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Con le vittime della guerra, fotografie di Jean Mohr Dossier pedagogico Elysée Lausanne

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Con le vittime della guerra, fotografie di Jean Mohr

Dossier pedagogicoElysée Lausanne

Derrière le rideauJean Mohr Dossier pedagogicoEliseo Losanna 2/16

Frontespizio: Rifugiata del Mozambico alla messa della domenica, zona di insediamento di Lundo, Tanzania, 1968 © ACNUR/J.MohrA fronte: Jean Mohr per Michel Mohr, 1992 © Jean Mohr, Musée de l’Eylsée

Hanno contribuito al dossier didattico: Redazione: Afshan Heuer Ricerche: Stephan Holenstein Realizzazione: Sandra Romy

Contatto mediazione culturale Afshan Heuer Responsabile mediazione culturale Musée de l’Elysée Tel.: 021 316 99 13 [email protected]

Cari docenti ed educatori,

in occasione del 150° anniversario del Comitato internazionale della Croce Rossa e della firma della prima Convenzione di Ginevra, il Museo dell’Eliseo (Musée de l’Elysée) di Losanna vi invita a scoprire la mostra Con le vittime della guerra, fotografie di Jean Mohr realizzata in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri.

La mostra, che si potrà visitare dal 23 agosto al 26 ottobre 2014 presso il Landesmuseum Zürich, celebra il lavoro di Jean Mohr, fotografo ginevrino di fama internazionale.

Presentata in contemporanea con la mostra 14/18 – «La Svizzerae la Grande Guerra», «Con le vittime della guerra, fotografie di JeanMohr» rappresenta un’occasione unica per affrontare, nel medesimo contesto, la storia della prima guerra mondiale e il problema delle vittime dei conflitti. Con il suo impegno a favore dei diritti dell’uomo, Jean Mohr è uno dei rappresentanti più illustri della fotografia umanistica: dando un volto alle vittime e alle comunità destabilizzate dalla guerra, le circa cinquanta opere esposte pongono infatti l’essere umano al centro dell’attenzione.

Per agevolare la comprensione delle opere del fotografo Jean Mohr, il nostro dossier pedagogico punta a rendere maggiormente accessibile il contenuto dell’esposizione proponendo una serie di attività e di strumenti didattici destinati agli studenti in base alla loro età e al loro livello. L’approccio si basa su una serie di obiettivi formativi definiti, la divulgazione di informazioni e una serie di proposte pedagogiche pensate per alunni e studenti di diversi gradi scolastici.

Quello che vi proponiamo è dunque un dossier che contiene le informazioni essenziali riguardo all’artista, al suo percorso professionale e ai temi della mostra. Per un’esperienza pedagogica a tutto tondo, abbiamo incluso anche alcune attività da realizzare sia prima che durante la visita della mostra nonché alcuni spunti di approfondimento una volta rientrati in classe.

Buona visita!

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Con le vittime della guerra Fotografie di Jean Mohr

Indice

1 . Preparazione della visita 4

• Presentazione dell’artista • Presentazione della mostra

2 . Attività pedagogiche da proporre prima della visita 5

• Creazione artistica individuale sul tema della guerra (studenti 9–12 anni)

• Creazione collettiva di una nuvola di parole chiave evocate dalla guerra (studenti 13–18 anni)

• Ricerca sui diritti dell’uomo e le Convenzioni di Ginevra (studenti 13–18 anni)

3.Attività pedagogiche da proporre durante la visita 9

• Interpretazione delle immagini fotografiche (studenti 9–18 anni)

4. Attività pedagogiche da proporre dopo la visita 14

• Creazione artistica sul tema dei bisogni fondamentali (studenti 9–12 anni)

• Creazione collettiva di una nuvola di parole chiave evocate dal problema delle vittime di guerra (studenti 9–12 anni)

5. Attività pedagogiche da proporre dopo la visita 16

• Discussione sul problema delle vittime di guerra (studenti 13–18 anni)

• Discussione sui problemi legati ai conflitti e le relative soluzioni (studenti 13–18 anni)

