Economia e gestione dell’innovazione nell’industria...

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Economia e gestione dell’innovazione nell’industria alimentare Appunti delle lezioni a cura di Alessandro Banterle e Dario Casati Laura magistrale in Scienze e tecnologie alimentari Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale Prof. Alessandro Banterle Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale Università degli Studi di Milano via Celoria 2 - 20133 Milano [email protected] 02-50316482 orario ricevimento: martedì dalle 15 alle 18 Milano 2009

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Economia e gestione dell’innovazione nell’industria alimentare

Appunti delle lezionia cura di Alessandro Banterle e Dario Casati

Laura magistrale in Scienze e tecnologie alimentari

Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

Prof. Alessandro Banterle

Dipartimento di Economia e Politica Agraria,Agro-alimentare e Ambientale

Università degli Studi di Milanovia Celoria 2 - 20133 Milano

[email protected] ricevimento: martedì dalle 15 alle 18

Milano 2009

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Obiettivi del corso

• Fornire una conoscenza dei principali aspetti dell’innovazione nell’industria alimentare seguendo una logica economica

• Inquadrare l’innovazione nella gestione complessiva delle imprese alimentari e del sistema agroalimentare

• Favorire la propensione a un approccio positivo nei confronti dell’introduzione di innovazione

• Fornire un insieme di nozioni di base sulle problematiche connesse all’innovazione a neolaureati che stanno entrando nel mondo produttivo nella prospettiva del loro successivo sviluppo personale e professionale

Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

Metodo didattico

Il corso si articola in due parti strettamente complementari

• Nella prima vengono ripresi i principali concetti economiciconnessi alla problematica dell’innovazione nelle imprese, ingenerale, e in quelle alimentari, in particolare;

• Nella seconda in forma seminariale vengono approfonditi gli aspetti applicativi attraverso l’esame e la discussione guidata di case studies ed esperienze specifiche

Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

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Materiali didattici

In considerazione della natura particolare del corso il docente fornirà il materiale didattico specifico contenuto negli appunti.

Si consiglia il volume:

Galli R. Innovazione, le parole della tecnologia, Ediesse, Roma

Si consiglia inoltre di approfondire gli argomenti svolti consultando i seguenti testi:

Sloman J. Elementi di economia, Il Mulino, Bologna (cap. 4 e 5)

Malerba F. Economia dell’innovazione, Carrocci, Roma (cap. 1, 2 e 7)

Sobrero M. La gestione dell’innovazione (cap. 2, 3, 4, 5, 6)

Treillor R. Food innovation management, Food Atlantic

Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

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I principali concetti definitori relativi all’innovazione

Che cos’è l’innovazione

E’ l’introduzione di modalità nuove di progettare, produrre o vendere beni o servizi

Perché parlare di innovazione? • L’innovazione viene vista come uno degli elementi chiave

che condizionano il successo di un’impresa• L’innovazione diventa un fattore determinante nella crescita economica di un paese.

• L’innovazione è in stretto rapporto interattivo con gli sviluppi della ricerca scientifica e quindi con il progresso delle conoscenze.

• L’innovazione produce ricchezza.• L’innovazione condiziona i modelli organizzativi e sociali

(delle imprese e della società) costringendoli a modificarsi nel tempo

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Per una definizione di innovazione più ampia

L’innovazione comprende tutte le fasi di natura scientifica, tecnica, commerciale e finanziaria necessarie per progettare, sviluppare, introdurre, vendere prodotti o servizi nuovi o modificati in modo migliorativo

Il termine comprende una serie di significati, come:- la capacità di tradurre in fatti concreti il

contenuto di un’idea (l’invenzione)- La possibilità tecnica di farlo- La convenienza ( o la necessità) economica di

adottarla- La sua diffusione e affermazione

Quale innovazione?

Di solito ci si concentra su

innovazione di prodotto: prodotti nuovi ovvero percepiti come tali dal consumatore

innovazione di processo: modalità innovative di combinare i fattori di produzione per ottenere processi produttivi “diversi”, più convenienti

ma c’è anche

innovazione organizzativa: nuove modalitàorganizzative interne all’impresa per ottimizzare i processi produttivi

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Qualche esempio sul grado di innovazione di prodotto nel settore alimentare

Grado Caratteristiche Esempio

Innovazione Prodotti nuovi per il Probiotici

di base mercato e per il Risotto precucinato

consumatore Pasta di riso

Miglioramento Prodotti con Bevande energetiche

di prodotti caratteristiche Snack estrusi

esistenti derivate da altri

settori

Prodotti di Sono nuovi per un'impresa Nuovi gusti (yoghurt)

imitazione ma differiscono poco da Chips che imitano altri

altri esistenti analcolici imitativi

bevande tipo Cola

Alto

Basso

L’innovazione nel settore agro-alimentare

L’industria che produce alimenti, rispetto ad altre industrie, è caratterizzata da un livello di innovazione relativamente inferiore a causa di fattori come:

• Il peso della tradizione nei modelli di consumo e nei modi di consumo

• L’esigenza della sicurezza alimentare

• La difficoltà concreta di innovare i cibi

• L’innovazione è prevalentemente di origine esogena al settore più che endogena (trasferimenti di tecnologie elaborate ad altri fini in altri settori)

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L’innovazione e il settore alimentare:una visione strategica

Il settore è fortemente competitivo, vi operano numerose imprese nazionali ed estere, siamo in presenza di un insieme di prodotti maturi quindi è necessario puntare su incrementi di competitività e da ciò nasce l’esigenza di innovare per mantenere o accrescere i margini di redditività

Fasi del ciclo di vita del prodotto

Vendite

Tempo

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Le fasi del ciclo di vita di un prodotto

Introduzione• crescita lenta della domanda• forte incidenza costi fissi (ricerca,

investimenti, impianti)• costi pubblicitari e promozionali

Sviluppo• cresce la domanda per autopropagazione e per

l’ingresso nel mercato di nuovi consumatori• appaiono nuovi prodotti• calano i costi• crescono i profitti

Le fasi del ciclo di vita di un prodotto

Maturità• il tasso di crescita comincia a calare fino a

sparire• le imprese innovative escono da quello

specifico mercato e rimangono le imprese imitative

• i profitti non salgono

Declino• diminuisce la domanda• i profitti scendono fino ad azzerarsi, le

vendite calano, • le imprese più deboli cedono

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Come sopperire alla riduzione dei profitti

• Aumentando la competitività dell’impresa

• Innovando i prodotti

• Innovando i processi

• Facendo quindi ricorso all’introduzione di tecnologia, ma anche questa, nel tempo, è soggetta a un ciclo

Le fasi del ciclo della tecnologia sono del tutto simili a quelle del ciclo di vita di un prodotto

Prestazioni

Tempo

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In sintesi

L’esigenza dell’innovazione nasce dalla combinazione delle dinamiche dei due cicli di vita dei prodotti e delle tecnologie e dalla necessità per le imprese di adattarsi ai cambiamenti in una logica economicache però nel caso dell’alimentare presenta particolari vincoli.

