eco della solidarietà

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Fondazione Fratelli di San francesco d'Assisi, volontari,poveri

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Case di accoglienza

Docce e guardaroba

Servizi per anziani

Unità Mobile “Il Buon Samaritano”

Poliambulatorio medico

Scuola di italiano

Mensa

Accoglienza e segretariato sociale

COSA OFFRIAMO:

Per sapere con chi parlare:Responsabile: Loredana BoffadossiAssistente sociale: Gaia Fusi

Per sapere con chi parlare:Responsabile: Rossella ZenoniAssistente sociale: Micaela PaleariResponsabile logistica: Giancarlo Fenini

Per sapere con chi parlare:Responsabile: Suor Cristina NeriAssistente sociale: Gaia Fusi

IL SEGRETERIATO SOCIALE ED ACCOGLIENZA:

LA CASA DI SOLIDARIETÀ:

COMUNITÀ PER MINORI:

COMUNITÀ SCALO ROMANA:

Via Bertoni, 9 - Tel. 02 62545941Da Lunedi a Venerdi dalle h.08.30 alle h.12.30 - dalle h.14.00 alle h.17.00

Mezzi pubblici con fermata nelle vicinanze:MM3: FERMATA TURATIMM2: FERMATA MOSCOVATRAM 1-2: FERMATA TURATI

Via Saponaro, 40 - Tel. 02 8265233

Mezzi pubblici con fermata nelle vicinanze:MM2: FERMATA ABBIATEGRASSOTRAM 3-15: FERMATA SCUOLA SANTAROSA

Via Calvino, 11 - Tel. 02 34933955

Mezzi pubblici con fermata nelle vicinanze:TRAM 14: FERMATA VIA CENISIO

Via Isonzo, 11 - Piazzale Lodi, 4 - Cell. 334 1394236

Mezzi pubblici con fermata nelle vicinanze:MM3: FERMATA LODIAUTOBUS: 91

n origine era un rito di primavera durante il quale si offrivano le

primizie dell’orto e i primogeniti dei greggi.

Questa festa, che cade nel mese di Aviv, chiamato poi mese di Nisan

(metà marzo-aprile), fu trasformato in seguito nella commemorazione

di un avvenimento fondamentale dell’ebraismo, la liberazione del

popolo d’Israele incamminato verso la Terra Promessa, dalla schiavitù

d’Egitto.

Nelle famiglie ebraiche è celebrata con particolare solennità e con un

pasto rituale e commemorativo: il “seder”.

La Pasqua che viene celebrata quasi nello stesso periodo di quella

cristiana, rende attuale la liberazione oggi per ogni pio israelita.

“questa notte siamo tutti appoggiati al gomito”.

“questa notte mangiamo appoggiati poiché, come spiega il

Talmud, anticamente gli uomini ebrei liberi usavano magiare

distesi come principi, mentre gli schiavi erano costretti a

mangiare in piedi”.

“questa sera mangiamo distesi, anche se non siamo liberi, perché

i nostri atti parlino per noi di libertà, poiché questo è il potere dei

nostri riti”.

La Pasqua cristiana è la celebrazione della morte e della

risurrezione di Gesù che è il mistero più grande del cristianesimo.

di Frate Celeste

PASQUA. LA FESTA DEGLI AZZIMI (PERSACH)ALLELUIA - LA SALVEZZA

È una festa “mobile” sul modello di quella ebraica, legata alla luna di

primavera, ma la differenza è sostanziale: la liberazione e la salvezza è

data ad ogni credente per mezzo di Gesù Cristo.

La resurrezione è il fatto storico del passaggio di Gesù Cristo dalla

morte alla vita gloriosa, ma è anche il segno nuovo “certo”, per

fede, delle resurrezione dell’umanità.

Per ritornare alla vita è necessario estinguere l’orgoglio di “essere

come Dio”, riprendere coscienza di essere creature e percorrere la

strada dell’amore totale a Dio e ai fratelli. Tale fu la vita di Gesù in

ogni passaggio. La resurrezione del Figlio di Dio squarcia l’oscurità

più profonda ed egli afferma: “io sono la resurrezione e la vita: chi

crede in me, quindi anche fosse morto, vivrà e chi vive e crede in me

non morirà in eterno” ( Gv. 11,25 – 26 ).

La trasformazione degli uomini in “figli della resurrezione” avviene

già fin d’ora. Per realizzarla Cristo si rende presente nella vita dei

credenti attraverso i sacramenti. Per mezzo di questi, essi ricevono

luce, forza e grazia per liberarsi dall’egoismo, dall’istintività, dall’odio,

dal razzismo, dalle idolatrie della vita contemporanea e per rendersi

figli e testimoni dell’amore.

