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Autorità di Bacino Interregionale della Puglia L.R. 9 Dicembre 2002 n. 19 REGIONE PUGLIA REGIONE BASILICATA REGIONE CAMPANIA FOGGIA BARI BAT POTENZA LECCE AVELLINO TARANTO BRINDISI Text Redazione delle mappe del rischio di alluvioni ai sensi del D.Lgs. 23 febbraio 2010, n.49 Relazione generale Coordinamento Gruppo di lavoro Ing. Lia Romano Ing. Maria Montaruli Geol. Domenica Lepore Geol. Maria Nilla Miccoli Ing. Giuseppe Verdiani Ing. Roberta Giove Redatta dalla S.T.O. dell'AdBP

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Autorità di Bacino Interregionale della PugliaL.R. 9 Dicembre 2002 n. 19

REGIONEPUGLIA

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FOGGIA

BARIBAT

POTENZA

LECCE

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TARANTOBRINDISIText

Redazione delle mappe del rischio di alluvioniai sensi del D.Lgs. 23 febbraio 2010, n.49

Relazione generale

Coordinamento Gruppo di lavoroIng. Lia Romano Ing. Maria Montaruli

Geol. Domenica LeporeGeol. Maria Nilla MiccoliIng. Giuseppe VerdianiIng. Roberta Giove

Redatta dalla S.T.O. dell'AdBP

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Redazione delle mappe del rischio di alluvioni ai sensi del D.Lgs. 23 febbraio 2010, n. 49

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La Direttiva Europea n. 2007/60/CE del 23 ottobre 2007 intende “istituire un quadro per la

valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni, volto a ridurre le conseguenze negative per la

salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche connesse con le alluvioni

all’interno della Comunità ” (art.1).

Il D.Lgs. n. 49 del 2010, emanato per il recepimento della Direttiva 2007/60, prevede in

particolare:

a. valutazione preliminare del rischio di alluvioni entro il 22 settembre 2011 (art. 4);

b. aggiornamento e realizzazione delle mappe della pericolosità da alluvione e quelle del

rischio di alluvioni entro il 22 giugno 2013 (art. 6);

c. ultimazione e pubblicazione dei piani di gestione del rischio di alluvioni entro il 22 giugno

2015 (art.7);

d. successivi aggiornamenti (2019, 2021).

Sulla base delle mappe della pericolosità, approvate dal CT del 04/04/2013, si è dunque

provveduto alla redazione delle mappe del rischio, ai sensi dell’art. 6 comma 5 del D.Lgs. 49/2010.

Il rischio si esprime come prodotto della pericolosità e del danno potenziale in

corrispondenza di un determinato evento:

R = P x E x V = P x Dp

dove:

• P (pericolosità): probabilità di accadimento, all’interno di una certa area e in un certo

intervallo di tempo, di un fenomeno naturale di assegnata intensità;

• E (elementi esposti): persone e/o beni (abitazioni, strutture, infrastrutture, ecc.) e/o attività

(economiche, sociali, ecc.) esposte ad un evento naturale;

• V (vulnerabilità): grado di capacità (o incapacità) di un sistema/elemento a resistere

all’evento naturale;

• Dp (danno potenziale): grado di perdita prevedibile a seguito di un fenomeno naturale di

data intensità, funzione sia del valore che della vulnerabilità dell’elemento esposto;

• R (rischio): numero atteso di vittime, persone ferite, danni a proprietà, beni culturali e

ambientali, distruzione o interruzione di attività economiche, in conseguenza di un

fenomeno naturale di assegnata intensità.

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Nello specifico, la vulnerabilità (V) si esprime con un numero compreso tra 0 (nessun

danno) e 1 (perdita totale) e dipende sostanzialmente dalla tipologia di esposto e dalla magnitudo

della fenomenologia. Per arrivare alla parametrizzazione della vulnerabilità, riferita alla singola

classe di elementi a rischio, le attività di studio risultano complesse e onerose; pertanto le stesse

verranno rinviate alle fasi successive di redazione del piano di gestione delle alluvioni, ipotizzando,

in questa prima fase, di assumere la vulnerabilità cautelativamente pari a 1 per ogni elemento

esposto nelle aree a pericolosità idraulica, portando di fatto a rendere il danno potenziale pari al

valore dell’elemento esposto.

