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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Indagine Rapporto economia 2009 Il “patto” ha funzionato Export Anche per la Russia primi segnali di ripresa Focus Bologna “Il capitalismo famigliare è la nostra forza” Scenari Regione e Unioncamere insieme per lo sviluppo DICEMBRE 2009 La Regione approva il bilancio 2010. Oltre 14 miliardi per sostenere il sistema e prepararlo alla ripresa. Crescono gli investimenti su welfare e innovazione, lavoratori e imprese. I conti? Restano in equilibrio, grazie a un’ulteriore razionalizzazione della spesa Imprese L’unione fa la forza Fare rete contro la crisi Il coraggio di guardare avanti

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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

IndagineRapporto economia 2009Il “patto” ha funzionato

ExportAnche per la Russiaprimi segnali di ripresa

Focus Bologna“Il capitalismo famigliareè la nostra forza”

ScenariRegione e Unioncamereinsieme per lo sviluppo

DICEMBRE2009

La Regione approva il bilancio 2010. Oltre 14 miliardiper sostenere il sistema e prepararlo alla ripresa.

Crescono gli investimenti su welfare e innovazione,lavoratori e imprese. I conti? Restano in equilibrio,grazie a un’ulteriore razionalizzazione della spesa

ImpreseL’unione fa la forzaFare rete contro la crisi

Il coraggiodi guardareavanti

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DICEMBRE 2009 1

Nel tentare di comprenderecosa è avvenuto nel 2009 ecosa potrà accadere neiprossimi anni, occorre par-

tire dal racconto dei numeri, lascian-dosi guidare dalle statistiche nellaricerca di chiavi di lettura in grado dispiegare la situazione di crisi e di inter-pretare le direttrici di marcia dei cam-biamenti. Nel continuo processo dimetamorfosi del nostro sistema econo-mico vi sono sempre stati due puntifermi, due “fili rossi”. Il primo è rin-tracciabile nell’evidenza che il successodella nostra regione si è sempre corre-lato alla emersione di imprese leadercapaci di orientare sotto il profilo dire-zionale e strategico l’agire di un grannumero di aziende minori. Le impreseleader e un sistema di piccole realtàcollegate in rete hanno ovviato allelimitazioni imposte dalla dimensione,con la possibilità per larga parte delleaziende di essere presente sui mercatiesteri e di posizionarsi in prima lineasulla frontiera dell’innovazione.Il secondo riguarda la rete sociale. Sisono ottenuti crescita economica, coe-sione sociale e qualità della vita eleva-ta nei contesti territoriali nei quali gliobiettivi e i valori sono stati condivisi.Qui si è realizzato un circolo virtuosotra imprese e cittadini: la competitivitàdelle prime assicurava il benessere sulterritorio, la qualità della vita garanti-va condizioni favorevoli per la creazio-ne e la condivisione della conoscenzache alimentava la crescita economica.Un circolo virtuoso completato da unabuona amministrazione e da un siste-ma di welfare efficiente.Oggi il legame tra questi due fili rossi siva facendo sempre più debole. Lecause sono gli effetti della globalizza-zione, la sempre più stretta dipendenzacon dinamiche esterne al territoriolocale, i profondi cambiamenti avve-nuti nel tessuto sociale, a partire daquelli demografici. Il passaggio seguen-te è raccogliere le suggestioni offerte

dai dati e tradurle in azioni concrete. E,se la lettura dei numeri è condivisa, lapriorità è riannodare i due fili rossi.La strada per riprendere un camminodi crescita economica e benessere passacioè dalla capacità di agire come siste-ma territoriale, dalla forza di essereregione-sistema, di diventare insieme inuovi motori dello sviluppo del territo-rio stesso. Oggi, più che in passato, lasfida globale si gioca non tanto tra sin-gole persone o imprese, ma tra sistemiterritoriali, che, per essere concorren-ziali, richiedono un’adeguata dimen-sione: quella regionale è essenziale perraggiungere la massa critica sufficiente.Su queste basi, il sistema camerale emi-liano-romagnolo ha instaurato un rap-porto sempre più stretto con la Regio-ne: l’accordo Quadroper una nuova fase disviluppo e per la com-petitività dell’economiaregionale vuole essereun contributo alla rea-lizzazione della regione-sistema. È una tappasignificativa di un per-corso di collaborazioneoperativa tra Regione eCamere di commercio,articolato in un’ampia trama di intesea carattere generale, protocolli e con-venzioni, accomunate dall’obiettivo dielevare la competitività delle imprese.Nel documento di strategie pluriennaliapprovato nell’assemblea di Unionca-mere, sono sottolineate prospettive amedio termine in sostanza coincidenticon le indicazioni contenute nei docu-menti di scenario per l’impostazionedel nuovo Piano Territoriale Regiona-le. Anche in Emilia-Romagna è all’or-dine del giorno la costruzione di unanuova fase di sviluppo in grado di gui-dare le imprese nei necessari processi diriconversione e ristrutturazione.Negli ultimi mesi da più parti ci hannoricordato l’etimologia della parolacrisi. Ha origine dal greco krino, chesignifica separare, decidere. Ha quindiuna valenza non negativa, indica lapossibilità di scegliere. Analogamentein cinese la parola crisi è composta didue caratteri, uno rappresenta il peri-colo, l’altro l’opportunità. Riannodarei fili rossi dipenderà da come e in qualitempi riusciremo a vedere oltre il peri-colo e cogliere le opportunità che que-sta fase economica porta con sé

Un legame più fortetra economia e società

È stato (e sarà) questo il vero valore aggiuntodel modello di sviluppo emiliano-romagnolo

EDITORIALE

Reti economichee reti sociali:un circolo virtuosotra impresee cittadini

* PresidenteUnioncamere Emilia-Romagna

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Anno XV - n. 12Dicembre 2009Fuori commercioChiuso in redazione il 30 dicembre 2009

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto Comunicazione srlBarbara GalzignaGiuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50e.mail: [email protected]

Foto Meridiana ImmaginiPaolo Righi, Andrea Samaritanie Elisa Pozzo

Progetto grafico e impaginazioneContesto Comunicazione S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.63.18Fax 059-29.29.842e.mail: [email protected]

Concessionario per la pubblicitàFranco Pavoncellivia Rosaspina n. 540129 BolognaTel. 051-359933e-mail: [email protected]

StampaLabanti e NanniIndustrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna)tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69e-mail: [email protected]

Autorizzazionedel Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994

In copertinafoto Meridiana Immagini

SOMMARIOE C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

IndagineRapporto economia 2009Il “patto” ha funzionato

ExportAnche per la Russiaprimi segnali di ripresa

Focus Bologna“Il capitalismo famigliareè la nostra forza”

ScenariRegione e Unioncamereinsieme per lo sviluppo

DICEMBRE2009

La Regione approva il bilancio 2010. Oltre 14 miliardiper sostenere il sistema e prepararlo alla ripresa.

Crescono gli investimenti su welfare e innovazione,lavoratori e imprese. I conti? Restano in equilibrio,grazie a un’ulteriore razionalizzazione della spesa

ImpreseL’unione fa la forzaFare rete contro la crisi

Il coraggiodi guardareavanti 1 EDITORIALE

Un legame più fortetra economia e societàDI ANDREA ZANLARI

4 IN BREVE

6 VANNO E VENGONO

8 PRIMO PIANOBilancio 2010, il coraggiodi gudare avantiDI NATASCIA RONCHETTI

12 SCENARIRegione e Unioncamereinsieme per lo sviluppoDI GIUSEPPE SANGIORGI

16 INDAGINERapporto economia 2009Il “patto” ha funzionatodi Stefano Asprea

18 INVESTIMENTIIl rilancio della crescitapassa dalle infrastruttureDI NICOLETTA CANAZZA

20 EXPORTAnche per la Russiaprimi segnali di ripresaDI GIUSEPPE SANGIORGI

22 FIEREBologna e RiminiUn’alleanza possibileDI ANTONELLA CARDONE

25 FOCUS BOLOGNA“Il capitalismo famigliareè la nostra forza”DI GIUSEPPE SANGIORGI

28 Una guida per orientarsinel mondo dell’impresaDI BARBARA COSTANTINI

QUADERNI&DOCUMENTIRapporto 2009Lavoro e retribuzioni

31 IMPRESEL’unione fa la forzaFare rete contro la crisiDI GIOVANNA CHIARINI

34 OPPORTUNITÀPiù competitivitàcon “Modena Innova”DI ODOARDO ALVISI

37 EVENTIPni, la “supercoppa”dell’innovazioneDI ROSSELLA PRESSI

40 COMMERCIOImpresa e integrazioneUn binomio vincenteDI ELENA TURRINI

42 CREDITOLe banche si accorgonodei “nuovi” clientiDI NICOLETTA CANAZZA

45 ENERGIAEmilia-Romagna patriadelle città “sostenibili”DI NICOLETTA CANAZZA

48 INCHIESTASempre più difficilepassare il testimoneDI CLAUDIA GRISANTI

50 AMBIENTE“Spazzatura tecnologica”Una risorsa da riciclareDI GIOVANNA CHIARINI

53 AZIENDESpillatura senza frontiereParola di Goffredo CelliDI RICCARDO BELOTTI

56 Climatizzazione hi-techAffidabile e sostenibileDI VERONICA CIPRIANO

59 FLASH EUROPA

Mensile dell’Unione regionaledelle Camere di commerciodell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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4 DICEMBRE 2009

Sono già attivi i primi ser-vizi on line offerti da

www.ermesagricoltura.it, ilnuovo portale della Regionedove si potranno richiedere icontributi previsti dalle leggieuropee e nazionali, presentarela domanda per il carburante aprezzo agevolato, ottenerel’autorizzazione per lo spandi-mento dei liquami zootecnici,modificare o scegliere il piano

colturale biologico.Via web le aziende florovivai-stiche potranno presentareanche la dichiarazione di pro-duzione. La Regione percor-rerà così due strade: offrireservizi on line e far dialogaretelematicamente i diversi sog-getti pubblici interessati.L’agricoltore potrà comunica-re con la Pubblica ammini-strazione da casa attraversointernet.Inizialmente il riconoscimentosarà tramite username e pas-sword, ma a breve avverràcon la smart card, l’identitàelettronica di un agricoltore,rilasciata dagli uffici postali odalla Camera di commercio alcosto di circa 30-40 euro.Presto il nuovo portale daràulteriori servizi: le domandeper il risarcimento dei dannida calamità naturali, le auto-rizzazioni per gli espianti e ireimpianti dei vigneti, il certi-ficato fitosanitario per il com-mercio estero, le domande dicontributo per ricerca e speri-mentazione.

PARMABONATTIIN KAZAKHSTANE ALGERIA

Periodo di accordi impor-tanti per Bonatti. L’azien-da parmigiana leader nelsettore delle costruzioni eservizi all’industria del-l’Oil&Gas, ha siglato unaccordo con Abe Corpo-ration, una delle più gran-

di società del Kazakhstannel settore delle infra-strutture e costruzioni.L’operazione ha precedu-to la firma con Sonatra-ch-Anadarko Associationdi un contratto di quasi150 milioni di dollari perla costruzione delle pipe-line che consentiranno ditrasferire idrocarburi dagliimpianti di El Merk inAlgeria.

FERRARA“CARIFEENERGIA”PER L’AMBIENTE

Per finanziare impianti diproduzione energia elettri-ca tramite conversionefotovoltaica, la Cassa diRisparmio di Ferrara haideato “Carife Energia”,un mutuo chirografariocon un periodo di pream-

mortamento compreso disei mesi, durata minima ditre e massima di dieci anni,rivolto ai privati, che pre-vede un importo finanzia-bile di 30 mila Euro. CarifeEnergia si aggiunge ad unventaglio di offerte studia-te dalla banca ferrareseper rispondere alle specifi-che esigenze di famiglie,imprese e giovani.

REGGIONUOVE FRONTIEREPER REGGIANARIDUTTORI

Con l’acquisizione di unagrossa commessa nel set-tore minerario in Austra-lia, nuove quote di mer-cato nel settore degliimpianti per la lavorazio-ne della canna da zucche-

Verso una burocrazia “a chilometri zero”

I servizi del nuovo portaleErmes Agricoltura

Due imprenditori emiliani hanno ricevuto un riconoscimen-to nell’edizione 2009 del premio Ernst & Young. Si trattaGian Paolo Dallara, fondatore dell’omonima casa automo-bilistica di Varano de’ Melegari (Pr), costruttrice di vettureda competizione, premiato per la categoria “Global”. Per lasezione “Finance” è risultato tra i migliori Valter Alberici,presidente di Allied Group, che opera nel settore della pro-duzione e trasmissione di energia, con sede centrale aNibbiano in val Tidone (Pc). Il gruppo nel 2003 ha inoltreacquisito Tectubi Raccordi con tre stabilimenti nella zona e,nel 2005, Raccordi Forgiati.

Due emiliane al top secondo Ernst & YoungPremiate Dallara e Allied Group

Alla scoperta della Romagnapiù nascosta, autentica e

curiosa dell’entroterra, in cui letante eccellenze enogastronomi-che incontrano la storia, i piccoliborghi, le tradizioni, i tratti origi-nali. È quanto promettono i 14nuovi itinerari proposti dall’asso-ciazione “Romagna Terra delSangiovese” che riunisce leeccellenze delle quattro Stradedei Vini e dei Sapori dei Colli diImola, Faenza, Forli-Cesena eRimini. Tante e in gran parte ine-dite le proposte. Ogni itinerarioprevede schede con suggerimen-ti su cosa fare e cosa vedere, conla possibilità di costruirsi il proprioweek-end su misura scegliendo“dove e come”. “Al momentosono 36 le aziende selezionate,su una rosa di oltre 280, pergarantire elevata qualità sul fron-te dell’ospitalità, dei prodotti edell’ambiente. La nuova offertaturistica è consultabile sul sitowww.romagnaterradelsangio-vese.it e rientra nell’ambito delWine Food Festival.

IN BREVE

Turismo“RomagnaTerra delSangiovese”

Nuovo stabilimentoReggiana Riduttori

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Ferrara celebra la “Riconoscenza provinciale”Premi a persone, associazioni

e aziende del territorio

AgroalimentareAeroporto Marconiambasciatoredell’eccellenza

RavennaAssegnatoil premioTeodorico Un inedito biglietto da visita dell’Emi-

lia-Romagna, per raccontare leeccellenze enogastronomiche, il territorioe le tradizioni della regione ai viaggiatoriitaliani e stranieri che ogni giorno atterra-no all’aeroporto Guglielmo Marconi diBologna. È la nuova installazione videovoluta dall’assessorato regionale all’Agri-coltura nell’ “Area arrivi”, per comunica-re a chi atterra a Bologna che l’Emilia-Romagna è terra di agricoltori e di pro-duzioni eccellenti. Attraverso lo scorreresimultaneo di diverse immagini animate,saranno trasmessi ai 460mila passeggeriin transito ogni mese nello scalo bolo-gnese i valori di una regione custode ditradizioni agro-alimentari uniche, fruttodell’unione tra qualità, sapere e territorio,con 30 marchi Dop e Igp, preziosi pro-dotti tradizionali e il patrimonio enologi-co di vini autoctoni.

L a Camera di Commercio di Ferrara ha celebrato la 47^edizione della “Giornata della Riconoscenza Provinciale”.

Numerosi i premi al merito assegnati a: Tiziano Peccenini,imprenditore nella formazione linguistica; Centro Computerspa, leader nelle tecnologie Ict avanzate; Gianna Vancini, nar-ratrice e saggista; associazione “La Coccinella Gialla”- AnfassCento impegnata per le persone disabili; Meeo srl (settoremeteorologico e ambientale). L’ente camerale ha premiatoanche Cierre sas di Chiavieri Renato & C. (apparecchiatureelettroniche), Salumificio Magnoni srl (gastronomia), NauticaMondo - Porto turistico di Volano (offerta diportistica), SebaProtezione srl (sicurezza sul lavoro).Infine riconoscimenti speciali a Tiziano Modena (panettiere),Impresa Tagliati Luigi di Ottavia Grazioli (materiale elettrico),Stefano Tassinari (impegno culturale), Nadia Vitali (volontaria-to), Igor Zambonati (costruttore macchine).

La Camera di commercio diRavenna ha consegnato il pre-

mio Teodorico a personalità chehanno accresciuto il prestigio dellacomunità provinciale. Per la ricer-ca, il riconoscimento è stato asse-gnato alla memoria dell’oncologoSilvio Buzzi. Per la cultura il premioè stato conferito a DomenicoBerardi, membro del consigliodirettivo dell’Istituto regionale per ibeni culturali. A Marcello Miani,campione mondiale di canottag-gio, il riconoscimento per lo sport.Una novità il premio innovazione,conferito a Angelo Nataloni,Roberta Marinetti, Andrea Belpas-si di Fin-Ceramica Faenza, peraver brevettato un dispositivo perla ricostruzione del tessuto osseo;a PietroMorini di Faenza, tra i pio-nieri delle nuove tecnologie agri-cole e avicole; a Comex Ravenna,che ha realizzato un ricevitore digi-tale universale; a Stefania Mala-volti per la Fattoria didattica Scaniadi Settefonti.

ro e la produzione dell’al-cool in Brasile, la ReggianaRiduttori di San Polo d’En-za potenzia una strategiacompetitiva che si articolasu investimenti in ricerca esviluppo e processi diinternazionalizzazione. InAustralia l’apertura dueanni fa della filiale RRPacific a Melbourne si ètradotta in una forte pre-senza sul mercato austra-liano e neozelandese.Altro avamposto moltoattivo è quello della filialebrasiliana, con un’espan-sione sul mercato dellalavorazione della canna dazucchero. Sentieri di svi-

luppo che dovrebberofruttare un incremento delfatturato dai 38 milioni del2009 ai 42 del 2010.

PIACENZACOPADORACQUISISCELA BERNI

Grandi novità nel sistemaagroalimentare emiliano:Copador (Consorzio pada-no ortofrutticolo) di Collec-chio si è aggiudicato l’in-tera proprietà della BerniAlimentari, acquisendo laquota di partecipazionedella Copra di Piacenza.È l’ultima tappa del “pro-

getto Berni”, la cui basesocietaria è passata da treimprese iniziali alle attualidue, dopo che la Dac erauscita dalla compagine.Oggi anche Copra cedela sua quota lasciando aCopador. il controllo delleattività industriali e com-merciali di Berni.

RAVENNAFUSIONETRA PUCCIE SALCO

È stata ufficializzata lafusione tra due aziendelughesi, la Pucci e la Salco,attive da alcuni decenninel settore alimentare.Fondata nel 1962, laPucci è una importanterealtà nella produzione di

sottoli e sottaceti, mentrela Salco è specializzatanella lavorazione di fun-ghi, sughi e condimentiper pasta, attiva dal 1981.Con la fusione si crea lanuova Pucci srl chedisporrà di 30mila metriquadrati di superficieindustriale, tre unità pro-duttive, 60 dipendenti e12mila mq destinati a unimpianto fotovoltaico.

IN BREVE

Carlo Alberto Roncarati consegna il Riconoscimento “San Giorgio”a Tiziano Peccenini fondatore del Wall Street Institute International

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6 DICEMBRE 2009

VANNO E VENGONO

Reggio, Ferretti sceltaper il CommercioL’assemblea provinciale diCna Commercio ReggioEmilia ha scelto comenuovo presidenteAnnarella Ferretti, notaimprenditrice del settoredella gioielleria.Componente della DirezioneProvinciale della Cna, la Ferrettisubentra a Claudio Caprari,che ha assunto l’incaricodi vicepresidente provinciale Cnaincompatibile con quello dipresidente di Unione di mestiere.

CONFAPI

COOPERAZIONE

BANCHE

ISTITUZIONI

Roncarati e Dal Buono:incarichi nazionaliCarlo Alberto Roncarati,presidente della Cameradi commercio di Ferrara, èentrato nell’ufficio di presidenzadi Unioncamere nazionale.Il ferrarese Paolo Dal Buono, èstato confermato vicepresidentenazionale di Assonautica.Valerio Zappalà è il nuovodirettore generale di InfoCamere.Medardo Landi, presidentedi Apiexport, è entrato nellaGiunta della Camera dicommercio di Reggio Emilia,sostituendo Cristina Carbognani,ora vicepresidente dellaFondazione Manodori.

Paolo Bruni è il nuovo presidente della Cogeca,organizzazione che rappresenta le oltre 40milacooperative agricole europee, con 660mila addettie fatturato medio di 360 miliardi di euroall’anno. Bruni è presidente di ApoConerpo evicepresidente di Conserve Italia, principali gruppi cooperativi italiani,e ad di Nomisma. In Cogeca rivestiva dal 2004 la carica di vicepresidente.Il Consiglio di sorveglianza di Coop Italia, presieduto da Ernesto DalleRive, ha nominato il nuovo Consiglio di gestione, confermando presidenteVincenzo Tassinari. Altre due le novità: l’Associazione nazionaledelle cooperative di produzione e lavoro Ancpl, ha riconfermatopresidente Carlo Zini, ingegnere modenese alla guida della Cmb di Carpi,mentre Ildo Cigarini resta presidente di Legacoop Reggio Emilia.

TRASPORTI

Imprese edili, Piacentini al timone di Aniem

Il modenese Dino Piacentini è stato eletto presidente di Aniem,l’Associazione nazionale delle imprese edili aderente a Confapi, che rappre-senta oltre 8mila aziende che operano nei settori edilizia, lapideo-estrattivo,laterizi e manufatti. Piacentini guida insieme ai fratelli l’azienda di famigliaPiacentini costruzioni spa, che opera a livello internazionale con una specia-lizzazione nell’installazione di grandi paratie metalliche. Piacentini èal secondo mandato come presidente di Confapi Pmi Modena.Luca Gorreri, imprenditore nell’azienda di famiglia la Gorreri srl di SorboloLevante di Brescello (macchine per industria dolciaria) è invece il nuovo pre-sidente provinciale di Unionmeccanica Reggio Emilia. Gorreri è stato nomi-nato anche nel Comitato Esecutivo nazionale di Unionmeccanica.

Martini per gli spedizionieri,Ricci Petitoni a OmnibusL’Associazione ravennatespedizionieri internazionali, cherappresenta 36 imprese, ha elettopresidente RiccardoMartinidella Tramaco srl.Il lughese Bruno Ricci Petitoni,presidente di Coerbus, è statonominato a.d. di Omnibus, societàmista per il tpl di cui fanno parteanche Cosepuri, Saca e Atc.

Gli emiliano-romagnolisulla vetta d’Europa

CNA

Carlo Cimbrial comando di UgfLa presidenza di Finsoe, azionistadi maggioranza di Unipol GruppoFinanziario, ha propostoil direttore generale Carlo Cimbricome candidato alla caricadi amministratore delegato.Cimbri prenderà il posto di CarloSalvatori che ha concluso il suomandato per la riorganizzazionee il rafforzamento di Ugf.Novità anche in Unicredit Bancadove Alberto Zappa è statonominato direttore commercialeEmilia Ovest, area che comprendele province di Modena, ReggioEmilia, Parma e Piacenza.

Dino Piacentini

FrancescoGiangrandi

CAMERE

Francesco Giangrandialla guida del CalIl presidente della Provinciadi Ravenna, Francesco Giangrandiguiderà il Consiglio delle autonomielocali, organo di rappresentanza,consultazione e coordinamentofra la Regione e gli Enti locali,istituito in ottobre.Intanto il sindaco di Carpi, EnricoCampedelli, è stato nominatopresidente di LegautonomieEmilia-Romagna e PiergiorgioDall’Acqua sale al vertice dell’Agenziaper la navigazione interna (Arni).Infine Mario Luigi Bruschiniè il nuovo presidente dell’Agenziainterregionale per il fiume Po (Aipo).

Paolo Bruni

Annarella Ferretti

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DICEMBRE 2009 7

Munari presidenteLe novità per le associateDopo la nomina di Erio LuigiMunari quale presidente provincialedi Lapam, sono stati eletti i verticidelle quattro associazioni modenesiconfederate. A Confartigianato,Gilberto Luppi prende il postodi Munari. A Licom, Rita Cavalierisuccede a SilviaManicardi. Confermeper Amedeo Genedani ad Aspime Francesco Orlandi ad Agrimprese.

I numeri uno per ceramicae meccatronicaLa Cet, la federazione europea delle associazionidei produttori di piastrelle di ceramica, ha elettopresidente per il triennio 2010–2012 il past presi-dent di Confindustria Ceramica Alfonso Panza-ni, ora alla guida del Gruppo CeramicheRicchetti. In passato questa carica era stato rico-perta solo da altri due italiani: Antonio Orienti eOscar Zannoni.A Reggio Emilia, l’assemblea del Club Meccatro-nica dell’Associazione Industriali ha rieletto presi-dente all’unanimità Aimone Storchi, ad dellaVimi Fastners, azienda di Novellara del gruppoComer. Il Gruppo Giovani Imprenditori diIndustriali Reggio Emilia, ha confermato per ilbiennioGiorgia Iasoni, vicepresidente di EcologiaSoluzione Ambiente SpA. Paolo Baldrati, diretto-re dello stabilimento di Polimeri Europa, è statonominato vice presidente di ConfindustriaRavenna. Subentra a Massimo Gialli.

Cavazza alla Piccola IndustriaL’imprenditore bolognese Massi-mo Cavazza è entrato a far partedel Consiglio centrale PiccolaIndustria di Confidustria Nazio-nale. Socio fondatore della Sipe diZola Predosa e della Eurostar diOsteria Grande, è rappresentantein Unindustria Bologna della pic-cola industria.

Novità per i giovani di Piacenzae gli artigiani di Parma

Nicola Parenti succede a FilippoCella alla presidenza del GruppoGiovani Industriali di Piacenza,associazione di cui fa parte dadiversi anni, gli ultimi alla vicepre-sidenza. Dopo la laurea in econo-mia, studi ed esperienze all’estero,ruoli di rilevo nella Paver e nellaLafer, Nicola Parenti guida ora unatra le più giovani associazioniindustriali d’Italia.A Parma, Gian Paolo Lombardo è stato rielettopresidente del Gruppo Imprese Artigiane per ilquarto mandato biennale. Nuovo anche il segre-tario, Maurizio Caprari che sostituisce GiulioVenturini.

INDUSTRIALI

Cambi al vertice di enti e associazioniL’assessore alle Attività produttive e Turismo dellaProvincia di Bologna, Graziano Prantoni è stato nomi-nato presidente dell’Unione di prodotto città d’arte,cultura e affari dove succede a Mario Lugli.Scelto come coordinatore Pietro Fantini.Renato Scuda è stato nominato presidente onorariodell’Unione di prodotto Appennino e verdedell’Emilia-Romagna. A guidare l’Agenzia dimarketing turistico territoriale della Riviera di Riminiè stato chiamato l’assessore provinciale al turismo,Fabio Galli; vice, Patrizia Rinaldis.

TURISMO

LAPAM

Nicola Parenti

Massimo Cavazza

I cartolai scelgono Marginii panificatori CeccoliniUgo Margini, presidente diConfcommercio Emilia-Romagna,è stato chiamato al verticedi Federcartolai, la più grandee antica associazione del settorein Italia. Assieme a lui, altri treemilianoromagnoli in consiglionazionale: Piero Pettini, PaoloCaroli e Medardo Montaguti.Giancarlo Ceccolini, presidentedel sindacato panificatori AscomConfcommercio della provinciadi Ravenna, è stato chiamato altimone dell’Unione regionale deipanificatori dell’Emilia-Romagna.Nel ruolo di vicepresidente, eletto

il bolognese FrancescoMafaro.

Donati presidente nazionaleDalla Pasqua, regionaleFilippo Donati, imprenditore alberghierodi Ravenna, è stato eletto presidentenazionale di Asshotel-Confesercenti, nelcui direttivo entrano Claudio DellaPasqua (Cesenatico), Roberta Penso(Cervia), Giancarlo Morisi (Bologna),Gabriella Gibertini (Modena), MarzioPorta (Tabiano), Gianmarco Rossi(Forlì/Cesena) e Giulia Gervasio (coordi-natrice Assoturismo ConfesercentiEmilia-Romagna). ClaudioDella Pasqua è stato con-fermato alla presidenzaregionale con vice FilippoDonati e Marzio Porta.Al vertice provinciale diRavenna, Roberta Penso.

