ECCE HOMO - Catalogo Mostra Personale di Carlo Toffalini a cura di Chiara Milesi e Edoardo...

48
1

Transcript of ECCE HOMO - Catalogo Mostra Personale di Carlo Toffalini a cura di Chiara Milesi e Edoardo...

  • 1

  • 2

  • Carlo Toffalini

    Ecce Homo

    A Sonja, colei che mi aiuta a vivere

    3

  • Mostra e catalogo a cura di: Chiara Milesi Edoardo Maffeo Intervento critico o a cura di: Marco Beretta

    4

  • Ho voluto dipingere Cristo senza croce e tanti uomini e donne con croci vuote per rammentare, innanzitutto a me stesso, come un giovane rabbi ebraico vissuto duemila anni fa, arrestato e condannato a morte da un oscuro funzionario romano di nome Ponzio Pilato, abbia cambiato lesistenza umana. Non lha cambiata eliminando la croce, non sopprimendo la sofferenza e trasformando il mondo e la societ in un giardino di rose e fiori. Gli ha lasciato tutta la sua durezza e la croce, ma con il messaggio della resurrezione ha in pienezza recuperato lumanit al valore della Speranza. Ecce Homo!

    Carlo Toffalini

    5

  • I crocifissi e le croci di Carlo Toffalini La croce in quanto segno grafico e simbolo si rintraccia in quasi tutte le culture, fin dalle pi remote. Per questo malgrado lappropriazione pur legittima e storicamente fondata da parte del cristianesimo possiamo considerarla un simbolo universale. Non a caso Ren Gunon si spinse ad affermare che se Cristo morto sulla croce, proprio per il valore simbolico che la croce ha in se stessa e che le sempre stato riconosciuto in tutte le tradizioni; ed perci che, senza affatto sminuirne il significato storico, si pu considerarla come semplicemente derivata da questo stesso valore simbolico1. E non a caso, aggiungiamo, larte ha fatto della croce un segno carico di valenze espressive oltre che simboliche e iconiche, indagandola nei secoli venuti dopo la morte di Cristo, con consapevolezza propriamente artistica, estetica prima che con senso del sacro. Del resto, sacro e profano si uniscono nella croce restituendocene il portato umano e divino al tempo stesso. Gunon si sofferma in particolare sulla concezione metafisica della croce collegata al concetto di Uomo universale; secondo lesoterismo islamico e linduismo essa rappresenterebbe la totalit dellessere, la disposizione armonica tesa orizzontalmente e verticalmente, secondo i sensi dellampiezza e dellesaltazione: ampiezza dellindividualit e gerarchia degli stati dellessere. Non volendo per essere questa la sede per una trattazione del portato simbolico della croce, conviene soffermarci sulle modalit espressive adottate da Toffalini in questa serie di opere, allusivamente radunate ed esposte sotto il titolo di Ecce Homo. Ecco lUomo, oppure ecco che cos precisamente e profondamente la dimensione umana del dolore e della disperazione, del male a cui Dio apparentemente non pone rimedio, non potendo o non volendo farlo, sollevando cos il sospetto di unassurdit di Dio stesso almeno secondo unermeneutica sbrigativa. Nella sua indagine pittorica Toffalini sembra prendere le mosse da una considerazione preliminare e necessaria sul senso del crocifisso, vale a dire quel sublime gesto divino come lo definisce Sergio Givone che consiste nel prendere il male su di s [] anzich respingerlo e annientarlo, come accadrebbe se Dio portasse al niente quel niente che il male 2. Perch se il male venisse annientato, anche il bene perderebbe la sua ragion dessere, non sarebbe altro che un dato inerte, e non pi una vittoria sul male. Il male dunque come presupposto del bene, come dato consustanziale al bene. quanto vediamo nel vir dolorum che Toffalini tratteggia con poche pennellate decise, dense, rapide, stagliando sul fondo scuro la forma di un essere umano che non in croce ma ha in s la croce, che esprime con il suo stesso corpo la forma e il senso della croce, del male, della lacerazione. Mentre ci si allontana dai crocifissi rinascimentali basti pensare alle tre celeberrime crocifissioni lignee fiorentine di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo3 e si lascia da parte ogni resa realistica dellanatomia, non sembrer fuorviante porre in parallelo questi crocifissi di Toffalini con quelli medievali dominati da geometrie austere, primitive nella loro scabra essenzialit,in cui prevale lostensione di un simbolo pi che di un corpo, di un evento drammatico pi

