(eBook - Ita - Economia) Cozzi Zamagni - Economia Politica (Primi Capitoli) (PDF)

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 - 1 - :: DE ECONOMIAE! (Cozzi Zamagni, primi capitoli) » ECONOMIA POLITICA: è la scienza delle decisioni di soggetti razionali che vivono in società volte a suggerire linee di azione migliorative del benessere del consorzio umano. » MERCATO: siste ma dei prezzi relativi che guida l'allo cazion e delle risorse umane // luogo degli scambi volontari dove si incontrano domanda e offerta di una o più merci o servizi. Caratteristiche: - è AUTOMATICO (opera senza l'intervento diretto/indiretto di qualcuno); - è INVISIBILE (nessuno dei soggetti è consapevole dell'esito finale del suo agire); - è ANONIMO (c'è una pluralità di soggetti economici, con diversità di vedute/scelte). Il mercato esiste solo se sono presenti le seguenti istituzioni: - la PROPRIETÀ PRIVATA; - la CONCORRENZA ; - lo SCAMBIO VOLONTARIO (i n cui nessuna delle du e pa rti è pe rdente: teorema fondamentale dello scambio); - il CODICE DI MORALITÀ MERCANTILE (ci sono leggi che tutelano il mercato: non può reggersi sulla sola fiducia). »» EFFICIENZA PARETIANA: efficiente è quel paniere di beni tale per cui non è possibile aumentare l'output di un bene senza ridurre quello di qualche altro bene o senza aumentare almeno una risorsa. »» COSTO OPPORTUNITA': il costo opportunità del bene 1 è la minor quantità del bene 2 che il soggetto ottiene per avere un'unità del bene 1. »» VANTAGGIO COMPARATO: A ha un vantaggio comparato su B nella produzione del bene 1 rispetto al bene 2 se il costo opportunità di A del b1 è minore di quello di B. :: STORIA DELL'ECONOMIA A partire dal '500: mercantilismo  (scambio); nel '600: fisiocrazia (tre clas si: agicola + , ind ustr iale  _ , prop.fond. cons ). ECONOMIA CLASSICA: Adam Smith  1776  (interesse per s., mano invisibile, teo ria valore-lavoro; VS Malthus (aristo + , princ progress. popolaz.); David Ricardo  1817  (salari/rendite/profitti; capitalisti + ; definizione residuale di profitto); J.S. Mill  1848  (utilitarismo: max utilità; astinenza crea profitto). Marx 1867 (salario_sussitenza, forza-lavoro crea plusvalore  saggio _sfrut tam., legge cadut a tendenziale saggio_profitto). SCUOLA NEOCLASSICA: marginalismo 1870  con Jevons, Menger, Walras (scambio, allocaz_efficace_risorse, max utilità); equil. econ. parz. by Marshall, equil. econ. gener. by Wal ras. [c risi del '29, fallimento pol itiche laisse z-f air e] J. M. Keynes1936 (VS legge_Say: è la domanda che crea l'offerta; intervento_Stato con spesa pubbl.). [successo K: sostegno_domanda, alta spesa pubbl., welfare state; poi crisi anni '70, inflaz.+disoc c.]. TEORIE NEOLIBERISTE: monetarismo  (pol. monetaria restritt. VS inflaz.); economia-offerta  (sostegno iniziativa privata, antistatalismo); new macro classica (aspettative razionali, ipotesi di equil di piena occup.) :: riepilogo S I G N O R I N I - V I S C O «ANNI '70» «ANNI'80» «ANNI '90» INFLAZIONE Altissima Si abbassa (sotto il 10%) Continua ad abbassarsi VALUTA Svalutazione (fine cambi fissi, entrata nello SME) Rivalutazione (banda stretta dello SME) poi forte svalutazione (attacco speculativo dopo Maastricht) Svalutazione e stabilizzazione (prima fluttua, poi pol. monet. restrittiva, rientrando negli accordi di cambio) SALARI Indicizzazione dei salari Moderazione salariale Accordi sul costo del lavoro (abbandono scala mobile) BILANCIO PUBBLICO Primi segni di peggioramento: aumento spesa pubblica Mancato riequilibrio dei conti pubblici (approfittando dei momenti di miglioramento) Azione di contenimento del bp e inizio di riduzione del disavanzo (aumento tasse, aumento expo, riduzione domanda interna e consumi) OCCUPAZ. --- Disoccupazione (risente della razionalizzazione industriale non compensata da nuove attività nel terziario) Stabile (con tendenza di leggero calo) :: L'ECONOMIA ITALIANA by Signorini Visco

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:: DE ECONOMIAE! (Cozzi Zamagni, primi capitoli)

» ECONOMIA POLITICA: è la scienza delle decisioni di soggetti razionali che vivono insocietà volte a suggerire linee di azione migliorative del benessere del consorzio umano.

» MERCATO: sistema dei prezzi relativi che guida l'allocazione delle risorse umane // luogodegli scambi volontari dove si incontrano domanda e offerta di una o più merci o servizi.

Caratteristiche:

- è AUTOMATICO (opera senza l'intervento diretto/indiretto di qualcuno);- è INVISIBILE (nessuno dei soggetti è consapevole dell'esito finale del suo agire);- è ANONIMO (c'è una pluralità di soggetti economici, con diversità di vedute/scelte).

Il mercato esiste solo se sono presenti le seguenti istituzioni:- la PROPRIETÀ PRIVATA;- la CONCORRENZA;- lo SCAMBIO  VOLONTARIO  (in cui nessuna delle due parti è perdente: teorema

fondamentale dello scambio);- il CODICE  DI  MORALITÀ  MERCANTILE  (ci sono leggi che tutelano il mercato: non può

reggersi sulla sola fiducia).

»» EFFICIENZA PARETIANA: efficiente è quel paniere di beni tale per cui non èpossibile aumentare l'output di un bene senza ridurre quello di qualche altro bene osenza aumentare almeno una risorsa.»» COSTO OPPORTUNITA': il costo opportunità del bene 1 è la minor quantità delbene 2 che il soggetto ottiene per avere un'unità del bene 1.»» VANTAGGIO COMPARATO: A ha un vantaggio comparato su B nella produzionedel bene 1 rispetto al bene 2 se il costo opportunità di A del b1 è minore di quello di B.

:: STORIA DELL'ECONOMIAA partire dal '500: mercantilismo (scambio); nel '600: fisiocrazia (tre classi:agicola+, industriale _, prop.fond.cons). ECONOMIA CLASSICA: Adam Smith  1776 (interessepers., mano invisibile, teoria valore-lavoro; VS  Malthus (aristo+, princ progress.popolaz.); David Ricardo  1817 (salari/rendite/profitti; capitalisti+; definizione residuale

di profitto); J.S. Mill  1848 (utilitarismo: max utilità; astinenza crea profitto). Marx1867

(salario_sussitenza, forza-lavoro crea plusvalore saggio_sfruttam., legge cadutatendenziale saggio_profitto). SCUOLA NEOCLASSICA: marginalismo1870 con Jevons, Menger

 

,Walras (scambio, allocaz_efficace_risorse, max utilità); equil. econ. parz. by Marshall,equil. econ. gener. by Walras. [crisi del '29, fallimento politiche laissez-faire] J.M.Keynes1936 (VS legge_Say: è la domanda che crea l'offerta; intervento_Stato con spesapubbl.). [successo K: sostegno_domanda, alta spesa pubbl., welfare state; poi crisianni '70, inflaz.+disocc.]. TEORIE NEOLIBERISTE: monetarismo (pol. monetaria restritt. VS

inflaz.); economia-offerta (sostegno iniziativa privata, antistatalismo); new macroclassica (aspettative razionali, ipotesi di equil di piena occup.)

:: riepilogo S I G N O R I N I - V I S C O

«ANNI '70» «ANNI'80» «ANNI '90»INFLAZIONE Altissima Si abbassa (sotto il 10%) Continua ad abbassarsi

VALUTASvalutazione (finecambi fissi, entratanello SME)

Rivalutazione (banda strettadello SME) poi fortesvalutazione (attaccospeculativo dopo Maastricht)

Svalutazione e stabilizzazione(prima fluttua, poi pol. monet.restrittiva, rientrando negliaccordi di cambio)

SALARI Indicizzazione deisalari

Moderazione salariale Accordi sul costo del lavoro(abbandono scala mobile)

BILANCIOPUBBLICO

Primi segni dipeggioramento:aumento spesapubblica

Mancato riequilibrio dei contipubblici (approfittando deimomenti di miglioramento)

Azione di contenimento del bpe inizio di riduzione deldisavanzo (aumento tasse,aumento expo, riduzionedomanda interna e consumi)

OCCUPAZ.

--- Disoccupazione (risente della

razionalizzazione industrialenon compensata da nuoveattività nel terziario)

Stabile (con tendenza di

leggero calo)

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:: M E T O D I PER MISURARE L'ECONOMIA ITALIANA[PIL] è la somma del prodotto di ciascuna unità produttiva (definito dal valore aggiunto); è la sommadei redditi dei fattori impiegati nell'impresa; è la somma delle componenti della domanda (consumi,investimenti ed expo). L'Italia è al 6° posto nel mondo; i nostri tassi di sviluppo sono sempre moltoelevati grazie a: "catching up" (paese meno sviluppato migliora velocemente sfruttando le conoscenzedei paesi più progrediti) e specializzazione flessibile (estrema capacità di adattamento tipica delleimprese italiane, anche evadendo le tasse!; la flessibilità è sia difensiva che competitiva);[PRODOTTO PROCAPITE] ci colloca al 17° posto, anche se migliora correggendolo per il potere

d'acquisto. Comprende la concentrazione del reddito (dal '90 in aumento in tutti i paesiindustrializzati) e l'indice di povertà (assoluta e relativa).[DISOCCUPAZIONE] misura la percentuale dei disoccupati sulla popolazione attiva (disponibile allavoro). In Italia è alta (12%) ed è molto concentrata nelle fasce che comprendono giovani, donne,meridionali.[INFLAZIONE] ha due effetti negativi: disturba il funzionamento dell'allocazione delle risorse nelmercato (sistema dei prezzi relativi), ha potenti e imprevedibili effetti ridistributivi. In Italia è alta,difficile da prevedere, ed è arbitraria, mentre in Europa è più bassa e con la moneta unica tenderà auniformarsi.:: S T R U T T U R A DELL'ECONOMIA ITALIANA[struttura della domanda] = consumi + investimenti (+estero). La proporzione tra C e I misurail grado di impazienza dell'economia. L'incidenza degli investimenti sul PIL è diminuita ovunque, acausa dell'innovazione tecnologica che ha aumentato la produttività del capitale modificando lacombinazione ottima tra capitale e altri fattori produttivi. I consumi sono cresciuti (a causa della

spesa pubblica); attualmente si sono fermati, vista la politica di contenimento della spesa pubblica.[struttura della produzione] - Agricoltura: costante diminuzione degli occupati in questo settore;per il momento è al 7,8% ma scenderà ancora: produttività e salari negli altri settori sono più alti.Industria: in principio ci fu un esodo verso questo settore, ora lo si ha verso il terziario. Peculiaritàdella struttura industriale in Italia: è specializzata in branche a bassa tecnologia e intensità di capitalein cui le economie di scala sono poco rilevanti; c'è un'alta percentuale di piccole industrie, aconduzione famigliare o poco più; forti aggregazioni produttive locali di imprese occupate nello stessosettore (distretti industriali

 

, cfr. nordest). Servizi: rappresenta oltre il 60% dell'economia italiana, siain termini di occupazione che di prodotto; in particolare: pubblica amministrazione e commercio,settori sottoposti a scarsa concorrenza (hanno assunto il ruolo di "cuscinetto occupazionale" in alcunefasi di ristrutturazione dell'industria nazionale.[scambi con l'estero] sono desunti dall'analisi della bilancia dei pagamenti correnti (ultimamente inavanzo grazie alle expo); ha quattro voci: merci (import/export di merci), servizi (import/expo diservizi), redditi (remunerazione dei fattori produttivi: capitale e lavoro), trasferimenti (rimesseemigranti e fondi UE).

