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Costruire un MONDO NUOVO RA_20159 LAMOSTRA. ApreoggialPalladioMusemlaprimaesposizionesuJefferson&Palladio Lo scalpellino e il presidente Genealogia dell’architettura Illegame tra Vicenza e gli Usadata giàafineSettecento,quando ilcelebrepoliticoe architetto siispiròaville epalazzipalladiani C ome nasce un nuovo mondo? Attraverso un processo di rige- nerazione, che ha bisogno di energia, creatività e fin da subito di regole. Thomas Jefferson, padre fon- datore degli Stati Uniti, è un perso- naggio straordinario per spiegare i le- gami che la Vecchia Europa ha con la confederazione che nacque nella se- conda metà del Settecento oltre l’Atlantico. Vengono a celebrarlo og- gi a Vicenza l’ambasciatore statuni- tense John R. Phillips e il direttore generale per il Sistema Paese al mini- stero degli Affari Esteri, Andrea Me- loni, inaugurando la mostra “Tho- mas Jefferson e Palladio” che fino al 28 marzo 2016 racconterà al Palla- dio Museum la passione del terzo pre- sidente Usa per le opere dell’architet- to vicentino. Il rapporto culturale tra Vicenza e gli Usa è diventato concreto dal 6 di- cembre 2010 nella risoluzione del Congresso degli Stati Uniti, che a ca- mere riunite dichiarò Andrea Palla- dio "padre fondatore" dell'architettu- ra americana, esprimendo ricono- scenza all’architetto nato scalpellino per aver ispirato tanti edifici dell’immenso territorio nordameri- cano, a partire dalla Casa Bianca. E’ stato un riconoscimento implici- to al lavoro del Centro internaziona- le di Studi di Architettura di Vicenza, il Cisa, che dal 1958 coltiva gli studi su Palladio riunendo qualificati esperti internazionali e che per il 500° della nascita di Palladio, nel 2008, ha organizzato un biennio di mostre itineranti in Europa e negli Usa. Un anno fa alla cerimonia del gior- no dell'Indipendenza americana, fu proprio l’ambasciatore Phillips a sot- tolineare il ruolo del padre nobile del palladianesimo americano, Thomas Jefferson, presidente con la passione per i diritti civili ma anche per l’archi- tettura e l’urbanistica. Curata da Gui- do Beltramini e Fulvio Lenzo, quella che apre oggi è la prima mostra in Europa dedicata al politico-architet- to. «Jefferson diede un volto all'Ame- rica attraverso l’arte, l’architettura e il disegno del territorio- spiega Bel- tramini, direttore del Cisa - Fu un vi- sionario ma anche un pragmatico, un uomo d’azione e insieme un intel- lettuale che conosceva il latino e il greco e che era convinto che il Nuovo Mondo si potesse costruire attraver- so la razionalità e la bellezza». Nelle sale di palazzo Barbarano da Porto sono esposti disegni originali di Jef- ferson per gli edifici di Monticello, in Virginia, dove volle una villa ispirata a quelle palladiane. Ma anche libri, carte geografiche, busti, sculture, i bozzetti di Antonio Canova per la sta- tua di George Washington. Tra i ci- meli la testa di un bisonte e oggetti da collezione, le foto di Filippo Roma- no in Virginia, per confrontare gli edi- fici voluto da Jefferson con quelli che popolano dal ’500 la campagna vene- ta. Due mondi di gentiluomini cre- sciuti con il culto del mondo classico. Lamostra, visitabilefino al 28 marzo2016, è a cura di Guido Beltramini eFulvio Lenzo, sostenutida un consiglio scientifico presieduto daHoward Burns,di cui fanno parte James Ackerman,Bruce Boucher, Travis C.McDonald, Damiana Paternò, Mario Piana,Craig Reynolds. Il catalogo, initaliano einglese, è edito da OfficinaLibraria. L’allestimentodellamostra èdi AlessandroScandurra. Aperta dal martedì alla domenica,10-18.Biglietto: intero euro10,ridotto 7,scuole 4,family 14.www.palladiomuseum.org. Lamostraè dedicata alla memoriadiMario Valmarana, professore all’University of Virginia,che dedicò una vita a creareponti fra ilVeneto e la Virginia.È realizzata col sostegno dellaRegionee di FondazioneCariverona, in collaborazionecon Fondazione Canovadi Possagno eStiftung BibliothekWerner Oechslin di Einsiedeln. Orariebiglietti NicolettaMartelletto Poste Italiane S.p.A. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza y(7HB5J1*LQTKKL( +,!"!}!$!@