Le mappe del rischio di alluvioni indicano le potenziali conseguenze negative derivanti dalle

alluvioni nell'ambito degli scenari di pericolosità e prevedono le 4 classi di rischio di cui al

D.P.C.M. 29/09/98, espresse in termini di:

a) numero indicativo degli abitanti potenzialmente interessati;

b) infrastrutture e strutture strategiche (autostrade, ferrovie, ospedali, scuole, etc);

c) beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse presenti nell'area potenzialmente

interessata;

d) distribuzione e tipologia delle attività economiche insistenti sull'area potenzialmente interessata;

e) impianti di cui all'allegato I del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, che potrebbero

provocare inquinamento accidentale in caso di alluvione e aree protette potenzialmente interessate,

individuate all'allegato 9 alla parte terza del decreto legislativo n. 152 del 2006;

f) altre informazioni considerate utili, come le aree soggette ad alluvioni con elevato volume di

trasporto solido e colate detritiche o informazioni su fonti rilevanti di inquinamento.

1. Individuazione degli elementi esposti al danno potenziale da inondazione

Nella prima fase di lavoro del Piano di Gestione delle Alluvioni, l’analisi del Danno è

condotta in modo semplificato, associando le categorie di elementi esposti a condizioni omogenee

di Danno Potenziale. Le classi di danno potenziale sono quattro e considerano in primo luogo il

danno alle persone, poi quello al tessuto socio-economico e ai beni non monetizzabili:

• D4 (Danno potenziale molto elevato): aree in cui si può verificare la perdita di vite umane,

ingenti danni ai beni economici, naturali storici e culturali di rilevante interesse, gravi

disastri ecologico –ambientali;

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• D3 (Danno potenziale elevato): aree con problemi per l’incolumità delle persone e per la

funzionalità del sistema economico, aree attraversate da linee di comunicazione e da servizi

di rilevante interesse, le aree sedi di importanti attività produttive;

• D2 (Danno potenziale medio): aree con limitati effetti sulle persone e sul tessuto socio-

economico. Aree attraversate da infrastrutture secondarie e attività produttive minori,

destinate sostanzialmente ad attività agricole o a verde pubblico;

• D1 (Danno potenziale moderato o nullo): comprende le aree libere da insediamenti urbani o

produttivi dove risulta possibile il libero deflusso delle piene.

Secondo quanto previsto dal documento conclusivo del Tavolo Tecnico Stato – Regione

relativo agli “Indirizzi Operativi per l’ attuazione della direttiva 2007/60CE relativa alla

valutazione e alla gestione dei rischi da alluvioni con riferimento alla predisposizione delle mappe

della pericolosità e del rischio di alluvioni” del MATTM, le classi di danno potenziale sono

costituite dai seguenti elementi:

D4 - Danno potenziale molto elevato:

• Zone urbanizzate (agglomerati urbani, nuclei abitati con edificazione diffusa e sparsa);

• Zone interessate da attività economiche e produttive di rilevante interesse (zone

commerciali, industrie, centri di ricerca, etc. non potenzialmente pericolose dal punto di

vista ambientale);

• Strutture Strategiche (ospedali e centri di cura pubblici e privati, centri di attività collettive

civili, sedi di centri civici, centri di attività collettive militari);

• Infrastrutture strategiche (Autostrade, Tangenziali, Grandi Strade e/o Strade a Scorrimento

Veloce, Strade Statali, Provinciali e Comunali principali, Stazioni FS, Linee Ferroviarie,

Aeroporti, Eliporti, Porti, invasi idroelettrici, grandi dighe Elettrodotti, Gasdotti, Acquedotti,

Metanodotti, Linee Elettriche, Oleodotti);

• Beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse (aree naturali, aree boscate, aree

protette e vincolate, aree di vincolo paesaggistico, aree di interesse storico e culturale, zone

archeologiche);

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• Zone interessate da attività economiche, industriali o impianti tecnologici, potenzialmente

pericolosi dal punto di vista ambientale (ai sensi di ai sensi di quanto individuato

nell'allegato I del D.L. 59/2005).