GrazianoPrantoni

GiancarloCeccolini

CONFESERCENTI

COMMERCIO

Filippo Donati

Roberta Penso

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Superare la crisi, sostenendotutti gli strumenti a difesadell’occupazione e ponendole basi per una ripresa dura-

tura. Con un occhio di riguardo, daun lato, per il welfare e, dall’altro,per la competitività delle imprese elo sviluppo della green economy. Èla rotta imboccata dalla Giunta

della Regione Emilia-Romagna con il bilan-cio di previsione 2010:bilancio che ammontaa oltre 14 miliardi dieuro, dei quali più di4,4 provenienti daentrate proprie dell’en-te di viale Aldo Moro,oltre 4,6 dalla quota dipartecipazione ai tri-buti statali (come Iva e

accise sulla benzina e sul gasolio),quasi 500 milioni da trasferimentidallo Stato e dalla Ue e il restanteda altre entrate proprie (oltre 1,7miliardi), da mutui e prestiti (più di2,5 miliardi) e da trasferimenti inconto capitale.Praticamente obbligata per laRegione la forte attenzione alladifesa del welfare e alla tutela del-l’occupazione, in un quadro nazio-nale che nonostante qualche segna-le di ripresa (in base ai dati Ocse ilPil nel 2010 dovrebbe cresceredell’1,1% dopo il crollo del 2009al meno 4,8%), mostra ancoratutte le difficoltà dell’economia.Una scelta strategica, nonostante lariduzione delle entrate fiscali pro-vocata dalla crisi e la diminuzionedei trasferimenti statali (137,8milioni in meno) che si accompa-gna alla volontà di mettere incampo il massimo sforzo per soste-nere la ricerca e l’innovazione, lasalute, la tutela dell’ambiente, lariqualificazione urbana, la promo-zione del sapere, l’incentivazionedell’uso delle fonti di energia rinno-

8 DICEMBRE 2009

Oltre 14 miliardiper sostenere

il sistema regionee prepararloalla ripresa

PRIMO PIANO

vabile. Tutti interventi che per i ver-tici regionali consentono di dise-gnare il futuro, permettendoall’Emilia-Romagna di presentarsicon spalle robuste all’appuntamen-to con la ripresa economica. “Iltutto razionalizzando ulteriormentei costi di funzionamento dell’ente –spiega il sottosegretario alla presi-denza della Regione Alfredo Bertelli– senza introdurre ticket o incre-mentare il prelievo fiscale, in lineacon le priorità condivise con lasocietà regionale e previste sia nelpatto per la qualità dello svilupposia nel patto contro la crisi avviatonel 2009 con una dotazione finan-ziaria di 520 milioni di euro per gliammortizzatori sociali in deroga,tra risorse statali e risorse del Fondo

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sociale europeo. Tutto questo inmodo tale da far fronte ai problemiposti dalla difficile congiunturaeconomica internazionale nel bien-nio 2009-2010”.La risposta di viale Aldo Moro allacrisi si accompagna a una propostainnovativa di stampo federalistaper risolvere le difficoltà nell’usodelle risorse da parte degli enti loca-li, a causa del patto di stabilità: pro-posta, per ridare slancio agli inve-stimenti, condivisa con i Comuni ele Province per un patto territorialeche possa essere applicato dagli entilocali con maggiori margini di fles-sibilità rispetto ai vincoli attual-mente imposti alla finanza locale.Il primo grande sforzo della Regio-ne si concentra sulla difesa dell’oc-

Welfare e innovazione, lavoratori e imprese: un equilibrio difficile ma possibile

Bilancio 2010: il coraggiodi guardare avanti

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cupazione: per il sostegno finanzia-rio agli ammortizzatori sociali inderoga l’impegno di spesa nel 2010sarà di 148 milioni di euro.Massimo anche l’impegno perrafforzare la competitività delleimprese e contribuire allo sviluppodella green economy. Per sostenerela capacità concorrenziale dellagalassia imprenditoriale della regio-ne saranno messi in campo oltre108 milioni di euro, cui si aggiun-gono 226,5 milioni di investimentidel Programma operativo regionaleFesr 2007-2013, che proprio nel2010 vedrà l’avvio della realizza-zione dei tecnopoli. Per favorirel’accesso al credito 7,7 milioni dieuro andranno agli interventi digaranzia a favore del commercio edel turismo, altri 50 all’industria eall’artigianato, 9,7 alle impreseagricole. Per l’internazionalizzazio-ne sono previsti 10 milioni, per ilsostegno alla costruzione di reti diimpresa altri 5 milioni, a cui siaggiungono risorse europee sul cre-dito per 8 milioni. La pesca potràcontare su 3 milioni di euro, la pro-mozione turistica su 18, mentre allo

L’INTERVISTA

“Abbiamo deciso di affrontare questa crisida tutti i punti di vista”. A parlare è il pre-

sidente della Regione Vasco Errani.Quali obiettivi si pone la Regione?“Il nostro primo impegno è quello di sostene-re il sistema Emilia-Romagna. Non solo nellafase di uscita dalla crisi, ma anche per crearesolide basi per una ripresa che sia duratura.Abbiamo deciso di affrontare questa crisi, chenon va sottovalutata – come per troppotempo ha fatto il Governo – da tutti i punti divista. Con due obiettivi prioritari: impedire lariduzione della base produttiva ed evitare diarretrare dal punto di vista della rete della soli-darietà. Siamo intervenuti già quest’anno conuna organica azione a favore delle famiglie,delle imprese e dei lavoratori occupati nelleaziende in crisi, con risultati assolutamentepositivi. Abbiamo promosso un patto controla crisi – con le forze sociali, con le associazio-ni di categoria, con il sistema produttivo – cheha impegnato risorse pari a 520 milioni. E poiabbiamo confermato il nostro impegno ainvestire per la qualità della ripresa, nella ricer-ca e nella formazione. Con le scelte di bilancio2010 ci prepariamo a proseguire questa azio-ne di contrasto alla crisi – che ha già dimo-strato la propria efficacia – e a guardare in fac-cia una realtà che è ancora difficile. Anche se,nel 2009, devo dire che l’Emilia-Romagna hacomunque registrato l’indice di calo dell’occu-pazione più basso in Italia e il tasso di disoc-cupazione è salito nel primo trimestre al 4,1%contro il 7,4 dell’Italia e il 9,5 dell’Eurozona.Posso dire che abbiamo salvato fino ad oggimigliaia di posti di lavoro”.Cosa mettete in primo piano?“Come dicevo, famiglie e imprese sono alcentro delle nostre azioni. Solo per citarealcuni dati, nel bilancio 2010 ci sono 148milioni per gli ammortizzatori sociali in dero-ga, 300 per provvedimenti per le imprese e550 in favore delle famiglie. Fra questi, 415sono per il Fondo per non autosufficienza, unbudget superiore a quello messo a disposizio-ne dal Governo per l’intero Paese.Proseguiamo quindi il contrasto alla crisi conun impegno importante, con la consapevo-lezza che famiglie e imprese potranno conta-

re su una serie di misure concrete che laRegione sta mettendo in campo e che con-sentiranno di affrontare in modo adeguato iprossimimesi. Possiamo farlo perché abbiamobuone basi: vorrei ricordare che da semprel’Emilia-Romagna scommette sulla qualità delproprio sviluppo. Lo ha fatto, e lo sta facen-do, investendo sulla ricerca privata e pubblica,sui brevetti, sull’alta formazione. E poi inter-venendo sui nuovi modellidi produzione e di consu-mo orientati alla sostenibi-lità ambientale, all’econo-mia verde, alla diffusionesociale dei benefici. Infine,credo che lo sviluppo eco-nomico debba essere lega-to in modo stretto albenessere sociale: dunqueabbiamo scelto di inserireforti elementi di innovazio-ne nel welfare”.C’è una forte attenzione per lo sviluppodella green economy.“Come più volte ha detto l’economistaAmartya Sen, siamo di fronte a due grandiproblemi: la crisi economica e il problema dilungo termine del degrado ambientale. Sonoquestioni che vanno affrontate insieme.Ormai è un dato acquisito: non ci può esseresviluppo duraturo senza affrontare il temagenerale della sostenibilità ambientale. Noistiamo lavorando su più fronti. Il bilancio diprevisione prevede la realizzazione di impian-ti a fonti di energia rinnovabili, con un impe-gno di 76 milioni di Regione ed Enti locali. Epoi realizzeremo aree produttive ecologica-mente attrezzate, mettendo a disposizione62 milioni: ne abbiamo già individuate 30,nelle quali potranno essere ospitate circa1.500 aziende. Senza contare, poi, l’impe-gno che dura da anni sulla qualità dell’aria esulla necessità di investire sul trasporto ferro-viario e di rinnovare il parco bus pubblici.Credo, quindi, che ci sia un grande lavoro dafare, perché non ha senso rimandare la que-stione ambientale a causa della crisi. Anzi, èproprio da qui che occorre partire con rinno-vato slancio”

L’analisi del presidente Vasco Errani

“La qualità dello sviluppoè da sempre la nostra scommessa”

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sviluppo della green economy sonodestinati 76 milioni, per la realiz-zazione di aree produttive ecologi-camente attrezzate e per avviare laqualificazione energetica degli edi-fici e dotare quelli pubblici di fontirinnovabili.Altro settore cardine: il welfare. Allepolitiche sociali andranno quasi 88milioni di euro, 22 dei quali costi-tuiscono un fondo straordinario alquale potranno attingere i Comuniin difficoltà a causa dei tagli ai tra-sferimenti statali. Con un ulterioreincremento, il Fondo per la nonautosufficienza degli anziani arri-verà a superare i 410 milioni dieuro, 188 saranno destinati allaristrutturazione, acquisizione ocompletamento di strutture sanita-rie. La Regione ha inoltre previstodi investire proprie risorse pergarantire la qualità del servizio sani-tario regionale, a fronte di oltre 7,7miliardi provenienti dal Fondonazionale, considerati insufficienti acoprire il fabbisogno.Per il diritto allo studio, la forma-zione, l’accesso al sapere, l’istruzio-ne e le borse di studio e lavorosaranno messi in campo 411,71milioni, cui si aggiungono 7 milioniper l’edilizia scolastica e universita-ria. Per quanto riguarda gli inter-

PRIMO PIANO

venti di politica per la casa sonoprevisti 10mila alloggi per l’acqui-sto della prima casa o per l’affitto acanone sociale o calmierato. Unimpegno a cui si accompagna quel-lo per sostenere l’acquisto dell’abi-tazione da parte delle giovani cop-pie, con 12 milioni di euro che siaggiungeranno a quelli già stanziatinel 2009, e per il contributo alpagamento dell’affitto, con unfondo di 3 milioni di euro. 25milioni la dotazione per le politicheculturali, mentre al trasporto pub-blico locale e ai sistemi di mobilitàandranno oltre 938 milioni, di cui491 per la rete stradale e per l’ac-quisto e l’adeguamento di bus anti-smog, per il potenziamento dellelinee e per l’acquisto di nuovi treni.Capitolo a parte quello dell’am-biente e dello sviluppo sostenibile,cui andranno risorse per oltre 156milioni, mentre all’agricoltura sonodestinati 116 milioni. Per quantoriguarda le uscite, l’83,2% sarannoassorbite dalla spesa corrente (oltre11 miliardi di euro) per garantire iservizi messi a disposizione dei cit-tadini e delle imprese, mentre supe-reranno la quota dei 2,2 miliardi gliinvestimenti.Dalle categorie economiche arrivaintanto un apprezzamento. “In que-

sta fase difficile – dice la presidenteregionale di Confindustria AnnaMaria Artoni - la Regione ha con-fermato e rafforzato i propri inter-venti a favore delle imprese. Haagito sul fronte dell’accesso al credi-to creando un Fondo straordinario erafforzando la patrimonializzazionedei Consorzi fidi regionali, ha incre-mentato gli interventi a favore del-l’internazionalizzazione, che è unadelle principali leve della competiti-vità, e ha previsto uno stanziamentoa favore delle reti d’impresa, sullequali le piccole aziende dovrannosempre più puntare. In ottica dilungo periodo la Regione dovràcomunque continuare a sostenerecon decisione e con risorse adeguate,come ha fatto in questi anni, l’impe-gno delle imprese a favore dellaricerca e dell’innovazione”.Giudizio positivo anche dalla Cna.“La Regione – osserva il segretarioregionale Gabriele Morelli - ha fattoun notevole sforzo a favore delleimprese, anche se questo sforzo siinserisce in uno scenario nazionaledifficile, con un' assenza di interven-ti che rischia di minare anche le poli-tiche regionali. Avremmo bisognoinvece di un alleggerimento dellapressione fiscale e di interventi afavore di una ripresa della domandainterna”.Soddisfazione anche da parte delpresidente regionale della Confarti-gianato Marco Granelli. “Non pos-siamo che apprezzare – dice – lerazionalizzazioni dei costi decisedalla Regione. Plaudiamo anche allascelta di non introdurre ticket e dinon incrementare il prelievo fiscale”.Per Granelli è poi importante rileva-re “l'accoglimento della nostra pro-posta di ricapitalizzazione dei con-sorzi fidi regionali e l'assegnazionedi un fondo straordinario di garan-zia per interventi a sostegno dellePmi per il consolidamento dei debitia breve e per la ristrutturazione delleesposizioni delle aziende”

Il Fondo per la non autosufficienzadegli anziani arriveràa superare i 410 milioni di euro,188 saranno destinatialla ristrutturazione,acquisizione o completamentodi strutture sanitarie

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Unacollaborazione rinnova-ta e rinsaldata per accom-pagnare il tessuto produt-tivo dell’Emilia-Romagna

nella sfida del mercato globale e persuperare la crisi. Regione edUnioncamere, in rappresentanzadel sistema camerale regionale,hanno siglato il 30 novembre 2009,

l’“Accordo Quadroper una nuova fase disviluppo e per la com-petitività dell’econo-mia regionale”. Sononove le linee di inter-vento in cui è articola-to l’Accordo: monito-raggio dell’economia;turismo; agroalimen-tare; politiche comuni-tarie, sostegno all’in-

novazione e alla ricerca; tutela deiconsumatori e consolidamento del-l’imprenditoria femminile; infra-strutture e diffusione del projectfinancing; semplificazione ammini-strativa ed e-government; mercatodel lavoro, formazione imprendito-riale e immigrazione. È una tappaimpegnativa di un’ alleanza strate-gica - sancita dalla firma del presi-dente della Regione Vasco Errani edel presidente dell’UnioncamereAndrea Zanlari – che si pone inlinea di continuità di un percorsoche ha permesso di realizzare ini-ziative operative congiunte.“È la terza generazione di accordi– ha sottolineato il presidenteVasco Errani – che si inquadra inquanto già fatto questi anni.

12 DICEMBRE 2009

SCENARI

Nove le lineedi intervento

in cui è articolatal’intesa, di durata

triennale

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i Siglato l’Accordo Quadro per lo sviluppo e la competitività del “sistema Emilia-Romagna”

Regione e Unioncamereinsieme per lo sviluppo

Prosegue, infatti, in un impiantoben sperimentato, la condivisionedi politiche per la qualità e lo svi-luppo integrato del sistema econo-mico-imprenditoriale dell’Emilia-Romagna”. All’Accordo potrannocollegarsi anche azioni comuni congli Enti Locali per superare i vin-coli del Patto di stabilità per ilquale “la Regione su questo ha giàdato un suo contributo. Lo hafatto – ha aggiunto Errani – met-tendo a disposizione dei Comuni edelle Province emiliano romagno-le, uno spazio del proprio bilanciodi oltre 60 milioni di euro. Questorenderà possibile agli Enti Localidi attuare i propri investimenti,soprattutto, in questo momento dicrisi, quelli di carattere anticiclico.

Inoltre, per il futuro, stiamo lavo-rando a una proposta di federali-smo reale, condivisa con leAssociazioni dei Comuni e delleProvince. Un Patto di stabilità ter-ritoriale che, con flessibilità, possaessere applicato all’insieme deiComuni, delle Province e allaRegione”.Il fatto che serva un crescentecoordinamento delle azioni è con-fermato dalla politica delle allean-ze che Unioncamere Emilia-Roma-gna ha concretizzato negli ultimianni a livello regionale.“L’Accordo Quadro – ha ribadito ilpresidente di Unioncamere, AndreaZanlari – è un passo importante perlo sviluppo delle strategie economi-che del territorio. Regione e Camere

Foto di gruppodei presidenti camerali

dell’Emilia-Romagnaalla firma dell’Accordo Quadro

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di commercio condividono lavisione che il territorio e l’impresarappresentano due ambiti inscindi-bili. Ci sono ampi spazi di lavorolegati a questo patto, nuovo signi-ficativo passaggio che conferma unfilo rosso di collaborazione tra laRegione e il sistema cameraledell’Emilia-Romagna, accomunatidall’obiettivo di elevare la competi-tività delle imprese e dell’econo-mia”. Gli obiettivi del nuovoAccordo puntano a confermare edestendere le modalità di collabora-zione e l’attuazione di Protocolli eintese realizzate negli anni passati inparticolare con gli Assessorati regio-nali di riferimento. Il documento pre-vede inoltre azioni congiunte percontribuire a superare la fase recessi-va innescata dalla crisi finanziariainternazionale, costruendo un tessu-to economico strutturalmente piùcompetitivo, senza indebolire la coe-sione sociale, valorizzando e accre-scendo le sinergie fra le competenzedi programmazione, di indirizzo e digoverno proprie della Regione e lefunzioni delle Camere di commerciorelative alla promozione dello svilup-

po locale e della competitività delleimprese.L’Accordo, di durata triennale, saràsottoposto a verifica di anno in anno,e sarà tacitamente rinnovato per unanalogo periodo alla scadenza.

Linee prioritariedi intervento congiuntoLa collaborazione sancita dall’Ac-cordo Quadro si sostanzia in noveimpegnative linee di lavoro.Innanzitutto, il monitoraggio dell’e-conomia (in particolare, con il poten-ziamento dell’attività degli Osserva-tori regionali promossi in varie mate-rie e lo sviluppo di quello relativo alleimprese cooperative e a titolaritàfemminile) e gli interventi di sviluppodelle attività turistiche volti ad ana-lizzare le dinamiche e potenzialità delsettore, oltre che a impostare iniziati-ve integrate.Un altro terreno su cui si misurerà lacapacità d’azione comune è la valo-rizzazione dei prodotti agroalimenta-ri di qualità attraverso progetti coor-dinati per promuovere il patrimonioculturale e i prodotti tipici e di qua-lità. In questo senso, prioritari saran-no progetti sulla qualità e la sicurez-za alimentare, la ricerca e l’innova-zione nella filiera agroalimentare.Lo sportello regionale per l’interna-zionalizzazione favorirà un coordi-namento delle iniziative in materiarivolte all’imprenditoria regionale,con l’obiettivo di rendere più incisivala collaborazione sui programmipromozionali.Attraverso le politiche comunitarie,lo sviluppo sostenibile, l’innovazionee ricerca, si incentiverà l’applicazionedelle norme in materia ambientalepromuovendo al contempo l’adesio-ne delle imprese ai sistemi comunita-ri di certificazione. Si favorirà la dif-fusione dei servizi forniti dalla retedella ricerca industriale e del trasfe-rimento tecnologico regionale.Inoltre – per regolare il mercato, latutela dei consumatori e il consoli-damento dell’imprenditoria femmi-nile – sarà ampliato l’utilizzo di stru-menti alternativi delle controversie,come la conciliazione, individuandostrategie comuni per la tutela deiconsumatori e il monitoraggio dei

prezzi e delle tariffe. Un altro obiet-tivo è intensificare i rapporti sul ver-sante della politica “di genere” pertrasferire “buone prassi”, previstanel programma regionale per l’im-prenditoria femminile. Per quantoriguarda le infrastrutture sarà pro-mosso l’utilizzo e la diffusione delproject financing per far crescere ilricorso al parternariato pubblico-pri-vato, ma soprattutto saranno messein campo azioni comuni con gli EntiLocali per superare i vincoli del Pattodi stabilità.Attraverso la semplificazione ammi-nistrativa e l’ e-government si pun-terà ad accrescere l’impegno per laricerca e lo sviluppo sui temi dellagovernance dei sistemi a rete per unamaggiore facilitazione degli adempi-menti delle imprese e garantire l’uti-lizzabilità delle procedure informati-che della comunicazione unica per leimprese artigiane. Infine per quantoconcerne il mercato del lavoro, laformazione imprenditoriale e l’immi-grazione, Regione e Unioncamerecondivideranno iniziative nell’ambi-to della formazione professionale,continua e superiore. Nello stessoambito, è previsto un coordinamentodei sistemi di monitoraggio dei fabbi-sogni occupazionali. Temi importan-ti collegati sono la cultura dell’inte-grazione scuola-lavoro, azioni diinformazione e formazione perl’accesso dei cittadini stranieri allavoro autonomo e il supporto allanascita di imprese a titolaritàextracomunitaria

Vasco Errani,presidentedella RegioneEmilia-Romagna,con il presidentedi UnioncamereregionaleAndrea Zanlari

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14 DICEMBRE 2009

SCENARI

IL FOCUS

Entrate in picchiata, trasferimenti incalo. Per le Province emiliano-

romagnole il 2009 si chiude con la pro-spettiva di una pesante crisi finanziaria.Difficile, in questo quadro, definire ibilanci preventivi del 2010. Impossibile,poi, continuare a investire senza dero-gare al Patto di stabilità. La soluzione?Territorializzare, regionalizzare questopatto, facendo dell’Emilia-Romagnal’avanguardia del – tanto declamato –federalismo fiscale. La denuncia (e laproposta) vengono da Vincenzo Ber-nazzoli, presidente dell’Unione provin-ce dell’Emilia-Romagna (Upi) e dellaProvincia di Parma.“Le nostre entrate principali – affermaBernazzoli – sono legate al mercato del-l’auto, che stenta a riprendersi, e allepolizze RC Auto, che vengono ridotte oaddirittura evase: non si lascia pertantoautonomia alla capacità contributivadelle Province che vedono fortementepenalizzate le proprie entrate. La perditadei tributi propri, poi, negli ultimi dueanni (2008 e 2009) è arrivata intorno al15-17%, per un valore di oltre 500milioni di euro”. Tutto ciò, impediscealle Province di investire nello sviluppoeconomico, nelle infrastrutture, nellamessa a norma dell’edilizia scolasticasuperiore e nella sicurezza del territoriocon opere di difesa del suolo, “e – riba-disce Bernazzoli – una Provincia che nonpuò far vivere il proprio potenziale è un

danno per il Paese, ma soprattutto è undanno per le imprese, per i lavoratori,per gli studenti e per le famiglie, per cuisiamo tutti obbligati (Stato, Regione,Enti Locali) a reagire e cercare di trovarerisorse nuove”.Il Patto di stabilità - sostiene il rappre-sentante delle nove Amministrazioniprovinciali emiliano-romagnole - oggi difatto impedisce di assumere risorse pro-fessionali nuove e soprattutto “non ciconsente di spendere gli avanzi diamministrazione, bloccando così letante opere pubbliche che siamo ingrado di cantierare offrendo lavoro allepiccole-medie imprese di costruzione”.Infatti il 66% degli investimenti in operepubbliche in Italia è, come noto, affida-to ai Comuni, alle Province e alleRegioni. “Le Province hanno fatto laloro parte – ricorda Vincenzo Bernazzoli– cercando di risparmiare attraverso larazionalizzazione dei servizi e la riduzio-ne dei costi del personale e della politi-ca, incentivando gli sforzi sulle funzionifondamentali, ma occorre che tutti fac-ciano altrettanto”. Il Patto di stabilitàdeve pertanto essere derogato per darmodo alle Province di mettere in campole risorse disponibili dai residui di ammi-nistrazione e sbloccare le opere sul terri-torio.“Occorre quindi – incalza il presidente diUpi e della Provincia di Parma – che oltreai buoni propositi del Governo sulFederalismo Fiscale e sul Codice delleAutonomie, si apra immediatamenteuna stagione che anticipi le due leggi diriforma e, al tempo stesso, si conquistinostanziamenti straordinari per opere pub-bliche immediatamente cantierabili, cheper le nove Province dell’Emilia-Roma-gna ammontano a 243 milioni di euro”.È proprio su questo versante, che è arri-vata una prima risposta dalla RegioneEmilia-Romagna, attraverso lo stanzia-mento di 70 milioni di euro, di cui 40destinati alle Province, che possonoavviare investimenti in deroga al Patto diStabilità, accollandone l’onere allaRegione. Il passo successivo sarà quello diattuare, per il 2010, il Patto di StabilitàTerritoriale che, se accettato dal Ministero

delle Finanze, consentirà di governarel’insieme delle risorse di bilancio deiComuni, delle Province e della Regione,permettendo agli enti virtuosi, chehanno buone capacità di investimento,di utilizzare, in deroga al Patto diStabilità, le economie che si realizzanonel territorio regionale e che, attual-mente, finiscono a Roma, nel “caldero-ne nazionale”.“Si tratta – prosegue Bernazzoli – diuna proposta straordinaria, già previstanella manovra finanziaria del 2008, eche farebbe dell’Emilia-Romagna unavamposto di anticipazione e speri-mentazione del Federalismo Fiscale, inquanto recupera e reimpiega sul pro-prio territorio preziose risorse che, altri-menti, andrebbero perdute applicandoi soli limiti del Patto di Stabilità”.A legislazione vigente, il calo delleentrate superiore al calo dei costi fissi(personale – utenze – mutui) comportauna rigidità di bilancio “dalla quale –conclude Bernazzoli – è impossibileuscire se non si ricorre al Patto diStabilità Territoriale che vede protago-nisti la Regione assieme a Comuni eProvince”

Le Province alle prese con il calo delle entrate e dei trasferimenti

Il Patto di stabilità? Meglio se regionale

Le entrate delle 9 Province nel 2010 caleranno dell’11%

I trasferimenti dallo Stato calano del 57%I trasferimenti dalla Regione calano del 18%Sul versante della spesa calano anche i costi del personale (-3%)Cala la spesa in conto capitale (-13%)Cala anche la spesa corrente (-7,8%)

Le opere cantierabili ammontano:Strade e viabilità €. 133.000.000Edifici scolastici €. 42.000.000Difesa del suolo €. 50.000.000Patrimonio proprio €. 17.000.000

Vincenzo Bernazzoli

I dati

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16 DICEMBRE 2009

INDAGINE

ziamenti – ha sottolineato DuccioCampagnoli, assessore regionale alleAttività produttive, durante la pre-sentazione del Rapporto – Nel 2010non basta aspettare la ‘ripresina’, maoccorre un intervento straordinario,innanzitutto di politiche governativesino ad ora del tutto assenti, per sal-vaguardare e rilanciare il patrimoniodell’industria italiana. In Emilia-Romagna servono ancora di piùinnovazione, capacità di internazio-nalizzazione e quindi crescita, inte-grazione e creazione di nuove retid’impresa. Dobbiamo poi affrontaredavvero – ha concluso Campagnoli –la nuova sfida di una evoluzione del-l’economia per creare una nuovaindustria e nuovo lavoro anche neiservizi, con l’investimento nelle cittàe nei territori”.Alla diminuzione del Pil pari al4,6%, corrisponderà per il 2009 uncalo della domanda interna (sarà del3,2%), mentre il decremento piùsignificativo l’hanno ovviamentemanifestato le esportazioni, legatestrettamente al contesto internazio-nale, con un saldo negativo del22,9%. L’industria ha evidenziatouna situazione negativa, che dovreb-be tradursi in una flessione reale delvalore aggiunto prossima al 13,0%,largamente superiore alla diminuzio-ne del 3,3% riscontrata nel 2008.Nei primi nove mesi del 2009 la pro-duzione dell’Emilia-Romagna èmediamente diminuita del 14,9%rispetto ai primi nove mesi del 2008,che a loro volta avevano registratoun decremento dello 0,6%. Sotto l’a-spetto del credito, la minore doman-da di finanziamenti, insieme a unamaggiore restrizione adottata dallebanche nel concederli, è sfociatanello scorso settembre in un calo ten-denziale del 5,1%, in linea con quan-to avvenuto in Italia (meno 6,0%).“L’anno scorso le previsioni eranopiù ottimistiche, perché nessuno si

aspettava il crollo della domanda chec’è stato nel primo trimestre del 2009– ha precisato il presidente diUnioncamere Andrea Zanlari – se lasituazione si fosse protratta per altridue trimestri, la domanda si sarebbeazzerata in Emilia-Romagna e intutta Italia. Oggi stiamo recuperandoe cominciano a intravedersi spiraglidi ripresa, anche se il contesto restadifficile. Se il valore aggiunto delmodello emiliano-romagnolo varicercato nella capacità di ottenererisultati economici e assicurare sulterritorio un’elevata coesione sociale– ha aggiunto Zanlari – oggi la stra-da della ripresa passa dal saper esse-re regione-sistema. La sfida globale sigioca tra sistemi territoriali cherichiedono una dimensione adeguatacome quella regionale. In questosenso va considerato una risorsa perguardare avanti l’Accordo Quadrosiglato da Unioncamere e RegioneEmilia-Romagna, a conferma di unfilo rosso di collaborazione strategicae operativa per elevare la competiti-vità dell’economia del territorio”.

Un 2009 che ha segnatoprofondamente anche l’eco-nomia dell’Emilia-Roma-gna. Il crollo della doman-

da su scala mondiale non poteva nonavere effetti anche sul sistema regio-nale. Numeri significativi secondo ilRapporto sull’economia regionale2009 realizzato da Unioncamere e

Regione Emilia-Roma-gna, tuttavia i dati rac-contano anche di comele ripercussioni dovutealla recessione sianorisultate attenuate rispet-to al resto del Paese. IlPil, infatti, subisce inEmilia-Romagna un calodel 4,6%, rispetto allamedia nazionale che siattesta a unmeno 4,8%.

Allo stesso modo si registra unasostanziale tenuta dell’occupazione,con la crescita contenuta del tasso didisoccupazione al 3,7-4% nel 2009rispetto al 3,2 dell’anno precedente.Va però sottolineato il ruolo determi-nante del massiccio utilizzo degliammortizzatori sociali e, in partico-lare, degli ammortizzatori in derogaapplicati anche a tutte le piccoleimprese di settori prima non coperti eora attivati con l’intervento dellaRegione Emilia-Romagna. Si regi-strano poi gli effetti positivi del“Patto per attraversare la crisi” sotto-scritto dalla Regione con le partisociali e gli enti locali del territorio,che ha evitato il ricorso ai licenzia-menti. Sono stati infatti sottoscritti(dati aggiornati a fine novembre) 498accordi di Cigs (Cassa integrazionestraordinaria), mentre ammontano a4.432 gli accordi per gli ammortizza-tori sociali in deroga. Provvedimentiche, complessivamente, hanno inte-ressato ed evitato i licenziamenti percirca 40 mila lavoratori.“Per salvaguardare l’occupazione èdecisivo l’accordo per evitare i licen-

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Salvati 40milalavoratori.

Efficaci le politicheper il sostegno

del credito

Brusca frenata del Pil, ma l’occupazione tiene e le aziende continuano a lavorare

Rapporto economia 2009Il “patto” ha funzionato

Duccio Campagnoliassessore regionale

Attività produttive

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DICEMBRE 2009 17

Il lavoro e l’occupazioneNel 2009 la crescita del tasso didisoccupazione risulta contenuto,arrivando al 3,7-4% per cento rispet-to 3,2% del 2008. L’Emilia-Roma-gna si colloca così su livelli tra i piùcontenuti del Paese. Nel secondo tri-mestre del 2009 la regione ha infattievidenziato ancora il migliore tasso dioccupazione sulla popolazione in età15-64 anni, arrivando a sfiorare lasoglia del 70%, che è uno degli obiet-tivi, da qui al 2010, contemplati dallastrategia di Lisbona. Per mantenere ilivelli di occupazione è apparso fon-damentale l’utilizzo degli ammortiz-zatori sociali, con oltre 55 milioni diore autorizzate (gennaio-novembre2009) nelle tre gestioni (Cig, Cigs,edilizia). Lo scenario predisposto daUnioncamere Emilia-Romagna ePrometeia prevede una diminuzionedelle unità di lavoro, che misurano ilvolume di lavoro svolto e dannoquindi conto anche dell’impatto dellacassa integrazione, pari al 2,1% nel2009. I risvolti più critici riguardanoinvece il turn over dei posti di lavoroe cioè le nuove assunzioni, che hannosubito una flessione del 20% nel2009. Allo stesso modo si registrauna significativa riduzione e il man-cato rinnovo dei contratti a termineper circa 25 mila unità.

Le previsioni per il 2010Le previsioni di Unioncamere Emilia-Romagna e Prometeia, redatte a

novembre, descrivono per l’Emilia-Romagna uno scenario di ripresa,seppur dai toni contenuti. Il Prodottointerno lordo dovrebbe crescere intermini reali dello 0,9%, recuperan-do parzialmente sulla flessione del4,6% prospettata per il 2009.Nell’anno successivo si dovrebbeavere un aumento più significativopari all’1,5 per cento. Gli investimen-ti tornerebbero a crescere dell’1,4%.Nel 2011 dovrebbe subentrare unmiglioramento relativamente piùtangibile, sia per i consumi finali cheper gli investimenti fissi lordi. Il mag-giore sostegno alla crescita del Pilverrà dall’export di beni, che dovreb-be tornare a risalire, in coincidenzacon la ripresa del commercio inter-nazionale, dopo la forte flessioneaccusata nel 2009. Il 2010 dovrebbeinfatti chiudersi con un aumentoreale del 3,6%, destinato a salire al4,3% nell’anno successivo.