Nella parte che segue cercheremo di comprendere come si possano calare nella realtà dell’alimentare le indicazioni generali sul funzionamento, sulla organizzazione e sul comportamento delle imprese in generale

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Le caratteristiche economiche e strutturali dell’industria alimentare

Fonte: INEA 2008

Per il 2008, la dimensione economicadel complesso viene stimatain circa 250 miliardi di euro, parial 15,9% del PIL.

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Fonte: elaborazioni su dati CIAA

0

20

40

60

80

100

120

140

160

Francia Germania Italia RegnoUnito

Spagna Olanda Belgio Danimarca Irlanda Svezia

mili

ardi

2005

2006

Fatturato dell’ industria alimentarenei primi 10 Paesi europei

Dinamica del fatturato dell’industria alimentare− l’industria alimentare si caratterizza come anticiclica

− nell’industria alimentare italiana si nota una crescita delle esportazioni, ma l’incidenza delle esportazioni sul fatturato (120 miliardi euro nel 2008) è pari al 16%,inferiore a Francia e Germania

Indice del fatturato dell'industria alimentare e manifatturiera

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT (banca dati CONISTAT)

100

110

120

130

140

150

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Alim. totale

Alim. nazionale

Alim. estero

Manifatt. totale

Manifatt. nazionale

Manifatt. estero

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Fonte: elaborazioni su dati Federalimentare

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

Germ

ania

Fran

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Unit

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Spag

na

Austria

Belgio

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i Bas

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Grecia

Svez

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Danim

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Croaz

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mili

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Primi 20 paesi di sbocco delle esportazioni alimentari italiane nel 2007

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Andamento della produzione dell’industria alimentare italiana(indici ‘grezzi’ – 2005 = 100)

Medie 2007

Medie 2008

Medie gen.- mag.

2009

Var. % 2008/2007

Var. % 2009/2008

Prod. lavor. conserv. carne e derivati 101,4 102,1 99,0 0,7 -3,1

Lavorazione conserv. pesce e derivati 97,8 98,0 88,4 0,2 -9,8

Lavorazione conserv. frutta e ortaggi 106,9 112,4 72,1 5,1 -35,8

Fabbric. oli e grassi vegetali e animali 103,5 104,6 114,4 1,1 9,3

Industria lattiero-casearia 103,1 101,3 106,3 -1,8 5,0

Lavorazione granaglie e prod. amidacei 94,0 92,7 92,6 -1,3 -0,1

Fabbric. prodotti da forno 103,4 104,0 93,2 0,5 -10,4

Pane e pasticceria fresca 105,9 105,7 85,0 -0,1 -19,6

Fette biscottate, biscotti, pastic. cons. 102,8 105,9 112,5 2,9 6,3

Paste alimentari, cuscus e simili 97,3 97,4 97,6 0,2 0,2

Fabbric. altri prodotti alimentari 97,3 93,6 82,1 -3,9 -12,2

Fabbric. prodotti alimentazione animale 101,4 103,2 93,9 1,9 -9,0

Industria delle bevande 107,2 104,9 98,7 -2,1 -5,8

Bevande alcoliche distillate 110,3 109,0 110,3 -1,2 1,2

Vino (di uva non autoprodotta) 105,9 102,0 95,4 -3,7 -6,5

Birra 107,7 104,4 84,9 -3,0 -18,7

Acque minerali e bibite analcoliche 106,8 106,2 100,8 -0,5 -5,0

Industria alimentare, bevande e tabacco 102,4 101,8 94,3 -0,6 -7,3

Industria manifatturiera 106,5 103,1 85,3 -3,2 -17,3

Totale industria 106,0 102,7 85,4 -3,2 -16,8

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT (banca dati CONISTAT)

Evoluzione del valore aggiunto ai prezzi di base dell'industria alimentare italiana (milioni di euro)

2000 2004 2005 2006 2007Var %

2007/06

Agricoltura, silvic. e pesca 29.757 31.576 28.250 27.902 27.926 0,1

Industria aliment. bevan. e tabac. 22.248 24.496 24.116 23.583 23.608 0,1

Industria in senso stretto 249.242 265.198 267.745 273.510 284.835 4,1

T o t a l e 1.064.036 1.252.020 1.283.340 1.319.501 1.371.833 4,0

Agricoltura, silvic. e pesca 29.757 30.253 28.911 28.508 28.507 0,0

Industria aliment. bevan. e tabac. 22.248 20.620 21.122 21.121 20.765 -1,7

Industria in senso stretto 249.242 243.580 242.707 245.533 247.619 0,8

T o t a l e 1.064.036 1.105.064 1.113.008 1.133.004 1.150.884 1,6

Agricoltura, silvic. e pesca 74,8 77,6 85,4 84,5 84,5 0,0

Industria in senso stretto 8,9 9,2 9,0 8,6 8,3 -3,9

T o t a l e 2,1 2,0 1,9 1,8 1,7 -3,7

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Valori correnti

Valori concatenati

% Valore aggiunto industria alimentare su (valori correnti):

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Evoluzione dell’occupazione nell’industria alimentare italiana (migliaia di addetti)

2000 2004 2005 2006 2007Var %

2007/00Var %

2007/06

Agricoltura, silvic. e pesca 1.103 1.023 1.019 1.039 1.016 -7,9 -2,2

Industria aliment. bevan. e tabac. 476 489 478 486 497 4,4 2,2

Industria in senso stretto 5.190 5.197 5.163 5.207 5.245 1,1 0,7

T o t a l e 22.930 24.256 24.396 24.882 25.165 9,7 1,1

% occupati industria alimentare su:

Agricoltura, silvic. e pesca 43,1 47,8 46,9 46,8 48,9 13,3 4,5

Industria in senso stretto 9,2 9,4 9,3 9,3 9,5 3,3 1,4

T o t a l e 2,1 2,0 2,0 2,0 2,0 -4,9 1,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Dinamica delle imprese alimentari e manifatturiere in Italia

2000 2004 2005 2006 2007Var %

2007/00Var %

2007/06

registrate 96.908 109.405 112.435 114.559 115.474 19,2 0,8attive 85.255 97.620 100.344 102.399 103.583 21,5 1,2iscritte 5.289 5.779 5.549 5.681 5.979 - -cessate 4.636 5.492 5.582 6.581 7.841 - -variazioni 2.494 2.972 3.063 3.024 2.777 - -

alim. iscritte - cessate + var. 3.147 3.259 3.030 2.124 915 - -

Imprese manifatturiere

registrate 748.027 752.188 750.841 747.482 735.988 -1,6 -1,5attive 639.778 643.267 640.054 636.219 628.468 -1,8 -1,2iscritte 33.568 29.586 28.943 29.654 30.266 - -cessate 37.226 40.981 40.991 43.629 51.716 - -variazioni 9.000 9.244 10.701 10.616 9.956 - -

alim. att. / manifat. att. (%) 13,3 15,2 15,7 16,1 16,5 23,7 2,4Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

