E HO DETTO: PERCHE' A ME? - giusyversace.it · A destra, in campo con le prote-si da corsa con cui...

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«in un'azienda concorrente dei miei zii, iVersace». Poi, 11 anni fa» l'incidente in auto che le ha cambiato la vita: «Mi sono vista con le gambe strappate, tagliate dal guardrail. Mi ricordo tutto, non ho mai perso i sensi». «Convivo con il dolore. Ho crampi micidiali al polpaccio, ma il polpaccio non ce l'ho. Il cervello manda segnali all'arto fantasma che in realtà non G'è». Oggi la coraggiosa Giusy è atleta («mi sto allenando per le Paralimpiadì di Rio»), conduttrice tv e nel 2014 ha vinto "Ballando con le Stelle". «A Lourdes una forza misteriosa mi ha spinto ad andare avanti». «C'è chi cambia le scarpe, io cambio le gambe:! ho un modello per il jogging, uno per le venature, nei e il french alle unghie». Da 8 anni Giusy ha al suo fianco Antonio: «Anche lui ha perso una gamba. Mi ha fatto sentire desiderabile quando io mi sentivo un mostro». E all'intima doman- da se Giusy fa l'amore con le protesi, risponde senza vergogna: «Dipende dall'ispirazione del momento». «Con Antonio un figlio potrebbe arrivare. Tecnicamente possiamo farlo» VERSAG E HO DETTO: "PERCHE' A ME?" GRINTA SEXY Milano. Gius^ Versace, 38 anni, in un incidente d'auto, il 22 agosto 2005, ha perso le gambe. Un anno e mezzo dopo ha . camminatoci nuovo. Dal 2010 ha iniziato a •gareggiare. A destra, in campo con le prote- si da corsa con cui ha vinto 11 titoli italiani e sitato rari record sui 60,100 e 200 metri. di Gìancario Dotto La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 30/03/2016 Pag. 35 N.14 - 5 aprile 2016 diffusione:175678 tiratura:276648

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«in un'azienda concorrente dei miei zii,iVersace». Poi, 11 anni fa» l'incidente inauto che le ha cambiato la vita: «Mi sonovista con le gambe strappate, tagliatedal guardrail. Mi ricordo tutto, non homai perso i sensi». «Convivo con ildolore. Ho crampi micidiali al polpaccio,ma il polpaccio non ce l'ho. Il cervellomanda segnali all'arto fantasma chein realtà non G'è». Oggi la coraggiosaGiusy è atleta («mi sto allenando perle Paralimpiadì di Rio»), conduttricetv e nel 2014 ha vinto "Ballando con leStelle". «A Lourdes una forza misteriosami ha spinto ad andare avanti». «C'è chicambia le scarpe, io cambio le gambe:!ho un modello per il jogging, uno per le

venature, nei e il french alle unghie». Da8 anni Giusy ha al suo fianco Antonio:«Anche lui ha perso una gamba. Mi hafatto sentire desiderabile quando io misentivo un mostro». E all'intima doman-da se Giusy fa l'amore con le protesi,risponde senza vergogna: «Dipendedall'ispirazione del momento». «ConAntonio un figlio potrebbe arrivare.Tecnicamente possiamo farlo» VERSAG

E HO DETTO: "PERCHE' A ME?"GRINTA SEXY Milano.Gius^ Versace, 38 anni,in un incidente d'auto,il 22 agosto 2005, haperso le gambe. Unanno e mezzo dopo ha

. camminatoci nuovo.Dal 2010 ha iniziato a•gareggiare. A destra,in campo con le prote-si da corsa con cui havinto 11 titoli italiani esitato rari record sui60,100 e 200 metri.

di Gìancario Dotto

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30/03/2016Pag. 35 N.14 - 5 aprile 2016

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MAI SOLA Sotto, Giusy con lamamma Liliana, 68 anni: «I mieisono separati da quando avevo 12anni. Ma per me si sono riawicina-t i», racconta. A ds., col fidanzatoAntonio Magra, 39: «Ha perso unagamba in un incidente. Gli dico:

Facciamo una gamba in due"».

UNITI A sin., Giusycol fratello minore,Domenico, 35: «Tut-t i i miei familiarisono stati i mieiveri angeli. Quandomi dicono che sonouna persona ecce-zionale, rispondoche ho accanto per-sone eccezionali»,rivela commossa.

COME UN PADRE Ads., gli stilisti Santo,71, e Donatella Ver-sace, 60: il padre diGiusy, Alfredo, èloro cugino: «Perme Santo è un se-condo padre, michiama sempre,s'informa, mi consi-glia», racconta.