Le politiche per uscire dalla crisiInnovazione e tutela sociale restanoanche per il 2010 gli obiettivi priori-tari della politica della Regione, cheha confermato e rafforzato con ilpacchetto anti crisi varato dallaGiunta regionale e attraverso le scel-te del Piano territoriale regionale perun nuovo sviluppo. Sono poi previstiper il 2010 programmi regionali di

La crisi non ha colpito allo stesso modotutta l’Emilia-Romagna. Secondo le

stime realizzate da Unioncamere in colla-borazione con Prometeia il valore aggiun-to nel 2009 calerà ovunque,ma con varia-zioni più consistenti perModena e Reggio.“Colpa” della forte vocazione manifattu-riera – e in particolare meccanica – delledue province emiliane. A risentire menodella crisi globale è Parma, un risultatoascrivibile alla forte incidenza della filieraagroalimentare. A fronte della minor dina-mica del 2009, i territori modenese e reg-giano saranno quelli che nel 2010 megliodelle altri agganceranno la ripresa, con un

tasso di crescita del valore aggiunto rispet-tivamente dell’1,7% e dell’1,5 per cento. Idati previsionali trovano conferma nei daticongiunturali. In forte calo le esportazioni,in crescita esponenziale la Cassa integra-zione, ancora una volta con forti differen-ziazioni territoriali. La Cassa integrazione,ad esempio, è aumentata di 3,5 volte inun anno a Parma e di oltre 26 volte aReggio. L’export si è ridotto dell’11% aPiacenza e di oltre il 37% a Ferrara. Stessavariabilità per la produzione, che fa regi-strare la contrazione più ridotta a Parma(meno 10,8%) e quella più consistente aReggio (meno 18 per cento)

Modena e Reggio le province più colpite dalla crisiPrime a subire, prime a reagire

sostegno al sistema produttivodell’Emilia-Romagna che da un latoaffrontano le contingenze dettatedalla crisi e dall’altro investono suifattori strutturali della competitività.In particolare, 60 milioni di eurosono destinati al sistema del credito edelle garanzie: di questi, 50 attive-ranno un fondo straordinario digaranzia che metterà a disposizione,per l’azione comune con i ConsorziFidi regionali, un plafond di 1,5miliardi di euro accessibile alleimprese. A questi si aggiungono 10milioni di euro per la patrimonializ-zazione dei Consorzi Fidi, attraversol’Intervento regionale per l’adegua-mento ai requisiti previsti dall’art.107 del decreto legislativo 385/93: intal modo i Consorzi fidi potrannoaffiancare alle imprese il loro ratingdi garanzia per facilitare e allargarel’accesso al credito.Ammontano invece a 6,5 milioni dieuro le risorse destinate alla creazionedi reti di imprese e nuove imprese.Per sostenere l’export e l’internazio-nalizzazione saranno a disposizione15 milioni di euro, mentre 10 milioniverranno destinati alla ricerca indu-striale attraverso il nuovo bando “daidistretti produttivi ai distretti tecnolo-gici”. Nelle politiche regionali per gliinvestimenti infrastrutturali sono poipresenti i 129milioni per la creazionedella rete dei Tecnopoli e i 79 milionidi euro per la promozione di greeneconomy

LA SCHEDA

Var export 9 CIG 11 mesi Valore Valoremesi variazione aggiunto aggiunto

2009/08 2009/08 2009 2010

Piacenza -10,8% 639,97% -4,4% 1,0%Parma -17,8% 358,60% -3,6% 1,2%Reggio Emilia -25,8% 2675,44% -6,7% 1,5%Modena -26,1% 1034,94% -6,2% 1,7%Bologna -27,4% 579,80% -4,2% 1,1%Ferrara -37,5% 501,56% -4,6% 1,4%Ravenna -23,7% 999,39% -4,0% 0,5%Forlì-Cesena -29,3% 931,96% -4,2% 0,5%Rimini -27,6% 1234,14% -4,2% -0,1%Emilia-Romagna -25,4% 792,39% -4,8% 1,1%Italia -23,1% 370,25% -5,0% 0,8%

Fonte: elaborazione Centro studi e monitoraggio economiadi Unioncamere Emilia-Romagna su fonti varie

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18 DICEMBRE 2009

INVESTIMENTI

Rilanciare la crescitaattraverso l’adeguamen-to infrastruttuale. Perdare respiro alle imprese

emiliane e a tutto il sistema logisti-co nazionale bisogna intervenirecon urgenza sul fronte investimentinelle grandi opere viarie in regione.È l’indicazione più importante

emersa dalla tavolarotonda “Sviluppo ecrescita del territorio:sostenibilità ambientalee infrastrutture” orga-nizzata a Bologna daBiis, la Banca infra-strutture innovazione esviluppo del gruppoIntesa Sanpaolo dedi-cata al Public Finance.Secondo Mario Ciac-

cia, amministratore delegato diBiis: “La scarsa funzionalità deitrasporti ha costi altissimi sulmancato sviluppo. Questa regioneha un enorme potenziale di cresci-ta inespresso. Le risorse ci sono,servono la fiducia e le certezze chevengono solo dal ‘pubblico’. I 683giorni richiesti in media per fareuna gara sono troppi rispetto adaltri analoghi euro-territori”. Sullacompetitività dell’economia regio-nale pesa, in pratica, un sistemaviario e ferroviario inadeguato asostenere sia il traffico di attraver-samento che quello interno dibreve percorrenza. Per migliorarela situazione, pubblico e privatodevono lavorare in sinergia.Finora Biis ha erogato già duemiliardi a favore della realizzazio-ne e del potenziamento del settoredelle infrastrutture, fonti energeti-che rinnovabili, settore sanitario,università e ricerca, servizi pubbli-ci locali e sviluppo del territorioin Emilia-Romagna. “Le infra-strutture rappresentano una dellepossibili leve su cui agire per acce-

L’Emilia-Romagna sconta, sul fronte grandi opere, ritardi comuni a tutto il “sistema Paese”

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Grande volanoper l’economia,

elemento cardineper guadagnare

competitività

(per il quale mancano ancora 50milioni che saranno reperiti dallaconclusione del contratto di servi-zio con Rfi), e poi ancora ilPassante Nord e il Servizio ferro-viario metropolitano. Infrastruttu-re che darebbero slancio alla ripre-sa se avviate in tempi brevi. Stessodiscorso sul Metro di Bologna –Biis ha ritenuto economicamentesostenibile l’impegno a realizzarel’opera attraverso la tariffazione –condizionato al rispetto del pattodi stabilità che impedisce di sbloc-care le risorse necessarie. La scarsafunzionalità dei trasporti pesereb-be poi, pesantemente, sullo svilup-po del sistema turismo.Superare i localismi e investire sulleinfrastrutture – a cominciare dal

lerare la ripresa e rafforzare lacompetitività delle imprese, che èostacolata anche da costi logisticieccessivi”, conclude Ciaccia. Costiche, attualmente, incidono percirca il 22% sulla produzioneindustriale mentre in altri paesieuropei si attestano al 16 percento. Quindi bisogna snellire imeccanismi di spesa, giudicatitroppo farraginosi rispetto aglistandard europei, per sbloccare lerisorse utili allo sviluppo.Solo su Bologna, riconosciutacome nodo strategico nazionale,sono bloccate opere fondamentalicome la metropolitana, il nodo diRastignano (per cui l’esecutivo si èimpegnato a finanziare i 30 milio-ni necessari), quello di Casalecchio

Il rilancio della crescitapassa dalle infrastrutture

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capoluogo – sarebbe dunque l’unicomodo per permettere all’Emilia-Romagna di attrarre investimenti erecuperare competitività a livelloeuropeo: secondo il rapporto elabo-rato dal Servizio studi e ricerche diIntesa Sanpaolo, l’Emilia-Romagnamostra infatti una dotazione diautostrade e di linee ferroviarie alli-neata alla media nazionale, ma è insignificativo ritardo verso regionieuropee simili in termini di dimen-sione e ricchezza. Rispetto, adesempio, a regioni come Alsazia eBaviera conta 134 chilometri diautostrade per milione di abitanti,contro rispettivamente 162 e 193;peggio va sul fronte dei trasportiferroviari con 253 chilometri di reterotabile per milione di abitanti, con-tro 434 e 489.Il gap infrastrutturale italiano edella regione sarebbe figlio di causediverse. I ritardi nella realizzazionedelle infrastrutture possono esserericondotti alla scarsità di risorsepubbliche disponibili, ai tempi diassegnazione e realizzazione delleopere, alle difficoltà a gestire rap-porti pubblico-privati e alla presen-za di distorsioni nei costi di realiz-zazione. Non è quindi solo una que-stione finanziaria. Per la definizione,approvazione e realizzazione deiprogetti, il tempo medio di forma-zione di una gara d’appalto e suadefinitiva aggiudicazione è di 693giorni: inferiore alla media naziona-le (900 giorni), ma comunque ecces-sivo. Oggi l’Emilia-Romagna è inte-ressata da un intenso programma dipotenziamento delle infrastruttureviarie (il fabbisogno complessivo diinvestimenti è stimato in oltre 10miliardi), ma le opere realizzate e diprossima cantierabilità potrannomigliorare la viabilità e garantire lacompetitività solo se realizzate intempi idonei.Per Piero Collina, presidente del con-sorzio Cooperative costruzioni:“Questo è il momento più delicatodegli ultimi 10 anni. La crisi sbattecontro la lunga immobilizzazione deicapitali delle imprese edili per legrandi opere. Dovrebbe accadere ilcontrario, cioè smobilizzare gli inve-stimenti fatti e ridurre il rischio.Invece mancano gli strumenti e ilpubblico non chiude il rapporto con

il soggetto che ha realizzato l’opera”.Sul fronte energie rinnovabili, inve-ce, l’Emilia-Romagna rappresentauna best practice a livello naziona-le. Nonostante una dotazione dirisorse che non la avvantaggia èsenza dubbio fra le regioni virtuosesia in termini di produzione di ener-gia elettrica da solare fotovoltaico(quarta regione a livello nazionale,

con una quota pari al 9,1% dellaproduzione nazionale) che da rifiu-ti (seconda regione). Tuttavia gliobiettivi posti per l’Italia (il 17%del consumo finale lordo di energiacon energie rinnovabili nel 2020)sono ambiziosi e gli investimentinecessari per conseguirli elevati (sistima possano essere pari a 40miliardi a livello nazionale)

DICEMBRE 2009 19

IL CASO

Via libera al Piano strategico metropolita-no (Psm) di Bologna cui spetterà deli-

neare obiettivi e strategie per il futuro delcapoluogo. A Massimo Bergami, docenteuniversitario di Organizzazione aziendale edirettore dell’Alma Graduate School, è statoaffidato l’incarico di coordinare i 4 membridel gruppo guida (Isabella Seragnoli,Gianluca Fiorentini, Piero Gnudi e RobertoTunioli), ingaggiato da Comune e Provinciadi Bologna e dalla Regione per definire pro-spettive e scenari dello sviluppo della città daqui ai prossimi 20 anni. Accanto al gruppoguida è stato costituito un comitato tecnicoscientifico di 18 membri, che sarà, tra l’altro,responsabile dell’ascolto degli stakeholder(cittadini, associazioni e altri gruppi di inte-resse) per capire le reali istanze del territorio.Tutti presteranno servizio per la città a titologratuito.Quanto ai tempi del percorso operativo, agennaio e marzo si terranno le audizioni e gliincontri con le ‘città benchmark’ – comeTorino, Barcellona, Vancouver e Lille – che sisono dotate di un piano strategico. Sulleprime ipotesi elaborate si avvierà poi il con-fronto con la cittadinanza tramite assembleee forum, per arrivare a giugno-luglio 2010

quando sarà presentato il documento finalecontenente visione, identità e priorità strate-giche per la città. Definita questa primatappa si deciderà se proseguire o meno ilpercorso di lavoro e in che termini. “Il pianoè un atto volontario e collegiale – precisaBeatrice Draghetti, presidente della Provincia– che mira a definire una strategia condivisaper interventi sia pubblici sia privati. Un cam-mino reale per il quale serve grande concre-tezza”.Sull’adozione di un piano strategico metro-politano insisteva da tempo UnindustriaBologna. “Serve chiarezza sulla centralità diBologna”, sottolinea Maurizio Marchesini,presidente di Unindustria. Tutta l’operazionegode del sostegno della Regione EmiliaRomagna. “C’è una forte assonanza divedute e di strategie – assicura GiancarloMuzzarelli, assessore regionale allo Sviluppoterritoriale – la leva è una concreta coopera-zione istituzionale mirata a cambiare perinnovare e a rendere Bologna ‘città trainan-te’ di tutta l’Emilia-Romagna”. Il piano stra-tegico sarà sopratutto una bussola per enti eistituzioni del territorio, con l’obiettivo ultimodi far sì che Bologna torni a essere una capi-tale europea

Al via il Piano strategico per la città metropolitana

Bologna, “Il Futuro è adesso”

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20 DICEMBRE 2009

rimasta ai vertici anche per il petro-lio, il cui aumento di prezzo ha con-sentito di migliorare la bilanciacommerciale.È quindi una frontiera che puòriservare opportunità di business alMade in Italy, che rimane molto invoga. È un mercato appetibile inmodo trasversale, che va peròaffrontato in modo corretto e coniniziative mirate. È questa la stradache le imprese emiliano-romagnolestanno percorrendo con il sostegnodi Regione, associazioni di catego-

ria e Camere di commercio.Tessile-abbigliamento e agroalimen-tare sono i settori su cui si è puntatoalla ricerca di nuovi spazi. “È in Rus-sia – spiega Antonio Franceschini,segretario di Cna-Federmoda – chefinisce oltre il 20% delle esportazionidi abbigliamento emiliano-romagno-lo, leader di quel mercato grazieall’alta qualità dei tessuti, alla creati-vità e originalità dei capi uomo-donna emaglieria, ai particolari dellalavorazione e a prezzi competitivi”.La crisi ha comportato una selezione

Tra le grandi economie mon-diali emergenti, la Russia èda oltre sette anni al terzoposto come dinamica di svi-

luppo, dopo la Cina e l’India. Il Pil ela produzione industriale sono staticostantemente in crescita fino a subi-re un forte ridimensionamento conl’esplodere della crisi internazionale.

Aumento dei prezzi edisoccupazione sonostati i segni più evidentidei mesi più duri dell’e-conomia russa, che orapare stia cominciando amostrare un migliora-mento.Secondo i dati dellaCamera di commercioitalo-russa, il Pil nel2009 è calato attorno

al 7% ma la discesa ha iniziato afrenare nell’ultimo quadrimestre,mentre per il 2010 la crescita è sti-mabile attorno al 2,5%.Anche durante la crisi, la Russia si èconfermata leader mondiale comeproduttore di gas naturale ed è

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Moda e gastronomia di qualità i due nuovi filoni più promettenti per le nostre imprese

Anche per la Russiaprimi segnali di ripresa

Tra le iniziative,la missione

nella capitale russadi Cna Federmoda

Emilia-Romagna

IL CASO

L’azienda bolognese festeggerà tra pochi mesi i vent’anni di rotte verso la RussiaAmazzoni, in prima linea dagli Urali a Vladivostok

Sono oltre 3.000 i chilometri per Mosca, ma laFederazione Russa è molto di più: è attraversata da

12 fusi orari e si estende fino alla lontanissimaVladivostok in Siberia. Anche lì arrivano le merci spedi-te da Amazzoni, società di spedizioni e trasporti contesta e cuore tutto femminile, che ha sedenell’Interporto di Bologna e tra pochi mesi festeggeràvent’anni di rotte verso la Russia.Amazzoni è un’impresa che conosce a fondo l’area deiPaesi ex sovietici, dove garantisce un servizio concor-renziale con certezza di riferimenti operativi e contrat-tuali. In pratica, Amazzoni rappresenta un solo interlo-cutore che ha la capacità di arrivare ovunque sul terri-torio di riferimento grazie alla partnership con impreselocali specializzate, pronte a risolvere in loco ogni insi-

dia, sia pratica, intesa come mezzi di trasporto, cheburocratica, quindi ogni formalità.Recente è l’accordo con la centrale doganale per il ter-ritorio russo, la società Rostek che ha una vasta rete disportelli operativi. “Amiamo le sfide – sostengonodallo staff di Amazzoni – e abbiamo puntato sulla per-sonalizzazione del servizio. Le ripercussioni della crisisul mercato russo in questo ultimo periodo ci hannoportato a ridurre carichi e frequenza delle partenzelavorando sulla flessibilità. Il 2010 sarà ancora un annodifficile, ma chi saprà interpretare l’evoluzione di unmercato che sta cambiando e sta elevando verso l’altola richiesta di beni, potrà uscirne rafforzato. Da partenostra stiamo ampliando la gamma dei servizi e la tipo-logia della clientela”

EXPORT

A fine novembre,i rappresentanti

del Desk delsistema camerale

emiliano-romagnoloa Mosca hanno

incontrato le impresein un tour operativo

che ha toccatoReggio Emilia,

Parma, Ferrara,Piacenza, Rimini

e Ravenna

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DICEMBRE 2009 21

IL FOCUS

Un’eccellenza presa come esempio di “best practice comunitaria”È la meccanica ad aver trainato il boom

Negli anni di forte crescita dell’exportdall’Emilia-Romagna verso la Russia

(dal 2000 al 2008 quasi del 400%), chel’hanno portata al sesto posto tra i primi 20partner commerciali, è stata la meccanica afare da traino. Non a caso, il distretto regio-nale della meccanica avanzata, scelto comeesempio di eccellenza di cluster industriale, èstato visitato dal ministro dell’Industria e delcommercio della Federazione Russa ViktorBorisovich Khristenko assieme al vicepresi-dente della Commissione europea GünterVerheugen. È stato proprio quest’ultimo asollecitare l’iniziativa, seguita da una rappre-sentanza a Milano della Commissione e delsistema Confindustria, nel quadro delle azio-ni promosse per rafforzare i rapporti di coo-perazione tra Ue e Russia nella politica indu-striale, e illustrare gli esempi di best practices

nell’Unione europea. Oltre a un momentopubblico, sono state visitate alcune realtà deidistretti della meccanica avanzata e dellameccatronica: Marchesini Group spa aBologna, System spa a Fiorano, Comer spa eClub della Meccatronica a Reggiolo

degli operatori e la ristrutturazionedella distribuzione, in particolarequella del lusso. “Per evitare che ciòpotesse tradursi in un calo degli ordi-nativi – aggiunge Franceschini –abbiamo suggerito alle imprese diattivare alleanze strategiche con ipropri partner commerciali. In que-sto modo è stato possibile consolida-re il rapporto cliente-fornitore e nonperdere commesse, anzi di cresceresia in termini di volumi che di fattu-rato”.La filiera della moda continua ainvestire in direzione dell’export eCna Federmoda Emilia Romagna siè mossa con un’articolata serie diiniziative, tra cui una missione cheha coinvolto 20 imprese all’edizioneautunnale della Collection PremiereMoscow, dove si è registrato unincremento di ordini.L’iniziativa era parte del “Progettointerregionale di cooperazione inte-grata tra regioni italiane e russe nelsettore distretti industriali per lo svi-luppo del Made in Italy”, sostenutadal Ministero dello Sviluppo econo-mico e dalla Regione Emilia-Roma-gna che, avviato nel luglio 2008 siconcluderà nell’estate 2010. In que-sta direzione, 30 imprese del tessile,abbigliamento, pelletteria e calzaturehanno incontrato operatori commer-ciali, designer, aziende e giornalistirussi a Milano nel prestigioso showroom di Società Italia, realtà chedistribuisce da 16 anni brand dellusso nei mercati della ex Urss. Oltrea porre le basi per la vendita di pro-dotti moda italiani, un aspetto inno-vativo è stato promuovere accordiproduttivi “perché – rileva AntonioFranceschini – in Russia è ormai pre-sente una realtà di stilisti locali chesta incontrando i favori del pubblico,in particolare tra i giovani. Questidesigner hanno oggettive difficoltànel trovare partner produttivi posi-zionati su un livello qualitativamente

alto di mercato. Soprattutto, nondispongono di un sistema di piccoleimprese che può dare collaborazioneanche in termini di consulenza perl’industrializzazione del prodotto perpiccole serie e offrire flessibilità:caratteristiche proprie delle nostreaziende che operano in conto terzi.”Anche la stampa specializzata puòessere un fattore per creare relazionisu unmercato interessato al “fashionstyle made in Italy”. Per questo,Unioncamere Emilia-Romagna incollaborazione con il Desk Moscadel sistema camerale, ha portato tregiornaliste delle riviste specializzate“Industria Modi”, “Fashion Collec-tion” e “ModniyMagazin”, a incon-trare una ventina di imprese ed a visi-tare tre show room (Artico in pro-vincia di Bologna; Moretti Moda nelriminese e Imperial al Centergross diBologna) per la redazione di reporta-ge (nella foto a pagina 20).In marzo a Bologna sono in calenda-rio incontri b2b con operatori russi.Prima però, a febbraio, Unioncameree il sistema camerale regionale con

l’assessorato all’Agricoltura dellaRegione Emilia-Romagna, porteran-no aziende selezionate del settorefood and wine a Mosca alla fieraagroalimentare “Prodexpo” nell’am-bito del Progetto Deliziando. Semprea Mosca, qualche mese fa, è statainaugurata la Casa dell’ortofruttaitaliana, un ufficio di rappresentanzache offre assistenza e servizi di rileva-mento dati e monitoraggio. Al pro-getto partecipano leader di settore:Mediterranean Fruit Company,Alegra, Naturitalia, Apofruit, Madein Blu, Mazzoni, Terre Emerse,Granfrutta Zani, Salvi, ConsorzioKiwi Gold.La Russia rappresenta per l’Italia unmercato di circa 100mila tonnellatedi prodotto fresco esportato, pari aun valore di circa 70 milioni di euro.La “Casa”, punto di incrocio conoperatori russi, lavora in stretto con-tatto con il Cso (Centro ServiziOrtofrutticoli) che segue, per contodella Regione Emilia-Romagna,azioni promozionali sui prodotti tipi-ci e di qualità

Nella foto, la visita al distretto della meccanica avanzata dell'Emilia-Romagna del Ministro dell'Industriae del Commercio della Federazione Russa Viktor Borisovich Khristenko e del Vice Presidente della Commissioneeuropea Gunter Verheugen con il presidente di Unindustria Bologna Maurizio Marchesini

Il presidente della Camera di commerciodi Reggio Emilia, Enrico Bini e la referentedel Desk Mosca dell’Emilia-RomagnaMarina Kuvshinova

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22 DICEMBRE 2009

Concluso l’accordo con Eni per la cessione dei terreni. Previsti investimenti per 250 milioni

FIERE

Superare questo difficilissimomomento congiunturale earrivare nel pieno delle forzeal 2011, pronti a cogliere le

opportunità della ripresa. È lavision del piano industriale trien-nale della Fiera di Bologna, cheprevede 26 milioni di investimenti– per l’acquisizione di nuove mani-

festazioni e il restylingdel quartiere – e ottomilioni di risparmi sucosti del personale edei fornitori. Il proget-to si sostanzia grazie aun aumento di capitaledi 15 milioni di euroche saranno utilizzatiper sostenere gli inve-stimenti e abbattere ildebito.

In prospettiva, però, potrebberiproporsi il progetto di un sistemaregionale fieristico. Se ne è tornatoa parlare il 18 dicembre scorso,alla presentazione romana delcalendario fieristico nazionale. Ilpartner più vicino alla Fiera di

Ambizioso e lungimirante il piano di investimenti dei due enti fieristici

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Cagnoni: “Occorreinvestire pensando

al dopo crisi.D’obbligo superare

i campanilismi”

Bologna e RiminiUn’alleanza possibile

Bologna è quella di Rimini. Già inpassato si è lavorato assieme perarrivare all’acquisizione dell’expòdi Belgrado e alla costruzione di unnuovo quartiere fieristico in India.Con la bufera economica interna-zionale, si concluse tutto in un nulla

di fatto, ma ora il progetto di part-nership torna a diventare qualcosadi fattibile. Nel 2010, il budget pre-visionale del Gruppo Rimini Fieratornerà a registrare un segno piùcon un utile di circa 2 milioni dieuro. “Sono convinto – spiega il

LA STRATEGIA

Cinque i cardini del piano industriale della Fiera di Bologna: dife-sa dei ricavi, focus sul cliente, internazionalizzazione, servizi

avanzati e contenimento dei costi. Nei prossimi anni l’expò felsi-neo punterà sul rafforzamento nell’organizzazione delle manife-stazioni. Nel 2012 verranno proposte fiere medie e specializzate,una struttura dei costi più leggera e un deciso orientamento almarketing. “Con il debito ridotto e il cash flow positivo, la Fierasarà pronta a cogliere le opportunità che arriveranno con la ripre-sa. La crisi farà venire i nodi al pettine”, spiegano i manager dipiazza Costituzione. E chi sarà più bravo, la spunterà. Il contestonon è facile, tra la crisi e l’offerta eccessiva di spazi espositivi sututto il territorio nazionale. Se da una parte la posizione competi-tiva di molti quartieri è drogata dall’intervento pubblico, dall’altrail polo emiliano deve fare i conti con alcuni punti di debolezza: la

concorrenza di Milano, in primis, l’obsolescenza estetica dei padi-glioni, una struttura dei prezzi alta e rigida, una governance com-plessa e un forte indebitamento.D’altro canto può puntare su una buona posizione geografica, sucompetenze tecniche, su un portafoglio di eventi con molte eccel-lenze, presenza internazionale e sulla gestione diretta di molti even-ti. BolognaFiere si focalizzerà sulla gestione di eventi di mediedimensioni e specialistici, traguardando il pareggio di cassa, e il rial-lineamento tra costi e ricavi (che si prevedono più o meno stabili al2011, intorno ai 130 milioni). La difesa dei marchi più prestigiosiBologna intende farla anche valorizzando il rapporto con i visitato-ri, che oggi indicano come criticità il costo e della qualità della risto-razione, dei taxi e dei prezzi degli alberghi. Sul piano internaziona-le si continuerà a puntare su Cina, Russia e Stati Uniti.

Questa la strategia di fondo contenuta piano industriale di BolognaFiereAccettare la sfida con Milano puntando sulle eccellenze

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DICEMBRE 2009 23

Il 2010 è l’anno in cui verrà inaugurato il nuovoPalacongressi di Rimini, il più grande palacon-gressi d’Italia progettato ex novo dalla Gmp diAmburgo. “L’inaugurazione del nuovo Palacon-gressi – spiega il presidente Lorenzo Cagnoni –faceva parte del nostro programma già nel 2009ma è comunque in dirittura d’arrivo e si comple-terà in primavera andando all’inaugurazione pre-vedibilmente in aprile”. L’apertura del nuovoPalacongressi porterà a Rimini anche una grandemanifestazione, la Btc, la fiera dellameeting indu-stry in Italia che si sposta da Roma a Rimini, dovesi terrà nel luglio 2010.Rimini Fiera ha chiuso il 2009 con un preconsun-tivo di 48,7 milioni di euro di ricavi (meno 4,5%sui 51 milioni di euro del 2007, anno di compara-zione utile per la presenza delle stesse manifesta-zioni biennali). Il consolidato del Gruppo porta aun preconsuntivo del valore della produzionecomplessivo di 78,5 milioni di euro (meno 3,6%sugli 81,4 milioni del 2007). In totale nel 2009,Rimini Fiera spa ha registrato 11.209 espositori(10.540 nel 2007), 1.895.980 visitatori(1.458.758 nel 2007) e 1.153.482 metri quadra-ti venduti (1.097.976 nel 2007). Sul fronte inco-ming, nel 2009 a Rimini Fiera sono stati organiz-zati 3.848 incontri d’affari, coinvolgendo 883aziende italiane e 345 buyer stranieri provenientida 44 diversi Paesi. Sul fronte outgoing, RiminiFiera organizzerà nel 2010 negli Stati Uniti, adAtlantic City, la seconda edizione di SigepUsa, dal21 al 23 marzo

presidente Lorenzo Cagnoni – chesia il 2010 sia il 2011 saranno anniancora durissimi per il profilo eco-nomico generale. Tuttavia per il2010, grazie agli sforzi profusi, riu-sciremo ad avere un risultato finalein utile. Si tratta di un segnale estre-mamente positivo in un contestotanto complesso”. Rispetto allelinee strategiche dei riminesi, “nel2010 continueremo a investire –promette Cagnoni – nella difesa enel rafforzamento delle nostremanifestazioni. Un indirizzo chesarà mantenuto, con grandi sacrifi-ci, come nel caso della politica tarif-faria che dovrà farsi carico di unascontistica che vada incontro alleesigenze degli espositori. Ma chedovrà essere mantenuto anche conriflessioni sulla qualità dello stru-mento fieristico: non sarà sufficien-te una linea di tenace e intelligentedifesa dei nostri prodotti, maoccorrerà introdurre elementi ine-diti che riescano a corrisponderealla diversità della situazione che sipresenterà a crisi conclusa.L’investimento promozionale delleaziende nello strumento fieristicorichiederà da parte nostra presta-zioni con una connotazione profon-damente diversa rispetto al passa-to”.Pesa molto, però, il problema della

IL FOCUS

Risultato non scontato che rafforza il legame tra la Fieradi Bologna e i grandi gruppi imprenditoriali del settore

Il Cersaie resta sotto le Due Torri

La più prestigiosa esposizione ceramica mondiale rimane aBologna per i prossimi tre anni, allungabili per altri due. La con-

ferma del Cersaie è un risultato niente affatto scontato e consideratoanche di buon auspicio. Del resto, questa è la regione dove, c’è ilcuore della produzione con il 90% degli addetti di tutto il settore.Attualmente in crisi, certo, ma che comunque rimane un colosso del-l’economia regionale.L’assessore alle Attività produttive dell’Emilia-Romagna, DuccioCampagnoli, ricorda che “va segnalato positivamente l’operato di chigestisce l’expò per l’impostazione da loro data a BolognaFiere, pun-tando a fare del quartiere fieristico una piattaforma per le aziende eincrementando la partnership con i grandi gruppi imprenditoriali cheoperano sul nostro territorio. Non era scontato, dato che ci sono orain campo nel settore fieristico anche altri giocatori agguerriti”

Nel 2010 il taglio del nastro

Sorgerà in Rivierail Palacongressipiù grande d’Italiaconcorrenza tra quartieri fieristici

della stessa regione. Una criticitàche in viale Aldo Moro si pensa disuperare con un maggior coordina-mento in un vero e proprio sistemaregionale delle fiere. “Non possotacere il fatto – argomenta Cagnoni– che il perdurare della difficilesituazione del mercato fieristico ètalora aggravato da alcune criticitàdi rapporto con quartieri dellanostra stessa regione che si spingo-no fino al punto di favorire pratichedi dumping: qui vi porto l’esempiodi un’associazione di categoria chepatrocinava Mondo Natura e chesenza alcuna ragione di mercatooggettiva e credibile, decide di cam-biare alleanze e cercare altra ospita-lità, trovandola nel quartiere diParma dove promuoverà una mani-festazione analoga alla nostra enelle nostre stesse date. Noi man-terremo Mondo Natura e anziintendiamo rafforzare il nostroimpegno in direzione di una qualifi-cazione e potenziamento della stes-sa. Ricordo quanto accadde simil-mente, alcuni anni fa, con la dipar-tita dell’allora Festival del Fitness ecredo che il successo internazionaledella nostra Riminiwellness sia l’e-sempio più concreto di comeRimini Fiera sia solita reagire difronte a queste evenienze”