Ritratto di una rifugiata greca, Larnaca, Cipro, 1976 © Collezione Musée de l'Elysée

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1. Preparazione della visita

• Presentazione dell’artista

Nato a Ginevra nel 1925, Jean Mohr ha lavorato per molti anni per varie organizzazioni non governative e agenzie umanitarie, tra cui in particolare il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA). È proprio nel corso di uno di questi interventi umanitari che Mohr, all’epoca trentenne, acquista la sua prima macchina fotografica Reflex e si dedica definitivamente alla fotografia. I decenni trascorsi a diretto contatto con le vittime di guerra gli consentono di avere un punto di osservazione unico sulle emozioni suscitate dalle situazioni di conflitto. Attraverso il suo lavoro di fotografia documentaria, egli esprime la sua compassione, la sua sensibilità e il profondo rispetto per la dignità delle vittime.

Pioniere della fotografia umanistica, Jean Mohr ottiene nel 1978 il premio alla Photokina di Colonia per essersi distinto per il suo lavoro in difesa dei diritti dell’uomo. Nel 1984 riceve il premio della fotografia contemporanea del Museo dell’Eliseo e, nel 1988, il premio Città di Ginevra per le arti plastiche, conferito per la prima volta in assoluto a un fotografo. Tra il 1961 e il 2013 sono state dedicate al lavoro di questo artista più di 80 mostre in tutto il mondo.

• Presentazione della mostra

Con le vittime della guerra, fotografie di Jean Mohr attribuisce una dimensione universale al problema delle vittime dei conflitti e delle popolazioni che subiscono le conseguenze della guerra. Numerose fotografie attirano l’attenzione sui conflitti in atto in Palestina, a Cipro e in Africa; altre, invece, mettono in luce le ripercussioni della guerra sulle popolazioni dell’Iran, del Pakistan e del Nicaragua. La mostra ricorda inoltre le precarie situazioni sanitarie dei campi profughi durante il conflitto arabo-israeliano, le crisi umanitarie e gli esodi di intere popolazioni che hanno fatto seguito alla decolonizzazione dell’Africa, come pure la questione degli sfollati interni a Cipro, Paese membro dell’Unione europea dal 2004.

Benché l’opera dell’artista ci renda partecipi delle enormi difficoltà della vita quotidiana delle vittime di guerra, Jean Mohr non si definisce un fotografo di guerra: nonostante il contesto in cui sono state scattate, le fotografie esposte non riflettono mai la violenza; anziché fotografare soggetti in una posizione di debolezza e porre l’accento sulla virulenza del conflitto, con la sua opera l’artista vuole piuttosto testimoniare la forza e la resilienza delle vittime, così come la loro speranza di una vita migliore.

Visita alle famiglie colpite per valutare le loro necessità, Khan Younis, Gaza, 2002 © CICR/J. Mohr

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Impatto delle pallottole su una facciata, Cipro, 1974 © Jean Mohr, Musée de l'Elysée

La mostra Con le vittime della guerra, fotografie di Jean Mohr è suddivisa in quattro sezioni tematiche:

Ritratti dall’esilio Attraverso i ritratti di rifugiati di numerosi Paesi e culture diverse, la prima sezione dà un volto alle vittime di conflitto.

Paesaggi provvisori La seconda sezione prende in esame l’impatto della guerra sulle abitazioni e ricostruisce le tappe dello spostamento delle vittime e la loro sistemazione precaria nei campi, nei centri d’accoglienza, nelle moschee o nelle bidonville.

La diaspora dei bambini Attraverso una serie di immagini che ritraggono la vita quotidiana delle vittime più giovani della guerra, questa sezione mostra diverse situazioni e attività dei bambini profughi. Alcuni sono fotografati presso il centro medico o l’ambulatorio, altri mentre giocano o ballano, altri ancora durante una lezione in una scuola provvisoria.

La vita continua L’ultima sezione mette in evidenza la capacità di adattamento delle popolazioni a una situazione provvisoria che si prolunga indefinitamente. Le immagini mostrano non solo l’indispensabile distribuzione di generi alimentari e indumenti, ma anche la preoccupazione di non interrompere la scolarizzazione e la formazione dei profughi. Una foto emblematica ritrae una giovane rifugiata del Mozambico appena divenuta madre presso l’ambulatorio di Lundo, in Tanzania.