D3 - Danno potenziale elevato:

• Discariche, depuratori, inceneritori;

• Zone omogenee presenti negli strumenti urbanistici comunali e individuati come Cimiteri,

cave, discariche anche se non in esercizio;

• Beni ambientali, paesaggistici e storico-archeologici che racchiudono potenziali valori, ma

non riconosciuti in termini normativi.

D2 - Danno potenziale medio:

• Zone agricole specializzate;

• Zone estrattive;

• Zone omogenee presenti negli strumenti urbanistici comunali e individuati come ad

esempio, verde urbano e parchi urbani, borghi rurali.

• Infrastrutture secondarie: intese come strade secondarie, linee ferroviarie e stazioni nel caso

in cui il danno non provochi l’isolamento di uno o più centri urbani,

D1 – Danno potenziale moderato o nullo:

• Aree incolte o di scarso valore ambientale;

• Aree agricole non specializzate (prati, pascoli, etc.);

• Aree umide (zone umide, corpi idrici, boschi igrofili, lanche e meandri abbandonati,

ecosistemi sito-specifici, etc.);

• Superfici costruite, a bassa densità di edificazione in stato di abbandono o degrado

riconosciuto. Il valore è principalmente legato alla perdita dell'elemento costruito.

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Si è dunque proceduto alla individuazione degli elementi esposti, adottando un approccio basato

su un livello di aggregazione dell’informazione spaziale riconducibile alla meso-scala, ovvero

adottando come unità di indagine il livello di aggregazione delle categorie di uso del suolo (ad es.

aree residenziali e industriali, infrastrutture). Per la digitalizzazione degli esposti sono stati utilizzati

i seguenti strati informativi, a seconda della Regione di riferimento:

‐ Uso del Suolo della Carta Tecnica Regionale della Puglia (UdS CTR Puglia) del 2007, fonte SIT

PUGLIA;

‐ Carta Idrogeomorfologica della Puglia del 2009;

‐ Corine Land Cover 2006 (CLC);

‐ Database nazionale "Strati prioritari 10k" (DB Prior) del 2011;

‐ Impianti di depurazione, impianti IPPC-AIA, impianti assimilabili a discarica (compostaggi,

biostabilizzazione, messa in riserva..) forniti dall’ARPA Puglia in formato vettoriale puntuale;

‐ Stabilimenti a rischio di incidente rilevante (ARIR), di cui al D.Lgs 334/99 e s.m.i., forniti da

Servizio Rischio Industriale dell’ ISPRA in formato vettoriale puntuale;

‐ Registro Italiano Dighe;

‐ Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia (PPTR), attualmente in fase di elaborazione; NOTA: Lo Schema è attualmente in fase di elaborazione, si precisa pertanto che gli elementi in esso contenuti

non assumono carattere vincolistico e sono utilizzati al solo fine della valutazione degli esposti per la

mappatura del rischio idraulico; nello specifico sono stati utilizzati immobili e aree di notevole interesse

pubblico, zone di interesse archeologico inclusi gli immobili sottoposti a vincolo archeologico e le aree

individuate successivamente dall’amministrazione competente, aree protette e siti naturalistici tra cui i parchi

nazionali, naturali statali e regionali, siti di interesse comunitario (SIC e SIC Mare) e zone di protezione

speciale (ZPS).

