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    Ecce Quam Bonum pag.2

    Il Rapporto Iniziatico Martinista pag.3

    La Donna nel Martinismo pag.6

    Il Mito di Ade pag.10

    Il Rituale Giornaliero: I Salmi pag.13

    Convivium Gnostico Martinista pag.14

    Il Cordone pag.18

    La Maschera pag.22

    Iniziazione senza Iniziati pag.26

    I Sette Peccati Capitali pag.30

    Il Silenzio pag.33

    Calendario Operativo 2015 pag.39

    ECCE QUAM BONUM 20 Marzo 2015 - N5

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    Ecce Quam Bonum

    20 Marzo 2015

    arissimo e paziente lettore, questo numerodella nostra amata rivista viene pubblicato inprossimit dell'Equinozio di Primavera.

    Per coloro che sono legati alla ritualia lunisolare sardi profondo interesse riscontrare come il 20 Marzoavremo la coincidenza della luna nuova, di un'eclissisolare, ed infine dell'equinozio. L'insieme di questeaccadimenti astronomici pare volere sottolineare,attraverso il ricco simbolismo, lacomplessit degli elementi delmacrocosmo a cui guardiamo pertracciare le dovute corrispondenze conil microcosmo uomo. Ecco quindil'Equinozio a voler rappresentarel'equilibrio fra luce e tenebra, la Luna ilcorpo passivo e ricettivo, e il Solel'eterna fonte primaria di Vita e

    Conoscenza. Innanzi ad essi l'uomoosserva, si stupisce, e medita su comeraccogliere i frutti di tanta benevolenzaastrale, ma comprende che il grandeorologio cosmico scandiscel'inesorabile fine del suo misero tempo.

    Ecco perch dobbiamo operare, etrovare intorno e dentro di noi ognioccasione per comprendere i nostri

    meccanismi interiori, che nella lorosfera carnale e psicologica altro nonsono che il riflesso dei pesi e delle misure chegovernano gli astri.

    Nell'uomo esiste l'ambivalenza: coppie di opposti inperenne dinamismo, mai sopite. Luce e Tenebra,passivit ed attivit, spirito e mente, desiderio evolont, albergano in ogni stilla del nostro compositoessere. In ogni momento vi il tentativo di ognuna di

    queste parti di oscurare il proprio gemello ombroso,in ogni istante vi resistenza e confronto. Quanto

    risulta l'uomo, che pu essere ignara marionetta, oattivo protagonista capace di indirizzare queste forzeverso la propria rettificazione interiore.

    Ci avviene nel momento in cui riusciamo a seguire isuggerimenti di un particolare tipo di pensiero, chebalena all'orizzonte della nostra mente solamente nelsilenzio interiore, grazie alla benefica azione dellapreghiera, della meditazione, e della purificazione.Sono i nostri strumenti, sapientemente impiegati, aportare quel giovamento psicofisico necessarioaffinch il Pensiero sottile emerga dall'ombra in cui lanostra natura inferiore lo ha relegato.

    Il Pensiero sottile come una rosa in un giardinoinfestato dalla gramigna, fonte di pace ed armonia everit. Non soggetto alla caducit delle cose, allo

    scorrere del tempo, all'utile e alcomodo, esso eguale a s stessoperennemente. E' il pensiero deimistici in preghiera profonda, ilsimbolo che emerge dallameditazione, l'intuizionedirompente che tutto cambia.Questo pensiero una ierofaniasacra, una stella cometa in grado di

    condurci alla nostra vera naturaspirituale.

    Ecco quindi che dobbiamo impararea coltivare il pensiero sottile, adimpedire che la nostra mente, laquale non lo ha partorito essendoesso il Logos della nostra naturaspirituale, lo soffochi, lo derida, loponga in un angolo. Bens dobbiamo

    essere in grado di ristabilirequell'utile e funzionale equilibrio,

    che vuole la nostra mente impegnata a gestire le cosedel quotidiano, le ripetitivit legate alla macchinaumana e alla meccanicit del nostro mondo, e lanostra natura spirituale ad esprimersi liberamenteindirizzandoci lungo un percorso di risveglio eredenzione.

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    Convivium Gnostico Martinista Opera e Rito

    Attorno alla Natura delRapporto Iniziatico

    MartinistaElenandro XI S.R. C:::G:::M:::

    "Il termine greco che sta ad indicare il fato, moira,significa parte assegnata, porzione. Cos come ilfato ha solo una parte in ci che succede, allostesso modo il daimon, l'aspetto personale,

    interiorizzato della moira, occupa solo unaporzione della nostra vita, la chiama, ma non lapossiede." (James Hillman)

    La natura del rapporto iniziatico martinistadifferisce da quella di altre strutture iniziaticheoccidentali. Il Superiore Incognito Iniziatorequando impone le mani sulla testa del

    recipiendario non agisce in virt di un poteredelegato da un'assemblea di suoi pari, e noninizia in nome e per conto di una qualcheuniversalit, ma esercita pienamente, edarbitrariamente, un potere che coincide con lasua persona.L'essere egli stato regolarmente etradizionalmente inserito in una catenamartinista, il percorso formativo che egli haesperito nel corso degli anni, la sensibilit che ha

    maturato nel raffrontarsi con i fratelli attorno alcorretto impiego degli strumenti dell'Opera, lo

    rendono detentore di un reale potere iniziatico.Potere che egli amministra e impartisce infunzione e nei modi previsti dalla struttura a cuiappartiene. Ecco perch da biasimare una certatendenza, che dovrebbe essere estranea ad unreale contesto iniziatico, che vuole che la luce sia

    comunque concessa a chiunque la richieda.Possiamo capire una tale inclinazione, comunquedegenerata, in quei contesti dove il martinismo ridotto a mero discorso, dove gruppi di amici siriuniscono attorno a tre lumicini accesi a parlaredandosi il tono di esoteristi, in attesa dellagapesusseguente. E assolutamente biasimevole inquelle realt dove il martinismo ancora,correttamente inteso, come operativo. Dove sipretende di erudire allarte e agli strum entidellarte, ed quindi richiesto al neofita ilpossedere determinate qualifiche. Levidenzaporta a considerare che lassenza di esse equivalea trattare il diverso da eguale, e leguale dadiverso, recando doppio danno alla persona e allacomunit.

    Liniziatore tale grazie alla costanza nella praticadei rituali individuali (giornaliero, di purificazionemensile, di luna piena, e successivamenteequinoziali e solstiziali), che hanno permesso laprogressione nel lavoro di rettificazione ereintegrazione. La doverosa attesa immerso nelletenebre, il disvelamento della luce, e il colmare ilvuoto separativo con essa, lo hanno resosacerdote di se stesso e forte anello della catenaeggregorica giammai interrotta. In virt di questaprofonda comprensione, dell'aver trasmutato taliaccadimenti in esperienza, pu egli stessoaggiungere nuovi anelli alla catena martinista.L'assenza di tali requisiti sostanziali e formaliimpediscono ogni passaggio spirituale edenergetico, e relegano egli, cos gli sventurati dalui associati, ad un mondo di illusione e bassopsichismo. In altri termini si depone unamaschera profana, solamente per calarsi sul voltouna maschera ancora pi terribile ed insidiosa:quella della falsa iniziazione.Dobbiamo quindi guardare con sospetto certiimpetuosi avanzamenti, o il fiorire improvviso,similare alla generazione spontanea, di iniziatori.In quanto spesso mancanti delle qualifichesostanziali, se non addirittura di quelle formali,

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    necessarie alla coincidenza fra funzione e ruoloche tanto hanno la pretesa di assumere edesercitare. Vorrebbe la tradizione martinista chevi sia un certo lasso di tempo che deveintercorrere fra un grado e l'altro, e questo nonper punire i meritevoli, del resto nei recessi

    dell'ego il mediocre sempre si ritiene piqualificato degli altri, ma solamente per daremodo che la giusta maturazione procedarispettosa del ciclo lunisolare interiore. Alla LunaNuova segue la Luna Piena, e tutto compresonel grande ciclo solare. Eppure osserviamo chemolti non hanno atteso il tempo dovuto: vuoi persuperficialit di taluni che hanno trasmessoquanto non dovevano trasmettere, vuoi a causadel commercio di patenti che estraneo ad ognicultura iniziatica degna di tale nome. Tale statodelle cose partorisce simulacri di iniziatori, privi diogni qualifica sostanziale, impotenti neltrasmettere la reale iniziazione martinista. Prividel flusso spirituale ed iniziatico, essi legherannoin base al potere di fascinazione del proprio ego,e alla risonanza che esercita negli altri: dandoinesorabilmente vita ad un rapporto pi prossimoalla psicopatologia che alliniziazione. E utilesottolineare che questa condizione a loro bennota, in quanto nessuno pu mentire a se stesso,come ben nota nel cuore e nella mente, se noncompletamente ottusi e sprovveduti, dei lorofiglioletti. Purtroppo raramente gli uni e gli altritrovano le risorse morali e psicologiche perinvertire la spirale del vuoto e delleffimero in cuisono precipitati. Regola vuole che in ambitoiniziatico ci che acquisito senza merito inerte, quando non mortifero. Inerte perch noncollega alla fonte suprema da cui tutto ci che reale promana, mortifero in quanto talipersonaggi sono succubi delle proprie peggioriporzioni psicologiche: la superbia, la gola,laccidia, e linvidia.

    Tralasciando di scendere troppo in profonditnella melma dell'effimera apparenza, mutuata daaltri ambiti inziatici, necessario sottolineare chel'Iniziatore martinista colui che pienamente siriconosce nel Servire e nel Sacrificare se stessoper la comunit fraterna. In ogni istantel'iniziatore si pone al servizio, come meglio credeed in guisa della reale crescita dei suoi figli

    spirituali, delle esigenze della catena fraterna cheegli stesso ha creato. Egli sacrifica il proprio ego,frapponendosi ad ogni profana istanza, cercandodi condurre il fratello lungo la via del buonospesso costellata di rinunce, e di sofferenza, inquanto nessuna reale conquista scevra dal

    sacrificio personale. Questa la sua missione,questo il suo dovere, questo il suo obbligoassunto con le sacre profferte durantel'elevazione. Altro non vi , e non possibile pernessun motivo uscire da tale perimetro.

    Il reale iniziatore colui che testimonia se stesso,in quanto egli stesso il risultato del suo operareattraverso gli strumenti cardiaci, teurgici esacerdotali che amministra e ha ricevuto .

    Ovviamente se quanto sopra indicato ilpercorso e il gravame del Superiore IncognitoIniziatore, parimenti l'associato deve essere inpossesso di quei requisiti di minima in assenza deiquali non possibile che il seme dell'iniziazionemartinista possa sbocciare.