Imprese alimentari

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Dinamica delle imprese alimentari e manifatturiere in Italia

2000 2004 2005 2006 2007Var %

2007/06Inc % 2007

Imprese alimentari attive

società di capitale 7.629 9.662 10.161 10.677 11.135 4,3 10,7società di persone 24.382 28.170 29.176 30.106 30.622 1,7 29,6imprese individuali 50.454 57.345 58.823 59.541 59.786 0,4 57,7altre forme 2.790 2.443 2.184 2.075 2.040 -1,7 2,0totale 85.255 97.620 100.344 102.399 103.583 1,2 100,0

Imprese manifatturiere attive

società di capitale 112.249 130.449 134.022 137.778 141.444 2,7 22,5società di persone 169.017 162.718 160.061 157.709 153.545 -2,6 24,4imprese individuali 351.121 342.577 338.671 333.424 326.007 -2,2 51,9altre forme 7.391 7.523 7.300 7.308 7.472 2,2 1,2totale 639.778 643.267 640.054 636.219 628.468 -1,2 100,0Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

Imprese per classi di addetti nell'industria alimentare italianaClasse di addetti var % 91-01

< 10 55.161 89,1% 60.026 89,7% 8,8%10--19 3.850 6,2% 4.224 6,3% 9,7%20--49 1.938 3,1% 1.825 2,7% -5,8%50--99 493 0,8% 445 0,7% -9,7%

100--499 393 0,6% 365 0,5% -7,1%> 500 68 0,1% 51 0,1% -25,0%Totale 61.903 100,0% 66.936 100,0% 8,1%

Fonte: elaborazioni su dati Istat

20011991

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Imprese per classi di addetti nell’industria alimentare italiana

89,1%

6,2% 3,1% 0,8% 0,6% 0,1% 0,1%0,5%0,7%2,7%6,3%

89,7%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

< 10 10--19 20--49 50--99 100--499 > 500

classe di addetti

1991 2001

Addetti per classi di addetti nell'industria alimentare italianaClasse di addetti var % 91-01

<10 171.979 36,9% 168.464 37,7% -2,0%10--19 51.089 11,0% 56.233 12,6% 10,1%

20 -- 49 57.222 12,3% 53.845 12,1% -5,9%50 -- 99 33.700 7,2% 30.520 6,8% -9,4%

100--499 75.369 16,2% 69.997 15,7% -7,1%> 500 76.787 16,5% 67.726 15,2% -11,8%Totale 466.146 100,0% 446.785 100,0% -4,2%

Fonte: elaborazioni su dati Istat

20011991

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Addetti per classi di addetti nell’industria alimentare italiana

36,9%

12,3%

7,2%

16,2% 16,5%

11,0%

15,2%15,7%

6,8%

12,1%12,6%

37,7%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

<10 10--19 20 -- 49 50 -- 99 100--499 > 500

classe di addetti

1991 2001

Imprese e addetti nell'industria alimentare italiana per comparti

15.1 Carne 3.672 5,5% 57.769 12,9%15.2 Pesce 415 0,6% 6.640 1,5%15.3 Frutta e ortaggi 1.933 2,9% 30.317 6,8%15.4 Oli e grassi 4.416 6,6% 16.216 3,6%15.5 Lattiero-caseario 3.927 5,9% 54.936 12,3%15.6 Molitorio 1.966 2,9% 12.310 2,8%15.7 Mangimi 607 0,9% 9.097 2,0%15.81 Panett. e pasticc. fresca 36.269 54,2% 130.422 29,2%15.82 Biscotti e pasticc. cons. 1.207 1,8% 23.914 5,4%15.83 Zucchero 14 0,0% 4.360 1,0%15.84 Cacao 471 0,7% 14.544 3,3%15.85 Pasta 5.250 7,8% 22.407 5,0%15.86 Te e caffè 936 1,4% 7.787 1,7%15.87 Condimenti e spezie 119 0,2% 1.150 0,3%15.88 Omogeneiz. e dietetici 59 0,1% 1.474 0,3%15.89 Altri prod. alim.n.c.a. 2.670 4,0% 15.584 3,5%15.9 Bevande 3.005 4,5% 37.858 8,5%Totale industria alimentare 66.936 100,0% 446.785 100,0%Fonte: elaborazioni su dati Istat

Imprese Addetti2001

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Distribuzione regionale delle imprese alimentari e manifatturiere in Italia

2006 2007Var %

2007/06Inc % 2007

2006 2007Var %

2007/06Inc % 2007

2006 2007

Piemonte 7.003 7.075 1,0 6,8 49.433 48.781 -1,3 7,8 14,2 14,5

Valle d'Aosta 236 242 2,5 0,2 1.071 1.055 -1,5 0,2 22,0 22,9

Lombardia 11.212 11.530 2,8 11,1 123.709 121.370 -1,9 19,3 9,1 9,5

Trentino Alto Adige 1.204 1.187 -1,4 1,1 9.551 9.347 -2,1 1,5 12,6 12,7

Veneto 7.020 7.185 2,4 6,9 66.096 65.833 -0,4 10,5 10,6 10,9

Friuli Venezia Giulia 1.576 1.592 1,0 1,5 12.518 12.285 -1,9 2,0 12,6 13,0

Liguria 3.250 3.307 1,8 3,2 13.882 13.799 -0,6 2,2 23,4 24,0

Emilia Romagna 9.249 9.348 1,1 9,0 57.879 57.444 -0,8 9,1 16,0 16,3

Toscana 5.341 5.427 1,6 5,2 55.725 55.150 -1,0 8,8 9,6 9,8

Umbria 1.449 1.457 0,6 1,4 10.033 9.916 -1,2 1,6 14,4 14,7

Marche 3.203 3.275 2,2 3,2 24.173 24.157 -0,1 3,8 13,3 13,6

Lazio 6.785 7.058 4,0 6,8 35.546 35.846 0,8 5,7 19,1 19,7

Abruzzo 3.182 3.212 0,9 3,1 14.871 14.792 -0,5 2,4 21,4 21,7

Molise 801 805 0,5 0,8 2.827 2.790 -1,3 0,4 28,3 28,9

Campania 10.782 10.823 0,4 10,4 47.496 46.727 -1,6 7,4 22,7 23,2

Puglia 7.716 7.871 2,0 7,6 35.708 35.185 -1,5 5,6 21,6 22,4

Basilicata 1.287 1.289 0,2 1,2 4.916 4.865 -1,0 0,8 26,2 26,5

Calabria 5.774 5.541 -4,0 5,3 17.347 16.559 -4,5 2,6 33,3 33,5

Sicilia 11.425 11.394 -0,3 11,0 38.480 37.688 -2,1 6,0 29,7 30,2

Sardegna 3.904 3.965 1,6 3,8 14.958 14.879 -0,5 2,4 26,1 26,6

Totale 102.399 103.583 1,2 100,0 636.219 628.468 -1,2 100,0 16,1 16,5Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

Alimentari attive Manifatturiere attivealimentari / manifattur.

