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NUMERO 1856 DI LUNEDI 22 MAGGIO 2017 A CURA DELLA SEGRETERIA GENERALE AD USO INTERNO APERTO AL CONTRIBUTO DÌ TUTTI_

Personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria ,

candidatura all’elezioni politiche ed amministrative ,aspettativa per campagna elettorale

Segreteria Generale

Due agenti di Polizia penitenziaria in ospedale aggrediti da un detenuto

Sono stati portati al Pronto Soccorso cittadino i due agenti di Polizia penitenziaria aggrediti .da un detenuto straniero di 36 ani , che si è scagliato dapprima contro un agente e poi ha aggredito un secondo agente della polizia penitenziaria, accorso in sostegno del collega. Solo il pronto intervento di altro personale i servizio ha evitato che vi fossero ulteriori e ben più gravi conseguenze per i colleghi a cui vanno gli auguri di una pronta guarigione dalla Segreteria Generale Alsippe

Segreteria Generale

I sindacati della Polizia Penitenziaria chiedono la

rimozione della direttrice del carcere

Badu 'e Carros: i sindacati chiedono la rimozione della direttrice del carcere nuorese .I sindacati della polizia penitenziaria parlano di una rissa particolarmente grave tra detenuti; la direttrice del carcere, Luisa Pesante, inquadra tutto in una semplice spinta in un momento di nervosismo e senza alcuna conseguenza.

L'episodio, scrivono le organizzazioni sindacali, è avvenuto a Badu 'e Carros alcuni giorni fa. Per gli agenti riuniti in questa nuova vertenza ce ne sarebbe abbastanza per parlare di "gestione anomala" della direzione dell'Istituto e di conseguenza per richiedere ai vertici "l'avvicendamento" della Pesante. In una lettera inviata - tra gli altri - al presidente del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) Santi Consolo, i segretari di ben sette sigle sindacali denunciano i fatti avvenuti a Badu 'e Carros l'11 maggio nella sala teatro della sezione AS 3. "Verso le ore 15.30 circa, in presenza della dottoressa Luisa Pesante, educatori e operatori civili esterni tra cui una signora in stato interessante, alcuni detenuti si sono resi protagonisti di atti violenti. Nello specifico si è verificata una vera e propria rissa tra diversi detenuti con conseguenze gravi ed i protagonisti sono stati bloccati con non poche difficoltà", scrivono i sindacalisti. "Da notizie in nostro possesso parrebbe che l'autorità dirigente al riguardo non abbia preso provvedimenti sul caso, addirittura avrebbe impedito al personale di Polizia Penitenziaria di notiziare dell'accaduto agli uffici competenti e all'autorità giudiziaria. Ovviamente se quanto ci è stato riferito corrispondesse al vero siamo davanti ad un pericolo concreto dovuto ad una gestione dell'Istituto che ci sentiamo di stigmatizzare. Episodi come quello citato mettono a serio rischio la sicurezza dei lavoratori ma anche dell'intero Istituto e non tolleriamo che la Direzione minimizzi. Per questo chiediamo l'immediato invio di un'ispezione ministeriale al fine di verificare eventuali responsabilità ed omissioni dell'accaduto, si chiede altresì l'avvicendamento immediato del Direttore con altro dirigente". La direttrice respinge le accuse e fornisce una ricostruzione dei fatti avvenuti in quella sezione - dove recentemente era stato aggredito un agente - completamente diversa. "Non c'è stata nessuna rissa, ma solo una discussione accesa tra due detenuti culminata con una spinta. La situazione è tornata immediatamente alla normalità tanto che i due si sono subito dopo riappacificati e abbracciati", ribadisce stizzita la Pesante,

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"non capisco che si sia permesso di dare una versione errata dell'accaduto. Mi riservo di querelare chi ha mentito".(LUnione Sarda)

Carenza di personale e niente ferie , situazione difficile nella Casa Circondariale di Viterbo

