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COMMISSIONE EUROPEA DG Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità 1 DOSSIER “Cosa può fare per voi l’Europa sociale?” Campagna di Comunicazione e Informazione della Commissione Europea sull’Europa Sociale

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DOSSIER

“Cosa può fare per voi l’Europa sociale?”

Campagna di Comunicazione e Informazione della Commissione Europea sull’Europa Sociale

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Campagna di comunicazione e informazione della Commissione europea sull’Europa sociale

Cosa può fare per voi l’Europa sociale?

Capire le politiche sociali dell'UE con l'aiuto del circo

La Commissione europea ha lanciato una campagna di comunicazione e informazione per spiegare alla cittadinanza cosa l'UE stia facendo, in termini di politiche e azioni, volte a creare nuovi e migliori posti di lavoro, migliorare le condizioni di lavoro, eliminare gli ostacoli alla mobilità professionale in Europa, favorire le pari opportunità e promuovere l’inclusione sociale. Organizzata nella forma di “circo” itinerante per l’Europa, la campagna della Commissione europea sarà ospitata, per la prima volta in Italia, dalla Regione Emilia-Romagna, nelle città di Bologna e Ravenna, e fa seguito alle precedenti edizioni di Praga, Cardiff, Marsiglia, Parigi, Bruxelles, Varsavia e Lisbona. L’iniziativa prevede un ricco programma di conferenze, seminari, dibattiti, stand interattivi, interviste e spettacoli vari e rappresenta un’opportunità per coinvolgere sia la cittadinanza che i decisori politici e i diversi attori del territorio regionale, promuovendo un dialogo sulle questioni sociali di più grande interesse nell’attuale contesto di crisi economico-finanziaria.

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Le politiche sociali dell’Unione Europea

Le politiche sociali a livello europeo si propongono, in linea generale, di aumentare l’occupazione, migliorare le condizioni di vita e di lavoro, assicurare la protezione sociale e il dialogo fra l parti sociali, sviluppare le risorse umane per garantire un livello più alto di occupazione, lottare contro l’espulsione, le discriminazioni di ogni tipo e la povertà.

Le politiche sociali non erano previste nel Trattato di Roma del 1957, ma sono apparse poco a poco nei Trattati successivi, diventando oggi una priorità per i legislatori europei.

Compito principale dell’UE, in questo ambito, è fissare degli obiettivi per gli Stati membri nell’ambito delle politiche sociali: si occupa quindi di adottare linee direttrici per l’occupazione e gli obiettivi comuni in materia di protezione sociale che i singoli Paesi si impegnano ad applicare. Oppure analizza i provvedimenti presi a livello nazionale e adotta le raccomandazioni degli Stati membri.

Dal momento che le politiche sociali rimangono soprattutto di competenza nazionale, l’Unione Europea si occupa di far convergere le politiche comunitarie e quelle nazionali. Uno degli strumenti più importanti utilizzati dall’UE è il “metodo di coordinamento aperto” (MCA) che provvede un nuovo quadro di cooperazione tra gli Stati membri per far convergere le politiche nazionali, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione, al fine di realizzare obiettivi comuni.

Le politiche sociali nel Trattato di Nizza

Nel Trattato di Nizza del 2001, attualmente in vigore, le disposizioni che riguardano le politiche sociali si trovano negli articoli 2 (obiettivi generali) e 13 (discriminazione), e nei titoli III (lavoratori), VIII (occupazione) e XI (politiche sociali).

La politiche sociali nel Trattato di Lisbona

Nel Trattato di Lisbona non ancora entrato in vigore si trovano alcune novità che rafforzano il ruolo dell’Unione Europea per quanto riguarda le politiche sociali. Per esempio, la Carta dei Diritti Fondamentali verrebbe inclusa nel Trattato europeo, consentendo quindi ai cittadini di utilizzare questo testo per investire la Corte europea di giustizia. Nuovi obiettivi sono stati aggiunti nel testo, tra cui: la piena occupazione e il progresso sociale, la lotta all’esclusione sociale e alle discriminazioni, la promozione della giustizia, l’eliminazione della povertà. Inoltre, viene aggiunta una clausola sociale che promuove l’integrazione orizzontale di questi obiettivi nelle politiche comunitarie (“social mainstreaming”). Il Trattato di Lisbona conferma inoltre il ruolo delle parti sociali e del dialogo tra loro.