Imprese e addetti nell’industria alimentare italiana per regioni - 2001

02468

1012141618

Pie

mon

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o-A

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%

impreseunità localiaddetti

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− nell’industria alimentare italiana si nota una prevalenza di micro(<10 addetti) e piccole (tra 10 e 50 addetti) imprese,da un lato, e di grandi (>250 addetti) imprese, dall’altro � vi sono poche imprese di medie dimensioni

− le due fasce di imprese mostrano un equilibrio stabile, cioè la possibilità di coesistenza, ma è necessario differenziare le strategie

strategie delle micro e piccole imprese

• mercati locali (opportunitàinterstiziali)

• prodotti di pregio �differenziazione sulla qualità�processi artigianali

• private label e dual branding• primi prezzi• distretti industriali

strategie delle grandi imprese e gruppi industriali

• economie di scala• differenziazione sul branding � grandi marche

• processi di concentrazione• diversificazione attività• dual branding

Modello del bipolarismo strutturale

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La concentrazione nell’industria alimentare

Definizione di concentrazione• Concentrazione di un settore: quota rilevante delle attivitàeconomiche del settore posseduta da una parte ridotta del complesso di imprese operanti nel settore

– numero di imprese– distribuzione delle imprese in funzione della dimensione

- libera concorrenzaconcorrenza monopolisticaoligopolio

+ monopolio

• Processi di concentrazione delle imprese: crescita delle dimensioni (scala) delle imprese

• Fattori determinanti nel settore per la concentrazione:– struttura del settore --> livello di concentrazione– ciclo di vita del prodotto --> domanda– internazionalizzazione del mercato– livello di concentrazione nei settori a monte e a valle– politiche pubbliche

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Modalità dei processi di concentrazione

• Crescita delle imprese:

– interna (endogena) --> nuova capacità produttiva– esterna (esogena) --> acquisizione di unità produttive giàin essere

Fattori determinanti: tempo, costo, valutazione del rischio, opportunità di acquisizioni, valore delle imprese e disponibilità finanziaria, perdite di efficienza, perdite di immagine dei prodotti.

• Acquisizione:– impianto– quote di partecipazione al capitale

– totale– di maggioranza– di minoranza

• Fusione:– fusione per incorporazione e per concentrazione– operazioni intra-gruppo e operazioni extra-gruppo

Finalità dei processi di concentrazione

Finalità reali --> vantaggi economico-produttivi per la dimensione crescente

1. Vantaggi collegati all’espansione nei mercati– miglioramento posizione concorrenziale --> maggiori

quote di mercato ed eliminazione di concorrenti– nuovi mercati geografici --> internazionalizzazione– diversificazione intra-settoriale ed extra-settoriale– differenziazione dei prodotti --> innovazioni– integrazione verticale– maggiore potere contrattuale con la distribuzione

2. Vantaggi collegati alla riduzione dei costi– economie di scala– economie di apprendimento– potenziamento nella R&S– potenziamento dei sistemi di approvvigionamento e di

distribuzione --> sinergie logistiche e commerciali

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Valutazione della concentrazione• Rapporto di concentrazione (CR)

mΣ i=1 fi

CRm = * 100FT

dove fi = fatturato della i-esima impresa fra le m imprese maggiori del settore; FT = fatturato totale del settore

• Indice di Herfindahl-Hirschman (HHI)

dove Ai / A = quota di mercato della i-esima impresa; N = è il numero totale delle imprese del settoreHHI massimo = 10.000 (1 impresa); HHI compreso tra 1.000 e 1.800 = mercato moderatamente concentrato; HHI > 1.800 mercato concentratose si utilizza una distribuzione per classi di addetti Ai / A = rapporto fra il numero di addetti della classe i (Ai) e il numero di addetti totali (A); N = numero delle classi e Ni = numero di imprese della classe i; Valore minimo = 1 / numero di imprese, Valore max = 1 max concent.

2

1

1∑

=

=N

i

i

i A

A

NH

2

1∑

=

=N

i

i

A

AH

Processi di concentrazione nell’industria alimentare italiana

• Intensità dei processi di concentrazione nella seconda metà anni ‘80 e primi anni ‘90 --> industria alimentare comunitaria ed italiana è uno dei settori più dinamici per numero di acquisizioni, dopo il chimico e il meccanico. Rallentamento e dismissioni nella seconda metà degli anni ‘90 e nei primi anni 2000• Fattori determinanti a livello di settore per i processi di concentrazione:

– internazionalizzazione dei mercati (mercato interno europeo, globalizzazione, Wto, ecc.) --> competizione orizzontale

– bassa concentrazione nell’industria alimentare italiana– stabilizzazione dei consumi alimentari e modificazioni qualitative– forte espansione della distribuzione --> potere controbilanciante;

sviluppo delle private labels --> competizione verticale.• Evoluzione delle caratteristiche competitive delle imprese e del settore --> gruppi alimentari nazionali, gruppi alimentari multinazionali,gruppi cooperativi, gruppi di natura finanziaria, piccole e medie imprese.• Differenziazione delle strategie di adattamento ai cambiamenti delle caratteristiche competitive, soprattutto fra piccole e grandi imprese.

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Stima del fatturato dei primi 10 gruppi operanti

nell'industria alimentare italiana - 1983 (milioni di eurolire)

Gruppo N Fatturato (*) Cumulata Rapporto di1983 fatturato concentrazione

CRn

1 Ferruzzi I 1.027 1.027 3,3%2 SME-IRI I 660 1.687 5,5%3 Galbani I 483 2.170 7,0%4 Barilla I 395 2.564 8,3%5 Ferrero I 347 2.911 9,4%6 Unilever NL, UK 317 3.228 10,4%7 Parmalat I 301 3.529 11,4%8 Nestlè CH 279 3.808 12,3%9 Buitoni I 272 4.079 13,2%

10 Star I 268 4.348 14,1%

(*) Il fatturato è stato stimato facendo riferimento alle attività alimentari italiane dei gruppi

Fonte: elaborazioni su dati R&S, Mediobanca e Inea

Stima del fatturato dei primi 10 gruppi operanti

nell'industria alimentare italiana - 1993 (milioni di eurolire)

Gruppo N Fatturato (*) Cumulata Rapporto di1993 fatturato concentrazione

CRn

1 Danone F 2.309 2.309 3,5%2 Eridania B.S. I 1.818 4.127 6,3%3 Barilla I 1.807 5.934 9,0%4 Ferrero I 1.299 7.232 11,0%5 Cremonini I 1.288 8.520 12,9%6 Unilever NL, UK 1.234 9.754 14,8%7 Nestlè CH 1.187 10.941 16,6%8 Parmalat I 1.035 11.977 18,2%9 Philip Morris USA 978 12.955 19,7%

10 Veronesi I 840 13.795 20,9%

(*) Il fatturato è stato stimato facendo riferimento alle attività alimentari italiane dei gruppi

