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Come cambia il potere del consumatore in
un contesto caratterizzato da processi di
accesso all’acquisto non più lineari, ma
complessi, per la presenza di nuovi consumatori,
social media, dispositivi innovativi e online, rap-
porti di fi ducia basati su relazioni aperte, nuove
forme di comunicazione e di shopping? Questo il
tema che Steve Hasker, President Global Pro-
duct Leadership
di Nielsen ha af-
frontato nella sua
relazione dedicata
a “Il potere del con-
sumatore”. “Oggi è
molto chiaro che
il consumatore sta
cambiando nelle
sue modalità sia di
accedere e selezio-
nare gli acquisti sia
di interagire con
prodotti e media
– spiega Hasker-. È
sempre più potente
perché accede a sempre maggiori informazioni.
E questo vale a livello globale tanto per i Paesi ad
economia avanzata quanto per quelli emergenti,
destinati a rappresentare il motore dello sviluppo
e della crescita economica”: Nei prossimi anni as-
sisteremo infatti a sostanziali cambiamenti demo-
grafi ci che modifi cheranno i modelli di consumo
esistenti: ad esempio, negli Stati Uniti, tra cinque
anni, la popolazione di origine ispanica contribui-
rà al 60% del Pil così come crescerà l’incidenza sui
consumi di afro-americani e asiatici. “Si tratta di
nuovi consumatori da leggere, capire, soddisfare
in Usa come nel resto del mondo-precisa Hasker-.
Il potere dei consumatori è destinato ad aumenta-
re soprattutto per l’infl uenza di Internet sugli ac-
quisti, con le nuove opportunità fornite da tablet
e smartphone, che ampliano i momenti di acqui-
sti e le possibilità di accedere alle informazioni: si
pensi che nel mon-
do esistono 4 miliar-
di di siti e cresce il
numero di chi utiliz-
za contemporane-
amente tablet e te-
levisioni (oggi sono
il 30%). Questo vuol
dire che oggi stia-
mo scrivendo solo
il primo capitolo
dell’economia ba-
sata sulla rete e sui
social media, in cui
i protagonisti sono
i video, ma chissà
quanti altri ne scriveremo, a patto di capire come
utilizzare in maniera conveniente i big data che
internet ci permette. In quest’ottica, dobbiamo
affi nare i nostri strumenti di ricerca e stringere
partnership con operatori che ci permettano di
migliorare la qualità dei nostri panel. Per questo
abbiamo stretto accordi con Facebook e stiamo
trattando in esclusiva con Twitter per misurare
l’impatto dei social media sulle campagne pub-
blicitarie. In Italia dal 2014”.
Il potere del consumatore è ogni giorno più forteL’analisi fi nale di Steve Hasker è tutta incentrata sulla potenza che deriva dall’essere in possesso di un numero crescente di informazioni. A livello globale
SOMMARIO
BURDESEL’importanza di recuperare il rapporto con l’agricoltura
RETAILDiventare grandi con la semplicità dei piccoli
GULLIOccorre abbracciare di più il Made in Italy
COLOMBOLibertà, arbitrio e convivenza
ADVERTISINGFinalizzazione sempre più rapida
FIDUCIAMonitorare il cliente step by step
AUDIENCEI tweet danno qualità alla metrica dell’ascolto
PROMOZIONIBrand leader e follower si curano da vicino
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�• @LinkontroN Nel darvi l’appunta-mento al prossimo anno vi chie-diamo: qual è la vostra parola per il cambiamento?
#LinkontroNielsen
� • @LinkontroN @Gheracol: “La no-stra costituzione si è sviluppata partendo dal Noi”
#LinkontroNielsen
• @LinkontroN Il Noi come requisito per la libertà.
�• @LinkontroN @Gheracol: “Libertà e appartenenza vanno insieme. E appartenenza richiama immediata-mente il Noi”.
�• @LinkontroN @Gheracol: “Noi sentiamo le regole come se fosse-ro imposizioni perché ci sfugge il
nesso causale con la libertà”. #Lin-kontroNielsen
��• @LinkontroN @Gheracol: “Secon-do la costituzione i doveri esistono soltanto se sono funzionali ai diritti”.
