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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Indagine Imprese ai raggi x La parola ai dati Istat Export Cina, la terra delle opportunità Turismo Quasi 40 milioni preferiscono la Riviera Innovazione Competitività e sviluppo con “L’arte di innovare” NOVEMBRE 2009 Presentati agli R2B Days di Bologna i progetti definitivi dei dieci tecnopoli per la ricerca industriale. Risorse per 234 milioni, cantieri chiusi entro il 2013, 1.800 ricercatori al lavoro di cui 520 nuovi giovani. Così l’Emilia-Romagna si prepara a un nuovo salto di qualità per misurarsi con le realtà più avanzate d’Europa Scenari Ptr, concluso il “viaggio” negli enti locali Emilia-Romagna 2013 Foto Gaia Levi

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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

IndagineImprese ai raggi xLa parola ai dati Istat

ExportCina, la terradelle opportunità

TurismoQuasi 40 milioni preferiscono la Riviera

InnovazioneCompetitività e sviluppocon “L’arte di innovare”

NOVEMBRE2009

Presentati agli R2B Days di Bologna i progetti definitivi dei dieci tecnopoli

per la ricerca industriale. Risorse per 234 milioni, cantieri chiusi entro il 2013,

1.800 ricercatori al lavoro di cui 520 nuovi giovani. Così l’Emilia-Romagna si prepara

a un nuovo salto di qualità per misurarsi con le realtà più avanzate d’Europa

ScenariPtr, concluso il “viaggio”negli enti locali

Emilia-Romagna2013

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NOVEMBRE 2009 1

Anche l’Emilia-Romagna staaffrontando le conseguenzedella crisi dell’economiamondiale. L’impatto è stato

amplificato dall’alto grado di aperturaai mercati esteri delle principali filiereproduttive.Non si sono fatti attendere i riflessinegativi sulle esportazioni e sugli inve-stimenti, rendendo incerte le prospetti-ve del mercato del lavoro almeno peril prossimo biennio. È questa l’urgen-za su cui concentrare sforzi ed energiee rispetto a cui il Patto per attraversa-re la crisi promosso dalla Regione – alquale ha aderito anche Unioncamere –ha finora consentito di salvaguardarela realtà produttiva e occupazionale. L’Emilia-Romagna nel suo complessoha però affrontato la sfida della crisiinternazionale con un patrimoniosociale ed economico più ricco rispet-to alla situazione complessivadell’Italia. È un’economia regionalecaratterizzata da un’alta partecipazio-ne al lavoro, con una competitivitàdelle imprese elevata, che si avvale disignificativi supporti da parte delleistituzioni. Già prima dell’insorgere della crisiinternazionale, le imprese emiliano-romagnole avevano realizzato percorsidi ristrutturazione nella direzione dellavia alta dello sviluppo. Trasformazionidettate dalla spinta della globalizzazio-ne dei mercati, dalla necessità di rior-ganizzarsi per affrontare le nuove sfidecompetitive. Ma anche dalla crescenteconsapevolezza della valenza strategi-ca della società della conoscenza e delcapitale umano.Nonostante i positivi risultati raggiun-ti con tali iniziative, l’impatto dellacrisi sul versante occupazionale hadeterminato un’inversione di tendenzarispetto alla fase espansiva delladomanda di lavoro che si ripercuoteanche sulla consistenza e sul livello deifabbisogni di profili professionalirichiesti dalle imprese, impegnate a

dare risposta alle esigenze di innova-zione e riqualificazione delle produ-zioni.La crisi oggi ha bisogno di risposte didue livelli: di breve e medio lungoperiodo. Innanzitutto occorre conti-nuare a cercare di far fronte alle con-seguenze sull’economia reale, conimprese in difficoltà e famiglie impo-verite. L’obiettivo è di attutire il piùpossibile impatti che potrebbero avereeffetti ancor più dirompenti sul siste-ma produttivo e quindi sulla comu-nità. Tuttavia, sulla base della consa-pevolezza che questa crisi può rappre-sentare l’occasione per rinnovare imetodi, ritrovare una sana efficienza,ricostruire un serio e robusto sviluppoeconomico, fatto di numeri e prospet-tive, sul quale basareuna più equa distribu-zione della ricchezza,ecco che allora essadiventa uno stimolo perriflettere sui nostrimodelli di sviluppo. Superata la crisi, si puòpensare a una imposta-zione in cui rimanecentrale il ruolo di fat-tori classici di produ-zione, come il capitale e il lavoro.Tuttavia vanno evidenziati quegli ele-menti meno visibili come una miglio-re organizzazione del lavoro, il ricor-so alla formazione continua, il soste-gno alle attività imprenditoriali coninfrastrutture che funzionano, unamaggiore diffusione di reti e strumen-ti informatici, solo per citarne alcuni,dal cui effetto combinato dipende lacrescita. Soprattutto, è necessario chel’innovazione tecnologica individuisoluzioni più efficaci ed efficienti, tro-vando sbocchi concreti con applica-zioni economicamente rilevanti, dipratica immediatezza per le imprese.In questa prospettiva va il progettodella Rete per l’Alta tecnologia, unavera e propria impresa per la ricercaindustriale, messa in campo dallaRegione Emilia-Romagna. La strate-gia dei “tecnopoli”, di cui sono statipresentati i progetti definitivi, puòpermettere un vero salto di qualitànella nuova economia e, nello stessotempo, costruire un’impresa dellaricerca in grado di valorizzare i ricer-catori che sono il grande patrimoniodi una società della conoscenza

La buona innovazionecomincia dall’impresa

La crisi ha bisogno di risposte d’emergenza,ma anche di una strategia di lungo periodo

EDITORIALE

La strategiadei “tecnopoli”può permettereun vero e propriosalto di qualità

* Presidente Unioncamere Emilia-Romagna

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NOVEMBRE 2009 3

Anno XV - n. 11Novembre 2009Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto Comunicazione srlBarbara Galzigna Giuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50e.mail: [email protected]

Foto Meridiana ImmaginiPaolo Righi, Andrea Samaritani e Elisa Pozzo

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Concessionario per la pubblicitàFranco Pavoncelli via Rosaspina n. 540129 BolognaTel. 051-359933e-mail: [email protected]

StampaLabanti e Nanni Industrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna) tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69 e-mail: [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994

In copertinafoto Meridiana Immagini

SOMMARIOE C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

IndagineImprese ai raggi xLa parola ai dati Istat

ExportCina, la terradelle opportunità

TurismoQuasi 40 milionipreferiscono la Riviera

InnovazioneCompetitività e sviluppocon “L’arte di innovare”

NOVEMBRE2009

Presentati agli R2B Days di Bolognai progetti definitivi dei dieci tecnopoli

per la ricerca industriale.Risorse per 234 milioni, cantieri chiusi entro il 2013,1.800 ricercatori al lavoro di cui 520 nuovi giovani.

Così l’Emilia-Romagna si preparaa un nuovo salto di qualità per misurarsi

con le realtà più avanzate d’Europa

ScenariPtr, concluso il “viaggio”negli enti locali

Emilia-Romagna2013

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1 EDITORIALELa buona innovazionecomincia dall’impresaDI ANDREA ZANLARI

4 IN BREVE

6 PRIMO PIANOTecnopoli, la ricercasi fa impresaDI THOMAS FOSCHINI

8 In vetrina a R2B Daysi “corrieri” della ricercaDI ALBERTO ANDERLINI

10 Imprese innovativea caccia di investitoriDI ALBERTO ANDERLINI

12 INNOVAZIONECompetitività e sviluppocon “L’arte di innovare”DI GIUSEPPE SANGIORGI

14 SCENARIPtr, concluso il “viaggio”negli enti localiDI NATASCIA RONCHETTI

18 TURISMOQuasi 40 milionipreferiscono la RivieraDI NATASCIA RONCHETTI

23 FOCUS PIACENZAAnche a Piacenza è crisiMa meno che altroveDI GIUSEPPE SANGIORGI

26 Una Coppa d’Oroin diretta nazionaleDI GIUSEPPE SANGIORGI

27 AMBIENTEGas frigoriferi“Peggio della CO2”DI ROBERTO CALVI

28 INDAGINEImprese ai raggi xLa parola ai dati IstatDI GIOVANNA CHIARINI

QUADERNI&DOCUMENTII numeri dell’economia sociale

31 EXPORTCina, la terradelle opportunitàDI ANTONELLA CARDONE

34 Australia, nuova frontieraper il Made in ItalyDI GIUSEPPE SANGIORGI

37 TERRITORIOPiani di valorizzazioneCercasi investitoriDI GIOVANNA CHIARINI

38 COMMERCIOVendite in picchiataMa non all’outletDI SILVIA SARACINO

41 RAPPORTOPmi in affannoSi naviga a vistaDI ENRICO VINCENZI

45 SETTORIProtagonista a Modenal’edilizia “intelligente”DI MARCO CASAMENTI

45 CULTURABologna rende omaggioal padre del wirelessDI ANTONELLA CARDONE

48 AZIENDEMacchine per la pastaIl boom di FavaDI GIORGIA MAZZOTTI

50 Artigiani della parolaLa parabola di Studio TreDI GIACOMO QUADRI

53 SPECIALE ENERGIAINSERTO PUBBLIREDAZIONALE

59 FLASH EUROPA

Mensile dell’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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4 NOVEMBRE 2009

Da un’iniziativa di Promec, azien-da speciale per l’internazionaliz-

zazione della Camera di commerciodi Modena, è nato un nuovo sitowww.modenaitaliancom.it, all’inter-no del portale www.expomo.com,

che consente alle imprese modenesil’uso del web per sviluppare attivitàdi commercio elettronico e ampliarela propria rete di rapporti commer-ciali. All’interno del sito, una bancadati permette di elaborare elenchi diimprese sulla base di diversi criteri diricerca e di collegarsi poi alla singolapagina web di cui ogni azienda puòdisporre. La novità si affianca al recenterestyling del sito della Camera dicommercio (www.mo.camcom.it)che con una grafica completamenterinnovata, vuole consentire unaccesso più agevole e rapido alleinformazioni e ai servizi, miglioran-do la reperibilità delle informazionie l’accessibilità dei contenuti. Oltrea tutte le informazioni sulle attivitàe sui servizi camerali, il nuovo sitocomprende una sezione “FareImpresa” in cui è possibile reperirenotizie di interesse circa gli adempi-menti presso la Camera per chisvolge attività imprenditoriali,attraverso una serie di risposte alledomande più frequenti poste dagliutenti. Il progetto comprende anchel’invio di una “newsletter” settima-nale agli utenti interessati.

PIACENZAJOBS ACQUISTA SACHMAN

Jobs spa di Piacenza, lea-der mondiale nel settoredelle macchine utensili, hasottoscritto un preliminaredi acquisto per Sachman,ramo d’azienda di Sach-man Rambaudi spa,dichiarata fallita lo scorsoottobre. Con l’acquisizionedell’azienda reggiana, chenel 2008 ha registrato unfatturato di circa 22 milio-ni di euro, Jobs dà vita a

un gruppo con gamme diprodotti per i settori ener-gia, aeronautica, auto,meccanica. Jobs, che rea-lizza centri di fresatura adalte prestazioni, presentaun fatturato 2008 di 54milioni di euro.

REGGIOANTICHI PELLETTIERI COMPRA CMC

Tramite la conversione incapitale di crediti percirca 7 milioni di euro,Antichi Pellettieri haacquistato Cmc srl, pro-prietaria sia del marchio

Mario Cerutti che di unapartecipazione pari al27% in Enrico Mandellispa. Con l’operazione,Antichi Pellettieri portaavanti la strategia difocalizzazione sulle atti-vità della divisione calza-ture insieme a borse eaccessori. Le collezioni dicalzature Mario Cerutti,che presenta un fattura-to di 9,5 milioni di eurograzie all’export, diven-tano così di proprietà delgruppo.

PARMACHIESI LEADER IN R&S

Il Gruppo Chiesi di Parmaè al primo posto tra gliinvestitori italiani in Ricercae Sviluppo del compartofarmaceutico, all’ottavonella classifica dei maggio-ri gruppi nazionali di ognisettore, al tredicesimo trale multinazionali farma-ceutiche in Europa. Lotestimonia il “Quadro divalutazione 2009 degliinvestimenti industrialieuropei in Ricerca &Sviluppo” elaborato dal

Joint Research Centredella Commissione Euro-pea. Con 23 consociate alivello mondiale e una pre-senza in 50 Paesi, ilGruppo, con un investi-mento di 107,8 milioni(più 16,7% sul 2007),segue alcune tra le mag-

Le iniziative della Camera di Modena

Nuova immagine e funzionalità su internet

Per il secondo anno consecutivo, la nostra rivista“Econerre”, edita da Unioncamere e Regione Emilia-Romagna, ha vinto al Premio Cento alla stampa locale.Migliorando il secondo posto del 2008, “Econerre” haottenuto il primo premio nella sezione “house organ”.Patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti, il Premio Cento,

alla undicesima edi-zione, è conferitoalle pubblicazioniperiodiche istituzio-nali a diffusionegratuita più signifi-cative, edite da entipubblici locali o da

realtà private ma con forte valenza pubblica. La cerimo-nia di consegna del premio è avvenuta a Milano nel corsodel Com-Pa, il salone della Comunicazione Pubblica.

Premio Cento alla stampa localeEconerre al primo posto

Prende il via a Parma unanuova intesa tra grandi, medie

e piccole aziende del sistemamanifatturiero locale. Dopo l’ap-provazione delle rispettive assem-blee straordinarie, sarà operativadal 1 gennaio 2010 la fusione tral’Unione Parmense Industriali(Upi) e Apindustria Parma, cheadotta lo statuto di Confindustria.Il nuovo soggetto punta a diven-tare un laboratorio capace disuscitare aggregazioni e reti diimprese. L’accordo vuole garanti-re alle imprese un più forte sup-porto di informazioni, consulenze,e servizi. La rinnovata UnioneParmense Industriali darà voce acirca mille imprese, in cui operano42mila dipendenti. Nelle prossimesettimane saranno organizzatiincontri per far conoscere e favo-rire le forme di aggregazione. E’previsto anche il rinnovo di tuttele Consulte di settore, poi, a giu-gno 2010 l’assemblea generaleeleggerà il nuovo presidente.

IN BREVE

Upi e ApindustriaA Parma fusione dal 1 gennaio

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Da Rimini a Modena, nuovi marchi Dop e IgpRiconoscimenti comunitari per tre prodotti tipici locali

RiminiEmirati e OmanOperatori in visita

Alta tecnologiaLa Regionein missionein Giappone

In occasione della cinquantanovesi-ma edizione della manifestazione

fieristica Sia Guest – Salone Interna-zionale dell’Accoglienza, la Cameradi commercio di Rimini, in collabora-zione con l’Istituto nazionale per ilcommercio estero (Ice), ha ospitatouna delegazione dioperatori provenientida Emirati Arabi eOman attivi nei set-tori forniture alber-ghiere, arredamentoper interno ed ester-no, interior design,contract, benessere,investimenti e trasfe-rimento di know-how. I tredici stranieri hanno incon-trato più di 80 aziende italiane svi-luppando oltre 400 business mee-ting. Il progetto Abitare Italia, rivoltoai Paesi dell’area del Golfo con la col-laborazione di numerosi partner (tracui le Camere di Ravenna, Bologna eForlì-Cesena) ha promosso il Madein Italy in un mercato in forte espan-sione a livello mondiale, soprattuttonel settore delle costruzioni.

Importante traguardo per il Formaggio di Fossa diSogliano al Rubicone, il Riso del Delta del Po e

l’Amarena Brusca di Modena. Il Fossa ha ottenuto la“Denominazione di origine protetta”. Un successo peril Consorzio Tutela del Formaggio e del nuovo Consor-zio Produttori Formaggi Stagionati (Co.Pro.Fo.S.),costituito dai sette principali attori della filiera caseariadel territorio romagnolo e marchigiano. L’attribuzionedel marchio “Indicazioni geografiche protetta” al Risodel Delta del Po, prodotto in alcuni Comuni delleProvince di Ferrara e di Rovigo, premia l’impegno deiproduttori che con il sostegno degli Enti locali hannodato vita a un’associazione per la valorizzazione delcereale. La reputazione e notorietà dell’AmarenaBrusca, ora Igp, vanta invece una tradizione pluriseco-lare, testimoniata da una vasta bibliografia che attestal’esistenza tra le province di Modena e Bologna di unimportante distretto produttivo.

La Regione Emilia-Romagna, in col-laborazione con l’Ice e le Regioni

Lazio, Lombardia e Piemonte, ha par-tecipato alla realizzazione di un pro-getto interregionale di valorizzazionedelle eccellenze tecnologiche dellafiliera della mobilità, motoristica e

subfornitura in Giap-pone, partner interna-zionale di riferimentoper approfondire pro-cessi ed esperienze.L’evento è stato orga-nizzato all’interno delMuseo della Scienza edell’Innovazione diTokyo. Nell’ambito dell’inizia-

tiva é stata allestita anche una mostradi prodotti innovativi ad alto contenu-to tecnologico a cui hanno contribuito16 aziende emiliano-romagnole. LaRegione ha direttamente organizzatodue seminari tematici sui settori mec-catronica e componentistica auto,mentre cinque imprese regionalihanno potuto incontrare contropartigiapponesi per esplorare nuoveopportunità di business.

giori imprese nazionali(Fiat, Finmeccanica, Tele-com Italia, Pirelli) mentrenel settore farmaceutico sicolloca alle spalle di grandigruppi quali Sanofi-Aventis, GlaxoSmithKline,Astrazeneca, BoheringerIngeleheim.

RAVENNANAPA UNISCEI PORTI DEL NORD ADRIATICO

I porti di Ravenna,Venezia, Trieste e Koper(Capodistria), hannocostituito l’associazionevolontaria “Napa – NorthAdriatic Port Associa-tion”. La nuova unioneha una durata di 20 annie la sede presso il Porto diTrieste. Così alleati, i portirappresentano un volu-me di traffico di 132milioni di tonnellate posi-zionandosi nel rankingeuropeo dei porti subito

dopo Amburgo. Unpasso strategico, con l’o-biettivo di migliorare ilpotenziale commerciale,l’efficienza del sistemaportuale e le infrastruttu-re collegate.

RIMINIQUATTROMILA VETRINE PER DEL CONCA

Accordi mirati in un set-tore, quello dell’edilizia,che si va ridisegnandoall’insegna della qualità enon della quantità: è lavia d’uscita dalla crisisecondo Del Conca. Ilgruppo, ai vertici del set-tore piastrelle in ceramica(fatturato 2008 145milioni), ha siglato l’inte-sa con Saint-Gobain –leader nei prodotti perl’edilizia e tra i primicento gruppi industriali al

mondo – per distribuirele linee dei suoi tre marchi(Del Conca, Pastorelli eFaetano) nei 4mila puntivendita Saint-Gobain.

IN BREVE

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Cantieri chiusi entro 2013. Questa l’agen-da fissata dalla Regione Emilia-Romagna

per la realizzazione dei tecnopoli. E ci sonoalcune realtà in cui i laboratori sono già all’ope-ra, come l’Istituto Ortopedico Rizzoli diBologna, che ha da poco inaugurato i nuovilaboratori di ricerca. A Bologna il tecnopolo sioccuperà in particolare di ambiente, nanotec-nologie, medicina rigenerativa, e automazio-ne (tra i partner anche l’Enea e l’ateneo), oltrea ospitare il coordinamento della Rete realiz-zato da Aster. A Modena i ricercatori saranno

al lavoro soprattutto sui nuovi materiali, aReggio su eco-building e agroalimentare,mentre Parma porterà avanti progetti di far-maceutica e radio frequency identification ePiacenza studi sull’energia. Passando allaRomagna, Faenza si concentrerà sui nuovimateriali, Ferrara su biotecnologie, vibroacu-stica e restauro dei beni culturali e Ravenna sunautica e restauro architettonico. InfineRimini, con un polo su tecnologie verdi e perla moda, e Forlì-Cesena, dove si studierannoavionica, agroalimentare e infomobilità

Tre anni a partire da oggi

GLI OBIETTIVI

6 NOVEMBRE 2009

Dove sarà l’Italia tra 5 anni?Sarà in grado di raggiun-gere la vetta d’Europa, ecioè quei Paesi che inve-

stono ogni anno miliardi di euro inricerca industriale – ricavandone irelativi vantaggi in termini di quan-tità e qualità dello sviluppo – o saràcondannata a un lento e inesorabile

processo di “deindu-strializzazione”? E lasocietà, l’ambiente, con-tinueranno ad essere unaccessorio, un lussorispetto alla “pura” cre-scita del Pil o si faràfinalmente strada, anchenel nostro Paese, l’ideasecondo la quale “l’eco-nomia, l’ambiente e lasocietà sono parte di

un’unica politica?”. Con questedomande Vasco Errani, presidentedella Regione Emilia-Romagna, haaperto gli R2B Days, il salone inter-nazionale dell’innovazione e dellaricerca industriale che ha animato ilFiera District di Bologna dall’11 al 13novembre scorso.Dieci tecnopoli, 46 laboratori, 7 cen-tri per l’innovazione. Questa la rispo-sta dell’Emilia-Romagna, che diventa

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Presentati i progetti definitivi. A R2B Days la firma dell’Accordo tra Regione, atenei ed enti

Tecnopoli, la ricercasi fa impresa

In campo risorseper 234 milioni,

A regime, occupati1.800 ricercatori,di cui 520 giovani

realtà con l’Accordo siglato proprio inoccasione degli R2B Days tra laRegione – rappresentata dal presiden-te Errani e dall’assessore alle Attivitàproduttive Duccio Campagnoli – leuniversità di Bologna, Ferrara, Mode-na-Reggio, Parma, il Politecnico e laCattolica di Milano (sede di Piacen-za), gli Istituti Ortopedici Rizzoli, l’E-nea e il Cnr. “Non si tratta di annun-ci ma di fatti concreti – ha osservatoCampagnoli – con rilevanti risorseimpegnate da parte della Regione”.L’ente di Viale Aldo Moro destineràinfatti all’“operazione tecnopoli” ben130 milioni di euro, provenienti inparte dai Fondi europei per lo svilup-po regionale, in parte da risorse diret-te. Altri 90 milioni verranno dagli ate-nei, 14 dagli enti locali coinvolti,anch’essi firmatari dell’Accordo. Un totale di ben 234 milioni di euro,68 dei quali serviranno per la costru-zione delle nuove infrastrutture – itecnopoli, appunto – 54 milioni perl’acquisto di attrezzature scientifiche.Infine 112 milioni, posti a coperturadei contratti di 520 nuovi ricercatori.Sei le “piattaforme tecnologiche”sulle quali lavorerà la nuova Rete deilaboratori per la ricerca industriale,coordinata da Aster: alta tecnologia

meccanica e nuovi materiali, agroin-dustria, costruzioni, scienze dellavita, energia e ambiente, Ict, design& multimedia. I dieci tecnopoli sorgeranno in areegià identificate ed espressamentededicate alla ricerca industriale intutte le principali città della regione,sfruttando le potenzialità di campusscientifici e universitari – come aParma e Modena – o riqualificandoimportanti aree e siti industriali (que-sto il caso di Bologna, Ravenna,Faenza, Forlì e Cesena, Rimini,Spilamberto, Vignola, Reggio Emi-lia, Piacenza). In tutto 160mila metriquadrati di strutture dove troveran-no posto laboratori di ricerca e centriper l’innovazione, e soprattutto – hasottolineato il presidente Errani –1.800 ricercatori, “di cui 520 nuovigiovani assunti con contratti almenotriennali, il che significa metterli incondizioni di progettarsi un propriofuturo dentro una piattaforma chediventa impresa”.Un’operazione, insomma, “a coper-tura totale”, che trova nella trasver-salità delle piattaforme – ma anchenel radicamento territoriale dellediverse filiere produttive – il propriopunto di forza. “Abbiamo scelto la

Nella foto in alto,un momento

del convegnodi apertura

degli R2B Days

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strada più difficile – ha commentatoErrani siglando l’accordo – per per-mettere all’Emilia-Romagna di fareun salto di qualità, ricollocandola alivello europeo e nella nuova rete glo-bale”. Un salto di qualità, hannospiegato Errani e Campagnoli, asso-lutamente necessario, nonostante igrandi risultati raggiunti in questianni grazie al primo ProgrammaRegionale per la Ricerca Industriale el’Innovazione (2000-2007) e alla faseiniziale del secondo Prriitt (2007-2013). Qualche dato: grazie aiProgrammi, le imprese emiliano-romagnole hanno realizzato 777 pro-getti di R&S (248 solo nell’ultimoanno). Ben 190 i brevetti depositati,che collocano l’Emilia-Romagna alvertice nazionale in questo importan-tissimo indicatore dello stato di salu-te dell’economia regionale e dellerelative potenzialità di sviluppo.Quindi, 1.203 giovani laureati assun-ti per le attività di R&S in impresa,840 contratti di ricerca con le univer-sità. Un totale di 230 realtà coinvol-te, tra imprese ed enti di ricerca, per22 milioni di euro di fatturato svilup-pato con le imprese a fronte di 481contratti.Insomma, i risultati ci sono. Ma serveun ulteriore salto di qualità, hannosottolineato Errani e Campagnoli,per trasformare i distretti produttiviregionali in veri e propri “distrettitecnologici”, puntando sui settori apiù elevato contenuto di tecnologia.Da qui il ruolo fondamentale delleuniversità regionali, che contribuen-do al progetto – come hanno dimo-strato gli interventi dei Rettori degli

atenei che hanno sottoscrittol’Accordo – si preparano a ricoprireun nuovo ruolo nell’ottica di avvici-nare ricerca e impresa, per fare dellastessa ricerca un’impresa, senza nullatogliere alla ricerca pura e di altolivello che continua ad essere il cuoredella mission accademica e rispettoalla quale l’Emilia-Romagna occupagià posizioni d’eccellenza.Costruire un legame sempre più stret-to con il mondo produttivo e con lesue reali esigenze è del resto tra gliobiettivi principali che hanno portatoalla “fase due” del Prriitt e alla stessaidea di costituire i tecnopoli: i labora-tori di ricerca, infatti, nella nuovaconfigurazione della Rete, per poteroperare dovranno essere “accredita-ti” dalla Regione, cioè dimostrare lapropria attività di collaborazione conle imprese. Gli stessi tecnopoli saran-no attrezzati dal punto di vista dellestrutture e delle dotazioni scientifichein modo da essere utilizzabili diretta-mente anche dalle imprese.“Vogliamo che i nostri distretti pro-

duttivi – ha sottolineato Campagnoli– diventino veri e propri distretti tec-nologici e che, insieme alle imprese, visiano le nuove imprese rappresentatedai laboratori di ricerca”.Dalla manifattura al “manufuture”,insomma, con la possibilità, per l’in-dustria emiliano-romagnola, diristrutturarsi puntando sui settori apiù alto tasso di innovazione, dallameccatronica all’eco-industria, dallamedicina rigenerativa alla bio-infor-matica, dalla genomica all’eco-edili-zia, quindi bioingegneria, micro-nanotecnologie, Ict e digitale, eco-energia. “Con la firma di questaConvenzione – ha commentatoCampagnoli – avviamo formalmentela costituzione di questa Rete, che sipone come punto di riferimento perun ulteriore sviluppo dei programmidi ricerca delle imprese. Una Rete chea sua volta diventa una grandeimpresa della ricerca, in grado diporsi come interlocutore credibile edi alto livello di fronte ai programmidi ricerca europei e internazionali”

IL PROGETTO

Tra convegni per valorizzare la ricerca eforum con investitori stranieri, agli R2B

Days un posto d’onore è stato riservato allapresentazione del progetto del tecnopolo diBologna, uno dei nodi della Rete regionaleper l’Alta tecnologia e a sua volta “hub” del-l’intera Rete, nella sua nuova configurazione.Due le sedi: l’area della ex ManifatturaTabacchi, con i suoi 100mila metri quadrati,ospiterà, tra gli altri, i laboratori dell’Universitàdi Bologna, dell’Istituto Ortopedico Rizzoli edell’Enea, oltre alla sede di Aster, e fungerà da“hub”, ovvero da centro di coordinamento ditutta la rete. Saranno nel complesso 459 lepersone occupate a tempo parziale e 191 igiovani ricercatori impiegati in 17 laboratori.L’altra sarà l’area di lavoro del Consorzionazionale delle ricerche (Cnr) con un’esten-sione di 5.500 metri quadrati per ospitare due

laboratori dedicati alle piattaforme “Meccani-ca materiali” e “Energia ambiente”. Complessivamente saranno 77 le persone atempo parziale e 37 i giovani ricercatori.Il tecnopolo di Bologna, oltre alle attività diricerca e sviluppo tecnologico, si caratteriz-zerà per un’offerta di servizi per l’innovazio-ne alle imprese, agli enti e alle società diricerca del territorio. Con particolare atten-zione al supporto delle dinamiche di intera-zione tra imprese e laboratori: dai servizi peril trasferimento tecnologico al supporto allacreazione di impresa, fino a servizi avanzatiper imprese già presenti sul territorio. Eancora, opererà in funzione di accoglienza eindirizzo per tutte le realtà coinvolte, non-ché di sostegno all’attivazione di collabora-zioni e commesse, attraverso il “portale deltecnopolo”

Due le sedi, l’area Cnr e l’ex Manifattura TabacchiA Bologna il grande “hub” della Rete

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Un ruolo da protagonisti,agli R2B Days, per i labo-ratori di ricerca e i centriper l’innovazione emilia-

no-romagnoli. Un’area espositivadedicata, di 1.000 mq, dove le strut-ture hanno presentato la propria atti-vità nell’ambito di sei piattaformetecnologiche di riferimento: meccani-

ca e nuovi materiali, Icte design, agroalimenta-re, costruzioni, scienzedella vita, energia eambiente.Protagonista tra i prota-gonisti, a spiccare tra icentri per la meccanicaavanzata è Intermech.Si tratta del maggiorpolo di aggregazione dicompetenze del settore,

che offre progettazione e sviluppo dinuovi prodotti e processi industriali.Nasce dall’unione di quattro labora-tori regionali che mettono a lorovolta al lavoro diversi centri universi-tari: Lav a Ferrara (Laboratoriometodi di acustica e vibrazione),Mectron a Reggio Emilia (Laborato-rio di meccatronica), Simech (Labo-

