Dr Antonio Di Loria Poliencefalomalacia (PEM) dei Ruminanti Aspetti Eziopatogenetici.

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Dr Antonio Di Loria Poliencefalomalacia (PEM) dei Ruminanti Aspetti Eziopatogenetici

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Dr Antonio Di LoriaDr Antonio Di Loria

Poliencefalomalacia (PEM) dei Ruminanti

Aspetti Eziopatogenetici

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Patologia metabolico-nutrizionale che colpisce sporadicamente i bovini e gli ovini, sebbene

segnalata anche in altri ruminanti

nota come

“necrosi della corteccia cerebrale”

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il termine deriva da: polio: materia grigia encefalo: cervello malacia: reammollimento

in senso letterale può essere definita:

Rammollimento della Materia Grigia Cerebrale

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Caratterizzata dalla presenza di focolai di rammollimento della corteccia

cerebrale, necrosi neuronale in assenza di cellule infiammatorie, che determina

l’insorgenza di una sintomatologia neurologica variabile

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• sono colpiti animali giovani (allevamenti intensivi con alimentazione a base di concentrati)

• la malattia è ben nota nel bufalo mediterraneo ed è indicata dagli allevatori con il termine di ”male feruto”

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• nel bovino e nel bufalo si osserva principalmente nel periodo compreso tra la tarda estate e la fine dell’autunno

• nei piccoli ruminanti invece la massima incidenza si verifica durante i mesi invernali

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• fino agli anni ’60 l’eziologia dell’affezione era riferita soltanto ad una carenza di tiamina o Vit. B1

• attualmente è considerata una patologia plurifattoriale

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E’ stato osservato che la PEM può essere associata a:

diete con alti livelli di solfati associate ad inadeguato apporto dietetico di rame (Cu), molibdeno (Mo), zinco (Zn), ferro (Fe),

cobalto (Co), selenio (Se)

assunzione di vegetali contenenti sostanze tossiche/o antimetaboliti con particolare tropismo per il SNC

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Fattori predisponenti:

clima

errata gestione aziendale

diete con elevati contenuti di carboidrati facilmente fermentescibili (concentrati), povere in fibra e carenti di vitamine e/o minerali

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Tali diete fanno si che nei vitelli la PEM assuma il carattere di una tecnopatia tipica

degli allevamenti a carattere intensivo

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Storicamente la PEM è stata sempre associata ad una condizione di

ipovitaminosi B1, la cui produzione endogena viene assicurata dai batteri

cellulosolitici del rumine

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La tiamina viene fosforilata a livello epatico dando origine alla tiamina

pirofostato o difostato (TPP), forma biologicamente attiva (80 %), ed a

quella trifosfato (TTP) e monofosfato (TMP)

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• la tiamina svolge un ruolo fondamentale, in qualità di coenzima, nell’ambito del metabolismo glucidico

• la decarbossilazione ossidativa del’acido piruvico con formazione di acetil-coenzima A, che entra a far parte del ciclo di Krebs, è catalizzata dalla piruvico-deidrogenasi, il cui coenzima è rapprentato dalla Vit. B1

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• un’altra importante via della demolizione del glucosio è rappresentata dal ciclo dei pentosi, che porta alla sintesi di zuccheri a cinque atomi di carbonio

• questa via metabolica richiede l’intervento di una transchetolasi, il cui coenzima è rappresentato dalla tiamina

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la carenza di tiamina blocca due fondamentali tappe del metabolismo

glucidico:

• ciclo di Krebs

• ciclo dei pentosi

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Una razione ricca di glucidi facilmente fermentescibili (concentrati) può alterare

lo sviluppo della flora endoruminale e determinare lo sviluppo di batteri

aminolitici, che sono consumatori di vitamine del gruppo B, con conseguente

loro possibile deficit

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• tali diete a livello ruminale possono selezionare alcuni microrganismi in grado di sintetizzare enzimi ad attività antivitaminica (tiaminasi)

• sono state individuate 2 tiaminasi che agiscono con meccanismo biochimico differente:

• tipo 1: Bacillus thyaminoliticus e Clostriduium sporogenes

• tipo 2: Bacills aneurinoliticus

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• piante ricche in tiaminasi:• Pteridium aquilinum• Pteridium esculentum• Equisetum arvense

oltre alla tiaminasi contengono altri principi tossici ed un elevato contenuto in zolfo !

