èlanorma.NoninSvizzera. Salvatevil’intestino · precocedelcancroall’intestino,masono...

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LA CIFRA Delle diagnosi (su pazienti tra 50-69 anni) del tumore al colon è in uno stato avanzato con prognosi pessima 34% Dei 220 nuovi casi annui di tumore colonrettale, oltre la metà è di troppo. Anche i decessi. Si arriva tardi. Mentre si può prevenirlo. Da luglio la cassa malati paga una coloscopia ogni 10 anni o il test delle feci ogni due, a chi ha dai 50 ai 69 anni. Ma pochi lo sanno. Anche tra i medici. In vari Paesi lo screening al colon è la norma. Non in Svizzera. e i 69 anni, la cassa malati ti rimborsa un esame delle feci ogni due anni o una co- loscopia ogni dieci. «Prima di luglio, la coloscopia era as- sunta nei costi dell’assicurazione, quan- do c’erano situazioni ad alto rischio, come, ad esempio, storie familiari eredi- tarie di tumore colonrettale. Ora è rac- comandata, anche a chi non ha disturbi: è un importante controllo preventivo», spiega l’oncologo. Un primo passo a cui devono seguirne altri: «L’importanza della prevenzione nel cancro all’intesti- no si basa su esperienze ventennali, i dati ci sono, eppure non parte uno screening strutturato. Solo così tutti po- trebbero accedere ai controlli necessari. Mentre oggi sono lasciati alla compe- tenza del medico di famiglia che, essen- do in prima linea, riveste un ruolo deter- minante». Oltre a una lacuna di infor- mazione, che distorce l’accesso demo- cratico alla sanità, ce ne sono altre di natura clinica: «I medici devono saper elaborare il risultato degli esami, deci- dere che cosa fare se è un falso positivo o negativo... Quindi si pone un problema di formazione», conclude l’oncologo. Il vero progresso per la sanità svizzera sarebbe uno screening strutturato con vari esperti coinvolti, controlli di qualità, razionalizzazione delle risorse economi- che... Un paio di cantoni stanno svilup- pando progetti pilota di screening all’in- testino. Mentre in Ticino, stiamo ancora aspettando quello per il tumore al seno… L’oncologo Piercarlo Saletti, viceprimario allo Iosi: ‘I controlli preventivi riducono sino al 60 per cento la mortalità per tumore colonrettale’ TI-PRESS Quando essere informati può salvarti la vita! Evitare il cancro all’intestino è possi- bile, perché, tra tutti i tumori, è quello più prevenibile e curabile se preso all’inizio. Lo dimostrano venti anni di esperienza. La ricetta è semplice: dai 50 ai 69 anni, an- che se non hai sintomi, devi fare una co- loscopia ogni dieci anni o un test di ricer- ca del sangue nelle feci, ogni due anni. «Questa metodica permette di ridurre sino al 60% la mortalità da tumore colon- rettale. Diagnosticarlo in uno stadio pre- coce è decisivo perché la sopravvivenza è del 90%. Ma, si dimezza negli stadi inter- medi potenzialmente guaribili», spiega Piercarlo Saletti, viceprimario dell’on- cologia medica all’Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi). ‘Questi controlli sono lasciati al caso e all’intuito del medico, il vero progresso per la Svizzera è uno screening strutturato’ Potremmo raccontarla anche così: dei 220 nuovi casi di tumore colonrettale diagnosticati in media ogni anno, dal 2004 al 2008, almeno la metà è di troppo, si poteva prevenire. Così per i 70 pazienti deceduti ogni anno nello stesso periodo: metà di loro poteva essere salvata. Il problema è di natura politica: gli stru- menti diagnostici ci sono, ma solo una minoranza della popolazione, nella ric- ca Svizzera, ne beneficia. Tra i più fortu- nati, chi è informato e chi ha un medico (e ce ne sono sempre di più) sensibile. Troppo viene lasciato al caso. E sarà così, finché non sarà introdotto uno scree- ning strutturato e controlli accessibili a tutti. Come succede in una ventina di Paesi, come ad esempio in Olanda, ulti- ma a introdurlo la Lettonia… insomma la Svizzera è parecchio in ritardo. Che siamo di fronte a un problema di po- litica sanitaria, lo dimostra il fatto che Berna sta correndo ai ripari. Volendo es- sere costruttivi, potremmo invece dire che un primo passo è stato fatto. Dal 1° luglio 2013, il Dipartimento federale dell’interno ha inserito nel catalogo del- le prestazioni dell’assicurazione obbli- gatoria, gli esami di riconoscimento pre- coce del cancro intestinale. Se hai tra i 50 Salvatevi l’intestino