Costruire in Laterizio -COSTRUIRE IN LATERIZIO n.126. Novembre-dicembre 2008

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Novembre/Dicembre 2008 Anno XXI Rivista bimestrale Contiene I.P. 6,20 Novembre/Dicembre 2008 COSTRUIRE IN LATERIZIO Il Sole 24 ORE Business Media Srl Sede operativa via Granarolo, 175/3 48018 Faenza (Ra) www.faenza.com Organo ufficiale dell’Andil Assolaterizi via Alessandro Torlonia 15 00161 Roma www.laterizio.it Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in legge il 27.02.2004 n. 46) Art. 1, comma 1, DCB Forlì João Álvaro Rocha Massimo Curzi Conix Architects Cino Zucchi Atelier Zhanglei Environa Studio Markus Wespi & Jérome de Meuron HS 99 Case unifamiliari COSTRUIRE IN LATERIZIO Case unifamiliari J. Á. Rocha • M. Curzi • Conix • C. Zucchi • Environa • Wespi & de Meuron • HS99 • Zhanglei 126 In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Forlì per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Book of Construction

Transcript of Costruire in Laterizio -COSTRUIRE IN LATERIZIO n.126. Novembre-dicembre 2008

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LATERIZIO

SOMMARIO

Rivistabimestrale Anno XXI

Novembre/Dicembre 2008

in copertina:Markus Wespi & Jérome de Meuron.Casa a Morcote, Canton Ticino,Svizzera.

Direttore ResponsabileGianfranco Di Cesare

Comitato DirettivoCatervo Cangiotti (Presidente)Daniele CastellariGianfranco Di CesareGiorgio GiavariniCanio ScianaticoFabrizio StangaliniAlessandro Vardanega

Comitato di RedazioneAlfonso Acocella(responsabile architettura)Chiara Torricelli(responsabile tecnologia)Gianfranco Di CesareIgor MaglicaGiorgio Zanarini

CollaboratoriAdolfo F. L. Baratta, AndreaCampioli, Veronica Dal Buono,Claudio R. Fantone, AlbertoFerraresi, Roberto Gamba,Juan Martín Piaggio, DavideTurrini

Coordinamento RedazionaleCaterina ZanniDavide Cattaneo

Art DirectorIgor Maglica

Grafica esecutivaGraphic Line, Faenza

Organo Ufficiale dell’ANDIL AssolateriziVia Alessandro Torlonia 1500161 RomaTel. 06.44236926 (r.a.)Fax [email protected]

Autorizzazione del Tribunaledi Milano n. 869 del 18.2.1987Iscrizione al registro operatoridella comunicazione n. 6357ISSN 0394-1590La Direzione non rispondedelle idee od opinioni espressedagli Autori degli articoli.

Editore Il Sole 24 ORE Business Media S.r.l. - via G. Patecchio 2 - 20141 Milano - tel. +39 0239646.1Presidente Eraldo Minella Amministratore Delegato Antonio Greco Direttore Editoriale Mattia Losi

Direttore Divisione Building Fabio Franzoni Coordinamento Redazione Architettura Donatella Bollani N. Iscriz. Reg. Imprese 00081580391 - R.E.A. CCIAA MI n. 1769869 - Cap. Sociale € 16.000.000,00 i.v. - P.IVA/Cod. Fisc. 00081580391Sede operativa via Granarolo, 175/3 - 48018 Faenza (Ra) - tel. +39 0546 63781 - fax +39 0546 660440 - [email protected]à Il Sole 24 ORE Business Media S.r.l. - Sede operativa Faenza: via Granarolo, 175/3 - 48018 Faenza (Ra) - tel. +39 0546 63781Sales Executive Settore Edilizia Danilo Rossi Segr. commerciale/Traffico/Pubblicità [email protected]. abbonamenti [email protected] Stampa Faenza Industrie Grafiche, Faenza (Ra)Distributore M-Dis, Milano Tiratura di questo numero 18.000 + 5.000 copie in edicola

Associato a:

NEWSI a cura di Roberto Gamba

PRODOTTIIII a cura di Davide Cattaneo

PANORAMAV a cura di Davide Cattaneo

IN PRIMO PIANOIX Marlies Rohmer Centro di degenza diurna per il trattamento delle malattie mentali,

Noordwijk (Olanda)Veronica Dal Buono

FOCUSXIII Abitare la temporaneità

Roberto Bologna. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

EDITORIALE2 Frammenti di città. Il territorio delle case unifamiliari

Alberto Caruso

PROGETTI4 João Álvaro Rocha Casa per il pittore Fernando Brito a Santarém (Portogallo)

Carmen Murua

10 Massimo Curzi Casa del farmacista a Borghetto di Borbera (Alessandria)Igor Maglica

16 Markus Wespi & Jérome de Meuron Casa a Morcote, Canton Ticino, SvizzeraRoberto Gamba

22 Conix Architects Casa unifamiliare TE a Rotterdam, OlandaIgor Maglica

26 Cino Zucchi Casa unifamiliare a Enschede, OlandaRoberto Gamba

30 Atelier Zhanglei Brick Wang House, a Fengshan (Cina)Adolfo F. L. Baratta, Xinyan Liu

34 Environa Studio The Clay House, AustraliaIgor Maglica

INTERVISTA40 Intervista a Lorena Luccioni

Veronica Dal Buono

TECNOLOGIA44 Carlo Scarpa, Aldo Businaro Villa Palazzetto a Monselice, Padova

Veronica Dal Buono

RICERCA48 Il comportamento delle coperture ventilate in fase invernale

Marco D’Orazio

52 Massa e comfort: necessità di una adeguata capacità termica areica interna periodicaCostanzo Di Perna, Francesca Stazi, Andrea Ursini Casalena, Alessandro Stazi

GRANDI MAESTRI60 Ignazio Gardella Dispensario antitubercolare di Alessandria, Firenze, 1933-38

Luca Marzi

DETTAGLI64 Laterizio e legno

Alessandra Zanelli

RECENSIONI68 a cura di Roberto Gamba

70 INDICE DELL’ANNO

72 ENGLISH SUMMARY / CONTRIBUTI A CURA DI / ELENCO INSERZIONISTI

La casa unifamiliare caratterizza gran parte del cosiddetto sprawl insediativo,che sta imponendosi come modo di abitare le aree più economicamentesviluppate del Paese.In Italia, dove circa un quinto delle abitazioni sono unifamiliari, è un modo diabitare moderno, diffuso massivamente con la grande espansione urbana deldopoguerra, diversamente dalle aree centrali europee, dove le Einfamilienhäusersono un modo di abitare già presente nelle compagini urbane medioevali. Lesequenze di lotti gotici, che costituivano le cortine stradali dei borghi, erano giàcomposizioni di case isolate unifamiliari, con le linee di colmo delle copertureperpendicolari alla strada. Con i piani di ingrandimento delle città, le caseunifamiliari sono diventate elementi costitutivi di vere e proprie parti urbanestrutturate, applicando con rigore il criterio della ripetitività per realizzareordinati disegni di città-giardino.Nel nostro Paese, la casa unifamiliare è chiamata, perlopiù, villetta, tradendo confilologica evidenza l’atteggiamento culturale dei ceti neoinurbati, di imitazionedella villa aristocratica, che fin dal Rinascimento ha costituito il modello diabitazione di maggiore prestigio sociale.Dalle ville urbane della nascente borghesia, costruite negli stili storici nei nuoviquartieri intorno alle stazioni ferroviarie, ai villini costruiti dagli industrialiilluminati a cavallo del Novecento per i dipendenti, ad imitazione in sedicesimo

della villa padronale, alle villette che hannoriempito le espansioni periferiche dellecittà, l’abitazione unifamiliare è stato lo

strumento sociale più potente dirappresentazione dei nuovi status.Con la diffusione insediativanelle aree metropolitane, si è

assistito, negli ultimi decenni, alla esplosione degli stili regionali(caricature delle tradizioni costruttive locali, cancellate dalcantiere moderno) e ad ogni possibile licenza architettonica:piccole case collocate nei siti più disparati, caratterizzati dal

basso costo del terreno, privi di relazione con il sistema dei trasporti, dove ilmezzo individuale è l’unica soluzione per il movimento. Così, il territorio haperso ogni forma riconoscibile; l’abitazione è diventata espressione di nuoviindividualismi; lo stesso concetto di cittadinanza ha mutato significato, perdendoi connotati della solidarietà sociale. Contemporaneamente, gli enormi costidell’energia, e delle reti urbanizzative realizzate all’inseguimento degliinsediamenti, sono stati pagati dalla collettività. La scelta di edificare il territorioin modo disperso o, in alternativa, di ricostruire il costruito e di concentrare leabitazioni intorno a luoghi pubblici significativi, è oggi in Italia una questionecentrale, di alto valore civile.Nei Paesi più a nord, la tendenza allo sprawl insediativo è invece, in generale,contrastata da una consolidata cultura del fare città costruendo a bassa densità.E poi c’è il territorio naturale, delle regioni, dove la densità abitativa è moltobassa, dove la casa unifamiliare è l’unico modo conosciuto di abitare i boschio i bordi dei laghi.A nord, a cominciare dalla Svizzera, la casa unifamiliare è uno temi più frequentatidall’architettura contemporanea, mentre in Italia è rara la presenza dell’architettoin un settore edilizio egemonizzato dai geometri (perché la cultura prevalente trai committenti considera perlopiù l’architetto come un inutile onere aggiuntivo).La selezione di case unifamiliari pubblicata in questo numero di Costruire inLaterizio è, in qualche modo, la dimostrazione della difficoltà di trovare nel

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ale Alberto Caruso

Frammenti di città.Il territorio delle caseunifamiliari

Heinrich Tessenow. Case per lavoratoria Waldkirchen Erzgebirge (D), 1912(da Tessenow. Osservazioni elementari sul costruire).

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paesaggio italiano piccole cased’autore, che rivelino unpensiero progettuale. Tra le casepresentate, si possono distinguereatteggiamenti diversi e diversicontesti territoriali con i quali ilprogetto si è confrontato. Cisono, innanzitutto, progettiurbani, o che affrontano il tema,anche in contesti periurbani,cercando di stabilire relazioniesterne rispetto all’oggettoarchitettonico.In questo senso, sembraesemplare l’edificio olandese diCino Zucchi, che interpreta lapiccola casa come un frammentodi città: un modo rigoroso ecoerente di guardare al territorio

ed al suo destino, in una regione del mondo dove la qualità abitativa è tra le piùcolte. La casa ha un fronte duro (rivestito in mattoni), retto e poco bucato verso lastrada cittadina, ed un fronte dal perimetro spezzato, aperto verso lo spazioprivato, e distinto da un materiale diverso. C’è in questo progetto, oltre alla densitàdei riferimenti, alla cultura architettonica di un Paese che è stato uno dei luoghidi eccellenza della modernità, la densità relazionale propria di un contesto urbano,proiettata e riprodotta fuori dal recinto della città densa. La casa a Rotterdam, diConix Architects, ha un carattere simile alla casa di Zucchi, anche se indimensioni ridotte. Mostra al pubblico il rivestimento scuro (anch’esso inmattoni) del volume proteso verso la strada, che invece, verso la piccola corte,diventa bianco e viene bucato da aperture con il telaio esteso a cercare la luce.Un altro progetto, che ha a che fare con un contesto urbanizzato, è quello diMassimo Curzi per la casa vicino ad Alessandria, dove il tema èrisolto con una pianta molto interessante, costruita per addizionedi elementi tra loro accostati: una composizione autonoma, cherifiuta relazioni con il contesto verso il quale si apre inmodo equivalente sui quattro lati.Infine, i progetti di Wespi e de Meuron nel CantonTicino (un parallelepipedo di “cotto” concepito infunzione della vista del lago), quello di AlvaroRocha in Portogallo (l’addizione complessadi tre volumi realizzati in materialidiversi) e quello di Herman eSmierzewski vicino a Varsavia (echimiesiani in un bellissimo bosco),che stabiliscono relazioni conpaesaggi naturali di forte intensità.In contesti molto lontani, la casaaustraliana high-tech di Environa e lacasa cinese di Zhanglei, dallasingolare texture rustica, dimostranola versatilità del mattone di laterizioad ogni latitudine. ¶

Danzica (da Gruber, Die Gestalt der deutschen Stadt).

La Siedlung Reichswerke di O. R. Salvisberga Piesteritz Wittenberg (D), 1916-19(da O. R. Salvisberg - Die andere Moderne).

Ndr: Sprawl urbano è un terminedi derivazione anglosassone che indicauna rapida e disordinata crescita diun’area metropolitana, fenomeno che,nella maggioranza dei casi, vaaffermandosi nelle zone periferiche,data la connotazione di aree di recenteespansione e sottoposte a continuimutamenti. Per indicare questofenomeno, l’italiano usa il terminecittà diffusa.

ta, volutamente più statico e intimo.La casa-studio, chiusa rigidamente sutre dei suoi lati, si apre completamentenella facciata protesa verso l’orizzonte,per godere, a modo di belvedere, delpaesaggio. Mette in mostra un fronteaperto, spezzato, ricco e movimentatodal gioco equilibrato di tre volumidistinti – divisi e uniti contemporanea-mente dalle fessure dei percorsi oriz-zontali e verticali – e da una terrazza asbalzo delimitata da setti murari.In questa facciata così articolata, si leggecon estrema chiarezza l’organizzazioneinterna dell’edificio, perché ogni singo-lo volume accoglie funzioni diverse. Idue corpi, posizionati agli estremi,hanno la stessa altezza, ma profonditàdiverse. Uno ospita, oltre al garage (acui si accede dalla quota alta), l’atelierdel padrone di casa, in parte a doppiaaltezza, con fronte aperto verso la cam-pagna. Il secondo volume si sviluppa sudue piani diversi e contiene la zonasoggiorno e la cucina (con il suo pic-colo cortile interno al piano superiore).Il corpo centrale, più alto, rompe l’u-niformità della massa e rinforza il giocovolumetrico: contiene, oltre alle scale,un “modulo essenziale” composto dauna camera da letto con il rispettivobagno che, a mo’ di cella, si sovrapponeper tre piani.Tutto il progetto è basato su un’orga-nizzazione compositiva logica e funzio-nale, regolata da una geometria rigoro-sa e precisa che dà un risultato ordina-to e strutturato. Ma Rocha è abileanche nel collegare spazi autonomi,conuna particolare integrazione e permea-bilità tra quelli interni ed esterni (conuna speciale fruibilità di questi ultimi).Viene lasciata la possibilità di vivere pri-vatamente all’aperto, ma pur sempredentro la casa, dove nessun ambientetende a chiudersi, ma, al contrario, tuttisi aprono verso l’esterno.Le superfici, essenziali e scultoree, sonoanimate dalla mobilità della luce, impie-gata come un materiale costruttivocapace di modellare e modificare glispazi. I giochi dei volumi creano ritmi

La casa-studio, progettata da JoãoÁlvaro Rocha – di cui “Costruire in La-terizio” ha pubblicato alcune opere nelnumero 108, dedicato all’architetturaportoghese – per il pittore FernandoBrito, si trova nel distretto di Santarém,a nordest di Lisbona, nella parte internadel Paese. La regione, attraversata dalfiume Tago, si sviluppa su un territoriopianeggiante, che a tratti diventa colli-nare, importante per l’agricoltura e l’al-levamento del Portogallo.L’architetto lusitano assegna un ruolopreponderante al contesto naturale –un terreno in soave pendenza con pic-cole edificazioni sparse nella campagna

– e disegna una casa unifamiliare che siinserisce in perfetta armonia nel pae-saggio circostante: con discrezione econ la “giusta” misura, senza alcunaconcessione alla monumentalità, rispet-tando le dimensioni, i colori e i mate-riali dell’architettura limitrofa. Utilizzail pendio dell’area che gli è stata messaa disposizione, collocando la nuovacostruzione nella parte più elevata e,soprattutto, “lavora” sulla sezione peradattarsi meglio alla morfologia del ter-reno, creando alcuni spazi interni adoppia altezza.Impiega forme pure, volumi netti emuri ciechi per delimitare il perimetroesterno, con decisione. Pareti che, oltrea racchiudere lo spazio dell’abitazione,definiscono due cortili all’aperto: l’atriod’ingresso, elemento di transizione trapubblico e privato, ma anche perno dicomunicazione orizzontale e verticaledi tutta la casa e, al suo fianco (divisosoltanto da un muro con un’apertura),un altro piccolo patio di forma quadra-

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Carmen Murua

joão álvaro rocha

Casa per il pittoreFernando Brito aSantarém (Portogallo)

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FOTOGRAFIE Luís Ferreira Alves

Schizzo di studio.

Nella pagina a fianco:veduta laterale della casa. In primo piano,il volume dell’atelier e del garage.

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Piante del livello inferiore, dellivello d’entrata e del primo piano.Legenda:1. sala 2. sala di lavoro

3. lavanderia4. dispensa5. disimpegno6. camera7. studio-atelier

8. bagno9. soggiorno

10. cucina11. ingresso12. garage

13. locale stenditoio14. terrazza 15. veranda16. patio della cucina17. cortile d’ingresso

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lizzo dei materiali nella progettazionedegli ambienti. I dettagli costruttiviinteragiscono con il progetto e la stessafortunata combinazione di continuità efluidità spaziale si traduce in un attratti-vo ed elegante accostamento di mate-riali di tessitura e colore diversi: intona-

co, mattoni a vista, pietra e legno.Niente è lasciato al caso.C’è uno studioaccurato dei particolari costruttivi, sem-pre essenziali e precisi, scrupolosamentedisegnati, come ad esempio l’accessoesterno all’atrio: invece delle porte, ungruppo di materiali che segnano il

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d’aree illuminate e ombreggiate, men-tre le pareti e la terrazza a sbalzo getta-no l’ombra e fermano l’illuminazione.Alla qualità formale e spaziale, si ag-giunge anche quella tettonica.L’architettto, con la sua sensibilità,mostra tutta l’importanza del buon uti-

Veduta del cortile d’ingresso.

momento importante d’entrata, di pas-saggio dal pubblico al privato, con ilmuro intonacato esternamente cherisvolta in mattoni a vista, mentre lasoglia si allarga come uno zerbino perfar percepire l’ingresso in un ambientenuovo, tranquillo ed armonioso. ¶

Scheda tecnicaProgetto: João Álvaro RochaCollaboratori: António Luís Neves, Carla Garrido,

Pedro Valentim (modello)Struttura: Rui Fernandes Póvoas Impianti: Vasco Peixoto de Freitas (idrico e

termico); José António RodriguesGomes, Paulo Oliveira (elettrico);Paulo Queirós Faria, Odete Almeida(meccanico)

Capitolati: Jorge PereiraSist. esterne: João Álvaro Rocha,Manuel Pedro MeloImpresa: Serra Alta - Construção Civil, Lda.Cronologia: 1998-99, progetto;

2000-05 realizzazione

Il patio della cucina.

Qui e nella pagina a fianco:prospetti e sezioni.

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Tavola con piante, prospetti e sezionidi alcuni telai dell’edificio.

Tavola con porzioni di sezioniverticali costruttive dell’edificio.

Nella pagina a fianco:dettaglio della parete esterna del patio della cucina.

figurarsi una soluzione progettuale in-consueta, insieme coraggiosa e realista,moderna e tradizionale.Il “risultato”è un organismo architetto-nico allungato di circa 240 m2 di super-ficie,contraddistinto in pianta e nei pro-spetti dalla successione e dall’incastro di10 singoli volumi: quattro grandi, in la-terizio faccia a vista, e sei più piccoli indoghe di legno. Le “scatole” (così lechiama il progettista) sono posizionaterigorosamente in modo alternato: par-tendo da una delle due estremità (nordo sud), si avvicendano quelle grandi conquelle piccole che, in realtà, formano trecoppie da due, costituendo, così, unaspecie di “cuscinetti tecnici”intrappolatitra le altre attività della casa.I corpi grandi, in mattoni, accolgono lefunzioni “nobili”, come il locale cu-cina/pranzo, il soggiorno, due camereda letto e la camera da letto padronale,mentre quelli minori,più bassi in altezzae più piccoli in pianta, ospitano le fun-zioni di servizio (ingresso, vano scala,due bagni e due cabine armadio).I volumi sono attraversati da un lun-ghissimo corridoio che collega i puntipiù distanti della casa, creando un’inte-ressante prospettiva interna.Questa verae propria spina dorsale dell’edificio, ol-tre ad adempiere alle mansioni di distri-buzione, supplisce saggiamente allamancanza di valide alternative tipologi-che,viste le reali (strette) misure che ca-ratterizzano il lotto.Anche se l’intera composizione “gioca”spesso con alcune dicotomie proget-tuali,come grande/piccolo,mattone/le-gno,aperto/chiuso, lungo/stretto,duro/morbido,ecc., il prodotto finale è un in-sieme armonioso ed equilibrato, perniente banale.I volumi in mattoni “fatti a mano” pre-sentano due fronti paralleli senza aper-ture (escluse quelle interne del corri-doio); queste robuste pareti sono por-tanti ed hanno 52 cm di spessore, conun’intercapedine coibente in sughero di13 cm. Esse, come due lastre “cieche”alte un piano, danno risalto alle diversedirezionalità dei singoli corpi e, nello

Situato nella bassa valle del fiumeScrivia, in una striscia di confine tra leregioni del Piemonte e della Liguria, sitrova il comune di Borghetto di Bor-bera. Posto sulle prime salite del sistemamontuoso dell’Appennino, a 296 metrisopra il livello del mare, in questo pic-colo paese della provincia di Alessandriauna affermata copia di farmacisti deciseche finalmente era giunto il momentodi regalarsi una villa unifamiliare.Il fatto che il lotto che avevano a dispo-sizione fosse lungo 200 metri e largosolo 20 non li preoccupava più di tanto:erano sicuri che ci avrebbe pensato l’ar-chitetto a trovare una soluzione soddi-

sfacente a questo “piccolo problema dimisure”. Ed avevano ragione.Massimo Curzi, classe 1966, laureato inarchitettura presso il Politecnico di Mi-lano, fu prescelto ad occuparsi dellaprogettazione e,di conseguenza,a risol-vere il quesito in questione.L’architettopavese, forte della sua formazione pro-fessionale pre e post laurea – l’ultimoimpegno è stato presso l’Accademia diArchitettura della Svizzera Italiana diMendrisio, come assistente di PeterZumthor – accetta l’incarico e si metteal lavoro.La particolare conformazione del ter-reno – che sicuramente ha influito inmaniera preponderante nella forma delprogetto ed ha anche,in un certo modo,contribuito alla sua “fortuna” finale –obbligò Curzi a rivedere radicalmente,insieme ai suoi committenti, il pro-gramma funzionale della casa. Invece diuna villa unifamiliare “tradizionale”, di-stribuita su più livelli,con un’organizza-zione tipologica ordinaria, iniziò a con-

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Igor Maglica

massimo curzi

Casa del farmacistaa Borghetto di Borbera(Alessandria)

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FOTOGRAFIE Massimo Curzi

Particolare di un punto d’incontro tra le “scatole”in doghe di cedro e la muratura portantein mattoni “fatti a mano”.

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Fronte sud. In primo piano, il percorsodi avvicinamento; a destra, la facciata

del volume cucina-pranzo.

Pianta e sezione longitudinale.

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Schizzo di studio “la ricerca della misura esatta”.

Fronte est.

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La casa vista da sud-ovest.Schizzi di studio sull’illuminazione naturale

nel corso di una giornata.

saggio tra il volume della cucina/zonapranzo in vista e la porzione scopertadalla rampa che porta al piano sotterra-neo del parcheggio. All’estremo norddel lotto,al di là della casa,una coltura diiris conclude il percorso.I materiali utilizzati sono lasciati al na-turale: mattone a vista di argilla colornocciola e doghe in legno di cedro pe-ruviano, che col tempo diventerà comel’argento.L’interno presenta i pavimentie gli arredi fissi in olmo oliato, le travi asoffitto in abete, i serramenti in noce; lemaniglie sono fatte su disegno in cuoionaturale. I dettagli architettonici sono“schietti”, senza nascondere niente. ¶

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stesso tempo, arricchiscono la composi-zione generale. Due volumi – quelli si-tuati all’inizio e alla fine del percorso di-stributivo – sono orientati secondo l’assenord-sud,mentre gli altri,quelli centrali,seguono l’orientamento est-ovest. I re-stanti fronti dei suddetti corpi sono ca-ratterizzati da ampie superfici vetrate (atutta facciata, nel caso del volume cu-cina/pranzo), interrotte da porzionimurarie che celano i camini interni o gliarmadi a muro.Se le “scatole”in mattonisono aperte (i fronti con le lastre in mu-ratura portante), i corpi in legno sono

molto più chiusi, praticamente senzaaperture, tranne quelle alte e sottili, bencelate da ante anch’esse in legno. La di-slocazione di alcune delle principalifunzioni abitative (dormire, mangiare,stare) nei quattro volumi in mattoni èstata studiata in base all’orientamentoritenuto più appropriato rispetto alla di-rezione dei raggi solari durante l’arcodella giornata. Ciò ha garantito che “laluce giusta” al mattino entri nelle ca-mere e nei bagni,a mezzogiorno inondiil locale della cucina e per il pranzo,mentre nel pomeriggio accenda il sog-giorno con la potenza del tramonto. In-vece, i piccoli volumi di legno dei bagnisono illuminati dall’alto attraverso i lu-cernari e assicurano un ricambio d’ariagrazie a strette aperture chiuse da ante.I fronti est ed ovest, lunghi circa unatrentina di metri, sono caratterizzati dalritmo scandito dai “pieni” (fianchi e te-state dei muri portanti) e dai “vuoti”(ampie vetrate attraversate orizzontal-mente da travi e solette in calcestruzzoa vista) dei corpi in mattoni, intervallatoai “pieni” dei corpi in legno. L’allinea-mento dei volumi è volutamente di-scontinuo per creare piacevoli giochi diombre in facciata e per formare preziosezone di giardino ai lati.Il percorso di avvicinamento alla casaavviene da sud attraverso un lungo pas-

Scheda tecnicaProgetto: Massimo CurziCollaboratori: Verbena Ricotti, Luis AlmeidaCoordinamento: Luigi BalduzziImpresa edile: Fratelli Picollo, Borghetto

di Borbera (AL)Strutture: Studio Bussalino, B. di B. (AL)Imp. elettrico: Fernando Grosso, B. di B. (AL)Imp. idrico: B.G. impianti, B. di B. (AL)Cronologia: 2002, progetto;

2005, realizzazione

Vedute del cantiere.

Nella pagina a fianco:particolari esterni, vista del lungo corridoioe della cucina.

P R O G E T T I15

verso la luce, palesando la “vocazione”naturalistica della casa, concepita perrapportarsi con il paesaggio e inserirsi inesso.A quest’ultimo scopo, contribuiscel’utilizzo del mattone,elemento costrut-tivo unificante del progetto, che assolveai compiti strutturali, oltre che di fini-tura esterna e interna.Con esso si com-pone anche il disegno regolare della pa-vimentazione e si realizzano i gradini eil parapetto della scala; tanto che, inquesto modo, la casa si arricchisce dielementi che contribuiscono a unasemplice e basilare definizione dell’ar-redo e dell’ambientazione.Le muratureperimetrali, di forte spessore (65 cm),sono realizzate con blocchi di lateriziodotati di elevate caratteristiche di isola-mento termico. La struttura del tetto èin travi di abete, con tavelle, pannelliimpermeabilizzanti e finitura in coppi.Il riscaldamento è a pavimento. Su di-segno originale sono stati realizzati an-che i mobili e le attrezzature della casa.Markus Wespi, nato a San Gallo nel1957, è autodidatta e lavora con il col-lega dal 1998 (studio a Caviano e Zu-rigo); Jérôme de Meuron, nato a Mün-singen (Svizzera) nel 1971,ha studiato aBurgdorf e ha fatto un’esperienza di la-voro nel Ghana. Alberto Caruso, nelsaggio introduttivo al volumetto che lacasa editrice Librìa ha dedicato ai dueautori elvetici, afferma che nei loro in-terventi i due progettisti utilizzano ma-teriali naturali mai casualmente. L’usodel laterizio si richiama alla tradizione ru-rale lombarda, che sfiora i lembi coma-schi del lago:“materiale antico in gradodi far splendere di nuova luce la casa e dirinnovare la sua bellezza attraverso le am-pie superfici uniformi e continue, pun-teggiate da fori accuratamente ponderatiper non rompere l’effetto massiccio del-l’involucro in mattoni faccia a vista”.L’edificio è stato insignito di uno deipremi straordinari Brick Award 2008. ¶

Il Canton Ticino è una delle regionipiù apprezzate e solatie della Confede-razione Elvetica;tanto che questo luogoe quest’area sono stati ritenuti ideali perla costruzione di questa casa di vacanze,godendo di un eccezionale panoramasul lago di Lugano.Morcote, distante una decina di chilo-metri dal capoluogo regionale,è ai piedidello sperone del monte Arbostora e siprotende sull’ansa, di fronte alla spondavaresina del lago. Dagli anni Cinquantaesso è divenuto un vero e proprio cen-tro turistico e si è arricchito di ville e co-struzioni semplici e ordinate.Questa costruzione, esprime una pro-

pria chiara identità, senza ostentare fini-ture e forme esageratamente incom-benti sul contesto. È un parallelepipedoadagiato sul terreno in pendio,che si ri-volge al bacino lacustre, per offrire unaveduta complessiva sul territorio.All’al-loggio si accede dal basso, da una primarampa all’ingresso; quindi, percorrendoun’ulteriore rampa lineare, che si af-fianca al lato orientale dell’edificio.Tresono i livelli, via via progressivamentepiù ampi come superficie, su cui sonodisposti i locali abitativi. Il livello piùbasso, seminterrato, raggruppa l’in-gresso,un guardaroba, la sauna,una can-tina, un locale impianti; il livello inter-medio ospita le camere da letto; l’ultimolivello, che è un unico ampio ambiente,appare come una “galleria”, con in evi-denza le incavallature della copertura euna loggia aperta verso il lago. Qui lospazio, senza suddivisioni, accoglie l’ele-gante cucina, la zona pranzo, il sog-giorno, rivolto verso il lato aperto al pa-norama.Tale sequenza, dal basso versol’alto, identifica un percorso diretto

16 C I L 1 2 6

Roberto Gamba

markus wespi & jérome de meuron

Casa a Morcote, CantonTicino, Svizzera

Pro

gett

i

FOTOGRAFIE Hannes Henz

La casa affacciata sul lago.

Nella pagina a fianco:la grande loggia aperta verso il lago.

Scheda tecnicaProgetto: Markus Wespi e Jérôme de Meuronsup. abitabile: 148 m2, 120 m2 netticronologia: 2003, realizzazione

P R O G E T T I17

18 C I L 1 2 6

schnitt a - a

wohnhauss in morcote / ti / ch

1 20

N

1. geschoss

wohnhaus in morcote / ti / ch

1 2 3 4 5 m0

a

b

Sezione.

Interno tutto in laterizio a vista.

Piante.Legenda:

1. piazzola d’ingresso 2. magazzino, ricovero biciclette 3. ingresso 4. guardaroba 5. bagno 6. sauna 7. cantina 8. lavanderia/sgabuzzino/

caldaia/impianti 9. biblioteca

10. camera da letto 11. doccia/wc 12. cabina armadio 13. bancone cucina 14. tavolo da pranzo 15. soggiorno 16. loggia 17. cortile

1

2

34

5

6

7

8

P R O G E T T I19

2. geschoss

N

wohnhaus in morcote / ti / ch

a

b

3. geschoss

N

wohnhaus in morcote / ti / ch

Veduta sul lago dalla loggia.

99

1010

10

1112 12

1314

15

16

17

12

P R O G E T T I21

MURINOX MCTYP 5/20

TUBO PVC ø 150 MMDISTANZA = 100 CM

BETONFILTRANTE

FOGLIA PE

5

50

+ 8.30

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 150 MM

COSTRUZIONE PAVIMENTO VERRANDA SUD

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO 10.3 CM- STRATO DI PROTEZIONE AMERDRAIN AWD 650 0.7 CM- IMPERMEABILISAZIONE: 1.STRATO HYRENE TS2.STRATO FORCE 4000 SEC CONTRATTO 1 CM

- LASTRE FOAMGLAS T4 100 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 10.5 CM

- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 14-19 CM

COSTRUZIONE PAVIMENTO WC

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FOAMGLAS T4 100 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 10.5 CM

- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 25 CM- BETON MAGRO B 25/15 CP 150 5 CM

FLUMROC BODENPLATTE 20 MM

GEOTEXTIL

GHIAIA

BETON MAGRO PC 150

LASTRE FILTRANTI INCALCESTRUZZOPOROSIT 6 CM

LASTRE FILTRANTI INCALCESTRUZZOPOROSIT 6 CM

BETON MAGRO PC 150

GHIAIA

GEOTEXTIL

+ 6.69

+ 1.41

+ 2.10

+ 3.89

+ 3.75

2.9191

+ 4.2575

2.7310.2373

+ 1.11

+ 1.16

+ 1.43

+ 3.81

+ 3.51

+ 3.56

+ 6.525

+ 6.86

+ 9.075

+ 6.375

+ 6.81

123

+ 6.66

251425

+ 7.62

+ 8.32

+ 8.46

5

± 0.00

- 0.245

- 0.495

3.00

+ 4.065

1655

55

13 5 ( 56 x 18.2678 CM )( 4 x 18.25 CM ) ( 15 x 18.2 CM ) 13

9.87( 27 x 37 CM )

+ 4.065

+ 6.355

+ 6.605

+ 6.305

+ 9.075

16 55

55

+ 6.565 10

510

56

111

3.45

+ 6.515

5 19 14

610

5

25

12

+ 6.85+ 6.83

+ 6.71

2.0025

2.24

5

+ 8.955

71

4.795

4.125

- 0.06

- 0.545

810

525

5

1.34

518

5

2.46

314

385

62.

