentodella quota allo 0,4 %.

Il Registro camerale conserva ledate di iscrizione originaria delleimprese, consentendo di compie-re delle analisi di tipo “demogra-fico”. I dati relativi all’imprendito-ria femminile, classificati per datadi iscrizione, evidenziano un tassodi “giovanilismo” superiore alvalore complessivo: le impresefemminili iscritte dal 2000 inEmilia-Romagna, sono arrivate arappresentare nel 2007 il 43,8 %del totale, a fronte di un valoremedio complessivo pari al 42,8 %.Tra il 2003 e il 2007, le impresefemminili iscritte dal 2000 sonocresciute dell’89,1 %, a frontedell’aumento del 78,5 % del tota-le delle imprese iscritte al Registro.Questi dati confermano la vali-dità dell’impostazione degli inter-venti pubblici adottati in ambitoregionale per promuovere le pariopportunità. L’Emilia-Romagnapresenta un’incidenza percentualedi imprese femminili iscritte dal-

l’anno 2000 più ridotta rispettoalla media nazionale (46,2 %). Ilmaggior tasso di “giovanilismo” siriscontra in regioni del Sud comeCalabria e Campania, con quotepari rispettivamente al 52,1 e 50,1%. Come già sottolineato, in alcu-ni casi la creazione di imprese fem-minile diventa l’unica risposta allamancanza di una prospettiva dilavoro alternativa. In altri casi puòessere l’espressione della pienaemancipazione femminile, matu-rata in un contesto che consentealla donna di scegliere liberamen-te il proprio destino. In altre situa-zioni ancora il contesto economicopuò essere molto avanzato mal’opportunità sociale consiglia alladonna di limitare la propria pre-senza attiva nel mondo economi-co. L’Italia da questo punto di vistapresenta situazioni molto variega-te sia per classi di età, sia geogra-ficamente sia, ancora, per grupposociale di provenienza.

E m il ia -R o m a g n a

1 0 ,2 %

2 1 ,3 %

6 7 ,5 %

1 ,1 %

S di K S di P Imp ind Altre

Ita l ia

9 ,2 %

1 9 ,6 %

1 ,4 %

6 9 ,8 %

S di K S di P Imp ind Altre

Forme societarie delle imprese femminili nel 2007. Emilia-Romagna ed Italia a confronto

20,6 21,3 21,020,1 19,4

22,2

20,3

17,3

22,1

20,3

24,0

15,016,017,018,019,020,021,022,023,024,025,0

BO FE FC MO PR PC RA RE RN Em-Rom

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Incidenza delle imprese femminili sul totale nelle province in Emilia-Romagna

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Quaderni&documenti

Era il 20 maggio 1999 quan-do il Ministero delle Atti-vità Produttive e Unionca-

mere italiana firmavano ilProtocollo d’intesa per il soste-gno e la promozione dell’im-prenditoria femminile, che pre-vedeva la possibilità di costruireun Comitato in ogni Camera dicommercio. Nasceva in quelmomento la rete dei Comitatiper l’imprenditoria femminile,che, composti da rappresentan-ti delle associazioni di categoriapresenti sul territorio, hanno ilcompito di realizzare e favorireazioni promozionali a 360 gradiper la valorizzazione dell'im-prenditoria femminile, tra cuiproprio in questi mesi il concor-so “Maglia rosa” (che scadeva il31 dicembre 2008) ideato per

scoprire nuovi talenti, premiarele imprese e valorizzare le atti-vità dei soggetti che operanoper favorire le pari opportunità,il rispetto dell’ambiente e delterritorio, la qualità del lavoro el’innovazione.“L’esperienza del Protocollod’intesa e la nascita dei Comita-ti nelle Camere di commercio èdavvero straordinaria. – sotto-linea Mariangela Gritta Grainerdi Retecamere - Sono in campocentinaia di donne brave, intel-ligenti, animate da impegno epassione. I Comitati operano“dall’interno” delle Camere dicommercio, ma “fuori”, nelsenso che si proiettano conautonomia nel contesto ester-no. Nascono dall’idea che sel’impresa è “neutra” l’impren-

ditore non lo è: donna o uomoè differente”.I Comitati rappresentano difatto una rete permanente dimonitoraggio, attraverso glistrumenti attivati dal sistemacamerale, primo fra tutti l’osser-vatorio dell’imprenditoria fem-minile che dal dicembre 2002,aggiorna i dati statistici quanti-tativi relativi alle imprese fem-minili (e non) ogni sei mesi, con-sentendo una lettura “di gene-re” e non “separata” della realtàproduttiva del nostro paese.In occasione del lancio delprimo “Giro d’Italia delle donneche fanno impresa”, che hafatto tappa in sei città ed inEmilia-Romagna a Piacenza,sono stati aggiornati a fine2007, i dati statistici di “Impresain genere”, il primo Rapportonazionale sulle imprese femmi-nili, realizzato nel 2004 daUnioncamere e Ministero delleAttività produttive, che resta unprezioso punto di riferimentoper le statistiche territoriali.Unioncamere, Dipartimento perle Pari Opportunità e Ministeroper lo Sviluppo Economico stan-no lavorando al Secondo Rap-porto sull’Imprenditoria femmi-nile che sarà pronto nei primimesi del 2009.

VI DICEMBRE 2008

L’attività dei Comitati per l’imprenditoria femminile del sistema camerale

Quando il network per l’imprenditoria femminile ha incominciato ad acquisire consistenza è emersa la necessità di costruire uno strumento di informazione e di coordinamento coerente con la particolarità della rete dei Comitati: si è attivato così il portale www.if-imprenditoriafemminile.itche ha reso visibile, autorevolela rete dei Comitati e l’impegnodel sistema camerale per il suoconsolidamento e sviluppo.

Giovanna Gozzi (settore industria), Rita Pelatti(artigianato), Roberta Roncarati (agricoltura),Olga Bardelli (commercio), Bruna Musso (ser-vizi) sono le cinque vincitrici del Premio perl’imprenditoria femminile assegnato nel corsodi una cerimonia al Baluardo della Cittadellacon la partecipazione delle 33 candidate. Un premio speciale è stato attribuito a MirellaFreni, famosa in tutto il mondo che ha dedica-to la vita al bel canto fin dalla più tenera età.Il premio consiste in una spilla d’oro che ripro-duce un reperto dell’età del bronzo conserva-to nel Museo civico di Modena (fibula condecorazione figurata ad anatrelle rinvenuta aSavignano sul Panaro).L’iniziativa è stata organizzata da Provincia eCamera di Commercio di Modena, in collabo-razione con il Comitato per la promozione del-l’imprenditoria femminile presieduto da CatiaAllegretti.La Giuria che ha selezionato le vincitrici eracomposta da Silvia Manicardi, Presidente diLicom, da Antonella Silingardi di Unicredit eda Federica Nannetti della Provincia diModena. “Le imprenditrici premiate, ma anche tutte le

altre partecipanti – commenta Catia Allegretti– rappresentano l’importante ruolo svoltodalle donne nella realtà economica modenese.Questo premio è il riconoscimento delle capa-cità creative e innovative di cui le donne sonoportatrici nelle aziende e nell’economia”.

Premio per l’imprenditoria femminile 2008ecco le cinque vincitrici. Per loro una fibula d’oro

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Quaderni&documenti

DICEMBRE 2008 VII

Donne e innovazione. Un binomio che in Emilia-Romagna è meno insolito di quanto si possa pensaree che rimane ancora poco conosciuto. Per far emer-gere e valorizzare le esperienze di innovazione alfemminile, la Regione Emilia-Romagna ha indetto ilbando di concorso “Imprenditrici e professioniste perInnovare”, un modo con cui si è voluto dare voce atutte quelle donne, imprenditrici ma anche lavoratri-ci autonome, che hanno promosso innovazione nelleloro attività. L’innovazione è intesa come tecnologicama anche applicata all’organizzazione del lavoro, allepolitiche di marketing, alle modalità di vendita deiprodotti e servizi, al rivolgersi a nicchie di mercatoinesplorate. “La presenza delle donne nei settori innovativi èancora scarsa ma non inesistente. La diffusa impren-ditorialità femminile in regione ha ancora oggi con-notati fortemente tradizionali, ma ci sono importantisegnali di cambiamento, forse poco raccontati”spiega Sonia Bonanno coordinatrice del Concorso.“Con questa iniziativa abbiamo voluto dare visibilitàalle esperienze femminili di innovazione che operanosul territorio e, soprattutto far dialogare tra di loro leimprenditrici, e le lavoratrici autonome, promuoven-do una maggiore qualificazione dell’imprenditorialitàfemminile”.Il concorso prevedeva due sezioni, Imprese (a) eProfessioni (b): oltre all’obbligo di risiedere in Emilia-Romagna, con sede legale e operativa, eranoammesse a partecipare giovani micro e piccoleimprese (sul mercato da non più di sette anni) a pre-valente partecipazione femminile – con una titolaredonna o con una maggioranza rosa nella compaginesocietaria – o aziende che, al momento della presen-tazione della domanda, avessero almeno una donnacome socia fondatrice e promotrice. Le domandepervenute sono state complessivamente 128 datutto il territorio regionale, con più di 80 per la sezio-ne imprese e le restanti per la sezione professioni.Dopo una valutazione operata da apposita Commissio-ne, all’esperienza più innovativa per ciascuna sezione èstato assegnato un premio di 5.000 euro, oltre ad unaserie di menzioni speciali affidate ad altre esperienzeimprenditoriali e professionali che si sono particolarmen-te distinte. L’assegnazione, e quindi i criteri di valutazio-ne hanno tenuto conto di originalità del progetto rispet-to al contesto di mercato; presenza di elementi tecnolo-gici; sfruttamento dei risultati della ricerca, quindi even-tuali collaborazioni dell’azienda con università, centri diricerca e parchi tecnologici; capacità dell’esperienzainnovativa di produrre vantaggi durevoli; evoluzione delgiro d’affari dell’impresa; coerenza e completezza delleinformazioni fornite.

Per la Sezione Imprese ha vinto il progetto presenta-to da Romina Pozzi per l’azienda Analytical ResearchSystems Srl. Mentre per la “professioni e lavoroautonomo” il premio è stato assegnato al progettopresentato da Maria Beatrice Corvi, consulenteambientale e urbanista della Provincia di Parma.Menzioni speciali sono andate, per la SezioneImprese, ai progetti di Silvia Vertuani, (dell’aziendaAmbrosialab Srl); Doriana Esposito (U-Series Srl);Alessia Berzolla, (Spectre Snc); Rossella Terragni,(Centro Oncologico Veterinario Srl); Maria PaolaCosti (Tydockpharma srl); Elena Roda, (ArchimedeR&D Srl). Per la Sezione Professioni le menzioni asse-gnate hanno riguardato Gloria Minarelli, agronoma;Federica Benatti architetto; Daniela Savi commercia-lista e consulente finanziario.

La Regione Emilia-Romagna premia le imprese e le professioni femminili innovative

Il programma IF è stato premiato come “buona prassi”. Il premio è stato consegnato in occasione del Forum PA 2007 (fiera dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione) dall’Osservatorio Donne nella PA. Un ulteriore riconoscimento è stato conferito dalla Commissione Europea DG Imprese che nell’ambito di una propria iniziativa di ricerca di buone prassi nell’ambito delle attività svolte nei singoli Stati membri sul tema dell’Imprenditorialità Femminile Innovativa, ha segnalato il Programma Imprenditoria Femminile2007/2008, di particolare significatività ed efficacia in special modo per favorire l’innovazione.

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VIII DICEMBRE 2008

Quaderni&documenti

Iposti di potere, a Bologna,diventano negli ultimi tempisempre più “rosa”. La prima

è stata Federica Guidi, recente-mente salita sulla poltrona diguida dei Giovani di Confindu-stria. Poi Francesca Menarini ,della famiglia di costruttori piùprestigiosa sotto le Due Torri, èdiventata la prima presidentedonna del Bologna FootballClub e divide il titolo di first ladydel calcio italiano con la romanaRosella Sensi. Ancora, c’è EthelFrasinetti diventata direttoreoperativo di Legacoop, e IlariaManghi alla guida di Alma Gra-

duate School, il supermaster inmanagement dell'Ateneo felsi-neo. Non solo più imprenditrici,ma donne con le leve del pote-re in mano. E altrettante sono ledonne che hanno raggiunto iltop dell’eccellenza.La Cna dell’Emilia- Romagna neha premiate cinque, perchè,investendo in pratiche manage-riali e gestionali innovative più dialtre hanno consentito alle loroaziende di tradurre le risorse e lecompetenze acquisite in valore.L’elenco delle donne premiateinizia con Melissa Alpi di XPeddi Faenza, azienda, fondata nel2003, che ha quattro addetti ed èspecializzata in spedizioni inter-nazionali e logistica integrata; haun fatturato di 420 mila euro edopera in un mercato mondiale. Melissa Alpi presidia l’area com-merciale dell’azienda, segue l’av-vio di nuovi progetti, monitora irapporti con clienti e fornitori. Poic’è Roberta Bartoli di Lirmafoodsdi San Martino in Rio (ReggioEmilia) azienda specializzata nellaproduzione di gnocchi di patate,tradizionali e ripieni. Ha 27 addetti, opera in un’areadi mercato mondiale ed ha rea-lizzato un fatturato di 5 milioni dieuro. Roberta Bartoli, dopo annid’esperienza in un’azienda delsettore alimentare, nel 1997,insieme al marito e ai nipoti,decise di realizzare un proprioprogetto imprenditoriale. Il suoruolo è quello di responsabiledell’area amministrativa, fortedelle competenze acquisitedurante il proprio iter professio-nale. Nel 2002, alla scomparsadel marito, acquisì maggioriquote societarie e avviò una rior-ganizzazione dell’intera strutturaaziendale. Ancora, ManuelaVignudelli di Marol di Bologna,azienda che si si dedica alla pro-duzione di camicie da uomo con-fezionate con criteri sartoriali.Oggi ha 30 addetti ed opera sunumerosi mercati esteri, quello

statunitense in testa. Il fatturatoè stato di 2 milioni di euro. Manuela Vignudelli, figlia deifondatori dell’impresa, laureatain lingue straniere, entrata inazienda agli inizi degli anni ’80,quando Marol si affacciava suimercati europei, con la responsa-bilità del mercato estero, oggi,socia insieme alla madre, è diret-tore commerciale e si occupaanche della supervisione dell’or-ganizzazione e pianificazioneproduttiva. Altra imprenditricepremiata da Cna è FrancescaZecca di Edillegnodue di Fidenzanata 30 anni fa come impresafamiliare nel settore della produ-zione, restauro e commercio diserramenti ha oggi 18 addetti, unfatturato di 3 milioni di euro edun mercato regionale. In aziendaFrancesca, entrata nel 2005,dopo la laurea e un’esperienzanel mondo Eni dove aveva matu-rato e costruito forti competenzegestionali e finanziare, ha pun-tato subito su progetti e stru-menti di gestione innovativi,aggiornando gli approcci dimarketing e introducendo unapiattaforma informatica per laproduzione e gestione dei datidi prodotto e di commessa. Tra le manager, Cna ha premiatoMelania Fabbri di EuroserviceImpianti di Bertinoro, azienda,nata nel 1999, che si occupa dellarealizzazione di impianti di pipeli-ne di grandi dimensioni, metano-dotti, oleodotti, gasdotti e acque-dotti; ha 110 addetti, un fattura-to di 9 milioni di euro ed opera suun’area di mercato mondiale. Melania Fabbri, laureata in eco-nomia e gestione aziendale operain azienda dal 2000 ed oggi èrappresentante della direzione eresponsabile della contrattualisti-ca e delle gare d’appalto; super-visiona l’intera area amministrati-va e presidia le strategie legate almiglioramento continuo interve-nendo nelle scelte decisionalidella direzione.

