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Carissimi, arriva l’estate… Me lo confermano le scuole chiuse, i ragazzi impegnati per gli esami, il caldo afoso, le spiagge che cominciano ad affollarsi, i gelati e le gra- nite. Me lo sussurra la mia mente pronta a godersi un po’ di riposo dopo mesi d’infaticabile attività. C’è anche un riposo dell’anima, che non è semplice quiete della mente, anzi; spesso è un riacutizzarsi delle fa- coltà mentali e percettive, per trovare momenti di contemplazione di fronte alle bellezze della natura, di ammirazione del creato, di meraviglia e stupore, di rin- graziamento a Dio per questi giorni di pausa e di rica- rica; per trovare occasioni di preghiera; per leggere un buon libro; per gustare più a fondo il piacere di stare in famiglia e con gli amici senza dover sempre tener d’occhio l’orologio. Lontani da pensieri e preoccupa- zioni si riesce a scoprire con gioia «l'ispirazione spiri- tuale dello splendore dell'amicizia, quando qualcuno che crede in noi è disposto a fidarsi di noi» come di- ceva R. W. Emerson a proposito dell'amicizia. In com- pagnia di veri amici, l'estate può diventare il momento ideale per apprezzare anche i luoghi dello Spirito, te- stimonianza di fede che aiuta a ritrovare la pace in- teriore. Agosto si avvicina con uno di quegli appuntamenti "mi- tici" che lasciano traccia nel cuore di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di partecipare alle edizioni pas- sate: la GMG 2011, cioè la Giornata mondiale della Gioventù che quest'anno si svolgerà a Madrid dal 16 al 22 agosto. I preparativi continuano con un buon ritmo. Si sa già che centinaia di migliaia di giovani di tutto il mondo saranno in Spagna nei giorni precedenti l'arrivo di Papa Benedetto XVI, convivendo con altri gio- vani e famiglie e conoscendo dall'interno la Chiesa del Paese d'accoglienza, nelle varie Diocesi. E’ un’occa- sione di scambio e di arricchimento per tutta la Chiesa. Tutti sappiamo che le GMG sono nate dal cuore del Papa Giovanni Paolo II, ma, come ha detto spesso lui, sono state stimolate sempre dai giovani, dalla loro sete di Dio, dalle loro sfide e dai loro problemi. Il 1986 segna l'inizio della serie... La domenica delle Palme è la data che le ospita nella chiesa locale; poi, ogni tre anni (inizialmente ogni due), la giornata viene ripetuta, al- largata, esaltata in una grande convocazione mon- diale che ha toccato Roma, Buenos Aires, Santiago de Compostela, Czestochowa, Denver, Manila, Parigi, Roma di nuovo nell'Anno Santo, Toronto, Colonia, Syd- ney, ed ora Madrid. ''In ogni epoca, anche ai nostri giorni - scrive Bene- detto XVI - numerosi giovani sentono il profondo desi- derio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà''. ''Molti - spiega ancora il Papa - manifestano l'aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fon- dare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che possano garan- tire un futuro sereno e felice''. I giovani sono il futuro del mondo e vanno condotti alla scoperta personale di Cristo, come della sola vera ric- chezza dell’uomo che non viene mai svalutata nel con- tinuo alternarsi e oscillare delle quotazioni e delle mode esistenziali. Il cristianesimo è adesione non tanto a un sistema di idee quanto a una persona, Gesù di Nazareth che ha vinto la morte, che possiede insieme l’umanità più perfetta e la pienezza della divi- nità; che non enuncia teorie, ma è Lui stesso la Verità; che non indica sistemi opinabili di progresso e di libe- razione, ma è Lui la nostra piena realizzazione e il prin- cipio invincibile della nostra vera Libertà. Lui che non ha ricette per rendere più agiati i nostri giorni, ma è la nostra Vita. Buone vacanze! Don Francesco È TEMPO DI RIPOSO E DI CONTEMPLAZIONE È TEMPO DI RIPOSO E DI CONTEMPLAZIONE Giornalino:Layout 1 27/06/2011 10.55 Pagina 1