8 NOVEMBRE 2009

Soluzioniall’avanguardia

al serviziodell’industria

emiliano-romagnola

PRIMO PIANO

ratorio di simulazione e progettazio-ne integrata) e Sup&rman (Laborato-rio superfici e ricoprimenti per lameccanica avanzata e la nano mecca-nica) a Modena, oltre a due centri chegarantiscono il trasferimento alleimprese delle competenze e delle tec-nologie presenti nei laboratori,Democenter-Sipe, attraverso il pro-prio centro specializzato Cittamec, eReggio Emilia Innovazione. Sono158 in tutto i ricercatori al lavoro perIntermech, di cui 63 a tempo pieno,con competenze che spaziano, tra lealtre cose, dall’analisi termo-struttu-rale dei componenti del veicolo allaconoscenza delle proprietà meccani-che di superfici. Altro caso d’eccezione è quello diLepida spa, che appartiene alla piat-taforma Ict e design. È lo strumentooperativo, della Regione Emilia-Romagna, per pianificare, svilupparee gestire le infrastrutture di telecomu-nicazione degli Enti collegati alla reteLepida. Lepida agisce nell’ambitodella community network dell’Emi-lia-Romagna, sia sulla dimensionetecnologica per realizzare e ottimizza-re il sistema infrastrutturale, che sullo

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sviluppo di servizi innovativi. Lasocietà produce idee di innovazioneper la Pubblica amministrazione,creando opportunità per il mercatoIct verso la Pa e operando come part-ner facilitatore per l’innovazione.Molteplici i servizi offerti in questosenso, tra cui DatacenterER, soluzio-ni tecnologiche per le piccole e medieimprese o FedEra, che permette agliutenti di accedere ai servizi onlineerogati dagli Enti della RegioneEmilia-Romagna mediante un siste-ma di autenticazione “federata”. Fornire un supporto all’industriaagroalimentare che opera negli ambi-ti della produzione e del confeziona-mento è invece il compito di Siteia,laboratorio specializzato nello svi-luppo di nuovi prodotti e processiper la selezione di materie prime, perla progettazione di macchine eimpianti, per la produzione e confe-zionamento di alimenti. Siteia nascedall’aggregazione delle competenzetecnico scientifiche e delle dotazionistrumentali di tre laboratori regiona-li: Siqual (Laboratorio per la sicurez-za e la qualità degli alimenti), Tecal(Tecnologie e impianti per l’industria

Laboratori e centri per l’innovazione regionali protagonisti al Fiera District

In vetrina agli R2B Daysi “corrieri” della ricerca

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alimentare), Cerealab (Laboratoriobiotecnologie non Ogm per l’indu-stria sementiera), e del centro perl’innovazione Siquilaca (Centro perl’innovazione, sicurezza e qualitànell’industria lattiero-casearia), ope-ranti nei settori della trasformazionealimentare e del “meccanoalimenta-re”. I 158 ricercatori, di cui 54 atempo pieno, lavorano con l’obietti-vo di identificare contaminanti,allergeni, composti indesideratidovuti ai trattamenti industriali e aimetodi di cottura, quantificazione emonitoraggio dei composti di inte-resse nutrizionale in rapporto con lasalute dei consumatori, ma anchecaratterizzazione della qualità e del-l’autenticità dei prodotti alimentari.Alcuni colossi del settore, comeBarilla, Plasmon, Granarolo, iConsorzi del Parmigiano Reggiano,del Prosciutto di Parma e delCulatello di Zibello, ricorrono giàda tempo ai servizi di Siteia.Si passa dall’alimentare alle costru-zioni con il Centro Ceramico, unlaboratorio di ricerca applicata suimateriali ceramici, costituito nel1976 e gestito da un Consorzio uni-versitario. I campi di ricerca copro-no l’intero ciclo di vita dei materialiceramici: dalle materie prime alleprestazioni in esercizio, dalle tecni-che di fabbricazione agli aspettiambientali ed energetici, dalle carat-

teristiche dei prodotti (studiateanche in prospettiva di supporto allanormazione) allo sviluppo e speri-mentazione di tecniche innovative difabbricazione. I primi frutti dellaricerca operata dai 27 ricercatori delCentro, di cui sei a tempo pieno,sono stati un brevetto Ptc e un pro-totipo di minimodulo fotovoltaicorealizzato su piastrella (perPanariagroup Industrie Ceramichespa), ricerca che ha rappresentato lapremessa per l’ottenimento di unfinanziamento nazionale nell’ambitodel Programma “Industria 2015:Efficienza energetica”. Inoltre laprogettazione di nuovi impasti perpiastrelle in grès porcellanato è valsail brevetto per l’invenzione indu-striale “Metodo per la realizzazionedi prodotti ceramici comprendentimateriale riciclato”. Trasferire i risultati delle più innova-tiva ricerca scientifica verso unamedicina personalizzata e sviluppa-re soluzioni per una sempre migliorequalità della vita, è la missione diBioPharmaNet. Il laboratorio, cheopera nella piattaforma scienze dellavita, riunisce sotto di sé tutta l’atti-vità di ricerca e innovazione cheviene effettuata in Emilia-Romagnanel campo delle scienze della vita edella salute. Sono 111 i ricercatori,di cui 43 a tempo pieno, che nellarete dei laboratori BioPharmaNet

mettono a disposizione le loro com-petenze per attività che vanno dallaricerca genomica e post-genomicaallo sviluppo di terapie avanzate nelcampo della medicina rigenerativaattraverso l’uso di cellule staminali,al centro di progetti per la loro pro-liferazione, differenziazione e con-servazione. Infine Enviren, caso esemplare dellapiattaforma energia e ambiente.L’attività del laboratorio consiste nelmonitorare l’ambiente per mezzodella tecnologia. Ma non solo, anchesviluppare metodi, modelli e stru-menti per la gestione della risorsaidrica, per il controllo della qualitàdell’aria e per la pianificazione delterritorio; quindi sviluppare tecnolo-gie e tecniche per la prevenzione,riduzione e trattamento dei rifiuti eper la valorizzazione energetica.Nato dall’aggregazione delle compe-tenze scientifiche, tecnologiche estrumentali presenti nei laboratoriLaria, Lara e Litcar, si avvale di uncomitato che coordina i tre filoni diattività e di uno staff per le attività dimanagement. Il laboratorio sviluppaattività di ricerca industriale e di tra-sferimento tecnologico nel campodelle tecnologie per il monitoraggio eil controllo ambientale, della preven-zione e riduzione degli inquinanti,grazie al lavoro di 111 ricercatori dicui 38 a tempo pieno

LA STRATEGIA

Nella giornata di chiusura degli R2B Days è stato presentato ilbando “Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici”.

Obiettivo: promuovere la nascita di laboratori di ricerca da partedelle imprese più innovative e dinamiche nei principali distretti pro-duttivi regionali, in connessione con la Rete regionale dell’AltaTecnologia. Insomma – come ha spiegato l’assessore regionale alleAttività produttive intervenendo all’incontro – sostenere quelleimprese che all’interno delle diverse filiere produttive scelgono dipuntare sugli investimenti in ricerca, al servizio della filiera stessa enell’ottica di incrementare la competitività del sistema produttivoemiliano-romagnolo nel suo complesso.Per accedere ai contributi che la Regione mette a disposizione, chenon possono superare il milione di euro a progetto, è necessario

presentare un programma con l’indicazione del distretto/filiera pro-duttiva di riferimento o la sua parte specifica settorialmente identi-ficata, una relazione progettuale che, con riferimento alle tecnolo-gie utilizzate dal distretto, descriva gli obiettivi di miglioramentodella competitività tecnologica e un programma di attività.Quest’ultimo dovrà obbligatoriamente essere composto da unaparte relativa alla ricerca industriale e sperimentale volto allo svi-luppo di tecnologie e da una parte di “diffusione”, tirocini forma-tivi e promozione di filiera. Il contributo regionale, che verrà erogato a non più di due proget-ti per ciascuno dei distretti della regione, sarà al massimo del 50%per le attività di ricerca industriale, del 25% per lo sviluppo speri-mentale e fino al 100% per il programma di diffusione

La Regione in prima linea per sostenere gli investimenti privati nella ricerca,con l’obiettivo di incrementare la competitività del “sistema Emilia-Romagna”

Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici

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10 NOVEMBRE 2009

Dal 2005 l’esposizioneinternazionale dedicataalla ricerca industriale eall’innovazione accoglie

importanti istituzioni e imprese ita-liane ed estere che espongono i risul-tati delle proprie ricerche.Quest’anno il catalogo della manife-stazione, ha contato tra le presenzeuna ventina di imprese e nove pro-getti d’impresa, con campi di appli-cazione che spaziano dall’Ict al bio-

medicale. Tante dunque le propo-ste e le idee innovativealla ricerca di visibilità,a partire da quella diHenesis, azienda diParma, che ha presenta-to un modulo a bassocosto per la trasmissio-ne automatica sicuradei dati, il cui tratta-mento e immagazzina-

mento è garantito dai server azienda-li dall’accesso autenticato. Una piat-taforma ideale per la manutenzionepredittiva su impianti e sistemi com-

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Diverse le realtà hi-tech che hanno visto negli R2B Days un appuntamento da non perdere

Imprese innovativea caccia di investitori

PRIMO PIANO

Un’occasionedi visibilità

e un’opportunitàper trovare

nuovi finanziatori

plessi, e nelle misure di efficienzaenergetica degli edifici. La Mavigex di Bologna ha portatoinvece una ventata di innovazione

con prodotti che spaziano dai catalo-ghi interattivi per smartphones distri-buiti via bluetooth alle applicazioniinterattive per monitor touchscreen. Iprimi pensati per i visitatori di fiereed eventi, ma anche per le agenzieche non hanno spazio da dedicare aposter o grandi monitor, le altrecome strumento promozionale permostrare, in una veste grafica all’a-vanguardia, prodotti e servizi cui sivuole dare risalto. Si chiamanoMaviGuide e MaviSign. E sempre sotto le Due Torri sononati i nanosupporti per il bio-medi-cale della Nano4bio. L’azienda fel-sinea sviluppa, produce e commer-cializza supporti nanostrutturati daimpiegare in campo biologico e bio-medicale, con particolare riferimen-to alla medicina rigenerativa e bio-sensoristica. Nano4bio lavora peraziende farmaceutiche, laboratoriclinici e di analisi, centri di ricerca eaziende biotech; ma non solo: offreanche servizi di consulenza sia tec-

”L’idea è quella di dare a tutti la possibilità dicreare radio, semplicemente collegandosi

online, senza bisogno di scaricare particolarisoftware. Per farlo si utilizza una deejay con-solle virtuale che permette di creare palinsestio database musicali”. Così FrancescoBaschieri, uno dei quattro soci di Spreaker,racconta il progetto che ha ottenuto il primoposto nel Premio “Start2B”, una competizio-ne, svoltasi all’interno della manifestazionebolognese R2B Days, che ha messo a con-fronto 53 giovani imprese innovative e pro-getti d’impresa. A giudicarli è stata una giuriadi trenta business angel, investitori provenien-ti da tutto il mondo. La web radio Spreaker, la

cui sede è a Rimini, sarà online nel primosemestre del 2010, ma è già possibile regi-strarsi al sito www.spreaker.com. “Sebbene lacreazione di una community non sia di per sénulla di nuovo – continua Baschieri – il conte-sto di applicazione alla produzione radiofoni-ca è invece fortemente innovativo e non visono a livello internazionale altri casi dellostesso tipo”.I quattro soci, che si definiscono imprenditoriseriali, hanno alle spalle una precedente espe-rienza imprenditoriale, grazie alla fondazionenel 2005 della start-up Waymedia, premiatanel 2009 come seconda miglior start-up alivello italiano

Alta tecnologia per tornare alle famose “radio libere”Spreaker, la radio democratica

IL CASO

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nico-scientifica per la nanostruttu-razione e caratterizzazione di mate-riali biocompatibili sia per la scrit-tura e rendicontazione economica-finanziaria di progetti nell’ambitodelle bionanotecnologie e nanome-dicina. In vetrina anche la Ottoevolution diFerrara, società titolare e licenziatariadel primo brevetto al mondo chetutela l’unico sistema di alleviamentodi pressione per il seno. Otto, il pro-dotto presentato, altro non è che uncuscino salvaseno e cervicale ad aria,gonfiabile e adattabile, concepito perimpedire lo schiacciamento del senoed aiutare le donne a dormire e rilas-sarsi in posizione prona. Quattro leversioni disponibili: da Otto HomeCare, concepita per l’ambientedomestico e realizzata in Pvc ricoper-to di cotone floccato a Otto BeachYacht & Spa, per la vita all’aria aper-ta o a contatto con la natura; e anco-ra Otto Evolution Massage, la ver-sione professionale realizzata per glioperatori del massaggio curativo edestetico e Otto Surgical Edition, laversione antidecupito monouso rea-lizzata per la sala operatoria e per levisite mediche. Riflettori puntati pure sulla Wayme-dia di Bologna, leader nel mercatodel Bluetooth Proximity Marketingdal 2005, fornisce oggi i propri siste-mi in oltre sessanta Paesi del mondoe ha lavorato con i brand più famosia livello mondiale: da Coca Cola a

Virgin, da Piaggio a Bmw, fino aVodafone e Tim. Con uffici aBologna e Madrid (Spagna) e grazieall’appoggio di una rete globale dipartner è in grado di offrire consu-lenze, assistenza e supporto tecnicoper assicurare risultati eccellenti allecampagne di “proximity marketing”.Oltre alle imprese, ampio spazio èstato dato ai progetti d’impresa “acaccia” di potenziali finanziatori.Così da Mytable, concetto innovati-vo di tavolo che permette di ordinareil cibo desiderato attraverso un intui-tivo sistema touchscreen corredatoda un ambiente software che includel’intrattenimento del cliente durantel’attesa si è potuto passare alla fab-brica di nucleotidi anti-tumore, nellostand di Lesom. Il LaboratorioEmiliano Sintesi OligonucleotidiModificati è attivo, presso il diparti-mento di Chimica dell’università diFerrara, nello studio di brevi sequen-ze di Dna o Rna utilizzabili in ambi-to medico e biologico per individuarepotenziali terapie contro le patologietumorali. Arriva da Cesenatico invece ilsoftware di SimulClinicA, in gradodi semplificare e migliorare la for-mazione in ambito medico. Il pro-getto ha lo scopo di rendere piùaccessibili al mercato le tecnichedidattiche di simulazione, svolteattraverso i display di terminalistandard quali personal computer edispositivi mobili o touchscreen. Ilvantaggio competitivo del prodottosi basa su fattori tecnologici (checonsentono lo sfruttamento dimodelli di simulazione esclusivi e dimodalità di distribuzione innovati-ve), su competenze specialistiche(che consentono una rapida e mag-gior personalizzazione, rispetto aiprodotti esistenti) e su network dicontatti settoriali (utili per poterintraprendere azioni di partnershipcon attori già presenti sul mercato).E si tratta solo di alcune tra lenumerosissime nuove imprese hi-tech che presenti agli R2B Days che,oltre ad essersi presentate ai visita-tori e ai potenziali investitori nelcorso di forum specifici, organizzatinell’arco delle tre giornate dellafiera, hanno anche gareggiato per ilPremio Start2B 2009

GLI OBIETTIVI

L’iniziativa Start2B, realizzata per la primavolta nell’ambito di “Research to Business

2008” e che quindi ha visto quest’anno la suaseconda edizione, mira alla valorizzazione distart-up a base tecnologica o a elevato contenu-to di conoscenza che vogliano essere riconoscibi-li presso il pubblico, ottenere finanziamenti edentrare in network con i soggetti che a vario tito-lo possono sostenerne la crescita e lo sviluppo. Inparticolare, il Forum, che si è tenuto a porte chiu-se nel pomeriggio di giovedì 12 novembre, hadato la possibilità a una cinquantina di imprese dipresentare i propri progetti a un pubblico costi-tuito da investitori, finanziatori e business angel,operatori pubblici e privati: proprio il pubblico haattribuito il premio alla web radio Spreaker.Tra gli stand espositivi, uno spazio è stato desti-nato in esclusiva a “We Tech Off”, l’incubatoredi Aster dedicato a start up innovative e ad altocontenuto tecnologico, che ha dato visibilità anove delle sue imprese incubate. Si tratta diDataRiver, attiva nella progettazione e sviluppodi soluzioni di web semantico, IntelliWare, che siconcentra su attività di business intelligence,Lorelei, per servizi ad alto contenuto innovativonel campo della sonificazione e del sound bran-ding, Mathfem, che si occupa di ingegneria ecalcolo scientifico per la ricerca e l’innovazioneindustriale. E ancora Nano4Bio, progetta e fab-brica materiali da impiegare in campo biologico ebio-medicale, Otto, una linea di CusciniSalvaseno concepita per evitare lo schiacciamen-to del seno in posizione prona, Reloc, sistemidedicati alla radio-identificazione, SimulClinicA,software di simulazione per la formazione inambito medico e Wispes, sistemi elettronici intel-ligenti per risolvere i problemi di controllo egestione di sensori e attuatori in ambienti dome-stici e industriali

Premio Start2BPiù valore alle start-up hi-tech

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12 NOVEMBRE 2009

Concluso l’accordo con Eni per la cessione dei terreni. Previsti investimenti per 250 milioni

INNOVAZIONE

La sfida si gioca sull’innova-zione, leva strategica di cre-scita e, in questo particola-re momento, chiave per rie-

mergere dalla crisi economica. Suquesto fattore essenziale Camera dicommercio di Forlì-Cesena e Fon-dazione Cassa dei Risparmi di Forlìhanno deciso di dare vita a un ciclo

pluriennale di eventi“L’arte di Innovare”,per declinare il temadell’innovazione sul ter-ritorio. Un’intera giornataincentrata su “La cultu-ra dell’innovazione”, alGrand Hotel di Castro-caro Terme ha dato il“battesimo” a un’inizia-tiva pensata per dare

uno stimolo a tutti gli attori locali –sia pubblici che privati – per cercaredi identificare le migliori strategieutili a governare lo sviluppo e i cam-biamenti. Sullo sfondo, l’esigenzacomune di sensibilizzare imprese,istituzioni e società civile.“In questo momento – afferma

A Forlì-Cesena un ciclo pluriennale di eventi promosso da Camera e Fondazione Carifo

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L’iniziativasi rivolge

a tutti gli attoriche operanosul territorio

Competitività e sviluppocon “L’arte di innovare”

Tiziano Alessandrini, presidentedella Camera di commercio di Forlì-Cesena – è necessario puntare sul“fattore Innovazione” per mantene-re livelli competitivi adeguati, instau-rare nuovi rapporti o creare alterna-tive possibili agli attuali modelli disviluppo. Abbiamo voluto promuo-vere la cultura dell’innovazione insenso lato, sapendo che essa non siafferma facilmente in quanto l’inve-stimento produce risultati non sem-pre immediati. Ma questa è la stradaobbligata da percorrere per misurar-si con la concorrenza non solo basa-ta sui bassi costi”.L’edizione numero “zero” è stataquindi il punto di partenza di unviaggio “dentro l’innovazione” contre obiettivi: individuare un lessico dibase sul perché e come può essereutile pensare al tema; approfondirloassieme alle imprese; riflettere sulmodo di fare innovazione nel territo-rio e sulle politiche delle istituzioni asupporto delle imprese.La giornata è stata articolata in alcu-ni momenti: una riflessione sul “per-ché innovare”, attraverso quattro

diverse prospettive; una tavolarotonda per riscontrare aspetti glo-bali nelle specificità del territorioindividuando punti di forza e aree dimiglioramento, ma anche vision,strategie e priorità; la presentazionedi “buone prassi” riconducibili adalcune realtà imprenditoriali del ter-ritorio.Centrale strumento per approfondirei punti di forza e le aree di migliora-mento, con l’intento di fornire uncontributo alla programmazione diazioni di supporto alla competitivitàdel territorio, è il secondo Rapportosull’innovazione della provincia diForlì-Cesena curato dal Cise (l’azien-da speciale dell’ente camerale).Realizzato coniugando i dati dell’Os-servatorio Innovazione della retecamerale regionale e di Simet(Sistema Integrato di Monitoraggiodell’Economia Territoriale), la ricer-ca riporta i valori provinciali deiprincipali indicatori dell’Eis (Euro-pean Innovation Scoreboard), met-tendo a confronto l’andamento deiparametri dell’innovazione a livelloprovinciale, regionale, nazionale e

LA STRATEGIA

Mission della società, favorire a tutti i livelli il trasferimento tecnologicoPa e imprese, più efficienza grazie a Rinnova

Romagna Innovazione è la società diingegneria dell’innovazione, costituita

nel 2008 dalle Fondazioni bancarie di Forlì eCesena, dalla Camera di commercio e dall’u-niversità di Bologna. La mission di Rinnovasrl (più semplicemente in forma abbreviata)è di promuovere il valore e la competitivitàdelle imprese e della Pubblica amministrazio-ne del territorio favorendo il trasferimentodell’innovazione tecnologica (miglioramentodi processi, prodotti e servizi) dal mondodella ricerca universitaria a quello delleaziende. Rinnova, società indipendente e

senza fini di lucro, opera negli ambiti delletecnologie dell’informazione e comunicazio-ne (Ict) e delle tecnologie elettro-meccani-che. I punti di forza di Romagna Innovazio-ne sono l’approccio multidisciplinare allaprogettazione e sviluppo di soluzioni innova-tive focalizzate sulle esigenze dei clienti, lacapacità di integrare le conoscenze presentinell’università con le migliori tecnologie esoluzioni disponibili sul mercato, la compe-tenza nel gestire l’introduzione di nuovesoluzioni nei processi aziendali e industrialiesistenti

Tiziano Alessandrini, presidente

della Camera di commercio

di Forlì-Cesena

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L’innovazione tecnologica, fattore essen-ziale per uscire dalla crisi, da sola non

basta, se non si sa come applicarla. È quantosostiene Alfonso Gambardella, professore diEconomia e gestione delle imprese all’Univer-sità Bocconi di Milano, tra i relatori della gior-nata, nel suo libro “Innovazione e sviluppo.Miti da sfatare, realtà da costruire” (Egea2009). Secondo Gambardella “Un mito da sfatare èritenere che Ricerca&Sviluppo siano unapanacea. Naturalmente, la R&S è importantis-sima e bisogna farne di più e meglio. La diffe-renza la fa però l’ecosistema. Se mancano unadomanda innovativa, modelli organizzativiadeguati, infrastrutture, imprenditorialità, laR&S conta poco. Oggi – aggiunge – ci trovia-mo di fronte a una strozzatura: siamo ingrado di produrre e di esplorare molte idee e

progetti industriali, ma sappiamo ancora pocose come scoprire se queste idee potrannodavvero interessare, diventando prodotti disuccesso sul mercato”. “Il rilancio dei modelli di sviluppo – osserva ildocente – non può prescindere da due aspet-ti. Il primo è la necessità di concentrarsi nontanto sui fattori visibili, lavoro e capitale,quanto su quelli invisibili, ovvero qualità dellavoro, miglioramento delle capacità manage-riali, diffusione dell’informatica in tutti i setto-ri dell’economia e non solo in quelli hi-tech. Ilsecondo è l’attenzione che va prestata nonsolo alla Ricerca&Sviluppo e all’innovazione insé, ma a migliorare la capacità di tradurre leinnovazioni in usi reali sul mercato e in gene-rale alla ricerca di applicazioni economica-mente rilevanti anche dalle tecnologie già esi-stenti”

comunitario. Dallo studio, che forni-sce una lettura in tempo quasi realedelle dinamiche di innovazione e delmomento economico locale, emergo-no spunti interessanti. Le imprese locali ad alta intensitàtecnologica risultano più longeve conun’età media pari a 15,7 anni.Tuttavia, il numero delle impresemedium-high e high-tech del mani-fatturiero, si mantiene stabile (920nel 2002, 950 nel 2007 e 963 nel2008), così come quelle ad alta inten-sità tecnologica (260 nel 2000 e nel2008). La proprietà intellettuale pre-senta indici positivi: il numero di bre-vetti registrati in relazione alla popo-lazione passa da 67,88 del 2007 a121,13 del 2008, quello dei brevettieuropei mostra un lieve incremento,mentre rimane basso il valore riferitoai modelli ornamentali.“Questo significa – aggiunge Ales-sandrini – che è giusto dar vita a stru-menti che aiutino ad andare versol’innovazione e che può rientrare tragli obiettivi di sviluppo del territoriosopperire all’affievolirsi della spintaalla Ricerca&Sviluppo, interna alleimprese, con un rapporto di collabo-razione più stretto con i centri diricerca, le istituzioni e le associazionidel territorio”.C’è una sorpresa per il capitaleumano. La percentuale di laureatiingegneria e materie scientifiche,sociali e umanistiche presenta valoridi eccellenza: 55,57 ogni 1.000 abi-tanti rispetto ai 50,20 della regione,

Alfonso Gambardella, ordinario di Economia e gestione delle imprese alla Bocconi di Milano

“L’innovazione non è solo R&S”

ai 32,1 dell’Italia, ed ai 40,30 dell’Uea 27. Anche il dato sui diplomati èsuperiore a quello regionale. Tuttaviaquesto posizionamento appare incontrasto con la difficoltà dichiaratadalle imprese (45 imprese su 100) nelreperire personale qualificato. La dif-fusione dell’imprenditorialità sembrafrenata dalla situazione economica efinanziaria. Prima della crisi, leimprese del territorio hanno investitoin innovazione di prodotto o proces-so in modo maggiore rispetto all’Ita-lia e all’Europa, quasi anticipatorispetto alle difficoltà. Se questo haportato un negativo effetto di “tro-varsi in mezzo al guado” con svilup-pi appena avviati, dall’altro ciòpotrebbe significare che nella ripresaqueste aziende potranno assicurareuna nuova competitività. “Sarànecessario dare continuità ai proces-si di innovazione – spiega Alessandri-ni – adottando interventi a sostegnodi un futuro rilancio per evitare unadiscontinuità che potrebbe esserepagata in termini di perdita di com-petitività specie nel medio e lungoperiodo”.Almeno tre imprese su dieci identifi-cano come prossimi obiettivi l’ener-gia, i materiali innovativi, la ridu-

zione degli impatti ambientali el’informatica: “Da tempo Forlì siinterroga sul rapporto tra la città el’innovazione tecnologica – dichiaraPier Giuseppe Dolcini, presidentedella Fondazione Cassa deiRisparmi di Forlì – con “L’arte diinnovare” non abbiamo voluto fareuna mera celebrazione dialetticadella modernità, ma un serioapprofondimento su un modoormai essenziale di fare impresa. Èanche per questo che nel 2008 ènata Rinnova, per favorire il trasfe-rimento tecnologico dalla ricercauniversitaria alle imprese. Non sono solo le aziende che neces-sitano di innovazione, ma anche laPubblica amministrazione, la sanità,il sistema culturale, la scuola e il wel-fare. Stiamo quindi pensando diconcentrare su Forlì un forte interes-se di studio – e di traduzione opera-tiva – sui temi dell’innovazione tec-nologica: di farne, in altre parole,una città dell’innovazione”. Sul sito www.fc.camcom.it/lartediinnovare,oltre ai materiali cartacei e alle slidedelle presentazioni, è possibile scari-care e ascoltare anche le videoregi-strazioni dei vari momenti dell’in-contro

AlfonsoGambardella

L’ANALISI

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14 NOVEMBRE 2009

SCENARI

per Errani “c’è la necessità dirafforzare nel contesto attuale l’i-dentità quale fattore di successo diquesta regione. Occorre mettere alcentro della nostra azione, e quindidel Piano territoriale regionale, l’e-conomia della conoscenza, l’am-biente e la nuova composizionedella società, che dovranno essereil valore aggiunto in grado di costi-tuire un vantaggio competitivonelle sfide che ci aspettano neiprossimi anni”.