31

2.78

2.10

18

255

1.35

525

5

2.25

405

2.46

335

1516

385

6

245

301.

655

152.

25

302.

1525

115

6

2

25

255

30

2.71

525

5

68

115

252.

545

30

255

255

50 25 125

12

5

25

2.21

5

2.21

52.

095

12

+ 8.955

+ 8.955

122.

095

2.21

5

+ 9.075

12

6 13

2.405

395

301.

652

5.23

5

68

105

455

595

25125

1516785

121.501285

25

2.405

1.00

+ 3.66

155

+ 6.00+ 6.05

+ 6.30

801.2030 25

+ 8.80 5

2.34

530

31

152.

505

255

+ 6.85

LASTRE FILTRANTI INCALCESTRUZZOPOROSIT 6 CM

BETON MAGRO PC 150

GHIAIA

41 25

71

GEOTEXTIL

5

fam. jörg paul müller kappelenring 42 a 3032 hinterkappelen be

nuova costruzione casa vacanza mapp. 270 6922 morcote ti

markus wespi con jérôme de meuron archi tetti caviano + zurigo 6578 caviano fon+fax 091/794'17'73

disegnato : 24.07.01 jm

revisione : 27.07.01 / 02.08.01 / 22.08.01 / 7.11.01 / 14.12.01/ 6.5.03 mw

formato : 60 / 94

6 2 0 1 4

s e z i o n e 2 - 2 1 : 2 0

1.125

495

305

1

1.625

33265

+ 6.80

+ 4.635+ 4.68

135

05

2 595

313 365

1285

12

+2.28

1512 375

7785

835

5

2.34

518

1.47

1.66

685

+ 1.41

175

595

155

12

2.46

1617

5

5+ 6.52

5+ 6.68

+ 6.86

7625

519

25

2.79

5

2.26

75

335

335

2.31

175

815 9

125

85

25

1.61 1

6

2.23

22.

23

8var.4.5

- 6.5

+ 3.81

+ 4.065

CAMERACAMERA

CAMERA

RISCALDAMENTO / TECNICA

CUCINA / PRANZO / SOGGIORNO VERRANDA SUDVERRANDA NORD

WC

PIANEROTTOLO

+ 7.56+ 7.555

75

D2 D3 D4 D5 D6 D7 D8 D9

D25

C14 C13 C6 C20 C21 C22

C30 C31

C19

C4

C12

B2

B5

B9

B8

5+ 1.42 5

+ 1.40

5+ 1.60

5+ 1.60

25

+ 2.10

1824

5

68

105

595

25125

15

+ 1.705

STAHLTON

525

1.95

2

205

± 0.00

+ 2.40

+2.28+ 2.32

5

2.10

22

525

6

125

25

157

45

A9

SAUNA / DOCCIA

+ 1.43+ 1.45 + 1.45

1238

525

5

12

10

38

30 3

253

5

+ 1.285

2

COSTRUZIONE PAV. CUCINA / PRANZO / SOGGIORNO

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8.5 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FLUMROC IGLU 30 MM 3 CM- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 16 CM

COSTRUZIONE TETTO

- TEGOLE COPPI- LISTELLI COPPI 50/50 MM LARICE "SPLINTFREI" AVVITATI 5 CM- LISTELLI CONTRO 40/50 MM ABETE AVVITATI 4 CM- LISTELLI 50/50 MM ABETE CON GUARNIZIONE DI GOMMA 5 CM- SOTTOTETTO IMPERMEABILE STAMISOL PINK SALDATO- FLUMROC ECCO 2 STRATI 100+80 MM LISTELLI AVVITATI 18 CM- BARRAVAPORE STAMISOL SD 70- TAVELLE "TONPLATTEN" 15/30/3 CM CON LISTELLI 40/60 MM 4 CM- TRAVI ABETE 120/120 MM 1 2 CM

COSTRUZIONE PARETE TYP B-C-D

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 12 CM- MALTA KELIT 110 2 CM- OPTITHEM 22.5/30/14 + 15/30/6.5 CM 38.5 CM

COSTRUZIONE PAVIMENTO VERRANDA NORD

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO 10.3 CM- STRATO DI PROTEZIONE AMERDRAIN AWD 650 0.7 CM- IMPERMEABILISAZIONE: 1.STRATO HYRENE TS2.STRATO FORCE 4000 SEC CONTRATTO 1 CM

- BETONCINO CP 500 FINITO FRATTAZZATO 4.5-6.5 CM- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 25 CM- BETON MAGRO B 25/15 CP 150 5 CM

COSTRUZIONE PARETE SOTTO TERRENO

- BETON B 35/25 CP 300 25 CM- LASTRE FOAMGLAS T4 120 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 12.5 CM

- MATTONE MODULARE BN 15 15 CM- MALTA 1 CM- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 12 CM

LASTRE FOAMGLAS T4 120 MMINCOLLATO IN BITUME CALDOSEC. CONTRATTO

LASTRE FOAMGLAS T4 80 MMINCOLLATO IN BITUME CALDOSEC. CONTRATTO

COSTRUZIONE PAVIMENTO CAMERA

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FOAMGLAS T4 110 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 11.5 CM

- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 25 CM- BETON MAGRO B 25/15 CP 150 5 CM

COSTRUZIONE PAVIMENTO CAMERA

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 12/ 25/ 6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FOAMGLAS T4 110 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 11.5 CM

- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 15 CM

8

151

5

FOAMGLAS T4 40 -50 MM

FLUMROC TYP 1 30 MM

FLUMROC ECCO 60 MM

FLUMROC TYP 1 30 MM

COSTRUZIONE PAVIMENTO CAMERA

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 12/ 25/ 6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8.5 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FLUMROC IGLU 30 MM 3 CM- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 14 CM

RESISTIT

RESISTIT

RESISTIT

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

MATTONE FACCIAVISTAKEMANO 25/6/6 CM2. TAPPA 6 CM

MATTONE FACCIAVISTAKEMANO 25/6/6 CM2. TAPPA 6 CM

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 150 MM

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 150 MM

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 150 MM

+ 6.00

± 0.00 = 336.43 M.S.M.

BETONCINI PC 500

MATTONE SILICO-CALCARE

ISOLAZIONE FLUMROC

ISOLAZIONE FOAMGLAS

MATTONE MODULARE

OPTITHERM

BETON B 35/25 PC 300

KEMANO FACCIAVISTA 2. TAPPA

MATTONE PIENO

KEMANO FACCIAVISTA

GHIAIA

BETON PC 150

965

5

1.065

9 65

5

3.065

11

43

34

33

43

34

33

43

34

46

11

11

4

11

42

684

268

42

684

268

42

68

42

684

46

268

44

268

268

42

684

26

84

268

44

6

43

34

207

42

684

268

42

68

42

684

46

binder aussen

4.40

CA. + 4.71

+ 6.71

+ 8.955

2.56CA.

CA.

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 15O MM

LASTRE FILTRANTI INCALCESTRUZZOPOROSIT 6 CM

BETON MAGRO PC 150

GHIAIA

GEOTEXTIL

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

COSTRUZIONE PAV. CUCINA / PRANZO / SOGGIORNO

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 12/ 25/ 6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8.5 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FLUMROC IGLU 30 MM 3 CM- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 16 CM

+ 8.955

ca. + 4.56

+ 4.71

2.46

135

3+ 4.03 + 4.065 5

14

75

265

8

5

135

+ 3.90

165

17 8

8

+ 9.40

+ 6.525

+ 9.07

12

+ 9.40

+ 3.81

+ 4.065

+ 3.66

+ 4.2575

+ 1.41

+ 1.16

+ 1.11

7616

175

2.25

405

895

3875

5

185

+ 8.89

2.09

5

fam. jörg paul müller kappelenring 42 a 3032 hinterkappelen be

nuova costruzione casa vacanza mapp. 270 6922 morcote ti

markus wespi con jérôme de meuron archi tetti caviano + zurigo 6578 caviano fon+fax 091/794'17'73

disegnato : 24.07.01 jm

revisione : 27.07.01 / 02.08.01 / 22.08.01 / 15.10.01 / 7.11.01 / 19.11.01 / 14.12.01

formato : 60 / 94

6 2 0 1 8

s e z i o n e c - c 1 : 2 0

655

± 0.00

+ 6.685

+ 8.955

30

525

2.65

52.

795

335

2.46

685

316

68

115

15

25

135

40

6.00

2.725

+ 10.375

975

27 4.06 1.30

25

12 8 4 13

4

3.29

530

25

265

+ 6.86

25125

1512 1

895

12 1 385

2 12

2

655

12 2 385

1 12

2 12 1 4 8 265

2 12

25 265

14

(12 x 6 = 72 / 13 x 1.346 = 17.5 )

382

+ 4.70

2

12

16

+ 6.525

+ 6.66

595

211.

87

+ 0.02 fino - 0.03

+ 1.92 fino + 1.97

+ 2.12 fino + 2.17

- 0.35- 0.30

- 0.05

+ 2.16

+ 338.59 SOPPRA TETTOESISTENTE DELL VICINO

+ 1.98

525

20+

1.92

fino

+1.

97

1.47

50

12 2 13

38

+ 3.61

1.87

260

5+ 6.73

125

CUCINA / PRANZO / SOGGIORNO

CAMERA

SAUNA / DOCCIA

RIPOSTIGLIO APERTO

D14 D6

C25 C20

C28

C3

B5a

9015

5

+ 1.45

+ 1.645

235+ 1.43

+ 3.30

+ 3.28

2.74

51

+ 4.725

+ 4.715

4.67

5

514

38

1238

525

5

32 6

+ 6.98

+ 7.62

+ 7.365

+ 6.66

121

512

31 1 6

42.

2115

255

85

9275

- 0.545

70

+ 1.42

+ 1.9212

5

+ 8.955

+ 9.40

+ 4.2575

+ 1.41

+ 1.16

+ 1.11

7616

175

895

3875 655

± 0.00

16

2.62

25

25125

1512 1

895

12 1 385

2 12

655

12 1 4 8 265

2 12

25 265

14

(12 x 6 = 72 / 13 x 1.346 = 17.5 )

+ 3.80

2

12

CUCINA / PRANZO / SOGGIORNO

SAUNA / DOCCIA

D6

C20

C3

5

+ 1.43

+ 3.825+ 3.815

5.57

5

514

38

+ 7.62

10

- 0.545

+ 1.185

+ 0.935

+ 0.885

+ 3.89

+ 3.75

+ 4.065

+ 3.81

+ 4.065

+ 3.66

1.86

2522

55

255

225

68

115

15

612

105

255

285

30

225

675

414

175

9

8

0513

5

2 12

1.015

8

313112

395

262

28

2513

5

685

316

175

+ 6.525

+ 6.685

+ 6.86

s e z i o n e c - cs e z i o n e cx - cx

s e z i o n e cx - cx

FLUMROC TYP 160 MM

FLUMROC TYP 160 MM

FOAMGLAS TYP F 80 MM

FOAMGLAS TYP F 40 MM+ 8.89

FOAMGLAS TYP F 80 MM

FOAMGLAS TYP F 40 MM

COSTRUZIONE TETTO

- TEGOLE COPPI- LISTELLI COPPI 50/50 MM LARICE "SPLINTFREI" AVVITATI 5 CM- LISTELLI CONTRO 40/50 MM ABETE AVVITATI 4 CM- LISTELLI 50/50 MM ABETE CON GUARNIZIONE DI GOMMA 5 CM- SOTTOTETTO IMPERMEABILE STAMISOL PINK SALDATO- FLUMROC ECCO 2 STRATI 100+80 MM LISTELLI AVVITATI 18 CM- BARRAVAPORE STAMISOL SD 70- TAVELLE "TONPLATTEN" 15/30/3 CM CON LISTELLI 40/60 MM 4 CM- TRAVI ABETE 120/120 MM 12 CM

COSTRUZIONE PARETE TYP A

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 12 CM- MALTA KELIT 110 2 CM- OPTITHEM 22.5/30/14 + 15/30/6.5 CM 38.5 CM- MALTA KELIT 110 1 CM- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 12 CM

COSTRUZIONE PARETE SOTTO TERRENO

- BETON B 35/25 CP 300 25 CM- LASTRE FOAMGLAS T4 120 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 12.5 CM

- MATTONE MODULARE BN 15 15 CM- MALTA 1 CM- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 12 CM

LASTRE FOAMGLAS T4 80 MMINCOLLATO IN BITUME CALDOSEC. CONTRATTO

+ 8.89

FOAMGLAS TYP F 80 MM

FOAMGLAS TYP F 40 MM

COSTRUZIONE PAVIMENTO CAMERA

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 12/ 25/ 6 CM 6 CM- BETONCINO ARMATO CON SERPENTIDI RISCALDAMENTO 8 CM

- FOGLIA PE- LASTRE FOAMGLAS T4 110 MM INCOLLATOIN BITUME CALDO SEC. CONTRATTO 11.5 CM

- BETON B 35/25 CP 300 IMPERMEABILE 15 CM

COSTRUZIONE PARETE TYP B-C-D

- MATTONE FACCIAVISTA KEMANO 25/12/6 CM 12 CM- MALTA KELIT 110 2 CM- OPTITHEM 22.5/30/14 + 15/30/6.5 CM 38.5 CM

RESISTIT

RESISTIT

RESISTIT

RESISTIT

23

225

225

1.36 25+ 1.47

1.84

MATTONE FACCIAVISTAKEMANO 25/12/6 CM2. TAPPA 12 CM

6

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 15O MM

LASTRE FILTRANTI INCALCESTRUZZOPOROSIT 6 CM

BETON MAGRO PC 150

GHIAIA

GEOTEXTIL

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

30

6

1.30

SAUNARIUM

LARGHEZZA 210 CMPROFONDITA 200 CMALTEZZA 206.5 CM

FOGLIA PE

MURINOX MCTYP 5/20

MURINOX MCTYP 5/20

± 0.00 = 336.43 M.S.M.

BETONCINI PC 500

MATTONE SILICO-CALCARE

ISOLAZIONE FLUMROC

ISOLAZIONE FOAMGLAS

MATTONE MODULARE

OPTITHERM

BETON B 35/25 PC 300

KEMANO FACCIAVISTA 2. TAPPA

MATTONE PIENO

KEMANO FACCIAVISTA

GHIAIA

BETON PC 150

TUBO DI DRAINAGGIOPVC 15O MM

LASTRE FILTRANTI INCALCESTRUZZOPOROSIT 6 CM

BETON MAGRO PC 150

GHIAIA

GEOTEXTIL

"FUGENBAND"SIKADUR-COMBIFLEX

1.21

30

275

05

12

85

12

365

"ROLLSCHICHT"VEDI ANCHEPIANO 62 013

+ 8.85+ 8.85

4

CA. + 7.57 = 344.00 M.S.M.

1764

+ 2.77

27

3054

1.39

2

1.36

255

32.

39

+ 3.58

+ 1.29

+ 1.19

+ 3.41

21

+ 3.81

+ 4.065

+ 3.66

+ 1.41 + 1.43

+ 3.61

7512

5

+ 3.585

3.46

12 2 13

15

7015

SEZIONE PRESA ARIA DELLA THERMAPOMPA

+ 3.60

CA. + 6.07 = 342.50 M.S.M.

Sezioni di dettaglio. Nella pagina a fianco: vista laterale.

terizzata da edificazioni basse inserite inun paesaggio fatto da molteplici canali eabbondanti zone verdi. Dal punto divista tipologico, la casa TE è impostatasu uno schema a “C” con tre parti del-l’edificio raccolte intorno ad un patiocentrale. Questa impostazione, un po’introversa, è arricchita da un’asse checorre parallelo al lato più lungo dellacostruzione, corrispondente alla dire-zione nord-sud e all’entrata veicolare allotto.L’insieme trova compiutezza con ilquarto pezzo della composizione gene-rale, che accoglie il volume del box.Un altro asse, questa volta interno, quel-lo che parte dall’entrata principale, pro-segue lungo tutto l’edificio secondo ladirezione nord-sud (parallelamente allafacciata più lunga, confinante con ilpatio) e termina contro il camino delsoggiorno, caratterizzando fortementel’impostazione funzional-distributivadella casa.Al piano terra, intorno e ai latidi esso, sono dislocati: studio, bagno,sauna, cucina e soggiorno-pranzo. Alpiano superiore,questa direttrice virtua-le si converte in un più prosaico lungocorridoio che porta a tre camere daletto singole, bagno, scale (posizionatelongitudinalmente) e alla grande terraz-za prospiciente la camera da letto padro-nale. La terrazza – che in realtà è il tettodel locale sottostante del soggiorno –presenta un parapetto pieno che contri-buisce a far sembrare più alto il volume,creando un interessante gioco di luci eombre con l’altra porzione della casaaffacciata sul fronte sud.Lì è situata l’en-trata principale,“evidenziata” e sovrasta-ta dalla mole sporgente del volume delsecondo piano. L’edificio è rivestitoquasi interamente in mattoni di colorescuro, cotti a 1.140 °C; invece, le faccia-te interne del patio, considerate partepiù “intima”dello spazio della casa, sonorealizzate con intonaco bianco. ¶

Quando, nell’ormai lontano 1979, laventiquattrenne Christine Conix hafondato il suo studio di architettura neldistretto di Wilrijk, ad Anversa, non po-teva probabilmente immaginare – no-nostante tutta la buona volontà e fiducianei propri mezzi e nelle proprie capacitàimprenditoriali – il successo professio-nale che avrebbe ottenuto. L’architettofiammingo – laureata nel 1977 e Master’sDegree nel 1978 presso l’HAIR (HigherInstitute for Architecture) di Antwerpen(Anversa) – oggi, in quanto Chief Execu-tive Officer, è a capo di un “azienda” dicirca una settantina di persone:35 archi-tetti, assistenti,progettisti d’interni, inge-

gneri, urban planner, graphic designer, desi-gner, manager, personale amministrativo,PR ed altri, ripartiti nelle due sedi delgruppo – quella di Anversa e l’altra piùrecente (2004) di Bruxelles – sotto laguida della più giovane Sylvie Bruy-ninckx (diventata partner nel 2005).Il “credo” dello Studio,“Continuously inmotion”, potrebbe, a prima vista, far pen-sare ad una specie di “superstudio” diprofessionisti interessati essenzialmenteal lato economico del lavoro di proget-tazione. Ma non è così e questo proget-to, qui di seguito presentato, ne è ladimostrazione. Perché, anche se si trattadi un’opera di piccole dimensioni – e,diconseguenza, fonte di profitti modesti –,la realizzazione finale manifesta tutta lacura architettonica e l’attenzione al det-taglio ricevuti. Nello specifico, si trattadi una villa unifamiliare per una famigliacon tre ragazzi, situata nel quartiereHillegersberg-Schiebroek, nella partenord-ovest di Rotterdam, in un’area diespansione urbanistica della città olan-dese, denominata “Lage Limiet”, carat-

22 C I L 1 2 6

Igor Maglica

conix architects

Casa unifamiliare TEa Rotterdam, Olanda

Pro

gett

i

FOTOGRAFIE Serge Brison

Dettaglio dell’angolodel secondo piano sporgente.

Scheda tecnicaProgetto: Conix ArchitectsProject team: Sylvie Bruyninckx, Caroline

Gerard, Karen LoyensMain contractor: Aannemingsbedrijf WaaijerCronologia: 2005, progetto;

2006-07, realizzazione

P R O G E T T I23

Fronte sud: vista dell’entrata. Piante (da sinistra) del piano terra e del primo piano.

24 C I L 1 2 6

Vista del patio interno.

Dettaglio.Legenda:1. pavimento2. pavimento sopraelevato3. struttura portante4. isolamento termico5. strato di cemento su mattoniper rivestimento

6. applicazione di mattoniper rivestimento7. zoccolo8. giunto elastico9. isolamento profili

10. strato protettore interno 11. muratura portante d=150 mm12. isolamento termico 115 mm

13. cuscinetto d’aria 35 mm14. mattoni incollati 100 mm15. giunto verticale aperto 3x50 mm16. supporto per muratura17. giunto con mastice18. compriband19. infissi esterni in alluminiocon vetrata blindata

789

1011121314

1516

181719

17

123456

P R O G E T T I25

Vista del fronte sud. Prospetto ovest e sezione trasversale verso nord; fronti est e nord; fronte sud e sezione trasversale verso sud.

minio). Inizialmente, la facciata verso ilgiardino era stata pensata in lastre di ve-tro retro-verniciato o acidato: in questomodo, avrebbe perfettamente attuatol’intenzione di creare uno “spaccato”dell’edificio, aprendone in trasparenza lavista dell’interno.Poi,per ragioni di co-sto, il materiale è stato sostituito. Nellaconcezione di progetto, risalta un ri-chiamo ai principi del neoplasticismoarchitettonico; il desiderio di esprimereuno stile caratterizzato da piani, settimurari, volumi che fuoriescono se-condo assi ortogonali;da una compene-trazione tra spazi interni ed esterni; dacolori e materiali che si giustappon-gono, mantenendo ciascuno una pro-pria identità cromatica e sostanziale. Èevidente l’obiettivo di creare un’archi-tettura capace di dimostrarsi non banale,non seriosa, espressiva di modernità equalità; comunque protagonista nell’af-fermare principi di regolarità (anche ne-gandoli), di razionalità, di semplicità; c’èun riferimento, senza rigidità, alla tipo-logia della casa a “L”, attraverso la com-posizione di un impianto murario diadeguato spessore e posizione, un’ag-gregazione di spazi funzionali senza ge-rarchie.Il piano terra della casa offre unavarietà di ambienti e spazi di soggiorno,un’ampia cucina, zone pranzo, zone diritrovo, spazio tv e studio, correlate, marigorosamente indipendenti una dall’al-tra. Non esistono superfici interrate, eanche la doppia autorimessa è a livelloterreno, integrata nel volume edilizio.Di fronte all’ingresso, una scala si sdop-pia e conduce ai due piani superiori,dove le stanze dispongono di piccoliluoghi di uso comune o di servizio.Nel progetto, è stata anche prevista ladelimitazione a terrazze praticabili diparte delle coperture piane,che verrà at-tuata successivamente. ¶

Enschede è una città olandese dellaregione di Twente, nel sudest della pro-vincia di Overijssel, al confine con laGermania.Conta oltre 150.000 abitanti.La composizione di questa villa, erettaper il signor Mark Van Straaten, fa partedi un piano di ricostruzione urbana, re-datto dallo studio Architekten Cie, suun’area distrutta da un’esplosione di undeposito di fuochi artificiali.L’edificio siinserisce tra altre residenze unifamiliaridi prestigio, articolandosi, per le detta-gliate prescrizioni volumetriche delpiano, in modo da enfatizzare le diffe-renze tra un fronte “formale”, definitoda mattoni scuri,e un retro “informale”,

che abbraccia il giardino privato.Pertanto, l’affaccio principale è lungoil viale Museumlaan, asse della pianifi-cazione, che congiunge due edificipubblici destinati a museo; quello se-condario invece, con gli ambienti disoggiorno, è sul giardino, impostato suuna spezzata, in modo da differenziaree delimitare con originalità questospazio interno, enfatizzando il riferi-mento della morfologia dell’impiantoalla “L” planimetrica.Il gioco degli incastri e la varietà dei vo-lumi proposti sono il segno di distin-zione del linguaggio del progettista: unmodo espressivo che manifesta, insieme,un’asimmetria della composizione in-tera e della posizione degli elementi (fi-nestre, solai, vani) e una varietà dei ma-teriali (serramenti in legno laccato e inalluminio,con vetrate a filo facciata o ar-retrate, finiture in laterizio color grigioe in lamiera di zinco ossidato o elettro-colorato ad andamento verticale, conimbotti delle finestre in lamiera di allu-

26 C I L 1 2 6

Roberto Gamba

cino zucchi

Casa unifamiliarea Enschede, Olanda

Pro

gett

i

FOTOGRAFIE Allard van der Hoek

Inquadramento planimetrico.

Nella pagina a fianco:la composizione libera di facciata.

Piante ai vari livelli.

Scheda tecnicaProgetto: Cino Zucchi Architetti

(Cino Zucchi, Cristina Balet Sala),con Visser van AaalderenArchitecten

Cronologia: progetto, 2005;fine lavori, 2008

P R O G E T T I27

28 C I L 1 2 6

Fronte con ingresso all’autorimessa.

Sezioni.

P R O G E T T I29

Affaccio sulla Museumlaan.

Prospetti.

le sale di rappresentanza destinate alleattività collettive e il corpo scale nasco-sto da un pannello ligneo che funge daparapetto e che richiama alla memoriaalcune soluzioni europee dell’inizioNovecento; nell’ala occidentale, si trovala vera e propria abitazione con la zonagiorno (salotto, sala da pranzo e cucina)e la zona notte (tre camere al pianoterra e due camere al piano superiore,destinate ai membri più giovani dellafamiglia o agli ospiti); nell’ala orientale,isolata dal resto del fabbricato da unacorte e dotata di un accesso indipen-dente verso l’esterno, l’edificio ospitauna “appartata e silenziosa” zona studio.L’illuminazione interna è garantita,oltre che da ampi infissi (con numerosespecchiature non apribili), anche da unaserie di shed che, collocati sui tre braccie nascosti sui prospetti esterni da altiparapetti, illuminano con luce zenitalegli spartani ambienti interni, contrasse-gnati da un ampio impiego del colorebianco. Il materiale prevalente, il lateri-zio, è derivante dalla tradizione localeed ha l’obiettivo di creare una perfettaintegrazione con gli edifici e l’ambien-te naturale che lo circonda. In questaregione della Cina, i mattoni pieni, rea-lizzati con l’argilla che si trova diretta-mente “dietro casa”, vengono da secoliutilizzati sia per fini strutturali, sia comerivestimento faccia a vista.Proprio il paramento murario in lateri-zio è caratterizzato da una trama etero-genea e mai banale: si alternano, infatti,superfici piane, con doppi corsi di mat-toni allineati che si avvicendano a mat-toni posati ortogonalmente (con fun-zione di connessione ed irrigidimentotra i due setti della muratura a cassetta),con superfici “graduate”, in cui i mat-toni,posati di testa, emergono con con-vinzione dal fronte murario per defini-re un interessante gioco di chiari-scuri.Continuando nell’alveo della tradizionelocale, la realizzazione è riuscita ad otte-nere una elevata qualità mettendo aprofitto le conoscenze delle maestranzelocali e le caratteristiche millenarie dellaterizio. ¶

L’edificio, progettato dall’architettoZhang Lei (dell’omonimo Atelier) perun poeta cinese, è il risultato dell’evolu-zione dal tradizionale modello di casalocale alla moderna abitazione.Inserendosi armoniosamente nel con-testo ambientale, la costruzione si arti-cola su due livelli, di cui il secondo conun’estensione superficiale inferiore alprimo, ed è coronata da una coperturapiana che conferisce un aspetto razio-nale e moderno al fabbricato. La resi-denza si sviluppa in una grande “C”chesi snoda intorno ad una corte privata,caratteristica comune a molte tipologiedi abitazioni cinesi. Differentemente da

quanto succedeva nelle case storiche diburocrati e mercanti, che preferivanochiudere la corte con un imponentecancello, o nelle più umili abitazionidei contadini, che sfruttavano la corteper fini agricoli, la corte della WangHouse è aperta verso il grande lago sulquale si affacciano tutte le stanze dellacasa. Infatti, ad un fronte esterno piut-tosto compatto (sul prospetto principa-le, lungo più di 35 metri, si trovano sol-tanto tre aperture), si contrappone unfronte interno ricco di aperture, pas-saggi e tagli.Da segnalare anche la presenza di nic-chie “scavate” nel volume del fabbrica-to: sono, infatti, presenti delle stanzeche, essendo prive di infissi, rappresen-tano ambienti volano tra interno edesterno e che, soprattutto nelle giorna-te calde, diventano spazi vitali, densi difunzioni, dove è piacevole soggiornare.Nel corpo di fabbrica che si affacciasulla strada principale, si trovano, in unoscenografico doppio volume, l’ingresso,

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Adolfo F. L. BarattaXinyan Liu

atelier zhanglei

Brick Wang Housea Fengshan (Cina)

Pro

gett

i

FOTOGRAFIE Iwan Baan

Planimetria generale.

Nella pagina a fianco:vista sulla corte privata che si affacciasul grande lago.

32 C I L 1 2 6

Vista del patio.

Sezione sull’ingresso principale.

Nella pagina a fianco:dettaglio della muratura in laterizio.

Piante piano terra e primo piano.

Scheda tecnicaProgetto: Zhang Lei / AZL Atelier

ZhangLeiCollaboratori: Gaochun Architecture Design

InstituteStrutture: Zhao XiaobaoSuperficie: 850,0 m2

Localizzazione: Fengshan, Gaochun District (RC)Cronologia: 2003, progetto;

2006-07, realizzazione

P R O G E T T I33

dello studio fondato nel 1986, conduceEnvirona Studio, insieme alla managingpartner Jan O’Connor, da sempre suiprincipî della sostenibilità.Questo impe-gno costante è valso allo Studio nume-rosi riconoscimenti e premi (Gold me-dal, Francis Greenway Society Green Buil-ding Awards; RAIA NSW ArchitectureAward,ecc.) per i progetti realizzati:Gle-nayr Terraces,Wayside Chapel, Manlycourtyard House, Narra Bukulla, Mor-gan House ed altri.Clay House è una casa concepita e impo-stata intorno ad uno spazio (solariumcourtyard) che, a seconda dell’uso che sene fa, può svolgere all’occorrenza fun-zioni “interne”o “esterne” (soggiorno ocorte interna). Le tre grandi stanze, cherappresentano le aree funzionali dellacasa (entry/working/playing;eating-cooking;sleeping-washing) sono assemblate ad “L”aformare un angolo di 90° gradi, con illato lungo composto da due unità.Tuttee tre si affacciano sullo spazio centraleche, a sua volta, attraverso il “filtro” dellaveranda, dà sul giardino. Il tetto regola-bile, le porte pieghevoli ad armonica e ifrangisole di vetro dello spazio solariumpermettono di adattare questa stanza-luogo, indoor o outdoor, ai vari gradi diapertura e usi diversi. In questo modo, sicostituisce uno spazio di massima flessi-bilità che può essere utilizzato per di-verse attività nelle differenti stagioni del-l’anno. Il progetto della Clay House pre-vede la possibilità di incrementare il nu-mero delle stanze (più camere da letto)e, soprattutto, quella di assemblare tra diloro (la lunga parete posteriore di un’u-nità diventa il muro di cinta della casaconfinante) tante unità abitative inmodo da formare un villaggio di caseunifamiliari. Per l’esposizione “Houses ofthe Future”,il prototipo presentato è statotrasportato in 6 container e montato insole 4 ore; lo stesso numero di ore è statonecessario per lo smontaggio. Questofatto ha così confermato la possibilità direalizzare una casa prefabbricata “tra-sportabile” e “montabile” in mattoni. LaClay House utilizza i prodotti d’argilla di-versamente da una tradizionale casa uni-

Il Governo australiano aveva dichia-rato il 2004 come The Year of the Built En-vironment (l’anno dell’ambiente edifi-cato). Nell’ambito di questo importanteevento, il Governo dello stato di NewSouth Wales (Nuovo Galles del Sud) –uno dei 6 stati di cui è composta l’Au-stralia – ha promosso l’iniziativa “Housesof the Future”. La manifestazione, svoltasinel mese di ottobre a Sydney, aveva loscopo di presentare all’opinione pub-blica e alla moltitudine di visitatori al-cuni nuovi modi di abitare. In partico-lare, ai progettisti invitati è stato chiestodi presentare esempi di alloggi prefab-bricati,“sostenibili” e, una volta messi in

produzione, disponibili a prezzi di mer-cato accessibili. Nel prestigioso piazzaledella Sydney Opera House, di Jørn Ut-zon, sono stati esposti 6 padiglioni-pro-totipi che corrispondevano alle caratte-ristiche richieste: the Cardboard House, theClay House, the Concrete House, the GlassHouse,the Steel House,the Timber House (lecase di cartone, di argilla, di cemento, divetro,d’acciaio e di legno).L’esposizioneha avuto un grande successo ed è statapresentata anche in altre città australiane.La casa che qui di seguito viene illustrataè quella realizzata in mattoni (d’argilla) epromossa dall’associazione Clay Brickand Paver Association.Questo perché è ri-sultata come la migliore, oltre che per laconcretezza esecutiva e di trasporto, pergli ampi parametri di sostenibilità dimo-strati e per la qualità di architettura ri-scontrata. Il progettista Tone Wheeler, diEnvirona Studio,insegna ormai da più di25 anni nelle sedi delle principali uni-versità dell’emisfero australe (Canberra,Sydney, Auckland,Wellington ed altre)ed è uno dei pionieri dell’environmentallysustainable design (ESD). Principal architect

34 C I L 1 2 6

Igor Maglica

environa studio

The Clay House,Australia

Pro

gett

i

Dettaglio di un angolo della casa, con elementiin laterizio montati a secco (foto: Craig Cranko).