2. Attività pedagogiche da proporre prima della visita

Considerato l’approccio artistico-professionale di Jean Mohr e il soggetto delle foto esposte, tutte incentrate sulle vittime di guerra, la mostra è rivolta a un pubblico di tutte le età. Poiché tuttavia il tema della guerra non viene trattato di frequente con gli allievi più piccoli, le attività proposte nel dossier pedagogico sono destinate a due fasce di età: i bambini dai 9 ai 12 anni e gli adolescenti dai 13 ai 18 anni.

Per rendere completa l’esperienza pedagogica, in questa parte del dossier viene definito un quadro generale per concepire, elaborare e condurre delle attività che possono essere svolte prima, durante o dopo la visita della mostra, sia a scuola sia nei centri parascolastici. Ogni attività è improntata al raggiungimento di determinati obiettivi formativi.

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• Creazione artistica individuale sul tema della guerra (studenti 9–12 anni)

Obiettivi formativi1. Facilitare la creazione di un’opera (disegno, collage o combinazione delle due tecniche) che rappresenti la guerra secondo la visione di ogni studente

2. Incoraggiare una riflessione su come è possibile rappresentare la guerra attraverso immagini

3. Agevolare una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime, in particolare di quelle più giovani

4. Invitare gli studenti a esprimere il proprio punto di vista personale sulla guerra

Domande chiave 1. Che cos’è un conflitto? In che modo un conflitto degenera in guerra?

2. Come si può rappresentare visivamente la guerra?

3. Quali mezzi di comunicazione diffondono immagini di guerra?

4. Quali emozioni suscitano queste immagini?

5. Che emozioni suscitano in voi le immagini di guerra?

Durata raccomandata dell’attività45 minuti

Materiale necessario Foto di guerra da varie fonti: giornali, riviste, siti internet; carta, matite colorate, pennarelli, forbici e colla

Svolgimento dell’attività di creazione artistica individualesul tema della guerra

1. Raccogliere immagini di guerra pubblicate sui mezzi di comunicazione oppure chiedere agli studenti di fare una ricerca di immagini di guerra sui media e di portarle in classe (originali o fotocopie)

2. Stimolare una discussione di gruppo su queste immagini con l’ausilio delle domande chiave (vedere sopra), incoraggiando una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime

3. Spiegare l’obiettivo formativo di questa attività: la creazione di un disegno o di un collage (o di un’opera che combini entrambe le tecniche) che rappresenti la loro visione personale della guerra. Si tratta di un lavoro libero e personale.

Jeune réfugiée mozambicaine, camp de Nyima, Zambie, 1968 @ HCR/J.Mohr

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4. Al termine del lavoro, raccogliere le opere degli studenti per presentarle insieme 5. Stimolare una discussione di gruppo sugli aspetti che accomunano le opere e su quelli per cui si distinguono, quindi parlare delle immagini ricorrenti nei lavori degli studenti

• Creazione collettiva di una nuvola di parole chiave evocate dalla guerra (studenti 13–18 anni)

Obiettivi formativi

1. Facilitare la creazione di una nuvola di parole chiave che rappresenti il punto di vista della classe sulla guerra (su carta o sulla lavagna)

2. Incoraggiare una riflessione su come è possibile rappresentare la guerra attraverso immagini

3. Agevolare una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime, in particolare di quelle più giovani

4. Invitare gli studenti a esprimere il proprio punto di vista sulla guerra

Domande chiave

1. Che cosa vedete in queste immagini?

2. Quali emozioni scaturiscono da queste immagini?

3. Che emozioni suscitano in voi le immagini di guerra?

Durata raccomandata dell’attività45 minuti

Materiale necessarioFoto di guerra da varie fonti: giornali, riviste, siti internet; cartoncini, matite colorate, pennarelli, forbici e colla

Svolgimento dell’attività di creazione collettiva di una nuvola diparole chiave evocate dalla guerra 1. Raccogliere immagini di guerra pubblicate sui mezzi di comunicazione oppure chiedere agli studenti di fare una ricerca di immagini di guerra sui media e di portarle in classe (originali o fotocopie)

2. Proiettare, distribuire o suddividere queste immagini in classe

3. Stilare una lista delle parole chiave che scaturiscono dall’insieme dei lavori. Invitare gli studenti a riflettere su cosa è rappresentato nelle immagini (armi, proiettili, fuoco, distruzione, morti ecc.) nonché sulle emozioni che tali immagini suscitano (paura, tristezza, rabbia, disperazione ecc.)