JLI ZIIRSACE

ENNA, marzoa Salerno-Reggio Calabria è dasempre un mattatoio, la "Spo-on River" delle vittime auto-stradali. Giuseppina Versace,detta Giusy, è una di loro. 22agosto 2005. Un acquazzoneimprovviso. L'asfalto che di-

venta sapone. Il buio totale. Sangueovunque. Aveva 28 anni. La sua vitaha un prima e un dopo. La lamiera delguardrail non le recide di netto solo legambe. Spezza la sua storia in due ca-pitoli che si guardano allo specchio enon si riconoscono. Un'amputazioneben più drammatica, che parte dallatesta. La storia di Giusy è quella diAlex Zanardi. Ma Giusy, figlia di Alfre-do, cugino di Donatella, Santo e Gian-ni Versace, si occupava di moda, noncorreva in pista. Era una giovane don-na nel fiore degli anni. Reciso il fiore,restavano i petali. Erano tanti. Impa-rare a sentirsi ancora donna, reinven-tarsi una vita impossibile, scoprire l'e-roismo ordinario di ogni giorno,quando già sopravvivere era statostraordinario. Come Alex, Giusy hatrasformato l'handicap in una risorsa.Ha vinto ballando sui trampoli di car-bonio, ma non sono i trampoli, sonola forza che ignoriamo di avere. Oggiè a Enna. Dal suo tecnico ortopedicodi fiducia. «Sono qui perché zoppicoda una settimana. Mi faccio sistema-

re il mio piede da corsa e la gamba si-nistra con cui cammino».Manutenzione ordinaria?«Ho una ferita alla gamba. La protesinon è una vite che avviti e finisce lì.Va sostituita periodicamente. Bastache ingrassi o dimagrisci un chilo egià non va più bene».Dolori?«Quelli li avrò avita. Lo so. Ho soffer-to come un cane durante il volo. Icrampi, mi bruciava la ferita. Per re-spirare, sono andata in bagno. Ho do-vuto togliermi la protesi per tre minu-ti. Come indossare una scarpa piùpiccola. Una tortura».Ogni settimana sei a La Domeni-ca Sportiva, disinvolta, sorriden-te e non lo diresti mai...«Inganno bene. E poi non amo lamen-tarmi. La vita è complicata per tutti.Poi, magari, a casa sbuffo un po' e mistacco la gamba. La mattina dopo mifaccio il segno della croce e prego Diodi affrontare al meglio la giornata».E quando la giornata finisce?«Mi rifaccio il segno della croce per lecose che sono riuscita a fare. Ogni vol-ta è una conquista».Sempre avuta la fede dalla tua?«Sempre. Sarei ipocrita se non ammet-tessi che l'incidente l'ha rafforzata».Raccontaci il tuo presente.«Giornate piene. Era così anche pri-ma dell'incidente. Mi stressano parec-

chio gli allenamenti per le Paralimpia-di, ma cerco sempre un motivo persorridere. Una telefonata con una miaamica o mia madre».Ti svegli dal coma, scopri di nonavere più le gambe e...«Non "oddio, sono senza gambe", ma"oddio, la mia testa funziona". Gratadi essere viva. I tremendi dolori dell'ar-to fantasma. I medici non riuscivanoa dirmi che non avevo più le gambe».Mai una maledizione contro il de-stino o chi per lui?«Mai. All'inizio, davanti allo specchio,mi chiedevo: ma perché proprio a me?Poi sono andata a Lourdes e, davantialla Grotta, una forza misteriosa miha suggerito di chiedermi: perché nona me? Cosa ho io più degli altri?».Il passaggio più duro?«Il primo anno. Difficile fare i conticon il dolore fisico e dello spirito. Nonsopportavo le protesi. Ogni occasioneera buona per staccarle».L'arto fantasma. Qualcuno pensasia letteratura.«Esiste, eccome. C'è gente che non lotollera e prende la morfina».Come si manifesta?«Ho i crampi al polpaccio, ma il pol-paccio non ce l'ho. Il cervello mandacomunque l'input all'arto, ma l'artonon c'è».Quanto forte il dolore?«Crampi micidiali. Ti pieghi in due.

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30/03/2016Pag. 35 N.14 - 5 aprile 2016

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DIVA VERSATILE Asin., Giusy Versacefesteggia la vittoria nel2014 di "Ballando conle Stelle" (Rai Uno)con la conduttriceMilly Garlucci, 61, e ilsuo maestro di balloRaimondo Todaro, 29:«E pensare che nonvolevo andarci. Gi hacreduto più Milly dime». A ds., con Vin-cenzo Venuto, 50, concui l'anno scorso suRete 4 ha condotto"Alive. Storie di So-pravvissuti". Più a ds.,oggi impegnata su RaiDue ne "La DomenicaSportiva", con Ales-sandro Antinelli, 41.

