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ISTITUTO COMPRENSIVO IC CASALINUOVO Giornalisti in “erba” Salve, siamo ragazzi che frequentano la terza media dell’isti- tuto “Casalinuovo” di Catanzaro Lido, Istituto nel quale abbiamo trascorso gli anni più belli del- la nostra preadole- scenza. In questi tre anni le esperienze sono state tante e, nel corso dei nostri studi, abbiamo avuto l’occasione di affrontare tematiche relative ai problemi che affliggono la nostra società. Quest’anno abbiamo intrapreso il progetto PON A scuola di giornalismocon la voglia di divertirci e di lavorare insie- me per creare un giornalino scolastico, con il quale vogliamo ricordare alcuni momenti significativi di questo anno scolastico che oramai volge al termine. Abbiamo partecipato alle attività con entusiasmo e ci siamo impegnati al massimo per redigere al meglio questo giornalino. Ringraziamo i nostri professori che ci supportato in questa impresa. In cosa consiste esattamente il suo lavoro? Il mio lavoro consiste nel dirigere l’aspeo manageriale e didaco della scuola Questo lavoro le piace? Io dico sempre con orgoglio che sono entrata a scuola all’età di sei anni, successivamente ho fre- quentato il liceo e poi mi sono laureata in matemaca;un anno dopo ho iniziato ad insegnare e da allora la scuola è stata un aspeo fondamentale della mia vita. Ho scel- to il mio lavoro per passione e non ho mai pensato di andare a lavorare in un ufficio perché ho sempre voluto un rapporto con gli alunni, ormai sono quasi giunta alla fine della mia carriera. La passione mi ha sempre condoa a lavorare con entusiasmo e soddisfazione . È difficile il suo lavoro data l’esistenza di tre ordini di scuola? Sono molto contenta del mio Istuto perché pur essendo ubicato nella periferia di Catanzaro sud, un territorio considerato ad alto rischio dal MIUR , partecipa con successo a molteplici avità extra curriculari e questo mi riempie di orgoglio. Sicuramente è una scuola che permee ai ragazzi di confrontarsi e di crescere. Un ruolo molto importante è svolto anche dai professori e dai miei collaboratori , anche se a volte capita di dovermi portare il lavoro a casa. C’è un motivo particolare che l’ha spinta a diventare preside? No, anche se già dall’inizio ho sempre lavorato con entusiasmo spingen- domi anche oltre l’orario di lavoro, e questo mi ha portato a ricoprire il ruolo di vicepreside per circa 14 anni. La voglia di andare avan nella carriera mi ha spinto a partecipare a un concorso per dirigente. Lei se non avesse fatto la preside quale lavoro le sarebbe piaciuto fare? Io ho sempre voluto fare l’insegnante proprio perché amo il rapporto direo con gli alunni, infa quando sono diventata preside ho sofferto molto per la perdita della relazione quodiana con i ragazzi. Nella mia vita avrei potuto aspirare a diventare dirigente del Comune o della Re- gione , ma il lavoro in un ufficio non mi ha mai appassionato. Qual è il suo hobby? Il mio hobby è quello di aiutare il prossimo, questo mi ha portato ad entrare in polica proprio perché volevo essere al servizio della gente e della nostra cià. Sappiamo che il suo ruolo all’interno del Comune è molto importante, quali cam- biamen ha intenzione di fare all’interno del territorio? Samo cercando di rendere tue le scuole autonome e più sicure nel minor tempo possibile. La nostra scuola La nostra scuola, l’Istuto Comprensivo Casalinuovo di Catanzaro Sud, si trova in Via Streo Anco 29. La scuola, composta da tre piani, comprende un grande corle e dispone di una bellissima palestra e di diversi laboratori. Nella nostra scuola si svolgono diversi proge che ci impegnano giornalmente offrendoci l’op- portunità di ampliare le nostre conoscenze e di affrontare temache di aualità che ci consentono di conoscere e rifleere sulla realtà del mon- do che ci circonda. L’Istuto inoltre permee agli alunni di intraprendere lo studio di uno stru- mento musicale e di entrare a far parte dell’orchestra “le Verdi Note”che par- tecipa con successo ai concorsi nazionali ricevendo molteplici riconoscimen. Giornalino annuale della Scuola Secondaria di Primo Grado a cura degli alunni del Progeo PON 2017/2018