La resurrezione di Gesù richiede una profonda riflessione per svelare

e comprendere la sua vera identità: abbiamo in questo evento unico

la sconfitta della morte. Dio in Cristo Gesù dichiara una volta per

sempre la vittoria della vita ed è per mezzo di lui che l’uomo è

“salvato”.

Stiamo celebrando l’anno della fede, l’irrompere della

resurrezione di Cristo in noi che è sempre quel sublime mistero

di vita che ci unisce a Dio. La Pasqua di Cristo ci racconta che

la vita è salva. Le “donne”entrano nella tomba aperta, varcano quel

passaggio: sconfiggono la paura e diventano testimoni.

La scelta del vero credente è basata su questo dato incontrastabile,

memoriale dell’evento fondante della fede.

Questo comporterà un investimento di tutto il nostro essere e agire.

L’attenzione al “povero”, al bisognoso, all’ultimo, diventa il

nostro canto di Pasqua, nella resurrezione che tutto può e che

ci fa pronunciare la parola Amore. All’inizio dell’essere cristiano

- scrive Benedetto XVI, richiamando l’Enciclica “Deus Caritas Est”

- non è una decisione etica, bensì l’incontro con un avvenimento,

con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la

direzione decisiva… Siccome Dio ci ha amato per primo, l’amore

adesso non è più solo un “comandamento”, ma la risposta al dono

dell’amore, col quale Dio ci viene incontro.

È giunto il tempo di riconoscere… È giunto il tempo di essere educati

nella fede.

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Particolare di un affresco della chiesa di Santa Maria degli Angeli

I

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i siamo sentiti vicini a tutti i fedeli accorsi in Piazza San Pietro per partecipare alla messa di

intronizzazione. È l’inizio ufficiale del pontificato di Papa Jorge Bergoglio. Riportiamo alcune parti tratte dalla sua omelia (da www.vatican.va), che riteniamo essere in sintonia con la nostra missione.

“CUSTODIAMO CRISTO NELLA NOSTRA VITA”“Per custodire gli altri, per custodire il creato! - La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti”. “È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti.”

“PER FAVORE: SIAMO CUSTODI DEL DISEGNO DI DIO” “Non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore”.

“NON DOBBIAMO AVERE PAURA DELLA BONTA’, ANZI NEANCHE DELLA TENEREZZA!”“Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza

BENVENUTO FRA NOI PAPA FRANCESCO!di Silvia Furiosi

d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore.”

“IL VERO POTERE È IL SERVIZIO”“Anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere” (cfr Mt 25,31-46).

“SALDO NELLA SPERANZA CONTRO OGNI SPERANZA” “Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!”.

“CUSTODIAMO CON AMORE CIÒ CHE DIO CI HA DONATO”“Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza”.

PREGHIAMO PER PAPA FRANCESCO“Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen.

Conclude così l’omelia Papa Francesco a cui rivolgiamo il nostro affetto e la nostra preghiera.

C

Papa Francesco

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SENZ

A FI

SSA

DIM

ORA

Ibrahim a lavoro presso le docce

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Tratto dall’articolo a firma di Enrico Fovanna, dal quotidiano

IL GIORNO, pag.8, 8 marzo 2013.

fine febbraio è terminata l’emergenza NordAfrica e con essa tutti i benefici di cui i richiedenti asilo politico hanno beneficiato. La Fondazione Fratelli San Francesco d’Assisi Onlus ha ospitato 208 richiedenti asilo politico a partire dall’avvio dell’Emergenza NordAfrica da maggio 2011.La Fondazione Fratelli San Francesco si è comunque resa disponibile ad accogliere alcuni richiedenti asilo politico nelle proprie case di accoglienza accogliendoli all’interno del programma Emergenza Freddo e offrendo ospitalità a titolo non oneroso a coloro che non sono riusciti a trovare delle alternative lavorative ed abitative.