IL PROGETTO

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di competizione”.In cosa si sostanzia questo per lacittà?“Abbiamo sottoscritto con 2 milio-ni e 600mila euro l’aumento di capi-tale di Bologna Fiere, permettendo-le di affrontare un periodo non faci-le e di crisi generale del settore”.Si possono intravedere alleanzecon altri quartieri fieri-stici della regione?“Sì, partendo dal pre-supposto che gli accor-di devono avere unavalenza squisitamenteeconomica e non politi-ca. Aiutando la nostraFiera si sostiene unindotto importante intanti settori, dai servizi,

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FOCUS BOLOGNA >>

Bruno Filetti, presidente della Camera di Bologna, traccia il futuro dell’economia locale

“Ma l’occupazioneresta a rischio.Per questo nel 2010aumenteremol’impegno di spesa”

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Lavolontà e la determinazio-ne di affrontare con corag-gio il passaggio decisivo diun’economia destinata a

cambiare dopo essere stata scossadalla crisi internazionale. È il mes-saggio che arriva dalla Camera dicommercio di Bologna: l’ente guida-to da Bruno Filetti ha deciso disostenere con ancora maggioreimpegno le imprese.Presidente Filetti, come esce l’eco-nomia bolognese dal 2009?“Guardando il panorama interna-zionale, credo la situazione sia certocomplicata, ma non irrecuperabile.Calo della domanda e dei consumi,generato dalla crisi globale, e anco-ra forti problematiche legate all’oc-cupazione, fanno guardare con rea-lismo a una ripresa che comincia aintravedersi, ma che sarà lenta efluttuante. Il settore manifatturiero,diffuso e molto forte, con espansio-ne rilevante perché aveva guardatogiustamente al mondo, è stato pena-lizzato dalla drastica riduzione del-l’export. Per la riduzione degli ordi-nativi e dei volumi, c’è stata di con-seguenza una ricaduta su altreaziende di supporto nella subforni-tura. La crisi è andata a toccare untessuto produttivo che si era forma-to anche in funzione di questa pro-pensione all’export. Ciò nonostan-te, alcune pregevoli espressioniaziendali sono state in grado conprontezza di orientare il business inaree nuove”.Quale è l’aspetto che la preoccupadi più?“Sicuramente i rischi maggiori sonolegati all’occupazione: non vannoconsiderati soltanto i dati dellaCassa Integrazione Guadagni dellegrandi industrie, ma bisogna riflette-re anche sui numeri delle piccolissi-me aziende, degli studi professionali,un settore ampio e variegato che perqualità è protagonista dello sviluppo

e dell’economia al pari delle impresedi dimensioni maggiori”.Cosa invece le dà fiducia per ilfuturo?“Il fattore che ci sostiene e ci salva èdi avere un diffuso capitalismo fami-gliare all’interno del quale c’è un col-legamento stretto tra lavoratori edipendenti: ci si mette in gioco assie-me. È dalla centralità delle persone,dalla loromotivazione a affrontare lesfide competitive, a difendere i propricollaboratori, a ragionare con inve-stimenti, formazione e aperture inter-nazionali che questa comunità stacostruendo il suo futuro. ComeCamera di commercio, abbiamodeciso di mettere in campo sostegnifinanziari e organizzativi per accom-pagnare chi ha protetto il patrimoniodi professionalità e trovato la forzaper muoversi anche in una situazionedifficile, e ai tanti che iniziano unanuova attività. A questi esempi, allamentalità costruttiva che è parte deldna delle nostre imprese, ci rivolgia-mo come testimonia il bilancio pre-ventivo 2010 dell’ente”.Si può definire un “bilancio di svi-luppo”?“Nonostante per il 2010 la Cameraabbia una previsione di entrate incalo per la diminuzione del numerodegli iscritti e dei contributi variabi-li calcolati sui fatturati, come effettoevidente della crisi, abbiamo deci-so di aumentare l’impegno dispesa salito di 1,2 milioni fino aun totale 8 milioni e 300milamesso a disposizione al mondoimprenditoriale. Abbiamo atti-vato capitoli di interventonuovi e aumentato l’entità deicontributi, rendendoli piùappropriati, cioè immediata-mente utilizzabili. Accanto atutto ciò la Camera conti-nuerà a essere presente doveBologna si misura con lasua capacità di apertura e

“Il capitalismo famigliareè la nostra forza”

Bruno Filetti

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FOCUS BOLOGNA

all’accoglienza, alla ristorazione, inun’ottica di rilancio turistico che vaassolutamente sostenuta come prio-rità”.Il trend recente di Bologna Congressie Aeroporto Marconi è un esempiopositivo.“L’acquisizione di quote di BolognaCongressi che il Comune avevadovuto dismettere è significativo diuna visione strategica. Sia per leopportunità che può offrire graziealle rinnovate strutture degli spazigià della Gam e alla contiguità con ipadiglioni fieristici, che per la suaazione di promozione di Bolognanel mondo, soprattutto in settori,come quello dei congressi economi-ci e scientifici, che ci fanno conosce-re da importanti testimonial. Tuttoquesto con una gestione estrema-mente oculata, che ha permesso diottenere risultati senza gravare sullecasse altrui, come testimonianobilanci rassicuranti, segno di effi-cienza e capacità propositiva”.Oltre a Fiera e Bologna Congressi,l’aeroporto.“Diversificare l’offerta, creare unmix di opportunità a favore di areegeograficamente molto ampie, hapremiato. L’Aeroporto è al servizio

di tutti, con le sue 90 destinazioniche si rivolgono a diversi settori delmercato, frutto di scelte assunte eportate avanti con determinazionedalla Camera. Il Marconi è uno deipochi scali che hanno avuto unaumento di passeggeri, riflesso diuna scelta, privilegiare il low cost,che abbiamo fortemente voluto. Èuna addizione che ci ha messo alcentro dell’Europa con facilità dicollegamenti, ma l’aeroporto neces-sita comunque ancora di grandeattenzione. Al “Marconi” e in fieraabbiamo attivato due punti infor-mativi, che ne presuppongono altriin città, dalla stazione ad altre loca-tion e in provincia, per dare riferi-menti precisi a chi arriva qui. È unprogetto che va condiviso per crea-re una “etichetta di Bologna”.A proposito di flussi turistici e d’af-fari, c’è stato l’avvio ufficiale delcollegamento ad alta velocità conFirenze.“Aeroporto e alta velocità ci pongo-no al centro dell’Italia e dell’Europa,in attesa delle infrastrutture chemancano. L’importante è evitare cheBologna sia soltanto attraversata,ma consolidarne il ruolo di snodo dicollegamento tra Europa e Mediter-

raneo oltre che di destinazione turi-stica sistematica e non occasionale.Il turismo ha la stessa importanzadei settori tradizionali e più struttu-rati dell’economia. A Bologna lostiamo scoprendo in ritardo più pernecessità che per vocazione puravendo potenzialità e contesto cultu-rale, artistico, architettonico altissi-mo. Il turismo era infatti fino a ieriessenzialmente fieristico. Oggi cisono i tempi e le possibilità di dareuna dimensione diversa. Dobbiamopensare alla motivazione giusta epuntare anche sulla cultura, l’arte ele mostre alla portata del grandepubblico. Nel passato recente cisono state occasioni non sfruttate.Occorre cambiare rotta. Turismo earte sono componenti di questasocietà”.Una vetrina per il mondo imprendi-toriale bolognese sarà l’Expò diShanghai.“L’impegno della Camera sul frontedell’internazionalizzazione saràforte partendo da questa partecipa-zione. Bologna potrà godere di unaposizione privilegiata come cittàselezionata fra quelle al mondodove è migliore la qualità della vita.Si tratta di un riconoscimentoimportante come centro di eccellen-ze economiche, artistiche e cultura-li, per il quale occorre essere all’al-tezza. Non una semplice vetrina, ma

Sono 88 gli agriturismi, alberghi e ristoranti felsinei che hanno ricevu-to il marchio “Ospitalità italiana” nella cerimonia della Camera di

commercio di Bologna che si è svolta a Palazzo Affari. Il marchio nasceda una certificazione promossa da Isnart, Istituto nazionale ricerche turi-stiche e da Unioncamere per stimolare l’offerta di qualità: le imprese checonseguono questo riconoscimento hanno scelto la qualità come obiet-tivo da perseguire e si sono messe in discussione sottoponendosi a valu-tazioni condotte da verificatori esterni

Il prestigioso riconoscimento per 88 esercizi felsineiCampioni dell’“Ospitalità italiana”

IL CASO

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un progetto vero di città che si espo-ne al mondo. Ritengo che ci siaun’ottima regia nella persona delprofessor Roberto Grandi al gruppodi lavoro che sarà punto di coordi-namento fra la città e il mondosociale ed economico”.Come vede il 2010 e che indicazio-ne si sente di dare alle imprese?“Sarà un anno di transizione e diselezione come effetto della crisi. Lavocazione a costruire il propriofuturo attraverso l’impresa va inco-raggiata in quanto rappresental’humus indispensabile per le nuovereti competitive del futuro: veloci,flessibili, fondate sulla conoscenza esull’apertura. Innanzitutto percogliere le opportunità di mercati inespansione, con domanda specularerispetto alle capacità delle nostreimprese. Mi riferisco all’Asia,all’Est Europa, al Nord America, eanche l’America Latina, al nordAfrica. Accanto alla proiezioneinternazionale, occorre spingeresulla valorizzazione delle risorseumane. In una situazione generaliz-zata di calo della domanda sono leidee a fare la differenza. Idee chedebbono venire anche dall’Univer-sità in tutto quel che attiene la ricer-ca applicata, come dimostrano ipositivi risultati del nostro ‘Proget-to Più – Piccole Imprese e Univer-sità ’, che continuerà”

Il bilancio preventivo 2010 della Camera dicommercio di Bologna destina 8 milioni e300mila euro per sostenere, in un ampioventaglio di contributi finanziari, le impresebolognesi che devono fronteggiare una crisiprofonda e lunga.Il quadro finanziario e progettuale di PalazzoMercanzia presenta anche una profondasolidità patrimoniale, un piano di investi-menti per oltre 2 milioni e 350mila euro, unastrategia di partecipazioni nelle infrastrutturedi Bologna e in quelle della rete nazionale e,infine, una organizzazione in grado di offrireservizi con l’utilizzo delle più avanzate tec-nologie.“Il bilancio 2010 – precisa il presidenteBruno Filetti – riflette la volontà dellaCamera di commercio di attuare sforzistraordinari per accompagnare le imprese suipercorsi della qualità, di investire con moda-lità ancor più mirate nei Confidi, realizzare lasemplificazione amministrativa per alleggeri-re il carico di una burocrazia che spesso legala capacità di competere delle imprese,affiancare le aziende nella concorrenza inter-nazionale, tutelare le innovazioni, garantireun impegno per le infrastrutture di Bolognae lavorare per una città attrattiva”.La vicinanza alle imprese è indicata dallemisure per favorire l’accesso al credito. Unmilione e 600 mila euro sono destinati alleesigenze delle piccole e medie imprese, inte-se come investimenti, liquidità, rimodulazio-ne del debito. Un altro milione di euro è indi-rizzato ad aumentare la garanzia patrimo-niale delle imprese tramite i Consorzi Fidi.Alle Pmi che vogliono investire in nuoveattrezzature con un’attenzione anche per leenergie rinnovabili sono riservati 700milaeuro, mentre 250mila euro sono finalizzati aincentivare l’apertura di nuove imprese,senza vincoli anagrafici. Altri 160mila eurovanno alla neo-imprenditorialità. Al settoreagroalimentare, oggetto di profonde trasfor-mazioni che interessano sempre di più tuttala filiera, vengono indirizzati 300 mila euro.La metà, 150mila, sono riservati ai progettidi aggregazione fra imprese.La Camera di commercio punta a essere sti-molo di creatività e innovazione destinando

635mila euro a progetti delle organizzazioniimprenditoriali tesi alla qualificazione del ter-ritorio bolognese e delle sue attività e impre-se. In questo senso, importante il contributo(oltre 276mila euro) alla Bretella di collega-mento fra il Centergross e l’Interporto.Una voce molto rilevante, pari a 943.500euro, è legata al commercio internazionalesu diversi fronti interconnessi: 450mila eurocon contributi in conto capitale per la parte-cipazione a fiere all’estero; 100mila euro peresigenze connesse all’apertura nei mercatistranieri, come la traduzione dei cataloghi esiti internet o la brevettazione.Altro capitolo economico importante è quel-lo che destina 900mila euro alla valorizzazio-ne delle risorse umane. In quest’ottica siinserisce il sostegno al Ctc, il Centro di for-mazione manageriale della Camera di com-mercio, e tutto quel che attiene la ricercaapplicata: sono 170mila euro i fondi destina-ti al Progetto Più che coinvolge l’Università.Forte anche l’attenzione alla qualità dei ser-vizi della Camera di commercio: ammonta a470mila euro la somma destinata a renderepiù efficaci ed efficienti i rapporti tra l’ente ele imprese con risparmi di tempi e costi eaffidabilità, e alla valorizzazione della gestio-ne di Palazzo Affari e delle sue sale conve-gni.Infine, 100mila euro sono previsti per ilmonitoraggio dell’economia locale, filo con-duttore di tutti gli obiettivi

A fianco delle imprese per superare la crisi

Da Piazza della Mercanziarisorse per oltre 8 milioni

LE CIFRE

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28 DICEMBRE 2009

FOCUS BOLOGNA

Un’occasione di arricchi-mento, professionale epersonale, oltre che diconfronto di esperienze

attraverso le testimonianze di alcu-ni tra i più autorevoli esponentiinternazionali dell’economia e delmanagement. È la consolidatamodalità formativa del Programma

internazionale di svi-luppo delle competen-ze economiche e mana-geriali, organizzato dalCtc (Centro di forma-zione manageriale egestione d’impresadella Camera di com-mercio di Bologna) chenel 2009 ha tagliato iltraguardo dell’ottavaedizione.

Sono stati sei gli incontri che hannopermesso a manager che svolgonola propria attività professionale nel-l’ambito della direzione aziendale edella gestione delle risorse umane diascoltare alcuni tra i più noti esper-ti della cultura d’impresa sulle dina-miche economiche, organizzative egestionali supportate dalle scienzemanageriali: da Carlos Salum haillustrato le modalità per struttura-re una prestazione eccellente attra-verso il modello “Top peak perfor-mance”, David Croson ha datoun’occasione per riflettere sullestrategie di management per lacompetitività aziendale, mentreDouglas Anderson ha approfonditoi legami tra leadership e cambia-mento negli scenari critici. LaMotivazione e automotivazionemanageriale sono stati i temi delseminario di Robert Dilts, mentreJan Ardui ha esaminato il coachingper ottenere il meglio da sé e daicollaboratori. Infine, la lectio magi-stralis di Robert Solow, PremioNobel 1987 per l’Economia haconcluso il ciclo.

David Croson

“Cercare i mercatiricchi di clienti”

Secondo David Croson, il vantaggiocompetitivo deriva da uno stile dimanagement focalizzato su mercatiricchi di clienti e poveri di concor-renti.Come ha sostenuto il professoredella Edwin Cox School “Una strate-gia efficace prevede molteplici com-ponenti su cui lavorare, difficili daimitare, ma che portano a sicuri van-taggi competitivi, come mantenere icosti ridotti e apportare maggiorvalore per il cliente. Viceversa, il van-taggio competitivo potrà svanirequando non si è in grado di com-prendere, elaborare, sfruttare leinformazioni e la tecnologia a dispo-sizione, e non si capisce se è ilmomento di vendere o uscire dalmercato”.Croson immagina il mondo comedominato dalla logica del “canemangia cane”: bisogna scegliere seessere il cane dominante che attaccae fa scappare ogni concorrente oppu-re utilizzare la tattica del cagnolino,

apparentemente innocuo e inoffensi-vo con cui non vale la pena compete-re, per convincere i competitor alasciarci entrare sul mercato. Questisembrano essere gli atteggiamentiestremi tra cui posizionarsi nella logi-ca della competitività managerialeaziendale.“Più i nostri rivali lottano l’uno con-tro l’altro – secondo Croson – piùfacile sarà per noi guadagnare unapiccola fetta di mercato, anche se ènoto che l’economia d’ingresso inuna nicchia già occupata non è facilee bisogna sempre considerare primaogni possibile rischio”.Viene qui in aiuto quella che il pro-fessore americano definisce la “stra-tegia del tafano”: usare le regole aproprio vantaggio oppure essere cosìfastidiosi da indurre l’avversario adacquisirci.Quale aspetto può davvero fare ladifferenza? Saper sfruttare al massi-mo il vantaggio informativo, soprat-tutto se si è consapevoli di essereinformati meglio dei concorrenti, magli avversari non lo sanno: in questomodo sarà possibile intraprendereazioni efficaci e adeguate al contesto.Per Croson le condizioni necessarie

Faccia a faccia, al Ctc, con alcuni tra i più autorevoli esponenti del pensiero economico

Una guida per orientarsinel mondo dell’impresa

Scopo degli incontri,discutere

di temi “manageriali”ma anche ampliare

mentalità e prospettive

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*Consulentee facilitatrice

aziendale

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L’ANALISI

Èarrivato a chiudere la serie di incontridel Ctc un vero numero uno. Robert

Solow è noto per aver formato con ilfamosissimo Paul Samuelson (recente-mente scomparso) il nucleo centrale delDipartimento di Economia del Mit(Massachusetts Institute of Tecnology),per essere stato presidente dell’AmericanEconomic Association e per aver vinto ilpremio Nobel nel 1987 per “il suo contri-buto alla teoria della crescita economica”.Lo studio dei fattori che permettono lacrescita economica della produzione eaumentano il welfare sono stati per annigli argomenti centrali delle sue ricerchecon cui ha raggiunto risultati ecceziona-li. Una grande personalità, un “guru”dell’economia in grado di poter dareuna indicazione sulla possibile via diuscita dalla crisi.“Si sente parlare di ripresa – ha dettoSolow – ma io la vedo ancora lontanaperchè il livello di disoccupazione nellasocietà occidentale è ancora molto alto.C’è una sorta di gara in corso, senza vin-citori, tra produttività e produzione. I con-sumi aumentano ancora troppo poco e diconseguenza cresce al rallentatore la pro-duttività”.Durante la crisi finanziaria, specie negliUsa, c’è stata una enorme distruzione diricchezza delle famiglie, che è ancora dif-ficile ricostruire. Il clima, rispetto a prece-denti situazioni sicuramente menopesanti, è ancora di grande incertezza ecomplessità: questo proprio per l’origine,finanziaria, della crisi stessa. Per questeragioni ha sostenuto Solow “l’economiaè debole e non è possibile capire quandosi risolleverà. Sicuramente non primadella metà del 2010”.

Certo, ha spiegato il premio Nobel perl’economia “l’Italia sta meglio rispetto adaltre realtà per il basso indebitamentodelle famiglie e la prudenza delle banchenel concedere credito, anche se la reces-sione è arrivata anche qui. Per una verae propria ripresa è necessario un flusso dicredito più libero, con maggiore propen-sione in questa fase di risalita e maggio-re cautela in seguito”. Dovrà esser postaattenzione per il futuro “per isolare l’e-conomia reale dallo shock delle Borse”,attivando anche strumenti a tutela delsistema “per evitare operazioni di specu-lazione”.Da Solow arriva anche una ricetta per lePmi, motore dell’economia emiliano-romagnola. “Una strada da percorrere èdi allearsi, creando strutture comuni perla ricerca e il marketing. In questo modopossono competere con le imprese piùgrandi nelle sfide della moderna globaliz-zazione”.

Al Ctc gran finale con il Nobel Robert Solow

La parola al “guru” del Mit

per il successo sono tre: riconoscerel’occasione propizia; adattare la tatti-ca alle informazioni possedute; usareil vantaggio posseduto per amplifica-re al massimo l’occasione.Per avere successo infatti è fonda-mentale distinguere tra un clienteredditizio e uno no, sapere cosa faràil nostro avversario con i nostri clien-ti, fare in modo che il rivale nonabbia accesso alle nostre stesse infor-mazioni, sfruttare l’incertezza deiconcorrenti per migliorare la posizio-ne, ma, soprattutto, rendersi conto diavere un vantaggio per poterlo sfrut-tare.

Robert Dilts

“Anche il managerdeve essere un leader”

Diverso l’approccio e il tema trattatoda Robert Dilts che richiama l’atten-zione sul fatto che, nel business enelle organizzazioni, la leadershipviene spesso contrapposta al mana-gement: il secondo viene inteso come“la realizzazione di cose attraversogli altri”, mentre la prima viene defi-nita come “la modalità per la qualegli altri desiderano realizzare lecose”; risulta evidente come la lea-dership sia connessa al motivare einfluenzare gli altri, ossia le personeal lavoro.Se il management viene solitamenteassociato all’aumento di produtti-vità, al mantenere l’ordine e la stabi-lità, la leadership diventa necessariaquando i tempi sono caratterizzatida turbolenza, trasformazioni socia-li e cambiamenti in genere come lafase che stiamo attraversando.

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Diventa allora strategico, “essereproattivi nella gestione del cambia-mento, tenendo in considerazione idiversi livelli (interni/esterni) dei fat-tori coinvolti nel processo, quindinella motivazione: ambiente (minac-ce/opportunità che i singoli e le orga-nizzazioni devono riconoscere); com-portamenti (specifiche azioni rivolteal risultato); capacità (mappe menta-

li e strategie per ottenere i risultati);convinzioni e valori (supportano oinibiscono le capacità e le azioni);identità (legata al senso che ciascunodi noi ha del proprio ruolo o missio-ne (vedi ad esempio i concetti di“ego” e “anima”); spiritualità (lega-ta alla visione delle persone circa il“sistema” più ampio di cui fannoparte).

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30 DICEMBRE 2009

FOCUS BOLOGNA

so”. L’ulteriore passaggio fonda-mentale sottolineato da Dilts – a cuiforse i manager sono poco abituati– è quello di verificare sempre, comegriglia di autovalutazione, se le con-vinzioni personali – e quindi il cam-biamento auspicabile – vedano“uniti testa, cuore e pancia”.

Jan Ardui

“Quel filo sottile che legaeccellenza e debolezza”

Jan Ardui, psicoterapeuta dellaGestalt e trainer internazionale diprogrammazione neuro-linguistica,ha mandato un messaggio forte:“Conoscere il meglio di sé e deglialtri significa sapere i limiti e i punticritici, perché eccellenza e debolezzasono in relazione”. Durante unlavoro di consulenza alla HewlettPackard – svolto nell’arco di quat-tro anni – il consulente belga haosservato e analizzato le modalità dicinque top manager (uomini edonne), sia nel lavoro che in ambitopersonale, per trovare un modello(pattern) e un legame che li unisca.Che cos’hanno in comune questepersone eccellenti? Secondo Ardui,innanzitutto “sono capaci di com-binare due elementi apparentemen-te scissi: disciplina nel managemente un incredibile bisogno di libertà;in un certo senso utilizzano anche iloro punti deboli nel ruolo che rico-prono. L’idea sottostante è che semostro le debolezze, evito di spre-care energie importanti nell’atto dinasconderle; trasformano il ruoloin relazione a se stesse e non vice-versa, quindi sono coerenti: quanto

di me è coinvolto nel mio ruolo?”Ecco allora che viene chiarito ilconcetto di mediocrità come quellivello in cui “non si fa la differen-za” – né come persona né comemanager – perché non si consente ilfallimento; perciò se non sopportodi fallire, resterò nella mediocrità”.Il coaching, insegna Ardui “è unprocesso che aiuta a mettere in lucele qualità e le debolezze di una per-sona, per poi sostenerla nell’utiliz-zare tutto ciò che essa è, anche nelruolo professionale”. La sfida per ilcoach è creare quello spazio in cuidare al cliente (spesso un manager)la possibilità di fallire: se non sogestire il mio fallimento, non sapròfarlo con quello degli altri (i colla-boratori) o, addirittura, non loriconoscerò come tale.Ardui – sempre alla luce della suaesperienza come coach e consulen-te- indica quindi quattro direttricialla base dei livelli di eccellenza:libertà vs disciplina, performancevs allineamento. Quest’ultimo èrappresentato da una sorta di coe-renza fra “chi sono io” e “chi possoessere”. Viene inoltre sottolineatocome l’impegno costante in terminidi studio e applicazione rimangafondamentale affinché il modelloregga e le persone siano eccellenti.Come tenere insieme quanto dettocon le sfide attuali che vengono daun ambiente così mutevole? Larisposta sta nel riuscire a creare, daparte del manager-coach, unambiente in cui sia possibileapprendere, utilizzando diversetipologie di feedback: riflessivo(osservo cosa è presente, “vedo”chi sono realmente i miei collabora-tori), positivo (supporto e ricono-sco le azioni di successo) e infinenegativo (devo avere il coraggio difare critiche se qualcosa è andatostorto, facendo attenzione a nonscreditare l’identità della persona,ma basandomi sull’operato). Lafrase chiave riassuntiva di un mana-ger-coach potrebbe essere “so chisei, ti vedo e ti sfido nella tuaperformance”. Jan Ardui rileva cheil processo di coaching consisteessenzialmente proprio nel dare ifeedback menzionati: il punto è cheanche in Italia tutti parlano di feed-back, ma nessuno li dà”

Robert Dilts definisce la motivazionecome quell’investimento di energia eazione che prende la forma dimostrare con passione il propriocoinvolgimento; provare piacere nelfare le cose; fare del proprio meglio.Un aspetto chiave della motivazioneè l’abilità di avere un “riferimentointerno”, ossia quel processo per cuiuna persona utilizza i sentimenti piùprofondi, le rappresentazioni e i cri-teri personali come fonte primariadelle proprie azioni e per valutare ilsuccesso delle stesse: è così che ciauto-motiviamo e assumiamo laresponsabilità del nostro comporta-mento.Fra i fattori indicati, le convinzioni ei valori “sono i principali motoridella motivazione e sono inoltreespressione della nostra identità, siacome individui che come organizza-zioni”. L’identità per Dilts “puòessere vista nei suoi due aspetti com-plementari: l’ego e l’anima. L’ego èorientato alla sopravvivenza, alriconoscimento e all’ambizione, l’a-nima si muove verso l’obiettivo piùampio, l’essere e il contribuire”.Entrambe le forze devono essereintegrate fra loro; la dinamica fra ledue agisce in modo similare nelleorganizzazioni. L’“ego” di un’im-presa è rappresentato dagli azioni-sti, la cui preoccupazione è rivoltaprincipalmente alla sopravvivenza eprofittabilità: ciò si riflette nell’am-bizione dell’organizzazione e deisuoi membri in termini di status elivelli di performance. L’“anima” èil valore che l’organizzazione offreai clienti e al più ampio ambientefisico e sociale in cui è situata: que-sto viene creato dalla visione, dalcontributo unico e dalla missionerelativamente ai sistemi in cui l’or-ganizzazione è inclusa.Quali sono, secondo il trainer ame-ricano specializzato nel campo dellaprogrammazione neuro-linguistica,le convinzioni di base necessarie peril successo e quindi per un cambia-mento anche in tempi di crisi?“Essere convinti che l’obiettivo èdesiderabile e utile, che è possibileraggiungerlo, che le azioni necessa-rie sono appropriate ed ecologiche,che abbiamo le capacità per ottene-re l’obiettivo, insieme alla responsa-bilità e al fatto di meritare il succes-

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Quaderni&documenti

DICEMBRE 2009 I

In Emilia-Romagna, la retribuzio-ne media del 2008 ammontavaa 26.110 euro, superando del 2,4per cento il corrispondente valorenazionale. Nell’arco temporale dal2003 al 2008, le retribuzionimedie in ambito regionale sonoaumentate del 19 per cento, valo-re che equivale ad un incrementomedio annuo pari al 3,5 percento.La crescita media delle retribuzio-ni, dal 2003 al 2008, ha superatoquella dei prezzi del 3,3 per cento.Complessivamente, nel quin-quennio considerato, le retribu-zioni sono aumentate più nell’in-dustria (22,1 per cento) che neiservizi (15,9 per cento), con unvalore ancora più ridotto (11,4

per cento) nell’agricoltura.Risulta elevata la differenza traprofessioni (si va dai 22.740 eurodegli operari ai 92.400 euro per idirigenti) e rilevante il disallinea-mento tra salari maschili e femmi-nili (nel 2008 le retribuzioni degliuomini hanno superato del 16 percento quelle delle donne).Mentre si accentua un mercatosempre più “duale” costituito dalsegmento, ambitissimo, del“posto fisso” e da quello del“lavoro temporaneo”, sono i gio-vani ad essere i soggetti più pena-lizzati.Questi alcuni dei risultati delRapporto “Domanda di lavoro eretribuzioni nelle imprese italia-ne”, ricerca, impostata da Union-

camere Emilia-Romagna e realiz-zata insieme a OD&M Consul-ting, società specializzata in inda-gini nell’ambito dei sistemi incen-tivanti e delle politiche retributive(che fa parte del Gi Group, prima-rio gruppo italiano nei servizi per ilmercato del lavoro).Lo studio contiene tra l’altro unapprofondimento specifico sullavoro dei giovani, effettuato, conla collaborazione dell’Associazio-ne Italiana per la Direzione delPersonale (AIDP), attraverso unaricerca che ha interessato a livellonazionale 224 aziende, di cui 24operative in Emilia-Romagna: daesso viene confermata la distanzatra mondo dell’istruzione e aspet-tative delle imprese.

Dinamica e strutturadelle retribuzioni

Risultati generali. Secondo l’indagine, la retribuzione mediaannua rilevata nel 2008 in Emilia-Romagna, è ammontata a 26.110euro, superando dell’1,1 per centola media delle regioni del Nord Est(25.830 euro) e del 2,4 per centoquella nazionale (25.510 euro).Tra il 2003 (anno in cui la bancadati OD&M può considerarsi aregime) e il 2008, le retribuzionidell’Emilia-Romagna hannoconosciuto un incremento medioannuo del 3,5 per cento per unavariazione complessiva del+19,0 per cento, leggermenteinferiore a quello della retribuzio-ne media del Nord-Est (in media+3,6 per cento all’anno) e pari a

RAPPORTO 2009“DOMANDA DI LAVOROE RETRIBUZIONI IN EMILIA-ROMAGNA”

Il rapporto è scaricabiledal sito di Unioncamere Emilia-Romagna

e può essere richiesto, nella versionecartacea fino ad esaurimento scorte

Sotto, la presentazione del RapportoAndrea Zanlari, presidente

Unioncamere Emilia-Romagna,Marco Vavassori,

amministratore delegato OD&M,Giovanni Sedioli, assessore regionale

Scuola, Formazione Professionale,Università e Lavoro

Frutto di una attività originale di ricerca, impostata da unioncamere Emilia-Romagna e realizzata insieme a OD&M Consulting, società specializzata in inda-gini nell’ambito dei sistemi incentivanti e delle politiche retributive, il primo rap-porto regionale su “Domanda di lavoro e retribuzioni in Emilia-Romagna” offre atutti gli “attori” un quadro preciso ed esaustivo e, soprattutto, una piattaformaconoscitiva condivisa su una materia tanto delicata.