Imprenditoria femminile, casi di eccellenza premiati

L’invito per i suoi coetanei è quello di tirare fuori la grinta eguardare con ottimismo al futuro, senza lamentarsi troppodell’oggi. Ethel Frasinetti, classe 1977, è, da pochi mesi, ilnuovo direttore generale di Legacoop Bologna, caricaassunta dopo una carriera tutta nell’associazione, dove hagià ricoperto incarichi importanti: nel 2005 è entrata a farparte dello staff di presidenza, come responsabile delle rela-zioni esterne, ed è tra le promotrici di LegacoopGenerazioni, il network dei giovani cooperatori di LegacoopEmilia-Romagna. Della sua nomina il presidente della Lega GiampieroCalzolari, serve per “favorire il ricambio generazionale eaiutare il movimento a ragionare in maniera nuova". Ildirettore generale conferma: “questa non è un'operazionedi immagine ma un segnale tangibile di rinnovo, anche delleidee e dei progetti. La mia generazione ha un handicap:quello di non avere una percezione collettiva di sè. Questoè un diserbante per il paese e fa sì che le persone si ritirinonel privato. Vorrei contribuire a far sì che i trentenni venga-no motivati". Del suo esser donna la Frasinetti manager porta nell’asso-ciazione “quella voglia di andare in porta tipica di noialtre”,ma “non mi vedrete mai sbandierare la questione femmini-le: credo piuttosto che oggi i giovani debbano essere coin-volti a prendersi un pezzo di responsabilità". Nei primi mesidi lavoro l’attenzione della Frasinetti si è concentrata suitemi prettamente organizzativi, mirando a “impostare unamodalità di lavoro più stretta e collegiale, in modo da rinfor-zare i momenti di confronto e di dialogo interno”.

Legacoop Bologna:ricambio con Ethel Frasinetti

Ethel Frasinetti

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25 hanno realizzato innovazioni diprocesso, 14 di prodotto, mentre 10le hanno attuate entrambe. Il periodoa cui si riferiscono queste innovazio-ni varia per lo più dal 2000 al 2007,e si riferisce a un lasso di tempo quin-di molto vicino, a testimoniare comel’innovazione si possa tradurreimmediatamente in un vantaggioanche economico. Le innovazioni diprocesso descritte da 35 delle 29imprese innovatrici, inoltre, sononella loro quasi totalità innovazioninon sviluppate internamente dall’a-zienda stessa, ma adottate più omeno per intero attraverso l’acquisi-zione di macchinari e tecnologiemesse a punto da altre aziende. Iltrend viene confermato anche quan-do l’innovazione deriva da sistemiinformatici nuovi, comunque ‘ester-ni’ all’azienda.Ciò che colpisce dall’indagine di CnaRimini è l’ampiezza del campioneinnovatore: il 60%. Questo significache su tutto il tessuto delle piccoleimprese riminesi, circa 400, è possi-bile stimare che abbiano innovatopiù di 200 imprese. Uno dei dati che

balzano all’occhio è che ‘azienda gio-vane’ non significa per forza ‘aziendainnovatrice’. Anzi: è spesso il contra-rio. L’età delle aziende che hannodichiarato di non innovare è decisa-mente minore della media campiona-ria per una data tipologia legale. Lesocietà di capitale sono in media piùgiovani delle società di persone edelle ditte individuali, ma in ognicategoria comune non sono le piùgiovani a innovare. Si tratta – comespiega l’indagine di Cna – di un cam-panello di allarme. Per quantoriguarda invece le dimensioni diun’azienda, l’aspettativa che un’a-zienda più grande sia più propensa ainnovare trova una parziale confer-ma nei dati, dove però una netta dif-ferenza di dimensioni si riscontrasolo per i settori chimica e meccani-ca, mentre in tutti gli altri settori ledifferenze sono minime.Per quanto riguarda le innovazioni diprocesso, le aziende che le hannoaffrontate sono più vecchie dellamedia, così come le aziende innova-trici di prodotto, mentre sono state leaziende più giovani ad aver portato

INNOVAZIONE

Delle 81 imprese indagate,32 dichiarano di nonaver introdotto alcunainnovazione, mentre 49

hanno risposto affermativamente,avendo realizzato chi innovazioni diprodotto, chi di processo, chientrambe. Sono questi alcuni dei datiche emergono dal rapporto annuale

sull’economia della pic-cola industria rimineserealizzato da Cna, cheha avuto come focusproprio il tema dell’in-novazione “tra compe-titività e sviluppo d’im-presa”. A partire dallaconsiderazione che l’in-novazione è essenzialeper determinare la dina-mica della crescita eco-

nomica di lungo periodo, dell’occu-pazione, della produttività, e dell’a-pertura di nuovi mercati, l’indagineha cercato di fornire un’accuratadescrizione quantitativa dello statodell’innovazione sul territorio e dicostruire un indice di redditività del-l’innovazione stessa.I questionari somministrati a 81aziende (campione rappresentante il20% delle piccole imprese del terri-torio riminese) chiedevano agli inter-vistati di rispondere basandosi sullaloro esperienza innovativa in unperiodo molto recente, e che l’inno-vazione introdotta avesse già averdato frutti sensibili. Di questo cam-pione, il 60,5%, cioè 49 imprese, èstato quindi identificato come inno-vatore, nei 13 diversi settori di riferi-mento (solo per citarne alcuni: ali-mentari e bevande, tessile, abbiglia-mento, falegnameria, gomma e pla-stiche, metallurgia, macchine elettri-che, ecc) presi in considerazione.Scendendo nel dettaglio del rapportoannuale, è possibile riflettere sul tipodi innovazione messo in atto dalleimprese. Se 32 non hanno innovato,

Sei imprese su dieci stanno investendo su internazionalizzazione e nuovi prodotti

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L’indagine Cnaha riguardato

81 Pmi. Cresce l’occupazione,

nonostante tutto

30 DICEMBRE 2008

Rimini, quale futuroper la piccola industria

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avanti entrambi i processi, e anchepiù piccole, se si tratta di società dipersone. Il rapporto fornito da Cnafa riflettere, insomma, rovesciandoalcuni luoghi comuni che vogliono leaziende giovani più aggressive, equelle consolidate più statiche. Ma leregole della concorrenza, per chideve stare tutti i giorni sul mercato,hanno imposto alle aziende la neces-sità di reinventarsi: quelle più vecchiesono quindi le più innovative proprioperché hanno avuto più opportunitàdi imparare a conoscere il loro mer-cato e le sue particolarità.Nella differenza tra il rapporto 2007e quello 2008, sebbene su aziendediverse, si può intuire un apprezzabi-le segnale sull’andamento dei posti dilavoro. Delle 42 imprese presenti inentrambe le indagini, il saldo nettototale è positivo: più 73 posti di lavo-ro, contro i 63 persi; 20 aziendehanno aumentato i posti di lavoro,16 li hanno diminuiti. Le restanti 6non hanno avuto variazioni di perso-nale. L’80% dei posti di lavoroaggiunti (58 su 73) viene dai settorimeccanica, prodotti in metallo ededitoria, mentre la metà delle perdite(32 su 63) è da ascrivere al settoredell’abbigliamento. Prendendo inve-ce in esame la tipologia legale delle42 aziende presenti nelle due indagi-ni, la perdita netta di posti di lavoroè concentrata tra le ditte individuali ele società di persone.Il rapporto di Cna, in ultima analisi,

consente non solo un’accurata descri-zione quantitativa dello stato dell’in-novazione, ma costruisce un indice diredditività dell’innovazione stessa,facendo uscire dalla genericità deldibattito sul tema. La formula è laseguente: se i benefici, in termini diminor costi di produzione o aumentodel fatturato, sono maggiori dei costidi innovazione, l’indice sarà maggioredi uno, e l’innovazione sarà stata van-taggiosa. Viceversa, quando prevalel’aumento dei costi di innovazione,l’indice sarà minore di uno, e pertan-to l’attività non avrà espletato ancoratutta la sua vantaggiosità.Per quanto riguarda invece le tipo-logie di innovazione, la “classifi-ca” di redditività (in ordine decre-scente) sembra essere la seguente:al primo posto le innovazioni diprocesso, poi quelle di prodotto, einfine le innovazioni di processo edi prodotto.Il fatto che le innovazioni di proces-so siano le più vantaggiose rappre-senta un segnale incoraggiante: è for-temente probabile, infatti, che lastruttura produttiva riminese (al paridi quella italiana) necessiti di recupe-ri di efficienza e di ristrutturazionimirate ad accrescere la produttività ela redditività; le innovazioni di pro-cesso sono lo strumento migliore perraggiungere questo obiettivo. Inoltre, esse sono spesso propedeuti-che alle innovazioni di prodotto.Le aziende che si impegnano in

innovazioni “miste” (di processo edi prodotto simultaneamente) neces-sitano invece di tempi più lunghi perrecuperare i notevoli costi (monetarie non) sostenuti. Per quanto riguar-da la tipologia legale, la “classifica”di redditività dell’innovazione (sem-pre in ordine decrescente) è: societàindividuali, società di persone esocietà di capitali.Questo risultato sembra confermareciò che già era emerso dall’analisidescrittiva: non è detto che l’aziendadi dimensioni maggiori, di solitoclassificata come società di capitali,sia quella che meglio riesce a inno-vare con successo. Pur tra le millecautele, questo risultato suggerisceche la flessibilità gestionale e mana-geriale della piccola dimensionesembra avere un vantaggio competi-tivo per quel che riguarda la sceltadell’innovazione, la sua implementa-zione e la corrispondenza con i risul-tati attesi.“Questo risultato – conclude il rap-porto di Cna piccola impresa – nonè certamente da intendersi comeuna assoluta preferibilità delle dimen-sioni ridotte rispetto a quelle mag-giori; quello che invece suggerisceè che l’impresa, nel suo necessarioe auspicato processo di crescita,deve mirare a preservare quellaflessibilità gestionale che rendepossibile i migliori risultati relativiin termini di successo dell’innova-zione introdotta”

DICEMBRE 2008 31

IL CASO

Èil 1988 quando Sergio e Quinto Protti, padre e figlio, apronoil centro stampa Cosmo Print, con l’idea di garantire un ser-

vizio veloce e “in giornata”. Oggi, trascorsi venti anni, la societàriminese è divenuta nel frattempo Digital Print, impiega 25addetti in un moderno stabilimento di 1.600 metri quadrati nellazona artigianale di Viserba (Rimini), e rappresenta una delleeccellenze produttive del territorio. Nel curriculum ci sono nomidi primo piano come Ferrari, Maserati, Caterpillar, Technogym,Rimini Fiera (il primo cliente), Celli, Albini & Fontanot, TitanBagno, John Deer, eccetera.Altro cliente importante della prima ora è Esa Software: ma pro-prio per la grande crescita di questa azienda riminese leader nel

settore informatico, la Digital Print tocca con mano tutti i suoilimiti e capisce di dover intraprendere quel percorso professiona-le che la porterà in viaggio in tutto il mondo alla ricerca di tecno-logia utile a migliorare il prodotto. L’innovazione diventa allora laparola chiave dell’azienda che nel 1995 compie il primo passoimportante in questo senso: la stampa a colori. Poco dopo siaffaccia sul mercato un sistema all’avanguardia, il digitale, cheviene subito colto non solo come un’opportunità, ma come ilfuturo dello sviluppo della propria attività. Un’altra data impor-tante per l’azienda è quella del ’99, quando viene acquistata unamacchina rivoluzionaria, progettata in Israele, capace di stampa-re con grande qualità

L’esperienza vincente della riminese Digital Print

Stampatori all’avanguardia

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pio la Minarelli e la Ducati, già stan-no ricorrendo, alcuni per la primavolta nella loro storia, alla cassaintegrazione in attesa dell’arrivo dinuovi ordini. Cosa dobbiamo aspet-tarci per il futuro, visto che gli esper-ti prevedono che la crisi delle vendi-te delle auto (in un anno, già meno25%) sarà lunghissima? “Io sono ottimista – spiega GianPrimo Quagliano, responsabile delcentro studi sul mercato auto dellaPromotor – perché in Emilia-Roma-gna le grandi case che produconoautomobili di lusso non sono incrisi, e difficilmente lo saranno maiperché si sono sempre dimostrateimpermeabili a crisi congiunturalianche pesanti. Ferrari, Maserati,Lamborghini, hanno acquirenti di

alto reddito che non risentono affat-to della stagnazione generalizzatadei consumi. Di conseguenza i lorofornitori non hanno da preoccupar-si. Molto più complessa è la situa-zione dell’indotto per le auto in gene-rale, che accusa in modo anchesensibile la crisi. Regge bene solochi ha saputo differenziare pertempo la propria clientela, perchécontinuano a rimanere in attivo lecase automobilistiche che più ven-dono sui grandi mercati emergenti,Russia, Cina, India”. Nell’immediato il mercato italianonon si risolleverà, prosegue Quaglia-no, “ma prima o poi sì, non vedoper il futuro una seria alternativa altrasporto privato. Le automobilinon scompariranno, anzi. La crisi

SETTORI

Crolla il mercato delle autoin Italia, e nella patria deimotori e della componenti-stica si aggiunge una nuova

preoccupazione oltre a quella per lacrisi finanziaria o l’euro forte cherende meno competitivi i prodottisul mercato globale. Perché, dopoun decennio di crescita costante delle

vendite, ci si era forsedimenticati cosa vuoldire avere a che farecon percentuali a segnomeno. In Emilia-Roma-gna il cuore del manifat-turiero è costituito pro-prio dalle aziende metal-meccaniche specializzatenelle forniture e subfor-niture per le grandi caseautomobilistiche.