‐ Insediamenti produttivi o impianti tecnologici potenzialmente pericolosi dal punto di vista

ambientale (ai sensi di quanto individuato nell'allegato I del D.L. 59/2005) forniti dall’Ufficio

Rischio Ambientale della Regione Puglia;

‐ Impianti di depurazione, Serbatoi idrici, Partitori dell’Autorità Idrica Pugliese;

L’associazione del danno agli elementi esposti è stata operata come segue:

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D4 - Danno potenziale elevato:

1. Zone urbanizzate (agglomerati urbani, nuclei abitati con edificazione diffusa e sparsa) o UdS Puglia:

Tessuto residenziale continuo antico e denso; Tessuto residenziale continuo, denso, più recente e basso;

Tessuto residenziale continuo, denso, recente, alto; Tessuto residenziale discontinuo; Tessuto residenziale

rado e nucleiforme; Tessuto residenziale sparso; Cantieri e spazi in costruzione e scavi

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Tessuto urbano continuo; Tessuto urbano discontinuo; Cantieri

2. Zone interessate da attività economiche e produttive di rilevante interesse (zone commerciali,

industrie, centri di ricerca, etc. non potenzialmente pericolose dal punto di vista ambientale) o UdS Puglia:

Insediamenti commerciali; Insediamenti di impianti tecnologici; Insediamenti industriali o artigianali con

spazi annessi

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Aree industriali commerciali

3. Strutture Strategiche (ospedali e centri di cura pubblici e privati, centri di attività collettive civili,

sedi di centri civici, centri di attività collettive militari) o UdS Puglia:

Insediamenti ospedalieri; Aree sportive; Campeggi strutture ricettive e bungalow o simili; Parchi

divertimento; Insediamenti di grandi impianti di servizi pubblici e privati

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

rientrano nel Tessuto urbano continuo e Tessuto urbano discontinuo

4. Infrastrutture strategiche (Autostrade, Tangenziali, Grandi Strade e/o Strade a Scorrimento

Veloce, Strade Statali, Provinciali e Comunali principali, Stazioni FS, Linee Ferroviarie, Aeroporti,

Eliporti, Porti, invasi idroelettrici, grandi dighe, Elettrodotti, Gasdotti, Acquedotti, Metanodotti,

Linee Elettriche, Oleodotti) o DB Prior 2011:

Autostrade, Statali, Provinciali, Strade di collegamento tra i centro urbani e Ferrovie [NOTA: l’informazione

vettoriale lineare è stata poligonizzata con buffer di 25 m per le autostrade, 15 m per le statali, 10 m per le

provinciali, 6 m per le altre strade e le ferrovie]

o Per le dighe:

Dighe della Carta Idrogeomorfologica per la Puglia e informazioni del Registro italiano dighe per Campania

e Basilicata, digitalizzando il corpo idrico con curva di livello pari a quota di massimo invaso + 1 m

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o UdS Puglia

Grandi impianti di concentramento e smistamento merci; Aree aeroportuali ed eliporti; Aree per gli impianti

delle telecomunicazioni; Aree portuali; Superfici annesse alle rete ferroviarie; Reti ed aree per la

distribuzione, produzione e trasporto dell’energia

o Autorità Idrica Pugliese:

Serbatoi informazione puntuale, resa poligonale su ortofoto)

o Potabilizzatori digitalizzati su ortofoto (3 in Puglia e 1 in Campania)

5. Beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse (aree naturali, aree boscate, aree protette

e vincolate, aree di vincolo paesaggistico, aree di interesse storico e culturale, zone archeologiche) o PPTR Puglia:

Parchi e Riserve (parchi nazionali, riserve naturali statali, parchi naturali regionali, riserve naturali regionali

integrali e orientate); Siti di rilevanza naturalistica (Zone di protezione speciale - ZPS, Siti di interesse

comunitario - SIC e zone speciali di conservazione - ZSC); Testimonianze della stratificazione insediativa (siti

interessati dalla presenza di beni storico-culturali); Aree a vincolo paesaggistico (istituite con L1497/39 e

L.431/85); Aree a vincolo archeologico (istituite con L.364/1909, L. 1089/1939, L.490/1999, L. 42/2004)

o UdS Puglia:

Aree archeologiche

6. Zone interessate da attività economiche, industriali o impianti tecnologici, potenzialmente

pericolosi dal punto di vista ambientale (ai sensi di ai sensi di quanto individuato nell'allegato I del