Le principali linee di indirizzo delPiano, che non è un atto normati-vo, ma un piano aperto e flessibile,ruotano intorno a tre elementi car-dine: la necessità di fare sistema, dirafforzare le reti e le società in dire-zione di comunità aperte, di punta-re sulla conoscenza, sull’innovazio-ne e sulla valorizzazione del terri-torio così come sulla green eco-nomy. Tutto questo con il supera-mento del modello del policentri-smo. “Fino ad ora – spiega l’eco-

Pronta alla sfida del rinnova-mento e dell’innovazione,con la testa e il cuore inEuropa. Nel suo Dna ha una

coesione sociale da difendere e valo-rizzare; nel suo futuro un sistema arete di competenze ed eccellenze –valorizzate da Bologna città metro-politana – fondato sull’economiadella conoscenza. Ecco l’Emilia-Romagna di domani, disegnata dalnuovo Piano territoriale regionale,che a quasi vent’anni di distanza dal

primo Ptr – approvatonel 1990 – indica larotta che dovrà seguireil sistema regionale delfuturo. Terminato illungo percorso di con-sultazione dei territori,il Piano adottato dallaGiunta potrà esseresoggetto a osservazionida parte delle autono-mie locali e delle asso-

ciazioni, prima di approdareall’Assemblea legislativa per l’ap-provazione. È stato lo stesso presidente dellaRegione Vasco Errani, concluden-do il 3 novembre scorso il viaggiodi ascolto e consultazione dei terri-tori – nel confronto con istituzioni,categorie economiche, sociali e sin-dacali – a ricapitolare le principalitappe effettuate dal più importantestrumento di programmazione ter-ritoriale della Regione, sintetizzan-done i capisaldi. “Stiamo concludendo – ha dettoErrani – un lungo percorso di con-fronto con la società regionale chetiene conto dei mutamenti chesono intervenuti in questi anni.Mutamenti come quelli provocatidalla crisi economica, che dovremotrasformare in un’opportunità perconsentire alla regione di fare unsalto di qualità e adeguare e inno-vare i propri obiettivi”. Per questo,

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Tra i capisaldi,innovazione

e green economy,ma anche l’addioal “policentrismo”

È l’“economia della conoscenza” il pilastro dell’Emilia-Romagna del futuro

Ptr, concluso il “viaggio”negli enti locali

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nomista Guido Caselli, direttoredell’area studi di UnioncamereEmilia-Romagna e membro delcomitato scientifico del Ptr – si erasempre lavorato sulle eccellenzeespresse dalle varie province. Ma inognuna venivano replicate strutturee infrastrutture che non erano piùcompetitive. Oggi, da un lato, ilnuovo Ptr valorizza ancora di più lespecializzazioni territoriali, dall’al-tro si pone l’obiettivo di metterle inrete per fare sistema e aumentarnela competitività. In tutto questo il ruolo di Bolognasarà importante. “Il capoluogoemiliano-romagnolo – spiega anco-ra Caselli – rientra tra quelle cittàeuropee che hanno caratteristicheparticolari. Non è una grandemetropoli, ha dimensioni che leconsentono di competere con cittàcome Lione o Valencia. Ha un

ruolo di traino propositivo dellealtre città capoluogo della regione.Deve specializzarsi sul tema delleinfrastrutture, con il suo aeroporto,il Marconi, che diventa la principa-le porta di ingresso alla regione, main collegamento con gli altri scaliaeroportuali e con il resto dellaregione. Deve poi sviluppare il ter-ziario avanzato, sia quello rivoltoalle imprese sia quello rivolto alwelfare. In questo contesto anche lasanità diventa un attore economi-co, protagonista della crescita”.Dal canto suo Bologna è già prontaad assumersi questo nuovo ruoloda protagonista, come osserva ilsindaco Flavio Delbono. “La città èpronta – dice Delbono – il Ptr leassegna un ruolo importante cheriafferma come Bologna sia unagrande capitale europea. Anche perquesto si conferma l’importanza diuna proposta di piano strategicoper progettare la città del futuroconcentrandosi su alcuni puntichiave sui quali investire le migliorienergie della città”. Il risultato del Ptr, così come uscitodal percorso di consultazione dei ter-ritori, getta le base di un futuro nelquale la regione ha la capacità diadattarsi ai cambiamenti economicie sociali (da quelli legati all’invec-chiamento della popolazione ai feno-meni migratori) portandoli a valore,con una visione alta di quello chel’Emilia-Romagna vuole diventaredomani. Competitiva, coesa, effi-

ciente, con un sistema imprenditoria-le forte, una grande attenzione allavalorizzazione del capitale umano,multiculturale e aperta. Le fondamenta ci sono già, comedicono i numeri. Sotto il profilostrutturale la regione si connotacome un territorio con elevati livel-li di benessere e ricchezza, general-mente ai vertici delle classifichenazionali. Il Pil per abitante è dioltre 30mila euro, il reddito dispo-nibile di oltre 21mila. Con unapopolazione di più di 4 milioni diabitanti – il 7,1% della popolazio-ne nazionale – ha un prodottointerno lordo che supera i 127miliardi (pari all’8,6% del Pil delPaese), una esportazione di beniche ammonta a oltre 41 miliardi eun consumo interno delle famiglieche supera i 75 miliardi. Con oltrela metà dei nuclei famigliari collo-cati nelle fasce di reddito alte omedio-alte ha l’indice di povertàrelativa più basso di tutto il Paese.E se da un lato la popolazione ècaratterizzata da un elevato pesodella componente anziana, con unindice di vecchiaia al di sopra dellamedia italiana e di quella europea,negli ultimi anni sta assistendo auna ripresa delle nascite, che,accompagnata da un consistenteflusso migratorio, incide sul tassodi invecchiamento, invertendone latendenza all’incremento. Nel suopresente ci sono già le basi dellasocietà multiculturale (gli stranieri

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16 NOVEMBRE 2009

SCENARI

residenti in Emilia-Romagna negliultimi dieci anni sono quadruplica-ti), nel suo futuro c’è il pieno rag-giungimento degli obiettivi diLisbona, con il traguardo già rag-giunto della piena occupazionefemminile. Quanto alla forza lavo-ro, su quasi due milioni di personepiù di un milione e 981mila sonooccupate, con un tasso di attività,nella fascia compresa tra i 15 e i 64anni, che raggiunge il 71,9%. La crisi ha rallentato ma non inter-rotto la crescita economica. Ed èqui che si inserisce una visione dellaregione del futuro nella quale ilforte investimento sulle politiche diwelfare rappresenta un fattorechiave per la formazione e ilmiglioramento del capitale umano,

e quindi per rendere più solido losviluppo e più forte la competitivitàdel sistema regionale. È qui che sicolloca la ricerca di un’adesionepiena a una idea di regione nellaquale prende corpo anche la neces-sità di un nuovo patto con ilmondo del lavoro, assegnando pro-tagonismo ai giovani e disegnandoi contorni di un territorio chediventa laboratorio italiano dellagreen economy. In questo contestoil Ptr mette al centro dello sviluppo,in linea con gli obiettivi fissatidall’Ue a Lisbona, la costruzione diuna società della conoscenza, chemetta più saperi a disposizionedelle persone e delle loro libertà,plasmando anche l’azione delle isti-tuzioni: la sfida più ambiziosa

L’INTERVISTA

“Una regione forte, con un sistema robustocostituito da reti, materiali e immateriali,

collegate dalla qualità dei servizi e da una cul-tura che le consente di avere un brand fortecapace di renderla competitiva nel mondo”.Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale allaProgrammazione e sviluppo territoriale, spiegaqual è l’idea di Emilia Romagna da cui prendecorpo il nuovo Piano territoriale regionale.Come si sviluppa il Ptr di fronte ai cambia-menti della società?“La storia del riformismo emiliano-romagnoloè alla base di una nuova progettualità che difronte ai mutamenti, sotto il profilo economi-co, sociale, demografico e ambientale, simette in gioco cambiando e puntando sull’in-novazione. Sul piano economico si trattainfatti di innovare gli strumenti di sostegno estimolo alle imprese partendo dalla rete deitecnopoli, facendo leva sulla cultura dellaricerca e dell’innovazione, cercando diaumentare la forza del sistema manifatturieroe cercando di elevare, con innesti tecnologici,la qualità e la quantità della produzione, laqualità del lavoro e dei lavori”. Cosa delinea il Piano?“Il Piano non è un’azione di governance.Disegna un impianto strategico, definito dopoun percorso di consultazione dei territori, chedice dove la regione vuole andare. Il risultatoè la costruzione di un progetto, insieme al

sistema economico e sociale, che indica anchela strategia per uscire dalla crisi. È un progettoche dà fiducia al sistema: dice che c’è undomani per la nostra regione”.Come si posiziona in Europa l’Emilia-Romagna?“In ambito europeo la regione si colloca tra lepiù avanzate. Siamo al settimo posto per ilmanifatturiero e siamo nel quadro degli obiet-tivi di Lisbona anche per quanto riguarda l’oc-cupazione femminile. Oltreconfine guardia-mo a un gruppo di regioni avanzate nel qualeci vogliamo collocare svolgendo un ruolo daprotagonisti. Ma è chiaro che bisogna usciredalla crisi per continuare a correre”.Quale sarà il ruolo di Bologna?“Il capoluogo avrà un ruolo importante. Laforza dell’Emilia-Romagna sta nei suoi territo-ri caratterizzati da una alta qualità, con voca-zioni di alto profilo per stare nel mondo. Mal’esperienza europea ci dice che i territorihanno bisogno di città trainanti e Bologna èriconosciuta come una delle 6 città italianecon maggiori opportunità di sviluppo metro-politano. Per questo insieme al Comune e allaProvincia stiamo lavorando affinché il capo-luogo eserciti un ruolo di traino del sistemaregionale. Questo deve servire a elevare illivello delle qualità e delle competenze. Nonc’è contrapposizione tra i territori, al contrariosi determina un’alleanza strategica. Il ricono-

scimento di un sistema in cui tutti hanno dellecompetenze sta alla base di una grande forzaregionale: abbiamo bisogno di motori di svi-luppo dentro a un sistema a rete. Sotto que-sto profilo è fondamentale anche il capitolodelle infrastrutture. Con l’alta velocità si salda-no le relazioni tra Nord e Sud del Paese, laregione diventa la cerniera tra il Mediterraneoe l’Europa nell’ambito di un sistema condivisovalorizzato da Bologna”.Come governare le contraddizioni socialiinnescate dai cambiamenti demografici?“Sono in atto grandi trasformazioni sociali,assistiamo a trend positivi delle nascite dovutiin larga misura ai nuovi cittadini, gli stranieri.Noi diciamo che ciò che vediamo nel futuro èuna società aperta fatta di comunità aperte,una regione multiculturale che deve operaredentro l’asse dei diritti e dei doveri. Questa èl’unica condizione per gestire anche la com-plessità. Non è con i muri e le chiusure che sigovernano i nuovi fenomeni sociali e demo-grafici. Noi dobbiamo puntare a un sistemaintegrato di servizi e di opportunità per raffor-zare la coesione sociale”. Quali gli errori da evitare?“Dobbiamo evitare di chiuderci in casa e dob-biamo metterci in gioco, accettando la sfidadell’innovazione e del rinnovamento. E perfarlo è necessario il costante confronto con glialtri. Solo così si diventa più forti e robusti”

Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale

“La forza dell’Emilia-Romagna sta nei suoi territori”

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18 NOVEMBRE 2009

TURISMO

Tutto o quasi come previ-sto. Il turismo emiliano-romagnolo chiude la sta-gione estiva di un 2009

difficile, ipotecato dalla crisi econo-mica, con una netta tenuta, in con-trotendenza rispetto al resto delPaese. La flessione delle presenze,messa già in conto all’inizio del-

l’anno dagli operatori,si è attestata su unmodesto meno 2,7%,pari a un totale di oltre39 milioni di soggiorni(contro il 6% del restodell’Italia), mentre gliarrivi sono cresciutidello 0,4%. Un risulta-to incoraggiante,segnato anche dal ritor-no di fiamma con i turi-

sti tedeschi: da anni sembrava cheavessero deciso di voltare le spallealla Riviera, con una costante con-trazione dei flussi, ma hanno deci-samente invertito la rotta regalan-do alla Riviera un incremento dellepresenze dell’1,7% e premiando losforzo di promocommercializzazio-ne messo in campo in Germaniadall’Apt, l’Agenzia regionale per lapromozione turistica. Tutto bene? Non proprio, come haspiegato l’assessore regionale alTurismo Guido Pasi presentandoalla stampa il bilancio della stagio-ne. “I numeri non sono oro colatoe all’orizzonte c’è un dato preoccu-pante, di carattere strutturale”.Dall’estate la Riviera non è uscitacon le ossa rotte grazie alla suaconnotazione di destinazione diprossimità facilmente raggiungibi-le, al buon rapporto tra qualità eprezzo, alla vasta gamma di serviziche può offrire facendo leva suigrandi numeri. Ma per Pasi è oranecessaria una riflessione a tuttocampo non più rimandabile. Serve,dice Pasi, “una riqualificazione del-

Un 2009 difficile, ma c’era da aspettarselo. Il calo è contenuto, e tornano i tedeschi

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Più del presente,a preoccupare

è l’assenza di una strategia

di respiro nazionale

nale di Asshotel-ConfesercentiClaudio Della Pasqua – Pasi ne èconsapevole e questo significa chec’è la volontà di mettere in camponuove politiche, da quelle del credi-to a quelle del lavoro, per arrivarealla defiscalizzazione della compra-vendita delle strutture ricettive, cheè un problema molto sentito: soloagevolando il passaggio della pro-prietà ai gestori si può rilanciare unastagione di investimenti per la riqua-lificazione del prodotto”. DellaPasqua inanella ciò che dovrebbeessere fatto. “Bisognerebbe postici-pare l’inizio delle scuole di dieci oventi giorni, per dare maggiorerespiro alla stagione. Poi – prosegue– sarebbe necessario defiscalizzare icosti energetici, come avviene in

l’offerta attraverso un’evoluzionestrutturale da realizzarsi mettendoin campo strumenti urbanistici, legi-slativi, fiscali e finanziari, a partiredalla defiscalizzazione della com-pravendita degli alberghi”. E lariflessione dovrà investire le politi-che nazionali, oggi secondo Pasipraticamente assenti, elevando ilturismo al rango che gli compete,quello di un’industria.Quanto basta a incassare il via libe-ra degli imprenditori regionali, cheda tempo chiedono politiche fortiper sostenere un settore che ha giàdimostrato di poter essere un vola-no per il rilancio economico delPaese. “Stiamo attraversando unacrisi che non è congiunturale mastrutturale – dice il presidente regio-

Quasi 40 milionipreferiscono la Riviera

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altri Paesi europei, e mettere incampo politiche del lavoro adeguatealle esigenze del settore, così comesupportare la ristrutturazione e lariqualificazione delle strutture soste-nendo e agevolando l’accesso al cre-dito. Di tutto ciò la nostra associa-zione di categoria si fa portavoce datempo ed è un bene che la Regionerecepisca le nostre istanze. Ma nonmi faccio illusioni. A livello naziona-le il turismo è ancora troppo pococonsiderato”. Una posizione condivisa dalla presi-dente degli albergatori di RiminiPatrizia Rinaldis. “Sono ancoratroppi gli imprenditori che non inve-stono sulla riqualificazione dellestrutture alberghiere perchè sonosolo gestori e non proprietari del-l’immobile”, dice Rinaldis . “Laricerca della soluzione del problemanon è più rinviabile e noi da tempofacciamo proposte al Governonazionale affinchè si imbocchi lastrada della defiscalizzazione dellacompravendita”. Per Rinaldis il pro-blema di fondo resta l’assenza diattenzione nei confronti di un setto-re che in questa fase di crisi ha fun-

zionato anche come ammortizzatoresociale, “assorbendo la manodoperaespulsa dal mercato del lavoro. Noiabbiamo tenuto le posizioni perchèsiamo riusciti a garantire un buonrapporto qualità-prezzo, anche sequesto è avvenuto a scapito dellaredditività, che è in contrazione. Icosti sono infatti aumentati e moltihanno scelto di ampliare e differen-ziare la gamma dei servizi offertisenza ritoccare le tariffe. Questoanche nel mese di agosto ha consen-tito di mettere sul mercato delle pro-poste davvero vantaggiose. Tuttoraperò non c’è riconoscimento dell’im-portanza del turismo, che deve esse-re considerato un’industria. Le risor-se che ci vengono assegnate sonoancora scarse”.Tra gli operatori si avverte oggi ilsollievo per aver contenuto le perdi-te, anche se sono tanti a manifestarepreoccupazione per il 2010, anno incui la crisi farà sentire ancora i suoieffetti. Per ora il sistema turisticoregionale esce quasi vittorioso dal2009, anche grazie al Wine FoodFestival, cartellone di 40 appunta-menti enogastronomici autunnaliche ha messo a sistema le tante sagree fiere presenti sul territorio, abbi-nandole a specifici pacchetti sog-giorno prenotabili direttamente online. I numeri elaborati dall’Osservatoriodell’Emilia Romagna sul turismo,promosso da Regione e Unioncame-re, dicono che nel confronto con lealtre destinazioni turistiche del Paesela regione conferma di aver retto bril-lantemente all’urto della difficile con-giuntura economica. Male infattisono andate le isole: Sardegna eSicilia hanno perso rispettivamente il13,5 e il 13,6% delle presenze. E sisono attestate su flessioni marcate laRiviera di Ponente (meno 11,3%), laRiviera di Levante (meno 5,7%) e lacosta abruzzese (meno 5,9%). Solo leMarche e le coste venete e friulanesono riuscite a contenere le perdite,con flessioni che hanno oscillato tra ilmeno 3,2% e il meno 3,8 per cento. L’Emilia-Romagna è riuscita a faremeglio grazie a un combinato dispo-sto tra vari fattori. Da un lato laconvenienza (con un’offerta di ospi-talità a largo spettro che consentescelte su misura anche a chi ha bud-

get limitato) unita alla raggiungibi-lità si è rivelato un elemento di suc-cesso. Dall’altro il sistema turistico èriuscito ancora una volta a far levasu una clientela storica e fedele (oltreil 60% dei turisti) e su una dimen-sione dell’ospitalità alberghiera edextralberghiera tale da corrisponde-re alle domande più diverse. Il risul-tato è una flessione contenuta dellepresenze italiane (meno 2,6%) e diquelle straniere (meno 3,2%). Lacontrazione della durata media delperiodo di vacanza (dai 7 ai 9 gior-ni) si è accompagnata a un aumentodegli arrivi. Basti dire che ai caselliautostradali della Riviera si è regi-strato sempre il segno più rispetto al2008, con un incremento del 4,9%in maggio, dell’1,9 in giugno, del5% in luglio, del 3,7% in agosto,dell’8,3% in settembre. Per quanto riguarda i flussi stranieri,il 2009 ha confermato come previ-sto una brusca flessione delle pre-senze russe, diminuite del 17,4%. Incontrazione anche i flussi provenien-ti dai Paesi scandinavi (meno 12,5%la Finlandia, meno 10,7% la Svezia,meno 12,8% la Danimarca), conl’unica eccezione della Norvegia, dadove è arrivato invece il segnale diun forte incremento: più 8,3%. Increscita anche i turisti provenientidalla Svizzera (più 5,2%) edall’Austria (più 3,9%). La Rivieraha poi acquisito nuove fette di mer-cato in Francia (più 1,8%) e inBelgio (più 2%). Performance nega-tive, invece, sia sul mercato inglese

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(meno 14,2%) che su quello deiPaesi dell’Europa dell’Est (meno11,7%). Lo scampato pericolo, tuttavia, noninduce gli operatori a rinunciare allacautela. Conferma il presidentedell’Apt Massimo Gottifredi: “Pre-vediamo che la coda della crisi siallungherà anche sul 2010 e perquesto abbiamo deciso di procederecon la stessa aggressività che abbia-mo messo in campo nel 2009.Quest’anno abbiamo giocato lacarta della prossimità, quandoabbiamo intuito che la situazione si

preannunciava difficile ci siamo riti-rati sui mercati più vicini. Oradovremo fare i conti con diverse ten-denze. Sullo sfondo della crisi eco-nomica si è accentuato il fenomenodella vacanza breve, il cosiddettoshort break, accompagnato daun’attenzione al consumo che richie-de la costante ricerca di un equili-brio nel rapporto tra la qualità e ilprezzo. Questo ci invita a una rifles-sione. La campagna di Pentecoste inGermania ha dato i risultati sperati,diventando un modello che voglia-mo replicare in Francia, Olanda,

Svizzera, Austria e anche in Spagna.È un modello che ha realizzato unaefficace saldatura tra promozione ecommercializzazione”. Se la crescitasulla Germania sembra destinata aproseguire, buone nuove potrebberoarrivare dalla Russia già dal 2010.“Abbiamo preso contatti con moltitour operator russi – prosegueGottifredi – e notato reazioniimprontate a un certo ottimismo.Sul mercato russo prevediamo unrecupero già dal prossimo anno, conun ritorno ai grandi numeri pre-crisinel 2011”

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TURISMO

LA STRATEGIA

Una pista nera nuova di zecca al Cimone,nel Modenese, che inaugura anche

un’altra seggiovia a due posti. Il pacchetto“Scia low cost” a partire da 99 euro alCorno alle Scale, nel Bolognese. Il giovedì inpromozione a Cerreto Laghi, nel Reggiano,dove appunto ogni giovedì lo skipasscosterà solo 15 euro. Sono tante le novitàche le località sciistiche dell’Appennino emi-liano-romagnolo hanno messo in campoper la stagione invernale 2009-2010.L’obiettivo è quello di bissare gli ottimi risul-tati raggiunti lo scorso anno, con una cresci-ta delle presenze stimata intorno al 27%. Laformula individuata dall’Unione di prodottoAppennino e Verde è quella della diversifi-cazione dell’offerta, vale a dire non solo scima anche tanta natura e sport alternativiper intercettare nuovi segmenti di mercato.

La conferma arriva dal presidentedell’Unione Pierluigi Saccardi. “Dopo unastagione da record come quella dell’annoscorso – dice Saccardi – quest’anno la sfidasarà ancora più stimolante. L’Appenninodell’Emilia-Romagna ha lavorato tutta l’e-state per diventare ancora più attrezzato eadesso è pronto ad accogliere gli appassio-nati di neve e gli amanti della natura.Proprio a questo proposito abbiamo lan-ciato nella stagione passata Neve Natura,cioè la proposta di un week end per viverela neve a 360 gradi, senza sci ma contrekking ad alta quota, nordic walking neiboschi, sleddog, uscite nella neve alla sco-perta delle tracce del lupo, escursioni eno-gastronomiche. È stato un esperimentounico nel panorama nazionale che ha datorisultati positivi, per questo anche nella sta-

gione in arrivo continueremo a offrire que-sto tipo di vacanza, accanto alle classichesettimane bianche”. Del resto il piano dell’Unione intende crea-re sempre più nuove opportunità di svilup-po della vacanza attiva sulla neve. E perquanto riguarda la campagna promozio-nale e di commercializzazione l’Unionenon si sta concentrando solo sullo storicomercato nazionale, ma sta esplorandoanche nuove realtà oltreconfine, come ipromettenti Paesi dell’Est e del NordEuropa. Una sfida che sembra destinata aessere vincente, visto che le destinazionituristiche della montagna regionale nellapassata stagione hanno visto crescere pro-prio i turisti stranieri, arrivati a sfiorare le6mila presenze, con una concentrazioneforte di polacchi. Il bilancio dello scorso anno fa ben spera-re. L’Appennino modenese ha registratoun 20% in più di giornate di sci vendute eun incremento di circa il 23% in termini difatturato. Gli imprenditori dell’Appenninobolognese hanno stimato invece addirittu-ra un incremento delle presenze del 55%,grazie a una clientela bolognese e roma-gnola che ha riscoperto la montagna dicasa. Bene anche il Reggiano, che ha regi-strato una crescita di circa il 10%. Ancorauna volta gli operatori giocheranno la cartadella convenienza, considerata vincentenell’attuale situazione di crisi economica,con la riproposizione di offerte low cost edi pacchetti competitivi e innovativi

Molte le novità della stagione bianca. Protagonisti gli amanti dello sci, ma non mancano le proposte alternative, dal trekking al nordic walking

In Appennino l’inverno scende in pista

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mergenza più forte dei prossimi mesi– sottolinea il presidente Parenti –quando si avvertiranno in modonetto sul fronte lavoro gli effetti dellacrisi e termineranno i periodi di cassaintegrazione. L’obiettivo prioritariosarà fermare la possibile emorragiadi posti di lavoro”.La dinamica della Cig è chiara: tragennaio e novembre leore di cassa integrazioneordinaria autorizzatenella gestione industria aPiacenza sono arrivate a2 milioni 287.443 (con-tro le 152.105 autoriz-zate in tutto il 2008). Gliinterventi di cassa inte-grazione straordinariahanno conosciuto a lorovolta una crescita moltorilevante: il monte ore autorizzato èpassato dalle 312.052 del 2008 alle652.423 di fine novembre. “A que-

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FOCUS PIACENZA >>

Giuseppe Parenti, presidente dell’ente camerale: “Merito della diversificazione”

A preoccuparesono soprattuttodisoccupazione,che salirà oltre l’8%e stretta creditizia

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In un anno difficile più che maiper la crisi internazionale, la pro-vincia di Piacenza, per qualcheaspetto, si difende meglio di

altre. “La caduta verso il basso si èfermata, e c’è qualche segnale di pos-sibile ripresa – spiega il presidenteGiuseppe Parenti, commentando idati statistici consuntivi raccolti neiprimi 11 mesi del 2009 in un nuovoed inedito appuntamento con l’infor-mazione economica – ma il tasso dicrescita resta negativo e ci vorrannoquattro o cinque anni per tornarealla situazione ante-crisi. Tuttavia,pur in presenza di motivi di realepreoccupazione, è anche vero chePiacenza, provincia in cui non esisteun vero e proprio distretto, bensìun’attività molto diversificata e fon-data su microimprese familiari, hasaputo reggere l’impatto meglio dialtri territori”.La demografia imprenditoriale, pursegnando una differenza negativa per153 unità tra iscrizioni e cessazioni, è

migliore rispetto ad altre provinceemiliane come Parma e Reggio.Analogamente per gli effetti protesta-ti (oltre 12 milioni di euro, inferioreal 2008), e per i fallimenti, con untrend abbastanza allineato all’annoprecedente: sono infatti 35 le comu-nicazioni arrivate dal tribunale. Soffrono di più le costruzioni, il com-mercio e l’agricoltura che accusaproblemi di prezzi, anche se agroin-dustria e produzioni di nicchia si sal-vano. Bene la raccordistica nel setto-re industriale. Anche i dati del com-mercio estero, riferiti ai primi novemesi del 2009, esprimono difficoltà:le importazioni e le esportazionihanno subito una contrazione dianaloga dimensione (meno 10%rispetto allo stesso periodo del2008), ma pure in questo caso inmisura meno pesante rispetto ad altriterritori della regione.Preoccupa il tasso di disoccupazione,destinato a salire in percentuale forseoltre la soglia dell’8%. “È questa l’e-

Anche a Piacenza è crisiMa meno che altrove

LA STRATEGIA

La presidenza di Giuseppe Parenti ha portato la Camera di commercio a inve-stire una quota sempre maggiore del proprio bilancio in iniziative promo-

zionali. Nel 2010, arriverà al 40,49%. Il preventivo per il 2010, porta a 2 milio-ni e 747.722 euro l’ammontare di risorse che saranno destinate a interventi eco-nomici sul territorio (quasi 400 mila euro in più rispetto al 2009).La parte del leone nella ripartizione delle risorse la fa lo sviluppo imprenditoria-le, che assorbe il 48% dello stanziamento disponibile (pari a 1,3 milioni), seguela priorità dedicata alla filiera agroalimentare (12% delle risorse, ben 332 milaeuro) e quindi la globalizzazione (9%, pari a 245 mila euro). Quasi 230mila eurosono stati destinati al pagamento delle quote associative correlate con gli inter-venti economici mentre lo sviluppo del turismo, così come l’istruzione e la for-mazione imprenditoriale, avranno a disposizione 190mila euro, circa, ciascuno.Chiudono l’elenco lo sviluppo del territorio (116 mila euro), l’informazione eco-nomica (93 mila euro) e la regolamentazione dei mercati (46 mila)

Giuseppe Parenti

Lo prevede il bilancio preventivo 2010Investite sul territorio

oltre il 40% delle entrate

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24 NOVEMBRE 2009

FOCUS PIACENZA

sto riguardo, assieme alla Provincia,abbiamo destinato risorse perimprese che assumeranno soggetti arischio di espulsione dal mercato dellavoro”.A destare apprensione è la stretta cre-ditizia. Manca la liquidità, e i tempidi pagamento sono sempre più allun-gati. Per dar corso alle commesse checominciano a ripresentarsi è necessa-rio denaro. “Abbiamo la consapevo-lezza – dice il cavalier Parenti – chel’origine della crisi è finanziaria eavrà lunga durata. Per questo, laCamera di commercio ha modulatoin prospettiva il sostegno del credito.L’intervento a favore dei ConsorziFidi è passato da 400mila euro a925mila euro nel 2009; altri 700milaandranno in questa direzione nel2010”. La Camera di commercio poi, daanni impegnata su questo fronte, hatrovato nel Comune di Piacenza unpartner per arricchire il fondo messoa disposizione per agevolare l’accessoal credito delle imprese, che arrivacosì a 975mila euro. Le finalità diintervento del fondo sono molteplici:innovazione tecnologica, sviluppoimprenditoriale, nuove imprese e da

quest’anno, per rispondere alla crisi,esigenze di liquidità.La somma ad abbattimento tassi(fino a 1 punto percentuale in ragio-ne d’anno e 1,5% per imprese giova-nili) viene destinata ai finanziamentifinalizzati agli investimenti rientrantinelle tipologie individuate, con inter-mediazione attraverso i ConsorziFidi. “Si tratta di mettere a fuococome il nostro sistema produttivopossa affrontare il domani e mante-nere competitività – aggiunge ilnumero uno dell’ente di PiazzaCavalli – la ripresa sarà lenta, e ine-vitabile sarà una riduzione dellacompagine imprenditoriale, chevedrà resistere le realtà più innovati-ve e capitalizzate. Cambierà anche ilmodo di affrontare il mercato. Leaziende dovranno sempre più inter-venire sull’organizzazione produttivacercando margini maggiori di effi-cienza sia lavorando sul mix dell’of-ferta che sulla leva commerciale.Potenziare la capacità di produrrequalità e innovazione può essere unavia per uscire dal momento di diffi-coltà con nuove chance”.A inizio 2009, la Camera di com-mercio ha dato uno stimolo al

mondo imprenditoriale con duebandi per finanziare, da un lato i pro-getti di check up aziendali e finalizza-ti all’innovazione (trovando un part-ner nella Fondazione di Piacenza eVigevano) e, dall’altro, per contribui-re agli oneri sostenuti dalle impreseper la brevettazione. Risorse, paririspettivamente a 75mila e 50milaeuro, saranno sicuramente ripropo-ste nel 2010. “Anzi – aggiungeParenti – i bandi saranno rimodulatiper rendere più accessibili i fondi chevogliono indirizzare una crescitasostenibile, in particolare di quelleimprese sane che si ritrovano in diffi-coltà a causa della crisi e non per leloro debolezze strutturali. La Came-ra intende stipulare una convenzio-ne con le associazioni di categoria egli studi di consulenza in proprietàindustriale, per assicurare alleimprese un servizio gratuito diprima informazione e di assistenzasull’iter di registrazione dei marchi edi deposito dei brevetti. Si è anchepensato di dare alle imprese la pos-sibilità di avvalersi della rete Asterdei centri di innovazione e dei labo-ratori di ricerca”.Oltre all’innovazione tecnologica, il

Provincia e Camera di commercio diPiacenza hanno deciso di dar vita, con-

giuntamente, a un bando che destina contri-buti ai datori di lavoro privati che assumonolavoratori espulsi dal processo produttivo o arischio di emarginazione nel mercato dellavoro. Lo stanziamento complessivo delbando è pari a 175mila euro. Per ogni atti-vazione di un contratto a tempo indetermi-nato è previsto (fino a esaurimento dellerisorse finanziarie disponibili) il riconosci-mento di un contributo a fondo perduto perogni destinatario pari a: 4.500 euro se di etàsuperiore ai 50 anni; 4mila euro nel caso dietà inferiore ai 50 anni; 3.500 euro per coluiche meno di 50 anni iscritto alle liste dimobilità o sospeso in Cigs. Destinatari dell’i-niziativa sono lavoratrici di età superiore ai35 anni, alla data di attivazione del rapportodi lavoro a tempo indeterminato, in posses-

so di uno dei seguenti requisiti: stato didisoccupazione da almeno 12 mesi; iscrizio-ne nelle liste di mobilità; sospensione daimprese ammesse al trattamento straordina-rio di integrazione salariale. Del pari, sonodestinatari del bando i lavoratori di età supe-riore ai 45 anni, alla data di attivazione delrapporto di lavoro a tempo indeterminato, inpossesso di uno tra questi elementi: stato didisoccupazione da almeno 12 mesi; iscrizio-ne nelle liste di mobilità; sospensione daimprese ammesse al trattamento straordina-rio di integrazione salariale. Sarà possibile presentare la domanda diammissione all’intervento, partito nell’otto-bre scorso, fino al 31 ottobre 2010. Saràquindi predisposta la graduatoria degli aven-ti diritto al contributo. Il bando è consultabi-le sul sito della Camera di commercio diPiacenza, www.pc.camcom.it

Target principali, i lavoratori a rischio “emarginazione”

Un bando per favorire l’occupazione

IL PROGETTO

Sono 31.859 le aziende registrate

a Piacenza a fine novembre,

136 in meno rispetto a dicembre 2008. Le imprese attive

invece risultanopari a 28.906

Il valore delle importazioni piacentine si è attestato a 1.712 milioni 629.046 euro. Le esportazioni hanno subito una contrazione, arrivando a 1.659 milioni561.077 euro. Forte il calo nell’area Ue, meno 18,7%, contro un buon più 25% verso il mercato asiatico

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sostegno al credito e lo sviluppo del-l’imprenditorialità, per il 2010 laCamera di Piacenza ha individuatoaltre sette linee strategiche: sviluppodel turismo e promozione del territo-rio; ampliamento del sistemaimprenditoriale piacentino sui mer-cati esteri; valorizzazione della filieraagroalimentare e tutela dell’ambien-te; rafforzamento della culturaimprenditoriale e della formazioneorientata al lavoro; consolidamentodell’intervento camerale finalizzatoalla regolazione dei mercati, allatutela del consumatore e della fedepubblica; sviluppo del territorio;potenziamento dell’attività di infor-mazione economica e di promozionedell’ente. “All’interno della primapriorità – spiega il presidente dellaCamera piacentina – vanno eviden-ziate le azioni a favore del settore delcommercio. È necessario salvaguar-dare il centro storico mantenendoalta la qualità dell’arredo urbano,per renderlo più accessibile da partedei piacentini e dei visitatori. Per que-sto – ricorda Parenti – abbiamoavviato un dialogo con il Comune ele categorie economiche per metterea fuoco i problemi e individuare leproposte per animarlo sulla base disinergie tra privati e istituzioni.Fondamentali i cantieri sullo Strado-ne Farnese, per la realizzazione e lafutura gestione funzionale ed econo-mica di due parcheggi interrati nellearee ex Macello ed ex CasermaCantore (in questo caso anche lariqualificazione a piazza). Personal-

mente, sarei favorevole anche a unparcheggio sotto Piazza Cavalli,come hanno tante città storiche”. Il turismo, prosegue Parenti, rappre-senta una risorsa di primaria impor-tanza per l’economia provinciale,soprattutto assieme ad altri fattori:ambiente, agricoltura, cultura, tradi-zione eno-gastronomica: “Il consoli-damento dell’esperienza degli ultimianni di realizzare un gioco di squa-dra con le altre istituzioni locali haconsentito al territorio di proiettarsiall’esterno alla pari di altri più ‘bla-sonati’ e di incrementare la sua visi-bilità. La pianificazione ha consenti-to a Piacenza di recuperare unadimensione turistica, fatta di un mixdi ambiente, arte, cultura e storiaoggi imprescindibile. Occorre prose-guire in questa direzione, perché pro-prio in questo comparto che si giocagran parte della competitività dei ter-ritori, con azioni concertate e sinergi-che tra pubblico e privato”.Nuove prospettive in campo anchecon il “belvedere sul Po”. “In basead un accordo tra Camera, Comunee Provincia di Piacenza, Fondazionedi Piacenza e Vigevano – rivela ilpresidente dell’ente camerale – stapartendo il concorso a premi perraccogliere proposte ideative per larealizzazione di un punto panorami-co sul fiume Po. Sarà orientato unastruttura autonoma al viadotto,orientata a nord-ovest, con unasuperficie utile di 250 metri quadra-ti, idonea per ospitare un punto diosservazione ed uno di ristorazione.