:: ANNI SETTANTAQuattro caratteristiche salienti: riduzione del tasso di crescita, emergere di un vincolo esterno, primisegni di squilibrio nei conti pubblici, inflazione. L'economia risente di 2 shock: conflitti sindacali nel'69, esplosione del prezzo del petrolio nel '73/'74. Vertenze sindacali: i salari crescono del 36%mentre la produttività del 23%, originando uno squilibrio che si somma alla crisi del sistemamonetario internazionale nel '71 (fine dei cambi fissi) e aumento petrolio. Conseguenze: riduzione del12% del valore lira nei cfr. dollaro; drastico aumento dei prezzi alla produzione e al consumo;richiesta di adeguamento dei salari all'inflazione (circolo vizioso della scala mobile). Ulterioreconseguenza: deterioramento della bilancia dei pagamenti, restrizione creditizia e fiscale per ridurre leimportazioni. Si ha una flessione produttiva, ma migliora la bilancia. Si ha poi una crisi delle impresee un aumento della spesa pubblica (inizio delle inefficienze amministrative e regionali), con unaripresa della domanda interna. Attacco speculativo contro la lira, che perde 1/5 del suo valore: la crisivalutaria del 1976 è la penalità per aver tentato di riportare troppo rapidamente verso l'espansioneun'economia in preda alla recessione. La sequenza di politiche macro di segno opposto aumenta

l'instabilità. Migliorano i conti con l'estero (grazie a un miglioramento della domanda mondiale), maaumenta anche l'inflazione che torna al 20%. Si giunge a un accordo tra Confindustria e sindacati perdiminuire l'indicizzazione, con conseguente miglioramento del conto delle imprese ed espansione degliinvestimenti: ristrutturazione, ammodernamento produttivo, razionalizzazione, e aumento dellaproduttività. Ulteriore svalutazione della lira per migliorare la competitività: entrata nello sme (abanda larga 6%).

:: ANNI OTTANTACaratteristiche: calo dell'inflazione (sostenuta da una politica monetaria e di cambio restrittiva);consenso sociale sulla dannosità dell'indicizzazione salariale (quindi moderazione); mancanza diriequilibrio nei conti dello Stato (innalzamento del debito pubblico e crescita del debito netto versol'estero); aumento della disoccupazione (risente di una razionalizzazione industriale nonaccompagnata dall'emergere di nuove attività nel terziario). Nel '79, con la svalutazione e l'ingressonello sme si ha di nuovo inflazione (2a crisi petrolifera, elevata indicizzazione salari, alti margini diprofitto delle imprese). MA: con la sconfitta dei sindacati (abbassamento dei salari) + generosapolitica sociale dello Stato + politica monetaria restrittiva rigorosa ed efficace… aumentano i tassi diinteresse,, con conseguente disinflazione (sotto il 10%) e peggioramento dei conti pubblici. Anni'80/'83 rappresentano una fase di recessione mondiale, con crollo delle esportazioni e dunque degliinvestimenti, con cali di produttività e aumenti di disoccupazione. Nel '86 si ha un controshockpetrolifero: migliora l'economia in tutti i paesi industrializzati, con aumento della domanda interna edel PIL. Ma non si procede al risanamento dei conti pubblici, in costante disavanzo (sprechi,

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inefficienze e corruzione). Peggiora anche la posizione con l'estero. L'inflazione riprende a salire, conconseguente rallentamento degli investimenti e delle esportazioni, e perdita della competitività delleimprese. Nel '92: trattato di Maastricht: l'Italia è molto distante dai parametri. Forte sfiducia e attaccospeculativo contro la lira, che esce dagli accordi di cambio fisso. La banca centrale consuma tutte lesue risorse nella difesa della lira, e rischia la crisi per debito pubblico. Ma lo Stato interviene con unasevera manovra di correzione del bilancio: inasprimento della pressione fiscale, riduzione delle spese(blocco dei pensionamenti) e controllo monetario (tasso di sconto ridotto gradualmente).

:: ANNI NOVANTADal '90 al '92 la lira fluttua. L'Italia tenta di entrare nell'Unione Monetaria fin dall'inizio, conconseguente imponente manovra di finanza pubblica per entrare nei parametri (politica monetariarestrittiva con abbassamento dell'inflazione e riduzione del disavanzo pubblico). Tre fattori importanti:nel '92/93 accordi sul costo del lavoro (fine "scala mobile" e nuovo sistema di retribuzione che lega isalari all'andamento reale dell'economia); azione di contenimento del bilancio pubblico (calo delreddito disponibile delle famiglie, cioè della domanda interna, e diminuiscono consumi, investimenti, ePIL); orientamento restrittivo della politica monetaria (svalutazione lira e ripresa delle esportazioni,con un avanzo della bilancia dei pagamenti e riduzione del debito estero). Nel '96 la lira rientra negliaccordi europei di cambio. Proseguono le azioni di risanamento per entrare nei parametri: eurotassa(ulteriore aumento della pressione fiscale). L'Italia entra nell'Unione Monetaria dal 1° gennaio '99.

:: LA QUESTIONE DEL SUDIl divario economico tra nord e sud del paese è evidente: l'aspetto più evidente è la disoccupazione,che in Italia è concentrata nel sud tanto da essere identificata con la questione meridionale. Problemidel sud: disoccupazione, ritardo nello sviluppo, illegalità diffusa, assistenzialismo, frustrazione delle

energie imprenditoriali. Rispetto al centro-nord: prodotto procapite inferiore del 55%, disoccupazionemaggiore del 15%, l'incidenza del settore agricolo sull'occupazione è più del doppio, la propensioneall'esportazione è inferiore del 17%. L'unico fattore più alto al sud è il tasso di investimento (ma solograzie agli incentivi statali); la produttività è cmq bassa e ci sono grandi imprese solo in pochi policoncentrati (il tessuto produttivo è sparso ed esile e non ci sono distretti industriali). Vediamo lecause della condizione meridionale. Collocazione territoriale periferica; lungo protrarsi diun'organizzazione feudale: leggi non scritte, mancanza di fiducia nella legge/giustizia/contratto nonfavoriscono l'economia capitalistica; scarsa flessibilità nella remunerazione e nella mobilitazione deifattori produttivi; teorie della causazione cumulativa: si creano economie di scala produttive, e chi haun vantaggio lo accresce. È necessario l'intervento dello Stato, con: fiscalizzazione degli oneri socialiper ridurre il costo del lavoro; "patti territoriali" con creazione di distretti produttivi ben radicati nelterritorio; incentivi generalizzati per le attività di investimento (ma: favoriscono scarsa concorrenza eproduttività); creazione di poli di sviluppo e grandi industrie; costruzione di infrastrutture; sgravifiscali per l'insediamento di attività produttive. Ultimi 25 anni: assenza di progressi, tanto che ci siinterroga sull'efficacia degli interventi pubblici (considerata l'abitudine a non investire e osare ma

attingere solamente ai fondi pubblici, cfr. illegalità). Bisogna distinguere tra incentivazione eassistenza. Soluzioni: investire in infrastrutture e istruzione, aumento della flessibilità del mercato dellavoro, recupero di efficienza amministrativa, lotta spietata all'illegalità.

:: LA QUESTIONE DELLO STATO[1] Scarsa attenzione al debito pubblico. Dal dopoguerra in molti paesi si attuano politiche di spesapubblica, spesso ricorrendo al debito estero, mettendo in dubbio la capacità di ripagare il debito.Attualmente si sostiene la necessità di bilanci in pareggio o di poco disavanzo (per non dare troppioneri alle generazioni future e per avere uno sviluppo economico continuo e non inflazionistico). Finoa pochi anni fa: debito pubblico alto e crescente (sprechi, inefficienze, esigenze strutturali). Ora ildebito è stabilizzato, ma è necessario dimezzarlo (questione di anni). [2] Inefficienza del serviziopubblico e dell'intervento statale in economia. La spesa pubblica in Italia è molto alta, e la maggiorecomponente è la spesa previdenziale, in particolare le pensioni. Problemi: la spesa previdenziale èpredeterminata e non si può intervenire sui benefici già in corso di fruizione; inoltre si risentedell'invecchiamento progressivo della popolazione e del calo di fertilità. Le pensioni sono destinate a

crescere (varate, in ritardo, riforme che mirano a riequilibrare la situazione). Sono molte leinefficienze strutturali dello Stato, in particolare: sistema di ridistribuzione (non ridistribuisce e livella iredditi); funzione di regolatore e riformatore (la concorrenza in molti campi è ancora bassa, spessomancano le infrastrutture, materiali ma anche immateriali come l'istruzione).

:: LA QUESTIONE DEL MERCATOIl mercato concorrenziale è il più potente strumento conosciuto per il perseguimento dell'efficienzanell'utilizzo delle risorse. Il suo corretto funzionamento dipende da un insieme di regole e condizioni:assenza di barriere che ostacolano la competizione e norme che limitano le impreseanticoncorrenziali, l'antitrust. Mercati perfetti non esistono, ma ugualmente sono sufficienti alcunenormative antitrust e l'intervento attivo&necessario solo in alcuni casi, es. monopoli naturali(contrastare eventuali abusi del monopolista) e attività in cui sono necessarie barriere legali per latutela del consumatore (valutare i requisiti professionali, ma non a scapito della concorrenza e dellalibera entrata nel mercato). Ultimamente si sono avute due spinte riformatrici per sostenere laconcorrenza: [1] Unione Europea: sostegno libertà di movimento di merci/servizi/persone/capitali(l'UE proibisce la concessione di aiuti statali distorsivi per la concorrenza; [2] Italia: legge antitrustdel 1990, con istituzione dell'autorità garante. Ma c'è ancora molto lavoro nel mercato dei titoli e delleimprese: molte norme ne distorcono la libera concorrenza.

==== MICROECONOMIA (Formaz. prezzi nei mercati perfettam. conc. - CZ, cap IV)

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METODO DI ANALISI PARZIALE by MARSHALL: mercato di un singolo bene, isolatoda tutti gli altri. CARATTERISTICHE: i. condizione di concorrenza perfetta (alto numero divenditori/compratori; completa indipendenza; prezzo dato; omogeneità merce; libertàentrata/uscita nel mercato; informazione completa); ii. "stato minimale" (assenza diinterventi diretti dello stato); iii. assenza di transazioni economiche a livellointernazionale; iv. assunto del coeteris paribus (consta nel raggruppare tutte leinformazioni di sfondo tra le condizioni di mercato e considerarle immutate).

» DOMANDA DI UN BENE: quantità dello stesso che i compratori desideranoacquistare in corrispondenza di un certo prezzo, in un dato istante; cade all'aument.del prezzo. DIPENDE DA: reddito disponibile, prezzo di altri beni (spec. se sostituibili) gustidel consumatore.» OFFERTA DI UN BENE: quantità dello stesso che gli individui sono disposti acedere in cambio del prezzo, in un dato istante; aumenta all'aumentare del prezzo.DIPENDE  DA: tecnologia, costo dei fattori produttivi, prezzo degli altri beni che sipotrebbero produrre, eventi casuali.

»» EQUILIBRIO DI MERCATO: stato in cui si trova il mercato di un bene allorché,date certe condizioni, la quantità complessiva domandata eguaglia la quantità

complessiva offerta. In tutti gli altri casi: eccesso di domanda o eccesso di offerta.Studio della STABILITA' DELL'EQUILIBRIO:- APPROCCIO  WALRASIANO: processo di contrattazione competitiva (asta). Esistenza di unbanditore, continui aggiustamenti, scambio effettivo realizzato una volta stabilito ilprezzo di equilibrio. Esistenza di un feedback negativo: divergenze dell'equilibrio inentrambe le direzioni di traducono in movimenti di prezzo in direzione opposta.- APPROCCIO  MARSHALLIANO: aggiustamento dal lato della quantità invece che del prezzo(periodo più lungo). Distinzione tra comportamento di mercato (breve termine) ecomportamento normale (veri obiettivi). Il mercato è in disequilibrio se il prezzo didomanda è diverso da quello di offerta.

» ELASTICITA' DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO: rapporto tra la

variazione relativa della quantità domandata e la variazione relativa del prezzo.Formula: | e∆ | =e∆ è un numero puro, l'INDICE DI REATTIVITÀ (della quantità domandata ad una variazione diprezzo), quindi ne va considerato il valore assoluto. Da non confondere con la PENDENZA.

[ |e∆|= - ∞] curva perfettamente elastica, parallela all'asse ascisse;[ |e∆|= 0 ] curva perfettamente rigida, parallela all'asse delle ordinate;[ |e∆|= 1 ] iperbole equilatera (in cui lo 0 è il punto intermedio).

ELASTICITA' INCROCIATA DELLA DOMANDA: entra in gioco quando la quantitàdomandata di una merce dipende in qualche misura dal prezzo di un'altra.

Formula: eiJ =

Se >0 allora beni sostituti, se =0 beni indipendenti, se <0 beni complementari.» ELASTICITA' DELL'OFFERTA RISPETTO AL PREZZO: rapporto tra la variazionerelativa della quantità offerta e la corrispondente variazione relativa del prezzo.