Piccolissime, medie e grandi realtàcome la Vm o la Magneti Marelliche, dopo una crescita ininterrottadelle commesse collegata a un mer-cato delle auto che per undici anniconsecutivi ha avuto performancebrillanti, cominciano a sentire qual-che scricchiolio. In molti, ad esem-

Un viaggio nel mondo della subfornitura, cuore del manifatturiero regionale

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Chi pagherà la crisidell’automotive

Tempi duri,dopo 11 anni

di crescita ininterrotta

delle commesse

IL PREMIO

Dopo Luca Cordero di Montezemolo (Fer-rari) nel 2006 e Alberto Bombassei (Brembo)

nel 2007, il personaggio della meccanica ita-liana 2008 è di nuovo un “emiliano”, GabrieleDel Torchio, amministratore delegato di Ducatimotor holding. Del Torchio ha ricevuto il pre-mio indetto dalla rivista Tecnologie meccani-che, testata di riferimento per il settore deisistemi di produzione

Gabriele Del Torchio, ad di Ducati Motor HoldingÈ un emiliano il re della meccanica italiana

32 DICEMBRE 2008

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LA STRATEGIA

Lamborghini scommette ancora sullaterra emiliana, aprendo a Sant’Agata

Bolognese un suo nuovo centro logisticoe, dopo il record di vendite, fatturato eutile fatto registrare nel 2007, prevedeche anche per il 2008 ci sarà una cresci-ta. Come spiega il presidente dellaLamborghini, Stephan Winkelmann, nel2007 sono stati raggiunti 467,1 milionidi fatturato, 47,1 milioni di profitto anteimposte e sono state prodotte 2.406auto. Nel 2008 si prevede una produzio-ne di circa 2.500 macchine che porterà auna crescita sia del fatturato che dell’uti-le. “Per il nostro futuro – argomentaWinkelmann – la strategia è quella dicontinuare a costruire i nostri due pro-dotti, la Gallardo e la Murcilago e pun-tare per un terzo sull’Europa, un terzosugli Stati Uniti e un terzo su Asia ePacifico, quest’ultimo il mercato in piùrapida crescita”.La nuova piattaforma logistica diSant’Agata Bolognese nasce per lagestione dei processi di stoccaggio e didistribuzione verso tutti i mercati di rife-rimento dell’azienda e rappresenta unulteriore tassello della strategia dellaCasa del Toro nel potenziamento dellapropria struttura a sostegno dello svilup-po del marchio. Il nuovo centro logisticoè situato all’interno dell’area aziendale, siestende su una superficie di 11mila metriquadrati e va quindi a sostituire la prece-

dente struttura logistica di Lamborghiniche si trovava a circa 20 chilometri, adAnzola Emilia, azzerando la distanza. Èstato calcolato che l’intervento consen-tirà inoltre di ridurre di oltre 75 Kg l’an-no le emissioni di polveri fini e di 750 kgquelle di ossido di azoto.Il nuovo stabile, che ha un’altezza di 10metri e una capacità di circa 14.052posti pallet, è stato adibito sia ad area distoccaggio per componenti di produzio-ne e di ricambio delle vetture, sia per ildeposito degli accessori della linea dimerchandising. Grazie all’altezza dell’e-dificio e a innovative strutture di stoc-caggio, la capacità è stata raddoppiata eil nuovo centro è così in grado di copriregli sviluppi futuri del business. Il fatto di poter contare, spiegano dall’a-zienda, “su uno stabilimento all’avan-guardia dal punto di vista della tecnicalogistica e delle tecniche di stoccaggio,grazie all’azienda partner Jungheinrich,comporta un miglioramento dei proces-si interni e, parallelamente, una riduzio-ne dei tempi di preparazione del mate-riale nell’ordine del 50% congiunta-mente alla partnership con l’aziendaSchnellecke Italia”. All’interno dello sta-bilimento ogni operazione è informatiz-zata, la trasmissione in tempo reale assi-cura la funzionalità dei processi di inte-grazione logistica e garantisce un conti-nuo controllo dei flussi

attuale è dovuta solo a fattori con-giunturali perché arriva alla fine diun lunghissimo periodo di crescitache inevitabilmente doveva conclu-dersi, e perché è strettamente legatoalla crisi generale dei consumi. Lefamiglie hanno avuto una decisaperdita del potere d’acquisto e vistoche di incentivi statali ormai non cene sono più, rinunciano ancheall’auto nuova”. Ma appena potran-no, la compreranno, e il mercatotornerà a crescere, ritengono da Pro-motor. E nelle imprese bolognesi chepiù fanno ricerca, come la MagnetiMarelli che lavora su un nuovo siste-ma ecologico di celle a combustione,si sta già studiando quella che saràl’auto del futuro, più sicura e menoinquinante. Ottimismo lo esprimono anche icentri internazionali di analisi delmercato. Deloitte, la più granderealtà nei servizi di audit, tax, con-sulting e financial advisory alleimprese in Italia, ha appena realizza-to un nuovo studio sull’automotive,in cui si cercano di focalizzare pro-prio le possibili strategie di uscitadalla crisi per le aziende di questo

DICEMBRE 2008 33

Apre a Sant’Agata Bolognese un nuovo centro logistico

Un altro salto di qualità per Lamborghini

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SETTORI

settore. Scoprendo che in un conte-sto di flessione generalizzata del mer-cato automobilistico europeo, l’areaService & Parts, ossia post-vendita ericambistica, rappresenta la possibilechiave di volta nel tentativo deicostruttori di trovare soluzioni percombattere la riduzione delle venditee tornare a una crescita dei ricavi. Laricerca dimostra che l’area Service &Parts è caratterizzata da ottime capa-cità di ripresa in un clima incerto

come quello attuale e che, inoltre, èin grado di generare profitti più altiin media del 54% rispetto alle altrearee di business. Il dato, oltre adessere d’interesse per le case automo-bilistiche, assume particolare rilevan-za sia per le aziende di componenti-stica che per i concessionari, la cuiredditività è sempre più compressadall’obbligo del rispetto dei budgete dal conseguente ricorso a pratichedi vendita poco redditizie

34 DICEMBRE 2008

Il 2009 sarà l’anno del ritorno all’utileper un marchio storico dell’automotive

bolognese: Moto Morini. Affermatosi neldopoguerra con il famoso Settebello, fu ilvanto del Made in Bologna fino agli anniSettanta. Negli anni Ottanta il declino,con la cessione del marchio nell’87 allaCagiva Ducati e con l’azienda rimasta avivacchiare fornendo motori ad altreimprese motoristiche. Nel 2006 prendeperò le redini della società il nipote delfondatore, Maurizio Morini, che, mante-nendo tutta la produzione in città, decidela realizzazione di una moto a marchio.Con la messa in vendita del quintomodello di moto, il prossimo anno, il fat-turato dovrebbe raggiungere quota 25milioni di euro. Ritorna alle impennate, dunque, la storicacasa di produzione fondata dal costrutto-re e campione motociclista AlfonsoMorini, classe 1898, detentore per 20anni di sei record mondiali. La strategiadel rilancio è stata fondata sul rafforza-mento del marchio, tenuto vivo, neglianni del declino, da tantissimi appas-sionati “morinisti”, un’élite di amato-ri che ha sempre richiesto moto adaltissime prestazioni che potesserodistinguersi dalle più diffuse america-ne o giapponesi. E che amano, adesempio, la Corsaro velo-ce: 140 cavalli dipotenza. In contro-tendenza, in quest’e-

poca di globalizzazione, la scelta di pun-tare al “local”, con la produzione tuttaconcentrata a Bologna e la dirigenza tuttain mano alla famiglia Morini. Il ritorno sulmercato è stato accolto con entusiasmo,in Italia e ancora di più in Germania: nel2006, il primo anno di produzione, sonostate vendute 2mila moto, per un fattura-to di 13 milioni. Nel 2007 un leggero calo,fisiologico dopo l’entusiasmo del primoanno, e nel 2008, nonostante il disastrosoandamento di un mercato che mette inginocchio anche i fortissimi giapponesi, siprevede di confermare le 2mila motovendite nel 2006, con un aumento di fat-turato fino a quota 16-17 milioni di euro. Per poi passare alle 2.200-2.300 moto nel2009 e raggiungere i 25 milioni, incre-mentando le azioni di marketing e comu-nicazione e allargando la rete distributiva,per far conoscere a una sempre piùampia fetta di potenziali acquirenti ilritorno del marchio. La barra verso l’este-ro non si limita alla sola Germania: ancheOlanda, Belgio e Danimarca, poi Russia,Giappone, Turchia, Grecia, e ancheAustralia. Per il futuro, è già allo studio

un nuovo motore, dicilindrata minore ma che,promettono da Casalec-chio, sarà profondamen-te innovativo, con l’o-

biettivo di consu-mare e inquinare

meno

Di nuovo in produzione dal 2006, il marchio si avvia verso quota 25 milioni di fatturato

Una seconda primavera per la mitica “Moto Morini”

IL CASO

IL PROGETTO

La Romagna, culla dei motori a due ruote, hadato i natali a un’azienda automobilistica che

in questi giorni, sotto altro nome e con proprieta-ri diversi, torna a mietere successi. È la Minardi, lascuderia che nel 2006 si è trasformata in ToroRosso, seconda squadra della Red Bull, che recen-temente ha visto trionfare in Formula Uno il pilo-ta Sebastian Vettel. Molti dei tecnici e degli uomi-ni dell’équipe di Faenza (Ravenna) sono gli stessiche avevano lavorato con Giancarlo Minardi, ilfondatore della casa automobislitica, nell’espe-rienza di F1 dall’85 al 2001.È una storia particolarissima quella della Minardi,creata da Gian Carlo, figlio di un concessionarioFiat appassionato di corse che fece disegnare aGiacomo Caliri la prima Minardi nel 1980, perfarla esordire in Formula 2. L’anno dopo, aMisano, la Minardi conquistò la sua prima vittoriacon Michele Alboreto. Il successo rappresentò laspinta per cominciare a pensare all’assalto allaFormula 1. L’esordio è dell’85, al Gran Prix delBrasile, con Pierluigi Martini. Il primo piazzamen-to è dell’88, un sesto posto a Detroit, e poi nellastoria della scuderia figureranno alcuni piazza-menti in quarta posizione. Ma le alte spese e pro-blemi finanziari portarono prima alla fusione conla Scuderia Italia, poi alla cessione a un gruppo diinvestitori tra cui Gabriele Rumi e Flavio Briatore. Infine, nel 2001, la vendita all’australiano PaulStoddart che garantì alla scuderia di superare ledifficoltà finanziarie ma non apportò le risorsenecessarie per uno sviluppo effettivo. Così, nelsettembre 2005 la squadra romagnola venneceduta all’austriaca Red Bull di DietrichMateschitz che la trasformò nella Toro Rosso.Ancora pochi mesi e il 50% delle quote fu rileva-to dall’ex pilota Ferrari Gerhard Berger.È l’alba della nuova storia della scuderia diFaenza: la nuova iniezione di risorse fa aumenta-re i dipendenti, dai 98 di fine 2005 agli attuali200, e crescere la qualità. Arrivano nuovi tecnicidall’estero, ma il grosso dei lavoratori è italiano,con un cuore romagnolo che rappresenta l’iden-tità e la storia del gruppo. Il successo al GranPremio di Monza può essere l’inizio, scommetto-no in molti

L’ex Minardi torna ai vertici della F1

Motori per passione

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faentino: 512 pannelli per una pro-duzione annua stimata in circa120mila chilowattora. Il mercato del fotovoltaico continuadunque ad allargarsi, 376 impiantia Bologna, 328 a Modena, 302Forlì-Cesena. Traguardi raggiuntida Regione, Province e Comuni,ognuno con il proprio contributo.Così, rispetto a una media di poten-za installata sugli edifici comunalipari a 0,2 kW ogni mille abitanti –secondo un’indagine Istat sugli indi-catori ambientali urbani nei comunicapoluogo di provincia – ai primiposti figurano ad esempio Parma,con 2 kW, e Forlì, con 0,9 kW ognimille abitanti. A seguire Bologna,Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara.La Regione prosegue nelle iniziativeper far crescere quella cultura del

risparmio energetico, delle fonti rin-novabili e, in sintesi, dello svilupposostenibile, che il nostro Piano ener-getico ha come obiettivo generale.Ad esempio con il programma perla qualificazione energetico-ambien-tale del sistema produttivo che siattua attraverso il finanziamento diinterventi nelle Pmi finalizzati a pro-muovere il risparmio e l’uso effi-ciente di energia, la valorizzazionedelle fonti rinnovabili, i sistemi dicogenerazione, la riduzione delleemissioni di gas serra. Ma ancheattraverso la riqualificazione di inte-re aree produttive esistenti ovvero larealizzazione di nuove aree produt-tive nella direzione delle AreeEcologicamente Attrezzate (Apea).In previsione dell’apertura di unbando a favore degli enti locali per

Il rinnovo del protocollo di Kyotosi allontana di qualche anno,ma l’Emilia-Romagna non ral-lenta la rivoluzione energetica

che la vede tra le prime in Italianello sviluppo di fonti rinnovabilie tecnologie a risparmio energeti-co. Nel settore fotovoltaico laregione continua a essere la secon-

da in Italia per potenzainstallata e numero diimpianti in esercizio(dati Gse aggiornati al1° ottobre). Certo aiu-tano sostegni e incenti-vi quali il “conto ener-gia”, anche se proprionella graduatoria relati-va alla rinnovata offer-ta statale l’Emilia-Roma-gna è quarta tra le

regioni per potenza fotovoltaica procapite. I rendimenti energetici sonoancora bassi, circa al 13%, ma congli studi in atto si può arrivare al27%. E da più parti si auspica che il“conto energia” permetta a impian-ti fino a 200 kW di rientrare nellaproduzione per il consumo proprio,contro un limite fermo a 20 kW. Ma è comunque un rincorrere l’im-pianto più grande o quello piùpotente. A Monghidoro, sull’Ap-pennino bolognese, si prevede cheentro aprile 2009 sorgerà l’impian-to fotovoltaico più grande dellaregione, con un’estensione di 2.500metri quadrati. A Camugnano siprepara invece l’impianto più estesodella provincia di Bologna, con unapotenza di 180 kW e una produzio-ne prevista di 282.600 chilowattoraall’anno. Progetti, si dirà. Progettiche però danno la misura dell’impe-gno profuso. E che portano risultaticome quello conseguito dai lavora-tori agricoli della Clai che sul tettodel proprio stabilimento hannoinstallato il più grande impiantofotovoltaico del territorio imolese e