La scadenza per la presentazione deiprogetti è il 31 marzo e dopo unmese saranno proclamati i vincitori,quindi tempi stretti”.Nel frattempo, prosegue l’iter perdare concretezza all’idea della “citta-della del gusto”, legata alla promo-zione e valorizzazione delle produ-zioni agricole tipiche locali. “Intantoè stata ceduta l’attività di collaudo dicasse mobili e container dellaImebep, società controllata dallaCamera, che mantiene invece l’im-mobiliare, con l’affitto di locali allaDogana. Il patrimonio immobiliare èstato valutato circa 9 milioni di euro.Su questo esiste il nodo della destina-zione urbanistica. Il progetto – spie-ga Parenti – è di reinvestire nel recu-pero della Cascina San Savino, collo-cata di fronte a Piacenza Expo perdare vita a un centro di valorizzazio-ne e vendita dei prodotti tipici pia-centini. La strada della valorizzazio-ne delle produzioni tipiche – in siner-gia con i Consorzi di tutela e conl’Università – è stata intrapresa dal-l’ente camerale molti anni fa, nellacertezza che solo attraverso forme diintegrazione è possibile conseguire irisultati più significativi in termini dimiglioramento della qualità delleproduzioni, di ricerca di nuovi mer-cati, di opportunità per le imprese.Oggi occorre un passaggio ulteriore:solo il perseguimento dell’eccellenzaproduttiva, esito di un processo con-tinuo di ricerca e di miglioramentoqualitativo, può distinguerci dalresto del mondo”

Al centro la sede della Camera di Commercio di Piacenza

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26 NOVEMBRE 2009

FOCUS PIACENZA

per valorizzare e diffondere la cono-scenza dei prodotti della gastrono-mia locale. “Con il premio Coppa d’Oro – diceil presidente della Camera di com-mercio Giuseppe Parenti – vogliamocomunicare la qualità, la tradizione,l’eccellenza, simboleggiati da questosalume, che testimonia la ricchezzadelle nostre terre e l’ospitalità dellenostre genti. La Coppa è il vero‘biglietto da visita’ della provinciapiacentina, unica in Italia a fregiarsidi tre Dop”.La Coppa Piacentina Dop è un salu-me con un disciplinare molto rigido eaccuratissimi controlli di qualità: laricetta – la stessa da millenni – garan-tisce risultati eccellenti ed è divenutaormai un obiettivo “goloso” per ituristi e i visitatori gourmant che rag-giungono la provincia di Piacenza. Per questa terza edizione, la Cameradi Commercio del presidente Giusep-pe Parenti è andata in goal. Nellacornice del Palazzo Gotico di PiazzaCavalli sono stati infatti premiati,con la pregevole statuina raffiguran-te una “razdura” opera di GraziellaBertante, personalità dello sport,della cultura e del giornalismo che sisono distinte nella loro attività pro-fessionale. Il riconoscimento è anda-to infatti al calciatore campione delmondo Filippo “Pippo” Inzaghi, pia-centino doc e bomber infinito delMilan, a Davide Paolini, giornalista escrittore, noto ormai come “gastro-nauta”, a Gianfranco Piva, presideuscente dopo 21 anni, della Facoltàdi Agraria di Piacenza, e, alla memo-ria, a Pietro Fumi, gourmet profondo

conoscitore delle tradizioni e storicopresidente della Accademia dellaCucina Piacentina.Grazie a Filippo Inzaghi che hadichiarato “il suo orgoglio ad esserescelto come simbolo di Piacenza” laCoppa è andata in diretta su SkySport 24, oltrepassando i confini tra-dizionali. D’altra parte se il gastro-nauta Paolini non ha remore adaffermare che “una coppa stagionataa lungo è meglio di un culatello”, ègiusto l’orgoglio di cercare una ribal-ta e scenari gastronomici importantiper questo prodotto, gloria di sedicisalumifici. “C’è una qualità altissima, garantitada continui controlli e da un rigorosorispetto del disciplinare di produzione– ricorda il presidente del Consorziodi Tutela dei Salumi DOP piacentiniRoberto Ferri – che permettono aquesta eccellenza ancora notevolipotenzialità”. Piacenza deve farconoscere la sua Coppa, comunican-do la qualità e il territorio che laesprime, attraverso uno sforzo didivulgazione culturale e narrazione.Su questo messaggio chiaro hannoconcordato Davide Rampello, presi-dente della Triennale di Milano,Annamaria Testa, docente dell’uni-versità Bocconi, Michele Mezza,scrittore e vicedirettore di Rai Inter-national, e lo stesso Davide Paolini,che sono intervenuti in qualità diesperti al convegno “Comunicare laqualità”. È questo l’alfabeto su cui laCoppa può approdare a mercati piùvasti sicuramente meritati, mantenen-do il doveroso equilibrio che si addi-ce a un prodotto di nicchia

La Coppa Piacentina Dop:una vera e propria bandiera,un vanto della Piacenza delPo, dei cento campanili,

delle verdi colline ha grande tradizio-ne nella preparazione dei salumi eanche dei vini. È un territorio che siracconta attraverso l’intensità di unafetta di Coppa, accompagnata da un

sorso di generoso Gut-turnio o di Ortrugo friz-zante. Dal 2007 si risco-pre attraverso il premio“Coppa d’oro”, la ker-messe promossa dallaCamera di commercioin collaborazione con ilConsorzio dei salumitipici piacentini e ilConsorzio di tutela viniDoc “Colli piacentini”

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Premiati il calciatore Inzaghi, il “gastronauta” Paolini e il preside Gianfranco Piva

Una Coppa d’Oroin diretta nazionale

Omaggio speciale a Pietro Fumi,

storico presidentedell’Accademia

della Cucina Piacentina

L’INDAGINE

La ricerca della “Cattolica”Innovazione per la sicurezza alimentare

Antiche ricette e tradizioni, ma anche ricerca einnovazione, in un continuo sforzo per affi-

nare la qualità e garantire la sicurezza alimentare.Anche questo significa Coppa Piacentina, ogget-to di una ricerca dell’università Cattolica, coordi-nata dal professor Gianfranco Piva, che potràessere utile a un ulteriore miglioramento qualita-tivo del prodotto. Il sistema di valutazione messoa punto sulle caratteristiche chimico, fisico edorganolettiche del salume, eseguite con tecnolo-gie innovative ed oggettive, permette di distin-guere la coppa di un salumificio dall’altro, evi-denziando le proprietà e le influenze della fonda-mentale ultima fase della stagionatura (che nonpuò essere inferiore a sei mesi) sul prodotto.L’approccio scientifico di questa ricerca potrà con-sentire sviluppi anche in altri segmenti del com-parto alimentare

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nostri clienti, gruppi molto attentiall’ambiente che ci hanno stimolatopersino a precorrere gli obblighi dilegge. Un esempio? Ancora primache entrasse in vigore il DPR 147 – ilLibretto di manutenzione perimpianti di condizionamento –abbiamo compilato un nostro libret-to per i condizionatori, partendo dalLibretto di manutenzio-ne per le caldaie. Poi èarrivato il decreto”. Azioni legislative piùrapide, dunque. “La materia è comples-sa e gli iter legislativisono spesso molto lun-ghi. Fortunatamente laproduzione normativadegli ultimi anni è stataassai florida, stimolatada quei Paesi dove la sensibilità realealle problematiche ambientali è piùviva. Servono però gli sforzi di tuttiper concentrare l’attenzione intornoa questo tema, perché l’ambientenon può aspettare”

AMBIENTE

La Costantini di Piacenza, specializzata nel recupero e smaltimento dei condizionatori

Dal primo gennaioregole più severeper la manutenzione.“Più attenzioneagli impianti civili”

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Ambiente e sicurezza. Temipiù che mai attuali, cheriempiono le pagine deiquotidiani, alimentano

dibattiti e rientrano con urgenzasempre maggiore nelle agende di isti-tuzioni e di enti pubblici. Maambiente non significa soltantoridurre le emissioni e sviluppare siste-mi di produzione di energia alterna-tivi. La parola a Dario Costantini,presidente di CNA Piacenza eresponsabile gestione impianti dellaCostantini, azienda leader in provin-cia nel recupero e smaltimento degliimpianti di condizionamento. È vero che in Italia manca ancorasensibilità nei confronti di questo set-tore?“Assolutamente. Manca attenzioneal problema. Una cattiva manipola-zione dei gas frigoriferi può causaredanni ingenti: basti pensare che que-sti gas hanno nel surriscaldamentodel globo una potenza – a parità dipeso – 1.600 volte superiore a quelladell’anidride carbonica in un arcotemporale di cento anni. Vista l’enor-me diffusione degli impianti di con-dizionamento il pericolo è evidente.Per fortuna, grazie all’impegnodell’Unione Europea, dal 1 gennaio2010 il Freon 22 – il gas HCFC piùdiffuso – potrà essere utilizzato solose rigenerato e sarà fatto obbligo aipossessori di impianti con gas HCFCe HFC di tracciare la manutenzionedelle apparecchiature con Libretti oRegistri di Impianto. Tutte le opera-zioni necessarie a monitorare il fun-zionamento corretto degli impianti ela prevenzione di perdite nell’atmo-sfera necessitano di operatori prepa-rati e strumentazioni certificate”. Tutto questo riguarda anche i nor-mali condizionatori domestici?“Il problema riguarda soprattutto gliimpianti civili, che a differenza diquelli industriali non sono ancorasoggetti a controlli e non necessitano

delle stesse certificazioni di sicurezza.Oggi uno split ad uso domestico – ilclassico condizionatore che moltefamiglie hanno in casa – ha un prez-zo decisamente abbordabile: meno dimille euro, addirittura 700, installa-zione compresa, se si acquista unprodotto cinese. Pochi sanno peròche per smaltire correttamente unodi questi apparecchi si arriva a spen-dere praticamente la stessa cifra, traintervento, trasporto e stoccaggio.Un frigorifero che non funziona piùsi può portare dal rivenditore che sioccupa gratuitamente dello smalti-mento. La stessa cosa non si può farecon un condizionatore. E chi è dispo-sto a spendere una cifra così alta perliberarsi di un vecchio condizionato-re? Il rischio è che finiscano nei cas-sonetti o ai lati delle strade, propriocome è successo con l’amianto”. La sua è la prima azienda piacentinaa poter smaltire i condizionatori erecuperare i gas refrigeranti secondole norme di Kyoto.“Abbiamo la fortuna di avere, tra i

Gas frigoriferi“Peggio della CO2”

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28 NOVEMBRE 2009

INDAGINE

Il primo passo per reagire allacrisi finanziaria ed economica èconoscere dettagliatamente ilsistema produttivo regionale,

quantificarne l’entità, analizzarne ilgrado di solidità, ma anche le criti-cità e gli assi nella manica. Perchése il tessuto imprenditoriale emilia-no-romagnolo è una risorsa prezio-

sa, è indispensabilesapere quanto vale,com’è strutturata equali sono le sue pecu-liarità rispetto al restodel Paese e i punti diforza rispetto ai con-correnti europei. Unamappa aggiornatadella realtà economicaregionale la offre ora ilvolume “La struttura

produttiva dell’Emilia-Romagna.Una lettura attraverso l’Archiviostatistico delle imprese attive”, dos-sier realizzato dal Servizio diControllo strategico e Statisticadella Regione e presentato in otto-bre nel corso di un convegno orga-nizzato dalla Regione stessa in col-

laborazione con Istat, Sistan(Sistema statistico nazionale),Provincia e Comune di Modena. Ilrapporto presenta informazioni eanalisi raccolte grazie all’utilizzointegrato di fonti diverse, ammini-strative e statistiche. Operazioneresa possibile dall’uso dei datidell’Archivio statistico delle impre-se attive, che ha fornito una pano-ramica del mondo imprenditorialelocale aggiornata al 2007, e la suaevoluzione a partire dal 2001. Primo fattore da considerare, laforza del sistema: la regione nel2007 può contare su un esercito di387mila imprese, in cui lavoranoun milione e 676mila addetti.Esercito che sempre di più punta aunire le forze. Sono tante le piccoleimprese che si strutturano per grup-pi e in reti, dando vita a un “mec-cano” produttivo strettamente con-nesso. Una strategia per competerecon maggior successo anche suimercati internazionali. Nel 2006risultano infatti 8.293 i gruppi diimprese in Emilia-Romagna, il12% del totale dei gruppi presenti

in Italia. Ne fanno parte complessi-vamente 24.268 imprese. Si trattadi gruppi di piccole dimensioni, ingenere controllati dall’interno dellaregione stessa, visto che nell’82,8%dei casi i vertici sono in Emilia-Romagna. Ma quanto valgono le imprese dellaregione? Nel 2006 tre quarti hannofatturato meno di 200 mila euroannui. Appena lo 0,2% delle impre-se fattura più di 50 milioni, sebbe-ne queste ultime assorbino il 18,5%dell’occupazione complessiva. Nelcomplesso dunque le piccole emedie imprese, quelle cioè conmeno di 250 dipendenti e un fattu-rato che non supera i 50 milioni dieuro, nel 2006 sono il 99,8%. Diqueste, 355.393 (93% del totale)

Dalla Regione un’analisi dettagliata basata sull’Archivio statistico delle imprese attive

Imprese ai raggi xLa parola ai dati Istat

Cresce il terziario,resta forte

la manifattura.In lieve progresso

la dimensione media

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IL CONFRONTO

C’è una prospettiva inedita, tra quelleofferte dal rapporto statistico sul siste-

ma produttivo, che mette in luce non solo lastorica propensione degli emiliano-roma-gnoli a intraprendere, ma anche il ruolodell’Emilia-Romagna come uno dei princi-pali motori dell’economia europea. Il rap-porto mette infatti la regione in relazionecon le altre 266 presenti in tutta Europa. Traqueste l’Emilia-Romagna si colloca al tredi-cesimo posto per tasso di occupazionemanifatturiera, risultando terza in Italiadopo Marche e Veneto (all’ottavo posto

nell’industria alimentare, sesta per i prodot-ti metallici, quarta per la meccanica). Laforte vocazione manifatturiera è comprova-ta da un’incidenza settoriale degli addettisulla popolazione che supera di oltre il 50%la media italiana ed è quasi doppia di quellamedia europea. Inoltre nell’ambito dellediciotto principali regioni manifatturiereeuropee, figura tra quelle in cui il ruolo trai-nante dell’industria appare più evidente trail 2001 e il 2005, sia per la tenuta dell’occu-pazione che per la crescita della dimensioned’impresa.

Emilia-Romagna tredicesima nell’Ue per occupati nell’industria

Motore della manifattura europea

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LA STRATEGIA

Il rapporto “La struttura produttiva dell’Emilia-Romagna” è stato possibile grazie alla ricchez-

za di informazioni relative alle imprese raccolte daAsia, l’Archivio statistico delle imprese attive.Nato nel 1996 e aggiornato annualmentedall’Istat, Asia rappresenta il primo esperimentoitaliano di utilizzo generalizzato e integrato di datiamministrativi a fini statistici. Spesso infatti l’indagine statistica rappresenta perle imprese un’ulteriore richiesta di informazioni,domande a cui gli operatori economici devononuovamente rispondere dopo aver già fornito lestesse informazioni, seppur con schemi e classifi-cazioni differenti, per fini amministrativi. Unfenomeno che non solo determina una moltipli-cazione di costi per le imprese e per la Pubblicaamministrazione, ma anche frequenti rifiuti arispondere ai questionari statistici. Per alleggerireil carico delle rilevazioni statistiche gravantesoprattutto sulle imprese, i dati di Asia sono dun-que il risultato dell’incrocio di più fonti, attraver-so soluzioni innovative di tipo organizzativo, perrendere più efficienti i rapporti con gli enti chedetengono gli archivi. Asia fornisce non soloinformazioni sui settori economici e sulle relazio-ni societarie dell’impresa, ma anche indicazioniaggiuntive integrate tra loro come il numero diaddetti o la classe di fatturato in cui si colloca.Il rapporto è stato inoltre realizzato con il contri-buto dell’esperienza sviluppata nell’elaborazioneintegrata di dati dell’Ufficio statistico del Comunedi Modena. Infine l’appartenenza dell’Ufficio sta-tistico regionale al Sistan (Sistema statistico nazio-nale) permette non solo di produrre ma anche diutilizzare informazioni di statistica ufficiale già adisposizione del Sistema

Il primo esempio di uso integrato di dati amministrativi a fini statistici

Asia, una miniera di informazioni sulle imprese

sono microimprese con meno di 10addetti e un fatturato inferiore ai 2milioni di euro all’anno. Sono que-ste a dare lavoro al 42,6% degliaddetti totali. Stime che conferma-no un sistema economico caratte-rizzato da imprese di piccoledimensioni.E microimprenditorialità si confer-ma la parola d’ordine del sistemaanche dal punto di vista della formagiuridica prevalente, caratterizzatada imprenditoria individuale(60,6%), liberi professionisti elavoratori autonomi, ma in misurainferiore che nel resto del Paese.Spicca al contrario una maggioreconcentrazione nelle forme giuridi-che più complesse. Nel 2006l’Emilia-Romagna è fra le regioniitaliane con la quota più alta disocietà di capitali, dopo Lazio eLombardia, in sensibile aumentorispetto al 2001. Realtà però didimensioni inferiori di quelle medieitaliane per quanto riguarda lesocietà per azioni (che hanno inmedia 84,7 addetti rispetto a unamedia nazionale superiore ai 100)ma di dimensioni significative per

quanto riguarda le cooperative, conuna media di 45,5 addetti, contro i20,7 delle cooperative nazionali.Peculiarità regionale si confermainfatti lo sviluppo di forme solidari-stiche di impresa, con un compartocooperativo composto da impreseleader sui mercati di appartenenza eche assorbe l’11,2% dei lavoratoritotali, quasi il doppio rispetto agliaddetti della cooperazione in Italia,dove la quota scende al 6%. Per capire dove focalizzare le politi-che di incentivazione e di sviluppo èfondamentale individuare qualisiano i settori trainanti dell’econo-mia regionale. I dati forniti da Asiaoffrono informazioni prezioseanche in questo senso. È il terziario,con commercio, alberghi e altri ser-vizi, a prevalere in termini sia diimprese (oltre 278 mila, pari al72% del totale) sia di addetti (circa967 mila, pari al 58% del totale),mentre l’industria in senso stretto ele costruzioni, pur rappresentandosolo il 28% del totale delle imprese,utilizzano il 42% degli addetti. Più in dettaglio, i settori di attivitàeconomica più consistente sono

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30 NOVEMBRE 2009

INDAGINE

quelli immobiliari, noleggio, infor-matica, ricerca, servizi alle imprese(25% delle imprese e 14,6% degliaddetti), commercio e riparazioni(24,1% delle imprese e 18,3% degliaddetti), costruzioni (15,2% delleimprese e 9,9% degli addetti), atti-vità manifatturiere (12,8% delleimprese e 32,4% degli addetti). Sultotale manifatturero prevale il ruolodella metalmeccanica (45,4% delleimprese), seguono industrie alimen-tari, tessili, abbigliamento e cuoio.L’Emilia-Romagna è inoltre unaregione a forte vocazione artigiana.Anche se la sua incidenza è calatadel 2% rispetto al 2001, il compar-to artigiano resta molto radicatonel tessuto imprenditoriale, con129mila imprese attive nel 2006,pari al 34% del totale regionale,mentre a livello nazionale si ferma-no al 29%. A caratterizzare lo sviluppo delleimprese tra il 2001 e il 2006 è unacrescita accompagnata da unadiminuzione della frammentazione.Perchè le imprese sono cresciute dipiù in termini di occupazione (più8,8%) piuttosto che nel numero(più 5,2%). Il risultato è un aumen-to della dimensione media passatada 4,1 addetti del 2001 ai 4,24 del2006, dove la media italiana è inve-ce di 3,88 lavoratori. Nello stessoperiodo si è ridotta del 2% l’inci-denza del lavoro indipendente, chenel 2006 riguarda il 32,3% degliaddetti. Cresce il numero mediodegli addetti in particolare nel com-plesso degli altri servizi, mentre laminore frammentazione assumeparticolare rilievo nel commercio.Diminuiscono le imprese dell’indu-stria in senso stretto ma la tendenzaè opposta per le imprese del settoredelle costruzioni, il più polverizzatocon 2,8 addetti in media.Altra caratteristica che rende ilmondo delle imprese dell’Emilia-Romagna particolarmente dinami-co, l’apertura della struttura pro-duttiva, testimoniata dall’incre-mento del numero di unità locali diimprese regionali presenti in altreregioni italiane, che nel 2006 hasuperato il numero di quelle diimprese di altra regione presenti inEmilia-Romagna (9.174 contro8.854)

Sono i driver principali per la cre-scita economica, in grado di

produrre benefici per l’intero tessu-to economico e sociale. Così laCommissione europea descrive isettori ad alta tecnologia, indicandole imprese hi-tech vitali per la com-petitività del territorio. Il rapportopresentato dalla Regione offreun‘ulteriore lettura dei dati Asia,basata sull’intensità tecnologica esul contenuto di conoscenza dellastruttura produttiva regionale. Nel 2006 le imprese emiliano-roma-gnole operanti nei settori hi-techsono 11.831 (3,1% il peso sul tes-suto produttivo regionale e 3,7% ilpeso in termini di occupazione).Circa tre quarti si occupano di servi-zi tecnologici, con attività riconduci-bile all’informatica. Il manifatturieroad alta densità tecnologica rappre-senta invece quasi un quarto delleimprese hi-tech. Il campo è domina-to da apparecchi medicali, di preci-sione e strumenti ottici. L’analisi evidenzia per il settoresegnali di particolare dinamicità eun crescente grado di specializza-zione. Il peso dell‘hi-tech aumentanel comparto manifatturiero, conuna dimensione di impresa in conti-

nua crescita, grazie anche alla ten-denza alla concentrazione. Se il set-tore dei servizi tecnologici è in fasedi trasformazione strutturale, ilmanifatturiero hi-tech appare dun-que come più stabile e in via di con-solidamento, con una diminuzionedel numero delle imprese attive. In crescita la ramificazione dell’atti-vità produttiva di queste imprese,con un aumento delle aziende conpiù localizzazioni e degli addetti,quindi degli investimenti e dellepresenze produttive delocalizzate,nelle reti internazionali. Nonostanteil peso dei settori hi-tech sia ancoracomplessivamente contenuto,l’Emilia-Romagna presenta nel con-fronto con l’Italia un numero diaddetti nei settori tecnologicamentepiù avanzati più alto della medianazionale. La vera specializzazionesi realizza nei settori a medio altaintensità tecnologica, la cui compo-nenete fondamentale, la meccani-ca, ha trainato in questi anni leesportazioni regionali verso l’estero.Più ridotto è invece l’orientamentoverso i settori a bassa intensità tec-nologica, che sono anche quelli piùsoggetti alla concorrenza dei paesiemergenti

Come cambia il mondo dell’hi techDinamico, sempre più specializzato. E dal peso crescente

IL CASO

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Quaderni&documenti

Il premio Nobel per la Pace2006, Muhammad Yunus, fon-

datore della Grameen Bank, nelsuo libro “Un mondo senzapovertà” individua l’impresasociale come strumento di pro-mozione del benessere e dellacoesione sociale. L’impresa socia-le è uno dei fenomeni più inno-vativi e dinamici che si sviluppagrazie a una notevole varietà diforme organizzative e di beniprodotti.Quante sono le imprese sociali inItalia? Quanti sono gli occupati ei beneficiari dei beni e servizi pro-dotti da queste imprese? Aquanto ammonta il loro giro d’af-fari? Queste ed altre domande trovanorisposta all’interno del “Rapportosull’impresa sociale” (DonzelliEditore, 2009) pubblicato da IrisNetwork, la rete italiana degli isti-tuti di ricerca sull’impresa sociale,con l’obiettivo di monitorare l’evo-luzione di questo nuovo fenome-no imprenditoriale.Dal rapporto emerge che in Italiaesistono 15.000 imprese sociali,con 350.000 addetti, 10 miliardidi euro di giro d’affari e circa 10

milioni di utenti. Si tratta di unsettore che potrebbe ancora cre-scere molto: sono infatti 500.000le imprese (pari all’11% del tota-le) e 1.500.000 gli addetti (pariall’8,1% dell’occupazione totale)che - secondo le stime dell’ISTAT– operano in settori come sanità,assistenza sociale, cultura, sport ericreazione; quindi ambiti di atti-vità particolarmente promettentiper l’avvio di iniziative imprendi-toriali con finalità sociale.

Non è solo una questione dinumeri, ma si tratta di una cresci-ta qualitativa che trova nel capi-tale umano (dipendenti, volonta-ri) il suo principale asset in termi-ni di competenze, creatività emotivazione. I dati presentati nelrapporto evidenziano il crescentecontributo in termini occupazio-nali delle imprese sociali. Inoltreemerge una capacità specificadelle imprese sociali nel creareposti di lavoro in grado di soddi-sfare elementi motivazionali nonriconducibili solamente al para-metro della retribuzione econo-mica. Come afferma PaoloVenturi, direttore di AICCON(Associazione Italiana per la pro-mozione della Cultura dellaCooperazione e del Non Profit),tra gli autori del volume: “Il rap-porto porta a compimento lapolarizzazione tra “market” e“non market” del Terzo Settore,distinguendo fra le organizzazio-ni non profit quelle che svolgono

attività di advocacy da quelle chesvolgono attività di produzione diutilità sociale”.Cosa manca dunque per favorireil pieno sviluppo dell’impresasociale in Italia? "Vere e propriepolitiche, con risorse dedicate persostenere start-up e innovazione- sostiene Flaviano Zandonai,segretario di Iris Network e cura-tore del libro con il professorCarlo Borzaga, docentedell’Università di Trento - e chesiano in grado di risponde al cre-scente interesse non solo dei sog-getti nonprofit, ma anche delleimprese tradizionali e degli entilocali".Ora è anche possibile iscriversi aiRegistri delle imprese delleCamere di Commercio, secondole modalità previste da un decre-to del Ministero dello SviluppoEconomico (GU n. 239 del 14-10-2009 - Suppl. Ordinarion.188). Si apre un nuovo spazioper l'impresa sociale che aspettasolo di essere riempito. Ora sivedrà chi davvero è interessato apromuovere l’impresa sociale inItalia oltre i recinti delle formegiuridiche e dei settori di attività.“Sarebbe opportuna – aggiungeFlaviano Zandonai – una campa-gna informativa per dire che lalegge c’è e che, anche se non cisono incentivi diretti, puòcomunque essere uno strumentoutile per dare veste imprendito-riale ad attività che magari opera-no già in questo senso”.

