Dr Laura Massimiliano U.O.C.Medicina Imperia · *Morte per cause CV, infarto del miocardio non...
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La gestione integrata del paziente nefropatico diabetico
• Dr Laura Massimiliano , U.O.C. Medicina Imperia
• Definizione e diagnosi ( precoce ?) , vecchi e nuovi marcatori
• Storia naturale , fattori di rischio , e impatto clinico
• La terapia standard• Nuove prospettive?• Conclusioni
• Definizione e diagnosi ( precoce ?) , vecchi e nuovi marcatori
• Storia naturale e fattori di rischio e impatto clinico
• La terapia standard• Nuove prospettive?• Conclusioni
Il T2DM è associato a una molteplicità di rischi vascolari
Ipertensione T2DM
Insufficienza cardiaca/LVD*/
CHD*
Disfunzione renale
Microalbuminuria Macroalbuminuria
Favorisce il danno renale e la disfunzione renale
Associato ad un aumento della prevalenza
ESRD
* LVD = disfunzione ventricolare sinistra CHD = cardiopatia coronarica
Gli scarsi esiti CV e renali sono connessi tra loro1
1. Ronco C, et al. J Am Coll Cardiol 2008;52:1527–39.
Marcatori biologici delle alterazioni dei tessuti cardiaci
Fattori di rischio geneticiFattori di rischio acquisiti
Nefropatia primariaDiabete mellito
FumoObesità
IpertensioneDislipidemia
OmocisteinemiaInfiammazione cronica
CKDdi stadio III–IV
CKDdi stadio V – dialisi
CKDdi stadio I‐II
Sclerosi –fibrosi
Rimodellamento cardiaco
Stimolazione dei monociti
Superfici artificiali, liquidi contaminati Produzione di
citochine� Insulino‐resistenza
� Produzione di adipocitochine
Proteine della fase acuta
� Appetito� Metabolismo muscolare
Rimodellamento osseo
Alterazioni endoteliali
Danno glomerulare
/interstiziale
Anemia; tossine uremiche; anomalie Ca2+ e (PO4
)‐;
stato nutrizionale; BMI; sovraccarico Na+ e H2O;
infiammazione cronica
Anemia e malnutrizione; anomalie Ca2+ e (PO4)‐;
calcificazione dei tessuti molli; sovraccarico Na+ e H2O; resistenza all’EPO; tossine uremiche Infiammazione
cronica
Tassi di mortalità da eventi cardiovascolari (CV) secondo la GFR stimata, standardizzati in base all’età1
Un evento CV è stato definito come ospedalizzazione per cardiopatia coronarica, insufficienza cardiaca, ictus ischemico e arteriopatia periferica
1. Go AS, et al. N Engl J Med 2004;351:1296–305.
Funzionalità renale: il principale predittore di malattia macrovascolare
40
35
30
25
20
15
10
5
0Tasso di eventi CV standardizzato in
base all’età
(per 100
pazienti‐a
nno)
≥60 45–59 30–44 15–29 <15
GFR stimata (mL/min)
Tasso di osped
alizzazione
standardizzato in base all’età
(per 100
ann
i paziente)
Il rischio di ospedalizzazione aumenta sensibilmente con il deterioramento della funzionalità renale
Rapporto tra deterioramento della funzionalità renale e tasso di ospedalizzazione1
160
140
120
100
80
60
40
20
0≥60 45–59 30–44 15–29 <15
GFR stimata (mL/min)Un evento CV è stato definito come ospedalizzazione per cardiopatia coronarica, insufficienza cardiaca, ictus ischemico e arteriopatia periferica
1. Go AS, et al. N Engl J Med 2004;351:1296–305.
La proteinuria è associata ad un elevato rischio di malattia vascolare e morte1
1. Jude EB, et al. Q J Med 2002;95:371–7.
Esiti a 5 anni nei pazienti affetti da T2DM con e senza proteinuria
Ancora in vita Neuropatia Ipertensione
63%
92%
70%
29%
57%
40%
24%
5%
93%
49%41%
26%
Con proteinuria
Senza proteinuria
Retinopatia Vasculopatia periferica
Cardiopatia ischemica
La proteinuria à associata a una probabilità di morte quasi 5 volte superiore nei pazienti affetti da T2DM(37% vs 8%, P<0,0001)
Percentuale di pazienti (%) 100
80
60
40
20
0
VALORE PREDITTIVO DELLA PROTEINURIA SULLA MORTALITA’ NEL DIABETE TIPO 2
‐ UKPDS 64‐ 5,097 diabete tipo 2‐ Follow‐up: 10 anni
0 Normo Micro Macro
Mortalità20
15
10
5
%/a
nno
Adler AI, et al. Kidney Int 2003;63:225-232
Nei diabetici quando si manifesta la malattia renale, si assiste ad un progressivodeterioramento della funzione renale, che è lineare nel tempo, fino all’uremiaterminale.