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Costruire un

MONDONUOVOMONDONUOVO

RA_20159

LAMOSTRA.Apre oggialPalladio Musem laprimaesposizione suJefferson&Palladio

LoscalpellinoeilpresidenteGenealogiadell’architetturaIl legame tra Vicenza e gli Usa datagiàafineSettecento, quandoilcelebre politicoe architettosiispiròaville epalazzipalladiani

C ome nasce un nuovo mondo?Attraverso un processo di rige-nerazione, che ha bisogno di

energia, creatività e fin da subito diregole. Thomas Jefferson, padre fon-datore degli Stati Uniti, è un perso-naggio straordinario per spiegare i le-gami che la Vecchia Europa ha con laconfederazione che nacque nella se-conda metà del Settecento oltrel’Atlantico. Vengono a celebrarlo og-gi a Vicenza l’ambasciatore statuni-tense John R. Phillips e il direttoregenerale per il Sistema Paese al mini-

stero degli Affari Esteri, Andrea Me-loni, inaugurando la mostra “Tho-mas Jefferson e Palladio” che fino al28 marzo 2016 racconterà al Palla-dio Museum la passione del terzo pre-sidente Usa per le opere dell’architet-to vicentino.

Il rapporto culturale tra Vicenza egli Usa è diventato concreto dal 6 di-cembre 2010 nella risoluzione delCongresso degli Stati Uniti, che a ca-mere riunite dichiarò Andrea Palla-dio "padre fondatore" dell'architettu-ra americana, esprimendo ricono-scenza all’architetto nato scalpellinoper aver ispirato tanti edificidell’immenso territorio nordameri-cano, a partire dalla Casa Bianca.

E’ stato un riconoscimento implici-to al lavoro del Centro internaziona-le di Studi di Architettura di Vicenza,il Cisa, che dal 1958 coltiva gli studisu Palladio riunendo qualificati

esperti internazionali e che per il500° della nascita di Palladio, nel2008, ha organizzato un biennio dimostre itineranti in Europa e negliUsa.

Un anno fa alla cerimonia del gior-no dell'Indipendenza americana, fuproprio l’ambasciatore Phillips a sot-tolineare il ruolo del padre nobile delpalladianesimo americano, ThomasJefferson, presidente con la passioneper i diritti civili ma anche per l’archi-tettura e l’urbanistica. Curata da Gui-do Beltramini e Fulvio Lenzo, quellache apre oggi è la prima mostra inEuropa dedicata al politico-architet-to. «Jefferson diede un volto all'Ame-rica attraverso l’arte, l’architettura eil disegno del territorio- spiega Bel-tramini, direttore del Cisa - Fu un vi-sionario ma anche un pragmatico,un uomo d’azione e insieme un intel-lettuale che conosceva il latino e il

greco e che era convinto che il NuovoMondo si potesse costruire attraver-so la razionalità e la bellezza». Nellesale di palazzo Barbarano da Portosono esposti disegni originali di Jef-ferson per gli edifici di Monticello, inVirginia, dove volle una villa ispirataa quelle palladiane. Ma anche libri,carte geografiche, busti, sculture, ibozzetti di Antonio Canova per la sta-tua di George Washington. Tra i ci-meli la testa di un bisonte e oggettida collezione, le foto di Filippo Roma-no in Virginia, per confrontare gli edi-fici voluto da Jefferson con quelli chepopolano dal ’500 la campagna vene-ta. Due mondi di gentiluomini cre-sciuti con il culto del mondo classico.