Mammagialla, carenza di personale e niente ferie.VITERBO – (aml) Una carenza di personale oramai cronica a cui ora si aggiunge anche la problematica di non poter usufruire del necessario periodo di riposo estivo.Scatta così la manifestazione di protesta davanti alla casa circondariale di Viterbo da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Costretti, a causa della scarsità di dipendenti, a turni esasperati ed esasperanti e a dover far fronte al costante sovraffollamento di detenuti. La popolazione carceraria non dovrebbe superare il limite massimo di 450, Mammagialla invece ospita oltre 600 reclusi.''L’amministrazione penitenziaria – stigmatizza Manuela Cicogna, segretario regionale Sinappe (Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria) – non incrementa né il numero dei sottufficiali né quello del personale, facendoci lavorare sotto i livelli minimi di sicurezza. Un agente può arrivare a coprire anche 4/5 posti di servizio, ossia da solo svolge le mansioni di 4/5 persone. Ci sono assistenti capo che si ritrovano a fare le veci di un superiore, di un ispettore, di un sovrintendente assumendosi anche compiti che non competono loro. Una situazione che, purtroppo, incide fortemente sui livelli di sorveglianza generale soprattutto pomeridiana e notturna''.Ritmi di lavoro sostenuti dunque a cui dovrebbe fare da giusto contraltare la possibilità di godere delle meritate ferie. Invece in settimana con una nota la direzione di Mammagialla ha comunicato che non sarà possibile garantire a tutti il riposo estivo. Non è chiaro quali saranno i criteri che saranno adottati per scegliere i fortunati che potranno usufruire del piano ferie.Tra l’altro, i dipendenti della casa circondariale viterbese si trovano a dover fronteggiare anche un alto numero di detenuti psichici.La sindacalista non esclude che, qualora la questione del piano ferie non si sblocchi, quella odierna sia sola la prima di una serie di manifestazioni di protesta. E comunque chiosa: ''Lo stato di agitazione permane fino a quando non ci sarà data la possibilità di lavorare in condizioni almeno un pochino migliori''.Al

sit-in, oltre al Sinappe, hanno partecipato anche i rappresenti di Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria), Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), Uilpa (Organizzazione sindacale Uil della polizia penitenziaria) e Cgil Funzione pubblica).

«A Poggioreale con queste scarpe non puoi entrare». Lo strano divieto del penitenziario napoletano

NAPOLI. E' di pochi giorni fa la notizia che le mogli e le madri di alcuni detenuti portavano in carcere, anche a Poggioreale, l'hashish per i parenti, nascondendolo tra suola e tacco delle scarpe. Bastava una telefonata e i parenti erano pronti a rifornire i detenuti della droga. L'indagine della polizia Penitenziaria nacque dopo il ritrovamento di una quantità di droga nelle "Hogan" del padre di un detenuto durante un colloquio e ha portato all'arresto di tre donne:A.I. , R.L. e A.D.L. In realtà da diverso tempo le Hogan sono un accessorio bandito da Poggioreale, sia per la possibilità di nascondere oggetti tra la suola e il tacco, sia per la presenza all'interno della suola di una struttura in ferro che potrebbe essere usata per offendere. Non solo i detenuti, ma anche chi fa visita settimanalmente ai proprio congiunti non può introdursi nella struttura con quelle scarpe. A far diventare le scarpe "off limits" per il penitenziario, forse, ha contribuito anche il ritrovamento della prima "stecchetta" di 'fumo' che ha consentito l'avvio dell'indagine conclusasi all'inizio di questa settimana.(Internapoli)

Mezzi navali della Polizia penitenziaria garantiranno la sicurezza in mare durante l’esibizione delle Frecce Tricolori a Tirrenia

Tornano le Frecce Tricolori a Tirrenia .Il 20 e 21 maggio, dalle 15,30 alle 18, nelle acque antistanti l’arenile di Tirrenia, più precisamente tra lo stabilimento Marta di Marina di Pisa e la spiaggia in concessione all’Unione italiana ciechi di Calambrone, si esibirà la Pattuglia Acrobatica Nazionale, meglio nota come Frecce Tricolori. Per l’occasione, la capitaneria di porto di Livorno ha emanato un’ordinanza al fine di garantire la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della pubblica incolumità del mare, disciplinando le attività marittime in zona. Nel rammentare il divieto di navigazione, ancoraggio, pesca di ogni genere, attività subacquee e di balneazione a partire dalle 14, la cornice di sicurezza in mare sarà garantita dai mezzi navali della guardia costiera di Livorno/Marina di Pisa e Viareggio, dalle forze di polizia (carabinieri, polizia di stato e penitenziaria), nonché dai vigili del fuoco, coordinati dalla capitaneria di porto di Livorno.(Qui Livorno)

Anche le unità Cinofile della Polizia penitenziaria presenti al Napoli Motorshow 2017

Ancora la Polizia penitenziaria protagonista al Napoli Motorshow 2017 la nuova manifestazione dedicata al mondo delle auto e delle moto da competizione, sportive, esclusive, di serie, artigianali, personalizzate. Oltre allo stand nel padiglione 5 della Mostra d’Oltremare, la Polizia penitenziaria domani e domenica si esibir, con le Unità Cinofile .