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ISTITUTO COMPRENSIVO IC CASALINUOVO

Giornalisti in “erba”

Salve, siamo ragazzi

che frequentano la

terza media dell’isti-

tuto “Casalinuovo”

di Catanzaro Lido,

Istituto nel quale

abbiamo trascorso

gli anni più belli del-

la nostra preadole-

scenza. In questi tre

anni le esperienze

sono state tante e, nel corso dei nostri studi, abbiamo avuto

l’occasione di affrontare tematiche relative ai problemi che

affliggono la nostra società.

Quest’anno abbiamo intrapreso il progetto PON “A scuola di

giornalismo” con la voglia di divertirci e di lavorare insie-

me per creare un giornalino scolastico, con il quale vogliamo

ricordare alcuni momenti significativi di questo anno scolastico

che oramai volge al termine. Abbiamo partecipato alle attività

con entusiasmo e ci siamo impegnati al massimo per redigere al

meglio questo giornalino. Ringraziamo i nostri professori che ci

supportato in questa impresa.

In cosa consiste esattamente il suo lavoro?

Il mio lavoro consiste nel dirigere

l’aspetto manageriale e didattico

della scuola

Questo lavoro le piace?

Io dico sempre con orgoglio che sono entrata a scuola all’età di sei anni, successivamente ho fre-quentato il liceo e poi mi sono laureata in matematica;un anno dopo ho iniziato ad insegnare e da allora la scuola è stata un aspetto fondamentale della mia vita. Ho scel-to il mio lavoro per passione e non ho mai pensato di andare a lavorare in un ufficio perché ho sempre voluto un rapporto con gli alunni, ormai sono quasi giunta alla fine della mia carriera. La passione mi ha sempre condotta a lavorare con entusiasmo e soddisfazione . È difficile il suo lavoro data l’esistenza di tre ordini di scuola?

Sono molto contenta del mio Istituto perché pur essendo ubicato nella periferia di Catanzaro sud, un territorio considerato ad alto rischio dal MIUR , partecipa con successo a molteplici attività extra curriculari e questo mi riempie di orgoglio. Sicuramente è una scuola che permette ai ragazzi di confrontarsi e di crescere. Un ruolo molto importante è svolto anche dai professori e dai miei collaboratori , anche se a volte capita di dovermi portare il lavoro a casa. C’è un motivo particolare che l’ha spinta a diventare preside?

No, anche se già dall’inizio ho sempre lavorato con entusiasmo spingen-

domi anche oltre l’orario di lavoro, e questo mi ha portato a ricoprire il

ruolo di vicepreside per circa 14 anni. La voglia di andare avanti nella

carriera mi ha spinto a partecipare a un concorso per dirigente.

Lei se non avesse fatto la preside quale lavoro le sarebbe piaciuto

fare?

Io ho sempre voluto fare l’insegnante proprio perché amo il rapporto

diretto con gli alunni, infatti quando sono diventata preside ho sofferto

molto per la perdita della relazione quotidiana con i ragazzi. Nella mia

vita avrei potuto aspirare a diventare dirigente del Comune o della Re-

gione , ma il lavoro in un ufficio non mi ha mai appassionato.

Qual è il suo hobby?

Il mio hobby è quello di aiutare il prossimo, questo mi ha portato ad

entrare in politica proprio perché volevo essere al servizio della gente e

della nostra città.

Sappiamo che il suo ruolo all’interno del Comune è molto importante, quali cam-

biamenti ha intenzione di fare all’interno del territorio?

Stiamo cercando di rendere tutte le scuole autonome e più sicure nel

minor tempo possibile.

La nostra scuola La nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Casalinuovo di Catanzaro Sud, si

trova in Via Stretto Antico 29.