    Riservando lo studio di questi elementi sostanzialiad un prossimo lavoro sull'identit martinista, milimiter a ricordare che il martinismo un OrdineIniziatico Cristiano, e quindi sarebbe necessarioche il martinista fosse scevro da odio verso talecorrente spirituale. Duole nei fatti riscontrare insedicenti martinisti, che afferiscono alla schieradei fuori luogo, tanto livore per il Cristo che pureha centralit nei nostri lavori. Ancora doverososottolineare che deve esistere, nel recipiendario,una reale volont di rettificazione interiore, voltaalla reintegrazione. Nel martinismo non vi deveessere posto per colui che ritiene di aver giconquistato la vetta, per il solo convincimentopsichico di essere ci che non . In conclusione incolui che si associa al martinismo vi devonoessere, in potenza, tutte quelle qualit chefioriranno nei gradi superiori. Non vi sensoalcuno ad associare colui che sia privo di questisemi spirituali, visto che non possiamo agire suci che assente o radicalmente dissonante.Collezionisti di medagliette, grembiuli, gioielli diloggia, farebbero bene a perseverare nei loroambiti naturali, onde evitare di recare ulterioredanno al mondo iniziatico occidentale. Il quale ha

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    avuto, e tanto ha, da soffrire proprio a causa dicommistioni perpetrate da coloro che vivonoliniziazione in un ambito esclusivamentepsicologico.

    Solamente con la presenza di elementi sostanziali

    e formali, nella giusta ed armonica misura, daparte dell'Iniziatore e del recipiendario sidetermina, e permette di essere fruttifero perentrambi, il rapporto iniziatico. Il quale non puessere il frutto di un costrutto mentale, effimero,stabilito a priori, ma, come tutte le relazioniumane, un qualcosa di dinamico, vitale, inperenne mutamento. Iniziatore e recipiendariomutano, e con essi muta il rapporto iniziatico. Ilnon avverarsi di ci indicativo di una situazionestagnante, di blocco, che il pi delle voltedegenera perdendo sostanza spirituale.

    Ecco quindi che l'Iniziatore si riconoscenell'iniziato, e l'iniziato si riconosce nell'iniziatore.Tanto maggiore questo rapporto, tanto pievidente sar l'impronta dell'iniziatore chepermetter al meglio di sviluppare quelle qualitche in potenza sono insite nell'associato.

    Da queste poche parole si evince che l'iniziazionemartinista non universale, ma ha in se elementidi peculiarit che afferiscono a due diversi puntidi origine.

    Il primo rappresentato dalle specificit dellastruttura in cui il Superiore Incognito Iniziatoreopera. La struttura rappresenta laspetto formale,teso a raccogliere leredit docetica ed operativamartinista, ed evidentemente ogni strutturaarticola in modo funzionale alle proprie esigenzequesto insieme iniziatico. E necessariocomprendere che ogni struttura inevitabilmentedifferisce dalle altre, in virt delle linee iniziatichedetenute, della trasmissione rituale di cui statainvestita e di cui punto di irradiazione, delgoverno eggregorico della Grande Maestranza, edei rapporti e deleghe che legano i vari SuperioriIncogniti Iniziatori ad essa. Incidentalmentesarebbe utile che il bussante si interrogasse apriori attorno agli elementi evidenti dellastruttura in cui desidera essere accolto, ondeevitare, vista la varianza che sussiste, di trovarsi

    poi inserito in un percorso a lui dissonante. Comedel resto colui che sulla soglia dovrebbe benvalutare il bussante, onde preservare lui elOrdine da disarmonici rapporti, che spessotracimano per sconfinare nellumanarecriminazione.

    Laltro elemento rappresentato dallaprospettiva e dalle sensibilit delliniziatore, dalmodo con cui questi attualizza il corpus filosoficoed operativo che ha ricevuto, dal suo comunicare(avvicinare al sacro) ai figli spirituali. Per quantopossa sembrare ovvio, in genere si tende adimenticare che il martinismo un perimetrooperativo e non una scuola psicologica invasiva,la formazione che vi si riceve verte sugli strumentidopera. E quindi perfettamente ovvio che ogniIniziatore differir in virt dello snodarsi dellapropria vita, e dei talenti da esso detenuti.Questa la vita, profana o iniziatica che sia, e nonpossiamo sfuggire allazione plasmante delleforze interne ed esterne che tendono a fare di noiun qualcosa di unico. Possiamo indirizzare questeforze, schermarle, rettificare i nostri elementi, etutto questo si traduce nel forgiare un uomonuovo, ma comunque unico. Ricordiamoci come ilMaestro Michelangelo vedeva la scultura nelblocco grezzo di marmo. Ogni blocco qualcosadi unico, cos come unica la scultura. Liniziato colui che opera su stesso, con gli strumenti elarte che gli sono stati conferiti. Il genio individuale e sempre difforme.

    Linsieme di questi fattori, assommati alle qualitdel recipiendario, rendono liniziaz ione martinistacosa unica. La quale si estrinseca in un rapportobiunivoco e dinamico fra iniziatore ed iniziato.

    Ecco quindi, in conclusione, che il martinismo, oalmeno ci che io intendo con tale parola, non hacome obiettivo quello di fare identicomeraviglioso fiore da ogni seme, ma permetteche da ogni diverso seme, nella pluralit che ricchezza, splenda il miglior fiore possibile.Per ottenere ci liniziatore non deve prevaricare,ma assecondare. Cos come lassociato non deveseguire stoltamen te laltrui passo, macomprenderne la direzione.

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    Storia del Martinismo

    La Donna nel MartinismoNebo (Francesco Brunelli) Maestro Passato

    Scrisse il Ragon a proposito del problema delledonne e la Massoneria che se nostro padreAdamo apr una Loggia questo lo pot faresoltanto con la sua donna. E dei massoni sottili,non hanno mancato di aggiungere che essendosiil serpente della Genesi rivolto dapprima ad Evaper farle gustare i frutti dellalbero della scienza,evidentemente la donna fu la prima ad essere

    iniziata ed lei che inizia Adamo, luomo. E ci battuta a parte deve farci veramentesoppesare quanto noi stiamo dicendo in questocongresso, congresso che vorrebbe esaminaresotto tutti i punti di vista il problema della donnanella iniziazione Martinista. In questo interventolargomento limitato alle figure storichefemminili nel Martinismo delle origini. ben noto che il primo iniziatore del movimentofu Martinez de Pasqually che fond lOrdine deiCavalieri Massoni Eletti Cohen tra le cui filamilitarono G. B. Willermotz che trasform ilmovimento originario in quello che venne poichiamato willermozismo e Louis Claude de SaintMartin che diede vita al Martinismo.Attraverso trasmissioni individuali da L. C. de S.Martin si origin il movimento Martinista attualeche fu fondato a Parigi in seguito allincontro traPapus e Chaboseau, i due portatori di due lineetradizionali derivanti da quella che fu chiamata lascuola Martinista. Non ci dilungheremo oltre inquesto accenno, perch il resto da tutti voi benconosciuto.Esso tuttavia si reso necessario per suddividere,didatticamente, in tre fasi o in tre periodi lanostra storia e collocare quindi in questi periodile figure femminili che vogliamo qui ricordare.Allepoca della fiori tura Martinezista non si ebbe

    una sola donna, la sorella di Willermotz, iniziatanellOrdine degli Eletti Cohen di Martinez dePasqually, ma anche altre e ci con il pienoconsenso ed appoggio di Saint Martin la cuiposizione netta e precisa. Egli infatti ha scritto:Lanima femminile non esce forse dalla stessasorgente da cui proviene quella rivestita di uncorpo maschile? Non ha lo stesso lavoro dacompiere, lo stesso spirito da combattere, glistessi frutti da sperare?.E diamo ora i nomi delle donne iniziate ai gradiCohen nellordine ed ai tempi di Martinez dePasqually (donne che per accedere a tali gradiavevano dovuto necessariamente ricevere i tre

    primi gradi della Massoneria secondo lusodallora).

    Scrive il Le Forestier che intorno al 1770lOrdinedegli Eletti Cohen sul problema dellammissionedelle donne fu costretto a prendere posizione(come del resto avveniva nelle altreorganizzazioni iniziatiche) con una soluzione nonnetta. Pasqually aveva un suo motivo, negava alledonne il potere di comandare agli spiriti, tuttaviaun articolo degli Statuti dellOrdine permetteva diricevere le donne a condizione che vi fosselassenso diretto e fisico della Chose cio di unpasso osservato nel corso di una operazioneeseguita a questa intenzione.Le sorelle iniziate come risultano dallaletteratura in nostro possesso furono poche.Matter e Joly, citano la principessa de Lusignan, lasignorina Chevrier (una delle allieve preferite diMartinez), la signora de Brancas. Tali iniziazionierano tuttavia molto discusse, anche delle riservefurono poste per liniziazione della signoraProvenzal, sorella di Willermotz, ben nota con ilnome di piccola madre cos come usavachiamarla Saint Martin che le era devoto.Claudina Teresa Willermotz fu una delle figurefemminili pi importanti nellOrdine degli ElettiCohen.Essa venne iniziata dallo stesso fratello

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    Willermotz dopo uno scambio di lettere erichieste durato dal 1771 al 1773 tra lui ed il suoMaestro Pasqually, tramite Saint Martin allorasuo segretario. Ma lei stessa e le altre consorelle,non sembra che oltrepassassero il grado diMaestro Eletto Cohen.Nellelenco citato dal Van Rejnberk figurano: aParigi, la signora de Lusignan; a Lione la signoraProvenzal, la signorina de Brancas e la signora diCoalin; a Bordeaux la signora Delobaret (vedovadi Martinez). Questa lista del 1781, eprobabilmente qualche altra donna fu ammessaallOrdine; cos discussa lappartenenza dellamarchesa de la Croix perch pare che il Gran