Fonte: elaborazioni su dati R&S, Mediobanca e Inea

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Principali imprese alimentari controllate da gruppi esteri - 1993

Gruppo Imprese principali Marchi principali

Danone (F)

Danone, Galbani, Saiwa, Star, Agnesi, Riserie Gariboldi, Italaquae, Birra Peroni

Bel Paese, Santa Lucia, Certosa, Oro Saiwa, Premium Saiwa, Tuc, Ritz, Liebig, Flora, Ferrarelle, Boario

Unilever (UK, NL)

UnilitFindus, Dante, Bertolli, San Giorgio, Maya, Friol, Calvé, Algida, Sorbetteria di Ranieri, Eldorado, Lipton

Nestlé (CH)

Nestlé, Pezzullo, Sogeam, San Pellegrino

Locatelli, Vismara, Surgela, La Valle degli Orti, Berni, Olio Sasso, Motta, La Cremeria, Perugina, Alemagna, Buitoni, Nescafé, Vera

Philip Morris (USA)

Kraft G.F., Fattorie Osella, Jacobs Suchard, Jacobs Caffè

Simmenthal, Negroni, Fini, Vallé, Invernizzi, Philadelphia, Jocca, Gim, Robiola Osella, Milka, Toblerone, Cote d'Or, Splendid

Fonte: Elaborazioni su dati R&S, Databank e altre fonti

Principali imprese alimentari controllate da gruppi nazionali - 1993

Gruppo Imprese principali Marchi principali

Eridania B.S.

Cereol, Carapelli, Cerestar, Eridania Z.N., I.S.I., Interzuccheri

Carapelli, Eridania

Barilla

Buralli, Panem, Barilla Dolciaria, Unione Laboratori, Barilla Alimentare, Barilla Alimentare Sud, Voiello, Quinto & Manfredi

Barilla, Mulino Bianco, Pavesi, Tre Marie, Voiello, Braibanti

Ferrero FerreroKinder, Mon Chéri, Pocket Coffee, Rocher, Nutella, Tic Tac, Brioss, Fiesta, Fiesta, Duplo, Estathè

Cremonini Cafin (*)

Inalca, Europork, Icar, Ultrocchi, Montorsi Blasi, Acsal, Marr, Agape

Montana

ParmalatParmalat, Giglio, Centrale del latte di Genova, Centrale del latte Brianza, Talat, Panna Elena

Santàl, Pomì, Bonlat, Dietalat, Chef, Mister Day

VeronesiAgricola Tre Valli, La Pellegrina, Aia, Montorsi Francesco & figli, Veronesi Verona, Meridionalmangimi

Aia, Veronesi, Montorsi, La Buona Salumeria,

(*) Nel 1996 Cremonini ha ceduto le attività nel fast food (Foodservice System Italia, insegna Burghy) al gruppo McDonald's Fonte: Elaborazioni su dati R&S, Databank e altre fonti

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Stima del fatturato dei primi 10 gruppi operanti nell'industria alimentare italiana - 2003 (milioni di euro)

Gruppo N Fatturato (*) Cumulata Rapporto di

2003 fatturato concentrazione

CRn

1 Barilla I 2.512 2.512 2,4%2 Unilever NL, UK 2.028 4.540 4,4%3 Cremonini I 1.762 6.302 6,1%4 Nestlè (1) CH 1.760 8.062 7,8%5 Veronesi I 1.670 9.732 9,4%6 Galbani I 1.133 10.865 10,5%7 Ferrero (2) I 962 11.827 11,5%8 Lavazza I 766 12.593 12,2%9 San Benedetto I 760 13.353 13,0%10 Arena I 757 14.110 13,7%

(*) Il fatturato è stato stimato facendo riferimento alle attività alimentari italiane dei gruppi

(1) Non sono comprese le partecipazioni nelle attività delle acque minerali. La San Pellegrino ha fatturato 867 milioni di euro nel 2003.

(2) Il fatturato corrisponde all'esercizio di 8 mesi.

Fonte: elaborazioni su dati R&S e Mediobanca

2006 2007

1 Unilever Italia Srl 1 2.840 2.814 -0,9 16,4 4.338 MI oli e grassi2 P. Ferrero & C. Spa2 2.193 2.276 3,8 32,6 5.608 TO dolciario3 Barilla G. e R. Fratelli Spa 1.927 2.074 7,6 15,8 4.562 PR pasta alimentare4 Agricola Tre Valli Scrl 1.629 1.958 20,2 0,4 5.483 VR carni5 Nestlè Italiana Spa 1.451 1.433 -1,2 11,0 4.145 MI dolciario6 Aia - Agricola Italiana Alimentare Spa 1.045 1.324 26,7 10,2 249 VR carni7 Coca Cola Hbc Italia Srl (ex Coca Cola)833 932 11,9 2,5 2.781 MI bevande analcoliche8 Granarolo Spa 884 905 2,4 1,4 1.687 BO lattiero-caseario9 Luigi Lavazza Spa 824 884 7,3 28,3 1.089 TO caffè

10 Parmalat Spa 873 881 0,9 2,8 1.961 PR lattiero-caseario11 San Pellegrino Spa 838 879 4,9 21,7 1.966 MI bevande analcoliche12 Egidio Galbani Spa 876 830 -5,3 21,3* 1.914 MI lattiero-caseario13 Heineken Italia Spa 740 761 2,8 60,7 922 MI birra14 Perfetti Van Melle Spa 629 651 3,5 4,8 638 MI dolciario15 Kraft Foods Italia Spa3 619 650 5,0 3,5 812 MI lattiero-caseario16 Acqua Minerale San Benedetto Spa 434 636 46,5 4,9 1.234 VE acque minerali17 Inalca Spa 651 604 -7,2 28,6 758 MO carni18 Società Agricola la Pellegrina Spa 470 592 26,0 15,8 321 VR carni19 Conserve Italia Scrl4

471 585 24,2 12,9 2.134 BO cons. vegetali20 Birra Peroni Spa5 442 495 12,0 8,9 786 RM birra21 Bolton Alimentari Spa (ex Trinity) 400 449 12,3 13,5 578 MI cons. ittiche-carni22 Consorzio Latterie Sociali Mantovane Virgilio Scrl352 441 25,3 11,5 250 MN lattiero-caseario23 Grandi Salumifici Italiani Spa 420 415 -1,2 18,1 952 MO salumi24 Danone Spa 361 405 12,2 40,3 328 MI lattiero-caseario25 Roquette Italia Spa 354 399 12,7 40,9 474 AL amidi e prodotti amidacei

Fonte: elaborazioni su dati Centrale dei Bilanci

Prov. Attività prevalente

Valore della produzione (milioni

€)Var %

2007/06

Fatt. export/ val. produz.

