ducato09_01

16
il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Quindicinale - 16 gennaio 2009 - Anno 18 - Numero 1 “Ducato on line”: www.uniurb.it/giornalismo Distribuzione gratuita Spedizione in a.p. 45% art.2 comma 20/b legge 662/ 96 - Filiale di Urbino Si apre ad aprile la grande mo- stra su Raffaello Sanzio. In tutto saranno esposte 38 grandi opere del pittore nato ad Urbino. Il mi- nistro degli Esteri Franco Fratti- ni sta trattando il delicato presti- to della “Resurrezione di Cristo” con il museo di San Paolo del Brasile. alle pagine 8 e 9 Con Raffaello si tenta il rilancio Cultura Da settembre un abitante su dieci ha cominciato a separare i rifiuti. Marche Multiservizi au- menta i cassonetti per la raccol- ta stradale e si propone di rag- giungere in tre anni l’obiettivo del 40 per cento di raccolta diffe- renziata previsto dalla finanzia- ria 2007. Presto verrà distribuito un bidoncino per l’umido a tutte le famiglie. alle pagine 2 e 3 Porta a porta: confusione e buona volontà Rifiuti Il comune di Urbino è proprieta- rio del territorio nei pressi di Fermignano. L’area fa parte dei terreni all’asta per trovare i fondi per un complesso socio-sanita- rio. Il Moto Club fermignanese vedrebbe sfumare più di tren- t’anni di attività. L’offerta all’a- sta, con base 310.000 euro, non può essere coperta da mutuo. a pagina 14 Un bene minacciato Crossodromo La crisi comincia a colpire Basta con l’abbigliamento costoso, mentre la spesa si fa al supermercato Lavoro e commercio mostrano chiari segnali delle difficoltà attuali L’EDITORIALE I l giornalismo o è indipendente, oppure non è. E, senza giornali- smo, la società democratica non funziona, si passa nella postdemo- crazia. Tempo fa Nanni Moretti ha lanciato un allarme che è sembrato singolare: in Italia è assente l'opinione pubbli- ca. Il Paese è fermo, anzi va indietro, declina, come ha scritto il "New York Times". Poi anche Eugenio Scalfari e Ilvo Diamanti hanno detto qualcosa del genere. Non solo manca l'opinione pubbli- ca, anche il senso comune si è abbas- sato, l'orizzonte è più corto, "dome- stico". Ogni ambiente porta al massi- mo la propria logica e procede incu- rante degli altri. In pubblicità tira la violenza? Allora coloriamo le mac- chine di rosso col sangue o facciamo aggressivo anche Babbo Natale che fa giustizia a pugni. I comportamen- ti toccano anche la vita quotidiana. Se in auto ti fermi per far passare un pedone sulle strisce, può capitarti dietro un automobilista che ti suona stizzito. Gli italiani sono diventati tutti rozzi e cattivi. Crediamo di no. Un paese civile c'è: un po' punito, un po' dis- orientato e dormiente, un po' esclu- so, con poca trasmissione dei saperi. Di fronte a questa deriva, l'informa- zione non è innocente, non fa il suo mestiere perché non è autonoma. Fa altro. Tutti i media si ritrovano schie- rati, nelle città e nel Paese, o con il governo o con l'opposizione. Le noti- zie e il fluire dei fatti vanno a collocar- si, con maggiore o minore equilibrio, in un alveo quasi predefinito, sterile. La società finisce per mancare di fre- schezza, non corre linfa vitale, in tutti gli ambiti non emergono i migliori, i più capaci. Il contrario dell'egua- glianza dei punti di partenza. Tutto si richiude sul già esistente. Ci siamo accorti meglio di questa seria anomalia con l'elezione negli Stati Uniti, di Obama. Ci ha stupito, ci è piaciuta (più o meno a tutti). Un uomo-progetto scelto non dal parti- to democratico o contro il partito repubblicano, ma da una opinione pubblica preoccupata. Informata, però, e libera (dopo avere smaltito nel tempo la botta dell'11 settem- bre). In Italia una cosa del genere potreb- be oggi accadere? Nemmeno per sogno. Qui non sono i cittadini a fare la politica, ma la politica a fare i citta- dini. Che cosa può farci il giornale di una città come Urbino, il periodico della scuola di giornalismo? Molto. Moltissimo. "Il Ducato" è una redazione di trenta giovani che si preparano al giornali- smo come deve essere. Da quando è nato porta con sé l'indipendenza. E' il giornale speciale di una città spe- ciale, diversa: per la sua università e per la sua storia. Basta camminare per le vie di Urbino per comprenderlo. Quando questi giovani giornalisti raccontano l'aria che si respira, le cose che si comprano o non si pos- sono comprare, la vita e le parole delle persone, quel che conta e quel- lo che non conta, la mostra di Raffaello o le compite signore che nonostante l'abolizione vogliono pagare ancora l'Ici, costruiscono anche qualcosa d'altro, guardano, insieme con i lettori, parecchio in là oltre l'orizzonte. Giornalisti per guardare oltre l’orizzonte La stagnazione economica comincia a mordere anche a Urbino. La temuta crisi si è fatta sentire già nella parte finale dell’anno appena con- cluso e ora sta colpendo un po’ in tutti i settori. L’occupazione scricchiola, perfino tra le realtà più solide; il commercio alter- na luci e ombre, nell’abbiglia- mento come nel settore ali- mentari. Lavoro: “Il pubblico impiego salva Urbino perché è più tute- lato, mentre soffrono un po’ le imprese di Fermignano”. L’analisi di questa situazione a due facce è dell’assessore pro- vinciale al Lavoro, Massimo Galuzzi, che snocciola anche le statistiche a testimoniare il calo degli indicatori: “Le assunzioni diminuiscono, le mobilità aumentano, così come la pre- carietà. Tra le vertenze, la Tvs ristruttura mentre la Benelli armi non ha grossi problemi. Nell’ambito del commercio, i consumatori sembrano pre- miare l’abbigliamento che ha un buon rapporto qualità-prez- zo e snobbano le grandi firme e i capi di lusso. Bene a metà i saldi, che hanno mostrato una tendenza positiva. Per fare la spesa invece si preferisce sem- pre più la grande distribuzione, a discapito delle piccole botte- ghe. Gli studenti e i prodotti in offerta le chiavi del successo. alle pagine 6 e 7 N onostante il termine dei lavori fosse fissato a gennaio, l’Anas ha comunicato un nuovo ritar do. La bretella sarà pronta la prima settimana di marzo, ma per l’inaugurazione si dovrà aspettare il mese di aprile. Le ragioni: modifiche apportate al progetto iniziale soprattutto in mate- ria di sicurezza; costruzione dell’impianto antincendio nella galleria Ca’ Gulino e della rotatoria nella zona “le Conce”; illuminazione del sottovia di Fermignano. a pagina 5 Bretella, nuovi ritardi. A marzo la fine dei lavori L’Università di Urbino non è vir- tuosa secondo i parametri fissati dalle leggi 133 e 180. Superando il limite del 90% nel rapporto tra costo del personale e fondo di fi- nanziamento ordinario, non po- trebbe più assumere nuovo per- sonale né indire concorsi. Un duro colpo per l’Ateneo che solo due anni fa aveva avviato il pro- cesso di statalizzazione a pagina 12 Riforma Gelmini Urbino ora nei guai Università

description

Primo numero 2009, periodico dell'Istituto per la Formazione al giornalismo (IFG) di Urbino

Transcript of ducato09_01

Page 1: ducato09_01

il DucatoP e r i o d i c o d e l l ’ I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

Quindicinale - 16 gennaio 2009 - Anno 18 - Numero 1“Ducato on line”: www.uniurb.it/giornalismo

Dis

trib

uzio

ne g

ratu

ita S

pedi

zion

e in

a.p

. 45

% a

rt.2

com

ma

20/b

legg

e 66

2/ 9

6 -

Fili

ale

di U

rbin

o

Si apre ad aprile la grande mo-stra su Raffaello Sanzio. In tuttosaranno esposte 38 grandi operedel pittore nato ad Urbino. Il mi-nistro degli Esteri Franco Fratti-ni sta trattando il delicato presti-to della “Resurrezione di Cristo”con il museo di San Paolo delBrasile.

alle pagine 8 e 9

Con Raffaellosi tenta il rilancio

Cultura

Da settembre un abitante sudieci ha cominciato a separare irifiuti. Marche Multiservizi au-menta i cassonetti per la raccol-ta stradale e si propone di rag-giungere in tre anni l’obiettivodel 40 per cento di raccolta diffe-renziata previsto dalla finanzia-ria 2007. Presto verrà distribuitoun bidoncino per l’umido a tuttele famiglie.

alle pagine 2 e 3

Porta a porta: confusione e buona volontà

Rifiuti

Il comune di Urbino è proprieta-rio del territorio nei pressi diFermignano. L’area fa parte deiterreni all’asta per trovare i fondiper un complesso socio-sanita-rio. Il Moto Club fermignanesevedrebbe sfumare più di tren-t’anni di attività. L’offerta all’a-sta, con base 310.000 euro, nonpuò essere coperta da mutuo.

a pagina 14

Un bene minacciato

Crossodromo

La crisi comincia a colpireBasta con l’abbigliamento costoso, mentre la spesa si fa al supermercato

Lavoro e commercio mostrano chiari segnali delle difficoltà attuali

L’EDITORIALE

Il giornalismo o è indipendente,oppure non è. E, senza giornali-smo, la società democratica non

funziona, si passa nella postdemo-crazia.Tempo fa Nanni Moretti ha lanciatoun allarme che è sembrato singolare:in Italia è assente l'opinione pubbli-ca. Il Paese è fermo, anzi va indietro,declina, come ha scritto il "New YorkTimes". Poi anche Eugenio Scalfari eIlvo Diamanti hanno detto qualcosadel genere.Non solo manca l'opinione pubbli-ca, anche il senso comune si è abbas-sato, l'orizzonte è più corto, "dome-stico". Ogni ambiente porta al massi-mo la propria logica e procede incu-rante degli altri. In pubblicità tira laviolenza? Allora coloriamo le mac-chine di rosso col sangue o facciamoaggressivo anche Babbo Natale chefa giustizia a pugni. I comportamen-ti toccano anche la vita quotidiana.Se in auto ti fermi per far passare unpedone sulle strisce, può capitarti

dietro un automobilista che ti suonastizzito.Gli italiani sono diventati tutti rozzi ecattivi. Crediamo di no. Un paesecivile c'è: un po' punito, un po' dis-orientato e dormiente, un po' esclu-so, con poca trasmissione dei saperi.Di fronte a questa deriva, l'informa-zione non è innocente, non fa il suomestiere perché non è autonoma. Faaltro. Tutti i media si ritrovano schie-rati, nelle città e nel Paese, o con ilgoverno o con l'opposizione. Le noti-zie e il fluire dei fatti vanno a collocar-si, con maggiore o minore equilibrio,in un alveo quasi predefinito, sterile.La società finisce per mancare di fre-schezza, non corre linfa vitale, in tutti

gli ambiti non emergono i migliori, ipiù capaci. Il contrario dell'egua-glianza dei punti di partenza. Tutto sirichiude sul già esistente.Ci siamo accorti meglio di questaseria anomalia con l'elezione negliStati Uniti, di Obama. Ci ha stupito, ciè piaciuta (più o meno a tutti). Unuomo-progetto scelto non dal parti-to democratico o contro il partitorepubblicano, ma da una opinionepubblica preoccupata. Informata,però, e libera (dopo avere smaltitonel tempo la botta dell'11 settem-bre).In Italia una cosa del genere potreb-be oggi accadere? Nemmeno persogno. Qui non sono i cittadini a fare

la politica, ma la politica a fare i citta-dini.Che cosa può farci il giornale di unacittà come Urbino, il periodico dellascuola di giornalismo? Molto.Moltissimo."Il Ducato" è una redazione di trentagiovani che si preparano al giornali-smo come deve essere. Da quando ènato porta con sé l'indipendenza. E'il giornale speciale di una città spe-ciale, diversa: per la sua università eper la sua storia. Basta camminare perle vie di Urbino per comprenderlo.Quando questi giovani giornalistiraccontano l'aria che si respira, lecose che si comprano o non si pos-sono comprare, la vita e le paroledelle persone, quel che conta e quel-lo che non conta, la mostra diRaffaello o le compite signore chenonostante l'abolizione voglionopagare ancora l'Ici, costruisconoanche qualcosa d'altro, guardano,insieme con i lettori, parecchio in làoltre l'orizzonte.

Giornalisti per guardareoltre l’orizzonte

La stagnazione economicacomincia a mordere anche aUrbino. La temuta crisi si èfatta sentire già nella partefinale dell’anno appena con-cluso e ora sta colpendo un po’in tutti i settori. L’occupazionescricchiola, perfino tra le realtàpiù solide; il commercio alter-na luci e ombre, nell’abbiglia-mento come nel settore ali-mentari.

Lavoro: “Il pubblico impiegosalva Urbino perché è più tute-lato, mentre soffrono un po’ leimprese di Fermignano”.L’analisi di questa situazione adue facce è dell’assessore pro-vinciale al Lavoro, MassimoGaluzzi, che snocciola anche lestatistiche a testimoniare il calodegli indicatori: “Le assunzionidiminuiscono, le mobilitàaumentano, così come la pre-carietà. Tra le vertenze, la Tvsristruttura mentre la Benelliarmi non ha grossi problemi.

Nell’ambito del commercio, iconsumatori sembrano pre-miare l’abbigliamento che haun buon rapporto qualità-prez-zo e snobbano le grandi firme ei capi di lusso. Bene a metà isaldi, che hanno mostrato unatendenza positiva. Per fare laspesa invece si preferisce sem-pre più la grande distribuzione,a discapito delle piccole botte-ghe. Gli studenti e i prodotti inofferta le chiavi del successo.

alle pagine 6 e 7

Nonostante il termine dei lavori fosse fissato a gennaio, l’Anas ha comunicato un nuovo ritardo. La bretella sarà pronta la prima settimana di marzo, ma per l’inaugurazione si dovrà

aspettare il mese di aprile. Le ragioni: modifiche apportate al progetto iniziale soprattutto in mate-ria di sicurezza; costruzione dell’impianto antincendio nella galleria Ca’ Gulino e della rotatorianella zona “le Conce”; illuminazione del sottovia di Fermignano. a pagina 5

Bretella, nuovi ritardi. A marzo la fine dei lavori

L’Università di Urbino non è vir-tuosa secondo i parametri fissatidalle leggi 133 e 180. Superandoil limite del 90% nel rapporto tracosto del personale e fondo di fi-nanziamento ordinario, non po-trebbe più assumere nuovo per-sonale né indire concorsi. Unduro colpo per l’Ateneo che solodue anni fa aveva avviato il pro-cesso di statalizzazione

a pagina 12

Riforma GelminiUrbinoora nei guai

Università

Page 2: ducato09_01

il Ducato

2

Finalmente, dopo es-sere stata rimandataper mesi, anche aUrbino è partita laraccolta differen-ziata porta a porta.