E’ una MALATTIA PROGRESSIVA
Importanza di: prevenzionediagnosi precocetrattamento precoce
NEFROPATIA DIABETICA
FATTORI DI RISCHIO PER LA PROGRESSIONE
Durata del diabeteFattori genetici e familiari
IperglicemiaIpertensioneDislipidemiaAlbuminuria/Proteinuria
Inattività fisicaObesitàFumo
FATTORE DI RISCHIO TIPO DI INTERVENTO
Immodificabili
Terapia farmacologica
Stile di vita
L’intervento multifattoriale precoce è renoprotettivo e cardioprotettivo1–5
Pressionearteriosa
Glicemia
Lipidi
Proteinuria(angiotensina II)
Stile di vita
Capsula di Bowman
Migliore controllo glicemico:
HbA1c <7%
Ottimizzazione della pressionearteriosa: <130/80 mmHg
Blocco del sistema renina‐angiotensina (RAS): ACE inibitori e/o ARB
Riduzione del livello di lipidi: LDL <100 mg/dL (2,59 mmol/L); <70 mg/dL (1,8 mmol/L) rischio
elevato
Calo ponderale/esercizio fisicoCessazione del fumoRiduzione del sale nell’alimentazione
1. Perkins BA, et al. N Engl J Med 2003;348:2285–93. 2. Gerstein HC, et al. JAMA 2001;286:421–6. 3. Jude AE et al. QJM 2002;95:371–377; 4. National Kidney Foundation. Am J Kidney Dis. 2007;49(Suppl 2):S42–61. 5. American Diabetes Association. Diabetes care 2004;27(Suppl 1):S79–S83.
- Obesità- Ipertensione- Diabete
Ridottonumerodi nefroni ?
Albuminuria Proteinuria clinicaPeggioramento S. metabolicaAumentato rischio CV
0
50
100
150
VFG
(m
l/min
/1.7
3m2)
Iperglicemia transitoria, ipertensione
STORIA NATURALEDELLA NEFROPATIA DIABETICA
0 25
Durata diabete (anni)
20 200UAE (µg/min)
13
IRCNormoalbuminuria Micro Macro
18
• Definizione e diagnosi ( precoce ?) , vecchi e nuovi marcatori
• Storia naturale , fattori di rischio , e impatto clinico
• La terapia standard• Nuove prospettive?• Conclusioni
STUDIO BENEDICT
* ADA guidelines, Diabetes Care 1998
Ruggenenti P, et al. NEJM 2004;351:1941‐1951
NORMOALBUMINURIAMICROALBUMINURIA PROTEINURIA IRC
Con simili valori di P.A., la comparsa di microalbuminuria era significativamente inferiore con l’ACE‐I, non con il Ca‐antagonista
IRCNormoalbuminuria Micro Macro
0 25Durata diabete(anni)
20 200UAE (µg/min)13 18
INIBIZIONE DEL SRAA NEL DIABETE DI TIPO 2 - EFFETTI SULLA MORTALITÀ -
MicroHOPEcasicontrolli
RENAAL, IDNT, IRMA2casicontrolli
18081769
17191542
10.814.0
14.416.1
pazienti(n)
mortalità (%)
Riduzione del rischioRENAAL
IDNT, IRMA2
(Sartani)
- 10 %
- 30
- 20
- 10
0%
microHOPE(ACE inibitore)
- 24%
L’intervento multifattoriale riduce il rischio CV: studio STENO21
Endpoint primario composito: terapia convenzionale (44%) e terapia intensiva (24%). *Morte per cause CV, infarto del miocardio non fatale, intervento di bypass coronarico, intervento coronarico percutaneo, ictus non fatale, amputazione o
intervento per aterosclerosi periferica. †Modifica del comportamento e terapia farmacologica
1. Gaede P et al. N Engl J Med 2003;348:383–93.
Riduzione del rischio assoluto del 20%
N=160; follow-up: 7,8 anni
Terapia convenzionale
Terapia multifattoriale†
End
poin
t prim
ario
com
posi
to* (
%)
Mesi di follow-up12 24 36 48 60 72 84 96
20
40
60
Blocco farmacologico del sistema RAA con ACE-I e sartani
Adattato d Adattato a: Chung, Unger., Am J Hypertens 1999;12:150S–156S
Renina DIR
Significativa riduzione del rischio di complicanze del T2DM con la diminuzione dell’HbA1c1*
*Analisi osservazionale prospettica dei pazienti UKPDS (n = 4585, analisi dell’incidenza; n = 3642, analisi del rischio relativo). Follow-up medio di 10,0 anni1. Stratton IM, et al. BMJ 2000;321:405–12.