ARRIVATO DALLA LIBIA NEL 2011, OGGI STUDIA L’ITALIANO E TROVA UN NUOVO LAVOROIbrahim aveva un sogno onesto, tutto sommato…: salvare la pelle.Così all’inizio del 2010, scappa oltre frontiera, in Libia. Addio mamma, papà e alle due sorelle, rimaste in un quartiere di Coiakri, la capitale della Guinea. In Libia la guerra scoppierà un anno dopo, il 17 febbraio 2011. Nel frattempo, il Paese è una specie di Svizzera con fiumi di dollari in circolazione e il solo neo, si fa per dire, della dittatura. lbrahim Borete trova lavoro proprio come autista di un generale di Gheddafi. Porta a scuola le figlie del militare e al mercato la moglie, e si guadagna da vivere. Quando la guerra si fa cruenta, per ritorsione contro gli aggressori, Gheddafi decide di inondare l’Europa di immigrati. Anche Ibrahim viene scortato al porto dalla polizia. «sulla barca - ricorda - eravamo davvero in molti e stipati. Non sapevo dove si andava e nemmeno se sarei arrivato in qualche Paese o se ci-avrebbero buttati tra i flutti. Tutto mi era ignoto del futuro”. Scoprirà il suo destino a Lampedusa dove, insieme ad altri 279 africani, viene caricato su una carovana di autobus diretti a Milano Ibrahim sapeva di avere, per la seconda volta nella vita, l’occasione di fare un passo oltre la paura e l’angoscia. Così prima è guarito, poi, forte di una lingua che stava ormai maneggiando, e che in fondo non si discostava troppo dal suo francese, ha preso la patente italiana.Una settimana fa, l’ultima boa. Il governo decreta la fine

LA TESTIMONIANZA DI IBRAHIM

dell’Emergenza Nordafrica, consegna 500 euro in contanti a tutti i 280 profughi e di fatto li rispedisce per strada. Ma Ibrahim non sarà tra i tanti senzatetto, indecisi se vagare per le strade, finire nelle braccia della camorra per la raccolta di pomodori o cercare fortuna al Nord Europa. La Fondazione di Padre Clemente, che ne ha apprezzato il carattere e la volontà, lo assume a tempo indeterminato. Farà l’autista delle unirà mobili che di notte perlustrano la città e le periferie, in cerca di clochard da invitare ai dormitori, o a cui fornire coperte, thè, cibo e assistenza. Tra loro, è possibile, troverà anche qualche vecchio amico, che sarà più facile persuadere. Nel frattempo, prima che parta il suo incarico, al mattino conduce i senzatetto alle docce e al guardaroba della Fondazione, invia Bertoni, 9, al pomeriggio sta alla reception, per orientare i bisognosi alla registrazione e al primo canale di accesso ai servizi. «È un esempio concreto di integrazione - dice frate Clemente - Noi lo abbiamo aiutato, semplicemente perché si è aiutato da solo. Mentre altri non andavano a scuola, lui invece ha scelto la strada buona». Ibrahim, che oggi ha 34 anni, tutti i sabati chiama la mamma al telefono. «Lei è molto contenta di come mi sia andata -. dice - Può darsi che un giorno riesca a farla venire qui, a trovarmi. Tornare là, per me, è troppo pericoloso».

di Walter Nappa

Ancora Ibrahim durante il lavoro

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l 15 novembre ha avuto inizio il piano Antifreddo, anche definito piano di Emergenza freddo. La Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi Onlus, ha aperto come di consueto le porte delle case di accoglienza per ospitare i senza fissa dimora che necessitano di assistenza e che vengono inviati dal Centro Aiuto della Stazione Centrale. L’Amministrazione Comunale quest’anno ha convenzionato meno posti letto rispetto l’anno precedente, passando da 650 a 431, pur rimanendo invariati i 100 posti letto dedicati alle fragilità, sia psicologiche che fisiche, che permangono fino al periodo estivo, per offrire un miglior supporto verso l’integrazione sociale. La Casa di Solidarietà di Saponaro ha comunque ospitato in palestra nei periodi più rigidi, ben 30 ospiti che non avevano ancora ricevuto dal CASC, l’indicazione di un luogo dove poter andare; in aggiunta a ciò dopo il 28 febbraio, termine del programma ENA (Emergenza Nord Africa), la Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi Onlus, ha dato la sua disponibilità all’accoglienza di 53 ex richiedenti asilo politico provenienti da altre strutture, che alla fine del programma hanno chiusi i centri di ospitalità, oltre ad altri 40 posti dei richiedenti asilo politico già ospiti della struttura di via Saponaro consentendo loro la permanenza a spese della Fondazione stessa. Facendo fede allo spirito di aiuto e assistenza ai più deboli che ci contraddistingue, abbiamo inoltre gestito in autonomia e senza alcuna convenzione da parte della pubblica