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le farine di pesce contaminate con funghi del genere Acrospeira spp. possono

contenere elevate quantità di tiaminasi

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• alcuni farmaci, come l’amprolium, sono

in grado di antagonizzare la Vit B1,

determinando una carenza secondaria

(bufalo indiano !)

• l’amprolium, simile strutturalmente alla

tiamina, tende ad occupare i siti

recettoriali della stessa, bloccandone

l’azione (specie nei tessuti nervosi)

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• le lesioni nervose sono praticamente indistinguibili da quelle che

si riscontrano in corso di PEM spontanea

• questa forma di malattia spesso viene indicata come:

“Encefalopatia da Avvelenamento da Amprolium”

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la carenza di tiamina può essere dovuta anche ad un ridotto assorbimento a

causa di processi patologici a carico dei prestomaci e/o dell’intestino

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indipendentemente dalla causa, la carenza di Vit. B1 determina una

alterazione del metabolismo dei glucidi con

ridotta produzione di ATP ed aumento dell’acido piruvico e dell’acido lattico

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• a livello di tessuto nervoso tali modificazioni determinano a carico delle membrane neuronali uno squilibrio degli scambi ionici con conseguente ritenzione di sodio

• ne deriva un incremento della quota idrica a livello extracellulare e la formazione di edema

• il processo evolve con l’aumento della pressione intracranica e la formazione di focolai necrotici diffusi

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la carenza di tiamina potrebbe influire sul

metabolismo di alcuni neurotrasmettitori

(acetilcolina)

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la PEM è associata anche ad un eccesso di zolfo nella dieta o meglio ad un aumento della quantità di solfuri a livello ruminale

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Funzioni dello zolfo nell’organismo

E’ un’importante fonte minerale per i microrganismi ruminali

• entra a far parte: della struttura del collagene di alcuni catalizzatori del metabilismo vitaminico dell’insulina dell’emoglobina di alcune vitamine (tiamina e biotina) di alcuni aminoacidi essenziali (metionina, cisteina, cistina e

taurina)

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Alcuni vegetali contengono elevate quantità di zolfo:

Pteridium aquilinum Pteridium esculentum Equisetum arvense Cirsium arvense Chenopodium spp. Kochia scoparia Cereali Canna da zucchero (melassa) Crucifere

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potenzialmente pericolose sono anche le piante coltivate su terreni fertilizzati con zolfo o le falde

acquifere ricche di tale minerale…

maggiore incidenza della PEM durante il periodo estivo

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A livello ruminale i microrganismi in grado di utilizzare lo zolfo si dividono in:

Solfato-riduttori assimilatori (Bacteroides spp., Butyrivibrio spp., Lachnospira spp.): riducono lo zolfo e lo impiegano per la sintesi di aminoacidi

Solfato-riduttori dissimilatori (Desulfivibrio desulfuricans, Desulfotomaculum ruminis): utilizzano lo zolfo come accettore di elettroni e sintetizzano solfuri come prodotto finale

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Una dieta ricca in solfati e di carboidrati di pronto utilizzo, con acidificazione dell’ambiente

ruminale, determina un aumento della capacità riduttiva dei batteri dissimilatori,

con incremento della produzione di solfuri e riduzione dei batteri cellulosolitici produttori di

tiamina

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Il destino dello zolfo a livello ruminale è condizionato dal pH

pH basico: composti solforati allo stato liquido

pH acido: solfuro di idrogeno (H2S) allo stato gassoso

l’H2S viene eliminato attraverso l’H2S viene eliminato attraverso l’eruttazione o l’aria espirata l’eruttazione o l’aria espirata

con azione irritante sulle prime vie respiratoriecon azione irritante sulle prime vie respiratorie