Formula: | eS | =

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:: DECISIONI DI CONSUMO (TEORIA DELLA DOMANDA INDIVIDUALE), CZ cap V

Condizione di partenza: data una certa configurazione di prezzi dei beni e di reddito, ilsoggetto è tenuto a scegliere tra panieri alternativi di beni quelli che può acquistaresono limitati dal suo VINCOLO DI BILANCIO:» LINEA DI BILANCIO: frontiera che separa l'insieme dei panieri economicamente accessibilida quelli non accessibili (con inclinazione P1 /P2)

» influenza del reddito sulla domanda: alla variazione del reddito cambia laproporzione in cui si domandano i vari beni.Conseguenze:- vengono raggiunti livelli di saturazione;- LEGGE DI ENGEL: più povera è una famiglia, maggiore è la proporzione della sua spesatotale dedicata alle spese alimentari e beni di primo consumo (cfr. curve engelianedella domanda);- ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL REDDITO, eR =

Ovvero: il rapporto tra la propensione marginale al consumo e la propensionemedia al consumo è come segue: eR>1 bene di lusso (all'aumentare del redditoaumenta la domanda); 0<eR<1 bene di primaria necessità (all'aumentare delreddito se ne consuma una porzione minore); eR<0 bene inferiore

(all'aumentare del reddito la domanda diminuisce).Altri fattori che influenzano il consumo:»» EFFETTO SOSTITUZIONE (o assioma debole delle preferenze rivelate): se ilconsumatore sceglie il paniere X quando è accessibile anche Y, non sceglierà poi Y inuna qualunque altra situazione in cui fosse accessibile anche X.L'effetto di sostituzione non può essere positivo: la quantità domandata diminuisce nelmomento in cui il suo prezzo aumenta.»» EFFETTO DI REDDITO: per i BENI  NORMALI (di lusso e di prima necessità) ladomanda aumenta all'aumentare del reddito; per i BENI INFERIORI: la domanda diminuisceall'aumentare del reddito.

 EFFETTO PREZZO: somma algebrica degli effetti di sostituzione e di reddito.

- LEGGE DELLA DOMANDA: la domanda di un bene normale diminuisce all'aumentaredel suo prezzo e viceversa.- la domanda di un bene inferiore diminuisce all'aumentare del suo prezzo sel'effetto di sostituzione prevale sull'effetto di reddito.- paradosso di Giffen: la domanda di un bene aumenta all'aumentare del suoprezzo dato che si tratta di un bene inferiore e che l'effetto redd. domina quellodi sostituz.

CRITRIO RAZIONALE DI SCELTA: per gli autori marginalisti lo scopo è lamassimizzazione della FUNZIONE DI UTILITÀ del soggetto.UTILITA' = capacità di un bene di soddisfare i bisogni.»» PRINCIPIO DI UTILITA' MARGINALE DESCRESCENTE: l'incremento di utilità

conseguente all'incremento di quantità consumata di un bene è via via decrescente.Formula: U'= ∆U/∆X la funzione di utilità è massimizzata quando il rapporto delle utilità marginali didue beni eguaglia il rapporto dei loro prezzi.

PRINCIPIO DI UTILITA' MARGINALE PONDERATA: l'utilità che si consegue spendendoun'unità di moneta in più è la stessa per l'acquisto di qualsiasi bene.

UTILITA' ORDINALE: come può un attributo soggettivo come quello di utilità essereespresso con una misurazione di tipo cardinale? Dice Pareto: l'utilità non è unaproprietà fisica dei beni, dunque non è esprimibile con un'unità di misura soggettiva.

In realtà, è sufficiente conoscere il modo con cui il soggetto ordina le varie alternativedi consumo  CURVA DI INDIFFERENZA: insieme dei punti che rappresentano lacombinazione di beni che implicano lo stesso livello di utilità ordinale.

»» SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (SMS) - |∆x1/∆x2|

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inclinazione della tangente a un punto della curva di indifferenza. La variazione delprimo bene è necessaria a "compensare" il consumatore per una piccola variazionenella quantità del secondo bene.

Formula:

»» EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE, in cuiIl paniere ottimale è quello individuato dal punto di tangenza della linea di bilancio con

una delle curve di indifferenza.L'inclinazione della linea di bilancio e della tangente alla curva di indifferenza è lastessa.Soluzione del sistema:

Funzioni di domanda: X1=f 1(P1; P2; R) et X2=f 2(P1; P2; R) sono omogenee di gradozero: se tutto viene moltiplicato per lo stesso numero la funzione non cambia.Si escludono fenomeni di ILLUSIONE MONETARIA.

»» AGGREGAZIONE DELLE CURVE INDIVIDUALI DI DOMANDA- somma orizzontale delle curve individuali;- bisogna considerare "data" e non variabile la distribuz. del redd. e l'effetto-sostituz.;

- bisogna presupporre che le curve di domanda siano indipendenti, per evitare:- EFFETTO-TRAINO (amplifica l'effetto-prezzo);- EFFETTO-SNOB (una dimin. del prezzo rende il bene indesiderabile ad alcuni);- EFFETTO-VEBLEN (può implicare tratti crescenti nella curva di domanda: più

aumenta il prezzo più il bene è da comperare e ostentare);- si fa riferimento al "consumatore rappresentativo", con caratteristiche

medie.

===== DECISIONI DI PRODUZIONE (teoria dell'offerta, CZ, cap VI)===PRODUZIONE: ottenimento di certe merci (output o prodotti) da certe altre merci(input o fattori produttivi). Fondamentale è la trasformazione di valore: nel passaggioda input ad output si crea valore.

» IMPRESA CAPITALISTICA: è l'unità economica di produzione; il suo scopo èmassimizzare il profitto (), cioè la differenza tra ricavi e costi.C'è una differenza tra breve periodo (periodo di tempo in cui si assume che l'impianto(K) resti fisso), e il lungo periodo, in cui tutti i fattori sono variabili.

Sono 3 i tipi di INPUT: [1] IMPIANTI K; [2] MATERIE PRIME M; [3] LAVORO L+ TECNOLOGIA: tutti i modi in cui i 3 fattori possono essere combinati. Tecnologiaefficiente: tecnologia che consente di produrre la maggiore quantità di Y con la minorequantità di fattori produttivi = max produzione con min profitto.

»» FUNZIONE DI PRODUZIONE DI BREVE PERIODO: insieme delle tecnicheefficienti per produrre la quantità Y in output utilizzando le quantità L e M degli input

variabili (lavoro e materie prime) data la dimensione dell'impianto K, ovveroFormula: y = f (L; M; K)

PRODUTTIVITA' MARGINALE DI UN INPUT: variazione dell'output dovuta a unavariazione molto piccola dell'input considerato, fermi restando gli impieghi degli altri i.

Formula: P'L=y/LPRODUTTIVITA' MEDIA DI UN INPUT: il rapporto tra output ottenuto e la quantitàcomplessiva di input impiegati.

Formula: PM L =y/L

»» LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI (Ricardo)Gli aumenti di produzione risultanti da uguali incrementi nell'impiego di dosi

successive di lavoro complesso prima crescono e poi decrescono;(la produttività media e marg. di un fattore è prima crescente e poi decresc.)ISOQUANTO DI PRODUZIONE: curva che rappresenta le combinazioni efficienti deitassi di impiego di L ed M che danno luogo al medesimo livello di output y.

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Curva discendente da sx a dx: all'aumento dell'impiego di un input corrisponde unadiminuzione dell'impiego dell'altro. La pendenza della curva decreta il c.detto:

»» SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE - formula: M/L = |P'L/P'M|Nel lungo periodo tutti i fattori sono variabili, dunque si dà luogo a…:: ECONOMIE DI SCALA  fattori che fanno sì che i costi unitari relativi allaproduzione di livelli elevati di output siano inferiori a quelli che verrebbero sostenuti

per produrre livelli più bassi dello stesso output.

Relazione tra variazioni dell'output e variazioni equiproporzionali di tutti gli input:[1] RENDIMENTI COSTANTI DI SCALA (se output aumenta nella stessa proporz. degli input);[2] RENDIMENTI CRESCENTI DI SCALA, se l'output aumenta più degli input (grazie a indivisibilitàtecniche (es. del badile!) o natura tridimensionale dello spazio (volume/area));ECONOMIA DI SCALA: PECUNIARIA (se esterna all'impresa, es. impresa paga costi piùbassi perché domanda più input); REALE (associata a riduzioni nella quantità impiegatadi input all'aumentare dei livelli di output).

L'impresa: come sceglie tra tecniche efficienti alternative (cfr. isoquanti di produz.)?Sceglie la tecnica che minimizza i COSTI DI PRODUZIONE.

Il costo di produzione è l'esborso monetario che viene sostenuto per acquisire tutte lerisorse necessarie all'esercizio dell'attività produttiva. È ottimale quando è il minorcosto che si riesce a realizzare per produrre un determinato livello di output.

COSTI TOTALI = COSTI FISSI TOTALI  (quelli che l'impresa sosterrebbe anche seil tasso di produzione fosse nullo, cioè manutenzione, assicurazione, ammortamenti,amministrazione, impianto) + COSTI VARIABILI TOTALI  (salari, materie prime,alimentazione, usura impianto).COSTO MEDIO TOTALE (CMT=CT/y) e COSTO MARGINALE (C'=CT/y)

» INTRODUCIAMO LA VARIABILITÀ DI UN INPUT - IL LAVOROCOSTO MEDIO VARIABILE è uguale al rapporto tra il prezzo dell'unico inputvariabile e la sua produttività media:

CMV = CVT/y = wL/Y = w/PML

COSTO MARGINALE è uguale al rapporto tra il prezzo di un input e la suaproduttività marginale:

C'L = CT/y = wL/y = w/P'L

» VARIABILITÀ DI DUE INPUT: SCELTA DELLA COMBINAZIONE OTTIMA DEI FATTORI

LINEE DI ISOCOSTO: luogo dei punti che indicano le combinazioni di quantitàimpiegate dei due fattori variabili che implicano il medesimo costo.

CVT = wL + rM (r = costo unitario dell'altro input; W/r = pendenza)COMBINAZIONE OTTIMALE DEI FATTORI: quella per cui la produttività marginaledei due input eguaglia il rapporto dei loro prezzi, ovvero quella che realizzal'uguaglianza delle produttività marginali ponderate degli input, infatti:

w/r = SMS = P'L/P'M  [P'L/w = P'M/r]

» IL RICAVO (dato dagli incassi della vendita del prodotto, al prezzo di mercato p*)- RICAVO TOTALE: RT = py- RICAVO MEDIO: RM =RT/y = py/y = p- RICAVO MARGINALE: R' = RT/y = p (vendendo un'unità in più l'impresa

incassa il prezzo del prodotto)Per la singola impresa, la curva di domanda di breve periodo è orizzontale, e - incondizioni perfettam. concorrenz. - ricavo marginale e ricavo medio eguagliano entrambiil prezzo di vendita: p = RM = R'

» VARIABILITÀ DI TUTTI GLI INPUT (NEL LUNGO PERIODO)Ogni tipo di impianto ha un livello di input che può essere ottenuto al COSTO MEDIO MINIMO:l'input delle curve di costo di breve periodo associate ad ogni impianto dà la CURVA

DEL COSTO MEDIO DI LUNGO PERIODO.»» MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO [ = RT-CT]Il problema sta nel determinare per quale livello di y è massima la differenza tra ricavie costi; <a fianco: CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO>

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Casi: se C'<R'=p l'impresa ha convenienza a espandere la produzione (ogni unitàin aggiunta fa guadagnare più del proprio costo);se C'>R'=p conviene contrarre la produzione;se C'=R'=p si ha la massimizzazione dell'EXTRAPROFITTO = equilibrio di breveperiodo (in cui la curva C' taglia dal basso R').

»» MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL LUNGO PERIODO<a fianco: CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO>Se in un mercato si conseguono degli extraprofitti, entrano nuove imprese.Conseguenze: aumenta l'offerta e diminuisce il prezzo, e quindi il ricavo marginale,fino a che l'extraprofitto arriva a zero.Condizioni: - l'impresa sfrutta il suo impianto al massimo delle possibilità produttive

(punto di minimo di ML);- costo medio = ricavo medio, cioè l'extraprofitto è nullo;- C'=R' è la condizione per massimizzare il profitto, quindi:p = R' = C'L = CML (la max profitto di LP presuppone max profitto di BP).

========= L'EQUILIBRIO ECONOMICO PARZIALE (CZ, cap VII)da D a D' il prezzo P3 è > dei CM,quindi i profitti aumentano, entranoaltre imprese, aumenta l'offerta (S'),i profitti si annullano, l'accresciutadomanda di fattori fa aumentare i CM(da CM a CM') e si arriva a unEQUILIBRIO CON COSTI CRESCENTI.La linea di offerta è una curva crescente.