@Gheracol: “Le regole sono un’indicazione sul futuro. Se fac-cio questo succederà quello”. #LinkontroNielsen
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02
Se si parla di cibo e spre-
co, lo scenario a livello
mondiale è preoccupante.
“Secondo la Fao sul piane-
ta produciamo cibo per 12
miliardi di persone e siamo
7 miliardi. Cento milioni non
hanno abbastanza cibo e
un’ampia percentuale ne
mangia troppo”. Roberto
Burdese di Slow Food so-
stiene a Linkontro che “Il pro-
blema rispetto al cibo non è
di crescere in quantità ma in
qualità”.
La produzione di cibo passa
attraverso alcuni asset fon-
damentali. Il primo è la terra.
“Ne abbiamo sempre meno
– spiega Burdese - ed è sem-
pre meno fertile. In Italia poi c’è il grande pro-
blema della cementifi cazione”. Il secondo:
i semi. “L’80% è stato brevettato da cinque
multinazionali. Se si concentra una quantità
così grande nelle mani di pochi il problema
è serio”. Il terzo è l’acqua. “Scarseggia sempre
di più e si continua a punta-
re sulle colture idrovore”. E
gli uomini. “La situazione dei
lavoratori nel campo agricolo
è drammatica”.
Burdese sottolinea l’impor-
tanza di “recuperare il rap-
porto con l’agricoltura e di
educare non soltanto le gio-
vani generazioni ma anche
gli adulti che dovrebbero
imparare non soltanto a non
buttare quello che c’è in fri-
go ma a comprare meglio”.
In tal senso cita il progetto
messo in atto nella mensa
dell’Università degli Studi di
Scienze Gastronomiche di
Pollenzo dove si comunica al
cuoco con un giorno di anti-
cipo cosa e quanto mangiare il giorno dopo.
L’invito ai partecipanti de Linkontro è imme-
diato: “Venite a vedere come funziona, chissà
che non possiate adottarlo anche nelle vo-
stre mense aziendali”.
Alessandra Bonaccorsi
Burdese: educhiamo all’agricolturaNon solo le giovani generazioni ma anche gli adulti dovrebbero imparare il valore dei prodotti della terra, per comprare meglio
Quale modello di svilup-
po sostenibile? Parte
da una domanda l’incontro
moderato dal giornalista
Antonio Galdo che ha con-
versato con Roberto Burde-
se di Slow Food e Andrea
Giussani di Banco Ali-
mentare sul tema “Per un
futuro sostenibile e solidale”.
Galdo enfatizza il concetto
che l’egosimo sia fi nito, la
nuova civiltà sia quella del-
lo stare insieme. E cita vari
esempi che spaziano dalle
famiglie che si uniscono nei
gruppi di acquisto solidale
fi no al co-working che per-
mette ai giovani di oggi di fare impresa.
Andrea Giussani parte dai numeri: “Ci sono
da un lato 4 milioni di persone che chiedo-
no aiuto alimentare ogni giorno e dall’altro
ci sono tante imprese produttrici di alimen-
ti che hanno grandi volumi di eccedenze.
Queste due rotaie di uno stesso binario non
si incontrano mai, ma hanno una possibile
storia in comune. L’obiettivo
è di mettere in comunica-
zione il mondo produttivo
con quello dell’indigenza.
In mezzo stanno oltre 9.000
strutture caritative sul terri-
torio italiano”. Per Giussani,
in sintesi, sostenibilità equi-
vale a responsabilità nella
produzione e distribuzione
del catering.
“L’anno scorso abbiamo di-
stribuito 61.000 tonnellate
di cibo e 712.000 pasti gra-
zie ai donatori di alimenti e
al contributo di 17.000 vo-
lontari” – aff erma. “Questo è
un grande esempio di alle-
anza e collaborazione fattiva”. L’auspicio è
“che le aziende si rendano conto che c’è
un difetto produttivo che può diventare
risorsa. Il mio invito è che si possa da oggi
in poi avere una maggiore collaborazione
non soltanto con le aziende, ma anche
con la società”.