IMPRESA SOCIALE: CINQUANTA VOLTE TANTOÈ il potenziale di sviluppo dell’imprenditorialità sociale in Italia. Un settore che già conta su 15.000 imprese, 350.000 addetti, 10 miliardi di euro di giro d’affari.

NOVEMBRE 2009 I

L’ Economia Sociale in Europa rappresenta 10% delle imprese

(circa 2 milioni Imprese) e 6% di occupati

(più stabile delle media europea)

Nella foto, Carlo Borzaga (Università di Trento)

Stefano Zamagni (Università di Bologna)Giuliano Poletti presidente

di LegacoopNazionale

Istituzioni non profit e addetti

Istituzioni non profit 2001 2007Istituzioni Addetti Istituzioni Addetti

Con addetti 38.121 488.523 41.742 629.706Totale 235.232 488.523 257.579 629.706Fonte: Istat, Censimento delle imprese e dei servizi. Anno 2001 e nostre stime

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Quaderni&documenti

Impresa sociale: elemento per sviluppo e competitività dei territori Il ruolo dell’impresa no profit è diessere produttore di CapitaleSociale (cooperazione, fiducia,reciprocità, coesione sociale, par-tecipazione). L’impresa socialeopera nella frontiera della rispo-sta ai nuovi bisogni alla persona(si pensi alle conseguenze diaumento demografico, preca-rietà crescente dei rapporti dilavoro, esclusione sociale di seg-

menti significativi della popola-zione) con sempre maggiore rile-vanza economica ed occupazio-nale. E’ propulsiva di una innova-zione sociale che il professorBorzaga definisce come “ognisoluzione nuova ad un problemacollettivo che si dimostra più effi-cace, efficiente e sostenibile”. Unconcetto ampio che comprendemicro finanza, housing sociale,commercio equo e solidale, inse-rimento lavorativo dei soggettisvantaggiati.

II NOVEMBRE 2009

A quasi dieci anni dalla sua prima formulazione, la defi-nizione elaborata dal network europeo Emes si confermacome una delle più solide dal punto di vista teorico einoltre è applicabile a una molteplicità di esperienze.Secondo questa definizione l’impresa sociale è un sog-getto giuridico privato e autonomo (dalla pubblicaamministrazione e da altri soggetti privati), che svolgeattività produttive secondo criteri imprenditoriali (conti-nuità, sostenibilità, qualità), ma che persegue, a differen-za delle imprese convenzionali, un’esplicita finalità socia-le che si traduce nella produzione di benefici diretti afavore di un’intera comunità o di soggetti svantaggiati.Essa esclude la ricerca del massimo profitto in capo acoloro che apportano il capitale di rischio ed è piuttostotesa alla ricerca dell’equilibrio tra una giusta remunera-zione di almeno una parte dei fattori produttivi e le pos-sibili ricadute a vantaggio di coloro che utilizzano i benio i servizi prodotti. Un’impresa quindi che può coinvol-gere nella proprietà e nella gestione più tipologie distakeholder (dai volontari ai finanziatori), che mantieneforti legami con la comunità territoriale in cui opera e chetrae le risorse di cui ha bisogno da una pluralità di fonti:dalla pubblica amministrazione (quando i servizi hannouna natura meritoria riconosciuta), dalle donazioni didenaro e di lavoro, ma anche dal mercato e dalla doman-da privata.

A dare una definizione dell’impresa sociale è il d.lgs155/2006 “possono acquisire la qualifica di impresasociale tutte le organizzazioni private, ivi compresi gli entidi cui al libro V del codice civile, che esercitano in via sta-bile e principale un attività economica organizzata al finedella produzione o dello scambio di beni e sevizi di utilitàsociale diretta a realizzare finalità di interesse generale, eche hanno i requisiti di cui agli art. 2 (utilità sociale), 3(assenza scopo di lucro) e 4 (autonomia da enti pubblicie for profit)”. L’importanza di un legge è legata alla legit-timazione legislativa di un fenomeno culturale, sociale edeconomico già fortemente radicato ma difficile inqua-dramento normativo ed alla eliminazione di ostacoli all’e-sercizio dell’impresa (sociale) da parte di enti non profit.

LA DEFINIZIONELe caratteristiche del Terzo Settorein Emilia-RomagnaSecondo dati rielaborati da Aiccon, il no-profit in senso lato è com-posto da oltre 700 cooperative sociali (comprendendo quelle di tipoA, che gestiscono servizi socio-assistenziali, sanitari ed educativi; edi tipo B, che svolgono attività agricole, industriali, commerciali o diservizi finalizzate all’inserimento di persone svantaggiate o disabili).Le organizzazioni di volontariato superano quota 2700, mentresono più di 2000 le associazioni di promozione sociale. Bisogna poi considerare le Fondazioni presenti in Emilia-Romagna,circa 450, e che in regione sono presenti oltre 13.000 associazioninon iscritte ai registri, che quindi non risultano censite. A questerealtà si rivolge il protocollo tra Unioncamere e Forum Terzo Settoredell’ Emilia-Romagna che prevede la costituzione, con il supportoscientifico di AICCON, di un Osservatorio Regionale sull’economiasociale per migliorare la conoscenza del sistema no profit attraver-so l’elaborazione di rapporti congiunti sulla situazione del TerzoSettore in Emilia-Romagna e sulle prospettive di sviluppo. L’Osservatorio permetterà di quantificare l’apporto dell’economiasociale nell’economia regionale. L’attività dell’Osservatorio, inoltre,sarà finalizzata alla definizione di indicatori alternativi che diamorilievo all’impatto sociale delle attività svolte dal Terzo settore. Unaseconda linea di attività, che sarà implementata nel corso del 2010,riguarda la promozione di azioni congiunte per facilitare la semplifi-cazione amministrativa e la conoscenza della normativa sull’impresasociale con lo scopo di favorire un ulteriore diffusione dell’imprendi-toria sociale in Emilia-Romagna.

In alto, Giulio Ecchia, docente all’Università di Bolognae Stefano Zamagni, presidente Agenzia per le Onlus

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Quaderni&documenti

Le Giornate di Bertinoro perl’Economia Civile promosse da

AICCON, sono il laboratorio distudio e di confronto che riunisceannualmente nella suggestivarocca dell’antico borgo romagnoloi maggiori rappresentanti italianidel mondo del Terzo Settore,dell’Università, delle Istituzioni edelle imprese.Molti addetti ai lavori ed espertidefiniscono l’evento la "Cernob-bio dell' Economia Civile", consi-derandolo l’appuntamento di pro-posta e formazione più autorevo-le in Italia sui temi che vedonoprofit e nonprofit contribuire con-giuntamente al processo di “uma-nizzazione” e “civilizzazione” del-l'economia. Gli incontri, gli interventi e le rile-vazioni hanno definito, dal 2001ad oggi, le tendenze più rilevantidel settore Non Profit e dello sce-nario economico del nostro Paese.La nona edizione delle Giornate diBertinoro, ha coinvolto oltre 200partecipanti per discutere sullefuture sfide del settore Non Profit:il ruolo dell’economia civile inItalia, la costruzione di modelli epolitiche in una società investitada repentini cambiamenti, le pro-spettive e l’impatto che avrà ilFederalismo Fiscale nella costru-zione di nuovi modelli di welfaree, infine, come riuscire a rendereeffettivo il riconoscimento e lavalorizzazione dell'economiasociale, ossia quella parte dell’e-conomia indispensabile a garan-tire equità e sviluppo nellanostra società.Si è entrati nel tema di quest’anno“L’economia civile nella società delrischio” con la tavola rotondamoderata da Giulio Ecchia(Università di Bologna), con lapartecipazione di Stefano Zama-gni (presidente Agenzia per leOnlus), Mauro Magatti (Cattolica

di Milano) e Pier Luigi Sacco(IUAV di Venezia). Il rischio del Terzo Settore è unaspetto centrale del tema delleGiornate di quest’anno: nel suointervento Stefano Zamagni si èchiesto quali siano gli ambitidell’Economia Civile per fronteg-giare il rischio endogeno? “Infatti,fino a tempi recenti il rischio eraesogeno, dipendente dai rischi dinatura. La novità di questa nostraepoca è quella di aver endogeniz-zato il rischio, il quale dipende dal-l’economia e dalla società. Neiconfronti del rischio endogenonon può esistere, per principio,alcuna assicurazione. L’EconomiaCivile - nelle condizioni storicheattuali - è la migliore forma di assi-curazione nella società delrischio.”Nell’occasione è stata presentatadal direttore Guido Caselli un’in-dagine a cura del Centro StudiUnioncamere Emilia-Romagnadal titolo "Economia Civile eSviluppo: dimensioni e prospetti-ve nella società del rischio”.Cresce in Italia il numero dellecooperative (+ 3,9% dal 2000 al2009, in cifre assolute sono150.851) e quello delle cooperati-ve sociali (+112,3% dal 2000 al2009: variazione calcolata su dato2009 Registro imprese e dato2001 Istat), mentre il totale delleimprese aumenta solo dell’1,8%negli ultimi 9 anni.Il fenomeno “impresa sociale” sista diffondendo sempre di piùcome testimoniano i dati sull’oc-cupazione: il numero di dipen-denti tra il 2003-2006 è aumen-tato del 16% nelle imprese, men-tre l’aumento è del +30% nelleimprese sociali.Andrea Olivero e Franco Marzoc-chi hanno firmato un protocollod’intesa fra il Forum Nazionale delTerzo Settore e AICCON.

“Ritrovarci a pensare” è la sfidache vogliamo insieme affrontare– così ha commentato AndreaOlivero, portavoce del Forumdel Terzo Settore.- Questoaccordo sancisce e rafforza lapartnership da tempo esistenteed assume una valenza ancoramaggiore in questo particolaremomento. Alla luce infatti diquella nuova stagione costituen-te indicata dal Ministro Sacconi,il Forum del Terzo Settore stapredisponendo un Libro Verdecon l’intento di offrire un’analisidelle principali questioni e laconseguente identificazione diuna scaletta di priorità e propo-ste. E in questo approfonditolavoro di studio ed elaborazionevediamo essenziale la presenzadi partner strategici come AIC-CON”. Franco Marzocchi, presidente diAICCON ha sottolineato che“La vera sfida che il TerzoSettore è chiamato ad affrontarenei prossimi anni è di tipo cultu-rale ed AICCON è orgogliosa distipulare questo accordo e colla-borare con il Forum Nazionaledel Terzo Settore”.

In alto da sinistra, Paolo Venturi, Franco Marzocchi, direttore e presidente di AICCONaccanto a Andrea Oliveroportavoce del Forum Terzo settore

Sotto, Patrizia Toia europarlamentaree Carlo Borzaga, presidente Euricse

NOVEMBRE 2009 III

LE GIORNATE DI BERTINOROPER L’ECONOMIA CIVILEOltre duecento partecipanti alla nona edizione. Firmato un protocollo d’intesa tra AICCON e Forum Nazionale del Terzo Settore

Sul sito www.legiornatedibertinoro.it, il report dell’evento, relazioni ed immagini

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Quaderni&documenti

Dopo l’esperienza di Unionca-mere Emilia-Romagna, giun-

ta al suo terzo bilancio sociale(secondo di sistema), anche unaCamera di Commercio della regio-ne ha tagliato questo traguardo. Ilprimato è della Camera di Riminiprima a pubblicare il propriobilancio Sociale, riferito all’anno2008. “Accanto a quella econo-mica – spiega il presidente ManlioMaggioli - si è infatti ritenuto indi-spensabile proporre una rendicon-tazione sociale che desse contodella ricaduta che la propria atti-vità ha su tutti i portatori di inte-ressi, agli stakeholder”. Accanto aivalori degli investimenti fatti, allequote di partecipazione possedutein diverse società, al novero delleiniziative realizzate, il BilancioSociale è, infatti, uno strumentoche permette di leggere “oltre” inumeri, i dati, le statistiche, le per-centuali, andando a sottolinearecosa questo significhi in terminisociali, raccontandolo apertamen-te in maniera chiara e semplice atutti. “La Camera di commercio, in qua-lità di ente pubblico – aggiunge

Maggioli - ha sentito la necessità direndicontare la propria attività perprecisare come viene investito ildenaro raccolto dalle impreseattraverso il diritto annuale”.Il Bilancio Sociale 2008, nella cuirealizzazione la Camera di com-mercio di Rimini si è avvalsa dellacollaborazione di Retecamere, èstato costruito a partire dall’indivi-duazione degli stakeholder, ovve-ro dei portatori di interesse, tenen-do presente che le attività dellaCamera di commercio, sia di tipoamministrativo che promozionali,sono rivolte alle imprese e allo svi-luppo del territorio attraverso lerelazioni con vari soggetti: le asso-ciazioni di categoria, che rappre-sentano le imprese; i professionisticonsulenti delle imprese, notai,commercialisti, avvocati; gli entipubblici locali, con i quali l’entecamerale promuove importantiiniziative per lo sviluppo del terri-torio; la pubblica amministrazionecentrale, rappresentata soprattut-to dal Ministero per lo sviluppoeconomico; i consumatori, verso iquali la Camera di commerciosvolge un compito fondamentalecome quello della regolazione delmercato. Dalla lettura del BilancioSociale 2008 emergono alcunipunti che sottolineano la qualitàdei processi del funzionamentodell’ente di via Sigismondo.La Camera di commercio – comeogni ente camerale – opera dasempre in piena autonomia finan-ziaria in un vero e proprio regimedi federalismo fiscale: tutto ciò chele imprese del territorio versanoall’ente camerale viene ridistribui-to sul territorio, sottoforma di ini-ziative, servizi, progetti.Si basa inoltre su un sistema di

rappresentanza particolare che fadella sussidiarietà orizzontale unelemento fondamentale del pro-prio agire: le associazioni di cate-goria trovano nella Camera dicommercio una risposta alle esi-genze delle imprese che rappre-sentano attraverso un’integrazio-ne efficace tra pubblico e privato.Sta spingendo a fondo, cometutta la rete delle Camere di com-mercio, sul tema della semplifica-zione amministrativa: nessun’altrapubblica amministrazione ha fattocosì tanto agendo sulle nuove tec-nologie della telematica e del-l’informatica, facilitando le impre-se e il loro rapporto con la PA.Secondo il 54,3% degli intervista-ti da una recente indagine realiz-zata da PromoPa Fondazione,dedicata alle imprese sotto i 50dipendenti, e pubblicata da IlSole-24 Ore, le Camere di com-mercio, fra le pubbliche ammini-strazioni italiane che lavorano alfianco delle imprese, sono gli entipiù efficienti essendosi distinte“per caratteristiche di ottimalità”.In questa direzione, già dal mesedi ottobre del 2009, a livellovolontario e a partire dall’aprile2010 in forma obbligatoria, è invigore la ComUnica, la comunica-zione unica per la nascita dell’im-presa, che semplificherà ulterior-mente la nascita delle nuoveimprese, grazie all’accorpamentodegli adempimenti in un’unicaprocedura assistita dalla piùmoderna tecnologia telematica:una procedura unica attraverso laquale le imprese rivolgendosi allaCamera di commercio, adempio-no contemporaneamente ancheagli obblighi nei confronti di INPS,INAIL e Agenzia delle entrate.

IV NOVEMBRE 2009

IL BILANCIO SOCIALE: RIMINI IN PRIMA FILAPer promuovere una cultura Imprenditoriale che considera inseparabili benessere sociale ed economia, è fondamentale l’esempio della rete delle Camere di commercio ed il ruolo che possono esercitare nei sistemi di misurazione del Valore Aggiunto Sociale. Uno strumento è il bilancio sociale.

Alla presentazione del bilancio sociale hanno partecipato

Manlio Maggioli e Maurizio Temeroli,presidente e segretario generale

della Camera di commercio di Riminicon loro Biagio Caino,

project manager di Retecamere.

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NOVEMBRE 2009 31

EXPORT

Il messaggio per gli imprenditoriè chiaro: “Non si può ignorareun mercato di queste proporzio-ni”. A lanciarlo, chi in Cina ha

già avuto successo e qualche setti-mana fa al Mambo di Bologna haraccontato la sua storia. L’occasione,la quarta edizione del forum “Storiedi successo italiane in Cina”, pro-mosso dalla Fondazione Italia-Cina,presieduta da Cesare Romiti. “LaCina oggi – ha detto Romiti – è laterza economia del mondo, rappre-senta il 6% dell’economia mondialein termini assoluti e l’11% a paritàdi potere d’acquisto. In più corre edè un mercato vastissimo. Per molteimprese, oggi, la Cina è il perno dellestrategie aziendali, come base pro-duttiva per la riesportazione o perservire un mercato in continuaespansione che è anche interessato alMade in Italy in alcuni settori”. La Fondazione si propone anchecome punto d’appoggio per leimprese che vogliono accettare lasfida cinese, dovendosi misurare conun mondo che per cultura, leggi,regolamenti, senza dimenticare lalingua, è così distante dal nostro. “Ilmessaggio che vogliamo lanciare –ha detto Romiti – è che tutti ce lapossono fare in Cina. Il successo nondipende dalla dimensione o dal set-tore, ma dalla visione strategica,dalla programmazione e conoscenzadel mercato e delle risorse umane emateriali impiegate. Nulla, in Cina,può essere lasciato al caso”. Al seminario bolognese hanno par-tecipato Brevini, Bologna FiereChina, Max Mara e Ima, tutteaziende emiliano-romagnole oltre aEsaote, Gi group e Asja Ambiente,da anni presenti con successo inCina. Spiega Duccio Campagnoli,assessore regionale alle Attività pro-duttive: “Forti di questo successo inCina, abbiamo concordato con tuttii soggetti locali (Comune di

Bologna, la Provincia di Bologna,Unioncamere regionale e BolognaFiere), un programma di iniziativeper la promozione del sistema pro-duttivo regionale all’EsposizioneUniversale di Shanghai del 2010 inprogramma nella metropoli cineseda maggio a ottobre, che verrannorecepite in un’Intesa. L’EsposizioneUniversale di Shanghai sarà il polodi attrazione per governi e personedi tutto il mondo all’interno di un

mercato di grande rilievo internazio-nale, che continua a registrare ritmidi crescita molto elevati”. Ecco alcune delle storie di impresedi successo nel Paese del Dragone.Max Mara, azienda di moda reg-giana di Achille Maramotti, haaperto il primo negozio in Cina, aGuangzhou, nel 1996. Oggi, dopouna serie di importantiinvestimenti, si è già aquota 140 negozi.

Grande, in crescita. In ogni caso, un mercato con cui bisogna fare i conti

Cina, la terradelle opportunità

A Bolognaun incontroper presentarele storie aziendalidi successo

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Per l’università di Bologna borse di studioper complessivi 4 milioni di euro in tre anni

Anche l’Erasmus parla cinese

IL PROGETTO

L’Erasmus targato università di Bologna allarga i propri orizzonti anche in Cina. Dal prossimoanno accademico gli studenti bolognesi desiderosi di trascorrere un periodo di formazione

nel Paese asiatico e in altre realtà potranno contare su un maggior numero di borse di studio,probabilmente più del doppio delle 135 di quest’anno. A renderlo possibile, i nuovi finanzia-menti dell’Unione europea per il programma di mobilità e cooperazione internazionale in campouniversitario “Erasmus mundus external cooperation window”. L’Alma Mater è infatti l’ateneoitaliano che si è aggiudicato più risorse: il valore delle borse stimate si aggira attorno ai 4 milio-ni di euro in tre anni, distribuite in 10 progetti approvati dei 13 proposti cui l’ateneo ha presoparte. Le altre università italiane che seguono parteciperanno al massimo a 5 progetti. A livelloeuropeo, Bologna è nelle primissime posizioni.

Sopra,Duccio Campagnoli,assessore regionalealle Attività produttiveAl centro,Cesare Romitipresidente FondazioneItalia-Cina

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32 NOVEMBRE 2009

EXPORT

Power Transmission, che ha daqualche mese inaugurato a Yang-cheng un nuovo stabilimento per laproduzione di 90mila riduttori epi-cicloidali l’anno (a cui si affiancaBrevini Yancheng Fluid Power). I due stabilimenti occupano com-plessivamente un’area di 40mila mqe si trovano a 300 km da Shanghai.“La crescita dell’azienda è connessaanche alla estensione internazionaledella presenza industriale. Vengonoscelte aree con spazi di sviluppo eopportunità di investimento e si

Precorrendo i tempi con l’ingressosul mercato cinese, il Gruppo MaxMara ha acquistato un vantaggiocompetitivo forte nell’area, e recen-temente una prova è stata data dalriconoscimento da parte dellaChina National Garment Associa-tion, che attraverso un’indaginepresso le principali città cinesi, haregistrato che nel 2007-2008 MaxMara è risultato il brand più gradi-to presso le consumatrici cinesi.Sempre da Reggio Emilia l’esperien-za del gruppo industriale Brevini

LA STRATEGIA

Da Casalecchio di Reno, nella cintu-ra bolognese, alla sconfinata Cina.

È accaduto un anno fa che Think3,società che nel 2009 festeggia i 30 annidi attività di creazione di software, forni-trice dell’unica tecnologia in grado dicoprire l’intero ciclo di sviluppo prodot-to, siglasse una joint venture con lasocietà cinese Beijing Extech Scienceand Technology e desse vita a Extech,nuova realtà che mira a diventare il prin-cipale fornitore di soluzioni software perl’industria manifatturiera in Cina. La multinazionale guidata da FilippoZuccarello, durante la cerimonia di pre-miazione della quarta edizione deiChina Awards ha ricevuto dallaFondazione Italia-Cina il premio nellacategoria ‘Creatori di valore”, attribuitoalle aziende italiane che hanno realizza-to le migliori performance con la Cina,operando in distretti e in settori ad altacrescita di esportazione. “Questo importante premio giunge acoronamento della nostra strategia diinvestimento in Cina”, spiega Filippo

Zuccarello, tra i fondatori di Think3 eattuale ad della multinazionale. “Cre-diamo che la Cina offra grandi opportu-nità per quelle aziende che hanno ilcoraggio e lo spirito imprenditoriale peraffrontare un grande mercato in fase disviluppo. La joint-venture Extech siglataun anno fa nasce dalla volontà di contri-buire al rinnovamento tecnologico del-l’industria manifatturiera cinese”

Soluzioni software integrate per l’industria manifatturiera

Extech, da Casalecchio a Pechino

lavora con logiche di lungo termine,per salvaguardare la posizione com-petitiva futura. È un modo per guar-dare oltre la crisi e puntare sullaripresa che verrà”, spiega RenatoBrevini, presidente di Brevini PowerTransmission. Questa in Cina, pro-segue, “è la nostra seconda presenzaproduttiva all’estero, l’altro stabili-mento è la Piv Driver in Germania.La fase di crisi che il mondo stavivendo e che anche in Cina si avver-te è vista da Renato Brevini come unproblema ma anche come un’oppor-tunità: “Shanghai è stato il primoinsediamento del nostro gruppo interritorio Cinese, nei primi anni ’90.Oggi è la sede delle filiali di BreviniPower Transmission e di BreviniFluid Power. Numerosi clienti epartner commerciali ci spingonoverso la crescita nei più importantisettori economici e nei maggiori seg-menti di mercato”.Anche la bolognese Ima, leadermondiale nella progettazione e pro-duzione di macchine automaticheper il processo e il confezionamentodi prodotti farmaceutici e cosmetici,di tè e caffè, è presente da molti anniin Cina, dove conta uno stabilimen-to produttivo (Ima Edwards Phar-

Nonostante la crisi, stime internazionali prevedono

una crescita del Pil cinese tra il 7,5 e il 9 per cento

Nella foto, da sinistraLuigi Eva e Fabio Petrella

nel corso dell'incontro con il direttore commerciale

della Hempel International

A destra,l’inaugurazione

del nuovo stabilimento

Brevini a Yangcheng

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NOVEMBRE 2009 33

IL CASO

Tra i vincitori del China Awards, premiocon cui la fondazione Italia-Cina incorona

la realtà italiana più innovativa che lavora nelPaese del Dragone, quest’anno c’è la bolo-gnese Gazzotti, leader italiano della produ-zione di parquet tradizionali e predefiniti.“Questo premio – spiega Pier DamianoD’Ignazio, direttore commerciale e marketingestero di Gazzotti – è un riconoscimentoimportante del successo delle strategie diinternazionalizzazione intraprese dall’azien-da. Insieme con l’Europa e il Nord America, ilFar East è una delle aree di mercato strategi-che per Gazzotti, che è già leader tra leimprese europee in Corea ed è presente conimportanti realizzazioni in Giappone. Lapenetrazione sul mercato cinese si inseriscequindi in una precisa strategia mirata a occu-pare posizioni di leadership nei segmenti altidi mercato nei Paesi chiave in questa parte dimondo”. Gazzotti ha deciso di investire inCina, dopo una approfondita ricerca dimarketing, affidata ad una società di consu-lenza italo-cinese, “mirata a valutare il poten-

ziale del mercato, a comprendere le regoledel sistema distributivo e i comportamentid’acquisto dei consumatori cinesi”. Mentre si è già inaugurato il primo show-room monomarca a Shanghai e ci si apprestaa tagliare il nastro a quello di Hong Kong, altri15 punti vendita vedranno la luce in altret-tante città, in accordo con un distributorelocale. “Molto importante – aggiungeD’Ignazio – è stata la decisione relativa allascelta della migliore strategia di ingresso sulmercato, che è stata individuata in un accor-do di partnership con un distributore cinese.La seconda fase è stata la ricerca prima eselezione poi del partner più adatto.Successivamente è stato firmato l’accordo aShanghai nel luglio di quest’anno e immedia-tamente dopo è stato aperto il primo show-room. Il Made in Italy ora ha un altro prota-gonista in Cina e siamo molto orgogliosi chela Fondazione Italia-Cina abbia voluto pre-miare il lavoro di tutti quelli che in Gazzottihanno lavorato e stanno lavorando per affer-mare lo stile italiano nel mondo”

China Awards alla bolognese Gazzotti

Parquet senza frontiere

Creare condizioni favorevoli per l’export e,più in generale, opportunità di business.