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Carissimi,arriva l’estate… Me lo confermano le scuole chiuse, iragazzi impegnati per gli esami, il caldo afoso, lespiagge che cominciano ad affollarsi, i gelati e le gra-nite. Me lo sussurra la mia mente pronta a godersi unpo’ di riposo dopo mesi d’infaticabile attività. C’èanche un riposo dell’anima, che non è semplice quietedella mente, anzi; spesso è un riacutizzarsi delle fa-coltà mentali e percettive, per trovare momenti dicontemplazione di fronte alle bellezze della natura, diammirazione del creato, di meraviglia e stupore, di rin-graziamento a Dio per questi giorni di pausa e di rica-rica; per trovare occasioni di preghiera; per leggere unbuon libro; per gustare più a fondo il piacere di starein famiglia e con gli amici senza dover sempre tenerd’occhio l’orologio. Lontani da pensieri e preoccupa-zioni si riesce a scoprire con gioia «l'ispirazione spiri-tuale dello splendore dell'amicizia, quando qualcunoche crede in noi è disposto a fidarsi di noi» come di-ceva R. W. Emerson a proposito dell'amicizia. In com-pagnia di veri amici, l'estate può diventare il momentoideale per apprezzare anche i luoghi dello Spirito, te-stimonianza di fede che aiuta a ritrovare la pace in-teriore.Agosto si avvicina con uno di quegli appuntamenti "mi-tici" che lasciano traccia nel cuore di tutti quelli chehanno avuto la fortuna di partecipare alle edizioni pas-sate: la GMG 2011, cioè la Giornata mondiale dellaGioventù che quest'anno si svolgerà a Madrid dal 16al 22 agosto. I preparativi continuano con un buonritmo. Si sa già che centinaia di migliaia di giovani ditutto il mondo saranno in Spagna nei giorni precedentil'arrivo di Papa Benedetto XVI, convivendo con altri gio-vani e famiglie e conoscendo dall'interno la Chiesa delPaese d'accoglienza, nelle varie Diocesi. E’ un’occa-sione di scambio e di arricchimento per tutta laChiesa.Tutti sappiamo che le GMG sono nate dal cuore delPapa Giovanni Paolo II, ma, come ha detto spesso lui,sono state stimolate sempre dai giovani, dalla loro

sete di Dio, dalle loro sfide e dai loro problemi. Il 1986segna l'inizio della serie... La domenica delle Palme è ladata che le ospita nella chiesa locale; poi, ogni tre anni(inizialmente ogni due), la giornata viene ripetuta, al-largata, esaltata in una grande convocazione mon-diale che ha toccato Roma, Buenos Aires, Santiagode Compostela, Czestochowa, Denver, Manila, Parigi,Roma di nuovo nell'Anno Santo, Toronto, Colonia, Syd-ney, ed ora Madrid.''In ogni epoca, anche ai nostri giorni - scrive Bene-detto XVI - numerosi giovani sentono il profondo desi-derio che le relazioni tra le persone siano vissute nellaverità e nella solidarietà''. ''Molti - spiega ancora ilPapa - manifestano l'aspirazione a costruire rapportiautentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fon-dare una famiglia unita, a raggiungere una stabilitàpersonale e una reale sicurezza, che possano garan-tire un futuro sereno e felice''.I giovani sono il futuro del mondo e vanno condotti allascoperta personale di Cristo, come della sola vera ric-chezza dell’uomo che non viene mai svalutata nel con-tinuo alternarsi e oscillare delle quotazioni e dellemode esistenziali. Il cristianesimo è adesione nontanto a un sistema di idee quanto a una persona,Gesù di Nazareth che ha vinto la morte, che possiedeinsieme l’umanità più perfetta e la pienezza della divi-nità; che non enuncia teorie, ma è Lui stesso la Verità;che non indica sistemi opinabili di progresso e di libe-razione, ma è Lui la nostra piena realizzazione e il prin-cipio invincibile della nostra vera Libertà. Lui che nonha ricette per rendere più agiati i nostri giorni, ma è lanostra Vita.