La scuola, composta da tre piani, comprende un grande cortile e dispone

di una bellissima palestra e di diversi laboratori. Nella nostra scuola si

svolgono diversi progetti che ci impegnano giornalmente offrendoci l’op-

portunità di ampliare le nostre conoscenze e di affrontare tematiche di

attualità che ci consentono di conoscere e riflettere sulla realtà del mon-

do che ci circonda. L’Istituto inoltre permette agli alunni di intraprendere

lo studio di uno stru-

mento musicale e di

entrare a far parte

dell’orchestra “le

Verdi Note”che par-

tecipa con successo

ai concorsi nazionali

ricevendo molteplici

riconoscimenti.

Giornalino annuale della Scuola Secondaria di Primo Grado a cura degli alunni del Progetto PON 2017/2018

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Quest’anno gli studenti delle classi terze hanno

dovuto prendere una decisione molto

importante: in quale istituto proseguire gli studi?

Questa è una scelta difficile e seria.

Allo scopo di aiutare i ragazzi nella propria scelta,

nella nostra scuola sono stati organizzati degli in-

contri di “Orientamento” con docenti e alunni de-

gli istituti superiori nei locali messi a disposizione

dalla nostra scuola.

Dopo aver a lungo riflettuto, ognuno di noi ha

preso la propria scelta che viene illustrata nel

seguente grafico ...

ALUNNI CLASSI TERZE

3A: 17

3B: 12

3C: 15

3D: 12

3E: 15

3F: 19

TOTALE: 90

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La principale causa dell'esclusione scolastica delle

bambine è la discriminazione di genere.

Sia i maschi che le femmine devono spesso superare

ostacoli nell'accesso all'istruzione: tuttavia, di norma, e

a parità di altri fattori, gli ostacoli che incontra una

bambina sono più frequenti e penalizzanti.

E questo per il solo fatto di essere nata femmina!

Queste sono le più frequenti tipologie di cause alla base

del divario fra maschi e femmine nelle scuole di molti

Paesi in via di sviluppo.

Gli analfabeti sono 776 milioni. Asia e

Africa contano il 75% dei bambini anal-

fabeti. In molti paesi poveri, i bambini

sono costretti ad abbandonare la scuola

a causa di diversi fattori, tra cui il lavoro

minorile, che coinvolge circa 150 milioni

di bambini di età compresa tra i 5 e i 14

anni (il 30% della popolazione dell'Afri-

ca sub-sahariana); la povertà; l'analfa-

betismo dei genitori e la mancanza di

infrastrutture. Asia meridionale e Africa

subsahariana, rispettivamente con 19 e

32 milioni di bambini analfabeti, rag-

gruppano il 75% dei bambini analfabeti

a livello mondiale, 53% dei quali sono

bambine.

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“Gli uomini passano, le

idee restano.

Restano le loro tensioni morali e

continueranno a camminare sulle

gambe di altri uomini”

Giovanni Falcone

La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale

che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà

che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza,

della contiguità e quindi della complicità.”

Paolo Borsellino

Molte sono le persone che tutti i giorni lavorano per contrastare questi fenomeni, come i carabinieri, la polizia e in particolare i magistrati che si occupano della mafia, ossia organizzazioni criminali ormai molto diffuse nel nostro paese che tutti i giorni compiono azioni illegali. Il loro dovere è quello di garantire un minimo di sicurezza per poter vivere al me-glio con gli altri ma tante volte questo non basta. Lo Stato dovrebbe promuovere delle iniziative, svolte in particolare nelle scuole, in cui vengano spiegate ai giovani, le leggi, la costituzione e i suoi articoli, il per-ché bisogna rispettarle e i benefici che osservandole portano alla società in cui vi-viamo. Questo sarebbe un buon metodo.

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Era l’ormai lontano 2001 quando, in una scuola

media di Castellana Sicula, in provincia di Paler-

mo, venne ideato il progetto Coloriamo il nostro

futuro, ad opera di Francesca Albanese, il quale

coinvolge oggi 14 regioni d’Italia, 15 Parchi Na-

zionali e 70 istituti.

La nostra scuola ci ha sempre proposto progetti

originali e interessanti, ma Coloriamo il nostro

futuro è sicuramente uno dei progetti più belli a

cui noi abbiamo mai preso parte.

Ma cos’è Coloriamo? Coloriamo non è solo una

semplice gita, ma è un’esperienza davvero unica

e speciale, che permette ai ragazzi di vivere a

pieno la cittadinanza attiva, esplorando i luoghi

più belli dei parchi nazionali d’Italia.