LO SPIRITO DI AIUTO E ASSISTENZA AI PIÙ DEBOLI NEL PIANO ANTIFREDDO

Idi Michaela Paleari e Rossella Zenoni

Un momento di distribuzione del cibo con il camper dell’Unita Mobile

amministrazione, l’ex discoteca Sogemi di via Lombroso, con il supporto di nostri operatori, Eroland e Francesk, due nostri ex minori, in prima linea tutte le sere dalle h.19.00 alle h. 08.00 del mattino successivo per assicurare un pasto caldo, fornito dalla Fondazione Arca, un posto letto ordinato e pulito a ogni ospite inviato dal CASC. I due ragazzi aiutati nel fine settimana dai nostri volontari del punto caldo, hanno dato il meglio di loro, instaurando un rapporto, seppur in poco tempo, di fiducia e rispetto con le persone in cerca di aiuto. E’ stata mostrata una grande sensibilità anche verso chi, senza alcuna fissa dimora, ha come unico compagno un amico a quattro zampe. Il punto caldo anche quest’anno, grazie all’impegno dei volontari, ha funzionato perfettamente, coordinandosi anche con le esigenze dell’ultimo minuto impartite dal CASC a causa di situazioni contingenti, operando sia presso il CASC nel fine settimana, sia presso il mezzanino fornendo tè caldo e biscotti e a seguire qualche vestito caldo. Grazie all’impegno di tutti, operatori e soprattutto i nostri volontari del Centro Fratelli San Francesco, possiamo dire di aver concluso con grande soddisfazione il piano Antifreddo 2012/2013, durante il quale abbiamo potuto offrire ospitalità a quasi 500 persone, distribuito cibo e coperte a tutti i bisognosi e dato ascolto a tutti coloro che si trovano ad affrontare dei momenti di vita estremamente difficili.

d inizio gennaio ho saputo, dal coordinamento e formazione volontari dell’Associazione Fratelli San Francesco ONLUS, che questo Notiziario avrebbe dedicato un numero al servizio di Unità Mobile poiché molte persone, tra cui volontari di altri servizi, hanno più volte chiesto di conoscere delle storie di persone incontrate, di come si vive questo tipo di esperienza, di quali riflessioni emergono. Da volontaria in servizio all’Unità Mobile per circa due anni e mezzo ho accolto con entusiasmo questa notizia e pensato di condividere un estratto della mia tesi in counseling discussa nel giugno dello scorso anno che tratta proprio di questa mia esperienza di volontariato itinerante tra le persone senza fissa dimora durante i mesi invernali di emergenza freddo. L’estratto che ho scelto, pone l’attenzione su di me come volontaria e sulla relazione tra il gruppo di volontari che compone l’Unità Mobile. Per fare la volontaria mi cambio d’abito e, letteralmente, mi travesto. Mi levo i vestiti che indosso in ufficio - da donna all’apparenza in carriera - per indossare quelli che mi portano a girare per le strade di Milano insieme all’Unità Mobile. Via i gioielli, via le lenti a contatto: mi imbruttisco esteticamente. Il travestimento, tuttavia, ha subito nel tempo alcuni cambiamenti. Per il primo anno di esperienza gli abiti sono stati molto larghi, goffi e pesanti: cappottone lungo e larghissimo, scarpe pesanti, maglioni, cappelli di lana. Essi venivano riposti, al termine del turno, in un luogo tale per cui non potessero toccare gli abiti e le calzature cosiddetti civili. Su questo tipo di abbigliamento dei primi tempi non si possono non evidenziare le intrinseche caratteristiche di protezione: uno scudo, una barriera che, quanto più spessa e stratificata è, tanto più aumenta la distanza corporea tra me, volontaria, e la persona senza fissa dimora. Con il passare del tempo, l’eccesso che ha caratterizzato la tipologia di look adottato agli inizi della mia esperienza da volontaria si è smussato fino a raggiungere una situazione dove il cambio d’abito rimane la regola ma la divisa da volontaria non è più così stratificata e goffa: ora abiti comodi ma non ingombranti (jeans, scarpe da tennis, occhiali) fino ad arrivare, talvolta, ad utilizzare il piumino indossato durante il giorno al lavoro e quindi non badando più al “rischio” di contaminazione degli abiti specificatamente dedicati all’Unità Mobile con quelli quotidiani. Questo cambiamento nella modalità di abbigliare il mio corpo rappresenta e attua il mio avvicinamento progressivo nei confronti delle persone senza fissa dimora incontrate. Sebbene la distanza