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Comunicare le politiche sociali dell’UE

La campagna “Cosa può fare per voi l’Europa sociale?” si propone l’obiettivo di illustrare i nove diversi settori d'intervento delle politiche sociali dell’UE. A questo proposito, la Commissione ha ideato alcuni manifesti creativi per comunicare le diverse politiche in modo più efficace, e che vengono presentati nelle schede che seguono:

1) Diritti sul lavoro

La sicurezza ti preoccupa? L’Europa sociale migliora le condizioni di lavoro

L’Unione europea collabora attivamente con gli Stati membri, i sindacati e le imprese per migliorare le condizioni di sicurezza e salute sul posto di lavoro. Dal 2002 c’è stata una diminuzione del 17% degli incidenti mortali, mentre gli incidenti che determinano assenze dal lavoro per tre o più giorni sono diminuiti del 20%. In concreto sono 800 vite salvate ogni anno.

Approfondimento… La normativa dell'UE in materia di occupazione garantisce livelli minimi di protezione che valgono per tutti coloro che vivono e lavorano nell'Unione europea. Le norme UE vanno recepite dagli ordinamenti nazionali. Tra i diritti sul lavoro tutelati dall’UE figurano: 1. la salute e sicurezza sul lavoro: diritti e doveri generali, ambienti di lavoro, attrezzatura professionale, rischi specifici e lavoratori a rischio; 2. le pari opportunità tra uomo e donna: parità di trattamento sul lavoro, lavoratrici in stato di gravidanza, congedo di maternità, congedo parentale; 3. la tutela contro ogni forma di discriminazione fondata su sesso, razza, religione, età, disabilità e orientamento sessuale; 4. il diritto del lavoro: lavoro a tempo parziale, contratti a termine, orario di lavoro, giovani lavoratori, informazione e consultazione dei lavoratori.

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2) Mobilità professionale

Hai voglia di cambiare? L’Europa sociale rimuove le barriere alla mobilità professionale

Dal 1957 i cittadini dell’Unione europea hanno il diritto di lavorare in un altro Stato membro, ma solo il 2% degli Europei approfitta di questa opportunità. Lavorare in un altro paese europeo offre l’occasione di imparare una nuova lingua, scoprire una nuova cultura e sviluppare nuove competenze. La mobilità professionale è di cruciale importanza per la crescita economica e l’occupazione.

Ecco perché l’UE lavora per stimolare la mobilità, eliminare gli ostacoli burocratici e promuovere l’apprendimento delle lingue. Approfondimento… Libera circolazione dei lavoratori

Ogni cittadino di uno Stato membro ha il diritto di lavorare in un altro Stato membro.

Il diritto comunitario sulla libera circolazione dei lavoratori si applica dal momento in cui un cittadino europeo esercita il suo diritto alla mobilità, e questo anche quando rientra nel proprio Stato membro, dopo avere esercitato il diritto alla libera circolazione dei lavoratori.

I membri della famiglia di un cittadino comunitario, indipendentemente dalla loro nazionalità, quindi anche se cittadini di paesi terzi, hanno diritto a risiedere insieme al lavoratore migrante. I figli di lavoratori migranti beneficiano poi, indipendentemente dalla loro nazionalità, del diritto di accedere all'istruzione nello Stato membro ospite.

Il diritto di soggiorno è indissociabile dalla libera circolazione dei lavoratori. In base al diritto comunitario attualmente in vigore, gli Stati membri sono obbligati a rilasciare ai lavoratori migranti una carta di soggiorno, dietro presentazione della loro carta d'identità o passaporto e di un attestato del datore di lavoro. L'ottenimento della carta di soggiorno non può condizionare in alcun caso l'accesso all'occupazione di un cittadino europeo.

Dal principio comunitario di non discriminazione secondo la nazionalità discende che un lavoratore migrante va trattato alla stregua dei lavoratori nazionali soprattutto riguardo all'accesso al lavoro, alle condizioni di occupazione e di lavoro, ai benefici sociali e fiscali.