Abbiamo partecipato a momenti di vera demo-

crazia e conoscenza della politica, come l’elezio-

ne del mini presidente della FederParchi d’Italia, dove abbiamo istituito un vero e proprio

seggio elettorale e abbiamo imparato i vari passaggi di una vera elezione democratica.

Inoltre ci siamo confrontati su temi quali la legalità e l’ambiente con le varie autorità dei

comuni aderenti al progetto.

Siamo partite con una valigia piena di vestiti, ma siamo tornate con un bagaglio ancora più

grande. Un bagaglio che comprende la storia, la geografia, l’arte, la gastronomia, il folclore

e tutte le ricchezze dei territori in cui siamo state.

Ma non solo; siamo tornate anche piene di ricordi, emozioni e di amici con cui abbiamo

condiviso momenti indimenticabili.

Tutti dicono che noi ragazzi siamo i

cittadini del domani, ma è importante

avere un presente su cui basarci per

costruire il nostro futuro.

Coloriamo ci permette di diventare

ottimi cittadini del futuro restituendo

i giovani alla natura e la natura ai gio-

vani.

Foto Minisindaci 2017

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Nell’autunno 1938 in Italia vengo-

no applicate le leggi razziali fasci-

ste e gli ebrei vengono esclusi dalla

vita sociale. Primi fra tutti i bambi-

ni, allontanati dalle scuole e guar-

dati di sottecchi per le strade. An-

che la situazione per i bambini ita-

liani era cambiata… A scuola circo-

lavano nuovi libri con dentro im-

magini per promuovere la difesa

della razza pura e le classi diventa-

vano pian piano sempre più vuote.

Autunno 1938. In Italia vengono

applicate le leggi razziali fasciste e,

sulle vetrine di molti negozi viene

affisso il cartello: “Qui gli ebrei

non possono entrare …”

“Ritenuta la necessità assoluta

ed urgente di dettare disposi-

zioni per la difesa della razza

nella scuola italiana;

Udito il Consiglio dei

Ministri;

Sulla proposta del Nostro Mi-

nistro Segretario di Stato per

l'educazione nazionale, di

concerto con quello per le fi-

nanze;

E’ stato decretato:

Alle scuole di qualsiasi ordine

e grado, ai cui studi sia ricono-

sciuto effetto legale, non po-

tranno essere iscritti alunni di

razza ebraica” .

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“È davvero meraviglioso che io non ab-

bia lasciato perdere tutti i miei ideali

perché sembrano assurdi e impossibili

da realizzare.

Eppure me li tengo stretti perché, mal-

grado tutto, credo ancora che la gente

sia veramente buona di cuore.

Semplicemente non posso fondare le

mie speranze sulla confusione, sulla

miseria e sulla morte.

Vedo il mondo che si trasforma gra-

dualmente in una terra inospitale; sen-

to avvicinarsi il tuono che distruggerà

anche noi; posso percepire le sofferen-

ze di milioni di persone; ma, se guardo

il cielo lassù, penso che tutto tornerà

al suo posto, che anche questa crudeltà

avrà fine e che ritorneranno la pace e la

tranquillità …”

-

Anna Frank

“[…] Ci hanno detto che gli uomini

con il naso grosso e che nelle im-

magini sono vestiti tutti di nero,

sono persone cattive, sporche e che

vogliono rubare le nostre cose. La

mia compagna, Matilde, con cui

gioco sempre è simile ai bambini

che ci sono sui nuovi libri. Lei però

è brava e molto carina.[…] “

Monologo di un

ragazzo ariano

“[…]Domani non andrò a scuola.

Mamma e papà hanno detto a me e

ai miei fratelli che non possiamo

più andarci. Loro non possono più

lavorare. Ci sono tante cose che

non possiamo più fare. Oggi per

esempio, non mi hanno fatto en-

trare nel negozio dove di solito

compro la cioccolata.[..]”