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Quaderni&documenti

II DICEMBRE 2009

quello della retribuzione medianazionale, che nell’intero periodoè stata caratterizzata da una cre-scita totale leggermente inferiore,pari al 18,4 per cento.Nell’arco degli ultimi cinque anni,la crescita delle retribuzionidell’Emilia-Romagna ha sopra-vanzato la crescita dei prezzi di3,3 punti percentuali. Per quelche riguarda la ripartizione Nord-orientale il differenziale, pari a 3,5punti percentuali, è risultato leg-germente più alto rispetto aivalori dell’Emilia-Romagna, men-tre entrambi sono apparsi supe-riori alla forbice che si è avuta alivello italiano (2,2 punti).

Il mercato del lavoro duale.L’indagine conferma che anche inEmilia-Romagna coesistono ilsegmento di mercato, ambitissi-mo, del “posto fisso” e quello,sicuramente molto meno attraen-te, del “lavoro temporaneo”. Si èinnalzata, sul totale degli occupa-ti dipendenti, l’incidenza deglioccupati “a termine”, che tra il2004 e il 2008 è passata dall’11,2al 12,3% in Emilia-Romagna edall’11,8 al 13,3% in Italia (rispet-tivamente +1,1 e +1,5 punti per-centuali). Questa crescente inci-denza dei dipendenti con contrat-to a termine deriva, ovviamente,da flussi in ingresso che hannoprivilegiato questa modalità con-trattuale in misura ben più consi-

stente di quanto non fosse laquota iniziale di queste figuresullo stock totale degli occupatialle dipendenze. Ne danno con-ferma le assunzioni programmatedalle imprese, delle quali nel 2009il 29,5%, quindi meno di un terzodel totale, è prevista con un con-tratto a tempo indeterminato. Sitratta di una percentuale interme-dia fra la media italiana (32,2%) equella delle Regioni del Nord-Est(27,2%). A fare la differenza sonoprincipalmente le assunzioni acarattere stagionale, che in Emilia-Romagna sono il 35,2% del tota-le, 2,2 punti in più rispetto allamedia nazionale e 3,4 punti inmeno rispetto a quella del Nord-Est. Ogni 10 assunzioni previstedalle imprese, 7 sono quindi “atermine” (stagionali e a tempodeterminato), e 3 stabili (a tempoindeterminato), con differenzecomunque non eccessive tral’Emilia-Romagna e i contestipresi a riferimento.

Le retribuzioni settoriali. Nel2008 le retribuzioni medie set-toriali dell’Emilia-Romagna sonostate comprese tra i 21.370 euroelargiti ai dipendenti del com-parto Alberghi e ristoranti e i33.780 euro percepiti dai lavo-ratori dell’Industria petrolifera,chimica, farmaceutica e fibre;tra i due valori il differenziale èrisultato pari al 58 per cento. In

Italia i lavoratori con le retribu-zioni più basse sono appartenu-ti ai Servizi domestici (19.720euro), mentre i più pagati sonorisultati quelli delle attività crediti-zie e assicurative (34.490 euro): loscarto tra i valori estremi è appar-so decisamente più marcato (75per cento di quello osservato inambito regionale).Nel loro insieme le retribuzionidell’industria sono ammontate a26.780 euro (il 2,6 per cento inpiù rispetto alla media generale),mentre quelle dei servizi si sonoattestate a 25.470 euro (il 2,5 percento al di sotto della media). Leretribuzioni più basse sono statepercepite in agricoltura: in media22.370 euro, il 14,3 per cento aldi sotto della media di tutti i set-tori. Il “ventaglio” retributivointersettoriale in Emilia-Romagnarisulta più ampio di quello che siosserva nell’intera area del NordEst. Tale differenziale, a livelloregionale, appare inoltre più este-so nei servizi rispetto all’industria(54,6 per cento e 51,0 per cento).Complessivamente le retribuzioniregionali sono aumentate tra il2003 e il 2008 più nell’industria(+22,1 per cento) che nei servizi(+15,9 per cento) e con un mini-mo del +11,4 per cento in agricol-tura.

Le retribuzioni per genere. Nel2008 le retribuzioni mediemaschili hanno superato del 16per cento quelle femminili, inmisura inferiore a quanto riscon-

trato nel Nord-est (+18,8 percento), ma superiore rispetto aquanto registrato in Italia (+13,3per cento). Il differenziale retri-butivo tra uomini e donne èapparso più contenuto nelle atti-vità industriali (27.650 euro gliuomini, 24.660 le donne, conuno scarto del +12,1 per cento),rispetto a quelle del terziario, icui valori medi si sono attestatirispettivamente a 27.930 e a23.400 euro con uno scarto del+19,4 per cento. Il differenzialetra uomini e donne ha assuntoper il Nord Est valori più elevati,rispettivamente 14,1 per centonell’industria e 24,3 per centonei servizi, mentre a livellonazionale i dati sono apparsi piùarmonizzati specialmente nel-l’industria, dove il differenziale èrisultato pari al 6,1 per centomentre è rimasta forte la distan-za nei servizi 21,2 per cento.

Fra il 2003 e il 2008 le retribuzio-ni medie dell’Emilia-Romagna,come descritto precedentemen-te, sono aumentate del 19,0 percento. Uomini e donne hannomostrato andamenti leggermen-te differenziati: +19,5 per cento iprimi, +18,2 per cento le secon-de. La corsa più lenta della com-ponente femminile è da attribui-re alla frenata registrata nel bien-nio 2007-2008, che è statosegnato da un incremento del4,1 per cento, inferiore di 2,5punti percentuali alla corrispon-dente crescita maschile.

+ 18,4%+ 19,0% + 19,0%

Dal 2007 si è verificato un ridotto incremento delle retribuzioni

Retribuzioni: Andamento 2003-2008

Retribuzioni: Potere d’acquisto

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DICEMBRE 2009 III

Le retribuzioni per qualifica. Nel2008, le retribuzioni dell’Emilia-Romagna secondo l’inquadra-mento, sono state comprese tra i22.470 euro degli operai e i92.400 euro dei dirigenti. Leprime sono apparse inferiori allamedia del 13,9, le seconde supe-riori di più di 2,5 volte. I quadri,con 50.020 euro, hanno superatola media del 91,6 per cento, men-tre gli impiegati, con 25.750 euro,ne sono stati al di sotto nellamisura dell’1,4 per cento.Tra il 2003 e il 2008 le retribuzio-ni medie in Emilia-Romagna sonoaumentate complessivamente del19,0 per cento. Incrementi supe-riori alla media hanno caratteriz-zato solamente le retribuzionidegli operai (+21,9 per cento)mentre nel Nord Est oltre aglioperai, le cui retribuzioni hannopresentato una variazione pari aquella dell’Emilia-Romagna, sisegnala la crescita degli emolu-menti dei quadri pari al 19,4 percento. Variazioni simili si riscontra-no anche a livello nazionale, dovele retribuzioni degli operai sonocresciute di un punto percentualepiù della media, mentre per i qua-dri la maggior crescita rispetto allamedia dei lavoratori italiani è statapari a 4 punti percentuali.

Le retribuzioni per titolo di stu-dio. Nel 2008 le retribuzioni del-l’Emilia-Romagna secondo i livellidi istruzione sono state compresetra i 23.620 euro di coloro chesono in possesso, al massimo,

della licenza media dell’obbligo e i35.550 euro di coloro che hannouna laurea specialistica (del nuovoordinamento universitario, intro-dotto nel 2000) o del vecchioordinamento. Le prime sonoapparse inferiori alla media del9,5 per cento, le seconde superio-ri del 36,2 per cento.Tra i due valori estremi si ritrova-no i qualificati professionali chehanno percepito una retribuzionepari a 24.100 euro, i diplomaticon 26.980 euro e i laureati di 1°livello con una retribuzione pari a23.900 euro. Rispetto alla mediaregionale i qualificati hanno pre-sentano uno scarto del -7,7 percento, mentre i diplomati, al con-trario, si posizionano 3,3 puntipercentuali al di sopra del valoremedio. Anche in Emilia-Roma-gna, così come nel Nord Est e,soprattutto in Italia, le retribuzio-ni degli occupati in possesso diuna laurea di 1°livello si sonoposizionate al di sotto dellamedia.Nell’ultimo quinquennio le retri-buzioni medie in Emilia-Romagnasono aumentate del 19,0 percento. Oltre questa soglia trovia-mo soltanto i lavoratori con il solotitolo della scuola dell’obbligo(+23,0 per cento). Seguono, conun aumento del 18,4 per cento, iqualificati. Aumenti inferiori sisono invece avuti per i diplomati(+17,3 per cento), specialmentedonne (+16,9 per cento) e per ilaureati, il gruppo che in base altitolo di studio ha evidenziato la

crescita retributiva più contenuta(+15,9 per cento.

La retribuzione per dimensioneaziendale. Nel 2009 le retribu-zioni dell’Emilia-Romagna sonostate comprese fra i 23.960 europercepiti dai lavoratori delle pic-cole aziende (fino a 49 dipen-denti) e i 31.920 euro elargitidagli occupati nelle grandiaziende, vale a dire, sopra i 250dipendenti.Tra i due importi estremi lo scar-to è risultato pari al 33,2 percento, superiore di 2 punti per-centuali a quello che si riscontraper il Nord-Est e in linea conquello che si riscontra in ambitonazionale. Nel corso degli ultimi5 anni tale differenziale hamanifestato una leggera atte-nuazione, salvo riprenderequota tra il 2007 e il 2008.Tra il 2003 e il 2008 l’ammonta-re delle retribuzioni medie perclasse di ampiezza delle impreseha conosciuto andamenti diver-si nei diversi territori oggettodello studio. La crescita massimadelle retribuzioni rilevata inEmilia-Romagna si riscontranelle medie imprese con unavariazione del 19,4 per cento.Stesso fenomeno caratterizzal’aggregato delle regioni delNord Est, che ha mostrato unacrescita per le medie imprese del20,4 per cento, mentre a livellonazionale sono cresciute di piùle piccole imprese (+18,8 percento), superando di poco lacrescita evidenziata dalle impre-se di medie dimensioni.

In estrema sintesi, sulla base deidati del 2008, la figura tipo dellavoratore più ricco è rappresen-tata da un dirigente, laureato, disesso maschile, occupato in unagrande azienda del settore chi-mico. All’opposto il livello piùbasso è rappresentato da unadonna con mansioni operaie,che non è andata oltre la licenzadella scuola media dell’obbligo,e che è occupata in una piccolaazienda del settore degliAlberghi e ristoranti. In un mer-cato del lavoro parallelo rispetto

ai tradizionali e garantiti con-tratti a tempo indeterminato sicollocano sempre più frequen-temente i giovani che entranodalla porta secondaria nel mer-cato del lavoro, attraverso con-tratti con durata limitata o chenon comportano formalmenteuna relazione di lavoro dipen-dente, con salari di ingressosempre più bassi rispetto allaretribuzione media e con ridottacopertura contributiva, senzapossibilità di fare carriera o diaumentare il proprio stipendio,pur essendo mediamente piùistruiti di chi è già occupato, senon attraverso la conversionedel contratto a tempo indeter-minato. In conclusione, alla pla-tea crescente dei lavoratori“flessibili” (per non parlare degliimmigrati) vengono spessoofferte retribuzioni non lontanedalla soglia di povertà.

valore medio regionale

Retribuzioni provinciali osservate

Sotto, Marco Vavassoridurante al presentazione

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Quaderni&documenti

IV DICEMBRE 2009

Nota metodologicaIl Rapporto 2009 sulla“Domandadi lavoro e retribuzioni in Emilia-Romagna” è il risultato di un’atti-vità originale di ricerca, avviatadal sistema camerale a livellonazionale a partire dal 2008,finalizzata al monitoraggio, per laprima volta in maniera congiun-ta, di due fondamentali aspettidel mercato del lavoro. Le analisisvolte sono basate in primo luogosui dati disponibili attraverso lerilevazioni annuali sui fabbisogniprofessionali da parte delleimprese con dipendenti, effettua-te nell’ambito del sistema infor-mativo Excelsior, realizzato dallarete delle Camere di commerciocon la regia tecnica a livellonazionale di Unioncamere e delMinistero del Lavoro. A partiredal 1997, Excelsior costituisce unadelle maggiori fonti disponibili inItalia sui temi del mercato dellavoro e della formazione. Vieneutilizzata, in secondo luogo, labanca dati sui “profili retributivi”di OD&M Consulting (societàspecializzata in indagini sulle pro-blematiche dei sistemi incentivan-ti e delle retribuzioni che fa partedel Gi Group). Si tratta di unafonte “non istituzionale”, ma nonper questo meno interessante,poiché dati raccolti nell’arco diuna decina d’anni da OD&MConsulting hanno acquisitodimensioni tali (oltre duecento-

mila profili retributivi raccolti ognianno) da consentirne un uso sta-tisticamente significativo.L’incrocio di queste banchedati determina, a ben vedere,un valore aggiunto che va oltrela mera Sommatoria dei dati inesse contenuti. L’utilizzo diinformazioni di diversa prove-nienza consente di Mettere alcentro delle analisi sui fabbiso-gni occupazionali delle imprese(articolate per settore di attivitàper dimensione) il profilo profes-sionale, le caratteristiche indivi-duali dei lavoratori (a loro voltascomposte in qualifica, età,sesso, livello di istruzione) e illoro “percorso retributivo”.

Lavoro atipico

Dal 1995 al 2008 l’occupazioneitaliana è cresciuta costantemen-te, anche nei periodi di bassa cre-scita, grazie alla maggiore flessi-bilità del mercato del lavoro (oltreche alle sanatorie degli immigra-ti). Ma la caratteristica principaledella nuova occupazione è diessere impiegata in forme atipi-che, con modalità diverse dalcontratto di lavoro a tempo inde-terminato. Il lavoro atipico costi-tuisce ormai la principale “portadi entrata” per i lavoratori piùgiovani, dalla quale è molto diffi-cile uscire. Siamo pertanto in pre-senza di un vero e proprio merca-

to del lavoro parallelo o “duale”,per usare un’espressione deglieconomisti. Sono state via viaattivate molteplici figure di lavoro“atipiche” cui sono state destina-te una buona fetta delle nuoveassunzioni anche in Emilia-Romagna. I lavoratori atipici nonsono solo i lavoratori dipendentia termine. Ad essi vanno aggiun-ti quei lavoratori subordinati che,analizzando le mansioni effettiva-mente svolte, a ben vedere spes-so effettuano concretamentelavori alle dipendenze, pur senzal’inquadramento in un contrattodi lavoro subordinato.

Un ragionamento analogo si puòapplicare ai lavoratori part-time,frequentemente assimilati a quel-li precari o atipici. Si tratterebbe,anche in questo caso, di valutarele fattispecie concrete, per capirese siamo in presenza di part-timeinvolontario di persone che pre-ferirebbero un lavoro full-time,oppure di una scelta consapevoledi alcune categorie di lavoratori.Nel 2008 il part-time coinvolgevain Emilia-Romagna circa 255.000persone, equivalenti al 12,9 percento del totale degli occupati.Nel 2004 (non è possibile avereun confronto omogeneo più lon-

Pomeriggi del lavoro nelle Camere di commercioIn corso una iniziativa per guidare alla ricerca dell’occupazione

Unioncamere Emilia-Romagna, le nove Camere dicommercio del territorio e Ifoa, società del sistemacamerale leader nella formazione organizzano unaserie di incontri informativi gratuiti sulle opportu-nità per chi è alla ricerca di occupazione. “Chi sa,trova” è lo slogan dell’iniziativa “Pomeriggi dellavoro”: durante gli incontri saranno illustrati glistrumenti che le Camere di Commercio mettono adisposizione, sui diversi territori provinciali, a sup-porto delle scelte professionali e formative e asostegno dell’inserimento, o reinserimento, lavo-rativo.Gli incontri, che si protrarranno fino al mese di

maggio 2010, offriranno inoltre un panorama suiservizi orientativi e le politiche occupazionali presentinei territori. Saranno fornite indicazioni su un’ade-guata ricerca attiva di lavoro e tutte le informazioniutili per la ricerca di opportunità di sostegno al reddi-to nel periodo di crisi. Per informazioni: Ifoa UfficioInformazioni e Selezioni Tel. 840. 705141 (solo unoscatto alla risposta). E’ possibile conoscere il calenda-rio delle date, città per città, e scaricare la scheda diiscrizione agli indirizzi http://www.ifoa.it ehttp://www.rer.camcom.it/comunicazione/notizie/notizie-2009-1/pomeriggi-del-lavoro-nelle-camere-di-commercio/

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DICEMBRE 2009 V

tano nel tempo) gli occupatierano circa 227.000, pari al 12,3per cento del totale. Il lavoro atempo parziale è molto più diffu-so tra le donne (23,9 per centodel relativo totale) per motivifacilmente comprensibili, inquanto consente di conciliare, inmisura meno problematica, l’atti-vità lavorativa con la cura dellafamiglia. Tra gli uomini la percen-tuale scende al 4,4 per cento. Inambito settoriale è il ramo deiservizi, che non a caso occupa inprevalenza donne, a fare registra-re la più elevata percentuale dipart-time (16,6 per cento).Secondo l’indagine Excelsior, nel2009 le imprese dell’industria edei servizi hanno previsto di assu-mere 11.120 persone con con-tratto part-time, equivalenti al22,4 per cento del totale delleassunzioni non stagionali, inmisura superiore alle percentualirilevate sia in Italia (20,7 percento) che nel Nord-est (22,0 percento). Il ramo dei servizi ha regi-strato la percentuale più elevata,coerentemente con i dati delleforze di lavoro, pari al 28,3 percento, con punte del 57,9 e 54,2per cento relative rispettivamenteai comparti degli “Studi profes-sionali” e degli “Alberghi, risto-ranti e servizi turistici”. E’ da sot-tolineare che rispetto alle previ-sioni formulate per il 2008, le

assunzioni “part-time” per il2009 hanno aumentato conside-revolmente il loro peso, fenome-no questo che in parte può esse-re ricondotto alla necessità ditalune imprese di risparmiare sulcosto del lavoro, visto lo spessoredella crisi economica. Secondo idati raccolti dall’Inail, il lavorointerinale ha conosciuto una bat-tuta d’arresto. Nel 2008 si è arti-colato in Emilia-Romagna su61.346 assicurati netti - si trattadi persone che nell’anno hannolavorato almeno un giorno - valea dire il 4,3 per cento in menorispetto all’anno precedente, inlinea con quanto avvenuto inItalia (-2,4 per cento). Di questi,quasi 17.000 erano stranieri,rispetto ai 17.111 dell’anno pre-cedente. Gli italiani si sono artico-lati su 44.385 unità, ma in questocaso c’è stata una diminuzionepiù consistente rispetto al 2008,pari al 5,5 per cento. L’incidenzadel lavoro interinale sull’occupa-zione dipendente era del 4,3 percento, in regresso rispetto allaquota del 4,5 per cento relativa al2007. Se si valuta il fenomeno intermini di occupazione piena,ottenuta dividendo il monte oredi giornate lavorate effettive, peril monte giornate medio lavorabi-le da un lavoratore teorico, nel2008 si aveva una consistenza di27.874 occupati contro i 26.182

dell’anno precedente. In questocaso dobbiamo annotare unincremento del 6,5 per centorispetto al 2008, più ampio diquello nazionale del 3,5 percento. In pratica alla diminuzionedelle “teste” è corrisposta unamaggiore intensità di lavoro. Unsegnale del minore dinamismodel lavoro interinale è venutoanche dai nuovi assicurati, ovve-ro coloro che entrano per laprima volta nel mondo degli assi-curati Inail. Nel 2008 ne sonostati registrati in Emilia-Romagna5.587 rispetto ai 7.808 del 2007.Stessa sorte relativamente alsaldo tra assunti e licenziati, che èrisultato negativo per 2.275unità, dopo l’attivo di 1.841 rile-vato nel 2007. Secondo l’indagi-ne Excelsior, nel corso del 2008 il7,8 per cento delle imprese emi-liano-romagnole ha utilizzato illavoro interinale, in misura mag-giore rispetto a quanto registratoin Italia (5,8 per cento) e nelNord-est (7,6 per cento). Questostrumento, introdotto dallaLegge “Treu” n.196 del 24 giu-gno 1997, è maggiormente uti-lizzato dall’industria (11,3 percento) rispetto ai servizi (5,7 percento). In ambito industriale i set-tori più orientati a questo generedi assunzioni sono risultati leindustrie energetiche (39,6 percento) e chimiche e petrolifere(32,7 per cento). Nei servizi hanuovamente primeggiato il com-parto del “Credito, assicurazionie servizi finanziari” (17,6 percento), davanti a “Sanità e servi-zi sanitari privati” (9,8 per cento).Il forte peso dei contratti atipici èemerso anche dai dati dell’inda-gine Excelsior. Nel 2008 il 51,1per cento delle imprese ha utiliz-zato contratti temporanei, ugua-gliando la quota registrata nel2007.Il lavoro parasubordinato (colla-boratori coordinati e continuativi,autonomi occasionali e associatiin partecipazione), che statistica-mente viene compreso dall’Istatnell’occupazione autonoma, nel2007 poteva contare in Emilia-Romagna su oltre 151.000 con-tribuenti collaboratori, equivalen-

ti al 9,0 per cento del totalenazionale. I contribuenti collabo-ratori sono così definiti in quantoil versamento dei contributi èeffettuato dal committente.L’indisponibilità di confronti tem-porali regionali non consente divalutare la diffusione del fenome-no. Restano tuttavia numeritutt’altro che trascurabili. Granparte dei contribuenti collabora-tori si divideva in Emilia-Romagna tra amministratori, sin-daci di società ecc. (40,8 percento del totale) e collaboratori aprogetto (39,8 per cento), men-tre in termini di genere i maschiincidevano per il 61,7 per centocontro la media nazionale del56,2 per cento.Secondo l’indagine Excelsior,l’8,2 per cento delle imprese emi-liano-romagnole dell’industria edei servizi ha previsto di utilizzarenel 2009 collaboratori a progetto,in misura più ampia rispetto aquanto rilevato nel Nord-est (7,4per cento) e in Italia (6,8 percento). Nel 2008 era stata regi-strata una quota leggermentepiù contenuta, pari all’8,0 percento. Siamo di fronte a un’inci-denza sostanzialmente contenu-ta, con rapporti abbastanza equi-librati tra industria (7,2 percento) e terziario (8,9 per cento).La sostanza cambia in termini dicomparto. In questo caso vi sonoattività che evidenziano una pro-pensione all’utilizzo delle colla-borazioni a progetto piuttostomarcata, come nel caso di“Istruzione e servizi formativi pri-vati” (38,2 per cento) e “Sanità eservizi sanitari privati” (25,3 percento), confermando la situazio-ne del 2008.

Accanto a Zanlari, Vavassori,e Sedioli, il segretario generale

di Unioncamere Emilia-Romagna UgoGirardi, che ha coordinato la tavolarotonda a cui hanno partecipatoanche Mario Pantano, presidenteManager Ricerche Direzionali,Andrea Cammelli, direttore ConsorzioInteruniversitario AlmaLaurea,Roberto Bennati FIOM-CGILEmilia-Romagna e Massimo Hilbevice presidente ConfindustriaEmilia-Romagna.

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DICEMBRE 2009 31

IMPRESE

Accerchiate dal nemico, leimprese non si danno pervinte. E preparano le stra-tegie migliori per affron-

tarlo. Soprattutto, non vogliono tro-varsi isolate e deboli. A rischio sonoin particolare le più piccole, privedella forza e degli strumenti adegua-ti per reagire ai colpi della crisi.L’arma vincente? Secondo molti è“mettersi insieme”. Fare rete infatti èla strategia incoraggiata da più parti,e sempre più spesso la strada sceltadal mondo economico. L’ha propo-sta il presidente della PiccolaIndustria di Confindustria GiuseppeMorandini, attraverso il suo proget-to di aggregazione per salvare leimprese in difficoltà. Lo ha afferma-to il ministro dello Sviluppo econo-mico Claudio Scajola, spiegando chela parola d’ordine d’ora in avantisarà allearsi, per cogliere opportunitàprima impensabili. E la promuoveConfindustria, che ha recentementeorganizzato su questo tema il conve-gno “Fare reti d’impresa”.Ma la strada dell’aggregazione in

Emilia-Romagna in alcuni casi è giàrealtà, mentre progetti sempre piùarticolati si sviluppano sul territo-rio. Cna, per esempio, promuoveda anni la strategia dell’aggregazio-ne, ma ora spinge ancora di più ilpedale dell’acceleratore in questadirezione, dando vita a un percorsodi ampio respiro dedicato proprioalle opportunità degli aggregatid’impresa per il sistema produttivobolognese, che mira a rendere piùcompetitive le aziende in questomomento di difficoltà economica.Tappa iniziale di questo nuovocorso è stato il primo “Net-working day”, organizzato da CnaBologna: settanta imprese il 18novembre si sono riunite a VillaCicogna di San Lazzaro di Savenaper mettere in comune le loro espe-rienze, condividere aspirazioni eobiettivi, e soprattutto sviluppareun piano d’azione per la creazionedi nuove reti.Ma in che modo questo strumentopuò rendere le imprese più forti?L’obiettivo di Cna è quello di rea-

lizzare aggregati tra imprese ingrado di sviluppare nuovi prodotti,acquisire commesse che una singo-la azienda non potrebbe ottenere,potenziare la funzione commercia-le, entrare in nuovi mercati inter-nazionali.Le settanta imprese di VillaCicogna appartengono al settoredella produzione, inparticolare alla mecca-nica, ma per organizza-re al meglio le reti sisono suddivise in grup-pi in base alle lorocomplementarietà pro-duttive e di filiera: pro-gettazione di compo-nenti elettronici, solu-zioni meccaniche per ilmovimento terra, solu-zioni software, progetti in ambitomedicale e termoplastico, soluzionimeccaniche ed elettroniche per leenergie rinnovabili e per le macchi-ne automatiche.Entusiasti gli imprenditori bologne-si che hanno preso parte all’iniziati-

Aggregazioni: la risposta delle Pmi per reagire alla congiuntura e recuperare competitività

L’unione fa la forzaFare rete contro la crisi

Le “piccole”emiliano-romagnoleraccolgono la sfida.Punto di partenza,il “Networking Day”

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32 DICEMBRE 2009

IMPRESE

va: “Gli artigiani e le piccole impre-se tendono a essere molto indivi-dualisti, se non delle vere e proprie‘prime donne’. Ma se vogliamouscire da questa crisi dobbiamostare insieme”. Hanno commenta-to, dimostrando di aver colto inpieno allo spirito del primo “Net-working day”.

LA STRATEGIA

Una rete di quattro nodi, ovvero quattroimprese interessate a collaborare e disposte

a interagire la propria attività. È quanto bastaper cominciare a ottenere i vantaggi dell’aggre-gazione. Una tendenza che contagia anche ilcampo dell’automazione elettrica ed elettronica,grazie a quattro aziende dell’area UnindustriaBologna che si propongono sul mercato in unaforma inedita e competitiva. La loro idea si chia-ma 01Wiring, e già nel nome sta tutta la caricainnovativa del progetto, lanciato dei tavoli dellaPiccola Industria di Bologna. “01” rimanda alcodice binario, estremamente semplice ma uni-versalmente applicato in tutti gli oggetti tecno-logici, dal telecomando alla navicella spaziale.“Wiring” invece rimanda a tutto ciò che per-mette il trasferimento elettrico ed elettronico disegnali, impulsi e informazioni: è il cablaggio,l’impianto, il collegamento, la connessione.Ma cosa offre in più questo nuovo soggetto eco-nomico? Di fronte alla riduzione di supporto chei fornitori di tecnologie primarie riescono a offri-re ai costruttori di macchine a causa della crisi, gliimprenditori di 01Wiring puntano al contrario susoluzioni complete che integrano automazionielettriche ed elettroniche con la meccanica ingenerale e il packaging in particolare. Un interlo-cutore solo per tanti servizi: dallo studio di fatti-bilità alla realizzazione chiavi in mano, all’installa-zione e messa in servizio di impianti completidelle principali tecnologie (elettronica, robotica,elettromeccanica, meccanica e impiantistica ingenere). Il tutto riducendo i passaggi e la fram-mentazione di responsabilità, ottimizzando i costie garantendo aggiornamento e controllo conti-nuo su qualità e sviluppo delle componenti.Prezioso dunque si rivela il bagaglio di esperien-ze e conoscenze che ciascun imprenditore puòapportare al progetto, contribuendo a sviluppa-re soluzioni che permettono di prevedere eabbassare costi. Una sintesi virtuosa di espe-rienza tecnologica ad alto livello. E un beneficioper il cliente, che non si trova gravato da ulte-riori e non quantificabili spese per scoprire lecaratteristiche tecniche di ciò che haacquistato

Meno “passaggi”e costi sotto controllo

01Wiring,l’impulsoche mancava

Ora il progetto è entrato nel vivo:la tappa successiva prevede infattiincontri dei singoli gruppi che, gra-zie all’assistenza di Cna, lavoranosu progetti concreti per il propriocomparto. Ma questo è solo l’ini-zio. Cna intende utilizzare lo stessometodo anche con aziende di altrisettori

IL CASO

“Is Bologna”, un’alleanza strategicaSubfornitura meccanica

Obiettivo internazionalizzazioneDa concorrenti ad alleate. Dieci pic-

cole realtà della filiera della subfor-nitura metalmeccanica bolognese sipresentano ora sul mercato come uninterlocutore unico. È nato così IsBologna, che sta per Integrated subcon-tractor Bologna, la prima aggregazionedi piccole e medie imprese complemen-tari della stessa filiera. Sostenuta dalSettore metalmeccanico di UnindustriaBologna, l’iniziativa consiste in un accor-do di collaborazione di dodici mesi chemira a moltiplicare i potenziali clienti,semplificando il sistema di relazioniinterno alla filiera.Il risultato è l’offerta di un servizio diqualità a 360 gradi a cui i dieci part-ner contribuiscono con la propriaspecializzazione, rafforzandosi avicenda. Meccanica Sarti, FiocchiLibero e CB si occupano di lavorazio-ni meccaniche; Atti, Palmieri e Famsono le fonderie; Tinti & Tolomelli,Oz e Tecnolamiera sono aziende dicarpenteria; Wegaplast infine è specia-lizzata in stampaggio plastica. Unasquadra unita, che lavorando in retepunta ad azzerare il rischio di difetti nellaproduzione, a eliminare i ritardi nelleconsegne e a offrire prodotti personaliz-

zati, con la possibilità di pagamenti e fat-turazioni il più possibile semplificati.Con un’aspirazione in più, quella all’in-ternazionalizzazione, che senza l’al-leanza sarebbe stata difficile da immagi-nare: “Is Bologna significa anche ‘ÈBologna’, a sottolineare che con questainiziativa vogliamo portare sui mercatiinternazionali il tratto distintivo e la qua-lità della subfornitura metalmeccanicabolognese”, spiega il presidente delSettore Metalmeccanico di UnindustriaBologna Marco Bettini, che aggiunge:“L’internazionalizzazione dei mercati ciha imposto una nuova architettura, manon ci siamo arresi e abbiamo studiatoforme innovative di aggregazione peressere presenti da Bologna con lenostre piccole imprese su tutti i mercati”.E in questo senso Is Bologna ha inizia-to nel migliore dei modi la sua attivitàoltre confine, con la partecipazione allafiera di Jonkoeping in Svezia, la princi-pale rassegna mondiale della subforni-tura meccanica. Qui la rete di aziendebolognesi, presente grazie anche alpatrocinio e al supporto di UnindustriaBologna e Cassa di Risparmio di Cento,ha potuto presentarsi al pubblico conuno stand di oltre 90 metri quadrati

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34 DICEMBRE 2009

OPPORTUNITÀ

zione e il trasferimento tecnologicoDemocenter-Sipe, ha preso il via il26 ottobre scorso e si concluderà il26 febbraio 2010. Obiettivo del pro-getto, coordinato dall’assessoratoalle Politiche economiche, è risolverei problemi di innovazione tecnologi-ca, innovazione organizzativa efinanza d’impresa di cento piccole e

medie aziende da 5 a 100 dipen-denti. Le risorse messe a disposi-zione dal Comune di Modena,200mila euro, arrivano per metàdal bilancio dell’assessorato allePolitiche economiche e per l’altrametà dal fondo speciale per inter-venti di contrasto alla crisi econo-mica.