    Maestro de Caignet rifiut il suo ingresso mentreMatter afferma chessa fu reclutata da Martinezdurante uno dei suoi viaggi a Parigi, sicuramentefu tra i suoi discepoli. Da notare che in un altroelenco dei membri dellOrdine dato da Papus, lasignora Provenzal figura come avente raggiunto ilmassimo grado, quello di REAU+Croix nel 1774.Abbiamo gi detto della sua parentela conWillermotz e dellaffetto di cui essa era

    circondata dai martinezisti della prima epoca.Diciamo su di lei qualche cosa di pi!Rimasta vedova nel 1769, con un figlio daallevare, torn presso il fratello G. B. Willermotzed il padre, dopo la morte del quale, costitu ilpunto centrale intorno a cui ruotava la famiglia. El rest per tutta la sua vita, fortemente unita alfratello sotto tutti gli aspetti. Tutti quelli che laconobbero ricevettero da lei sostegno, esempio

    e consolazione. Tutti coloro che su di lei hannolasciato una testimonianza ne parlano con grandeattaccamento e con rispetto affettuoso. SaintMartin, che soggiorn presso di loro e vi scrisse ilsuo primo volume Degli errori e della verit, lachiama la sua buona madre: non ha segreti perlei e le dedica una invocazione composta a suouso; Antoine Point, lerede spirituale diWillermotz, scriveva in una lettera del 1832 cheaveva scoperto in lei una vera guida spirituale. ...Ero giovane, fu nel 1793, e la mia amica che

    oserei chiamare mia madre, desider chedivenissi lintimo di suo fratello. Mi invit achiedere liniziazione massonica... ecc.. Mor nel 1810 dopo una broncopolmonite, aiprimi giorni di maggio.Delle donne martineziste dovremmo dilungarciveramente in misura maggiore per scoprire il lororuolo in un organismo operativo e teurgicoquale quello dei Cohen. Possiamo per oraaffermare chesse ebbero la funzion e di ispiratrici,di stimolo, di consolazione, qualit queste tuttefemminili.Dicemmo sopra della marchesa de la Croix e dellasua dubbia appartenenza allOrdine, ma della

    indubbia istruzione esoterica ricevuta daMartinez de Pasqually. Il Le Forestier le dedica unintero paragrafo, la Yoly la cita e cos Mattersoprattutto per i suoi rapporti con Louis Claudede Saint Martin.Questa donna pare abbia avuto una gioventveramente poco edificante, nipote del vescovo diOrleans, moglie del marchese de la Croix generaleal servizio del re di Spagna, visse presso il vice

    legato di Avignone, il Cardinale Acquaviva,perdutamente innamorato di lei. Rimasta vedova,di passaggio a Lione avendo letto il libro DegliErrori e della Verit pass dalla incredulit pivieta ai misticismo pi marcato. Ospit SaintMartin, lo introdusse nella societ parigina, epresso di lei egli scrisse il suo libro capitaleTableau Naturel. Si trasform in veicolo dipotenze spirituali, divenendo una guaritrice

    eccezionale mediante la imposizione delle mani ela recita di preghiere. Possedeva anche il donodella visione. Saint Martin scrisse chessa avevaunanima ripiena di un vero desiderio etestimonia delle sue sensibili manifestazioni.Involontariamente siamo giunti alla secondaepoca martinista, quella successiva alla morte diPasqually, epoca in cui i due maggiori discepoli nedivulgheranno le dottrine pur tradendone letecniche.Saint Martin, ebbe un notevole successo presso la

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    societ di quel tempo ed ebbe numerose amiciziefemminili. Furono queste donne iniziate? Glistudiosi ed Amadou lo prova nel suo volumededicato a Saint Martin affermano che leiniziazioni individuali di S. M. sono una realt.Nel suo legame di natura spirituale egli fututtavia condotto sempre da questa regola: iorimango fermo nella opinione che le donnedebbono essere in piccolo numero tra di noi esoprattutto scrupolosamente esaminate. E laragione? Amadou ce la pone in evidenza: Ladonna mi apparsa migliore delluomo, maluomo pi v ero di una donna.E il carosello di donne potrebbe cominciare se

    volessimo elencarle tutte.Presso Willermotz, con lassistenza di ClaudinaTeresa (e quella del Fratello), scrive Degli Errorie della Verit, presso de La Croix e presso la deLusignan scrive il Tableau Naturel, le due suemaggiori opere, allintenzione de la Bourbonscrive lEcce Homo. La signora de Boecklin loispira e provoca in lui quella rivoluzione filosoficache sorge dopo la conoscenza delle opere di

    Boehme ed il suo soggiorno a Strasburgo.Non possiamo soffermarci oltre. Saint Martinebbe dalle numerose donne che haspiritualmente conosciuto ed a cui si fraternamente legato tutto quellaiuto e quelleispirazioni che lo hanno formato maturato esostenuto in tutta la sua vita. Ne abbiamonominate alcune, le pi note, ad esse dovremmodedicare pagine e pagine intiere per rievocarle...

    non lo possiamo fare in questa brevecomunicazione. N forse potremmo mai farlo, mavorremmo che qualche nostra sorella dedicasse traendone sicuro giovamento molto tempoin queste ricerche s da avere dei profilifortemente rivelatori.Tra le amicizie di Saint Martin ricorderemo la piimportante, quella con la duchessa di Bourbon,sorella del duca di Chartres, Gran Maestra dellelogge femminili della Massoneria francese.Importante dal punto di vista del censo,

    importante perch qui forse Saint Martin non haricevuto nessuna ispirazione se non quella discrivere per la duchessa il volume ricordato in cuisi demitizzano chiaroveggenti, magnetizzatori edapparizioni astrali.Ricorderemo che anche laltro discepolo,Willermotz, fu per qualche tempo occupato conrivelazioni provenienti da un Agente Incognitotramite una donna, Maria Luisa de Monspeysignora di Valliere, Canonichessa del Capitolo diRemiremont. La chose evocata nelle operazioniaveva trovato un mezzo femminile permanifestazioni? Gli studi in corso ce lo dirannoperch troppo facilmente si possono trarre

    illazioni troppo affrettate e troppo partigiane.E dopo questo excursus il periodo intermediosino a Papus. Le trasmissioni avvengono da uomoa uomo, forse senza cerimonie, forse con unsimbolismo limitato, sempre con limposizionedelle mani.E la catena iniziatica di Chaboseau, passa per unadonna, senza di essa, nulla si sarebbe potuto pitrasmettere. Il suo nome Amelia de Boisse-

    Mortemart.Il ricordo di questa donna viene da una letteraindirizzata da Jean Chaboseau, figlio di Augustin,a Papus. Poich essa il solo documento innostro possesso, la traduciamo.Mio padre aveva solo 18 anni ed era solo aParigi, mio nonno in quellepoca era diguarnigione a Tarbes, poi a Mans. Mio padreaveva qualche indirizzo di corrispondenti della

    famiglia, tra questi quello di una anziana signoramorta tra il 1928 ed il 1938. Non ho potutosapere la data esatta dal suo nipote Jean perch letteralmente terrorizzato quando gli si parladella nonna come avente degli interessi al di fuoridel catechismo o della iniziazione di Cristo(questo nipote un religioso).Va dunque a trovare questa signora e, musicistacoltivato, amava trascorrere i gioved sera pressodi lei. Questa signora si mise in testa dicompletare la cultura del giovane che per i suoi

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    gusti trovava troppo universitario. Gli fecescoprire per esempio Balzac... e gli fece aprire gliocchi su alcuni filosofi che mio padre teneva indisparte, sino a che poco a poco lo condusse aconoscere gli illuminati ed i teosofi della finedel XVII e dei primi del XIX secolo, in particolareBallanche. Naturalmente gli lesse molti testi diLouis Claude de Saint Martin. Tutto ci lo hosentito raccontare spesso da mio padre, ed inmodo particolare lo narr per esteso in unariunione Martinista presso Canudo, riunioneprotrattasi molto tardi perch gli ascoltatoririmasero incantati dai ricordi evocati a mezzavoce in quella atmosfera che tu puoi conoscere e

    rivivere.Un giorno Amelia disse a questuomo cheesisteva qualche cosa, una tradizione si eraperpetuata individualmente, segretamente oquanto meno discretamente. Successivamentegliene parl con precisione e lo ricevette nellacatena dei Superiori Incogniti.Il seguito lo conosci, mio padre studiavamedicina, parallelamente allinduismo. Fu

    allospedale parigino della Carit che conobbePapus....Questa iniziazione di estrema importanzaperch come tutti sapete fu dallincontro traChaboseau e Papus che nasce il Martinismocontemporaneo formato dapprima dai soli ricordidi questi due iniziati. Ed una donna, per mezzodi una femmina, che una tra le pi segrete e lepi antiche iniziazioni venne trasmessa e il che

    importantissimo conservata. A questa donnaoggi intitolata una delle pi fiorenti loggemartiniste.Non aggiunger altro, n altri nomi seguiranno aquesto elenco, bene infatti che se le memorievengano trasmesse, le donne che lavorano oggitra di noi e quelle che hanno lavoratorecentemente siano ricordate da chi ci seguir...ma questi pochi, pochissimi nomi, queste pochefigure che ho evocato per voi tutti sono il simbolodi quante tra le file del Martinismo e delle societ

    esoteriche, fianco a fianco con gli uominisorreggendoli, stimolandoli, ispirandoli... hannocontribuito a perpetuare i nostri segreti, i segretidelluomo e della donna reintegrati oriconciliati. A loro tutte vada quindi il nostrosaluto ed il nostro omaggio riconoscente.

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    Convivium Gnostico Martinista Lavori Filosofici

    Il Mito di AdeAspasia V.M.A C:::G:::M:::

    Ade uno dei miti pi misteriosi ed interessanti.

    Era il figlio pi giovane dei tre figli maschi nati daCrono e Rea, al quale nella spartizione del potereera stato assegnato lAde, gli inferi.

    A lui era stato assegnato il regno sotterraneo delbuio e delle ombre. Egli il fratello invisibile chedeve allontanarsi dalla famiglia olimpica ma cheproprio per questo acquisisce la capacit dipercepirla a livelli pi profondi.

    Ade lasciava molto raramente il luogo che gli erastato assegnato se non per eseguire gli ordini di

    Zeus o per soddisfare le sue necessit sessuali.

    Probabilmente avrebbe preferito ricevere comesegno di potere il cielo e la terra affidati invece alfratello Zeus, oppure il dominio degli oceani comeera capitato allaltro suo fratello Poseidone, o lafolgore ed il tridente che rendevano ben visibili isegni di potenza. Ha dovuto invece accontentarsidi ricevere la MASCHERA di pelle di cane che era ilsimbolo degli inferi.

    La MASCHERA per gli donava linvisibilit,attraverso la quale poteva esercitare il potere dispogliarsi della propria identit per assumernediverse altre, cos numerose che forse a conti fattinon ne aveva nessuna.

    Il vantaggio di indossare di volta in volta unamaschera diversa gli forniva il vantaggio direndersi invisibile e di trasgredire alle regolepoich era consapevole che sarebbe rimastoimpunito.

    Ade conosce due grandi limiti: quello del tempoimposto dal padre Crono e quello dello spazioespresso simbolicamente dalla madre terra Rea.

    Essendo per figlio di questi limiti osatrascenderli soprattutto per quanto riguardaluogo in cui era stato relegato.

    A differenza dei fratelli che esercitavano pienopotere sulla materia visibile per Ade vi erasolamente il regno dei morti che era invisibile edinaccessibile ai vivi, egli pertanto dominava sullamateria oscura e nascosta.

    A lui stato assegnato il compito di prendersicura di ci che viene represso ed occultato sia daparte del singolo individuo che nellambito dellafamiglia. Ade deve prendersi cura dei segreti,delle vergogne, delle pulsioni oscure, delleemozioni negative, dei rimpianti e delle fratturedei legami, diventando in tal modo il custode ditutti quegli aspetti che non vengono mai rivelati enominati ma che compongono linsieme delle

    costellazioni ereditarie famigliari e dei modelli di

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    comportamento che saranno assunti prima o poidalle generazioni future.

    Mentre ai fratelli Giove e Poseidone venivanodedicati templi di culto, statue e citt, a lui nonveniva riservato nulla di tutto questo poich la

    paura che gli umani nutrivano nei suoi confrontiera tale che a malapena pronunciavano il suonome.

    Il suo regno diventer completo soltanto quandoegli avr conquistato la sua Regina Persefone, ladea della rigenerazione mentre lui continuer arappresentare linvevitabilit della morte.