Rifugiati curdi in attesa di una distribuzione di cibo, campo di Qatr, Mahabad, Iran, 1991 © CICR/J.Mohr

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4. Votare per alzata di mano sul grado di importanza delle singole parole chiave

5. Votare per alzata di mano sulla forma che assumerà la nuvola di parole chiave (p.es.: un fucile, una fiamma, una bomba)

6. Disegnare questa forma sulla lavagna o su un cartellone (a matita, così da poterla successivamente cancellare)

7. Riempire questa forma con le parole chiave stabilite dalla classe, scrivendole a caratteri più o meno grandi in base all’importanza loro attribuita dagli studenti

• Ricerca sui diritti dell’uomo e le Convenzioni di Ginevra (studenti 13–18 anni)

Obiettivi formativi1. Agevolare la comprensione del contesto della guerra dal punto di vista delle vittime

2. Incoraggiare una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime e sui bisogni fondamentali

3. Far sì che gli studenti possano comprendere meglio l’importanza di mitigare gli effetti dei conflitti armati e il ruolo di convenzioni, trattati, organizzazioni non governative e agenzie umanitarie

Svolgimento dell’attività di ricerca sui diritti dell’uomo e leConvenzioni di Ginevra 1. Chiedere agli studenti di effettuare un lavoro collettivo di ricerca sull’importanza di mitigare gli effetti dei conflitti armati e sul ruolo di convenzioni, trattati, organizzazioni non governative e agenzie umanitarie

2. Suddividere gli studenti in più gruppi, ognuno dei quali presenterà uno specifico aspetto della tematica: Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, Convenzioni di Ginevra, Statuto delle Nazioni Unite, diritto internazionale umanitario, attività del CICR ecc.

3. Una volta concluso il lavoro di ricerca, gli studenti fanno una presentazione orale davanti alla classe

Materiale necessarioLavoro di ricerca condotto autonomamente dagli studenti

Campo di 300 tende capace di accogliere 1400 rifugiati, Lefkaritis, nei dintorni di Larnaca, Cipro, 1974 © ACNUR/J. Mohr

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3. Attività pedagogiche da proporre durante la visita

• Interpretazione delle immagini fotografiche (studenti 9–18 anni)

Obiettivi formativi 1. Agevolare l’interpretazione delle opere da parte degli studenti

2. Invitare gli studenti a prendere in considerazione l’approccio umanistico dell’artista

3. Suscitare una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime, in particolare di quelle più giovani

4. Incoraggiare gli studenti a prendere coscienza delle emozioni veicolate attraverso le immagini e delle proprie reazioni personali di fronte alle stesse, per poi esprimerle a voce

Domande chiave 1. Che cosa vedete in questa fotografia?

2. Che cosa succede? Come lo sapete?

3. Quali emozioni trasmette secondo voi questa fotografia?

4. Quali emozioni provate di fronte a questa immagine, tenendo conto del contesto di guerra?

Durata raccomandata dell’attività1 ora

Materiale necessarioCarta e matite (per prendere appunti)

Svolgimento dell’attività di interpretazione delle immaginifotografiche1. Lo scopo di questo esercizio è incoraggiare gli studenti a far proprie le immagini presentate per poi formulare un’interpretazione personale sulla base delle informazioni acquisite attraverso le immagini e i testi. Benché gli studenti vengano guidati a ragionare o a giustificare le proprie risposte, è essenziale porre in primo piano l’importanza di quello che ciascuno prova davanti alle opere, ponendo dunque l’accento sulla libertà di interpretazione e di analisi

