ISTITUTO COMPRENSIVO IC CASALINUOVO
Giornalisti in “erba”
Salve, siamo ragazzi
che frequentano la
terza media dell’isti-
tuto “Casalinuovo”
di Catanzaro Lido,
Istituto nel quale
abbiamo trascorso
gli anni più belli del-
la nostra preadole-
scenza. In questi tre
anni le esperienze
sono state tante e, nel corso dei nostri studi, abbiamo avuto
l’occasione di affrontare tematiche relative ai problemi che
affliggono la nostra società.
Quest’anno abbiamo intrapreso il progetto PON “A scuola di
giornalismo” con la voglia di divertirci e di lavorare insie-
me per creare un giornalino scolastico, con il quale vogliamo
ricordare alcuni momenti significativi di questo anno scolastico
che oramai volge al termine. Abbiamo partecipato alle attività
con entusiasmo e ci siamo impegnati al massimo per redigere al
meglio questo giornalino. Ringraziamo i nostri professori che ci
supportato in questa impresa.
In cosa consiste esattamente il suo lavoro?
Il mio lavoro consiste nel dirigere
l’aspetto manageriale e didattico
della scuola
Questo lavoro le piace?
Io dico sempre con orgoglio che sono entrata a scuola all’età di sei anni, successivamente ho fre-quentato il liceo e poi mi sono laureata in matematica;un anno dopo ho iniziato ad insegnare e da allora la scuola è stata un aspetto fondamentale della mia vita. Ho scel-to il mio lavoro per passione e non ho mai pensato di andare a lavorare in un ufficio perché ho sempre voluto un rapporto con gli alunni, ormai sono quasi giunta alla fine della mia carriera. La passione mi ha sempre condotta a lavorare con entusiasmo e soddisfazione . È difficile il suo lavoro data l’esistenza di tre ordini di scuola?
Sono molto contenta del mio Istituto perché pur essendo ubicato nella periferia di Catanzaro sud, un territorio considerato ad alto rischio dal MIUR , partecipa con successo a molteplici attività extra curriculari e questo mi riempie di orgoglio. Sicuramente è una scuola che permette ai ragazzi di confrontarsi e di crescere. Un ruolo molto importante è svolto anche dai professori e dai miei collaboratori , anche se a volte capita di dovermi portare il lavoro a casa. C’è un motivo particolare che l’ha spinta a diventare preside?
No, anche se già dall’inizio ho sempre lavorato con entusiasmo spingen-
domi anche oltre l’orario di lavoro, e questo mi ha portato a ricoprire il
ruolo di vicepreside per circa 14 anni. La voglia di andare avanti nella
carriera mi ha spinto a partecipare a un concorso per dirigente.
Lei se non avesse fatto la preside quale lavoro le sarebbe piaciuto
fare?
Io ho sempre voluto fare l’insegnante proprio perché amo il rapporto
diretto con gli alunni, infatti quando sono diventata preside ho sofferto
molto per la perdita della relazione quotidiana con i ragazzi. Nella mia
vita avrei potuto aspirare a diventare dirigente del Comune o della Re-
gione , ma il lavoro in un ufficio non mi ha mai appassionato.
Qual è il suo hobby?
Il mio hobby è quello di aiutare il prossimo, questo mi ha portato ad
entrare in politica proprio perché volevo essere al servizio della gente e
della nostra città.
Sappiamo che il suo ruolo all’interno del Comune è molto importante, quali cam-
biamenti ha intenzione di fare all’interno del territorio?
Stiamo cercando di rendere tutte le scuole autonome e più sicure nel
minor tempo possibile.
La nostra scuola La nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Casalinuovo di Catanzaro Sud, si
trova in Via Stretto Antico 29.
La scuola, composta da tre piani, comprende un grande cortile e dispone
di una bellissima palestra e di diversi laboratori. Nella nostra scuola si
svolgono diversi progetti che ci impegnano giornalmente offrendoci l’op-
portunità di ampliare le nostre conoscenze e di affrontare tematiche di
attualità che ci consentono di conoscere e riflettere sulla realtà del mon-
do che ci circonda. L’Istituto inoltre permette agli alunni di intraprendere
lo studio di uno stru-
mento musicale e di
entrare a far parte
dell’orchestra “le
Verdi Note”che par-
tecipa con successo
ai concorsi nazionali
ricevendo molteplici
riconoscimenti.