Solo in alcune zone e in via spe-rimentale. Circa 1500 cittadinihanno cominciato a dividere irifiuti in tipologie e a portare isacchetti nei bidoni colorati vi-cino a casa, a seconda del ca-lendario di raccolta: lunedì egiovedì gli operatori ritiranol’umido e il secco indifferen-ziato, martedì la plastica, mer-coledì la carta e venerdì alter-nano vetro e lattine. Gli abitan-ti dei quartieri di Mazzaferro,Villa Teresa, Tufo e Montesoffiosi stanno abituando alle nuoveregole: alcuni dubbi rimango-no, e se si va a guardare dentroi bidoni capita di trovarci dei ri-fiuti sbagliati. Oppure si vedo-no dei cassonetti stracolmiperché qualcuno porta fuori isacchetti nei giorni sbagliati.Ma la sperimentazione sta co-minciando a ingranare. Nel resto della città MarcheMultiservizi, la ditta che da unanno si occupa della gestionedei rifiuti di Urbino, sta incre-mentando il numero dei bido-ni per la raccolta differenziatadi prossimità (la raccolta “nor-male”, con i cassonetti per laplastica, la carta e il vetro rag-gruppati lungo le strade). Pre-sto estenderà la raccolta dei ri-fiuti organici a tutto il territo-rio. “L’obiettivo dei prossimitre anni è riuscire a riciclare il40% dei rifiuti, come previstodalla Finanziaria 2007” spiegaLeonardo Tombari, responsa-bile della divisione ambientaledella Multiservizi. Una sfida impegnativa, consi-

derando che, stando ai dati diLegambiente, Urbino nel 2007riciclava solo poco più del 17%dei propri scarti. "I cassonetti della raccoltastradale sono una buona cosa,ma non bastano a toccare lepercentuali chieste dall'Unio-ne Europea, fissate in Italia dal-la Finanziaria 2007” affermaSauro Capponi, assessore pro-vinciale con delega all'am-biente. L’assessore è convintoche l'obiettivo debba essere ilporta a porta ovunque. Dello stesso parere Donato De-

meli, assessore comunale allosviluppo sostenibile: "Solo conil porta a porta e la tariffa pun-tuale, che responsabilizza epremia il singolo, è possibilerealizzare percentuali signifi-cative di differenziata”. La faseattuale è un compromesso. Infuturo, il Comune punta a so-stituire la tariffa di igiene am-bientale, calcolata in base alledimensioni dell’immobile e alnumero di componenti del nu-cleo famigliare (o all'attivitàsvolta dalle imprese) con unatariffa puntuale che tassi solo

la quantità di rifiuti che ciascu-na utenza fa smaltire. Tombari, della Multiservizi,non esclude la possibilità di ar-rivare ad una tassazione chepremi i virtuosi. Anche perchél’incentivo regionale di 60.000euro per la sperimentazionedel porta a porta che Urbinoaveva ricevuto un anno fa è vin-colato all’attuazione della ta-riffa puntuale. La Multiserviziha tempo fino al 2010 per deci-dere. Tombari rimane peròscettico sulla proposta di Le-gambiente di un porta a porta

più rigoroso, con codici a barredi riconoscimento sui sacchet-ti: “C’è il rischio di premiarecon una tariffa inferiore chimagari ha sversato parte deipropri rifiuti in un fosso”. Per ora la Multiservizi intenderaggiungere la soglia del 40%con la raccolta di prossimità.Da metà gennaio sono comin-ciate assemblee pubbliche neiquartieri per spiegare a tutti laraccolta differenziata. La dittadistribuirà poi casa per casadepliant informativi e un bi-doncino marrone da 10 litri perl’umido. Entro pochi mesi saràistituita la figura dell'ispettoreambientale, un pubblico uffi-ciale che avrà un ruolo princi-palmente educativo, ma potràanche sanzionare chi non dif-ferenzia i rifiuti, o li abbandonafuori dalle aree adibite. “I costi della raccolta sono mol-ti, specie nel porta a porta”:Tombari giustifica l'incremen-to del 23% delle tariffe, che tan-te polemiche ha suscitato. So-prattutto all'avvio gli investi-menti sono consistenti, in ter-mini di personale, mezzi, pub-blicità. Quando la raccolta en-trerà a regime, i costi dellosmaltimento diminuiranno, ecosì le tariffe per i cittadini. In effetti il Comune stima che,solo dalle zone di sperimenta-zione del porta a porta, i confe-rimenti in discarica di rifiuti in-differenziati diminuirebberodi 750 tonnellate all’anno. E il33% di questi rifiuti sarebbe ditipo organico. Si capisce per-ché la priorità di Marche Mul-tiservizi sia per ora l'estensio-ne della raccolta dell'umido atutto il comune. Ma si capisco-no anche le critiche di chi spin-gerebbe piuttosto per un portaa porta diffuso.

[email protected]

“Porta a porta, proviamoci”Quattro quartieri stanno sperimentando la raccolta dei rifiuti a domicilio

Da gennaio in tutto il Comune più cassonetti per la differenziata e un bidoncino a famiglia per l’umido

“Hanno stravolto il nostro progetto”Le critiche di Bolognini, presidente di Legambiente a Urbino

"Questo non è un vero porta aporta". Alessandro Bolognini,presidente del circolo Legam-

biente di Urbino, non è per nulla convin-to della recente sperimentazione di rac-colta dei rifiuti. Prima della fusione tra Megas e Aspes,che lo scorso gennaio ha generato la dit-ta Marche Multiservizi, Legambiente ealtre associazioni avevano proposto unprogetto di raccolta differenziata porta aporta "più spinto, utilizzando sacchetticon codici a barre di riconoscimento". Ilprogetto prevedeva una sperimentazio-ne in sei quartieri e nelle mense univer-sitarie. Doveva partire a gennaio 2008,ma la nuova ditta di gestione dei rifiuti,la Marche Multiservizi, lo ha considera-to non sostenibile economicamente, e loha rimandato. Fino a pochi mesi fa. Ora la sperimentazione è differente. Già: niente più controlli diretti sui citta-dini e niente incentivi e sgravi fiscali perchi differenzia e contiene la produzionedi rifiuti. E l'area è stata di molto ridotta.

In più, hanno avuto troppa fretta di ini-ziare e non sono riusciti a informare inmaniera esauriente i cittadini. Comincia però una campagna di sensi-bilizzazione in tutte le case.La Multiservizi ha previsto un'informa-zione capillare, famiglia per famiglia, enelle scuole, dove sono previsti corsi diformazione per insegnanti. Noi da annifacciamo corsi con il centro di educazio-ne ambientale "Casa delle vigne", e pur-troppo devo dire che i risultati non sonoeccellenti. Staremo a vedere.Marche Multiservizi intende raggiun-gere l'obiettivo del 40% di raccolta dif-ferenziata in tre anni. Ce la farà? I datiLegambiente del 2007 non sono moltoconfortanti.Il comune di Urbino nel 2007 ha diffe-renziato il 17,30% dei propri rifiuti. Po-chi punti in più rispetto al risultato del2006. Forse sarà difficile balzare in treanni al 40%. Comunque, noi ce lo augu-riamo. Legambiente monitorerà da vici-no il progetto, peraltro ancora flessibile.

Se dai controlli risulterà che non funzio-na, o che c'è dietro qualche interesse del-l'azienda, allora si andrà allo scontro. Madevo dire che, nonostante il componen-te privato (Hera) ragioni ovviamente conuna logica di tipo aziendale, ci ha solle-vato notare nella Multiservizi una certaattenzione all'ambiente. C'è stata una polemica sull'aumentodelle tariffe. Cosa ne pensa?L'aumento disincentiva il cittadino. Perquesto noi insistiamo per arrivare allatariffa puntuale, e alla raccolta porta aporta a peso, con i codici a barre di rico-noscimento nei sacchetti. D'altro cantoè anche vero che la raccolta prima di an-dare a regime ha bisogno di un certo pe-riodo di rodaggio e di investimenti con-sistenti. Poi, con l'ammortamento dellespese della ditta, gli introiti del riciclag-gio e la maggiore durata delle discariche,dovrebbe calare la spesa anche per i cit-tadini. Speriamo che si arrivi presto al40% di differenziata e che insieme si tor-ni a tariffe normali. (a.c.)

ALICE CASON

Raccolta differenziata nel 2006 nel comune diUrbino (datoLegambiente)

14,85%

L’obiettivo fissato dallaFinanziaria 2007 cheMarche Multiservizi vuolerealizzare entro tre anni

40%

Raccolta differenziata nel 2007 nel comune diUrbino (datoLegambiente)

17,30%

Bidoni per la raccolta differenziata porta a porta nella zona condominiale di Mazzaferro

Page 3: ducato09_01

3

PRIMO PIANO

I cittadini: “L’iniziativa è buona ma dobbiamoancora abituarci”

Difficile ricordare il calendario della raccolta

Disservizi? Ti aiuta lo sportello

Nei quartieri diMazzaferro, Vil-la Teresa, Tufo eM o n t e s o f f i o ,continua la rac-colta “porta a

porta”. Ma come sta funzio-nando? “Ha portato molti van-taggi - dichiara Mario Ciaroni,un cittadino della zona di VillaTeresa - anche se non ha moltosenso che noi qui ci impegnia-mo tanto mentre in altre areeneppure la fanno e continua-no a buttare tutto in un unicobidone. Non ci sono sanzioniper chi non rispetta le regole,né premi per noi che invececerchiamo di fare le cose al me-glio. Paghiamo tutti le stessetasse. Che senso ha? È una buf-fonata! Inoltre mancano i bi-

doni della plastica e del secco,dobbiamo lasciare i sacchettiper terra e i cani sporcano tut-to: non è per niente igienico.Non oso immaginare cosa ac-cadrà questa estate con il cal-do. Forse era più comodo pri-ma, con le campane. In più, se-condo me, il colore dei bidonidella carta andrebbe cambia-to: è trasparente, tutti possonoleggere chiaramente i miei datie violare la mia privacy”. In ef-fetti - spiega Roberta Ruscia-delli, una ragazza che vive dasola in una casa con giardino aVilla Teresa - capita spesso di ri-trovare nei nostri bidoni l’im-mondizia che la gente porta daiquartieri vicini, sacchetti in-differenziati che poi restano lìper giorni e giorni. Noi sappia-mo benissimo di chi sono, manon li segnaliamo, tanto non cisono sanzioni né ispettori am-

bientali.È una vergogna!”.È della stessa opinione ancheAntonio Ferri, abitante di Maz-zaferro: “Noi facciamo bene laraccolta, ma nell’edificio ac-canto portano sempre i sac-chetti nei giorni sbagliati”. Re-sta, comunque, tra i cittadinil’impressione che sia necessa-ria una grande attenzione e for-za di volontà per fare la raccol-ta differenziata come si deve,perché le indicazioni non sonosempre chiare, nonostante ladistribuzione di brochure con icosiddetti “RifiutoMetri” e il ri-corso a riunioni di quartiere.“Facciamo un po’ fatica a capi-re bene dove gettare le cose, an-che se - commenta GiovanniLoizzo, studente di Mazzaferro- trascorrendo la maggior partedel tempo all’Università in ca-sa non ci sono quasi mai. Citengo a fare bene la raccolta

Migliorare la raccolta differenziata sipuò. Come? Collaborando all’iniziati-va promossa da “Cittadinanzattiva”

che ha dato vita, dai primi di ottobre, a unosportello per informazioni e per segnalare dis-servizi. “Il nostro scopo - commenta SalvatoreLiberto, coordinatore responsabile di Cittadi-nanzattiva - è fare in modo che i cittadini ab-biano un atteggiamento diverso, che non sia didelega alle istituzioni ma di partecipazione at-tiva”. I disservizi più segnalati, fino a ora, ri-guardano la zona di Mazzaferro. Gran parte deicittadini si lamenta del fatto che spesso i sac-chetti, depositati nei bidoni sbagliati, restano lì,non ritirati, per diversi giorni. “Il problema - spiega Maria Atripaldi, segretariadel coordinamento di Cittadinanzattiva - è checi sono persone che non rispettano il calenda-rio dei giorni di conferimento. A tal propositovorremmo al più presto collocare, vicino ai

punti stabiliti, dei grandi cartelli plastificati chericordino alla gente gli orari e i giorni di raccol-ta”. Altro problema da risolvere riguarda i cani che,mordicchiando i sacchetti della plastica e delsecco per i quali non è previsto un apposito bi-done, sporcano l’area dei punti di raccolta. “La gente dovrebbe lavare meglio le cose primadi buttarle – aggiunge Maria Atripaldi - mentrenoi potremmo provvedere a recintare la zona”. Nonostante le difficoltà, la raccolta differenzia-ta arranca ma procede. Per poter decollare ne-cessita della collaborazione di tutti. Lo sportel-lo, in via Gramsci 29, è aperto il mercoledì e il ve-nerdì dalle 9:00 alle 11:00, e le richieste o le se-gnalazioni possono essere comunicate di per-sona o inoltrate per telefono, fax, posta o e-mail.Questi i riferimenti: 0722329685; e-mail: [email protected]

(b.d.m.)

BRUNELLA DI MARTINO differenziata. Vengo dal sud,dove l’emergenza rifiuti è sottogli occhi di tutti e ho voglia di ri-scattarmi. Non ho mai chiama-to lo sportello dei disservizi maspero che chi ha il dovere dicontrollare se ne occupi: è bel-lo avere strade e quartieri puli-ti”. “La raccolta differenziatasta prendendo piede in tuttaItalia e sta diventando sistemae questo sì che è un progresso.All’educazione dei cittadinituttavia - aggiunge DaniloAlessandroni, un abitante diMazzaferro che fa parte di Le-gambiente - dovrebbe contri-buire anche l’autorità, magaricon controlli serrati e l’intro-duzione del codice a barre; è la-sciato tutto un po’ troppo allaresponsabilità individuale. Re-sponsabilità che dovrebbe tra-dursi in senso civico, in rispet-to e cura dei beni comuni che

invece spesso manca. Mi sonoaccorto infatti che nei bidonidell’indifferenziata la spazza-tura è aumentata, perché chinon vuole fare la cernita li va abuttare lì. Altra cosa che non vaè il fatto che i bidoni della rac-colta “porta a porta” siano di re-sponsabilità del quartiere: nondovrebbe essere il Comune adoccuparsi della pulizia dei cas-sonetti?”. “Io i bidoni li ho ingiardino, sono un po’ ingom-branti perché i sacchetti sonopiù grandi di quelli tradiziona-li, ma - interviene Roberta - al-meno sono puliti. Nonostantetutte le difficoltà, sono semprestata favorevole alla raccoltadifferenziata. Anche se non hofigli penso al futuro di chi ver-rà: non è giusto che i bambinivivano con l’immondizia alcollo”.

[email protected]

Frazione organica: qualsiasi scarto di cucina è ricicla-bile, così come piccole piante e cenere di caminetti. I tovaglioli di carta usati vanno gettati tra i rifiuti orga-nici. Il tetrapak va buttato nel contenitore della carta, men-tre il polistirolo in quello della plastica.È riciclabile anche la carta che contiene parti di altrimateriali (ad esempio la finestra di plastica dellebuste).È sempre meglio sciacquare con acqua bottiglie e fla-coni prima di buttarli. E’ consigliabile anche svuotare icontenitori prima di depositarli nei cassonetti.Non sono riciclabili: carta sporca o unta, piatti, bic-chieri e posate di plastica, pannolini, assorbenti ecalze di nylon vanno buttate nel sacchetto giallo delsecco.