2007

Occupati 2007

Principali imprese alimentari operanti in Italia - 2007

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Fatturato (miliardi €)

Occupati (migliaia)

Sede centrale Attività prevalente

1 Nestlé 19,5 54,4 CH multi-prodotto2 Heineken N.V. 9,1 36,7 NL birra3 Unilever Plc / Unilever NV 8,8 43,0 NL multi-prodotto4 Groupe Lactalis 8,5 30,7 FR lattiero-caseario5 Groupe Danone 7,4 32,4 FR lattiero-caseario6 Vion 6,4 23,8 NL multi-prodotto7 Danish Crown 6,3 25,0 DK carni8 Südzucker* 5,8 18,6 D zucchero, multi-prodotto9 Carlsberg 5,7 17,0 DK birra

10 Royal Friesland Foods N.V. 5,1 9,3 NL lattiero-caseario11 Associated British Food** 5,0 46,0 UK zucchero, amido, preparati12 Ferrero 5,0 19,0 IT dolciario13 Campina 4,0 6,9 NL lattiero-caseario14 Nutreco 4,0 9,1 NL carni15 Diageo Plc* 3,9 0,7 UK bevande alcoliche16 Barilla 3,8 17,0 IT pasta, dolciario17 Oetker-Group 3,6 15,7 D multi-prodotto18 Kerry Group 3,1 14,3 IR multi-prodotto19 Cadbury Schweppes Plc 3,0 23,5 UK bevande, dolciario20 Pernod Ricard* 2,9 8,9 FR bevande alcoliche

** Questo dato è riferito all'anno 2006* Questo dato è riferito all'anno 2008

Fonte: elaborazioni su dati CIAA

Principali imprese alimentari presenti in Europa - 2007

La competitivitànell’industria alimentare

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Definizione di competitività

Il concetto di competitività è collegato alla capacità delle imprese e dei settori industriali di raggiungere e di mantenere un determinato posizionamento sui mercati nazionali e internazionali, relativamente ai competitori che operano nei medesimi mercati (Pitts e Lagnevik, 1998; Drescher e Maurer, 1999)

“la prolungata abilità di settori e imprese di un paese di competere con le controparti estere nei mercati internazionali così come nei mercati nazionali in condizioni di free trade” (Kim e Marion, 1997)

• mantenere ed espandere le quote di mercato• mercato internazionale• condizioni di free trade

Ambiti di analisi della competitività

ambiti di analisi:

Strategie competitive

Performance dei paesi in mercati internazionali

Coordinamento verticale, “chain management”

Crescita produttività, valutazione risultati commerciali di un paese in mercati internazionali

impresa

settore/prodotto

filiera

sistemaeconomico

sistema agro-alimentare Performance complessiva

nei mercati internazionali

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mercato

nazionale internazionale

impresa si si

settore/prodotto

– agricoltura si si

– industria alimentare si si

– distribuzione no si

filiere si si

sistema agro-alimentare no si

sistema economico no si

Analisi della competitività nel sistema agro-alimentare

Ambito di analisi: impresa

Valutazione della strategia competitiva

Confronto con i concorrenti Valutazione delle risorse interne

Industrial OrganizationEconomics (Porter, 1985)

Resource-based View(Barney, 1991)

VANTAGGIO COMPETITIVO

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Resource-Based View 1

La Resource-Based View prende in esame la stretta connessione che intercorre tra le risorse interne dell’impresa e la performance competitiva che essa registra. Si basa su due ipotesi fondamentali (Barney, 1991; Peteraf, 1993):

le imprese all’interno di un settore possono essere eterogenee relativamente alle risorse strategiche che controllano

le risorse cui si fa riferimento possono essere non – perfettamente trasferibili tra imprese, e conseguentemente l’eterogeneitàpuò essere duratura

Ipotesi nIpotesi n��������11

Ipotesi nIpotesi n��������22

Resource-Based View 2

Vengono identificati quattro attributi fondamentali che una risorsa deve possedere per poter essere fonte di vantaggio competitivo sostenibile (Barney, 1991):

1. Valore: deve consentire all’impresa di realizzare strategie che ne aumentino l’efficacia e l’efficienza

2. Rarità: non deve essere condivisa con i concorrenti

3.Non – perfetta imitabilità: non deve essere possibilel’acquisizione da parte delle imprese che ne siano sprovviste

4.Non – sostituibilità: non devono esistere risorse sostitute strategicamente equivalenti che difettino dei requisiti di rarità e non - imitabilità

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leadership di costo differenziazione

efficienza qualità, marchio, pubblicitàfocus

bassi prezzi premium price

vantaggio competitivo

imprese settori sistema economico

competitività nei mercati internazionali

export investimento diretto estero

Modello di Porter

Price competition

Non-pricecompetition

• caratteristiche intrinseche � attributi qualitativi del prodotto• caratteristiche estrinseche � etichetta, certificazione, ecc.• marchio

industriale• marchio inviduale

commerciale (private label)• marchio collettivo (DOP, IGP, DOC, DOCG, ecc.)

• pubblicità

fedeltà del consumatorepremium price

Qualità ���� concetto basato sulla ‘percezione’ soggettiva �considera sia attributi intrinseci (nutrizionali, sicurezza, organolettici, di processo) che estrinseci

Sicurezza alimentare � è un importate attributo del prodotto legato all’assenza di componenti intrinseche cui è associato un rischio di danno alla salute

Differenziazione del prodotto

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Le 5 variabili competitive nella concorrenza allargata di Porter

CONCORRENTI

Rivalità-collaborazione

PRODUTTORI DI BENI

SOSTITUTIVI

POTENZIALI

ENTRANTI

Barriere in entratae uscita

Rapporti di sostituzione

FORNITORI CLIENTI

Rapporticontrattuali eintegrazione

Rapporticontrattuali eintegrazione

VANTAGGIO COMPARATO

Competitività basata sulla dotazione di fattori produttivi

(Heckscher e Ohlin)

VANTAGGIO COMPETITIVO

Vantaggio di costo e di differenziazione

Ambito di analisi: settore

Competitività basata sulla strategia

(Porter)

Vantaggio di costo

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Ipotesi: prodotti non differenziati, mercati concorrenziali

dotazione di fattori produttivi di ciascun paese

risorse abbondanti risorse scarsefattori poco costosi fattori costosi

costo comparato

vantaggio comparato

specializzazione produttiva di un paese

export

una nazione esporta i prodotti realizzati con i fattori piùabbondanti ed importa i prodotti che devono essere realizzati con i fattori più scarsi e quindi più costosi

Modello di Heckscher-Ohlin

Diamante di Porter

Strategia, struttura e rivalità delle imprese Caso

Condizione dei fattori

produttivi

Condizioni della domanda

Settori correlati e di supporto

Governo

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STAR

2�

1�

COW

4�

DOG

QUESTION MARK

3�

Tasso svilupposegmento

Basso

Alto

Alta Bassa

Quota di mercato

Matrice portafoglio B.C.G.