Monologo di una

ragazza ebrea

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Il bello di questa storia è che Giorgio Perlasca quando

torna in Italia non racconta niente, né agli amici né al-

la famiglia. Franco Perlasca, il figlio, nasce dieci anni

dopo, nel 1954. Però ricorda che quando aveva la no-

stra età, il padre gli raccontava che era stato in Unghe-

ria. Ma mai avrebbe potuto immaginare che il padre

potesse essere stato il protagonista di una vicenda co-

me quella che è emersa anni dopo. Franco Perlasca è

stato ospite nella nostra scuola regalandoci un’espe-

rienza emozionante. L’incontro ci ha dato l’opportuni-

tà di intervistarlo e di conoscere ulteriori aspetti del-

la vicenda.

Foto di Giorgio Perlasca

Suo padre le ha mai raccontato come si

viveva in Ungheria durante la seconda

guerra mondiale?

Mi raccontava di come si viveva in Unghe-

ria dove certamente sullo sfondo si vedeva

la guerra e la persecuzione verso gli ebrei,

ma era solamente sullo sfondo e lui aveva

la caratteristica di raccontare anche delle

cose terribili in maniera molto tranquilla,

quasi impersonale come se non fosse stato

lui il protagonista di quelle vicende, ma

uno spettatore o un giornalista vedeva

quello che stava succedendo e lo ha rac-

contato e scritto.

Ha lasciato qualche testimonianza?

Sì, ha scritto una sorta di memoriale con la

macchina da scrivere facendone tre copie,

una la tenne nel cassetto della sua scriva-

nia per ben 45 anni, la seconda la conse-

gnò al governo italiano (ottobre 1945) e la

terza al governo Spagnolo, di cui aveva

usurpato il titolo di diplomatico per qual-

che mese non per un tornaconto persona-

le, ma semplicemente per un motivo uma-

nitario che certamente non poteva portare

disonore alla Spagna.

Foto di Franco Perlasca

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Come è venuto a conoscenza della storia?

Un giorno andai a casa di mio padre, quando una

signora Ungherese con suo marito arrivò senza

preavviso. Notavo nei loro occhi una certa emo-

zione. Vengono a trovarlo dopo 45 anni non per-

ché si erano dimenticati di lui ma perché non sa-

pevano come rintracciarlo. Lo trovano a Padova

facendo un viaggio visitando le città principali d’I-

talia e persero l’occasione di visitare Venezia per

incontrarlo. La signora iniziò a raccontare una vi-

cenda accaduta in Ungheria quando aveva 16 an-

ni ed era in una delle case protette dal governo

spagnolo il cui comando apparteneva a mio

padre.

In quale occasione la signora conobbe suo pa-

dre?

Un giorno mio padre stava distribuendo il pranzo

nella casa protetta dove c’era questa ragazza. La

quantità dei pasti non era molto abbondante e a

lei capitò un barattolo di marmellata, dalla gioia

le cadde e rotolò dalle scale. Iniziò a rincorrerlo e

incontrò mio padre sulle scale, le disse in modo

brusco di risalire immediatamente, all’inizio non

capì perché le avesse risposto così ma poi vide

dei poliziotti tedeschi entrare nella casa. Allora

lei comprese che aveva reagito in quel modo per

salvarla.

Quale messaggio

vorreste trasmette-

re ai giovani?

Vorrei trasmettere

lo stesso messaggio

che ha lasciato mio

padre in eredità:

“Vorrei che i giova-

ni si interessassero

a questa mia storia

unicamente per

pensare, oltre a

quello che è suc-

cesso, a quello che potrebbe succedere e sapere

opporsi, eventualmente, a violenze del genere”

“Giorgio Perlasca oggi è un eroe nazionale

e un fiore all’occhiello per tutti.”

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Ogni giorno ci giungono notizie di violenza di qualsiasi tipo: sui minori,

sulle donne, sugli anziani, sui diversamente abili; e in generale sulle per-

sone più deboli che spesso non sono in grado di difendersi. I casi di vio-

lenza diventano sempre più frequenti e la società, nonostante provi a

combatterlo, non è ancora riuscita ad arginare questo problema dilagan-

te, che è diventato una piaga del vivere civile. Molte sono le notizie che

parlano di omicidi, spesso avvenuti per mano di persone fidate o co-

munque conoscenti, dalle quali meno ci si potrebbe aspettare una cosa

del genere, che si approfittano delle autorità di decidere le sorti di una

vita umana...