2. All’inizio della visita, vi invitiamo a descrivere brevemente la vita dell’artista, il suo lavoro, il suo percorso artistico-professionale e il suo approccio umanistico. Vi consigliamo altresì di richiamare l’attenzione degli studenti sui quattro temi in cui si articola l’esposizione

3. Vi proponiamo strumenti di analisi per quattro fotografie, una per ogni sezione dell’esposizione. Vi invitiamo a far partecipare attivamente gli studenti davanti alle opere

Giovani rifugiati palestinesi, Gaza, 1979 © Jean Mohr, Musée de l'Elysée

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4. Vi consigliamo di chiedere ai vostri studenti di prendere appunti così da raccogliere le informazioni acquisite durante il loro lavoro di interpretazione e di analisi condotto durante la visita e approfondire l’esperienza con attività pedagogiche al vostro rientro in classe

• Analisi della fotografia nella sezione Ritratti dall’esilio

La prima sezione della mostra presenta una serie di ritratti dall’esilio. Prendetevi il tempo di leggere ad alta voce la didascalia di questa fotografia e spiegate agli studenti il significato del termine esilio.

Con il termine esilio si fa riferimento a una situazione in cui un individuo viene espulso dalla sua patria, ma il termine designa anche il luogo dove risiede l’individuo espulso, dove si sente straniero e relegato ai margini della società.

Davanti all’opera, avviate una discussione sulla fotografia invitando gli studenti a fornire delle risposte.

Richiamo delle domande chiave1. Che cosa vedete in questa fotografia?

2. Che cosa succede? Come lo sapete?

3. Quali emozioni trasmette secondo voi questa fotografia?

4. Quali emozioni provate di fronte a questa immagine, tenendo conto del contesto di guerra?

Qualche giorno dopo la fine della guerra dei Sei Giorni, un ufficiale israeliano studia una proposta del CICR, sotto lo sguardo di un ragazzo palestinese villaggio di Kalandia tra Gerusalemme e Ramallah, 1967 © CICR/J. Mohr

Per approfondire…

Analisi degli aspetti formali dell’immagineDomandate agli studenti di esaminare la composizione dell’opera e di spiegare da cosa è attirato il loro sguardo di primo acchito, da cosa subito dopo ecc. Richiamate la loro attenzione sulla funzione della luce e dell’ombra così come del contrasto tra sfocato e nitido; tutti elementi che, combinati con la scelta dell’inquadratura, servono a dirigere il nostro sguardo.

Seguite questo approccio anche davanti ad altre opere della sezione Ritratti dall’esilio oppure lasciate che gli studenti vadano autonomamente alla scoperta delle immagini, proponendo una delle attività pedagogiche raccomandate.

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• Analisi della fotografia nella sezione Paesaggi provvisori

La seconda sezione della mostra presenta una serie di paesaggi provvisori. Prendetevi il tempo per spiegare il tema di questa sezione e leggere ad alta voce la didascalia di questa fotografia.

Paesaggi provvisori: questa sezione mostra l’impatto della guerra sulle abitazioni e ricostruisce le tappe dello spostamento delle vittime e la loro sistemazione precaria presso campi, centri d’accoglienza, moschee o bidonville.

Ancora una volta, davanti all’opera, avviate una discussione sulla fotografia invitando gli studenti a fornire delle risposte.

Richiamo delle domande chiave1. Che cosa vedete in questa fotografia?

2. Che cosa succede? Come lo sapete?

3. Quali emozioni trasmette secondo voi questa fotografia?

4. Quali emozioni provate di fronte a questa immagine, tenendo conto del contesto di guerra?

Visita alle famiglie colpite per valutare le loro necessità, Khan Yunis, Gaza, 2002 © CICR/J. Mohr

Per approfondire…

Analisi del contenutoAvviate con gli studenti una discussione sull’impatto della guerra sulle abitazioni e sulla necessità per le vittime di lasciare le proprie case.

Richiamate la loro attenzione sui bisogni fondamentali di ogni essere umano: proteggersi dagli elementi atmosferici (avere un posto in cui vivere), nutrirsi, vestirsi, beneficiare di cure.