    Ade non era di carattere tenero, non ammettevadi essere offeso ed oltraggiato. Seppure amatodai genitori era un dio vendicativo, il suo cuoreera duro nonostante il fatto che la madre Reaquando si accorse che era innamorato prepara aPersefone la trappola di un bellissimo narciso chespicca tra giacinti, violette ed iris.

    Era amato anche dai fratelli come dimostra ilfatto che Zeus gli presta aiuto quando egli vienea trovarsi in disaccordo con Demetra che era suasorella e sua segreta sposa.

    Essendo lultimo figlio nato egli prova unmorboso attaccamento per la madre Rea. Il suoregno fatto di materia oscura come lo lamateria dellinconscio, collocato nelle profondeviscere della terra, a differenza di altri dei chegovernano la terra ovvero ci che materia

    chiara e visibile, come chiaro ci che diventaconscio.

    Ade ama disperatamente la terra perch nonpoteva averla e, per colmare questo stato diprivazione, periodicamente usciva in superficieper vendicarsi e portare sconvolgimentonellordine cosmico costituito.

    Ade fa parte anchegli della creazione. Il suocompito quello di destrutturare la materia e

    poich non pu farla sparire devenecessariamente farla riapparire sotto altraforma trasformandola ad esempio in ombre.Tuttavia questa trasformazione richiede laiuto diun essere vivente, di una regina in modo da poterintrecciare la vita con la morte per dimostrareche la morte non la fine ma un passaggio ad unadiversa dimensione dotata anchessa di una suarealt. Persefone, rapita da Ade e fatta sua sposa,vivr questa esperienza di alternanza di vita e dimorte, di discesa e risalita dagli inferi sulla terra,subendo ogni volta inevitabili trasformazioni nelleforme fisiche e nella coscienza.

    Il rapimento di Persefone un atto tragico etraumatico: la fanciulla viene trascinata via dallaterra dai cavalli neri di Ade, la luce scompare,viene sospinta nel vuoto e nella morte, i suoiocchi non vedono pi la vita e in quellattimodiventa consapevole che la morte ineluttabileed il confine tra le due realt molto sottile, nonvi scampo ed infine accetta quella nuovacondizione che una volta esperita poteva ancheessere considerata un traguardo ed uno stato dinecessit da raggiungere.

    Persefone stata rapita da Ade, il Guardianodella Soglia, il dio la cui essenza la morte e laresurrezione e con il quale deve condividere seimesi allanno, met del suo tempo.

    Ade la sentinella delle tenebre e si pu dire cherappresenta degnamente linconscio collettivo

    ovvero quello strato pi profondo della psicheche come dice C.G.Jung non di naturaindividuale, ma universale e cio, al contrariodella psiche personale, ha contenuti ecomportamenti che (cum grano salis) sono glistessi dappertutto e per tutti gli individui (da Gli

    archetipi e linconscio collettivo Volume 9* -pag.3 Edizione economica Bollati Boringhieri).

    Linconscio collettivo innato in ciascun individuoe agisce senza posa. In soggetti fragili la sua

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    influenza pu portare a situazioni psichichepericolose qualora dovesse prevalere la sua forzadistruttrice. Nel contempo pu essere un validoalleato per chi intraprende un profondo lavorointeriore.

    Se si affrontano le zone oscure e le si fannomorire, possibile avviare un processo ditrasformazione, rinascita e identificazione,realizzando una conoscenza pi profonda di s.Con grande sforzo ed impegno si possonointravvedere i contorni della ricostruzione dellapropria identit, della rettificazione e delrisanamento. Ma anche il modo di scoprire ipropri segreti poteri.

    Ade richiama lo Scorpione e lAquila, il basso elalto , che coesistono in ogni essere il quale puanche scivolare nello sdoppiamento come accadenel racconto del dottor Jekyll e mister Hyde.

    La rimozione degli aspetti mostruosi della propriapsiche, e i mostri possono essere anche i desideri,pu provocare un irrimediabile conflitto tra il

    bene ed il male che pu condurreallautodistruzione.

    Pu invece succedere che il chiaro e lo scuro siintegrano e fanno emergere le grandi potenzialite i propri tesori. Lemersione delle parti inconsciepermette un ampliamento della coscienza ed unamaggiore comprensione del senso della propriaesistenza.

    Ade indossa la maschera di pelle che gli consentedi captare meglio le forze pi segrete dellaNatura. Attraverso la maschera perde la propriaidentit per assumere quella del Dio cherappresenta.

    Il glifo con il quale viene raffigurato Ade costituito da una croce il cui asse verticale si

    dirama in alto con due archi e in basso con uncerchio. Se si capovolge questo glifo si ottiene la

    figura un omino stilizzato il che fa intendere cheAde nutre molto interesse per gli esseri umani.

    Ade esprime il rapporto con il potere ed ilcontrollo, lambizione, il desiderio sessuale, lacapacit di trasformarsi interiormente

    abbandonando vecchie abitudini, vecchi modelli,rappresenta le pulsioni pi profonde ed oscurelegate alle proprie paure.

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    Convivium Gnostico Martinista Opera e Rito

    Rituale Giornaliero: I Salmi

    Benedetta

    Loggia Louis Claude de Saint-Martin (Piemonte)

    I Salmi che noi recitiamo all'interno della RitualiaGiornaliera tracciano e definiscono il nostro perimetromagico-operativo all'interno della tradizione Cristianae ci permettono di attingere al quel preziosopatrimonio simbolico, filosofico, spirituale, energeticoche per molti secoli in essa confluito.

    Nei nostri Salmi riconosco una forte valenza operativaunificante, individuale e collettiva, orizzontale everticale.

    Unione con noi stessi. Sul piano individuale, una voltaaperto lo spazio sacro con le 3 croci cabalistiche, ciimmergiamo nella parte pi profonda della nostrainteriorit, qui che ritroviamo quello stato dicoscienza in cui risuonano a "eco" le parole dei salmipi volte ripetute e cantate da innumerevoli voci findai tempi pi remoti, qui che risiede la memoriadella nostra vera natura, qui che inizia il risveglio diuna consapevolezza sempre maggiore, qui la portache ci conduce a piani pi sottili, ed qui cheoperiamo la nostra costante progressivatrasformazione.

    Unione con la Fratellanza. Sul piano collettivo i Salmici mettono in connessione con tutti i Fratelli e leSorelle che ogni giorno uniscono la propria voce aquella di tutti i Martinisti di ogni tempo e di ogniluogo. L'ingresso a questa eterna unione spirituale chenon ha limiti e non ha confini, ci stato donato ilgiorno della nostra Iniziazione. Questo legame vienerinnovato e riconfermato mensilmente, e va ricordatoe alimentato ogni giorno mediante il Rituale di Catena.Un cuor solo e un'anima sola, protesi verso il Padre.

    Unione Eggregorica. Il comune operare in unione diintenti, gesti, parole, fraterni sentimenti, va a nutrire ilnostro Eggregore, che a sua volta con la forza

    collettiva raccolta, ci sostiene e aiuta nel lungo edifficile cammino di purificazione, presa di coscienza eperfezionamento. Mi viene in mente l'immagine di unlago che in s raccoglie tanti piccoli rivoli, e riversa poiqueste acque sommate e moltiplicate in un grande epossente fiume nel quale ciascuno pu attingere

    secondo il suo bisogno e capacit di assorbimento.

    Unione con il Divino. Tutto il nostro lavoro ha comefine ultimo la Reintegrazione dell'uomo nell'uomo edell'uomo nel Divino. Tutto Uno, e Uno Tutto. Equesto tanto pi realizzabile quanto pi riusciamo aconcentrarci sugli insegnamenti e sulle leggi cheordinano e governano l'universo. Questo va fattoprogressivamente ed ininterrottamente, in ognimomento del giorno e della notte, finch riusciremo a

    sublimare la nostra volont al punto di perdere lanostra individualit per fonderci con l'AnimaUniversale, nel comune desiderio di divenire Uno conEssa. I salmi dicono appunto: "Sed in lege Dominivoluntas eius, et il lege eius meditabitur die ac nocte ".

    Come ci ricordano le prime parole dei Salmi ("eccequam bonum et quam iucundum habitare fratres inunum "), questo possibile soltanto se il nostrooperare caratterizzato dall'amore e dalla gioia. Il

    Rito Azione. Ma quando si fa qualcosa solo persenso di dovere, se ne sente il peso, la fatica e spessoci si limita a compiere nulla di pi dello strettonecessario richiesto, con risultati sterili. Invece,quando si ama ci che si fa, si ha a disposizione moltapi energia, e il nostro gioioso operare quindialimentato da molta pi forza vivificante e creatrice.

    La gioia e l'amore fraterno spontaneamente portanoal desiderio di condivisione ("narrabo nomen tuum

    fratribus meis "), non siamo soli, chi cerca la Sorgentecon sincero desiderio trova la Grazia del Padre e leSue benedizioni, e questo messaggio va portato acoloro che ancora non sanno di poter bussare, a tutti ifratelli (profani, con la "f" minuscola) che ancora nonsanno di essere Fratelli.

    Recitando i Salmi prendiamo consapevolezza del fattoche non dobbiamo cercare lodi o gratificazioni per noi,non il nostro ego che va coltivato, solo Dio che

    dobbiamo lodare. (" qui timetis Dominum laudateEUM, universum semen Christi grolificate EUM ",

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    "apud TE laus mea in ecclesia magna ", "et laudabuntDominum qui requirunt eum ") Egli infatti non negaaiuto e sostegno al giusto che Lo invoca, sarannosaziati (saturabuntur ) coloro che hanno fame diconoscenza, ed il loro cuore, sede dell'Amore cheprovano e che incarnano, vivr per sempre (" vivant

    corda eorum in seculum saeculi ").

    Il nostro operare deve essere puro, non fine a sestesso e nemmeno finalizzato al conseguimento dellagloria terrena, materiale. Pronunciando le parole " etin via peccatorum NON STETIT ", ricordiamo a noistessi che stiamo vivendo una esperienza umana,stiamo attraversando la via dei peccatori, ma su diessa non dobbiamo sostare, non dobbiamo lasciarcitrattenere qui dalle lusinghe del mondo o dalle

    istintuali passioni che provano ad avviluppare tutto etutti come una pestilenza.

    I Salmi ci dicono che operando e perseverandosaremo come un albero piantato lungo un corsod'acqua (l'albero della vita? sefirotico?) che nonappassir perch si disseta con l'acqua della Sorgente,e a suo tempo dar frutto.

    "Non sic impii, non sic " un bando, e le parole che

    seguono sono forti e chiare. Che gli empi sidisperdano come polvere al vento, che i peccatori nonsi mischino ai giusti. L'opera di ciascuno si rendamanifesta. Ciascuno tragga in misura in cui ha dato.Parole, azioni e intenzioni di ciascuno sarannogiudicate. La Luce guida il cammino di coloro che Lacercano ("quoniam novit dominus via iustorum "), mal'ignoranza ossia la via degli empi porter solo al non-essere, alla perdizione, alla morte (" iter impiorum

    peribit ").