IL CORPO COME DIMORA DELLE PERSONE SENZA FISSA DIMORA

A corporea rimanga e difficilmente potrà essere colmata per motivi di ordine igienico facilmente immaginabili, un passo a favore dell’avvicinamento e quindi a nutrimento della relazione si è compiuto: a piccoli passi.A latere di questa riflessione che coinvolge la vicinanza corporea e la relazione, segnalo un altro aspetto che scaturisce da quanto descritto in materia di estetica utilizzata come volontaria. La trasformazione che, nei bagni del centralino del mio laccatissimo ufficio, attuo per indossare i panni della volontaria fa sì che la mia immagine, agli occhi degli utenti, sia - nell’estetica - il meno lontana possibile dalla loro. Cerco di somigliare il più possibile a loro nell’abbigliamento nel tentativo, nel poco tempo a disposizione, di sintonizzarmi visivamente. Dunque il modo con cui decoro il mio corpo è utilizzato come strumento di sintonizzazione con le persone senza fissa dimora visitate. A proposito di sintonizzazione: non va dimenticato che il volontario non agisce da solo ma, nell’Unità Mobile, c’è un’equipe di 4/6 volontari tra i quali la sintonizzazione è un obiettivo da raggiungere al fine della buona riuscita del servizio. Infatti, i volontari agiscono all’unisono, come guidati da un direttore d’orchestra invisibile quando, ad ogni fermata del pulmino, scendono, si dirigono all’apertura del portellone, prendono i sacchetti di cibo e il contenitore del the e si dirigono verso gli utenti che giacciono poco distante: una sintonizzazione quasi perfetta direi, corpi che si muovono nello spazio con fluidità e senza incertezze. Altre volte, invece, forse a causa dello scoramento dovuto alla condizione nella quale versano gli utenti e nella foga di tentare di trovare una soluzione ad un problema pratico e contingente degli stessi (per esempio fare una doccia o trovare un dentista), i volontari accavallano le loro voci, spesso ripetendo le stesse domande fatte da altri del team. Il coro in quel caso è stonato, non è sintonizzato e la mia impressione è sempre stata quella che la persona senza fissa dimora, assistendo a ciò, si chiuda in un silenzio selettivo. La scarsa sintonizzazione del gruppo di volontari diminuisce la fiducia dell’utente, che si chiude a riccio.Concludo, dunque, menzionando (non potendola riprodurre per esigenze di spazio) la poesia di Alessandro Manzoni “Regala ciò che non hai” la quale esprime perfettamente le motivazioni che mi hanno spinta ad iniziare l’attività di volontaria per l’Unità Mobile che ricordo come un’esperienza unica e un privilegio assoluto.

di Mara Pieracci

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ANZI

ANI

La passeggiata con gli anziani

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ebbene il periodo estivo rappresenti un momento particolarmente delicato per le persone anziane che rimangono sole nella città che si svuota, anche la stagione invernale può rappresentare un ostacolo per le relazioni con gli altri e per lo stato di salute. La Fondazione Fratelli di S. Francesco, con i suoi tre servizi dedicati agli anziani, interviene per dare loro supporto attraverso una presenza diretta nelle loro case o indiretta attraverso una voce amica. Con il servizio di consegna pasti a domicilio ogni giorno gli anziani, oltre a ricevere il pasto, hanno l’occasione di avere uno scambio con gli operatori che ormai conoscono da tempo. Nel periodo invernale, infatti, i diversi malanni che facilmente si acuiscono e le avverse condizioni climatiche (neve, freddo, pioggia), possono portare l’anziano a rimanere chiuso in casa forzatamente anche per settimane senza vedere nessuno. L’operatore può rappresentare l’unico contatto con il mondo esterno. Un contatto ancora più diretto e quotidiano arriva con il servizio di custodia sociale: nelle zone 2-3-4 di Milano la Fondazione Fratelli di San Francesco in ATS con Cooperativa La Strada e Fondazione Progetto Arca gestisce per conto del Comune questo servizio mettendo a disposizione della popolazione anziana residente in case di edilizia residenziale pubblica 44 operatori (di cui 16 della S. Francesco). I custodi sociali, grazie anche alla collaborazione continuativa con

I NOSTRI ANZIANI DURANTE IL PERIODO INVERNALE

di Sara Sacchetto ed Elisabetta Di Toro

i portieri degli stabili e delle assistenti sociali del CMA, operano un monitoraggio costante (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.00) delle situazioni più a rischio, supportano le persone sole e fragili creando un ponte tra il cittadino e i servizi che il quartiere mette a disposizione, favoriscono la creazione di una rete intorno alla persona, concordano un progetto individuale con l’assistente sociale che può prevedere accompagnamenti sanitari, aiuto nel disbrigo pratiche, piccole commissioni, orientamento. Oltre a provvedere a bisogni di tipo più assistenziale si occupano anche di aspetti relazionali cercando di stimolare e incrementare i rapporti tra gli anziani attraverso la creazione e la promozione di momenti di socialità. Diverse, infatti, sono le socializzazioni portate avanti dagli stessi custodi sociali all’interno degli stabili di competenza e le iniziative promosse (feste di natale, pranzi offerti dal comune, cinema, cineforum, gite). Nel corso di questi anni i momenti di socializzazione hanno permesso a molti anziani di conoscersi tra di loro, di uscire da uno stato di isolamento e solitudine, di inserirsi in un gruppo in cui potersi confrontare e da cui trarre un supporto anche sui problemi quotidiani e con cui magari frequentarsi anche al di fuori di queste attività più strutturate. Ed è proprio in queste occasioni che l’anziano riesce a tirar fuori il meglio di sé sentendosi valorizzato come singolo individuo e come parte di un gruppo.