Analisi degli aspetti formali dell’immagine Domandate agli studenti di esaminare la composizione dell’opera e di spiegare da cosa è attirato il loro sguardo di primo acchito, da cosa subito dopo ecc. Richiamate la loro attenzione sulla funzione della luce e dell’ombra così come del contrasto tra sfocato e nitido; tutti elementi che, combinati con la scelta dell’inquadratura, servono a dirigere il nostro sguardo.

Adottate quest’approccio anche davanti ad altre opere della sezione Paesaggi provvisori oppure lasciate che gli studenti vadano autonomamente alla scoperta delle immagini, proponendo una delle attività pedagogiche raccomandate.

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• Analisi della fotografia nella sezione La diaspora dei bambini

La terza parte dell’esposizione si concentra sulla diaspora dei bambini.

Prendetevi di nuovo del tempo per spiegare il tema di questa sezione e leggere ad alta voce la didascalia di questa fotografia.

Il termine diaspora indica la dispersione di un popolo o di un’etnia nel mondo, oltre a essere utilizzato per indicare nello specifico la dispersione degli ebrei fuori dalla Palestina.

La diaspora dei bambini: attraverso una serie di immagini che ritraggono la vita quotidiana delle vittime più giovani della guerra, questa sezione mostra diverse situazioni e attività nell’esistenza dei bambini profughi. Alcuni sono fotografati presso il centro medico o l’ambulatorio, altri mentre giocano o ballano, altri ancora durante una lezione in una scuola provvisoria.

Ancora una volta, davanti all’opera, avviate una discussione sulla fotografia invitando gli studenti a fornire delle risposte.

Richiamo delle domande chiave1. Che cosa vedete in questa fotografia?

2. Che cosa succede? Come lo sapete?

3. Quali emozioni trasmette secondo voi questa fotografia?

4. Quali emozioni provate di fronte a questa immagine, tenendo conto del contesto di guerra?

Il fotografo fotografato, Gerusalemme, 1979 © Jean Mohr, Musée de l'Elysée

Per approfondire…

Analisi del contenutoSpiegate agli studenti il concetto di «mise en abyme» o effetto di specchio presente in questa fotografia in cui una ragazzina fa una foto al fotografo. Essendo immaginabile che la sua foto ci mostrerà che cosa succede dietro la macchina fotografica di Jean Mohr, i ruoli risultano essere invertiti: il soggetto diventa fotografo e il fotografo soggetto.

Avviate con gli studenti una discussione sull’impatto della guerra e le conseguenze che essa ha sulla vita delle vittime più giovani. Richiamate la loro attenzione sui bisogni dei bambini: proteggersi dagli elementi atmosferici (avere un posto in cui vivere), nutrirsi, vestirsi, beneficiare di cure, apprendere, giocare.

Continuate con questo approccio davanti ad altre opere della sezione La diaspora dei bambini oppure lasciate che gli studenti vadano autonomamente alla scoperta delle immagini, proponendo una delle attività pedagogiche raccomandate.

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• Analisi della fotografia nella sezione La vita continua

Quest’ultima parte della mostra affronta il tema della vita che continua. Prendetevi il tempo necessario per spiegare il tema di questa sezione e leggere ad alta voce la didascalia di questa fotografia emblematica, che rappresenta una giovane rifugiata mozambicana che ha dato alla luce un figlio nell’ambulatorio di Lundo, in Tanzania.

La vita continua: questa sezione è incentrata sulla capacità di adattamento delle popolazioni a una situazione provvisoria che si prolunga indefinitamente. Le immagini mostrano non solo l’indispensabile distribuzione di generi alimentari e indumenti, ma anche la preoccupazione di non interrompere la scolarizzazione e la formazione dei rifugiati. Ancora una volta, davanti all’opera, avviate una discussione sulla fotografia invitando gli studenti a fornire delle risposte.

Richiamo delle domande chiave1. Che cosa vedete in questa fotografia?