Buone vacanze!Don Francesco

È TEMPO DI RIPOSO E DI CONTEMPLAZIONEÈ TEMPO DI RIPOSO E DI CONTEMPLAZIONE

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venerazione e lomandavano achiamare perottenere da luisaggi consigli.Il santo ciabat-tino distribuiva isuoi guadagnitra la propriafamiglia e i po-veri, pregava in-tensamente epartecipava atutte le funzioniparrocchiali, aveva una profonda venerazione per ilCrocifisso e amava meditare la Passione di Cristo.Il 1° ottobre 1783, rincasando dai suoi giri, GiovanniAntonio fu colto da un violento temporale, si ammalòe dopo oltre un anno di sofferenze, terminò il suo pel-legrinaggio terreno.Durante il funerale ci fu una grande partecipazione daparte di tutti coloro che avevano beneficiato della suabontà; la bara fu ricoperta dalla coltre funebre che giàera servita per il sovrano Carlo Emanuele III di Savoia.La fama di santità del “ciabattino santo di Monca-lieri”, come ormai era comunemente conosciuto, sisparse a macchia d’olio.A distanza di circa due secoli e mezzo la sua vita sem-plice di lavoratore, marito e padre, all’inizio non troppoesemplare, ci dice che essere cristiani è possibile atutti, di qualunque status e condizione sociale, comeè stato possibile, più di duemila anni fa a un gruppo dipescatori, a un pubblicano, a uno zelota, a una pecca-trice, cioè a tante persone capaci semplicemente dilasciarsi affascinare dalla figura di Gesù Cristo.

GIOVANNI ANTONIOGIOVANNI ANTONIOPANIGHETTIPANIGHETTI

GGiovanni Antonio Panighetti, insieme conaltri due laici piemontesi, che incontreremosu queste pagine, costituisce un singolare

quanto valido modello per i lavoratori cristiani.Nacque l’11 giugno 1739 a Varzo, nel novarese. La suaera una famiglia di onesti contadini e, malgrado le curesagge della madre, la giovinezza di Giovanni Antonio sicontraddistinse per la svogliatezza e la futilità. Si la-sciò convincere da un compagno a fuggire di casa epoi iniziò a trascorrere nell’ozio le sue giornate. In se-guito si riprese, decise di tornare a casa ed imparò afare il ciabattino, mestiere di famiglia.Trasferitosi poi a Torino, sposò Margherita ed ebberotre figli. I due coniugi cominciarono a girare per i colli e le valliin cerca di lavoro, poiché a quel tempo le riparazionidelle calzature - poveri zoccoli di legno - si effettua-vano presso le case. Per la sua precisione e bravura, Giovanni Antonio di-venne noto ai nobili delle ville di Moncalieri e, trovandoin questo antico borgo parecchie occasioni di lavoro, visi stabilì con la famiglia. La moglie si rivelò però benpresto la sua nuova croce: vanitosa, gaudente super-ficiale e spendacciona.Nessuno dei due coniugi, comunque, spiccava per virtù:anche Giovanni Antonio talvolta era ancora in preda aivizi giovanili, frequentando osterie e sciupando i suoiguadagni nel gioco. Dopo la lettura di un libro di spiri-tualità che lo toccò nell’intimo, egli si sentì profonda-mente trasformato; fece una confessione generale e sipropose di condurre una vera vita cristiana e in que-sto ebbe l’approvazione della moglie. Don Filiberto Ma-rucchi, parroco di Sant’Egidio, diventò la sua guidaspirituale nel cammino verso la santità.Talvolta gli atteggiamenti di Giovanni Antonio eranoritenuti da qualcuno alquanto bigotti e scatenavanonei suoi confronti sarcasmo e violenza, ma la sua co-stanza fu premiata dalla conversione e dalla santamorte della moglie, mentre la sua fama di santità di-lagava ormai anche fuori Moncalieri.Persino alcune regine e principesse, come Maria Clo-

tilde, regina di Sardegna e Maria Carolina di Sa-voia, nutrivano nei suoi confronti una profonda

Padri e mariti sulla via della santitàPadri e mariti sulla via della santità

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Salve a tutti! Sono Alessio, un ragazzo di 17 anni, vicino alla fine del liceo classico. Nella vita princi-palmente studio, esco e gioco a rugby; ma il mio sogno nel cassetto è diventare un giornalista. Credoche scrivere sia il miglior modo di comunicare il pensiero e soprattutto le emozioni, come ad esem-pio la meraviglia di quando il radiante fascio di luce del tramonto (ho in mente un tramonto sulmare... un mare piatto) investe i nostri sensi. Scriverò in questo giornalino come opportunità per im-parare ad esprimere al meglio le mie idee dopo averle ancorate a realtà vissute e ascoltate. Vogliocosì mettermi a disposizione e anche confrontarmi con gli altri, riflettendo ad esempio sul rapportoche un ragazzo normale della mia età ha con Dio, e su come questo rapporto possa anche esprimereciò che è cambiato nella mia generazione rispetto a quelle precedenti. Credo che quest’idea vadaanche nella direzione di dare ampiezza alla visione del mondo che il giornalino sarà in grado di tra-smettere... quell’ampiezza che include ciò che vedono gli occhi di un diciassettenne.Alessio