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• le elevate quantità di H2S interferiscono con la respirazione cellulare, bloccando l’attività del citocromo C ossidasi

il blocco della respirazione cellulare conduce a mancata sintesi di ATP, con conseguente carenza di energia disponibile soprattutto a livello di SNC e comparsa di necrosi diffusa

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Inizialmente l’organismo tenta di eliminare l’H2S in eccesso aumentando la

frequenza degli atti respiratori, tuttavia l’H2S tende a paralizzare i centri del

respiro aggravandone la sintomatologia

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Inoltre i solfuri assorbiti inibiscono l’azione di altri enzimi importanti per la sintesi di ATP e per gli effetti anti-ossidativi (superossido-

dismutasi e glutatione-perossidasi)

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• questi enzimi svolgono una importante attività antiossidante nei confronti dei radicali liberi

• in particolare la glutatione-perossidasi (la cui sintesi è favorita dal Selenio) contribuisce all’azione antiossidante della Vit. E a livello di membrana cellulare

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Elevate concentrazioni di H2S possono favorire l’azione dei radicali liberi a livello di tessuto nervoso, data l’alta

concentrazione di lipidi in esso presente

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il deficit energetico e la maggiore sensibilità ai danni ossidativi delle cellule nervose sono sufficienti a

determinare un danno neurale di tipo necrotico

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Diete carenti in rame, zinco, molibdeno e ferro sembrano

essere coinvolte nella patogenesi delle forme di PEM zolfo-indotte

tali elementi formano dei composti insolubili tali elementi formano dei composti insolubili con l’Hcon l’H22S riducendone la biodisponibilità S riducendone la biodisponibilità

e la conseguente tossicitàe la conseguente tossicità

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Il solfuro endoruminale favorisce l’effetto antagonista del molibdeno sul rame

• Il solfuro lega il molibdeno formando tiomolibdeno, composto insolubile che impedisce l’assorbimento di rame

carenza di rame

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Polioencefalomalacia dei Ruminanti

Aspetti Clinico-Diagnostici e Terapeutici

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sono colpiti vitelli e vitelloni da carne, gli ovini, occasionalmente i ruminanti selvatici,

mentre raramente si osserva nei bovini adulti

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• Nei bovini sono colpiti animali tra i 6 -18 mesi (maggiore incidenza 9-12 mesi)

• Negli ovini la malattia si manifesta intorno ai 2-7 mesi

• Nei caprini si rileva un range più ampio: 2 mesi-3 anni

• Nel bufalo mediterraneo la patologia si manifesta in animali giovani (6-20 mesi)

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• la PEM è descritta anche in animali adulti con manifestazioni cliniche meno gravi e spesso con guarigione spontanea

• Non esiste predisposizione di sesso e di razza

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Nei bovini rappresenta una tecnopatia tipica degli allevamenti intensivi

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• L’incidenza nel bufalo può variare tra il 4 ed il 10 %, con indice di mortalità compreso tra il 20-60 %

• Negli ovini è intorno al 10 %, con mortalità compresa tra l’1-10 %

• Nei bovini è intorno al 25 %, con mortalità compresa tra il 25-50 %

In relazione alla genesi plurifattoriale la PEM presenta indici di morbilità e mortalità

molto variabili !!

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Rilievi Clinici

I FASE

Anoressia/disoressia

Difficoltà nella prensione degli alimenti

Difficoltà nella deambulazione

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Rilievi Clinici

II FASE

Stato di ipereccitabilità con ansia e reazioni abnormi agli stimoli esterni

Crisi convulsive tonico-cloniche periodiche della durata di 2 minuti (l’animale cade a terra in decubito laterale con arti rigidi ed estesi)

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Rilievi Clinici

III FASE

DepressioneAdinamia e letargiaDecubito laterale con posizione di opistotono o pleurostotonoIpermetria ed incrocio degli artiMovimenti di anteropulsione/o retropulsioneMovimenti di maneggio

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Rilievi Clinici

Scomparsa riflesso della minaccia

Riflesso pupillare e palpebrale conservati

Cecità (edema papillare)

Nistagmo

Sguardo fisso nel vuoto

Strabismo (coinvolgimento nervo trocleare)