P R O G E T T I35

Primo piano della veranda di fronte al solarium(foto: Craig Cranko).

Disegno di progetto preso dallo stesso puntodi vista.

familiare (australiana) con struttura in le-gno, rivestimento in mattoni e un tettoin tegole: infatti, impiega i mattoni al-l’interno della casa,come struttura,ed hapiastrelle d’argilla sui pavimenti e suimuri esterni. Ciò consente di collocarela massa termica all’interno dell’edificiodove può funzionare meglio, permet-tendo di isolarla dietro il rivestimentodei rivestimenti esterni.Così ci si difendedal caldo dell’estate e dal freddo dell’in-verno in maniera “naturale”, senza l’uti-lizzo di aria condizionata.Esternamente,la casa presenta pannelli prefabbricati di2.400 x 1.200 mm montati a secco suguide di alluminio. La copertura dellazona del solarium è costituita da varistrati di vetro che contengono,incastratenel sandwich, celle fotovoltaiche per laproduzione di energia elettrica che,quando in eccesso,può essere venduta oimmagazzinata in apposite batterie. Ininverno, durante il giorno, i frangisoleposti sulla copertura, modificando ilgrado di apertura secondo l’angolo deiraggi solari, permettono al sole di con-vergere sulla massa termica e, così fa-cendo, consentono l’accumulo del ca-lore per la notte (quando sono chiusi).D’estate, i frangisole sono serrati digiorno,portando l’ombra dentro la casa:aprendo tutte le porte,il solarium diventacome una grande veranda o cortile. Dinotte, essi si aprono permettendo allamassa termica della casa di raffreddarsismaltendo il calore attraverso il tettoverso il cielo d’estate.Tutti i mobili della casa sono stati dise-gnati dallo Studio secondo il principiodi massima flessibilità e del riciclo. Inrealtà, è tutta la Clay House che può es-sere completamente smontata e i singolipezzi riciclati.L’acqua piovana è raccolta dal tetto (adue falde convergenti verso il centro) al-l’interno di contenitori verticali situatitra le pareti dei due moduli o nel serba-toio posizionato sotto il pavimento.L’acqua è purificata e può essere usatacome potabile o come componente at-tivo per il raffreddamento della massatermica interna. ¶

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P R O G E T T I37

Il prototipo esposto alla manifestazione “Houses ofthe Future” (foto: Environa Studio).

Pianta della Clay House.

Nella pagina a fianco:vista dall’interno verso l’esterno durantel’esposizione (foto: Craig Cranko).

Prospetto laterale e quello del solarium.

Scheda tecnicaProgetto: Environa Studio:Tone Wheeler,

Jan O’ConnorIngegneri: Macartney Engineering ConsultantsImpresa: ARCS, Phillip GrueffSponsor: Clay Brick + Paver Assoc.,Austral bricks,

PGH Bricks and Pavers, Boral BricksCronologia: 2004

38 C I L 1 2 6

L’interno della casa. A sinistra, lo spazio “sleeping”, fuori la zona comune del solarium (foto: Gollings Photography).

Il mobile con rotelle progettato per la cucina (foto: Gollings Photography). Il bagno (foto: Gollings Photography).

P R O G E T T I39

Il solarium con le porte pieghevoli aperte (foto: Environa Studio).

Un’altra vista dell’interno del solarium (foto: Craig Cranko).

Lorena Luccioni, architetto, formatasi a Firenze dove ha vissutoe lavorato fino al 1991, ha scelto le Marche come contesto pro-fessionale privilegiato. Un percorso coraggioso e particolare, provadi carattere e personalità. Oggi, dopo diciassette anni di attività,racconta la propria esperienza in architettura.a sul sPer l’architetto Luccioni affrontare il tema della casad’abitazione è senza dubbio un cavallo di battaglia. Quantoritiene sia importante che l’architetto abbia occasione dimettersi alla prova sul senso dell’abitare?nso dell’abitare?Il senso dell’abitare è una realtà sospesa nel tempo. Ilgenere umano da sempre si è costruito un luogo di rife-rimento, un microcosmo personale dove riconoscersi emettere insieme tutto ciò che ama, dagli oggetti, ai figli,ai ricordi, ai propri compagni di vita: continua a farlooggi, e lo farà anche domani. Il modo di abitare invece èsicuramente cambiato. Ricordo nelle case borghesi deglianni 60 la presenza di una sala sempre buia e chiusa, chesi apriva solo per ricevere gli ospiti. Ricordo di quellestanze l’odore di non vissuto e plastica che rivestivaancora le poltrone e i mobili, perché non si rovinassero.C’era una parte della casa che non si abitava,perché fossesempre pronta e ordinata per mostrarsi agli ospiti comebiglietto da visita, e una parte sporca dell’abitare da nonmostrare mai (il cucinotto è invenzione di quegli anni).Oggi disporre di una stanza in più sarebbe un lusso; lecase sono più piccole e sempre più spesso ci si lavora; piùvissute di una volta, meno di rappresentanza ma moltopiù comode e funzionali.L’architetto oggi non deve per-dere di vista tutto questo: niente dovrà essere per puracomposizione formale o per narcisistica espressione delproprio operare d’artista della costruzione e dello spazio;dovrà investire ogni parte di un ruolo pratico e funzio-nale indirizzato direttamente ai suoi abitanti. Penso chel’architetto che sopravvive in questa società sia quellocapace di dare risposte ai bisogni suggerendo nuovi com-portamenti; quindi, in questo senso è importante riflet-

tere e mettersi alla prova. Il tema dell’abitare è destinato anon passare mai in secondo piano, perché è di primariaimportanza per l’individuo, per la famiglia, per la società.

I Suoi progetti esplorano a tutto campo l’abitarecontemporaneo, sperimentando interventi su centri storici,trasformazioni di abitazioni moderne, edificazioni di nuovoimpianto. È per Lei una ricerca continua con ancora margini diapprofondimento?Poiché lo spazio edificabile è destinato ad esaurirsi in unPaese piccolo come l’Italia, si tratterà di ristrutturaresempre di più, riadattare a nuovi usi intere parti di città,così come le singole abitazioni. I miei progetti sono unaricerca continua in quanto non esiste un modello appli-cabile a più situazioni. È vero che talvolta si incontranocontesti simili in cui operare, il centro storico, la perife-ria anni ’60, il nuovo lotto, ma la similitudine è apparen-te e ogni caso è invece incredibilmente diverso e tutto daesplorare. In primo luogo, la differenza è nei vincoli loca-li: di tipo normativo, dimensionale, il rapporto con ciòche esiste intorno, le risorse disponibili. Poi ci sono gliincontri umani:è chi si ha di fronte che determina il verorisultato finale, cui si aggiunge senza dubbio il personalerapporto di relazione come architetto.

Conosciamo, grazie al Suo contributo editoriale “Casa X –House for” (Alinea, 2005), l’interessante suddivisione delleSue opere in funzione del tipo di committente: due sposi, unfarmacista, l’idraulico e molti altri... Leggere in questo modol’abitare ne mostra l’eterogeneità e ne è già unainterpretazione. Quali le lezioni apprese dai Suoi committenti?Il rapporto con i committenti è fondamentale, anzi direiche la natura del committente è il punto di partenza perun cattivo o un buon progetto. Dalla mia esperienzaspero di aver appreso come riconoscere un buon com-mittente... per evitare quello cattivo. Il “buon” commit-tente non ha necessariamente più denaro per permette-

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Intervista aLorena Luccioni

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re cose eccezionali, ma è la persona che fa capire di cosaha bisogno, rendendosi disponibile a sperimentare unapossibile configurazione, senza pregiudizi. In una primafase, i desideri del committente si proiettano inevitabil-mente verso immagini che conosce o che fanno giàparte della sua storia personale e culturale; poi, alle pro-poste architettoniche che lo introducono verso scenarinuovi risponderà con sensibilità, interesse, entusiasmo. Ilcommittente “cattivo” è quello che, non lasciando com-prendere le sue intenzioni, chiede esattamente cosa pro-durre per non deludere le sue ferme aspettative estetico-culturali. Con questo tipo di persona l’architetto, sevuole, può rispondere ugualmente a dei bisogni, masenza alcun interesse professionale. In Casa X, la divisio-ne per tipo di committente è un pretesto scherzoso, permostrare che l’interlocutore ideale può trovarsi in tutte lefasce sociali; in gioco vi è solo una questione di sensibi-lità e intelligenza, prima ancora che di titolo di studio odisponibilità economica. Chi desidera una casa che nonsia solo un contenitore sordo e impersonale è prima ditutto una persona sensibile, che avverte, anche senzarazionale consapevolezza, l’utilità dell’architettura, la pos-sibilità che possa renderlo più felice. Allora, con l’aiutodell’architetto, cerca di dare personalità al suo “luogo”,materializzazione dei propri sogni e del proprio stile divita. Per fare questo non servono risorse maggiori cheper fare una casa priva di senso. Poi ci sono la fantasia ela capacità di emozionarsi, doti che non tutti possiedono.Senza queste qualità, le pareti saranno bianche, il ferronero, il battiscopa marrone, e materializzare un progettodiventerà un’impresa dura quanto noiosa.

Consistente parte della Sua ricerca professionale si è svoltaentro il contorno del paesaggio marchigiano, dominato daicaratteri del costruito nei compatti centri storici e dallarelazione col paesaggio. Quale la lezione che ne ha saputotrarre? Quali i principi di logica architettonica, i concetti cui ilSuo fare architettura si lega?Nel mio modo di fare architettura c’è una convinzione:niente da inventare.Basta girarsi intorno, osservare e stu-diare, essere “guardoni”, insomma.Aver scelto di abitarea Filottrano (AN), natìo borgo selvaggio per dirla conLeopardi, porta a rapportarsi per forza con il paesaggio;essendo molto permeabile, assorbo immagini e insegna-menti continui dalle colline che ho intorno. Di questoterritorio ho studiato in passato ogni logica di trasfor-mazione antropica e ogni traccia ancora visibile del pas-saggio delle civiltà, dai celti ai romani, dei quali è ancorariconoscibile la centuriazione del territorio agricolo, finoal ‘700 illuminista, che ancora si ritrova all’interno deipalazzi. Poi le bellissime architetture parallelepipede,masse elementari, dello stesso colore del terreno, giallo

ocra, col quale si fondono magicamente. E allora c’è dadomandarsi da dove nasca l’idea del mosso, del grandecornicione, del tetto sfalsato, dei terrazzini a sbalzo... per-ché questo è quello che ha in mente la gente, pur viven-do tra meraviglie semplicissime che non hanno niente disimile, e proprio per questo magicamente sospese neltempo. Per me progettare è utilizzare, reinterpretandolo,ciò che è da sempre, ciò che ho a portata di mano, ciòche non offende, che non grida e che continua...

Radicamento nel territorio, cultura di “provincia”, sono limiti opotenzialità? Lavorare ove il tessuto è caratterizzatostoricamente è un freno o un possibile banco di prova?In fondo tutta l’Italia sa un po’ di provincia. Mi sovvieneIl Paese dei Barocchi di Ludovico Quaroni, scritto nel1957, in cui l’autore, guardando il nuovo Tiburtino, con-statava:“nella spinta verso la città, ci si è fermati al paese”.E si parlava di Roma, la capitale! In generale, direi che lacultura di provincia non c’entra nulla con il radicamen-to nel territorio. La prima è certamente un limite:“pro-vincia” ha per me un significato di terribile chiusura, diangolo visuale molto stretto. In questo senso, non miappartiene per niente, ma so di esserne circondata; per ilsecondo, penso piuttosto ad un atteggiamento culturale,a qualcosa di simile al regionalismo critico di KennethFrampton,che trae ispirazione dalle qualità del luogo.Perme il territorio, tanto più se fortemente caratterizzato, èfonte di idee. Se vivessi in un altro luogo, probabilmenteagirei esattamente allo stesso modo, guardandomi intor-no, cercando di carpire il meglio, ma sempre in manieracritica, estremamente temporanea e non definitiva, allaricerca di un linguaggio attuale però calato in quella pre-cisa realtà. Sicuramente, lavorare dove il tessuto è storica-mente molto consolidato è un eccitante banco di provaper una nuova architettura che non deve scadere nel ver-nacolare.

Nelle Sue opere è evidente un rapporto privilegiato colmateriale laterizio...Anche il laterizio mi circonda. Le città antiche delleMarche sono costruite in mattoni, di un colore moltobello che con il sole al tramonto diventa oro. È sponta-neo utilizzarlo anche per le nuove costruzioni; qui cisono maestranze veramente brave.A me personalmentenon interessano i virtuosismi da capomastro e le inven-zioni formali, tipo pareti troppo disegnate o cornicionielaborati; mi piace usarlo come texture, senza aggiungereniente; lo ritengo un materiale già molto espressivo.

Dal Suo privilegiato osservatorio marchigiano, crede che,all’interno delle nostre città, nel campo della progettazionedell’abitazione stiano avvenendo cambiamenti particolari?

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Purtroppo non stanno avvenendo cambiamenti partico-lari; per ora è solo teoria. A parte qualche eccezione econ evidente ritardo. All’interno delle nostre città, e inparticolare in quelle marchigiane, stanno operando anco-ra troppe figure professionali inadeguate. I risultati sonosotto gli occhi di tutti: da un lato, si interviene sulla cittàantica con ristrutturazioni, tutt’altro che conservatrici,che cancellano con l’illusione di rinnovare o di adegua-re sismicamente; dall’altra, si costruisce in stile fintoantico,mettendo insieme un catalogo di bestialità architettoniche.D’altra parte, l’architettura è la rappresentazione di unmodello di società e quello italiano, ancora troppo lega-to a schemi obsoleti, fatica ad accettare la modernità,ovvero un modello di società più attuale, in realtà inparte già esistente ma che non si vuole esprimere.La nostra società sta rinunciando, per quel che riguardal’architettura, a vivere la contemporaneità. Le case ogginon sono evolute quanto l’automobile, il cellulare, ilcomputer. Perché il nostro principale ambiente di vitanon riesce a stare al passo con i tempi? Perché la genteama il design avveniristico degli oggetti tecnologici e poicontinua a costruire la casetta del cucù? Io credo chel’architettura sia in grado di interpretare e suggeriremodelli di vita più adeguati al presente,ma ci sono anco-ra poche occasioni per farlo, anche se si fa un grandescrivere che qualcosa si sta finalmente muovendo inItalia: non è abbastanza.Vorrei che chi detiene la respon-sabilità in materia riflettesse su questo.

Sostenibilità, energia, materie prime, sicurezza. Sono soloalcune delle nuove importanti problematiche. Come si avvicinaLorena Luccioni a questi temi?Con molto entusiasmo, perché scorgo in loro una possi-bile evoluzione dell’architettura: la casa passiva, la casasostenibile, la casa che non inquina, ha bisogno di unrapporto diverso con la natura e l’ambiente; ciò costrin-gerà a rivedere alcune regole localiste e tradizionalisteche ancora impediscono una maturazione dell’immagi-ne architettonica bloccata allo stereotipo del passato. Iltetto dovrà captare il sole attraverso l’installazione di pan-nelli solari e fotovoltaici,meglio se integrati nel manto dicopertura. Le facciate dovranno essere vetrate nella casasolare passiva e gli aggetti relazionarsi agli angoli di irrag-giamento solare estivo e invernale. Sono convinta che, senon tutti i mali vengono per nuocere, il problema delconsumo energetico salverà l’architettura del nostrotempo: molti schemi costruttivi non potranno più esserereplicati nelle nuove costruzioni ad alte prestazioni dicontenimento energetico, perché non funzionano più, omeglio funzionano rispondendo ad esigenze di parzialecontrollo ormai inadeguate e non potranno più essereelementi di composizione imposti dalle norme locali,

perché non sempre soddisfano la necessità ormai impe-rativa di maggiore risparmio dell’energia disponibile.Questo potrebbe essere l’inizio di una maggiore diffu-sione d’architettura contemporanea, con un linguaggiopiù adatto ad una società in evoluzione, disposta final-mente a lasciar tramontare il falso tradizionalismo.

Secondo Lorena Luccioni, come dobbiamo aspettarci neiprossimi dieci-quindici anni per il paesaggio italiano? Cosaauspicare e quale invece lo scenario peggiore cui potremmoandare incontro? A Suo giudizio, i nuovi stili di vita e di rapportisociali stanno modificando lo spazio domestico?Se la velocità con cui vanno avanti le cose è quella checonosciamo, tipo 5 anni per una piccolissima cosa,10 peruna media, 20 per realizzare un’opera pubblica quandova bene, lo scenario resterà esattamente lo stesso. Il pae-saggio italiano e le città chiedono però interventi piùurgenti, più coerenti, di vero governo. Cosa auspicarecome architetti? Personalmente mi auguro una vitalunga, altrimenti non riuscirò a vedere finiti gran partedei miei progetti. E poi una legge per l’architettura cherestituisca una chiara, unica identità professionale, senzaambiguità, a chi avrà i compiti della trasformazione dellacittà e del paesaggio, perché solo così potrà essere altret-tanto chiara anche l’attribuzione delle responsabilità deirisultati. Senza questa legge, intere generazioni di archi-tetti non avranno probabilità, né occasione di lasciaretraccia significativa del loro tempo. Oggi non si può piùpensare di tarare le competenze sulla dimensione delprogetto, perché abbiamo avanti agli occhi i devastantirisultati di tanti brutti piccoli edifici che sommati produ-cono brutte grandi città e paesaggi devastati. Il problemaè la qualità, della formazione, del progetto, dell’iter buro-cratico,della realizzazione.Non possiamo più permetter-ci di rimandare il problema dell’architettura, poiché essaè responsabile dello sviluppo e della qualità del nostroambiente di vita. Scenari peggiori possibili rispetto aquello attuale sono davvero inimmaginabili,e il mio otti-mismo mi fa sperare. Per quanto riguarda i nuovi stili divita e di rapporti sociali, è certo che la nostra mobilità èdestinata ad aumentare, che il lavoro ci costringerà aguardare più lontano, a riconsiderare le distanze comequalcosa di necessario. In fondo internet ci sta abituandoa un rapporto globale, più ampio e immediato. Ma fran-camente non credo che prenderanno campo le dimoretemporanee emblema di mobilità, come qualcuno vuolfar credere per sottolineare l’ormai raggiunta essenzialitàdell’abitare. Penso, al contrario, che lo spazio domesticorimarrà immutato nel significato, anche se diverso nellaforma; anzi, forse assumerà ancora di più i contorni del-l’identificazione, del proprio centro, della propria base diosservazione, della sognata stabilità. ¶

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Residenze collettive a Filottrano, Ancona (2003-05).

a facciata della villa rivolta adovest si trova sul prospiciente spa-zio aperto, un tempo ampia “aia”

con la funzione di raccolta dei prodottiagricoli; ora il carattere che le è proprioè tutt’altro che funzionale quanto piut-tosto scultoreo. La complessa geome-tria dell’aia è rialzata rispetto alla quotadel terreno di circa 75 centimetri, sfrut-tando un accumulo di materiale di recu-pero. Sopra questa base, Carlo Scarpadisegna i piani inclinati e li realizza coni “brusadei”(1), mattoni in cotto sabbia-ti, conducendo le superfici a confluire indue punti di colmo, il “sole” e la “luna”,ovvero due pietre circolari così denomi-nate dall’architetto. I diametri dei dischimisurano 88 e 110 cm, entrambi multi-pli di 11, e tale corrispondenza geome-trica ha indotto nei critici interpretazio-ni di forte carica simbolica(2). L’area piùampia dell’aia, compresa tra il percorsolaterale ed il settore a cuneo, è suddivi-sa dal taglio di tre diagonali in 6 settori.

In un secondo momento, con identicatecnica, viene realizzata la parte piùbassa dell’aia che si inserisce a cuneonella precedente ed è identificabile conla zona sinistra della corte. Il profilo, lapendenza, il dislivello, lo sviluppo dellesingole superfici piane denotano la curapropria dell’architetto che si fa scultore.Il percorso che, collocato lateralmente enon sul fronte principale, conduceall’ingresso della villa rompe il solidoemergente dell’aia pur conservando lacontinuità del disegno dell’ammattona-to. Carlo Scarpa fa eseguire il recintomurario, il “berceau” nel giardino retro-stante, aggiunge la piscina, modifica labarchessa esistente e l’abitazionesoprastante. Quest’ultima appare comeuna quinta edificata tra l’aia, il palazzoed i campi verso nord. Una facciatanera, realizzata con un tavolato di assid’abete di altezze diverse, contrappostaal bianco del palazzo ed al rosso deimattoni degli spazi aperti, si apre con

un grande varco al giardino, offrendoun’importante prospettiva verso l’aia emostrandone il profilo da una angola-zione rinnovata.È di fronte alla barchessa che Scarpacompleta il complesso giardino, il giocodi tessiture pavimentali e di colori, ilmovimento dei piani e la cura dei detta-gli. Ivi realizza un pavimento in mattonipieni alleggeriti, saturando i fori e lefughe con una malta a base di cementoe polvere di marmo. Il risultato è unaseconda piccola aia dal contorno defini-to i cui mattoni, se bagnati, si accendo-no di rosso in evidente contrasto con labianca picchiettatura, quasi ad imitareil cielo stellato. Ogni soluzione messain opera presso Villa Palazzetto è statadestinata a successiva fortuna, e ciò silegge con evidenza nella riproposizionedell’aia in Villa Ottolenghi di Bardolinoe nell’uso del mattone forato presso l’a-trio del condominio Borgo di Contra’ delQuartiere a Vicenza(3). ¶

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Veronica Dal Buono

Il progetto di Carlo Scarpa per la sistemazione della villa seicentesca di Monselice, in particolareper lo spazio esterno dell’edificio, è il risultato di una serie di interventi avvenuti nel tempo cheinterpretano il peculiare dialogo tra l’architetto ed il committente ed amico Aldo Businaro, maanche la capacità sperimentale dell’architetto nell’uso dei materiali tradizionali, mattoni e pietra,adottati creando mai ovvie combinazioni

Tecn

olog

ia carlo scarpa, aldo businaro

Villa Palazzettoa Monselice, Padova

L

Note1. Testimonianza diretta di Aldo Businaro, luglio2005.2. Per Kurt W. Forster, il progetto è governato dalogiche ermetiche ed i due dischi di pietra rap-presentano i coniugi Businaro e, in senso piùampio, la dinamica tra i sessi.3. Si veda la riproposizione dell’aia maggiorenella villa Ottolenghi di Bardolino (1974-88) equella della piccola aia presso l’atrio del con-dominio Borgo di Contra’ del Quartiere aVicenza, 1974.

BibliografiaFrancesco Dal Co, Giuseppe Mazzariol (a curadi), Carlo Scarpa: opera completa, Milano,Electa, 1995, pp. 319.Forster Kurt W., “Mappe d’invenzione: edifici eallestimenti di Carlo Scarpa”, pp. 3-26, in GuidoBeltramini, Kurt W. Forster, Paola Marini (a curadi), Carlo Scarpa, Mostre e musei 1944-1976.Case e paesaggi 1972-78, Milano, Electa, 2000,pp. 466.Vitale Zanchettin, “Villa Palazzetto aMonselice”, pp. 384-399, in Guido Beltramini,Kurt W. Forster, Paola Marini (a cura di), CarloScarpa, Mostre e musei 1944-1976. Case e pae-saggi 1972-78, Milano, Electa, 2000, pp. 466.

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Veduta dell’aia antistante il prospetto della villa: in evidenza l’articolazionedei diversi piani sulla superficie rialzata.

Disegno originale di Carlo Scarpa per l’aia di Aldo Businaro. In evidenzail progetto della scala adiacente al prospetto ed al tempo non realizzata.Si ringrazia l’architetto Tobia Scarpa per la condivisione del documento.

Veduta dalla barchessa dell’ammattonato dell’aia.

Veduta dell’aia maggiore della barchessa e della piccola aia.

Il profilo dell’aia e la complessa geometria del volume rialzato.

Il “sole” e la “luna” come punti d’incrocio fra i piani dell’aia.

Scorci e dettagli della “pietra” di intersezione dei diversi piani dell’aia.

Aia grande ed aia piccola insieme, con le diverse tessiture dell’ammattonato.Particolare della pavimentazione dell’aia minore.

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Il comportamento dellecoperture ventilatein fase invernale

Marco D’Orazio

Si riportano i risultati di una sperimentazione condotta con lo scopo di verificare l’influenza dellaventilazione delle coperture in laterizio sul comportamento invernale ai fini del contenimento deiconsumi energetici. La sperimentazione dimostra come la ventilazione giochi un ruolo positivo senon eccessivamente elevata. Camere di limitata dimensione permettono infatti di contenere iflussi termici uscenti in fase invernale soprattutto per maggiori "delta" termici interno-esterno inrelazione al fatto che sfruttano positivamente ed in maniera maggiore il riscaldamento del mantodovuto ai carichi radiativi

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erca

e coperture ventilate sono divenute, da diversi anni, unacostante nel modo di costruire i tetti in laterizio in Italia,principalmente per l’aspettativa di riduzione dei carichi ter-

mici estivi e, secondariamente, per il possibile miglioramento offer-to in termini di prestazioni igrometriche e di durata. Il considerareprioritario il comportamento estivo ha tuttavia portato alcuni atentare di massimizzare queste prestazioni realizzando coperturecon camere di ventilazione di sezione particolarmente elevata.Se tale azione può risultare migliorativa del comportamento delsistema in fase estiva, come dimostrato dalle ricerche condotte sultema negli ultimi anni, non altrettanto si può dire in relazione alcomportamento invernale.L’incremento della camera di ventilazio-ne può, infatti,determinare, in fase invernale,un abbassamento delletemperature nel condotto rispetto a coperture senza ventilazione,aspetto che si traduce in un teorico, possibile peggior comporta-mento (aumento dei flussi termici interno-esterno).Vista l’impor-tanza che oggi, anche in relazione al D.Lgs. 311/06, sta assumendoil contenimento dei consumi energetici in fase invernale, si è ten-tato di valutare l’influenza della camera di ventilazione sul com-portamento, in questo periodo, di coperture ventilate. In particola-re, si è condotta una sperimentazione su 4 tipologie di copertureche ha permesso di ricavare la relazione esistente tra flussi termicitrasmessi e sezione di ventilazione. Si sono,quindi, confrontati i datidi sperimentazione con i valori di calcolo suggeriti dalla UNI EN6496. I risultati evidenziano come il mantenimento di ridottesezioni del canale di ventilazione produca degli effettivi vantaggi infase invernale.Ciò dipende dal fatto che la diversa sezione del cana-le di ventilazione determina differenti temperature nell’intercape-dine e, conseguentemente, differenti flussi termici nelle coperture aparità di stratigrafia ma con differente sezione di ventilazione.

Le tecnologie di copertura analizzate Il presente lavoro sibasa sui risultati ottenuti da una ricerca condotta su di un edificiosperimentale realizzato in Ancona. In figura 1, è riportato l’edificiosperimentale costituito da due livelli di 35 m2 ciascuno. Il livello su-periore è conformato in modo da assumere le caratteristiche di-mensionali di un ambiente sottotetto.All’interno dell’edificio sonostate riprodotte, mediante termoconvettori e immissione diretta divapore, le condizioni ambientali tipiche di un utilizzo abitativo condue cicli di riscaldamento di 4 ore ciascuno.L’edificio ha in copertura due falde. La prima, lunga 6 m e larga5 m, con esposizione sud, ospita 4 differenti sistemi di copertureventilate,divisi tra di loro da canali a tenuta.La seconda falda,oppo-sta alla prima e con esposizione nord, ospita una copertura con ele-menti in laterizio allettati su malta e quindi con ventilazione impe-dita. In tabella I, sono riportati i dati descrittivi delle sezioni deicondotti.Sulla base di precedenti sperimentazioni [D’Orazio, 2002], rilevatal’impossibilità di utilizzare i dati provenienti dalla registrazionediretta delle velocità dell’aria per la stima della quantità di caloredissipata, si è impostata l’acquisizione mediante il rilievo direttodelle grandezze termiche.In particolare, per ogni tipologia di copertura si sono rilevate letemperature sulla superficie all’intradosso del solaio, sulla superficiedell’isolante (lato interno della camera di ventilazione) e la tempe-ratura dell’aria nel condotto. Si sono utilizzate, a tale scopo, termo-resistenze preventivamente tarate con precisione superiore a0,25°C.All’interno, sono state registrate le temperature e le UR%a 1,8 m di altezza al centro dell’ambiente. I dati sono stati rilevatiin continuo con frequenza di acquisizione di 1 minuto per l’interoperiodo invernale della sperimentazione.

L

La procedura di calcolo della UNI EN ISO 6496 La primafase della ricerca è consistita nella valutazione delle trasmittanze di co-perture a diverso grado di ventilazione e non ventilate, secondo leprocedure di calcolo indicate dalla UNI EN ISO 6496 (norma da se-guire per la valutazione delle trasmittanze ai sensi del D.Lgs.311/06).Quest’ultima permette, in particolare, di ricavare la resistenza ter-mica di coperture e pareti anche ventilate quando l’intercapedine èdelimitata da due facce parallele, perpendicolari alla direzione delflusso termico,con un’emissività non minore di 0,8, e se il suo spes-sore (nella direzione del flusso termico) è minore del 10% dellealtre due dimensioni e comunque minore di 0,3 m.La norma defi-nisce intercapedini d’aria “debolmente”ventilate quelle per le qualila sezione di ventilazione non supera i 1500 mm2 per metro di lun-ghezza e “fortemente” ventilate quelle per le quali si supera il valo-re soglia di 1500 mm2 per metro di lunghezza. Nel primo caso, persezioni comprese tra 15 e 300 mm di altezza si assume una resi-stenza termica dell’aria in intercapedine pari alla metà del valore diintercapedini non ventilate e quindi 0,08 (m2K/W). Nel secondocaso, si considera necessario trascurare il contributo dell’aria inintercapedine e del manto superiore e si richiede di assegnare unaresistenza superficiale pari a quella dell’aria in quiete.In figura 2, sono riportate le curve che rappresentano l’andamen-to dei valori di trasmittanza per coperture con solaio ligneo e EPS,ma con diversa ventilazione (non ventilate, debolmente ventilate efortemente ventilate) in funzione dello spessore di isolante ed aconfronto con i valori limite del D.Lgs.311/06. Si evidenzia imme-diatamente come le variazioni di trasmittanza date dalla tipologia diventilazione, da considerare secondo la norma, siano estremamentecontenute. Per trasmittanze ante D.Lgs. 311/06 si hanno variazionimassime del 12% (scostamento tra copertura non ventilata e forte-mente ventilata). Spostandosi verso valori di trasmittanza pari oinferiori a quelli limite per il 2010, si hanno scostamenti che nonsuperano il 5-6%. Leggendo ora il grafico in termini di spessore diisolamento richiesto per raggiungere la stessa prestazione (valorelimite di trasmittanza da norma) per coperture a diversa ventilazio-ne, si evidenzia il fatto che la ventilazione risulta penalizzante in faseinvernale, in quanto, a parità di tipologia di solaio, è necessarioincrementare lo spessore di isolante del 10-20% (a seconda dellatrasmittanza di riferimento) in una copertura fortemente ventilataper raggiungere la prestazione di una copertura non ventilata.

Effetti della dimensione della camera di ventilazione sulcomportamenteo in fase invernale Rilevato il fatto che ilD.Lgs.311/06 impone di fatto spessori di isolanti maggiori nel casodi coperture ventilate, si è passati ad indagare il comportamento, infase invernale,di coperture con diversa ventilazione ma con la stessatipologia di solaio e dimensione di isolante. Come primo passo, si èanalizzato il comportamento in un tipico giorno invernale. La fi-gura 3 riporta l’andamento delle temperature dell’aria nei condottirilevate in un giorno di fine febbraio. È interessante osservare la di-namica del sistema.Le temperature dell’aria nei condotti tendono,aseguito dell’accensione del riscaldamento, ad innalzarsi in modo

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1 Principali dimensioni geometriche delle coperture analizzate.

Copertura Sezione di Lunghezza Esposizioneventilazione falda

(mm) (m)

A 310 6 sud

B 443 6 sud

C 615 6 sud

D – 6 sud

M fissaggio con malta 3 nord

0,2

0,25

0,3

0,35

0,4

0,45

0,5

0,55

0,6

0,65

0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13

1. Edificio sperimentale con le 5 tipologie di coperture: 4 ventilate, 1 nonventilata (Ancona).

Legenda:

2. Andamento delle trasmittanze di calcolo per coperture con diversaventilazione in funzione dello spessore di isolante per coperture con solaioligneo ed EPS. Si riportano a confronto i limiti di trasmittanza previsti dal D.Lgs.311/06 per il 2010.

Spessore dell’isolante (EPS) su solaio in legno [m]

non ventilata

ventilata

fortemente ventilata

limite trasm. 2010 - Zone A, B, C

limite trasm. 2010 - Zona D

limite trasm. 2010 - Zona E

limite trasm. 2010 - Zona F

Tras

mit

tanz

a U

[Wm

2 K]

4. Flussi termici, uscenti dai canali di ventilazioneper le diverse coperture indagate, rilevati nelperiodo invernale.

5. Variazione del flusso termico uscente in faseinvernale in relazione all’incremento della camera diventilazione per le coperture A, B, C. La A ha unasezione di poco superiore ai 300 cm2/m; la C ha unasezione di ventilazione maggiore di 600 cm2/m; la Bha una sezione intermedia.