Giornalino annuale della Scuola Secondaria di Primo Grado a cura degli alunni del Progetto PON 2017/2018
Quest’anno gli studenti delle classi terze hanno
dovuto prendere una decisione molto
importante: in quale istituto proseguire gli studi?
Questa è una scelta difficile e seria.
Allo scopo di aiutare i ragazzi nella propria scelta,
nella nostra scuola sono stati organizzati degli in-
contri di “Orientamento” con docenti e alunni de-
gli istituti superiori nei locali messi a disposizione
dalla nostra scuola.
Dopo aver a lungo riflettuto, ognuno di noi ha
preso la propria scelta che viene illustrata nel
seguente grafico ...
ALUNNI CLASSI TERZE
3A: 17
3B: 12
3C: 15
3D: 12
3E: 15
3F: 19
TOTALE: 90
La principale causa dell'esclusione scolastica delle
bambine è la discriminazione di genere.
Sia i maschi che le femmine devono spesso superare
ostacoli nell'accesso all'istruzione: tuttavia, di norma, e
a parità di altri fattori, gli ostacoli che incontra una
bambina sono più frequenti e penalizzanti.
E questo per il solo fatto di essere nata femmina!
Queste sono le più frequenti tipologie di cause alla base
del divario fra maschi e femmine nelle scuole di molti
Paesi in via di sviluppo.
Gli analfabeti sono 776 milioni. Asia e
Africa contano il 75% dei bambini anal-
fabeti. In molti paesi poveri, i bambini
sono costretti ad abbandonare la scuola
a causa di diversi fattori, tra cui il lavoro
minorile, che coinvolge circa 150 milioni
di bambini di età compresa tra i 5 e i 14
anni (il 30% della popolazione dell'Afri-
ca sub-sahariana); la povertà; l'analfa-
betismo dei genitori e la mancanza di
infrastrutture. Asia meridionale e Africa
subsahariana, rispettivamente con 19 e
32 milioni di bambini analfabeti, rag-
gruppano il 75% dei bambini analfabeti
a livello mondiale, 53% dei quali sono
bambine.
“Gli uomini passano, le
idee restano.
Restano le loro tensioni morali e
continueranno a camminare sulle
gambe di altri uomini”
Giovanni Falcone
La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale
che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà
che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza,
della contiguità e quindi della complicità.”
Paolo Borsellino
Molte sono le persone che tutti i giorni lavorano per contrastare questi fenomeni, come i carabinieri, la polizia e in particolare i magistrati che si occupano della mafia, ossia organizzazioni criminali ormai molto diffuse nel nostro paese che tutti i giorni compiono azioni illegali. Il loro dovere è quello di garantire un minimo di sicurezza per poter vivere al me-glio con gli altri ma tante volte questo non basta. Lo Stato dovrebbe promuovere delle iniziative, svolte in particolare nelle scuole, in cui vengano spiegate ai giovani, le leggi, la costituzione e i suoi articoli, il per-ché bisogna rispettarle e i benefici che osservandole portano alla società in cui vi-viamo. Questo sarebbe un buon metodo.
Era l’ormai lontano 2001 quando, in una scuola
media di Castellana Sicula, in provincia di Paler-
mo, venne ideato il progetto Coloriamo il nostro
futuro, ad opera di Francesca Albanese, il quale
coinvolge oggi 14 regioni d’Italia, 15 Parchi Na-
zionali e 70 istituti.
La nostra scuola ci ha sempre proposto progetti
originali e interessanti, ma Coloriamo il nostro
futuro è sicuramente uno dei progetti più belli a
cui noi abbiamo mai preso parte.
Ma cos’è Coloriamo? Coloriamo non è solo una
semplice gita, ma è un’esperienza davvero unica
e speciale, che permette ai ragazzi di vivere a
pieno la cittadinanza attiva, esplorando i luoghi
più belli dei parchi nazionali d’Italia.