IctusMIPVDMalattia micro‐
vascolare
Insufficienza cardiaca
Estrazione di cataratta
Morte associata al diabete
P<0,0001
P=0,35
P=0,21
P<0,0001
P<0,0001
‐37
‐43
‐14‐12
‐16‐19 ‐21
UKPDS: significativa riduzione del rischio per ogni riduzione dell’1% dell’HbA1C media1*
Ridu
zione
(%)
Controllo glicemico precoce: riduzione del rischio di danno renale progressivo
UKPDS 33: riduzione del rischio a 10 anni
1. UKPDS Group (UKPDS 33). Lancet 1998;352:837–53.
Rischio di progressione
dell’albuminuria
Rischio di raddoppio della creatinina plasmatica
Rischio di raddoppio dell’urea plasmatica
‐34
‐67‐74
Ridu
zione
(%)
UKPDS, follow-up a 10 anni (1997 – 2007) †
• Non differenze di HbA1c media tra i 2 gruppi al 1° anno di follow-up post-trial. • La riduzione del Rischio Relativo nel braccio di trattamento intensivo vs convenzionale persiste dopo 10 anni
† Data from sulfonylurea–insulin group shown* P≤0.05; ** P≤0.01; *** P≤0.001; † Data from sulfonylurea–insulin group shown* P≤0.05; ** P≤0.01; *** P≤0.001; -
25
-20
-15
-10
-5
0Complica
nze Microvas
colari
IMA Tutti gli endpoint
Correlati al diabetes
Mortalità per
tutte le cause
Rid
uzio
ne d
el R
isch
io
Rel
ativ
o (%
)
Trial end (1997)Post-trial follow up (2007)
*
***
**
***
***
*
The legacy effect – la riduzione delle complicanze persiste dopo 10 anni con il controllo intensivo
1.UKPDS 33 Study Group. Lancet. 1998;352:837-853; 2. Holman RR, et al. N Engl J Med. 2008;359:1577-1589.3. Chalmers J and Cooper ME. N Engl J Med. 2008; 359: 1618–1620.
Controllo glicemico precoce: mantenimento della protezione
La maggioranza dei pazienti con T2DM non sono in controllo
64.2% of patientswith type 2 diabeteshave HbA1C > 7.2% 1*
10.1% have HbA1C > 10% 4
20.2% have HbA1C > 9% 1
37.2% have HbA1C > 8% 1
ADA target (< 7%) 2
AACE /ACE target (≤ 6.5%) 3
10.0
9.0
8.0
7.0
6.0
HbA1C
1. Saydah SH, et al. JAMA. 2004;291:335‐342; 1*. Adapted from Saydah SH, et al. JAMA. 2004;291:335‐342; 2. ADA. Diabetes Care January 2011 34:S4‐S10; 3. AACE/ACE. Endocr Prac. 2009;15:540‐59; 4. Oluwatowoju I, et al. Diabetic Medicine. 2010;27:354–359
• Definizione e diagnosi ( precoce ?) , vecchi e nuovi marcatori
• Storia naturale , fattori di rischio , e impatto clinico
• La terapia standard• Nuove prospettive?• Conclusioni
• Definizione e diagnosi ( precoce ?) , vecchi e nuovi marcatori
• Storia naturale , fattori di rischio , e impatto clinico
• La terapia standard• Nuove prospettive?• Conclusioni
• Notevole intreresse scientifico, >75.000 pubblicazioni scientifiche registrate su medline oggi , >1000 nell’ultimo anno
• Notevole diffusione epidemiologica del problema e costi elevati per i servizi sanitari, la sola gestione USA dei pazienti con ESRD diabetica è > 10 bilioni di $ all’anno
• Terapia attualmente efficace (soprattutto se multifattoriale e precoce ) nel rallentare il decorso o prevenire in parte le complicazioni
• Le acquisizioni recenti fisiopatologiche consentono di ipotizzare nuovi target terapeutici con il fine di incidere sul decorso della malattia e ottenere una regressione del quadro clinico e anatomopatologico