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uniforme e ad appiattirsi, nelle ore centrali della giornata, su valoriparticolarmente elevati, presumibilmente anche in relazione al ca-rico radiativo esterno, già significativo nel periodo. La differenzia-zione tra le diverse coperture si registra, invece, solo nella fase di raf-freddamento,con lo spegnimento dell’impianto di riscaldamento.Inquesta fase, la temperatura dell’aria nei condotti di ventilazionetende a diversificarsi fortemente: le coperture a minore sezione diventilazione manifestano temperature dell’aria sensibilmente piùelevate. Aspetto, questo, che evidenzia come la minore sezione diventilazione appaia positiva in fase invernale.La figura 4 riporta gli istogrammi dei flussi termici rilevati e per-mette di avere una rappresentazione più ampia, in termini tempo-rali, di quanto prima osservato. In particolare, è possibile vederecome si distribuiscano, per ogni copertura, i flussi termici uscenti(hanno per questo valore negativo) durante la stagione invernale. Sievidenzia con chiarezza lo spostamento del valore medio dei flussitermici rilevati verso valori maggiori in relazione alla sezione dellacamera di ventilazione.Appare chiaro, altresì, come la coda di valo-ri di flusso termico negativo particolarmente elevati (8÷10 W/m2)tenda a ridursi fortemente con la riduzione della sezione di venti-lazione. È interessante osservare qui il comportamento della coper-tura tipo D, che manifesta flussi termici uscenti inferiori alle altretre coperture. Questa, a differenza dalle altre coperture, si caratte-rizza per una camera di ventilazione minimale e legata solo al siste-ma di appoggio del manto in laterizio, nonché per un lieve incre-

mento dello spessore del tavolato ligneo rispetto alle altre soluzio-ni indagate, realizzato al fine di garantire la planarità del manto.Infine, la figura 5 riporta la relazione esistente tra sezione del cana-le di ventilazione e flussi medi uscenti. Si nota come il raddoppiodella sezione di ventilazione (da 300 a 600 cm2 per metro lineare)porti ad incrementi nel flusso termico medio superiori al 30%. Nederiva quindi, a conclusione, la necessità di ridurre la sezione diventilazione al fine di contenere i flussi termici uscenti in faseinvernale. Allo scopo di individuare la sezione ottimale nel bilan-ciamento tra il comportamento in fase invernale e quello estivo, siè analizzato anche il comportamento estivo delle stesse coperture.La figura 6 riporta l’andamento dei flussi termici rilevati per le 4coperture in un giorno di luglio.Appare evidente come la minoresezione di ventilazione determini riduzioni significative nei flussitermici entranti nelle ore a maggiore irraggiamento e, più limitata-mente, nella fase di raffreddamento dopo il passaggio del picco diirraggiamento. Nelle ore di picco, le differenze massime registratetra la copertura tipo A e tipo C (massima differenza nella sezione diventilazione) sono dell’ordine del 25%. Ma queste differenze siattenuano molto confrontando le coperture tipo B e tipo C (mediae massima sezione di ventilazione). Ciò giustifica l’ipotesi che nonoccorre, in fase estiva,“forzare” l’altezza della camera di ventilazio-ne in quanto ciò non determina, oltre certe sezioni, significativivantaggi da un punto di vista del possibile comfort estivo, incre-mentando al contrario la criticità riscontrata in fase invernale.

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0 100 200 300 400 500 600 700A

B

C

3. Andamento delle temperature dell’aria nei condotti, rilevate in una giornata di fine inverno (febbraio).

FLUX_A

FLUX_B

FLUX_C

FLUX_D

Tempo

Sezione di ventilazione [cm2/m]

Tem

pera

tura

(°C)

Var.

% d

el fl

usso

term

ico

usce

nte

7. Flussi termici rilevati sperimentalmente per le coperture B e C a confronto coni valori di calcolo forniti dalla UNI EN ISO 9640 (B = 443 cm2/m; C = 615 cm2/m; NV = non ventilata; DV = debolmenteventilata; FV = fortemente ventilata). Le coperture, essendo state realizzare anteD.Lgs. 192 e 311, presentano spessori di isolamento limitati che giustificano glialti valori di flusso rilevati.

R I C E R C A51

Confronto tra dati sperimentali e valori di calcolo dellaUNI EN 6496 Utilizzando i valori di calcolo della norma, relati-vamente alle trasmittanze delle coperture poste a confronto, ed i“delta” termici interno-esterno ottenuti sperimentalmente, si sonoricavati i valori di flusso termico teorici per le coperture stesse nelle3 ipotesi: copertura non ventilata, copertura debolmente ventilata,copertura fortemente ventilata.Questi sono stati,quindi,posti a con-fronto con i flussi termici misurati sperimentalmente per le coper-ture a diversa sezione del canale di ventilazione (fig. 7).Emerge immediatamente come la norma risulti sempre cautelativaper i “delta” termici più elevati. I flussi energetici ottenuti dal pro-dotto delle trasmittanze fornite dalla norma per i “delta” termicirilevati sperimentalmente sull’edificio di prova costituiscono, infat-ti, il limite inferiore ai valori ottenuti sperimentalmente, per “delta”termici interno-esterno superiori ai 12°C (quindi tutti quelli diprogetto previsti dalla vigente legislazione italiana).Nello stesso tempo, però, si evidenzia anche il fatto che i flussi ter-

mici reali per le coperture ventilate analizzati sperimentalmentesono inferiori a quelli derivanti dalle procedure di calcolo, in quan-to la presenza del manto determina un riscaldamento dell’aria nelcondotto non rilevato dall’ipotesi di calcolo della UNI EN 6496.Confrontando ora il comportamento delle differenti copertureventilate, si conferma quanto prima indicato: le coperture che siavvicinano maggiormente al limite cautelativo dato dalla UNI EN6496 sono quelle a maggior dimensione della camera di ventila-zione. Coperture a minore sezione della camera appaiono sfruttaremaggiormente l’influenza dei carichi radiativi esterni in termini dimaggior scostamento delle temperature dell’aria nel condottorispetto alla temperatura dell’aria esterna.

Conclusioni La sperimentazione condotta dimostra come lanorma indicata per il calcolo della trasmittanza delle coperture ven-tilate, pur fornendo valori cautelativi (e quindi utili per il progetti-sta), tenda a schiacciare le differenze esistenti tra le varie copertureed a far considerare negativamente la presenza della ventilazione aifini del contenimento dei consumi energetici in fase invernale.È ne-cessario, infatti, incrementare lo spessore di isolante per ottenere lastessa trasmittanza di una copertura fortemente ventilata rispetto aduna non ventilata. In realtà, dalla sperimentazione appare evidentecome la ventilazione giochi un ruolo positivo solo se non eccessi-vamente elevata.Camere di limitata dimensione permettono,infatti,di contenere i flussi termici uscenti in fase invernale, soprattutto permaggiori “delta” termici interno-esterno in relazione al fatto chesfruttano positivamente ed in maniera maggiore il riscaldamento delmanto dovuto ai carichi radiativi. ¶

Bibliografia1. M. D’Orazio, C. Di Perna, A. Stazi, P. Principi, Effects of roof tile permeabilityon the thermal performance of ventilated ro-ofs:Analysis of annual performance, Energyand Buildings, 40, 2008.2.ASHRAE, Fundamentals Handbook, NY, 1983.3.Naylor, Floriyan e Tarasuk,A numerical study of developing free convection betweenisothermal vertical plates, in Transaction of the ASME, vol. 113, 1991.4. Sandberg e Moshfegh, Ventilated-solar roof air flow and heat transfer investigation,in Renewable Energy, vol. 15, 1998.5. Silberstein, Hens, Effects of Air and Moisture Flows, on Thermal Performance of In-sulation, in Ventilated Roofs and Walls Journal of Thermal Insulation and Building En-velopes, vol. 19, aprile 1996.6. Carsten Rode Pedersen, Thermal performance of building roof elements, in Buil-ding and Environment, 1999.7. M. D’Orazio,A. Stazi, C. Di Perna, Carbonari, Alla ricerca del dimensionamento,Modulo 252, BeMa ed. Milano, 1999.8. M. D’Orazio,A. Stazi, D. Giancarli, La progettazione delle coperture ventilate: ca-ratterizzazione sperimentale e verifica analitica del comportamento in diverse zone cli-matiche, in atti del Convegno “Costruire l’architettura, i materiali, le tecniche, icomponenti”, Napoli, 2000.9. M. D’Orazio, La progettazione delle coperture ventilate in laterizio, in Costruirein Laterizio, luglio-agosto 2002.10. G. Zannoni, Aria alle tegole, in Modulo n. 219 marzo 1996.11. G. Zannoni, Il tetto monitorato, in Modulo n. 248 febbraio 1999.12. G. Zannoni, Simionato, Il colmo per le coperture ventilate, in Modulo n. 261,maggio 2000.13. Brunello, Peron, Modelli per l’analisi del comportamento fluidodinamico delle fac-ciate ventilate, in Atti del 51° Congresso ATI 1996.

Si ringrazia vivamente l’Ing. Costanzo Di Perna per la discussione relativa alla valu-tazione e interpretazione dei risultati della ricerca condotta.

-6

-4

-2

0

2

4

6

8

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12

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-8

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-2

0

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

6. Andamento dei flussi termici, uscenti dai canali di ventilazione per le diversecoperture indagate, per un giorno tipo del mese di luglio.

“Delta” termico esterno/interno (°C)

B C NV DV FV

Flus

si te

rmic

i [W

m2 ]

copertura B

copertura C

copertura D

copertura A

Flus

si te

rmic

i [W

m2 ]

52 C I L 1 2 6

Massa e comfort: necessitàdi una adeguata capacitàtermica areica interna periodica

Costanzo Di Perna, Francesca Stazi,Andrea Ursini Casalena, Alessandro Stazi

Attraverso monitoraggi e analisi parametriche di un caso di studio, si dimostra l’importanzadell’inerzia termica interna dell’involucro in estate, soprattutto in presenza di elevati carichiinterni. Si presenta la proposta di un limite inferiore della capacità termica areica internaperiodica, da introdurre nei decreti attuativi del D.Lgs. 311/06

Ric

erca

La situazione attuale: D. Lgs. 311/06 e sue conseguenzeCome noto, il D.Lgs.311/06 si concentra essenzialmente sul rispar-mio energetico in fase invernale, limitando sia i valori di trasmit-tanza termica dell’involucro esterno U che il fabbisogno di energiaprimaria dell’edificio.Il comfort termico in fase estiva viene considerato semplicementeintroducendo un limite inferiore di massa superficiale Ms pari a 230kg/m2 nelle località più soleggiate (in cui Im,s ≥ 290 W/m2, letterab del comma 9, dell’allegato I).Si rendono così accettabili tutta una serie di pareti con diversa posi-zione reciproca tra isolante termico e massa (pareti a cappotto, acassetta e con isolante sul lato interno), alcune delle quali presenta-no grossi problemi riguardo al surriscaldamento estivo e alla verifi-ca igrometrica. Inoltre, in certe situazioni (dove non è obbligatoriala verifica di massa superficiale) è consentito raggiungere le tra-smittanze fissate usando solo materiali leggeri e coibenti.

La trasmittanza termica periodica Attualmente, in attesa del-l’emanazione delle “linee guida” per la certificazione energeticadegli edifici, è in discussione ed analisi una proposta di modifica delD.Lgs. 311/06 la quale prevede che, per ridurre il fabbisogno ener-getico estivo, venga eliminato il limite di 230 kg/m2 sulla massasuperficiale dell’involucro, sostituendolo, sempre per le località piùsoleggiate, con un limite sulla trasmittanza termica periodicaYie = fd • U [W/m2K] pari a 0,12 per le pareti opache verticali,orizzontali o inclinate (con fd “fattore di attenuazione”).Il testo della lettera b),del comma 9,dell’allegato I, al D.Lgs.311/06verrebbe così sostituito dal seguente:“Verifica, in tutte le zone climatiche ad esclusione della F,per le località nellequali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale, nel mese

di massima insolazione estiva, Im,s, sia maggiore o uguale a 290 W/m2,che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica Yie delle paretiopache verticali, orizzontali o inclinate, di cui al comma 11 dell’allegato 1,sia inferiore a 0,12 W/m2K”.Limitare il prodotto tra il fattore di attenuazione (fd) e la trasmit-tanza termica stazionaria (U), eliminando anche il limite di massasuperficiale, determinerebbe in tal modo la possibilità di realizzarepareti con bassa inerzia termica ed elevata capacità coibente e, all’e-stremo, strutture realizzate interamente con materiale isolante.

Importanza del comfort e dei carichi interni in fase esti-va Da studi effettuati con monitoraggi e simulazioni di edificicampione è risultata verificata l’efficacia dell’approccio con la tra-smittanza termica periodica Yie per ottimizzare il risparmio ener-getico nella climatizzazione di un edificio. Riconducendo il pro-blema estivo essenzialmente ai flussi entranti dall’esterno (irraggia-mento solare e trasmissione conduttiva delle pareti esterne), al finedi ridurre il contributo dei carichi esterni, la limitazione della Yie,in effetti, presenta una sua validità.Tuttavia, è risultato che, laddove vengano considerati anche i cari-chi interni, l’uso di un involucro leggero e fortemente coibente ècontroindicato, non tanto dal punto di vista del risparmio energe-tico, ma soprattutto dal punto di vista del comfort abitativo.

La capacità termica areica interna periodica (Cip) Per risol-vere tali problemi, si è provato ad introdurre, congiuntamente ailimiti sulla trasmittanza termica stazionaria e trasmittanza termicaperiodica (che tengono conto di carichi esterni, sfasamento termico efattore di attenuazione), un limite che consideri anche i carichi interni,e più precisamente la capacità termica areica interna periodica (Cip).

Comprendere la validità di Cip È stato assunto un caso distudio reale, caratterizzato dalla presenza di elevati carichi inter-ni – l’Istituto di Istruzione Superiore “A. Einstein,A. Nebbia” diLoreto (AN) (fig. 1) sul quale sono stati effettuati monitoraggi,simulazioni in regime dinamico con il software Energyplus,messa a punto di modelli virtuali e analisi parametriche.Queste ultime sono state effettuate su un “trancio” dell’edificio,sezionato in corrispondenza di un’aula, da cielo a terra, e sonostati analizzati flussi e temperature superficiali (fig. 2).Le variazioni parametriche applicate al sistema hanno riguardatole condizioni climatiche esterne, la destinazione d’uso, i carichiinterni, la tipologia di involucro esterno, la percentuale di super-ficie vetrata e l’utilizzo o meno di ventilazione naturale.In particolare, sono state studiate 3 zone climatiche (Palermo,Ancona e Bolzano), 2 tipologie d’uso (scuola e residenza), varilivelli di carico interno. Inoltre, sono state analizzate 4 percen-tuali di superficie vetrata, corrispondenti a 1/8, 1/6, 1/4, 1/3della superficie calpestabile. Infine, sono state simulate due moda-lità di uso degli ambienti interni: una corrispondente ad un usotradizionale, con un’apertura giornaliera delle finestre per ilricambio d’aria (definita nei grafici come “ventilazione diurna”);l’altra caratterizzata da una ventilazione notturna dalle 20 alle 7del mattino, con ricambi d’aria variabili tra 2 e 4 vol/h. I casi distudio ottenuti sono stati analizzati dal punto di vista del comforte dei consumi inserendo 5 tipologie diverse di parete esterna e 5tipologie di copertura.All’interno del “trancio”, lo studio si è concentrato su:• un’aula del terzo piano (cioè ad un piano intermedio), varian-do la tipologia del solo involucro esterno (pareti da P1 a P5,pareti reali R1 ÷ R7);

• un’aula all’ultimo piano (cioè ad un piano sottotetto), variandola tipologia costruttiva: l’involucro esterno (pareti P1 e P5), lacopertura (tetti da T1 a T5) e il solaio interpiano. Con diversecombinazioni di queste strutture, si è analizzato un edificio adalta inerzia, uno di tipo misto ed uno leggero.

Tipi di componenti edilizi studiati Sono state elaborate 5tipologie di pareti fittizie caratterizzate da determinati limiti pertrasmittanza termica stazionaria e periodica (U ≤ 0,4 W/m2Kper Ancona al 2008;Yie ≤ 0,12 W/m2K). In particolare, le tipo-logie sono state elaborate a parità di Yie = 0,10 W/m2K, aumen-tando di volta in volta lo spessore dell’isolante e diminuendo lospessore di massa inerziale della struttura verticale dell’involucro(mattoni pieni) in modo da mantenere costante il valore fissatodi Yie (fig. 3).Inoltre, sono stati simulati 5 sistemi di copertura con diversaposizione di isolante e massa (fig. 4).

I risultati ottenuti Fissare il parametro di trasmittanza termicaperiodica ad un valore basso (Yie = 0,10 W/m2K) si è dimostra-to ottimale per ridurre al massimo l’ingresso dei carichi termicidall’esterno, e può sostituire le condizioni sullo sfasamento e sulfattore di attenuazione del flusso termico che giunge all’interno.

Fase invernaleSe si considerano le 5 tipologie di pareti prese in esame, a paritàdi trasmittanza termica periodica, e si confrontano le temperatu-re superficiali interne a sud, si nota chiaramente come sia solo laU a condizionarne fortemente il comportamento. Le pareti chesi comportano meglio sono infatti quelle con bassi valori di tra-smittanza termica stazionaria.Per l’edificio scolastico è stata ottenuta la tabella I, dove è evi-dente come le temperature superficiali interne diminuiscanonotevolmente all’aumentare della trasmittanza termica U: dallaparete P5 (con U = 0,135 W/m2K) alla parete P1 (con U =0,392 W/m2K). La stessa cosa accade per l’edificio residenziale(tab. II), in cui la parete P5 (costituita da solo coibente) registratemperature superficiali superiori di circa 2°C rispetto a P1 (laparete con inerzia interna più elevata).

Fase estiva senza carichi interniSe si considerano le 5 tipologie di pareti, a parità di trasmittanzaperiodica, e si confrontano le temperature superficiali interne asud in una condizione senza carichi interni (persone, luci, ecc.) ea finestre chiuse di giorno, non si rilevano notevoli differenze trail comportamento delle diverse pareti prese in esame.Per l’edificio scolastico è stata ottenuta la tabella III, dove si notachiaramente un comportamento analogo tra le diverse tipologiedi pareti. Ciò dimostra che, in assenza di carichi interni, pareti adiversa inerzia e a parità di Yie si comportano in modo analogo,confermando così l’efficacia del parametro Yie per attenuare icarichi termici esterni.

R I C E R C A53

1. La scuola assunta come caso di studio (vista nord).

2. Il caso di studio simulato con il software Energyplus.

54 C I L 1 2 6

inte

rno

este

rno

3. Cinque tipologie di pareti poste a confronto.

sp. = 26,2 cm

fd = 0,25

ϕ = 8,0 ore

Yie = 0,10 W/m2K

U = 0,39 W/m2K

Ms = 320,7 kg/m2

Cip = 151,7 kJ/m2K

P1

sp. = 26,1 cm

fd = 0,38

ϕ = 7,1 ore

Yie = 0,10 W/m2K

U = 0,26 W/m2K

Ms = 237,4 kg/m2

Cip = 150,5 kJ/m2K

P2

sp. = 28,1 cm

fd = 0,57

ϕ = 6,7 ore

Yie = 0,10 W/m2K

U = 0,17 W/m2K

Ms = 154,9 kg/m2

Cip = 107,1 kJ/m2K

P3

sp. = 29,4 cm

fd = 0,67

ϕ = 6,5 ore

Yie = 0,10 W/m2K

U = 0,14 W/m2K

Ms = 113,7 kg/m2

Cip = 71,0 kJ/m2K

P4

sp. = 29,5 cm

fd = 0,74

ϕ = 5,8 ore

Yie = 0,10 W/m2K

U = 0,13 W/m2K

Ms = 72,1 kg/m2

Cip = 31,9 kJ/m2K

P5

4. Cinque tipologie di coperture poste a confronto.

sp. = 33,7 cm

fd = 0,13

ϕ = 9,6 ore

Yie = 0,05 W/m2K

U = 0,39 W/m2K

Ms = 664,1 kg/m2

Cip = 228,5 kJ/m2K

Piastrelle in ceramica,sp. = 0,015 m

Isolante, sp. = 0,067 m

Soletta in c.a. sp. = 0,24 m

Intonaco calce e cemento, sp. = 0,015 m

T1

sp. = 43,6 cm

fd = 0,13

ϕ = 7,3 ore

Yie = 0,05 W/m2K

U = 0,41 W/m2K

Ms = 369,40 kg/m2

Cip = 57,4 kJ/m2K

Impermeabilizzante, sp. = 0,005 m

Isolante, sp. = 0,07 m

Caldana, sp. = 0,15 m

Lamiera grecata acciaio, sp. 0,001 m

Intercapedine aria, sp. = 0,20 m

Cartongesso, sp. = 0,010 m

T5

sp. = 40,4 cm

fd = 0,16

ϕ = 11,4 ore

Yie = 0,05 W/m2K

U = 0,31 W/m2K

Ms = 416,46 kg/m2

Cip = 29,9 kJ/m2K

Piastrelle in cemento, sp. = 0,015 m

Massetto pendenze, sp. = 0,06

Caldana, sp. = 0,04 m

Pignatta + travetto, sp. 0,20 m

Isolante, sp. = 0,074 m

Intonaco calce e cemento,sp. = 0,015 m

T4

sp. = 38,2 cm

fd = 0,12

ϕ = 10,9 ore

Yie = 0,05 W/m2K

U = 0,41 W/m2K

Ms = 415,58 kg/m2

Cip = 91,6 kJ/m2K

Piastrelle in cemento, sp. = 0,015 m

Isolante, sp. = 0,052 m

Massetto pendenze, sp. = 0,06

Caldana, sp. = 0,04 m

Pignatta + travetto, sp. 0,20 m

Intonaco calce e cemento, sp. = 0,015 m

T3

sp. = 37,4 cm

fd = 0,20

ϕ = 9,7 ore

Yie = 0,05 W/m2K

U = 0,25 W/m2K

Ms = 647,8 kg/m2

Cip = 13,1 kJ/m2K

Piastrelle in ceramica,sp. = 0,015 m

Soletta in c.a. sp. = 0,24 m

Isolante, sp. = 0,109 m

Cartongesso, sp. = 0,010 m

T2

Comfort e carichi interni: emerge la necessità di inerziatermica interna Ridotta fortemente l’incidenza dei carichi ester-ni fissando la Yie, è necessario valutare anche l’incidenza, nel perio-do estivo, dei carichi interni (persone, elettrodomestici, radiazione dif-fusa in ingresso dalle superfici vetrate) e ragionare non più solo intermini di risparmio energetico ma anche in termini di comfort (tem-perature superficiali, temperature operative, asimmetria radiante).

Fase estiva con carichi interniLa scelta di una struttura a bassa inerzia e fortemente coibente (P5)determina, in relazione all’introduzione dei carichi interni, oscilla-zioni maggiori delle temperature interne, temperature superficialipiù elevate e di conseguenza temperature operanti più alte.Una soluzione di questo tipo è, dunque, sfavorita dal punto di vistadel comfort.Ciò si nota chiaramente dalla tabella IV che rappresen-ta l’andamento delle temperature superficiali interne delle 5 paretistudiate per il caso dell’edificio scolastico (elevati carichi interni).I valori registrati dalla parete P5, costituita da solo coibente, sonosuperiori rispetto alle altre pareti e presentano fluttuazioni elevate.Lo stesso fenomeno si riscontra nel caso dell’edificio residenziale incui la parete P5, costituita da solo coibente, registra temperature diquasi 1°C superiori rispetto ad una parete ad elevata inerzia (P1).

Incidenza della copertura sul comfort La coperturainfluenza fortemente il comfort, soprattutto in fase estiva. Il con-fronto tra una copertura isolata sul lato interno (T2) e una coper-tura isolata sul lato esterno (T1), a parità di trasmittanza termicaperiodica e con un involucro di tipo “pesante” (parete P1), evi-denzia come sia importante, dal punto di vista del comfort, averela massa sul lato interno della copertura.Dalle tabelle V e VI è possibile confrontare le due coperture in ter-mini di temperature superficiali e temperature operanti.

Introdurre nelle valutazioni la capacità termica areicaperiodica interna Partendo dalla considerazione che, per valu-tare la trasmittanza termica periodica, bisogna effettuare il calcolobasato sulla risoluzione della conduzione termica in componentiedilizi composti da diversi strati piani, paralleli, omogenei, concondizioni al contorno sinusoidali regolari e un flusso termicomonodimensionale, descritto dalla ISO 13786:2007, si ritieneopportuno proporre un ulteriore elemento di valutazione, ovveroun parametro ottenibile dal medesimo calcolo senza oneri aggiun-tivi: la capacità termica areica periodica interna Cip (ISO 13786).Tale parametro, funzione della profondità di penetrazione dell’on-da termica, descrive la capacità effettiva di accumulo del calore sul

R I C E R C A55

Tab. I - Temperature superficiali interne delle 5 pareti per 1 settimana invernale(18-24 gennaio) nell’edificio scolastico.

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P 1 P 2 P 3 P 4 P 5

Tab. II - Temperature superficiali interne delle 5 pareti per 1 settimana invernale(18-24 gennaio) nell’edificio residenziale.

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P 1 P 2 P 3 P 4 P 5

Tem

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[°C]

Tem

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iale

inte

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sud

[°C]

Tab. III - Temperature superficiali interne delle 5 pareti per 1 settimana estiva(18-24 giugno) nell’edificio scolastico in assenza di carichi interni.

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Tem

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[°C]

P1 P2 P3 P4 P5

Tab. IV - Temperature superficiali interne delle 5 pareti per 1 settimana estiva(18-24 giugno) nell’edificio scolastico in presenza di carichi interni.

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[°C]

P1 P2 P3 P4 P5Temperatura aria esterna Temperatura aria esterna

56 C I L 1 2 6

Tab. V - Temperature superficiali interne delle 2 coperture per 1 settimana estiva(18-24 giugno) nell’edificio scolastico.

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T1 T2

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cope

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a [°

C]

Tab. VI - Temperature operative del piano sottotetto per le 2 coperture per 1 settimana estiva (18-24 giugno) nell’edificio scolastico.

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tto

[°C]

Tab. VII - Trasmittanza termica stazionaria, fattore di attenuazione e capacitàtermica areica interna periodica per le 5 pareti studiate [Yie = 0,10 W/m2K].

0,0000

0,1000

0,2000

0,3000

0,4000

0,5000

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P1 P2 P3 P4 P50,00

20,00

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160,00

Tras

mit

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a/f

atto

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i att

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zion

e

Trasmittanza termica stazionariaCapacità termica areica interna periodicaFattore di attenuazione

Capa

cità

term

ica

arei

ca in

tern

a pe

riod

ica

[kJ/

m2 K

]

lato interno di un componente edilizio e rappresenta lo spessoredella massa termica interna che effettivamente contribuisce, in esta-te, a ridurre le temperature superficiali interne e attenuare la tempe-ratura operante.Una parete che ha un alto potenziale di accumulo sul lato internoavrà un valore Cip elevato (tab.VII): come indicato nelle tabellecitate in precedenza, le pareti ottimali dal punto di vista del comfort(P1 e P2) sono proprio quelle con capacità termica areica periodi-ca interna più elevata.Poichè il parametro Cip fornisce un’indicazione della capacità diaccumulo della parete sul lato interno, in estate tanto maggiori sonoi carichi interni (ad esempio, un’aula scolastica affollata) tanto piùimportante sarà fissare un valore alto di tale parametro.

Inerzia termica all’interno o sull’involucro esterno? Èbene sottolineare che la scelta di aumentare l’inerzia termica dellestrutture interne non è risolutiva dal punto di vista del comfort.L’incremento dell’inerzia di solai e pareti interne non modifica sen-sibilmente la temperatura superficiale delle relative strutture, ovve-ro non modifica la temperatura operante.È l’involucro esterno ad influenzare fortemente la temperaturaoperante in relazione ai carichi interni e dunque a garantire, omeno, il comfort abitativo.Per avere una conferma di quanto sopra:• si è effettuata una simulazione in estate mantenendo fissa l’inerziatermica delle partizioni interne (di tipo pesante) e diminuendo l’i-nerzia dell’involucro da P1 a P5: si è registrato un aumento delletemperature operanti;• si è effettuata, successivamente, una seconda simulazione mante-nendo fissa l’inerzia termica dell’involucro (di tipo pesante P1) ediminuendo l’inerzia dei divisori interni,da pesanti (forati da 15 cmintonacati su entrambi i lati) a leggeri (isolante sp. = 10 cm rivesti-to con pannelli in cartongesso): la variazione delle temperatureoperanti è risultata trascurabile.Ciò dimostra come sia più importante intervenire sull’inerzia del-l’involucro esterno piuttosto che su quella delle strutture interne.

Incidenza della percentuale finestrata La percentuale fine-strata incide molto sul comfort interno e sulle temperature superfi-ciali interne dell’involucro esterno.Ponendo a confronto un involucro esterno ad alta inerzia (pareteP1, tetto T3) con uno a bassa inerzia (parete P5, tetto T4), si notacome adottando un valore basso di percentuale vetrata, pari cioè a1/8 della superficie calpestabile, le temperature superficiali internesulla parete P1 siano mediamente più basse di circa 1°C rispetto aquelle registrate sulla parete P5 e presentano escursioni termichegiornaliere minori. L’aumento della percentuale vetrata fino ad 1/3della superficie di pavimento determina un innalzamento delletemperature superficiali per entrambe le pareti e una notevoleescursione termica giornaliera per la parete di tipo leggero.Analogo comportamento si è rilevato per quanto concerne le tem-perature superficiali interne in copertura.Le pareti P1 e P5 sono state confrontate dal punto di vista delcomfort interno riportando i valori di temperatura operante regi-strati nei due casi e confrontandoli con i limiti di comfort indivi-duati secondo la EN 15251:2007. La verifica è stata effettuata per idue valori di superficie finestrata selezionati.

R I C E R C A57

La parete ad elevata inerzia P1 presenta un numero di ore didiscomfort inferiore rispetto alla parete leggera P5 (tab.VIII). In par-ticolare, le ore di discomfort dovute al surriscaldamento dell’ambien-te interno sono del 7% nel primo caso e del 25% nel secondo caso.L’aumento della percentuale vetrata (tab. IX) determina un aumen-to delle ore di discomfort dovute al surriscaldamento interno perentrambe le pareti: fino al 20% per la parete ad elevata inerzia e finoal 35% per quella leggera. È importante, dunque, che la superficieopaca presenti una significativa inerzia (coefficiente Cip elevato)poiché,pur con effetto ridotto all’aumentare della percentuale fine-strata, incide notevolmente sul livello di comfort interno.

Incidenza della ventilazione naturale Un ulteriore parame-tro che incide notevolmente sul comportamento dell’involucroesterno è la ventilazione naturale. Per analizzarne gli effetti sullepareti con diversa inerzia termica, sono state simulate 2 situazioni:il caso peggiore, cioè con elevati carichi interni dovuti ad un’aper-tura diurna delle finestre (e dunque all’ingresso di calore dall’ester-no) e il caso migliore, cioè con finestre chiuse e schermate di gior-no e una ventilazione notturna. In particolare, sono state confronta-te le temperature superficiali interne registrate sulle pareti P1 e P5 ele temperature operanti negli ambienti come parametro di comfort.L’ottimizzazione della ventilazione estiva (con un’attivazione esclusi-vamente notturna) determina un notevole abbassamento delle tem-perature superficiali in entrambe le pareti, pur mantenendosi un’o-scillazione molto più ampia nella parete leggera.

Incidenza di vari parametri sul comportamento di strut-ture a diversa inerzia Sono stati elaborati i valori delle tempe-rature operanti medie giornaliere e delle temperature superficialimassime giornaliere ricavando in entrambi i casi il valore massimoper il periodo estivo. Il valore ottenuto è stato usato per confronta-re il comportamento di 3 tipologie costruttive (ad alta inerzia,mista, a bassa inerzia) al variare di alcuni parametri: la località cli-matica, la destinazione d’uso, la percentuale vetrata, l’introduzionedi ventilazione notturna.

Si è così constatato che:• all’aumentare della superficie vetrata, i valori massimi delle tem-perature operanti medie giornaliere aumentano per tutte le tipolo-gie costruttive.Tale aumento incide di più in un clima caldo comequello di Palermo piuttosto che in un clima come quello diAncona. Lo studio delle temperature massime giornaliere eviden-zia come l’aumento della superficie finestrata, e dunque dei carichiinterni, renda sfavorite le strutture a bassa inerzia;• la ventilazione notturna porta notevoli vantaggi ma,anche nei casiottimali in cui viene attivata, l’aumento della capacità termica arei-ca interna periodica riduce di circa 1°C le temperature operantimedie giornaliere;• le temperature, nel caso di un uso residenziale, registrano valorisuperiori rispetto ad un uso scolastico. Questo è spiegato dal fattoche, nel periodo estivo considerato (1 giugno- 30 settembre), ivalori massimi di temperature operanti e superficiali per la residen-za si registrano nel mese più caldo, a luglio, quando la scuola non èoccupata dagli studenti e i carichi interni sono assenti. I valori mas-simi per la scuola si registrano nel mese di giugno.