Abbiamo partecipato a momenti di vera demo-
crazia e conoscenza della politica, come l’elezio-
ne del mini presidente della FederParchi d’Italia, dove abbiamo istituito un vero e proprio
seggio elettorale e abbiamo imparato i vari passaggi di una vera elezione democratica.
Inoltre ci siamo confrontati su temi quali la legalità e l’ambiente con le varie autorità dei
comuni aderenti al progetto.
Siamo partite con una valigia piena di vestiti, ma siamo tornate con un bagaglio ancora più
grande. Un bagaglio che comprende la storia, la geografia, l’arte, la gastronomia, il folclore
e tutte le ricchezze dei territori in cui siamo state.
Ma non solo; siamo tornate anche piene di ricordi, emozioni e di amici con cui abbiamo
condiviso momenti indimenticabili.
Tutti dicono che noi ragazzi siamo i
cittadini del domani, ma è importante
avere un presente su cui basarci per
costruire il nostro futuro.
Coloriamo ci permette di diventare
ottimi cittadini del futuro restituendo
i giovani alla natura e la natura ai gio-
vani.
Foto Minisindaci 2017
Nell’autunno 1938 in Italia vengo-
no applicate le leggi razziali fasci-
ste e gli ebrei vengono esclusi dalla
vita sociale. Primi fra tutti i bambi-
ni, allontanati dalle scuole e guar-
dati di sottecchi per le strade. An-
che la situazione per i bambini ita-
liani era cambiata… A scuola circo-
lavano nuovi libri con dentro im-
magini per promuovere la difesa
della razza pura e le classi diventa-
vano pian piano sempre più vuote.
Autunno 1938. In Italia vengono
applicate le leggi razziali fasciste e,
sulle vetrine di molti negozi viene
affisso il cartello: “Qui gli ebrei
non possono entrare …”
“Ritenuta la necessità assoluta
ed urgente di dettare disposi-
zioni per la difesa della razza
nella scuola italiana;
Udito il Consiglio dei
Ministri;
Sulla proposta del Nostro Mi-
nistro Segretario di Stato per
l'educazione nazionale, di
concerto con quello per le fi-
nanze;
E’ stato decretato:
Alle scuole di qualsiasi ordine
e grado, ai cui studi sia ricono-
sciuto effetto legale, non po-
tranno essere iscritti alunni di
razza ebraica” .
“È davvero meraviglioso che io non ab-
bia lasciato perdere tutti i miei ideali
perché sembrano assurdi e impossibili
da realizzare.
Eppure me li tengo stretti perché, mal-
grado tutto, credo ancora che la gente
sia veramente buona di cuore.
Semplicemente non posso fondare le
mie speranze sulla confusione, sulla
miseria e sulla morte.
Vedo il mondo che si trasforma gra-
dualmente in una terra inospitale; sen-
to avvicinarsi il tuono che distruggerà
anche noi; posso percepire le sofferen-
ze di milioni di persone; ma, se guardo
il cielo lassù, penso che tutto tornerà
al suo posto, che anche questa crudeltà
avrà fine e che ritorneranno la pace e la
tranquillità …”
-
Anna Frank
“[…] Ci hanno detto che gli uomini
con il naso grosso e che nelle im-
magini sono vestiti tutti di nero,
sono persone cattive, sporche e che
vogliono rubare le nostre cose. La
mia compagna, Matilde, con cui
gioco sempre è simile ai bambini
che ci sono sui nuovi libri. Lei però
è brava e molto carina.[…] “
Monologo di un
ragazzo ariano
“[…]Domani non andrò a scuola.
Mamma e papà hanno detto a me e
ai miei fratelli che non possiamo
più andarci. Loro non possono più
lavorare. Ci sono tante cose che
non possiamo più fare. Oggi per
esempio, non mi hanno fatto en-
trare nel negozio dove di solito
compro la cioccolata.[..]”