Se invece i costi sono COSTANTI: i) il prezzo di lungo periodo è determinato solo dallo statodella tecnologia e dai prezzi degli input (e NON dalle condizioni della domanda); ii) la curva diofferta è una linea orizzontale tangente a CM.:: L'equilibrio parziale: a) costi costanti; b) costi crescenti; c) costi decrescenti

In generale: non esiste una "legge" dell'offerta di lungo periodo che sancisca una relazionediretta tra prezzo e quantità prodotta.

»» INTERVENTO PUBBLICO IN UN SINGOLO MERCATO

1) TASSE E SUSSIDI A SOMMA FISSA  (lump-sum taxes and subsidies)Viene fissato un fattore che modifica il prezzo di domanda e di offerta, in positivo(sussidiazione e tassazione) o in negativo (sussidio e imposta accisa).Tasse e sussidi non sono distorsivi: non modificano i processi di scelta individuale.

P'S = PS - et P'D = PD +

Provocano una traslazione di funzioni di offerta/domanda verso l'alto o il basso:a) In condizioni di normalità l'incidenza dell'imposta grava su entrambi i lati delmercato (si modifica anche la quantità scambiata).b) Con domanda a elasticità nulla o infinita: più il lato del mercato a cui è applicato è reattivo più riuscirà a traslare gli effetti dell'intervento pubblico sull'altro lato.

2) TASSI E SUSSIDI "AD VALOREM" 

P'S = PS (1 - ') et P'D = PD (1 + ')Gli interventi sono proporzionali ai prezzi, e sono distorsivi: non solo traslano lefunzioni di offerta e domanda ma modificano i rapporti tra i prezzi, e quindi lescelte dei consumatori. Ciò nonostante si usano nella quasi-totalità dei casi:attraverso i prezzi di mercato possono essere opportunamente differenziati edavere effetto più mirato ed efficace.

»» INTERVENTO SUI PREZZI - TETTI E PAVIMENTI "SIGNIFICATIVI":: TETTO: prezzo massimo imposto dallo Stato nel mercato di un dato bene; peressere significativo deve essere al di sotto del prezzo di equilibrio.

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La quantità domandata supera la quantità offerta, dunque c'è una quota di domandainsoddisfatta: il prezzo è minore del prezzo di equilibrio, ma anche la quantitàscambiata lo è.:: PAVIMENTO: prezzo minimo imposto dallo Stato nel mercato di un dato bene; peressere significativo deve essere al di sopra del prezzo di equilibrio.La quantità offerta eccede la domanda desiderata dai consumatori: pressione delprezzo verso il basso. La quantità scambiata è ancora più bassa della quantità diequilibrio la fissazione di un pavimento avrà maggior successo se viene sostenutoda adeguate misure collaterali (es. lo Stato come "acquirente di ultima istanza"compera la quantità in eccedenza).:: QUOTA: quantità massima, imposta dallo Stato, che un produttore può mettere invendita. Viene utilizzata quando il prezzo di equilibrio è considerato troppo basso:equivale allo spostamento della curva di offerta; solitamente le quote sono applicate almercato dei beni primari.Solo se la curva di domanda fosse anelastica il reddito dei produttori supererebbe quello cheotterrebbero in posizione di equilibrio: in questo modo infatti un aumento del prezzo siaccompagna a una diminuzione meno che proporzionale della quantità domandata e quindi a unaumento del ricavo totale.

»» IL MERCATO DEL LAVORO IN CONCORRENZA PERFETTA (p. 221):: OFFERTA DI LAVORO, che implica la scelta tra consumo e tempo libero:VINCOLO DI BILANCIO: pc = wn (dove p è il prezzo del bene di consumo, c è il consumo, w è

il salario nominale, e n è il tempo di lavoro)pc + wt = 24w (il consumatore vende tutta la sua dotazione inizialedi tempo libero (24 ore), ottenendo un reddito di 24w, che spende poiper acquistare beni di consumo e riacquistare tempo libero)tempo libero: t = 24 - n

il costo del tempo libero riacquistato non è un costo vero e proprio: si tratta di unCOSTO OPPORTUNITA': reddito a cui l'agente rinuncia per godere del tempo libero. L'inclinazione del vincolo di bilancio è il salario reale w/p (funzione di utilità emappa di curve di indifferenza).

Qual è l'effetto dell'AUMENTO DI SALARIO REALE sull'offerta di lavoro?- EFFETTO SOSTITUZIONE: se w/p aumenta, aumenta l'offerta di lavoro;- EFFETTO REDDITO: se il tempo libero è un bene normale, all'aumentare del

salario l'offerta di lavoro si riduce.Se w è basso il tempo libero non è attraente: l'effetto sostituzione domina;se w è alto il tempo libero diventa un bene più desiderabile, e domina l'effetto reddito:cfr. CURVA DI OFFERTA AGGREGATA: ai fini dell'aggregazione si può considerare solo illato crescente supponendo che il livello di ricchezza del soggetto non arrivi mai al puntodi inversione di tendenza. Il limite di questo ragionamento è che non viene presa inconsiderazione l'azione dei sindacati, e si considera il lavoro come un fattore omogeneo.

:: DOMANDA DI LAVOROQuante sono le unità di lavoro ottime per un'impresa? L'impresa deve scegliere quella

quantità di lavoro per la quale PP'L è uguale al salario w (può essere scritta comeP'L = w/P che afferma l'uguaglianza tra produttività marginale fisica del lavoro esalario reale).Infatti il beneficio ottenuto dall'impiego di un'ulteriore unità di lavoro è il ricavo che si ottienedalla vendita di maggior output. Il costo aggiuntivo è dunque il SALARIO: bisognaaccrescere/diminuire la quantità di lavoro fino a che il primo (ricavo) non risulti maggiore delsecondo (salario complessivo). Solo in questo modo il valore dell'ulteriore output prodotto da unlavoratore addizionale è maggiore del costo del lavoratore che lo produce (R'L=PP'L riflette lalegge dei rendimenti descrescenti).

SOMMA DELLA DOMANDA DI LAVORO DI MERCATO: non rappresenta solo la somma delle singole curve didomanda, bisogna infatti tenere conto del prezzo del bene e dell'effetto che questo ha sulsalario.

»» EQUILIBRIO DI PIENO IMPIEGOè rappresentato dall'INTERSEZIONE  TRA  DOMANDA  E  OFFERTA: quando si ha W2>W1 il livello didomanda di lavoro è minore dell'offerta e la differenza orizzontale tra le due curve, U,rappresenta il LIVELLO DI DISOCCUPAZIONE.

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Se il mercato procedesse in modo atomistico ci sarebbe sempre pieno impiego, ma l'esistenzadei sindacati e l'intervento dello Stato regolano dall'esterno il mercato del lavoro.

====== MERCATI NON PERFETTAM. CONCORRENZIALI (CZ, cap X)Nella realtà quotidiana i mercati di concorrenza perfetta non esistono. Alcuni fattoricondizionano la libertà di entrata nel mercato e limitano la concorrenza:

- IL PROGRESSO TECNICO: aumenta la quantità di ottimo delle imprese in misura superiore aquella in cui aumenta la domanda aggregata; conseguenze: crescita dei ricavi,diminuzione del numero di imprese e spinta alla concentrazione (la produttivitàaumenta in maniera asimmetrica);- DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO: aumenta il potere di mercato dell'impresa e crea barriereall'ingresso di altre imprese; crea inoltre consumatori fedeli che non seguono le leggidi mercato prezzo-quantità;- ECONOMIE DI SCALA COMMERCIALI: l'indivisibilità delle spese di ricerca e di pubblicità e dellarete di distribuzione del prodotto danno vantaggi notevoli alle imprese più grandi efavoriscono ulteriormente la concentrazione.

Esempi più comuni di mercati non perfettamente concorrenziali:1) MONOPOLIO: sul mercato opera un unico venditore che è price-maker assoluto;

2) CONCORRENZA MONOPOLISTICA: sul mercato operano molti venditori cheoffrono una varietà diversificata di una particolare merce; la domanda complessivaè molto segmentata;

3) OLIGOPOLIO: sul mercato operano un numero ristretto di imprese; nessunaimpresa può ignorare le altre o prescindere da ciò che fanno: c'è interdipendenza.

CONFRONTO MONOPOLIO / CONCORRENZA PERFETTA: la differenza più significativa sta nelle curve diricavo. Quelle del M hanno la familiare curva ad U. in CP un'impresa può venderequalsiasi quantità di merce senza influenzare il prezzo, quindi R' e RM sono uguali eorizzontali. In M, il monopolista può aumentare la quantità venduta agendo sulladiminuzione del prezzo, poiché la sua curva di domanda coincide in toto con la curvadi domanda del mercato è una curva discendente: il ricavo proveniente dallavendita di un'unità in più è minore del prezzo, cioè R'<RM.

:: IL MONOPOLIO (a fianco: equilibrio di monopolio), pag. 298La misura in cui il monopolista deve ridurre il prezzo per aumentare le vendite dipendedall'ELASTICITÀ  DEL  PREZZO  DELLA  DOMANDA del bene in questione: con |e|>1 una certadiminuzione del prezzo causa un aumento più che proporzionale della domanda, e ilricavo totale aumenta (R'>0); con |e|=1 una cera diminuzione di prezzo causa unaumento proporzionale della domanda (R'=0); con |e|<1 la diminuzione di prezzocausa una diminuzione più che proporzionale di domanda.NB. il M. riesce a conseguire extraprofitti anche nel lungo periodo grazie alle barriere in entrata.» Il monopolista può fare una politica di: 1) PREZZO - fissato il p. vende la quantità che ilmercato è disposto ad assorbire; 2) QUANTITÀ - fissata la q. la vende al prezzodeterminato dalle condizioni di vendita.

A parità di curve di costo, il prezzo di monopolio sarà superiore e la quantità prodottainferiore di quanto si registra in concorrenza monopolistica. Conseguenza: perdita dibenessere sociale, il profitto del monopolista non riesce a compensare la diminuzionedi sovrappiù del consumatore; (remember: BENESSERE SOCIALE = sovrappiù produttore +sovrappiù consumatore).

» MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO: C' = R' = p(1- 1/|e|) cioè

:: MONOPOLI NATURALI: hanno costi marginali molto bassi e costi fissi moltoelevati (così come i costi medi). La domanda (il suo prezzo) è inferiore al costo medio,dunque il monopolio produce "in perdere". Si tratta generalmente delle public utilities.

»» LA DISCRIMINAZIONE DEL PREZZOPer massimizzare le vendite il monopolista colloca sul mercato la quantità individuatadalla regola C'=R', a prezzi diversi in segmenti diversi del mercato.

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- DI 1° GRADO  (perfetta): il prezzo applicato a ogni quantità è pari al massimo chel'acquirente è disposto a pagare per quell'unità (informazione perfetta); èinterpersonale e intrapersonale (persone diverse e quantità diverse);

- DI 2° GRADO (in relazione alla quantità): il prezzo unitario dipende dal numero diunità acquistate, ma non dall'identità dell'acquirente; in questo modo il profittonon è mai inferiore al prezzo uniforme;

- DI 3° GRADO (in relazione alla persona): caso in cui consumatori diversi paganoprezzi diversi, con prezzo unitario costante (svincolato cioè dal volume di acquisti).

:: LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA (a fianco: equilibrio di BP), pag. 304Ha le seguenti caratteristiche: 1) c'è concorrenza tra le imprese, senza perfettainformazione; 2) libertà di entrata/uscita dal mercato; 3) merci prodotte sonoeterogenee ma sostituibili in senso stretto.Differenziando il prodotto, ogni impresa si aggiudica un segmento di mercato: price-setter (non price-taker come in conc. perf., e non assoluta come nel monopolio).» MASSIMIZZAZIONE  DEL  PROFITTO: R'=C' - La presenza di extraprofitti attira nuoveimprese; la curva D per la singola impresa si sposta verso sx; gli expr si riducono finoa 0; la curva D è di nuovo tangente alla curva di costo medio.

» EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO- IN CONC. PERFETTA: C'L = R' = CML = P- IN CONC. MONOPOLISTICA: C'L = R' et p = CML , ma P> C'L

Cioè: prezzo maggiore e output minore rispetto alla conc. perf.; le imprese in conc.monop. sono troppe e ciascuna produce un liv. di output inferiore a quello ottimale.