Prime verifiche su pareti di tipo reale Si è effettuata unaprima verifica su pareti realmente realizzabili (fig. 5) ponendole aconfronto.I risultati ottenuti per la scuola in fase estiva hanno suggerito la scel-ta di una parete di tipo R1 (elevato valore di Cip), piuttosto che lascelta di una parete di tipo R4 (valore molto basso di Cip), che regi-stra valori di temperatura superficiale più elevati (tab. X).Analogheconsiderazioni possono essere effettuate per il caso di studio di edi-lizia ad uso residenziale.

Trasmittanza termica periodica (Yie) e capacità termicaareica interna periodica (Cip) Negli studi sopra riportati, sisono confrontate pareti a parità di trasmittanza termica periodicaYie, quest’ultima considerata pari a circa 0,12 W/m2K, ovvero illimite proposto nell’ipotesi di un aggiornamento normativo.Con tale valore, tra le pareti analizzate, solo quelle con una capacità

Tabb. VIII e IX - Temperature operanti registrate nei due casi (edificio con parete P1 e con parete P5) con superficie vetrata pari a 1/8 (a sinistra)e a 1/3 (a destra) della superficie calpestabile (scuola, ventilazione diurna).

20212223

24252627282930

31323334

06/01 01:00:00

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07/01 01:00:00

07/07 01:00:00

07/13 01:00:00

07/19 01:00:00

07/25 01:00:00

07/31 01:00:00

lim superiore T ottimale lim inferiore T operante P5 T operante P1

Tem

pera

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ope

rant

e [°

C]

Ore di discomfort per surriscaldamento:P1 = 7%; P5 = 25%

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06/07 01:00:00

06/13 01:00:00

06/19 01:00:00

06/25 01:00:00

07/01 01:00:00

07/07 01:00:00

07/13 01:00:00

07/19 01:00:00

07/25 01:00:00

07/31 01:00:00

lim superiore T ottimale lim inferiore T operante P5 T operante P1

Tem

pera

tura

ope

rant

e [°

C]

Ore di discomfort per surriscaldamento:P1 = 20%; P5 = 35%

58 C I L 1 2 6

6. Pareti reali a confronto che rispettano i limiti proposti.

inte

rno

este

rno

sp. = 41,5 cm

fd = 0,04

ϕ = 20,2 ore

Yie = 0,01 W/m2K

U = 0,34 W/m2K

Ms = 419,8 kg/m2

Cip = 58,9 kJ/m2K

R5

sp. = 36,0 cm

fd = 0,19

ϕ = 10,7 ore

Yie = 0,06 W/m2K

U = 0,34 W/m2K

Ms = 258,0 kg/m2

Cip = 72,7 kJ/m2K

R6

sp. = 35,5 cm

fd = 0,36

ϕ = 9,7 ore

Yie = 0,11 W/m2K

U = 0,30 W/m2K

Ms = 282,2 kg/m2

Cip = 106,0 kJ/m2K

R7

inte

rno

este

rno

5. Quattro pareti realizzabili poste a confronto.

sp. = 32,0 cm

fd = 0,2531

ϕ = 10,0 ore

Yie = 0,1125 W/m2K

U = 0,44 W/m2K

Ms = 368,00 kg/m2

Cip = 154,9 kJ/m2K

Intonaco calce e cemento,sp. = 0,015 m

Mattone pieno, sp. = 0,12 m

Isolante, sp. = 0,05 m

Blocco forato, sp. = 0,12 m

Intonaco calce e cemento, sp. = 0,015 m

R1

sp. = 35,5 cm

fd = 0,3646

ϕ = 9,7 ore

Yie = 0,1095 W/m2K

U = 0,30 W/m2K

Ms = 282,20 kg/m2

Cip = 106,0 kJ/m2K

Intonaco calce e cemento,sp. = 0,015 m

Blocco forato, sp. = 0,12 m

Isolante,sp. = 0,08 m

Blocco forato, sp. = 0,12 m

Intonaco calce e cemento,sp. = 0,015 m

R2

sp. = 33,5 cm

fd = 0,4307

ϕ = 8,8 ore

Yie = 0,1101 W/m2K

U = 0,25 W/m2K

Ms = 286,10 kg/m2

Cip = 66,5 kJ/m2K

Intonaco calce e gesso, sp. = 0,015 m

Blocco forato, sp. = 0,08 m

Isolante, sp. = 0,12 m

Mattone pieno, sp. = 0,12 m

R3

sp. = 18,5 cm

fd = 0,3823

ϕ = 8,0 ore

Yie = 0,1056 W/m2K

U = 0,27 W/m2K

Ms = 66,20 kg/m2

Cip = 17,6 kJ/m2K

Cartongesso in lastre, sp. = 0,01 m

Isolante, sp. = 0,04 m

Pannello OSB,sp. = 0,02 m

Isolante, sp. = 0,06 m

Pannello in fibre di legno, sp. = 0,04 m

Intonaco calce e cemento, sp. = 0,015 m

R4

R I C E R C A59

Tab. XI - Temperature superficiali interne della parete sud registrata per tre diverse pareti rientranti nei limiti proposti: superficie vetrata pari a 1/8della superficie calpestabile e ventilazione diurna (Ancona, 18-24 giugno).

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06/18 00:10:00

06/18 12:10:00

06/19 00:10:00

06/19 12:10:00

06/20 00:10:00

06/20 12:10:00

06/21 00:10:00

06/21 12:10:00

06/22 00:10:00

06/22 12:10:00

06/23 00:10:00

06/23 12:10:00

06/24 00:10:00

06/24 12:10:00

R5 R6 R7

Tem

pera

tura

sup

erfic

iale

inte

rna

sud

[°C]

Tab. X - Temperature superficiali interne per le pareti R1, R2, R3, R4 dell’edificio scolastico (Ancona 18-24 giugno).

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06/18

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06/19

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06/19

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06/20

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06/20

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06/21

00:10:00

06/21

12:10:00

06/22

00:10:00

06/22

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06/23

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06/23

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06/24

00:10:00

06/24

12:10:00

R 1 R 2 R 3 R 4

Tem

pera

tura

sup

erfic

iale

inte

rna

sud

[°C]

Tab. XII - Coppie di valori Yie - Cip con analoghe risposte in termini di comfortabitativo in fase estiva.

Trasmittanza Capacità termica areicatermica periodica interna periodica

[W/m2K] [kJ/m2K]

Yie ≤ 0,04 Cip ≥ 50

0,04 < Yie ≤ 0,08 Cip ≥ 70

0,08 < Yie ≤ 0,12 Cip ≥ 90

termica areica interna periodica superiore a 90 kJ/m2K hannogarantito condizioni di comfort accettabili.In particolare, fissando il valore di trasmittanza termica periodicaYie, vengono considerati costanti gli apporti gratuiti delle superficiopache, i quali contribuiscono al surriscaldamento dell’ambienteinterno andandosi a sommare ai carichi interni.È evidente, pertanto, come una diminuzione del valore Yie (corri-spondente, ad esempio, ad un maggiore isolamento della pareteopaca) determini di conseguenza una diminuzione dei carichiinterni riducendo l’incidenza della capacità termica areica internaperiodica. In questo modo, si rendono accettabili per tale parame-tro valori più bassi rispetto al limite di 90 kJ/m2K indicato prece-dentemente. A tale proposito, sono state effettuate simulazioni suun numero elevato di pareti al variare della trasmittanza termicaperiodica Yie.A titolo esemplificativo, si riportano i risultati ottenu-ti per 3 pareti caratterizzate da valori di trasmittanza termica perio-dica pari a 0,01-0,06-0,11 W/m2K (fig. 6).Dal confronto tra le temperature superficiali riscontrate a sud, peruna settimana estiva del mese di giugno (tab. XI), si nota come letre pareti esaminate, pur avendo diversi valori di Cip e Yie, si com-portino in modo analogo.

Proposta di limiti da assegnare alla Cip in relazione allaYie Dalle considerazioni effettuate, si è evidenziata la necessità diassegnare un limite di capacità termica areica interna periodica Cip

variabile in funzione del valore di trasmittanza termica periodica

Yie (≤ 0,12 W/m2K). I risultati ottenuti permettono di elaborareuna proposta che individua coppie Yie - Cip a cui corrispondonoanaloghe risposte di comfort abitativo in fase estiva (tab. XII).

Considerazioni a margine sull’aspetto igrometricoL’aumento dello spessore dell’isolante sul lato esterno dell’involucronon contribuisce alla riduzione della tensione di vapore che avvie-ne soprattutto per la miscelazione dell’aria interna con l’aria esternadi infiltrazione.La massa interna, a tale riguardo,gioca un ruolo fon-damentale, oltre che sul comfort, anche sull’accumulo igroscopico.Se infatti l’isolante posto sul lato esterno è di tipo sintetico (curva diadsorbimento bassa), l’accumulo igroscopico è di fatto a carico dellaterizio: l’uso di un materiale non inerziale eliminerebbe taleopportunità favorendo il rischio di condensazione superficiale.

Conclusioni È stato effettuato uno studio sperimentale e para-metrico che ha permesso di dimostrare come, ai fini del comfortestivo e nelle stagioni intermedie, la soluzione che ottiene i risulta-ti migliori è sempre quella che presenta elevata inerzia termica sullato interno e caratterizzata da un elevato valore di capacità termi-ca areica periodica interna.Anche al variare della zona climatica, della destinazione d’uso, dellapercentuale vetrata e della presenza, o meno, di ventilazione not-turna, le soluzioni ad elevata inerzia interna presentano, in estate,temperature superficiali e operanti sempre inferiori rispetto allesoluzioni leggere, con differenze da 1 a 3°C.Da altri studi, già avviati in parallelo, sugli aspetti igrometrici, diprossima pubblicazione, risulta che le soluzioni ad elevata inerziatermica interna si comportano meglio anche in relazione al rischiodi condensa. È fondamentale pertanto che, nei prossimi/futuri svi-luppi normativi, si tenga conto dell’inerzia termica interna intro-ducendo anche la capacità termica areica interna periodica, con irelativi limiti quantitativi.Nel presente articolo è stata formulata una proposta in tal senso. ¶

I ringraziamenti vanno alla Provincia di Ancona che ha finanziato parte delle attività di ricerca.

Negli stessi anni in cui Mies, in Germania,portava avanti i progetti di case a patio, incui sperimentava le numerose possibilitàsulle idee di curtain wall e spazio continuo,e Le Corbusier terminava la costruzione diVille Savoy a Poissy, Ignazio Gardellaprogettava e realizzava il Dispensarioantitubercolare ad Alessandria. Un’operache, nella sua semplicità, offre alcuniimportanti spunti, frutto della personalitàdel progettista: un’idea di architetturacome fatto conoscitivo; il carattere che ilMovimento Moderno assume nella penisolaitaliana per opera di alcuni che nereinterpretano il razionalismo; un concettodi tradizione come aspetto fondativo delprogetto. Ad un primo impatto, il Dispensario apparecome un volume puro, caratterizzato dauna facciata che rende leggibile in sestessa tutto l’edificio. Questa si distinguedalle altre, più razionaliste, che laincorniciano; è arretrata rispetto al filo delsolaio e composta da elementi di diverso

colore e materialità che conferiscono alprospetto profondità diverse e vibrazioni: sipassa dall’opacità assoluta delcalcestruzzo armato e dell’intonaco allamassima trasparenza del vetro nellefinestre a nastro, alla semitrasparenza delgrigliato in mattoni e dei pannelli in vetro-cemento. Sulla facciata predomina un fortesenso di orizzontalità: la struttura verticaleè assente perché arretrata rispetto allaparete, proprio a sottolinearnel’indipendenza: usanza affatto consueta inquegli anni in cui l’architetturapreponderante era rappresentata dalmonumentalismo(1). Il piano terra èstaccato dal suolo, come a rilevare chel’edificio poggia solo su alcuni punti;dunque, ancora una volta, viene ribadita ladistinzione tra struttura portante edelementi portati. Queste scelte progettualisono riconducibili all’influenza che ilMovimento Moderno esercitava su Gardellae i suoi coetanei, provocando, da unaparte, un fascino irresistibile per nuove

possibilità e, dall’altra, una non completaadesione al “credo razionalista”. Così èavvenuto per l’utilizzo del moduloordinatore (25X35 cm) adottato daGardella per definire l’interasse tra i pilastri,la loro dimensione, l’ampiezza e laposizione delle finestre, l’altezza dellafacciata, le pareti in vetro-cemento,conferendo al prospetto un disegnoordinato e allo stesso tempo libero diaccomodare le esigenze funzionali, poismentito dai 2,5 cm di tolleranza necessariper la posa in opera dei serramenti(2).L’edificio è articolato su 3 piani: unseminterrato per i servizi tecnici, un pianoterra per le funzioni di accoglienza eambulatoriali, un livello superiore in cui sitrovano un piccolo reparto di degenza, gliuffici amministrativi e l’appartamento delcustode, entrambi con accessi separatidalle facciate laterali. Ad ogni piano sonopresenti due importanti spazi interni, la salad’attesa al piano terra e il solarium al primopiano, segnati in prospetto,

60 C I L 1 2 6

Gra

ndi

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Testo Luca Marzi e Nicoletta Setola

Ignazio Gardella

Dispensarioantitubercolaredi Alessandria,1933-38

ELAB. GRAFICHE Luca Marzi e Marco Bondioli

G R A N D I M A E S T R I61

Assonometria.

Nella pagina a fianco:vista laterale del Dispensario.

62 C I L 1 2 6

rispettivamente dalla fascia in vetro-cemento e dal grigliato in mattoni a giuntibianchi. La sala d’attesa è un grandeambiente unico, luminoso – da qui è natal’idea della parete vetrata –, per il qualeGardella non rispetta le linee ministeriali,che prevedevano due sale, una maschile el’altra femminile; aveva, infatti, notato comeil malato affrontasse meglio la diagnosi seaccompagnato (figli da madri e mogli damariti): le due sale avrebbero reso inquesto caso più difficoltoso l’accesso agliambulatori. “Quando ho fatto il Dispensario ho fatto il‘direttore tecnico’, il ‘direttore sanitario’,una ricerca sulla tubercolosi, tutto percapire di che edificio si trattava”.Così, anche la scelta della parete grigliatain mattoni, divenuta poi elemento distintivodel progetto, risolve una necessitàfunzionale: nel terrazzo adibito alla terapiadel sole favorisce la circolazione dell’aria eripara dall’introspezione. Allo stesso tempoinstaura un rapporto con il luogo e ilpassato, poiché si tratta di un elementotipico dei fienili della pianura padana cheviene utilizzato “non per citare l’architetturarurale, ma per riprendere una consuetudinecostruttiva”, come dichiara lo stessoGardella. Rifarsi alla tradizione per Gardellasignifica attingere non solo al luogo in cuil’edificio nasce e alla sua storia, ma anchea tutta la propria storia famigliareattraverso cui ha capito che “l’architetturaha una storia lunga che va perseguita,come un fiume che scorre ma è sempre lostesso”(3). Così, nel processo progettualesi serve di tutto, compresa “l’architetturadelle colonne” – fattagli conoscere estudiare dal padre fin da quando erapiccolo –, che sfrutta per il loro principio diindipendenza rispetto al muro.“L’architettura è conoscenza della realtàche è fuori di noi e che è sempre inmutamento. Il nostro punto di vista haqualche speranza di essere condiviso solose appartiene a quella realtà, se è in gradodi rappresentarla cogliendone gli aspettiessenziali, che poi sono gli aspettiessenziali della nostra vita”(4).Questa opera significativa per la storiadell’architettura italiana ha avuto un iter

travagliato in quanto fu modificata subitodopo la sua costruzione in alcuni elementi,che al tempo provocarono scandalo: lascala d’ingresso fu spostata al centro delprospetto e la sala d’attesa fu divisa in due,secondo le direttive ministeriali. Negli anni’80 cadde in disuso e versò in stato didegrado fino a tutti gli anni ’90.Successivamente, grazie ad un restauro acui partecipò lo stesso Gardella, è statariportata al suo stato originario. Oggifunziona come poliambulatorio, rispettandocosì la sua originaria valenza funzionale,oltre che formale. ¶

Vista laterale.

Vista del fronte principale.

Vista della sala al primo piano.

Vista del fronte secondario.

La schermatura in laterizio sul tetto-terrazza.

Note1. Gardella parla spesso nelle sue interviste dellalotta e della fatica costategli in quegli anni, ed inparticolare per il progetto del Dispensario, perfare accettare ad una mentalità, che ancoraragionava a muri e colonne, il principio dellastruttura indipendente dalle pareti perimetrali. InMonestiroli A., L’architettura secondo Gardella,Laterza, Bari, seconda edizione 1998, p. 11.2. Ibidem.Il modulo “è una regola solo concettuale, che hala sua ragion d’essere per una verifica deirapporti tra le varie parti e per laprefabbricazione. Il Dispensario però non silegge come un edificio costruito sul modulo”,p. 30. E ancora:“Ho sempre creduto chenell’architettura ci fosse qualcosa in più,qualcosa di inafferrabile razionalmente. Irazionalisti pensavano che la ragione degli edificicoincidesse con la loro funzione. Invece secerchiamo la verità delle cose dobbiamo andareal di là della loro funzione, dobbiamo andareoltre. Forse si può dire che la verità delle cosecorrisponde alla loro natura.[...] questo è stato ilmio modo di lavorare, che mi ha allontanato dalrazionalismo ortodosso e forse mi ha impeditodi raggiungere uno ‘stile’. [...] Prevale la natura diquello che sto progettando”, pp. 155-156.3. Ibidem, pp. 31-35.4. Ibidem, p. 159.

Bibliografia e sitografia• Monestiroli A., L’architettura secondo Gardella,Laterza, Bari, 1997• Di Franco A., Roca M., Ignazio Gardella. Di-spensario antitubercolare, Alinea Editrice, Fi-renze, 2005 • Porta M. (a cura di), L’architettura di IgnazioGardella, Etas Libri, Milano, 1985• Diotallevi I., Marescotti F., Dispensario antitu-bercolare di Alessandria. Raccolta di particolaricostruttivi e di architettura, in Casabella-Costru-zioni, n. 179, 1942• Cesare De Seta, Architetti italiani del Novecento,Edizione Laterza, 1987

Elenco delle opere più significative • Case alle zattere, Venezia (1954-1957)• Case Borsalino, Alessandria (1948-1952)• Dispensario antitubercolare, Alessandria(1936-1938)• Ospedale infantile “Casare Anigo”, Alessan-dria (1938-1940)• Terme “Regina Isabella”, Ischia (1950-1951)• Alloggi INA case, Cesate (MI) (1952-1953)• Padiglione d’Arte contemporanea, Milano• Ospedale e centro ricreativo, Ivrea (1953-1959)• Complesso di Punta S. Martino, Arenzano(GR) (1963-1964)• Ricostruzione del teatro “Carlo Felice”, Ge-nova (1981-1990)• Sede Facoltà di Architettura, Genova (1985-1990)• Complesso residenziale al porto, Punta Ala(GR) (1962-1965)

G R A N D I M A E S T R I63

Particolare Legenda:1. frangisole in mattoni2. tetto-terrazza

3. solaio in laterizio4. infisso in ferro5. parete in “vetro-cemento”6. davanzale in cls

1

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Pianta del primo e secondo piano.

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Alessandra Zanelli

Nella casa H8, l’articolato rivestimento in doghe di legno e in listelli di clinker stabilisceuna relazione tra la precisa geometria dell’edificio e la naturalità della vegetazione circostante

a casa H8 occupa un lotto periferico di Józefów,unapiccola cittadina a sud dell'area metropolitana di Var-savia, immersa in un ambiente naturale di grande fa-

scino, caratterizzato dalla presenza di una rigogliosa vegeta-zione ad alto fusto. Józefów si trova, infatti, nella pittorescaconflenza dei fiumi Vastola e Swider ed è sede di una riservapaesaggistica e di tre riserve naturali. La casa è stata costruitanel 2006 sulla base di un progetto sviluppato a partire dal 2004da Dariusz Herman e Piotr Smierzewski, titolari dello studiodi architettura HS99, con la collaborazione di Rafal Sobieraje Wojciech Subalski. Il peculiare contesto ha suggerito ai pro-gettisti una soluzione nella quale la relazione con la natura nonè banalmente ricercata a livello formale, ma piuttosto attra-verso una complessa compenetrazione tra gli spazi internidella casa e l’ambiente aperto circostante e mediante una at-tenta e articolata selezione dei materiali da costruzione,in par-ticolare di quelli utilizzati per il rivestimento esterno.La conformazione volumetrica della casa e l’organizzazionedistributiva degli ambienti si basano sull’individuazione di duedifferenti zone (una pubblica e l’altra privata),collegate tra loroda un piccolo atrio passante, al quale è possibile accedere tra-mite un ingresso principale,situato in corrispondenza del sog-giorno, e un ingresso posteriore, collocato in corrispondenzadella cucina e del garage, che mette in collegamento la casa conil giardino. Il volume destinato alle attività pubbliche è dispo-sto lungo la strada:al piano terra esso ospita il soggiorno e unacucina, separati da un setto murario che sostiene a sbalzo lascala a una sola rampa che collega i due livelli della casa; alpiano superiore è stato realizzato uno studio,che si affaccia sulsoggiorno a doppia altezza e attraverso il quale è possibile ac-cedere a una grande terrazza esterna mediante due passerelle.Il volume destinato alle funzioni più riservate è invece a di-retto contatto con il giardino e il bosco: al piano terra essoospita un secondo studio, i servizi e il garage con due postimacchina; al primo piano trovano posto tre camere da letto,una delle quali dotata di bagno proprio e di un guardaroba.Due piccoli bagni, ad uso delle camere più piccole, occu-pano la zona del primo piano posta in corrispondenza del-l’atrio di ingresso.

Laterizio e legno

Un’analoga attenzione nei confronti del contesto ha determi-nato il posizionamento e il dimensionamento delle aperture ela realizzazione di aggetti e arretramenti dei volumi. A se-conda degli affacci, ampie finestre proiettano la vegetazionenegli spazi della casa, amplificando la compenetrazione tral’ambiente naturale e lo spazio domestico; oppure aperturecontenute e discrete proteggono l’intimità della casa, cali-brando la relazione tra il soggiorno, lo studio, la cucina e lospazio pubblico della strada. Il rapporto con la strada e con ilbosco, su cui si affaccia il lotto di progetto, ha evidentementeispirato la distribuzione degli spazi interni e la dislocazione deipieni e dei vuoti dei volumi. Ma occorre anche sottolinearecome, mediante l’impiego di due differenti tipi di chiusuraesterna, si sia perseguito il tentativo di stabilire una relazionetra le astratte geometrie dei volumi,cifra caratteristica di moltiprogetti dello studio HS99,e le libere forme del paesaggio bo-schivo. Le pareti che delimitano spazi interni riscaldati sonoinfatti realizzate con un sistema stratificato costituito da unostrato resistente di muratura in blocchi di 24 cm di spessore,rifinito internamente con un intonaco di gesso, da uno stratoisolante di 12 cm e da un rivestimento esterno di listelli diclinker. Il volume del garage è invece tamponato con un si-stema leggero, rivestito con listelli di legno disposti orizzon-talmente, che comprende anche le porte basculanti. Questostesso sistema è stato impiegato anche per rivestire le chiusureverticali che delimitano il soggiorno a doppia altezza e l’e-stradosso inferiore dei volumi in aggetto della terrazza e dellazona notte sopra il garage.Si tratta di una contaminazione ma-terica che non intacca la purezza geometrica con cui è statoconcepito l’edificio, ma che costituisce, piuttosto, l’occasioneattraverso la quale rafforzare il dialogo tra l’architettura e il suocontesto:se la durezza e la compattezza delle superfici rivestitecon clinker, accentuata dall’allineamento degli infissi in legnocon il filo esterno della facciata, sembra proporre una chiusurarispetto all’ambiente circostante, la naturalità e la leggerezzadei tamponamenti con rivestimento in listelli di legno e delleestese superfici vetrate creano un’apertura dell’interno dellacasa verso l’esterno, un rapporto privilegiato tra lo spazio do-mestico e i boschi dell’intorno. ¶

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Piante del piano terra (a sinistra) e del primo piano(a destra) e prospetti del modello.

Dariusz Herman e Piotr Smierzewski, Casa H8, Józefów, Varsavia, 2006

1 Dettaglio

Sezione verticale in corrispondenza dell’in-gresso principale (al piano terra) e della fine-stra del bagno (al primo piano).

Descrizione

Il volume della casa affacciato sulla strada ècaratterizzato da un rivestimento in listelli diclinker che si sviluppa senza soluzione dicontinuità dall’attacco a terra fino al corona-mento dell’edificio. La continuità del rivesti-mento è rafforzata dall’allineamento degliinfissi di legno al filo esterno della facciata.

Legenda:

1. trave in cemento armato2. solaio in legno 3. isolamento termico4. rivestimento in listelli di clinker5. serramento in legno

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Dariusz Herman e Piotr Smierzewski, Casa H8, Józefów, Varsavia, 2006

Dettaglio

Prospetto del retro dell’edificio con l’entrataal garage (sulla sinistra) e l’ingresso poste-riore (sulla destra). In basso, sezione oriz-zontale in corrispondenza della finestra delbagno del primo piano.

Descrizione

Il garage al piano terra è tamponato con unachiusura in listelli di legno disposti orizzon-talmente e prende luce da una finestra anastro che si frappone tra il rivestimentoligneo e il rivestimento in listelli di clinker delpiano superiore.

Legenda:

1. muratura in blocchi 2. isolamento termico3. rivestimento in listelli di clinker4. serramento in legno

Vista e dettaglio del fronte verso strada.

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Dariusz Herman e Piotr Smierzewski, Casa H8, Józefów, Varsavia, 2006

Dettaglio

Sezione verticale in corrispondenza del gara-ge (al piano terra) e della camera da letto (alprimo piano).

Descrizione

Un tamponamento in listelli di legno, analogoa quello utilizzato per rivestire le pareti delgarage, è utilizzato per realizzare la portabasculante e l’intradosso degli aggetti dellaterrazza e del volume sopra il garage. Ilsolaio di copertura è costituito da una strut-tura in legno isolata inferiormente e supe-riormente.

Legenda:

1. struttura in cemento armato2. solaio con struttura in legno 3. rivestimento in listelli di clinker 4. isolamento termico5. muratura in blocchi 6. solaio in cemento armato7. rivestimento in listelli di legno8. serramento in legno9. porta basculante

Scorcio del volume con il garage e le camere da lettoe dettaglio dell’aggetto della terrazza.

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ba Marcello Balzani, Gabriele Tonelli,Nicola Marzot, Giuseppe Dosi Housing 3. Case unifamiliari. 40 esempi in formato digitaledi edifici isolati in 4 cd-romMaggioli, Sant’Arcangelo diRomagna (RN), 2006234 pp., € 65,00

Questo volume segue “Housing -Case a schiera 1” e “Housing - Edificiplurifamiliari 2”, un’iniziativa edito-riale, realizzata in collaborazionecon la Facoltà di Architettura diFerrara, corso di “Tecniche dellaRappresentazione dell’Architetturae di Rilievo”.Vuole affrontare il tema della for-mazione professionale del progetti-sta, il quale si confronta con l’inno-vazione di processi rappresentativi(informatici, digitali, multimediali)che stanno progressivamente tra-sformando l’attività dello studiotecnico, anche con l’imposizione dimolte normative nazionali.L’obiettivo è trovare le modalità peraffrontare con metodo il tema dellacomunicazione del progetto archi-tettonico e urbanistico; per testaredei “corsi multimediali”, finalizzatialla comprensione ed assimilazionedi criteri metodologici di base e aun’analisi morfotipologica; per im-parare a navigare in diverse “geo-grafie linguistiche”.Viene proposta un’esperienza di ri-disegno, con supporti digitali 2D e3D, che vuole rappresentare la po-tenziale struttura di una banca datidi modelli selezionati, acquisiti, cri-ticamente ridisegnati e ripensati,rappresentati e catalogati secondomedesimi criteri.I quattro cd rom allegati, il cui con-tenuto è visualizzato e catalogatonelle pagine finali, contengono 40progetti di case in formato CAD bi-dimensionale (di Souto De Moura,Campo Baeza, da Silva, Baretti,VanBerkel, Botta, Canali, Caravatti, Fa-rina, Ferrater, Godsell, Herzog e deMeuron, Longheu, Murcutt, Ban,Siza, Ando, Ito e Tscholl), 40 mo-delli tridimensionali in vari formati,26 proposte di siti web in formatoHTML, 200 rendering.Per ogni architettura, il confrontocon il ridisegno è una opportunitàdi comprendere alcune definizioni,regole e concetti che costituisconoi fondamenti della scelta tipologicadel modello residenziale unifami-liare isolato e di reinterpretarne ilprocesso progettuale.Ogni casa, mediante un passaggio

conoscitivo che sfrutta gli strumentidel disegno e della multimedialitàdigitale, si riveste così anche dinuove stimolazioni creative ed iro-niche, di smontaggi e rimontaggiinattesi.La prima sezione del volume (chesegue la parte introduttiva redattada Balzani, direttore di “Paesaggiourbano” e docente a Ferrara) è unalettura critica, effettuata da ungruppo di collaboratori del Labora-torio di progettazione architetto-nica: Nicola Marzot (responsabiledella didattica del Laboratorio), chesviluppa il concetto di casa isolataall’interno delle dinamiche dell'abi-tare contemporaneo; Andrea Pa-squato, che affronta l’analisi meto-dologica dei caratteri distributivi;Luca Cergna,che offre un breve ra-gionamento sul tema della casa uni-familiare come modello dello spa-zio abitabile.La sezione successiva entra nel me-rito della metodologia che è statasviluppata dal gruppo di rilievo erappresentazione: Gabriele Tonellitratta il tema dell'evoluzione dei co-dici rappresentativi 3D, nella com-puter grafica; Giuseppe Dosi inte-gra le finalizzazioni della modella-zione 3D per il BIM - BuildingInformation Modelling;Federico San-marchi delinea alcuni aspetti dellavisualizzazione (tra desideri foto-realistici e di simulazione critica);Roberto Meschini affronta le logi-che della comunicazione con sup-porti e strumenti multimediali peril progetto architettonico.

Housing 3: ridisegnare con metodo

Alberto Caruso (a cura di)Markus Wespi, Jerôme deMeuronLibrìa, Melfi, 200696 pp., € 14,00

Levità formalee materiale

Questo libriccino - poche pagine,piccolo formato,grafica semplice edelegante, immagini e disegni sele-zionati ed essenziali - fa parte dellaserie “about” sull’architettura con-temporanea, di autori europei chehanno cercato di esprimere raziona-lità e innovatività, con forme e ma-teriali riconoscibili nella tradizionecostruttiva. Le opere di Wespi e deMeuron sono illustrate in ordinecronologico e intitolate semplice-mente con il nome della localitàdove sono realizzate e con l’anno dicostruzione.La riproduzione dei di-segni e degli schizzi progettuali ènetta, essenziale, rappresentativa delsenso iconografico dell’idea edito-riale. Si tratta di piccole case, il piùdelle volte destinate alle vacanze.Caruso,che le commenta,è un pro-fessionista milanese,studioso dell’ar-chitettura ticinese, che,dopo “Rivi-sta tecnica” (1996-97), ora dirige“Archi”, organo della SIA Ticino.Dice che sono caratterizzate dasemplicità distributiva; si relazio-nano con il luogo, attraverso il dise-gno dei percorsi, dei muri, dei pianie delle sedute;creano una complessagerarchia tra spazi pubblici, comunie privati; propongono un modo diabitare razionale, colto e austero, di-verso dal rapporto con la natura e ilpaesaggio, tipico dei modelli dicomportamento di successo.Egli af-ferma che le idee dei due autori, laloro cultura tecnica, il loro talentoandrebbero sottoposti alle prove im-pegnative della dimensione ediliziamaggiore, cioè a progetti che deter-minano la quantità del nostro pae-saggio quotidiano.Effettivamente,laqualità di queste opere è frutto di unesperimento di forme lievi, mate-riali e idee costruttive,che ben si in-seriscono nell’ambiente ordinato etranquillo delle vallate elvetiche.