CONSIGLI UTILI

Page 4: ducato09_01

il Ducato

4

Arrivano le case ecologicheIn città si inizia a costruire con i nuovi criteri di bioedilizia e bioarchitettura

Fontesecca e Valdazzo i due quartieri ecosostenibili. Così si impara a risparmiare e si rispetta l’ambiente

Quanto consuma equindi quanto in-quina una casa? Dal2009-2010 tutti se lodovranno chiederee adattare le esigen-

ze estetiche a quelle funzionalie di rispetto dell’ambiente. Lenormative europee parlanochiaro e se l’Italia tarda a rece-pirle, ad Urbino qualcosa si stamuovendo.Il tema ecologico arriva forte echiaro incarnandosi in alcuneiniziative di valore che si realiz-zeranno in due località: Fonte-secca e Valdazzo. In questiquartieri saranno costruiticomplessi edilizi ecosostenibi-li con tanto di pannelli solari,fotovoltaici e radianti.A presentare i progetti è la co-operativa di abitanti Villaggiodell’Amicizia. Nata 32 anni faad Urbino, oggi opera su tutto ilterritorio provinciale realiz-zando edifici e quartieri concriteri ecocompatibili.La Regione ha stanziato deifondi con il Piano casa 2006-2008 e questa cooperativa è ri-uscita ad ottenere parte di queisoldi. Rispettivamente a Fon-tesecca e Valdazzo sono statiattribuiti circa 600 mila e 250mila euro e l’approvazione delprogetto è arrivata il 31 Otto-bre. Ora si tratta di costruire e ilavori partiranno entro la finedi gennaio.Il primo a vedere la luce sarà unedificio da 18 alloggi a Fonte-secca. Il piano però è ben piùampio poiché conta di realiz-zare 150 alloggi complessivi tracondomini e villette e di com-pletare il quartiere con un cen-tro sportivo e alcune attivitàcommerciali. Tutto rispettan-do bioarchitettura e bioedili-zia. Parole strane che hanno al-la base concetti semplici ed ef-ficaci.Con la prima si intende lo stu-dio approfondito del sito, delterreno su cui sorgerà la casa.Bisogna considerare l’esposi-zione alla luce, l’analisi del sot-tosuolo, della radioattività e ditutti quei fattori che condizio-nano la vita di una casa e dei

SILVIA SACCOMANNO

suoi abitanti. Con bioediliziainvece si indica la scelta di ma-teriali certificati, riconosciuticome non-nocivi. E poi l’in-stallazione di dispositivi alter-nativi. Solo per fare qualcheesempio: pannelli solari e fo-tovoltaici per produrre rispet-tivamente acqua calda edenergia attraverso la luce; pan-nelli radianti a pavimento checonsentono un riscaldamentorapido dell’ambiente a tempe-rature molto più basse di quel-le necessarie con un normaletermosifone; caldaie a bio-massa o a condensazione che

utilizzano processi ed ele-menti meno inquinanti. E poimateriali isolanti per ripararsida caldo, freddo e rumori,pompe di calore al posto del-l’aria condizionata per il refri-geramento estivo e impianti-stica centralizzata, ossia unasola caldaia per condominio,ma con la possibilità di gestireautonomamente i propri con-sumi. Le innovazioni non sonofinite. Un contatore collegatoai pannelli fotovoltaici per-mette di misurare l’energiache la nostra casa produce.Possiamo poi rivendere al ge-

store il surplus che a noi nonserve e guadagnarci.Con circa 50 euro al metroquadro possiamo avere unacasa di classe A, ossia avereun’abitazione costruita se-condo tutti i criteri indicati.Giuliano Amadori e GabrieleGentili, che si occupano del-l’aspetto commerciale e di ge-stione del Villaggio dell’Amici-zia, hanno le idee chiare. “Lepersone devono rendersi con-to che con un 5-10% in più sulprezzo di costruzione, il risul-tato è quello di avere una casache inquina meno perché con-

suma meno. In questo modo siottiene la certificazione ener-getica che sarà obbligatoriadal 2009. Il costo iniziale poi siammortizza in poco tempocon un risparmio annuo sullebollette che va dal 25 al 30%”. Così anche se il contesto gene-rale non è dei migliori per l’e-dilizia, la tecnologia che va in-contro all’ambiente è una no-vità che Urbino è riuscita a farfiltrare dalle sue antiche murae i cittadini già respirano la vo-glia di risparmiare soldi e gua-dagnare in salute.

[email protected]

Prototipo diuna casa eco-sostenibiledi classe Acon materialie impiantitecnologiciidonei a farleottenere lacertificazioneenergetica

Page 5: ducato09_01

5

CITTÀ

Bretella pronta ad aprileLe modifiche al progetto la causa di nuovi ritardi

Quando ormai sembrava possibilescrivere la parola fine alla vicendadella bretella, ecco spuntare un nuo-vo rinvio. L’Anas ha ufficializzato chela fine dei lavori è posticipata alla pri-ma settimana di marzo, mentre pri-

ma si parlava della fine di gennaio. Per il tagliodel nastro bisognerà aspettare Pasqua, ma di-penderà tutto dalla velocità nello smantella-mento del cantiere.“Si tratta di un ritardo minimo - afferma l’inge-gnere Ernesto Tedeschi, direttore tecnico delcantiere - dovuto soprattutto a degli adegua-menti d’opera, per allinearsi alle normative inmateria di sicurezza”.Ma quali sono stati questi interventi? La galleriaCa’ Gulino (848 metri) è stata dotata di un im-pianto antincendio e sono state inserite tutte lepredisposizioni necessarie per la creazione diimpianti futuri. Nel sottovia, chiamato impro-priamente “svincolo di Fermignano”, è stato in-serito il sistema di illuminazione. “Si tratta di unintervento per garantire la sicurezza dei cittadi-ni che vi transiteranno - dice Tedeschi - e dei tec-nici che verranno chiamati per la manutenzio-ne. Il sottopassaggio è molto importante perchépermetterà di continuare a utilizzare la statale73 bis, agevolando così le persone che lì vi abita-no e la stessa viabilità nel caso il viadotto venis-se chiuso per lavori.” La galleria si estende finoalla località le Conce dove, secondo il piano ap-

provato nel 2006, doveva essere costruito un in-crocio a T per l’intersezione tra la statale e la bre-tella. Allo svincolo, invece, è stata creata una ro-tatoria simile alle molte che sono presenti nellaprovincia di Pesaro - Urbino. Nella stessa zona sitrova l’antica vasca (dalla quale prende il nomela località), dove anni fa si pulivano e si lavora-vano le pelli. Dopo le proteste dei proprietaridella casa settecentesca e le polemiche degliambientalisti, fu deciso di deviare il percorsodella strada. “La vasca era un reperto storico im-portante per la città di Urbino – continua l’inge-gnere Tedeschi - e quindi, in accordo con l’Anas,abbiamo accolto le richieste che ci erano stateposte. Anzi, abbiamo fatto di più. C’eravamo ac-corti che l’acqua sgorgava da un altro punto, ol-tre che dalla sorgente di San Bernardino, quindiabbiamo creato un condotto per convogliarlanella vasca.”È da 37 anni che gli urbinati sono costretti adascoltare questa storia infinita, ma la bretella re-sta comunque il mezzo che permetterebbe allacittà ducale di uscire dall’isolamento. Era il1972, quando per la prima volta si parlò di unastrada da collegare direttamente alla Fano-Grosseto. Nel 1992 l’Anas presentava e finanzia-va il progetto di una carreggiata a quattro corsie,allora senza galleria. Ad aprile del 1995 iniziava-no i lavori. Un anno dopo il ministero dell’Am-biente emetteva un’ordinanza di sospensionedei lavori. Tra il 1999 e il 2000 ripartivano i lavo-ri.

[email protected]

“Anche se c’è scarsa ri-sposta da parte dei cit-tadini, la trasforma-

zione in piena proprietà del di-ritto di superficie sulle case po-polari andrà avanti”. Lo dicel’architetto Roberto Imperatoresponsabile della vigilanzaedilizia del Comune di Urbino. Tutto era cominciato con la fi-nanziaria del 1998 che offrì aicomuni la possibilità di cederedefinitivamente le aree sullequali avevano concesso il dirit-to di superficie. Tale diritto se-para la proprietà degli edificida quella del terreno che, purrimanendo pubblico, viene so-lamente concesso per 99 anniagli assegnatari degli apparta-menti. Il diritto di proprietà in-vece, riunisce la proprietà del-l’abitazione e quella del terre-no che saranno concesse in to-to agli assegnatari degli appar-tamenti dopo soli 30 anni (apartire dalla data di sottoscri-zione del diritto di superficie). L’occasione è ghiotta. Un ap-partamento di 100 metri qua-drati nel quartiere Mazzaferrocosta circa 2.000 euro a metroquadro, per un totale di200.000 euro. Sfruttando l’ini-ziativa del Comune invece, unacasa popolare di 100 metri qua-drati nella stessa zona coste-rebbe 1.400 euro circa al metro,ovvero 140.000 euro. Una casapopolare quindi, a parità diubicazione e di metratura co-sta circa il 30% in meno rispet-to al valore di mercato.

In più, a coloro che aderirannoall’iniziativa entro il prossimo28 febbraio il Comune conce-derà un 20% di sconto. Tornan-do all’esempio, il prezzo del-l’appartamento scenderebbecosì a 112.000 euro, con un ri-sparmio di quasi il 50% rispet-to al prezzo reale dell’apparta-mento. Senza considerare che,una volta ottenuta la proprietà,

l’immobile salirebbe al norma-le valore di mercato in quantonon sarebbe più limitato daivincoli derivanti dal diritto disuperficie. In pratica si comprauna casa a un prezzo inferiorerispetto a quello che varrà do-po il suo acquisto. Nonostante la grande oppor-tunità concessa ai residentidelle zone popolari di Mazza-

ferro, Trasanni e Piansevero, larisposta è stata scarsa: solo unquinto dei 237 aventi diritto haaderito all’iniziativa. Sono 49 ledomande pervenute al 13 gen-naio, non una in più di quelleraccolte fino al 30 novembrescorso (termine originario perusufruire dello sconto). Il Comune spiega lo scarso suc-cesso del progetto con la man-

cata presa di coscienza da par-te dei cittadini dell’effettivaconvenienza dell’operazione.Forse non è stata pubblicizzataa dovere ed è per questo che ilComune stesso ha deciso di ri-cordare la scadenza del 28 feb-braio con un comunicatostampa che verrà diffuso neiprossimi giorni.

[email protected]

Edilizia popolare invenduta Prorogato al 28 febbraio il termine ultimo per ottenere lo sconto del 20%

Scarso il successo ottenuto dall’iniziativa del Comune. Solo 49 le domande presentate. Poca pubblicità

YLENIA MARIANI

FEDERICO DELL’AQUILA

“L’Ici? Noi l’abbiamo pagata lo stesso”Nonostante la crisi economica, c’è chi vuole pagare anche

le tasse che non ci sono più. A Urbino, la scorsa estate duesignore hanno deciso di versare l’Ici che era stata tolta po-

chi mesi prima.Licia e Lucia, insegnanti di lettere in pensione, sono due sorelleche vivono insieme nello stesso appartamento. Convinte attivi-ste di sinistra, sono state tra le fondatrici della Cgil scuola a Urbi-no. Era luglio quando Licia ha letto un articolo sul quotidiano la Re-pubblica in cui si dava notizia di un cittadino italiano che avevapagato l’Ici, nonostante fosse stata da poco eliminata. “La primacosa che ho pensato è stata: voglio farlo anch’io”.Rientrate a Urbino le due insegnanti sono andate a spiegare la lo-ro idea al vice sindaco Lino Mechelli, il quale ha fornito tutte lecoordinate per effettuare l’inedito pagamento. Per permetterel’incasso della somma, sul bollettino è stata scritta la seguente di-citura: contributo volontario in sostituzione dell’Ici per solida-rietà e sostegno ai servizi sociali comunali. “Pagare 91 euro a te-sta – afferma Licia - non ci ha creato nessun problema. Abbiamovoluto contribuire a sostenere l’amministrazione comunale per-ché l’abolizione dell’imposta ha creato dei disagi”. Esplicito il significato politico che le due sorelle hanno voluto da-re: “Non siamo assolutamente d’accordo con il governo Berlu-sconi. L’Ici non andava tolta del tutto perché serviva alle ammi-nistrazioni locali. Dovevano lasciare gli stessi standard approva-ti dalla gestione Prodi”.

(y. m.)

La galleria Ca’ Gulino, uno dei motivi del ritardo dei lavori

Page 6: ducato09_01

il Ducato

6

Le cifre dell’occupazione(fonte assessorato provinciale al Lavoro)

Assunzioni a Urbino nel 2008L’anno precedente erano 1.591

1.494

Assunzioni a Fermignano nel 2008Erano state 1.035 nel 2007

907

Mobilità a Urbino nel 2008Sono state 38 dodici mesi fa

46

Mobilità a Fermignano nel 2008Nel 2007 furono 28

45

Orazi (Fiom):poco credito,terzisti colpiti

L’intervista

Lavoro: la crisi mordeIl 2008 appena concluso segnato dal calo degli indicatori

L’assessore Galuzzi: “Soffrono le imprese di Fermignano, il pubblico impiego salva Urbino”

ALBERTO ORSINI

Anche a Urbino è ar-rivato lo spaurac-chio della crisi. Se il2007 era stato posi-tivo sotto moltiaspetti economici,

l’anno appena concluso ha se-gnato invece un calo costante,diventato picchiata negli ultimimesi. L’occupazione ha comin-ciato a scricchiolare, con l’aper-tura di vertenze anche nelle real-tà più solide; nel commercio al-cuni esercizi si sono ritrovatispiazzati dal calo degli acquisti,aiutandosi con le promozioni; incerti ambiti specifici, poi, peresempio negli alimentari, i ne-gozietti devono cedere un po’ ilpasso, a tutto vantaggio dellagrande distribuzione.Tra i comparti maggiormentesegnati dalla crisi economica c’èsenz’altro quello del lavoro.Realtà anche abbastanza vicinetra loro tuttavia patiscono gli ef-fetti della stagnazione in mododiverso: “A Urbino - spiega l’as-sessore provinciale al Lavoro,Massimo Galuzzi - c’è maggio-ranza di pubblico impiego, che èpiù tutelato e soffre meno ri-spetto alle imprese, che inveceabbondano a Fermignano. Ilproblema è che la crisi ha fattoseguito a un anno notevolmentesoddisfacente. Se nel 2007 tuttigli indicatori avevano segnatovariazioni positive, nel 2008 in-vece abbiamo pagato notevol-mente in termini di occupazio-ne, disoccupazione, cassa inte-grazione e mobilità”. Le statisti-che della Provincia parlanochiaro: le assunzioni calano, lemobilità aumentano. “A Urbino- sospira l’assessore - le assun-zioni sono state 1.494, un centi-naio in meno rispetto alle 1.591del 2007. Sono invece 46 le nuo-ve mobilità, contro le 38 dell’an-no precedente; i lavoratori an-cora effettivamente in mobilitàsono 81. Simile la situazione diFermignano: 907 assunzionicontro le 1.035 del 2007, mobili-tà aumentate in dodici mesi da28 a 45 e 64 lavori tuttora rimastisenza un posto. Nella prima fasedell’anno appena concluso i da-

ti si sono mantenuti buoni,mentre negli ultimi due trime-stri e in particolare da settem-bre in poi la situazione si è ap-pesantita, come nel resto delterritorio provinciale”. A Galuz-zi preme sottolineare un’altrachiave di lettura dei dati: “C’èun calo visibile - commenta trail 2007 e il 2008, ma quest’ulti-ma annata è stata comunquesuperiore agli anni 2005 e 2006,che registravano dati netta-mente inferiori. Pur calate, leassunzioni restano tante, ma

non è necessariamente un datoper cui gioire: le statistiche noncensiscono le singole personebensì i contratti, quindi posso-no esserci lavoratori assunti piùvolte, e ciò è un chiaro segnaledella crescente precarietà nellavoro”.Quanto alle singole vertenzeaperte, Galuzzi fa rapidamenteil conto. “La Benelli armi - snoc-ciola - sta bene, non ha lanciatosegnali preoccupanti in questoperiodo e speriamo continuicosì. Le imprese più nuove sono

meno tranquille, si pensi allaImab a Canavaccio, che ha tre-cento operai. La Tvs di Fermi-gnano ha messo in mobilità 30persone a scaglioni nell’otticadi una ristrutturazione azien-dale, speriamo possa aver supe-rato la stasi. Anche il settore tes-sile nell’alta valle del Metauroha avuto casi di mobilità, men-tre la meccanica tiene: la Benel-li ha avuto problemi ma è ripar-tita dopo una ristrutturazione eoggi resiste alla crisi”.