======= MACROECONOMIA (come si misura la performance di un sist. econ., CZ: cap III)Nella parte di MICRO sono stati individuati i criteri di scelta sottostanti alle decisioni diconsumo (massima utilità) e di produzione (massimo profitto).Per analizzare l'andamento del sistema economico nel suo complesso conviene semplificare leipotesi teoriche e focalizzare l'attenzione su aspetti di immediato interesse. Da un latoprendiamo in esame l'insieme dei consumatori dell'unico bene prodotto all'interno del sistema;chiameremo tale bene prodotto interno lordo. Dall'altro lato studiamo il comportamento

complessivo delle imprese per quanto riguarda la domanda di beni di investimento e ladomanda di lavoro, così come si analizzerà l'offerta di lavoro complessiva delle famiglie.

» Gli operatori di CONTABILITÀ NAZIONALE: FAMIGLIA: unità che svolge la funzione di consumo di beni e servizi e che mette a

disposizione delle imprese il proprio lavoro e il proprio capitale; IMPRESE: unità istituzionali che hanno la funzione di produrre beni e servizi per il

mercato; STATO: l'insieme di attività che producono servizi per la collettività e che sono

scambiati senza essere sottoposti alle regole del mercato; ESTERO: il complesso di unità economiche che operano all'estero.» CIRCUITO ECONOMICO: consiste nella relazione tra scambio di beni e servizi(circuito econ. reale) e i relativi movimenti di moneta (circuito econ. monetario).

» per misurare il flusso globale di produzione ottenuto da una certa collettività inun certo periodo di tempo si fa ricorso a due concetti:a) PIL o PRODOTTO INTERNO LORDO: ammontare della produzione ottenuta

dall'attività economica svolta all'interno del paese dai residenti e non residenti.b) PNL o PRODOTTO NAZIONALE LORDO: attività economica svolta all'interno o

all'estero dai soli residenti (coloro che risiedono stabilmente in un paese da più diun anno).

c) PNN o PRODOTTO NAZIONALE NETTO: si considera l'ipotesi che i capitali fissidi produzione siano soggetti a logorio fisico ed economico; questa perdita di valoreè misurata dagli ammortamenti, il cui scopo è mantenere inalterato il valorereale e la capacità produttiva degli impianti.

ALCUNE CONSIDERAZIONI: [1] se supponiamo di occuparci di un paese che non abbia alcuna relazioneeconomica con l'estero, PIL e PNL vengono necessariamente a coincidere; [2] il PNL vienecalcolato al netto dei beni e servizi complessivamente consumati per produrli - le cd transazioniintermedie, che se inserite nel calcolo darebbero origine a duplicazioni: in concreto, per valutare

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il PIL si sommano i cd valori aggiunti nei vari stadi della produzione (valore aggiunto = val.complessivo della produzione realizzata nel periodo meno il valore di tutti i prodotti utilizzatinella prod.); [3] il PNL comprende anche la produzione di servizi, che il più delle volte sonodestinabili alla vendita (e quindi calcolabili in base al loro valore di mercato) ma che in altri casi- i cd servizi collettivi - non sono soggetti alle regole del mercato: un modo per valutarliconsta nell'eguagliare il loro valore di produzione alla somma dei costi sostenuti per ottenerla(cioè l'ammontare degli stipendi degli enti pubblici).

» VARIAZIONE IN TERMINI REALI E VARIAZIONI DEL LIVELLO DEI PREZZINel confrontare il PNL di due anni diversi non è possibile sapere se la differenza èdovuta alla variazione di prezzo o di quantità. Per ottenere una misura indipendentedai prezzi è possibile utilizzare per ogni anno un insieme di prezzi scelti come base,ottenendo il prodotto reale. Il rapporto tra prodotto reale e prodotto nominale èl'INDICE DEL LIVELLO MEDIO DEI PREZZI detto anche deflatore implicito delprodotto nazionale.

» IN UN'ECONOMIA  A P E R T A: PIL + RNE = PNL = YL

RNE = redditi netti all'estero: differenza tra le remunerazioni provenienti dall'estero (nel PNL) equelle che vanno all'esterno (nel PIL); YL = reddito nazionale lordo (RNL), ovvero la somma deisalari, delle rendite e dei profitti (e degli ammortamenti).

» IN UN'ECONOMIA  C H I U S A:

PNL = consumo privato + investim. privato lordo + consumi/investim. pubblici PNL - ammortamenti = PNN PNN - IVA (imposte indir. nette imprese) = reddito nazion. al costo dei fattori redd. naz. costo fattori -- [a) risparmio di impresa; b) imposte sui profitti; c)

contributi speciali] + trasferimenti alle famiglie = reddito delle famiglie Reddito delle famiglie - imposte personali = reddito disponibile delle famiglie

(composto da: consumo privato e risparmio delle famiglie)- Risparmio Lordo Privato = ammort. + risp. d'impresa + risp. famiglie- Bilancio Pubblica Ammin. = imposte indir. nette imprese + imposte sui

profitti + contributi sociali + imposte personali -- trasferimenti alle famiglie:: BILANCIA DEI PAGAMENTIÈ il conto in cui vengono registrate tutte le transazioni economiche che un sistema

nazionale intrattiene con il resto del mondo.Tutte le registrazioni vengono calcolate con il metodo della PARTITA DOPPIA, in cuiogni transazione viene segnata sia a debito che a credito (conseguenza: in terminicontabili la bilancia è sempre in pareggio, in termini economici invece no perché nontutte le operazioni hanno un significato economico analogo). Solitamente si registrano"sopra la linea" le operaz. autonome (=andamento spontaneo saldo della bilancia);"sotto la linea" le operazioni compensative attuate dallo Stato (i movimenti monetari).» Il saldo delle operazioni ufficiali ha valore uguale, ma segno contrario, rispetto aquello delle operazioni autonome. La differenza, quando si ha un surplus, affluiscenelle casse della Banca Centrale che aumenta così le proprie riserve internazionali.La BdP consta di tre sezioni: 1) le partite correnti;

2) i movimenti di capitali e movimenti monetari;

3) presenta le risultanze delle prime due sezioni (errori & omissioni).[1] PARTITE CORRENTI (grandezze di flusso)

- merci (dette "partite invisibili", il loro saldo è la BILANCIA COMMERCIALE);- servizi (noli, assicuraz., trasporti, viaggi, serv. governativi, royalties, brevetti…);- redditi: da lavoro e da capitale (remunerazione dei servizi resi dai fattori

produttivi nazionali impiegati all'estero o esteri impiegati nel paese);- trasf. unilaterali: privati (es. rimesse emigranti) e pubblici (contributi UE)

[2] MOVIMENTI DI CAPITALI e MONETARI: conto in cui vengono registrate levariazioni della posizione creditoria e debitoria di un paese nei confronti dell'estero;entrate/uscite vengono registrate alla voce movimenti monetari, in cui sonocontabilizzate tutte le variazioni delle riserve internazionali del paese:

BP = PC + MC = RUNB. nella realtà dei fatti non è sempre possibile effettuare la doppia registrazione,poiché ci sono operazioni che lasciano traccia solo nei movimenti monetari (es.donazione fatta da un non-residente a un residente).

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[3] Per questo motivo nella terza sezione del conto della bilancia dei pagamenti vieneintrodotta la voce ERRORI ED OMISSIONI, che ha lo scopo di eguagliare il saldodelle partite correnti e dei movimenti di capitali a quello dei movimenti monetari (consegno opposto).Bilancia dei pagamenti: pdv contabile (sempre in pareggio)  pdv commerciale

viene considerato come saldo quello relativo alle OPERAZIONI  AUTONOME, allo scopo dimettere in evidenza l'andamento spontaneo delle relazioni con il resto del mondo.

:: modello semplificato per lo studio della MACROECONOMIA (da qui: Rodano Saltari)- RNE = 0, quindi PNL PIL (no rapporti con l'estero);- A = 0, quindi PNL PIL- PNL = Y (Stato: no imposte indirette e no contributi alla produzione);- Il reddito nazionale è uguale alla spesa aggregata, ovvero

Y = C + I + G + X - Z (cioè: + esportazioni X, - importazioni Z); Y - T + TR = YD = C+S

:: IL PRINCIPIO DELLA DOMANDA EFFETTIVA (pag. 291, SR)Funzione aggregata di produzione: Y = f(N), mette in relazione due grandezzeaggregate (output e occupazione complessiva). Il Prodotto Nazionale è massimo

quando il sistema si trova sulla propria frontiera delle possibilità produttive, incondizione di pieno impiego (cioè: se Y<YP c'è un gap di produzione, e disoccupaz.)» DICE  KEYNES: il livello effettivo del prodotto è determinato dal livello della domanda,cioè le imprese producono ciò che riescono a vendere, motivo per cui la produzionedipende dalla domanda. Se Y>DA allora Y, se Y<DA allora Y; l'equilibrio si haquando Y=DA, cioè quando le imprese riescono a vendere tutto ciò che producono.Siamo in presenza di un MODELLO  A  PREZZI  FISSI, in cui la variazione di domanda noninfluenza i prezzi: l'aggiustamento è solo sulle quantità.» LEGGE DI SAY (sostenuta dai Neoclassici, p.279) dice che l'offerta crea da sé la domandanecessaria: se Y>DA allora Y, se Y<DA allora Y. Chi offre un bene ne sta semprecontemporaneamente domandando un altro e il valore complessivo delle merciprodotte è sempre uguale a quello delle merci domandate. Questo modello entra in

difficoltà se si considera il fattore risparmio, e presupponendo i PREZZI  MOBILI è cmqincompatibile con il modello di Keynes.

» COMPONENTI DELLA DOMANDA AGGREGATA - secondo uno schema semplificato checomprende solo imprese e famiglie.

DA = C+I; Y = DA = C+I (condizione di equilibrio); [ma nella CONTABILITÀ

NAZIONALE: Y = C+S, perché la condizione di equilibrio riguarda i programmi dispesa e produzione (decisioni ex ante) mentre la cont. nazionale è ex post].

[1] CONSUMO: C = C0 + bYIn cui: C0 indica che ci sono altri fattori condizionanti oltre al reddito (consumoautonomo); b rappresenta la propensione marginale al consumo e misura quanto variail consumo al variare del reddito (b = C/Y, con valore compreso tra 0 e 1); b è ilcoefficiente angolare della retta; la funzione del reddito è crescente.

[2] INVESTIMENTII0 dipende dalle aspettative di profitto future, è quindi una variabile esogena (che nonviene spiegata dal modello considerato.

:: MODELLO REDDITO-SPESA: studiamo l'applicazione del principio della domandaeffettiva in un modello semplificato...- esistono solo due operatori, imprese e famiglie;- I=I0 (il livello di investimento è fattore esogeno);- tutti i prezzi sono supposti come fissi;- C0=0 (escludendo l'ipotesi del consumo autonomo);- DA = C+I = bY+I0  (retta crescente al crescere del reddito disponibile);

2) Per la SOLUZIONE ALGEBRICA si parte dalle seguenti equazioni:[1] Y=DA; [2] DA=C+I; [3] C=bY; [4] I= I0

Risolvendo le equazioni (con sostituzioni) si ottiene Y=bY+ I0

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Proseguiamo, e si ottiene Y0 = 1/(1-b) I0, il LIVELLO DI EQUILIBRIO DEL PRODOTTO (che dipendein modo cruciale dalla quantità di investimento, data come intrinsec. instabile)3) C'è un 3°modo per definire l'equilibrio, rifacendoci alla FUNZ. DI RISPARMIO:normalmente S=YD-C; qui YD=Y quindi S=Y-C; =Y-C0-bY; = - C0+(1-b) YDunque la funzione di risparmio è crescente al crescere del reddito, con inclinaz. (1-b).(1-b) è la PROPENSIONE MARGINALE AL RISPARMIO: misura di quanto aumenta ilrisparmio all'aumentare del reddito (di una lira), ed è compresa tra 0 e 1.

Relazione tra le due: PMaC+PMaS = b+(1-b) = 1 S=IRicordando che in equilibrio Y = C+I si ha S=I; sostituendo -C0+(1-b)Y= I0, se C0 è 0 siha allora Y = 1/(1-b) I0

Conclusione: il risparmio, in macro, non è funz dell'investimento ( micro) - ???

:: IL MOLTIPLICATORE KEYNESIANOPrima considerazione: quando l'investimento aumenta, aumenta anche la domandaaggregata e di conseguenza il prodotto nazionale.Osservando la variazione dell'investimento sul livello del prodotto notiamo che ilreddito aumenta più di quanto aumenti l'investimento l'effetto di aumento diinvestimento è moltiplicato: infatti Y=1/(1-b) I, con 0<b<1 e quindi 1/(1-b)>1Calcolo: Y=1/(1-b) I 1/(1-b) = 1/(PMaS)  più è piccolo PMaS più il redd. aumenta.