La mostra, visitabile fino al 28marzo 2016, è a cura di GuidoBeltramini e Fulvio Lenzo,sostenuti da un consiglioscientifico presieduto da HowardBurns, di cui fanno parte JamesAckerman, Bruce Boucher, TravisC. McDonald, Damiana Paternò,Mario Piana, Craig Reynolds. Ilcatalogo, in italiano e inglese, èedito da Officina Libraria.L’allestimento della mostra è diAlessandro Scandurra.

Aperta dal martedì alladomenica, 10-18.Biglietto: interoeuro 10, ridotto 7,scuole 4,family14. www.palladiomuseum.org.

La mostra è dedicata allamemoria di Mario Valmarana,professore all’ University ofVirginia, che dedicò una vita acreare ponti fra il Veneto e laVirginia. È realizzata colsostegno della Regionee diFondazione Cariverona, incollaborazione con FondazioneCanova di Possagno e StiftungBibliothek Werner Oechslin diEinsiedeln.

Orarie biglietti

NicolettaMartelletto

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ILRITRATTO. Il terzo presidenteUsafuanche uno deipadri fondatori

JEFFERSONUNFIGLIODEILUMIScrissediuguglianza ediritti civili, in economiafuliberistaintegrale, laDichiarazione d’Indipendenzasideve a lui.Esperto diarchitetturaetecnologia

DALLAVIRGINIA

GliStatiUnitiel’autorevolezzadiPalladio

LOSTUDIOSO. Aveva unanuovavisione del rapporto cittadini-Stato

Riformatoreecostruttore

Antonio Trentin

Quando Thomas Jeffersonfu eletto terzo presidente - do-po George Washington chelo aveva voluto responsabiledegli Esteri e John Adamsdel quale era stato vice - gliStati Uniti compivano il loroprimo quarto di secolo. Lui,da avvocato e deputato dellaVirginia, ne era stato uno deiPadri Fondatori.

La Dichiarazione d'Indipen-denza era stata dovuta ingran parte alla penna e alleidee sue. A cominciare dallefrasi messe a preambolo del-la scelta politica di staccarsidalla Gran Bretagna firmataa Philadelphia il 4 luglio1776, da due secoli e mezzofondamento giuridico e civiledelle democrazie occidenta-li: "Noi riteniamo che sonoper sé stesse evidenti queste

verità: che tutti gli uomini so-no creati eguali; che essi so-no dal Creatore dotati di certiinalienabili diritti; che traquesti diritti sono la Vita, laLibertà, e il perseguimentodella Felicità; che per garanti-re questi diritti sono istituititra gli uomini governi che de-rivano i loro giusti poteri dalconsenso dei governati; cheogni qualvolta una qualsiasiforma di governo tende a ne-gare questi fini, il popolo hadiritto di mutarla o abolirla edi istituire un nuovo governofondato su tali principii".

Jefferson, nato nel 1743, in-terpretava perfettamente lecontraddizioni sulle quali eranato il primo stato repubbli-cano della storia moderna.

Era un figlio dell'Illumini-smo europeo: scriveva diuguaglianza e diritti civili esosteneva la società laica con-tro le monarchie del Vecchio

Continente poggiate sui dirit-ti divini.

In economia era liberista in-tegrale: libero mercato, an-che internazionale, controogni forma di protezionismo,secondola divisione che a me-tà Ottocento avrebbe fattoscontrare gli Stati agricoli delSud con quelli neoindustrialidel Nord, fino alla guerra diSecessione.

Da possidente sognavaun'America di imprenditorirurali, grandi e piccoli, suiquali fondare le virtù civili emercantili messe a base delmondo nuovo nato nelleex-Colonie britanniche.

Scrisse un appello a liberaregli schiavi negri e a fine presi-denza firmò l'atto di abolizio-ne della tratta umanadall'Africa, ma da proprieta-rio terriero compravenditoredi afro-americani - nella suatenuta ne passarono 600 - li-

berò alla fine solo quelli cheerano suoi discendenti, figlidi una mulatta che gli era sta-ta amante e cognata. Signifi-cativa curiosità: fu battezza-tocon il suo cognome di presi-dente in carica un bimbo delKentucky destinato a diven-tare nel 1861 il presidente del-la Confederazione secessioni-sta, Jefferson Davis, il capodei sudisti scelto dagli statischiavisti come anti Abra-ham Lincoln.