« Come delle scosse elettriche. Pos-sono durare secondi o minuti».Come si cura?«Ci sono medicinali che alleviano ildolore, ma rischi la dipendenza e ionon voglio. Ho imparato a conviverecon il dolore. Adesso che parlo con teho un formicolio alla pianta del piedee il piede non ce l'ho».Non è solo questo.«Le ferite della pelle dove poggia laprotesi. Sono stata al carnevale di Ve-nezia. Camminare su e giù mi ha pro-vocato tagli e vesciche».Indossi protesi diverse per ogni si-tuazione?«C'è chi si cambia le scarpe, io invececambio le gambe».Le hai personalizzate al femmini-le le protesi?«Non bado molto all'estetica. Per mel'importante è che siano comode sot-to un paio di jeans. Anche per Ballan-do con le Stelle avevo un comunissi-mo piede in commercio. Ho un piedeper le scarpe, uno per il jogging, un al-tro per le gare».Quando vai al mare?«Lì, da donna, sono più esigente. Mele sono fatte fare carine, abbronzate,con rivestimenti che simulano vena-ture e nei e il french alle unghie».Hai un fidanzato siciliano.«Antonio, di Catania. L'ho incontratodopo l'incidente. Anche a lui mancauna gamba, persa a quindici anni, inun incidente. Ironizzo sempre che fac-ciamo una gamba in due. "Dove vado

con questo?", mi chiedevo all'inizio"».E invece?«Mi ha fatto una corte spietata per piùdi un anno e ora stiamo insieme da ot-to, anche se è un amore a distanza, luia Catania, io a Milano».Avete superato la crisi del settimoanno.«Ne siamo appena usciti. Se ha resisti-to aBallando... Al suo posto sarei sta-ta gelosissima. Questi corpo a corpocon un altro uomo...».Ne sono usciti di pettegolezzi...«Con Raimondo abbiamo un bellissi-mo rapporto e continuiamo a ballareinsieme in giro per i teatri, nel pienorispetto dei nostri compagni».Tu e Antonio fate l'amore con leprotesi?«Dipende dall'ispirazione del momen-to. Come per tutti, non c'è un protocol-lo da seguire. L'handicap è nella testa.Dipende da chi hai accanto. Se l'uomoti fa sentire bella».Antonio è questo uomo?«Sì. Io, all'inizio, avevo qualche per-plessità. Lui è stato molto più bravo dime. Mi ha fatto sentire desiderabilequando io mi sentivo un mostro. Poilui è bello. La spalla larga, il capelloriccio, lo sguardo dolce e intrigante».L'incidente che ti ha cambiato lavita. Cosa è successo?«Andavo da un cliente a Salerno. L'im-provviso acquazzone prima di Cosen-za. Perdo il controllo. La macchinasfondata dal guardrail che mi ha ta-gliato le gambe».

Già sopravvivere all'incidente èstato un miracolo?«Mi sono vista con le gambe strappa-te. Non ci sono aggettivi per descrive-re il dolore. Mi sono aggrappata allavita con le unghie e con i denti».Che altro ricordi?«Non ho mai perso i sensi. Mi sono ti-rata fuori dalla macchina. Sangueovunque. Ho retto fino a quando hopotuto, poi il rumore dell'elicottero, ilbuio...».Hai avuto un risarcimento?«C'è un processo in corso. Avevo 28anni e ho perso le gambe. Sono soldiche odorano di sangue. Non c'è cifrache tenga».Gianni Versace era il cugino di tuopadre. Secondo alcuni fu ucciso daun complotto mafioso.«Se ne sono dette tante. Sono cresciu-ta col pregiudizio del calabrese ugua-le mafioso. Quando Gianni fu uccisoavevo diciotto anni. L'ho vissuto neiracconti di papa».Santo e Donatella ti sono stati vi-cini?«Soprattutto Santo, che è un secondopadre per me. Mi chiama sempre, michiede, s'informa, mi consiglia».E stata importante la famiglia?«Quando mi dicono che sono stata ec-cezionale, rispondo che ho la fortunadi avere accanto persone eccezionali.Degli angeli. E sì che la mia non è unafamiglia perfetta».In che senso?«Sono figlia di genitori separati da