D.L. 59/2005) o Stabilimenti a rischio di incidente rilevante (ARIR), di cui al D.Lgs 334/99 e s.m.i., forniti da Servizio Rischio

Industriale dell’ISPRA

o Insediamenti produttivi o impianti tecnologici potenzialmente pericolosi dal punto di vista ambientale (ai sensi

di quanto individuato nell'allegato I del D.Lgs. 59/2005) forniti dall’Ufficio Rischio Ambientale della Regione

Puglia

o Impianti IPPC-AIA (D.Lgs. 59/2005) forniti dall’ARPA Puglia

D3 - Danno potenziale molto elevato:

1. Discariche, depuratori, inceneritori o Discariche non soggette ad AIA da UdS Puglia, Carta Idrogeomorfologica e ARPA Puglia

o Impianti di depurazione da ARPA Puglia e AIP, con digitalizzazione da UdS Puglia

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2. Zone omogenee presenti negli strumenti urbanistici comunali e individuati come Cimiteri, cave,

discariche anche se non in esercizio o UdS Puglia:

Cimiteri; Aree estrattive; Depositi di rottami a cielo aperto, cimiteri di autoveicoli

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Aree estrattive

3. Beni ambientali, paesaggistici e storico-archeologici che racchiudono potenziali valori, ma non

riconosciuti in termini normativi //

D2 - Danno potenziale medio:

1. Zone agricole specializzate o UdS Puglia:

Uliveti; Vigneti; Frutteti e frutteti minori; Insediamenti produttivi agricoli; Seminativi semplici in aree non

irrigue; Seminativi semplici in aree irrigue; Colture orticole in pieno campo in serra e sotto plastica; Aree

agroforestali; Sistemi colturali e particellari complessi; Colture temporanee associate a colture permanenti;

Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti; Altre colture

permanenti; Acquacolture* ( * per similitudine con gli insediamenti produttivi agricoli ) o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Frutteti e frutti minori; Seminativi in aree non irrigue; Uliveti; Vigneti; Aree prevalentemente occupate da

colture agrarie con spazi naturali; Sistemi colturali e particellari permanenti; Colture annuali associate a

colture permanenti

2. Zone estrattive //

3. Zone omogenee presenti negli strumenti urbanistici comunali e individuati come ad esempio,

verde urbano e parchi urbani, borghi rurali o UdS Puglia:

Aree verdi urbane

4. Infrastrutture secondarie: intese come strade secondarie, linee ferroviarie e stazioni nel caso in

cui il danno non provochi l’isolamento di uno o più centri urbani

o UdS Puglia:

Reti stradali secondarie e spazi accessori

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori

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D1 – Danno potenziale moderato o nullo

1. Aree incolte o di scarso valore ambientale o UdS Puglia:

Rocce nude, falesie e affioramenti; Suoli rimaneggiati e artefatti; Spiagge, dune e sabbie

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Spiagge, dune e sabbie

2. Aree agricole non specializzate (prati, pascoli, etc.) o UdS Puglia:

Aree a pascolo naturale, praterie, incolti; Aree a ricolonizzazione naturale; Aree a ricolonizzazione

artificiale; Aree a vegetazione sclerofilla; Aree interessate da incendi o altri eventi dannosi; Aree con

vegetazione rada; Boschi di conifere; Boschi di latifoglie; Boschi misti di conifere e latifoglie; Cespuglieti e

arbusteti; Superfici a copertura erbacea densa; Prati alberati e pascoli alberati

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Aree a pascolo naturale e praterie ad alta quota; Area a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione; Aree

a vegetazione sclerofilla; Aree agroforestali; Aree con vegetazione rada; Boschi di conifere e latifoglie;

Boschi misti; Prati stabili

3. Aree umide (zone umide, corpi idrici, boschi igrofili, lanche e meandri abbandonati, ecosistemi

sito-specifici, etc.) o UdS Puglia:

Bacini con prevalente utilizzazione per scopi irrigui; Canali ed idrovie; Estuari; Fiumi torrenti e fossi;