    I Salmi si concludono con uno scambio di benedizioniuomo-->Dio-->uomo. La nostra preghiera si elevaverso il Cielo ("benedicite Dominum ") e poi neinvochiamo la ridiscesa ("benedicat te Dominus ").

    Questa duplice direzione verticale mi fa pensare allanecessit di spiritualizzare il corpo e nel contempocorporizzare lo spirito... i due si devono incontrare edarmonizzare nel centro: il cuore.

    Convivium Gnostico Martinista Docetica eStruttura

    Convivium Gnostico Martinista

    1. Chi siamo

    Il Convivium Gnostico Martinista una realtiniziatica, manifesta sul piano quaternario eoperativa, composta da uomini e donneautenticamente animati dal desiderio diriconoscersi in una visione tradizionale dellaricerca e del lavoro spirituale.

    E realt iniziatica, in quanto si accede agliinsegnamenti e agli strumenti che il Convivumpone a disposizione tramite una regolare etradizionale associazione.

    E realt manifesta sul piano quaternario, perchil Convivium dotato di strutture ed articolazioniterritoriali.

    E realt operativa, in quanto agli associati alConvivium richiesta una laboriosa OperaInteriore tramite strumenti formativi edinformativi.

    Quanto sopra evidenziato, risulta dal nostroassoluto convincimento che il martinismo sia unaforma aggregativa tradizionale: un perimetroenergetico ed iniziatico. Riteniamo che solamente

    l'aderenza di tale forma alla tradizione cristianapossa permettere di sviluppare dei lavoriindividuali e collettivi che abbiano sostanza direalt. Ecco quindi come il Convivium GnosticoMartinista trae la propria linfa vitale dalCristianesimo, attraverso le nostre radiciiniziatiche ed operative che si riconoscono: nelloGnosticismo Alessandrino, nella Cabala Cristiana,in Martinez de Pasqually, in Louis Claude de Saint

    Martin, e nell'Ordine Martinista del Papus.

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    Il Convivium Gnostico Martinista articolando alproprio interno la Fraternitas Gnostica Abraxas ela Sovrana Loggia Horus in grado di proporre aipropri associati un completo percorso diperfezionamento filosofico e spirituale, esviluppare una maggiore coesione eggregorica, inquanto tutto raccolto e niente dissipato.

    Per questi motivi, seppur nel rispetto delle altruiscelte, guardiamo con diffidenza la derivateosofica e relativista che sembra aver investitotante altre istituzioni iniziatiche, dando vita aduna serie di formali distinzioni basate pi supersonalismi che non su una reale distinzioneoperativa e docetica.

    2. Obiettivi

    La finalit che persegue il Convivium GnosticoMartinista quella della reintegrazione dell'uomonell'uomo e dell'uomo nel Divino Immanifesto,condizione necessaria che deve essere acquisitada ogni uomo e donna di Conoscenza, per potercompiere il ritorno alla Dimora Celeste. Il

    Convivium mette quindi a disposizione dei fratellie sorelle regolarmente e tradizionalmenteassociati un piano di studi e una formazionecostante sotto gli influssi spirituali della SantaGnosi, dei Maestri Passati, e l'assistenza deifratelli e sorelle esperti.

    E' intendimento del Convivium formare degliuomini di Conoscenza che siano filosofi, in quantopadroneggiano la scienza tradizionale, maghi, inquanto capaci di realizzare mutamenti interiori, esacerdoti, in quanto capaci di amministrare ilrapporto con il divino interiore.

    Per questo il percorso informativo, formativo egraduale.

    Suddiviso in cinque momenti di avanzamentoprogressivo:

    1. Associato Incognito (avente carattereoperativo prevalentemente, ma nonesclusivamente, cardiaco)

    2. Iniziato Incognito (avente carattere operativoprevalentemente, ma non esclusivamente,

    teurgico)

    3. Superiore Incognito (avente carattereoperativo prevalentemente, ma nonesclusivamente, sacerdotale)

    4. Superiore Iniziatore Incognito (il fratello o lasorella hanno la possibilit di associare almartinismo)

    3. Strumenti dell'Opera

    L'opera del Convivium Gnostico Martinista trovala propria identit e centralit nella formulapentagrammatica. E' attraverso il laboriosomistero di questa parola di potere che perseguito il lavoro di reintegrazione individualee collettiva. Tale Opera posta in essereattraverso i seguenti strumenti:

    1. Rituale Giornaliero Individuale.

    2. Rituale di Purificazione Mensile Individuale.

    3. Rituale di Loggia Collettivo (avente naturacomplementare all'opera proposta, che sostanzialmente individuale)

    4. Rituale Eucaristico Collettivo.

    5. I Quattro Rituali di Plenilunio.

    6. Rituale Solstiziale. (in terzo e quarto grado)

    7. Rituale Equinoziale. (in terzo e quarto grado

    8. Pratica di meditazione a distanza

    I lavori sono modulati in virt del grado ricopertoe delle attitudini individuali, e hanno natura siacardiaca che teurgica, in quanto consideriamoogni tentativo di porre l'una innanzi all'altra

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    solamente una speculazione accademica priva disostanza e discernimento.

    4. Articolazione

    Il Convivium Gnostico Martinista retto da

    un Sovrano Reggente (Elenandro XI) che ha ilcompito di coordinare i lavori dei fratelli e dellesorelle, di promuovere la revisione periodica deirituali, di vigilare sul rispetto delle norme difratellanza e sulla coesione eggregorica. Egli ilprimo servitore di tutti i fratelli e le sorelle. Taleincarico a vita. Nello svolgimento della suafunzione viene coadiuvato da due VenerabiliMaestri Aggiunti (Aspasia ed Iperion), e dal

    collegio dei Terzi e dei Quarti il quale ha valenzaconsultiva e propositiva.

    I fratelli e le sorelle sono raccolti in Logge sotto laguida dei rispettivi Filosofi, o in gruppi guidati daun Fratello Maggiore . Il Filosofo non necessariamente un Superiore IncognitoIniziatore, ma deve avere in s i requisiti formali esostanziali di Fratello Maggiore che umilmente e

    pazientemente si pone al servizio degli altrifratelli. Il Fratello Maggiore dispone di un ritualedi lavoro collettivo, in modo che quei fratelli esorelle che non sono ancora inseriti all'interno diuna Loggia costituita, ma territorialmentecontigui, possono ritrovarsi a lavorarecollegialmente.

    Sono inoltre esistenti Logge affiliate al ConviviumGnostico Martinista, che accettano di utilizzaredurante i loro lavori collettivi il Pantacolo delConvivium; altres i loro membri accettano diincludere durante i loro lavori giornalieri ilPantacolo del Convivium e il Salmo dellaFratellanza del Convivium.

    5. Associazione al Convivium GnosticoMartinista

    Il Convivium Martinista non pone nessunaesclusione basata sul sesso o sulla razza, ma

    pretende che i suoi associati abbiano ricevuto unsigillo cristiano. In quanto riteniamo che questaforma di martinismo sia un rito diperfezionamento in ambito cristiano, e come talenecessita la presenza, nellassociato, di quelpatrimonio culturale, psicologico ed iniziaticoproprio del cristianesimo.

    Nessuna esclusione in base a requisiti formaliquali il sesso o la razza prevista per i gradisuperiori.

    E possibile accedere al Convivium GnosticoMartinista a seguito di una preventiva verifica deirequisiti formali e sostanziali del bussante, a cui

    seguir lesercizio in una pratica meditativapreparatoria allassociazione, che pu avvenire dauomo ad uomo oppure in loggia.

    E richiesto da parte degli associati un costantelavoro filosofico ed operativo, e quindi tendiamoa sconsigliare la semplice richiesta di informazionia coloro che non sono in grado di gestireminimamente la propria vita quotidiana.

    E' prevista una capitazione annuale di 50 euro cheandr a coprire le varie spese di segreteria e dimateriale cartaceo fornito, tale capitazione deveessere versata entro il mese di Gennaio di ognianno.

    6. Fraternitas Gnostica Abraxas

    Per quei fratelli e quelle sorelle che dimostrinouna volont di comprendere ed essere cosa unicacon la Santa Gnosi data la possibilit di essereaccolti nella Fraternitas Gnostica Abraxas, fratellanza gnostica cristiana di tradizionealessandrina. Si accede alla Fraternitas al terminedi un percorso di progressiva spoliazione, che siconclude con alcuni Voti Solenni che il fratello e lasorella prendono. Questi voti riguardano unaserie di impegni ed obblighi alimentari, morali e

    spirituali, con particolare riguardo all'adulterionei confronti dello Spirito.La docetica attraveso la

    http://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htm
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    quale si provveder a fornire gli adeguatistrumenti e l'arte di utilizzo degli stessi, non potrche articolarsi attraverso un recupero dei testignostici e del cristianesimo primitivo, che per laloro ricchezza simbolica ed operativa potrannosvolgere funzione sia formativa che informativa.Indichiamo ad esempio: La biblioteca di NagHammadi - Pistis Sophia - I Vangeli Apocrifi -Nuovo Testamento - Filocalia - la MisticaCristiana - Elementi di Teologia. Sar posta ladovuta attenzione allo studio della mitologiagreca, egizia, delle loro religioni, e dei cultimisterici che animavano il cuore occulto di questecorrenti magiche-operative. Onde evidenziare

    cos quella radice spirituale che anima questeforme. Il piano di studio e di lavoro sar in seguitodebitamente composto ed articolato, in modotale da pervenire ad una comprensioneintellettuale e psicologica dello spirito che haanimato gli antichi gnostici, e potere quindiutilizzare nel modo maggiormente opportunotutte le potenzialit del mito e del simbolo. IlSuperiore Incognito del Convivium Gnostico

    Martinista che ne faccia richiesta pu essereconsacrato a Sacerdote della Fraternitas, coscome al Sacerdote riconosciuto come SuperioreIncognito.

    7. Ecce Quam Bonum

    E' la rivista aperiodica del Convivium GnosticoMartinista, legata temi filosofici e storici delmartinismo e della docetica del ConviviumGnostico Martinista. Liberamente scaricabile daqueste pagine, aperta al contributo di tutti ifratelli e le sorelle del Convivium GnosticoMartinista cos come ai fratelli e le sorelle degliordini in fraterna comunione. (prosegui per larivista)

    Uno dei cardini del Convivium GnosticoMartinista rappresentato dalla divulgazione

    rivolta indifferentemente verso iniziati e profani,in modo da poter fornire riflessioni e materiale di

    studio ai primi, e qualche risposta attorno allaTradizione ai secondi. In una societ come quellamoderna dove la cattiva e parziale informazioneimperversa ovunque, i nostri contributi cercano disanare quella frattura che spesso si riscontra fraquanto posto nel perimetro iniziatico, e quanto posto al suo esterno. Seppur l'informazione nonpu sostituire la formazione, essa comunque unmomento necessario di lavoro filosofico.

    Possono inviare materiale alla rivista sia i fratelli ele sorelle del Convivium Gnostico Martinista, chedelle altre realt in comunione fraterna alseguente indirizzoemail: [email protected] .