• quota di mercato delle esportazioni (Export Market Share)

Valutazione della performance competitiva settoriale

dove:Xij = esportazioni i = settore j = paese n = paesi totali

100

1

=∑

=

n

jij

ijij

X

XEMS

( )100

1

+

+=∑

=

n

jijij

ijijij

PEX

PEXPEMS

• quota di mercato delle esportazioni adattata con IDE

dove:PEij = produzione estera realizzata dalle imprese del paese considerato operanti nel settore i

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• Vantaggio comparato rivelato di Balassa (Balassa Revealed Comparative Advantage - BRCA)

Valutazione della performance competitiva settoriale

dove:i = settore j = paese n = paesi totali m = prodotti totali

• Vantaggio comparato rivelato di Balassa adattato con IDE (Porter-adapted index of Revealed Comparative Advantage - PRCA)

( ) ( )

( ) ( )100

/

/

1 11

1 ∗

++

++

=

∑∑∑

= ==

=

m

i

n

jijij

m

iijij

n

jijijijij

ij

PEXPEX

PEXPEX

PRCA

dove PEij = produzione estera realizzata dalle imprese del paese considerato operanti nel settore i

100*/

/

1 1 1

1

∑ ∑∑

= = =

== m

i

m

i

n

jijij

n

jijij

ij

XX

XX

BRCA

nrir

njijij XX

XXRXA

/

/=

nrir

njijij MM

MMRMA

/

/=

ijijij RMARXARTA −=

Indici di Vollrath

Xij= esportazioni del settore i dal paese jMij = importazioni del settore i dal paese j

n = resto dei prodottir = resto dei paesi

Valutazione della performance competitiva settoriale

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Valutazione della performance competitiva settoriale

ijij

ijijij MX

MXNEI

+−

=

+−

−=ii

iii MX

MXGL 1

Valori compresi tra -1 (solo importazioni) e 1 (solo esportazioni)

- valori <0,5 = commercio inter-industriale (solo importazioni o solo esportazioni)

- valori >0,5 = commercio intra-industriale (scambi di prodotti sostituti)

Saldo normalizzato (Net Export Index)

Indice di Grübel-Lloyd

DETERMINANTI DELLA COMPETITIVITÀNELL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA

• Tradizione culturale e gastronomica nazionale e regionaleaspetti qualitativi, prodotti legati al territorio

• Relazioni industria-agricolturaPrezzi, coordinamento verticale

• Innovazione tecnologicaR & D limitata, trasfer. tecnol. da settori di supporto

• Bipolarismo strutturale• Rapporti industria-GDO

protocolli e standard su qualità e sicurezza

AGRO-ALIMENTARE:

SISTEMA ECONOMICO:

• Andamenti monetari

• Infrastrutture

• Limitata efficienza “sistema-paese”

• Costo del lavoro

• Politiche economiche (Pac)

Vantaggi di differenziazione e vantaggi di costo

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Le quote di mercato delle esportazioni totali

0

5

10

15

20

25

30

D F NL BL UK I E IRL A S DK FIN P GR

90-93 94-97 98-01 02-05

-8% -23% 8% 5% -18% -24% 19% 43% 53% 14% 4% 19% -8% -48%

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

0

5

10

15

20

25

NL F D BL E I UK DK IRL A S P GR FIN

90-93 94-97 98-01 02-05

Le quote di mercato delle esportazioni agro-alimentari

-3% -26% 8% 13% 63% 4% -19% -13% -24% 160% 88% 36% -45% 26%

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Le quote di mercato delle esportazioni agro-alimentari

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

0

50

100

150

200

250

300

0 5 10 15 20 25

EMS

indi

ce c

resc

ita E

MS

A

S

PFIN

GRIRL DKUK

IE

BL D

F

NL

RCA delle esportazioni agro-alimentari

0

50

100

150

200

250

300

350

F BL NL D I UK IRL DK GR P E S FIN A

1990-1993 1994-19971998-2001 2002-2005

-4% 18%-10% 36% -1% -46% -16% 6% 49% 36% 64% 6% 69%8%

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

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Saldo normalizzato del commercio di prodotti agro-alimentari

UK

BL

F

NLD

I

IRLDK

PGR

ES

-0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6

1990-1993 1994-1997 1998-2001 2002-2005

FINA

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

IL COMPARTO DEI SALUMI

2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

Francia 9,2 -23,5 70 -13,4Belgio-Lussemburgo 14,2 -26,1 126 -32,6Olanda 4,6 -45,5 36 -49,0Germania 22,1 57,4 95 52,8Italia 20,3 4,5 228 22,6Regno Unito 1,6 12,5 16 33,9Irlanda 4,0 43,7 123 16,0Danimarca 10,0 -39,7 404 -38,9Grecia 0,0 1,6 8 47,8Portogallo 0,3 272,2 20 303,4Spagna 9,0 87,4 153 68,3Svezia 0,5 64,6 18 92,6Finlandia 0,2 -29,8 15 -21,9Austria 4,1 269,5 125 219,1UE 100,0 0,0 100 0,0Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

EMS RCA

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IL COMPARTO DEI SALUMI

1994-1997 2002-2005 2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

Francia -0,20 -0,26 0,74 -7,9Belgio-Lussemburgo 0,38 0,11 0,89 42,6Olanda 0,01 -0,22 0,78 -19,9Germania -0,20 0,16 0,84 4,6Italia 0,70 0,70 0,30 0,1Regno Unito -0,86 -0,85 0,15 4,1Irlanda 0,36 0,23 0,77 19,3Danimarca 0,81 0,51 0,49 151,8Grecia -0,97 -0,97 0,03 1,3Portogallo -0,89 -0,79 0,21 93,2Spagna 0,38 0,53 0,47 -23,2Svezia -0,76 -0,68 0,32 33,3Finlandia -0,18 -0,50 0,50 -39,3Austria -0,38 0,13 0,87 39,8(*) non si riporta la variazione % per la presenza di numeri negativiFonte: elaborazioni su dati Eurostat

NEI* GL

IL COMPARTO DELLA PASTA

2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

Francia 5,5 10,7 42 25,1Belgio-Lussemburgo 14,3 15,8 128 5,3Olanda 3,2 -23,7 25 -28,8Germania 4,0 -12,1 17 -14,6Italia 61,5 -6,0 692 10,6Regno Unito 2,2 -21,6 23 -7,3Irlanda 1,3 308,5 38 226,6Danimarca 1,7 5,6 69 7,1Grecia 0,9 87,3 252 167,3Portogallo 0,2 283,1 12 315,9Spagna 2,4 -8,6 40 -17,7Svezia 0,4 -20,9 14 -7,1Finlandia 0,0 -69,1 1 -65,1Austria 2,5 605,9 77 513,8UE 100,0 0,0 100 0,0Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