Lagune, laghi e stagni costieri; Paludi interne; Paludi salmastre; Saline

o CLC 2006 per Basilicata e Campania:

Paludi interne; Bacini d’acqua

4. Superfici costruite, a bassa densità di edificazione in stato di abbandono o degrado riconosciuto.

Il valore è principalmente legato alla perdita dell'elemento costruito. o UdS Puglia:

Insediamenti in disuso

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2. Mappatura del rischio

Definiti i 3 livelli di pericolosità (AP, MP, BP) e i 4 di danno potenziale (D4, D3, D2, D1),

sono stabiliti i quattro livelli di Rischio conseguenti R4, R3, R2 ed R1, secondo il D.P.C.M.

29.09.98 “Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli

adempimenti di cui all’art. 1, commi 1 e del D.L. 11.06.98, n. 180”:

• R4 (rischio molto elevato): per il quale sono possibili perdita di vite umane e lesioni gravi

alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, la

distruzione di attività socio-economiche;

• R3 (rischio elevato): per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone,

danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la

interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni relativi al patrimonio

ambientale;

• R2 (rischio medio): per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e

al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli

edifici e la funzionalità delle attività economiche;

• R1 (rischio moderato o nullo): per il quale i danni sociali, economici ed al patrimonio

ambientale sono trascurabili o nulli.

La carta del rischio è dunque redatta operando l’intersezione della pericolosità idraulica con

le classi di danno, secondo la matrice di seguito riportata:

CLASSI DI RISCHIO CLASSI DI PERICOLOSITA'

AP MP BP

CLASSI DI DANNO

D4 R4 R3 R2

D3 R3 R3 R2

D2 R2 R2 R1

D1 R1 R1 R1

A corredo della mappatura del rischio, si riporta il numero indicativo di abitanti esposti alla

pericolosità idraulica e gli impianti che potrebbero provocare inquinamento accidentale in caso di

alluvione.

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Per la determinazione della popolazione esposta, sono stati elaborati i dati provenienti

dall'ISTAT per la Regione Puglia, Basilicata e Campania relativi alle sezioni censuarie e alla

popolazione residente 2001. Le 'Sezioni censuarie' sono state intersecate con le aree a pericolosità

idraulica e a tali aree è stata attribuita una popolazione esposta pari alla densità abitativa della cella

censuari per la superficie a diversa pericolosità idraulica, secondo la seguente proporzione:

(POPOLAZIONE CELLA CENZUARIA) : (POPOLAZIONE PERICOLOSITA’ )

=

(AREA CELLA CENZUARIA) : (AREA PERICOLOSITA’ )

La legenda adottata per il numero di abitanti esposti a rischio è la seguente:

Per la rappresentazione degli impianti potenzialmente pericolosi dal punto di vista

ambientale sono stati considerati quelli di cui quelli di cui al D.Lgs. 334/99 e al D.Lgs. 59/2005,

riportati nella classe di danno potenziale D4, a prescindere dalla loro ubicazione in aree a

pericolosità idraulica, schematizzati secondo la seguente simbologia:

Si rimanda la rappresentazione degli altri esposti rilevanti (es. scuole, caserme, ospedali) ad

un aggiornamento delle mappe di rischio sulla base di informazioni di maggior dettaglio derivanti

dai Piani di Emergenza Comunale, nonché da fonti ufficiali Regionali e Provinciali.

A titolo esemplificativo si allegano alla seguente relazione le mappe del rischio relative a

porzioni dei territori comunali di Corato, Manfredonia, Melissano e Trinitapoli, adottando per la

rappresentazione cartografica delle mappe del rischio il medesimo quadro di unione delle mappe

della pericolosità.  

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Responsabile:

  Ing. Lia Romano 

 

Gruppo di Lavoro:

  Ing. Maria Montaruli 

  Geol. Domenica Lepore   

  Geol. Maria Nilla Miccoli 

  Ing. Giuseppe Verdiani 

  Ing. Roberta Giove