    6

  • che di un sentimento di compassione. Per via di questa essenzialit espressiva il passo verso il contemporaneo molto pi breve dal Medioevo che dal Rinascimento. Basti pensare (come in effetti inducono i crocifissi di Toffalini) alle torsioni e agli spasmi carnali di certe figure di Francis Bacon, in primis al suo Trittico della Crocifissione del 19654 (realizzato pochi anni dopo il grande trittico con gli Studi per una crocifissione). L'arte europea ebbe a dichiarare Bacon conta un tale numero di grandi raffigurazioni della crocifissione che essa costituisce una magnifica armatura su cui innestare ogni tipo di sentimento e di sensazione. Pu sembrare curioso che una persona non religiosa adotti il tema della crocifissione, ma non credo che qui la religione c'entri [...]. Finora non ho trovato un soggetto altrettanto valido per abbracciare certi campi del sentimento e del comportamento umani. Come Bacon replicava la modalit antica del trittico, cos Toffalini non esita a moltiplicare il motivo del crocifisso dando vita a un originale polittico composto da cinque crocifissi, collocandolo strategicamente allinizio del percorso espositivo. Quali elementi compositivi emergono con maggior risalto da queste opere? Prima di tutto la luce che nei corpi martoriati e che da questi promana, e che crea un forte contrasto con loscurit dilagante. Per la loro intensa luminosit questi crocifissi squarciano le tenebre in cui sono immersi, facendo vibrare quellaere bruno (il silenzio? il vuoto della fine dei giorni?) che li circonda. Queste membra stirate e tese, compresse e senza pi quasi carne e sangue, si offrono nude allo sguardo, gi oltre il dramma di un Dio fatto uomo che si immola per indicare una risposta al male del mondo. Per il Dostoevskij de I fratelli Karamazov la croce lunico punto di luce nelle tenebre in cui lumanit immersa, lo in quanto ci parla del problema del male esaltando al tempo stesso il perdono e la redenzione. Redenzione, perdono e speranza fanno del vir dolorum il vir gloriae che molti ancora oggi invocano e pregano, dopo pi di duemila anni dal dramma del Golgota. in virt di queste propriet taumaturgiche che il crocifisso di Toffalini trova compimento nelle innumerevoli croci sparpagliate con dovizia sulla Terra, consustanziali allumanit. Ancora una volta il dolore e la speranza, il male e il bene che si giustificano vicendevolmente. Da qui la serie parallela di opere in cui la tensione figurativa si esprime in scene di afflizione, solitudine, angoscia, meschinit, vanit come a dire che dove si palesa il male, l si intuisce la presenza viva della croce, testimonianza simbolica del dolore delluomo, eppure simbolo di speranza e di misericordia.

    Marco Beretta Note 1. Ren Guenon, Il simbolismo della croce, 1931 (edizione italiana: Adelphi, Milano 2012; trad. di Pietro Nutrizio). 2. Sergio Givone, Il male e la croce, in Mysterium Crucis, Mandragora, Firenze 2013. 3. Donato di Niccol di Betto Bardi, detto Donatello, Crocifisso, 1406-1408 ca., Basilica di Santa Croce, Firenze. Filippo Brunelleschi, Crocifisso, 1410-1415 ca., Basilica di Santa Maria Novella, Firenze. Michelangelo Buonarroti, Crocifisso, 1493 ca., Basilica di Santo Spirito, Firenze. 4. Francis Bacon, Trittico della Crocifissione, 1965, olio su tela, Pinakothek der Moderne, Monaco di Baviera.

    7

  • E Pilato disse loro: Ecco l'uomo!. (Giovanni 19, 5)

    8

  • Tecnica mista su tavola, 30 x 40 cm, 2013

    9

  • Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

    (Matteo 27, 16-24)

    10

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    11

  • Hanno venduto il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali; essi che calpestano come la polvere della terra la testa dei poveri e fanno deviare il cammino dei miseri.

    (Amos 2, 6-7)

    12

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    13

  • Non molesterai il forestiero n lo opprimerai, perch voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto.

    (Esodo 22, 20)

    14

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    15

  • Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perch saranno saziati.

    (Matteo 5, 1-12)

    16

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    17

  • Le acque si innalzarono sempre pi sopra la terra e coprirono tutti i monti pi alti che sono sotto tutto il cielo.

    (Genesi 17, 19-21)

    18

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    19

  • Caino disse al fratello Abele: Andiamo in campagna!. Mentre erano in campagna, Caino alz la mano contro il fratello Abele e lo uccise.

    (Genesi 4, 8)

    20

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    21

  • Verso le tre, Ges grid a gran voce: El, El, lem sabactni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?.

    (Matteo 27, 46)

    22

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    23

  • Sarai come chi si coricasse in mezzo al mare, come chi si coricasse in cima a un albero di nave. Dirai: mhanno picchiato e non mhanno fatto male; mi hanno percosso e non me ne sono accorto; quando mi sveglier? ...Torner a cercarne ancora.