Digrignamento dei denti e trisma mandibolare

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Nelle pecore non si osserva nistagmo

Nelle capre la malattia esordisce con sintomi di ipereccitabilità neuro –muscolare (grave opistotono, rigidità dei mm estensori degli arti), nistagmo e cecità

Nel bufalo mediterraneo la sintomatologia è sovrapponibile a quella del bovino, ma il decorso sembra essere più breve

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l

la malattia in Campania è stata segnalata in una la malattia in Campania è stata segnalata in una azienda agrozootecnicaazienda agrozootecnica

della piana del Sele della piana del Sele (Ciaramella e coll., 1999)(Ciaramella e coll., 1999)

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lesioni della corteccia cerebrale in genere lesioni della corteccia cerebrale in genere occipitale e parietale. Aree di necrosi con occipitale e parietale. Aree di necrosi con

emorragie perivascolari e neoformazione di emorragie perivascolari e neoformazione di capillari. Segni di edema diffusocapillari. Segni di edema diffuso

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Esami di Laboratorio

riduzione della transchetolasi eritrocitaria (v.n.: 40-60 μl/ml)

riduzione della tiamina (< 50 nmol/l; v.n.: 75-185 nmol/l)

aumento dell’acido piruvico (fino a 1.5-5.0 mg/dl; v.n.: 0.5-1.0 mg/dl)

aumento dell’acido lattico (> 20 mg/dl; v.n.: 6-12 mg/dl)

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Esame del liquido Ruminale

• pH acido

• > batteri aminolitici e lattobacilli

• < batteri cellulsolitici

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Esame del liquido cefalo-rachidiano

• Proteine normali o leggermente aumentate (40-60 mg/dl)

• Numero delle cellule normali (< 5 per mm3) o poco modificato

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Analisi dei gas ruminali

Il riscontro di valori elevati di solfuro d’idrogeno nel rumine o di solfuri nel liquido

ruminale può essere indicativo di PEM causata da eccesso di composti dello zolfo

nella dieta

Negli animali con PEM valori 100 volte superiori al normale !!!

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Determinazione delle tiaminasi

È possibile valutare le tiaminasi fecali e ruminali, che risultano considerevolmente

aumentate in corso di PEM

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Diagnosi Differenziale

• Tossiemia gravidica

• tetania da ipomagnesiemia

• ipovitaminosi A

• intossicazione da piombo (saturnismo)

• listeriosi

• Scrapie

• morbo di Aujeszky

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Terapia

idrossicloruro di tiamina: 10 mg/kg E.V.

ogni tre ore per 5 volte

lievito di birra (0.5-1g/Kg)

Se la terapia viene prontamente istituita si può avere la guarigione nel giro di 24 ore !!!

carenza di tiamina:

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Terapia

Crisi Convulsive

Tranquillanti

• Barbiturici (fenobarbital: 5g/die) • Benzodiazepine (diazepam: 0.4 mg/Kg e.v.)

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Terapia

Edema Cerebrale

mannitolo: 1-3 g/kg E.V.

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Terapia

Acidosi Ruminale

bicarbonatio di sodio per os (50g/ql)

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Nelle forme di PEM che riconoscono come eziologia un eccesso di solfati non esiste un

trattamento specifico

terapia di supporto

individuare ed eliminare le fonti di solfati

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Profilassi

• Dieta equilibrata con giusto apporto di fibra grezza (che stimola le secrezioni salivari ed i movimenti ruminali), di vitamine e minerali

• Valutare apporto di tiamina, zolfo e metalli pesanti con la dieta

• Individuare fonti occulte di zolfo nell’allevamento (acqua di abbeverata !!)

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Profilassi

I fabbisogni di tiamina a scopo preventivo non sono stati ancora definiti con precisione, ma

si considera una dose di 3 mg/Kg di alimento, sia nei bovini che negli ovi-caprini

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Profilassi

somministrare tiamina: 50 mg/kg di

mangime per 21 gg, quindi ridurre a 20 mg/kg

somministrare 500 mg di tiamina IM 3 volte alla settimana in vitelli a 6 mesi di età per 6 settimane

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Grazie

per l’attenzione