Questo l’obiettivo della missione imprendito-riale organizzata da Fondazione Italia Cina,Regione e Unioncamere Emilia-Romagna, incollaborazione con le Camere di commercio,che ha portato un gruppo di imprese selezio-nate di diversi settori economici (meccanica,impiantistica alimentare, packaging, artigiana-to e moda) a Shanghai e nella provincia delloZhejiang. Uno dei punti di forza dell’iniziativa è stato ilsupporto istituzionale garantito dai soggettipromotori, tale da certificare la qualità delservizio e offrire una copertura in Cina, graziead accordi di collaborazione e sedi di collega-mento. Innovativo, per certi aspetti, il modello sceltoper gli incontri con controparti cinesi: una for-mazione gratuita con approfondimento di

tematiche come economia cinese, aspetti lega-li e proprietà intellettuale, intercultural mana-gement, propedeutica all’accompagnamentopersonalizzato delle aziende seppur in un con-testo di missione imprenditoriale. Maggior spa-zio è stato dedicato agli incontri one-to-onecon potenziali partner cinesi individuati in baseal profilo e alle attese dell’azienda italiana oltreche alle caratteristiche del mercato e alle dina-miche competitive del settore. Sette le aziende partecipanti, oltre ad unaassociazione temporanea di impresa – che neriuniva altre sei – del settore moda, tutteappartenenti al consorzio Parma Couture, riu-nite per l’occasione in una Ati, che ha trovatoin Soprip, agenzia parmigiana di sviluppo, ilsupporto tecnico e gestionale. Le aziende par-mensi hanno incontrato una decina di interlo-cutori con l’obiettivo di aprire il mercato cine-se alle esportazioni della moda uomo “Made

in Parma”, proseguendo un impegno avviatoda due anni. “C’è stato molto interesse per inostri prodotti – spiega Luigi Eva presidentedel Consorzio Parma Couture – soprattuttograzie al modo di presentarci unitario che hafornito un’idea complessiva di stile per lamoda uomo. Le persone incontrate si divide-vano in due categorie: gli importatori dall’oc-cidente e gli imprenditori che producono lineedi moda cinese con i quali abbiamo avuto icolloqui più efficaci. Sono infatti interessati alegare le proprie collezioni a prodotti di altaqualità, design e stile come i nostri, per acce-dere ai grandi magazzini cinesi con un’offertamista di capi. Su questa base puntiamo a por-tare avanti nei prossimi mesi il rapporto. Lamoda parmigiana, da sempre attenta allalavorazione artigianale e alla scelta dei mate-riali, ha tutte le credenziali per conquistareuna fetta di mercato”

Missione imprenditoriale a Shanghai e nella provincia dello Zhejiang

Cina chiama, Emilia-Romagna risponde

maceutical Systems, con sede aBeijing e attivo nella produzione diimpianti di liofilizzazione per il set-tore farmaceutico), una joint-ventu-re di produzione e assistenza tecnica(Zibo Ima Xinhua Pharmatech,situata a Zibo e specializzata nellaproduzione di macchine automati-che per il processo di prodotti far-maceutici) e una filiale di vendita eassistenza tecnica (Ima Packaging& Processing Equipment Co., Ltd.,con sede a Beijing). Bologna Fiere, infine, in EstremoOriente organizza ormai da diversianni il Guangzhou Beauty Event (asettembre e a marzo), Lineapelle eCosmoprof Asia ad Hong Kong,ExpoBuild China e Ceramics Chinaa Shanghai. Spiega Mauro Malfatti,direttore della Divisione Internazio-nale dell’expò bolognese. “In questianni abbiamo imparato che “si puòcrescere in Cina esportando compe-tenze specifiche”

GLI OBIETTIVI

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34 NOVEMBRE 2009

EXPORT

pazione, le aziende italiane possonoscommettere con successo su questomercato”. Come la vicina Nuova Zelanda,anche l’Australia produce pochi benistrumentali e di consumo, con conse-guente elevata domanda di beni eservizi che può esser soddisfatta conle importazioni, ma al tempo stessoforte è il flusso in uscita di materieprime e risorse energetiche, specieverso l’Asia. A esplorare le opportu-nità commerciali e industriali che sipossono aprire per le imprese italia-ne, è stata una recente missione orga-nizzata dalla Camera di commerciodi Parma. Agroalimentare innanzi-tutto, ma anche energie alternative,infrastrutture e turismo sono stati isettori economici al centro dell’ini-ziativa: “Non si respira aria di crisi –commenta il presidente della Cameradi Parma e di Unioncamere Emilia-Romagna, Andrea Zanlari – l’Au-stralia si pone al centro di un’areache è piattaforma ideale per il conti-nente asiatico e il bacino del Pacifico.Per questo, con la Camera di com-mercio italiana di Sydney, che è laprima fra le 74 presenti nel mondo,stiamo predisponendo un memoran-dum d’intenti per un piano di pro-mozione e sviluppo di business darealizzare nei prossimi cinque anni”.La delegazione ha preso parte a unatavola rotonda fra rappresentanti diItalia, Australia e Nuova Zelanda, alDipartimento per lo sviluppo regio-nale del Nuovo Galles del Sud, dovesi è parlato innanzitutto d’impianti-stica agroalimentare e meccanica diprecisione. Un capitolo a parte èstato poi dedicato alle energie rinno-vabili: fotovoltaico e idroelettrico,ma anche eolico e biomasse. “Gli australiani sono estremamentesensibili alla cosiddetta green eco-nomy”, sottolinea Marco Granelli,presidente di Apla Parma e Confarti-gianato Emilia-Romagna. “Questo

settore, che sta ricevendo un impor-tante sostegno economico dalla pub-blica amministrazione, rappresentauna grande opportunità per le nostrePmi. Anche per quanto riguarda lecostruzioni, la carenza di opere infra-strutturali, per lo più al di fuori deiprincipali centri urbani, richiede unimpiego ingente di risorse, il che rap-presenta un’ulteriore occasione d’in-vestimento in questo territorio.L’Australia ha oltre due milioni emezzo di aziende con meno di 20addetti: sotto questo profilo c’è affi-nità con il nostro tessuto produttivoe ciò si traduce in ottime opportunitàd’interazione fra le due realtà e pos-sibilità di costituire solide joint ven-ture”.Parma è sinonimo di alta gastrono-mia e così una tappa importante èstata una conferenza sull’ItalianSounding, “The importance of tra-ditional food in Italy andAustralia” a cui ha preso parte unodei cuochi italiani più noti nelpaese, Armando Percuoco, presi-dente di CIRA (Council of ItalianRestaurants in Australia). Interessanti anche le prospettive sulfronte della promozione turistica.“Stiamo sviluppando contatti perorganizzare delegazioni di inco-ming su Parma, legate alla gastro-nomia e alla lirica”, spiega il diret-tore di Ascom Enzo Malanca, com-ponente della Giunta camerale. Unesempio su tutti, il Festival Verdi inottobre: “Il fatto che Parma abbiadato i natali a Verdi, icona assolu-ta dell’opera italiana – osservaMalanca – esercita una grandeattrattiva sugli operatori turisticiaustraliani”. La missione parmigia-na è stata anche a Melbourne allalocale Camera di commercioItaliana e al Dipartimento per losviluppo regionale di Victoria,dove si sono svolti incontri con uncentinaio di operatori

In tempo di crisi economica glo-bale che si riflette sul commercioestero, con una forte riduzionedelle esportazioni, soprattutto

verso i tradizionali mercati dell’Euro-pa e del Nord America, le impreseitaliane devono guardare a Paesimolto lontani dal punto di vista geo-grafico, ma promettenti e ricchi di

potenzialità. È il casodell’Australia, unico dei30 Paesi Ocse (assiemealla Polonia) ad avermantenuto il Pil in cre-scita in questo 2009segnato dalla recessionemondiale, grazie anchealla base di un surplusdi bilancio e un debitopubblico trascurabile.“L’Australia – sottoli-

nea Nicola Carè, segretario generaledella Camera di commercio italianaa Sydney – è stata una delle pocheeconomie sviluppate a non esserecaduta nella rete della recessione glo-bale, la prima a rialzare i tassi di inte-resse per ben due mesi consecutivi.Nel momento in cui l’Europa si con-ferma, secondo i dati dell’AustralianBureau of Statistics, il maggior inve-stitore nel Paese e il Governo austra-liano rivede in rialzo le stime su cre-scita economica (più 1,5%) e occu-

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Risultati importanti dalla missione a Melbourne della Camera di commercio di Parma

Australia, nuova frontieraper il Made in Italy

Tra i settoripiù promettenti,

turismo, energia,infrastrutture

e agroalimentare

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NOVEMBRE 2009 37

stica e commercialenella nostra regione”,ha spiegato l’assessoreregionale al Turismo ecommercio Guido Pasi,che ha precisato: “Ilnostro territorio delresto offre agli investi-tori importanti ele-menti di stabilità.L’Emilia-Romagna è laregione con il reddito pro-capitepiù alto d’Italia e secondo diversefonti anche quello meglio distribui-to. Sono buone quindi le possibilitàdi mercato per gli operatori”. Tra i progetti che gli investitoriinternazionali hanno avuto l’op-portunità di conoscere, anche lavalorizzazione del Centro e delMuseo della Marineria a Cesenati-co, lo sviluppo delle opportunitàofferte dalle “eccellenze” dell’Ap-pennino reggiano, con Carpiteti eCerreto Laghi, il percorso di valo-rizzazione integrata dei castellimodenesi, la riqualificazione dellepiazze del porto di Cattolica e ilpotenziamento dei percorsi natu-ralistici della Pineta di Classe edelle Saline di Cervia. Complessivamente i 38 progettifinanziati prevedono un investi-mento totale di quasi 92 milioni dieuro. Il “pacchetto” totale di con-tributi Por, ripartiti tra i vari pro-getti, supera i 40,6 milioni di euro,mentre ammontano a 51,2 milionidi euro le risorse a carico dei bene-ficiari

TERRITORIO

L’Emilia-Romagna presenta al Mapic di Cannes 23 progetti finanziati dal Por-Fesr

L’obiettivodei programmiè fare da volanoper attrarreiniziative private

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Una vetrina internazionaleper alcuni dei più impor-tanti progetti di valoriz-zazione del patrimonio

ambientale e culturale dell’Emilia-Romagna. L’obiettivo, promuove-re e attrarre investimenti qualifica-ti nell’ambito del commercio e delturismo in aree di grande interesse,in una logica di sostenibilità.L’occasione è stata la partecipazio-ne della Regione alla quindicesimaedizione di Mapic, “The interna-tional market for retail real esta-te”, che si è tenuta a Cannes dal 18al 20 novembre. La fiera rappre-senta il principale appuntamentointernazionale di incontro tra gliattori del mercato immobiliare delcommercio e della distribuzione,un evento immancabile per investi-tori, rivenditori, centri commercia-li e amministrazioni locali, conoltre 7mila visitatori e oltre 1.400retailer provenienti da 60 Paesi. Sono 23 i progetti presentati dallaRegione sul palcoscenico delMapic, piani di intervento cheriguardano aree del territorio diparticolare interesse ambientale oculturale nelle province di Bologna,Forlì-Cesena, Modena, Parma,Ravenna, Reggio Emilia e Rimini.Tutti interventi realizzati da sog-getti pubblici con l’obiettivo dicostituire un “volano” per le ini-ziative dei privati. Dal nuovo parco acquatico diSalsomaggiore Terme alla costitu-zione di un parco archeologico con

percorsi storici a Classe, dalla rea-lizzazione di un museo nella Casanatale di Enzo Ferrari nel circuitodella Motor Valley, collegatoall’ampliamento del Museo Galle-ria Ferrari a Maranello, al restau-ro della Rocca estense di Lugo. Iprogetti promossi al Mapic inte-ressano sia la valorizzazione deicentri storici e il recupero di areedi interesse archeologico, sia laconservazione ambientale, e rien-trano tra i 38 progetti in fase direalizzazione finanziati nell’ambitodel Programma operativo regiona-le del Fondo europeo di svilupporegionale (Por-Fesr) 2007-2013che prevede la valorizzazione epromozione delle risorse ambien-tali e culturali, a sostegno dellosviluppo socio-economico del ter-ritorio. A stimolare l’interesse degli investi-tori anche il fatto che grazie aifinanziamenti del Por-Fesr, gliinterventi dei privati sulle aree inte-ressate possono contare a lorovolta su contributi specifici, eroga-ti con un apposito bando. Oltreagli interventi già previsti sui pro-getti delle rispettive Province, l’o-biettivo ora è proprio quello diincrementare lo sviluppo e lepotenzialità commerciali di questezone, verificando l’interesse di altrioperatori, sia italiani che stranieri.“In un momento di crisi sui merca-ti nazionali e internazionali, ilnostro impegno è rafforzare laqualità e la varietà dell’offerta turi-

Piani di valorizzazioneCercasi investitori

Guido Pasi,assessore regionale al Turismo e commercio

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38 NOVEMBRE 2009

come parentesi di shopping nell’am-bito di congressi o meeting. Inaugurato nel 2003 da Value Retail,l’outlet si è sviluppato in modo gra-duale fino alla struttura attuale checonta oltre 98 negozi. Solo nei primimesi del 2009 sono stati inaugurati14 nuovi punti vendita di marchicome Class Roberto Cavalli, CustoBarcelona, Les Copains, ArmaniOutlet. Value Retail, che conta altriotto outlet nel Vecchio Continente,ha investito nel Fidenza Village com-plessivamente circa 120 milioni dieuro. A costruire il Fidenza Village èstata la reggiana Unieco, società coo-perativa multibusiness che – tra l’al-tro – ha recentemente partecipatoanche alla progettazione e costruzio-ne del Città Sant’Angelo Village, vici-no all’omonima città abbruzzese,inaugurato da poche settimane eattualmente il più grande outlet dellacosta adriatica.Tornando lungo la via Emilia, bastaspostarsi a est di Bologna, a un passodalla Romagna, per trovare ilCastelguelfo Outlet, altra realtà che –numeri alla mano – sta facendo regi-strare importanti successi. Qualchedato: nei primi otto mesi dell’anno ivolumi di vendite sono aumentati del45%, mentre i visitatori sonoaumentati del 60% rispetto allo stes-so periodo del 2008. “Da un lato è vero che la crisi stainfluendo sulle vendite del settoremoda perché i consumatori sonomolto più prudenti”, spiega GianClaudio Marsilio, direttore di gestio-ne di Neinver Italia. “È vero ancheperò che siamo in Italia, un Paesedove la gente è molto sensibile allamoda di qualità e quindi l’outlet hasuccesso perché soddisfa il bisognodi acquistare un buon capo di abbi-gliamento a un prezzo scontato”.La spagnola Neinver è la terzasocietà di gestione di outlet inEuropa, ne conta 11 in tutto, e

Da Fidenza a Castel Guelfo: “grazie” alla crisi crescono quantità e qualità degli acquirenti

COMMERCIO

La crisi morde il commercioma non intacca gli outlet emi-liano romagnoli, il FidenzaVillage nel parmense e il

Castel Guelfo Outlet, al confine trala provincia di Bologna e la Roma-gna. Se da un lato le vendite del com-mercio al dettaglio a livello regionalestanno subendo cali che non si vede-

vano da dieci anni – gliultimi dati Unioncamereparlano di una flessionedel 2,8% nei primi seimesi del 2009 – dall’al-tro le cittadelle dellamoda a prezzi scontati siapprestano a chiudereun anno con aumenti adoppia cifra.Fidenza Village, l’unicooutlet italiano della

società europea Value Retail specia-lizzata nello studio, realizzazione egestione di outlet shopping village dilusso, ha chiuso i primi nove mesidell’anno con un incremento di fat-turato del 20% e un aumento di pre-

senza del 22% rispetto allo stessoperiodo dello scorso anno.“La crisi di quest’anno non ci hamesso in difficoltà, anzi siamo cre-sciuti perché la situazione economicaci ha permesso di attingere ad altribacini di clientela”, spiega AnnaMaria Tartaglia direttrice marketingdell’outlet. “Adesso si avvicina alnostro outlet anche il cliente di fasciamedio alta perché trova prodotti dibuona qualità ad un buon prezzo.Da noi il consumatore non si sentemai un cliente di serie ‘b’ – prosegue– abbiamo boutique monomarca contutte le taglie, offriamo un’esperienzacomplementare nel mondo retail”. I numeri, che, spiega Tartaglia,“saranno confermati se non aumenta-ti a fine anno”, sono sostenuti ancheda un’impennata di visitatori stranie-ri: in particolare russi e cinesi, maanche giapponesi, statunitensi e turistiprovenienti dall’area Middle Est. Idati di Global Refund fanno registra-re da gennaio a settembre un aumen-to del 117% nel valore degli acquistifatti da visitatori internazionali prove-nienti da Paesi extra Ue e solo nelmese di settembre i clienti russi e cine-si hanno fatto registrare un incremen-to del valore degli acquisti rispettiva-mente del 180% e del 195%. “La vicinanza con Milano ci ha per-messo di attrarre anche un turismointernazionale legato a fiere e con-gressi a cui si abbinano le peculiaritàdi questo territorio, ricco di attrattiveculturali, artistiche ed enogastrono-miche”, spiega Tartaglia. In sintoniacon l’area del parmense, gli spazi del-l’outlet si ispirano alle costruzionisceniche delle opere di GiuseppeVerdi e all’interno si trova un ufficioturistico che, in collaborazione congli enti locali, fornisce ai visitatoriinformazioni sul territorio e suidiversi itinerari possibili. Lo stessoFidenza Village è inserito in alcuniitinerari proposti dai tour operator

Vendite in picchiataMa non all’outletd

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Incrementi tra il 20 e il 45%.

Da registrareanche l’impennatadei clienti stranieri

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amministra il fondo “Irus EuropeanRetail Property Fund”, uno dei mag-giori fondi immobiliari pan europeiprivati. È proprio attraverso Irus cheNeinver ha acquistato l’outlet diCastel Guelfo nel giugno 2008, perun valore di 53 milioni di euro.Questo passaggio ha coinciso con lafase 1 nei programmi di sviluppo,mentre la fase 2 si è completata inagosto del 2009 con l’ampliamentodell’outlet e con un restyling com-plessivo, il tutto per un investimentodi altri 45 milioni di euro. La superficie è stata estesa fino a24mila metri quadrati per un totaledi oltre 100 punti vendita. L’offerta siè arricchita di nuovi marchi come DeLonghi, Guess, Geox, Calvin Klein.Oltre 2,5 milioni di euro sono statispesi in un restyling che ha interessa-to l’ingresso del centro, l’arredourbano, i sistemi di illuminazione, iparcheggi e i servizi. Sono state crea-te aree verdi e pensiline lungo la pas-seggiata principale, per dare unaspetto più confortevole.

NOVEMBRE 2009 39

La fase 2 ha coinciso anche con l’en-trata dell’outlet nel network interna-zionale “The Style outlets”, il nuovomarchio lanciato da Neinver per riu-nire i centri gestiti in Germania,Portogallo e Italia, dove la società èpresente anche con l’outlet a Vico-lungo, nel novarese. “Per noi il ter-mine ‘stile’ significa esperienza diuno stile di vita di qualità”, spiegaMarsilio. “Gli outlet del nuovonetwork offriranno un’esperienza diacquisto caratterizzata non solo daun’eccellente qualità dell’offerta aprezzi scontati ma anche da un con-testo piacevole, un luogo che è ancheoccasione di incontro e di svago, diriscoperta della qualità del territo-rio”. Anche nel Castel Guelfo Outletè presente un ufficio turistico in col-laborazione con gli enti locali.Questo significa “uscire dalla sempli-ce logica dello spaccio” e, grazie alnuovo brand, “tutti gli outlet si pro-pongono sul mercato nazionale einternazionale con una identità bendefinita e di qualità”, sottolinea. Il bilancio di fine anno si chiuderà

Aprirà i battenti nel 2010 a Faenza“Le Perle Lifestyle Village”, un

nuovo polo commerciale ideato dallasocietà Promos di Brescia, attiva davent’anni nello sviluppo, promozione ecommercializzazione di progetti immobi-liari e commerciali (Promos ha curatoanche la commercializzazione degli spazidel nuovo Città Sant’Angelo Village, inAbruzzo). La nuova cittadella romagnola sorgerà inlocalità Sant’Andrea e, come precisanogli ideatori, non sarà un outlet. Ovvero,non una cittadella della moda a prezziscontati ma “una struttura commerciale

che abbina a prodotti di qualità un con-testo di qualità”. Studiata su un modelloinnovativo che viene dagli Stati Uniti,unisce le caratteristiche salienti dei retailpark e delle main street cittadine. In sostanza, il concetto è quello di farrivivere i quartieri residenziali come sefossero piccoli centri cittadini: creare unospazio con la stessa offerta del centrocittà ma in un contesto che unisce servi-zi alla persona e spazi dedicati a intratte-nimento e relax, in una cornice architet-tonica molto accogliente, vivibile e inte-grata nel territorio circostante. La struttura avrà una superficie comples-

siva di 26.800 metri quadrati per untotale di 125 punti vendita divisi per set-tori, dallo spazio dedicato ai bambini finoall’angolo della casa. Della costruzione si occupa la societàFaenza Erre che ha incaricato Promos dioccuparsi della commercializzazionedegli spazi. L’azienda lombarda si occu-perà anche della gestione attraverso unasocietà controllata. Le Perle potrò contare su un potenzialebacino di utenza di tre milioni di abitan-ti: 1.600.000 quelli residenti nel raggio di30 chilometri e 1.400.000 estendendol’area verso i 60 chilometri di distanza

IL PROGETTO

Apertura prevista nel 2010. Bacino d’utenza potenziale, ben 3 milioni di personeAnche Faenza avrà la sua “cittadella del commercio”

con aumenti a doppia cifra giàannunciati nei primi mesi del 2009 –affluenza più 50% e volumi di vendi-te più 40% sullo scorso anno – graziealla fase di ampliamento che si è con-clusa l’estate scorsa. “L’andamento èmolto positivo è conferma la nostrascelta di investire nell’outlet di CastelGuelfo: in questo progetto abbiamovisto fin da subito un contesto geo-grafico interessante e un bacino diclienti con un ottimo potere d’acqui-sto”, dice il direttore di gestione. Per le festività natalizie, momentoclou in tutti i settore del commercio,gli outlet hanno preparato allesti-menti ad hoc e particolari eventi.Castel Guelfo si illumina con unainstallazione del designer giapponeseKazuyo Komoda, che ha trasforma-to la piazza principale e le vie del-l’outlet in bosco caleidoscopico diluci e colori. Anche al FidenzaVillage l’illuminazione è creata adhoc e, tra le iniziative, uno spaziointeramente dedicato all’associazionecomunità Papa Giovanni XXIII fon-data da Don Oreste Benzi

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Rispetto a inizio anno, le impreseintervistate denunciano una perditamedia del 19%, che si abbassa per ilsettore dei servizi (13%) per toccarela punta massima nelle aziende dellaproduzione (24%). Per i prossimisei mesi, il 40,5% degli intervistatiprevede un ulteriore calo tra il 2 e il4%, e il 50% ritiene che la situazio-ne si manterrà staziona-ria; solo il 7% si aspet-ta un lieve incremento.Per il 36% non vi èalcun segnale di uscitadalla crisi, mentre per il44% sono troppopochi gli elementi perdire che la fase recessivasi sia esaurita. Un 14%ritiene che qualcosa sistia muovendo. Perl’80% ritiene che ci saranno ancoramolti mesi difficili. Le prospettive di ripresa vengonodunque rinviate: nel migliore deicasi, alla seconda metà del 2010(39%), se non addirittura al 2011(27%). Per i più pessimisti non siintravede ancora alcuna prospetti-va di ripresa (13%); solo per un10% c’è qualche piccolo segnale diinversione di tendenza. Una percen-tuale dell’11% ritiene che all’iniziodel 2010, possano esservi significa-tivi segnali di miglioramento.Secondo gli imprenditori, i fattoricritici che rischiano di ritardare oimpedire la ripresa sono la strettacreditizia (66%), la crescita delladisoccupazione (50%), la cadutadei consumi (38%), il debito pub-blico (28%).Severo l’atteggiamento verso lebanche: l’82% degli intervistativede riluttanza a sostenere le impre-se e voglia di non rischiare. Sono 9imprenditori su 10 ad avvertire unirrigidimento da parte degli istitutidi credito, soprattutto nel garantirela liquidità alle aziende

RAPPORTO

Siamo ancora in piena crisi: lo confermano i dati dell’Osservatorio TrendER

Pessimistigli imprenditori:“La ripresaper oranon si vede”

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Dalla crisi ancora non siesce e non ci sono segnalidi recupero, anzi. A con-fermarlo sono i risultati

della rilevazione effettuata sui bilan-ci di 5.040 micro e piccole imprese(da 1 a 19 addetti) effettuata daTrendER, l’Osservatorio congiuntu-rale di Cna Emilia-Romagna e Bccin collaborazione con Istat sul primosemestre 2009. Per il tessuto regio-nale delle micro e piccole imprese,c’è stato un crollo deciso del fattura-to totale (19,92%), una grossa cadu-ta della componente estera (meno30,5%) e di quella conto terzi (meno20,5%). L’analisi per macro settori,conferma come la crisi si ripercuotapiù pesantemente sulle attività pro-duttive. Il manifatturiero registra ilridimensionamento più deciso(meno 22,5%) sia rispetto al totale(meno 19,92%) che riguardo a ser-vizi (meno 13,4%) e costruzioni(meno 20,6%). Flessioni elevate da sollevare inter-rogativi sulla possibilità delle impre-se di continuare a operare: sottocerti livelli di attività, difatti, i ricavipotrebbero essere insufficienti acoprire i costi. Con margini di pro-fitto azzerati e in presenza di condi-zioni finanziarie deteriorate dalladifferenza tra i tempi di riscossionedei crediti e quelli di pagamento deifornitori, con il credito bancario chenon sa attivarsi in funzione anticicli-ca, per le imprese è difficile anchemettere in campo investimenti per

l’aggiornamento e la manutenzionedi impianti. “La caduta di fatturatoe investimenti pregiudica le possibi-lità di ripresa – commenta il segre-tario regionale Cna Emilia-Roma-gna, Gabriele Morelli – e dà il sensodelle gravissime condizioni in cuiversano le micro e piccole imprese,il cui obbiettivo oggi è sopravvivereper esserci ancora quando saràsuperata la crisi. Le preoccupazioniaumentano se a questi due indicato-ri si aggiunge il fatto che prosegue ladinamica di alleggerimento dei costiper le voci retribuzioni (da meno9% nel secondo semestre 2008 almeno 13% nel primo semestre2009) e la perdita di quota dei con-sumi, che nella prima metà del 2009hanno accusato una flessioneimportante su base annua (meno22,1%)”. Il calo delle spese per retribuzioniesprime una minore intensità diimpiego di lavoro (meno ore lavo-rate, e meno lavoratori); quellodelle spese per consumi indica ladiminuzione di intensità delle atti-vità produttive e di servizio. Laflessione di ordini e fatturato, laperdurante stretta creditizia e le cre-scenti difficoltà a mantenere postidi lavoro, rendono gli imprenditoripessimisti sul futuro come emergeda un sondaggio sui tempi dellaripresa economica effettuato inottobre per conto di Cna Emilia-Romagna dall’Istituto FreniRicerche di Marketing di Firenze.

Pmi in affannoSi naviga a vista

Gabriele Morelli,segretario regionale di Cna Emilia-Romagna

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Sassuolo (Mo) per la categoria edili-zia ex-novo e il Piano strutturalecomunale di Faenza (Ra) per la cate-goria urbanistica, progetti poi suc-cessivamente esposti a Saie Energiadi Bologna.Bioecolab (www.bioecolab.it) è laprima delle due iniziative di ProMonel campo dell’edilizia intelligente esostenibile. Istituito nel2004 e promosso anchedalla Provincia e dalComune di Modena,Bioecolab nasce perdiffondere l’approcciosostenibile alla proget-tazione, assumendo unruolo strategico nel set-tore dell’innovazione inarchitettura e urbanisti-ca. Le principali com-petenze riguardano il networking ditutti i soggetti impegnati nella filieradel progettare e costruire sostenibile,il monitoraggio delle politiche e deiprogetti, la formazione degli opera-tori, la ricerca e la consulenza ad entipubblici e privati, la divulgazionedelle informazioni e delle best practi-ce. All’interno del centro – che si

SETTORI >>

1.200 i visitatori per l’edizione 2009 della Settimana della bioarchitettura e della domotica

Tra convegni e seminari tecnici,la kermesseapre quest’annoanche agli studenti

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Il tema dell’edilizia di qualità èstato al centro dell’ultima edi-zione della Settimana dellabioarchitettura e della domoti-

ca, organizzata a Modena daProMo-Laboratorio di domotica eBioEcoLab. Un grande successo,con oltre 1.200 visitatori tra archi-tetti, ingegneri, periti, geometri,imprenditori edili, dirigenti dellapubblica amministrazione e studen-ti che hanno partecipato a 14 ses-sioni di lavoro tra convegni, tavolerotonde e seminari tecnici dovesono intervenuti 84 relatori, oltreche alle 4 visite guidate e alle 4mostre allestite presso ProMo.“L’edizione di quest’anno – sottoli-nea Adriana Zini, direttore diProMo – è stata particolarmenteapprezzata perché sono stati trattatitemi di grande attualità: da come sideve progettare in futuro la città,alla qualità prestazionale dei singoliedifici, in termini di risparmio ener-getico, senza dimenticare i parame-tri di costo”.La kermesse ha proposto interventidi grande spessore, come quello diNorbert Lantschner, direttoredell’Agenzia CasaClima di Bolzano,alla quale hanno assistito oltre 300studenti (una delle novità dell’edi-zione 2009), attirati dalla tematicadella bioedilizia e del risparmioenergetico per le nuove abitazionioltre che per le ristrutturazioni diedifici pubblici e privati. “Il livellodell’iniziativa – ha aggiuntoBenedetto Grossi presidente ScuolaEdile di Modena e consigliere diAnce – è stato indubbiamente eleva-to e utile anche per noi costruttori”.Per la prima volta la Settimana dellabiorchitettura e della domotica hatoccato il territorio carpigiano conun’interessante visita al sistemadomotico di Palazzo dei Pio, intro-dotto nel corso della recente ristrut-turazione. Da ricordare anche l’in-

tervento tenuto da Martin Haasall’Auditorium San Rocco, di frontea una platea di oltre 100 tra archi-tetti e ingegneri. Uso sapiente deimateriali, trasparenza, leggerezza esostenibilità ambientale, sociale edeconomica sono il filo conduttoredei progetti realizzati dallo studioHaas, tra i quali spiccano il campusdell’Università di Harvard e lanuova sede dell’Arpa di Ravenna,oltre alla torre residenziale ‘MarcoPolo’ di Amburgo, concepita tenen-do conto – addirittura – dell’inci-denza dei raggi solari nel corso del-l’anno, per ridurre al minimo i con-sumi energetici. Nel corso della Settimana è statoanche assegnato il Premio Sostenibi-lità 2009, un’iniziativa organizzatada BioEcoLab-ProMo per valoriz-zare e divulgare le buone pratichedel costruire, a livello regionale,attraverso la selezione di realizza-zioni che abbiano seguito i principidella bioarchitettura. Sono statepremiate le realizzazioni dellaScuola Materna in località Cà Merla(Bo) e il fabbricato con due unitàabitative di Pontenuovo/Rometta di

Protagonista a Modenal’edilizia “intelligente”

Sopra, Martin Haas durante l’interventoall’Auditorium San Rocco

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44 NOVEMBRE 2009

SETTORI

trova nella sede di ProMo, in VialeVirgilio 55 a Modena – è allestitouno spazio per l’esposizione di mate-riali edili sostenibili e impianti ad altaefficienza energetica, nel quale è pos-sibile reperire informazioni e materia-le illustrativo su materiali da costru-zione, impianti, sistemi costruttivi,tecnologie per l’ambiente, energiealternative. Si situa invece stretta-mente nel campo dell’edilizia intelli-gente il “Laboratorio di Domotica”(www.laboratoriodomotica.it) , inau-gurato il 5 giugno 2001. Unico nelsuo genere in Italia, si trova semprepresso la sede di ProMo: 300 metri

quadrati in cui sono esposte le solu-zioni tecnologiche di 16 differentiimprese, che operano nel campodella home e della building automa-tion. Il Laboratorio riproduce inol-tre un appartamento e un ufficiodotati di impianti integrati e intelli-genti: dai sistemi di sicurezza allagestione automatica di porte e fine-stre, dai dispositivi di risparmioenergetico ai collegamenti con inter-net, ai sistemi audiovisivi e trasmis-sione dati. L’area comprende anchebox espositivi di tecnologie propo-ste dalle aziende e uno spazio spe-ciale dedicato alle apparecchiature

per anziani e disabili. Scopo delLaboratorio di Domotica – realizza-to da ProMo nell’ambito del Pro-getto Domotica con la collaborazio-ne di DemoCenter, Centro Ricer-che, Enea, Quasco, oltre a diverseassociazioni di categoria e ordiniprofessionali – è anche la messa incampo di attività formative rivolte aprogettisti, impiantisti e operatoridella filiera edile. Innovazione, qualità e sostenibilitànel settore delle costruzioni sono allabase anche di un’altra iniziativasostenuta da ProMo, il “Progettotriennale edilizia di qualità”

Domotica, parola complicata in realtà disemplice dominio. Significa progetta-

re impianti elettrici in modo alternativo. Unnuovo comparto che per ora non conoscecrisi. Nel Parmense è l’azienda LonginottiAndrea di Borgotaro a tradurla in pratica,con le sue idee ‘futuribili’ che facilitano lavita a chi abita in grandi spazi e magari haproblemi di deambulazione.Nella “casa domotica” gli impianti sonotutti uniti. Centralizzati in un unico punto:un quadro elettrico da cui si “governa” lagestione dell’illuminazione, il termo-riscal-damento, gli antifurti, la meccanizzazionedi porte e finestre. Con un semplicecomando.La “casa domotica” è stata ufficialmenteinaugurata il 10 settembre a Pieve diCampi, in provincia di Parma. Un proget-to sinergico, nato dalla collaborazione fraArea Group Immobiliare (impresa berga-masca che ha creduto e investito in ValTaro) e Vividomotica di AndreaLonginotti, realtà specializzata nellainstallazione di domotica (automazionedella casa). Questa abitazione è priva di gas metano,alimentata unicamente da fotovoltaico esolare termico e riscaldata da membranetermoelettriche poste sotto i pavimenti.L’impianto elettrico domotico consenteuna gestione intelligente dell’abitazione,anche per chi non può agire se non attra-verso uno strumento telematico: pensia-

mo alle persone con handicap fisici o chefaticano a spostarsi. Ecco che con l’utilizzo della tv e il pc touchscreen da incasso a muro, la gestione diluci, persiane, temperature, allarmi tecnici,antifurto e videosorveglianza trova note-vole semplificazione. L’abitazione potràeventualmente essere gestita direttamentedagli uffici di Borgotaro tramite internet. Apartire da ottobre, Vividomotica inizieràanche lo studio dell’efficienza energetica diCasa Domotica, confrontando i consumi (egli sprechi) delle case ‘vicine’. Obiettivo primario di questo progetto è ilrisparmio energetico, che si ottiene sfruttan-do la produttività dell’impianto fotovoltaico,del riscaldamento elettrico uniti al sistema di“gestione carichi” della domotica. La “gestione carichi” consente infatti di fis-sare un tetto massimo ai consumi energeti-ci. Quindi, se dovesse succedere che si esa-gera, la domotica si attiva secondo unascala di priorità: potrebbe spegnere luci

superflue, fermare momentaneamente lalavatrice, ridurre l’intensità luminosa di alcu-ne luci e così via. La “casa domotica”, cheattualmente è disabitata, è rimasta aperta alpubblico tre giorni a settembre, dal 10 al 13.In questa occasione tante persone hannopotuto notare come “in ambienti moltovasti è possibile ridurre al minimo gli sforzi”,spiega Daniele Leonardi, responsabilemarketing della Longinotti.L’azienda dell’Appennino parmense è for-mata da 14 persone, in prevalenza tecnici,compreso il titolare, che ha iniziato la suacarriera come installatore. In seguito si è“dato” alla domotica, mettendosi in pro-prio e architettando il modo per rendere lacasa “un’azienda su misura”, con “soluzio-ni che possono anche salvare la vita di chici abita”, da fughe di gas a furti e allaga-menti. Recentemente, a Città Sant’Angelo,in provincia di Pescara, la Longinotti si èaggiudicata il Premio Web Italia nella sezio-ne “tecnologia”, concorrendo con il sitoweb www.vividomotica.it.“Vividomotica – conclude Leonardi – è unprogetto di comunicazione che promuovel’attività imprenditoriale in Alta Val Tarorealizzato in sinergia con la web agencyLayout Web di Parma. Un sito che, congrande chiarezza, illustra l’attività impren-ditoriale, semplificando notevolmente lacomunicazione del concetto di domoticae dimostrando con efficacia un nuovomodo di abitare” B.B.