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La “tombolata” degli anziani durante un momento di socializzazione

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ZONA

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UOP

ACQUABELLA

PUGLIE

PUGLIE

PUGLIE

CINQUECENTO

CINQUECENTO

GOLDONI

S.ELEMBARDO

S.ELEMBARDO

LUOGO

PORTINERIA VIA BRONZETTI 37

VIA FAÀ DI BRUNO (SEDE LABORATORIO DI QUARTIERE)

BIBLIOTECA VIA CICERIO VISCONTI

ORATORIO VIA DEL TURCHINO

VIA RAVENNA ANGOLO VIA POMPOSA

VIA RAVENNA ANGOLO VIA POMPOSA

VIA AMADEO 27

VIA STAMIRA D’ANCONA

VIA STAMIRA D’ANCONA

PROMOTORE

CUSTODI SOCIALI

CUSTODI SOCIALI

CUSTODI SOCIALI

CUSTODI SOCIALI

CUSTODI SOCIALI

CUSTODI SOCIALI+ASSOCIAZIONE SENECA

CUSTODI SOCIALI+COGESS

CUSTODI SOCIALI

CUSTODI SOCIALI

GIORNO

LUNEDÌ E GIOVEDÌ

LUNEDÌ E GIOVEDÌ

MARTEDÌ

MARTEDÌ

LUNEDÌ

VENERDÌ

VENERDÌ

VENERDÌ

MERCOLEDÌ

ORARIO

14.00-17.00

14.00-17.00

14.00-17.00

14.00-17.00

10.00-12.00

9.00-10.00

14.00-17.00

10.00-12.00

14.00-17.00

ATTIVITÀ

TOMBOLE, FESTE, CANTI

TOMBOLE, FESTE, CANTI

LAVORETTI MANUALI

LAVORETTI MANUALI

SPORTELLI DI ORIENTAMENTO

DANZATERAPIA

GINNASTICA NEUROMOTORIA

SPORTELLI DI ORIENTAMENTO

FESTE, CANTI, TOMBOLE

NUMERO UTENTI

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15

20-25

15

10-15

15-20

10-15

NEL NOSTRO LOTTO LE SOCIALIZZAZIONI CHE SI SVOLGONO SETTIMANALMENTE ANCHE IN COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI SONO LE SEGUENTI:

Una presenza indiretta ma altrettanto importante è quella offerta dal servizio di Telefonata Amica che dal 2008 è attiva presso la Fondazione Fratelli di San Francesco. Attualmente l’attività è svolta da 9 volontari e un’operatrice referente i quali, settimanalmente, chiamano gli anziani segnalati dai custodi sociali, dai CMA, dagli operatori della consegna pasti o da altre fonti.

L’utenza a cui si rivolge è caratterizzata da una forte fragilità socio-economica (la maggior parte è seguita dai servizi e vive in case ERP), da uno stato di profonda solitudine e da problematiche fisiche o psicologiche. Il valore aggiunto di questo servizio è che l’anziano viene chiamato dai volontari sentendosi ricercato e ricordato (anche in occasioni particolarmente importanti quali le festività e il compleanno). Quello che la Telefonata Amica offre è un momento di svago, di compagnia, di monitoraggio, di supporto e conforto che viene atteso settimanalmente come un ospite fisso che entra in casa in punta di piedi.

Con il passare degli anni ci si è resi conto dell’importanza di un servizio come questo che, una volta superata la normale diffidenza iniziale, permette di instaurare relazioni di fiducia che crescono e si intensificano giorno dopo giorno, settimana dopo settimana fino a sfociare talvolta in veri e propri legami di amicizia.

Gli anziani trovano una voce aperta all’ascolto e al dialogo, pronta a cogliere il bisogno del momento, e soprattutto una voce che non giudica e con cui si possono sentire liberi di essere veramente loro stessi (cosa che a volte invece non succede con i loro stessi familiari).

Alla luce di tutto ciò è evidente come la Fondazione Fratelli di San Francesco abbia un’attenzione particolare al mondo degli anziani riconoscendone l’enorme ricchezza e il valore, investendo in servizi che non li facciano mai sentire soli.

