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ASPETTI COMPORTAMENTALI

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ASPETTI COMPORTAMENTALI

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L’ALUNNO CON DSA

Un alunno con DSA si presenta a scuola come un bambino

intelligente, senza problemi emotivi rilevanti, di buone

condizioni socioculturali, ha fruito di un normale

insegnamento, eppure presenta, sin dalla prima classe

della scuola primaria, una sorprendente difficoltà

nell’apprendimento della lettura, scrittura e calcolo chepermane anche dopo che sono stati avviati sforzi notevoli

per aiutarlo.

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Questi alunni confrontandosi con le proprie difficoltà cominciano a

strutturare:

un concetto di sé più negativo,

si sentono meno supportati emotivamente,

provano più ansia,

hanno poca autostima,

tendono ad abbandonare il compito,

hanno una carente percezione di autoefficacia rispetto alle

proprie abilità nell’affrontare i compiti proposti (Cornoldi, 2007).

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COME SI PRESENTA UN ALUNNO CON DSA

ALL’INIZIO DEL SUO PERCORSO?

Un bambino con DSA, nella scuola primaria, si trova precocemente ad

affrontare una situazione di forte disagio:

mentre i compagni di classe imparano rapidamente e con facilità a

leggere, a scrivere e a contare, continua ad avere difficoltà

insormontabili, continua a rifare gli stessi errori banali, è lento.

Queste difficoltà per lui e per gli adulti non trovano una immediata

spiegazione, dato che di solito appare come un bambino normale che

nel gioco e in altre attività mostra intelligenza e partecipazione.

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COME POTREBBE PROSEGUIRE IL

SUO PERCORSO SCOLASTICO?

Quasi inevitabilmente l’insuccesso nell’apprendimento di alcune

attività elementari fa in modo che l’alunno cominci a strutturare:

vissuti di sfiducia

calo dell’autostima

convinzione di essere incapace, o pigro e svogliato

Sono interpretazioni errate che peggiorano la situazione.

E’ chiaro che l’ambiente scolastico (insegnanti e compagni) ha un

ruolo fondamentale nella cristallizzazione o nel contrasto di queste

interpretazioni sbagliate.

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LE PRIME MANIFESTAZIONI PSICOLOGICHE

Le manifestazioni psicologiche del disagio assumono aspetti talora

opposti:

da un lato l’alunno può presentare un comportamento ritirato, chiuso in sè

stesso, di evitamento del confronto, cerca di nascondersi (per es. vuole

stare nell’ultimo banco), parla poco: un complesso di reazioni che si

possono definire di tipo inibitorio;

dall’altro lato può presentare sentimenti di rabbia che portano a

comportamenti disturbanti, talora opposizione e aggressività, diventando

un problema nella classe.

Non è raro che lo stesso alunno possa presentare i due diversi tipi di

comportamento in momenti diversi.

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ASPETTI MOTIVAZIONALI

dott.ssa Maria A. Geraci

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LA MOTIVAZIONE

Lo studio della motivazione concerne

ciò che innesca, mantiene, intensifica,

interrompe o alterna le varie tendenze

all'azione.

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Gli alunni con DSA generalmenteattribuiscono i propri successi a cause esterne(fortuna, il caso...) e i propri insuccessi a causeinterne (mancanza di abilità “non ci riesco”).

L’attribuire i propri insuccessi a mancanza diabilità porta a considerare inutile impegnarsiin un compito: se l’alunno sente di nonpossedere le abilità adeguate per portarlo atermine lo vivrà come inutile e cercherà dievitarlo, non persisterà di fronte alle difficoltàed eviterà il compito

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Stile Depresso tipico negli

alunni con DSA

Attribuzione causale:

Insuccesso > Mancanza di abilità (vergogna)

Successo > Cause esterne (gratitudine, sorpresa)

Aspettative di riuscita: basse

Rinunciatario; non fa niente per riuscire

3. Motivazione a evitare il fallimento

4. Persistenza nel compito: bassa

5.Evitamento compiti e situazioni valutative

6. Evitamento di compiti difficili in cui potrebbe emergere la propria incapacità

dott.ssa Maria A. Geraci

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COSA SUCCEDE ALLA MOTIVAZIONE

DI UN ALUNNO CON DSA?