Requisiti linguistici, se ragionevoli e utili, possono talvolta condizionare l'accesso a

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un'occupazione. Inoltre, se è logico chiedere livelli molto elevati di competenze linguistiche per alcune occupazioni, non è accettabile esigere che la lingua richiesta sia la lingua materna.

Ai sensi del sistema di riconoscimento delle qualifiche, un cittadino comunitario, qualificato a pieno titolo in uno Stato membro, può esercitare in un altro Stato membro una professione regolamentata. A seconda dell'attività interessata e della formazione ricevuta, il riconoscimento può essere automatico o essere preceduto da un periodo di adattamento o da una prova attitudinaria.

3) Lotta all’esclusione sociale e povertà

Ti serve una mano? L’Europa sociale combatte l’esclusione sociale e la povertà

Per raggiungere l’obiettivo di integrazione sociale e prosperità economica, l’Unione europea deve assicurare che ogni cittadino sia parte attiva della società. Il ruolo dell’UE consiste nel promuovere la cooperazione tra gli Stati membri al fine di condividere esperienze e iniziative per combattere la povertà e l’esclusione sociale. È desiderio di tutti poter fruire di pensioni sicure e adeguate, nonché di un’assistenza medico-sanitaria.

L’UE favorisce lo scambio di esperienze tra gli Stati membri sulla modernizzazione del sistema pensionistico e dell’assistenza medico-sanitaria affinché questi siano accessibili e rispondano ai nostri bisogni e a quelli delle future generazioni.

Approfondimento…

Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale

L’Unione europea è mercato più grande al mondo. Tuttavia, il 17% degli europei dispone ancora di risorse limitate e non riesce a soddisfare le proprie necessità primarie. Il 2010 è l’anno europeo della lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, un’occasione per rinnovare l’impegno

verso la solidarietà, la giustizia e l’inclusione sociale.

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Uno dei valori su cui si fonda l’Unione europea è la solidarietà, un valore particolarmente importante in questo momento di crisi. “Unione” significa affrontare la crisi economica insieme, nella solidarietà, dando sicurezza all’individuo e alla collettività. Ecco alcuni degli impegni dell’UE per l’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale: - Incoraggiare il coinvolgimento e l’impegno politico di tutta la società nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale a livello europeo e locale, nel settore pubblico come in quello privato; - Coinvolgere i cittadini europei nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale; - Dare visibilità ai problemi e alle necessità delle persone che vivono nella povertà e nell’esclusione sociale; - Collaborare con la società civile e le organizzazioni non governative che lottano contro la povertà e l’esclusione sociale; - Eliminare i luoghi comuni e i cliché che riguardano la povertà e l’esclusione sociale; - Promuovere una società che favorisca una buona qualità della vita, il benessere sociale e le pari opportunità; - Sostenere la solidarietà tra le generazioni e assicurare uno sviluppo sostenibile.

4) Diversità

Un posto per tutti. L’Europa sociale promuove la diversità

Nell’Unione europea tutti hanno il diritto a essere trattati ugualmente e a vivere senza subire discriminazioni. La diversità può garantire enormi vantaggi nel mondo del lavoro e nella società in generale, eppure le pari opportunità per tutti sono ancora un obiettivo lontanissimo. La legislazione europea vieta la discriminazione fondata su sesso, origine etnica o razza, disabilità, età, tendenza sessuale, religione o convinzioni personali.

Per garantire una parità reale, l’UE si impegna inoltre ad educare i cittadini affinché vengano modificati gli atteggiamenti discriminatori nelle prassi e nelle abitudini di ogni aspetto della vita: lavoro, istruzione, assistenza medico-sanitaria.

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5) Pari opportunità per le età

Troppo anziano per questo lavoro? L’Europa sociale promuove opportunità per tutte le età

La popolazione europea sta invecchiando. È pertanto essenziale utilizzare al massimo tutto il potenziale dei lavoratori anziani, così da sostenere la crescita e l’occupazione, modernizzare la protezione sociale e incrementare il benessere dei cittadini. L’Unione europea incoraggia gli anziani ad inserirsi e a rimanere nel mercato del lavoro, promuovendo strategie di prolungamento della vita attiva e posti di lavoro di maggiore qualità.