    8. Fratellanza Martinista Italiana

    Il Convivium Gnostico Martinista aderisce allaFratellanza Martinista Italiana, associazione chenasce il 27 Settembre 2014 durante lo storicoConvento di Padova che ha vista lavorarearmoniosamente oltre 120 fratelli e sorelle di variOrdini operanti in Italia. La Fratellanza Martinista

    raccoglie ad oggi otto Ordini Martinisti, chehanno sottoscritto un comune protocollo, e vuolerappresentare una realt in grado di custodire edivulgare la tradizione del martinismo italico, e alcontempo di preservare quest'ultimo dal tristemercimonio di patenti che spesso pare essereambizione carnale di troppe giovani e menogiovani anime. La Fratellanza Martinista Italiana retta da una segreteria formata da quattro grandi

    maestri di cui uno il Sovrano Reggente delConvivium Gnostico Martinista, raccoglie alproprio interno una Loggia della GrandeMaestranza, e dispone di una propria rivistadivulgativa Il Trilume. L'adesione a tale strutturavuole da un lato dimostrare la non esistenza diimpedimenti legati a personalismi, e dall'altra ilriconoscimento del giusto processo formativo inambito martinista.

    http://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmmailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmmailto:[email protected]://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htm
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    Convivium Gnostico Martinsita/Opera e Rito

    Il Cordone

    Efesto

    Gruppo Gruppo Melchisedec (Taranto)

    Fascia dei suoi lombi sar la giustizia,

    cintura dei suoi fianchi, la fedelt

    (Is 11,5)

    Premessa

    Esiste una Tradizione che viene definitaUniversale e Perenne, due aggettivi che indicanochiaramente la sua esistenza in ogni luogo ed inogni tempo; cambiano quindi le manifestazioniesteriori ma non la sua essenza, che in quantotale stata percepita da uomini di ogni tempo edi ogni luogo. Scrivevo cos, pi di dieci anni fa,in quello che allora fu il mio primo tentativo dimettere per iscritto un po di pensieri e riflessioni.

    Da allora molto tempo passato e tante cosesono cambiate, ma riguardando indietro nonposso non notare una strada in un certo qualmodo segnata da alcune pietre miliari chetracciano un percorso a suo modo lineare ecoerente. Da allora ad oggi questa Via stata

    punteggiata da grandi e piccole epifanie,illuminazioni che g iungono a rendere manifesticoncetti e collegamenti tra argomentiapparentemente assai distanti tra loro.

    Nelle varie Arti in cui mi sono cimentato, uno dei

    princpi che ricorre pi spesso quello dellaeconomia: nella pratica nulla deve esseretroppo, o troppo poco, pena il fallimento certo.Logico corollario che nella applicazione di ogniArte o disciplina correttamente intesa, ognicomponente, gesto, strumento o accessorio perquanto apparentemente irrilevante ha la suaragione di essere, e se non la comprendiamo ildifetto solo nostro.

    Ennesima testimonianza di quanto sopra lhoavuta riflettendo sugli strumenti checaratterizzano il Martinismo, ovvero Maschera,Mantello e Cordone.1 Se non chiaro,quantomeno intuibile era il valore simbolico ed ilsignificato pratico dei primi due, ma il cordone misembrava messo li per fare numero, una sorta diparente povero che al massimo brillava della

    luce riflessa degli altri due Strumenti.

    Quanto mi sbagliassi comincio a comprenderlosolo ora, grazie ai preziosi spunti di riflessionesugli Strumenti dellArte che mi sono stati forniti,e le note che seguono sono cos un tentativo dimettere ordine su una serie di appunti, senzapretesa di completezza o esaustivit.

    Il celato e levidente

    Ne Il Piccolo Principe, Antoine de Saint -Exupryafferma che Lessenziale invisibile agli occhi,principio condivisibile in molti campi della umanaquotidianit, tanto che oggi come ieri le chiavidi lettura dellinsegnamento impartito sonotrasmesse da cuore a cuore dal Maestro

    allAllievo.

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    Una modalit di trasmissione individuale chepermetteva di scegliere e dosare tempi e modi,qualit e quantit di quanto trasmesso, facendodi ciascuno un unicum in base alle suecaratteristiche; Oggi, in tempi di social network eWikipedia, file pdf che girano il mondo in unattimo e intere biblioteche racchiudibilielettronicamente nello spazio di una mano, certemodalit appaiono sorpassate ed anacronistiche,mentre in realt conservano intatto, se nonaumentato, il loro valore.

    Come nel caso de La lettera rubata, raccontopoliziesco scritto da Edgar Allan Poe ed aventecome protagonista l'investigatore improvvisatoAuguste Dupin, capita spesso che si cerchi inreconditi anfratti e nascosti archivi ci che invece proprio davanti ai nostri occhi. Nella cercabisogna Volere, Potere, Osare e Tacere, e nonpaia eccessiva o fuori luogo la citazione, poichbasta una veloce ricerca per constatare comequeste qualit siano sempre richieste a Coloroche si incamminano su sentieri anche assai diversitra loro.

    Ecco insomma, che allinizio il Cordone chequotidianamente cingevo al fianco non misembrava altro che un utile accessorio per tenerein ordine lAlba che indossavo, sinch,lentamente, si fece sempre pi netta laconvinzione che dovesse esserci altro oltre allafunzione pratica che pure innegabile.

    Il primo indizio lho ricevuto quasi per caso graziealla etimologia delle parole: stato illuminantescoprire che per alcuni studiosi i termini Coronae Cordone pot rebbero avere una radicecomune, oltre che una evidente assonanzafonetica: cos come la Corona copre e protegge lazona intraciliare del terzo occhio, cos ilcordone fa per la zona addominale e del plessosolare.

    Un quasi scontato accostamento quello alcingolo indossato dai frati francescani, ma nonsolo. Nella messa cattolica tridentina, il sacerdotementre indossa il cingolo prima dellacelebrazione eucaristica, recita la seguentepreghiera: "Praecinge me, Domine, cingulopuritatis, et exstingue in lumbis meis humoremlibidinis; ut maneat in me virtus continentiae etcastitatis"3 e gi da questo si intende che il valoresimbolico del cordone tuttaltro che secondario.

    Al significato simbolico del cordone, che lega,trattiene, unisce e delimita il corpo fisico (e

    non solo) di chi lo indossa, si unisce quello deitre nodi che ne caratterizzano una estremit; senel caso del saio francescano stanno ad indicare ivoti di povert, castit e obbedienza, alMartinista questi nodi rappresentano altri voti,che non qui il caso di esplicitare.4

    Concludo rilevando come, nel CordoneMartinista, ricorra il numero 3: tre giri compie

    intorno alla vita di chi lo indossa, con tre nodi fermato, e tre nodi porta ad una estremit. Trevolte tre, una cifra dal noto valore simbolico intutte le sue declinazioni. Dictum sapienti satest.

    Forma e Funzione

    Spesso per comprendere meglio un argomentosconosciuto si cercano analogie con altri gi noti;

    nel mio caso limmagine del Cordone ha evocatoquella della cintura, nelle sue varie forme efunzioni. Gi il fatto che la zona del corpo umanosu cui la cintura si indossa venga chiamata vitapotrebbe non essere una mera coincidenza,ipotesi corroborata dalle citazioni che troviamonella Bibbia:

    Il Signore mi parl cos: Va a comprarti una

    cintura di lino e mettitela ai fianchi senzaimmergerla nellacqua. Io comprai la cintura

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    secondo il comando del Signore e me la misi aifianchi. Poi la parola del Signore mi fu rivolta unaseconda volta: Prendi la cintura c he haicomprato e che porti ai fianchi e va subito versolEufrate e nascondila nella fessura di una pietra.Io andai e la nascosi presso lEufrate, come miaveva comandato il Signore. Ora, dopo moltotempo, il Signore mi disse: Alzati, va allEufratee prendi di l la cintura che ti avevo comandato dinascondervi. Io andai verso lEufrate, cercai e

    presi la cintura dal luogo in cui lavevo nascosta;ed ecco, la cintura era marcita, non era pi buonaa nulla. Allora mi fu rivolta questa parola delSignore: Dice il Signore: In questo modo ridurr

    in marciume la grande gloria di Giuda e diGerusalemme. Questo popolo malvagio, cherifiuta di ascoltare le mie parole, che si comportasecondo la caparbiet del suo cuore e segue altridei per servirli e per adorarli, diventer comequesta cintura, che non pi buona a nulla.Poich, come questa cintura aderisce ai fianchi diun uomo, cos io volli che aderisse a me tutta lacasa di Israele e tutta la casa di Giuda perch

    fossero mio popolo, mia fama, mia lode e miagloria, ma non mi ascoltarono.

    (Dal libro del profeta Geremia, 13,1-11)

    Nella Bibbia, come in tutti i libri sapienziali, gliinsegnamenti sono spesso veicolati tramitesimboli ed allegorie; per il popolo di Israele la

    cintura era non solo un capo importantedellabbigliamento maschile e femminile, maanche un elemento fortemente simbolico. Lacintura era simbolo di giustizia, di fedelt, diverit e come tale la ritroviamo anche in altrecitazioni: Isaia, annunziando il Messia, dice chefascia dei suoi lombi sar la giustizia, cintura deisuoi fianchi, la fedelt (Is 11,5). Nel librodellEsodo, agli Ebrei che si preparano ad

    abbandonare lEgitto viene detto: Mangiatelo inquesta maniera: con i vostri fianchi cinti, con i

    vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone inmano; e mangiatelo in fretta: la Pasqua delSignore." (Esodo 10,11).

    La stessa importanza presente tanto nellAnticoTestamento che nei Vangeli e negli Atti degliapostoli, infatti Ges, parlando della fedelt, diceai discepoli: Siate pronti con la cintura ai fianchie le lucerne accese (Lc 12,35). E San Paoloraccomanda ai cristiani di Efeso State dunqueben fermi, cinti i fianchi con la verit, rivestiti conla corazza della giustizia (Ef. 6,14). E ancora, nelfamoso episodio della lavanda dei piedi che

    precede listituzione della eucarestia: "Ges,sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nellemani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, sialz da tavola, depose le vesti, prese unasciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poivers dellacqua nel catino e cominci a lavare ipiedi dei discepoli e ad asciugarli conlasciugamano di cui si era cinto" concludendocon una citazione dellApocalisse: E i sette angeli

    che recavano le sette piaghe uscirono dal tempio,vestiti di lino puro e risplendente, e col pettocinto di cinture d'oro.

    Come si vede da questi esempi quindi, tanto lacintura, quanto latto di cingersi i fianchi eratuttaltro che banale ma al contrario avevaprofonda importanza. In Egitto si faceva unparticolare nodo alla cintura delle defunte permetterle sotto la protezione di Iside (Libro deimorti, CLVI) mentre i funzionari governativicinesi portavano la cintura come simbolod'autorit, il pellegrino legava alla cintura la saccacon le provviste per il suo viaggio e la madre diuna sposa, subito prima delle nozze, fissava unacintura alla vita della figlia per inaugurare il suo"viaggio" coniugale, che aveva il suo inizio con ilreciproco scambio di cinture fra gli sposi5.