IL CASO

Grandi risparmi e soluzioni attente alle esigenze dei disabili.A progettare la struttura innovativa, la Longinotti di Borgotaro

Inaugurata a Parma la “casa domotica”

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Dieci euro d’argento e ventieuro d’oro per celebrareGuglielmo Marconi. Sonole speciali monete comme-

morative realizzate dalla Zecca.Entrambe portano sul dritto unritratto di Marconi ispirato a un’im-magine d’epoca (alle spalle il famosopanfilo Elettra) e sul rovescio unradioricevitore di produzione italia-na della prima metà degli anni venti.

E poi: penne, agende, bloc notes,oggetti di cancelleria e di articoli daregalo, in vendita a Bologna pressol’Emporio della Cultura di piazzaMaggiore. E ancora, convegni, premidi laurea, mostre, progetti di ricerca,persino il Giro ciclistico dell’Emilia,che quest’anno ha compiuto 100anni, ha voluto associare idealmenteil proprio centenario al centenario delPremio Nobel a Guglielmo Marconi.

Fu il primo italiano a vincere ilPremio Nobel per la Fisica: sono pas-sati giusto, da allora, cento anni, e ilbolognese Guglielmo Marconi vieneoggi celebrato nella sua città d’origi-ne e in tutta Italia, con una serie dimanifestazioni che si concluderannotra marzo e aprile 2010. E per ricor-dare quel giorno del dicembre 1909,quando Marconi rice-vette dalle mani del Redi Svezia Gustav V ilpremio Nobel, si sonomobilitati gli stessiregnanti di Svezia. Ildiscendente diretto altrono di Svezia CarlXVI Gustav – di cuiGustav V era il bisnon-no – ha reso visita,venerdì 27 marzo, al MuseoMarconi di Villa Griffone, accompa-gnato dalla consorte Regina Silvia.Per l’inventore del sistema di trasmis-sione dati senza fili – oggi meglioconosciuto come wireless – con l’oc-casione delle celebrazioni del cente-nario si vuole ricordare e rinnovarel’attualità di una figura di inventore eimprenditore, di un personaggio

Marconi, le celebrazioni a cent’anni dal Nobel. E la sua invenzione è tornata di moda

Bologna rende omaggioal padre del wireless

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CULTURA

IL CONCORSO

In gara i lavori degli studenti bolognesiispirati alla figura di Guglielmo Marconi

Elaborati a prova di Nobel C’è tempo fino al 28 febbraio per partecipare al concorso indetto dal Museo

della Comunicazione Pelagalli, unitamente al Comune di Bologna,all’Ufficio Scolastico Provinciale e alla Fondazione Marconi, e rivolto a tutte lescuole di Bologna e provincia.Si partecipa inviando prose, poesie, elaborati artistici o prodotti multimediali ispi-rati alla figura di Guglielmo Marconi. È possibile concorrere sia in forma indivi-duale che per gruppi o per intere classi. A ogni sezione (elementari, medie, supe-riori) corrispondono tre premi (computer e attrezzature radio-video) offerti daglisponsor Granarolo e Banca Popolare dell’Emilia-Romagna. Per informazioni,www.museopelagalli.com

Tra gli eventi in programmanel capoluogo,la mostra allestita a Palazzo d’Accursio

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46 NOVEMBRE 2009

CULTURA

cosmopolita la cui invenzione e irelativi sviluppi rappresentano tutto-ra un potente strumento a disposi-zione dell’umanità. Un’occasione per approfondiremeglio la sua vita e l’attualità dellasua figura è la mostra allestita dal 10dicembre 2009 al 10 gennaio2010,a Bologna e intitolata “GuglielmoMarconi Premio Nobel 1909-2009”,che ricorda l’inventore e la formida-bile impresa che lo portò a meritarequel premio. Sede principale dell’al-lestimento, la Sala d’Ercole di palaz-zo d’Accursio, con isole espositivecollaterali in Sala Borsa e nel cortiledello stesso palazzo, in piazzaMaggiore. Sedi periferiche, il Museodel Patrimonio Industriale (via dellaBeverara 123), il Museo Pelagalli(via Col di Lana 7/N) e il MuseoMarconi di Villa Griffone, aPontecchio Marconi. Obiettivo dellamostra: restituire alla figura diGuglielmo Marconi quella “nobiltà”che proprio il Premio Nobel – vintoa soli 35 anni – gli attribuì nel 1909.Tanto ammirato e osannato in vitaquanto dimenticato o comunque tra-scurato nella seconda parte delNovecento, Marconi – ritornato allapubblica attenzione a partire dal1995 (centenario della radiotelegra-fia) – sta infatti risalendo i gradinidella notorietà con la sola forza dellasua invenzione: il wireless, vale a direla modalità tecnica che maggiormen-

LA STORIA

Nato il 25 aprile 1874 da padre italia-no (Giuseppe, ricco possidente ter-

riero impegnato nella gestione di consi-stenti proprietà patrimoniali e in diverseattività commerciali) e madre irlandese(Annie Jameson), Marconi non seguì uncorso di studi di tipo tradizionale anche acausa dei frequenti spostamenti invernalidella famiglia, prima in Inghilterra e poi inToscana. Il Marconi inventore inizia così lasua carriera nel laboratorio della casapaterna – Villa Griffone, situata sulle colli-ne bolognesi – con i primi esperimenti ditelegrafia senza fili, ma poi teatro delperiodo pionieristico delle radiocomunica-

zioni furono le coste Atlantiche: la GranBretagna fu la seconda casa dell’invento-re ma fu la prima dell’imprenditoreMarconi; l’Irlanda ospitò importanti sta-zioni per i primi collegamenti transatlanti-ci; il Canada e gli Stati Uniti videro trion-fare il giovane visionario italiano che tra il1901 e il 1903 riuscì – tra polemiche, scet-ticismo e grande meraviglia – a ricevere iprimi segnali radiotelegrafici che avevanosuperato quell’enorme ostacolo naturaleche era appunto l’Oceano Atlantico. Tra il 1895 e il 1903 Marconi fu il pionie-re assoluto delle radiocomunicazioni ma,nonostante circolassero voci sulla possibi-le vittoria del Premio Nobel già al terminedi quel periodo, assai impegnativi furonoanche gli anni in cui quegli straordinarisuccessi dovevano essere consolidati. Unatappa fondamentale di quel processo ful’inaugurazione del primo regolare servi-zio pubblico di radiotelegrafia attraversol’Atlantico, nell’ottobre del 1907, e senzaalcun dubbio la straordinaria utilità delradio soccorso diede eccezionale prova inoccasione del salvataggio dei passeggeri abordo del transatlantico Republic nel gen-naio 1909 nel quale grandi meriti ebbel’operatore radiotelegrafico Binns chelavorava per la Compagnia Marconi. Eproprio nel dicembre di quell’anno, inizia-to con i clamori di quel salvataggio,Marconi vinse – condividendolo con loscienziato tedesco Karl Ferdinand Braun –il Nobel per la Fisica “a riconoscimento delcontributo dato allo sviluppo della tele-grafia senza fili”. Guglielmo Marconi èmorto a Roma il 20 luglio 1937

Circondato dagli scettici, il genio non si arrese

Un segnale oltre l’Atlantico

te connota, in tutto il mondo, l’iniziodel Terzo Millennio.La mostra esplora le condizioni e lepremesse che consentirono a Marco-ni il balzo improvviso della suaimpresa, gli sviluppi tecnologici eindustriali da lui stesso portati avan-ti, il trionfo del suo sistema di tele-grafia senza fili e la complessa vicen-da che indusse l’Accademia di Sveziaa conferirgli il Nobel per la Fisica.Pannelli esplicativi, strumenti d’epo-ca, apparati interattivi, animazioni,

video, grafici multimediali immer-gono il visitatore nell’atmosfera deiprimi anni del XX secolo, per farlopoi riemergere nei primi anni delXXI: oggi, qui, sul pianeta Terra,dove le intuizioni di Marconi costi-tuiscono la struttura portante delcomunicare quotidiano. È unamostra, quella bolognese, che mettea fuoco i meccanismi, gli ingranaggi,le relazioni e le emozioni di un genioproiettato nel futuro: GuglielmoMarconi, padre del wireless

Con l’occasione del centenario, laFondazione Guglielmo Marconi, da

tempo impegnata in una intensa attivitàarchivistica che ha portato alla costituzionedel Centro storico- documentale su radio etelecomunicazioni, ha avviato un programmastraordinario di ricerca che coinvolge archiviitaliani e stranieri per raccogliere in un unicoarchivio virtuale elettronico la documentazio-ne marconiana più completa (in forma carta-cea, sonora e filmata). Il Museo Marconi si è fatto anche promotoredell’iniziativa “Marconi Network”, la creazio-ne di una rete di musei e collezioni sulle

radiocomunicazioni che permetta un dialogocostante tra le tante realtà di straordinariointeresse collocate sul territorio nazionale. LaFondazione Marconi ha attivato la “regia”dell’operazione attraverso il Museo Marconipuntando alla valorizzazione delle collezioni,sia di quelle già note al grande pubblico chedi quelle – talvolta davvero sorprendenti perquantità di pezzi e per qualità – meno cono-sciute. Vi è dunque la volontà di suscitare unamaggiore sensibilità per questo preziosopatrimonio storico-scientifico e allo stessotempo di promuoverne con azioni concrete laconoscenza e la fruibilità

IL PROGETTO

L’idea della Fondazione Marconiper favorire la fruibilità dei documenti

Un unico archivio virtuale

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Nel centenario dell’attribuzione delPremio Nobel per la Fisica a

Guglielmo Marconi, è tornata a brillareall’Aeroporto di Bologna la statua inbronzo che raffigura lo scienziato felsi-neo.Realizzata, nei primi anni ‘80, dallo scul-tore Marco Marchesini e donata allasocietà di gestione dal Lions ClubBologna Valle del Reno, dopo gli sposta-menti degli ultimi anni dovuti a esigenzeoperative e di riorganizzazione deglispazi, la statua è stata ora collocata inuna zona di grande passaggio e visibilità:l’area circolare all’ingresso della MarconiBusiness Lounge.Nell’occasione il presidente dell’Aeroportodi Bologna Giuseppina Gualtieri, il numerouno della Camera di Commercio diBologna Bruno Filetti, affiancati dal presi-

dente della Fondazione Marconi, GabrieleFalciasecca hanno premiato con unatarga-ricordo l’ingegner Ernesto Stagni,già presidente della Camera di commercioe dell’aeroporto. La passione e visionestrategica di Stagni, primo presidente diUnioncamere Emilia-Romagna, fu fonda-mentale per lo sviluppo dell’aeroporto diBologna e a lui si deve la scelta dell’intito-lazione dello scalo a Gugliemo Marconi.In occasione della nuova collocazione, èstata inoltre allestita per alcuni mesi, sem-pre al primo piano dell’aerostazione, unapiccola mostra, realizzata in collaborazio-ne con la Fondazione Marconi.Attraverso foto d’epoca e testi, la rasse-gna racconta del forte legame esistentetra Marconi e la città di Bologna e traMarconi e il mondo aeroportuale. Alloscienziato, inventore del sistema di tra-

smissione dati senza fili – oggi meglioconosciuto come wireless – sono dedica-ti tre pannelli che descrivono le scopertedel giovane bolognese a Villa Griffone, iprimi successi a livello internazionale e il“destino di un nome” ovvero le motiva-zioni dell'intitolazione dello scalo cittadi-no a Guglielmo Marconi

IL FOCUS

Anche lo scalo felsineo rende omaggio all’inventore, e archivia il 2008 con significativi incrementi di traffico

All’aeroporto la statua torna a brillare

L’ Unioncamere Emilia-Romagna e le Camere di commercio della regione hanno aderito al pro-getto CRM (Customer Relationship Management) “Ciao Impresa”, avviato nel 2003dall’Unioncamere nazionale. Il Customer relationship mangement è volto ad aumentare la cono-scenza più approfondita dell’utenza ed impostare azioni di informazione, su strumenti come fax,posta tradizionale, e-mail e sms. L’obiettivo è di inviare comunicazioni specifiche e veicolare noti-zie più mirate alle attività di impresa e professionali, su convegni, iniziative e servizi nel campo del-l’internazionalizzazione, della formazione del capitale umano, della responsabilità sociale d’impre-sa, del trasferimento dell’innovazione tecnologica, della semplificazione amministrativa ed altri. Attualmente, la piattaforma regionale CRM conta oltre 6000 iscritti. In questa ottica, anche“Econerre”, unica pubblicazione periodica regionale interamente dedicata all’economia del terri-torio, vuole caratterizzarsi sempre più come strumento per i suoi destinatari: imprenditori, ammi-nistrazioni ed enti pubblici, organizzazioni economiche, professionali e sindacali. Per questo chiediamo a voi, gentili lettori, di dedicarci pochi minuti di attenzione e di contattare lasegreteria di redazione c/o Unioncamere Emilia-Romagna viale Aldo Moro, 62 40127 Bologna, viafax allo 051 6377050 o telefonicamente allo 051 6377011 per segnalare eventuali errori nell’indi-rizzo postale a cui viene inviata la rivista o indicare altri lettori interessati a ricevere gratuitamentela pubblicazione. Per essere sempre informati sulle attività del sistema camerale per le imprese regi-strarsi alla pagina di Ciao Impresa, la piattaforma di gestione utenti delle Camere di commercio.Indirizzo http://www.ciaoimpresa.it/Public/RegistrazioneNew.aspx?CamCom_ID=59

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

EnergiaUn raggio di solelungo la via Emilia

InchiestaIl peggio è passatoLa ceramica riparte

FocusRavenna, insiemeper tornare a crescere

SettoriIl futuro della pescapassa dalle aggregazioni

SETTEMBRE2009

Imprese e lavoratori, sindacati e associazionidi categoria, istituzioni locali e regionali.Tutti insieme per ammortizzare gli effettidella crisi sull’industria e sull’occupazione.Un ritorno alla “buona concertazione”,che sta producendo i risultati sperati

ScenariAnche la ricercaha la sua “notte bianca”

Un “patto”per attraversarela crisi

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48 NOVEMBRE 2009

AZIENDE

La crisi incalza, eppure c’èun’azienda emiliana chenon solo continua a lavora-re, ma proprio nel 2009 ha

raggiunto il record degli ordini peri suoi macchinari e da tre anni nonfa che aumentare l’organico. A fareil boom di assunzioni è Fava spa diCento, in provincia di Ferrara, che

progetta e costruisceda oltre settant’anniimpianti per pastifici.Ora Fava – vista lapositiva risposta delmercato – ha sceltoassumere gli operaimessi in cassa integra-zione da altre aziendemetalmeccaniche dellazona. Perché il boomproduttivo di Fava

spa, per una volta, va di pari passocon un grosso investimento sullaforza lavoro locale.Di fronte a tante aziende che ridu-cono l’organico o de-localizzano illavoro, Fava continua ad assume-

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re sul posto. Poco più di 220, infat-ti, i dipendenti del 2007. Poi, giàall’inizio del 2008 la cifra è salita a235, per lievitare nel 2009 fino a263. “La maggior parte delle nuoveassunzioni – ci tiene a precisare l’amministratore delegato Luigi Fava– sono a tempo determinato, legateproprio a questo picco produttivo”.E quasi la metà di questa trentina dineo-assunti sono operai in cassaintegrazione di altre aziende del set-tore. “Abbiamo accolto favorevol-mente la proposta avanzata dallenostre rappresentanze sindacali –dice Fava – e queste assunzioni atempo determinato, benché nonpresentino alcun vantaggio econo-mico, ci hanno consentito di fareun’operazione socialmente interes-sante e, nello stesso tempo, di averemanodopera altamente specializza-ta”.La qualità dei prodotti, infatti, è lachiave di volta di questa società, cheannovera tra i propri clienti i mag-giori produttori di pasta, tra i quali

Tra i clientitutti i “big”del settore.

La quota exportsfiora l’80%

Barilla, De Cecco, Garofalo eAmato. “E molti di questi marchisono clienti storici e fidelizzati”,tiene a precisare il rappresentante diterza generazione della famiglia diindustriali centesi. Ma come maitanto successo in un periodo di crisigenerale e conclamata? Lo spiegal’amministratore delegato. “Quellodel food è un settore anticongiuntu-rale e la pasta lo è in modo in parti-colare”. Insomma, quando il por-tafoglio piange si tagliano tantespese, ma alla pastasciutta nessunorinuncia. Anzi, continua ad esserevenduta più che mai. È così che il2008 e il 2009, assicura Fava, sonostati due anni straordinari. E prose-gue: “La previsione per la fine del-l’anno è di raggiungere un valore diproduzione di 72 milioni con 30linee per la pasta che usciranno daicancelli dell’azienda per essere con-segnate in giro per il mondo”.L’esportazione copre infatti quasil’80 per cento della produzione.L’Italia resta il Paese di riferimento,

Macchine per la pastaIl boom di Fava

L’azienda centese non solo non sente la crisi, ma continua ad assumere nuovo personale

“La ricerca e lo sviluppo – fa notarel’amministratore delegato Luigi Fava

– per noi sono da sempre un elementoimprescindibile. Già agli esordi, comepionieri dell’automatizzazione della pro-duzione, sono stati numerosissimi i bre-vetti depositati, ma ancora oggi inve-stiamo tra i 2 e i 3 milioni all’anno nel-l’innovazione, attività coordinata diret-tamente da mio padre Enrico, presiden-te e colonna portante dell’azienda”. Isettori su cui è concentrata attualmentela ricerca? “Le tecnologie di essiccazione

e soluzioni meccaniche innovative peraumentare l’efficienza delle linee”. E irisultati da cui si parte sono notevoli:Fava è stata la prima azienda a realizza-re le macchine con la più alta capacitàproduttiva al mondo. Sono 6mila i chilidi pasta all’ora che vengono sfornatidalle linee che producono spaghetti epasta lunga, 9mila chili all’ora per quel-le da cui escono maccheroni, fusilli epasta corta con 18mila pacchetti adisposizione allo scoccare dei sessantaminuti

LA STRATEGIA

Un obiettivo raggiunto a suon di investimenti in R&S

La produttività più alta del mondo

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con un consumo di pasta internostabile di 28 chilogrammi in media atesta. “I nostri impianti, però – rac-conta Fava – durano almeno 30-40anni. Difficile, quindi, che venganosostituiti, ma magari se ne affianca-no dei nuovi a quelli già esistenti”.Ciò significa che anche nel Belpaesegli ordini non possono più assorbiretutte le risorse, come succedeva agliesordi, ma vanno di pari passo conl’espansione della produzione.Bene, allora, quando i marchiMade in Italy esportano; e beneanche quando sono altri Paesi alanciarsi in questo tipo di produ-zione. Del resto – fa notare Fava –il mercato della pasta è in grandesviluppo in tutto il mondo. Comesta succedendo, ad esempio, inMedio Oriente e in alcuni Paesidell’Africa. Ecco allora Nigeria,Costa d’Avorio, Mozambico edEtiopia che negli ultimi cinque osei anni hanno investito sulla pro-duzione di pasta locale, con unapredilezione per gli spaghetti. Maa sfornare pacchetti di pasta ci sisono messi da una decina d’annianche Egitto, Dubai, ArabiaSaudita, Oman. E in un Paesecome l’Iran solo negli ultimi 4 annisono stati venduti ben 6 impianti.In Russia, poi, i primi grandiimpianti risalgono al 1989, ce nesono anche in Sud America, mamaggiori commesse arrivano dal

Una storia di consolidato successolunga 72 anni quella di Fava

spa. Fondata nel 1937 da AugustoFava, padre dell’attuale presidenteEnrico e nonno dell’amministratoredelegato Luigi, l’azienda ha avutouna crescita costante. Tutto comincianel 1937, quando Augusto da pro-gettatore e realizzatore di impiantiidraulici si trova a lavorare per ilPastificio Barbieri di Cento, uno deipiù conosciuti produttori di pasta ali-mentare di quei tempi. All’inizio ilproblema è semplicemente quello dismontare l’impianto idraulico di unanuova macchina per l’essiccazione, ilcui collaudo non aveva avuto suc-cesso. L’idea di realizzare una mac-china capace di automatizzare e direndere continuo il trattamento diessiccazione del prodotto diventa unrovello per Augusto, che finisce perdedicare a questo obiettivo tutte leproprie energie e il proprio tempolibero. Nasce così il progetto di unamacchina che funziona secondoprincipi e tecniche decisamenteinnovativi, rispetto alle soluzioni pro-spettate da diverse industrie specia-lizzate nel settore degli impianti perpastifici (Garbuio di Treviso, Paganodi Napoli, Reggiane di ReggioEmilia). Il primo esemplare vienemontato e collaudato proprio all’in-terno del Pastificio Barbieri. Entratoin funzione, l’essiccatoio è acquistatodallo stesso pastificio centese. Nelgiro di pochi mesi – raccontano dagliuffici dell’azienda – la novità vienepresentata in giro per l’Italia e fattaapprezzare dai tecnici dei principalipastifici.

A sottoscrivere le prime ordinazionisono la Bertagni di Bologna e laBarilla di Parma. Fava si trasferisce inlocali più ampi e seguono numerosiordini da parte di nomi come Buitoni,Voiello e Pantanella. All’inizio del1939 la società Braibanti di Milano,leader nella commercializzazione diimpianti completi per pastifici, dimo-stra un particolare interesse per laproduzione. Ne segue un ulterioreampliamento e in breve la capacità disoddisfare gli ordini ricevuti al ritmodi una macchina al mese. Con laguerra l’attività subisce una forzosafrenata, ma già dal settembre ’45vengono riallacciati i contatti con laBraibanti.Nel 1950 la Ditta Mario Fava e Figlisi trasforma in una società di capita-li, la Essiccatoi Fava Srl, e nel 1963assume la forma giuridica attuale,diventando una società per azioni.Oggi la Essiccatoi Fava spa impegnaun’area di 45mila metri quadrati evede al timone la terza generazionedella famiglia del fondatore

LA STORIA

Il segreto di un successo lungo tre generazioni

Automatizzare la tradizione

Nord America, con gli Stati Uniti eil Canada. Proprio negli Usa tral’85 e il 95 per cento del parcomacchine ha il marchio Fava.L’azienda centese produce linee eimpianti per la produzione dipasta lunga, pasta corta e ancheper cous cous. Inevitabile quindi lacapacità di penetrazione ormai

storica nei Paesi del nord Africa.Tunisia, Algeria e Marocco sonoclienti fidelizzati già da una venti-na d’anni. Perché è ancora dai can-celli di via IV Novembre che esco-no le macchine con la più altacapacità produttiva al mondo. Persaziare la fame in ogni angolo delpianeta

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50 NOVEMBRE 2009

AZIENDE

Tre, come i servizi forniti:traduzioni, interpretariati,organizzazione di eventi.Tre, come le titolari:

Francesca Farioli e Maura Bottaz-zi, fondatrici dell’azienda nellaReggio Emilia di fine anni Settanta,e Letizia Palladino, entrata recente-mente in società, dopo dodici anni

trascorsi al loro fiancocome dipendente. Tre,infine, come i decennidi attività che hannoportato la società adiventare leader nelproprio settore, rag-giungendo il milione dieuro di fatturato: nonmale per chi “vendeparole”. Oggi Studio Tre festeg-

gia il proprio compleanno regalan-dosi un anno quasi senza crisi.“Nel preconsuntivo di giugnoabbiamo registrato – raccontaMaura Bottazzi – una leggera fles-sione, poco meno del 5%”. Ma giàalla fine dell’estate le prospettiveper i mesi a venire erano migliora-te. In azienda sono in 12, tuttedonne, e governano una rete di 560collaboratori sparsi per il mondo.Le lingue con le quali lavorano?Tutte, dialetti afghani compresi.Studio Tre vanta clienti in tuttaEuropa, ma attraverso la sua storiasi può leggere soprattutto la para-bola del tessuto produttivo locale.“Quando fondammo l’azienda –racconta Maura Bottazzi – le lin-gue richieste dalle imprese localierano le quattro più diffuse: ingle-se, francese, tedesco e spagnolo.Oggi, in seguito all’ingresso dinuovi Paesi nell’Unione Europea eal fenomeno della globalizzazione,il numero delle lingue utilizzate è incostante crescita, le società che siavvalgono dei nostri servizi sonodiventate medio/grandi e operano

di G

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in tutto il mondo”.La scelta operata fin dall’inizio daStudio Tre è stata la qualità.“All’inizio i clienti – ricorda Bot-tazzi – non ne avvertivano il biso-gno, non ne comprendevano l’im-portanza”. Sono state loro aimporsi, tante volte: “Sì, perchésapevamo che quel testo, quellabrochure in lingua, sarebbe stato ilbiglietto da visita per l’impresa, ese le parole non fossero state quel-le giuste, quelle che un madrelin-gua avrebbe utilizzato, questoavrebbe rischiato di vanificare tantisforzi”. Attenzione, però, perché“parole giuste” non vuol dire“parole corrette”, non solo.