» L'INVESTIMENTO è una componente della domanda aggregata, e la sua crescita faaumentare il prodotto e quindi il consumo. »» Ma anche il CONSUMO è una componentedella domanda aggregata, quindi il prodotto aumenta ancora, e di conseguenzaaumenta il consumo… Y=I+bI+bI+b3I+… (cioè: successioni di aumenti di redditodovuti sia all'aumento dei consumi che, di riflesso, della domanda aggregata).Raccogliendo: Y= I(1+b+b+b3+bn), poi limL'effetto complessivo della variazione iniziale dell'investimento risulta perciò"moltiplicato": per questo motivo il coefficiente 1/(1-b) è detto moltiplicatore.Questa formulazione della teoria ha il pregio di scomporre l'effetto complessivo dellavariazione iniziale degli investimenti sul prodotto nazionale, esplicitando il ruolo svoltodalla successione di variazioni della domanda per consumo indotte dalle variazioni diprodotto (e perciò del reddito).::PARADOSSO  DELLA  PARSIMONIA: a parità di investimenti, se le famiglie decidono dirisparmiare di più, il prodotto nazionale diminuisce; infatti con C0=0 si ha S=(1-b)Y,dunque se PMaS aumenta, b diminuisce e di conseguenza diminuisce Y0.» Dato l'equilibrio in S=I, le famiglie desiderano risparmiare di più, ma non ci riesconoperché nel momento in cui aumenta il risparmio il reddito automaticam. diminuisce.

========= LO STATO E LA POLITICA FISCALE, RS-pag.292 =========

:: MODELLO REDDITO-SPESA + STATOPremessa: dello Stato consideriamo solo G (spesa pubblica) e T (prelievo fiscale),senza considerare TR (trasferimenti).»» Il prelievo fiscale dà forma a due modelli: 1) T=T0 (esogeno); 2) T=tY (conprelievo fiscale proporzionale al reddito, in cui t è l'aliquota fiscale).< Rispetto al modello precedente, modifichiamo la COMPOSIZIONE DELLA DA, DA=C+I+G

la cui condizione di equilibrio diventa: Y = C + I + G< La seconda modifica da fare   FUNZIONE  DEL  CONSUMO, che dipende dal redditodisponibile (YD=Y-T), per cui la funzione diventa: C= bYD = b(Y-T)

1) versione T=T0, quindi C=b(Y-T0)» CONDIZIONE DI EQUILIBRIO: Y = b(Y-T0)+I0+G0; sostituendo: Y=m(I0+G0-bT0)Cioè: il prodotto pubblico è influenzato non solo dall'investimento ma anche dal livello dellaspesa pubblica (che si comporta come l'I, è esogena e viene moltiplicata) e dal prelievo fiscale. :: MOLTIPLICATORE  DELLA  SPESA  PUBBLICA: Y=mG; cioè la spesa pubblica influenza il prodottoesattamente come un aumento/diminuzione di investimento di pari ammontare (entrambe sonocomponenti autonome della domanda aggregata, e hanno lo stesso effetto).NB. T non compare tra le componenti DA, ma riesce a esercitare il suo effetto su YDattraverso il C, cioè: >T causa <YD, quindi <C (e scatta il moltiplicatore, in recessione)

Dato che la PMaC è minore dell'unità, l'effetto di variazione del prelievo è minore diquello di variazione della spesa pubblica perché b/(1-b) < 1/(1-b).:: TEOREMA DEL BILANCIO  IN PAREGGIO: un aumento di pari ammontare della spesa pubblica edel prelievo (T0=G0) fa crescere il prodotto nazionale.

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2) versione T=tY con PRELIEVO PROPORZIONALE AL REDDITO (p.296)Modifiche: [1] Y=C+I+G; [2] C=b(Y-T); [3] T=tY; [4] I=I0; [5] G=G0;la condizione [3] dà il prelievo come quota del reddito nazionale; t = aliquota fiscale.Sostituiamo le equazioni: C = b(Y-T) = b(Y-tY) = bY-btY = (b-bt)Y = b(1-t)YIl consumo risulta proporzionale al reddito nazionale (Y); la PMaC (b) dipende da t,ossia dall'aliquota fiscale: più grande è t, più è piccolo il consumo.

» SOLUZIONE

 DELL

'EQUAZ

.DI

 EQUILIBRIO

: Y = 1/[(1-b)(1-t)] (I0+G0) = mt  (I0+G0)Il moltiplicatore è tanto più grande quanto più piccola è l'aliquota.» STRUMENTI della politica fiscale di questo modello: G (agisce tramite il moltiplicatore); t(agisce sul valore del moltiplicatore).NOTA_ questo modello può essere usato anche in chiave normativa per sapere quanta deveessere la spesa pubblica per ottenere un prodotto a livello di equilibrio: Gp=Yp[1-b(1-t)]-I0

:: IL BILANCIO DELLO STATO (p.299)È la registrazione di tutte le spese che fa lo Stato (l'operatore pubblico) e di tutte leentrate che affluiscono allo Stato. È composto da spesa pubblica (G) e prelievo fiscale(T), mentre continuiamo a non considerare i trasferimenti, dunque TR=0.

- BILANCIO IN AVANZO (surplus) con T-G>0- BILANCIO IN DISAVANZO (deficit) con T-G<0

» SALDO DEL BILANCIO DELLO STATO: SBS = tY - G0

Graficamente: nel punto di incontro delle due rette troviamo il bilancio in pareggio (SBS=0); asinistra: saldo passivo (disavanzo); a destra: saldo attivo (avanzo). La dimensione del saldo èmisurata dalla distanza tra le due rette.» BILANCIO PIENA OCCUPAZ: quando il punto di SBS corrisponde col reddito potenziale (Yp)NOTA: il SBS può variare a parità di spesa pubblica e di aliquota fiscale se il prodotto nazionalecambia a causa della variazione di un'altra componente autonoma della domanda; quindi: unaumento del disavanzo non significa di per sé che lo Stato stia attuando una politica espansiva.» NESSO  TRA  SALDO  E  RISPARMIO: ricordando le due definizioni otteniamo quanto segueS=I+G-T=I-SBS, cioè: con l'inserimento dell'operatore pubblico il risparmio non èpiù uguale all'invest. (SI). Con S>I il bilancio è in avanzo; con S<I è in disavanzo(il risparmio delle famiglie viene richiesto anche dallo Stato per la spesa pubblica).» DEBITO  PUBBLICO: l'ammontare complessivo di titoli pubblici in circolazione (titoli -

ovvero prestiti allo Stato - acquistati dalle famiglie con i propri risparmi).

======= L'INVESTIMENTO E IL TASSO DI INTERESSE, RS-pag.303 =======Ricapitoliamo gli INVESTIMENTI…[1] Y0 = 1/(1-b) I0 liv. equil. prod. naz. nel più semplice mod. reddito-spesa;[2] Y0 = 1/(1-b) (I0+G0-bT0) soluz. del mod. in cui prelievo è assunto come esogeno;[3] Y0 = 1/1-b(1-t) (I0+G0) il liv. del prelievo è assunto come proporzionale alreddito…e rimuoviamo l'ipotesi che essi siano esogeni: da cosa dipendono allora?» a livello di micro: l'imprenditore investe K lire se prevede che con l'investimentopotrà accrescere i propri profitti futuri; investe se [K<valore attuale dei profitti futuri],cioè se i costi di investimento sono minori dei profitti attesi.Il VALORE ATTUALE (VA) del flusso di profitti attesi dipende dal tasso di interesse a cui essivengono scontati. Operazioni di: capitalizzazione, cioè quanto varrà in futuro unacifra attuale [K(1-i)]; attualizzazione, l'operazione inversa [K/(1-i)].Il VA è tanto più piccolo quanto più grande è il tasso usato per lo sconto.In conclusione: il VA di un dato flusso di profitti futuri (attesi) è una funzionedecrescente del tasso usato per lo sconto.:: EFFICIENZA MARGINALE DEL CAPITALE: il tasso di sconto che eguaglia il VA delflusso di profitti futuri al costo dell'investimento da cui quei profitti dipendono.Mentre il saggio di interesse misura il rendimento di una lira data in prestito, l'efficienzamarginale di un particolare investimento misura il rendimento di una lira per l'acquisto di quel"pacchetto" di mezzi di produzione addizionale. Se >i l'investimento conviene perché ilrendimento di una lira investita è maggiore del costo di prendere quella lira a prestito.

:: FUNZIONE AGGREGATA DELL'INVESTIMENTO: è quella che mette in relazione i variprogetti di investimento dell'OPERATORE IMPRESE in base all'efficienza marg. di ciascuno.Conclusione: l'investimento è, dato lo stato delle aspettative, una funz. decrescentedel tasso di interesse  I=I(i), cioè se il tasso aumenta l'investimento si riduce e vv.

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:: LA SCHEDA ISÈ una relazione, decrescente, tra Y e i in grado di identificare le combinazioni di queste duevariabili che assicurano L'EQUILIBRIO TRA DOMANDA AGGREGATA E REDDITO NAZIONALE.Prende il nome dalla forma di equilibrio I=S.

Dalla condizione di equilibrio: Y0=1/(1-b)I0 »otteniamo [IS] Y = 1/(1-b) I(i)

[Questo è il caso più semplice, un'ECON

.CHIUSA

, incui sono assenti 2 operatori: Stato, Estero].NB. scompare l'indice 0 perché ora abbiamo unarelazione tra due variabili (Y, i).CONCLUSIONE: la DA (e il liv. di PN che le è uguale inequil.) è una funz. decr. del tasso di interesse.» Graficamente: 4 grafici con gli assi allineati[a] funz. del risparmio (retta positiva perché ilrisparmio aumenta all'aumentare del reddito);[c] funz dell'investimento (retta negativa xchél'I diminuisce all'aumentare del tasso di inter.);[b] I=S, equilibrio tra dom. aggr. e prod. naz.;[d] rappresenta la scheda IS

cioè il "luogo" delle combinazioni di Y e i che assicurano l'equilibrio tra DA e prodotto nazionale.

» COMPORTAMENTO DI IS: la scheda IS è una retta decrescente la cui posizione dipende dal valore diG0 (e, se compare, T0), mentre la sua inclinazione dipende da I0 (e, se compare, da t); lascheda si sposta verso destra con: un aumento di G, o di b, una diminuzione di T0 o t.Per ogni livello del TASSO DI INTERESSE (il rendimento di una lira data in prestito) si ha undifferente livello di equilibrio: alti livelli di tasso d'interesse sono associati, in equilibrio, a bassilivelli di prodotto nazionale.

:: LA FORMA DELLA SCHEDA IS NEI MODELLI CON LO STATOConsideriamo sia la spesa pubblica (G0) che il prelievo fiscale (T0), dati come esogeni.Dato l'equilibrio tra DA e Y: S=I+G-T, cioè S+T=I+G. Essendo S=Y-T-C et C=b(Y-T0),avremo [IS] (1-b)Y+bT0 = I(i)+G0

(I membro: somma di risparmio e prelievo; II membro: somma di investimento e spesa pubbl.)La retta IS, decrescente, è tanto più a dx quanto > è G0 e tanto più a sx quanto > è T0.

:: VERSIONE DI IS CON PRELIEVO PROPORZIONALE AL REDDITOPartendo dalla condizione di equilibrio S+T=I+G si ottiene: [1-b(1-t)] Y=I(i)+G0

La retta IS, decrescente, è tanto più a dx quanto > è G0 e tanto più a sx quanto > è l'aliquota t.

:: IL MERCATO DEI TITOLIIl livello di equilibrio del prodotto nazionale dipende dal tasso di interesse definizione di i: ilSAGGIO DI INTERESSE è il rendimento di 1 lira data in prestito, o il costo di 1 lira presa in prestito.SEMPLIFICAZIONI: [1] tutti i prestiti avvengono nella forma di ACQUISTO di TITOLI;

[2] i tipi di titoli sono solo di due tipi:a) ORDINARIO (dura un anno): il contraente incassa, all'atto dell'emissione, una somma pari

al prezzo del titolo; somma che restituisce alla scadenza, maggiorata dell'interesse. =iPb oanche =Pb(1+i). La somma da restituire è Pb(1+i);

b) IRREDIMIBILE (non ha scadenza): il contraente paga ogni anno una cedola , pattuita alprincipio e fissa nel tempo. Il prezzo Pb è pari al valore attuale del flusso delle cedole future.

Pb= /i ovvero i= /Pb (il tasso di interesse è pari alla cedola divisa per il prezzo del titolo).Se riusciamo a determinare il prezzo dei titoli , la relazione i= /Pb ci dà subito il tasso diinteresse. Ma è difficile ricavare il tasso di interesse dal mercato dei titoli, per due difficoltà(trappole): 1] non vengono scambiati solo titoli nuovi ma anche "di seconda mano"; 2] un titolopuò essere comprato o venduto non solo per l'interesse che rende, ma anche per speculazione.