Monologo di una
ragazza ebrea
Il bello di questa storia è che Giorgio Perlasca quando
torna in Italia non racconta niente, né agli amici né al-
la famiglia. Franco Perlasca, il figlio, nasce dieci anni
dopo, nel 1954. Però ricorda che quando aveva la no-
stra età, il padre gli raccontava che era stato in Unghe-
ria. Ma mai avrebbe potuto immaginare che il padre
potesse essere stato il protagonista di una vicenda co-
me quella che è emersa anni dopo. Franco Perlasca è
stato ospite nella nostra scuola regalandoci un’espe-
rienza emozionante. L’incontro ci ha dato l’opportuni-
tà di intervistarlo e di conoscere ulteriori aspetti del-
la vicenda.
Foto di Giorgio Perlasca
Suo padre le ha mai raccontato come si
viveva in Ungheria durante la seconda
guerra mondiale?
Mi raccontava di come si viveva in Unghe-
ria dove certamente sullo sfondo si vedeva
la guerra e la persecuzione verso gli ebrei,
ma era solamente sullo sfondo e lui aveva
la caratteristica di raccontare anche delle
cose terribili in maniera molto tranquilla,
quasi impersonale come se non fosse stato
lui il protagonista di quelle vicende, ma
uno spettatore o un giornalista vedeva
quello che stava succedendo e lo ha rac-
contato e scritto.
Ha lasciato qualche testimonianza?
Sì, ha scritto una sorta di memoriale con la
macchina da scrivere facendone tre copie,
una la tenne nel cassetto della sua scriva-
nia per ben 45 anni, la seconda la conse-
gnò al governo italiano (ottobre 1945) e la
terza al governo Spagnolo, di cui aveva
usurpato il titolo di diplomatico per qual-
che mese non per un tornaconto persona-
le, ma semplicemente per un motivo uma-
nitario che certamente non poteva portare
disonore alla Spagna.
Foto di Franco Perlasca
Come è venuto a conoscenza della storia?
Un giorno andai a casa di mio padre, quando una
signora Ungherese con suo marito arrivò senza
preavviso. Notavo nei loro occhi una certa emo-
zione. Vengono a trovarlo dopo 45 anni non per-
ché si erano dimenticati di lui ma perché non sa-
pevano come rintracciarlo. Lo trovano a Padova
facendo un viaggio visitando le città principali d’I-
talia e persero l’occasione di visitare Venezia per
incontrarlo. La signora iniziò a raccontare una vi-
cenda accaduta in Ungheria quando aveva 16 an-
ni ed era in una delle case protette dal governo
spagnolo il cui comando apparteneva a mio
padre.
In quale occasione la signora conobbe suo pa-
dre?
Un giorno mio padre stava distribuendo il pranzo
nella casa protetta dove c’era questa ragazza. La
quantità dei pasti non era molto abbondante e a
lei capitò un barattolo di marmellata, dalla gioia
le cadde e rotolò dalle scale. Iniziò a rincorrerlo e
incontrò mio padre sulle scale, le disse in modo
brusco di risalire immediatamente, all’inizio non
capì perché le avesse risposto così ma poi vide
dei poliziotti tedeschi entrare nella casa. Allora
lei comprese che aveva reagito in quel modo per
salvarla.
Quale messaggio
vorreste trasmette-
re ai giovani?
Vorrei trasmettere
lo stesso messaggio
che ha lasciato mio
padre in eredità:
“Vorrei che i giova-
ni si interessassero
a questa mia storia
unicamente per
pensare, oltre a
quello che è suc-
cesso, a quello che potrebbe succedere e sapere
opporsi, eventualmente, a violenze del genere”
“Giorgio Perlasca oggi è un eroe nazionale
e un fiore all’occhiello per tutti.”
Ogni giorno ci giungono notizie di violenza di qualsiasi tipo: sui minori,
sulle donne, sugli anziani, sui diversamente abili; e in generale sulle per-
sone più deboli che spesso non sono in grado di difendersi. I casi di vio-
lenza diventano sempre più frequenti e la società, nonostante provi a
combatterlo, non è ancora riuscita ad arginare questo problema dilagan-
te, che è diventato una piaga del vivere civile. Molte sono le notizie che
parlano di omicidi, spesso avvenuti per mano di persone fidate o co-
munque conoscenti, dalle quali meno ci si potrebbe aspettare una cosa
del genere, che si approfittano delle autorità di decidere le sorti di una
vita umana...