La violenza sulle donne, in particolare, è l’atto più spregevole che un uo-

mo possa commettere: il femminicidio

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Inoltre, in tutto il mondo, il 35% delle donne subisce o ha subito violenza fisica o sessuale.

Questo scenario è raccapricciante. Circa il 12% di queste donne non hanno avuto la forza di

denunciare.

Due terzi delle vittime di omicidi in ambito familiare sono le donne. Il 31,5% di esse rientrano

nella fascia d’età tra i 16 e i 60 anni. Aumenta notevolmente la percentuale dei figli che vi as-

sistono.

Per fortuna si diffondono sempre di più luoghi sicuri per le donne vittime di violenza: i centri antiviolenza in Italia, che operano direttamente sul territorio.

Per contrastare questo fenomeno, in

continua crescita, si stanno

diffondendo, soprattutto tra i giovani,

eventi di sensibilizzazione come

incontri con esperti, manifestazioni,

spettacoli teatrali, diffusione delle no-

tizie nelle scuole e non solo.

Si va dunque alla ricerca di un presen-

te e di un futuro migliore per tutti.

Da circa due secoli a questa parte si parla di

emancipazione femminile, ovvero la richie-

sta di indipendenza da parte delle donne.

Essa sembra essere stata raggiunta da tem-

po ormai.

Nonostante ciò, a distanza di 120 anni dalla

prima apparizione di movimenti femmini-

sti, continuano a manifestarsi atti di violen-

za contro le donne.

Centinaia, se non migliaia di donne violen-

tate o uccise per aver, ad esempio, lasciato il

proprio compagno o aver rivendicato la pro-

pria libertà. Una ogni tre giorni.

Nell’arco di 10 anni, dal 2006 al 2016 le don-

ne uccise in Italia sono state 1.740. Il 71,9%

(1.251) in famiglia, il 67,6% (846) all'interno

della coppia, il 26,5% (224) per mano di un

ex partner.

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La Brigata Catanzaro il 27 Maggio 1916 fu protagonista di un’azione che rafforzò il morale delle truppe italiane impegnate a contrastare la Strafexpedizion (spedizione punitiva ) che, dall’inizio dell’offensiva (15 Maggio 1916) aveva registrato solo vittorie facendo temere l’invasione della pianura veneta e l’aggiramento delle truppe italia-ne schierate sul fiume Isonzo. L’evento, se si fosse veri-ficato,avrebbe provocato la fine della guerra con la no-stra sconfitta. Ma il 141° Reggimento della nostra unità militare nel corso di un contrattacco condotto con impeto, diede un primo segnale di riscossa riconquistando, sul Monte Mosciagh, i cannoni persi durante un attacco degli au-striaci . La Brigata, prima schierata sul Carso, era stata richiamata sul fronte degli Altipiani di Asiago e Folgaria per rafforzare la difesa contro la Spedizione Punitiva. I soldati italiani non si scoraggiano “noi siamo la brigata di ferro gli austriaci non ci fanno paura”. Alle 7:00 del mattino del 26 maggio, iniziò la violenta battaglia. Il comandante Col. Thermes aveva detto ai suoi: “Figliuoli, se occorre sacrificatevi tutti , pensate : se il nemico riuscirà a superare queste ultime resistenze, in poche ore sarà al piano. “Non dovete permettere tanta infamia”.

Soldato in Trincea La 4° compagnia del 141° Reggimento riceve l’ordine di contrattaccare immediatamente. Gli austriaci ritirati dal-la cima del monte Mosciagh, la tenevano sotto il fuoco delle mitragliatrici . La notte fra il 26 e il 27 trascorse fra gli spari ed un violento temporale. I fanti erano privi di cibo da due giorni , ma il rancio ed il caffè caldo giunsero in tempo “ (…) e tutti i soldati possono ristorarsi e ri-prendere vigore (…). Perché l’azione possa riuscire è ne-