Maurizio OddoArchitettura contemporaneain SiciliaCorrao, Trapani, 2007 990 pp., € 38,00

Mediterraneitàcontemporanea

Si tratta di una ricognizione capil-lare all’interno della multiformerealtà dell’architettura siciliana degliultimi sessanta-settanta anni.Il curatore, docente e studioso al-l’Università di Catania, membrodell’AIA (Associazione italiana ar-chivi del moderno) e socio fonda-tore dell’OSA (Officina storici del-l’architettura),definisce il libro “unaguida all’architettura, un testo dianalisi, un compendio di storia,unariflessione critica”. Si tratta di unacatalogazione delle opere che limitale differenze tra minori e maggiori;tra quelle collocate o no nelle areeperiferiche, inquadradrandola nellacultura della contemporaneità, al dilà di uno stile o di una tecnica pre-costituita. Franco Purini, nella pre-sentazione, afferma che in Sicilia,insieme alla presenza dell’archeolo-gia,dell’architettura classica,a quellaimportante dell’architettura araba earabo normanna, si manifesta la ti-pica architettura mediterranea, chesi ancora con razionalità all’intornoe all’ambiente. Fa notare che i pro-gettisti siciliani, negli ultimi anni,hanno saputo mettere in relazionele loro opere con le tendenze e imovimenti che hanno segnato il di-battito nazionale e internazionale;ciò attraverso una “tessitura” di ri-mandi al minimalismo, al deco-struttivismo, agli stilismi spagnoli eportoghesi, al rigorismo tedesco.Nel libro compaiono soprattuttocase. I saggi sono di Fausto Spagna,Franco Porto, Cesare Ajroldi, UgoRosa, Franco Provenzano e del cu-ratore.Le 782 schede sono organiz-zate in ordine cronologico e non ri-portano alcun giudizio di valore.Gli apparati offrono una bibliogra-fia che comprende testi generali,manuali, monografie, saggi e arti-coli; oltre ad elenchi e indici.

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Andrea DesplazesConstruction architecture.Materials, processes,structures. A handbookBirkhauser (Basilea - Boston -Berlino), 2008 (edizione inglese) 560 pp., € 49,00

Alessandro Pierattini (a cura di)Sebastiano Serlio. Trattato diArchitettura, Libro IV, Regolegenerali Dedalo, Roma, 200668 pp., € 34,00

Definizioni e descrizioni per il progettocostruttivo

Questo poderoso volume, pro-mosso dall’ETH,Eidgenössische Tech-nische Hochschule Zürich, che ag-giorna e amplia la prima edizionedel 2005, è stato tradotto in sei lin-gue, per essere adottato in nume-rose facoltà universitarie. Integratutti gli aspetti tecnologici e rappre-sentativi della costruzione in unasorta di prontuario,utile alla conce-zione fino all’ultimo dettaglio delprogetto. L’impostazione grafica inbianco e nero, come quella dellastruttura editoriale, ordinata in se-zioni e paragrafi,è rigorosa per pre-cisione e chiarezza. La trattazioneviene distinta sempre per “con-cetti”, “processi” e “sistemi”, conl’obiettivo di promuovere una me-todologia per fasi,sia autonome checorrelate per il concepimento pro-gettuale. Pertanto, le parti introdut-tive, all’inizio del volume e primadei singoli capitoli, riassumono eschematizzano gli aspetti del pro-cesso ideativo, delle tipologie e deisistemi costruttivi. Danno così ra-gione,al lettore,della logica con cuivengono trattati i singoli argo-menti, evitando che la ricchezza diesemplificazioni, di riferimenti sto-rici,di disegni di dettaglio e illustra-zioni del realizzato, oscuri l’impor-tanza attribuita alla gerarchia delprocesso progettuale. I tre capitoli -“materiali e moduli”, “elementi”,“strutture” - determinano tale pro-cesso, partendo dalla presentazionedei singoli materiali grezzi, attra-verso la descrizione degli assem-blaggi e dei componenti dell’edifi-cio. Il primo, innanzi tutto, fa riferi-mento alle emozioni che la mura-tura,nelle sue diverse forme e com-posizioni materiche, è stata capacedi suscitare nel corso della storia;propone definizioni terminologi-che; cita convenzioni rappresenta-tive, dimensionali, di aggregazione,di esecuzione, secondo le regoledell’arte; spiega le differenze tipolo-giche e il concetto di prefabbrica-zione. Degli elementi laterizi, inparticolare,sono illustrate varie pos-sibili componibilità, giunzioni,rinforzi,ancoraggi,tessiture.Quindipassa all’analisi del cemento, del le-

Trattati di architettura ristampati

La casa editrice,nata in parallelo allastorica libreria, fondata nel 1944,propone una collana di trattati emanuali storici di architettura e in-gegneria, dal titolo “Vitruvio e i suoieredi”, attuata sfruttando le oppor-tunità apprezzabili offerte dallastampa tipografica in digitale di im-magini e testi scansiti in bianco enero dall’originale.La collana è conosciuta per la ri-stampa della versione italiana del1840 del “Trattato teorico e pratico del-l’arte di edificare”, di Jean BaptisteRondelet, e per quella del 1885 del“Trattato generale di costruzioni civili”,di Gustav Adolf Breyman. Inoltre,tra le edizioni più recenti,vanno ci-tate:“Istituzioni di architettura statica eidraulica - volume 1-2” (pagine 408 e488, tavole 67, € 60, due volumi,stampato per la prima volta nel1826),di Nicola Cavalieri San Ber-tolo (1788-1867), esponente dellacultura tecnico scientifica ed inge-gneristica dello Stato Pontificio: èun dettagliato manuale di architet-tura pratica,di cui questa è la ripro-duzione della seconda edizione,stampata a Mantova, dai FratelliNegretti, nel 1831; “L’architetturadi Marco Vitruvio Pollione, tradotta ecommentata dal Marchese BerardoGaliani”, stampato per la primavolta a Napoli nel 1758 (pagine272,25 tavole,€ 38):Marcus Vitru-vius Pollio (80/70 a.C. - 23 a.C.),architetto, ingegnere e scrittore,exufficiale sovrintendente alle mac-chine da guerra di Giulio Cesareed architetto-ingegnere di Augu-sto (aveva progettato la basilica diFano) è l'unico scrittore latino diarchitettura la cui opera sia giuntafino a noi.Scrisse il trattato “De ar-chitectura”, in 10 libri, dedicato adAugusto, riscoperto e tradotto nel1414 da Poggio Bracciolini; “Laregola dei cinque ordini - le due regoledella prospettiva pratica”del Vignola,1583, riedizione del 1828, propo-sta da Carlo Antonini, architetto eincisore camerale, dopo quella giàcurata insieme a Giovan BattistaSpampani nel 1770 (pagine 97, ta-vole 55, formato 21x29,7 cm,€ 34).In programma c’è la pubblicazione

gno, dell’acciaio, poi dei materialiisolanti, del vetro e della plastica. Ilsecondo capitolo comincia con iltema delle parti interrate della co-struzione, abitabili o semplice-mente fondative; poi delle facciate,del loro disegno, della loro essenzamaterica; a seguire le aperture, in-tese, nella storia e nella contempo-raneità, come “buchi”,“nastri oriz-zontali”,“aggiunte”,“pure superficitrasparenti”,“porte”; i solai, i pavi-menti e i soffitti; i tetti realizzati se-condo varie tipologie e stratifica-zioni protettive; le scale e gli eleva-tori. Il terzo – “strutture”– si dividenell’argomentazione delle formecostruttive e nell’enunciazione del-le prestazioni energetiche, illu-strando l’evoluzione del modo dicostruire nella storia e secondo letradizioni locali, schematizzandopoi i sistemi adottabili (a comparti-menti, a moduli, a telaio, a piastre ecolonne, a elementi prefabbricati).Infine, enuncia i principi della “so-stenibilità”, che hanno sollevato, fragli altri, i problemi della dispersionedel calore e della diffusione dell’u-midità, più o meno risolvibili conadatte scelte di isolamento. A se-guire, la sezione intitolata “que-stioni e requisiti della costruzione”affronta gli aspetti relativi alle pre-stazioni e alla qualità che la costru-zione deve offrire. Nel capitolo“componenti”, in particolare, si de-finiscono e catalogano le conven-zioni metodologiche e i simboli daadottare nei disegni di progetto,conriferimento allo “Swiss standard Sia400:2000”. Quindi si approfondi-scono varie soluzioni di plinti e difondazioni, di pareti, solai, aperturee coperture. L’appendice com-prende, sempre divisi per argo-mento, una bibliografia, l’elencodelle referenze iconografiche e unindice alfabetico dei termici tec-nici. L’autore è professore di archi-tettura e costruzione all’ETH diZurigo e progettista professionista,con studio a Chur.

del “De re aedificatoria libri decem”,1442-1452,di Leon Battista Albertie “Istruzioni elementari per indirizzode’ giovani allo studio dell’architetturacivile”, 2 volumi, 1760, di BernardoAntonio Vittone. Le presentazionidi ciascun trattato sono fatte gene-ralmente da giovani ricercatori uni-versitari,come Alessandro Pierattini(insegnante di materie tecniche nelLazio e cultore del restauro),DiegoMaestri, Giovanna Spadafora eFrancesca Romana Stabile (docentidi architettura a Roma).Nel saggio introduttivo di questolibro del Serlio, Pierattini afferma:“Il Trattato, rifiutando il tradizionaleapproccio assiomatico vitruviano e alber-tiano, tratteggia il tipo del moderno ma-nuale illustrato. Il tono asciutto e l’ap-proccio pragmatico lo consegnano ad unaplatea vasta ed eterogenea”.Il Libro IV,pubblicato a Venezia nel1537,espone le Regole Generali diarchitettura, ovvero la teoria degliordini architettonici.La casa editrice ha in catalogo an-che il “Trattato di architettura, LibroIII, Antiquità di Roma e le altre chesono in Italia e fuori de Italia”,del Ser-lio, pubblicato nel 1540 e ripropo-sto nell'edizione del 1544.Attraverso pianta, alzato, sezione edettagli prospettici, Serlio descrivel'architettura classica a partire dalPantheon, inserendo anche esempidi architettura egizia e edifici mo-derni di Bramante, Raffaello e Pe-ruzzi.

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INDICE 2008

News (a cura di Roberto Gamba), pp. I-IIClaudia Antonia Arcila, Rogelio Salmona. L’uomo el’architetto, pp. 2-3Claudio Varini, Rogelio Salmona, Il progetto etico,la natura ed il tempo, p. 4Claudio Varini, Rogelio Salmona, Complesso resi-denziale Torri del Parco, Bogotà, 1965-70, pp. 4-9Claudio Varini, Rogelio Salmona, Archivio Generaledella Nazione, Bogotà, 1988-90, pp. 10-15Claudio Varini, Rogelio Salmona, Centro comunaleNuova Santafé, Bogotà, 1994-96, pp. 16-21Claudio Varini, Rogelio Salmona, Casa in Rio Frìo,Tabio, Bogotà, 1997-2000, pp. 22-27Claudio Varini, Rogelio Salmona, Edificio Postgra-dos, Universidad Nacional de Colombia, Bogotà,

1998-2002, pp. 28-33Claudio Varini, Rogelio Salmona, Complesso resi-denziale Aguila-Alcatel, Madrid, 2003-2007,pp. 34-39Claudio Varini, Intervista a Rogelio Salmona,pp. 40-43Claudio Piferi, La sede del Monte dei Paschi diSiena a 35 anni dal restauro, pp. 44-49Claudio Varini, Rogelio Salmona, Due neologismi inlaterizio: jamba e dintèl, pp. 50-53Lucia Busa, Morfologia della facciata e protezioneacustica, pp. 54-61Adolfo F. L. Baratta, Luigi Venturi, Prestazioni ter-miche di pareti perimetrali in regime dinamico,pp. 62-67

Luca Marzi, Angiolo Mazzoni, Ricevitoria Postele-grafonica di Ostia Lido, Roma, 1933-34, pp. 68-71Alessandra Zanelli, Laterizio, luce, colore,pp. 72-75Prodotti (a cura di Pieranna Manara), pp. 76-77Recensioni (a cura di Roberto Gamba), pp. 78-79

News (a cura di Roberto Gamba), pp. I-IIProdotti (a cura di Davide Cattaneo), pp. III-IVPanorama (a cura di Davide Cattaneo), pp. V-VIIIIn primo piano (a cura di Igor Maglica), Álvaro SizaVieira, Complesso multifunzionale “Coração deOuro” a Gondomar (Portogallo), pp. IX-XIIFocus (a cura di Maria Chiara Torricelli), Alain Lusar-di, La riqualificazione energetica: nuova frontieraper tutti o sfida effimera?, pp. XIII-XVIMons. Giancarlo Santi, Materiali e immagine dellenuove chiese, pp. 2-3Roberto Gamba, Mario Botta, Chiesa del SantoVolto a Torino, pp. 4-9Igor Maglica, Paolo Zermani, Chiesa di San Giovan-ni Apostolo a Ponte d’Oddi (Perugia), pp. 10-15

Igor Maglica, Mauro Galantino, Chiesa di S. Ireneoa Cesano Boscone (Milano), pp. 16-21Roberto Gamba, Studio Selleri, Chiesa a Valleam-brosia di Rozzano (Milano), pp. 22-25Alberto Ferraresi, Marco Contini, Claudio Bernardi,Raffaele Ghillani, Chiesa e centro parrocchiale aVaredo (Milano), pp. 26-29Roberto Gamba, Giampaolo Lai, Gianfranco Sequi,Chiesa a Sarroch, Porto Columbu (Cagliari), pp. 30-33Roberto Gamba, Isolarchitetti, Chiesa parrocchialeSanta Famiglia, Palmi (Reggio Calabria), pp. 34-37Roberto Gamba, Isolarchitetti, Centro parrocchialedi Santa Maria in Zivido, San Giuliano Milanese (Mi),pp. 38-41Roberto Gamba, Intervista all’Arcivescovo Vittorio

Mondello e a Giuliana Quattrone, pp. 42-45Giovanni Fatta, Calogero Vinci, Laterizi maiolicati nellacostruzione delle cuspidi in area siciliana, pp. 46-51Claudio Piferi, Massimiliano Furini, Il restauro dellachiesa di San Leonardo Abate a Villadose (Rovigo),pp. 52-55Antonella Mamì, Le chiese basiliane della Siciliaorientale, pp. 56-61Adolfo F. L. Baratta, Stefano Cardinali, Piazza Cesiad Acquasparta (Terni), pp. 62-67Luca Marzi, Luigi Piccinato, SS. Annunziata, Sabau-dia, Roma, 1934-35, pp. 68-71Monica Lavagna, Laterizio e spazio sacro, pp. 72-75Recensioni (a cura di Roberto Gamba), pp. 76-77English Summary, p. 78

News (a cura di Roberto Gamba), pp. I-IIProdotti (a cura di Davide Cattaneo), pp. III-IVPanorama (a cura di Davide Cattaneo), pp. V-VIIIIn primo piano, Igor Maglica, Kazuyo Sejima &Associati, Complesso residenziale a Seijo, Tokyo,pp. IX-XIIFocus, Roberto Gamba, Innovazione nelle tecnolo-gie di involucro, pp. XIII-XVIRichard Ingersoll, I mattoni nella cultura americana,pp. 2-3Alberto Ferraresi, Tod Williams, Billie Tsien Archi-tects, Cranbrook natatorium a Bloomfield Hills,Michigan, pp. 4-9Davide Turrini, Tod Williams, Billie Tsien Architects,Skirkanich Hall, University of Pennsylvania, Phila-

delphia, pp. 10-15Veronica Dal Buono, Machado and Silvetti Associa-tes, Residenze universitarie Hallston University,Massachusetts, pp. 16-21Alberto Ferraresi, Roto Architects, Scuola d’Arte eArchitettura a Prairie View, A & M University,Texas, pp. 22-27Davide Turrini, Frank O. Gehry & Associates, Cen-tro di ricerca molecolare della University of Cincin-nati, pp. 28-35Veronica Dal Buono, Skidmore, Owings and Merrill,Koch Center for Science, Deerfield Academy, Mas-sachusetts, pp. 36-39Alberto Ferraresi, Intervista ad Antonino Saggio,pp. 40-43

Veronica Dal Buono, Paolo Rava, Centro d’Arte “LaCartiera” a Faenza, pp. 44-47Adolfo F. L.Baratta, Gramazio & Kohler, Informingarchitecture, pp. 48-51Tommaso Chiti, Laterizi e sicurezza: prevenire gliinfortuni, pp. 52-55Nicoletta Setola, Casa Malaparte: il cantiere, letecnologie, i materiali, pp. 56-61Luca Marzi, Raffaello Fagnoni, Comando dellaScuola di Aeronautica, Firenze, 1937-38,pp. 62-65Andrea Campioli, Laterizio e forme complesse,pp. 66-69Recensioni (a cura di Roberto Gamba), pp. 70-71English Summary, p. 72

News (a cura di Roberto Gamba), pp. I-IIProdotti (a cura di Davide Cattaneo), pp. III-IVPanorama (a cura di Davide Cattaneo), pp. V-VIIIIn primo piano, Igor Maglica, Foreign Office Archi-tects, Centro commerciale “Meydan” a Ümraniye,Istanbul, pp. IX-XIIFocus, Monica Lavagna, Dall’efficienza energeticaall’eco-efficienza, pp. XIII-XVIMaria Chiara Torricelli, Architettura e tecnologieappropriate per l’efficienza energetica, pp. 2-3Veronica Dal Buono, Peter Zumthor, KolumbaMuseum, Colonia (Germania), pp. 4-9Claudio Piferi, Thomas M. Rau, Il quartier generaledel WWF a Zeist (Olanda), pp. 10-15Alberto Ferraresi, Pica Ciamarra Associati, Bibliote-

ca Forteguerriana, Pistoia, pp. 16-21Caterina Gargari, Kirkland Fraser Moor, HeadlandsHouse, Inghilterra, pp. 22-27Elisabetta Palumbo, Lisa De Cristofaro, SeddigFehrmann Architekten, Centro universitario per l’e-dilizia ecologica a Kassel (Germania), pp. 28-31Adolfo F. L.Baratta, Alberto Steidl, Casa unifamilia-re ed ambulatorio a Morazzone (Varese), pp. 32-35Fabrizio Tucci, Fast time, slow architecture. Con-versazione con Thomas Herzog, pp. 36-39Alain Lusardi, Angelo Mingozzi, Il quartiere residen-ziale sostenibile di Villa Fastiggi (PS), pp. 40-45Adolfo F. L. Baratta, Claudio Piferi, Un nuovo cen-tro di accoglienza per anziani in Umbria, pp. 46-49Valentina Augenti, Pietro Stefanizzi, Considerazioni

su soluzioni di involucro opaco in regime termicodinamico, pp. 50-53Caterina Gargari, Soluzioni in laterizio in area medi-terranea, pp. 54-60Maria Chiara Torricelli, Elisabetta Palumbo, Soluzio-ni tecniche in laterizio per progettare nel ciclo divita, pp. 61-69Luca Marzi, Raffaello Fagnoni, Alloggio Ufficiali,Scuola di Aeronautica, Firenze, 1937-38,pp. 70-73Monica Lavagna, Laterizio ed efficienza energeti-ca, pp. 74-77Recensioni (a cura di Roberto Gamba), pp. 78-79English Summary, p. 80

News (a cura di Roberto Gamba), pp. I-IIProdotti (a cura di Davide Cattaneo), pp. III-IVPanorama (a cura di Davide Cattaneo), pp. V-VIIIIn primo piano, Veronica Dal Buono, Marlies Roh-mer, Centro di degenza diurna per il trattamentodelle malattie mentali, Noordwijk (Olanda), pp. IX-XIIFocus, Roberto Bologna, Abitare la temporaneità,pp. XIII-XVIAlberto Caruso, Frammenti di città. Il territoriodelle case unifamiliari, pp. 2-3Carmen Murua, João Álvaro Rocha, Casa per il pit-tore Fernando Brito a Santarém (Portogallo),pp. 4-9Igor Maglica, Massimo Curzi, Casa del farmacistaa Borghetto di Borbera (Alessandria), pp. 10-15

Roberto Gamba, Markus Wespi & Jérome de Meu-ron, Casa a Morcote, Canton Ticino, Svizzera,pp. 16-21Igor Maglica, Conix Architects, Casa unifamiliareTE a Rotterdam, Olanda, pp. 22-25Roberto Gamba, Cino Zucchi, Casa unifamiliare aEnschede, Olanda, pp. 26-29Adolfo F. L. Baratta, Xinyan Liu, Atelier Zhanglei,Brick Wang House, a Fengshan (Cina), pp. 30-33Igor Maglica, Environa Studio, The Clay House,Australia, pp. 34-39Veronica Dal Buono, Intervista a Lorena Luccioni,pp. 40-43Veronica Dal Buono, Carlo Scarpa, Aldo Businaro,Villa Palazzetto a Monselice, Padova, pp. 44-47

Marco D’Orazio, Il comportamento delle copertureventilate in fase invernale, pp. 48-51Costanzo Di Perna, Francesca Stazi, Andrea UrsiniCasalena, Alessandro Stazi, Massa e comfort:necessità di una adeguata capacità termica areicainterna periodica, pp. 52-59Luca Marzi, Ignazio Gardella, Dispensario antitu-bercolare di Alessandria, Firenze, 1933-38,pp. 60-63Alessandra Zanelli, Laterizio e legno, pp. 64-67Recensioni (a cura di Roberto Gamba), pp. 68-69English Summary, p. 70

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News (a cura di Roberto Gamba), pp. I-IILuigi Alini, Il materiale come strategia delcostruire, pp. 2-3Veronica Dal Buono, Architectenbureau MarliesRohmer, Abitazioni per giovani residenti, Zooter-meer, Olanda, pp. 4-9Alberto Ferraresi, Monk Architecten, Sala per lamusica EFS, Wijk en Aalburg, Olanda, pp. 10-15Davide Turrini, BNR Architectes, 34 alloggi a Tour-coing, Francia, pp. 16-21Davide Turrini, Vincent Van Dujsen, Casa VVD aDendermonde, Belgio, pp. 22-25Veronica Dal Buono, 51N4E Architecten & Archi-tektenkooperatief, Riconversione della birreriaLamot, Mechelen, Belgio, pp. 26-31

Veronica Dal Buono, Paul Vandenbussche, EdithWouters, Tom Wuyts, Liesbeth Pelkmans, 11 resi-denze sociali in Merksplas, Belgio, pp. 32-35Davide Turrini, Architettura olandese contempora-nea: colloquio con Michele Costanzo, pp. 36-39Jacopo Gaspari, Le molte facce del mattone:espressività fiamminga tra innovazione etradizione, pp. 40-43Claudio Piferi, Renzo Piano Building Workshop, Ilquartier generale della “EMI Music France” aParigi, pp. 44-49Francesca Stazi, Andrea Mengarelli, Costanzo DiPerna, Alessandro Stazi, La casa del comfortsostenibile, pp. 50-57Maria Luisa Beconcini, Pietro Croce, Daniele Pelle-

grini, Tamponamenti in blocchi di laterizio rettificatie a giunti sottili, pp. 58-65Irene Sagripanti, Frank Lloyd Wright, JacobsHouse, Madison, Wisconsin, U.S.A., 1937,pp. 66-69Andrea Campioli, Forme, funzioni e tecniche ibride,pp. 70-73Prodotti (a cura di Pieranna Manara), pp. 74-75Recensioni (a cura di Roberto Gamba), pp. 76-77

I N D I C E D E L L A N N O71 ’

ARTICOLI PER ARGOMENTONEWS

(a cura di Roberto Gamba) n. 121, n. 122,n. 123, n. 124; n. 125; n. 126, pp. I-II

PRODOTTI

(a cura di Davide Cattaneo) n. 123,n. 124, n. 125, n. 126, pp. III-IV

PANORAMA

(a cura di Davide Cattaneo) n. 123,n. 124, n. 125, n. 126, pp. V-VIII

IN PRIMO PIANO

Igor Maglica, Álvaro Siza Vieira, Com-plesso multifunzionale “Coração de Ouro”a Gondomar (Portogallo), n. 123, pp. IX-XIIIgor Maglica, Kazuyo Sejima & Associati,Complesso residenziale a Seijo, Tokyo,n. 124, pp. IX-XIIIgor Maglica, Foreign Office Architects,Centro commerciale “Meydan” a Ümra-niye, Istanbul, n. 125, pp. IX-XIIVeronica Dal Buono, Marlies Rohmer,Centro di degenza diurna per il trattamen-to delle malattie mentali, Noordwijk (Olan-da), n. 126, pp. IX-XII

FOCUS

Alain Lusardi, La riqualificazione energe-tica: nuova frontiera per tutti o sfida effi-mera?, n. 123, pp. XIII-XVIRoberto Gamba, Innovazione nelle tecno-logie di involucro, n. 124, pp. XIII-XVIMonica Lavagna, Dall’efficienza energeti-ca all’eco-efficienza, n. 125,pp. XIII-XVIRoberto Bologna, Abitare la tempora-neità, n. 126, pp. XIII-XVI

EDITORIALE

Luigi Alini, Il materiale come strategia delcostruire, n. 121, pp. 2-3Claudia Antonia Arcila, Rogelio Salmo-na. L’uomo e l’architetto, n. 122, pp. 2-3Mons. Giancarlo Santi, Materiali e imma-gine delle nuove chiese, n. 123, pp. 2-3Richard Ingersoll, I mattoni nella culturaamericana, n. 124, pp. 2-3Maria Chiara Torricelli, Architettura etecnologie appropriate per l’efficienzaenergetica, n. 125, pp. 2-3Alberto Caruso, Frammenti di città. Il ter-ritorio delle case unifamiliari, n. 126,pp. 2-3

PROGETTI

Veronica Dal Buono, ArchitectenbureauMarlies Rohmer, Abitazioni per giovani re-sidenti, Zootermeer, Olanda, n. 121,pp. 4-9Alberto Ferraresi, Monk Architecten,Sala per la musica EFS, Wijk en Aalburg,Olanda, n. 121, pp. 10-15Davide Turrini, BNR Architectes, 34alloggi a Tourcoing, Francia, n. 121,pp. 16-21Davide Turrini, Vincent Van Dujsen, CasaVVD a Dendermonde, Belgio, n. 121,pp. 22-25Veronica Dal Buono, 51N4E Architecten& Architektenkooperatief, Riconversionedella birreria Lamot, Mechelen, Belgio,n. 121, pp. 26-31Veronica Dal Buono, Paul Vandenbus-sche, Edith Wouters, Tom Wuyts, LiesbethPelkmans, 11 residenze sociali in Merk-splas, Belgio, n. 121, pp. 32-35

Claudio Varini, Rogelio Salmona, Il pro-getto etico, la natura ed il tempo,n. 122, p. 4Claudio Varini, Rogelio Salmona, Com-plesso residenziale Torri del Parco,Bogotà, 1965-70, n. 122, pp. 4-9Claudio Varini, Rogelio Salmona, ArchivioGenerale della Nazione, Bogotà, 1988-90,n. 122, pp. 10-15Claudio Varini, Rogelio Salmona, Centrocomunale Nuova Santafé, Bogotà, 1994-96, n. 122, pp. 16-21Claudio Varini, Rogelio Salmona, Casa inRio Frìo, Tabio, Bogotà, 1997-2000,n. 122, pp. 22-27Claudio Varini, Rogelio Salmona, EdificioPostgrados, Universidad Nacional deColombia, Bogotà, 1998-2002,n. 122, pp. 28-33Claudio Varini, Rogelio Salmona, Com-plesso residenziale Aguila-Alcatel, Madrid,2003-2007, n. 122, pp. 34-39Roberto Gamba, Mario Botta, Chiesa delSanto Volto a Torino, n. 123, pp. 4-9Igor Maglica, Paolo Zermani, Chiesa diSan Giovanni Apostolo a Ponte d’Oddi(Perugia), n. 123, pp. 10-15Igor Maglica, Mauro Galantino, Chiesa diS. Ireneo a Cesano Boscone (Milano),n. 123, pp. 16-21Roberto Gamba, Studio Selleri, Chiesa aValleambrosia di Rozzano (Milano), n. 123,pp. 22-25Alberto Ferraresi, Marco Contini, Clau-dio Bernardi, Raffaele Ghillani, Chiesa ecentro parrocchiale a Varedo (Milano),n. 123, pp. 26-29Roberto Gamba, Giampaolo Lai, Gian-franco Sequi, Chiesa a Sarroch, PortoColumbu (Cagliari), n. 123, pp. 30-33Roberto Gamba, Isolarchitetti, Chiesaparrocchiale Santa Famiglia, Palmi (Reg-gio Calabria), n. 123, pp. 34-37Roberto Gamba, Isolarchitetti, Centroparrocchiale di Santa Maria in Zivido, SanGiuliano Milanese (Mi), n. 123, pp. 38-41Alberto Ferraresi, Tod Williams, BillieTsien Architects, Cranbrook natatorium aBloomfield Hills, Michigan, n. 124,pp. 4-9Davide Turrini, Tod Williams, Billie TsienArchitects, Skirkanich Hall, University ofPennsylvania, Philadelphia, n. 124,pp. 10-15Veronica Dal Buono, Machado and Sil-vetti Associates, Residenze universitarieHallston University, Massachusetts,n. 124, pp. 16-21Alberto Ferraresi, Roto Architects, Scuo-la d’Arte e Architettura a Prairie View, A &M University, Texas, n. 124, pp. 22-27Davide Turrini, Frank O. Gehry & Asso-ciates, Centro di ricerca molecolare dellaUniversity of Cincinnati, n. 124, pp. 28-35Veronica Dal Buono, Skidmore, Owingsand Merrill, Koch Center for Science,Deerfield Academy, Massachusetts,n. 124, pp. 36-39Veronica Dal Buono, Peter Zumthor,Kolumba Museum, Colonia (Germania),n. 125, pp. 4-9Claudio Piferi, Thomas M. Rau, Il quartiergenerale del WWF a Zeist (Olanda),n. 125, pp. 10-15Alberto Ferraresi, Pica Ciamarra Asso-ciati, Biblioteca Forteguerriana, Pistoia,n. 125, pp. 16-21Caterina Gargari, Kirkland Fraser Moor,Headlands House, Inghilterra, n. 125,pp. 22-27Elisabetta Palumbo, Lisa De Cristofa-ro, Seddig Fehrmann Architekten, Centrouniversitario per l’edilizia ecologica a Kas-sel (Germania), n. 125, pp. 28-31Adolfo F. L. Baratta, Alberto Steidl, Casaunifamiliare ed ambulatorio a Morazzone(Varese), n. 125, pp. 32-35Carmen Murua, João Álvaro Rocha,Casa per il pittore Fernando Brito a San-tarém (Portogallo), n. 126, pp. 4-9

Igor Maglica, Massimo Curzi, Casa delfarmacista a Borghetto di Borbera (Ales-sandria), n. 126, pp. 10-15Roberto Gamba, Markus Wespi & Jéro-me de Meuron, Casa a Morcote, CantonTicino, Svizzera, n. 126, pp. 16-21Igor Maglica, Conix Architects, Casa uni-familiare TE a Rotterdam, Olanda, n. 126,pp. 22-25Roberto Gamba, Cino Zucchi, Casa unifa-miliare a Enschede, Olanda, n. 126,pp. 26-29Adolfo F. L. Baratta, Xinyan Liu, AtelierZhanglei, Brick Wang House, a Fengshan(Cina), n. 126, pp. 30-33Igor Maglica, Environa Studio, The ClayHouse, Australia, n. 126, pp. 34-39

L’INTERVISTA

Davide Turrini, Architettura olandesecontemporanea: colloquio con MicheleCostanzo, n. 121, pp. 36-39Claudio Varini, Intervista a Rogelio Sal-mona, n. 122, pp. 40-43Roberto Gamba, Intervista all’Arcivesco-vo Vittorio Mondello e a GiulianaQuattrone, n. 123, pp. 42-45Alberto Ferraresi, Intervista ad AntoninoSaggio, n. 124, pp. 40-43Fabrizio Tucci, Fast time, slow architec-ture. Conversazione con Thomas Herzog,n. 125, pp. 36-39Veronica Dal Buono, Intervista a LorenaLuccioni, n. 126, pp. 40-43

ARTE DEL COSTRUIRE

Jacopo Gaspari, Le molte facce del mat-tone: espressività fiamminga tra innovazio-ne e tradizione, n. 121, pp. 40-43Claudio Piferi, La sede del Monte deiPaschi di Siena a 35 anni dal restauro,n. 122, pp. 44-49Giovanni Fatta, Calogero Vinci, Laterizimaiolicati nella costruzione delle cuspidi inarea siciliana, n. 123, pp. 46-51

TECNOLOGIA

Claudio Piferi, Renzo Piano BuildingWorkshop, Il quartier generale della “EMIMusic France” a Parigi, n. 121, pp. 44-49Claudio Varini, Rogelio Salmona, Dueneologismi in laterizio: jamba e dintèl,n. 122, pp. 50-53Lucia Busa, Morfologia della facciatae protezione acustica, n. 122,pp. 54-61Claudio Piferi, Massimiliano Furini, Ilrestauro della chiesa di San LeonardoAbate a Villadose (Rovigo), n. 123,pp. 52-55Antonella Mamì, Le chiese basiliane dellaSicilia orientale, n. 123, pp. 56-61Adolfo F. L. Baratta, Stefano Cardinali,Piazza Cesi ad Acquasparta (Terni),n. 123, pp. 62-67Veronica Dal Buono, Paolo Rava, Centrod’Arte “La Cartiera” a Faenza, n. 124,pp. 44-47Adolfo F.L. Baratta, Gramazio &Kohler, Informing architecture, n. 124,pp. 48-51Alain Lusardi, Angelo Mingozzi, Il quartie-re residenziale sostenibile di Villa Fastiggi(PS), n. 125, pp. 40-45Adolfo F. L.Baratta, Claudio Piferi, Unnuovo centro di accoglienza per anziani inUmbria, n. 125, pp. 46-49Valentina Augenti, Pietro Stefanizzi,Considerazioni su soluzioni di involucroopaco in regime termico dinamico,n. 125, pp. 50-53Veronica Dal Buono, Carlo Scarpa, AldoBusinaro, Villa Palazzetto a Monselice,Padova, n. 126, pp. 44-47