Quest'ultimo definì Jeffer-son come il più illustre uomopolitico del primo secolo distoria americana. Insieme - econ Washington e TheodoreRoosevelt - sono scolpiti nel-la roccia del monte Rushmo-re, il maestoso memorialenel South Dakota che raffigu-ra l'idea e i protagonisti delpresidenzialismo statuniten-se.

Nei suoi otto anni a Wa-

shington, appena creata capi-tale federale, Jefferson af-frontò la prima guerradell'"imperialismo democra-tico" americano: la BarbaryCoast War (1801) della flottacapitanata dalla corazzataConstitution contro il pasciàdi Tripoli, a tutela dei trafficicommerciali Usa nel Medi-terraneo minacciati dai pira-ti berberi.

E soprattutto contrattò conNapoleone (1803) l'acquistodella Louisiana: che non vole-va dire solo l'odierno territo-rio allo sbocco del Mississip-pi, ma l'intero Midwest dalGolfo del Messico al Canada,praticamente il raddoppiodella superficie degli Usa. Glifu proposta una terza candi-datura, nel 1809, ma la rifiu-tò, come già aveva fatto Wa-shington nel 1797, mettendoin guardia dal rischio di solu-zioni personalistiche per la

guida della federazione.I suoi ultimi anni, dopo

l'uscita dalla scena politica,furono dedicati al confrontocon pesanti guai finanziari ealle molte passioni che lo ave-vano animato per tutta la vi-ta.

Oltre che all'architetturache lo aveva visto progettistadella sua villa neopalladianaa Monticello, alla filosofia ealla promozione culturale(fondazione dell'universitàdella Virginia), Jefferson sidedicò anche alla tecnologia,che già lo aveva visto invento-re di una sedia girevole, di uncontapassi, di un poligrafoper la scrittura contempora-nea di testi e di un crittografoper la stesura di documentisegreti.

La morte lo colse esattamen-te a mezzo secolo dalla Di-chiarazione d'Indipendenza,il 4 luglio 1826.•

Ilpresidente Thomas_Jefferson, ritratto da_Rembrandt_Peale,_1805_

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Leslie Greene Bowman*

Ringrazio i colleghi del Palla-dio Museum per aver orga-nizzato questa pioneristicamostra su Thomas Jefferson.Nel 1782 il marchese de Cha-stellux scrisse «… Mr. Jeffer-son è il primo americano adaver cercato nelle opered’arte insegnamenti per ripa-rare se stesso dalle intempe-rie». Jefferson fu un ammira-tore di Andrea Palladio. I pri-mi progetti di Jefferson perMonticello furono adegua-menti delle ville Cornaro e Sa-raceno di Palladio. Dopo 40anni di ristrutturazioni e rico-struzioni, la versione di Jef-ferson di Monticello restò fe-dele alla sua prima idea diuna rinnovata villa palladia-na che domina la cima di unacollina. Architetto autodidat-ta, Jefferson possedeva cin-que edizioni dei Quattro libridell’architettura di Palladio.È noto come egli avesse defi-nito il libro di Palladio «laBibbia», e come l’avesse fattoconoscere ai suoi amici e col-leghi architetti, ampliandocosì l’influenza di Palladio inAmerica. Giustamente la pri-ma e l’ultima opera architet-tonica di Jefferson sono en-trambe riconosciute siti patri-monio dell’umanità Unesco.Monticello e l’Università del-la Virginia rappresentano leaspirazioni di una nuova na-zione e la duratura autorevo-lezza di Palladio, trasmesseattraverso gli occhi e l’influen-za di Thomas Jefferson.