Sara in compagnia di un nostro caro anziano

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EVEN

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Un momento dell’incontro

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Lunedì 21 Gennaio i Fratelli di San Francesco, nella loro Casa di Solidarietà di via Saponaro 40, hanno avuto la gioia di ricevere la visita di Mons. Mario Delpini, Vicario generale della Diocesi di Milano. Un incontro all’insegna del dialogo e del confronto, con i nostri ospiti della Casa e tutti coloro che prestano aiuto e servizio.

L’incontro si è aperto con una breve introduzione da parte di Fr. Clemente Moriggi, Direttore delle Opere, cha ha raccontato attraverso un breve excursus storico, le tappe fondamentali della nascita della Fondazione Fratelli di San Francesco D’Assisi e la della Casa di Solidarietà di via Saponaro.

Fra gli ospiti anche Don Macellino, parroco della Chiesa di Santa Barnaba in zona Gratosoglio, che ha riferito di come i residenti del quartiere siano spesso coinvolti nell’aiutare i nostri ospiti, grazie alle varie iniziative avviate dalla Parrocchia stessa. Mons. Delpini ha visitato la mensa e le camere dove alloggiano i nostri ospiti e si è intrattenuto anche con alcuni di loro, che hanno avuto il piacere di condividere con lui le proprie esperienze di vita.

Al termine, Mons. Delpini ha voluto incontrare tutti gli operatori e i professionisti che operano all’interno della

VISITA DI MONSIGNOR DELPINI ALLA CASA DI SOLIDARIETÀ DI VIA SAPONARO 40

Casa di Solidarietà, esortandoli e incoraggiandoli nella loro opera che ha definito “una missione in soccorso della necessità di vivere”. Prima di lasciare il centro, Mons. Delpini ha incontrato anche anche i ragazzi post diciottenni ospiti in Saponaro; quegli stessi ragazzi che la Fondazione ha accolto in principio nella comunità per minori quando ancora non avevano compiuto diciotto anni e che successivamente, in attesa di un lavoro, vengono ospitati nelle comunità per adulti potendo proseguire il percorso educativo avviato in precedenza. Sono stati gli stessi ragazzi che gli hanno ricordato l’incontro con il Cardinale Angelo Scola in occasione della festa di Sant’Angelo e di quanto sia stata per loro un’esperienza piacevole, ma soprattutto ha rappresentato un’occasione di confronto su temi importanti come il “dialogo” e il “convivenza tra diverse religioni”.

Ringraziamo Mons. Delpini, per la sua visita, auspicando che presto possa tornare a trovarci anche presso le altre Case di Accoglienza da noi gestite, in Scalo Romana o ancora presso le comunità per minori di via Calvino e via della Moscova, per offrire ai nostri ospiti quelle parole di conforto, amorevolezza e speranza che mons. Delpini ha saputo donare ai presenti in Saponaro.

di Water Nappa

Il Cardinale Angelo Scola

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La Festa di Sant’Angelo, nasce da un’antica devozione all’Angelo Guaritore della peste, risalente al 1200, quando prima ancora dell’attuale Chiesa di Santa Maria degli Angeli, sita all’incrocio tra Via della Moscova e Corso di Porta Nuova a Milano, era presente negli stessi spazi una Cappellina, dove la gente accorreva per pregare e chiedere all’Angelo la propria guarigione o quella dei propri cari. Tale era la devozione che ancor oggi la Chiesa di Santa Maria degli Angeli ha mantenuto per la gente comune il nome di Chiesa di Sant’Angelo. “A volere la Chiesa, una tra le più belle di Milano, fu il governatore Ferrante Gonzaga; il 21 febbraio del 1552 si posò la prima pietra (furono i migliori artisti dell’epoca a prendere parte ai lavori). Adiacente alla Chiesa, l’area del Convento con splendidi chiostri e giardini. Fu così fino ai tempi di Napoleone, anni in cui le opere d’arte vennero trafugate o distrutte e la Chiesa venne destinata a stalla per cavalli; così rimase per oltre cent’anni e ancora oggi sono

La Festa del Lunedì dell’Angelo celebrata negli spazi del Convento dei Frati Minori di Sant’Angelo, nell’adiacente Piazza Sant’Angelo e nelle vie limitrofe, rappresenta un’occasione per degustare prodotti artigianali di manifattura francescana e monastica, acquistare fiori, libri, prodotti naturali per la cura della persona e tanto altro ancora.

Quest’anno si allestiranno anche nuovi spazi presso le strutture della Fondazione Fratelli San Francesco D’Assisi Onlus in via della Moscova 9/11 a Milano. A disposizione di tutti, prodotti delle abbazie e dei conventi che si possono avere attraverso semplici donazioni, promuovendo un consumo responsabile, volto ad aiutare tutte le persone in difficoltà che quotidianamente assistiamo.