Approfondimento…

Lotta alle discriminazioni

Dal 2000, accanto alle norme che disciplinano la parità di trattamento tra uomo e donna, è in vigore la legislazione europea in materia di lotta alle discriminazioni per garantire livelli minimi di parità di trattamento e tutela a tutti coloro che vivono e lavorano in Europa. Queste norme intendono assicurare la parità di trattamento a prescindere da:

• origine razziale o etnica; • religione e convinzioni personali; • disabilità; • orientamento sessuale; • età.

La legislazione europea mira a garantire la parità di trattamento in molti ambiti della vita quotidiana – dal posto di lavoro, al mondo della scuola, all'assistenza sanitaria, all'accesso a beni e servizi. La Commissione europea considera estremamente importante informare i cittadini sui diritti e doveri derivanti da tale legislazione.

Sostegno alle organizzazioni La Commissione europea intende andare oltre e far sì che i rappresentanti di tutta la società siano coinvolti nella lotta per la parità in Europa. Ciò significa riunire un'ampia gamma di organizzazioni ed enti con cui collaborare. La Commissione sostiene diverse organizzazioni della società civile che rappresentano persone a rischio di discriminazione in Europa.

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Azioni di sensibilizzazione La legislazione e le iniziative politiche dell'UE possono essere efficaci soltanto se le persone ne sono a conoscenza e sono in grado di capirle. La Commissione europea ha pertanto varato in tutta Europa la campagna informativa "Sì alle diversità. No alle discriminazioni" per far conoscere le norme sulla parità di trattamento ed illustrare i vantaggi che le diversità rappresentano sul luogo di lavoro e per la società nel suo insieme.

Le attività nazionali di sensibilizzazione sono state inizialmente supportate dal programma di Azione comunitaria per combattere la discriminazione nel 2004.

6) Uguaglianza fra uomini e donne

Vuoi rompere gli stereotipi? L’Europa sociale promuove l’uguaglianza tra donne e uomini

In Europa, il tasso di occupazione delle donne rimane inferiore a quello degli uomini. Nonostante ottengano risultati scolastici migliori rispetto agli uomini, le donne sono ancora sottorappresentate nelle posizioni di responsabilità e vengono retribuite in media il 17% in meno rispetto agli uomini. L’Unione europea ha svolto finora un ruolo cruciale per migliorare la situazione.

L’Europa garantisce e protegge il diritto alla parità di trattamento e sostiene numerose attività per l’uguaglianza tra donne e uomini in ogni aspetto della vita sociale ed economica.

Approfondimento… Pari opportunità

Alla parità tra uomo e donna è dedicato un ampio corpus legislativo europeo, composto in particolare da diverse disposizioni del trattato istitutivo e da direttive riguardanti l'accesso all'occupazione, la parità retributiva, la protezione della maternità, il congedo parentale, la sicurezza sociale, specie in ambito lavorativo, l'onere della prova nei casi di discriminazione e il lavoro autonomo. Un ulteriore elemento chiave è costituito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea.

Tabella di marcia per la parità tra i sessi

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La tabella di marcia dell'UE per la parità tra uomo e donna indica le priorità per il periodo 2006-2010. Prevede sia iniziative specifiche che l'inserimento della tematica della parità fra i sessi in tutte le politiche e attività dell'UE ("gender mainstreaming").

Situazione delle donne e degli uomini nell'UE Qual è la situazione nell'UE per quanto riguarda la parità tra uomo e donna? I progressi compiuti vengono misurati ogni anno ed illustrati in una relazione sulla parità tra uomo e donna. Ecco alcuni esempi:

• il tasso di occupazione delle donne aumenta, ma rimane inferiore a quello degli uomini, sebbene le donne rappresentino la maggioranza degli studenti e dei laureati;

• le donne continuano a guadagnare in media il 17.4% in meno degli uomini per ogni ora lavorata - un dato che rimane purtroppo stabile;

• le donne continuano ad essere sottorappresentate nelle posizioni che comportano responsabilità politiche ed economiche, anche se la loro percentuale è aumentata nel corso degli ultimi dieci anni;

• la ripartizione delle responsabilità familiari tra uomini e donne resta poco equilibrata;

• il rischio di povertà è superiore per le donne che per gli uomini; • le donne sono le principali vittime della violenza sessuale, inoltre donne e ragazze

sono più esposte alla tratta di esseri umani.

7) Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro

La vita è un esercizio d’equilibrio? L’Europa sociale lavora per un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata

Destreggiarsi tra lavoro e vita privata può essere difficile, soprattutto per le donne, sulle quali continua a ricadere la principale responsabilità per i lavori domestici e le cure dei figli e delle altre persone a carico. La condivisione delle responsabilità familiari permette sia agli uomini che alle donne di raggiungere un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata, di avere una carriera gratificante e, allo stesso tempo, di godere pienamente della vita familiare.

L’Europa promuove la disponibilità di servizi di custodia dei bambini, un adeguato livello di assistenza per le persone a carico quali parenti anziani e malati, i congedi parentali e nuove forme di lavoro.

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Approfondimento…

European Alliance for Families Il miglioramento della speranza di vita e i bassi tassi di nascite a livello europeo hanno avuto come conseguenza diretta il cambiamento del panorama demografico e l’invecchiamento della popolazione europea. Se l’invecchiamento della popolazione, grazie all’aumento della speranza di vita, è da considerarsi un successo considerevole, i bassi tassi di nascite osservati in molti Stati membri dell’UE sembrano invece indicare che il realizzare una famiglia – uno degli obiettivi importanti per molti cittadini europei - diventa sempre più difficile. Nel tentativo di far fronte a questa sfida, al Summit europeo del 8-9 marzo 2007, i Capi di Stato e di Governo dell’UE hanno deciso di istituire un’Alleanza Europea per le Famiglie. L’obiettivo dell’Alleanza è quello di creare stimoli per maggiori politiche favorevoli alle famiglie, attraverso scambi di idee ed esperienze nei vari Stati membri, e promuovere la cooperazione attraverso l’Unione europea.

L’Alleanza europea per le famiglie si basa sulla riconoscenza del bisogno di migliorare le condizioni di vita degli europei che vogliono costruire una famiglia. Bassi tassi di nascita, alti livelli di povertà infantile e una significante discriminazione sessuale sul mercato del lavoro, testimoniano quanto sia difficile, in particolare per le donne, realizzare il desiderio di crescere un figlio e conciliare la vita in famiglia con una normale carriera lavorativa. Una migliore conciliazione può essere realizzata attraverso la disposizione di strutture di assistenza ai bambini e attraverso adattamenti degli orari di lavoro e un’organizzazione del lavoro favorevole alle famiglie.

8) Formazione e adattabilità

Vuoi sviluppare nuove competenze? L’Europa sociale promuove la formazione e l’adattabilità

Il Fondo sociale europeo è il principale strumento finanziario dell’Unione europea per investire nelle persone. Ogni anno, il Fondo sociale europeo spende oltre 10 miliardi di euro in tutti gli Stati membri e nelle loro regioni. Obiettivo principale del FSE è di sostenere l’occupazione e aiutare le persone a migliorare la propria formazione e le proprie competenze. In tal modo, il FSE aumenta le possibilità di trovare lavoro e di

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fare carriera. Approfondimento… Il Fondo sociale europeo (FSE) fa parte dei Fondi strutturali dell'UE, ideati per ridurre le differenze nella qualità di vita e nella prosperità esistenti fra regioni europee e fra Stati membri, e serve dunque a incentivare la coesione sociale ed economica. Il FSE si dedica alla promozione dell'occupazione nell'UE, aiutando gli Stati membri a preparare al meglio la forza lavoro e le aziende di fronte alle nuove sfide globali. In breve:

- il finanziamento viene fornito in particolare a Stati membri e regioni in cui lo sviluppo economico è più arretrato;

- si tratta di un elemento chiave della strategia europea per la crescita e

l'occupazione, la cui finalità è migliorare la vita dei cittadini comunitari offrendo loro nuove competenze e maggiori opportunità di lavoro;