di Simonetta Caratti L’approfondimento 2 giovedì 7 novembre 2013 Colon visto da dentro LA POLITICA Carobbio: ‘Ci vuole un programma organizzato’ In campo di screening il Ticino non ha brillato per velocità rispetto ad altri can- toni. Per il tumore al seno, c’è l’ok politi- co, ma non è ancora partito il program- ma di prevenzione strutturata. Sarà per il 2014. Mentre altri cantoni stanno già testando lo screening al colon. «È positivo che la cassa malati ora copre le spese per gli esami di riconoscimento precoce del cancro all’intestino, ma sono molto critica su screening opportunisti- ci. Sono più efficaci i programmi orga- nizzati e strutturati di screening, con campagne di informazione a persone e medici di famiglia, controlli di qualità...», spiega Marina Carobbio, parlamentare socialista al Nazionale. Medico di pro- fessione, in passato si era occupata di promuovere lo screening al seno. Oltre a ridurre gli ammalati risparmian- do sofferenze, c’è anche un aspetto eco- nomico: «Un mese di cure farmacologi- che in stadi avanzati costa attorno ai 10mila franchi, mentre una coloscopia poco più di mille franchi», dice l’oncolo- go Piercarlo Saletti viceprimario allo Iosi. Dei 2’200 nuovi casi diagnosticati in Ti- cino ogni anno, il più frequente è il tu- more al seno, seguito da quello all’inte- stino; quest’ultimo è la terza causa di morte e nell’80% dei casi insorge tra i 55 e gli 85 anni. Purtroppo in un terzo dei casi, quando arriva la diagnosi, è troppo tardi. Il cancro bussa, ed entra, in quasi tutte le case del Ticino, se pensiamo che una persona su tre è a rischio di svilup- parlo nel corso della sua vita. Preferire le fibre alla carne rossa, limitare l’alcol, smettere di fumare, fare movimento e non mettere su chili di troppo... sono le principali regole d’oro per scongiurarlo. Alba Masullo, Lega contro il cancro LA PREVENZIONE In un terzo delle diagnosi ai 60enni... si arriva tardi Con 4’100 nuovi casi l’anno e 1’600 de- cessi, il cancro all’intestino crasso è uno dei più frequenti in Svizzera. E purtrop- po lo si scopre troppo tardi. Ecco le cifre: il 34% dei pazienti (tra i 50 e i 69 anni), al momento della diagnosi, si trova già in uno stadio avanzato della malattia, con una prognosi pessima (se- condo i dati dell’Istituto nazionale di epidemiologia e registrazione del can- cro, per il periodo 2003-2008). Se indivi- duato in uno stadio precoce vi sono inve- ce buone probabilità di guarigione. Gli strumenti di prevenzione ci sono, è im- perativo che tutti lo sappiano. Per que- sto motivo ripartirà in primavera la campagna ‘No al cancro intestinale’ del- la Lega contro il cancro. Dentro l’intesti- no potremo camminarci, ci sarà un enorme plastico, che mostrerà quali sono i primi segnali del tumore. «Abbia- mo accolto con soddisfazione la decisio- ne del Dipartimento federale dell’inter- no di inserire nel catalogo delle presta- zioni dell’assicurazione obbligatoria gli esami di riconoscimento precoce del cancro all’intestino. È una prima tappa. Ci impegneremo ora a favore di un pro- gramma di screening del cancro intesti- nale in Svizzera», dice Alba Masullo, di- rettrice della Lega ticinese contro il can- cro. Finché in Svizzera il riconoscimen- to precoce del cancro intestinale seguirà l’approccio opportunistico senza affi- darsi a uno screening di qualità control- lata, saranno le associazioni professio- nali mediche a dover garantire la qualità degli esami di diagnosi. «La Lega svizze- ra contro il cancro sostiene gli sforzi nei cantoni, con programmi pilota volti ad assicurare una qualità stabile e garanti- re un massimo di pari opportunità». I NUMERI La novità Da luglio la cassa malati rimborsa una coloscopia ogni 10 anni o un test delle feci ogni due anni. Per chi ha tra i 50 e di 69 anni Nuovi tumori ogni anno in Ticino 2’200 Screening Esami periodici per scoprire una malattia che sta iniziando e non dà ancora sintomi, ma è in uno stadio più curabile Pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore negli ultimi 5 anni 7’000 Nuovi tumori colonrettali all’anno in Ticino (dal 2004 al 2008) 220 Morti salvabili Per l’Oms oltre un terzo dei casi potrebbe essere evitato se venissero sfruttate meglio le conoscenze a disposizione Costo di un mese di cure oncologiche in stadi avanzati contro i mille di una coloscopia 10mila fr.