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    Presso i Romani la cintura rappresentava il gradosolenne della Milizia, e in generale indicava in chila indossava professione militare6 o equestre, poicavalleresca. La cintura quale supporto per larma

    bianca prima e da fuoco poi, anche nelle suediverse variazioni sul tema quali bandoliere egiberne, ancora oggi propria della divisa militaree per traslato della autorit civile (dalla fasciadel sindaco a quella degli ufficiali, ai collari chesostengono medaglie e onorificenze).

    Nel simboleggiare un ruolo, possiamo dire senza temere di esagerare troppo - che la Cintura

    identifica il Guerriero7 come la Corona identificail Re8. Entrambe inoltre delimitano lUomo, lunarispetto alla Terra e laltra rispetto al Cielo, nontanto con funzione separativa quanto comeindividuazione di un limite da rispettare e se delcaso superare.

    Infine, se la cintura/cordone ricca disuggerimenti simbolici, i nodi non sono da meno.

    A quanto gi detto nello specifico di quellipresenti sul Cordone Martinista, aggiungiamo ilvalore che veniva dato loro sin dalla notte deitempi; Lao Tze, nel V secolo a.C. consigliava: Gliuomini tornino ad annodare corde al posto dellascrittura" e tanti artisti da Leonardo da Vinci adAlbrecht Durer hanno inserito i nodi nelle loroopere. Ancora ricordiamo i nodi protagonisti dellamitologia, da quello di Gordio tranciato di netto

    da Alessandro magno al nodo di Iside, cheassicurava protezione in vita e nellaldil,terminando con il nodo Savoia, conosciutoanche come nodo damore e ben noto non soloa chi si occupi di araldica.

    Conclusioni

    Nelle Arti come negli Ordini tradizionali, ognigesto, sia pure allapparenza insignificante o

    banale, ha un suo proprio significato e

    importanza, sino a diventare magico. Nulla ditroppo e nulla pu essere trascurato.

    Oggi come ieri, indossare una cintura come

    annodare un cordone dovrebbe essere uno deitanti atti che ci permettono di riflettere su cosa,come e perch pratichiamo, sul significato e sullemotivazioni del nostro fare. Ne l passare daipanni profani a quelli della pratica rituale,stringere il cordone lultimo atto, il suggellareuna scelta, il sigillare il vaso affinch lOpera sicompia senza contaminazione, il punto di nonritorno raggiunto il quale deve nece ssariamente

    trasformarsi il modo di agire, pensare, muoverci eparlare.

    Evidentemente, non si tratta di vestire panni chenon ci appartengono; si tratta piuttosto diesperire la possibilit di ritrovare il contatto conuna fratellanza che esiste aldil del Tempo e delloSpazio, dal nome cangiante e dai principiimmutabili, in cui ci si riconosce lun laltro non

    attraverso patenti ed attestati di dubbiaautenticit ma grazie ad un sentimento che nonpu essere falsificato.

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    Convivium Gnostico Martinista /Opera e Rito

    La Maschera

    Uriel

    Loggia Abraxas (Toscana)

    La maschera un manufatto che ricoprendo ilviso o parte di esso, consente a chi la indossa dinascondere, alterare o dissimulare la propriaidentit e assumerne unaltra. Letimologia dellaparola maschera non conosciuta con certezza;molto probabilmente deriva dal latino personar, risuonare attraverso, e cos era chiamatala maschera indossata dagli attori nellantichit:dalla maschera si passerebbe al personaggio e dalpersonagg io alla persona con luscita di scena.

    I contesti in cui la maschera trova uso

    sono macroscopicamente due: quello rituale e lospettacolo. La distinzione determinante percapire la funzione di tutto lintorno: gesti,musiche, parole, abbigliamento, colori. Il contestopu essere anche ibrido, ad esempio unarappresentazione teatrale che mostra un ritualespirituale vero e proprio, o una festa popolare dipiazza, ove i mascherati sonocontemporaneamente protagonisti e fruitori; icontesti ibridi sono particolarmente interessantiper lantropologia culturale perch, a volte e

    senza saperlo, i popoli hanno conservato intattecerte cerimonie di carattere spiritualeperdendone le chiavi di lettura e proprio questaperdita ha consentito la preservazione delle gestacerimoniali.

    Larcheologia sostiene che gi in etpaleolitica, le maschere erano usate daglistregoni delle trib africane per accedere, conopportuni riti, al mondo invisibile e propiziare glispiriti benigni e allontanare quelli maligni. Gi inquesto atteggiamento ben visibile la necessitdello stregone-medium di dover nascondere per

    tutta la durata della comunicazione la propriaidentit e assumerne unaltra per poter entrare incontatto con il regno dellinvisibile. Labbandono,anche temporaneo, della propria identit, larinuncia, anche parziale, del proprio io gi benvisibile in questo genere di ritualit preistorica,cos come lesaltazione del ruolo a discapitodellindividualit.

    NellAfrica preistorica le mascheretrovavano una seconda funzionalit sociale nelculto degli antenati. Nel mondo moderno i bustiricordano uomini illustri morti e riproducono congrande precisione i connotati del viso; nellAfricapreistorica invece le maschere degli antenati nonriproducevano il viso del defunto, ma la suainteriorit: cera una sorta di fisiognomica, checambiava da trib a trib, secondo la quale gli

    aspetti del viso quali ad esempio il taglio degliocchi piuttosto che lapertura della bocca o laforma delle orecchie avevano una connotazionecon una qualche qualit morale del defunto.

    In entrambe le funzionalit, possibilescorgere un cambio di identit tra la persona cheindossa la maschera e il personaggio. Nel casodello stregone, egli ne deve imitare i movimenti,che sia questi una divinit, un animale o unospirito benigno o maligno. Ci vero anche

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    quando le maschere rappresentano spiriti diantenati, ove chi ne indossa una funge damedium tra il piano sensibile e quello spirituale.

    In Asia troviamo cerimonie religiose acarattere bucolico, funerario, esorcistico,medicamentale oppure morale ove le mascheretrovavano una funzione centrale. In particolaresullaspetto morale, certi riti celebravano lavittoria del bene sul male: la vittoria delBuddismo sulla religione animista sullHimalaya,le storie umoristico-morali dellisola di Bali, lemaschere cinesi a forma di drago con il loro

    significato di benevolenza e lunga vita. Da nontrascurare le maschere asiatiche a tre occhi, ove ilterzo occhio rappresentava lanima. Anche ilmateriale adoperato, pellame, legno, piume,pietre preziose, conchiglie e altro, aveva una suafunzione simbolica che sarebbe troppo lunga daanalizzare in questo lavoro. In Siberia, ove loSciamanesimo era molto radicato, ritroviamo lafigura mascherata che, similmente allo stregone

    africano, era un guaritore, un comunicatore conlaldil e anche un saggio. Lo sciamano, perentrare in trance, abbisognava di una serie disupporti musicali molto ritmati, travestimenti conpelli animali (e si potrebbe fare un parallelo con ilmantello martinista), maschere le cui fattezzericordano quelle degli spiriti da evocare; equando lo sciamano finalmente cadeva in trance,diventava un altro, si tramutava in altro, al fine diportare nel mondo dei vivi il potere donatoglidagli spiriti.

    Nelle Americhe centrali precolombiane, lemaschere espletavano la loro funzionespecialmente nei rituali a carattere religiosopoich davano poteri sovrannaturali ai sacerdotie agli stregoni che le indossavano. Solo dopoiniziarono a rappresentare aspetti del carattere

    umano. Pi a sud antiche civilt andineutilizzavano le maschere in danze popolari simili aquelle carnevalesche per evocare angeli e demoninonch spiriti di animali. In Brasile lapaleontologia riferisce di maschere risalenti asessanta mila anni fa; in America del nord, ledanze ritmate degli indiani, accompagnate datamburi e flauti di canna, favorivano lestasi dellostregone, mascherato e coperto di pellameanimale come lo sciamano asiatico, che entravain estasi e stabiliva un contatto con il GrandeSpirito, uno spazio trascendente detto ancheGrande Mistero che sta alla base di tuttoluniverso. Anche in Groenlandia la funzione della

    maschera quella di stabilire un ponte dicomunicazione con il trascendente, c on loltre, e caratteristica costante loperatore mascheratoobnubila la propria personalit, la propriaidentit, in funzione delloperazione magica, delruolo sovrannaturale che sta compiendo.

    Il Guenon, in Simboli della Scienza Sacra,

    d uninterpre tazione delle feste carnevalesche edelle mascherate: le maschere di carnevale sonovolutamente orride per evidenziare una sorta dimaterializzazione figurativa degli stati inferioridellessere. Questa apparente direzione contro -iniziatica spiegata dal Guenon in un contestotradizionale: proprio il carattere temporaneo diuna festa carnevalesca consente di canalizzaredallinterno verso lesterno gli aspetti demoniaci

    che albergano dentro per renderli cos inoffensivie innocui, una sorta di esorcizzazione del male.Tra laltro ognuno scegliendo la maschera che pinasconde la propria specifica individualit,inconsapevolmente tenta di far apparire agliocchi degli altri quello che egli porta realmentedentro e che quotidianamente deve dissimulare,nascondere, in qualche modo gestire. Ci chesembra contro-iniziatico, nella temporaneit della

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    festa carnevalesca, di fatto diventa esternazioneliberatoria delle qualit inferiori dellessere.

    La maschera nel teatro non va trascurata,

    poich al di l dellas petto puramente legatoallintrattenimento, vi sono significati assaiprofondi. Nel teatro greco, gli attori coprivano ilvolto con una maschera che raffigurava ilpersonaggio da interpretare; tale usanza derivavadai Misteri iniziatici in cui il ruolo della mascheraera un ruolo meramente esoterico: nascondere erivelare (nel senso di ri-velare), oltre che produrreeffetti di straniamento, ovverosia la

    deformazione dei ruoli delle persone edellambiente al fine di far percepire aglispettatori i fatti tra smutati in unaltra ottica.

    Per estensione, il termine maschera haanche un valore negativo: con lespressioneidiomatica mettere una maschera si intendono itermini fingere, dissimulare, apparirevolutamente diversi. Quindi metafora di falsaesteriorit, camuffamento, ipocrisia,moltiplicazione dellio. Questa accezione nonsorprenda, il linguaggio moderno tende spesso adalterare i significati delle parole adattandoli allavita pratica secolarizzata e strappandoli alla loroetimologia originale.