2244°°1133''SS 4466°°5544''OO -- BBaaiirrrroo GGaaiivvoottaa,, II ttaannhhaaeemm

IInnvvii ttoo aall llaa pprreegghhiieerraa:: ppooeessiiee ddii KKaallhhii ll GGiibbrraannPREGHIERADammi il supremo coraggio dell'amore, questa è la mia preghiera,coraggio di parlare,di agire, di soffrire,di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.Temperami con incarichi rischiosi, onorami con ildolore,e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.Dammi la suprema certezza nell'amore e dell'amore,questa è la mia preghiera,la certezza che appartiene alla vita nella morte, alla vittoria nella sconfitta,alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, madisdegna di ripagarlacon l'offesa. Dammi la forza di amare sempre e ad ogni costo.

IL LAVOROIl lavoro è poter andare di pari passocon la terra e la sua anima.Poiché oziare significadiventare estranei alle stagioni,e uscire dalla processione della vita,che in fiera sottomissione avanzamaestosamente verso l'infinito.Quando voi lavorate siete un flautoche nel suo cuore volge in musicail mormorio delle ore.Chi di voi vorrebbe essereuna canna muta e silenziosaquando tutte le altrecantano insieme all'unisono?Eppure molti considerano il lavoro

una maledizione e la fatica una sventura.Lavorare vuol dire realizzareuna parte del sogno più remoto della terra,a voi assegnata quando quel sogno nacque.Ed è nel mantenersi con faticache in verità si ama la vita.E amare la vita attraverso la faticasignifica essere molto vicinial suo segreto più profondo.Ma se voi nella vostra penaconsiderate la nascita una calamitàe il sostentamento del corpouna maledizione scritta sulla vostra fronte,allora io vi dico che solo il sudoredella vostra fronte cancellerà ciò che è scritto.La vita non è oscurità,e ogni slancio è cieco se non c'è conoscenza,e ogni conoscenza è vana se non c'è attività,e ogni attività è vuota se non c'è amore,e quando voi lavorate con amoreinstaurate un legame con voi stessi,con gli altri, e con Dio.

L'ALTROIl tuo prossimo è lo sconosciuto che è in te, reso vi-sibile. Il suo volto si riflette nelle acque tranquille, ein quelle acque, se osservi bene, scorgerai il tuostesso volto. Se tenderai l'orecchio nella notte, è luiche sentirai parlare, e le sue parole saranno i battiti

del tuo stesso cuore. Non sei tu solo ad es-sere te stesso. Sei presente nelle azioni deglialtri uomini, e questi, senza saperlo, sono conte in ognuno dei tuoi giorni. Non precipite-ranno se tu non precipiterai con loro, e non sirialzeranno se tu non ti rialzerai.

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Il prossimo ottobre, durante il mese missionario,è previsto un insieme di incontri di ringrazia-mento e informazione sullo stato di avanzamentodei lavori e sull’esito del viaggio di agosto.

CONTATTI.

• suor Miriam tel. 06.65745353- 338.1046160• Paolo tel 3357602034• sito web: www.casadavida.org

COME DARE SUPPORTO.

Fare riferimento a“Agape ONLUS”Causale “Casa da Vida”Poste italiane CC n. 000093726867 IBAN T59T0760103200000093726867

IL PROGETTO.

Casa da vida sorgerà nella favela di Bairro Gai-vota, a Itanhaem, una cittadina costiera un centi-naio di chilometri a sud della grande metropolidi San Paolo. Sarà un centro di accoglienza e dieducazione per bambini e ragazzi, un progettodelle suore Figlie di San Francesco di Sales, checonsentirà di animare percorsi formativi (sport,doposcuola, corsi di computer, musica, teatro....)per la promozione umana e cristiana della gio-ventù, secondo lo spirito e il metodo educativodi San Francesco di Sales. Attualmente sono staticompletati i due piani dell’edificio e stanno percominciare i lavori del tetto.

L’OPERATORE MISSIONARIO.

Suore Figlie di San Francesco di Sales (vedi nu-mero 2 di questo giornalino).

CRONACA.