[email protected]

Navigare o affoga-re. Per GiorgioOrazi, segretarioprovinciale dellaFiom, è una sceltaobbligata di mol-

te aziende terziste (cioè produt-trici per conto terzi), che nonpossono fermarsi, perché chiu-dere costa troppo. Paradossi diuna crisi in cui, escluse alcunenicchie di mercato, quasi tutte leimprese producono con una fles-sione tra il 15 e il 30 per cento. Quelle con un prodotto proprioriescono ancora a barcamenarsi,ma per Orazi il problema è lamancanza di credito. “Un’azien-da che doveva far partire un con-tainer all’estero portava a scon-tare il suo ordine alla sua bancacreditrice”. Adesso, invece, rice-vere credito dalle banche è diven-tato un privilegio di pochi, solididebitori. Il risultato, sono “deci-ne di container con prodotti fini-ti bloccati al porto di Ancona per-ché non ricevono credito”. Sulversante dell’occupazione, sonopochissimi i contratti passati atempo indeterminato, mentremolti di quelli scaduti non sonostati rinnovati. Ma la novità è chela stragrande maggioranza delleaziende si ferma a una cassa inte-grazione di 8 o 16 ore settimana-li, misure più leggere rispetto alpassato. Questo, spiega Orazi, di-mostra che le aziende aspettanodi capire come si evolverà il mer-cato e quali misure prenderà ilgoverno. “Perché - conclude - senon si vedranno provvedimenticoncreti per sostenere il creditoalle imprese, la situazione si faràdrammatica”. A Pasqua, il primopunto della situazione. (e.p.)

La fabbrica di pentole licenzia e innova per restare in piedi

Alla Tvs, il fischio della si-rena continua a scandi-re i due turni di produ-

zione giornalieri. Le macchi-ne lavorano a pieno ritmo el’azienda è riuscita persino aguadagnare qualcosa rispettoall’anno precedente. Ma ilprezzo pagato per resistere al-la crisi è stato alto e i suoi ef-fetti pesano ancora sul mora-le dei lavoratori e sul futurodella fabbrica.La chiusura dello stabilimen-to di Trasanni e il licenzia-mento di 29 persone (in pre-valenza impiegati) sono statela parte più dolorosa di un pia-no di ristrutturazione azien-dale che ha puntato sulla ridu-zione dei costi e sull’innova-zione, con l’assunzione di uningegnere chimico. “Il piano èancora in corso d’opera e ter-minerà a marzo”, spiega l’am-ministratore delegato Ambro-gio Merlo. L’azienda sta infatticercando un altro ingegnerenel comparto ricerca e svilup-po dei processi, un esperto dimarketing e un direttore com-merciale. Ma nel frattempouna decina di lavoratori at-

tendono ancora la lettera di li-cenziamento che arriverà afebbraio. I sindacati non co-noscono i loro nomi, perchéspetta alla Tvs individuare lefigure da mettere in mobilità,rispettando i criteri della leg-ge 233 sui licenziamenti col-lettivi.Si tratta comunque di lavora-tori con alle spalle molti di an-ni di esperienza. Di quelli messi in mobilità, so-lo uno è disposto a parlare.“Gli altri - spiega AntonellaLionetti, responsabile legaledella Cgil di Urbino - non vo-gliono rilasciare dichiarazioniperché sono in trattativa con

altri datori di lavoro, o perchéhanno paura di compromet-tere parenti che lavorano an-cora in fabbrica. Alcuni hannoanche presentato ricorso”.Nazario Pizzicoli, 38 anni, è ildodicesimo licenziato dellaTvs. Ha scelto di non affidarsiagli strumenti di consulenza eformazione messi a disposi-zione da provincia e aziendaperché avrebbe dovuto rinun-ciare a mille euro sul buonouscita (il suo era di 7 mila eu-ro).“Un pugliese preferisce milleeuro in più oggi, piuttosto cheun corso di formazione”, spie-ga divertito. Nazario lavorava

al distaccamento di Trasanni.Nessuno lo aveva avvisato dellicenziamento fino a un gior-no di settembre, quando lohanno chiamato dalla dire-zione per dargli la notizia. “Maera nell’aria, lo sentivo. Quan-do mi hanno spostato nellostabilimento di Fermignanola mia mansione era stata divi-sa tra altre persone. Da quelmomento ho capito che sareiandato via. C’era un climamolto pesante in fabbrica, c’èanche adesso”. E infatti a Na-tale, a cena con gli ex-colleghi,si parlava, tra le altre cose, diproblemi organizzativi legatialla produttività. “Perché il la-voro - dice con un filo di ama-rezza - è lo stesso, e forse an-che aumentato, ma la mano-dopera è diminuita”.La ristrutturazione è stata larisposta a segnali che veniva-no dal mondo esterno, spiegaMerlo, “perché l’85% del no-stro fatturato viene dalleesportazioni. Negli ultimi treanni però rimaneva fermo”.Grande anomalia per un’a-zienda che per quarant’anninon aveva mai smesso di cre-scere.

[email protected]

ERNESTO PAGANO

Anche la Tvs paga la sua parte

Page 7: ducato09_01

7

ECONOMIA

Il pronto moda batte i campionari

Abbigliamento,tremanole grandi firmeGIOVANNI PASIMENI

Nella città ducale lacrisi economicac’è, ma non sorti-sce gli stessi effet-ti per tutti i com-mercianti. Alcuni

negozianti del centro storico sidichiarano soddisfatti per il bi-lancio dell’anno appena conclu-so; altri rispetto al 2007 lamenta-no significative flessioni. Vittimadella crisi è il settore dell’abbi-gliamento di lusso, travolto dallacontrazione della domanda. Chi ha puntato sulla vendita diabiti di medio livello, invece, è ri-uscito a fronteggiare la situazio-ne eguagliando o superando i ri-sultati dell’anno precedente.Molti commercianti speravanodi incrementare il volume degliaffari nella prima settimana del-la stagione invernale dei saldi -iniziata nelle Marche il 6 gennaio- salvando il salvabile, dato che levendite nel periodo di Natale nonhanno entusia-smato. In diversihanno rialzato lesaracinesche ilgiorno dopo l’Epi-fania, al terminedelle festività na-talizie. Ma sonorimasti delusi ,“fortemente pe-nalizzati per l’im-possibilità di ven-dere” poiché nontutti i principaliattori della vitaeconomica urbi-nate - primi fra tutti gli studenti -erano tornati in città. AnnamariaFranci è la titolare del negozio diabbigliamento di via Vittorio Ve-neto, che vanta una storia fami-liare ultracentenaria: l’esercizio,“più antico della provincia di Pe-saro e Urbino”, è stato aperto nellontano 1902. “Con l’inizio deisaldi - osserva Franci - è iniziatala prima settimana di «passio-ne». È presto per fare un bilancio,ma la crisi economica c’è e si fasentire pesantemente. Sono ses-sant’anni che lavoro in questonegozio, ma non mi sono mai tro-vata di fronte a una crisi comequella attuale. Nel periodo di Na-tale abbiamo venduto il 40 percento in meno rispetto allo scor-so anno”.C’è chi piange a causa della crisi,ma anche chi ride. Stefano Gam-ba, titolare dell’omonimo empo-rio di corso Garibaldi - aperto dalpadre nel 1949 e da lui rilevatocirca trent’anni fa - ha ottenutorisultati confortanti a fronte del-le nuove tendenze di mercato. Glisconti oscillano fra il 10 e il 30 percento per la merce nuova, mapossono aumentare per la “seriefinale di un giaccone o rimanen-ze”. “Anche l’anno passato - pre-

cisa Gamba - ho chiuso il bilan-cio in positivo. Sono soddisfattoper le vendite realizzate durantetutto l’arco dell’anno, non solo aNatale”. Annamaria Franci, nelsegno della tradizione familiare,continua a commerciare mercedi un certo costo, nonostante inquesto periodo vi sia la possibi-lità di trovare nel suo negoziomerce in saldo con sconti fra il 10e il 50 per cento. “Con i campio-nari - osserva - ipotechiamo il fu-turo anno per anno”. StefanoGamba ha fatto una scelta oppo-sta: “Lavoro con il pronto moda.Vado fuori Urbino per rifornirmitutte le settimane. Non faccio icampionari, ma ho scelto di ac-quistare e rivendere un prodottodi medio livello”. In Urbino la crisi per il momentopenalizza i commercianti di«grandi firme» rispetto a chi hascelto la vendita di merce carat-terizzata da un buon rapporto diqualità-prezzo. “Le maglie a 15-20 euro – spiega Gamba – si ven-

dono bene. Inpassato anche ioho trattato «gran-di firme»: ventianni fa vendevoArmani e Versace.Ho cambiato ti-pologia di articoliperché ho notatoche i campionariper il centro diUrbino non ave-vano successo”. Adispetto della cri-si economica, Al-fio Terenzi, che

vende abbigliamento femmini-le, intimo per uomo-donna e pi-giameria con la madre Anna Fra-ternali nel negozio Anna in viaVeneto, ha quasi triplicato gli in-cassi rispetto allo scorso annograzie a un ampliamento del suoesercizio commerciale. “Siamomolto soddisfatti perché abbia-mo aperto la nuova parte del ne-gozio soltanto dal 18 dicembre.La metratura è raddoppiata e oraci sono due vetrine. Incremen-tando anche l’assortimento del-la merce i risultati si sono visti.Non puntiamo molto sui saldi,ma in questo periodo pratichia-mo sconti fra il 20 e il 30 per cen-to”. Ilva Sartini, segretaria pro-vinciale della Fismo (Federazio-ne italiana settore moda), preci-sa: “I saldi stanno andando be-ne. Sono pochissimi i commer-cianti di Fano e Pesaro chedicono che sono andati peggiorispetto all’anno scorso (circa il20 per cento). Per il 40 per centonon è cambiato nulla, per il re-stante 40 per cento stanno an-dando meglio dell’anno scorso”.Una situazione che la Confeser-centi pensa sia simile a quella diUrbino.

[email protected]

Giù gli alimentariI negozietti faticano più dei supermercati

Promozioni e studenti fuori sede aiutano la grande distribuzione

SIMONE CELLI

Èla crisi dei pescipiccoli. Nel setto-re dei generi ali-mentari, sono so-prattutto le pic-cole botteghe a

pagare il prezzo delle difficoltàeconomiche del momento. Men-tre i supermercati incassano ilcolpo senza quasi accorgersene.E’ la logica di un mercato che age-vola la grande distribuzione esfavorisce i negozietti, da cui Ur-bino sembra non discostarsi piùdi tanto.“Il lavoro è dimezzato, non va be-ne per niente”, dice Roberto Lani,titolare dell’alimentari di viaBonconte da Montefeltro, cheparla di una spesa ridotta all’es-senziale. “Si compra al rispar-mio, ormai i clienti non ragiona-no più «a chili», ma a manciate ditre o quattro pezzi alla volta”.Sembra finita l’era delle scorte, laspesa si pianifica giorno per gior-no per evitare sprechi. “Pensia-mo all’olio – continua Lani – oggiuna bottiglia la si fa durare unmese e mezzo, mentre prima nonsuperava il mese”.I consumatori si adattano e cam-biano le loro abitudini. Certiprezzi aumentano, e così scatta-no le rinunce, soprattutto a sca-pito di prodotti non indispensa-bili come merendine e caramelle.Si accontentano i bambini conminore frequenza. “La crisi c’è,dopo il 15 del mese le famigliefanno fatica”, affermano al Cen-tro Frutta di via Guido da Monte-feltro, dove le feste natalizie han-no fatto registrare un calo dellevendite intorno al 30%, e le ordi-nazioni di cesti regalo si sono di-mezzate rispetto all’anno prece-dente. E’ stato un Natale a consu-mo ridotto, e su questo concor-dano anche i gestori dei super-mercati. “Ogni anno si vendonomeno panettoni, soprattuttoquelli meno tradizionali”, spie-gano al Maxiconad Montefeltro.All’A&O di via Bocca Trabaria iprodotti natalizi sono andati tut-ti esauriti, ma i rifornimenti era-no stati fatti con cautela.Eppure sono proprio loro, i gran-di centri, a passarsela meglio.

In difficoltàchi vendevestiariodi lusso:

i consumatoriscelgono

prodotti mediSempre all’A&O, Andrea Paoluc-ci spiega che nonostante tutto ifatturati sono rimasti gli stessi.Ci si concentra sulle «offerte», esi compensano le minori entrategrazie alle quantità vendute. “Lagente entra con in mano il volan-tino delle occasioni e si butta suquei prodotti che trova scritti”,racconta Paolucci.Al Conad Montefeltro ritengonoche la crisi si veda proprio dalsuccesso crescente delle offerte.“Ora la gente è molto più attentaa quello che compra”, spiega unadelle socie. Le grandi catene ri-escono a contenere i prezzi, tal-volta a farli diminuire. Come illatte a marchio Conad, che es-sendo prodotto «in casa» vienevenduto a un prezzo più checompetitivo nei supermercatidell’azienda madre. Non preoc-cupa, dunque, la concorrenzadei distributori automatici dilatte, penalizzati da alcune pole-miche legate all’igiene, e il cuisuccesso sembra più che altrolegato all’effetto novità. Il clien-te in tempo di crisi è pur sempreun cliente alla ricerca della co-modità, anche a discapito dellaconvenienza. Si pensi al succes-so degli affettati take-away. Già

tagliati, impacchettati e con ladata di scadenza indicata sullaconfezione, ma con un prezzomaggiorato rispetto a quelli ser-viti al banco. Si evitano code e at-tese, ma si finisce per spenderedi più. Un paradosso che può in-dicare la strada per nuove solu-zioni. I supermercati intendonoinsistere con la politica delle of-ferte, confidando nell’apportodegli studenti, tornati da pocodalla pausa natalizia. Al CentroFrutta spiegano che la loro pre-senza aiuta ad arginare la crisi,anche se “non comprano molto,ma aumentano il flusso di clien-ti”. Mentre all’A&O si attribuisceagli universitari circa un terzodegli introiti, complice la vici-nanza al collegio Tridente.Gli studenti sono una delle vie difuga da una crisi che al momen-to sembra non aver colpito tuttiquanti. Alle difficoltà dei piccolicommercianti si affianca lo scet-ticismo moderato dei super-mercati. Dove non si nega l’at-teggiamento prudente dellaclientela, ma in certi casi si arri-va anche a ipotizzare che siano imedia, in fondo, a fare del “ter-rorismo”.