========== IL MERCATO DELLA MONETA, RS-pag.317+appunti ==========« L A  M O N E T A  È  C I Ò  C H E  L A  M O N E T A  F A »

Moneta: il complesso dei mezzi di pagamento comunemente accettati; è legale (conpotere riconosciuto dallo Stato; banconote) e consuetudinaria (depositi bancari).:: FUNZIONI: [1] mezzo di scambio, con cui vengono effettuati i pagamenti;

[2] unità di conto (misura del valore, evita il ricorso ai prezzi relativi);[3] riserva di valore (trasferisce il potere di acquisto nel tempo).

Dal punto 3 si deduce che è un'attività finanziaria; ma è diversa dai titoli perché: èinfruttifera (non dà interessi); ha valore nominale incerto; non ha costi di transazione;è perfettamente liquida e immediatamente spendibile; non dà rischi.

 

a b

d c

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» CORSO FORZOSO: il monopolio del diritto di conio passa nelle mani dello Stato, ilquale può produrre monete che hanno un valore nominale superiore a quello intrinsecoe può imporne legalmente l'uso come mezzo di pagamento.

:: OFFERTA DI MONETA"CORRISPONDE ALLA QUANTITÀ DI MEZZI DI PAGAMENTO  COMPLESS. A DISPOSIZIONE DEI SOGGETTI ECONOMICI" // È

LA QUANTITÀ DI MONETA COMPLESS. "IN CIRCOLAZIONE" NEL SIST. ECONOMICO.

» BASE MONETARIA [BM=CI+RI] è il valore complessivo dei biglietti aventi corsolegale: circolante (CI), nei portafogli, e riserve (RI), nelle casseforti delle banche:

le riserve sono libere o obbligatorie  base m. che le banche sono costrette anon utilizzare (per obbligo di legge), depositata in un conto presso la BC.

[r] è l'ammontare delle RI obbligatorie come percentuale dei depositi delle banche;RI=rDE (In pratica: ogni volta che un soggetto deposita una somma di denaro in una banca,questa ne versa una percentuale pari a r come riserva obbligatoria presso la BC).NB. la riserva obbligatoria è uno strumento della politica monetaria.Dell'offerta di moneta non fanno parte le riserve, ma fanno parte i depositi, M=CI+DE» relazione tra offerta di moneta (M) e base monetaria (BM):

- il circolante (CI) è proporzionale ai depositi (DE) CI=cDE;- M = CI+DE = cDE+DE = (c+1)DE;

- BM = CI+RI = cDE+rDE = (c+r)DE;- da cui la relazione tra M et BM: DE=1/(c+r)BM;- sostituendo: M = (c+1)/(c+r) BM = mmBM  l'offerta M è proporzionale alla BM;

il coefficiente di proporzionalità mm=(c+1)/(c+r) è il MOLTIPLICATORE MONETARIO

:: RELAZIONE TRA OFFERTA DI MONETA E TASSO DI INTERESSEIl tasso di interesse dipende dall'offerta di M e dalle variazioni di reddito (statica comparata):[caso A] eccesso di domanda: sale il reddito, quindi sale la domanda M; ma l'offerta resta fissa.Lo Stato deve indurre a detenere una quantità di moneta minore rispetto a quella desiderata aumenta il tasso i, così è più conveniente il deposito in banca e la domanda M cala.[caso B] eccesso di offerta: sale l'offerta M, con reddito e tasso i fissi. Lo Stato deve indurre ilpubblico a detenere la moneta addizionale in circolazione diminuisce il tasso i, così è menoconveniente depositare i soldi in banca; aumenta il circolante e l'aumentata domanda M assorbel'eccesso di offerta.

[caso C] eccesso di domanda II: è la situazione inversa del caso B l'offerta di moneta scende,quindi si aumenta il tasso di interesse per indurre a preferire i depositi bancari.

:: CANALI ATTRAVERSO CUI LA B. MONETARIA VIENE CREATA O DISTRUTTAL'offerta di moneta è un multiplo della BM; Banca Centrale esercita la funzione diAutorità monetaria propria dello Stato, e controlla di conseguenza l'offerta di moneta;[1] CANALE ESTERO: la BC cambia su richiesta la moneta nazionale con monetaestera; si crea BM se le esportazioni sono maggiori delle importazioni;[2] CANALE BANCHE: la BC concede prestiti alle banche; si crea BM se i prestiticoncessi sono maggiori di quelli rimborsati;[3] CANALE TESORO, ora vietato dal trattato di Maastricht: si trattava dell'acquisto, daparte della BC, di titoli di debito pubblico (BOT) emessi dal Tesoro.:: strumenti di cui dispone la Banca Centrale:

[1] MANOVRA SULLA RISERVA OBBLIGATORIA: per diminuire l'offerta di moneta sipuò aumentare la percentuale di riserva obbligatoria delle banche presso la BC;[2] MANOVRA SUL TASSO DI SCONTO: per diminuire l'offerta di moneta si puòaumentare il tasso di sconto; in questo modo le banche chiedono meno prestiti alla BCe si viene a creare meno base monetaria;[3] OPERAZIONI DI MERCATO APERTO: la BC acquista titoli e crea moneta; questo è lostrumento più pratico e veloce.Avendo la BC il controllo sull'offerta di moneta, M=M0 (esogeno).La BC può operare due politiche monetarie: ESPANSIVA (M>0) o RESTRITTIVA (M<0).

:: DOMANDA DI MONETA"LA  QUANTITÀ  DI  MONETA  DOMANDATA  È  LA  QUANTITÀ  DI  MONETA  TRATTENUTA  IN  MEDIA  DAL  PUBBLICO (DAL

COMPLESSO DI FAMIGLIE E IMPRESE".

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Calcolo della domanda M di un singolo soggetto economico: suo circolante + suoi depositi inogni giorno del periodo considerato, sommando i totali e dividendo per il numero dei giorni.»» PERCHE' SI DOMANDA MONETA? Si domanda M quando non la si spende immediat.[Lt] MOTIVO DELLE TRANSAZIONI: quando si trattiene M in attesa di spenderla peracquistare beni o per effettuare pagamenti nel corso del tempo; l'alternativa sarebbecomprare/vendere titoli in ogni momento (poco pratico). Quanto maggiori sono letransazioni tanto maggiore è la domanda di moneta L.» Il reddito nazionale è un buon indicatore del livello delle transazioni: Lt=kY, misura la quotadel reddito nazionale trattenuta in forma liquida per le transazioni (funz 

 

 _cresc_reddito_naz.).[Lp] MOTIVO PRECAUZIONALE: si trattiene moneta (invece di acquistare titoli) permantenere una scorta liquida con cui affrontare l'eventualità di spese impreviste.» La D moneta per questo motivo è una funzione crescente del reddito nazionale (maggiore è,minore è la quantità di liquidi che è possibile detenere) e funzione decrescente del tasso diinteresse (misura quel che si perde su ogni lira trattenuta in forma liquida invece di titoli).[Ls] MOTIVO SPECULATIVO: quando la famiglia trattiene temporaneamente monetanel portafogli giocando sulla differenza tra prezzo corrente e quello atteso dei titoli.» più il prezzo titoli è alto, più gente scommetterà sul suo calo, domandando quindi moneta (evice versa); essendoci una relazione inversa tra prezzo dei titoli e tasso di interesse: la Dmoneta per questo motivo è funzione decrescente del tasso di interesse [Ls=L(i)]

» LA TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA': arriva un momento in cui tutti glispeculatori sono d'accordo sulla stessa previsione, cioè che il tasso d'interesse ècosì basso che tutti credono che dovrà aumentare. In questa situazione nessunodetiene più titoli e tutti vogliono moneta. A questo livello del (i) la domanda dimoneta diviene potenzialmente infinita: questa situazione viene definita TRAPPOLA

DELLA LIQUIDITÀ, il liv. minimo di (i) al di sotto del quale esso non può scendere.» DOMANDA TOTALE DI MONETAL = Lt+Ls = kY + L(i), funz. cresc. reddito e decresc. del tasso i. Anche: L = k(i)Y

:: EQUILIBRIO SUL MERCATO DELLA MONETA: SCHEDA LMIl mercato della moneta è in equilibrio quando l'offerta di moneta è uguale alla domanda di

moneta, quando cioè la quantità di monetaimmessa nel sistema dall'autorità monetaria (M)

eguaglia la quantità che il pubblico (famiglie piùimprese) intende trattenere (L).

» Condizione di equilibrio: M = L[LM] M0 = kY + L(i) [dato M=M0 come datoesogeno, la scheda LM è una relazione tra levariabili reddito (Y) e tasso di interesse (i)]» Graficamente: 4 grafici con gli assi allineati[a] funz. domanda moneta per transazioni(retta crescente con coefficiente k);[c] funz. domanda moneta speculativa (rettadecrescente + trappola della liquidità);[b] equilibrio M=L (partendo dal punto M0);[d] scheda LM (con tratto orizz. in im - liquidità).

- Se si considerano livelli di reddito via via più grandi, per avere una condizione diequilibrio occorre anche un tasso di interesse via via più alto.

- Se l'offerta di moneta (M) nel grafico b aumenta, spostandosi verso destra, anchela curva LM aumenta e si sposta verso destra.

:: IL MERCATO DEI TITOLIL'andamento dei due mercati (moneta e titoli) è speculare: se è in equilibrio il primo loè anche il secondo. Per dimostrare il perché RICCHEZZA FINANZIARIA, la quantitàcomplessiva di titoli e moneta in possesso dei vari operatori economici.Data [Bs] è l'offerta di titoli, la ricchezza finanziaria è [Bs+M]La somma non può cambiare: se c'è chi compra titoli e cede moneta, ci dev'essere qualcunoche vende titoli in cambio di moneta.» vincolo della ricchezza finanziaria: Bs+M = Bd+L (con [Bd] domanda di titoli).

:: Ricapitolando…[IS] Y = 1/(1-b)(1-t) [I(i)+G0] = mt  I(i) + mt  G0

 

a b

d c

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rappresenta la relazione tra il livello del prodotto nazionale e il tasso di interesse (tra Ye i) che identifica tutte le combinazioni di queste due variabili che assicurano l'equilibriosul mercato, cioè l'uguaglianza tra domanda aggregata e prodotto nazionale.

[LM] M0 = kY+L(i)altra relazione tra le due variabili (y e i) che questa volta identifica il "luogo" dei punti diequilibrio sul mercato della moneta (e dei titoli).

= = = EQUILIBRIO MACROECONOMICO: IL MODELLO IS-LM, RS-pag.334 = = =T E O R I A  K E Y N E S I A N A  D E L  R E D D I T O

Le schede IS ed LM considerate insieme costituiscono un sistema di due equazioni in dueincognite, il cui nome è MODELLO IS-LM, e la cui soluzione identifica la combinazione di Ye di i che, dati i valori delle variabili esogene e dei parametri, assicura simultaneamente sial'equilibrio sul mercato dei beni che l'equilibrio sul mercato della moneta (e dei titoli), ossiache assicura quello che può essere chiamato l'EQUILIBRIO MACROECONOMICO.Al punto di equilibrio E (incrocio delle due schede) corrispondono un livello del prodottonazionale pari a Y0 e un livello del tasso di interesse pari a i0.:: LA CONVERGENZA ALL'EQUILIBRIO

F U O R I D A L L A ISA a sinistra: Y<DAY cresceràB a destra Y>DAY diminuirà

F U O R I D A L L A LMA a sinistra: M>L.i diminuisce o Y aumentaB a destra L>M.i aumenta o Y diminuisce

M E C C A N I S M O D IA G G I U S T A M E N T O

"teoria della ragnatela":processo di convergenzaverso l'equilibrio E

:: INTERVENTO DELLO STATO: l'equilibrio dipende dalla posizione delle schede IS eLM che a loro volta dipendono da variabili esogene, in larga parte da G e M, entrambedeterminate dallo Stato attraverso…[1] POLITICA MONETARIA: con M>0, LM si sposta verso dx (senza influenzare IS).

Così: M>L, i  I  DA  Y, fino al nuovo punto di equilibrio.Questa manovra produce il suo effetto sul prodotto nazionale stimolando gli investimenti per iltramite della diminuzione del tasso di interesse.[2] POLITICA FISCALE: espansione della spesa pubblica G>0, finanziata da:

a) vendita titoli tesoro: resta fissa LM e IS si sposta verso dx. Così: Y e Lt(poiché L>M); Bs mentre Pb, quindi i ed Ls, fino a L=M;SPIAZZAMENTO (Y*-Y1): quando i  I, perciò l'effetto espansivo della maggiorspesa pubblica è in parte compensato dall'effetto restrittivo del calo degliinvestimenti: il profitto resta fermo al punto Y1 perché la posiz. di LM è immutata.

b) acquisto da parte della banca centrale di titoli del tesoro, aumentando Mc) variazione dell'aliquota t (aumento delle tasse): con t l'inclinazione di IS si

riduce; DA perché C, ma t causa I e i; però C>I con effetto espansivo.