ENERGIA

36 DICEMBRE 2008

Quarta in Italia per potenza installata, la regione sta puntando fortemente sulle rinnovabili

di D

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Cresce il fotovoltaicolungo la via Emilia

Tempi duri,dopo 11 anni

di crescita ininterrotta

delle commesse

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DICEMBRE 2008 37

la promozione di programmi diriqualificazione energetica dei siste-mi territoriali, l’assessore DuccioCampagnoli ha affermato l’inten-zione di promuovere sia l’installa-zione di impianti a fonti rinnovabilinegli edifici pubblici, sia la realizza-zione di piattaforme fotovoltaichedi interesse pubblico. Al fine di sop-perire agli obblighi previsti dalladelibera dell’Assemblea legislativan. 156/08 che prevede per i nuoviedifici ovvero per edifici sottoposti aristrutturazione integrale, l’installa-zione di impianti a fonti rinnovabiliper una potenza non inferiore a 1kW per unità abitativa e 0,5 kW perogni 100 metri quadrati di superfi-cie utile nel caso di edifici ad usonon residenziale.Occorre davvero proseguire spedi-tamente, perché se è vero che ilricorso degli italiani a fonti di ener-gia rinnovabili o alternative conti-nua a crescere, il consumo di ener-gia elettrica per uso domesticoaumenta del 4,5% (dati Istat), e rag-giunge i 1.202 kWh per abitante.Non è un mistero d’altra parte che,rispetto a industria e trasporti, inItalia sia proprio il civile, residenzia-

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IL PROGETTO

Si chiama Energica+Mente il pro-getto didattico-educativo che con-

siste nell’assemblare un impianto foto-voltaico da installare sul tetto della pale-stra dell’Istituto salesiano “Beata Vergi-ne di San Luca” di Bologna. Prima di arri-vare al pannello però, i ventisei studentidella terza elettronica e telecomunicazio-ni coinvolti nel progetto, andranno alezione alla centrale idroelettrica Enel eall’Enea per approfondire la questioneenergetica, il risparmio energetico e laprofessione dell’energy manager. Per la parte pratica, a fianco degli inse-gnanti della scuola, anche la Beghelli,azienda bolognese che i pannelli fotovol-taici li produce e che mette a disposizio-ne dei ragazzi le sue conoscenze fornen-do tecnici, materiali e aprendo le portedei suoi stabilimenti di Pievepelago (dovesi lavora sulla componentistica elettroni-ca), Crespellano (dove si producono ipannelli) e Monteveglio (dove le applica-zioni fotovoltaiche della Beghelli sono giàinstallate). “Portare la nostra produzionenella scuola – spiega Luca Beghelli, diret-tore marketing dell’azienda – significaaumentare la cultura in un settore cherappresenta il futuro. Oltre a inviare inaula un nostro tecnico che spiegherà airagazzi la normativa e come avviene laproduzione – aggiunge Beghelli – aprire-mo loro le porte dei nostri stabilimenti. Inparticolare, nella sede di Montevegliopotranno vedere l’albero dell’energia da3 kW e l’impianto da 500 kW installatosul tetto dell’azienda”.La produzione fotovoltaica della Beghelli,azienda fondata nel 1982 da Gian Pietro

Beghelli che progetta, produce e distri-buisce sistemi elettronici per la sicurezzaindustriale e domestica ed è leader italia-no nel settore dell’illuminazione di emer-genza e del risparmio energetico, si con-cretizza nel progetto PianetaSole. Il pro-getto prevede l’utilizzo di moduli foto-voltaici di nuova concezione detti “adinseguimento solare”, che garantisconofino al 25% in più di rendimento energe-tico rispetto ai pannelli statici tradizionali.“I moduli fotovoltaici Beghelli – precisaLuca Beghelli – basano la loro tecnologiadi ricezione solare su un sistema di micro-movimentazione in grado di inseguire ilsole durante l’arco della giornata e cattu-rarne tutta l’energia. PianetaSole – sotto-linea ancora – è il primo sistema fotovol-taico realizzato interamente in un unicoprogetto e da un unico produttore”. Accanto ai pannelli fotovoltaici si collocaanche l’Albero dell’Energia, una struttu-ra in legno pensata per sostenere strin-ghe di pannelli solari. Installabile in spaziaperti, ha come finalità quella di renderele abitazioni indipendenti dal punto divista energetico essendo utilizzabile siaper il riscaldamento che per la refrigera-zione. “L’Albero dell’Energia – spiegaancora il direttore marketing – gode inol-tre dei benefici fiscali riservati a “impian-ti fotovoltaici abbinati a un uso efficien-te dell’energia attraverso interventimigliorativi delle prestazioni energetichedell’edificio”, che sono cumulabili conquel che resta della detrazione statalealle spese per sostituire gli impianti diriscaldamento con impianti geotermici abassa entalpia

A Bologna l’iniziativa di educazione ambientale

Professione “energy manager”

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le e non, ad avere gran peso sui con-sumi. Se ne è discusso a Bolognadurante il Saie 2008, il Salone inter-nazionale dell’edilizia: l’occasioneper trattare di tecnologie a risparmioenergetico e di politiche regionali(oltre che per presentare il primotetto fotovoltaico del Quartiere fieri-stico). Proprio uno degli appunta-

menti all’interno della manifesta-zione ha consentito di trattare l’ar-gomento del “fotovoltaico per l’e-dilizia sostenibile”, in un conve-gno dell’associazione nazionaledell’industria solare e fotovoltaica.“In Italia – ha dichiarato il presi-dente dell’associazione, GianniChiavetta – per il 2008 stimiamoun giro d’affari intorno agli 800milioni di euro: 140 MW installa-ti con un crescita del 500 percento. Nei prossimi anni il settorepotrebbe raggiungere numeri signi-ficativi portando il nostro Paese aiprimi posti su scala mondiale. Nel2009 si prevede l’installazione di250 MW con un fatturato di 1.200milioni di euro e, nel 2010, il rangepotrebbe essere tra i 350 e i 500MW. Ad oggi gli impianti sopra 1MW sono inferiori al 20%, mentreil restante 80% è di impianti di tagliainferiore”. Se questi sono gli auspici, qualisono gli ancora gli ostacoli effettivialla realizzazione? In effetti, ha

ammesso Chianetta, “i numeri potreb-bero essere ancora più significativi sesi riuscissero a superare le barriereburocratiche che ancora frenano ilmercato”. Insomma, “gli iter legali-amministrativi e la connessione allarete sono le cause principali del ritar-do dello sviluppo del fotovoltaico nelnostro Paese che è fermo al 2% dellapotenza installata nel mondo”.C’è dunque la necessità di ulterio-ri interventi legislativi per forag-giare il mercato del fotovoltaico inItalia, che pure è considerata unPaese con grandi potenzialità. Einfatti con un incremento medioannuo stimato del 119% rispettoal 26% degli altri Paesi europei(EuPD Research), l’Italia sembradestinata a ospitare nel 2010 il28% del fotovoltaico integratod’Europa (99MW), il 53% degliimpianti parzialmente integrati e il19% dei non integrati. Si trattanaturalmente di stime, per raggiun-gere le quali non deve mancare l’in-tervento amministrativo

38 DICEMBRE 2008

IL CASO

Un tetto di pannelli fotovoltaicimontato sullo stabilimento per la

produzione di salumi, in totale inte-grazione architettonica con la strut-tura. A Sasso Morelli (Bo) l’investi-mento portato avanti dalla Coopera-tiva Lavoratori Agricoli Imolese (Clai)ha permesso di realizzare il più gran-de impianto fotovoltaico per la pro-duzione di energia elettrica del terri-torio imolese e faentino. Un impian-to che, spiega il responsabile acquistiCarlo Negroni, “coniuga economicitàdell’investimento in un’ottica di medio-lungo periodo e attenzione all’am-biente”. Una superficie di 642mq,512 pannelli solari, una potenza di110,94 kWp (chilowatt picco), il“tetto sostenibile” garantirà una pro-duzione annua stimata in 120milachilowattora. Il “Conto energia” e “un ulteriore incen-tivo legato al fatto che è stata contem-poraneamente smaltita una copertura

di eternit” hanno permesso di con-durre in porto il progetto a tutela del-l’ambiente (e delle tasche aziendali).Il costo? 700mila euro, “ma la spesasi ammortizza in 12 anni”. Un esem-pio che potrà essere seguito damolte altre aziende: “Dipenderà –commenta Negroni – dall’abbassa-mento del prezzo dei pannelli solari,oggi ancora molto costosi, e da comelo Stato incentiverà tali iniziative”. LaClai è soddisfatta del proprio investi-mento, “perché – come ha spiegatoil presidente Giovanni Bettini – siamouna cooperativa con un forte radica-mento territoriale che abbina allamemoria delle proprie radici e allavalorizzazione della tradizione ancheil sostegno all’innovazione nell’otticadello sviluppo sostenibile”.L’azienda imolese, fondata nel 1962,è una cooperativa agricola a produ-zioni integrate, e unisce a quella deipropri allevamenti suinicoli le produ-

zioni dei soci conferenti. Un’aziendasensibile alla promozione, al recupe-ro e allo sviluppo dei valori insiti nellarealtà locale in cui è cresciuta la suaesperienza cooperativa, ma che coniu-ga alla sapienza dei tempi passati lemigliori tecnologie, operando anchea livello internazionale.“Abbiamo deciso di compiere l’inve-stimento fotovoltaico nell’estate2007-aggiunge Bettini-. Le motiva-zioni sono di carattere economico e diattenzione all’ambiente e al territorio:su quest’ultimo la nostra azienda hafatto in passato e ha intenzione difare in futuro ulteriori investimenti”.Con i nuovi pannelli la Clai raggiun-gerà un traguardo di tutto rispetto,risparmiando l’immissione in atmo-sfera di circa 69.600 kg di anidridecarbonica all’anno. L’energia prodot-ta dall’impianto coprirà il 5% delfabbisogno annuo dello stabilimen-to. Non poco, per il primo passo

A Sasso Morelli (Bo) il più grande impianto “aziendale” del comprensorio

Cooperativa agricola Clai, pionieri del solare

ENERGIA

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l’Unione di prodotto Appennino eVerde e il Consorzio Emilia Roma-gna Ski, a cui fanno capo il Cornoalle Scale, l’area del Cimone, nelModenese, e il Cerreto, nel Reggia-no. Sono azioni che si sviluppanosul web, sulla carta stampata, sulleradio. Siamo presenti sui principalicircuiti radiofonici con i bollettinidella neve, con i quali andiamo suimercati che ci possono dare risulta-ti concreti: vale a dire l’Emilia-Romagna, la Toscana, l’Umbria e leMarche. Con i bollettini della nevesiamo anche sul portale europeoSki Info”. L’approccio ai mercati esteri, comequello della Germania, è ancoratimido. Colpa della crisi: imponeuna razionalizzazione degli interven-ti che richiede di centrare diretta-mente i principali bersagli, comespiega Gottifredi: “Sul mercato tede-sco c’è spazio per raccontare deter-minate caratteristiche del nostroprodotto, ma stiamo intervenendocon grande prudenza. La situazioneeconomica richiede di serrare le fila e

concentrare le risorse e le idee. Conmolta convinzione, invece, stiamocercando di integrare l’offerta con leproposte enogastronomiche, chesono un punto di eccellenza.Raccontiamo che cosa c’è intornoalla neve. Abbiamo messo in campouna operazione complessiva che sibasa sulla forza di un testimonialcome Tomba e stiamo cercando diridurre le distanze tra le Unioni diprodotto e l’Apt e tra le stesseUnioni. Nell’immediato lo strumen-to del marketing è importante, nelmedio e nel lungo periodo dobbia-mo puntare sulla riqualificazione, unterreno sul quale dobbiamo fare altripassi, correre di più”. Oltre 30mila posti letto nel settorealberghiero, 227mila in quelloextra-alberghiero, tra alloggi privati,agriturismi, bed and breakfast, cam-peggi: l’Appennino si presenta all’ap-puntamento annuale con la stagionedella neve con una struttura ricetti-va robusta che però ancora, comerileva Sandro Lepri, responsabile diTrademark Italia, deve intervenire

Ipunti di forza sono molti: laconvenienza, un ottimo rap-porto qualità-prezzo, una buonaaccessibilità. Carte vincenti che

l’Appennino emiliano-romagnolomette sul piatto per tentare di assi-curarsi una stagione turistica inver-nale con una crescita di arrivi e dipresenze. L’obiettivo è fare il bis del

successo ottenuto l’in-verno scorso che haconsentito di chiudereil bilancio dei priminove mesi del 2008controbilanciando unaleggera flessione regi-strata durante l’estate.Sono i numeri a dire chela montagna, nonostantela crisi economica, tienee può guardare con

cauto ottimismo all’inverno. In basealle rilevazioni dell’Osservatorio turi-stico regionale gestito da TrademarkItalia, l’Appennino ha chiuso i priminove mesi dell’anno con oltre 2milioni e 600mila presenze, in lievecalo (meno 2,6%) rispetto allo stessoperiodo del 2007, ma con la sorpre-sa di un promettente aumento dellepresenze di turisti stranieri: cresciutedel 3,1% hanno in parte compensa-to la contrazione sul mercato inter-no, che resta tuttavia il principalebacino di riferimento (le presenze ita-liane sono state oltre 2,1 milioni).Un risultato, comunque soddisfa-cente, dovuto a una stagione inver-nale che sembra destinata a ripetersianche grazie al reclutamento di untestimonial d’eccezione: AlbertoTomba. “I segnali sono positivi –conferma Massimo Gottifredi, presi-dente di Apt Servizi, l’agenzia regio-nale di promozione turistica. In que-sta fase stiamo puntando sull’appealdel bianco, della neve. Abbiamoaperto la campagna promozionaledell’inverno 2008-2009 con azionicongiunte che tengono insieme l’Apt,