cessario che le truppe muovano senza far fuoco … facen-do uso DELLA SOLA BAIONETTA . Appena superato il ci-glione del Monte e costretto il nemico a ritirarsi , i solda-ti potranno impegnarsi col fuoco onde trattenere l’av-versario e consentire ai nostri di recuperare i pezzi.” “I tentativi sono ripetuti e per due ore la battaglia si svolge paurosa perché le tenebre aumentano l’orrore ”. L’azione ebbe grande risalto: il comandante additò i fan-ti della Catanzaro come esempio e pubblicò un proclama da far leggere ai soldati ”. Si è dimostrato in modo asso-luto che quando si vuole si può vincere, si vince. Il nemi-co reso baldanzoso dai precedenti successi è stato ri-buttato con slancio e valore. Esso avrà compreso che il soldato italiano sa stargli di fronte e sa vincerlo(…)Mi compiaccio vivamente con tutti i valorosi delle truppe impegnate”. “Da questo fatto d’arme muove la motivazione con cui alla bandiera del Reggimento venne concessa la meda-glia d’oro al valore militare”.

Il motto della Brigata Catanzaro: “SU MONTE MOSCIAGH LA BAIONETTA RECUPERO’

IL CANNONE”

APPROFONDIMENTI STORICI ...

Retro cartolina

Foto cartolina di soldati al fronte

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Nasce a Catanzaro nel 1884, fu capitano dell’esercito

italiano nella 1° Guerra Mondiale (Caduto in guerra

sulle Dolomiti). Di nobile famiglia, fu protagonista di

uno degli episodi più eroici del conflitto.

Il 16 Giugno del 1915, a Sella di San Martino, il capitano

calabrese alla guida di una Compagnia di quattro riu-

scì ad aprire una larga breccia sulla linea difensiva ne-

mica. Ponendo tubi esplosivi nei reticoli avversari,

Scalfaro riuscì nonostante il serrato fuoco di sbarra-

mento, a far saltare le postazioni nemiche. Colpito a

morte continuò ad tenere il comando della Compa-

gnia, assicurandosi il successo dell’operazione milita-

re. Morì dissanguato nei pressi di Sdraussina sulle Do-

lomiti il 18 Luglio 1915.

Il capitano Ercolino Scalfaro

UN EROE DELLA GRANDE GUERRA

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Da diversi anni il nostro istituto par-

tecipa ai giochi matematici d’autun-

no ed ai campionati internazionali

di giochi matematici promossi

dall’università Bocconi di Milano,

nel 2017 sono stati organizzati dalla

prof.ssa Sacco e dal prof. Bardo an-

che i giochi matematici a squadre

(giochi di Rosy).

I giochi matematici d’autunno si svolgono nel mese di novembre

e vi prendono parte i bambini di 4a e 5a primaria che apparten-

gono alla categoria CE, i ragazzi di 1a e 2a secondaria che appar-

tengono alla categoria C1 ed i ragazzi di 3a secondaria che appar-

tengono alla categoria C2 insieme ai ragazzi del primo superiore.

I campionati internazionali di giochi matematici si svolgono nel

mese di marzo e la nostra scuola partecipa con i ragazzi della se-

condaria.

Vincitori Giochi di Rosy 2017 (Prima Edizione).

Secondi Classificati Giochi di Rosy 2017 (Prima Edizione).

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. Il 10% circa degli iscritti a livello provin-

ciale si qualifica alla finale nazionale che si

tiene all’università Bocconi di Milano nel

mese di maggio. Da quando la nostra

scuola partecipa a questa competizione,

ogni anno abbiamo almeno un finalista,

alcuni anni due, altri tre, quattro o cinque.

Lo scorso anno si sono qualificati due

ragazzi della 2F, per la categoria C1

(Gabriele D’Elia e Silvio Procopio). Quest’anno si sono qualifi-

cati tre ragazzi, due di categoria C1 (Vito Nicolardi e Noemj

Mellace della 2C)e un ragazzo di categoria C2 (Gabriele D’Elia)

che ha ottenuto la prima posizione su 165 partecipanti di terza

media e primo superiore della provincia di Catanzaro e di

Mormanno (CS) con grande

orgoglio della nostra Dirigente e di tutta la nostra scuola.

Samuele D’Elia e Gabriele D’Elia vincitori Giochi D’Autunno 2018 (Categorie CE e C2)

Vito Nicolardi, Noemj Mellace e Gahriele D’Elia.