    (Proverbi 23, 29-35)

    24

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    25

  • Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perch lo coltivasse e lo custodisse.

    (Genesi 2, 15)

    26

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    27

  • La sapienza grida per le vie, fa sentire la sua voce per le piazze

    (Proverbi 1, 20

    28

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    29

  • Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido. Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c tregua per me.

    (Salmo 21, 2-3)

    30

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    31

  • Guardatevi da un vano mormorare, preservate la lingua dalla maldicenza, perch neppure una parola segreta sar senza effetto, una bocca menzognera uccide l'anima.

    (Sapienza 1, 11)

    32

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    33

  • Eppure egli si caricato delle nostre sofferenze, si addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.

    (Isaia 53, 4-6)

    34

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    35

  • L'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

    (Romani 5, 3-4)

    36

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    37

  • Certamente il povero non sar dimenticato per sempre, n la speranza dei miseri rester delusa in eterno.

    (Salmo 9 A, 18)

    38

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    39

  • Diceva poi a tutti: Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua.

    (Luca 9, 23)

    40

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    41

  • Ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole ed ecco tutto vanit e un inseguire il vento.

    (Ecclesiaste 1, 14)

    42

  • Tecnica mista su tavola, 25 x 35 cm, 2013

    43

  • Crux, spes unica La croce pu essere considerata come segno dei segni poich, allincrocio delle due linee si identifica un punto, e uno soltanto, tanto astratto quanto definito. Lintero universo pu essere racchiuso in un punto che si manifesta, per, solo nellincontro tra le due linee. Partendo da questo presupposto facile comprendere perch la croce abbia da sempre rivestito un importantissimo ruolo nella simbologia umana, nelle pi diverse culture. Da sempre, inoltre, la croce ha simboleggiato la terra, non come pianeta, ma come tutto ci che si oppone alla trascendenza. Tendenzialmente si unisce il simbolo della croce alla cristianit poich la croce il punto focale della Passione di Cristo, lapice del supplizio a cui Pilato condann Ges. Le parole Ecce Homo sono proprio quelle che Pilato pronunci subito dopo la flagellazione del Cristo, mostrando ai Giudei il corpo di un uomo devastato dal dolore, umiliato e sanguinante; per i Giudei questo non bast e chiesero la crocifissione, quella che Cicerone definir il supplizio pi crudele e pi tetro. Nellantica Roma tale pratica era considerata talmente dura che non poteva esser comminata nemmeno al peggiore dei romani, ma solo a stranieri, sovversivi e schiavi. Per sviscerare il rapporto che lega la personale di Carlo Toffalini allopposizione alla trascendenza simboleggiata dalla croce, necessario ricordare come avveniva la crocifissione: dopo le pratiche pi antiche, che prevedevano il condannato a morte anche su pali posti a V rovesciata, il prigioniero trovava morte certa su strutture a croce latina, ossia con il palo verticale pi lungo di quello orizzontale. Il palo verticale era spesso gi piantato a terra, mentre quello orizzontale veniva legato sulle spalle del condannato per essere portato fino al luogo in cui avveniva lesecuzione. Nel momento in cui il condannato si trascina al luogo deputato alla sua morte, diventa esso stesso il palo verticale della propria croce: il dolore fisico, lumiliazione pubblica, la totale perdita di speranza, ma soprattutto di s stessi, diventano quindi tuttaltro che trascendenti, sono reali e legati al mondo terreno, il mondo degli uomini. Qui interviene la Fede, che identifica nella croce la salvezza eterna, come cantato nel Vexilla Regis ogni venerd santo, O Crux ave, spes unica (Ave o croce, unica speranza), la speranza di salvezza a cui ogni cristiano aspira. Con queste opere, Carlo Toffalini racconta i nuovi condannati alla croce, scatta immaginarie istantanee di vita in cui la sofferenza compagna fedele di unesistenza martoriata, ma che, anche nel momento pi cupo, trova la speranza di salvezza. La fede, a questo punto, non deve essere associata a credenze religiose, ma la forza interiore che convive con la croce, soffre per la croce, senza mai arrivare alla linea verticale, che far manifestare il preciso punto in cui giunger la morte.