[email protected]

Nella foto, clienti alla cassa dell’A&O Urbino

Page 8: ducato09_01

il Ducato

8

Raffaello torna a casaLa città scommettesulla grande mostra

Da aprile a luglio 38 grandi opere del pittore urbinate. Frattini tratta il prestito

Folgorata sulla via diLondra, di fronte aiquadri del pittoreurbinate. La so-praintendente Lo-renza Mochi Onori

ha ideato e concepito la mo-stra su Raffello Sanzio che saràinaugurata ad aprile a Palazzoducale. "L'idea forte che servi-va è nata proprio nella capita-le inglese". E' lì che la soprin-tendente ha accertato la man-canza di una coscienza condi-visa sulla formazione artisticadi Raffaello, che è tutta urbina-te. L'intento dunque è quellodi riconsegnare alla storia unaverità, alla città il suo artistapiù illustre.Un evento sul quale la città edil territorio puntano molto.Trentacinque opere raffaelle-sche provenienti dai più im-portanti musei del mon-do, oltre tre milioni dieuro di investi-m e n t o c o m -p l e s s i v o equasi quat-tro anni dis t u d i d aparte delc o m i t a t otecnico. Forte del-l 'entusia-smo deglia m b i e n t ipol i t ic i edeconomici lo-cali la soprain-tendenza regio-nale ha trainato lacarovana dell'organizza-zione curando ogni particola-re: dall'elaborazione di unprogetto scientifico di livellosino alle trattative con i museipiù importanti del mondo.Louvre, Uffizi e British mu-seum sono solo alcune delleimportanti gallerie che hannoaccettato di prestare opere digrande valore al Palazzo duca-le.L'evento sarà inaugurato dalministro della cultura SandroBondi il 5 aprile e alla cerimo-nia dovrebbe partecipare an-che il presidente della repub-blica Giorgio Napolitano, dicui si attende la conferma de-finitiva. La mostra durerà po-co più di tre mesi e chiuderà ibattenti il 12 luglio. Tra i 20 dipinti ed i 18 disegnioriginali, messi in rapporto al-la pittura di Giovanni Santi e dialtri pittori vicini alla fase gio-vanile della formazione raf-faellesca ad Urbino, ci sonopietre miliari del Rinascimen-to. La Madonna con bambinoche proviene dalla Nationalgallery di Washington, il SanGiorgio e l'Autoritratto chegiungono dagli Uffizi, il SanMichele conservato al Louvre.

Il ministero per i Beni cultura-li ci ha messo un milione di eu-ro, 900 mila sono arrivati daglienti locali. La società di servi-zi a cui è stato affidata la ge-stione dell'evento, "Civita",ha sborsato 1,2 milioni di eu-ro, mentre gli sponsor hannofatto il resto.Commercianti, albergatori,operatori del settore turistico:tutti in città puntano sul gran-de evento del 2009, anche sealcuni si preoccupano per itempi stretti.Anche l'Amministrazione co-munale crede fortemente nel-la mostra,il suo investimentoammonta a circa 100 mila eu-ro. L'occasione che offre lagrande mostra è quella di va-lorizzare la città ed il territo-r i o a t t r a v e r s o l ' e v e n t o :"L'Amministrazione investefortemente e con orgoglio suquesta iniziativa - ha spiegato

l'assessore alla Cultura eturismo Lella Mazzo-

li - vogliamo mo-strare che Urbi-

no è città mo-derna pur

nel suo es-sere rina-scimenta-le".Con l'aiu-to del mi-nistero de-gli esteri,

M o c h iOnori prova

anche a cala-re l'asso: l'o-

biettivo è quellodi ottenere il presti-

to della Resurrezione diCristo, opera di eccezionalebellezza conservata a SanPaolo del Brasile.Da mesi il ministro Frattinista mettendo la diplomazia adisposizione della causa ur-binate: il museo Arte di SàoPaolo è infatti restio a conce-dere il prestito, dopo che nel2004 il quadro era tornato incattive condizioni da Londra."Incrociamo le dita - ha spie-gato la soprintendente - per-chè l'opera è di fondamentaleimportanza per la dimostra-zione della tesi scientificadella mostra".Tutti i quadri saranno allestitinel Salone del Trono e nelle sa-le dell'appartamento dellaDuchessa. La galleria nazio-nale delle Marche non gode diun impianto di climatizzazio-ne adeguato alla conservazio-ne di opere così antiche e deli-cate. Accanto a ciascuno deicapolavori rinascimentali diRaffaello sarà dunque allesti-to un sistema di condiziona-mento dell'aria apposita-mente predisposto dalla so-cietà di servizi che cura la [email protected]

GIORGIO BERNARDINI

Particolari di alcune delleopere più note di

RaffaelloNel tondo a sinistra

"Autoritratto";sopra,"Madonna con bam-bino"; al centro, "Busto diangelo"; nell'altra pagina,

in alto, "Ritratto didonna", in basso "Sacra

famiglia con agnello"Il grafico qui sotto illustrail numero delle opere del

pittore in base alla loroprovenienza geografica

LA MAGGIOR PARTE DELLE OPEREDA iTALIA E FRANCIA

Page 9: ducato09_01

9

CULTURA

della “Resurrezione di Cristo” con il Brasile

Cosa si aspetta lacittà dalla mostradedicata al suo fi-glio più famoso?Visibilità a livellomondiale, presti-

gio, grandi elogi, visitatori inmassa. E soldi.Carla Rossi, presidente dellaFederagit Marche, l’associa-zione degli interpreti e delleguide turistiche, ha proprio ra-gione: “Si investe non solo peravere un ritorno d'immagine,ma anche economico. Questoevento in un momento di crisipuò risollevare l'economiadella nostra città. Noi ci aspet-tiamo molto”.Le speranze dell’attesa sonocondivise da tutti coloro che, inun modo o nell’altro, gestisco-no attività collegate al turismo.Occorre però notare che finoraqualche piccolo problema c’èstato: i prezzi dei biglietti d’in-gresso sono stati divulgati soloin questi giorni, e questo per leagenzie turistiche e gli alberghiha significato rimanere finoranell’indeterminatezza.“Pensiamo di proporre pac-chetti che comprendano unosconto sul prezzo del biglietto,ma per il momento non abbia-mo informazioni a sufficienza”hanno dichiarato all’hotel Ma-miani. Stessa intenzione perl’agenzia Ulysses’ Travel, “malamentiamo il ritardo nella ge-stione della macchina organiz-zativa della Sovrintendenza”.Proprio a quest’ultima è rivol-to l’appello della Federagit: “Avolte la Sovrintendenza, che èun'istituzione seria e che si oc-cupa di cultura con la c maiu-scola, non si rende conto deiproblemi che hanno i privati.Noi vorremmo soltanto che cifosse un po’ più di comunica-zione fra la Sovrintendenza ecoloro che operano ad Urbino,anche se il Comune e l’assesso-rato al Turismo ci danno giàuna grossa mano”.In effetti l’occasione che l'e-vento rappresenta per la città èproprio ghiotta, e non si può la-sciar sfuggire: i quadri proven-gono da alcuni dei musei piùprestigiosi al mondo.Alberto Rossetti, direttore diCivita Servizi, una delle due so-cietà che si occupano dell’or-ganizzazione della mostra(l’altra è la Gebart) è molto pre-ciso riguardo gli obbiettivi daraggiungere: “E’ sempre moltocomplicato fare previsioni, noiintendiamo superare la barrie-ra psicologica dei 100 mila visi-tatori. Centomila visite in Italiale ottengono dieci o quindicieventi all’anno”.Il successo dipenderà moltodall’offerta che il territorio sa-prà presentare: “La parte pro-mozionale è organizzata perinvogliare i turisti a proseguireil loro percorso anche nel terri-torio circostante, fino alla re-gione nel suo complesso”.Insomma, l’entusiamo per l’e-vento non manca, e sono statifatti grandi sforzi dal punto divista organizzativo, ma, a tremesi dall’inizio della mostra,c’è ancora molto lavoro da fare. Saprà Urbino cogliere l’occa-sione?

[email protected]

MATTEO FINCO

I dati del ministero per i Beni culturali dicono chenegli ultimi 12 anni i visitatori di Palazzo Ducalesono aumentati del 4,4%. In un panorama nazio-nale che vede una diminuzione drastica delle pre-senze nei musei italiani e delle spese per i viag-gi, Urbino eccelle con la promozione delle suepotenzialità e delle tante iniziative culturali cheattraggono turisti da tutto il mondo. A questo siaggiunge il lavoro di imprese private che contri-buiscono alla valorizzazione della città.

(g.t.)

I TURISTI PREMIANO URBINO

Le difficoltài ritardie le speranze

I preparativi

Page 10: ducato09_01

il Ducato

10

Le voci di Sciascia e PasoliniLa notte delle lucciole, con Marco Baliani, in scena al Sanzio il 28 gennaio

Il regista Roberto Andò: “Due autori diversi, legati dalla stessa missione intellettuale, etica e civile”

cartellone

Cinema

IL BAMBINO CON ILPIGIAMA A RIGHECinema Nuova Luce

dal 16 al 22gennaioferiali 21.30f e s t i v i17.30/21.30Anni '40.

Bruno ha otto anni e vivecon la sua famiglia aBerlino. Quando suo padre,un ufficiale nazista, vienepromosso con un nuovoincarico, Bruno è costretto atrasferirsi con la famiglia inuna desolata zona di cam-

pagna. Il cambiamento sirivela più difficile del previ-sto, ma l’amicizia con unbambino ebreo, rinchiuso inuna strana “fattoria”, faràvivere a Bruno un’avventuradestinata a segnarlo persempre.

AUSTRALIACinema Ducale

dal 16 al 22gennaiol u n - v e n21.00s a b a t o19.00/22.00

d o m e n i c a16.00/19.00/22.00

Alle soglie della II GuerraMondiale, Lady SarahAshley, un'aristocraticainglese, si trasferisce inAustralia per entrare in pos-sesso di una fattoria che le èstata lasciata in eredità.Data la sua scarsa cono-scenza nel campo dell'alle-vamento del bestiame, ladonna si avvale dell'aiuto diun affascinante mandrianodai modi grossolani. Nel frat-tempo, i giapponesi, dopoPearl Harbor, bombardano lacittà di Darwin.

L’OSPITE INATTESOCinema Ducale

dal 16 al 22gennaiof e r i a l i20.30/22.00f e s t i v i

16.30/18.30/20.30/22.30La monotona esistenza delprofessor Walter Vale, docen-te universitario di Economia,viene messa a soqquadrodall'incontro con la senega-lese Zainab e il siriano Tarek,una coppia di immigraticlandestini che si è insedia-ta, a insaputa del professo-re, nel suo appartamento.

Una notte diveglia illumina-ta dalle lucciole:Sciascia ePasolini si inter-rogano sul

potere e sulla morte. Due modidiversi di concepire la vita e l’ar-te, la stessa tensione poeticanella missione civile per un’Italiamigliore. È un tema complessoquello con cui si cimentaRoberto Andò, regista de Lanotte delle lucciole, spettacoloche verrà allestito al TeatroSanzio il 28 gennaio.Per quale motivo ha deciso diriportare in teatro le parole didue scrittori così cruciali nellastoria della cultura italiana?Ho avuto la fortuna di incontra-re Sciascia in un momento fon-damentale della mia vita e didiventarne amico. Ma, al di là diquesto, ho colto l’esistenza diuna potenzialità teatrale nellasua opera, a partire dal motivoper cui oggi l’Italia rimpiange lasua presenza, quella di unoscrittore che ha saputo impri-mere alla tensione civile unagrande forza poetica. Mi è sem-brata struggente l’idea di imma-ginare un dialogo a distanza tradue intellettuali che hanno crea-to in vita un sodalizio, un rap-porto fraterno di amicizia, non-ostante fossero profondamentediversi: Pasolini omosessuale erappresentante di un modoestremo di combinare vita e arte;Sciascia così pudico, riservato,rigoroso, per certi versi inadattoa capire le ragioni dell’altro.Queste differenze non li hanno,però, allontanati. Il loro legameè testimoniato non solo nelle let-tere private, ma anche in varipassi dell’opera di Sciascia e

ANNALICE FURFARI

soprattutto ne L’affaire Moro. Illibro ha un avvio folgorante, incui l’autore scorge una lucciola eripensa all’amico Pasolini. Hopreso spunto proprio da questascena nell’imma-ginare l’incipitdel mio spettaco-lo: una notte diveglia in cui èSciascia che parladi Pasolini e ce lofa ritrovare con-ferendo vigore alsuo impegno perun’Italia civile. Qual è il filo con-duttore che legale loro missioni intellettuali?Sciascia e Pasolini sono accomu-nati dall’inquietudine, dal dissi-dio interiore, dalla volontà diperseguire obiettivi civili chetrovano un senso solo nello stareinsieme. Entrambi partono dallastessa idea, anche se poi tentano

di realizzarla in maniera diversa:Pasolini va alla ricerca di un’u-manità che si distingua dall’o-mologazione imperante,Sciascia cerca di disarmare il

potere con la suapenna acumina-ta. Ma in tutti edue vi è un’in-quietudine quasireligiosa: sonointellettuali che siribellano allamorte e contesta-no la rassegna-zione a essa permezzo della scrit-tura. Così, La

notte delle lucciole attinge sia alteatro politico che a quello esi-stenziale.Agli spettatori che messaggioarriva?L’idea che c’è dietro lo spettaco-lo è quella di un teatro civile chenon si risolve nella predica. È

diffusa la convinzione secondocui il pubblico di questo genereteatrale possieda già le propriecertezze ideologiche e che que-ste trovino conferma nei princi-pi espressi dal regista. Come sel’obiettivo dello spettacolo con-sistesse nel ritrovarsi. Io ritengo,invece, che il teatro civile debbaessere un perdersi. Lo spettatoredeve andare via pieno di dubbi.Deve provare un’esperienzaemotiva tale da scuoterlo. In che modo il teatro influiscesulla realtà? Il teatro sta rischiando una gran-de marginalità in Italia, perché èrimasto legato all’istituzione, almeccanismo dei teatri stabili.Esaurita la grande energia dell’a-vanguardia, si è rinchiuso in unmeccanismo da “pensionatodella creatività”. Ogni tanto assi-stiamo a sporadiche manifesta-zioni di quell’antica e dirompen-te vitalità, soprattutto là dove lo

spettacolo dialoga con ciò chec’è al di fuori di esso. Io sonolegato all’idea di un teatro chenon abbia l’autosufficienza di unrito borghese. Mi sembrano moltopiù interessanti le rappresentazio-ni “sporche”, che hanno a che farecon la società, con il mondo. Leidee migliori sono venute fuori daquesta commistione di teatro erealtà e non dal consueto spetta-colo di cartellone. Perché ha deciso di ambientareil suo atto unico in un’aula sco-lastica? Per fare riferimento alla biogra-fia di Sciascia, che è stato mae-stro di scuole elementari. Misembrava congeniale l’idea diuno spazio che rappresentasseun’aula scolastica, ma anche ilParlamento e al contempo unnon luogo, uno spazio stravoltodove si incontrano, in un croce-via più onirico che reale, variedimensioni della vita e persinodella morte. Com’è stato lavorare con MarcoBaliani?Baliani mi sembrava perfetto perla Notte delle lucciole, perchénon è un attore che fa parte dellatribù del teatro inteso come ritoborghese. Al contrario, con lasua inquietudine e la sua origi-nalità, ha dato uno spazio nuovoalla scena italiana, etichettatocome teatro di narrazione. Lasua voce ha una risonanza spe-ciale: quella della riflessione chediventa emozione. Qui non sitratta semplicemente di fareSciascia, ma di stare conSciascia. È, quindi, necessarioun certo distacco: Baliani non simimetizza con il personaggio,mantiene inalterato il suomodulo, le sue caratteristiche,ma ne ricava al contempo un’e-sperienza unica.