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SFIDE A sin., Giusy star del Volo dell'A-quila al Carnevale di Venezia 2015. Sot-to, protesi femminili ad hoc per il mare.A ds., con la nuova maglia delle FiammeAzzurre (Polizia di Stato), con da sin., idirigenti Marcello Tolu, Stefania Parrel-ji e il tecnico Stefano Ciallella. In basso,il suo libro "Con la testa e con il cuoresi va ovunque" (Mondadori, 17 €).

quando avevo dodici anni. Per an-ni non si sono parlati. Nella tragediasi è ricomposta la famiglia. Adessoogni Natale e Ferragosto è la scusa perstare tutti insieme».Hai scritto un libro sulla tua sto-ria, dal titolo Con la testa e con ilcuore si va ovunque.«Il resto ti accompagna, se hai un cuo-re pulito che riesce ancora ad amare.Sai quante persone s'incattiviscono osi tolgono la vita dopo una disgraziacome la mia».Sei diventata anche una sportivaagonista.«Ho imparato ad amare la corsa dopoaver perso le gambe. Prima avevo legambe e non me ne fregava niente dicorrere. Cinque anni fa ho comincia-to a fare competizione».A un'età in cui di solito la gente siritira.«Tutti mi dicevano: lascia stare, nonhai il corpo d'atleta e poi sculetti. Èstata una sfida. Una ripicca».Eri avviata a diventare una mana-ger importante della moda.«In un'azienda rivale dei Versace. L'a-bisso vero l'ho incontrato il giorno incui, dopo un anno e mezzo, tornandoal lavoro non ho più trovato la miascrivania. Sollevata dall'incarico. Sen-za gambe, avevo perso anche la testasecondo i dirigenti».Ti sei reinventata?«Aprire l'armadio e vedere tante bel-le cose che non avrei più potuto met-tere. La morte nel cuore.Quando corro mi ammaz- Oius*VERSACE

zo di fatica, ma sono piena Con fa testadi gioia. Lo faccio anche e con il cuoreper i tanti disabili che si •« 'm »vtim/uevergognano di uscire di ca- '""""' 'sa».

Ballando con le Stelle. Un'altrasfida vinta alla grande.«Non volevo andarci. Ci ha creduto piùlei, Milly Carlucci, di me. Sono unamatterella, mi è sempre piaciuto bal-lare, ma rischiavo di diventare un fe-nomeno da baraccone, senza gambe,con questo cognome pesante».Momenti difficili?«L'incidente della seconda puntata incui mi è partita la gamba. Nessuno siaspettava che arrivassi fino in fondoo addirittura vincessi. È stato bello ri-mettere i tacchi dopo nove anni».Ci sono state critiche malevoli.«Ho le spalle larghe e un cognome sco-modo. Ma io so che mi non mi sono al-zata dalla sedia a rotelle perché michiamo Versace, so l'immane faticache ho fatto».

Da quest'anno, con Ales-sandro Antinelli, allaconduzione di La Dome-nica Sportiva.«Un'altra sfida. Non capi-sco molto di calcio, quel po-co lo imparo prendendo un

caffè con il Trap prima della trasmis-sione».Tifosa?«Tifo la Nazionale e un po' la Juve. So-no molto amica di Alex Del Piero. Sia-mo ambasciatori della Onlus Save thèDreams».Ne hai fondata una tutta tua.«Disabili no limits. Lo scopo è racco-gliere fondi per dotare i disabili deisupporti tecnologici più avanzati chelo Stato non prevede».Sei stata la prima donna a corre-re con una doppia amputazione.«Mi chiamano la Pistorius italiana».Una storia tremenda, la sua.«Uno choc per tutti. Sembrava un ra-gazzo sereno e questa vicenda (ndr:l'atleta sudafricano è stato ricono-sciuto colpevole dell'omicidio dellasua fidanzata Reeva Steenkamp) hamostrato le sue enormi fragilità. Nes-suno, comunque, gli potrà mai toglie-re il merito di aver acceso i riflettorisu di noi, atleti disabili».Vincerai l'oro alle Paralimpiadi diRio?«Spero di esserci. Mi sto allenando du-ramente per questo. Ma il mio oro l'hogià stravinto il giorno in cui mi sonoalzata e ho imparato a guardarmi al-lo specchio».Con Antonio volete un figlio?«Tecnicamente possiamo farlo. Cimancano solo un po' di gambe. Ma, dafiglia di genitori separati, voglio unafamiglia unita sotto lo stesso tetto. Iopunto affinchè lui si trasferisca a Mi-lano e Antonio mi vuole in Sicilia».E dunque?«Tutto è nelle mani di Dio... Adesso tilascio, torno alle mie chiavi inglesi. Midevo far avvitare il piede».

Giancarlo Dotto

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