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Indagato per falso l'ex direttore del carcere di Padova

Padova. Carcere, indagato per falso l'ex direttore Pirruccio.Accusato di aver "declassato" 12 detenuti dall'alta sicurezza al regime comune senza passare per la commissione. Nei guai dopo l'ispezione ministeriale.È indagato per falso in atto pubblico l'ex direttore della casa di reclusione Due Palazzi, Salvatore Pirruccio, 64 anni, alla guida dell'istituto per 13 anni fino all'ottobre 2015, poi trasferito al Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria del Triveneto con sede a Padova in qualità di vicario.L'accusa? L'aver predisposto degli atti grazie ai quali sono stati declassati 12 reclusi dal regime di alta sicurezza (riservato ai condannati inseriti nella criminalità organizzata per reati di tipo associativo come mafia, traffico di droga a livello internazionale, sequestri di persona, terrorismo) a quello proprio dei detenuti comuni.Reclusi - alcuni dei quali impegnati nelle cooperative sociali, attive all'interno della struttura penitenziaria come la pasticceria Giotto, guidate da Nicola Boscoletto - che avrebbero dovuto essere trasferiti altrove, in un carcere con la sezione "alta sicurezza" eliminata dal Due Palazzi. Così non è avvenuto e, per far restare a Padova quei detenuti, sarebbe stato riqualificato il regime loro attribuito. L'inchiesta è coordinata dal capo della procura Matteo Stuccilli con il pubblico ministero Sergio Dini. Il reato di falso. Nel novembre 2014 in carcere si presentano gli ispettori del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, uno dei quattro dipartimenti del Ministero della Giustizia che sovrintende tutti gli istituti penitenziari). Nei mesi successivi si discute la chiusura della sezione padovana di alta sicurezza dove si trovano 85 persone sottoposte al regime che prevede una modalità più restrittiva (37, alcuni ex capi mafia) e una più lieve (una settantina). "Chi ha intrapreso un percorso rieducativo-trattamentale, per esempio andando a scuola, frequentando corsi, lavorando, potrebbe essere escluso da trasferimenti come prevede il progetto di chiusura dell'Alta sicurezza" aveva osservato l'allora direttore Pirruccio. Poi il Dap decide: si chiude. E alcuni detenuti dell'alta sicurezza vengono trasferiti altrove, altri restano a Padova.Tra il marzo e l'aprile 2015 il direttore firma i provvedimenti destinati a cambiare il regime per una dozzina di

reclusi che passano dall'alta sicurezza a quello comune in base a quanto risulta dagli accertamenti affidati all'Aliquota operativa dei carabinieri guidati dal tenente Quarta. Con quale giustificazione? Il raggiungimento di obiettivi risultati di progressione trattamentale. La procedura violata. Non che un declassamento non sia possibile, ma le regole da seguire sono precise e chiare. Regole che - si contesta a Pirruccio -sarebbero state calpestate.Le norme dell'Ordinamento penitenziario prevedono la valutazione dei singoli casi da parte di una commissione presieduta dal direttore e formata da esperti, come educatori e psicologi. Secondo l'indagine, invece, le commissioni sarebbero state convocate a cose fatte. "Quelli che vengono "declassificati" non sono detenuti restituiti alla libertà. Non significa regalargli chissà quali privilegi, solo trattarli un po' più da persone e un po' meno da merci da scaricare da un carcere all'altro" aveva commentato di fronte alla notizia dell'inchiesta in corso la direttrice di Ristretti Orizzonti, Ornella Favero.La denuncia del Dap. Nel 2015 arriva in procura il rapporto del Dap che aveva eseguito l'ispezione, dopo l'inchiesta su un sistema di crimini, abusi e complicità tra alcuni agenti di polizia penitenziaria e un gruppo di detenuti, capaci di trasformare un reparto del carcere in un supermarket fuorilegge dove tutto aveva un prezzo.E un rapporto durissimo sulla direzione Pirruccio condizionato - insiste il Dap - da un lato dalle coop di Boscoletto e dall'altro da Ristretti Orizzonti. Quel documento fa scattare l'inchiesta sul vertice del Due Palazzi con l'arresto (notificato in carcere nel dicembre scorso) dell'ergastolano Mario Pace, siciliano ex esponente del clan Pillera-Cappello condannato per omicidi e mafia. Dal Due Palazzi, dirigeva un traffico di droga proveniente dall'Olanda. Il dirigente: "ho già avuto modo di chiarire" "Devo ancora vedere ancora di che cosa si tratta" risponde l'ex direttore Salvatore Pirruccio a proposito dell'inchiesta nella quale risulta indagato. Eppure venti giorni fa Pirruccio (difeso dall'avvocato Annamaria Marin) è stato interrogato in procura. "Sì", ammette il dirigente ormai prossimo alla pensione (manca un anno), "ho chiarito, ma sarebbe scorretto parlare in questa fase dell'inchiesta". Nessun commento da parte di Nicola Boscoletto, presidente di Officina Giotto e attivo da 27 anni in carcere nel portare lavoro fra i detenuti del Due Palazzi: "Dell'inchiesta, non so nulla. E non parlo di ciò che non conosco". Quanto all'ex direttore "per me è una persona onesta e un grande servitore dello Stato". Attualmente della casa di reclusione si trovano circa 650 detenuti. L'8 luglio 2014 l'inchiesta sul "carcere colabrodo" aveva portato al l'arresto di 15 persone ma a un totale di 31 indagati. Al Due Palazzi entrava di tutto (droga, chiavette usb, cellulari e schede sim). Nel

marzo scorso sequestrati altri 6 cellulari con schede sim.(Il Mattino di Padova)