*presidente della T.Jeffer-son Foundation,Monticello,Charlottesville, Virginia

Howard Burns*

La mostra si concentra suThomas Jefferson, un mae-stro del sapere del suo tem-po, una figura cosmopolita,ma con radici rurali, arteficefondamentale delle basi intel-lettuali di una nuova visionedel rapporto corretto tra citta-dini e Stato, e di una nuovagrande repubblica. L’archi-tettura ha avuto un posto im-portante nella sua agendapersonale e pubblica: per lapropria casa come per la Ca-sa del Presidente della nuovanazione, così come per l’Uni-versità e il Campidoglio del

proprio Stato, la Virginia. Jef-ferson fu guidato nella sua at-tività di architetto della nuo-va America (non solo in sen-so politico, ma anche in sen-so letterale), dalla sua ammi-razione per I quattro libridell’architettura. Palladio gliha mostrato come le tipolo-gie degli antichi romani pote-vano essere adattate a scopimoderni, combinate con in-novazioni nella costruzione enella comodità delle case, perfornire un quadro armoniosoe razionale per la vita quoti-diana e per la realizzazione diuna società nuova. Jeffersonè una figura complessa, ge-niale e illuminata, paragona-

bile a un altro grande rifor-matore e costruttore, Cateri-na la Grande di Russia, suacontemporanea, pure ammi-ratrice di Palladio. Come nelcaso di Caterina, Jeffersonrealizzò molto, sia politica-mente sia in architettura, an-che se, come l’Imperatrice,nel contesto dei loro tempinon poteva pienamente met-tere in atto tutti i suoi ideali eprincipi. Questa mostra fa ve-dere che Jefferson non è sta-to solo uno straordinario per-sonaggio politico, ma ancheun grande e influente archi-tetto.

*presidente del ConsiglioScientifico del Cisa, Vicenza

La mostra si apre nel saloned'onore di palazzo Barbara-no da Porto. Qui, da uno spec-chio, inizia il confronto tra iprogetti di Jefferson e quellidi Palladio. Gli oggetti e le se-quenze riprendono l'idea diuna esposizione di insolitistrumenti scientifici. I pro-getti di Jefferson sono espo-sti in isole di elementi etero-genei accostati, ognuno deiquali sostiene disegni, model-li, libri. Le foto di AlessandroScandurra portano il lettorein Virginia davanti agli edifi-ci voluti da Jefferson.•

NELLAMOSTRAIL CONFRONTOTRADUE MONDIE DUEARCHITETTURE

Nelsalone d’onoreunpercorso trabusti,disegni efoto

IL GIORNALE DI VICENZAMercoledì 23 Settembre 2015II

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Lino Dainese, 67anni, fondatoredell’omonimaazienda leader nei

sistemi di protezione nelmotociclismo e in altri sport,appassionato d’arte ed’architettura, competentecollezionista, è sostenitoredel Centro internazionale distudi d’architettura AndreaPalladio dal 1994 ed èentrato nel consigliod’amministrazione nel2007. Ne è diventatopresidente nel luglio 2014,in seguito alle dimissioni diAmalia Sartori, e nel giugnoscorso è stato riconfermatopresidente all’unanimità.

Il nuovo consiglio diamministrazione, chedurerà in carica sinoall’aprile 2019, è compostooltre che da Dainese(presidente, nominato daCamera di Commercio) daAntonio Franzina,vicepresidente (Regione),Roberto Ditri (Fase spa),Corinna Gemmo (per i socisostenitori), Annalisa

Lombardo (FondazioneRoi), Antonio Zaccaria(Provincia) e MassimoZancan (Comune).

Tra gli obiettivi di Dainese,fin dall’inizio, c’èl’internazionalizzazione delCentro e il coinvolgimentodi fasce di pubblico semprepiù ampie.