[email protected]

“Lo scrittoresiciliano

ha impressoalla tensione

politicagrande forza

poetica”

Marco Baliani, principale interprete de La notte delle lucciole, in una scena dello spettacolo

Page 11: ducato09_01

11

SPETTACOLI

DANIELE FERRO

La classica suona il rockGIULIA TORBIDONI

Ultime note per lastagione concer-tistica al teatroS a n z i o .L'appuntamentoconclusivo sarà il

26 febbraio quando sul palco siesibirà il Random Quartet,composto da alcuni membridell'Orchestran SinfonicaRossini (OSR), per dare voce aiclassici del rock: dai LedZeppelin ai Police, da BobMarley a Jimi Hendrix passan-do per De Andrè e Piazzolla.Il gruppo arrangia ed eseguecon strumenti d'orchestrabrani di autori che, in apparen-za lontani dall'idea comune diclassicità, hanno innovato lamusica con un percorso di stu-dio e ricerca. L'apertura dellastagione, lo scorso 29 novem-bre, è stata organizzata dallaCappella Musicale del SS.Sacramento e ha voluto essereun omaggio all'urbinateRaffaello Carboni, scrittore emusicista garibaldino, con l'e-secuzione de "La Ceciliana",opera di spirito patriottico, cheil compositore donò al conser-vatorio di Roma “Santa Cecilia”nel 1870. Nella seconda seratadel tabellone, il mezzosopranoAnna Malavasi si è esibita conun repertorio barocco tratto daCorelli, Vivaldi, Händel e

Purcell. L'Orchestra SinfonicaRossini ha aperto il 2009, nellaterza tappa della stagione, ese-guendo la colonna sonoracomposta e diretta dal maestroRoberto Molinelli per il filmmuto di Hitchcock "TheLodger", proiettato in teatrodurante l'esecuzione. Un pro-gramma poliedrico che toccapiù settori della musica e ribal-ta ciò che per tradizione vienedefinito classico. "Quello cheabbiamo proposto quest'annoci piace molto e ha avuto unriscontro positivo nel pubblico.La musica classica deve essereproposta in maniera fruibileanche ai neofiti. Quindi cer-chiamo di eseguire un reperto-rio accattivante e di grandepresa emotiva", ha dichiaratoBruno Maronna direttore orga-nizzativo dell'OSR. Rispetto alprogramma della stagionescorsa, che aveva avuto autoriclassici per eccellenza comeMozart e Beethoven, quest’an-no l'OSR lancia una provoca-zione: cosa è musica colta ecosa musica d'uso? Si potrebbepensare che la colonna sonoradi un film o la musica rock nonsiano tanto elevate da condivi-dere con la musica barocca unostesso cartellone concertistico,che la loro fruizione abbia ini-zio e fine dentro un altro pro-dotto: un film o un disco.Secondo gli organizzatori, sono

proprio le musiche barocche diCorelli, Vivaldi e Händel, adessere musica d'uso. Nel '700 leopere erano create per allesti-menti teatrali specifici e nonvenivano mai riprese in altrestagioni concertistiche: la lorofunzione terminava con la sin-gola esecuzione. Il rock e lamusica per il film "TheLodger", invece, ricostruisconoil periodo storico che hannointerpretato: il rock con il suocontenuto politico e dirompen-te di lettura degli anni '60 e '70;l'esecuzione dal vivo sotto laproiezione di un film con la suatraduzione delle immagini innote. La buona risposta delpubblico, avuta fino ad oggi,dimostra che ad Urbino si chie-de musica classica e il contri-buto dell'amministrazionecomunale, secondo Maronna,aiuta a garantire "un livelloqualitativo alto di divulgazionedella musica. I tagli del governonon ci sostengono. Il Fus(Fondo Unico per loSpettacolo) è stato ridotto dallanuova finanziaria di circa 100milioni di euro". Ci sono daticonfortanti: nell'ultimo anno èandata più gente a teatro chenegli stadi. Questo dimostrache, secondo Maronna, "lamusica classica è fondamenta-le per l'accrescimento di ognu-no di noi”.

[email protected]

Da Vivaldi a Hendrix: tutta la musica del SanzioL’Orchestra Sinfonica Rossini è al secondo anno di collaborazione con il teatro di Urbino

Teatro&Concerti

LA NOTTE DELLELUCCIOLETeatro Sanzio

28 gennaioIn una nottespeciale, illumi-nata dalle luc-ciole, èa m b i e n t a t o

l’atto unico di Roberto Andò. Ilregista siciliano ancora unavolta interroga la sua terranatale e uno dei suoi piùemblematici testimoni,Leonardo Sciascia, che tesseun dialogo a distanza con l’a-mico Pier Paolo Pasolini.

L’interprete principale èMarco Baliani, uno dei massi-mi esponenti del teatro di nar-razione. La rappresentazioneattinge sia al teatro politico ecivile che a quello esistenzia-le. All’’intento di disarmare ilpotere si accosta la volontà diinterrogarsi sul senso dellavita e della morte.

Incontri e convegni

COMICO E SERIO: DUEMODI DI PARLARE NELMONDO. INCONTRO CONGIOELE DIX Facoltà di Economia - Aularossa

21 gennaio, ore 11.00La Facoltà diLingue eL e t t e r a t u r estraniere è l’or-ga n i z z a t r i c ede l l ’ i ncon t ro

con Gioele Dix, uno dei piùnoti attori e comici italiani. Dixha mosso i primi passi nelmondo del teatro alla finedegli anni Settanta, istituendola cooperativa milanese delTeatro degli Eguali. Dopo averpartecipato a numerosi alle-stimenti teatrali, si è afferma-to negli anni Novanta comeautore creativo e affabulato-re. Recentemente si è acco-

stato anche al mondo delcinema e a quello della televi-sione, entrando a far partedel cast comico di Zelig.

IDEOLOGIA, VERITÀ EPOLITICA - III INCONTROIstituto di Filosofia21 gennaio, dalle ore 14.00alle 19.0022 gennaio, dalle ore 9.00alle 13.00 e dalle 14.00 alle19.00

ll terzo incon-tro del semina-rio, incentratosulle conse-guenze dellafilosofia classi-

ca tedesca, sarà presiedutoda Venanzio Raspa.Massimiliano Tomba relazio-nerà su “Modernità capitalisti-ca come inversione.Osservazioni sul feticismo inMarx” . Adriano Vinale parleràdi “Organismo sociale.Democrazia e ordine del dis-corso”. Fabio Frosini relazio-nerà su “Politica e verità:Gramsci dopo Laclau”.Stefano Visentin parlerà di“Verità e visibilità della politi-ca in Rancière e Badiou”.Vittorio Morfino discuterà de“Il transindividuale traGoldmann e Althusser”.

Andrea Laquidara,trentenne romanoche da dieci anni vi-ve a Urbino, ha ter-minato dopo unanno e mezzo di la-

voro “Il bluff”, lungometraggioambientato in gran parte nellacittà ducale. Nel film viene nar-rata la vita di cinque ragazzi: ilpadrone di casa, due amici - chevivono con lui – e le rispettive fi-danzate.Andrea, a quali festival pensi dipresentare il film?Ancora precisamente non lo so,perché ho concluso il film pochigiorni fa, ma voglio provare so-prattutto all’estero, perché cre-do che fuori dall’Italia ci sia piùsensibilità per ilinguaggi nontradizionali. Come hai cerca-to di creare unlinguaggio noncanonico?Ad esempio, gra-zie al comune diUrbino che ci haofferto il teatro,all’interno delfilm c’è una se-quenza teatralevera e propria. Il teatro è una for-ma di linguaggio che permettedi rendere più esplicito il valoredella recitazione: il cinema hauna parvenza di realismo, mentrenel teatro è molto evidente la fin-zione, e ciò rispecchia in piccolole maschere che hanno tutti i per-sonaggi del film. “Il bluff” è il ten-tativo di comunicare qualcosache non c’è. È una tematica pirandelliana. Sì, i ragazzi del film assumonomaschere nei confronti degli al-tri. I personaggi sono legati daun’amicizia profonda, sono il ri-sultato dell’esplosione di un’u-nica personalità, ma non sop-portano il fatto di riconoscersi.Hanno difficoltà nel relazionar-si proprio perché sono troppovicini tra loro. Ciascuno è il ri-flesso della maschera degli altri,e il conflitto nasce da qui, dal ti-more di essere smascherati. Si indossa una maschera anchedinanzi alle persone con le qua-

li si dovrebbe avere un rapportoche sia il più naturale possibile,come con gli amici?Soprattutto. I rapporti con lepersone che si conoscono benesono in apparenza meno con-flittuali, perché in esse si ricono-scono degli atteggiamenti chesono anche i propri. Allora nonci si confronta, e salta fuori ilconflitto che sembrava non es-serci. Proprio quei rapporti chevanno a toccare le corde più inti-me e profonde creano disagio: sitende a mantenere una distanzadi sicurezza dagli altri, ad avererapporti di superficie, e ciò creaconflitto. Non sentiamo l’odoredegli altri, ed attualmente, se-condo me, l’uomo soffre di que-

sto. Ma più di tut-to mi premevacomunicare cheognuno di noiutilizza una ma-schera per na-scondersi a sestesso, non ri-usciamo a guar-darci allo spec-chio. Non è ungiudizio morali-stico negativo,

semplicementecredo ci sia una difficoltà a de-nudarsi.Con un simile assunto di par-tenza, nel film la questione si ri-solve?Non avrei potuto concludere ilfilm positivamente, ma la mianon è una visione tragica. Nonc’è un lieto fine perché nonavrebbe avuto senso, perché iosento di non avere ancora trova-to una soluzione. Il film sarà proiettato a Urbino?Ho accordi con il comune peruna proiezione in teatro. I tempinon sono ancora stabiliti, maspero di definire il tutto entrobreve. Urbino è ottima per i mieipersonaggi perché è una cittàche ha in sé una struttura con-traddittoria: è cosmopolita maallo stesso tempo è un paese diprovincia, è isolata ma cultural-mente aperta. Insomma, per ilmio film Urbino è perfetta.

[email protected]

“Non sentiamol’odore degli altri”

E’ pronto “Il bluff”, il film di Laquidara

Andrea Laquidara al lavoro

Page 12: ducato09_01

il Ducato

12

Swarovski e Winx: filo diretto tra la facoltà di Crinella e l’impresa

Spendacciona. È que-sto l’aggettivo chemerita l’università diUrbino secondo iparametri dei decretilegge 133 e 180, con-

vertiti in legge rispettivamenteil 6 agosto e l’8 gennaio 2008.Avendo superato il limite del90% nel rapporto tra costo delpersonale e fondo di finanzia-mento ordinario (Ffo), l’ateneoè escluso dal novero dei “vir-tuosi”, impossibilitato ad assu-mere nuovo personale e a indi-re concorsi. Una brutta tegolasulla testa del Rettore e dell’in-tera università, appena avviataverso un percorso innovativoche potrebbe venire improvvi-samente interrotto. Ma la ge-stione complessiva è stata dav-vero viziosa?Il 22 dicembre 2006 è stata av-viata la procedura di statalizza-zione dell’università di Urbino.Obbiettivo era rendere l’ate-neo statale in quattro anni, do-po aver goduto per lungo tem-po della denominazione di “li-bera università”, uno statusgiuridico unico in Italia che de-finiva una condizione ibrida,in cui il privato che finanziaval’ateneo era la Repubblica ita-liana. L’università ha ricevutonel primo biennio un contri-buto di 45.671.000 euro, infe-riore di 1,3 milioni a quanto in-dicato nell’accordo. Attraversouna gestione oculata, è arriva-ta alla razionalizzazione delcorpo docenti e, soprattutto,alla vendita alla Regione Mar-che del collegio Tridente, risa-nando completamente il bi-lancio, gravato da un debito ac-cumulato negli anni preceden-ti alla statalizzazione.Il modesto contributo fisso(Ffo) assegnato all’universitàper il primo biennio era stato

stabilito indipendentementedal peso che l’ateneo avrebbeavuto all’interno del sistema dicui entrava a far parte. Era in-fatti un contributo provvisorioper la statalizzazione che do-vrebbe essere confermato incaso di gestione virtuosa deiprimi due anni. Non era imma-ginabile quindi che questo sot-tofinanziamento (causa del su-peramento del limite nel 90%nel suo rapporto col costo delpersonale) venisse assunto co-me indicatore della scarsa vir-tuosità dell’ateneo.“Vogliamo una valutazione ap-

propriata”: è questo il pensierodel Rettore Giovanni Bogliolo,che invoca una moratoria digiudizio per portare a terminel’iter intrapreso dall’universi-tà. “Se veniamo fotografati inun’istantanea siamo nel pec-cato, se invece veniamo filmatici si rende conto di ciò che era-vamo e di ciò che siamo diven-tati”.Nell’incontro del 9 gennaio ilRettore ha illustrato la situa-zione ai parlamentari marchi-giani, al sindaco Corbucci, alPresidente della provincia Uc-chielli e agli assessori Benatti e

LUCA ROSSI

La Gelmini: l’ateneonon è “virtuoso”

La nuova legge blocca assunzioni e concorsi

Il Rettore: “La nostra università va valutata in modo appropriato”Carrabs.Si è fatto un bilancio del primobiennio di statizzazione, evi-denziando i risultati ottenuti ei rischi futuri dovuti alle duenuove leggi (133 e 180), che im-pedirebbero il proseguimentodel cammino intrapreso. Tuttihanno condiviso la necessità diun riesame del caso Urbino daparte del Governo. “Sto pren-dendo contatti col MinistroGelmini - ha dichiarato il sena-tore Francesco Casoli (Pdl) -per far sì che l’università di Ur-bino, vista la sua situazione dieccezionalità, sia sottoposta

ad una valutazione propria.” Ildeputato Oriano Giovanelli(Pd) è dello stesso parere: “Bi-sogna aspettare altri due anniperché l’università di Urbinocompleti il suo percorso di sta-talizzazione. Solo allora potràessere valutata. Per ora, gli im-pegni presi dal Rettore sonostati brillantemente rispettati,mentre le restrizioni del decre-to Gelmini mettono in discus-sione le risorse indispensabiliad un ateneo come questo perproseguire nel suo cammino disviluppo e crescita”.