2. Che cosa succede? Come lo sapete?

3. Quali emozioni trasmette secondo voi questa fotografia?

4. Quali emozioni provate di fronte a questa immagine, tenendo conto del contesto di guerra?

Giovane rifugiata del Mozambico che ha appena partorito al dispensario di Lundo, Tanzania, 1968 © ACNUR/J.Mohr

Per approfondire…

nalisi del contenutoSpiegate agli studenti il significato di simbolo, ovvero l’utilizzo di persone o di immagini per rappresentare un’idea o un concetto. Questo neonato, che ha visto la luce presso l’ambulatorio di Lundo, diviene un simbolo della vita e della speranza di una vita migliore.

Analisi degli aspetti formali dell’immagineDomandate agli studenti di esaminare la composizione dell’opera e di spiegare da cosa è attirato il loro sguardo di primo acchito, da cosa subito dopo ecc. Richiamate la loro attenzione sulla funzione della luce e dell’ombra così come sul contrasto tra sfocato e nitido; tutti elementi che, combinati con la scelta dell’inquadratura, servono a dirigere il nostro sguardo.

Continuate con questo approccio davanti ad altre opere della sezione La vita continua oppure lasciate che gli studenti vadano autonomamente alla scoperta delle immagini, proponendo una delle attività pedagogiche raccomandate.

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Giovane rifugiato del Mozambico, dispensario di Muhukuru, Tanzania, 1968 © ACNUR/J. Mohr

4. Attività pedagogiche da proporre dopo la visita

• Creazione artistica sul tema dei bisogni fondamentali (studenti 9–12 anni)

Obiettivi formativi1. Incoraggiare una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime di guerra, in particolare di quelle più giovani, sulla base delle fotografie di Jean Mohr esposte alla mostra

2. Agevolare la creazione di un’opera di disegno che rappresenti i bisogni fondamentali secondo la visione di ogni studente

3. Invitare gli studenti a esprimere il proprio punto di vista personale

Domande chiave 1. Quali sono i bisogni fondamentali dei bambini?

2. Quali sono i bisogni affettivi e sociali dei bambini?

Durata raccomandata dell’attività45 minuti

Materiale necessarioFotocopie delle fotografie della mostra di Jean Mohr (dossier pedagogico) carta, matite colorate e pennarelli

Svolgimento dell’attività di creazione artistica individualesul tema dei bisogni fondamentali1. Presentare alcune delle immagini esposte alla mostra di Jean Mohr per richiamare alla mente l’esperienza e il contenuto della mostra e incoraggiare una discussione di gruppo

2. Incoraggiare una riflessione sui bisogni fondamentali

3. Spiegare l’obiettivo formativo dell’attività: la creazione di un’opera (disegno) che rappresenti i bisogni fondamentali delle vittime di guerra

4. Al termine del lavoro, raccogliere le opere degli studenti per presentarle insieme

5. Stimolare una discussione di gruppo sugli aspetti che accomunano le opere e su quelli per cui si distinguono, quindi parlare delle immagini ricorrenti nei lavori degli studenti

6. Se avete effettuato una delle attività proposte prima della visita, incoraggiate una discussione sulla differenza tra un approccio di rappresentazione diretta della guerra e l’approccio seguito da Jean Mohr

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Campo di rifugiati, Cipro, 1976 © Jean Mohr, Musée de l'Elysée

• Creazione collettiva di una nuvola di parole chiave evocate dal problema delle vittime di guerra (studenti 9–12 anni)

Obiettivi formativi1. Facilitare la creazione di una nuvola di parole chiave che rappresenti il punto di vista della classe sul problema delle vittime di guerra (su carta o sulla lavagna)

2. Suscitare una riflessione sulle condizioni di vita delle vittime, in particolare di quelle più giovani, e sui loro bisogni fondamentali

3. Invitare gli studenti a condividere con gli altri le emozioni trasmesse dalle fotografie della mostra

Durata raccomandata dell’attività45 minuti

Materiale necessarioCartoncini, matite colorate, pennarelli, forbici e colla

Svolgimento dell’attività di creazione collettiva di una nuvoladi parole chiave evocate dalla guerra1. Stilare una lista delle parole chiave evocate dalla visita della mostra. Invitare gli studenti a riflettere sul contenuto della mostra nonché sulle emozioni suscitate dalle immagini