EMS RCA

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IL COMPARTO DELLA PASTA

1994-1997 2002-2005 2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

Francia -0,66 -0,56 0,44 29,7Belgio-Lussemburgo 0,21 0,24 0,76 -4,6Olanda -0,13 -0,34 0,66 -24,2Germania -0,72 -0,72 0,28 2,1Italia 0,98 0,95 0,05 177,8Regno Unito -0,71 -0,75 0,25 -15,2Irlanda -0,75 -0,40 0,60 138,5Danimarca -0,26 -0,08 0,92 23,6Grecia -0,56 -0,12 0,84 90,8Portogallo -0,94 -0,82 0,18 203,3Spagna -0,03 -0,44 0,56 -41,5Svezia -0,77 -0,79 0,21 -11,0Finlandia -0,91 -0,97 0,03 -73,2Austria -0,81 -0,19 0,81 315,9(*) non si riporta la variazione % per la presenza di numeri negativiFonte: elaborazioni su dati Eurostat

NEI* GL

IL COMPARTO DEL RISO

2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

Francia 8,2 79,3 63 101,0Belgio-Lussemburgo 18,1 -9,2 161 -17,8Olanda 8,5 -27,7 66 -32,0Germania 6,1 40,9 26 37,0Italia 34,8 -15,6 392 0,0Regno Unito 5,2 66,8 54 96,4Irlanda 0,1 393,1 2 308,1Danimarca 0,3 -66,5 11 -65,8Grecia 1,2 -76,7 362 -65,1Portogallo 0,4 75,2 27 92,3Spagna 16,7 95,5 284 75,0Svezia 0,2 1476,9 7 1748,0Finlandia 0,2 23151,1 10 24424,9Austria 0,1 -77,8 2 -80,1UE 100,0 0,0 100 0,0Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

EMS RCA

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IL COMPARTO DEL RISO

1994-1997 2002-2005 2002-2005Var. % 94-97 / 02-05

Francia -0,63 -0,50 0,50 34,0Belgio-Lussemburgo 0,35 0,23 0,77 18,9Olanda 0,46 0,28 0,72 33,4Germania -0,59 -0,51 0,49 20,1Italia 0,88 0,86 0,14 20,7Regno Unito -0,78 -0,49 0,51 128,4Irlanda -0,98 -0,95 0,05 89,5Danimarca -0,34 -0,87 0,13 -79,7Grecia 0,73 -0,21 0,79 188,9Portogallo -0,92 -0,73 0,27 251,2Spagna 0,06 0,74 0,26 -60,8Svezia -0,99 -0,89 0,11 662,7Finlandia -1,00 -0,90 0,10 14008,5Austria -0,69 -0,97 0,03 -89,6(*) non si riporta la variazione % per la presenza di numeri negativiFonte: elaborazioni su dati Eurostat

NEI* GL

Forme di mercato e innovazone

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Perché innovare?

- per ridurre i costi

- per aumentare i ricavi

- per sottrarsi al prezzo uguale per tutti e quindi per agire sui ricavi.

Ma questo obiettivo implica considerare altre forme di mercato diverse dalla concorrenza.

LE FORME DI MERCATO

Rappresentano l’insieme dei diversi modi di organizzazione del mercato. Le forme di mercato possono essere classificate in base al grado diconcorrenza che le caratterizza.

Ne prendiamo in considerazione 4 che vanno dalla:

dalla perfetta concorrenza totale libertà di concorrenza

al: Monopolio nessuna concorrenza

Le altre due rappresentano forme di concorrenza imperfetta e sono:

- Concorrenza monopolistica

- Oligopolio

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L'impresa ha un notevole grado di controllo sul prezzo

Fornitori locali di public utilities

UnicoSignificative o forti

UnaMonopolio

Il prezzo èdipendente dai prezzi praticati dai rivali

Cemento, automobili, apparecchiature elettriche

Beni differenziati o omogenei

SignificativePocheOligopolio

L'impresa ha un basso grado di controllo sul prezzo

Idraulici, ristoranti

Beni differenziati

AssentiMolteConcorrenza monopolistica

L'impresa èprice-taker, subisce i prezzi

Cavoli, carote, (si avvicinano alla concorrenza perfetta)

Omogenea (beni indifferenziati)

AssentiInfinitoConcorrenza perfetta

Implicazioni per l'impresa

EsempiNatura del prodotto

Barriere all'entrata

Numero di imprese

Forma di mercato

Caratteristiche delle quattro forme di mercato

Gli effetti dell’innovazione

Di prodotto Nuovi prodotti

Di processo Nuove metodologie di produzione

Organizzativi Nuovi modelli organizzativi per l’impresa

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Rapporti fra innovazione e forme di mercato

- Concorrenza perfettaPuò agire: sui costi di produzione

(innovazione di processo)

(innovazione organizzativa)

Su costi e ricavi

(innovazione di processo se entra in un mercato nuovo)

- Concorrenza monopolisticaPuò agire come sopra e inoltre

Differenziazione prodotti con innovazione di prodotto

- OligopolioCome sopra, ma con vincolo di interazioni con gli altri oligopolisti

- MonopolioL’impresa in monopolio ha massima libertà di azione, è poco interessato a

innovare

La concorrenza monopolistica

È in genere, nell’attuale contesto economico, la forma piùinteressante e forse la più diffusa

Concetto-chiave: differenziazione del prodotto

È il sistema per sottrarsi alla concorrenza di prezzo

E’ tipicamente collegata all’innovazione di prodotto

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La differenziazione è un vantaggio competitivo

Se l’impresa opera in regime di concorrenza, ciò significa:

competizione di prezzo

essere price taker (cioè subire il prezzo)

prezzo unico di mercato

Se invece riesce ad operare in concorrenza monopolistica, avrà

� competizione sul prodotto o sul marchio, e quindi esclusività

� diventare price maker (cioè impone il prezzo, sia pure con limiti)

� spuntare “premium price”

Attenzione:

La differenziazione è valida se la differenza di prezzo (premium price) supera il costo della differenziazione.

Aspetti critici:

- il costo della differenziazione

- la difesa del prodotto: costi e modalità

Tipologie di innovazione

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L’innovazione può essere

INCREMENTALEquando è costituita da successivi miglioramenti e addizioni a qualche cosa già esistente, procede appunto per successive addizioni

RADICALEquando vi è un salto netto rispetto alla precedente situazione

L’innocazione può derivare anche da apprendimento o da esperienza.

Che cosa sono le curve di apprendimento o curve di esperienza:descrivono la riduzione del costo medio di produzione in funzione della quantità prodotta cumulata cioè in relazione al fatto che producendo si impara a produrre con maggiore efficienza (dipendedalla quantità e dal tempo)

Cambiamento tecnologico e impiego dei fattori di produzione

Il cambiamento si dice• Neutrale, se lo spostamento della funzione di

produzione non altera i rapporti fra i fattori di produzione

• Labour saving, se fa diminuire nel rapporti il peso del lavoro

• Labour intensive, se lo fa aumentare• Capital saving, se fa diminuire il peso del capitale• Capital intensive, se lo fa aumentare

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TECNICA E TECNOLOGIA

Tecnica è la concretizzazione di un certo prodotto o processo di modalità realizzative

Tecnologia è un insieme più complesso di conoscenza utilizzabili a fini produttivi, è costituita da un insieme di tecniche

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