La violenza sulle donne, in particolare, è l’atto più spregevole che un uo-
mo possa commettere: il femminicidio
Inoltre, in tutto il mondo, il 35% delle donne subisce o ha subito violenza fisica o sessuale.
Questo scenario è raccapricciante. Circa il 12% di queste donne non hanno avuto la forza di
denunciare.
Due terzi delle vittime di omicidi in ambito familiare sono le donne. Il 31,5% di esse rientrano
nella fascia d’età tra i 16 e i 60 anni. Aumenta notevolmente la percentuale dei figli che vi as-
sistono.
Per fortuna si diffondono sempre di più luoghi sicuri per le donne vittime di violenza: i centri antiviolenza in Italia, che operano direttamente sul territorio.
Per contrastare questo fenomeno, in
continua crescita, si stanno
diffondendo, soprattutto tra i giovani,
eventi di sensibilizzazione come
incontri con esperti, manifestazioni,
spettacoli teatrali, diffusione delle no-
tizie nelle scuole e non solo.
Si va dunque alla ricerca di un presen-
te e di un futuro migliore per tutti.
Da circa due secoli a questa parte si parla di
emancipazione femminile, ovvero la richie-
sta di indipendenza da parte delle donne.
Essa sembra essere stata raggiunta da tem-
po ormai.
Nonostante ciò, a distanza di 120 anni dalla
prima apparizione di movimenti femmini-
sti, continuano a manifestarsi atti di violen-
za contro le donne.
Centinaia, se non migliaia di donne violen-
tate o uccise per aver, ad esempio, lasciato il
proprio compagno o aver rivendicato la pro-
pria libertà. Una ogni tre giorni.
Nell’arco di 10 anni, dal 2006 al 2016 le don-
ne uccise in Italia sono state 1.740. Il 71,9%
(1.251) in famiglia, il 67,6% (846) all'interno
della coppia, il 26,5% (224) per mano di un
ex partner.
La Brigata Catanzaro il 27 Maggio 1916 fu protagonista di un’azione che rafforzò il morale delle truppe italiane impegnate a contrastare la Strafexpedizion (spedizione punitiva ) che, dall’inizio dell’offensiva (15 Maggio 1916) aveva registrato solo vittorie facendo temere l’invasione della pianura veneta e l’aggiramento delle truppe italia-ne schierate sul fiume Isonzo. L’evento, se si fosse veri-ficato,avrebbe provocato la fine della guerra con la no-stra sconfitta. Ma il 141° Reggimento della nostra unità militare nel corso di un contrattacco condotto con impeto, diede un primo segnale di riscossa riconquistando, sul Monte Mosciagh, i cannoni persi durante un attacco degli au-striaci . La Brigata, prima schierata sul Carso, era stata richiamata sul fronte degli Altipiani di Asiago e Folgaria per rafforzare la difesa contro la Spedizione Punitiva. I soldati italiani non si scoraggiano “noi siamo la brigata di ferro gli austriaci non ci fanno paura”. Alle 7:00 del mattino del 26 maggio, iniziò la violenta battaglia. Il comandante Col. Thermes aveva detto ai suoi: “Figliuoli, se occorre sacrificatevi tutti , pensate : se il nemico riuscirà a superare queste ultime resistenze, in poche ore sarà al piano. “Non dovete permettere tanta infamia”.
Soldato in Trincea La 4° compagnia del 141° Reggimento riceve l’ordine di contrattaccare immediatamente. Gli austriaci ritirati dal-la cima del monte Mosciagh, la tenevano sotto il fuoco delle mitragliatrici . La notte fra il 26 e il 27 trascorse fra gli spari ed un violento temporale. I fanti erano privi di cibo da due giorni , ma il rancio ed il caffè caldo giunsero in tempo “ (…) e tutti i soldati possono ristorarsi e ri-prendere vigore (…). Perché l’azione possa riuscire è ne-
cessario che le truppe muovano senza far fuoco … facen-do uso DELLA SOLA BAIONETTA . Appena superato il ci-glione del Monte e costretto il nemico a ritirarsi , i solda-ti potranno impegnarsi col fuoco onde trattenere l’av-versario e consentire ai nostri di recuperare i pezzi.” “I tentativi sono ripetuti e per due ore la battaglia si svolge paurosa perché le tenebre aumentano l’orrore ”. L’azione ebbe grande risalto: il comandante additò i fan-ti della Catanzaro come esempio e pubblicò un proclama da far leggere ai soldati ”. Si è dimostrato in modo asso-luto che quando si vuole si può vincere, si vince. Il nemi-co reso baldanzoso dai precedenti successi è stato ri-buttato con slancio e valore. Esso avrà compreso che il soldato italiano sa stargli di fronte e sa vincerlo(…)Mi compiaccio vivamente con tutti i valorosi delle truppe impegnate”. “Da questo fatto d’arme muove la motivazione con cui alla bandiera del Reggimento venne concessa la meda-glia d’oro al valore militare”.