Gabriele D’Elia, Silvio Procopio e la Prof.ssa Sacco.

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Il 7 Maggio si è conclusa l’esaltante

esperienza che ha riguardato, come

ogni anno, le terze classi di scuola me-

dia, con un viaggio d’istruzione in città

d’arte e di storico valore quali, Reca-

nati, San Marino, Urbino, Ferrara, Ra-

venna e Venezia.

Il giorno 3 maggio, prima tappa, la

cittadina di Loreto famosa per essere

la sede della Basilica della Santa Casa, meta di un

continuo pellegrinaggio di fedeli, oltre alla visita

dell’importante sito religioso, è stata effettuata

una breve escursione nel centro storico. In serata,

il gruppo ha raggiunto l’hotel situato sul lungoma-

re di Rimini, sede destinata ai pasti ed ai pernotta-

menti.

La seconda giornata è stata dedicata sia alla visita

della città di Ferrara che a quella di Ravenna;

catturati dal fascino della città estense abbiamo

potuto ammirare il Castello con il suo cortile, piazza Castello, il Palazzo Arcivescovile, il Mu-

nicipio con la sua piazza, la Cattedrale e il Ghetto ebraico, oltre al Palazzo dei diamanti, uno

dei monumenti più celebri di Ferrara e del Rinascimento italiano. Lasciata la città di Ferrara,

detta anche “terra e acqua” e “città delle biciclette”, la comitiva ha raggiunto Ravenna, la

città dei mosaici, presso cui è stata fatta

visita a monumenti designati dall’Une-

sco come patrimonio mondiale dell’U-

manità, come la Basilica di San Vitale, la

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il

Mausoleo di Galla Placidia, con la sua

ricca decorazione musiva interna, resa

ancora più splendida dalla luce dorata

che filtra attraverso le finestre di alaba-

stro; è stata, inoltre, ambita meta tra i

monumenti di alto valore storico e cul-

turale anche la Tomba di Dante.

I I RAGAZZI DELLE CLASSI TERZE A FERRARA.

IL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA.

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Nel terzo giorno è stata raggiunta la Repubblica di San Marino, il cui

centro storico è stato riconosciuto patrimonio dell’Unesco nel 2008.

Nel pomeriggio, la comitiva ha

proseguito verso il borgo medieva-

le di Urbino, ultimo lembo a nord

delle Marche e sede di un patrimo-

nio artistico straordinario. Prima

meta il maestoso Palazzo Ducale

con le sue scenografiche facciate e

i suoi interni ricchi di opere di valo-

re architettonico e artistico inesti-

mabile, poi il Centro Storico e via

Raffaello, lungo la quale è situata la casa natale dell’artista.

Il quarto giorno è stata raggiunta in vaporetto, partendo dal parcheg-

gio di Tronchetto, l’eternamente magica

città di Venezia, con visita alla Basilica di

San Marco, luogo di consacrazione dei Do-

gi, seguendo i più classici itinerari, come la

Torre dell’Orologio, Canal Grande, Ponte di

Rialto, Ponte dei Sospiri, Riva degli Schia-

voni, le passeggiate per le calli hanno con-

cluso la sosta nella città, che ha fatto

dell’acqua il proprio stile di vita e di svilup-

po.

Dal sapore leopardiano, il tragitto

che nell’ultima giornata ha portato

il gruppo nella cittadina di Recanati,

luogo di ispirazione di tante compo-

sizioni

dell’immor-

tale poeta.

La Piazzetta

del “Sabato del villaggio”, il Palazzo Leopardi, la

Casa di Silvia, la Torre del Passero Solitario, il

Colle dell’Infinito sono state le mete che abbia-

mo potuto ammirare con intensa emozione.

PONTE DI RIALTO A VENEZIA.

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“La felicità può essere parago-

nata ad un arcobaleno… perché

anche nei momenti tristi ho gli

amici ci rallegrano… come la

pioggia e il sole che insieme

creano un arcobaleno.”

“La felicità è avere

qualcuno accanto che ci

trasmette il suo affetto.”

“La felicità sta nelle piccole

cose.”

“La felicità è avere accanto

qualcuno con cui condividere un

sorriso.”

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