Come lʼanno passato il prossimo agosto ungruppo di adulti e ragazzi (tra cui persone dellanostra parrocchia) partirà per una esperienza mis-sionaria in Brasile, sotto la guida delle suore Figliedi San Francesco di Sales. Sarà unʼulteriore op-portunità di scoprire lʼimportanza e la bellezza dicrescere con una mentalità aperta al mondo e diimparare a vivere animati da sentimenti di amoree di fraternità. Per la prima volta sarà possibileoperare anche all’interno di Casa da vida, la cuicostruzione è ormai abbastanza avanzata (adagosto sono previsti il tetto e un bagno funzio-nante). Il locale verrà adibito a laboratorio di co-struzione e decorazione di aquiloni. Al terminedei lavori vi sarà una grande festa sulla spiaggia...tutti quanti, grandi e piccoli, italiani e brasiliani,laici e consacrati a riempire il cielo di aquiloni!

LA PARROCCHIA IN MISSIONE.

Casa da vida viene su anche per via della ge-nerosità della nostra comunità parrocchiale.

CCaassaa ddaa vviiddaa

Inserto Missionario:Layout 1 27/06/2011 11.08 Pagina 2

IInntteerr vviissttaa aa BBaarrbbaarraaNella prima metà del prossimo Agosto, la nostraBarbara Ciani - da sempre presente nella comunitàparrocchiale - partirà per realizzare il suo sognomissionario nell’amato Brasile. Intervistiamola.I FATTIA quale titolo vai in Brasile? Più che titolo mi piaceusare il termine ”veste”. “Vado in veste di laica che,venuta a conoscenza di un grande progetto mis-sionario svolto dalle S. Figlie di S. Francesco diSales, offre le sue capacità e limiti per aiutarle: mimetto a disposizione!”Cosa hai dovuto fare per rendere possibile questapartenza? “Ho deciso di richiedere il visto per unanno di volontariato. Si è messa in moto la grandemacchina burocratica dei due paesi: Italia e Brasile.Ho dovuto produrre un gran numero di documenti,certificati e giuramenti al Consolato del Brasile chenon rilascia molto facilmente questo tipo di visto eche effettua un controllo molto cavilloso su tutta ladocumentazione prodotta. Grande aiuto mi è statodato dalla Congregazione. Molta della documenta-zione ha dovuto essere prodotta e autenticata inBrasile per poi essermi spedita qui. Le suore di lì sisono mobilitate e in pochissimo tempo, anchedopo le correzioni richieste dal Consolato qui in Ita-lia, mi hanno recapitato il tutto. Molto importante èstato anche l’aiuto della Chiesa, intesa come comu-nità unita, che ho ricevuto non solo dal parroco delBrasile ma da tutti i sacerdoti e laici che mi hannosostenuto. Alla fine ce l’abbiamo fatta, il visto mi èstato rilasciato poco tempo fa!”IL FUTUROCosa intendi fare questo primo anno? “Questo è unanno di prova. Casa Da Vida non è ancora finita edio opererò nel progetto di S.Rita a São Bernardo doCampo (San Paolo), dove collaborerò con le suore,non solo nelle varie attività svolte con i bambini maanche in quelle con le famiglie e la comunità.”... e in prospettiva? “Pensando al futuro, a quandoCasa da Vida sarà finita e funzionante, mi vedo inquella casa per accogliere chiunque abbia bisogno.”IL PASSATOCome si colloca questa scelta nel tuo cammino difede? “Direi che questa è una tappa molto impor-tante in un cammino di fede. Non perché vada lon-tano e a vivere in determinate condizioni maperché, ad un certo punto della ricerca e dell’in-

contro con Dio, arriva la necessità di allargare gliorizzonti e di donarsi sempre più all’altro comeGesù ha fatto per noi. Non è necessario fare qual-cosa di eclatante: basta seguire ciò che con moltasemplicità e naturalezza ci viene indicato. Io mi ri-tengo molto fortunata di avere l’opportunità, grazieall’aiuto di tante persone, di poter vivere questapossibilità che mi viene data.”Come hai cominciato ad appassionarti al Brasile?“Già prima di aver visitato la terra del Brasile, a farmiinnamorare sono state le persone di questo paese;questo quando, molti anni fa, ero in Portogallo peril progetto Erasmus. Successivamente, quando hocominciato ad andare in Brasile, mi sono appassio-nata anche al paese mentre l’amore per la gente delBrasile continuava puntualmente a crescere... in-sieme, con la comprensione delle differenze cultu-rali da capire e superare.Ti preoccupa l’aver abbandonato la posizione di si-curezza che avevi qui in Italia?“Sono consapevole di quello che lascio qui. Lasciouna famiglia che mi ha sempre sostenuto e amiciche mi sono sempre stati vicino. Ma è proprio gra-zie a tutto quello che ho ricevuto che posso partirecon il cuore carico, pieno degli insegnamenti e del-l’amore ricevuto, certa che porterò sempre tuttoquesto con me e che non sarò mai sola. “C’è, invece, qualcosa che ti spinge ad allontanartida qui? “Non credo si possa prendere nessuna de-cisione per allontanarsi da qualcosa o qualcuno.Vedo questa possibilità che mi viene data più comeun avvicinamento che un allontanamento.”