Il motto della Brigata Catanzaro: “SU MONTE MOSCIAGH LA BAIONETTA RECUPERO’
IL CANNONE”
APPROFONDIMENTI STORICI ...
Retro cartolina
Foto cartolina di soldati al fronte
Nasce a Catanzaro nel 1884, fu capitano dell’esercito
italiano nella 1° Guerra Mondiale (Caduto in guerra
sulle Dolomiti). Di nobile famiglia, fu protagonista di
uno degli episodi più eroici del conflitto.
Il 16 Giugno del 1915, a Sella di San Martino, il capitano
calabrese alla guida di una Compagnia di quattro riu-
scì ad aprire una larga breccia sulla linea difensiva ne-
mica. Ponendo tubi esplosivi nei reticoli avversari,
Scalfaro riuscì nonostante il serrato fuoco di sbarra-
mento, a far saltare le postazioni nemiche. Colpito a
morte continuò ad tenere il comando della Compa-
gnia, assicurandosi il successo dell’operazione milita-
re. Morì dissanguato nei pressi di Sdraussina sulle Do-
lomiti il 18 Luglio 1915.
Il capitano Ercolino Scalfaro
UN EROE DELLA GRANDE GUERRA
Da diversi anni il nostro istituto par-
tecipa ai giochi matematici d’autun-
no ed ai campionati internazionali
di giochi matematici promossi
dall’università Bocconi di Milano,
nel 2017 sono stati organizzati dalla
prof.ssa Sacco e dal prof. Bardo an-
che i giochi matematici a squadre
(giochi di Rosy).
I giochi matematici d’autunno si svolgono nel mese di novembre
e vi prendono parte i bambini di 4a e 5a primaria che apparten-
gono alla categoria CE, i ragazzi di 1a e 2a secondaria che appar-
tengono alla categoria C1 ed i ragazzi di 3a secondaria che appar-
tengono alla categoria C2 insieme ai ragazzi del primo superiore.
I campionati internazionali di giochi matematici si svolgono nel
mese di marzo e la nostra scuola partecipa con i ragazzi della se-
condaria.
Vincitori Giochi di Rosy 2017 (Prima Edizione).
Secondi Classificati Giochi di Rosy 2017 (Prima Edizione).
. Il 10% circa degli iscritti a livello provin-
ciale si qualifica alla finale nazionale che si
tiene all’università Bocconi di Milano nel
mese di maggio. Da quando la nostra
scuola partecipa a questa competizione,
ogni anno abbiamo almeno un finalista,
alcuni anni due, altri tre, quattro o cinque.
Lo scorso anno si sono qualificati due
ragazzi della 2F, per la categoria C1
(Gabriele D’Elia e Silvio Procopio). Quest’anno si sono qualifi-
cati tre ragazzi, due di categoria C1 (Vito Nicolardi e Noemj
Mellace della 2C)e un ragazzo di categoria C2 (Gabriele D’Elia)
che ha ottenuto la prima posizione su 165 partecipanti di terza
media e primo superiore della provincia di Catanzaro e di
Mormanno (CS) con grande
orgoglio della nostra Dirigente e di tutta la nostra scuola.
Samuele D’Elia e Gabriele D’Elia vincitori Giochi D’Autunno 2018 (Categorie CE e C2)
Vito Nicolardi, Noemj Mellace e Gahriele D’Elia.