TURISMO

Per la montagna emiliano-romagnola un inverno all’insegna del cauto ottimismo

Appennino protagonistadella stagione “bianca”d

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Promozionea tutto campo

per compensarela lieve flessione

dell’estate scorsa

40 DICEMBRE 2008

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Trecento chilometri di discese per 12 sta-zioni sciistiche da Piacenza a Forlì. Sono i

numeri della montagna emiliano-romagnola,che quest’anno presenta molte novità. Siparte con il nuovo Stadio dello Slalom delcomprensorio del Cimone, inaugurato adicembre al Passo del Lupo. È un tracciatoricavato in una conca naturale classificatocome pista nera, lungo 600 metri e con unapendenza che sfiora il 60%, omologatoanche per gare di Coppa del Mondo. L’areadel Cimone, che offre 50 chilometri di piste,permette di sciare con un unico ski-pass elet-tronico. Il Corno alle Scale, nel Bolognese,che quest’anno propone weekend da 99euro tutto compreso, dispone invece di 40chilometri di discese. Tutte le stazioni si sonodotate di impianti sempre più moderni e tec-nologici, con bordi pista protetti con imbotti-ture e reti nei punti più delicati. Un dato: nel-l’impiantistica la stazione modenese delCimone ha investito negli ultimi dieci annicirca 30 milioni. Anche il Corno si presentacon gli impianti tirati a nuovo, mentre ilCerreto ha inaugurato pochi mesi fa una seg-giovia di ultima generazione.L’Appennino offre molte opportunità ancheper gli amanti dello sci di fondo. Una su tutte:i 40 chilometri di piste battute e tutte dedica-te al fondo che offre Piandelagotti, frazionedi Frassinoro, in provincia di Modena. Ilpunto di riferimento è la scuola di sci diBoscoreale dove si organizzano molte atti-

vità: noleggio dell’attrezzatura, corsi, escur-sioni in notturna, riprese video, rifugio conservizio bar e ristorante.Fra le proposte dell’inverno 2008-2009 cisono anche le animazioni storiche: i parteci-panti si sfidano di notte con delle spadedopo aver raggiunto il luogo con gli sci aipiedi. Altrimenti si può sempre optare per ilciaspoleering: il partecipante deve raggiun-gere un punto in mezzo al bosco innevato,utilizzando una mappa, la bussola e il cielo.Dal 20 al 22 febbraio 2009, a Piandelagotti,è in programma un grande evento: il cam-pionato Europeo media e lunga distanza disleddog, le corse con slitte trainate da cani. Proprio lo sleddog, insieme alle arrampicatesul ghiaccio, è una delle tante attività che sipossono svolgere in due Parchi nazionali, ilTosco-Emiliano e quello delle Foreste Casen-tinesi, o nei Parchi dei Cento Laghi e delFrignano. Per le escursioni in motoslitta ilpunto di riferimento è invece il Cimone.Sempre al Cimone la scuola delle guide alpi-ne insegna tutte le tecniche di spostamentosulla neve e sul ghiaccio: dalle ciaspole allearrampicate sulle cascate di ghiaccio alle sali-te con i ramponi. Fra tanti corsi c’è anchequello di “metamorfismo del manto nevo-so”: in pratica si può imparare a leggere laneve. Tra le offerte “tutto compreso”, unadelle novità della stagione, c’è quella delCerreto: la giornata bianca con skipass epranzo al ristorante a 21 euro

Sempre più tecnologia, per la sicurezza degli sciatori

Le novità della stagione 2008-2009

adeguatamente sulla riqualificazione.“L’area del Cimone e quella diSestola – spiega Lepri – sono sottoquesto profilo su uno scalino più altorispetto ad altre località: hanno unamarcia in più. Ma sta facendo moltipassi anche l’Appennino bolognese:l’immagine di Tomba, che è unanovità di quest’anno, potrebbe darerisultati interessanti”. Che i primi segnali siano incorag-gianti lo conferma anche il presiden-te dell’Unione di prodotto Appenni-no e Verde, Pierluigi Saccardi. Se l’e-state si è chiusa con un bilancio tuttosommato positivo “per le strutture ele località più all’avanguardia, leprevisioni per la stagione invernalesono favorevoli. Se il tempo ci aiuta– dice Saccardi – le nostre stazionisono pronte. Il Cerreto propone lamagia dei suoi laghi e il rinnovatoPalaghiaccio, il Cimone lo snow-park e la sua formidabile rete dipiste e di servizi, oltre al nuovo sta-dio dello Slalom. Ma non dimenti-chiamo Frassinoro, Fiumalbo, Pra-tospilla, Schia. E anche dove non ci

sono gli impianti di risalita, il pro-getto Neve Natura, predispostodall’Unione di prodotto Appenninoe Verde insieme ai Parchi dellaregione, mette insieme un riccocalendario di camminate con le cia-spole, oltre a feste e incontri conpersonaggi di grande richiamo dellosport e della cultura. Neve Natura èla novità di quest’anno. Vuole dimo-strare che è possibile commercializ-zare pacchetti e proposte turisticheanche nei borghi più sperduti, lonta-no dalle stazioni attrezzate, ma sem-pre all’insegna della calda ospitalitàemiliano romagnola”. Tra il proget-to Neve e il progetto Neve Natura,l’Unione di prodotto ha messo incampo quest’anno 250mila euro

LA STRATEGIA

DICEMBRE 2008 41

Alberto Tomba, il campionissimo ora testimonial delle piste dell'Appennino Emiliano-Romagnolo

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Da qualche mese il distrettoagroalimentare del pro-sciutto è diventato realtà.Prima era un’ipotesi di

lavoro, una linea tratteggiata sullacartina della provincia di Parma. Ora,il Distretto diventa un elemento con-creto di sviluppo dell’economia par-mense, un nuovo strumento di piani-

ficazione territoriale perl’area sud-est, a vocazio-ne specialistica: 167aziende, 3mila addetti eun business complessivoda 1,7 miliardi di euro. A inizio agosto, 34 diver-si soggetti pubblici e pri-vati (Regione, Provincia,18 Comuni, associazionidi categoria, Associazio-ne intercomunale pede-

montana parmense, Consorzio del

prosciutto di Parma, Camera di com-mercio, rappresentanze sindacali,Comunità montane Est e Ovest, agen-zia per lo sviluppo Soprip) hanno fir-mato l’accordo di programma per larealizzazione di una serie di azioni inrisposta alle esigenze primarie del ter-ritorio di produzione del prosciutto.Il passo successivo è stato la costitu-zione della Conferenza dei firmatari,“braccio operativo” dell’intesa, orga-nismo, con un comitato esecutivo asette membri, chiamato ad avviare leazioni, verificarne l’andamento, ren-derne conto ai soggetti coinvolti, pre-cisare e sviluppare gli interventi. “Per la prima volta – dice l’assesso-re regionale all’Agricoltura TiberioRabboni, coordinatore dell’accordodi programma – tutte le realtà lega-te al prosciutto di Parma, pubblichee private, hanno deciso di mettersi

insieme e di interagire su temi dicomune interesse in un vasto terri-torio”.Tutti gli interventi già previsti hannoprecisi soggetti attuatori: la Provin-cia di Parma e i Comuni sottoscrit-tori. Le strategie per lo sviluppofuturo, invece, vedranno in campotutte le associazioni e i soggettiimprenditoriali per definire le azionida intraprendere, con una sedecomune per concordare e sostenerequesta responsabilità.“Quella del distretto – sostiene PierLuigi Ferrari, vicepresidente dellaProvincia – è una grande partita. Èstato un percorso lungo e non semprefacile, finalizzato a far crescere uncomparto fondamentale per l’econo-mia parmense, in forma armonica,sostenibile e conforme alle prospetti-ve e all’evoluzione del mercato”.

Grazie all’accordo, si rafforza un comparto centrale per l’economia parmense

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AGROALIMENTARE

Qualificazionedelle produzioni,

strategie comuni,promozione

e marketing mirati

Distretto del prosciuttoVolano per lo sviluppo

42 DICEMBRE 2008

LA STRATEGIA

Lo scorso 8 ottobre è stato aperto il mer-cato telematico del prosciutto di Parma

Dop che ha registrato fin dall’inizio risultatisignificativi, a riprova dell’ interesse degli ope-ratori verso questo nuovo strumento di com-mercializzazione. “Le prime contrattazioni –afferma Andrea Zanlari, presidente dellaCamera di commercio di Parma – testimonia-no l’interesse per questa modalità di Borsamerci telematica, che assicura maggiore effi-cienza e razionalità al mercato, attraverso unapiù rapida e trasparente determinazione deiprezzi realizzati e dei quantitativi scambiati. Civorrà ancora tempo perché la pratica sia piùdiffusa, ma l’esordio è stato soddisfacente,anche per altre categorie merceologiche. È uncontributo che le Camere di commercio pos-sono dare a un Paese che si rinnova”. I vantaggi della Bmti sono evidenti: è un siste-ma che si fonda sulla contrattazione ad asta

continua, con operatori professionali, sicu-rezza nei pagamenti e possibilità di accessoda ogni postazione remota. La Borsa offreservizi innovativi come il “mercato telemati-co sicuro” che consente di agarantire i con-tratti contro il rischio di insolvenze. “Lo stru-mento – ribadisce Stefano Tedeschi, presi-dente del Consorzio del prosciutto di Parma– dà l’opportunità anche a imprese pocostrutturate di dialogare per ora con tuttaItalia e in futuro anche con l’estero”.La Borsa merci telematica è partita anchegrazie al lavoro di persone come il profes-sor Aurelio Candian, presidente del Comi-tato nazionale di filiera del prosciutto diParma Dop: “Un fine economista e un veroparmigiano, una persona di eccellenti qua-lità professionali e di grande umanità –ricorda Andrea Zanlari – la cui scomparsalascia un vuoto incolmabile”

Al via il mercato “virtuale” del prosciutto

Il Parma Dop vola sul web

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L’obiettivo del distretto è di fare delterritorio un polo economico com-petitivo, agendo principalmente sutre tematiche: qualificazione e valo-rizzazione delle aree produttive,scelte urbanistiche e di pianificazio-ne territoriale comuni ai 18 entilocali interessati, definizione dellelinee strategiche e di marketing delsettore per lo sviluppo e la promo-zione sui mercati. All’interno diquesti macro ambiti, sono previstenumerose iniziative quali: investi-menti in materia urbanistica e sullaviabilità per facilitare l’accesso allezone di produzione; la realizzazionedi due aree sovra comunali – aPilastro e a Collecchio – ecologica-mente attrezzate dedicate alla filieradi lavorazione della carne suina;interventi di potenziamento delsistema fognario e di depurazionedelle acque; progetti per l’ulteriorecrescita di tutto il comparto produt-tivo delle carni suine

LA SCHEDA

Federalimentare, l’associazione di Con-findustria che riunisce le associazioni

dell’industria alimentare italiana e Fiere diParma hanno prolungato fino al 2016 ilcontratto – in scadenza nel 2012 – che lelega nel marchio Cibus. L’accordo preve-de, tra l’altro, investimenti sul frontedelle infrastrutture espositive, una mag-giore collaborazione tra società fieristichee la realizzazione di nuovi format a mar-chio Cibus.Presidente Zanlari, cosa significa questaintesa per Parma?“Cibus è un’esperienza di successo che si èradicata a Parma. Il presidente di Federali-mentare, Gian Domenico Auricchio hasempre dimostrato di apprezzare il ruolodella nostra città come punto di riferimen-to per il food italiano. Il prolungamentodell’accordo potrà sicuramente favorirelo sviluppo di collaborazioni proficue perla promozione e tutela dei prodotti ali-mentari italiani anche in vista dell’Expo2015 a Milano”.Nel settore agroalimentare, Parmalat hasaputo risollevarsi.“La vicenda è l’esempio di come un’azien-da sia riuscita a rimanere ai vertici e supe-rare la burrasca grazie alla forte qualitàproduttiva e a una tecnologia unica almondo. Possiamo quindi anche conside-rarla, oltre ai meriti e alla capacità delmanagement che ne ha preso le redini inuna fase difficilissima, una vittoria dellacultura agroalimentare del territorio diParma”.

Il Parmigiano Reggiano, premiato a SanSebastian nei Paesi Baschi al più impor-tante congresso di gastronomia come“prodotto Dop dell’anno”, sta soffrendouna grave crisi sotto il profilo dei prezziall’origine: quale è la sua ricetta per usci-re da questa difficile situazione?“La qualità di questo formaggio è lamigliore d’Italia: un prodotto che regge 48mesi di stagionatura ha straordinarie capa-cità organolettiche. Non può essere in balìadella grande distribuzione organizzata, madovrebbe potersi distinguere sul mercato. Ilconsumatore dovrebbe essere informatoche il latte del Parmigiano è di altissimaqualità. Sicuramente le trattative vannofatte da professionisti sulla base di regolechiare e nette. Può esser d’aiuto la Borsamerci telematica italiana, dove si negoziacon rispetto della filiera e la massima tra-sparenza senza aste al ribasso e garanzia dipagamento alla stipula del contratto”.A più di sei anni dal suo arrivo, l’Efsa,l’Autorità europea per la sicurezza alimen-tare, non è andata ancora completamentea regime.“Vi è stato un benefico effetto di ‘visibilità’internazionale legato alla presenza dell’A-genzia nella nostra città, che è conosciutacome capitale dell’Agroalimentare. L’Efsasta andando avanti verso un definitivoconsolidamento. È un processo che habisogno di tempo e soprattutto si devecomprendere come non possa essereimmediato tradurre problematiche com-plesse che derivano dalle norme europee.”

Andrea Zanlari, presidente della Camera di commercio di ParmaRiparte Parmalat, Cibus garantita fino al 2016“Ha vinto la nostra cultura agroalimentare”

CINQUE DOMANDE

UNA PARMA PIÙ “EUROPEA” PASSA ANCHEDAL RILANCIO ATTRAVERSO GRANDI EVEN-TI COME LE MOSTRE DEL PARMIGIANINO EDEL CORREGGIO OLTRE AL FESTIVAL VERDI.