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Il gesto bellissimo di Barbara (vedere intervista nelle pagineprecedenti) è diventato possibile solo dopo la rimozione dibarriere burocratiche provenienti dai due paesi interessati.Chi ha accompagnato Barbara nei primi passi di questa av-ventura sa cosa ha dovuto fare - produrre una montagna dicarte! - e sa quanto sarebbe stato facile trovarsi alla fine conun pugno di mosche in mano. Ma tutti noi (eventualmentecon rammarico per la temporanea assenza fisica) abbiamofatto il tifo per Barbara e adesso che Barbara potrà inseguireil suo sogno sembra importante chiedersi cosa davverodebba pensare un cristiano e un missionario di questa mon-tagna di carte che ha dovuto produrre.

Impostiamo la domanda in questo modo: noi tutti siamo assoggettati alle leggi in vigore nei luoghi dove vi-viamo e operiamo; questo ci porta a considerare le leggi come una limitazione della nostra libertà di azione;possiamo concordare sul fatto che questa limitazione sia necessaria alla convivenza civile... ma questo noncambia necessariamente il nostro modo di pensare alle leggi dell’uomo. D’altra parte, abbiamo a disposizioneun’altra nozione di legge. Eccone un esempio: “L’acqua, a pressione ambiente, bolle alla temperatura di 100gradi centigradi”. Un enunciato come questo viene chiamato anch’esso “legge” e tutti noi sappiamo che pro-viene da un altro modo di vedere la legge: l’acqua non può “disubbidire”, magari prendendosi poi una multaper non aver bollito alla temperatura giusta! La legge citata, infatti, non dice cosa l’acqua debba fare ma cosa,almeno in parte, l’acqua sia. La domanda un po’ impertinente di questo mese è allora questa: cosa succedese sostituiamo ovunque (anche quando parliamo della legge di Dio) la prima definizione con la seconda? Ot-teniamo una visione del mondo possibile? Più o meno cristiana? Più o meno missionaria? Riflettiamo insiemeancora un momento. La legge che dice “non devi rubare” (stiamo parlando, per ora, di quella dell’uomo) nonsembra affatto dire cosa gli uomini siano in quanto il furto è un fenomeno che esiste nel mondo. In generale,il gioco di ripensare la legge secondo la definizione “scientifica” equivale ad assumere un altro punto di vista:non guardare cosa la legge implichi per noi, ma di chi o di che cosa stia parlando, di chi o di che cosa sveliun connotato essenziale. Se la legge citata poco fa parla dell’acqua allora chiediamoci: di chi o di che cosa parlauna legge di natura? di chi o di che cosa parla la legge dell’uomo? di chi o di che cosa parla la legge di Dio?

“L’acqua, a pressione ambiente,bolle alla temperatura di 100

gradi centigradi”

LLaa ddoommaannddaa ddeell mmeessee

Come contattare“Missione: parliamone...”:

Telefonare a Paolo (3357602034)

Invia una e-mail all’[email protected]