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LA CIFRA

Delle diagnosi (su pazienti tra 50-69anni) del tumore al colon è in uno statoavanzato con prognosi pessima

34%

Dei 220 nuovi casi annuidi tumore colonrettale, oltrela metà è di troppo.Anche i decessi. Si arriva tardi.Mentre si può prevenirlo.Da luglio la cassa malati paga

una coloscopia ogni 10 annio il test delle feci ogni due, a chiha dai 50 ai 69 anni. Ma pochilo sanno. Anche tra i medici. Invari Paesi lo screening al colonè la norma. Non in Svizzera.

e i 69anni, la cassamalati ti rimborsaunesame delle feci ogni due anni o una co-loscopia ogni dieci.«Prima di luglio, la coloscopia era as-suntanei costidell’assicurazione, quan-do c’erano situazioni ad alto rischio,come, adesempio, storie familiari eredi-tarie di tumore colonrettale. Ora è rac-comandata, anchea chinonhadisturbi:

è un importante controllo preventivo»,spiega l’oncologo. Un primo passo a cuidevono seguirne altri: «L’importanzadella prevenzione nel cancro all’intesti-no si basa su esperienze ventennali, idati ci sono, eppure non parte unoscreening strutturato. Solo così tutti po-trebbero accedere ai controlli necessari.Mentre oggi sono lasciati alla compe-

tenza delmedico di famiglia che, essen-do inprima linea, rivesteunruolodeter-minante». Oltre a una lacuna di infor-mazione, che distorce l’accesso demo-cratico alla sanità, ce ne sono altre dinatura clinica: «I medici devono saperelaborare il risultato degli esami, deci-dere che cosa fare se è un falso positivoonegativo... Quindi si poneunproblema

di formazione», conclude l’oncologo.Il vero progresso per la sanità svizzerasarebbe uno screening strutturato convari esperti coinvolti, controlli di qualità,razionalizzazionedelle risorseeconomi-che... Un paio di cantoni stanno svilup-pandoprogetti pilota di screening all’in-testino. Mentre in Ticino, stiamo ancoraaspettandoquelloper il tumoreal seno…

L’oncologo Piercarlo Saletti, viceprimario allo Iosi: ‘I controlli preventivi riducono sino al 60 per cento la mortalità per tumore colonrettale’ TI-PRESS

Quando essere informati può salvarti lavita!Evitareilcancroall’intestinoèpossi-bile, perché, tra tutti i tumori, è quellopiùprevenibile e curabile se preso all’inizio.Lo dimostrano venti anni di esperienza.Laricettaèsemplice:dai50ai69anni,an-che se non hai sintomi, devi fare una co-loscopia ogni dieci anni oun test di ricer-ca del sangue nelle feci, ogni due anni.«Questa metodica permette di ridurresinoal60%lamortalità datumorecolon-rettale. Diagnosticarlo in uno stadio pre-coce èdecisivoperché la sopravvivenza èdel 90%. Ma, si dimezza negli stadi inter-medi potenzialmente guaribili», spiegaPiercarlo Saletti, viceprimario dell’on-cologia medica all’Istituto oncologicodella Svizzera italiana (Iosi).

‘Questi controlli sono lasciatial caso e all’intuito del medico,il vero progresso per la Svizzeraè uno screening strutturato’

Potremmo raccontarla anche così: dei220 nuovi casi di tumore colonrettalediagnosticati in media ogni anno, dal2004al 2008, almeno lametàèdi troppo,si potevaprevenire.Cosìper i 70pazientideceduti ogni annonello stesso periodo:metà di loro poteva essere salvata.Il problema è di natura politica: gli stru-menti diagnostici ci sono, ma solo unaminoranza della popolazione, nella ric-ca Svizzera, ne beneficia. Tra i più fortu-nati, chi è informato e chi ha unmedico(e ce ne sono sempre di più) sensibile.Troppoviene lasciatoal caso.Esaràcosì,finché non sarà introdotto uno scree-ning strutturato e controlli accessibili atutti. Come succede in una ventina diPaesi, come ad esempio in Olanda, ulti-ma a introdurlo la Lettonia… insommala Svizzera è parecchio in ritardo.Chesiamodi fronteaunproblemadipo-litica sanitaria, lo dimostra il fatto cheBerna sta correndoai ripari. Volendoes-sere costruttivi, potremmo invece direche un primo passo è stato fatto. Dal 1°luglio 2013, il Dipartimento federaledell’interno ha inserito nel catalogo del-le prestazioni dell’assicurazione obbli-gatoria, gli esamidi riconoscimentopre-cocedel cancro intestinale.Sehai tra i50