- si pensi che tra il 2007 e il 2013 regioni e Stati membri dell'UE si divideranno un

totale di 75 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il FSE in prospettiva La strategia per la crescita e l'occupazione, ovvero la Strategia di Lisbona rinnovata, è il mezzo primario tramite cui l'UE intende garantire prosperità e benessere all'Europa e ai suoi cittadini, oggi come in futuro. In questo contesto, la strategia per l'occupazione riunisce i 27 Stati membri in uno sforzo comune rivolto al potenziamento della capacità europea di creare posti di lavoro di qualità e di fornire ai cittadini le competenze per poterli occupare. L'FSE la segue scrupolosamente, destinando denaro europeo al perseguimento di tali obiettivi. Il FSE nei partenariati La strategia e il budget dell'FSE vengono decisi congiuntamente da Stati membri, Parlamento europeo e Commissione europea. Su queste basi e in collaborazione con la Commissione, gli Stati membri definiscono programmi operativi di durata settennale. Tali programmi vengono poi attuati tramite un ampio ventaglio di organizzazioni attive nel settore pubblico o privato, tra le quali troviamo autorità nazionali, regionali e locali, enti di istruzione e formazione, ONG e il settore del volontariato, parti sociali (come sindacati e organismi di rappresentanza), l'industria, associazioni di categoria e le singole aziende.

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9) Nuove opportunità di lavoro

Sei al posto giusto? L’Europa sociale si impegna per posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità

L’Unione europea si adopera per aumentare l’occupazione e combattere la disoccupazione incrementando il numero dei posti di lavoro e migliorando la qualità del lavoro in Europa. Le sue iniziative sono dirette ad attrarre più persone verso il mondo del lavoro, incentivandole a restarvi, a migliorare l’adattabilità di lavoratori e imprese, a investire maggiormente nell’istruzione e nella formazione dei cittadini e dei lavoratori. L’UE contribuisce a coordinare le strategie nazionali al fine di aumentare l’occupazione.

Approfondimento…

Strategia europea per l’occupazione

La strategia europea per l'occupazione è stata elaborata per incoraggiare lo scambio di informazioni e la riflessione comune tra tutti gli Stati membri, allo scopo di individuare insieme soluzioni e buone pratiche che possano contribuire a creare un maggior numero di posti di lavoro di migliore qualità in ogni paese.

La strategia consiste principalmente in un dialogo tra gli Stati membri e la Commissione europea, sulla base di documenti ufficiali, come orientamenti, raccomandazioni e l'annuale relazione comune sull'occupazione. A ciò si affianca un dialogo tra la Commissione europea e le parti sociali e con le altre istituzioni europee, tra cui il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni.

Il comitato per l’occupazione, composto da rappresentanti degli Stati membri e della Commissione europea, svolge un ruolo chiave nel coordinare gli obiettivi e le priorità a livello europeo. Gli obiettivi sono organizzati secondo indicatori comuni e traguardi misurabili per l'occupazione.

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Per saperne di più…

L’Agenda sociale 2006-2010

Priorità e obiettivi delle politiche sociali UE

Le politiche sociali dell’Unione Europea si realizzano nell’ambito dell’Agenda sociale 2006-2010 e non fanno parte di quelle - definite in gergo - politiche comunitarie, in quanto le competenze in questo ambito ricadono ancora nelle sfere nazionali.

L'Agenda Sociale 2006-2010 offre comunque una strategia rilevante: innanzitutto pone l'accento sul suo ruolo per accrescere la fiducia dei cittadini; in secondo luogo presenta azioni chiave secondo due assi maggiori che sono l'occupazione e le pari opportunità e l'inserimento sociale.

Per mezzo dell’Agenda Sociale, la Commissione propone anche lo sviluppo di una strategia per meglio anticipare, incitare e gestire le mutazioni economiche. Questa strategia si sviluppa attorno a quattro elementi:

- una migliore integrazione delle politiche europee; - una maggiore implicazione delle parti sociali; - una sinergia più importante tra le politiche e le leve finanziarie, in particolare il FSE; - un legame rafforzato tra le SEE e l’evoluzione dei quadri giuridici e degli accordi

intercorsi tra le parti sociali.