    Nel Martinismo la maschera il simbolodella spersonalizzazione, dellabbandono delproprio io, della propria identit. Mediante lamaschera la personalit mondana va in secondopiano, fino a scomparire. Il Martinista cos diventauno sconosciuto tra gli sconosciuti. Bisognamettere in secondo piano, fino a imparare a farscomparire del tutto, la competizione energivora

    che c tra gli uomini, con tutte le pochezze epiccolezze della vita materiale di ogni giorno. Il

    simbolismo della maschera evoca lesperie nza diessere in mezzo ad una moltitudine di gente chenon si conosce e a cui nulla viene chiesto, nullaessa pretende. Viene meno la logica del do utdes, anzi prende corpo una sorta disolamentoche invita a conoscere se stessi e dallaconoscenza di s poi progredire allessere sestessi. Sviluppando questo simbolismo, da questoisolamento il Martinista si pone davanti allapropria coscienza, diventa contemporaneamentegiudice e consigliere di se stesso. Tutto ci nonbasta: oltre alla consapevolezza di s, giocanoruoli fondamentali la meditazione e la volont. Lameditazione quale strumento di ascolto del s

    non mediato dalla ragione onde superare gliegoismi dellio, la volont affinch il sacrificiodella propria individualit diventi atto concreto difare il bene, e questo atto deve essere fatto dasconosciuto a beneficio di sconosciuti. Lamaschera e il mantello sono strumenti ermetici,strumenti di isolamento atti a proteggeredallinfluenza esterna la sua ricerca interiore;sono altres strumenti di libert che proteggono e

    rendono pi libero il pensiero e lopinione delMartinista che pu compiere cos la suatrasmutazione interiore.

    Da porre laccento sulla parola incognitoche aggettiva i gradi martinisti: AssociatoIncognito, Iniziato Incognito e SuperioreIncognito: Louis Claude de Saint Martin, detto IlFilosofo Incognito, era solito autodefinirsi tale

    proprio per abnegare la propria individualit infavore di una appartenenza a una dimensione pisistemica con il divino.

    La maschera sempre presente nellatornata martinista, si trova sul lato sinistrodellaltare; sotto di essa trova posto il mantello edavanti il cordone. Maschera, mantello e cordonesono tre simboli di protezione, tre gioiellifondamentali della tradizione martinista, erappresentano una sintesi simbolica di tutti gli

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    strumenti operativi necessari per vivere e operarein contrasto con i mille superflui strumenti eprotesi di cui ci dotiamo ogni giorno per agirenella vita materiale. Abbiamo visto sopra che lamaschera, nella sua estensione, un terminepolisemico e pu avere accezioni positive enegative; anche in seno al Martinismo, lamaschera tende a essere un simbolo incompreso,probabilmente per laccezione negativa che le dil linguaggio moderno descritto sopra. In realt,essa non nasconde la nostra vera natura, ma ciprotegge dagli sguardi profani e questo,isolandoci dai condizionamenti, consente discavare meglio le profondit dellio e conoscere la

    propria essenza di natura divina. Tenendo amente letimo della parola maschera, come sela persona, per vedersi nel profondo, perconoscere veramente la propria essenza, debbaguardarsi da una platea: lio che cerca di andareoltre, di essere oltre, e di guardare il sdallesterno, sintetizzabile nel divino Io Sono,sintesi estrema della consapevolezza diappartenere a un oltre. La maschera

    sicuramente uno dei simboli pi vicini alla viateurgica poich, annullando lindividualitprofana, fa diventare luomo mezzo e veicolo per

    la preghiera dinvocazione e di evocazione; ilmantello invece certamente pi vicino alla viacardiaca perch, proteggendo linternodallesterno, simboleggiando la non dispersionedel calore del cuore, fa andare nel mondo inmaniera incognita, trattiene le energie interiori e

    rende pi concentrati su se stessi, al fine di usareal meglio tali energie.

    La maschera indossata dai fratelli e dallesorelle nelle sole tornate di iniziazione; per chipratica anche i templi massonici, nascespontaneo il raffronto tra la maschera e ilcappuccio (detto anche buffa) indossato daimassoni durante la cerimonia di iniziazione. Il

    simbolismo non propriamente lo stesso, perquanto sia possibile fare qualche parallelismo;nella sua accezione pi semplice il cappuccionasconde lidentit dei masso ni al recipiendario,che dal momento della mezza luce fino alla pienaluce dellOriente, quando ancora per lultimavolta ha la facolt di rinunciare, non ha ancoramodo di conoscere chi sono i suoi potenzialifuturi fratelli. Il cappuccio dellEsperto Ter ribile,che il primo massone che il profano vedequando gli viene tolta la benda nel gabinetto diriflessione, ha il compito di incutere dellospavento, funzionale a dare una certa solennit efavorire una riflessione quanto pi seria e

    profonda possibile. Da tenere presente chedurante la cerimonia diniziazione massonica finoalla piena luce, profano e massoni non hanno maiil volto contemporaneamente scoperto: se ilrecipiendario bendato i fratelli sono senzacappuccio, se il recipiendario senza benda ifratelli sono incappucciati. Al di l di ovvieconsiderazioni di natura prudenziale circalidentit dei fratelli, questo gioco di nascondere

    e rivelare suggerisce un pi profondo simbolismodi conoscenza dellimmanifestato che si palesa sulpiano sensibile per essere catturato e fattoproprio. Forse solo questo lunico vero punto dicontatto tra la maschera martinista e il cappucciomassonico.

    In conclusione la maschera martinista ilsimbolo dellimmanifesto che si deve mascherareper essere ac cessibile alluomo. Infatti luomo,legato nella sua operativit al regno di Malkuth,non riesce a pensare senza categorie materiali espazio-temporali, e quindi per poter afferrare gliaspetti dellimmanifesto, ha necessit dirappresentarli con dei simboli (vere e propriemaschere di archetipi) affinch ricadano incategorie pi consone al piano umano. Girando lafrase, il piano sottile per essere visibile, per

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    stabilire un contatto con luomo, deve in qualchemodo ri-velarsi, ovverosia per palesarsi devemascherarsi in modo da avere sembianze menosottili, anche se naturalmente non propriamentesensibili, diciamo per intendersi perlomenointuibili per via non-razionale.

    Convivium Gnostico Martinista Studi Filosofici

    Iniziazione senza Iniziati

    Ermes

    Loggia Abraxas (Toscana)

    Uno degli effetti dello spirito dei tempi quello diprivilegiare la forma alla sostanza o viceversa,come se fossero mondi incompatibili senzarendersi conto che forma e sostanza devonointeragire, perfezionando ogni cosa.

    La regola aurea del pensiero contemporaneoprofano invece sembra essere Fare per fareperch tanto va bene lo stesso; e ha avuto tantosuccesso da essere riuscita a sfondare anche leporte dei templi massonici. E vuoti slogan sisprecano in ogni occasione sostituendo concettibasilari.

    Termini altisonanti come Massoneria Universalevengono regolarmente negati reciprocamentedalle varie Obbedienze che finiscono perchiamarsi tra loro cugini invece di Fratelli,impedendo gli uni agli altri la frequentazione deilavori di loggia, a volte anche nella stessaobbedienza. E pi sono grandi le organizzazionimassoniche e pi ristretti e rigidi sono i lorodogmi.

    Ma una nuova tendenza sta recuperando ladignit perduta e logge speculative pi aperte eoperativamente pi libere si stannoconfederando per salvare la Tradizione di unpensiero alto che non confonde n l'ermeneuticamassonica con un comodo relativismo, n laconsapevolezza dei nostri limiti con l'uomo deldubbio tanto di moda tra i massoni che devonofingere un'umilt che non gli appartiene.

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    Dopo un nutrito percorso iniziatico come Liberomuratore, che mi ha condotto fino al XXX gradodel RSSA, mi sono guardato intorno e mi sonosentito solo.

    Fino ad allora mi ero guardato dentro, secondo

    l'insegnamento dell'acronimo VITRIOL di origineermetica.

    Ho cos intrapreso anche la via martinista suconsiglio di un fratello massone, proprio perriprendere un percorso nuovo e pi completoripartendo da zero.

    Infatti, nella sua origine, il martinismo nasceproprio in questo modo: come via per unaconoscenza diversa da quella massonica proprioper volont di massoni.

    E non massoni qualunque. Filosofi. E non filosofiqualunque.

    E' lapalissiano che se la massoneria avesse gi ins un percorso di questo tipo non avrebberosentito la necessit di attivarne un altro.

    Massoneria e Martinismo, proprio per le comuniorigini, si devono rispetto reciproco, ma, come mifu consigliato decenni fa da un Fratello saggioproprio il giorno della mia iniziazione massonica,non ho mai confuso le istituzioni con gli uomini egli uomini con le istituzioni.

    E infatti anche all'interno delle scuole iniziatichesi continuano a voler creare griglie culturali nellequali mettere, non ci che , ma quello chepensiamo che sia secondo le nostre convinzioni.

    Quindi convinzioni e proiezioni delle ideepartorite dalle nostre menti.

    Ma non proprio la rinunzia alle convinzioni acostituire uno degli obbiettivi fondanti delpercorso massonico, per mantenere da uominiliberi e la mente aperta?

    Si entra quindi come uomini liberi (o nati liberi)da profani e dopo l'iniziazione non lo siamo pi?La nostra mente inizialmente aperta con unsecondo inizio si chiude?

    Personalit eminenti come Martines de Pasqually(1727 1774), Jean Baptiste Willermoz (1730 1824) iniziato alla massoneria nel 1753 e LouisClaude de Saint-Martine (1743-1803), tuttimassoni impegnati, intellettuali e filosofi, hannocreato vie iniziatiche e logge di varioorientamento proprio al fine di completare ogniesigenza a livello spirituale, nelle quali una stradanon era migliore dell'altra, ma tutte vie diperfezionamento per individui con diversepotenzialit e necessit spirituali.

    Mi domando allora come sia possibile in un epocacome la nostra, dove comprare un libro semplice e comunicare sempre pi facile,informarsi improvvisamente diventa superfluo e,

    soprattutto, nel riflesso di uno spirito dei tempiche spegne le coscienze , sentire di continuocritiche e fesserie insopportabili come quella lettasu un post di un social network, nel quale uniniziato massone affermava l'inconsistenzaculturale e spirituale del Martinismo sostenendoche fosse nato dalla volont di Papus (1865 1916) senza rendersi minimamente conto n dichi realmente fosse Papus, n della cronologiadelle date, che volutamente ho riportato atestimonianza di una genesi culturale profonda.

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    Se avesse prodotto un pensiero meno infarcito dipregiudizi avrebbe capito che le tesi di Papus sibasano su insegnamenti elaborati ben 100 anniprima della sua nascita, a loro volta elaborazionidi pensieri antichi e profondi che hanno sempreguardato all'uomo e al suo percorso mistico.

    Al contrario quindi, la massoneria di oggi, vistadal suo interno troppo spesso comeun'organizzazione anticlericale, atea e agnostica,creando in questo modo un presuppostostravagante.

    Eppure la libera muratoria si d un ordinamentosolo nel 1717 e, per mano di un prete protestante

    J. Anderson, una costituzione 5 anni dopo,attingendo tutta la sua simbologia da emblemiper la maggior parte cristiani, come la presenzasull'ara dell'Antico Testamento aperto alla paginadel Vangelo di Giovanni, del quale, in alcuneLogge, vengono letti i primi tre versi (Cap.1-1) chefanno riferimento al Verbo, comunementeinterpretato in teologia col Cristo, mentresarebbe pi pertinente leggere la parte che,