FESTA DI SANT’ANGELO 2013 visibili i segni dei danni subiti allora. Fu solo nel 1922 che nel complesso poterono tornare i Frati che qui vi ripresero il lavoro e la loro opera di fede”. Se da una parte la Festa di Sant’Angelo rappresenta un’occasione in più per celebrare l’Angelo Guaritore, dall’altra si aggiunge un ulteriore aspetto legato alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli o comunemente nota come la Chiesa di Sant’Angelo. Presso questa Chiesa, oltre alla ben nota Porziuncola di Assisi, si poteva ottenere il privilegio dell’Indulgenza, che va sotto il nome di Perdono D’Assisi, in memoria dei fatti accorsi a San Francesco il 2 agosto 1216. La Festa di Sant’Angelo è un’occasione per tanti per chiedere l’indulgenza e numerosi sono i fedeli che accorrono per trovare nella figura dei Frati del Convento una persona amica con cui interloquire. La Festa di Sant’Angelo è diventata anche un momento di svago, un’occasione per acquistare fiori tra le tante bancarelle presenti in piazza, la possibilità di degustare prodotti enogastronomici, partecipare alla pesca di beneficienza o prendere prodotti francescani e monastici con piccole offerte che saranno devolute a favore delle opere dei Frati Minori del Convento e della Fondazione Fratelli San Francesco d’Assisi Onlus a beneficio di tutte le persone bisognose.

di Silvia Furiosi

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I nostri volontari all’opera durante la festaBanchetti di prodotti in occasione della festa

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ALCUNI CENNI STORICI SULLA FESTA DI SANT’ANGELO

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VUOI FARE IL VOLONTARIO?

Colloquio di orientamento all’Associazione VolontariPer appuntamento: Tel. 02 62545960 - e mail: [email protected]

Ecco come entrare nel pool dell’Associazione dei Volontari dei Fratelli di San Francesco

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Fondazione Fratelli di San Francesco D’Assisi OnlusVia Moscova 9, 20121 - MilanoTel. 02. 6254591 e-mail: [email protected]

Come aiutarci: Conto Corrente Postale 27431279Conto Corrente Bancario: Credito Artigiano Spa, Agenzia di Milano Stelline, C.so Magenta 59, 20123 - MilanoIBAN: IT41C05216016140000000074635 X 10000: C.F. 97237140153

Associazione dei volontari dei Fratelli di San FrancescoVia Bertoni 9, 20121 - MilanoTel. 02. [email protected]

Colloquio di inserimento a fine percorso

Partecipazione al corso base dedicato a tutti i nuovi volontari3 incontri

Scelta del servizio più consono da parte dell’aspirante volontario

Inizio del servizio con un mese di affiancamento

A tutti i volontari è richiesta la conoscenza dello statuto dell’Associazione Volontari Fratelli di San Francesco, l’iscrizione all’Associazione, il versamento della quota annuale comprensiva di assicurazione, la partecipazione alle riunioni dei gruppi e alla formazione permanente.

L’eco della Solidarietà

Direzione: via Moscova 9, 20121 - MilanoTel. 02 6254591 - e mail: [email protected]

Direttore editoriale:T. Cesare AzimontiRegistrazione presso il Tribunale di Milano N° 239 del 1 Giugno 2012

Redazione:Paolo Bonfanti, Celeste Vecchi, Clemente Moriggi, Walter Nappa, Caterina Vezzani, Silvia Furiosi

Grafica e impaginazione:Sebastiani & Associati - Roma

Stampa:Brain Print & solutions s.r.l.

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FESTA DI SANT’ANGELOLUNEDÌ 1 APRILE 2013

Piazza Sant’Angelo Milano

Chiostro Convento Sant’Angelo dei Frati Minori

MERCATINO FRANCESCANO

INAUGURAZIONE NUOVI SPAZI

In occasione della festa di Sant’Angelo sarà allestito il tradizionale mercatino di prodotti francescani e monastici. Acquista i prodotti e offri il tuo aiuto a favore delle opere del Convento dei Frati Minori di Sant’Angelo e dei servizi della Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi Onlus destinati alle persone bisognose.

CONSUMA RESPONSABILMENTE = AIUTA CHI AIUTA

Sante Messe: h. 8-9-10-11-12-17-19

Vespri Solenni:h. 16.00

Messa per i pellegrini con Indulgenza Plenaria:h. 17.00

“Officina Francescana”, via della Moscova, 9/11 - Milano. Ampia scelta di prodotti gastronomici e di articoli di vario genere.

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