[email protected]

Design, moda e grandi marchiGrandi collaborazioni per la facoltà di

Design e Discipline della Moda.Swarovski le affida

una ricerca su due pietresintetiche create in labora-torio, lo spinello e il corin-done. La Rainbow, aziendaitaliana che arriva in tutto ilmondo con il cartone ani-mato Winx Club, cercanuove leve nello stesso ser-batoio universitario.Swarovski, con il progetto“Recasting Syntetic Mate-rials”, vuole dagli studentinuovi oggetti da realizza-re con i due minerali,abrasivi e resistenti: og-getti per l’uso quotidiano, non accessorie abbigliamento. Se ne occuperanno gliiscritti al corso di Design Industriale II,seguiti dai professori Rodana Fasolo, Ste-fania Grossi, Giorndano Perelli e Rober-

to Bua.“Ai ragazzi non è stato imposto nessun li-mite, potranno sviluppare qualunquecosa, a patto che il prodotto risponda auno scopo funzionale e non solo decora-

tivo”, spiega Gaetano Cri-nella, presidente del corsodi Design. Si cerca quindiun rapporto con l’oggettoche “non sia più segnato dal-l’idea di usa e getta”. William Gust, responsabileitaliano di Swarovski, ha te-nuto due seminari, il terzosarà a gennaio, in cui “ha il-lustrato tutte le fasi tecnichedella lavorazione del pro-dotto” dice Laura Antonaci,una studentessa che parte-cipa al progetto. “Magari -continua - per noi di moda

non è stato tutto chiarissimo, ma sicura-mente molto interessante”. Non ci svelaperò il progetto a cui lavora, dice solo cheil suo gruppo pensa “a strumenti per lacasa, forse qualcosa per la cucina”. Tre

dei sessanta studenti coinvolti verrannopremiati con uno stage nell’azienda; iprogetti migliori troveranno spazio nelleriviste di settore e in altre iniziative Swa-rovski.Rainbow, con le fatine ideate dall’ammini-stratore delegato e disegnatore IginioStraffi, è l’altra società che si rivolge aglistudenti di Moda: cerca giovani per lo svi-luppo degli abiti e del packaging dellebambole Winx. C’è un filo diretto che col-lega l’Università e la società del Pigini-group, a cui appartiene la Rainbow: lo con-ferma la lezione d’apertura dell’anno ac-cademico di Design della Moda tenuta loscorso 26 novembre dallo stesso Don Lam-berto Pigini, che ha parlato della nascitadell’impresa nel mondo della comunica-zione. Stretto contatto con il mondo dellavoro per il corso di Crinella, secondocui “lo sviluppo e una maggiore qualifi-cazione degli studenti richiede più rap-porti con l’impresa e un legame fra terri-torio e Università che sia concreto e nonsolo teorico”.

[email protected]

Sessanta gli studenti

coinvolti nel progetto,per tre di loro

in premiouno stage

ANDREA TEMPESTINI

Page 13: ducato09_01

13

UNIVERSITÀ

EMILIANA PONTECORVO

Bilancio positivo peril nuovo corso dilaurea in Scienzemotorie, sportive edella salute, istitui-to lo scorso ottobre

dalla Facoltà di Scienze moto-rie dell’università di Urbino. Apoco più di tre mesi di distanzadall’attivazione l’ateneo ha giàottenuto ottimi risultati: ri-spetto all’anno scorso, infatti,le richieste di iscrizione sonopassate da 280 a 350. Resta, tut-tavia, una diffusa preoccupa-zione tra gli studenti, semprepiù incerti sul loro futuro.Il nuovo percorso formativo è ilfrutto del decreto ministeriale207 del 2004, che aveva impo-sto alle università italiane di ri-progettare i corsi accademici diprimo e secondo livello, intro-ducendo una serie di modifi-che relative alle classi di laurea,alla denominazione dei titoli distudio conferiti e alle qualifi-che accademiche. Le principa-li novità introdotte all’univer-sità di Urbino, fra le prime adapplicare la normativa per lalaurea triennale, consistononella diversificazione in duecurricula del piano di studi,nella diminuzione degli inse-gnamenti da 34 a 20 e nell’au-mento delle ore di tirocinio estage. L’impostazione precedente pre-vedeva un unico piano di studiper la laurea triennale e due in-dirizzi diversi per le specialisti-che. Da quest’anno, invece, glistudenti potranno scegliere giàdal secondo anno tra il curricu-lum “Motorio e della salute” equello “Tecnico sportivo”.“L’offerta formativa– ha spiega-to Giorgio Brandi, presidentedel corso di laurea – è stata di-versificata per creare una nuovafigura professionale in grado diaffrontare i cambiamenti dellasocietà e del mercato del lavoro.Sono soddisfatto – ha aggiuntoBrandi – l’aumento delle iscri-zioni è un risultato inaspettato,anche perchè negli ultimi annisono nati molti corsi in scienzemotorie, anche in città limitro-fe come Rimini”. Meno entusiasti, invece, gli stu-denti, che chiedono un mag-gior riconoscimento della loroprofessionalità per accedere almondo del lavoro. “La riformaha molti aspetti positivi – spie-ga Danilo Acquaviva, rappre-sentante degli studenti del cor-so di Scienze motorie - ma è piùimportante istituire un ordineprofessionale per i laureati inquesto campo. Troppo spessopersone senza alcuna qualifi-ca ci rubano gli spazi lavorati-vi”. Il preside della facoltà diScienze motorie, VilbertoStocchi, sta lavorando con ilministero dell’Istruzione perapprovare una legge quadroche tuteli come professionisti ilaureati in questa disciplina.L’università, inoltre, prevededi attivare anche le lauree spe-cialistiche (“scienze motorieper la salute e la prevenzione”e “scienze dello sport”) entro il2010, in tempo per accogliere iprimi laureati del nuovo corso.

[email protected]

Radio Urca: non solo festaA un anno dall’apertura c’è ancora da fare

Da quando è nata un anno fa, Radio Ur-ca, emittente web dell’università, nonè stata più zitta un secondo. Playlist

ben selezionate, giornali radio ogni trentaminuti, inchieste sugli affitti e sull’aumentodei prezzi; ma la strada da fare è ancora tan-ta. Lo staff dell’emittente è formato da una cin-quantina di persone, ma solo venti costitui-scono il nocciolo duro. Altri sono solo di pas-saggio, arrivano e poi spariscono. La qualitàdei prodotti radiofonici èuno dei problemi maggio-ri. Minacciata dalla dispa-rità dell’impegno tra i di-versi membri dello staff,dal carattere sperimenta-le di molti programmi edalla stagionalità tipicadella vita universitaria,con i suoi periodi morti.Gli ascoltatori simultanei- in realtà sono conteggia-ti solo quelli che si sinto-nizzano tramite la rete delcampus - non superano lepoche decine, come inquasi tutte le web radio. Su come aumentare la po-polarità le idee non sonochiare. Per ora si sono fattidegli accordi con i siti webfanoinforma.it e italiawa-ve.com, che rilanciano ilsegnale di Urca. “Potrem-mo trasmettere alcuni programmi anche suFM, tramite radio locali. Abbiamo anchepensato - spiega il professor Alessandro Bo-gliolo, responsabile del progetto - di istituire

punti di ascolto pubblici, per esempio neibar, ma non possiamo garantire un serviziosempre uguale in tutti i periodi dell’anno”.Mattia Fadda, responsabile della radio (lui sidefinisce station manager), pensa sia neces-sario, per il momento, puntare sui program-mi di servizio e sfruttare le potenzialità delweb. Ma come dovrebbe essere Radio Urca? Dalleparole di Bogliolo e di Fadda emergono dueidee diverse. Il primo considera la sua somi-glianza con le radio tradizionali “un grossovalore aggiunto a cui teniamo”, mentre Fad-da insiste sulla necessità di potenziare gli

aspetti legati alla co-municazione via In-ternet. L’avvio di Radio Ur-ca, nel l ’autunno2007, è costato all’a-teneo circa diecimi-la euro. Secondo ilprofessor Bogliolo,per la sua gestionene serviranno ognianno altri cinque-mila. Soldi che ven-gono dai fondi stan-ziati dal ministerodell’Università edella Ricerca per ilprogetto Urbino wi-reless campus, incui l’idea di una webradio rientra a pienotitolo. Radio Urca è una co-munità dinamica,

un laboratorio di idee, una voce sempre pre-sente. Eppure la strada da fare è ancora tan-ta.

[email protected]

Corso-Salute,record di iscrizioni

Scienze motorie

Portiere con pistola?Ersu: polemica per la sorveglianza notturna dei collegi

Tagliati i vigilantes. Le ronde affidate ai custodi, ma i sindacati protestano

Portieri, ma anchepoliziotti. E’ quantoprevede l’ordine diservizio dello scor-so 18 dicembre per idipendenti delle

portinerie dell’Ersu. “Un sa-cerdote può anche fare il chie-richetto - sintetizza Elvino DelBene, dirigente Uil - ma sicura-mente non viceversa”. Quattro giorni dopo l’ordinee m a n a t o d aEmilio Briganti,responsabile delpersonale del-l’ente, la vigilan-za notturna deiquattro collegidi Urbino è statasospesa. Non cisono più i fondinecessari per la-sciare questoservizio nellemani di una dit-ta esterna, si ègiustificato l’Er-su. Il controllo armato era statoistituito dieci anni fa dopo l’o-micidio senza colpevole diFloride Cesaretti, l’addetta al-la portineria del collegio delColle.La prima tappa che ha portatoa questa controversa situazio-ne risale alla scorsa estate. Il24 luglio, in un incontro conalcuni rappresentanti sinda-cali, l’amministrazione del-l’Ersu ha comunicato l’inten-zione di tagliare il servizio deivigilantes, e risparmiare così95mila euro all’anno. Sono passati quasi cinque me-si prima che quest’intenzionesi traducesse nell’ordine diservizio emesso a dicembre,quando - hanno protestato isindacati - i collegi erano giàchiusi e la mobilitazione eradifficile da organizzare. Cin-que giorni dopo, il 23 dicem-bre, l’Rsu (rappresentanzesindacali unitarie) e la Rls (re-sponsabili sicurezza) dell’Er-su, hanno chiesto la sospensio-ne temporanea del provvedi-mento, che sarebbe dovuto en-trare in vigore dal 6 gennaio.L’ordine non è stato bloccato, eil 30 dicembre l’assemblea deiportieri ha proclamato lo statodi agitazione sindacale, in-viando una nota al Prefetto diPesaro e Urbino Alessio Giuf-frida perchè sollecitasse untentativo di conciliazione.Conciliazione che è avvenutaall’incontro fra le parti, la vigi-lia del giorno in cui i portieriavrebbero dovuto impegnarsinelle prime ronde notturne:l’amministrazione ha sospesol’ordine e i sindacati hannocongelato lo stato di agitazio-ne. Assemblee, commissioni eincontri fra Rsu e il consigliod’amministrazione dell’Ersuproseguono.Portieri e vigilantes, ma con lapistola o senza? I rappresen-tanti di tutte le sigle sindacaliconcordano: la priorità è farechiarezza su quello che esatta-mente prevede l’ordine di ser-vizio, capire quali mansioni sipossano svolgere con un con-

ANDREA TEMPESTINI tratto da portiere. “Lavoratori con un profilo pro-fessionale di quarto livelloavrebbero gli incarichi previstidal sesto” spiega Fulvio Lo-renzetti, coordinatore regio-nale dei quattro enti Ersu erappresentate della Uil. Il pia-no di riorganizzazione del ser-vizio di portineria non includepiù la sorveglianza alla Casadella studentessa; al Tridente,al Vela e all’Aquilone è previstauna rotazione bimestrale do-

ve i portieri delturno notturnos i o c c u p i n o,muniti di un te-lefonino e diun’automobilec o n d i v i s a d atutti i Collegi,a n c h e d e l l ag u a r d i a . “ S equalcuno dei di-ciotto portierivuole essere ri-qualificato perquesto tipo dii n c a r i c o b e n

venga, ma deve seguire uncorso di aggiornamento e ot-tenere le indennità previste;però una responsabilità delgenere non si può imporre -continua ancora Del Bene -

perchè è come andare da uno e dir-gli che da domani cambia lavoro”. Per Luca Alessandroni, re-sponsabile regionale dellaCgil, il problema non è solocontrattuale, ma riguarda an-che la sicurezza dei ragazzi:“Sarebbe importante avere unparere degli studenti, perchéquesta riorganizzazione colpi-sce più gli utenti che i dipen-

denti”.Gianluca Sacchi, presidentedell’Ersu, ha dichiarato che èprevisto un riconoscimentoeconomico per il nuovo ruolodi portiere, e che non tutti,compatibilmente con la pos-sibilità di coprire i turni, sa-ranno costretti a partecipare.Le schermaglie [email protected]

I rappresentanti di Cgil, Rsu, Csa e Uil in assemblea con i portieri

Una diretta dallo studio di Radio Urca

Del Bene, Uil:“E’ comeandare

da qualcunoe dirgli:

da domani cambi lavoro”

VERONICA ULIVIERI

Page 14: ducato09_01

il Ducato

14

Una dellenumerosegare che ilcrossodromo“Le Ginestre”di Fermignanoha ospitatoSul circuito,oltre il cross,gareggianoanche i trial

CHIARA ZAPPALA’

L’attività trenten-nale del "Crosso-dromo La Gine-stra" in localitàCà Giovanni aFermignano ri-

schia di essere fermata. Le gareregionali di cross, quelle inter-nazionali di trial potrebberonon essere ospitate più dal cir-cuito. Il terreno, sebbene facciaparte di Fermignano, è di pro-prietà di Urbino come ereditàdel vecchio orfanotrofio ma-schile della città, prima con-trollato dall'Irab, che lo avevaaffidato al Moto Club fermi-gnanese nel 1977. Per realizzare un complesso so-cio-sanitario, l'amministrazio-ne urbinate ha deciso di mette-re in vendita tredici poderi, tracui il terreno in Cà Giovanni.Così lo scorso agosto è stata in-detta l'asta in cui il prezzo basedel terreno che ospita il crosso-dromo è fissato a 310.000 euro.Giuliano Vernerecci, presiden-te onorario del Moto Club, haprecisato che non si tratta sola-

mente di un podere, come in-dicato sul bando d'asta, ma,secondo delibera del comunedi Fermignano, di area sporti-va e per il tempo libero. In se-condo luogo, il Moto Club hachiesto a tecnici e costruttoridi valutare l'appezzamento diterra e la costru-zione recupera-ta nel corso deglianni da un vec-chio rudere. Lastima calcolatain questo caso èsempre stato in-feriore alla based'asta: 230.000euro per la casadi 302 metr iquadri e il terre-no di otto ettari.Anche dispostoa p a g a re u nprezzo più alto, il direttivo delMoto Club non può chiedereun mutuo, unica possibilitàper l'associazione, che nonviene concesso per le aste, incui i prezzi sono suscettibili avariazioni.Il vice sindaco di Urbino, LinoMechelli, ha risposto che l'am-

ministrazione comunale non èdisposta a trattative private eche nessuno degli attuali affit-tuari dei lotti messi all'asta èstato informato prima che ilbando fosse reso pubblico. Ri-pete: "Il comune non accettaspeculazioni e non è disponi-

bile a fare bene-ficenza".D'altraparte Vernareccih a a f f e r m a t oche non si tratte-rebbe di benefi-cenza e che nonci sarebbe nes-suna specula-zione, soprat-tutto in relazio-ne ai considere-voli lavori di in-tervento che so-no stati fatti perrendere operati-

vo e funzionale il crossodromoin trentuno anni.Oltre alla ri-strutturazione del casolare, ilMoto Club si è speso per la co-struzione di due strade di ac-cesso nuove, di cui una percor-ribile anche da tir, di una pistadi 1.750 metri, dell'impiantoidraulico e di quello elettrico,

di due postazioni di lavaggiomoto, bagni e docce. Questi in-terventi sono valsi al MotoClub la stella al merito del CO-NI .L'ambizione di Vernarecci sa-rebbe quella di ampliare il par-co conduttori e aggiungeredieci cancelli dipartenza (trentacomplessivi): ilc r o s s o d r o m opasserebbe aprima categoria,unico impiantodi questo livellonelle provinciedi Ancona e Pe-saro-Urbino efra i primi diciot-to a livello na-zionale.Altre associazio-ni usano l’areain Cà Giovanni:la Croce Rossa vi svolge le eser-citazioni, la Protezione Civile icorsi regionali di fuoristrada,la U.S. Fermignanese i ritiriestivi e la Federcaccia il tiro al-la lepre meccanica.La vendita all'asta paralizzaogni intervento: l'affitto del

territorio scade per contrattocon il Moto Club nel 2015 (eVernarecci si chiede chi acqui-sterebbe un terreno bloccatofino ad allora, per di più nonagricolo secondo il piano rego-latore di Fermignano),la ven-dita blocca ogni intervento di

modifica e dimanutenzione.Il comune di Ur-bino non cede.Lo stesso Me-chelli reputa l'a-sta il mezzo piùtrasparente perla vendita. E hainvitato il comu-ne di Fermigna-no, il Moto Clube tutti i soggettiinteressati a lterreno di racco-gliere una cifranon sfavorevole

per chi vende. Non ha esclusoche il comune di Urbino possaprendere parte all'acquistocon una piccola quota. Per oranessun acquirente si è fattoavanti e dei tredici lotti solo unterreno è stato venduto.