RICERCA

Francesca Stazi, Andrea Mengarelli,Costanzo Di Perna, Alessandro Stazi,La casa del comfort sostenibile, n. 121,pp. 50-57Maria Luisa Beconcini, Pietro Croce,Daniele Pellegrini, Tamponamenti inblocchi di laterizio rettificati e a giunti sot-tili, n. 121, pp. 58-65Adolfo F. L.Baratta, Luigi Venturi,Prestazioni termiche di pareti perimetraliin regime dinamico, n. 122,pp. 62-67Nicoletta Setola, Casa Malaparte: il can-tiere, le tecnologie, i materiali, n. 124,pp. 56-61Caterina Gargari, Soluzioni in laterizioin area mediterranea, n. 125,pp. 54-60Maria Chiara Torricelli, ElisabettaPalumbo, Soluzioni tecniche in laterizioper progettare nel ciclo di vita, n. 125,pp. 61-69Marco D’Orazio, Il comportamento dellecoperture ventilate in fase invernale,n. 126, pp. 48-51Costanzo Di Perna, Francesca Stazi,Andrea Ursini Casalena, AlessandroStazi, Massa e comfort: necessità di unaadeguata capacità termica areica internaperiodica, n. 126, pp. 52-59

NORMATIVA

Tommaso Chiti, Laterizi e sicurezza: pre-venire gli infortuni, n. 124, pp. 52-55

GRANDI MAESTRI

Irene Sagripanti, Frank Lloyd Wright,Jacobs House, Madison, Wisconsin,U.S.A., 1937, n. 121, pp. 66-69Luca Marzi, Angiolo Mazzoni, RicevitoriaPostelegrafonica di Ostia Lido, Roma,1933-34, n. 122, pp. 68-71Luca Marzi, Luigi Piccinato, SS. Annun-ziata, Sabaudia, Roma, 1934-35, n. 123,pp. 68-71Luca Marzi, Raffaello Fagnoni, Comandodella Scuola di Aeronautica, Firenze,1937-38, n. 124, pp. 62-65Luca Marzi, Raffaello Fagnoni, AlloggioUfficiali, Scuola di Aeronautica, Firenze,1937-38, n. 125, pp. 70-73Luca Marzi, Ignazio Gardella, Dispensa-rio antitubercolare di Alessandria, Firenze,1933-38, n. 126, pp. 60-63

DETTAGLI

Andrea Campioli, Forme, funzioni e tec-niche ibride, n. 121, pp. 70-73Alessandra Zanelli, Laterizio, luce, colo-re, n. 122, pp. 72-75Monica Lavagna, Laterizio e spaziosacro, n. 123, pp. 72-75Andrea Campioli, Laterizio e forme com-plesse, n. 124, pp. 66-69Monica Lavagna, Laterizio ed efficienzaenergetica, n. 125, pp. 74-77Alessandra Zanelli, Laterizio e legno,n. 126, pp. 64-67

NOTIZIARIO

(a cura di Pieranna Manara) n. 121,pp. 74-75; n. 122, pp. 76-77;

RECENSIONI

(a cura di Roberto Gamba) n. 121,pp. 76-77; n. 122, pp. 78-79;n. 123, pp. 76-77; n. 124, pp. 70-71;n. 125, pp. 78-79; 126, pp. 68-69

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pagine 2-3Urban fragments: the landof single-family dwellings.The single-family home isproducing the urbansprawl that is rapidly be-coming the most wide-spread form of construc-tion in the wealthiest partsof Italy, whereas in centralEurope this trend is coun-tered by an establishedpreference for buildinglow density cities.

pagine 4-9João Álvaro Rocha, Homefor the painter FernandoBrito in Santarém (Portu-gal). Pure forms, clean vol-umes and solid walls for ahome and studio where at-tention to detail is charac-terised by an elegant com-bination of materials ofdifferent colours andweaves.

pagine 10-15Massimo Curzi, Pharma-cist's home in Borghetto diBorbera (Alessandria). Thelayout and section of thehouse is characterised bythe succession of 10 sepa-rate volumes that fit to-gether (4 large ones facedwith brick and 6 smallerones covered with strips ofwood), the architect's boldresponse to the particularshape of the land.

pagine 16-21Markus Wespi & Jéromede Meuron. Home inMorcote, Canton Ticino,Switzerland. The home isa parallelepiped resting onsloping ground which re-lates to the landscape withthe utmost formal andiconographic simplicity.On the top level, a singlelarge “gallery” opens ontoa loggia over the lake.Brick fulfils its structuralfunctions as well as pro-viding the finish. Theblocks of the outer walls(65 cm thick) offer excel-lent thermal insulation.

pagine 22-25Conix Architects, TE sin-gle-family dwelling in Rot-terdam, the Netherlands.In typological terms theTE Home is set up in a“C” shape with threeparts embracing an “inti-mate” central patio. Thecomposition is enriched byan axis running in parallelto the longest side of thehome which terminates inthe volume of the garage.

pagine 26-29Cino Zucchi. Single-familydwelling in Enschede, the

Netherlands. The house ispart of a prestigious urbanreconstruction plan. It isset up to emphasise thedifferences between a “for-mal” dark brick front andan informal back facingonto a private garden. Thevariety of juxtaposed vol-umes set together and thecompositional assymetryand wide variety of differ-ent materials used are thearchitect’s hallmark.

pagine 30-33Atelier Zhanglei. BrickWang House, in Fengshan(China). Wang House is acombination of a tradi-tional Chinese home withmodern residential archi-tecture. On two levels, thebuilding overlooks a largelake but is closed off onthe side facing the city.

pagine 34-39Environa Studio, the ClayHouse. In Australia, in2004, during The Year ofthe Built Environment, the“Houses of the Future”initiative sought examplesof prefabricated homeswhich were “sustainable”and available at accessibleprices. The Clay Housewas found to be the bestin terms of concrete execu-tion, ample sustainabilityparameters and architec-tural quality.

pagine 40-43Lorena Luccioni, an archi-tect who lived, studied andworked in Florence until1991, now prefers to workin the Marches. Her boldchoice demonstrates herstrong character; after sev-enteen years working inarchitecture, she talksabout her experience andanswers our questionsabout contemporary living.

pagine 44-47Carlo Scarpa's plan for theseventeenth-century villain Monselice (originallybuilt in 1071), and partic-ularly the space outsidethe building, is the prod-uct of the architect's dia-logue with his friend andclient Aldo Businaro anddemonstrates the archi-tect's ability to experimentwith use of traditional ma-terials such as brick andstone in unusual combina-tions. The villa overlooksan open space which wasonce the farmyard wherethe products of the landwere gathered together; itis now a sculptural objectmade up of inclined planesof local handmade brick.

pagine 48-51Ventilation is important inwinter too, though there

Adolfo F. L. Baratta 2 nel2001 è dottore di ricercain Tecnologia dell’Archi-tettura; dal 2002-03 è do-cente a contratto di Tecno-logie dei Materiali e degliElementi Costruttivi; dal2005 è ricercatore a tempodeterminato presso la Fa-coltà di Architettura di Fi-renze.

Roberto Bologna archi-tetto, dottore di ricerca inTecnologia dell’Architet-tura, professore associatodi Tecnologia dell’Archi-tettura presso la Facoltàdi Architettura dell’Uni-versità degli Studi di Fi-renze, Direttore del Di-partimento di Tecnologiedell’Architettura e Design“P. Spadolini”.

Alberto Caruso (1945) hauno studio di architetturae urbanistica a Milano, as-sociato con ElisabettaMainardi. Ha pubblicatoprogetti su “Casabella”,“Domus”, “Zodiac”. Dal1998 dirige la rivista sviz-zera “Archi”. Nel 2008 hapubblicato La resistenzacritica del moderno, Tar-mac Publishing Mendrisio.

Davide Cattaneo laureatoin Architettura al Politec-nico di Milano nel 2003;dal 2005 è cultore dellaMateria di Storia dell’Ar-chitettura Contemporanea.Redattore della rivistaArea, collabora con le rivi-ste Materia, d’Architetturae con il portale Archinfo.

Veronica Dal Buono ar-chitetto, dottore di ricercain Tecnologia dell’Archi-tettura presso la Facoltà diFerrara; la sua attività diricerca si sviluppa intornoal rapporto tra l’uomo, imateriali dell’architettura,tra tradizione e innovazio-ne ed il progetto.

Costanzo Di Perna prof.ing. Dipartimento diEnergetica, UniversitàPolitecnica delle Marche,Ancona.

Marco D’Orazio professo-re associato di Architet-tura Tecnica presso la Fa-coltà di Ingegneria dellaUniversità Politecnicadelle Marche, Dip. DACS,Ancona. Svolge ricercasui sistemi costruttivi esulle loro prestazioni am-bientali.

Roberto Gamba laureatoin architettura nel 1977, èprogettista e pubblicista;presenta notizie, libri, ope-re e i risultati dei concorsidi architettura su varigiornali e riviste.

Igor Maglica laureato nel1986 presso la Facoltà diArchitettura del Politecni-co di Milano; dottore diricerca in Composizionearchitettonica (1997,IUAV di Venezia); dal2001 è redattore di “Co-struire in Laterizio” e ca-poredattore di “AL”.

Luca Marzi laureato inArchitettura; dal 2000svolge attività di ricercapresso il Dipartimento del-le Tecnologie dell’Architet-tura e Design “P. L. Spa-dolini”, dell’Università de-gli Studi di Firenze.

Carmen Murua si laurea eottiene il titolo di dottoredi ricerca in Composiciónarquitectonica (1999)presso l’ETSAM di Ma-drid. È stata per varianni corrispondente inItalia delle riviste “Arqui-tectura y Tecnologia” e“Arquitectura”.

Alessandro Stazi prof.ing. Dipartimento diArchitettura Costruzionie Strutture, UniversitàPolitecnica delle Marche,Ancona.

Francesca Stazi ing. Di-partimento di ArchitetturaCostruzioni e Strutture,Università Politecnica delleMarche, Ancona.

Andrea Ursini Casalenaing. Dipartimento di Ar-chitettura Costruzionie Strutture, UniversitàPolitecnica delle Marche,Ancona.

Alessandra Zanelli archi-tetto, è ricercatore in Tec-nologia dell’Architettura alPolitecnico di Milano, do-ve svolge attività di ricercapresso il Dipartimento diScienza e Tecnologie del-l’Ambiente Costruito.

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pagine 60-63In 1933 Ignazio Gardelladesigned a small, austerehospital building in Asti.Within its austere rational-ist floorplan, the buildingis clearly oriented towardmeeting its users’ needs, tothe extent that even today,eighty years after it wasbuilt, it is still used as ahospital.

pagine 64-67HS99. Dariusz Hermanand Piotr Smierzewski,Home H8, Józefów. Inhome H8, the complexcladding made of woodenslats and clinker stripsclearly establishes a rela-tionship between thebuilding's precise geome-try and the natural vegeta-tion around it.

a cura di Roberto GambaCIL126

Architettura contemporanea nelle MarcheL’estate scorsa è stata allestita, allaMole Vanvitelliana di Ancona, lamostra “Architettura contemporaneanelle Marche”, a cura di CristianaColli e Pippo Ciorra. Delle sue duesezioni, relative agli anni 1945-2000e 2000-2008, la prima scaturisce dauna ricerca sull’architettura diqualità, nel dopoguerra, che ilMinistero dei Beni Culturali(direzione PARC) sta svolgendo intutte le regioni d’Italia; nelle Marche,

NEWS

Si è conclusa la terza edizione delconcorso nazionale per tesi di laurea“L’Architettura bioecologica”,indetto da FantiniScianatico, incollaborazione con “C.A.Sa. –Costruire, abitare, sano”, una societàdi Pescara che si occupa di ricerca,progettazione e consulenza subioecologia, risparmio energetico esviluppo sostenibile del territorio. Al concorso hanno partecipato 58tesi, provenienti dalle diverseUniversità italiane, valutate da unagiuria composta da Massimo PicaCiamarra, Tiziano Bibbò, MicheleVenuti, Franco Marinelli, LuigiMirizzi, Giuseppe Gorgoglione,Pietro Stefanizzi, Carmela Palmieri.Per la sezione generale, sono statiassegnati due premi ex aequo a:Giacomo Cassinelli e Silvia Aresca(Facoltà di Architettura di Genova,relatore Adriano Magliocco), per latesi “Definizione di principi per larealizzazione di un insediamento eco-

sostenibile ed esemplificazioneprogettuale - Il progetto comepaesaggio - Il progetto dello spazioabitativo come risultato dialetticodelle condizioni ambientali”;N. Marco Santomauro, Lino DiCriscio, Francesca Pascuzzo, AntonioSollazzo (Facoltà di Architettura diPescara, relatore Giuseppe Barbieri),per un progetto per l’areadell’aeroporto di Pescara. Per lasezione laterizio, sono statiproclamati vincitori: Alessandro DeCastro (Facoltà di Architettura “ValleGiulia” di Roma, relatore RichardVincent Moore), per il progetto di unedificio ecosostenibile sul lungomaredi Fregene, Roma (nella foto); AliceBiasia (IUAV Venezia, relatori SergioLos, Benno Albrecht), per la tesi“Olbia, l’area industriale: daelemento autonomo a pezzo di città”.Sono inoltre state segnalate le tre tesidi Vittorino Belpoliti, AntonioPennacchio e Giorgia De Pasquale.

Premio FantiniScianatico

Approach Architecture si accinge acompletare il Centro di ArteContemporanea Iberia di Pechino.Si tratta di un progetto di recupero diun insediamento originale, situato nel798° distretto d’arte di Pechino(Beijing), composto da un gruppo diedifici industriali, il più grande deiquali è di circa mille metri quadrati edi 8÷11 metri di altezza. L’intenzioneè quella di convertire questi edifici,tra loro separati, in un sistemaintegrato per arte e spazi espositivi,

pur mantenendone quanto piùpossibile l’aspetto industriale. Lungol’allineamento stradale è stato creatoun muro di 50 metri, in modo dacostituire una unica permanentefacciata, a cui aderiscono i singoliedifici. La nuova struttura, tuttavia,non sostituisce completamente quelleoriginali, quanto piuttosto interagiscecon esse, riguardo alla forma e aiconcetti della tettonica. Le paretiinterne sono state preservate e alcunenuove funzioni inserite nella

Centro di Arte contemporanea a Pechino

l’indagine è stata curata daldipartimento PROCAM dellaFacoltà di Architettura di AscoliPiceno, con il gruppo di ricercacoordinato da Maria Luisa Neri ePippo Ciorra, che hanno censito edocumentato circa 70 edifici degni diattenzione (tra questi, il campusuniversitario di Urbino, di De Carlo,e quello liceale di Carlo Aymonino aPesaro; il teatro delle Muse diGuerri-Salmoni; la biblioteca di

“Il Sole 24 ORE” ha organizzato inottobre, alla Triennale di Milano, laprima edizione del ForumArchitettura, aggiornamento econfronto tra rappresentantiistituzionali e progettisti sul temadella casa in Italia e dell’housingsociale (nuove forme dell’abitare, lacasa plurifamiliare, l’efficienzaenergetica, le innovazioniresidenziali). Moderati da FulvioIrace, Marco Casamonti e DonatellaBollani, sono intervenuti GiovanniLeoni (rivista “d’Architettura”),Guido Bardelli (Fondazione Abitarela città), Sergio Urbani (FondazioneHousing Sociale), Vittorio Gregotti,Luciano Cecchi (Federcasa),Marcello Cruciani (Mercato PrivatoANCE), Raffaele Sirica (CNA),Fulvio Bianchi (Grandi ProgettiBiocalce - Kerakoll). Una tavolarotonda ha visto dibattere

sull’argomento Fabrizio Bianchetti(“Frames”), Gianfranco Di Cesare(“Costruire in Laterizio”), GiuseppeTurchini (“Il Sole 24 ORE Arketipo”).Numerosi sono stati i progetti e lerealizzazioni presentati, fra cui quelledi Michele Beccu (ABDR), Botticini ede Appollonia, Benedetto Camerana,Giorgio Macola (sotto è riprodottoun disegno per un intervento aVenezia), Carlo Terpolilli (Ipostudio),Cino Zucchi (nella foto: case alPortello, Milano), Francesco Dolce(itredì), Luisa Fontana, Luca Gonzo(Benini & Partners), AlessandroMarata (Arkit), Fabrizio Tucci,Ettore Zambelli (Aiace).

Forum Architettura de “Il Sole 24 ORE”

Carmassi a Senigallia; la sedeGuzzini di Cucinella a Recanati). Trai progetti presenti nella secondasezione, si possono citare alcunifabbricati industriali, come quello diCanali per Prada, alcune sediuniversitarie rinnovate o ri-costruitedi recente, complessi residenziali,interventi di restauro e riuso, fra cuiil complesso dell’ex chiesa delSuffragio e dell’ex Pescheria di

Pesaro, ora sede del Centro ArtiVisive, opera di Mariangela Giommi,Pierluigi Floris e Matteo Bartolucci(nella foto).La mostra, inoltre, ha dato spazio ailavori “eccellenti” di progettistimarchigiani, selezionati con lacuratela di Luca Molinari, dallarivista “Progetti”, che da oltre diecianni documenta l’architettura “diqualità” della regione.

pagine I-II

Dai desideri e dai bisogni di bambinee bambini è nato a Correggio, inprovincia di Reggio Emilia, ilquartiere Coriandoline realizzatodalla cooperativa di abitantiANDRIA. È il frutto di un processodi ricerca sviluppato, insieme ai 700bambini delle scuole materne diCorreggio e di Rio Saliceto, già dal

1995. Così, dopo quattro anni dilaboratori, è stato pubblicato ilManifesto delle Esigenze Abitativedei bambini, ricco di indicazioni“prestazionali”, riguardo aemozioni, idee, stati d’animo(caratteristiche che non sonoclassificabili dimensionalmenteattraverso normative tecniche).

CIL126

La Fondazione “Frate Sole” di Paviaha bandito la quarta edizione del Premiointernazionale di Architettura Sacra.È risultato vincitore, su indicazionedella giuria composta da Luigi Leoni,Marco Bosi, Giorgio Della Longa,Esteban Fernández Cobián, OrazioLa Rocca, Giuseppe Russo,Meinhard Von Gerkan, il progettodel “Nuovo monastero di NostraSignora” di Novy Dvur (RepubblicaCeca), opera di John Pawson (fotosopra). Il secondo premio ex aequo èstato assegnato al “Centroparrocchiale di San GiovanniApostolo” (Perugia) di PaoloZermani (già presentato sul n. 123 diCostruire in Laterizio, foto a fianco);alla “Cappella di San Benedetto” aKolbermoor (Germania) di PeterKunze e Stefanie Seeholzer; alla“Cappella della Fazenda Veneza” aValinhos, San Paolo (Brasile) diDecio Tozzi; al “Centro parrocchialecattolico del Sacro Cuore” a

Premio di architettura sacra “Frate Sole”

maestosità dello spazio. In questomodo, il complesso (4 mila m2

complessivi), con uffici, biblioteca,

auditorium, caffé, art shop e altriservizi, è adattabile per esposizionidi vario tipo.

Quartiere “Coriandoline” a Reggio Emilia

Völklingen (Germania) di LamottArchitekten BDA; al “Nuovomonastero cistercense” nell’isola diTautra (Norvegia) di JSA, Jensen &Skodvin Arkitektkontor. Tutti icinque continenti sono statirappresentati dalle opere in concorsoe non sono mancati i progetti dichiese per le confessioni protestanti eortodosse. Sono state menzionatealcune ulteriori opere di JoséFernando Consalves e Gábor Sajtos,dello Studio Tamassociati.

Il programma di riqualificazione delPorto del Granatello e della fasciacostiera napoletana di Portici, daPietrarsa fino a Ercolano, si accinge adessere realizzato. Obiettivo dichiaratoè superare la frammentazione dellacosta, proponendo un disegnounitario capace di valorizzare lepreesistenze storico-paesaggistiche. Perquesto, era stato bandito, nel 2006,un concorso internazionale dal quale èrisultato vincitore il progetto delgruppo composto da EdoardoGuazzoni, con Fabrizio Mirarchi,Valeria Pezza, Uberto Siola, FrancescoBocchino, Edzard Gunther FriedrichSchultz, Emma Buondonno, GiancarloBattista, Goffredo Di Rienzo,Salvatore Solaro, Renato Capozzi,Angelo Paolo Albano, AntonioCapone, Emmanuel Cecchi, FedericaVisconti. La loro proposta utilizza isalti di quota, tra binari e suolourbano, per coprire la ferrovia,facendo avanzare, ove possibile, tutti imuri di contenimento esistenti traPietrarsa e Granatello. Si ottiene, in talmodo, la ricostruzione dell’impronta

Riqualificazione del fronte mare di Porticidella gobba lavica, la riconnessionefunzionale col mare e quella figurativae architettonica con la costruzionestorica della villa d’Elboeuf. Sull’assedi questa, si colloca il bacino portuale,l’elemento, insieme al muro, piùvisibile del progetto, attestato a terrasulla nuova stazione/porta e verso ilmare su una diga foranea, quasiparallela alla costa. 530 posti barcagarantiscono fattibilità finanziariaall’operazione, mentre scale eascensori del parcheggio, ricavatosotto la copertura dell’area FSdismessa, scandiscono il suolo insiemeagli elementi di arredo. L’avanzamentooltre i binari del terrapieno, attuatocon interventi murari, realizzati conelementi tradizionali, mattoni dilaterizio e lastre di pietra locale, è unascelta strategica che consente lariconnessione e l’integrazione dellearchitetture di riferimento e deltessuto urbano col mare e ladefinizione di un fronte nel qualetrovano più giusta collocazione ilbastione di villa Menna e il kaffeehaus di villa Lauro Lancellotti.

I bambini hanno voluto la casatrasparente (così guardo fuori), duraall’esterno (sicura), tranquilla (nontrafficosa), giocosa (per giocareliberamente), morbida dentro(accogliente), decorata (dove mettotutte le cose più belle), intima (perpotermi ritirare), grande (che possaaccogliere gli amici e le idee),bambina (a misura di “cucciolo”),magica (per stupire). Oggi le case -10 unità e 10 appartamenti di circa100 m2 ciascuna - sono statecostruite secondo un progettocondiviso dai piccoli committenti,insieme a maestre, pedagogiste,architetti, paesaggisti, ingegneri,scrittori, musicisti, università e

all’artista scenografo EmanueleLuzzati. Il progetto, presentato indiversi convegni e pubblicato sugiornali e riviste, nel 2001 ha vintoil premio Guggenheim.

Nell’ottica di migliorare sempre più leprestazioni da offrire ai propri clienti,Industrie Cotto Possagno spa ha conse-guito l’importante traguardo di diven-tare partner del progetto CasaClima,sinonimo di edilizia ad alto risparmioenergetico e di un modo di abitaresano. Per ottenere questa prestigiosacertificazione, l’Ufficio Tecnico dellaDivisione Tetti Ventilati ha inviato ipropri tecnici a Bolzano per seguire ilcorso di formazione CasaClima, che hapermesso di assimilare i concetti relati-vi al risparmio energetico, alla fisicatecnica, alla risoluzione dei problemipiù frequenti nei cantieri ed essere cosìpreparati nel consigliare al meglio ipropri clienti. L’Agenzia CasaClima hainfatti l’obiettivo di coniugare compor-

Il desiderio e la necessità sempre mag-giore di energia pulita e gratuita hannoportato ad un sostanziale svilupponella richiesta di installazione di pan-nelli fotovoltaici e solari termici. Solar-fix è il sistema di fissaggio per l’instal-lazione di pannelli fotovoltaici e solaritermici. La soluzione consiste in un

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La copertura di un edificio contribui-sce in maniera determinante all’effi-cienza energetica e alla vivibilità degliambienti. Le coperture Pica – sistemiper l’edilizia e l’energia – rappresen-tano soluzioni moderne e pratiche cheaffondano le proprie radici nel pas-sato. L’offerta è estremamente ampia:

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pagine III-IVCIL126

Forme e colori si fondono al meglio percomunicare lo spirito essenziale di unedificio recentemente completato:Vardanega ha realizzato la copertura delsuggestivo complesso parrocchiale SantaMaria in Zivido di San GiulianoMilanese, progettato da Isolarchitetti. Unapproccio strutturale, accompagnato daun sapiente uso dei materiali, ha consen-tito di integrare armoniosamente il pre-stigioso edificio nel contesto. L’argilla,dalla classica colorazione, materiale natu-rale per eccellenza, ben si sposa con ilpaesaggio locale, grazie anche ad unmanto di copertura qualitativamentericercato ed esteticamente sobrio. In que-sto senso, decisivo è stato l’apporto dell’a-zienda trevigiana con il suo processo pro-duttivo che associa, alla semplicità dellamateria prima, ricerca e innovative lavo-

razioni, per dare origine a un coppo coneccellenti caratteristiche di resistenza,qualità ed ecologia. La copertura delcomplesso, che prevede una struttura avista per gli sporti e per i porticati ester-ni, è stata realizzata con il Bicoppo® rossocon dente (che dimostra così tutta la suavalidità estetica anche dal lato inferiore),sormontato dal Coppo tradizionale rosso.Bicoppo®, brevetto depositato, è uncoppo doppio in laterizio estruso, facil-mente riconoscibile per la forma partico-lare e le dimensioni. Molte sono le qua-lità che caratterizzano il prodotto e nerendono vantaggioso l’utilizzo: facilitàdella posa in opera, minore quantità dipezzi al metro quadrato, costi ridotti nellamessa in opera, stabilità degli elementi delmanto, ottima capacità di smaltimentodelle acque meteoriche. Sono due le ver-sioni disponibili di Bicoppo®. BicoppoPlus, particolarmente indicato nelleristrutturazioni, si posa solo di canale egarantisce il suo bloccaggio all’elementoprecedente per mezzo di denti in lateri-zio e il fissaggio dei coppi di coperta conganci a scomparsa. Bicoppo con dente,caratterizzato da speciali dispositivi diancoraggio per listello, pensato apposita-mente per la posa su pendenze impegna-tive: proprio la posa su listello è stata pri-vilegiata per il complesso parrocchiale diSan Giuliano Milanese. Frutto di un’ac-curata selezione di materiali, la scelta diBicoppo® ha contribuito alla buona riu-scita dell’opera. La struttura realizzatacompleta l’antico centro storico, un polodi incontro per la comunità che trovacome elemento unificante il sagrato,avvolto da uno splendido porticato, via diaccesso alla chiesa, ai servizi parrocchiali,al salone della comunità, all’oratorio e atutti gli altri locali del complesso.

Innovazione e gusto d’avanguardia

Fornace LateriziVardanega Isidoro srlvia Olivi, 7131054 Possagno (TV)tel. 0423 920011fax 0423 [email protected]

PANORAMA a cura di Davide CattaneoCIL126

PANORAMA pagine V-VICIL126

Il Cotto Pregiato Imprunetino è statorecentemente utilizzato per importan-ti realizzazioni, quali la sede centraledella Banca Popolare di Lodi, oraBanca Popolare Italiana, quella de IlSole 24 Ore di Milano e, infine, per ilGrips di Tokyo, centro internazionaledi studi politici commissionato aRichard Rogers.Sull’onda di questi prestigiosi inter-venti, è stato recentemente inauguratoil Nuovo Mercato di Ponte Milvio aRoma, progettato dall’Arch. France-sca Daffinà.La struttura, che comprende il merca-to, una galleria commerciale e par-cheggi interrati, è stata rivestita conpareti ventilate in “cotto” utilizzandole lastre TerraFlat (30 x 100 cm) diPalagio Engineering e gli elementi

frangisole Terra Tube (4 x 5 x 50 cm),per un totale di circa 3.000 m2 disuperficie.TerraFlat è una lastra liscia, a doppiaparete, estrusa a pezzo singolo, dota-ta di camera d’aria per aumentare ilfattore di coibenza; i bordi superiore einferiore sono dotati di una specialefresatura “kerf”, utilizzata per il fis-saggio della lastra alla sottostruttura.Gli elementi TerraTube invece, oltre afungere da frangisole, assolvonoanche una funzione estetica: montatimediante l’utilizzo di profilati metalli-ci, inseriti nel foro interno ottenutoper estrusione, sono studiati in modotale da realizzare combinazioni dichiaroscuri sulle facciate.La scelta del Cotto Imprunetino, rive-stimento naturale, oltre a garantire

un’elevato comfort internamente allastruttura e resistenza chimica, alloshock termico e al gelo-disgelo, rispec-chia la volontà dell’architetto di crea-re uno spazio a misura d’uomo, evo-cativo della socialità: la galleria com-merciale è stata infatti concepita comeun ambiente aperto alla luce solaredove soggiornare tra il verde, le ter-razze, i luoghi di ristoro, le librerie ela ludoteca, luoghi intesi come esten-sione della città nel senso più comple-to del termine.

Palagio Engineering srl via Provinciale Chiantigiana, 3650022 Greve in Chianti (FI)tel. 055 8590900fax 055 [email protected]

Pareti ventilate e frangisole

PANORAMA a cura di Davide CattaneoCIL126

È operativo il sodalizio tra S.Anselmo ePalagio Engineering per dar luogo a unorganismo edilizio evoluto dal punto divista progettuale, proiettato verso il futu-ro grazie a soluzioni hi-tech che consento-no un basso impatto ambientale: il com-plesso “Piazza Règia” di Busa di Vigonza(PD), a uso direzionale, commerciale eresidenziale, è il primo risultato tangibile.Collocato sul crocevia posto al bivio dellaSS11 via Regia con via Padova, il proget-to prevede la realizzazione di un edificioporticato “circolare”, al cui interno saràpresente una piazza a uso pubblico, colle-gata verso l’esterno tramite due gallerie,oltre all’apertura principale.La struttura è caratterizzata da una torrecompletamente in vetro destinata agliuffici direzionali. Materiali, colori eforme conferiranno all’intervento un

gusto contemporaneo che non dimenticaperò il problema dell’ecocompatibilità edell’impatto sul paesaggio. La strutturasarà parzialmente rivestita esternamenteda pareti ventilate in “cotto” di PalagioEngineering, in una tonalità che richiamai colori della terra: le lastre Terra ModusR di grande formato (30x120 cm) saran-no infatti di color tabacco sabbiato e con-notate da una scanalatura sulla superficieche ricorda l’effetto visivo di un rivesti-mento a listelli.Alla piacevolezza della facciata ventilata, siaggiunge l’intervento di S.Anselmo per lacopertura, che verrà effettuata con lo stes-so materiale naturale: il laterizio, con cuisono realizzate le tavelle, conferisce pre-stigio all’opera e rende accoglienti glispazi moderni dell’edificio. La ricercatatonalità “Londra Sabbia Fine” costituisceun ponte fra il gusto antico del prodottoe la contemporaneità del complesso, perun gradevole risultato estetico.L’edificio, grazie alle scelte dei progettisti,garantirà elevati standard in materia dirisparmio energetico. Le facciate ventila-te di Palagio Engineering permetterannodi isolare termicamente l’edificio ed otti-mizzare i consumi energetici. Gli impian-ti di riscaldamento e raffrescamentosaranno entrambi a pavimento, alimentatitramite pompe di calore geotermiche,con una conseguente riduzione dei costipari al 70% sulle relative bollette, rispettoa un impianto tradizionalmente concepi-to. L’energia elettrica necessaria per ilfunzionamento delle parti comuni saràprodotta tramite pannelli fotovoltaici,comportando notevoli risparmi relativa-mente alle spese condominiali.

S.Anselmo spa via Tolomei, 6135010 Loreggia (PD)tel. 049 9304711fax 049 [email protected]

Il “cotto” per il futuro dell’architettura

PANORAMA pagine VII-VIIICIL126

Un’adeguata commercializzazione euna corretta diffusione dei prodottirivestono un ruolo decisivo al paridella produzione nella definizione delmercato dei laterizi. Ne parliamo conil Dott. Franzini, Direttore Generaledi Latercom srl.

Siete responsabili del coordinamentoe della commercializzazione di 7 produttori diversi. Quali sono le dina-miche e le scelte che vi permettono dipredisporre strategie comuni rispet-tando nello stesso tempo caratteristi-che e identità di ogni singolo produt-tore?Latercom, commercializzando 7 diffe-renti marchi, ha in realtà un vantag-gio unico nel panorama italiano deilaterizi: quello di avere la più ampia

gamma di prodotto disponibile perprogettisti e imprese, ossia tramezze,muro comune, muro porizzato, murorettificato, solaio e tavellame. Le esi-genze dei vari produttori in realtà tro-vano in Latercom un comune deno-minatore, perché ogni socio ha diver-si prodotti, diverse qualità e opera indiverse realtà geografiche. L’obiettivocomune è quindi quello di fornire almercato la gamma migliore unita alservizio migliore.

Quali sono le prestazioni tecniche, levalenze estetiche e le caratteristiche economiche che condizionano mag-giormente la scelta di una particolaretipologia di laterizio da parte di pro-gettisti e imprese di costruzione?Oggi gli aspetti più importanti posso-no essere così riassunti:- rispetto della normativa in terminidi protezione termica e acustica,richiesto sia dai progettisti che daicommittenti;- facilità di posa e flessibilità costrut-tiva, esigenza espressa in particolaredagli impresari;- logistica, ovvero vicinanza dell’im-pianto di produzione, disponibilitàdel prodotto e capacità del fornitoredi consegnare le quantità richiestedirettamente in cantiere.