Negli alunni con DSA l’abilità automatizzata implica un

dispendio di energie nella trascodifica: gli alunni si stancano

rapidamente, commettono molti errori e non imparano.

Per poter ottenere un risultato soddisfacente occorrono tempi

lunghi, un’attenzione prolungata e molti sforzi di conseguenza

le loro prestazioni possono essere altalenanti, gettando nello

sconforto insegnanti e genitori che colpevolizzano l’alunno

facendo appello allo scarso impegno.

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L’alunno percepisce che le sue difficoltà non gli vengonoriconosciute e cerca di proteggersi da pesanti frustrazioni,

cominciando a demotivarsi evitando i compiti e/o attivando

comportamenti disturbanti, portando così a una

degenerazione dei rapporti con insegnanti e genitori.

COSA SUCCEDE ALLA MOTIVAZIONE

DI UN ALUNNO CON DSA?

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L’alunno con DSA, se non è opportunamente sostenuto e

seguito, può sviluppare diverse forme di demotivazione o di

disinteresse verso le attività di apprendimento, che a loro volta

diventano cause di difficoltà generando un circolo vizioso

caratterizzato da:

una bassa percezione di autoefficacia risultato dell'esperienza di

fallimento che sviluppa la percezione di non essere capaci di

affrontare il compito

una bassa autostima scolastica

un concetto di sé sempre più negativo per quanto riguarda le

abilità scolastiche

COSA SUCCEDE ALLA MOTIVAZIONE

DI UN ALUNNO CON DSA?

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Il credersi capaci influenza la motivazione al compito, determinando,

nei casi in cui questa percezione sia debole sentimenti di

autosvalutazione, i quali a loro volta portano ad una riduzione

dell’impegno, forme di evitamento o la tendenza a dilazionare e

problemi comportamentali.

COSA SUCCEDE ALLA MOTIVAZIONE

DI UN ALUNNO CON DSA?

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ASPETTI EMOTIVI

dott.ssa Maria A. Geraci

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Sul piano emotivo l’alunno percepisce che le sue

difficoltà non gli vengono riconosciute e il non

raggiungimento di risultati positivi genera

nell’alunno un senso di frustrazione e un senso di

inadeguatezza.

L’alunno con DSA sperimenta l’angoscia di non

farcela e

la rabbia di non essere capito

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La costante frustrazione e confusione a scuola rende questi

alunni molto ansiosi: questo fa sì che essi evitino tutto ciò cheli spaventa e spesso gli adulti interpretano questo

comportamento come pigrizia.

L’alunno con DSA è però il primo a vivere la propria difficoltà

senza riuscire a darsi una spiegazione ragionevole e, nel

constatare le reazioni dell’ambiente circostante non può

che sviluppare un disagio psicologico.

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IL RUOLO DELL’AUTOSTIMA

A determinare lo stato d’animo negativo dei ragazzi con DSA

contribuiscono fortemente attività cognitive e di pensiero e di

valutazione-interpretazione della situazione e di sé negativi.

Questi processi di interpretazione della realtà dialogano

continuamente con un’altra dimensione psicologica fondamentale

per la vita affettiva, e cioè L’AUTOSTIMA.

Avere un buon livello di autostima contribuisce a regolare

positivamente i processi di pensiero (pensieri, convinzioni ecc) ; al

contrario, se soffriamo di un deficit di autostima, i processi di

interpretazione della realtà tenderanno a distorcersi negativamente .