[email protected]

Dal 1977il Moto Club

gestisceil circuito

Ottimi i risultati

finora

Il mutuoper comprareil lotto non èaccessibile

a causadel bando

d’asta

“Salviamo il Crossodromo”Il Moto Club di Fermignano cerca di acquistare il terreno del Comune di Urbino

L’area è uno dei tredici lotti all’asta. Il ricavato sarà destinato a un complesso socio-sanitario

Page 15: ducato09_01

15

SPORT

Il Cus raddoppiapiù soldi, più corsi

Aumentano i fondi dopo la statalizzazione

Cresce l’offerta per gli studenti. Partipilo: boom di iscrizioni 2008

MICHELE MASTRANGELO

Aumenta l'attivitàsportiva del Cusper l'anno acca-demico 2008/09.Dopo il processodi statalizzazione

l'ateneo potrà da quest'anno,con la legge 394 del 1977, prele-vare fondi destinati ai CentriUniversitari Sportivi. Nel 2008sono stati stanziati circa 15.000euro, che si andranno ad ag-giungere ai 10.000 euro messi adisposizione dall'università diUrbino. I soldi serviranno inparte ad attivare nuovi corsi,mentre i restanti saranno de-positati per interventi allestrutture del centro stesso.Quasi raddoppiata l'offerta adisposizione degli studenti: trale novità spicca la possibilitàper gli iscritti di usufruire dellapiscina della Facoltà di ScienzaMotorie "Mondolce". Una cor-sia della struttura è a disposi-zione il martedì e il giovedì el'ingresso in vasca costa 1 euro.Per l'atletica è stato siglato unaccordo tra il Cus e il Centrosportivo Tortorina, che preve-de sconti del 30% per i tessera-ti. Restano centrali nella propo-sta i corsi promozionali. Sonogià iniziate le lezioni di fit-box,kick-box, total body, tiro conl'arco, spada giapponese e gin-nastica generale, mentre nelcorso del 2009 prenderanno ilvia altre attività, tra cui yoga edanza hip-hop. L'offerta comprende i torneiinterfacoltà, molto seguiti da-gli studenti: dopo quello di pal-lavolo, terminato a dicembre,in primavera partiranno i tor-nei di basket e di calcio. Il Cusvorrebbe anche ripetere la for-

tunata esperienza delle gare dinuoto: l'anno scorso circa 50persone hanno preso parte al-la manifestazione. Rimanendo negli sport disquadra il Cus di Urbino parte-ciperà ai Campionati nazio-nali universitari di pallavolo,che si terranno a maggio a Li-gnano Sabbiadoro. L'iscrizio-ne della squadra urbinate, chemanca da dieci anni ad un tor-neo studentesco, mira a raffor-zare il numero di atleti iscritti epubblicizzarne le attività. Per aumentare la visibilità adUrbino il Cus vorrebbe ancheorganizzare una maratona

universitaria, da affiancaremagari a "Vivicittà", la garapodistica che si terrà in prima-vera. I primi effetti della crescenteofferta del Cus cominciano afarsi vedere. Secondo GaetanoPartipilo, presidente del CusUrbino, il numero degli iscrittialle attività è in aumento e lenuove pratiche sportive per-mettono di suscitare l'interes-se di molti altri sportivi. Antonio Prudenzano da dueanni fa l'istruttore di Fit-box.Lo stesso Antonio tiene a pre-cisare che il suo corso è in real-tà incentrato sulle tecniche del

Bit-in, una forma del tutto re-cente di Fit-Box. Il Bit-in, unanovità assoluta nelle Marche,oltre ad applicare le tecnichedel pugilato alla musica, per-mette di poter gestire l'inten-sità dell'allenamento al clien-te e non all'istruttore. Sono 50gli studenti iscritti alle sue le-zioni nei primi tre mesi d'atti-vità, contro i 30 del corso ter-minato nel precedente annoaccademico (da febbraio agiugno 2008).Il Cus ha infine rese note lestrutture da utilizzare durantel'anno: oltre alla piscina"mondolce" di Scienze Motio-

Le fasi finali del torneo di pallavvolo conluso a dicembre

rie ed il centro sportivo "Torto-rina", sono stati presi accordicon il liceo classico "Raffello"per la palestra scolastica "Bal-di" e con il comune di Urbinoper la palestra dell'istitutocommerciale "Pascoli" e delcampo sportivo "Montefel-tro". Inoltre, per singoli eventi, ilCus prenderà in affitto altrestrutture, a seconda delle ne-cessità.E’ successo ad esem-pio durante il torneo interfa-coltà di pallavolo, dove le fina-li si sono giocate al Palazzettodello Sport di Urbino.

[email protected]

La scommessa dei Brombo BikersCiclismo: partono le iscrizioni. Obiettivo quota 250

Da gennaio tutti in sella. Inizia, infatti,il tesseramento per entrare nel grup-po ciclistico Brombo Bikers. Il costo

dell'iscrizione dovrebbe essere di 40 euro.La società sportiva di Canavaccio, nata piùdi cinque anni fa, punta a coinvolgere tuttigli appassionati di mountain bike. Unireagonismo e divertimento lo scopo che i fra-telli Garbugli, si sono sempre proposti fin daquando hanno deciso di dar vita all'iniziati-va."Alla base non c'è soltanto la competizionesportiva, ma anche la voglia di esplorare evalorizzare il nostro territorio", spiegaGiacomo Garbugli, uno dei soci dello SugarCafè. Per questo gli itinerari scelti per laBrombolona Bike, gara arrivata alla suaquinta edizione, attraverseranno ad aprile le

località più suggestive intorno a Urbino: LeCesane, Montefeltro. Inoltre, per avvicinaresempre più persone alla mountain bike, gliorganizzatori hanno diversificato i percorsi:i più complicati per i professionisti, i piùfacili per gli amanti occasionali della bici-cletta; tutti potranno, così, diventare prota-gonisti delle due ruote, come tengono a pre-cisare i fratelli Garbugli. Le uscite mirerannoa preparare gli atleti in vista dellaBrombolona Bike.È una gara importante perché, come osservaGarbugli, "è l'unica a offrirti un contatto conla natura così profondo". Gli organizzatorisono entusiasti perché ogni anno sono sem-pre più i partecipanti. "Sarà per l'ottimopranzo di fine gara", scherza GiovanniGarbugli. E la loro scommessa, per quest'an-no, è raggiungere quota 250 iscritti.

[email protected]

FEDERICO MASELLI

Un momento della Brombolona Bike

Page 16: ducato09_01

il Ducato

16

MASS MEDIA

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: GIOVANNI BOGLIOLO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo".Vice: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: SIMONE SOCIONOVO, LEONARDO FRATERNALE;per la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRI-CO MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: RAFFAELE FIENGO

IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: [email protected] Direttore responsabile: RAFFAELE FIENGO Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl - Urbino - 0722328733 Registrazione TribunaleUrbino n. 154 del 31 gennaio 1991

re i conti con la recessione. An-che perchè “il calo delle inser-zioni in Nord America e nel-l’Europa occidentale – si leggein Milano Finanza – sarà com-pensato dalla continua cresci-ta dei mercati emergenti, co-me India, Cina e Brasile”. InFrancia il Presidente NicolasSarkozy, ha avviato un proget-to per reinventare il serviziopubblico: da lunedì 5 gennaio,nonostante la crisi, zero spotsui canali France1, France2 eFrance3 (la tv di stato) a partiredalle 20.35 fino alle sei di mat-tina; la scomparsa totale dellapubblicità è fissata per il 2012.Per evitare un dissesto nellecasse dello stato, questa mossaè stata bilanciata giorni dopoin senato con un emendamen-to, che fissa un canone per ipossessori di un cellulare 3G oun computer in grado di rice-vere il segnale; la riforma volu-ta dall’Eliseo, accolta dai gior-nalisti con scioperi e manife-stazioni, ha in ogni caso porta-ta rivoluzionaria. Negli Usa, ilNew York Times, sommerso dadebiti e con un’ipoteca di 225milioni di dollari sul grattacie-lo della sua stessa sede, il 5 gen-naio ha venduto una strisciapubblicitaria nel taglio bassodella prima pagina alla Cbs:non era mai accaduto dalla suafondazione nel 1851. Al con-trario, in Italia nei giorni scorsisi è visto un segnale in contra-sto con il crollo negli investi-menti pubblicitari: la decisio-ne di imprese, come Enel, Tele-com e Sisal, di stanziare fondiper acquistare una banda late-rale e una striscia con i coloridell’azienda tra la testata e i ti-toli in prima pagina del Corrie-re della Sera. Sempre sul Cor-riere, Audi qualche settimanafa, ha comprato ben 16 pagineinterne per ricoprirle di inser-zioni. Segnali positivi ma in-sufficienti per risollevare lacurva degli investimenti.Resta da capire se le ripercus-sioni della crisi nel mercatopubblicitario, incideranno sullavoro dei giornalisti; meno ri-sorse a disposizione potrebbe-ro alterare la fattura del giorna-le. “Gli editori – osserva Rober-to Natale, presidente della Fe-derazione nazionale dellastampa – oggi possono parlarein maniera credibile di crisi,che oggettivamente c’è”. Poi lastoccata:“Si tratta comunquedi un fenomeno recente. Nongiustifica le scelte del passato,quando le aziende editorialifacevano utili. Gli editori han-no preferito distribuirli agliazionisti piuttosto che miglio-rare la qualità del prodottogiornalistico”.

[email protected]

Meno soldi dalla pubblicitàI media del mondo scontano la recessione. Italia: bene radio e tv, decolla il web

I giornali di carta a corto di fondi. Natale (Fnsi): “Gli editori devono investire di più nella qualità dei quotidiani”

LUCA FABBRI

5 GENNAIO 2009: LA MOSSA DEL NEW YORK TIMES

La crisi c’è ma si tratta di un fenomeno recente. Gli editori hannoperso un’occasione per migliorare

i loro prodotti

La crisi non guarda inf a c c i a n e s s u n o,neanche la pubblici-tà. Secondo le anali-si di quotidiani co-me Milano Finanza,

il Sole 24 Ore e il Financial Ti-mes, la recessione economicacostringerà le imprese di tuttoil mondo a spendere comples-sivamente di meno per farsipubblicità. Risultato: le azien-de editoriali dovranno tirare lacinghia.In Italia, le stime fornite daNielsen Media Research moni-torano le migliaia di euro spe-se per inserzioni nei media. Inbase ai dati riferiti al periodogennaio-ottobre 2008, gli in-vestimenti netti pubblicitarisono calati dello 0,8% rispettoagli stessi mesi del 2007. Unmese fa Rcs ha annunciatoche, a causa della contrazionedei ricavi pubblicitari, a lugliorivedrà il piano triennale. E’unsegno del cambiamento incorso nell’editoria; nel detta-glio i dati Nielsen destanopreoccupazioni e speranze.Nel 2009 probabilmente saràla carta stampata a soffrire; letestate disporranno di minoriintroiti per i tagli dello scorsoanno nella pubblicità: centomilioni in meno per i quotidia-ni a pagamento (-4,9% rispettoal 2007), sessanta per i periodi-ci (-5,6%). Numeri su cui riflet-tere, considerando che le ri-sorse di un giornale derivanodalle vendite (da anni in calocontinuo), dai “collaterali” –dvd, cd, guide turistiche ecc. –allegati e dalla pubblicità. Lui-gi Einaudi, che amava definire“il giornale come vendita dinotizie e avvisi”, aveva intuitotutto. Pochi scossoni inveceper la televisione, dove dasempre girano più soldi: quil’aumento di proventi dalle in-serzioni è inferiore a 30 milio-ni (variazione di 0,7%). Bene laradio, che può contare del4,4% di investimenti in più.Meglio ancora il web: internetattira flussi di denaro da dop-pia cifra: l’aumento è del18,5%. Molti analisti pensanoche la rete sia la salvezza del si-stema editoriale; questo me-dium, ancora giovane, muoveperò risorse non paragonabilicon tv e stampa.La flessione nel mercato pub-blicitario non è un affare soloitaliano: secondo il Sole24Ore,negli Stati Uniti colossi comeGeneral Motors hanno dimez-zato le risorse vincolate nelsettore. Le imprese editoriali,al netto degli investimentipubblicitari, hanno messo incampo strategie diverse per fa-

Crolla un tabù del giornalismo UsaCrisi o non crisi, la sostanza cambia poco: la maggior parte dei quotidiani statuni-tensi di rilevanza nazionale (come Los Angeles Times, Usa Today e Wall StreetJournal) pubblicano senza remore inserzioni in prima pagina. Poche le eccezioni trale testate di prestigio: il Washington Post e, fino a qualche giorno fa, il New YorkTimes. Quest’ultimo, edito da Arthur Sulzberger jr. (fu lui a profetizzare che il suogiornale potrebbe non essere in edicola nel 2013), aveva sempre considerato lefinestre di advertising in prima pagina “un’intrusione commerciale nello spazio infor-mativo più importante del giornale”.

Gli inserzionisti in futuro potrebbero allontanarsi dalla carta stampata. A favore del web?

’’’’