Lacrisi, che già dalla secondametà del 2008 ha rovesciatoil trend dell’economia pre-cedentemente positivo, si è

presentata massivamente nel 2009,andando a colpire anche le aziendepiù dinamiche. Se nel biennio 2007-2008 le risorse dedicate all’innova-zione tecnologica erano aumentate

in media del 17,27%,nel biennio successivo(2008-2009) si sonoridotte di altrettanto(17,54%).Tutto ciò traspare daidati di “Modena Inno-va”, il progetto avviatodal Comune diModenaper premettere alleimprese di affrontare lacrisi, fornendo loro

strumenti e consulenze personalizza-te per innovarsi e rilanciare la pro-pria attività. L’iniziativa, con la col-laborazione dell’Università diModena e del Centro per l’ innova-

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lvisi Comune, Università e Democenter-Sipe in prima linea per sostenere le Pmi modenesi

Più competitivitàcon “Modena Innova”

In campo risorseper 200mila euro

destinate a iniziativesu innovazione

e finanza d’impresa

B&B ELETTRONICA

“Abbiamo aderito al progetto “ModenaInnova” – ha detto Luciano Bergonzoni,legale rappresentante di B&B Elettronicasrl – dando a Democenter l’incarico dieffettuare una ricerca sull’omologazionedei nostri prodotti, sistemi audio-videoper autobus, nell’ambito dei treni.Quello con Democenter è un rapportoconsolidato; da alcuni mesi infatti por-tiamo avanti anche un altro progettoche concluderemo entro la metà del-l’anno.

Il primo incontro relativo al progetto“Modena Innova” è stato un paio dimesi fa e la ricerca è tuttora in corso d’o-pera. È difficile fare previsioni per il2010, sappiamo solo che presto potre-mo puntare sul progetto che stiamoconcludendo”.

HIDROMEC

“La nostra azienda, che si occupa diprogettare e costruire cilindri idraulici –racconta Marcello Maffei, amministra-tore delegato di Hidromec srl – ha

richiesto una consulenza relativa allaprogettazione e verifica di fattibilità dipannelli fotovoltaici orientabili per pro-durre energia. Lo studio di fattibilità, cheha preso il via il 20 dicembre, è statoottimamente supportato da un ingegne-re incaricato da Democenter: nonostan-te la realizzazione di pannelli a movi-mentazione sia stata sconsigliata permotivi di carattere economico (in com-mercio se ne trovano altri a costi moltoinferiori), ci sono state fornite validealternative su come realizzare una pro-duzione di energia con fotovoltaico.

IL CASO

La parola ad alcune aziende che hanno colto l’opportunità di “Modena Innova”“Un forte incentivo per chi vuole innovare davvero”

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“La crisi ha pesato a livello diforma e per settore produttivo –commenta Graziano Pini, assessorealle politiche economiche delComune di Modena – e si sentiràancora. In alcuni settori ci sonostate negazioni della crisi, in altriinvece la situazione si è dimostratadrammatica. Ma l’impressione chesi è avuta è che la maggior partedelle aziende in difficoltà attraver-sassero già un momento delicato eche la crisi non abbia fatto altroche accentuare questa situazione”.La prima fase dell’iniziativa, che siè conclusa il 18 dicembre, ha per-messo di fare un quadro dettaglia-to della situazione delle aziendeche ne hanno preso parte. Vistal’entità del finanziamento, la grossaparte delle aziende partecipanti è dipiccole dimensioni: il 45% hameno di dieci addetti. Per aziendedi questo tipo infatti un interventoconsulenziale di qualche giornatarisulta comunque molto significati-vo e utile per impostare nuove atti-vità negli ambiti proposti, verifica-re la fattibilità di un progetto edeventualmente pianificare investi-menti e successive consulenze.Nonostante l’intervento sia statorivolto ad aziende appartenenti acinque diversi settori – manifattu-riero, servizi, edilizia, energia ecommercio – l’adesione maggiore

(76%) è arrivata dalle aziendemanifatturiere. Sono proprio leaziende operanti in questo settoreinfatti a soffrire maggiormentedella condizione attuale e quindipiù aperte a contributi e suggeri-menti per trovare soluzioni chepropongano un approccio nuovoalle loro problematiche.Se nel biennio 2007-2008 il fattu-rato è aumentato in media del12,20%, in quello successivo èstato soggetto a un calo medio del19,15%; in particolare le aziendecon meno di dieci addetti hannoaccusato nel 2008-2009 una dimi-nuzione media del fatturato del25,6%.Nell’ultimo periodo si è inoltre evi-denziata una ricerca di sbocchi nel-l’export, soprattutto per compen-sare l’indebolimento del mercatointerno. E così nel biennio 2008-2009 l’export è aumentato inmedia del 3,39% mantenendosipraticamente sugli stessi livelli delbiennio precedente 2007-2008 (più3,76%), ma sono soprattutto leaziende con meno di dieci addettiad aver registrato nell’ultimo bien-nio un aumento consistente del-l’export del 7,38%.Per quanto riguarda la questionedel credito, in generale gli intervi-stati hanno denunciato un impove-rimento nei rapporti con le banche

LORILABORS

“La consulenza richiesta dal nostro labo-ratorio, che si occupa di realizzare dispo-sitivi odontoiatrici su misura – spiegaDaniele Benfatti, titolare di Lorilabors srl– è stata relativa a una tipologia di mate-riale da utilizzare in ambito protesico;nello specifico abbiamo richiesto la com-parazione di un materiale con uno giàpresente sul mercato, per poter proce-dere alla sua certificazione. La ricercacondotta dal professor Manfredinidell’Università di Modena e ReggioEmilia, ha dato risultati positivi: insostanza il materiale presenta tutte lecaratteristiche richieste e per passare allacertificazione si deve solo effettuare una

ulteriore verifica di carattere economico.In realtà il progetto era iniziato alcunimesi fa, poi sospeso e riaperto grazie a“Modena Innova”. Il progetto delComune di Modena, con la collabora-zione di Università e Democenter, èsenza ombra di dubbio uno strumentodi incentivo per tutte quelle imprese chevogliono portare innovazione nei pro-dotti e nei propri processi interni. A noiin particolare ha dato la possibilità diportare a termine un progetto, che altri-menti sarebbe rimasto incompiuto, intempi ristretti (30 giorni dalla data delprimo incontro) e con grande disponibi-lità da parte dell’Università che si èdimostrata capace di relazionarsi anchecon realtà molto piccole”

e grossi problemi nella loro gestio-ne: le principali problematichesono state date da una diversa qua-lità di rapporto, anche nei casi diaziende con rapporti storici edecennali con la stessa filiale.“Sul fronte creditizio – continual’assessore Graziano Pini – agiamomolto sui Consorzi Fidi, che se daun lato consentono di abbassare itassi di interesse per le aziende chechiedono denaro, dall’altro per-mettono alle banche di avere mag-giori garanzie. In questa fase si èriscontrata una chiusura a ricciodelle banche, che devono commi-surare l’erogazione del credito alrischio a cui vanno incontro. È inquesto tipo di scenario che risultafondamentale l’apporto delle istitu-zioni: per questo noi, comeComune, abbiamo intenzione diriconfermare attraverso il “FondoInnovazione”, la destinazione dirisorse per centinaia di migliaia dieuro”.In generale la maggior parte delleaziende ha dato un grosso valore alprogetto “Modena Innova” sotto-lineando la concretezza degli inter-venti, su tematiche di interesse perla loro realtà. Sono diciannove leiniziative già concluse prima dellefestività natalizie e altre tredici leaziende disponibili per un auditnell’apertura della seconda fase

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denti, co.co.pro e stagisti; e 133 ibrevetti registrati. Il totale dei par-tecipanti alle iniziative regionali diquesto 2009 è stato di oltre 300business plan consegnati in tuttaItalia.Alla finale di Perugia le miglioriidee di impresa già premiate alivello locale, oltre a ricevere con-tributi in denaro perl’avvio di impresa,hanno avuto l’oppor-tunità di dare grandevisibilità al loro pro-getto e allacciareimportanti relazioni.Nella giuria, che havalutato le diverse ideedi impresa, c’eranoinfatti venture capita-list e rappresentanti diimportanti aziende come Finmec-canica, Vodafone, Indesit ed Enel.In un contesto prestigioso come laRocca Paolina di Perugia, dove erastata organizzata l’esposizionedelle idee, hanno potuto studiarecon attenzione le possibilità di svi-luppo futuro di ciascuna impresa. In

EVENTI

A confronto i vincitori delle Start Cup di tutta Italia. Quattro le emiliano-romagnole in gara

In palio un premioin denaro, ma anchela possibilitàdi allacciare relazionie guadagnare visibilità

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Sperano di ritagliarsi uno spa-zio importante nei settori del-l’energia, dell’hi-tech e dellasalute, Biasol, DataRiver,

RigeneRanD e Spreaker, le quattroidee di impresa innovative che dagliatenei dell’Emilia-Romagna sonoapprodate a Perugia il 4 dicembreper il Pni, Premio Nazionale dell’In-novazione. Una vera e propriaCoppa dei Campioni delle businessplan competition che ha visto ingara le migliori idee di imprese inno-vative nate (costituite e non) dal gen-naio di quest’anno a oggi.All’edizione 2009, organizzatacome sempre da PniCube, l’asso-ciazione degli incubatori e dellebusiness plan competition accade-miche italiane con il contributo diVodafone, hanno partecipato 59imprese provenienti dalle 18 StartCup locali italiane. Di queste, 16sono organizzate dalle 38 Univer-sità che aderiscono a PniCube(Bologna; Calabria, Napoli Federi-co II, Friuli Venezia Giulia, MilanoLombardia; Modena-Reggio Emi-lia; Palermo, Torino-Piemonte,Puglia, Roma, Salerno, Sardegna,Toscana, Umbria-Marche, Venetoe Trento) mentre le altre 2 StartCup sono organizzate dai Centri diricerca pubblici Enea e Cnr.“Il Pni – spiega Gianni Lorenzoni,ordinario di Strategie dell’impresaall’Università di Bologna e Presi-dente di PniCube – è un evento iti-nerante che sostiene la nascita dinuove imprese ad alto contenutodi innovazione, diffonde la culturad’impresa in ambito accademico efavorisce il rapporto tra i ricerca-tori e il mondo dell’impresa e dellafinanza”. Giunto alla settima edi-zione, l’evento è nato dall’iniziati-va di un piccolo gruppo di docentiuniversitari e cresciuto grazie auna sorta di “volontariato” deiresponsabili locali delle Start Cup.

Il Premio, spiega ancora Lorenzo-ni, “si colloca tra le 522 iniziativeche a livello nazionale si occupanodi valorizzazione della ricerca maha una sua riconoscibilità grazieall’obiettivo ben preciso che si pre-figge di raggiungere, ossia fare datramite tra le idee e il mondo delleimprese”.Nel 2008 le 17 business plan com-petition locali aderenti al PremioNazionale per l’Innovazione hannocoinvolto 1.875 partecipanti (di cuiil 29% donne) che hanno presenta-to 341 business plan e generatocomplessivamente 657 idee di busi-ness (il 17% delle quali in Infor-mation Technology). Sempre rela-tivamente all’esercizio 2008,PniCube ha contribuito a lanciare287 imprese (di cui 27 già liquida-te e 5 coinvolte in fusioni o acqui-sizioni). Da un’indagine effettuatasu 214 di queste imprese, è emersoche il fatturato complessivo 2008 èstato di oltre 64 milioni di euro(una media di 300mila euro perimpresa); gli addetti coinvolti1.251 tra amministratori, dipen-

Pni, la “supercoppa”dell’innovazione

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38 DICEMBRE 2009

EVENTI

palio 110mila euro (60mila“Premio Vodafone” al primo classi-ficato, 30mila al secondo e 20milaal terzo). “Da tempo sosteniamo larelazione tra ricerca accademica emondo delle imprese e la nascita diiniziative ad alto contenuto innova-tivo – ha dichiarato Pietro Guinda-ni, presidente di Vodafone Italia –siamo convinti, infatti, che attraver-so gli incubatori e la ricerca univer-sitaria si possa creare valoreimprenditoriale e come azienda sen-tiamo la responsabilità di sostener-ne attivamente lo sviluppo”.La maggior parte dei progetti inmostra era collegabile al mondo

della salute e in particolare alla dia-gnosi precoce delle malattie.Presenti anche molti progetti dedi-cati all’energia e all’ambiente, conuna particolare attenzione all’effi-cienza energetica e alla riduzionedell’impatto ambientale. All’hi techappartenevano undici idee con pro-getti per migliorare l’attuale pano-rama tecnologico. Un numero piùesiguo di idee era infine rivolto almondo dell’alimentazione, dellacultura e della moda. Al terminedella giornata, a vincere su tutti èstato Bioecopest, lo spin offdell’Università di Sassari grazieall’invenzione e la produzione di

In rappresentanza della Start Cup diBologna sono arrivati a Perugia il grup-

po di Biasol (Imola) e quello di Spreakermentre dalla business plan competitiondi Modena-Reggio Emilia provenivanoDataRriver e RigeneRanD.Biasol è un progetto di impresa natodalla mente di due ingegneri, i romagno-li Michele e Luca Natali, che ha l’obietti-vo di commercializzare un nuovo sistemaper l’inseguimento solare dei pannellifotovoltaici. L’iniziativa, nata dalla colla-borazione tecnica fra ricerca universitariae mondo imprenditoriale, deriva dallosviluppo e dall’ingegnerizzazione deirisultati ottenuti dallo studio sulle fontirinnovabili di energia. La tecnologiaapplicata si basa su un automatismobiassiale che permette di “inseguire” ilsole secondo i due assi (longitudinale elatitudinale) evitando gli ombreggiamen-ti e mantenendo massimo l’angolo diincidenza dei raggi solari durante lediverse stagioni e ore del giorno.

Spreaker è inveceuna Radio Web 2.0dove tutti gli showe le stazioni radio,eludendo i limititecnici e di costoderivanti dalla crea-zione delle radio comuni, sono createdalla community di ascoltatori. L’idea diimpresa dei quattro trentenni che forma-no il gruppo, Francesco Baschieri,Francesco Corsi, Andrea De Marsi eDaniele Cremonini, risponde alle esigen-ze di tutti quegli utenti che, per creare econdividere contenuti audio, si trovanoad affrontare problemi tecnici (creazionedi contenuti per un palinsesto completo)ed elevati costi (dovuti essenzialmentealle Royalties e al traffico dati). A regime,nello spazio web di Spreaker, si troveran-no centinaia di contenuti caricati dagliutenti e ciascuno potrà crearsi il suopalinsesto quotidiano con un sempliceclic.DataRiver sviluppa soluzioni per la DataIntegration, risolvendo problematichedi incongruenza, eterogeneità e di puli-zia dei dati. Dei dieci componenti delgruppo, la maggior parte è laureata inIngegneria informatica ma non manca-no gli esperti di marketing. La prospet-tiva di sviluppo di questa idea nataall’interno dell’incubatore dell’Univer-sità di Modena-Reggio Emilia è interes-

sante: “La suddivisione per tipo di solu-zioni nel mercato del software evidenziacome al 2008 il mercato totale dellesoluzioni di Business Intelligence sia dicirca 700 milioni di euro – spiega unanota del gruppo – tutti gli strumenticommerciali per la Data Integration esi-stenti, compresi quelli dei colossi pre-senti nelle IT, sono attualmente nonautomatizzati, ossia la costruzione della‘vista globale’ è un processo completa-mente manuale. Poiché DataRiver offresoluzioni automatiche che attualmentenon sono presenti sul mercato ritenia-mo che si possa consolidare già al terzoanno un fatturato pari ad almeno500mila euro”.RigeneRanD, altra idea d’impresa pro-veniente dall’incubatore dell’Universitàdi Modena-Reggio Emilia, si dedica allosviluppo di strumenti-sistemi biotecno-logici in grado di supportare l’espansio-ne di cellule staminali per applicazionipre-cliniche e cliniche in medicina rige-nerativa. Fanno parte del gruppo tra glialtri un medico oncologo, e il Direttoredell’Unità di Ematologia, Oncologia eTrapianto di Cellule Staminali del Poli-clinico di Modena. L’innovazione dellaloro idea sta nel proporre un sistemaintegrato di coltura tridimensionale(oggi si lavora su sistemi bidimensiona-li) per l’espansione di cellule staminaliex-vivo, per scopo clinico

IL FOCUS

Questi i progetti regionali in concorso alla kermesse di PerugiaDai pannelli fotovoltaici ad alto rendimento a software e web radio

efficaci alternative all’uso dei pesti-cidi chimici convenzionali. Alsecondo posto si sono classificati iricercatori del Politecnico diMilano che con Adant propongo-no antenne di nuova generazionein grado di migliorare le prestazio-ni dei sistemi di comunicazionewireless e Rfid. L’ultimo dei premidisponibili è andato a NanoActive-Film proveniente dalla Start Cup diSalerno, che produrrà imballaggirivoluzionari in grado di allungarei tempi di conservazione del pro-dotto mantenendo inalterate leproprietà organolettiche degli ali-menti

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40 DICEMBRE 2009

COMMERCIO

Sono 30mila gli imprenditoristranieri in Emilia-Romagna,circa il 12% sul totale deititolari di azienda, 256mila

in tutta la regione. Numeri, rilevatidalle ultime analisi di Unioncamere(elaborazione dati Infocamere) agiugno 2009, che danno l’idea diquanto la presenza degli stranieri,

sia comunitari cheextracomunitari, siaforte nel nostro sistemaproduttivo. Di questi30mila, la stragrandemaggioranza proven-gono da Paesi extra Ue,25.138, mentre 5.575sono originari di Paesidell’Unione Europea.I numeri salgono se sicomprendono anche

gli stranieri che sono presenti inimprese come amministratori, socio che ricoprono altre cariche: oltre48mila su un totale di 718mila.Da dieci anni a questa parte il feno-meno è in continua crescita: bastipensare che nel 2000 la percentua-le di stranieri attivi nelle aziendeemiliano-romagnole era pari al2,8% del totale, mentre oggi siamoa oltre il 6 per cento.“Sono quasi sempre persone chelavorano nel nostro Paese per annie, una volta acquisita una certaprofessionalità, decidono di met-tersi in proprio”, spiega AndreaStuppini, rappresentante della con-ferenza delle regioni nel comitatotecnico nazionale sull’immigrazio-ne. “Il loro contributo al nostrosistema economico emerge soprat-tutto in settori in cui non c’è piùricambio generazionale di italiani,come i piccoli negozi di vicinato adesempio, ma anche nel tessile”.Molte boutique, spiega Stuppini,“prendono contatti con le comu-nità indiane o bengalesi della cittàperché hanno bisogno di manodo-

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In meno di 10 anni sono cresciuti di oltre il 215% gli esercizi con titolare straniero

Impresa e integrazioneUn binomio vincente

Un ruolo fondamentaleper rivitalizzare

un settore su cui pesauno scarso ricambio

generazionale

NonComunitario Extra Ue Italiano classificato Totale

ABRUZZO 2.258 6.333 85.714 10 94.315BASILICATA 370 1.063 42.611 2 44.046CALABRIA 1.573 7.250 114.757 74 123.654CAMPANIA 2.692 15.405 280.794 1.917 300.808EMILIA-ROMAGNA 5.575 25.138 225.499 29 256.241FRIULI-VENEZIA GIULIA 1.649 5.682 55.227 58 62.616LAZIO 8.895 20.733 230.923 225 260.776LIGURIA 1.791 9.127 79.037 74 90.029LOMBARDIA 10.115 44.859 370.897 122 425.993MARCHE 2.145 7.812 94.835 6 104.798MOLISE 473 959 24.234 2 25.668PIEMONTE 8.580 18.693 242.194 19 269.486PUGLIA 2.729 8.408 250.629 83 261.849SARDEGNA 1.501 5.200 100.597 31 107.329SICILIA 4.113 13.186 284.852 1.145 303.296TOSCANA 7.404 26.150 187.371 29 220.954TRENTINO-ALTO ADIGE 1.302 2.987 62.844 0 67.133UMBRIA 1.469 3.404 48.049 51 52.973VALLE D'AOSTA 176 325 7.306 0 7.807VENETO 6.256 22.157 247.348 22 275.783TOTALE 71.066 244.871 3.035.718 3.899 3.355.554Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Infocamere

Imprese attive e nazionalità del titolare

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DICEMBRE 2009 41

pera nella sartoria e non riescono atrovarla tra gli italiani”.I lavoratori stranieri incidono posi-tivamente non solo sul sistema pro-duttivo ma anche su quello previ-denziale regionale. “Più del 6%delle pensioni in Emilia-Romagnasono pagate da immigrati” spiegaStuppini, citando gli ultimi dati2006 dell’Osservatorio regionaledel fenomeno migratorio sulla basedi dati Inps.Il dossier Caritas Migrantes spiegainvece che l’imprenditoria stranieraè concentrata soprattutto nell’edili-zia, a seguire il commercio e leriparazioni.Molto significativi sono i dati rela-tivi al settore del commercio: dal2000 al 30 giugno 2009 gli stranie-ri presenti come titolari, ammini-stratori o soci sono aumentati del215,6% mentre gli italiani segnano

una flessione dell’8,2 per cento.La stragrande maggioranza degliimprenditori stranieri gestisce picco-le ditte individuali, riconducibiliall’artigianato. Un anno fa Cna Emi-lia-Romagna contava oltre 7.000associati stranieri, il 10% del totaleimprese dell’associazione. “Tra il2005 e il 2008 sono aumentati del26%”, spiega Beatrice Tragniresponsabile dell’Ufficio immigra-zione dell’associazione. “Si caratte-rizzano per il forte ottimismo,hannomolta forza di volontà e quin-di si spaventano meno davanti allacrisi – spiega Tragni – inoltre, aven-do strutture individuali hannoun’organizzazione del lavoro e del-l’occupazione più flessibile”.Cna ha al proprio interno il servi-zio Cna World, dedicato proprioagli imprenditori stranieri. “Daanni assieme alla Regione studia-

mo politiche di ordine economicoper gli stranieri, perché pensiamoche il fenomeno dell’immigrazionevada considerato nella sua comples-sità”. Non solo, spiega la responsa-bile, “da un punto di vista sanitarioe sociale ma anche sotto l’aspettoimprenditoriale che è uno dei mec-canismi che crea integrazione”

Abordo di un gommone, in una nottenera come la pece, Afrim ha lasciato

l’Albania per inseguire un sogno: rag-giungere l’Italia, la terra promessa per cuivaleva la pena sfidare la morte in baliadegli scafisti. Era il 1994 e Afrim Gjoci erauno straniero che come tanti altri suoiconnazionali sbarcavano al porto di Baricarichi di speranze. Oggi, all’età di 35anni, è un imprenditore nel cuoredell’Emilia, a Parma: nel 2002, assieme alcognato, ha aperto un’impresa edile cheporta il suo nome e fino a poco tempo faaveva anche due dipendenti, un italianoe un albanese, che però ora sono tornatinelle loro città. Non perché gli affarivanno male, anzi. “Facciamo ristruttura-zioni soprattutto per clienti privati maanche piccole aziende”, dice. “Facendopiccoli lavori ma in modo costante nonrisento della crisi, il problema nel nostrosettore è nelle grandi aziende, che hannomolti costi da sostenere”.La Afrim Gjoci si occupa di ristrutturazio-ni a 360 gradi, dall’imbiancatura allapavimentazione. “Adesso stiamo ristrut-turando un appartamento a Fidenza, holavorato anche a Reggio Emilia e ovvia-

mente a Parma. Spesso ci richiamano glistessi clienti, perché si sono trovati benecon noi”. E anche il 2010 promette bene,“ho già una commessa per i primi mesidel prossimo anno, se il lavoro aumentapotrei prendere anche altri dipendenti”.Afrim è uno degli 8.370 imprenditoristranieri in Emilia-Romagna. Come glialtri, ha lavorato duramente come dipen-dente prima di riuscire ad avere l’espe-rienza necessaria per aprire un’attivitàpropria. Ha dovuto affrontare mille diffi-coltà, a partire dal viaggio, poi la diffi-denza delle persone, doversi spostare incontinuazione per trovare una casa e unlavoro.Partiamo dal principio. “Sono nato aKavaja, un piccolo paese non lontano daDurazzo, sulla costa albanese, e dopoessermi diplomato ho iniziato l’universitàper diventare insegnante”, racconta. Nel1994 il lavoro in Albania era una chimerae l’Italia veniva vista come “la terra pro-messa, un sogno, perché allora c’eramolto più lavoro rispetto al nostroPaese”. Afrim ha lasciato gli studi e sonocominciati i tentativi di sbarco, viaggiallucinanti che molte volte sono finiti nel

nulla perché il gommone era costretto aritornare in Albania. “Una volta si è rottoil motore in mezzo al mare e siamo tor-nati indietro con quello di scorta, se ciripenso mi vengono i brividi…”.Una volta arrivato in Italia Afrim ha lavo-rato subito come manovale a Rieti, perdue anni, poi nel ’96 si è trasferito aParma seguendo il fratello che fa il suostesso mestiere. “Era dura, i primi anni lagente era diffidente perché ero straniero,non mi affittavano un appartamento eho vissuto per alcuni mesi in pensione”.Poi, con il tempo, Afrim si è conquistatola stima e la simpatia di tante persone e siè specializzato nel suo lavoro. “Nel 2002ho deciso di mettermi in proprio perchévolevo migliorare, ho capito che avevomaturato le competenze e conoscenzegiuste per fare qualcosa di più e quindi hoaperto un’attività mia”.È difficile per un imprenditore stranieroaprire un’attività nella nostra regione?“Io penso che se una persona ha le qua-lità e sa fare bene il suo mestiere ci saràsempre un posto per una nuova produ-zione, tanto per gli italiani quanto per glistranieri”, sottolinea

Afrim Gjoci, da insegnante a professionista delle ristrutturazioni edili

“Qui c’è posto per chi sa lavorare bene”

LA STORIA

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42 DICEMBRE 2009

CREDITO

Emilia-Romagna laboratoriodel credito dedicato allaclientela di nazionalità stra-niera. In regione sono sem-

pre di più le banche che apronosportelli per i cittadini non italiani omettono a punto servizi mirati allac-ciando collaborazioni con realtà delterzo settore. Un anello importante

che salda il tessuto eco-nomico locale con i“nuovi” residenti, sem-pre più numerosi einseriti nell’economia.Secondo il dossier Cari-tas Migrantes, in Emi-lia-Romagna ormai èstraniero il 9,7% deicittadini residenti (datial 31/12/2008) per untotale di 421mila per-

sone (che salgono a 461.800 se siconsiderano i soggionanti), di cui40mila nel solo capoluogo. I lavo-ratori stranieri rappresentanoormai il 18,8% del totale (contro il15,5% della media nazionale) e laloro presenza si concentra soprat-tutto nell’industria (26,7%),costruzioni (13,6%), alberghiero(12,9%), servizi alle imprese(9,8%) e agricoltura (8,4%). Leprovince in cui l’aumento di stra-nieri è stato più consistente nel2008 sono state Ravenna, Ferrara,Rimini e Piacenza (il 20% degli abi-tanti). Logico quindi che le banchesi siano mosse per tempo per inter-cettare la nuova clientela.A Bologna, Unicredit ha aperto nel2007, in via Carracci, l’Agenzia Tu,la prima dedicata espressamente acittadini non italiani e lavoratori“atipici”: uno staff di quattro dipen-denti (un direttore e tre impiegati dicui uno di origine marocchina e l’al-tro di origine peruviana), orari diapertura diversificati (10:20-14:20 e15:45-18:15), postazioni Internetall’interno dei locali, materiali infor-

mativi in più lingue e un pacchettodi proposte mirate (su conti corren-ti, carte di credito, mutui) per facili-tare l’accesso al credito della cliente-la di nazionalità non italiana. Ilmodello ha funzionato. Dall’apertu-ra, l’agenzia cresce di 500 nuoviclienti l’anno – in particolare prove-nienti da Romania, Marocco,Tunisia e Sri Lanka – a conferma cheil servizio dedicato piace. A inizio2009 è stata così attivata a Modena,in via Piave, la seconda Agenzia Tudella regione: insieme al direttore vilavorano un impiegato italiano euno di origine ghanese; scelta noncasuale visto che su quasi 23mila cit-tadini stranieri censiti in città il 10%circa appartiene alla comunità gha-nese. In crescita anche la clientelafilippina e ucraina, cui fanno riferi-mento molte delle straniere impe-gnate nell’assistenza domiciliare. Peri clienti di nazionalità romena delledue agenzie, è stata anche prevista lapossibilità di aprire presso UniCredit Romania, un conto corrente“a specchio”, alimentabile dall’Ita-

lia. “Innovativo è anche l’approccioadottato – spiega Lauro Longarzo,direttore regionale Agenzia Tu – chesi basa su vere e proprie reti di rela-zioni diffondendo il brand attraver-so accordi di conoscenza e collabo-razione con consolati ed enti pubbli-ci, associazioni multietniche, media-tori culturali, società di lavoro inte-rinale. Obiettivo di questo nuovomodello di servizio è entrare nellavita delle emergenti comunità localipartecipando attivamente al loro svi-luppo per favorirne l’integrazionenel tessuto sociale”.La ricerca di una relazione con lerealtà di riferimento della presenzastraniera in regione è stata la via sucui si è mossa per prima Emilbanca.“Circa otto anni fa – spiega Giulia-na Braido, responsabile della dire-zione Rsi di Emilbanca (49 filiali traBologna, Modena e Ferrara) – cisiamo posti il problema in termini diresponsabilità sociale scegliendocome modalità operativa la media-zione culturale con le cooperativesociali attive sul territorio. La rete di

Crescono in regione gli sportelli bancari espressamente dedicati alla clientela straniera

Le banche si accorgonodei “nuovi” clienti

A Bolognal’esperienza pilotadell’“Agenzia Tu”.