L’immagine di Parma sta recuperando unruolo all’altezza della sua storia. Parma sta occu-pando importanti settori della filiera turistica erivalutando un concetto di qualità che si basa supicchi di eccellenza come le aree della gastrono-mia e della produzione alimentare assieme alpatrimonio artistico. Occorre lavorare per darecontinuità e sviluppo a questo percorso che puòconsolidare Parma come capitale della cultura edell’ arte culinaria d’eccellenza

di Giuseppe Sangiorgi

Come nasce il “re della cucina”Coscia di maiale italiano, sale, unapaziente lavorazione e l’aria dei collidella Valparma: sono gli ingredienti chefanno del prosciutto di Parma il re dellacucina. Un prodotto simbolo del Madein Italy che sta aumentando le quotedell’export, passate dal 17% al 22% in tre anni. Dal 2006 al 2007 c’è statoun incremento del 25% e nel 2007sono state prodotte 50 milioni divaschette di affettato, circa 5 milioni dichili, di cui 36 milioni sono state vendu-te all’estero. L’export è indirizzatosoprattutto a Gran Bretagna, Francia e Nord Europa, ma anche all’Asia e agli Stati Uniti

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La qualità incontra l’export.È la filosofia che ispira il pro-getto “Deliziando” di pro-mozione e commercializza-

zione all’estero dei prodotti tipiciregionali sostenuto da Regione eUnioncamere Emilia-Romagna, Isti-tuto nazionale per il commercioestero (Ice), Camere di commercio e

Consorzi di tutela, Eno-teca regionale.L’obiettivo di “Delizian-do” è di promuovereinnanzitutto in Europa,quindi in tutto il mondo,le eccellenze enogastro-nomiche dell’Emilia-Romagna con una for-mula semplice e inno-vativa. “Le piccole emedie imprese del nostro

territorio – sottolinea l’assessore regio-nale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni– hanno una necessità strategica diaumentare le esportazioni, maspesso scontano dimensioni ridottea fronte di investimenti economicirilevanti richiesti. Con ‘Deliziando’

– prosegue Rabboni – oltre alle con-suete attività di promozione istitu-zionale, diamo alle aziende unaconcreta opportunità di commer-cializzare i propri prodotti all’esterocoinvolgendole direttamente”. Salumi, formaggi, vini, ma ancheolio, aceto balsamico, frutta e ver-dura del territorio che in tutto ilmondo sono sinonimo di salubrità,qualità, tipicità e distintività, sonoprotagonisti di “Deliziando”.“L’impostazione adottata – dice ilpresidente di Unioncamere regio-nale, Andrea Zanlari – corrispondealle indicazioni della normativaregionale di settore e si basa su unpunto di forza da valorizzare: l’E-milia-Romagna è la regione che inItalia detiene il più alto numero diprodotti con marchi a riconosci-mento comunitario e un’elevataconcentrazione di qualità control-lata. C’è però da colmare il divariotra la notorietà e l’apprezzamentodi cui godono i nostri prodotti diqualità e la loro vendita sui merca-ti esteri dove occorre raggiungereuna ‘massa critica’ adeguata, pro-muovendo azioni di aggregazionedei produttori”.Con “Deliziando” vi è la possibilitàdi superare le frammentazioni attra-verso un’unica “cabina di regia”,una struttura organizzativa unitaria,capace di mettere in campo azionidiversificate. Il budget a disposizioneper il 2009 ammonta a 1 milione e200mila euro, di cui 800mila dellaRegione e 400mila del ministero delloSviluppo economico, che è partnerattraverso l’Ice. “Attraverso i suoiuffici all’estero – conferma il diretto-re della sede bolognese dell’Ice, UgoFranco – l’Ice ha collaborato allascelta del logo e del titolo di Deli-ziando, che sono stati presentati ainizio 2008, valutandone l’impattonei diversi Paesi”.Il programma operativo di Delizian-

do è partito già nel 2008 con la primaazione promo commerciale gestitada Unioncamere Emilia-Romagna:un workshop di due giorni a Bolo-gna. Una quarantina di buyer este-ri del settore agro-alimentare hannoincontrato circa 140 imprese agroa-limentari emiliano-romagnole (quasitutte quelle aderenti) che hanno pre-sentato le eccellenze dell’enogastro-nomia selezionate secondo il paniereprevisto (prodotti alimentari daagricoltura biologica, a QualitàControllata, Dop, Igp, Stg, Doc eDocg). Le azioni in programma nel2009 e le modalità di partecipazio-ne sono state invece illustratedurante tre specifici incontri che sisono svolti a Forlimpopoli al cen-tro di cultura gastronomica CasaArtusi e nelle Camere di commerciodi Modena e Parma. Pochi, ma fon-damentali, i requisiti necessari: sedein Emilia-Romagna, rispetto deidisciplinari di produzione, garanziadelle caratteristiche qualitative pre-viste dal paniere dei prodotti sele-zionati, adeguati standard merceo-logici, organizzativi e di qualitàrichiesti nei singoli mercati; adesio-ne per almeno un anno, in modo daattrarre un interesse che vada oltrei singoli momenti promozionali.È richiesta una quota simbolica dicompartecipazione che varia in baseal numero e alle iniziative prescelte.Alcune si svolgeranno in Italia nel2009 a contatto con buyer esteri(Vinitaly, Cibuspro, Sana, Macfrut),Altre con una serie di azioni specifi-che sui mercati del Nord Europa,Regno Unito e Irlanda, Austria, EstEuropa, e Russia, dove è in calen-dario la prima iniziativa: la parteci-pazione alla manifestazione “Pro-dexpo” di Mosca, dal 9 al 13 feb-braio 2009. Qui e sarà organizzataun’area per la presentazione deiprodotti e la degustazione. Info: www.deliziandoitalia.it

Nel 2009debutto a Mosca

al Prodexpo,quindi iniziativein tutta Europa

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EVENTI

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Il progetto di promo commercializzazione si rafforza con l’adesione di numerose aziende

Gastronomia d’eccellenzain scena con “Deliziando”

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all’anno, di cui l’80% circa vieneesportato. Dove? Negli Stati Uniti(Neiman Marcus, Saks Fifth Ave-nue, Barneys), in Gran Bretagna(Harrods, Selfridges) a Hong kong(Lane Crawford), in Canada (HoltRenfrew) e in Francia (Printemps).A questi prestigiosi punti venditasi aggiungono i monomarca (Mila-no, Roma, Londra, Parigi, NewYork, Las Vegas, Tokyo) e lemigliori boutique di moda indi-pendenti di tutto il mondo, in rap-presentanza di una politica com-merciale coerente con la scelta d’im-magine fatta dall’azienda. Entro set-tembre 2009 le scarpe di GiuseppeZanotti si troveranno anche a KuwaitCity, a Cannes, in Cina a Guangzhou,a Kiev e a Boston.Giuseppe Zanotti inizia la sua car-riera come designer free-lance neglianni ’80 quando assiste alle sfilatedi Milano e di Parigi frequentate,allora, da artisti e stilisti che furonodelle vere icone come Andy Warhol,Thierry Mugler, Keith Haring, JeanPaul Gaultier, Antonio López e altri.Inizia poi a lavorare con aziende di

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Charlize Theron, Halle Berry,Demi Moore, Gwyneth Pal-trow, Ryhanna e Beyoncè.Queste superstar (e molte

altre in realtà) non hanno in comu-ne solo la bellezza ma anche unaccessorio a cui è impossibile rinun-ciare. Tutte quante hanno indossa-to almeno una volta – su un red car-

pet, alla consegna di unpremio o per un vip party– le scarpe “Made inRomagna” Vicini Shoesfirmate da GiuseppeZanotti, padre dei marchiGiuseppe Zanotti Desi-gn, Vicini e Vicini tapeet.Conosciuto in tutto ilmondo per la squisitamanifattura delle suecalzature gioiello e per

la sua speciale capacità di interpreta-re in un oggetto di pochi centimetriil sentimento profondo del momen-to al di là dei dicktat che provengo-no dalle passerelle e dagli stilisti,Zanotti disegna e realizza calzaturespeciali, uniche, esclusive, che conse-gna alle migliori boutique del mondo.

La Vicini, nata nel 1994, si è afferma-ta, in meno di un decennio, comeazienda di fama mondiale nell’ambi-to della calzatura femminile di lusso(ma nella sua produzione non man-cano le borse e le scarpe per l’uomo).Cresciuta attorno all’officina creati-va di Giuseppe Zanotti, l’azienda siè conquistata un posto di rilievo inquesta nicchia di mercato, trovan-do una propria ricetta, fatta diequilibro tra creatività e sperimen-tazione da un lato e richieste delmercato e funzionalità dall’altro.Sfruttando il patrimonio artigiana-le di uno dei più rinomati distretticalzaturieri italiani – quello di SanMauro Pascoli – e gestendo e con-trollando direttamente la produ-zione – dagli approvvigionamentialle consegne – la Vicini è divenutaun’azienda del Made in Italy atutto tondo, in grado di gestire l’in-tero processo, dalla ricerca stilisticaal customer care. Quasi 80 milioni di euro il fatturatonel 2008, realizzato con circa 450dipendenti, per una produzione chesupera le 400mila paia di calzature

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Con la regia di Giuseppe Zanotti, l’azienda si è affermata nel mondo in meno di un decennio

Vicini, dalla Romagnale scarpe dei Vip

STORIE

Vera e propria“officina creativa”,

si è conquistatail ruolo di icona

del Made in Italy

Sono tante le celebrities che da anni trovano tra le proposte della collezio-ne Giuseppe Zanotti Design la scarpa giusta per le loro esibizioni “on

stage”. Cinema, televisione e concerti dal vivo sono i migliori testimonial diquesto successo internazionale. Ma una nuova moda sembra farsi strada direcente nello star system: adottare queste calzature anche nella vita privata.Più di una diva è stata fotografata la sera prima con tacco di undici centime-tri sul red carpet e il giorno seguente a passeggio per le strade di Londra oLos Angeles con un sandalo ultrapiatto sempre Giuseppe Zanotti Design. Unaconferma che dimostra come questa sia ormai considerata una calzatura“classica”, pur nel suo particolarissimo genere. Tra le ultime dive in ordine ditempo ad aver indossato scarpe di Giuseppe Zanotti ci sono state, in occa-sione degli MTV Video Music Awards consegnati il 7 settembre 2008 a LosAngeles, Rihanna, Mariah Carey, Duffy, le Pussycat Dolls, la mini-diva Miley

Questa la nuova moda che si fa strada nello star system

Il lusso sbanca anche nel privato

IL FOCUS

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moda come designer di calzaturesenza più abbandonare questo suoamore. Collabora con Valentino,Thierry Mugler, Missoni, Dior, Rober-to Cavalli, Ferré e Balmain. La grande scelta arriva però nel 1994quando decide, con sua moglie Cinzia,di acquistare un piccolo calzaturificioper dedicarsi a un’idea ambiziosa:

progettare e produrre diretta-mente le proprie calzature. Immaginando il mondo delladonna in un piede, inizia adisegnare gioielli, tacchi, lavo-rare seta, ricamare velluto esperimentare nuove tecniche,il tutto per esaltare questoimportante accessorio e per

cercare di interpretare i senti-menti e le emozioni più nascoste

della donna. Così, da questo pic-colo laboratorio di quindici perso-ne con all’interno un gioielliere, unesperto di tacchi e forme ed unaricamatrice, con passione e costan-za parte la sfida e la prima collezio-ne, quella della primavera-estate2004. Da allora i clienti più presti-giosi del mondo come Saks, NeimanMarcus, Bergdorf Goodman, Barneys,Harrods, Selfridges, Harvey Nichols,Lane Crowford e Holt Renfrewpropongono ad ogni stagione lecollezioni Giuseppe Zanotti Desi-gn per i propri clienti. “L’indicazio-ne univoca nella moda – ha recen-temente affermato Giuseppe Zanot-ti nel presentare la collezione Desi-gn primavera-estate 2009 – non ha

più senso: il singolo individuo rita-glia su se stesso uno stile, la sommadi più individui crea una tendenza.Così nelle mie collezioni esistonotemi anche contraddittori, adatti aesigenze, momenti e luoghi diversi.Esattamente come accade in unaplaylist dove i brani musicali apparte-nenti a generi diversi riescono a crea-re nel loro insieme un’armonia com-plessiva. Questa è la mia formula:pensare ai temi che disegno come abrani musicali da accostare”.Uno stile che nel 2007 gli ha per-messo di conquistare, a New York,in occasione della quattordicesimaedizione del “FFANY Shoes on sale”,il prestigioso ed esclusivo riconosci-mento di “Designer of the year” per lasua abilità artistica, la qualità deldesign, il successo internazionale delsuo marchio e il suo costante impe-gno profuso nel coltivare la nuovagenerazione di designer e preservarel’artigianalità della calzatura italia-na. Per l’occasione, Giuseppe Zanot-ti ha anche creato un’edizione unicadel suo sandalo-scultura “Slim” (sele-zionate per Kim Cattrall in una dellescene più sexy e ironiche di “Sex andthe City – The Movie”), con accesso-rio lisca di pesce realizzato in argen-to e rubino. Il sandalo, vendutoall’asta quella sera stessa, ha permes-so di devolvere 10mila dollari a favo-re della ricerca contro i tumori al seno.Ma lo stile di questo designerinternazionale non viene ricono-sciuto solo dal mondo della modae del design. Il Museo dellaCalzatura di Vigevano infatti haacquisito, per una mostra che si ètenuta tra l’inverno e la primaveradel 2008, cinque tra i modelli piùseducenti realizzati tra il 2000 e il2005 da Giuseppe Zanotti perchéfossero tra i protagonisti di unaimportante esposizione dedicata alpiù “sottile” tra gli strumenti dellaseduzione femminile: il tacco a spillo.La mostra, intitolata appunto “Taccoa spillo. Fascino e seduzione”, haospitato oltre cento modelli di epochee provenienze differenti. “Il museoPietro Bertolini di Vigevano – hacommentato Giuseppe Zanotti – èl’unica istituzione pubblica dedicataalla calzatura su territorio italiano equesto rende il riconoscimento anco-ra più gradito”

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Cyrus, Natasha Bedingfield, Paula Abdul e Molly Sims. Tra le superstar delgrande schermo, invece, hanno indossato calzature disegnate da GiuseppeZanotti Gwyneth Paltrow (per presentare il suo ultimo film Iron Man),Charlize Theron, (per la premiere del film Hancock ad Hollywood) e LindsayLohan sul set del film Labor Pains. Tra le dive nostrane che sono testimonialdi Zanotti ci sono invece Cristiana Capotondi, Eliana Miglio e Jane Alexanderche le hanno indossate all’appuntamento annuale di Venezia. Halle Berry èstata più volte paparazzata con infradito gioiello piatte e sandali gladiatoredentro e fuori dal red carpet. Anne Hathaway, dopo aver indossato GiuseppeZanotti Design sul set, è stata fotografata più volte con queste splendide cal-zature anche fuori dal set. E Demi Moore ha contagiato anche sua figlia,Rumer Willis, che sceglie nella linea Giuseppe Zanotti Design i modelli piùadatti alla sua giovane età. Accade poi che molte fan del marchio, come Rihanna e Beyoncè, decidano diraggiungere direttamente lo stilista nello showroom newyorkese per selezio-nare in anteprima le calzature della nuova stagione per il proprio guardarobapersonale