Una mostra sul volto"americano" di Palladio: faparte del suo progetto diaprire sempre più il Cisa allerealtà internazionali?La mostra era inprogettazione da tempo, enasce in sinergia conUniversity of Virginia, e ilCanadian Centre forArchitecture, nostro stabilepartner oltreoceano.Certamente una mostra suuno dei padri fondatori degliUSA sarà occasione dicrescita culturale escientifica. Ma servirà anchecome ponte per le impresedel nostro territorio chehanno uno sbocco negliUSA. Non a caso oggi, ad

inaugurarla, c'è anchel'ambasciatore Meloni,direttore generale delministero degli Affari esteriper lo sviluppo del sistemapaese: un settore delMinistero dove cultura eimpresa sono unite nellapromozione del saper fareitaliano. L’interesse versoPalladio, mi porterà nelmese di ottobre ad esserenegli Stati Uniti perincontrare imprenditori chehanno manifestatol’interesse ad essere coinvoltinei futuri progetti delPalladio Museum.

Nel Nuovo Mondo americano èevidente quanta Europa c'è,quanta Italia, quanta bellezzanata in Veneto. A lei,imprenditore che ha esploratoi nuovi mondi, che effetto fa?La bellezza è linguaggiouniversale, compreso datutti. Vedere l’arte el’architettura del nostropaese prese come esempio èun onore e unasoddisfazione, ma allo stesso

tempo un impegno perconservarle al meglio. Moltevolte la bellezza del nostropaese è apprezzata di piùdalla comunitàinternazionale che non danoi stessi. Forse siamoassuefatti a vivere taleprivilegio.Come imprenditore sonoorgoglioso che la nostracultura sia presa come puntodi riferimento, è gratificanteandare all’estero e essereidentificati come unapersona che viene dalla“bella” Italia. Macontemporaneamente è una

sfida: continuare a produrrebellezza.

Questa mostra è statarealizzata anche grazie a nuovi mecenati vicentini chehanno abbracciato i progettiscientifici e divulgativi delCisa?In una fase economica in cuile risorse per la cultura sonosempre meno supportatedalle istituzioni pubbliche, èstrategico per il PalladioMuseum rivolgersi a nuovisoggetti e mecenati. Cirivolgiamo al mondo delleimprese che nel nostro

territorio hanno competenzeed eccellenza internazionali.Vogliamo coinvolgerle inprogetti di sviluppo comune,passando dalla merasponsorizzazione allaprogettualità condivisa. Leaziende che guardano alfuturo hanno bisogno diconoscenza, relazioni econtatti ad alto livello e diidee discontinue. Il PalladioMuseum, e il suo patrimoniodi saperi e relazionimondiali è una piattaformaculturale fondamentale perla crescita, ancheeconomica, del territorio.

Il Cisa, nel quadro di contributipubblici sempre più ridotti,come può continuare asvolgere la sua attività diricerca e divulgazione, comepuò diventare un luogosempre più vivo e aperto anche al grande pubblico? Il Cisa è un istituto di ricercariconosciuto a livellointernazionale, il PalladioMuseum è lo strumento concui dialoghiamo con unampio pubblico, perché lericerche siano messe adisposizione di tutti con unlinguaggio comprensibileanche a coloro che non sonodegli specialisti. Dobbiamosempre difenderel'eccellenza rappresentatanel mondo dal Centropalladiano. Ogni anno daquasi sessant'anni il Corsopalladiano ideato da RenatoCevese porta a Vicenza 50giovani provenienti da tuttoil mondo che per unasettimana hanno lapossibilità di “conoscere”Palladio ed entrare incontatto con grandi docentie direttori di museiinternazionali.

E verso il grande pubblico?Vorrei fare sempre di più peraprirci verso le famiglie, lescuole, i giovani e le aziende.In particolare stiamopotenziando i progettiPalladio Kids, e questaestate la prima edizione dei"Notturni palladiani" hafatto il tutto esaurito nei seiconcerti realizzati nel cortiledel Palladio Museum.