E il modelloha funzionato

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DICEMBRE 2009 43

LA STRATEGIA

Bologna apripista per l’avvio di un canaleinnovativo per le rimesse all’estero dei

lavoratori albanesi in Italia promosso da unapartnership tra onlus Microfinanza,Money2Money e Opportunità Albania(l’organizzazione di microfinanza albanese).Il servizio, patrocinato da MicroBo, associa-zione bolognese di microfinanza, è statoavviato a novembre e sarà progressivamen-te esteso a regioni e località italiane con unaforte presenza di comunità albanesi doveverranno selezionate agenzie di moneytransfer in linea con i parametri di qualitàprevisti dall’accordo.“L’Albania – spiega Giampietro Pizzo, presi-dente di Microfinanza – è il primo tassello diun lavoro che stiamo portando avanti datempo. Ora stiamo operando sull’Ecuador. Itempi e le modalità di avvio del nuovo cana-le sono diverse da Paese a Paese. Ogni realtàè un caso specifico dato il contesto culturalein cui ci si muove”.Per quanto riguarda l’Albania, l’obiettivo èsuperare la logica del trasferimento di denarofinalizzato al consumo, proponendo ancheservizi capaci di accompagnare e orientare iflussi di risparmio derivati dalle rimesse deimigranti al sostegno dello sviluppo economi-

co in loco. Grande attenzione sarà rivoltaquindi all’impatto sociale dell’iniziativa suiterritori di riferimento. L’erogazione di servizie prodotti di accompagnamento delle rimes-se, infatti, è mirata al sostegno della microim-prenditorialità individuale e collettiva, in Italiacome in Albania, attraverso l’accensione dilinee di credito dedicate, il sostegno di inve-stimenti (ad esempio nel turismo), il sostegnodi percorsi educativi e formativi per adulti,giovani e minori.Oltre al trasferimento del denaro, il serviziocomprende prodotti e azioni di microfinanzaadeguati alle esigenze della comunità albane-se con condizioni agevolate di accesso al cre-dito per i lavoratori stranieri con progetti diinvestimento e di lavoro in Albania; previsteanche polizze assicurative che tutelino il lavo-ratore albanese e la famiglia di origine. Dalpunto di vista operativo, l’iniziativa ha richie-sto la definizione di un software di gestionededicato alla messa in rete delle agenzie del-l’operatore di money transfer in Italia conquelle di Opportunity Albania diffuse inmolte località urbane e rurali dell’Albania, e lapreparazione di un pacchetto speciale di pro-dotti e servizi finanziari, assicurativi, previ-denziali e creditizi

Dal consumo all’imprenditorialità: con la microfinanza,un nuovo ruolo per le “rimesse” degli immigrati

Risparmiare per intraprendere

relazioni così costruita ci ha permes-so di affinare metodologie e tecnicheper comprendere le esigenze di unaclientela così complessa e variegataed elaborare risposte mirate. Comeclienti, gli stranieri hanno bisognodegli stessi servizi richiesti dai citta-dini italiani: mutuo, conto corrente,domiciliazione bollette e così via. Inpiù c’è solo il servizio di rimesseall’estero. La capacità di aprire uncanale di comunicazione è quindifondamentale”. Il resto lo fa il pas-saparola.Oggi Emilbanca conta 2.500 clientidi nazionalità non italiana (il 45,2%donne), che rappresentano il 4%della sua clientela in regione; ben500 gli stranieri a cui è stato conces-so un mutuo per la casa. Quanto aiPaesi di provenienza, spiccano laRomania (14,7% degli straniericlienti), Cina eMarocco. Emil Bancaè anche socio sovventore della coo-perativa sociale Felsimedia, realtàoperativa nel campo della comuni-cazione, mediazione culturale e for-mazione. “L’obiettivo – aggiunge

Braido – è migliorare la qualità dellavita degli immigrati e della comunitàlocale con un’azione che si avvale ditre differenti canali mediatici:Asterisco radio, il portale immigra-tiabologna.it e il mensile “IlTamburo”, periodico scritto in lin-gua italiana da una redazione com-posta da cittadini extra-comunitari”.Insieme, Emilbanca e Felsimedia svi-luppano progetti diretti a facilitarel’integrazione dei nuovi cittadiniattraverso informazione, strumenti erisorse.Innovativa l’esperienza di Federcassedell’Emilia-Romagna, legata a“Radici”, un conto corrente “multi-servizio” che comprende prodottibancari tradizionali (mutui e finan-ziamenti per attività imprenditoriali)e opportunità come agevolazioni peril trasferimento di denaro all’estero.

Le 12 banche di credito cooperativoaderenti al progetto hanno realizzatouna guida on-line interna di caratte-re operativo informativo con infor-mazioni sul fenomeno migratorio, losviluppo della normativa e la docu-mentazione necessaria al personaledi sportello. La comunicazione vienefatta in cinque lingue: italiano, ingle-se, spagnolo, arabo e francese.Per finire c’è la realtà del microcre-dito. A Bologna, fa soprattutto rife-rimento ad associazioni comeLibra.net e Micro.Bo, che operanoin sinergia con la Provincia. Dal2005 al 2008, la sola onlus MicroBoha concesso un centinaio di finanzia-menti, di cui l’80% a cittadini stra-nieri. A Reggio Emilia opera invece,dagli anni ’80, la Mag, cooperativafinanziaria nata per realtà del terzosettore

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DICEMBRE 2009 45

Emilia-Romagna sugli alloriper i piani di sostenibilitàenergetica. La regione si èmessa di nuovo in vetrina,

con una serie di candidature di eccel-lenza, alla seconda edizione del con-corso nazionale “Energia sostenibilenelle città”, lanciato dall’Istitutonazionale di urbanistica (Inu) in col-laborazione con il ministero dell’Am-biente nell’ambito della campagnaSee (energia sostenibile per l’Europa)in Italia.A Bologna e Ferrara è andato il rico-noscimento come Amministrazionilocali d’Italia più attente alla sosteni-bilità. In particolare il “Piano strate-gico dell’associazione dei comuni delCopparese”, in provincia di Ferrara,è stato riconosciuto come miglior

progetto fra quelli presentati al con-corso nato nel 2008 per sensibilizza-re cittadinanze e Pubbliche ammini-strazioni a un uso responsabile e“intelligente” dell’energia. “Il piano– ha motivato la commissione giudi-catrice – è un esempio di integrazio-ne delle tematiche energetiche nellapianificazione sovracomunale e ascala locale. Un esempio concreto dicomunicazione e partecipazione deicittadini rispetto alle tematiche ener-getiche rispondente alle direttriciindividuate nelle linee guida per lapreparazione dei piani di azione perl’energia sostenibile (Seap) previstinell’ambito del “Patto dei sindaci”,l’iniziativa leader in Europa per ilcoinvolgimento degli enti locali nellalotta al cambiamento climatico”.

In cosa consiste il progetto realizzatodall’associazione dei comuni coppa-resi? In pratica in un laboratorio per-manente di governance diretto, tral’altro, a realizzare una filiera di ener-gia rinnovabile, completa e locale pergarantire in modo sostenibile e affi-dabile la fornitura di servizi priorita-ri ai cittadini dei sei comuni associati(Copparo, Berra, jjolan-da di Savoia, Tresigallo,Formignana e Ro). Ilprogetto più ambizioso– dopo aver messo inrete servizi assistenziali,sportello unico, difenso-re civico e polizia muni-cipale – riguarda la rea-lizzazione in projectfinancing di un impian-to per la cogenerazioneche produca energia per i cittadiniresidenti utilizzando i materiali agri-coli di scarto del territorio.Proprio per accedere ai finanziamen-ti previsti dall’Unione europea perquesto tipo di azioni, l’associazionedei Comuni del copparese punta atrasformarsi in Unione dei comuni(in linea con i requisiti fissati dallalegge regionale 10/2008). “Il percor-so che ha portato a questa scelta èstato lungo e non sempre facile –commenta Nicola Rossi, sindaco diCopparo – ma è necessario per con-servare il ruolo di governo dei comu-ni”. Intanto il Progetto energia loca-le compreso nel piano strategicosiglato dai sei comuni nel 2004 hadimostrato la possibilità di ragionarea livello locale per risolvere in manie-ra sostenibile i problemi energetici eambientali. Il percorso di elaborazio-ne del progetto, per cui è stato crea-to un apposito “Ufficio di pianoassociato”, ha visto la partecipazionedi gruppi di lavoro, con il coinvolgi-mento di rappresentanti della societàlocale nel rispetto delle differenze digenere e di età. Ed è proprio questo

La regione fa il pieno di premi alla 2a edizione del concorso “Energia sostenibile nelle città”

Emilia-Romagna patriadelle città “sostenibili” d

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ENERGIA

Grande attenzionenella giuriaha suscitatoil “Piano strategico”realizzato a Copparo

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Federico Oliva (INU)consegna il premioal Comunedi Copparo vincitoredella sezione"Metodologia”

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vista dell’adeguamento, entro il2012, al protocollo di Kyoto, e, per il2020, ai parametri di sostenibilitàstabiliti dall’Unione europea”.Il bando fissava precisi criteri in ordi-ne a integrazione tra pianificazioneurbanistica e pianificazione energeti-ca; presenza di una strategia di svi-luppo mirata a ridurre sensibilmentele emissioni dei gas serra; individua-zione di mezzi per il miglioramentodella qualità di vita; potenziale repli-cabilità sul territorio dell’esperienzaprogettuale; indicazione di sistemi dicooperazione tra pubblico e privato;innovativi strumenti finanziari oimpiego di sistemi partecipativi.Tante le candidature arrivate da tuttaItalia e oltre un centinaio i progettipresentati. “Le buone pratiche nellapianificazione e progettazione – spie-ga Stefano Stanghellini, presidente diUrbit, ente che ogni anno organizza aVenezia Urbanpromo – costituirannouna banca dati in grado di orientarele linee guida e i progetti futuri, solle-citando architettura e urbanistica asperimentare in campo energetico,passando da nuove forme di conser-vazione e di recupero dell’energia anuovi modi di produzione, fino ainnovare i modelli di organizzazione

sociale e politica delle città”.In finale è arrivato anche il progettodel Contratto di quartiere 2 – Acerdella Provincia di Bologna, premiatocome esempio di programmazioneenergetica, indirizzata alla ricerca dinuove soluzioni progettuali “sosteni-bili” a livello edilizio e urbano ingrado di migliorare la gestione delcapitale energetico delle città. Lacommissione ha esaminato il pianodi ristrutturazione urbanistica delcomparto – quartiere san Donato diBologna, tra via Beroaldo e viaBorelli – dove si è portata una parti-colare attenzione alla prestazioneenergetica degli edifici e alla finalitàsociale dell’intervento. Nella sceltadei materiali, ad esempio, si sono pri-vilegiati requisiti bioclimatici e dirisparmio energetico sullo standarddi Casaclima, ma anche la riduzionedei consumi d’acqua, illuminazionenaturale, pannelli solari e acustici.Infine, menzione di merito per il pro-getto “Borgo San Filippo” a SanGiovanni in Persiceto (Bologna),curato dallo studio di architetturaCosmi&Bonasoni e relativo allacostruzione di 60 alloggi Casaclimain teleriscaldamento a geotermia difalda e fotovoltaico

46 DICEMBRE 2009

ENERGIA

percorso di governance che è statopremiato al concorso nazionale“Energia sostenibile nelle città”.“Uno degli scopi del concorso – sot-tolinea Antonio Lumicisi, coordina-tore della campagna See per l’Italia –è il cambiamento del panorama ener-getico e ambientale delle nostre città.Per questo lavoriamo con ammini-stratori, progettisti, imprenditori,consumatori e abitanti per sperimen-tare innovative azioni di costruzionee governo sostenibile del territorio, in

L’Emilia-Romagna fa scuola anche per modelli di svi-luppo urbano. A Urbanpromo, fiera nazionale del-l’urbanistica che si tiene ogni anno a Venezia nel mesedi novembre, la regione ha ottenuto tre sui nove rico-noscimenti legati al premio nazionale “Urbanistica”, bis-sando il risultato 2008. Su oltre 200 progetti in gara,divisi per le categorie qualità ambientale, qualità deglispazi di relazione e di uso pubblico, equilibrio degli inte-ressi, si sono segnalati i progetti di Stu – Area stazionedel Comune di Parma, artefice del progetto “Stulab”relativo alla riqualificazione dell’area attorno allo scaloferroviario. Tra i finalisti è arrivata anche la Fondazionedel Monte di Bologna Ravenna con il progetto plurien-nale “Bella fuori”, che mette a disposizione ogni announ milione di euro da destinare alla riqualificazione diaree pubbliche cittadine dimesse o degradate.L’anno scorso l’iniziativa, finanziata dalla Fondazione egestita dal Comune di Bologna, ha permesso di riquali-ficare due aree verdi in quartiere San Donato a Bologna

per circa 20mila metri quadrati. Il destino delle areeurbane dismesse o degradate è una delle sfide principa-li per gli amministratori pubblici. Un ruolo sempre più diprimo piano ricopre il partenariato pubblico-privato.Non a caso, nella sezione “Equilibrio degli interessi”, èstato particolarmente apprezzato il concorso internazio-nale di idee “Novello”, promosso dal Comune diCesena, per la riqualificazione dell’omonimo quartiere:in tutto 33 ettari in gran parte di proprietà comunale inun’area posta nel quadrante nord ovest della città acavallo della stazione ferroviaria. “L’idea guida – sottoli-nea il sindaco Paolo Lucchi – era realizzare un insedia-mento che si connotasse come intervento di alto livello,all’insegna del buon vivere e della sostenibilità”. Ben 81i gruppi di progettisti, anche stranieri, che hanno pre-sentato al Comune le loro idee per riqualificare un’areache attualmente vede capannoni in disuso e in futurocomprenderà invece edifici residenziali, spazi per il com-mercio e il terziario e un grande parco

IL FOCUS

Lungo la via Emilia una “best practice” su tre

I nuovi modelli di sviluppo urbano

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48 DICEMBRE 2009

INCHIESTA

Pochi imprenditori pensanoal pensionamento e alla suc-cessione ai vertici aziendali,e ancora meno ci pensano in

un momento di crisi economica,quando rimanere in sella e mante-nere le posizioni acquisite sonol’imperativo. Eppure, il modomigliore per assicurare un futuro

alla propria azienda èpreparare la transizio-ne e stabilire le regoleche porteranno unanuova generazione alcomando. “Nel 2008-09 c’è stata una gelatanella trasmissione delleimprese – dice MarcoCucculelli, docente diEconomia industrialeall’Università Politecni-

ca delle Marche, autore di uno stu-dio su questa materia – gli impren-

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ditori sono in stand-by, tendono anon lasciare quando ci si trova nelmomento peggiore, a dilazionare ilpassaggio. Forse anche nel 2010vedremo poche trasmissioni”.Una conferma di questo rallenta-mento del processo di ricambiogenerazionale viene dalla Cna diBologna, che ha collaborato a unprogetto molto innovativo sviluppa-to dalla Camera di commercio bolo-gnese nel 1998, una piazza virtualeper fare incontrare la domanda el’offerta di aziende con un servizio dimatching. “In cinque anni e mezzodi attività – dice Marisa Raffa, dellaCna di Bologna, – abbiamo valutato450 aziende, quasi tutte in Emilia-Romagna, 500 possibili acquirenti ecompletate circa 270 trasmissioni diazienda. Ma per il 2009 la previsio-ne è di una ventina di trattative com-pletate”. Risente quindi del momen-

Grazie ai servizidi “matching”

completate270 trasmissioni.Solo 20 nel 2009

Sempre più difficilepassare il testimone

Esperti e associazioni concordi sulla necessità di “prepararsi”. Ma la crisi complica le cose

Nella trasmissione di impresa i proble-mi principali sono dati dalla difficoltà

di cambiare l’organizzazione proprietariae di trovare il nuovo imprenditore. Nelcaso dell’azienda che rimane nelle manidello stesso gruppo familiare, uno deglistrumenti per migliorare l’assetto proprie-tario è il “patto di famiglia”, introdotto inItalia nel 2006 anche su sollecitazionedell’Unione Europea, proprio allo scopo difacilitare il ricambio generazionale. Lalegge prevede che possano essere asse-gnate quote più ampie ad alcuni eredi,compensando gli altri con il pagamento diuna somma. Secondo Cucculelli, sonopochi i patti di famiglia osservati, forseperché la legge non fa altro che agevola-re quello che già si faceva, e cioè andaredal commercialista e decidere come sud-

dividere i beni, in genere l’azienda al figliomaschio, e la proprietà immobiliare allafemmina. Il patto di famiglia potrebbeimpedire il verificarsi di uno dei casi peg-giori di passaggio generazionale, soprat-tutto dal punto di vista legale, ovveroquando l’imprenditore capostipite con piùeredi muore senza aver deciso alcunché.L’azienda viene lasciata in comunione dibeni agli eredi, per i quali non è semplicesedersi a un tavolo e ricostruire una formagiuridica funzionale per la prosecuzionedell’attività. “Gli strumenti esistono, i pro-fessionisti anche, il problema è voleraffrontare la questione e stabilire da subi-to le regole per governare il passaggiogenerazionale, anche senza effettuarlosubito”, continua Balestra.Decisa la forma legale per strutturare la

proprietà, bisogna che questa forma siafunzionale dal punto di vista economico.L’inevitabile processo di ricambio può allo-ra portare a un’evoluzione della strutturaaziendale, in cui si può decidere di tenerela proprietà in famiglia, che fissa gli obiet-tivi, e chiamare unmanager esterno per lagestione. In questo modo, l’azienda potràattingere a capitali al di fuori della famigliastessa, creando un’opportunità di crescita.Se l’impresa viene invece ceduta a unapersona fisica, come in genere avviene, iproblemi del cambiamento di proprietàsono di natura finanziaria: l’acquisto puòessere molto oneroso per chi subentra.Per risolvere quello che è uno dei princi-pali problemi della trasmissione di azien-da, non ci sono finanziamenti ad hoc, alcontrario di quanto avviene per la start

LA STRATEGIA

Come progettare e assicurare il futuro dell’azienda

Dal “patto di famiglia” alla ricapitalizzazione

Sopra,Marco Cucculelli

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to economico anche questo strumen-to sviluppato dalla Camera di com-mercio e dalla Cna, che negli anni hariscosso molto successo, grazie allacapacità di valutare la domanda,l’offerta e la loro compatibilità, e diseguire nel tempo le lunghe trattativenecessarie per portare a termine unprocesso così delicato.

Malgrado il momento sfavorevole,gli esperti sono però concordi sullanecessità di preparare il passaggiodel testimone, anche senza effet-tuarlo immediatamente. Il proble-ma del passaggio generazionaleriguarda un buon numero di impre-se dell’Emilia-Romagna, in partico-lare le Pmi, in cui l’imprenditore haun ruolo molto importante.Secondo i dati del Registro delleImprese, in regione il 44% dei tito-lari ha più di 50 anni. “L’Emilia-Romagna è stata ‘fortunata’ – diceCucculelli – perché gran parte degliimprenditori hanno cominciato laloro attività negli anni Settanta eOttanta e di conseguenza il proces-so di successione è partito all’iniziodegli anni Duemila, in un periodoeconomico favorevole. In Abruzzoe nelle Marche, in cui le aziendesono state create una decina di annidopo, si cominciano ad avere pro-blemi di successione solo adesso, inun momento in cui la congiunturaeconomica è più difficile”. Un altropunto a favore della realtà emilia-no-romagnola è la sua specializza-zione industriale. “Le aziende delsettore meccanico sono in mediapiù grandi e strutturate di quelle dialtri settori, come il calzaturiero, e

quindi superano meglio la transi-zione della leadership”, spiega Cuc-culelli.Esistono vari tipi di trasmissione diaziende. “Il caso più frequente èquello dell’imprenditore che rima-ne alla guida fino ai settanta anni,malgrado la presenza di eredi scal-pitanti – dice Luigi Balestra, avvo-cato e docente dell’Università diBologna – mentre è più raro il casodel sessantenne che vuole passare iltimone ma non ha discendenti”. Lascelta di un percorso di passaggiogenerazionale ha di per sé un forteimpatto sul valore dell’azienda. “Iltitolare che, raggiunti i cinquanta osessanta anni, decide che lasceràl’azienda a un figlio, un nipote o undipendente, è sicuro che l’aziendacontinuerà a vivere dopo il suo riti-ro e questa prospettiva lo spinge acontinuare gli investimenti”, diceRaffa, “inoltre, al successore che loaffianca potrà trasmettere cono-scenze ancora aggiornate”. Questoè ancora più vero in un momento dicrisi come quello attuale, in cui puòessere necessario patrimonializzarele aziende, cosa che difficilmenteavviene se l’azienda non ha pro-spettive a lungo termine. Moltomeno virtuoso è il caso del titolareche, raggiunti i settanta anni, dopoaver mantenuto per decenni l’atti-vità senza fare investimenti, senzaformare un successore, decide dicedere l’azienda. È probabile che ilprodotto sia arrivato alla fine delsuo ciclo di vita, e che dopo ventio trenta anni di attività, l’aziendaabbia perso senso nel contesto eco-nomico: a quel punto c’è il rischiodi far cessare l’azienda e bruciare ilcapitale rimasto. L’alternativa èpassare al successore, rinnovare, emantenere il capitale relazionaledell’azienda, dei fornitori, dei clien-ti, che è poi il vero valore dell’a-zienda. Tuttavia, se negli anni pre-cedenti non si è fatto nulla, l’azien-da sarà meno appetibile sul merca-to e “l’affiancamento del giovane altitolare sarà esposto a un probabilescontro di mentalità”, concludeRaffa. “È un problema di menta-lità. Il senior dovrebbe vedere ilricambio generazionale non comeun suo problema, ma dell’azienda”,riflette Cucculelli

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up, anche se sono state sviluppate delleesperienze di finanziamenti in conto inte-resse per l’acquisto delle quote, che ingenere comportano cifre di acquisto ele-vate. “Speriamo che la situazione cambi eche vengano previste agevolazioni comenel caso della start up”, auspica Raffa.Ad ogni modo, se non c’è il successore,anche se è stato risolto il problema legaleed economico della proprietà, rimane ilproblema della guida. “Il patto di famigliatiene conto delle esigenze più dal punto divista giuridico che da quello gestionale”,spiega Luigi Pastore, consulente e docen-te della Marco Redaelli & Associati.“Invece il primo passo è individuare il pos-sibile successore e le sue motivazioni”. Seun tempo era automatico dare al figliomaschio la responsabilità dell’azienda eper questo lo si inseriva nella parte pro-duttiva, mentre alle femmine venivanoeventualmente riservati percorsi ammini-strativi, adesso è possibile anche indivi-

duare il successore nella figlia. Quello cheappunto conta è la motivazione. Insecondo luogo, spiega Pastore, bisognacostruire il percorso formativo per il futu-ro responsabile. Questo dipende dal tipodi preparazione già seguito e dalle carat-teristiche aziendali, per esempio il gradodi internazionalizzazione. L’importante èfissare le priorità e costruire percorsi per lepersone e l’azienda.Cosa si può fare allora per aiutare leimprese a superare questo passaggio criti-co della loro vita? “Le Amministrazionipubbliche devono avere come primoobiettivo l’aumento della consapevolezzasul tema. Poi devono costruire i progettiper aiutare il ricambio generazionale einfine trovare i soldi per finanziarli”, dicePastore. “Bisogna continuare a sensibiliz-zare il mondo imprenditoriale, tramite leassociazioni di categoria, come Confarti-gianato e Confindustria. È un problemaculturale”, conclude Balestra

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50 DICEMBRE 2009

AMBIENTE

Un frigorifero vecchio, unmonitor ormai superato,un cellulare che non fun-ziona più, un frullatore

fuori uso. Gli apparecchi elettricied elettronici di cui ci si vuoledisfare non sono destinati a finirela loro vita in una discarica. Anchese ormai obsoleti rappresentano i

una risorsa preziosa. Imateriali che li com-pongono, un voltarecuperati, separati,opportunamente trat-tati e ripuliti dallasostanze nocive, pos-sono essere riciclati etrasformati in nuovioggetti e apparecchi.Rientrare nel ciclo pro-duttivo, dunque, sotto

forma di materie prime, o meglio,“seconde”. Ferro, rame, plastica,alluminio, vetro e, dai computer,perfino una certa quantità di oro.L’Emilia-Romagna è un passoavanti rispetto al resto del Paese

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nel recupero dei Raee, come vengo-no chiamati questi rifiuti. Primaregione ad averne avviato la rac-colta differenziata nel 2000, inanticipo sulla direttiva europea ariguardo, oggi supera tutte le altrenella percentuale di popolazionecoperta dal servizio, raggiungendoquota 99,5%. Il dato è stato resonoto durante il convegno naziona-le “Il sistema della raccolta nellagestione dei Raee”, organizzato aBologna da Federambiente eConfservizi Emilia-Romagna – icui associati rappresentano il 90%dei gestori del servizio di raccoltadei Raee – con la partecipazionedella Regione.In media per ogni cittadino emilia-no-romagnolo nel 2008 sono statirecuperati 4 chili di Raee. Un tra-guardo in linea con gli obiettivi fis-sati dall’Unione Europea e ben aldi sopra della quota nazionale, diappena 2,2 chili per abitante. Maci sono anche esempi ancora piùvirtuosi, come le province di

Grazie ai ben 352centri di raccolta

il servizio raggiungequasi la totalità

della popolazione

Modena e Reggio Emilia, che rag-giungono punte di 5 chili di Raeepro-capite. Merito anche dell’estre-ma capillarità dei 352 centri di rac-colta, pari al 16% dei centri pre-senti su tutto il territorio nazionale.Sono cinque le categorie di Raeeche possono essere recuperati. Leapparecchiature refrigeranti (R1)comprendono frigoriferi, congela-tori, condizionatori. Per questi inparticolare si pone il problemadello smaltimento senza contami-nazione ambientale. Il circuito direfrigerazione dei frigoriferi contie-ne infatti Cfc (cloro fluoro carbu-ri), tra i responsabili del “buco nel-l’ozono”, mentre i congelatori con-tengono interruttori al mercurio.Fondamentale quindi conferirequesti rifiuti separatamente inmodo che le sostanze inquinanti

“Spazzatura tecnologica”Una risorsa da riciclare

In un convegno i risultati nel recupero dei “Raee”: in regione raggiunti i 4 chili pro-capite

550meeting bilaterali tra impreseattive nel settore ambientale e

potenziali partner commerciali e tecnologici,enti di formazione, università, laboratori ecentri di ricerca d’eccellenza. EcobusinessCooperation Event, che si è svolta aEcomondo, la fiera dell’ambiente di Rimini èstata un’occasione per sviluppare progetti dicooperazione commerciale e trasferimentotecnologico, incrociando strategie di impresee ricerca, con un respiro internazionale.L’evento è stato organizzato da UnioncamereEmilia-Romagna, Sidi Eurosportello della

Camera di commercio di Ravenna e Sistemacamerale regionale con il supporto della retecomunitaria Enterprise Europe Network.Visto il crescente interesse e le opportunitàdi innovazione nel settore della mobilitàsostenibile, nello stand di Unioncamere, si èsvolto anche un approfondimento sullaneonata “filiera” dell’idrometano, con testi-monianze di aziende di settore e istituzioni.In esposizione a Ecomondo anche l’autobusdell’azienda di trasporti Atm Ravenna, pro-dotto da BredaMenarini e alimentato aidrometano

LA STRATEGIA

Camere di commercio in prima linea per far incontrareimprese del settore e realtà all’avanguardia nella ricerca

“Ecobusiness cooperation event”

Lino Zanichelliassessore regionale

all’Ambiente

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possano essere isolate.Altre categoria sono quelle deicosiddetti “grandi bianchi” (R2) –lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie,stufe elettriche – e quella dei televi-sori e dei monitor (R3), a cui ènecessario fare particolare atten-zione per la presenza nel vetrodegli schermi di polveri fluorescen-ti nocive. Si possono inoltre recu-perare piccoli elettrodomestici,prodotti elettronici di consumo,d’informatica e per l’ufficio (pc,fax, calcolatrici , fotocopiatrici),giocattoli, dispositivi medici, tutticompresi nella categoria R4. Infinele sorgenti luminose (R5), come lelampadine a fluorescenza.Al centro del convegno bolognese,a cui hanno preso parte 250 opera-tori dei servizi di raccolta e tratta-mento, la normativa sulla gestionedei “rifiuti tecnologici”. In partico-lare Regione e associazioni hannochiesto al Governo di approvare alpiù presto il decreto di attuazionedelle norme nazionali e comunita-rie sulla raccolta dei Raee. Sul temadel cosiddetto eco-contributo, ilnodo – hanno ribadito – è evitareche i cittadini paghino due volte ilcosto della gestione dei rifiuti:

quando comprano ad esempio unnuovo elettrodomestico e quandopagano le tariffe alle aziende inca-ricate dello smaltimento.Tra le forme di incentivo richiesteci sono i premi per i Comuni doveè maggiore la raccolta, come haproposto l’assessore regionaleall’Ambiente Lino Zanichelli:“Vorremmo che nel sistema venisse

Il vero business del 2010? I vecchitelevisori ormai obsoleti, che ver-ranno sostituiti con nuovi apparecchidotati di decoder per il digitale terre-stre. Per la società Tred Carpi gli affa-ri si fanno con gli oggetti di cui le per-sone vogliono disfarsi, apparecchiatu-re elettriche ed elettroniche guaste osuperate, che l’impresa tratta e avviaal recupero. E l’imminente passaggiodefinitivo alla televisione digitale ter-restre anche in Emilia-Romagna –prevista per il secondo semestre del2010 – è un’occasione per fare incet-ta di tubi catodici scartati.Sulla base di quello che è successonelle regioni dove il passaggio è giàavvenuto, a Tred Carpi hanno fattoqualche stima: “È probabile che lefamiglie invece di acquistare tantidecoder quante sono le televisioni chepossiedono, approfittino del passag-gio per acquistare apparecchi di ulti-ma generazione e disfarsi dei vecchi”,spiega il presidente della società,Brenno Pinotti”. “Se di norma dianno in anno l’incremento di appa-recchi eliminati è di circa il 20%, conun numero di tv e monitor eliminatitra i 200 e 250 mila nel 2009, per ilprossimo anno ci aspettiamo un rad-doppio della cifra”.Società mista costituita da Aimag eRefri, Tred Carpi fornisce servizi di rac-colta, trasporto, stoccaggio e tratta-mento ecologico delle diverse catego-rie di Raee, con alcune linee principa-li di trattamento: frigoriferi e apparec-chi elettronici tra cui, appunto, televi-sori e monitor, da cui estrae le sostan-ze nocive.