Gabriele D’Elia, Silvio Procopio e la Prof.ssa Sacco.
Il 7 Maggio si è conclusa l’esaltante
esperienza che ha riguardato, come
ogni anno, le terze classi di scuola me-
dia, con un viaggio d’istruzione in città
d’arte e di storico valore quali, Reca-
nati, San Marino, Urbino, Ferrara, Ra-
venna e Venezia.
Il giorno 3 maggio, prima tappa, la
cittadina di Loreto famosa per essere
la sede della Basilica della Santa Casa, meta di un
continuo pellegrinaggio di fedeli, oltre alla visita
dell’importante sito religioso, è stata effettuata
una breve escursione nel centro storico. In serata,
il gruppo ha raggiunto l’hotel situato sul lungoma-
re di Rimini, sede destinata ai pasti ed ai pernotta-
menti.
La seconda giornata è stata dedicata sia alla visita
della città di Ferrara che a quella di Ravenna;
catturati dal fascino della città estense abbiamo
potuto ammirare il Castello con il suo cortile, piazza Castello, il Palazzo Arcivescovile, il Mu-
nicipio con la sua piazza, la Cattedrale e il Ghetto ebraico, oltre al Palazzo dei diamanti, uno
dei monumenti più celebri di Ferrara e del Rinascimento italiano. Lasciata la città di Ferrara,
detta anche “terra e acqua” e “città delle biciclette”, la comitiva ha raggiunto Ravenna, la
città dei mosaici, presso cui è stata fatta
visita a monumenti designati dall’Une-
sco come patrimonio mondiale dell’U-
manità, come la Basilica di San Vitale, la
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il
Mausoleo di Galla Placidia, con la sua
ricca decorazione musiva interna, resa
ancora più splendida dalla luce dorata
che filtra attraverso le finestre di alaba-
stro; è stata, inoltre, ambita meta tra i
monumenti di alto valore storico e cul-
turale anche la Tomba di Dante.
I I RAGAZZI DELLE CLASSI TERZE A FERRARA.
IL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA.
Nel terzo giorno è stata raggiunta la Repubblica di San Marino, il cui
centro storico è stato riconosciuto patrimonio dell’Unesco nel 2008.
Nel pomeriggio, la comitiva ha
proseguito verso il borgo medieva-
le di Urbino, ultimo lembo a nord
delle Marche e sede di un patrimo-
nio artistico straordinario. Prima
meta il maestoso Palazzo Ducale
con le sue scenografiche facciate e
i suoi interni ricchi di opere di valo-
re architettonico e artistico inesti-
mabile, poi il Centro Storico e via
Raffaello, lungo la quale è situata la casa natale dell’artista.
Il quarto giorno è stata raggiunta in vaporetto, partendo dal parcheg-
gio di Tronchetto, l’eternamente magica
città di Venezia, con visita alla Basilica di
San Marco, luogo di consacrazione dei Do-
gi, seguendo i più classici itinerari, come la
Torre dell’Orologio, Canal Grande, Ponte di
Rialto, Ponte dei Sospiri, Riva degli Schia-
voni, le passeggiate per le calli hanno con-
cluso la sosta nella città, che ha fatto
dell’acqua il proprio stile di vita e di svilup-
po.
Dal sapore leopardiano, il tragitto
che nell’ultima giornata ha portato
il gruppo nella cittadina di Recanati,
luogo di ispirazione di tante compo-
sizioni
dell’immor-
tale poeta.
La Piazzetta
del “Sabato del villaggio”, il Palazzo Leopardi, la
Casa di Silvia, la Torre del Passero Solitario, il
Colle dell’Infinito sono state le mete che abbia-
mo potuto ammirare con intensa emozione.
PONTE DI RIALTO A VENEZIA.
“La felicità può essere parago-
nata ad un arcobaleno… perché
anche nei momenti tristi ho gli
amici ci rallegrano… come la
pioggia e il sole che insieme
creano un arcobaleno.”
“La felicità è avere
qualcuno accanto che ci
trasmette il suo affetto.”
“La felicità sta nelle piccole
cose.”
“La felicità è avere accanto
qualcuno con cui condividere un
sorriso.”
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