Pioniere del settoredelle traduzioni,

ora l’impresavanta clienti

in tutta Europa

“Non basta la traduzione letterale –spiega, infatti, Maura Bottazzi –bisogna sapere qual è il contesto,l’universo lessicale complessivo nelquale quel termine per quella linguasi inserisce”. Per questo l’avventodei software che promettevano tra-duzioni automatiche, pochi anni fa,a Studio Tre non ha mai fattopaura: “Possono andare bene pertraduzioni approssimative, percapire ad esempio che cosa più omeno vuole dire un testo in una lin-gua straniera. Ma quando si trattadi produrre il proprio ‘biglietto davisita’ ci vuole ben altro”.“Questo significa – proseguono letre socie – migliaia di parole tradot-

Artigiani della parolaLa parabola di Studio Tre

L’impresa reggiana ha vinto la propria sfida: con il mercato e con i software automatici

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NOVEMBRE 2009 51

te giorno dopo giorno, per progettiche spaziano in tutti i settori erichiedono un’accurata ricerca deltraduttore più idoneo per ogni tipo-logia di testo e un attentissimo lavo-ro di revisione e controllo qualità,garanzie che forniamo per tutte lenostre traduzioni. Le nostre cartevincenti per fidelizzare la clientelasono qualità, tempestività e affida-bilità, necessarie per differenziarcidalle tante realtà non specializzatepresenti sul mercato”.Studio Tre ha sviluppato così unarete di collaboratori sempre piùmirata. “Abbiamo traduttori diversida una lingua straniera all’italiano edall’italiano a quella stessa lingua

straniera”. Non solo: “Per tutte lelingue più utilizzate, e oggi sonodavvero tante, abbiamo specializza-to ulteriormente i traduttori in basealla materia di competenza, peressere sicuri di utilizzare il gergo tec-nico adeguato”. Questa capacità diassecondare l’evoluzione del tessutoproduttivo e le sue esigenze ha sem-pre caratterizzato la società, a tutti ilivelli. All’inizio i testi venivano det-tati al telefono o portati a mano daiclienti in sede. Poi, nell’84, arriva iltelex: “Il primo in tutta la provinciadi Reggio lo acquistammo noi –ricorda Maura Bottazzi – lo usava-mo per realizzare in modo più effi-cace il nostro servizio, ma iniziam-mo a metterlo anche a disposizionedelle imprese che ne avevano biso-gno”. Stesso discorso, qualche annopiù tardi, con il fax.Precisione e organizzazione, dotimolto femminili, hanno progressi-vamente portato Studio Tre adampliare i propri servizi ancheall’organizzazione completa dieventi e convegni, offrendo interpre-ti simultaneisti e consecutivisti,impianti ad hoc per ogni necessità,segreteria organizzativa pre/postconvegno e hostess. Questo servizioha riscosso una soddisfazione taleche oggi vale circa un quarto del fat-turato. Un fatturato che non stasubendo in modo particolare le con-seguenze della recessione. “Abbiamo già affrontato – raccontaMaura Bottazzi – la crisi del 1993,del 2001 e quella attuale, gestendole difficoltà congiunturali senzavenir meno alla ferma convinzioneche la qualità sia l’unica vera strate-gia per resistere in un mercato sem-pre più complesso ed agguerrito”. Irisultati stanno dando loro ragione.Merito anche dell’evoluzione delleimprese. “Ormai – spiega Bottazzi –tutte, anche quelle di minori dimen-sioni, hanno capito che per aggan-ciare la ripresa e consolidare unanuova stagione di sviluppo non sipuò prescindere dai mercati esteri eche per affrontarli in modo adegua-to la qualità non è un optional”.Qualità dei prodotti, ma anche delservizio e quindi anche delle tradu-zioni cui ci si affida. “Abbiamodatabase dedicati a ogni clienteconsolidato che ci permettono di

rimanere fedeli, anche se il tradut-tore dovesse cambiare, al gergoscelto per quel mercato, alla termi-nologia esatta”. Neanche unaparola fuori posto, insomma. Euna cura del cliente che da sempreè, da queste parti, l’altra parolad’ordine. “Abbiamo uno staff –spiega Maura Bottazzi – che segueesclusivamente, in modo diretto epersonale, i clienti maggiori.Abbiamo sempre difeso in modoostinato due valori che per noisono fondamentali per lavorare almeglio: la qualità professionale e laqualità relazionale, curando i rap-porti con collaboratori e clienti concordialità, rispetto e correttezza”.E così Studio Tre continua, a servi-zio di un tessuto produttivo che haimparato sulla propria pelle chenon può fare a meno dell’interna-zionalizzazione e che quest’ultima,per essere condotta con successo,non può prescindere della qualità.A partire dalle traduzioni

Nella foto, da sinistraFrancesca Farioli,Letizia Palladinoe Maura Bottazzi

In occasione del compleanno Studio Tre si èregalato un sito nuovo. Oggi così all’indiriz-

zo www.traduzionistudiotre.it potete trovaretutte le informazioni utili per accedere ai servi-zi della società, dall’elenco delle prestazioni aicontatti, passando per la possibilità di chiede-re un preventivo gratuito e finendo con lecuriosità, una sorta di “stupidario”, piccoloviaggio nelle disavventure che capitano quan-do si affidano le traduzioni a chi – a differenzadi Studio Tre – non ha le competenze giuste

IL PROGETTO

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52 NOVEMBRE 2009

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SPECIALE ENERGIAInserto pubbliredazionale

Dal 1917 Ing.Ferrari-Tecnologia per l'industria progetta ecostruisce impianti per il benessere dell’uomo e la qualità

ambientale. Dai primissimi impianti meccanici ed elettrici per opere struttu-rali, a quelli per climatizzare gli ambienti più svariati e teneresotto controllo i parametri ambientali, fino ai nuovissimi sistemidi produzione di energia da fonti rinnovabili ed ai servizi dimanutenzione e telegestione globale, tutte le installazioni ed iservizi vengono progettati e realizzati per risparmiare energia eridurre l’impatto ambientale.È questa, in sintesi, l’attività di un’azienda vocata, da sempre, adascoltare e anticipare le esigenze in continua evoluzione deidiversi settori industriali. Ing. Ferrari è un’impresa che moltoinveste in ricerca e innovazione per elevare continuamente glistandard di tutti i processi aziendali e garantire ai clienti risultatidi qualità, efficienza e risparmio, attraverso soluzioni integrate econ un minimo impatto energetico.Ing. Ferrari affronta il futuro con solide basi di competenze tec-niche, conoscenze aziendali e cultura. Così, nonostante lo sce-nario difficile, riesce a dare risposte concrete per far fronte alleurgenze legate alla crisi e alla sfida energetica a cui tutti siamochiamati a diversi livelli: anzi, mai come oggi, Ing.Ferrari mettea disposizione tecnologie, risorse, passione, coinvolgimento elavoro di squadra nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.L’aver sempre guardato all’ambiente come ad un patrimonioinestimabile da rispettare, e di conseguenza, l’aver fatto delrisparmio energetico il proprio cavallo di battaglia e la propriamission aziendale, conferma l’importanza di una visione che

oggi si rivela vincente. “In realtà– sottolinea l’ingegner PietroFerrari – è l’unica visione possi-bile perché da essa dipende lanostra sopravvivenza. La tec-nologia permette opportunitàincredibili e a portata di mano,ma spetta a noi farne buonuso. Oggi la sfida vera, pertutti, è salvaguardare l’equili-brio ambientale del pianeta”.Per questo Ing.Ferrari è impe-gnata in prima linea nella diffu-sione di una cultura anti-sprechie nello sviluppo di nuovi sistemifotovoltaici e di trigenerazione.Il risparmio energetico non è piùsolo l’obiettivo fondamentalealla base di ogni realizzazione diimpianti, ma una vera e propriadivisione aziendale dell’impresa che ha sede a Modena. Unasezione specializzata, che fornisce un’ampia gamma di servizi,soluzioni integrate e specifiche per risparmiare e produrreenergia. Per conoscere l’azienda e le tec-nologie che propone all’indu-stria ed alla collettività consulta-re il sito www.ingferrari.it

Ing.Ferrari spa, quasi un secolo al servizio dell’uomo e dell’ambiente

Il 2009 è stato l’anno del clima: richiamo necessario permettere al centro le problematiche ambientali e le pro-spettive delle energie eco-compatibili, temi sempre piùintrecciati. Si ritiene infatti, da un lato, che la politica energeticadebba garantire la sicurezza degli approvvigionamenti epuntare alla diversificazione delle fonti e sull’efficienza,con un utilizzo crescente delle energie rinnovabili.D’altro lato, la produzione ed il consumo di energiadevono essere collegati ad una politica di riduzione deigas serra, ritenuti i principali responsabili del surriscalda-mento del pianeta. I Paesi Europei stanno seguendo questa impostazione.La Direttiva 2009/28/CE sulla “promozione dell’usodell’energia da fonti rinnovabili” ridisegna il quadrostrategico per diffondere queste tecnologie, fissando un

obiettivo obbligatorio per ogni Stato membro per il rag-giungimento della quota complessiva del 20% da ener-gie da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di ener-gia, da raggiungere entro il 2020. Entro il 2010, intan-to, ogni Stato membro dovrà adottare un Piano di azio-ne nazionale per le energie rinnovabili sulla base di lineeguida adottate dalla Commissione Europea.L’impegno si va rafforzando attraverso diverse iniziative(si pensi, in Emilia-Romagna, al piano energetico e allelinee guida sull’efficienza e certificazione energetica)che incentivano e sensibilizzano imprese e privati alricorso a tecnologie innovative e performanti permigliorare la gestione dell’aspetto energetico.Anche in regione sono diverse le aziende all’avanguar-dia che propongono soluzioni per trasformare un pro-blema da risolvere in un’opportunità di sviluppo.

L’efficienza energetica e il maggiore ricorso a fonti rinnovabili sono i temi principali della sfida per la riduzione delle emissioni inquinanti per la tutela dell’ambiente.

Il fabbisogno energetico è in costante crescita, mentre le fonti tradizionali si vanno riducendo

Per un equilibrio compatibile e a misura d’ambiente

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54 NOVEMBRE 2009

SPECIALE ENERGIAInserto pubbliredazionale

Lavorano in team ed in perfetta simbiosi. Teleios eE&ngi sono due società di ingegneria tra loro com-

plementari, che nella sede di Castelmaggiore costitui-scono un unico gruppo operativo, composto, comples-sivamente, da 25 persone tra tecnici, ingegneri, specia-listi in scienze ambientali e tecnici.Insieme sì, ma con competenze specifiche: Teleios èinfatti una struttura di ingegneria “tradizionale” che hanella progettazione di impianti di produzione di energierinnovabili uno dei suoi settori principali. E&ngi è inve-ce una realtà di ingegneria ambientale che ha nellavalutazione della sostenibilità ambientale dei grandiimpianti di produzione di energia da fonti rinnovabiliuno dei suoi maggiori campi di attività.Teleios è una società di ingegneria impegnata in unprocesso interdisciplinare di progettazione delle operecivili. Sua peculiarità è di affrontare ogni disciplina easpetto dell’ingegneria a livello tecnico, scientifico e diprofessionalità ottimale. “Ogni settore da sempre inte-ragisce con gli altri – precisa l’ingegner PierpaoloSemproli che ne è presidente – grazie ad una proficuaorganizzazione aziendale che permette ad ogni com-ponente dei vari team di lavoro di condividere la suaspecifica professionalità, apportando in questo modoun valore aggiunto al processo progettuale che si va adaffrontare”.Teleios è una società di ingegneria civile all’avanguardia

che, nel settore dei grandi impianti per la produzione dienergia rinnovabile è in grado di fornire servizi specifici.“La nostra operatività – spiega Semproli – parte dallaprogettazione preliminare – architettonica della centralecon la gestione dei procedimenti autorizzativi. Teleiossupporta i propri clienti dalla fase di apertura del proce-dimento autorizzativo fino alla connessione alle retenazionale e al collaudo finale”. Teleios gestisce i rappor-ti con le amministrazioni comunali, provinciali, soprin-tendenze, ARPA, AUSL, spesso all’interno delle Confe-renze di Servizi indette ai sensi del DLgs 387/03.“Uno step successivo – aggiunge il presidente – è laprogettazione impiantistica elettrica, meccanica e spe-cialistica, per esempio il dimensionamento dei grandiimpianti fotovoltaici a terra e su copertura. Teleios è ingrado di svolgere tutte le indagini geologiche e geotec-niche e geofisiche necessarie per la progettazione dellestrutture interagenti con il terreno”.I progettisti di Teleios predispongono i progetti esecuti-vi, costruttivi e le relative relazioni di calcolo di strutturein acciaio e cemento armato, ordinarie e speciali, inconformità alle più aggiornate normative nazionali einternazionali, utilizzando i più accreditati software dicalcolo e di modellazione. “Teleios gestisce con i propri tecnici la direzione deilavori delle centrali – ricorda l’ingegner Semproli – e conle proprie competenze è in grado di affrontare tutte le

Telesios+E&ngi, una squadra di s

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SPECIALE ENERGIAInserto pubbliredazionale

problematiche relative alla gestione tecnica e contabilee di sicurezza di ogni tipo di cantiere edile”.Nel pacchetto di servizi assicurati dall’azienda bologne-se non mancano la certificazione e collaudo delle opererealizzate, ma anche conclude Semproli “la due diligen-ce su progetti e opere, ricerche specialistiche e la consu-lenza a privati e enti pubblici”

E&ngi srl

E&ngi è una società di ingegneria ambientale che, nelsettore dei grandi impianti per la produzione di ener-

gia rinnovabile, si occupa innanzitutto della verifica dellaidoneità ambientale delle aree individuate per la realizza-zione delle centrali di produzione. E&ngi srl – Environment & Engineering, è organizzata inquattro divisioni, ciascuna con un proprio responsabile, acui competono alcune attività specialistiche di progetta-zione e consulenza, per la sicurezza ambientale e la tute-la della salute. “Seguiamo tutta la gestione delle procedure autorizzativedi natura ambientale – precisa il presidente, l’ ingegnerAmedeo Tita – E&ngi supporta i propri clienti in particola-re nei procedimenti amministrativi di natura ambientalequali l’ Autorizzazione Integrale Ambientale (AIA – IPPC),la Verifica di assoggettabilità a VIA, Valutazione di Impatto

Ambientale (VIA), Valutazione Ambientale Strategica,Valutazione di Incidenza (VINCA)”.Il gruppo di lavoro di E&ngi è formato da ingegneri (civi-li, ambientali, elettronici), fisici, laureati in scienzeambientali, geologi e tecnici in grado di affrontare inmodo unitario e multidisciplinare ogni problematica dinatura ambientale.“E&ngi – aggiunge Tita – predispone per i propri clientistudi di Impatto ambientale per opere soggette a VIA,valutazioni di Incidenza per opere ricadenti in aree SIC ,ZPS, ZSC. Ed ancora, studi per la verifica di sostenibilitàambientale di piani e programmi soggetti a VAS e analisispecialistiche in particolare nel settore della fisica ambien-tale: in particolare per l’ impatto elettromagnetico (alte ebasse frequenze), ed acustico in campo ambientale, maanche nei luoghi di lavoro e di vita”. Il campo di attivitàsi estende anche a progetti di dismissione di grandiimpianti e di riqualificazione ambientale delle aree, anali-si e valutazioni di impatto paesistico, piani di monitorag-gio ambientale e ricerche specialistiche.“Il nostro lavoro – conclude l’ingegner Tita – si riassumenella protezione dell'ambiente, la sicurezza e la tuteladella salute, alla ricerca di soluzioni per garantire equili-brio tra l’uomo e l’habitat dove vive e si muove tutti igiorni. Per questo E&ngi svolge, a largo raggio, attività,di consulenza in campo ambientale per privati e entipubblici.

servizi tra ingegneria e tecnologia

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56 NOVEMBRE 2009

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NOVEMBRE 2009 57

SPECIALE ENERGIA

Il partner ideale per trasformare il problema dei rifiuti in una opportu-nità di sviluppo economico. A queste caratteristiche corrisponde il pro-

filo di Sogliano Ambiente S.p.A., moderna società di servizi, specializza-ta in progettazione, costruzione, gestione di impianti di smaltimento erecupero rifiuti e per il recupero energetico da biogas.Costituita nel 1996 per la gestione della discarica del Comune diSogliano al Rubicone per rifiuti urbani e speciali denominata“Ginestreto”, Sogliano Ambiente nel tempo ha acquisito esperienza,competenze e professionalità specifiche, che le permettono oggi di con-frontarsi a livello nazionale ed internazionale nel settore delle tecnolo-gie di smaltimento e trattamento dei rifiuti. “Sogliano Ambiente – spiega Daniela Cappelletti, responsabile serviziorifiuti, ambiente, qualità – ha tutti i requisiti per condurre un impiantosecondo i più alti standard di professionalità, che le consentono la valo-rizzazione e il recupero di materia ed energia,a garanzia dei necessari livelli di sicurezza ecompatibilità ambientale. Abbiamo maturatol’esperienza per progettare e costruireimpianti con criteri qualitativi molto alti, cer-tificati dai più severi organismi internazionalidi controllo. I nostri servizi sono garanzia diqualità e sono fondati su un principio chemette al primo posto il rispetto dell’uomo edell’ambiente in cui vive”.Dal 2006 l’azienda gestisce un impianto dicernita e valorizzazione, ai fini del recupero,dei rifiuti provenienti dalla raccolta differen-

ziata, realizzato nei pressi del sito di Ginestreto. Alle attività di gestionee conduzione di impianti, Sogliano Ambiente affianca la produzione dienergia dai rifiuti (cogenerazione) e l’attività di progettazione e costru-zione di nuovi impianti di trattamento, smaltimento (con potenzialitàpari a 170 mila tonnellate all’anno) e recupero di rifiuti (fino a 40 milatonnellate) certificata dall’organismo di qualificazione all’esecuzione deilavori pubblici (SOA). L’azienda ha ottenuto nel corso degli anni la conduzione degli impiantidi produzione di energia elettrica ubicati presso le discariche di Tessello,Civitella di Romagna, Urbino e Imola oltre a quello gestito a Sogliano alRubicone. Attraverso l’aspirazione ed il recupero del biogas, la produ-zione media annua è di 49.500 Mwh che salirà con prossime installa-zioni.Sogliano Ambiente spa si occupa inoltre del trasporto dei rifiuti fino agli

impianti di smaltimento attraverso societàcontrollata, la Sogliano Ambiente Trasporti eintegra i propri servizi con il project financingper impianti di trattamento e smaltimentorifiuti.Nel 2008, il gruppo ha registrato un trend dicrescita positivo del 14%. Positivi anche gliindici connessi alla redditività ed al rapportocol sistema del credito.

Discarica di Ginestreto

Sogliano Ambiente, dai rifiuti solo vantaggi

La città di Vignola (in provincia di Modena) ha deciso qualesarà la sua energia del futuro, e ha scelto per i prossimi 30

anni l’energia rinnovabile di CPL Concordia, la multiutility mode-nese dell’energia. L’importo del project financing è di 4 milioni diEuro per la realizzazione della centrale termica ad energie rinno-vabili, terminata la quale CPL Concordia si occuperà della gestio-ne e conduzione (con manutenzione ordinaria e straordinariadell’impianto) per i successivi 24 anni. L’importo complessivo delcontratto per i 26 anni è stimato in circa 30 milioni di Euro.L’accordo fra l’Amministrazione Comunale e il gruppo coopera-tivo di Concordia – che quest’anno celebra i 110 anni dalla suacostituzione con un fatturato di oltre 300 Milioni di Euro e 1300occupati – consiste nella realizzazione e futura gestione di unacentrale di teleriscaldamento con cogenerazione e biomassa(legnosa) e della rete di teleriscaldamento. Per alimentare la cal-daia a biomasse saranno utilizzati i cascami legnosi, che consen-tiranno vantaggi sia dal punto di vista delle tariffe (che usufrui-ranno del credito d’imposta), dei combustibili e delle ridotteemissioni inquinanti. CPL Concordia, attraverso la neo costituitasocietà Vignola Energia, avrà l’onere di fornitura di energia ter-mica alle utenze presenti e future per i prossimi 24 anni. I lavorisono iniziati con alcuni tratti di reti del teleriscaldamento e termi-

neranno per la stagione termica 2010-2011. Le utenze collega-te alla centrale termoelettrica sono utenze comunali (scuola,municipio, centro nuoto), utenze provinciali (scuole superioriricomprese nella Gestione Calore di CPL per la Provincia diModena) e l’Ospedale di Vignola, che ricade sotto l’AUSL diModena. Sono state previste inoltre le predisposizioni per l’allac-ciamento di due future utenze come il nuovo Polo scolastico e ilnuovo Polo Sicurezza che contempla le nuove strutture operati-ve di Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani.Roberto Casari, presidente di CPL concordia Group, spiega: “Èstato un progetto fortemente voluto dall’Amministrazionecomunale di Vignola, che ha deciso di avvalersi della nostraesperienza ormai ventennale in queste tecnologie, come dimo-strano le realizzazioni di Predazzo in Trentino e pressol’Ospedale bergamasco di Seriate”. Si tratta del primo impiantocon queste caratteristiche energetiche realizzato in Emilia-Romagna a servizio di un intero comune. “Crediamo che labuona riuscita del progetto ‘Vignola Energia’, con soddisfazionedi chi lo gestisce e di chi ne usufruisce, – conclude il presidenteCasari – possa dare la spinta ad altre amministrazioni per pro-cedere nella stessa direzione di una strategia energetica di lungaprospettiva”.

CPL Concordia, progetta la nuova energia di Vignola fino al 2035

Inserto pubbliredazionale

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NOVEMBRE 2009 59

VIA AL TRATTATO DI LISBONA Il 1°dicembre 2009 entra in vigore ilTrattato di Lisbona. Le norme contenutenel documento hanno lo scopo di migliora-re il funzionamento dell’Unione europeasemplificandone il processo decisionale eadeguandolo alla nuova dimensione rag-giunta dall’Ue dopo l’allargamento ad est.Le principali novità riguardano il rafforza-mento del ruolo del Parlamento europeoattraverso l’estensione della procedura dicodecisione, l’istituzione della figura delPresidente del Consiglio europeo, cherimarrà in carica 2 anni e mezzo, e dell’Altorappresentante dell’Unione per gli affariesteri e la politica per la sicurezza. Le deci-sioni saranno prese, nella quasi totalità deicasi, a maggioranza qualificata eliminando,di fatto, il diritto di veto degli Stati membri.Il Trattato attribuisce una particolare rile-vanza al settore energetico, prevedendonuove disposizioni che garantiscono il buonfunzionamento del mercato dell’energia, inparticolare per quanto riguarda l’approvvi-gionamento energetico e lo sviluppo difonti di energia nuove e rinnovabili. IlTrattatto di Lisbona estende, inoltre, lecompetenze dell’UE a nuove materie qualilo sport, il turismo, la protezione dei datipersonali e della proprietà intellettuale, l'e-nergia e la salute pubblica e prevede l’intro-duzione del diritto di inziativa popolareattraverso il quale i cittadini dell’UE potran-

no inviare proposte alla Commissione euro-pea.Rif.: http://ec.europa.eu/news/eu_explained/0912 01_it.htm

L’UE FINANZIA LA LOTTA AL CRIMINEORGANIZZATO IN ITALIAL’UE cofinanzia un programma multiregionaledenominato “Sicurezza per lo sviluppo” delvalore di 1,2 miliardi di euro nel periodo 2007-2013 il cui scopo principale è migliorare la sicu-rezza in 4 regioni dell’Italia meridionale(Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Di taleimporto, 91 milioni di euro saranno spesi inprogetti per convertire terreni e proprietà cheappartenevano alla mafia. Altri 36,5 milioni dieuro saranno dedicati allo stesso scopo attra-verso programmi regionali. L’Italia è il terzomaggior beneficiario della politica di coesionedell’UE dopo la Polonia e la Spagna. Tra il 2007e il 2013, l’Italia beneficerà d’investimenti per28,8 miliardi di euro di cui 21,9 provenienti dalFondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e6,9 dal Fondo sociale europeo (FSE).Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1856&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en

ELETTRICITÀ VERDE: LA COMMISSIONE DEFERISCE L’ITALIAALLA CORTE DI GIUSTIZIALa Commissione europea ha deciso dideferire l'Italia alla Corte di Giustizia per il

mancato riconoscimento di alcune garanziedi origine rilasciate da altri Stati membridell'UE come previsto dalla direttiva2001/77/CE sull'energia elettrica prodottada fonti energetiche rinnovabili. La diretti-va obbliga gli Stati membri ad introdurreun sistema di garanzie di origine e a rico-noscere quelle degli altri Stati membri. Puradottando questo sistema, l’Italia ha nega-to nel 2005 il riconoscimento di alcunegaranzie di origine per l'energia prodotta inFrancia, Grecia e Slovenia per presunte irre-golarità legate ai ritardi nel recepimento inalcuni Stati membri della direttiva. Dopoaver indagato in merito, la Commissione ègiunta alla conclusione che il rifiuto delleautorità italiane di riconoscere le garanziedi origine per l'energia elettrica prodottanel 2005 è ingiustificato. L'Italia ha pertan-to violato l'articolo 5, paragrafo 4, delladirettiva. Il deferimento alla Corte diGiustizia fa seguito all’invio nel marzo scor-so, di un parere motivato da parte dellaCommissione.

Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1799&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en

INVITO A PRESENTARE PROPOSTE ICTPOLICY SUPPORT PROGRAMMEL’obiettivo prioritario del programma ICTPolicy Support Programme è stimolare l’in-novazione e la competitività attraverso un

Notizie dall’Unione Europea

Recepimento del diritto comunitario

FLASH EUROPAUnioncamere Emilia-Romagna A cura di Laura Bertella, Stefano Lenzi, Paolo Montesi e Gianna Padovani

APPALTI PUBBLICI EUROPEI: I VANTAGGI DEL TEDTED, Tenders Electronic Daily, è la versione online delSupplemento alla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea serieS per gli appalti pubblici europei. La serie S contiene i bandi digara per i seguenti settori: appalti pubblici di lavori, di fornitu-re e di servizi in tutti gli Stati membri dell' UE; appalti per ser-vizi di pubblica utilità (acqua, energia, trasporti e telecomuni-cazioni); appalti pubblici delle istituzioni dell' UE ; appalti delFondo europeo di sviluppo (paesi ACP); progetti finanziatidalla Banca europea per gli investimenti, dalla Banca centraleeuropea e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo svilup-po; appalti nello Spazio economico europeo (Norvegia, Islandae Liechtenstein); avvisi concernenti i gruppi europei d'interes-se economico (GEIE); appalti pubblici per servizi aerei, ecc..TED viene aggiornato 5 volte a settimana con circa 1 500 avvi-si di appalti pubblici. TED consente di visualizzare,cercare e selezionare gli avvisi diappalti per paese, regione, settore commerciale, tipologia didocumento e altro. Le informazioni relative ad ogni appalto

vengono pubblicate nelle 23 lingue ufficiali dell'UE. Tutti gliavvisi delle istituzioni dell'Unione europea sono pubblicati inte-gralmente in tali lingue.Oltre alle gare di appalto vengono pubblicati su TED anche gliinviti a manifestare interesse che consentono alle imprese sele-zionate di essere inserite in apposite liste di fornitori che ven-gono interpellati per lavori e forniture di importi più contenutirispetto all’appalto. Le liste vengono rinnovate ogni tre anni ecomprendono aziende di diversi settori provenienti da tutti gliStati membri.Gli utenti che si registrano possono accedere all'intero conte-nuto del TED, compreso l'archivio (di 5 anni), personalizzare iprofili di ricerca, secondo le proprie esigenze e ricevere e-maildi alert sulla base dei profili di ricerca salvatiPer ottenere maggiori informazioni è possibile visitare il sitohttp://ted.europa.eu o inviare una richiesta ad UnioncamereEmilia-Romagna via e-mail all’indirizzo: [email protected] via fax al n. 051.6377050.

Bandi comunitari e appuntamenti

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60 NOVEMBRE 2009

maggiore utilizzo e un migliore uso delletecnologie dell’informazione e della comu-nicazione da cittadini, governi e imprese.Possono partecipare ai bandi pubblicatinell’ambito del progetto società private,PMI, autorità nazionali, centri di ricerca euniversità. Il prossimo bando sarà pubblica-to all’inizio del 2010. Le tematiche previstesaranno: TIC (tecnologie dell'informazionee della comunicazione) per migliorare i ser-vizi ai cittadini; TIC per la salute; libreriedigitali; TIC per la mobilità intelligente eper un’economia a bassa emissione diCO2; web multilingue. Il budget sarà di circa 115 milioni di euro.La scadenza per la presentazione delle pro-poste è prevista per giugno 2010. Rif.: http://ec.europa.eu/ict_psp

7° PROGRAMMA QUADRO NANOTECNOLOGIE: INVITO A PRESENTARE PROPOSTEÈ stato pubblicato un invito a presentare pro-poste nell’ambito del 7° Programma Quadrodi Ricerca e Sviluppo per la priorità tematicananotecnologie, nanoscenze, materiali enuove tecnologie di produzione. Il bando èaperto a imprese, istituti di ricerca e univer-sità e finanzia progetti collaborativi finalizza-ti allo sviluppo di nuove tecnologie e nuoviprodotti. Le idee progettuali devono esserepresentate almeno da 3 soggetti giuridici,provenienti da 3 Stati membri differenti. Ladotazione finanziaria è di 6,5 milioni di euro

e la scadenza per la presentazione delle pro-poste è il 2 febbraio 2010.Rif.: http://cordis.europa.eu/fp7/dc/index.cfm?fuseaction=UserSite.CooperationDetailsCallPage&call_id=261

BANDO EUROTRANS-BIONell’ambito del programma europeoEurotrans-bio, il Ministero dello SviluppoEconomico mette a disposizione 5 milioni dieuro, a valere sul FIT (Fondo per l'Innovazio-ne Tecnologica), per promuovere progettitransnazionali d’innovazione industriale intutti i campi applicativi delle biotecnologie. Ilprogramma ETB si propone di sostenere lacrescita delle piccole e medie imprese nel set-tore delle biotecnologie in Europa e coinvol-ge ad oggi 15 organismi attivi in 12 diversiPaesi e Regioni (Austria, Regioni delleFiandre e della Vallonia in Belgio, Finlandia,Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi,Ungheria, Regioni della Catalogna, diMadrid e dei Paesi Baschi in Spagna). Ilbando si rivolge alle PMI e sostiene progettidi ricerca applicata e sviluppo sperimentalerealizzati in collaborazione con altre impresee organismi di ricerca. Possono presentareproposte consorzi composti da almeno 2imprese provenienti da almeno 2 Paesi par-tecipanti a EuroTrans-Bio. Ai raggruppamen-

ti di progetto possono partecipare anchegrandi imprese, università, Enti pubblici diricerca e centri di ricerca, purché il coordina-mento sia affidato ad una PMI, che si assu-me una parte significativa delle attività previ-ste dal progetto. Le risorse complessive sonopari a circa 30 milioni di euro. Le e propostedovranno essere presentate il entro il 1° feb-braio 2010.Rif.: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/primopiano/dettaglio_primopiano.php?sezione=primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=83

ACCORDO BEI – UNICREDIT PERFINANZIAMENTI ALLE PMI ITALIANELa Banca Europea per gli Investimenti eUniCredit Group hanno firmato un accordoper un finanziamento da 300 milioni dieuro destinato alle piccole e medie impreseitaliane. L´accordo si inserisce nell’ambito della politi-ca istituzionale europea che la Bei, in colla-borazione con i gruppi bancari, sta perse-guendo per migliorare le possibilità di acces-so al credito da parte delle PMI nell´attualefase di uscita dalla crisi economica. I fondiBei saranno indirizzati alle piccole e medieimprese beneficiarie attraverso UniCreditLeasing e potranno finanziare anche il100% dei progetti fino ad un massimo di12,5 milioni di euro per progetto.Rif.: http://www.eib.europa.eu/projects/press/2009/2009-234-italy-eur-300-million-eib-loan-for-smes-granted-to-unicredit-leasing.htm?lang=-en

FLASH EUROPA

Finanziamenti alle imprese

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731 E-mail: [email protected]

CCIAA di BolognaP.zza Costituzione, 8 - 40128 BolognaTel. 051 6093286 - Fax 051 6093225E-mail: [email protected]

CCIAA di FerraraLargo Castello,6 - 44100 Ferrara Tel. 0532 783812 - Fax 0532 205122 E-mail: [email protected]

CCIAA di Forlì-CesenaC.so della Repubblica, 5 - 47100 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713531E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41100 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

CCIAA di ParmaVia Verdi, 2 - 43100 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507 E-mail: [email protected]

CCIAA di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29100 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

CCIAA di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 3 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 796300E-mail: [email protected]

CCIAA di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747 E-mail: [email protected]

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