© RIPRODUZIONERISERVATA

LA TESTIMONIANZA. Come Jefferson anche l’imprenditore Coin crede in un mondo più creativo

Laculturad’impresaèmotorenell’economiadellabellezzaL’armoniadi unterritorio viaggianelmondo attraversole nostre villeRoberto Coin*

A 33 anni, dopo aver raccoltoun discreto successonell’ambito alberghiero, lamia necessità di rinnovarmie rinnovare, mi ha portato adaddentrarmi in un mondosconosciuto quanto amma-liante, il mondo della creativi-tà. Amavo da sempre il con-cetto assoluto di bellezza, de-clinato nelle rappresentazio-ni più diverse, ma fu il gioiel-lo a consacrare il mio passag-gio alla vita creativa, lo consi-

deravo e lo considero l’acces-sorio per eccellenza capace direndere ancora più unicauna donna e ancora più pre-zioso un istante fissandolonel tempo come un simbolo.

Mi avvicinai all’industriadel gioiello nello stesso modoin cui la vivo anche oggi, co-me un visionario convintoche la qualità e la buona fattu-ra siano fondamenti inequi-vocabili per realizzare gioiellicome opere d’arte. L’impor-tanza del mio lavoro si basasu intuizioni creative e su sa-pienti mani, capaci di raccon-

tare la bellezza attraverso tec-nica e dedizione profonde, inun mix vincente di alta tecno-logia e valori della tradizio-ne.

In questi sorprendenti edensi anni di lavoro il mondomi ha aperto tante ported’accesso inaspettate, tessen-do nuovi rapporti per realiz-zare un futuro più ricco e piùsaggio. La cultura di impresasi inserisce in questo intentocome un investimento intelli-gente quanto reale. Il patri-monio artistico e culturaleitaliano rappresenta un po-tente driver per lo svilupposocioeconomico e noi azien-de siamo un tassello fonda-mentale per la realizzazionedi progetti volti alla sua co-

municazione e alla sua valo-rizzazione.

Thomas Jefferson credevache il nuovo mondo si potes-se costruire attraverso la ra-zionalità e la bellezza. Nonpotevo trovarmi più in accor-do con lui, anche per la stimae l’attrazione nei confronti diAndreaPalladio, preso da Jef-ferson come modello. Spessonelle interviste mi chiedonodove trovo l’ ispirazione perrealizzare design sempre nuo-vi: non mi stanco di ripetereche vivere in Italia, culla del-la bellezza, porta ad avere ilgene dell’estetica nel proprioDna. Le opere realizzate daAndrea Palladio a Vicenza cit-tà dove vivo e lavoro, come intutto il Veneto, sono

un’espressione eccellente diarmonia delle proporzioni,esempio di come la bellezzapossa rendere migliore il ter-ritorio e istaurare dialoghicon interlocutori lontani. La

mostra “Jefferson Palladio”ci consente di creare un pon-te culturale ed economico traVicenza e gli Stati Uniti, tra-smettendo i valori che Palla-dio ha fissato con le sue crea-

zioni e che Thomas Jeffersonha voluto prendere come ispi-razione.

Da sempre gli Usa sono ilmercato di riferimento per imiei gioielli, un mercato do-ve da anni divulgo la qualitàdel made in Italy. Palladio èstato spesso protagonista deimiei racconti sul talento e lagrazia, le sue opere architetto-niche hanno dettato regoleestetiche che ho trasferito neitagli delle pietre e nelle sim-metrie dei design. Mi piacepensare che la bellezza, la cul-tura e l’arte siano per coloroche vi entrano in contatto mo-menti emozionanti, che nonconcedono spazio alla solitu-dine ma riempiono la vita dientusiasmo. In fondo, la vitanon è che una collezione diesperienze che come diaposi-tive preziose raccontano vitee personalità uniche le quali,come accade per grandi uo-mini come Andrea Palladio eThomas Jefferson, diventa-no indimenticabili.

*imprenditore

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LINODAINESE,presidentedelCisa

PALLADIOPERTUTTIECCELLENZA ITALIANA

LinoDainese,imprenditore,presidente del CisaPalladio

L'INTERVISTA di NICOLETTA MARTELLETTO

«InottobrenegliUsaincontreròimprenditorichevoglionoesserecoinvoltineinostriprogetti»

L’imprenditorevicentinoRobertoCoin

IL GIORNALE DI VICENZAMercoledì 23 Settembre 2015 III

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IL GIORNALE DI VICENZAMercoledì 23 Settembre 2015IV