Inserto Missionario:Layout 1 27/06/2011 11.07 Pagina 4

- ha saputo reinterpretare il proprio ruolo missionario,infatti, nell’ultimo scorcio dello scorso secolo, Papa Gio-vanni Paolo II promulgava la lettera enciclica Redempto-ris Missio destinata alla missione ad gentes verso ipopoli che non hanno mai conosciuto il Vangelo e allanuova evangelizzazione, prevalentemente rivolta almondo occidentale e di antica evangelizzazione. Tredicianni dopo lo stesso Papa, oggi beato, istituì a Romaun’indimenticata missione cittadina in preparazione delgrande Giubileo del 2000 e promulgava l’EsortazioneApostolica post-sinodale Ecclesia in Europa. In essavenne evidenziata la necessità di un “nuovo” primo an-nuncio del Vangelo in Europa sia per gli indigeni, spessogià battezzati, che per coloro che nel frattempo vi eranoimmigrati con la speranza di una nuova vita, prefigu-rando in tale modo una vera e propria missione ad gen-tes. D’altronde nello stesso Vangelo risuona un iperbolicoparadosso: Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà lafede sulla terra? (Lc 18, 8). L’Esortazione Apostolica,partendo proprio da questa parola evangelica, continuasottolineando come “tale sfida consiste spesso nontanto nel battezzare i nuovi convertiti, ma nel condurrei battezzati a convertirsi a Cristo e al suo Vangelo”. In-fine don Lonardo ha tracciato quattro possibili scenaridi annuncio del cristianesimo per un futuro prossimo: 1)uscire dal particolare e dal dettaglio per arrivare all’es-senziale dell’annuncio cristiano partendo dalla vita realedegli uomini; 2) annunciare il cristianesimo non solocome un deposito di antiche tradizioni religiose, maanche come il nuovo che si ripropone ad ogni generazione;3). Ripresentare il principio delle cose in Dio rispetto aduna cultura che tende ad escluderlo da tutto, eviden-ziando la diversità del cristianesimo come valore origi-nante; 4) riscoprire il bello quale analogia del sacro e deldivino. Si cerca di rispondere così con semplicità ai grandi temidella fede e della vita, come ad esempio la presenza delmale e il senso del peccato originale, proprio per rivelarela disarmante bellezza dell’annuncio cristiano. Un po’come quando Roberto Benigni, ci ricorda lo stesso donAndrea Lonardo, recita i cantici della Divina Commedia diDante forse in modo non ortodosso, ma così efficace e…bello.

NUOVA EVANGELIZZAZIONE: PARLARE CON ILNUOVA EVANGELIZZAZIONE: PARLARE CON ILCUORE AL CUORE DELLA GENTECUORE AL CUORE DELLA GENTE

Sapremo mai accettare questa sfida? Cosa vuol dire“nuova evangelizzazione”? Ma non siamo per la maggiorparte battezzati in Italia ed in molti altri paesi europei?Ma che valore può ancora avere l’annuncio di Cristo perl’uomo occidentale del XXI secolo? E poi, da cosa do-vremmo essere redenti? Può veramente Dio cambiare lanostra vita e in che senso? Le domande potrebbero con-tinuare per rimarcare quanto oggi sia necessario che laChiesa riscopra l’annuncio cristiano quale vero ed au-tentico motivo fondante dell’attività di tutti coloro chesono parte, a qualunque titolo, del cammino di fede ra-dicato nell’annuncio cristiano. Per questo motivo a N.S.di Coromoto abbiamo iniziato un cammino che, nel corsodel prossimo anno pastorale, ci porterà ad approfondirei temi della missionarietà della Chiesa. Don Francescoha invitato nel mese di Maggio don Andrea Lonardo, di-rettore dell’ufficio catechistico di Roma, per dare un in-cipit fecondo all’intera iniziativa. Per prima cosa donLonardo ha posto il concetto di “primo annunzio” comeattitudine alla testimonianza in tutti i possibili contestidi vita. Da uomo a uomo, quindi, affinché chiunque possavedere, attraverso il volto di un cristiano, un cuore pienodella gioia di vivere. Tale incontro personale, poi, potràessere testimoniato da una comunità che mostri la vi-vacità di un “pensiero” cristiano aperto al mondo dellacultura e della scienza nonché al contesto mediatico edistituzionale dando così ragione della speranza di cuisono portatori i cristiani stessi (cfr 1Pt 3, 15) per poiaccogliere chi, attratto dalla prospettiva di una vita cri-stianamente orientata, desideri saperne di più magariinserendosi in un percorso catechistico di base. Gli annidella predicazione di nostro Signore ci confortano pro-prio in questa direzione e San Paolo stesso seppe co-gliere tale essenzialità (cfr 1Cor 1, 27). D’altrondel’imprimatur sul progetto di nuova evangelizzazione, oltreche fondarsi sull’assunto che ciascun uomo è creaturadi Dio ed è costantemente amato e cercato dal Signore,nasce anche dalla necessità di confrontarsi in partico-lare con due secoli, il XVIII ed il XIX, e le relative ideologieche ne scaturirono. Queste si sono poi eclissate, anchese non totalmente, dissolvendosi spesso in quel nichili-smo drammaticamente profetizzato dal filosofo Nietz-sche che, mentre auspicava un uomo a-religioso ea-morale capace di porsi al di là del bene e del male, com-prese come tutto sarebbe potuto approdare ad un ni-chilismo socialmente diffuso, volto a negare osemplicemente ignorare qualunque realtà ultima. Ma laChiesa - riprendendo il filo dell’intervento di don Lonardo