:: Politica economica per raggiungere la PIENA OCCUPAZIONE, attraverso:[1] POLITICA MONETARIA: M, da LM a LM' con i. se i, I  DA  Y, fino a Yp;[2] SPESA PUBBLICA: G, da IS a IS' con i e I. Ma (G>I) quindi Y fino a Yp.

:: INEFFICACIA delle politiche macroeconomiche

[1] INEFFICACIA DELLA POLITICA MONETARIA: se I=I0, cioè insensibile a i, lascheda IS è verticale ed è dunque inutile far leva su LM;

[2] INEFFICACIA DELLA  POLITICA MONETARIA II: se l'equilibrio di partenza èlungo il tratto orizzontale della scheda LM (cfr. trappola liquidità)è inutile fare leva su LM;

[3] INEFFICACIA  DELLA  POLITICA  FISCALE: se L=L0, cioè insensibile a i, la

scheda LM è verticale ed è dunque inutile far leva su IS (è invecemolto efficace se LM è piatta).:: DEBITO PUBBLICO E POLITICA ECONOMICASe il debito pubblico è alto subentrano due vincoli:

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[1] è necessario mantenere un alto livello di i, per convincere i risparmiatori adetenere quote via via maggiori di titoli pubblici; in queste condizioni è più difficilestimolare gli investimenti;[2] per contenere debito pubblico e disavanzo non si può attuare una politica fiscaleespansiva (aumentare G o diminuire T).Si può aggirare i vincoli in due modi [considerato il VINCOLO DI BILANCIOdell'operatore pubblico: G-T=Bs+M (nb. MONETIZZAZIONE del debito comporta alti livellidi inflazione)]:- con la vendita di titoli al pubblico (Bs);- con la vendita di titoli alla Banca Centrale (M) [NON PIÙ, DOPO MAASTRICHT]

= = = = = = = = = I PREZZI E L'INFLAZIONE, RS-pag.345 = = = = = = = = =Cambiano i presupposti: finora i prezzi erano considerati fissi, non reagivano cioè allapresenza di eccessi di domanda/offerta nei mercati: d'ora in avanti invececonsideriamo P come variabile endogena. PREZZI RILEVANTI per l'analisi economica:[P] il prezzo (medio) dei beni, o deflatore implicito, o livello generale dei prezzi;[W] il salario nominale (considerato rigido nel breve periodo);[Pb] il prezzo dei titoliÈ necessaria la distinzione tra grandezze nominali e grandezze reali:una gr. reale non è altro che la gr. nominale divisa per P. Indichiamo con Yn il prodottonazionale nominale, con Yr il prodotto nazionale reale e con P il livello generale deiprezzi, e otteniamo la seguente relazione: Yn = YrP ovvero Yr = Yn/P:: MODELLO IS-LM CON PREZZI VARIABILISe P è una variabile endogena è necessario distinguere, nel modello, variabili NOMINALI e REALI.Le relazioni considerate finora dipendono da var. reali o nominali? Se si escludel'ipotesi dell'ILLUSIONE MONETARIA (2xYn e 2xP, ma le famiglie si credono più ricche espendono, in proporzione, di più), il consumo dipende dal reddito reale. Conseguenze:

- la SCHEDA IS rimane invariata, con l'avvertenza che tutte le variabiliconsiderate sono reali: [IS] Yr = 1/(1-b)(1-t) [I(i)+G0]

- la SCHEDA LM invece cambia, perché l'offerta di moneta M è datadall'autorità monetaria in termini nominali; per ottenere l'offerta reale è

necessario dividere M0 per il prezzo: [LM] M0 /P = kY+L(i)Date le nuove equazioni si determina un sistema indeterminato a 2 equazioni e 3 variabili (Y, i,P): ci sono tanti punti di equilibrio, uno per ogni possibile livello di P. La relazione tra P e Y èinversa: se i prezzi aumentano diminuisce l'offerta di moneta reale e aumenta il tassodi interesse (facendo diminuire gli investimenti); conseguenza: diminuiscono i redditi.» CURVA DELLA DOMANDA MACROECONOMICA [DM]: identifica tutte lecombinazioni di Y e P che assicurano l'equilibrio macroeconomico, ovvero checorrispondono ai punti di incontro delle schede IS e LM, ovvero ancora che assicuranol'equilibrio sia sul mercato dei beni che su quello della moneta (e dei titoli).Il livello di P corrispondente a un dato livello di Y può essere interpretato come ilprezzo di domanda, quello che assicura che l'intero prodotto Y sia venduto. Ilmeccanismo attraverso cui un prezzo più basso stimola la domanda è il seguente: P

e offerta reale; di conseg. i e I.Problema: la curva DM permette di determinare il livello di equilibrio del prodottonazionale (reale) solo se si conosce il livello generale dei prezzi P.»» solo [curva offerta macro + curva di domanda macro (DM)] permette di identificaresimultaneamente sia il livello di equilibrio di Y che quello di P.» CURVA DI OFFERTA MACROECONOMICA [SM] determina invece il prezzo diofferta, P a cui le imprese sono disposte a vendere una determ. quantità di prodotto.[SM] P = W0 /Fn(Y) con rel. cresc. tra P e Y; Fn(Y) sta per PMaN: produttività marg. del lavoro;risolvendo l'equazione SM nell'incognita Y come funzione di P Y = Sm(P), cioè leimprese, dato il salario nominale e data la funz. aggr. di produzione, sono disposte aportare sul mercato una quantità di Y tanto più grande quanto più alto è il prezzo.

:: EQUILIBRIO MACROECONOMICO tra prod. naz. reale (Y) e liv. generale prezzi (P)» prodotto potenziale (Yp): corrispondente alla piena occupazione (dom. lavoro = off. lavoro)

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» in Y0<Yp c'è un gap di produzione, e di conseg.disoccupazione (U)» Graficamente: 4 grafici con gli assi allineati[a] equilibrio di sistema (punto di incontro diofferta e domanda macroec.);[b] quadro "di servizio";[c] funz. aggregata di produzione (mostra il

livello di occupazione);[d] mercato del lavoro (mostra il punto di pienaoccupazione, all'incrocio dell'offerta lavoro dellefamiglie con la domanda lavoro delle imprese).

Prodotto potenziale (Yp) è dato dalprodotto che corrisponde alla piena

occupazione (quando DN=SN); alla piena occ. corrisponde Np (lavoro potenziale).

:: LA DISOCCUPAZIONE (U=Np-N0): quando in un sistema economico il prodottoeffettivo è inferiore a quello potenziale (Np). dato un salario fisso, non tutti i lavoratoritrovano occupazione: Np>N0, differenza tra occ. potenz. ed effettiva

» LE POLITICHE DELL'OFFERTA -- spostare la [SM] P = 1/Fn(Y)W0

Essendo Fn data nel BP, l'unico modo per spostare SM sta nel variare W0: Y aumenta seP diminuisce, quindi bisogna abbassare anche W0. Bisogna abbassare il salarionominale, ma siccome anche P si abbassa, cala anche il salario reale; ma i sindacati sioppongono al calo dei salari. Inoltre, diminuendo i salari diminuisce anche la capacitàdi domanda del sistema (a meno che i prezzi non calino molto in fretta).:: è una politica di difficile attuazione.

» LE POLITICHE DELLA DOMANDA (spostare la DM)Dietro DM c'è il grafico IS-LM: per far crescere Y e spostare DM a destra ci vuole unapolitica monetaria o fiscale espansiva, del tipo: M o G, quindi Y - ma anche P, cosìaumenta l'occupazione (fino a pieno impiego) ma di nuovo diminuisce il salario reale.:: politiche meglio viste comportano offerta di moneta (con i), spesa pubblica,aliquota fiscale… sono manovre più "popolari", ma il prezzo da pagare sono inflazione

e diminuzione del salario reale.Se la PRODUTTIVITÀ MARGINALE DEL LAVORO fosse costante invece che decrescente:[DN] sarebbe orizz. e i salari costanti; [DM] orizz. quindi non ci sarebbe inflazione.

…Ricapitolando: usiamo il modello della domanda/offerta macro per trattare il problema delladisoccupazione, e vedere quali politiche possono essere adottate per ridurla (per raggiungere ilpieno impiego). Il modello è adatto allo scopo perché in esso il livello dei prezzi è una variabileendogena, sicché è possibile discutere le relazioni tra tale livello e la disoccupazione, e traquesta e i livelli del salario nominale e del salario reale.

:: L'INFLAZIONE: si ha quando il livello medio dei prezzi tende ad aumentare neltempo; viene misurata col tasso di variazione del livello generale dei prezzi (P).TASSO DI INFLAZ: P = Pt-Pt-1 / Pt-1, la differenza del livello assoluto dei prezzi in 2 periodi

[1] INFLAZIONE DA DOMANDA - ipotesi: in equilibrio di pieno impiego aumenta DM- aumenta la produzione, ma siamo in piena

occupazione quindi le imprese non riesconoad assumere;

- ci si disputa i pochi lavoratori aumentando ilsalario nominale; SM verso sinistra;

- proseguendo, la domanda di lavorodiminuisce fino a un nuovo punto diequilibrio;

- l'unica differenza è che ora P è maggiore (=inflazione)

» Rimedi: spostare DM a sinistra, ovvero politicarestrittiva, che è impopolare. Inoltre le decisionidi spesa tendono ad essere irreversibili: è difficile

combattere l'inflazione da domanda.

[2] INFLAZIONE DA COSTI - ipotesi: anche non in piena occupaz., aumenta W0

 

a c

b c

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Poiché P = 1/Fn(Y) W0, se P allora SM si sposta a sinistra.» Nuovo punto di equilibrio: Y è minore, sono aumentati i prezzi (ma non tanto quantoW0 quindi il salario resta cmq più alto), è aumentata la disoccupazione.In questa condizione il W0>0 è annullato. Se i sindacati non scendono a compromessisubentra la cd. SPIRALE SALARI-PREZZI.» RIMEDI: occorre far aumentare i salari reali lasciando invariato il costo del lavoro perunità di prodotto (CLUP): [1] POLITICA INDUSTRIALE, cioè fare aumentare laproduttività e quindi il salario, ma non il costo del lavoro; [2] POLITICA DEIREDDITI, un accordo tra le parti sociali che permetta l'applicazione di politichemacroeconomiche verso la stabilità (prende il nome di CONCERTAZIONE).NB. l'inflazione da costi può essere intersecata anche da una componente diversa dalcosto del lavoro: materie prime, combustibili, imposte indirette, tasso di cambio…

:: SALARIO (costo di un'unità di lavoro):: COSTO DEL LAVORO (costo del lavoro per unità di prodotto, CLUP):: COSTO TOTALE PER L'IMPRESA: CT = NW + kPk:: CM = CT/Q = NW/Q + kPk/Q:: CLUP = W/Q/N in cui Q/N è la produttività media del lavoro.Il costo del lavoro aumenta solo se il salario cresce più della produttività.

Se nel corso degli anni aumenta la produttività senza fare aumentare il costo dellavoro si innesca la spirale inflazionistica.

:: FORMULE MACROECONOMIA

PNL = PIL+RNE = YL

PNL-A = PNN

Y = C+I+G+Z-X

Y-T+TR = YD = C+S

C = C0+bY [reddito-spesa: Y = 1/(1-b)I0; S = -C0+(1-b)Y ]

C = C0+b(Y-T0) [Stato+T0: Y = 1/(1-b) (I0+G0-Bt0) ]C = C0+b(Y-tY) [Stato+tY: Y = 1/(1-b)(1-t) (I0+G0) ]

S = I + (G-T) = I-SBS [SBS=T-G]

[IS] Y = 1/(1-b)(1-t) [I(i)+G0]

i =  /Pb (titolo irredimibile)

= Pb(1+i) (titolo ordinario)

BM = CI+RI

M = CI+DE

RI = rDECI = cDE

M = c+1/C+r BM

[LM] M0 = kY + L(i)

Bs+M = Bd+L (vincolo della ricchezza finanziaria)

:: PREZZI VARIABILI

[LM] M0/P = kY + L(i); [DM] dipende da IS-LM; SM = 1/Fn(Y) w0

P = Pt-Pt-1 / Pt-1 (inflazione)

W/Q/N (CLUP)Q/N = PMn (produttività media del lavoro)