Si sente spesso dire che i produttori dilaterizio italiano si identificano conun mercato esclusivamente nazionale.È un’affermazione vera o i vostri pro-duttori si stanno muovendo ancheoltre confine? I laterizi sono prodotti pesanti da tra-sportare; quindi, la spedizione oltrecerte distanze non è più economica-

mente interessante. Questo è uno deimotivi per cui l’esportazione deinostri prodotti è limitata. Viceversacerte esperienze di produttori esteri el’arrivo di prodotti da altri Paesi, inparticolare dalla Germania, offre lospunto per sviluppare nuovi materialida immettere sul mercato italiano.

Laterizio, diffusione e mercato

Latercom srlvia Bindina, 8 26029 Soncino (CR) tel. 0374 837182fax 0374 837170 [email protected].

Posa in opera delle tramezze Poroton PlanDanesi.

Guido Franzini, Direttore Generale diLatercom.

De Zeester, “Stella di mare”, con il nome zoologico in linea con gli altri padi-glioni della Fondazione Willem van der Bergh, è il centro del nuovo impiantorealizzato per la degenza diurna e la cura delle malattie mentali pressoNoordwijk, nel sud dei Paesi Bassi. Un esempio di felice incontro tra esigenzeistituzionali del settore assistenziale, un committente ispirato ed entusiasta rap-presentato dal Direttore del Centro, un idoneo ed aperto masterplan firmatoClaus en Kaan e l’ispirato e non convenzionale design della progettista MarliesRohmer.

Immerso in un’ampia e verde area, che dispone in un impianto simile adun campus le strutture ospedaliere ed i servizi, l’edificio De Zeester è collocatoquasi ai margini del lotto, ove i complessi, più contenuti nelle dimension eautonomi, se ne stanno immersi nella macchia circostante guardando il tran-quillo paesaggio di dune ed il mare non distante all’orizzonte. Con la suaforte immagine esteriore, il Centro, senza dubbio, sorprende chi sopraggiun-ge, malato e non; ma ciò non è sufficiente a comprendere gli obiettivi essen-ziali dell’intervento.

Paramento esterno avvolgente in laterizio, materiale prescelto per il pro-prio immanente calore, la familiarità, la durevolezza, traforato dal pattern difinestre circolari in ceramica che conferisce al compatto volume un carattereinconfondibile: una superficie che ammicca al gioco alleggerendo il disagio,non solo dei degenti, per evolvere verso il modello educativo del continuoapprendimento, concept fondamentale della cura.

L’edifico stesso svolge una specifica funzione terapeutica: è farmaco di luci,sensazioni, colori, ritmi che il malato esperisce, spesso inconsciamente, in ogniistante della sua permanenza nella struttura. Il progetto, concepito con sensibi-lità da Marlies Rohmer, risulta dunque non solo armonico nelle forme, proget-tato ergonomicamente, ma soprattutto si pone l’obiettivo di aiutare l’assistitoa recuperare l’equilibrio attraverso un misurato rapporto con la natura, con levariazioni ambientali, quotidiane e stagionali, senza che il mondo al di fuoriirrompa con troppa energia nel calcolato programma delle attività che si svol-gono all’interno. Ecco quindi sviluppato il tema del portello circolare: i 250oblò captano luce ed aria ma proteggono dall’esterno “insidioso”; inquadranoframmenti di mondo consentendo di scrutarlo, esponendosi il meno possibile;aggiornano, attraverso la geometria metaforicamente marinara, il tema figura-tivo della “nave dei folli”, dimostrando quanto la ricerca clinica odierna siapositiva e priva di pregiudizi nell’atteggiamento verso la malattia mentale.

Le divertenti aperture in facciata si fanno puntuali, precisi e sempre diversipunti di vista dall’interno verso l’ambiente circostante, contrastando negliospiti la “cronicità” intesa come costante e immodificata perdita delle abilitàd’interazione sociale del malato.

La struttura, nel suo insieme, offre un ampio spettro di attività terapeuti-che ed educative volte a favorire le abilità espressive, creative e motorie deisingoli, la collaborazione tra i pazienti, la condivisione degli spazi, attività

ludiche di gruppo, nonché laboratori artigianali, rese possibili da una eteroge-neità di spazi. La configurazione funzionale dei due piani è fondata su unamaglia ortogonale di pilastri, dal passo di 7,2 metri, e divisori interni leggeripensati per eventuali future trasformazioni del complesso.

Planimetricamente su base quadrata, il cuore del progetto è costituito dallaspaziosa hall di ingresso aperta al pubblico esterno, che sale divenendo scala equindi cannocchiale aperto sul paesaggio in corrispondenza degli spazi per laristorazione del piano superiore. Intorno al corpo centrale, si svolgono, a portechiuse, le sale, le aule, i servizi, le quattro terrazze angolari a patio, ben protetteda un alto muro, sempre traforato dai portelli circolari, che consente il contattocon l’esterno anche ai pazienti che per gravi disabilità non possono lasciarel’Istituto.

Nessun lungo corridoio a fondo chiuso, ma un unico percorso, minimo esicuro, controllabile, distribuisce al sistema di spazi con semplicità e chiarezza,senza distrarre il paziente nel momento di transito, senza tuttavia negare ladiversità dell’esperienza grazie al trattamento materiale delle superfici, talorarivestite in tavelle lignee, talora alleggerite dal linguaggio dei colori.

MARLIES ROHMER

Centro di degenza diurnaper il trattamentodelle malattie mentali,Noordwijk (Olanda)

IN PRIMO PIANOCIL126

ProgettoArchitectenbureau Marlies Rohmer Gruppo di lavoroFloris Hund, Joost Mulders, Michiel van Pelt (coordinatore),René van Zoeren, Klaas Nienhuis, Rebecca Bolwerk Committente´s Heerenloo West Nederland, Willem van den Bergh, Noordwijk Masterplan Claus en Kaan architecten, Amsterdam StruttureAdams Bouwadviesbureau, Druten ConsulenzaCaelum Energiemanagement, Zevenaar Cronologia2003, progetto; 2007, realizzazione

Schizzo di studio degli elementi in facciata.Nella pagina a fianco: vista generale del complesso.

FotografieScagliola en BrakkeeTestoVeronica Dal Buono

Il pattern di oblò regolari infacciata si rapporta conl’ambiente circostante(foto: Luuk Kramer).

Vista di scorcio sullafacciata dell’edificio.La soluzione angolaresvuotata crea spazid’interazione tra internoed esterno ad usodei pazienti.

Rappresentazione grafica che illustra il volume nei suoi spazi interni.

5m. 10m. 15m.

Visione ravvicinata dellacomposizione volumetricadel complesso segnatodal trattamento regolaredelle superfici esterne.

Planimetrie del piano terrae del piano superiore delcomplesso (Studio MarliesRohmer).

La dimensione temporale nel progetto e nella costruzione delle opere di architettura è divenuta negli ultimi anni uno deitemi di maggiore interesse e dibattito culturale. Diversi sono i fenomeni che hanno contribuito a modificare lapercezione della funzione “tempo” in architettura, ma l’esito generale che ad essi si può attribuire è il passaggio da unadimensione statica, permanente, ad una dimensione dinamica, transitoria del costruire. All’architettura dell’essere si stasovrapponendo un’architettura del divenire: nella prima, legata tradizionalmente al concetto di durata, la dimensionetemporale è associata alla manutenibilità, ovverosia al ripristino delle condizioni prestazionali iniziali; nella seconda,prevale il concetto dell’evolutività e capacità di adattamento rispetto al trascorrere del tempo e al mutare dellecondizioni. Non si tratta di stabilire se l’architettura che ha nella permanenza il suo aspetto caratterizzante abbiacompiuto il proprio ciclo di esistenza: l’uomo ha la necessità di legare alla costruzione di un’opera architettonica valoristorici, culturali, simbolici che si possano trasmettere immutati nel tempo e che spesso sopravvivono a quelli materiali efunzionali; tuttavia, esistono oggi, più che in passato, le condizioni per le quali il ricorso all’architettura temporaneapuò risultare appropriato. Sarebbe quindi sensato pensare che le due forme possano convivere senza necessariamentecontrapporsi od elidersi a vicenda.

Tra i fenomeni che maggiormente hanno influenzato il rapporto tra spazio, tempo e architettura ci sono laglobalizzazione e la sostenibilità. La globalizzazione ha l’effetto di contrarre i tempi e dilatare gli spazi degliaccadimenti. Tutto è sottoposto a ritmi più veloci e a un costante divenire; nello stesso tempo, i confini spazialirisultano rarefatti e i luoghi indifferenziati. Le conseguenze sono la modificazione delle strutture sociali e demografiche,dei mercati e del lavoro, dell’economia e della finanza, solo per citarne alcune. L’istanza culturale della sostenibilità haspostato l’attenzione sulla necessità di contenere il consumo delle risorse materiali, introducendo i concetti di ciclo divita utile e di riciclo e riutilizzo nel susseguirsi dei processi di trasformazione. Questi fenomeni hanno comeconseguenza il manifestarsi di nuove esigenze in ordine all’abitare gli spazi contemporanei, dove il termine “abitare”deve intendersi nell’accezione più ampia, comprendendo anche modalità di uso dello spazio che vanno oltre le attivitàresidenziali vere e proprie.

Nel recente seminario nazionale dei dottorati di ricerca in Tecnologia dell’Architettura “Osdotta” (Torino 11-13settembre 2008), la comunità scientifica universitaria si è interrogata sull’innovazione nei processi di produzionedell’architettura, in particolare sulle nuove forme dell’abitare contemporaneo in cui la variabile “tempo” ha un ruolo diprimo piano. Da questo incontro sono emersi alcuni scenari evolutivi che si riportano all’attenzione. Tenuto conto deglieffetti delle tendenze in atto e ormai largamente diffuse, le nuove forme dell’abitare che i sistemi sociali esprimono sonoriconducibile ad alcune formule specifiche.

L’abitare temporaneo. La temporaneità dell’abitare risponde all’esigenza di fruire di uno spazio per una funzionelegata ad una necessità contingente e circoscritta nel tempo, cessata la quale lo spazio all’uopo realizzato non ha piùragione di esistere o deve essere riconvertito, trasformato ad altri usi. E’ il caso delle architetture espositive, delleinstallazioni temporanee (circensi, fieristiche, ecc.), degli edifici cosiddetti “volano” destinati a sostituiretemporaneamente la sede definitiva di uffici o abitazioni (oggi, soprattutto in attesa della ristrutturazione di intericomparti edilizi), delle case destinate a categorie sociali o lavorative “instabili” o “nomadiche” (immigrati, pendolari,ecc.), delle case per vacanze concepite anche in risposta a forme di turismo sostenibile. E’ il caso, notevole e –purtroppo - sempre più ricorrente, delle abitazioni per l’emergenza conseguente al verificarsi di eventi disastrosi naturali(terremoti, maremoti, uragani, alluvioni) od antropici (contaminazioni, guerre, sommosse).

L’abitare transitorio. Con lievi differenze ma sostanziali rispetto al caso precedente, l’abitare transitorio èriconducibile alle esigenze molteplici e diversificate di fruire di uno spazio abitativo in un tempo contingentato,discontinuo o episodico in cui generalmente gli utenti si avvicendano in tempi più o meno rapidi. Le strutture di tipo“alberghiero-ricettivo” sono assimilabili a questa modalità abitativa, ma anche alcune innovative tipologie di ufficio, incui non esiste la titolarità della postazione di lavoro che invece è gestita da un servizio di prenotazione. Nelle formetransitorie dell’abitare si può anche annoverare quell’architettura mobile o trasportabile che nella temporaneità dellasua localizzazione ha la sua connotazione prevalente.

L’abitare ibrido. L’abitare ibrido denota l’esigenza di più soggetti, anche non appartenenti allo stesso nucleofamiliare, di convivere all’interno di uno stesso gruppo caratterizzato da forti dinamiche di cambiamento in tempi anchemolto ridotti. La società multietnica e le nuove strutture familiari (allargate, condivise) sono le generatrici di questenuove forme di abitare.

L’abitare connesso. Con il termine connesso si identifica una forma abitativa caratterizzata da una elevataintegrazione con le nuove tecnologie multimediali in risposta all’esigenza, soprattutto riscontrabile nelle categorie disoggetti più giovani, di utilizzare i sistemi di informazione e di comunicazione per le attività domestiche, di studio, dilavoro, di svago e tempo libero.

L’abitare comune. In collegamento con la funzione abitativa vera e propria, generalmente confinata in ambitofamiliare, questa forma esprime l’esigenza di spazi interstiziali alle differenti scale (edificio, quartiere, città) nei qualipossano svolgersi attività di interesse collettivo e sociale, variabili nel tempo e nelle caratteristiche. Queste ultime treforme dell’abitare comprendono la casistica dell’edilizia residenziale vera e propria, nelle configurazioni in cui oggitendenzialmente si esprime.

Tutte queste formule sono, anche se in misura diversa, interessate dalla componente della temporaneità e, perquanto riguarda i modi di concepire il progetto e la costruzione dell’architettura, sono riconducibili schematicamente atre differenti aspetti:

• la temporaneità d’uso; è strettamente connessa alle attività che si svolgono in un ambito spaziale nel quale sipossono succedere modalità di utilizzo diverse in sequenze temporali anche molto brevi, oppure secondo previsioni di

Abitare la temporaneità

FOCUSCIL126

“Living Box”: concorsointernazionale per il progettodi un'unità abitativaprefabbricata temporaneaNel 2005 viene lanciato unconcorso internazionale de-nominato “Living Box” per ilprogetto di un'unità abitativaprefabbricata temporanea.Alla competizione hanno par-tecipato ben 2570 progettistidi 65 nazioni diverse presen-tando 1048 progetti; l'esitodel concorso rappresenta unvasto panorama internazio-nale su come oggi architetti eprogettisti in generale conce-piscono il tema della tempo-raneità dell'abitare e dellesue declinazioni formali etecnologiche. Gli indirizzi te-matici del concorso sonostati improntati alle seguenticonsiderazioni. L’epoca in cuisi vive attualmente obbligal’uomo a fare i conti con unaserie di cambiamenti sociali eculturali che gli fanno risco-prire la “molteplicità” di di-mensioni che caratterizza ilsuo abitare. Le rapide trasfor-mazioni e gli incessanti flussisocio-culturali della contem-poraneità rendono, dunque,necessaria la formulazione diun nuovo concetto di “abi-tare”, una nuova riflessionesull’uomo e sui suoi "spazi".Il concetto stesso di “casa”non è più riconducibile al solomodello tradizionale, sino-nimo di permanenza e stabi-lità. La casa contemporaneapuò facilmente diventare unadimora “temporanea”, em-blema della mobilità che ca-ratterizza la nostra epoca.Oggi la progettazione dellospazio abitativo diventa an-che progettazione della pre-carietà; pone la questione delriconoscimento della molte-plicità dell’abitare e delleconsequenziali diverse inte-razioni che lo spazio è ingrado di instaurare con glielementi con cui si relaziona.Prefabbricazione, modula-rità, leggerezza, trasportabi-lità, flessibilità diventano al-lora le parole chiave di un

medio-lungo periodo; dà luogo a sistemi, spaziali e tecnologici che subiscono trasformazioni di assetto attraversointerventi di differente livello di consistenza;

• la temporaneità di localizzazione; riguarda la variabilità del rapporto tra il contesto e l’organismo abitativo e siriferisce al carattere mobile o trasferibile dei manufatti in luoghi diversi;

• la temporaneità di costruzione; denota la cessazione del rapporto biunivoco tra il sistema edilizio e il suo uso edetermina la dismissione delle risorse materiali impiegate nell’opera.

Ovviamente questi tre aspetti della temporaneità possono anche sovrapporsi e le caratteristiche dell’uno sisommano e si integrano con quelle dell’altro.

I requisiti del sistema edilizio, ambientale e tecnologico, che esprimono queste caratteristiche sono in parte noti esperimentati e in parte sono la conseguenza recente dell’evoluzione del complesso delle esigenze definito a monte. Se neevidenziano quelli più significativi correlati alla componente temporale del progetto e della costruzione architettonica.

La flessibilità è uno dei requisiti fondanti la dimensione temporanea dell’abitare; con essa si deve intendere sia laflessibilità tipologica (attitudine del sistema edilizio a consentire diverse configurazioni di dimensione, conformazione,correlazione e distribuzione dello spazio in fase di utilizzo), sia la flessibilità tecnologica (attitudine del sistema edilizio aconsentire l’integrazione funzionale e costruttiva tra gli elementi tecnici, la sostituibilità, l’adattabilità el’intercambiabilità di elementi o componenti garantendo le funzionalità e le prestazioni appropriate all’uso). In altritermini, si potrebbe dire che la flessibilità si può identificare con la convertibilità d’uso attraverso la trasformazionedegli elementi di arredo, con la ri-configurabilità degli spazi attraverso il riposizionamento degli elementi tecnici che lidelimitano, con la ri-condizionabilità del rapporto spazio-funzione-utente attraverso la rimodulazione dei fattoriambientali (luce, aria, temperatura, ecc.). L’adattabilità è un altro aspetto con cui si può rispondere all’esigenza difunzioni ed usi differenti nel tempo; può essere considerata una ri-configurabilità non istantanea, immediata, madifferita nel tempo. In questo quadro, diventa importante il ruolo della personalizzazione dell’ambiente, che l’utente

pagine XIII-XIVCIL126

nuovo stile di vita, quello del-l’abitare temporaneo, le cui di-verse modalità di realizzazionesono rappresentate dalla casacontainer, la casa prefabbri-cata, o i sistemi modulari di co-struzione. Oggetto del con-corso è la progettazione di unascatola, un vero e proprio “pac-chetto” abitativo completo edattrezzato con tutto ciò che ga-rantisca comfort e benessereabitativo, stati per definizioneassociati ad un alto stile divita; senza tuttavia che questocomporti l’obbligo di costi in-sostenibili. Il progetto deve,inoltre, testimoniare l’elegan-za e la semplicità delle ten-denze architettoniche e di de-sign contemporanee, ed esserein perfetta armonia con l’am-biente circostante. Un modellodi abitabilità che risponda adattuali domande sociali quali ilrepentino cambiamento deinuclei familiari e la necessità diaggirare l’ostacolo dei costiinaccessibili; che riduca quan-to più possibile le caratteri-stiche di precarietà tipichedelle soluzioni prefabbricateper non rinunciare ad un altotenore di vita. Il “Living Box”deve superare il contrasto sta-bilità/provvisorietà che neces-sariamente emerge nell’abi-tare temporaneo, e cioè rispon-dere all’esigenza di facile e ce-lere cambiamento, riuscendoal tempo stesso ad affermare lapresenza dell’individuo in uncontesto. (www.livingbox.it)

La ricerca per la protezionecivile: sistemi abitativitemporanei per l'emergenzaIn ambito internazionale, leattività di studio e ricerca su-gli insediamenti temporaneiper l'emergenza abitativa ne-gli ultimi anni si sono partico-larmente intensificate, ancheper il verificarsi di eventi cala-mitosi particolarmente graviche hanno colpito varie partidel mondo privando intere po-polazioni della propria casa.Molti sono gli organismi inter-nazionali che promuovonostudi e ricerche sull'assi-stenza alle popolazioni biso-gnose e intraprendono inizia-tive volte a individuare le pos-

T-box, unità abitativa temporaneaprefabbricata. Le tavole illustrano ilprogetto presentato al concorso LivingBox (Gruppo TAU, arch. Roberto Bologna).Obiettivo del progetto è di proporreun’unità abitativa con una configurazionedinamica e variabile in funzione delleesigenze del fruitore; si immagina unoscenario, compatibile con la logica diindustrializzazione e prefabbricazione delprodotto, in cui il potenziale acquirentedell’unità abitativa possa scegliere “acatalogo” le diverse alternative diconfigurazione planimetrica (opzionitipologiche) e di finitura (opzionitecnologiche) tra quelle rese possibili dalsistema costruttivo e le possaeventualmente modificare nel tempo. Iltermine “abitazione” deve intendersi insenso lato in quanto la funzioneresidenziale non è la sola ipotizzabile edaltre forme di impiego sono compatibilicon il sistema costruttivo: standfieristico, esposizione itinerante oqualsiasi altro dispositivo funzionale cheabbia nella mobilità, temporaneità,adattabilità e flessibilità i requisitiprincipali.

L’immagine architettonica che il progettopersegue abbandona i canoni deltecnicismo (spesso visti come indissolubilidall’idea di un manufatto prefabbricato diproduzione industriale) per inserirsi nellinguaggio formale delle tendenzearchitettoniche contemporanee. Graziealla particolarità del sistema costruttivo,lo spazio abitativo è concepito come uninsieme di ambiti di utilizzo piuttosto chedi stanze circoscritte e fisicamentedelimitate e l’utente ha la possibilità didimensionare lo standard di superficie dadedicare alle varie attività scegliendo trale configurazioni planimetriche alternativee agendo sulla disposizione dei moduliarredo. L’unità di base è costituita da unelemento spaziale modulare di formacubica che può essere accostato ad altrielementi secondo le regole geometrichefissate da un griglia modulare in modo daottenere la configurazione volumetricadesiderata. L’unità abitativa è costituitada un sistema composto di 3 sottosistemiprefabbricati: la scatola, i pannelli dichiusura verticale, i moduli arredo.

può ottenere con interventi diretti per determinare le condizioni di fruizioni più appropriate alle proprie esigenze.L’indipendenza dalla localizzazione si basa sui requisiti di mobilità e trasportabilità dell’oggetto che può prevedere

organi di movimentazione integrati, oppure deve fare affidamento ai mezzi di trasporto. La movimentazione non puòprescindere dal controllo dimensionale della sagoma dell’unità trasportata, per cui si ricorre a sistemi compattabili (odespandibili in fase di esercizio) o smontabili e rimontabili.

Negli ultimi anni si è progressivamente affermato il concetto della reversibilità come caratteristica di un sistemaedilizio a poter essere de-costruito affinché le entità tecnologiche (materiali, elementi, componenti o sistemi) di cui ècostituito possano essere considerate ancora come effettive risorse (e non residui, scarti, rifiuti) da reintrodurre in unulteriore processo produttivo o da reintegrare nell’ambiente naturale. Il sistema costruttivo può avere gradi differenti direversibilità a seconda del livello prestazionale che i prodotti derivati dalla sua dismissione conservano rispetto allecondizioni di impiego originarie o rispetto a nuovi utilizzi. La previsione della destinazione dei residui provenienti dallade-costruzione è correlata ai requisiti di riciclabilità e di riutilizzabilità. La differenza sostanziale tra riciclo e riutilizzorisiede nel fatto che in quest’ultimo non si richiedono processi che alterino in modo significativo le caratteristiche deimateriali o dei prodotti; pertanto il grado di reversibilità di un sistema costruttivo risulta tanto più elevato quanto piùgli elementi sono riutilizzabili oppure quanto più i materiali possono essere restituiti nelle condizioni originarieall’ambiente naturale da cui sono stati prelevati. Una delle condizioni progettuali che consentono di programmare ilriutilizzo degli elementi della costruzione è l’invariabilità degli standard di prodotto, per cui il sistema costruttivo èrealizzato con materiali, semilavorati, elementi o componenti, di cui sono mantenute invariate le qualità dello stato diprodotto in termini di configurazione morfologica e dimensionale.

La reversibilità di un organismo edilizio è praticabile in base al principio della dis-integrabilità (dis-connessione) delsistema costruttivo. La dis-integrabilità di un sistema costruttivo può essere considerata in base a tre diversi aspetti: ladis-integrabilità tecnologica, conseguita da un sistema composto da elementi che si possono facilmente dis-aggregare odis-connettere o dis-assemblare, in altre parole un sistema de-costruibile; la dis-integrabilità fisica, che si ottiene quandoun sistema è realizzato con materiali in cui il cambiamento dello stato fisico determina un dissolvimento dellacostruzione, per esempio le costruzioni in terra o in ghiaccio (icehotel); la dis-integrabilità organica o biologica, che siottiene pensando ad un sistema realizzato con materiali organicamente o biologicamente degradabili o decomponibili,un esempio dei quali è l’amido di mais, applicato in edilizia come isolante.

La dis-integrabilità tecnologica della costruzione - quella ad oggi più comunemente praticata - indirizza versotecniche di connessione e separabilità degli elementi e dei materiali note come “assemblaggio a secco”, unione nondefinitiva degli elementi per semplice accostamento e non per coesione. La necessità, inoltre, di garantire la versatilità inqualunque condizione di impiego, intesa come flessibilità prestazionale dei componenti, si persegue con la tecnica della“stratificazione a secco”, in base alla quale la prestazione necessaria viene ottenuta con la giustapposizione e integrazionedi strati o elementi specifici; questo significa offrire nel tempo il massimo del comfort e della possibilità di regolazionedell’ambiente abitativo su esigenze variabili durante il periodo di vita utile, sia di natura tipologica, sia edilizia eimpiantistica. “Stratificazione a secco” diventa sinonimo di ibridazione tecnologica allorquando le prestazionalità attese

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Unità reversibile temporanea. Il progetto è connotato dallacompleta reversibilità del manufatto per consentire lade-costruzione e il riutilizzo delle risorse materiali; queste sonocostituite da un sistema di casseforme re-impiegabili per i getti dicalcestruzzo in cantiere, una tecnologia particolarmente evoluta concaratteristiche di modularità, flessibilità e facilità di assemblaggiodegli elementi. Uno dei campi applicativi maggiormente appropriatiè rappresentato dalle case per l’emergenza post disastro. Ilprogetto è il risultato di una ricerca condotta dal Dipartimento diTecnologie dell’Architettura e Design “Pierluigi Spadolini”(responsabile scientifico prof. Roberto Bologna).

Attraverso una convenzione con gli uffici di Protezione Civile dellaProvincia di Firenze, il Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura eDesign “Pierluigi Spadolini” (Firenze) ha messo a punto una ricercafinalizzata a dimostrare la fattibilità tecnica di un sistema abitativotemporaneo che possa assolvere alle esigenze abitative in caso diemergenza ma anche nei casi più generali e diffusi in cui è necessarioapprontare una risposta ad un problema abitativo in senso latodeterminato da una situazione contingente e transitoria. La ricerca hadato luogo ad una soluzione progettuale caratterizzata dalla totalereversibilità del processo costruttivo. Sulla scorta dei risultati ottenutiin via sperimentale, nell’ambito di un programma pluriennale dipotenziamento del parco dei mezzi di intervento in emergenza, ilDipartimento della Protezione Civile nazionale ha intenso dotarsi diuna capitolato tecnico che definisce le caratteristiche specifiche ed ilivelli di prestazione minimi richiesti ai prefabbricati modulari diprotezione civile, per l’utilizzo ai fini dell’alloggiamento temporaneodella popolazione in emergenza. L’iniziativa è orientata ad individuarerigorose specifiche “prestazionali”, riferite alle caratteristichestrutturali e funzionali dei prefabbricati, tali da consentire diindividuare, in una fase successiva, gli operatori economici sulmercato i cui prodotti soddisfino i requisiti fissati. L’attività di ricercaapplicata, propedeutica all’elaborazione del capitolato, è stata avviatanell’ambito della convenzione stipulata nell’anno 2005 dalDipartimento della Protezione Civile con il consorzio ReLUIS (Rete deiLaboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

sibili soluzioni all'emergenzaabitativa. È necessario ricor-dare che la soluzione a taleproblema non può essere unasola e che ogni evento ri-chiede risposte diverse sia perle caratteristiche del disastro,sia per il contesto nel qualeavviene. Agli inizi del 2000 si ècostituita I-Rec, Informationand Research for Reconstruc-tion, una rete internazionalebasata sul web, finalizzataallo scambio di informazionetra esperti e ricercatori prove-nienti da vari settori e istitu-zioni per contribuire allo svi-luppo delle conoscenze sulleattività edilizie nella fase di ri-costruzione dopo i disastri, inparticolare in Paesi non indu-strializzati e con risorse limi-tate. Più recentemente il CIB(International Council for Re-search and Information inBuilding and Construction) haistituito la commissione TG63Disaster and the building en-vironment, il cui obiettivo è distimolare idee per la ricercainnovativa esplorando le pro-spettive per le quali l'industriadelle costruzioni è in grado dicontribuire alla capacità diadattamento dell'ambiente co-struito agli eventi disastrosi,facilitando la diffusione delleconoscenze esistenti. In Italia,il sistema di Protezione Civilenazionale ha un'organizza-zione molto avanzata ed è te-nuto in alta considerazione a li-vello internazionale. La ricercadi sistemi temporanei per l'abi-tabilità in caso di emergenzapost disastro si sviluppa se-condo due direttrici: la primariguarda la predisposizionedelle aree di ricovero per gli in-sediamenti abitativi, la se-conda si concentra sulle unitàabitative. Su commissione delDipartimento di Protezione Ci-vile nazionale e degli uffici diProtezione Civile della regioneToscana, il Dipartimento di Tec-nologie dell'Architettura e De-sign "Pierluigi Spadolini" (Fi-renze) ha condotto una ricercacon l'obiettivo di individuare imodelli di insediamento abita-tivo temporaneo nelle aree perl'emergenza in funzione dellaspecificità del contesto.

vengono raggiunte attraverso tecniche costruttive e materiali diversi ma più appropriati all’impiego specifico.L’unità abitativa temporanea prefabbricata, la “macchina per abitare” che racchiude in sé tutte le caratteristiche

dell’abitare contemporaneo e che interpreta forse più di ogni altra la formula dell’architettura del divenire, è uno deitemi più esplorati dopo l’avvento dell’industrializzazione edilizia e ancora oggi rappresenta il miraggio di moltiprogettisti che si cimentano in quella terra di confine tra la microarchitettura e il macrodesign, come testimonia la foltapartecipazione ai molti concorsi che su questo tema vengono proposti. Le direttrici tecnologiche della temporaneitàprivilegiano certamente i sistemi costruttivi in metallo, in legno e in materiali plastici, in ragione non solo dellaleggerezza quale presupposto della facile movimentazione degli elementi, ma anche dell’efficienza peso/resistenza;tuttavia sarebbe un errore escludere a priori l’impiego di altre risorse tecnologiche le cui prestazioni e connotazioniespressive possono essere rese disponibili anche per l’architettura temporanea.

L’abitare temporaneo rappresenta un’importante sfida tecnologica per il futuro e un campo di sperimentazione e diinnovazione ancora in gran parte da esplorare. Più che di un’innovazione di prodotto è ancora più forte la necessità diun’innovazione di processo che stabilisca nuove modalità di impiego di tutte le risorse tecnologiche correnti, masoprattutto sia in grado di superare il gap esistente tra le possibilità progettuali e tecnologiche oggi disponibili e lacapacità di recepimento e applicazione da parte dei soggetti che hanno la responsabilità di far fronte alle richieste diabitare la temporaneità.

Roberto Bologna

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La “casa essenziale”(arch. Luca Emanueli) è una residenzaper studenti o, più in generale, perutenti che richiedono una abitabilitàtransitoria. Il progetto è statopresentato alla Biennale diArchitettura di Venezia del 2008 erappresenta una tendenza evolutivadel modo di concepire gli spazi infunzione del tempo.

Nuove forme di abitaree superamento delle norme Alla Biennale di Architettura diVenezia, attualmente in corso,l’architetto Luca Emanueli pro-pone il progetto della “casaessenziale”, idea di residenzeuniversitarie quale nuova for-ma dell'abitare in regime ditransitorietà. Le residenze ospi-teranno non solo gli studenti,ma anche chi ha esigenza difermarsi in città solo tempora-neamente, come ad esempiopartecipanti a master, tiroci-nanti e ricercatori. Il progettoesplora il limite della normativain vigore e punta a innescare ildibattito proprio sulle nuovefrontiere dell’abitare. La “casaessenziale” è sproporzionatanella composizione: alcune par-ti sono ridotte allo stretto ne-cessario, all’indispensabile; al-tre crescono. Per questo dise-quilibrio, la “casa essenziale” èuna casa ad uso temporaneo,quando un aspetto del propriovivere diventa preponderante econ prepotenza riduce il resto.Alla base di questo lavoro, c’è iltema della norma: una delleprincipali cause dell’omoge-neità dell’offerta di case in Ita-lia. Resta l'essenza della casa:uno spazio sproporzionato perquantità e qualità rispetto al re-sto dove consumare l'eccessodi una funzione che si ritienecaratteristica del proprio mododi abitare in un determinato pe-riodo di tempo. Cinque sono ipunti per il progetto di “casaessenziale” che costituiscono ilsuperamento della norma: l'al-tezza m 2,70 come media e nonminima (minima m 2,10); la su-perficie aero-illuminante si cal-cola sull'intero alloggio e nonsui singoli ambienti; gli am-bienti non hanno destinazionedefinita; parti della casa esco-no dalla dimensione privata;l'adattabilità e non la flessibi-lità come criterio. La sperimen-tazione attraverso il progetto siinserisce nel quadro del pianostrutturale dell’Emilia-Roma-gna “Regione attraente” ed hacome principale referente Er.Go(Azienda regionale per il Dirittoagli Studi Superiori dell’EmiliaRomagna).