L’ Agenda sociale rinnovata

L’Agenda sociale rinnovata completa la strategia di Lisbona per il periodo 2008-2010. Essa propone un approccio integrato in grado di fornire delle risposte alle trasformazioni del mercato del lavoro e della società europea e stabilisce le priorità che devono orientare la politica sociale europea per il periodo 2008-2010.

L'agenda sociale rinnovata si basa sui risultati della strategia di Lisbona in materia di stabilità economica e di occupazione. Inoltre, per rispondere più adeguatamente alle sfide socioeconomiche del XXI secolo, il suo ambito di applicazione si estende a nuovi settori di azione politica, strutturati intorno a tre obiettivi:

1) creare nuove opportunità nel mercato del lavoro;

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2) facilitare l’accesso all’istruzione, alla protezione sociale, all’assistenza sanitaria e ai servizi di qualità per tutti;

3) sviluppare la solidarietà all’interno della società europea, in modo da favorire l’inclusione sociale e le pari opportunità per tutti.

Quali sono le sfide in corso? I progressi tecnologici, la globalizzazione, l’immigrazione, la disoccupazione e l'invecchiamento della popolazione stanno trasformano la società europea. Le politiche dell'UE devono tenere il passo di questa evoluzione e aiutare i cittadini ad adattarsi al mutamento della situazione. L'agenda sociale rinnovata intende creare maggiori opportunità per i cittadini europei, migliorare l'accesso a servizi di qualità ed esprimere solidarietà nei confronti delle persone che subiscono le conseguenze negative di questi cambiamenti.

Quale sarà il contributo dell'agenda sociale rinnovata? L'UE dispone di poteri e di competenze limitati, ma agendo in cooperazione con gli Stati membri e le parti interessate, può incidere concretamente sulla vita dei cittadini. Nel corso degli ultimi cinquanta anni, l'UE ha operato con successo a favore della crescita e dell'occupazione, dell'eguaglianza dei sessi e del miglioramento delle condizioni di lavoro. Ha contribuito a combattere la discriminazione, la povertà e le disparità tra regioni.

Sulla base di questi risultati, l'agenda sociale rinnovata promuove, associando diverse politiche comunitarie, una serie di iniziative in sette campi prioritari:

• l'infanzia e la gioventù: l'Europa di domani; • l'investimento nel capitale umano: maggiore e migliore occupazione, nuove

competenze; • la mobilità; • una vita più lunga e in migliore salute; • la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale; • la lotta contro la discriminazione e la promozione dell'eguaglianza dei sessi; • opportunità, accesso e solidarietà sulla scena mondiale.

Come funzionerà? La Commissione intende utilizzare una pluralità di strumenti per raggiungere gli obiettivi fissati nell'agenda sociale rinnovata:

• la legislazione (ad es. proposte per eliminare la discriminazione al di fuori del mercato del lavoro, sui diritti dei pazienti che fruiscono di un'assistenza sanitaria transfrontaliera e per il miglioramento del funzionamento dei comitati aziendali europei);

• il dialogo sociale (incoraggiando i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro a fare pieno uso delle possibilità che offre il dialogo sociale europeo);

• la cooperazione tra Stati membri (in particolare, la cooperazione rafforzata nei settori della protezione sociale e dell'inclusione sociale);

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• i finanziamenti comunitari (mediante i Fondi strutturali, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e il programma per l'occupazione e la solidarietà sociale "PROGRESS");

• la collaborazione, il dialogo e la comunicazione (coinvolgimento e consultazione di organizzazioni non governative, enti locali e regionali e altri soggetti);

• fare in modo che tutte le politiche europee favoriscano le opportunità, l'accesso e la solidarietà (scelta di nuove iniziative in funzione dei loro effetti sociali e occupazionali).

Per saperne di più… - Commissione Europea, Rappresentanza di Milano: http://ec.europa.eu/italia/milano/milano_it.htm - Centro Europe Direct dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna: http://assemblealegislativa.regione.emilia-romagna.it/antennaed/ - Ufficio RER di Bruxelles: http://www.spazioeuropa.it/ufficiobruxelles/