Salvatevi l’intestino

di Simonetta Caratti

L’approfondimento 2giovedì 7 novembre 2013

Colon visto da dentro

LA POLITICA

Carobbio: ‘Ci vuole un programma organizzato’In campo di screening il Ticino non habrillatoper velocità rispetto adaltri can-toni. Per il tumore al seno, c’è l’ok politi-co, ma non è ancora partito il program-ma di prevenzione strutturata. Sarà peril 2014. Mentre altri cantoni stanno giàtestando lo screening al colon.«Èpositivo che la cassamalati ora coprele spese per gli esami di riconoscimentoprecocedelcancroall’intestino,masonomolto critica su screening opportunisti-ci. Sono più efficaci i programmi orga-nizzati e strutturati di screening, concampagne di informazione a persone e

medicidi famiglia, controlli di qualità...»,spiega Marina Carobbio, parlamentaresocialista al Nazionale. Medico di pro-fessione, in passato si era occupata dipromuovere lo screening al seno.Oltre a ridurre gli ammalati risparmian-do sofferenze, c’è anche un aspetto eco-nomico: «Un mese di cure farmacologi-che in stadi avanzati costa attorno ai10mila franchi, mentre una coloscopiapoco più dimille franchi», dice l’oncolo-go Piercarlo Saletti viceprimario alloIosi.Dei 2’200 nuovi casi diagnosticati in Ti-

cino ogni anno, il più frequente è il tu-more al seno, seguito da quello all’inte-stino; quest’ultimo è la terza causa dimorte e nell’80% dei casi insorge tra i 55e gli 85 anni. Purtroppo in un terzo deicasi, quando arriva la diagnosi, è troppotardi. Il cancro bussa, ed entra, in quasitutte le case del Ticino, se pensiamo cheuna persona su tre è a rischio di svilup-parlonel corsodella suavita.Preferire lefibre alla carne rossa, limitare l’alcol,smettere di fumare, fare movimento enon mettere su chili di troppo... sono leprincipali regole d’oro per scongiurarlo.

Alba Masullo, Lega contro il cancro

LA PREVENZIONE

In un terzo delle diagnosi ai 60enni... si arriva tardiCon 4’100 nuovi casi l’anno e 1’600 de-cessi, il cancro all’intestino crasso è unodei più frequenti in Svizzera. E purtrop-po lo si scopre troppo tardi.Ecco le cifre: il 34%dei pazienti (tra i 50 ei 69 anni), al momento della diagnosi, sitrova già in uno stadio avanzato dellamalattia, con una prognosi pessima (se-condo i dati dell’Istituto nazionale diepidemiologia e registrazione del can-cro, per il periodo 2003-2008). Se indivi-duato inunostadioprecocevisono inve-ce buone probabilità di guarigione. Glistrumenti di prevenzione ci sono, è im-

perativo che tutti lo sappiano. Per que-sto motivo ripartirà in primavera lacampagna ‘No al cancro intestinale’ del-la Lega contro il cancro. Dentro l’intesti-no potremo camminarci, ci sarà unenorme plastico, che mostrerà qualisono i primi segnali del tumore. «Abbia-moaccolto consoddisfazione ladecisio-ne del Dipartimento federale dell’inter-no di inserire nel catalogo delle presta-zioni dell’assicurazione obbligatoria gliesami di riconoscimento precoce delcancro all’intestino. È una prima tappa.Ci impegneremo ora a favore di un pro-

grammadi screening del cancro intesti-nale inSvizzera», diceAlba Masullo, di-rettrice della Lega ticinese contro il can-cro. Finché in Svizzera il riconoscimen-to precocedel cancro intestinale seguiràl’approccio opportunistico senza affi-darsi a uno screening di qualità control-lata, saranno le associazioni professio-nalimedicheadovergarantire laqualitàdegli esamidi diagnosi. «LaLega svizze-ra contro il cancro sostiene gli sforzi neicantoni, con programmi pilota volti adassicurare una qualità stabile e garanti-re unmassimodi pari opportunità».

I NUMERI

∑ La novitàDa luglio la cassamalatirimborsa una coloscopia ogni 10anni o un test delle feci ogni dueanni. Per chi ha tra i 50 e di 69 anni

∑ Nuovi tumori ogni anno in Ticino

2’200∑ Screening Esami periodici per

scoprire unamalattia che stainiziando e non dà ancora sintomi,ma è in uno stadio più curabile

∑ Pazienti a cui è stato diagnosticatoun tumore negli ultimi 5 anni

7’000∑ Nuovi tumori colonrettali all’anno

in Ticino (dal 2004 al 2008)

220∑ Morti salvabiliPer l’Oms oltre un

terzo dei casi potrebbe essereevitato se venissero sfruttatemegliole conoscenze a disposizione

∑ Costo di unmese di cureoncologiche in stadi avanzaticontro imille di una coloscopia

10mila fr.