    Chiara Milesi

    44

  • Il senso delle nostre croci A tutti, nel corso della vita, prima o poi toccato di portarne una. Per un tratto breve o uno pi lungo non importa, se pi leggera o pi gravosa nemmeno, perch non c metro in grado di misurarne la lunghezza o bilancia in grado di determinarne il peso. E quante volte, mentre arrancavamo nei giorni tristi, il nostro sguardo compassionevole si rivolto allimmagine dolente del Cristo straziato? La croce per non lha inventata Cristo. A lui, come a noi, lhanno messa sulle spalle e glielhan fatta portare fino al Calvario, dove lhanno crocifisso. Come ogni uomo non la voleva e nella notte del Getsmani prov persino a respingerla con una drammatica e ripetuta preghiera: Padre, se possibile, allontana da me questo calice (Luca 23, 34). Quella croce che getta sul mondo ombre di sofferenza e tristezza non viene dal Cristo; lo precede, preesistente, come ogni male che affligge la vita delluomo. Lesistenza umana unesperienza alla quale manca sempre qualcosa, non fosse altro che il suo senso e la ragione dei suoi perch, e unesistenza non finita come qualcosa di rotto; ci che manca fa soffrire. Da questo vuoto sembrano sgorgare gli innumerevoli ruscelli del male: la paura e la noia della vita con tutte le sue nevrosi, la durezza dei torti e delle ingiustizie subite, la devastazione dellinvecchiamento, le malattie e, intorno a noi, le angosce delle nazioni sconvolte dalle guerre, la malvagit diffusa, la condizione subumana di tanti popoli, il dissennato sfruttamento delle risorse. Certo, si pu reagire in modo un po stoico a questa visione, rammentando a se stessi che non tutto catastrofico nellesistenza umana: le nevrosi si possono vincere, linvecchiamento non necessariamente una disgrazia perch si pu invecchiare serenamente, la vita non inesorabilmente vuota e noiosa, perch nonostante sia dura ha pure le sue gioie, le ingiustizie e i torti subiti alla fine si pareggiano, dalle malattie si pu guarire, la tecnologia fa grandi progressi e, un po cinicamente, che le guerre ci sono sempre state e anche lafflizione dei deboli. questo lamaro e contradditorio quadro dellesistenza che da sempre luomo prova a correggere; cerca di farlo nel suo piccolo ed egoistico privato, ciascuno per s. Con maggiori ambizioni, ha cercato di farlo anche su scala universale, elaborando grandi dottrine dallilluminismo al socialismo, al pi recente consumismo sognando di riuscire a liberare dal male lesistenza di tutti gli uomini, trasformando la societ in umanit libera a pacificata. Ma stato sempre solo un sogno; i crocifissi dalla vita e dalla Storia sono sempre l, giorno dopo giorno, a trascinare il loro legno maledetto.

    Edoardo Maffeo

    45

  • 46

  • NOTA BIOGRAFICA Carlo Toffalini nasce a Mantova nel 1932. Si trasferisce a Vigevano da bambino, dove conclude gli studi. Negli anni Sessanta inizia il suo percorso artistico frequentando i pittori del gruppo "Il Sagittario", che esponevano presso una galleria situata dapprima in via F. Cavallotti, in seguito, nel 1978, trasferita in una nuova sede in Piazza Ducale. Nel 1982 un gruppo di artisti usciti dal sodalizio d vita all'Associazione artistica "II Centro" alla quale Toffalini aderisce. L'attivit del nuovo gruppo sar caratterizzata dalle mostre personali dei componenti e da collettive aperte ad altri pittori vigevanesi e non, con lo scopo di confrontarsi ed approfondire esperienze diverse. Nei primi anni Duemila Toffalini soggiorna a lungo negli Stati Uniti arricchendo la sua sensibilit cromatica e la libert espressiva. In questo periodo espone presso l'Universit di Ithaca (NY), a Boston e a Philadelfia. Esposizioni personali: 1978 - Galleria II Sagittario, Vigevano 1981 - Galleria II Sagittario, Vigevano 1984 - Galleria II Sagittario, Vigevano 1986 - Galleria dell'Antiquario, Vigevano 1987 - Casin di Sanremo, Sanremo 1988 - Galleria dell'Antiquario, Vigevano 1989 - Galleria Bolzani, Milano 1991 - Galleria Torelli, Pistoia 1991 - Galleria Torelli, Montecatini Terme 1992 - Galleria Canovaccio, Roma 1994 - Galleria Ducale, Vigevano 1997 - Galleria Ducale, Vigevano 1997 - Banca Popolare di Milano, Milano 1998 - Galleria De Arte EI Cantalejo, Marbella (Spagna) 1999 - Studio Avogadro (incisioni), Vigevano 2001 - Studio Avogadro, Vigevano 2007 - Sale delle Colonne, Corbetta 2009 - La Pianta, Corsico 2010 - Spazio Rocco Scotellaro, Vigevano 2011 - Spazio b (incisioni), Vigevano 2014 Spazio b, Vigevano Dal 1996 ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia. Unampia selezione delle sue opere esposta in permanenza presso CIVICO8galleria di Vigevano. Di lui hanno scritto la stampa specializzata (rivista Arte), quella nazionale (Il Secolo XIX e Corriere della Sera) e quella locale (La Provincia Pavese e L'Informatore).

    47

  • 48 48