Con 20 dipendenti, altrettanti colla-boratori nell’indotto e un fatturato2008 di circa 6 milioni di euro, l’azien-da ha nel suo dna impegno sociale esostenibilità ambientale. Deriva infattida un progetto per l’inserimento dilavoratori disoccupati nell’ambito diun’intesa tra ministero dell’Ambiente,del Lavoro, Anci, Cispel e Federam-biente. Iniziativa che si è conclusapositivamente nel 2000 con la nascitadi una vera e propria impresa e l’as-sunzione dei lavoratori.Il bacino da cui provengono i rifiuti sucui lavora Tred Carpi è quello dell’areaNord modenese, (zona dove la per-centuale di recupero Raee è del 7%,maggiore della già alta media regio-nale), ma la società opera anche perbuona parte dell’Emilia-Romagna. Indieci anni di attività sono passati pergli impianti dell’azienda 65mila ton-nellate di Raee, che significa 95milafrigoriferi e oltre un milione e 300milatv e monitor. Questo vuol dire chealmeno 50mila tonnellate di materialisono state recuperate: il metallo allefonderie, la plastica all’industria dellarigenerazione, il vetro per nuovi tubicatodici

IL CASO

Un problema per l’ambiente, un business per Tred Carpi

Dove finiranno le vecchie tv?

introdotta una maggiore flessibilitàche premi i territori virtuosi, ancheper sviluppare il recupero attraver-so iniziative sociali”. Un esempio èil progetto “Raee in carcere”, unservizio di recupero di rifiuti elet-trici ed elettronici realizzato attra-verso l´inserimento lavorativo deidetenuti della casa circondariale diForlì

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Quanto può contare ladeterminazione di unuomo nella realizzazionedel proprio destino pro-

fessionale? Molto, ma da sola non èsufficiente se non è sostenuta dall’o-nestà, dalla costante innovazione,dalla cura dei bisogni dei propridipendenti, dalla preparazione edalla fiducia nei collaboratori piùstretti. Di strada ne ha fatta tanta,Goffredo Celli, presidente di Cellispa (www.celli.com), azienda leadermondiale nel settore della realizza-zione di macchine per la spillatura,che dal settembre del 2008 ha lascia-to la vecchia sede di Cerasolo per tra-sferirsi a San Giovanni in Marigna-no: uno spazio moderno dove,accanto agli uffici, al magazzino e alreparto produttivo, trova spazio unasala didattica e un’esposizione per-manente di tutti i prodotti realizzatidall’azienda in oltre 30 anni di atti-vità. Da promotore e presidente perdue mandati di Api Rimini, a mem-bro di Giunta della Camera di com-mercio di Rimini; da Commendatoredella Repubblica nel 2002, sino alrecente Sigismondo d’Oro 2009,onorificenza attribuita a fine dicem-bre dal Comune di Rimini.Signor Celli, da dove parte la stradache l’ha portata ad ottenere questiprestigiosi riconoscimenti pubblici?“Da molto lontano. Sono nato aMaiolo (in provincia di PesaroUrbino) nel 1952 e a 14 anni ho ini-ziato a lavorare in un negozio di ali-mentari che d’estate vendeva anche

all’ingrosso. Durante la stagioneassieme al titolare seguivo la venditadel prodotto a bar e ristoranti; a 16anni il ‘giro’ lo facevo da solo e mioccupavo di tutto: consegna, paga-mento, carico e scarico magazzino.E’ stata un’esperienza che mi ha for-mato molto. Oltre allo stipendiofisso, avevo un incentivo sulle vendi-te. Il lavoro mi piaceva moltissimo,ma volevo crescere professionalmen-te: l’aver interrotto gli studi al termi-ne delle scuole medie nonmi lasciavaperò grandi prospettive per il futuro.Decisi di iscrivermi alle scuole seraliper conseguire il diploma di ragionie-re, facendo grandi sacrifici visto chedurante il giorno lavoravo. Quindientrai a far parte come amministra-tore, assieme ai miei fratelli, in unanuova società”.La Frigotecnica F.lli Celli nasce infat-ti l’1 aprile 1974, con sede a Rimini.Come sono stati i primi anni?“A causa della crisi petrolifera, nonc’era molto lavoro e mi sono dovutoinventare qualcosa: ho iniziato alloraamandare delle circolari alle birrerie,alle quali proponevamomanutenzio-

ne e revisione degli impianti. Di lì apoco arrivarono i primi contatti e lecommesse”.Nel 1977, l’azienda inizia a produrrecolonne in ceramica su larga scalaper la spillatura: come siete arrivati aidentificare questo tipo di prodotto?“Mi ero reso conto che la tipologiadegli impianti sul mercato non eraidonea per soddisfare ibisogni dei locali: sitrattava infatti per lopiù di piccoli impiantiche dovevano far fron-te, soprattutto d’estate,a consumi importanti.Quell’inverno realizzaiil nostro primo impian-to, che si chiamava‘Siberiano’, e la primaazienda che ci diedefiducia fu la Lam srl, un’importanteazienda produttrice di carpenterialeggera, che nel 1995 abbiamoacquisito. L’impianto era piuttostoingombrante, perché contenevamag-gior quantità di ghiaccio, necessarioper far fronte a bisogni concentrati:pertanto occupava spazio sul banco-

Il patron dell’azienda riminese si è aggiudicato il prestigioso “Sigismondo d’Oro”

Spillatura senza frontiereParola di Goffredo Celli d

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AZIENDE

“Stare un passodavanti agli altri”:questo il segretoper affrontarela globalizzazione

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Al centro,Goffredo Cellidurantela consegna delSigsmondo d’Oroa sinistraIl SindacoAlberto Ravaiolie a destrail vicesindacoMaurizio MelucciA sinistra,lo stabilimento

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avuto l’innovazione in questa crescitaesponenziale?“Siamo partiti senza niente; dopopochi anni abbiamo toccato i 400milioni di lire; ogni anno si raddop-piava il fatturato. Per mantenere que-sto successo mi sono presto resoconto che era necessario innovaresempre nella tecnologia e nel design.La ricerca continua è stata la rispo-sta che abbiamo trovato per dare ilmiglior prodotto possibile ai nostriclienti ed essere loro interlocutoreunico. Abbiamo lavorato semprenon puntando al profitto come unicoobiettivo, ma alla soddisfazione delcliente che è il patrimonio dell’azien-da”.Come sta oggi la sua azienda?“Celli Spa conta 110 dipendenti,oltre a 30 che lavorano alla Lam. Nel2008 abbiamo registratoun fatturato di 26 milioni di euro, dicui il 60% proviene dall’estero e dicui il 6%è stato reinvestito in ricercae sviluppo. Esportiamo in 4 conti-nenti e 90 Paesi. Dedichiamo moltaattenzione al rispetto dell’ambienterealizzando impianti a basso consu-mo energetico, ed a una continuaricerca tecnologica. Grazie alle com-petenze professionali dei nostri pro-gettisti, designer e tecnici è possibilesimulare in anteprima impianti,colonnine, rubinetti, in modo davalutarne in anticipo e con precisionesia la funzionalità tecnica che l’im-patto estetico”.Come è cambiato il mercato?“Con la globalizzazione, e l’avventodi internet, molto. Le birrerie si sonocannibalizzate fra di loro e sono nati4 o 5 gruppi nel mondo: quindi citroviamo come concorrenti cinesi eucraini che forniscono prodotti checostano molto meno dei nostri e di

quelli europei. Nonostante questosiamo leader nei prodotti di alto livel-lo, laddove viene richiesto alto conte-nuto tecnologico, risparmio energeti-co, rispetto dell’ambiente e designaccurato. Oltre ad essere validi forni-tori per il soft drink di clienti impor-tanti come Coca Cola e Pepsi Cola,che necessitano di impianti con tec-nologia sofisticata”.Quanto è importante il profitto perlei?“Per una sana gestione è fondamen-tale, ma non può essere l’unica ragio-ne, altrimenti si perde di vista ilrispetto per il cliente, che per me èalla base di una corretta filosofiaaziendale. Io cerco di produrremanufatti come se li stessi facendoper me. Anche per questo la Celli spanon diventerà un’azienda ‘da prezzo’:chi acquista un mio prodotto devesentirsi sicuro di comprare il miglioreche il mercato può offrire. E’ unaforma di rispetto per il cliente che cidà fiducia. Molti miei concorrentihanno fatto la scelta di fare prodottida prezzo, ma oggi molti di loro nonesistono più”.Invece ci siete ancora, anzi...“Ci siamo ancora perché abbiamocercato di stare sempre un passodavanti agli altri: la maggior parte deinostri competitor di allora, neltempo, si sono persi per strada.Merito anche di alcune scelte azzec-cate, come quella di creare una rete didistributori. Quando abbiamo inizia-to nessuno aveva esperienza nel set-tore della birra: mi sono così appog-giato a manutentori locali e abbiamocoperto tutto il territorio nazionale,con personale che, sul posto, vende efa assistenza tecnica”.Il futuro della Celli spa è legato ancheall’inserimento in azienda dei suoidue figli.“Gianluca è laureato in economia edè in azienda già da alcuni anni: oggi èamministratore delegato della Lam,ma dal 2010 si dedicherà alla divisio-ne acqua di Celli spa di cui è consi-gliere. L’azienda infatti si sta concen-trando sulla produzione di impiantiper la distribuzione di soft drink eacqua. Manuel invece è laureato inpsicologia del lavoro e sta muovendoi primi passi a 360 gradi in tutti ireparti per avere la padronanza ditutta la filiera”

AZIENDE

ne, ma i clienti erano soddisfatti”.Rimini era una piazza importante,all’epoca, soprattutto grazie all’indu-stria delle vacanze e agli stranieri che,ogni anno, si ritrovavano in Riviera.“Rimini era una piazza dove veniva-no importate le qualità e quantità dibirra estera più importanti: con ilpassaparola anche degli stranieri chetornavano in patria con il nome delnostro prodotto, il mercato si è svi-luppato in modo verticale”.Poi nel 1983 arriva “Cobra”, l’inno-vativa colonna dallo straordinario edevocativo design, che ancor oggi è lapiù imitata al mondo.“Avevamo sostituito l’impiantosoprabanco con quello sottobanco,che consentiva di recuperare spaziosul bancone, da cui spuntava lanostra colonnina per la spillatura.“Cobra”, così chiamata per la suaforma, fu quella che sbaragliò la con-correnza e conquistò clienti in tutto ilmondo e resta oggi la più copiata.Nello stesso periodo è stato realizza-to anche il primo rubinetto per birracon il compensatore in acciaio inox316, che è oggi il più utilizzato ecopiato a livello mondiale. Un altronostro prodotto di successo sonostate le colonne in ceramica per vei-colare i marchi delle birra: ne sonostate prodotte oltre 25mila all’anno,e anche qui siamo stati i precursori”.Negli anni ’80 il fatturato raddop-piava ogni anno: quanta parte ha

Goffredo Celli

La colonna“Cobra”

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56 DICEMBRE 2009

AZIENDE

Garantire il benessere dellepersone negli ambienti incui vivono e lavorano,raggiungendo alti stan-

dard di efficienza energetica. Per labolognese Airklima climatizzaresignifica questo da oltre vent’anni.L’azienda studia e progetta la solu-zione più adatta per riscaldare e

raffreddare ambientiresidenziali e industria-li utilizzando il giustomix di tecnologie: ilrisultato è un livello diefficienza energetica,superiore ai livelliminimi stabiliti perlegge, “con un investi-mento pari o inferiorea quello per un impian-to tradizionale”, spiega

Vittorio Cossarini, consigliere dele-gato della società. E con un occhioall’estetica, “perché è importanteintegrare in modo armonioso gliimpianti nell’architettura”.Pioniere delle tecnologie più innova-tive ma altamente affidabili,Airklima è stata tra le prime aziendea realizzare negli anni Ottantaimpianti a pompe di calore, a cuioggi si affiancano sistemi di recupe-ro di energia dai processi produttivi,cogenerazione, fotovoltaico e fontirinnovabili. Ora l’azienda sta lavo-rando per climatizzare a costo zero esenza emissioni inquinanti i capan-noni di alcune importanti azienderegionali, ad esempio recuperandoenergia dai processi. Ne è un esem-

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pio concreto l’impianto cheAirklima sta costruendo per la cli-matizzazione del nuovo centroprove motori di Landi Renzo, azien-da reggiana leader nella costruzionidi impianti a metano e gpl per auto.Il gpl incombusto e il calore dei fumivengono riutilizzati per produrreenergia termica e frigorifera cheverrà rimessa in circolo nell’impian-to a pompe di calore. Con l’aggiun-ta di un impianto fotovoltaico inte-grato al tetto il risultato finale saràun nuovo centro prove totalmenteautoalimentato e a emissioni zero.“Offriamo soluzioni chiavi inmano, dallo studio dell’impiantoalla sua progettazione e realizzazio-ne – spiega Cossarini – oppurelasciamo a terzi la realizzazione, mamantenendo la responsabilità delleperformance finali del sistema”.Inoltre, “utilizziamo il giusto mix ditecnologie indipendentemente dallemode ma basandoci sul contesto cli-matico in cui lavoriamo: spessoinfatti vengono importate in Italiasoluzioni utilizzate nei Paesi delNord Europa, senza valutare chenel nostro contesto climatico nonraggiungono un buon rapporto dicosti e benefici”, spiega Cossarini.L’obiettivo di Airklima è realizzaresoluzioni progettualmente semplici,con un buon rapporto costo benefi-cio e puntando alle performancefinali: benessere, efficienza energeti-ca e corretta integrazione con l’ar-chitettura.Un’altra importante commessa è

Mix energetico,recupero dei flussi.Progetto di punta,

quello realizzatoalla Landi Renzo

l’impianto del nuovo capannone diassemblaggio della Graf, azienda diNonantola (Modena) specializzatain automazione industriale. La solu-zione studiata permette all’impresanon solo di azzerare i costi energeti-ci della climatizzazione e le emissio-ni inquinanti, ma anche di ottenere

Climatizzazione hi-techAffidabile e sostenibile

La proposta di Airklima, da oltre vent’anni specialista negli impianti di condizionamento

Vittorio Cossarini,consigliere delegatoAirklima

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un ritorno economico finanziarioaggiuntivo.Il capannone, di 2mila mq, verrà cli-matizzato con un innovativoimpianto a pompe di calore a geo-termia parziale integrato dal recupe-ro del calore dell’aria: il consumo dienergia elettrica viene ridotto a soli25mila kwh all’anno, tutti autopro-dotti da un impianto fotovoltaico.Non solo: poiché l’efficienza energe-tica dell’edificio supera del 50% imassimi di legge, un impianto foto-voltaico integrato al tetto gode di uncontributo in conto energia maggio-rato del 30%. Graf, che ha deciso dicoprire interamente il tetto dello sta-bilimento con pannelli fotovoltaici,avrà un cash flow aggiuntivo di circa45mila euro all’anno per 20 anni.“Questo significa approccio organi-co alla realizzazione e ristrutturazio-ne di stabilimenti industriali”, sotto-linea Cossarini.Operare su una nuova realizzazioneconsente di ottenere risultati miglio-ri, ma spesso è possibile intervenireefficacemente anche su uno stabili-mento già esistente. Alla MagnetiMarelli di Bologna Airklima harecentemente rinnovato gli impianticlimatici con un sistema centralizza-to di pompe di calore di ultima gene-razione. In estate il nuovo impiantoutilizza il calore recuperato dal raf-frescamento per produrre acquacalda, ad uso sanitario e industriale.Tradotto in termini economici, signi-fica 35mila euro risparmiati nei solitre mesi estivi.Ora Airklima sta realizzando unnuovo impianto industriale che uni-sce il raffrescamento passivo allacogenerazione. “Sarà pronto a giu-gno del 2010 e si tratta di una solu-zione altamente innovativa, unastrada ancora poco battute in

Italia”, conclude Cossarini

“L’applicazione della cogenera-zione, e in particolare della

micro cogenerazione, nel settoreresidenziale può produrre numero-se ricadute positive economiche eambientali”. Ecco perché, spiega ilpresidente di Ance Bologna MarcoBuriani, l’associazione di costruttoriedili ha organizzato un seminario,in collaborazione con AirklimaEngineering, dal titolo “Centraleenergetica ad alta efficienza: coge-nerazione e pompe di calore perriscaldamento e raffrescamentonell’edilizia residenziale”.All’incontro, che si è svolto innovembre nella sede di AnceBologna, hanno partecipato unatrentina di imprenditori locali e isoci di Airklima.L’interesse dei costruttori versoqueste nuove forme di climatizza-zione nasce da esigenze dettate inprimis dal mercato, che richiedeabitazioni a basse emissioni e menocostose da mantenere, e dallenuove normative energetiche, che“impongono standard elevati diefficienza energetica a tutte le abi-tazioni di nova costruzione”, spiegaVittorio Cossarini di Airklima. Neldettaglio, “ogni nuovo edificiodeve contribuire alla produzione dienergia pulita, attraverso l’installa-zione di 1 Kw di potenza energeti-ca da fonti rinnovabili, come ilfotovoltaico, e di produrre almenoil 50% di acqua sanitaria attraversopannelli solari” aggiunge Cossarini.“Il problema è che negli edifici l’a-dozione del fotovoltaico e del sola-re termico si scontra spesso conostacoli architettonici e costi eleva-ti di realizzazione”.Per questo Airklima propone perl’edilizia residenziale una soluzioneimpiantistica alternativa, che asso-cia la micro cogenerazione allepompe di calore. Un mix di tecno-logie che interessa i numerosicostruttori intervenuti all’incontro,

e che rientra peraltro negli obblighidella delibera regionale 156/2008relativa i requisiti minimi di presta-zione energetica degli edifici e degliimpianti energetici installati, oltre-tutto con un investimento inferioread altre soluzioni.“Gli impianti cogenerativi hannoun rendimento oltre il 90% – sotto-linea Buriani – ridotto impattoambientale, bassa rumorosità egrazie all’elettronica facilità digestione e di utilizzo”. Si possonoapplicare più facilmente e garanti-scono i vantaggi di un sistema diproduzione di acqua calda e di cli-matizzazione centralizzato, unitoalla flessibilità di utilizzo per l’inqui-lino tipica dei sistemi indipendenti”,spiega Cossarini. Non solo: “ Gliimprenditori edili hanno un rispar-mio del 30% sul costo di realizza-zione dell’impianto mentre la spesaenergetica per gli inquilini, ponia-mo di un appartamento medio di80 mq, spenderebbero con le tarif-fe attuali circa 250 euro all’annoper avere acqua calda, ambienti cli-matizzati e anche energia elettricaper il funzionamento di ascensori ealtre parti comuni”.I sistemi di micro cogenerazionecomportano una lunga serie di van-taggi soprattutto “in un sistemaenergetico, come quello italiano,grosso importatore di energia, conun parco centrali carente e una retedi trasmissione Enel non più giova-ne”, sottolinea il presidente di AnceBologna. I benefici sono molteplici,spiega ancora Buriani: “Si risparmiaenergia e si riducono i costi, non c’ènessuna perdita di distribuzione dicalore, che invece è molto elevatanel caso del teleriscaldamento ascala di quartiere, e si riducono leemissioni inquinanti”

IL PROGETTO

Un seminario a Bologna per fare il puntosulle nuove potenzialità per l’edilizia residenziale

I vantaggi della cogenerazione

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DICEMBRE 2009 59

BEI E PIRELLI: NUOVO ACCORDOPER INCREMENTARE LA PRODUZIONEDI PNEUMATICI

La Banca europea per gli Investimenti(BEI) e Pirelli hanno firmato un contratto difinanziamento da 50 milioni di euro. Ilfinanziamento è destinato a incrementarela produzione di pneumatici per autovettu-re e veicoli commerciali leggeri nello stabi-limento Pirelli di Slatina, in Romania, esarà utilizzato nell’ambito degli investimen-ti per 250 milioni di euro preannunciati dalgruppo per le proprie attività romene per iltriennio 2009-2011. Il nuovo finanziamentoconsolida il rapporto tra Pirelli e BEI, chegià in passato ha partecipato al costanteimpegno del gruppo nell’innovazione enello sviluppo della sua competitività alivello globale sia nel campo della ricerca esviluppo sia nel supporto alla crescita indu-striale.Rif.:http://www.eib.org/projects/press/2009/2009-261-eib-and-pirelli-financing-agreement-for-eur-50-million-signed-to-increase-tyre-production-in-romania.htm?lang=-it

160 MILIONI AGLI ENTI LOCALIDELL’EMILIA-ROMAGNA

La Banca europea per gli investimenti (BEI)ha firmato contratti di finanziamento con tredistinti enti locali dell’Emilia-Romagna, acompletamento di una serie di operazioniavviate a inizio dicembre con la firma di unprimo contratto con la Provincia di Ferrara. Iprestiti della BEI ammontano in totale a 160milioni di euro, da destinarsi principalmentea progetti di rinnovamento urbano, mobilitàsostenibile, protezione dell’ambiente e edu-cazione. Il contratto siglato con il Comune diFerrara ammonta a 60 milioni, quello con laProvincia di Ferrara a 40 milioni. In entrambii casi gli investimenti saranno principalmen-te realizzati nel settore della mobilità soste-nibile (trasporti urbani e miglioramento dellaviabilità), in favore dell’educazione (ristruttu-razione delle infrastrutture scolastiche e cul-turali e di edifici pubblici) cosi come investi-menti nei campi della protezione ambientaleed efficienza energetica. I finanziamenti BEIcopriranno il 50% delle risorse necessarieper l’attuazione dei rispettivi programmi.Ammonta a 60 milioni di euro l’importo deimutui alla Provincia e al Comune di ReggioEmilia per la realizzazione di opere infra-strutturali in una pluralità di settori: trasporto

cittadino e rinnovamento urbano sostenibile,patrimonio culturale e ristrutturazione di edi-fici scolastici (scuole elementari e scuolemedie). In questo caso il finanziamento BEIcopre circa il 25% del totale delle risorsenecessarie per l’attuazione del piano di inve-stimenti complessivo dei due enti.Rif.: http://www.eib.org/projects/press/2009/2009-254-italia-160-milioni-agli-enti-locali-dellemilia-romagna.htm?lang=-it

NUOVE NORME EUROPEESULLE TELECOMUNICAZIONI

Il nuovo quadro normativo, di cui sono partele direttive Legiferare meglio e Diritti deiCittadini, dovrà essere recepito nella legisla-zione nazionale dei 27 Stati membri dell'UEentro il giugno 2011. Il nuovo regolamentoche istituisce la nuova autorità europea per letelecomunicazioni, denominata Organismodei regolatori europei delle comunicazionielettroniche (BEREC), è direttamente appli-cabile ed entrerà da inizio gennaio. Il BERECsarà un vettore di coerenza nella regolamen-tazione europea, rafforzando così il mercato

Notiziedall’Unione Europea

Recepimentodel diritto comunitario

FLASH EUROPAUnioncamere Emilia-RomagnaA cura di Laura Bertella, Stefano Lenzi, Paolo Montesi e Gianna Padovani

ENTERPRISE EUROPE NETWORKOPPORTUNITA’ DI COOPERAZIONE COMMERCIALE

Il servizio Business Cooperation Database è uno degli stru-menti più importanti messo a disposizione della rete EnterpriseEurope Network da parte della Commissione Europea per aiu-tare le PMI nella ricerca di partner commerciali in tutta Europa,favorendo le opportunità d’incontro tra domanda e offertanell’ambito della cooperazione internazionale tramite la divul-gazione di profili d’impresa da parte dei punti della rete. La retecopre attualmente i 27 paesi UE, Novergia, Islanda, Svizzera,ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Croazia, Serbia,Montenegro, Turchia, Israele, Siria, Egitto, Armenia, Russia,Cile, Cina, USA.Le richieste/offerte di cooperazione (ricerca partner per accor-di di natura finanziaria, commerciale e tecnico-produttiva)sono inserite nel database in base alle informazioni fornite dal-l'impresa tramite la compilazione di un profilo di cooperazio-ne. Esse vengono pubblicizzate nei singoli paesi d’interesse tra-mite gli strumenti di promozione a disposizione del punto loca-le partner del network: bollettini, siti internet, newsletter, semi-nari, e qualsiasi altro strumento in grado di garantire la piu'larga conoscenza delle proposte stesse.L’impresa che ha inviato il proprio profilo di cooperazione rice-verà eventuali manifestazioni di interesse da parte di impreseestere tramite il punto di contatto a cui si è rivolta. Il successo

dell’inserimento della richiesta nella BCD dipende dalla selezio-ne fatta dai corrispondenti esteri e relativa promozione trami-te gli strumenti sopracitati. Per offrire uno strumento più "atti-vo" la BCD prevede anche la possibilità di effettuar e delleconsultazioni sulla base dei dettagli forniti dall’impresa nelmodulo compilato per verificare se siano presenti dei possibilipartner. Nell’arco del periodo di validità del profilo di coopera-zione. L’impresa può dunque rievere a cadenza mensile even-tuali segnalazioni di profili esteri corrispondenti alle specificherichieste inserite nel database. Il profilo vale fino ad un massi-mo di un anno.Le richieste vengono pubblicate in maniera anonima.Informazioni più approfondite necessarie per avviare i primicontatti diretti devono essere richieste da parte delle impreseinteressate alle singole proposte o dagli altri partner della rete.Per usufruire del Business Cooperation Database, è sufficientecompilare in inglese il Cooperation Profile con le informazionisull'azienda, la specifica della cooperazione richiesta, la tipolo-gia di partner ricercata e inviarlo ai contatti indicati.Il servizio è completamente gratuito.

http://www.rer.camcom.it/sportello-europa/een/annunci-di-coopera-zione/business-cooperation

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unico delle telecomunicazioni. A partire dallaprimavera 2010 il BEREC presterà assisten-za ai regolatori nazionali delle telecomunica-zioni e alla Commissione europea per garan-tire che i servizi del settore siano offerti inmodo coerente ed a condizioni di effettivaconcorrenza in tutto il territorio dell'UE.Grazie a questa riforma 500 milioni di cittadi-ni potranno fruire, in quanto consumatori, diuna più ampia offerta in virtù di una accre-sciuta competitività sui mercati europei delletelecomunicazioni, di una migliore coperturamediante rapide connessioni a banda larga aInternet in tutta l'Europa e di una maggioreprotezione dei loro diritti nella sfera privatadal punto di vista delle telecomunicazioni.Per quanto riguarda la politica dello spettroradio, spetta ora agli Stati membri adeguarealla nuova normativa i propri sistemi di attri-buzione e di autorizzazione onde offriremag-giore flessibilità agli utenti dello spettro.Rif.:http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1966&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en

PROGRAMMA ENERGIAINTELLIGENTE: OPPORTUNITÀDI FINANZIAMENTO

Il programma intende rendere l’Europa piùcompetitiva e innovativa incentivando l'usodelle energie rinnovabili e migliorando l'effi-cienza energetica, allo scopo di raggiungeregli ambiziosi obiettivi che si è posta in mate-ria di cambiamento climatico.

Il programma sostiene: studi strategici basa-ti su analisi condivise e sul monitoraggioregolare dell’evoluzione del mercato e delletendenze in materia energetica; la creazio-ne, l’estensione o la riorganizzazione distrutture e di strumenti per lo sviluppo ener-getico sostenibile; le iniziative promozionalivolte ad accelerare ulteriormente la penetra-zione sul mercato di sistemi e attrezzatureenergetici sostenibili e a stimolare investi-menti che agevolino la transizione dalladimostrazione alla commercializzazione ditecnologie più efficienti; le campagne di sen-sibilizzazione e il miglioramento delle capa-cità delle istituzioni; lo sviluppo di strutture diinformazione, istruzione e formazione; l’usodei risultati, la promozione e la diffusione delknow-how e delle migliori pratiche, la divul-gazione dei risultati delle azioni e dei proget-ti nonché la cooperazione con gli Stati mem-bri attraverso reti operative; il monitoraggiodell’attuazione e dell’incidenza dei provvedi-menti legislativi e di sostegno comunitari.La prossima giornata informativa sul primobando in uscita nel 2010 è prevista per il 3febbraio a Bruxelles a cui seguirà anche unasessione informativa a livello nazionale.Rif.: http://ec.europa.eu/energy/intelligent/call_for_proposals/index_en.htm

INTERREG IV C: BANDOPER PROGETTI DI CAPITALIZZAZIONE

Nell’ambito del programma di Coopera-zione Interreg IVC il 9 Dicembre è stato

lanciato il III bando dedicato esclusiva-mente ai Progetti di Capitalizzazione chehanno l'obiettivo di trasferire buone pras-si all'interno dei Programmi Operativifinanziati dai Fondi Strutturali (per laRegione Emilia-Romagna FESR e FSE).Pertanto, le Autorità di gestione deiProgrammi Operativi, dovranno esserecoinvolte preventivamente nell'implemen-tazione del progetto.Il Programma IV C, attraverso la coopera-zione interregionale, si propone di miglio-rare l’efficacia delle politiche di svilupporegionale e di contribuire alla moderniz-zazione economica e alla competitività inEuropa permettendo ad attori locali eregionali lo scambio di esperienze econoscenze; facendo interagire regionicon meno esperienze con regioni piùavanzate e assicurando il trasferimento dibuone prassi nei programmi mainstrea-ming dei Fondi Strutturali.Due le priorità di intervento: Innovazione edeconomia della conoscenza e Ambiente eprevenzione dei rischi. Sono eleggibili soloautorità pubbliche locali, regionali e nazio-nali e enti soggetti a legge pubblica. Lerisorse FESR allocate a questo terzobando sono di massimo 15 milioni di Euro(circa 10-12 progetti saranno finanziati). Ilbudget FESR di ciascun progetto di capita-lizzazione deve essere compreso tra 1 e 2milioni di euro.La quota di co-finanziamento FESR è di75%-85% a seconda dei Paesi.La scadenza per la presentazione dei pro-getti è il 5 marzo 2010.Rif.: http://www.interreg4c.eu/

FLASH EUROPA

Bandi comunitarie appuntamenti

Finanziamentialle imprese

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731E-mail: [email protected]

CCIAA di BolognaP.zza Costituzione, 8 - 40128 BolognaTel. 051 6093286 - Fax 051 6093225E-mail: [email protected]

CCIAA di FerraraLargo Castello,6 - 44100 FerraraTel. 0532 783812 - Fax 0532 205122E-mail: [email protected]

CCIAA di Forlì-CesenaC.so della Repubblica, 5 - 47100 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713531E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41100 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

CCIAA di ParmaVia Verdi, 2 - 43100 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507E-mail: [email protected]

CCIAA di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29100 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

CCIAA di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 3 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 796300E-mail: [email protected]

CCIAA di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747E-mail: [email protected]

60 DICEMBRE 2009

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