Cagliari: carcere di Uta, detenuto 41enne suicida in cella

È stato ritrovato nella sua cella senza vita ieri pomeriggio. Un detenuto del carcere di Uta, G. D. G., 41enne cagliaritano, si è suicidato impiccandosi, tra lo sconforto di operatori penitenziari, agenti e il personale sanitario della struttura. A segnalare l'episodio è la presidente di Socialismo diritti riforme, Maria Grazia Caligaris: "Rinunciare alla vita è una scelta dolorosa, disperata, spesso dissimulata e quindi imprevedibile. Se avviene in una struttura penitenziaria purtroppo ne conferma l'inadeguatezza. Le Istituzioni non possono trascurarne il significato". "Spesso si dimentica che la perdita della libertà - sottolinea - è una condizione particolarmente pesante che segna profondamente l'esistenza della persona con ripercussioni sulla solidità della propria identità. L'esclusione dalla vita familiare, dai figli, dalla comunità pesa particolarmente. La carcerazione fa emergere nascoste fragilità. Può rendere la persona irrequieta, irascibile, depressa, disperata. Chi deve pagare il debito con la società per un reato deve farlo in modo da vedere il proprio futuro migliore. Lo Stato deve essere presente pertanto in modo adeguato senza trascurare aspetti fondamentali che contemplano la sicurezza e la riabilitazione. Ogni suicidio in carcere ha una storia a sé e spesso appare inspiegabile, tuttavia la responsabilità ricade sul sistema. La professionalità della Polizia Penitenziaria non può sempre scongiurare il peggio soprattutto quando difettano anche i numeri. La detenzione però deve diventare davvero l'extrema ratio e la vigilanza deve essere supportata da altre figure professionali competenti" Il carcere di Uta registra il numero di tentati suicidi più alto in Italia: "Non è, purtroppo, la prima volta - aggiunge Caligaris. E a correre i maggiori rischi sono le persone con problemi di tossicodipendenza che avrebbero bisogno di percorsi personalizzati considerando che tanti di loro fanno i conti con problemi sanitari. Detenuti, appunto, per i quali il ricorso alle misure alternative dovrebbe diventare automatico".(L'Unione Sarda)

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Circolari ministeriali e note D.A.P. maggio 2017

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Convenzioni nazionali e regionali per gli iscritti Alsippe

La Segreteria Generale in collaborazione con i rappresentanti regionali provinciali e locali presenti sul territorio ha stipulato una serie di convenzioni per gli iscritti Alsippe e i

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Compilazione gratuita del modello 730/2017 reddito anno 2016

E’ attiva la convenzione tra la Segreteria Generale Alsippe e la Services Agency centro di Assistenza Fiscale , dove sara’ effettuata l’elaborazione e compilazione dei modelli 730/2017 inerenti la dichiarazione dei redditi per l’anno 2016.Tutti i delegati Alsippe , gli iscritti e familiari ,interessati alla compilazione GRATUITA del modello dovranno inoltrare una mail ad [email protected] , indicando i dati anagrafici e numero telefonico , verranno ricontattati per definire la modalita’ di consegna della documentazione necessaria alla compilazione della dichiarazione consegna che potra’ avvenire tramite fax al numero 081 0139841 oppure email all’indirizzo [email protected], oppure attraverso l'invio di un plico postale ad indirizzo da richiedere telefonicamente alla Services Agency . Il Modello 730/2017 si potrà consegnare integrato entro il 7 luglio. Richiedi alla Segreteria Generale Alsippe all’indirizzo email [email protected] l’elenco dei principali oneri deducibili e detraibili per i redditi 2016

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Convenzione per la stipula di polizze assicurative RC auto per gli iscritti Alsippe e propri familiari

La Segreteria Generale Alsippe ha definito una convenzione per la stipula di polizze assicurative RC auto e moto per gli iscritti Alsippe ed i propri familiari. Per eventuali preventivi e ulteriori informazioni chiamare al numero di telefono 3931383562 oppure inviare la documentazione direttamente all’indirizzoemail: [email protected] Documenti richiesti per il preventivo 1)Fotocopia del libretto di circolazione fronte e retro 2) Documento di riconoscimento Nel caso in cui sia un familiare intestatario della polizza un autocertificazione che ne attesti la parentela ai sensi della normativa vigente, per altre informazioni contattare l’ufficio ai numeri indicati sopra

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