Al centro,Giuseppe Zanotti

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tagliare sulla ricerca e l’innovazionee questo ci ha consentito di affron-tare la turbolenza con meno preoc-cupazioni rispetto ai competitor”.Con i suoi 1.900 dipendenti in 40Paesi, oggi Datalogic è uno deiprincipali produttori mondiali dilettori di codici a barre, di mobilecomputer per la raccolta dati e disistemi a tecnologia Rfid. L’aziendainveste circa 30 milioni di euroall’anno nel settore Ricerca e Svi-luppo, è presente con propri ufficiin più di 50 Paesi nel mondo chevendono a oltre 100 Paesi. Solo nel2007 ha registrato ricavi superioriai 400 milioni di euro e profitti dioltre 18 milioni. Un trend confer-mato nel 2008 – con gli utili a più44% – e che, nonostante i venti dicrisi, le ha dato il coraggio di fareshopping. “A novembre – sottolineaTunioli – abbiamo ufficializzato lachiusura dell’operazione Datasensor,azienda italiana leader nella proget-tazione, produzione e commercializ-zazione di sensori e dispositivi fotoe-lettrici per l’automazione industriale.L’acquisizione, avvenuta in due tran-

che, ha comportato un investimentocomplessivo di 45 milioni di euro,prezzo ritenuto equo da una periziapredisposta da Kpmg Advisory”. Ma come si crea un successo indu-striale? Datalogic inizia la propriaattività nel 1972, con due tecnici,come società in accomandita sem-plice, nella canonica della chiesa diQuarto Inferiore a Bologna. In queiprimi anni di attività l’azienda rea-lizzava apparecchi elettronici di ognitipo in vari settori per farsi conosce-re e dimostrare le proprie capacitàingegneristiche. Successivamente passò a progettare,produrre e commercializzare circui-ti logici a transistor per controllo eregolazione, dedicati sia all’industriache alle centrali telefoniche. Comespesso accade, la svolta avvenne gra-zie a un’intuizione: Datalogic identi-ficò nell’ottica-elettronica la sua tec-nologia di sviluppo e iniziò a inve-stire nella progettazione e produzio-ne di controlli fotoelettrici per rispon-dere alle nuove richieste dell’industriatessile, ceramica e dell’imballaggio.Era l’inizio di una crescita inarrestabi-le per l’azienda che ha il suo quartiergenerale a Lippo di Calderara di Reno,sempre in provincia di Bologna.Sono trascorsi oltre 36 anni daquando Romano Volta fondò Data-logic. Dal 1974, quando presentò ilprimo scanner al mondo per la let-tura del codice a barre alle casse deinegozi alimentari, l’azienda ha ina-nellato una serie di primati: suo ilprimo lettore industriale di codice abarre in Europa (1978), sua laprima applicazione del sistema inun aeroporto in Europa (scalo diMilano-Linate, 1984), suoi il primoscanner omni-direzionale con bilan-cia (1994) e la prima applicazionetecnologia Rfid al mondo in un uffi-cio postale (1999). Ultima perla delpalmares è stato un premio interna-zionale per i prodotti innovativi.

Un 2008 in crescita, sia perutili che per fatturato, unpremio internazionale alleaziende che hanno avuto

intuizioni geniali, shopping da 45milioni per consolidare la leadershipnel settore dell’automazione indu-striale. È senz’altro positivo il bilan-cio della bolognese Datalogic, azien-

da leader nel mercatodei lettori di codici abarre quotata al segmen-to Star di Piazza Affari.Una realtà made in Emi-lia-Romagna che, nono-stante i venti di reces-sione dell’economia glo-bale, va a gonfie vele, innetta controtendenza conl’andamento nazionale. Ricetta emiliana?Secondo

Roberto Tunioli, amministratore dele-gato di Datalogic, “questi risultatisono frutto di una buona pianifica-zione dei costi fatta a inizio 2008.La crisi generale, seppur non preve-dibile in queste dimensioni, non ciha trovato impreparati. Siamo stativirtuosi nel contenere i costi senza

AZIENDE

L’impresa bolognese è leader nel mercato dei lettori di codici a barre ad alta tecnologia

L’innovazione pagaParola di Datalogicd

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Non tagliaresulla ricerca:

questa la ricettaper restarecompetitivi

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Un utile netto in crescita del 44%, a 16,6 milioni dieuro, Mol a 37,4 milioni (più 1,4%), ricavi in linea con

il 2007. Sono i risultati al 30 settembre 2008, presentati dalconsiglio di amministrazione di Datalogic spa al mercato.“Il segreto è proporre ai clienti sempre idee nuove”, sotto-linea l’ad Roberto Tunioli. Una strategia premiante vistoche nei primi nove mesi del 2008, mentre si rafforzavano iventi di crisi, Datalogic ha tenuto sul mercato dichiarandoricavi di vendita consolidati per 284,3 milioni di euro. Ilcalo del 4,4%, rispetto ai 297,5 milioni del corrispondenteperiodo dell’anno precedente, è tutto dovuto all’instabilitàdei cambi. A cambio euro-dollaro costanti, infatti, la cre-scita sarebbe stata di circa l’1% rispetto al 2007. Il margi-ne operativo lordo (Ebitda) si è attestato a 37,4 milioni dieuro (più 1,4% rispetto ai 36,9 milioni al 30 settembre2007) mentre il risultato operativo ordinario (Ebitanr) è di28,8 milioni di euro (più 3,5% rispetto ai 27,9 milioni regi-strati nel corrispondente periodo dello scorso esercizio). Inforte aumento l’utile netto consolidato nei primi nove mesidell’anno: 16,6 milioni di euro (più 44% rispetto agli 11,5milioni di euro al 30 settembre 2007). Nel terzo trimestre i

ricavi consolidati ammontano a 90,8 milioni (in calodell’8% rispetto ai 98,6 milioni del corrispondente periododello scorso anno); a cambio euro-dollaro costanti, la dimi-nuzione sarebbe stata di circa il 4 per cento. Il margineoperativo lordo (Ebitda) a 12,1 milioni (più 9% contro gli11,1 milioni del terzo trimestre 2007) e un risultato opera-tivo ordinario (Ebitanr) pari a 9,2 milioni (più 13% rispettoagli 8,1 milioni nel 2007). Buoni i risultati di tutte le divi-sioni operative dell’azienda: Mobile, Automation, Scan-ning, Business Development, Datalogic spa. Al 30 settem-bre, la posizione finanziaria netta dell’azienda bologneserisulta negativa per 73,9 milioni, in aumento sia rispetto aquella al 31 dicembre 2007 (negativa per 62,5 milioni) chea quella al 30 settembre 2007 (negativa per 67 milioni). Dasegnalare che nel corso dei primi nove mesi dell’anno sonostate acquistate azioni proprie per circa 19 milioni. Al“lordo” dell’acquisto di azioni proprie (comprese anche5.409.981 azioni proprie annullate in maggio 2008), laposizione finanziaria netta al 30 settembre risulterebbenegativa per “soli” 26,7 milioni. I dividendi pagati agliazionisti ammontano a 4 milioni

Ecco i numeri, risultato di una strategia premiante

Idee sempre nuove, indicatori in crescita

L’agenzia Frost & Sullivan, infatti,ha da poco consegnato a Datalo-gic il prestigioso riconoscimentodestinato alla qualità e al meritodelle aziende che hanno avutointuizioni geniali. Ad attirare l’at-tenzione degli addetti ai lavorisono stati i prodotti Joya eShopevolution. “Un riconoscimen-to – aggiunge Tunioli – che cirende orgogliosi: Joya e Shopevo-lution sono allo stesso tempo pro-dotti piacevoli a livello di design edall’alto contenuto tecnologico.Rappresentano una soluzione avan-zata per il self shopping, a confermadella nostra capacità di innovare ela nostra leadership nel settore”.Sono passati oramai 34 anni daquando il primo lettore al mondodi codici a barre Datalogic scanne-rizzò un chewingum Wringler nelsupermercato Marsh della cittadinadi Troy nell’Ohio. Chissà se la cit-tadina era stata scelta per caso. Difatto Troy – intitolata come la miti-ca città di Troia – aprì a Datalogicil mercato internazionale; un po’come fece il cavallo di legno deiguerrieri greci.

Non a caso l’azienda si diede dasubito un respiro internazionale.Già nel 1974 aveva aperto a Nür-tingen, in Germania, un piccoloufficio per la distribuzione dei pro-dotti Datalogic. Solo cinque annidopo, nel 1979, costruiva un nuovostabilimento a Erkenbrechtsweiler.A fine anni ’70 la rete di vendita eassistenza clienti comprendeva filia-li in tutti i principali Paesi europei.Oggi si avvale di una rete commer-ciale e di servizi che può contare suoltre mille partner distribuiti in piùdi 100 Paesi; molti, inoltre, gli

accordi di partnership con leadermondiali nella system integration enell’impiantistica industriale, conmultinazionali del calibro di Ibm,Accenture, Wincor Nixdorf, fino aMettler Toledo, Siemens, Dematic,Lockheed Martin, Vanderlande,Toyo Kanetsu.Le alleanze strategiche e la sceltaaccurata di fornitori più qualificatipermettono a Datalogic di progetta-re e offrire le soluzioni più avanzateper le sempre più complesse esigen-ze applicative di diversi settori indu-striali, in particolare manifatturiero,retail, trasporti e logistica. Cuoredell’azienda è il reparto R&S. “L’a-zienda – conferma Tunioli – fa ricer-ca e produzione in Europa, Asia eAmerica. Solo nel 2008 abbiamoimmesso sul mercato una decina dinuovi prodotti grazie ai quali abbia-mo mantenuto i ricavi sul livello del2007 pur in un contesto inter-nazionale in forte contrazio-ne. E per il 2009 il consigliodi amministrazione ha giàautorizzato gli investimentinecessari per altri nuoviprodotti”

Nella foto,da sinistra,Roberto Tuniolie Romano Volta.Sotto, l’innovativasoluzione “Joya”

LE CIFRE

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blica popolare cinese e si sta muo-vendo anche con un altro progettoparallelo: la partecipazione, all’in-terno di un’organizzazione tempo-ranea di imprese di cui è capofila, albando della Regione Emilia-Roma-gna 5.2 azione D che sostiene ini-ziative aggregate per penetrare imercati esteri. L’Ati è costituita dasei aziende emiliano-romagnolespecializzate nel settore “bedding”(dai materassi, ai guanciali fino allereti e ai letti) e grazie al contributoregionale – che copre fino al 50%delle spese ammissibili – si presen-terà come unica entità a un’impor-tante fiera internazionale di arredoche si terrà a Canton in marzo 2009.Un progetto promozionale consi-stente, del valore di 400mila euro,che si affianca ad azioni per “stabili-re partnership commerciali e rela-zioni con distributori locali”, sotto-linea Bergamaschi. L’export è per Dorelan un voce dibilancio in continua crescita: attivosolo da tre anni, il settore esteropunta a coprire nel 2009 il 10% difatturato: l’azienda è già presente inSpagna, con una consolidata rete di

agenti, in Francia e Svizzera lastruttura commerciale è in fase dipotenziamento e si sta sviluppandol’export anche in Israele e nell’areaasiatica (oltre alla Cina anche Corea,Taiwan e Hong Kong). Forte di unastruttura che occupa 135 dipen-denti – a breve verrà realizzato unnuovo stabilimento, sempre a Forlì,di 40mila metri qua-drati – e sforna oltre1.500 articoli al giornocon cinque linee di pro-duzione, Dorelan hachiuso il 2008 con unfatturato di 27 milionidi euro – in leggera cre-scita rispetto al 2007 –e prevede di raggiunge-re un volume d’affari dicirca 35 milioni nelprossimo triennio. Tra i punti di forza dell’azienda lacaratterizzazione e la personalizza-zione della gamma di articoli – gra-zie a strategie di marketing one toone – oltre a una strategia forte dimarketing che va dalla comunica-zione pubblicitaria sulle reti nazio-nali Rai a strumenti come il porta a

AZIENDE

Imaterassi romagnoli sbarcanoin Cina. La Dorelan, aziendaforlivese attiva da quarant’an-ni nella produzione di articoli

per il sistema letto – materassi,guanciali, reti in legno e in allumi-nio, copri rete e copri materassi eda pochi mesi anche letti imbottiti– aprirà quattro negozi monomar-ca tra Shanghai e Pechino entro il2009. Un ulteriore passo avantinella conquista del Paese del Dra-gone: Dorelan ha già aperto unmonomarca a settembre, nel cuoredi Shanghai, un negozio da 180metri quadrati in un centro com-merciale che riunisce diversi mar-chi Made in Italy.È proprio la qualità del prodotto ita-liano il segreto del successo di Dore-lan in Cina: “Il Made in Italy è per-cepito in Cina come alta manifattu-ra, un prodotto di prestigio cherisponde alle esigenze di clienti diclasse alta, un target sempre piùconsistente di nuovi ricchi”, spiegaCristian Bergamaschi, uno dei socidell’azienda. Ecco perché Dorelan,che si colloca in un segmento medioalto, punta al mercato della Repub-

Un ulteriore passo avanti con l’apertura entro il 2009 di quattro negozi in Cina

Da Forlì a Pechinocon i materassi Dorelan

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Il segreto,per conquistarei “nuovi ricchi”,è puntare tuttosull’alta gamma

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porta e le affissioni stradali. Dal 2002al 2006 Dorelan ha ricevuto il pre-mio Europe’s 500, riconosciuto dalParlamento europeo e assegnatoalle aziende europee che rispondo-no a sette criteri di selezione, tra cuila crescita del fatturato non inferio-re al 50% e un aumento dell’occu-pazione non inferiore al 30%.Il core business della produzione –rigorosamente tutta Made in Italyper salvaguardare cura dei partico-lari, qualità, sicurezza e rintraccia-bilità del prodotto – sono i mate-rassi, a cui Dorelan si dedica dallasua fondazione nel 1968. Materassia molle tradizionali, indipendenti,in lattice e in poliuretano espanso:è in quest’ultima gamma che sisono maggiormente concentrate lericerche di Dorelan negli ultimi cin-que anni, arrivando a realizzareprodotti altamente innovativi comeil Myform. La qualità di Myform,

materiale brevettato dall’azienda,è stata riconosciuta anche da Lam-borghini, che l’ha scelto comeimbottitura per i sedili della miticaGallardo. Gli studi sull’ergonomiadel sedile sono stati condotti dairicercatori della sezione di fisiolo-gia umana del dipartimento diScienze e tecnologie biomedichedell’università di Udine: il pilota èstato monitorato attraverso unserie di misurazioni dinamiche chehanno già dato esito positivo alleresistenze e sollecitazioni. Nel 2008 Dorelan ha brevettato l’e-voluzione del Myform, il MyformHD: “Si tratta di poliuretani con unadensità più elevata – spiega Berga-