2. Votare per alzata di mano sul grado di importanza delle singole parole chiave

3. Votare per alzata di mano sulla forma che assumerà la nuvola di parole chiave (p.es.: una casa, una colomba)

4. Disegnare questa forma sulla lavagna o su un cartellone (a matita, così da poterla successivamente cancellare)

5. Riempire questa forma con le parole chiave stabilite dalla classe, scrivendole a caratteri più o meno grandi in base all’importanza loro attribuita dagli studenti

6. Se prima della visita avete effettuato l’attività sul tema della guerra, paragonare il contenuto dei due lavori al fine di evidenziare l’approccio dell’artista

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Bambini greci, campo di Strovolos previsto per accogliere 1600 persone, Cipro, 1974 © Jean Mohr, Musée de l'Elysée

5. Spunti pedagogici da proporre dopo la visita

• Discussione sul problema delle vittime di guerra (studenti 13–18 anni)

Obiettivi formativi1. Incoraggiare gli studenti ad acquisire consapevolezza sulla situazione delle vittime di guerra mostrata da Jean Mohr

2. Suscitare una riflessione sulle conseguenze dirette e indirette della guerra, prendendo in considerazione in particolare le vittime più giovani

3. Agevolare una discussione sulle soluzioni (la prevenzione dei conflitti) e sulla necessità di garantire la protezione delle vittime e di applicare le regole del diritto internazionale umanitario • Discussione sui problemi legati ai conflitti e le relative

soluzioni (studenti 13–18 anni)

Obiettivi formativi1. Suscitare una riflessione sulle conseguenze dirette e indirette della guerra su chi ne è vittima

2. Chiedere agli studenti di descrivere le condizioni di vita delle vittime dal punto di vista di queste ultime

3. Sensibilizzare gli studenti sull’importanza del lavoro di Jean Mohr che presenta la guerra in maniera del tutto differente rispetto ai media

4. Agevolare una discussione sugli obiettivi della fotografia documentaria e umanitaria

5. Agevolare una discussione sulle soluzioni (la prevenzione dei conflitti) e sulla necessità di garantire la protezione delle vittime e di applicare le regole del diritto internazionale umanitario

Le organizzazioni partner:

Altre idee e moduli complementari sui temi umanitari (prima e/o dopo la visita della mostra) – proposto dal Dipartimento federale degli affari esteri

Le tematiche umanitarie possono essere combinate con la visita della mostra e trattate in modo polivalente.

Qui sotto una serie di idee e di suggerimenti: – Uno scambio di opinioni su valori differenti (diritti dell’uomo

e diritto internazionale umanitario); – Una riflessione sulle difficili condizioni di vita delle persone e

una migliore comprensione della loro situazione (profughi, superstiti di guerra, presentazione di un conflitto recente e dei suoi sviluppi in una prospettiva storica);

– Presentazione di personalità o organizzazioni impegnate

a favore dei più svantaggiati (per esempio organizzazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa);

– Contributo della Svizzera in Europa e nel mondo (la Svizzera

come difensore dei valori umanitari e Paese depositario delle Convenzioni di Ginevra/la firma delle prime Convenzioni di Ginevra come atto fondante del diritto internazionale umanitario/la cooperazione internazionale come opportunità per la pace/la tensione tra il rispetto dei diritti dell’uomo e le leggi del mercato economico mondiale);

– Una prospettiva storica:

• In combinazione con la mostra «14/18 – La Svizzera e la Grande Guerra» al Landesmuseum Zürich (iscrizione e informazioni: T. +41 58 466 66 00 / [email protected])

• Come è cambiata l’azione umanitaria dopo la prima guerra mondiale. Per la prima volta il numero di vittime civili supera quello dei militari caduti.

Altre idee e moduli complementari

Link all’attenzione del corpo insegnante

http://www.deza.admin.ch/it/Pagina_iniziale/Eventi > Mostra «Con le vittime della guerra, fotografie di Jean Mohr»