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Aspettative negative su di sè

Grande ansia e scarso impegno

Fallimento realeAutovalutazione negativa

Bassa autostima

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La scuola svolge un ruolo importante nella definizione dell'autostima dell’alunno che trascorre una considerevole porzione della sua giornata in attivita connesse con essa.

Gli alunni con DSA e con una bassa autostima che sperimentano un senso di insicurezza interna possono esprimere questo disagio con modalita differenti fra loro.

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DEFICIT DI AUTOSTIMA:

ALUNNO QUASI INVISIBILE

Si possono notare comportamenti di ritiro che rendono

l’alunno quasi invisibile: non fa mai troppa confusione, ma non e neanche totalmente silenzioso, non mostra di avere

una passione particolare e si confonde nel gruppo stesso.

Il rapporto con i pari non sembra, a prima vista,

presentare alcun tipo di problematicita: e sempre

fisicamente inserito nel gruppo dei bambini piu tranquilli,

non litiga, non discute e non richiede aiuto per risolvere

eventuali conflitti e nella maggior parte dei casi accetta

le decisioni prese dagli altri.

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DEFICIT DI AUTOSTIMA:

ALUNNO QUASI INVISIBILE

Per l'insegnante di un alunno con DSA e con queste

caratteristiche quando entra le prime volte in contatto

con lui tende a dimenticarlo, sia mentre svolge le sue attivita che durante una riflessione successiva.

Quell’alunno ha infatti ubbidito alle sue richieste senza

contraddirlo, non ha espresso spontaneamente nessuna opinione, non ha manifestato sentimenti e non e stato ne affettuoso ne scontroso.

La passivita si riflette anche nella relazione: l’alunno non

ricerca attivamente conferme di nessun tipo, ma

risponde se chiamato in causa.

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Altri comportamenti tipici di bassa autostima rilevabili negli

alunni con DSA sono quelli molto vivaci e schietti, espressione

di un disagio emotivo, di non sentirsi accettato e capito

espresso con un intenso bisogno di movimento e di azione

unito ad un forte desiderio di essere visto e anche contenuto.

E’ sicuramente l’estremo opposto dell’alunno ritirato, l’altra

faccia della medaglia, se il primo voleva scomparire, il

secondo non puo sopportare di non essere al centro

dell’attenzione, nel bene e nel male: e meglio essere sgridati e

creare dei danni piuttosto che essere dimenticato.

Alla base di entrambi i casi pero c’e la stessa insicurezza e la

stessa paura di non essere all’altezza delle diverse situazioni; cosi di fronte alle difficolta uno decide di scappare senza

essere visto, l’altro di nascondersi creando confusione.

DEFICIT DI AUTOSTIMA:ALUNNO VIVACE E SCHIETTO

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Spesso questo alunno esprime le sue emozioni e le sue paure tramite il movimento e l’agitazione poiche non conosce altri

canali di comunicazione. In genere ha molti amici, che

trascina nelle sue imprese e quando sta con loro sembra forte

e spavaldo trasgredendo norme e regole.

E’ difficile che gli altri si accorgano della sua insicurezza se non

quando rimane solo: allora sembra quasi perso come se non sapesse piu cosa fare.

DEFICIT DI AUTOSTIMA:ALUNNO VIVACE E SCHIETTO

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UN ADOLESCENTE CON DSA

Se non adeguatamente affrontate, le difficoltà possono organizzarsi

in nuclei psicopatologici di vulnerabilità e pesare sullo sviluppo della personalita.

Le reazioni psicologiche che i bambini con DSA possono cominciare

a strutturare riguardano:

Area fisica: con la comparsa di nausee, cefalee ed altri disturbi

psicosomatici

Area comportamentale: con la presenza di irritabilita , di instabilita

attentiva, di instabilita motoria, di aggressivita verso i compagni e di scarso

interesse per le attivita didattiche.

Area psichica: con la presenza di un atteggiamento rinunciatario, di

scarso investimento sugli apprendimenti e di un livello di funzionamento inferiore rispetto alle reali potenzialita .