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IL TEATRO PARROCCHIALE: NUOVE COMMEDIE,NUOVE EMOZIONI

Torniamo a parlare del nostro bel gruppo teatrale, cheanche nel mese di giugno ci ha regalato una divertentecommedia. Dopo aver portato in scena due opere didue grandi autori quali Cechov e De Filippo, sabato 4e domenica 5 giugno ha rappresentato “Trenta Se-condi d’Amore” di Aldo De Benedetti, una commediain tre atti. Gli attori danno il meglio di sé sin dallaprima sera, non lasciando trasparire l’emozione, dandovita alla propria parte, nel modo in cui solo l’amore peril Teatro sa fare. La freschezza della recitazione, lepiccole e divertentissime modifiche fatte dagli attoristessi o dalla Regista, come ad esempio l’introduzionedel dialetto veneto del parente petulante, rendonoancor più piacevole la visione di queste due ore emezza di spettacolo, che grazie alle risate, passanosenza nemmeno accorgersene. Anche in questa rap-presentazione si conferma la sintonia tra gli attori,che durante la scena mostrano affiatamento e com-plicità scenica, così da far capire ancor più a noi spet-tatori, cosa può fare la magia del Teatro nei cuori dipersone che amano questa magnifica Arte. Gli attorigiovani, pur avendo ruoli fondamentalmente marginali,mostrano abilità recitativa e la voglia continua di cre-scere e maturare. Da fonti certe, ma ufficiose, ilGruppo tornerà a replicare in ottobre. Quindi vi esortosin da ora, per chi non avesse ancora avuto il piaceredi vedere questa fresca commedia, a non perderel’occasione e…occhio alle locandine... Coming Soon!

A proposito di teatroA proposito di teatroGRUPPO AMICI - "T" COME TEATRO, T COME TERA-PIA DELLA GIOIA, T COME...

L'esistenza in Parrocchia di un complesso di mezzitecnici e di un gruppo teatrale fornisce la prova vi-vente di ciò che un personaggio di Coromoto - Non-norò, chi non lo conosce? - ama ripetere: "Nella vita èun grande bene fare cose belle insieme". Ora sco-priamo che la valenza delle dette dotazioni, umane estrumentali, è molteplice. L'occasione ce l'ha fornita la rappresentazione che i"ragazzi" diversamente abili del Gruppo Amici S. Gio-vanni di Dio hanno dato - come periodicamentefanno - il 10 giugno u.s.Se riflettiamo, vediamo che i giovani - e meno giovani- del Gruppo Teatrale "maggiore" si misurano, ammi-revolmente e appassionatamente, con grandi autorie testi impegnativi, con ciò stimolando la propriaespressività e perfezionando le doti recitative.Nel Gruppo Amici, invece, gli ingredienti dell'"impresa"sono stati quelli che seguono: una regista un pò vi-sionaria (e più che altro dotata di una fede incrolla-bile nelle doti che i nostri ragazzi "celano") che hamesso insieme - oltre alle musiche - un testo sem-plice, gustoso e credibile, realizzando anche una va-langa di costumi e oggetti vari. Direi che non è uncaso se il titolo dello spettacolo - mezz'ora di ricca"performance" - era "Un'invenzione pazza". A fiancodella regista un nugolo di volontari e al centroLORO, i nostri amici. Erano agitati prima dell'inizio,ma di più lo eravamo noi. Poi, a sipario aperto, sonostati bravissimi, migliori di noi che li affiancavamo. Inostri ragazzi hanno fatto ridere, hanno divertito e,quello che più conta, si sono divertiti, pazzamente, diun divertimento chiaramente terapeutico. Poi, il fra-stuono si è spento e, ancora una volta, ci hannofatto pensare. Pensare alla loro ricchezza nascosta,al loro impagabile candore, alla preziosità del loro af-fetto, non solo per noi volontari, ma per tutta laParrocchia.

Siamo fatti per partire,per cercare sempre la fonte.

Per vivere in viaggio,come pellegrini e come figli

che continuamentesi mettono alla sequela,

alla scuola di Gesù,e che... arrivati a un punto...

vivono il pensieroche hanno scritto fino a lì,

solo come introduzione al tema...e vanno a capo...

per continuare la storia!

(Madre Teresa di Calcutta)

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