AZIENDE

maschi – che garantiscono un miglio-re adattamento del materasso allamorfologia del fisico”. Il MyformHD è stato studiato, progettato eprodotto tutto internamente – inpartnership con l’università di Udine– e si avvale di una collaborazione inesclusiva con uno dei fornitoriDorelan. Sempre con l’ateneo diUdine, Dorelan ha creato il primomaterasso con certificazione euro-pea di ergonomia, il materasso Ori-gin: adattandosi perfettamente allaforme della figura umana, garantisceun elevatissimo comfort. L’universitàdi Bologna – laboratorio di cronopsicologia applicata – ha scientifica-mente provato che sul materassoOrigin si dorme più a lungo e la qua-lità del riposo è migliore. Il test èstato eseguito sui consumatori, aiquali è stato applicato al polso unattigrafo, un sensore capace di regi-strare i parametri legati al sonno.Dallo studio si è riscontrato che,riposando su un materasso Origin, iltempo di “addormentamento” siriduce del 30%, come si riducono del40% i movimenti durante il sonno.La qualità di Dorelan è stata sceltaanche dagli organizzatori dei GiochiOlimpici Invernali di Torino nel2006: sono stati forniti 10milamaterassi a molle studiati ad hocper garantire il riposo degli atletiospiti nel villaggio olimpico. L’azienda forlivese collabora inoltrecon alcune importanti compagnienavali come Carnival, Msc e CostaCrociere che hanno scelto il marchioDorelan per allestire le cabine delleloro navi ammiraglie. Tra i prossimiinvestimenti – oltre al raddoppiodella sede, con il nuovo stabilimentoda 40mila mq – anche il migliora-mento della logistica e dei trasporti,in grado di supportare l’incrementodella domanda produttiva

IL PROGETTO

La Regione Emilia-Romagna ha pubblicatoil nuovo bando 2008 della misura 5.2

azione D, che sostiene iniziative aggregate diimprese che vogliono penetrare i mercatiesteri. C’è tempo fino al 6 marzo 2009 perpresentare la domanda rivolta ad aggregazio-ni temporanee di imprese – almeno sei picco-le e medie imprese – che appartengono allostesso settore o alla stessa filiera produttiva eche hanno sede in Emilia-Romagna. Leimprese devono definire chiaramente un pro-getto strutturato di internazionalizzazionefinalizzato, attraverso la collaborazione tra leimprese, alla promozione e penetrazionecommerciale e industriale nei mercati esteri.

Vengono ammesse a finanziamento le speseper la partecipazione a eventi fieristici inter-nazionali, interventi di promozione e pubbli-cità sui mercati esteri (acquisto di spazi pub-blicitari comuni e realizzazione di incontri,eventi, convegni) consulenze esterne perstudi di fattibilità relativi a investimenti esteri(show room collettivi, centri di servizi, impian-ti produttivi di beni e servizi, comprese le retidistributive) visite aziendali di operatori stra-nieri in aziende emiliano-romagnole. Il contri-buto viene concesso fino al 50% delle speseammissibili a finanziamento e per ciascunprogetto non potrà essere inferiore a 25milaeuro e superiore a 200mila euro

Il bando regionale per sostenere l’export tramite le reti di impreseInternazionalizzazione a portata di Ati

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ANNO EUROPEO PER L’INNOVAZIONEE LA CREATIVITÀ

La Commissione europea ha aperto lacampagna di comunicazione per il 2009Anno europeo della creatività e dell’innova-zione, con lo slogan “immaginare - creare -innovare”. Scopo dell'iniziativa è promuo-vere approcci creativi e innovativi in varicampi dell’attività umana per consentireall'UE di rispondere alle sfide che le si pro-spettano in un mondo globalizzato. L’annoeuropeo per l’innovazione e la creativitàmira ad accrescere la consapevolezza del-l’importanza della creatività e dell’innova-zione in quanto competenze chiave per losviluppo personale, sociale ed economico.Sottolineando la creatività e l’innovazione,l’UE mira a dar forma al futuro dell’Europain un contesto di concorrenza globale sti-molando il potenziale creativo e innovativo.L’UE offrirà una struttura in grado di sensi-bilizzare a questo tipo di questioni e a pro-muovere un dibattito politico sul modo diaumentare il potenziale creativo e innovati-vo dell’Europa. Saranno, inoltre, varatecampagne di promozione, eventi e iniziati-ve a livello europeo, nazionale, regionale elocale. L’anno europeo per l’innovazione ela creatività è un’iniziativa orizzontale che siriallaccia e coinvolge vari aspetti: oltre aquelli riguardanti l’istruzione e la cultura,esso comprende le politiche d’impresa,quelle regionali e della ricerca.Rif.: http://www.create2009.europa.eu/

LEAD MARKET INITIATIVE FOR EUROPE

Attraverso la “Lead market initiative for Euro-pe” la Commissione Europea intende libera-re il potenziale dei prodotti e servizi innovati-vi attraverso l’eliminazione degli ostacoli chefrenano l'innovazione. Al momento sono sei i mercati prioritari coin-volti da questa iniziativa: eHealth, i tessili tec-nici, l'edilizia sostenibile, il riciclaggio, i bio-prodotti e le energie rinnovabili. Questi mer-cati - che hanno un forte valore economico esociale - producono una cifra d’affari annua-le di più di 120 miliardi di euro e impieganocirca 1,9 milioni di individui nell'UE. Grazie a questa iniziativa la cifra d’affari diquesti settori potrebbe superare i €300milioni mentre gli occupati potrebbero salirea 3 milioni entro il 2020. Basandosi su unamigliore regolamentazione, la stimolazionedegli appalti pubblici e lo sviluppo di normeinteroperative, l'iniziativa dovrà permetterealle imprese europee di beneficiare di oppor-tunità eque e ottimali di accedere a nuovimercati mondiali a crescita rapida e portarevantaggi visibili ai consumatori europei neisettori essenziali per il loro benessere.Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/08/12

AUTORIZZATO IL REGIME ITALIANO DI RIFINANZIAMENTO DEGLI ISTITUTI DI CREDITO

La Commissione europea ha autorizzato, aisensi delle norme sugli aiuti di Stato, il regi-me di garanzia delle passività e le operazio-ni temporanee di scambio per gli istituti di

credito volto a stabilizzare i mercati finanziari. La Commissione ha concluso che il regimeè un mezzo adeguato, necessario e propor-zionato di porre rimedio ad un grave turba-mento dell’economia italiana, in linea con icriteri precisati nella comunicazione dellaCommissione sulle misure adottate per leistituzioni finanziarie nel contesto della crisifinanziaria, ed è pertanto compatibile coltrattato CE. In particolare, il regime prevedeun accesso non discriminatorio, è limitato neltempo e nel campo di applicazione ed intro-duce misure di salvaguardia adeguate perlimitare le distorsioni della concorrenza. Le misure prevedono: una garanzia stata-le sulle nuove passività emesse dalle ban-che con scadenze superiori a 3 mesi e finoa 5 anni; operazioni temporanee di scam-bio semestrali tra titoli di Stato e passivitàdelle banche italiane, il cui tasso d'interes-se e scadenza coincidono perfettamente,in modo da garantire un flusso di cassaidentico ed una fissazione dei prezzi diret-ta, e una garanzia statale per le banche afavore di terzi (ad esempio le imprese diassicurazione) per l’ottenimento di prestitidi titoli di qualità elevata a loro volta utiliz-zati dalle banche per ottenere rifinanzia-menti nell'Eurosistema. Tutte e tre le misu-re sono a disposizione soltanto delle ban-che solvibili. La Commissione ha concluso che il regimeitaliano di rifinanziamento è uno strumentoadeguato per ripristinare la fiducia sui mer-cati finanziari, in linea con le regole UE sugliaiuti di Stato. Rif.: http://ec.europa.eu/comm/competition/state_aid/register/ii/by_case_nr_n2008_0510.html#520a

Notizie dall’Unione Europea

FLASH EUROPAUnioncamere Emilia-Romagna A cura di Laura Bertella, Stefano Lenzi, Paolo Montesi e Gianna Padovani

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“EUROPEAN SME WEEK 2009”La prima settimana europea delle PMI, che si svolgerà dal 6 al14 maggio 2009, è una campagna per promuovere lo spiritoimprenditoriale in tutta l’Europa e per informare gli imprendi-tori sul supporto a loro favore a livello europeo, nazionale elocale. La settimana delle PMI è intesa a: offrire e diffondereinformazioni sulle forme di supporto che l’UE e le autoritànazionali offrono alle piccole imprese; creare un partenariatoUE-PMI, sottolineando come l’Europa siapiù forte grazie a delle PMI competitive,nonché il fatto che l’UE è disposta adoffrire loro supporto e consulenza; moti-vare le PMI esistenti ad ampliare le pro-prie prospettive sviluppando e ingranden-do la propria imprese; lanciare idee e con-dividere le esperienze sull’imprenditoria-lità e gli imprenditori; convincere i giova-

ni che la carriera imprenditoriale è un’opzione affascinante.La settimana delle PMI è coordinata dalla Direzione GeneraleImprese e Industria della Commissione europea. La settimanadelle PMI rappresenta uno dei provvedimenti che attiva il“Small Business Act”, il primo quadro politico articolato per laPiccola Impresa nell’UE e nei suoi Stati membri.http://ec.europa.eu/enterprise/policy/entrepreneurship/sme-week/index_it.htm

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COOPERAZIONE REGIONALE BANDO “CENTRAL EUROPE”

Il 7 gennaio 2008 sarà aperto il secondobando del programma di cooperazione tran-snazionale Central Europe con scadenzaprevista il 18 marzo 2009. Le priorità: facili-tare l’innovazione attraverso l’EuropaCentrale; migliorare l’accessibilità nell’Euro-pa Centrale; utilizzo responsabile delle risor-se ambientali; rafforzare la competitività el’attratività delle città e delle regioni; assi-stenza tecnica. I soggetti beneficiari sono:autorità pubbliche nazionali, regionali e loca-li, dipartimenti ed agenzie pubbliche che sioccupano di sviluppo regionale, pianificazio-ne territoriale, tecnologia ed innovazione,sviluppo urbano e rurale, trasporti, gestionedell’ambiente e dei rischi; enti pubblici equi-valenti e istituzioni private. Le aree geografi-che ammissibili sono: Austria; RepubblicaCeca; Germania (Baden-Württemberg,Bayern, Berlin, Brandenburg, MecklenburgVorpommern, Sachsen, Sachsen-Anhalt,Thüringen); Ungheria; Italia (Piemonte, Valled'Aosta, Liguria, Lombardia, ProvinciaAutonoma Bolzano Provincia AutonomaTrento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna); Polonia; Repubblica Slovacca;Slovenia; Ucraina. Il budget è di 70 milioni di Euro.Rif.: http://www.fondieuropei2007-2013.it/sezioni/scheda.asp?id=11

INVEST IN MED

La Commissione europea promuove gliinvestimenti nell’area del Mediterraneoattraverso il nuovo programma regionale“Invest in Med”. Si è svolta a Nizza lo scor-so 5 e 6 novembre la Conferenza eurome-diterranea dell’industria intitolata “Competi-tività, innovazione e sviluppo industrialesostenibile”. In particolare Invest in Med hauna durata triennale (2009-2011) e dispo-ne di una dotazione finanziaria di 9 milionidi euro.Il programma (gestito dal consorzio MED-Alliance che comprende ANIMA, Eurocham-bres, ASCAME, UMCE/Business MED,UNIDO ed Euroméditerrannée) è destinatoa 9 Paesi della riva sud del Mediterraneo(Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano,Marocco, Autorità Palestinese, Siria eTunisia).L’obiettivo è quello di sviluppare investi-menti diretti esteri e flussi commercialinella regione mediterranea, facendo delMediterraneo una destinazione attraentee sicura per il commercio e sviluppandoco–investimenti e partnership secondouna sinergia sud-nord o sud-sud. Il programma cerca, inoltre, di costituireuna rete di organizzazioni pubbliche o pri-vate dell’Unione europea e delMediterraneo e, più generalmente, tratutti gli attori coinvolti nello sviluppo eco-nomico, attraverso l’organizzazione diperiodici meeting business-to-businessche hanno lo scopo di sviluppare relazio-ni a lungo termine e partnership tra picco-

le e medie imprese di entrambe le spon-de del Mediterraneo.Rif.: http://www.invest-in-med.eu/

REGIONI DELLA CONOSCENZA

Il Bando relativo all’iniziativa “Regionidella conoscenza” mira a rafforzare ilpotenziale di ricerca delle regioni euro-pee, in particolare supportando lo svilup-po in Europa dei cluster regionali “resear-ch-driven” associando università, centri diricerca, imprese e autorità regionali.L’iniziativa consentirà di intensificare ilruolo della ricerca e dello sviluppo tecno-logico nello sviluppo economico locale einvestire meglio e di più in R&S. Lo scopoè accrescere la capacità delle regionieuropee nel sostegno alla ricerca, svilup-po tecnologico e sviluppo economicolocale. Il bando prevede il consolidamen-to della cooperazione transfrontaliera tracluster operanti nella ricerca legati alla“Lead Market Initiative”. I principali scopidi questi network sono lo sviluppo di clu-ster regionali, per lo sviluppo di strategiedi ricerca e l’uso sostenibile delle risorsenaturali e ambientali. Il bando si focalizzasu 4 temati di gestione dei rifiuti; delleforeste; del sottosuolo e della terra, deirifiuti. Scadenza: 27/01/2008. Budget indi-cativo: € 16 milioni di Euro.Rif.: http://cordis.europa.eu/fp7/dc/index.cfm?fuseaction=UserSite.CapacitiesDetailsCallPage&call_id=167

FLASH EUROPA

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731 E-mail: [email protected]

CCIAA di BolognaP.zza Costituzione, 8 - 40128 BolognaTel. 051 6093286 - Fax 051 6093225E-mail: [email protected]

CCIAA di FerraraLargo Castello,6 - 44100 Ferrara Tel. 0532 783812 - Fax 0532 205122 E-mail: [email protected]

CCIAA di Forlì-CesenaC.so della Repubblica, 5 - 47100 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713531E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41100 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

CCIAA di ParmaVia Verdi, 2 - 43100 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507 E-mail: [email protected]

CCIAA di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29100 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

CCIAA di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 1 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 796300E-mail: [email protected]

CCIAA di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747 E-mail: [email protected]

56 DICEMBRE 2008

Bandi comunitarie appuntamenti

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DICEMBRE 2008 III

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