Alessandra Bonaccorsi
Giussani: la collaborazione è fattiva
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Un approccio effi cace soprattutto quan-
do si tratta di mettere a frutto le speci-
fi cità locali, è il valore del NOI concretizzato
nelle iniziative degli imprenditori del com-
mercio: come hanno dimostrato Davide
Cozzarolo (Sigma), Mario Gasbarrino
(Unes), Maurizio Gattiglia (Agorà) e Ro-
mano Mion (Eurospin), nella tavola roton-
da moderata da Maria Cristina Alfi eri. Sono
tutti esempi di “integrazione” di aziende o
di strategie anche molto diversre tra loro
all’interno di una visione condivisa, che ri-
spetta e valorizza le specifi cità.
Nella cultura aziendale raccontata da Mion,
il primo valore è “diventare grandi conser-
vando la semplicità dei piccoli, e la stella
polare che è il cliente”. Anche secondo Gat-
tiglia, “il driver è sempre il cliente”, da qui il
progetto che ha spinto i fornitori territoriali
a collaborare con i buyer centrali. “L’io alla
ennesima potenza”, che si fa “noi”, di Coz-
zarolo ha permesso a Sigma di trarre van-
taggio dal momento di crisi, “evitando di
rendere diffi cile il facile attraverso l’inutile,
Gdo, diventiamo grandi con la semplicità dei piccoli
Le sfide della crescita si vincono insieme perché collaborare conviene
La collaborazione conviene. Lo sottolinea più
volte Vincenzo Perrone, Università Bocconi, du-
rante l’incontro introduttivo sul tema “Le sfi de della
crescita si vincono insieme”. Sviluppa il suo inter-
vento con ironia, fa esempi, citazioni. Una su tutte:
“Quando punti il dito contro qualcuno ricordati che
ne hai tre puntati contro di te”. E continua parafra-
sando un discorso di Ignazio Visco, attuale Gover-
natore della Banca d’Italia:
“Non possiamo chiedere
alla politica quello che è
compito delle aziende e
degli imprenditori. Que-
sto è il senso della gior-
nata di oggi: creare valore,
innovare, darsi nuovi mo-
delli organizzativi, incenti-
vare la meritocrazia”.
Se da un lato si verifi ca
l’importanza della col-
laborazione dall’altro si
vede anche quanto in Italia sia carente. E il professo-
re fa un esempio esplicito: “Molto del made in Italy
passa dal vino. Noi italiani abbiamo un defi cit di di-
stribuzione commerciale all’estero ma siamo capaci
di farci concorrenza attraverso le varie fi ere. Questo
è un tipico esempio dell’incapacità di fare Noi”.
Ma quando e perché è auspicabile? “Ho analizzato
diverse ricerche che aff rontano la questione – sostie-
ne – e dimostrano che quando c’è collaborazione
ci sono vantaggi che vanno dal miglioramento dei
costi/qualità, alla condivisione di una base clienti più
fi delizzata o a una maggiore visibilità”. La ricetta del
docente della Bocconi per il futuro si concentra sul-
la “ottimizzazione della catena del valore, la supply
chain, e punta su determinati ambiti: sostenibilità,
innovazione, comunicazione, internet e tecnologia”.
Alessandra Bonaccorsi
ripartendo dall’ABC del commercio”. Sigma
ha rinunciato al brand per la marca propria
puntando coraggiosamente su una im-
magine-cappello, l’omino nelle sue decli-
nazioni locali, grazie alla disponibilità degli
imprenditori a sacrifi care qualcosa, per ot-
tenere un vantaggio comune (il raddoppio
della quota di mercato). Secondo Gasbar-
rino, “la crisi ha spinto le aziende a uscire
dal proprio isolamento, verso il ‘noi’”, ma
per cambiare davvero ci vuole “la visione”,
e il riconoscimento dei propri mali e dei
propri concorrenti (come Eurospin, senza
peli sulla lingua). I mali sono “il nanismo
delle imprese e i formati inadeguati”. Con
l’industria si collabora sul “campo neutro”,
come la sostenibilità. In questo momento
dunque, sintetizza Gasbarrino, “bisogna re-
agire più di pancia e di cuore, che di testa”,
e se tutti concordano sulla fi ducia verso i
giovani, Gattiglia aggiunge la capacità di
“esporsi per andare verso gli altri”, e Cozza-
rolo la “capacità di amore, passione e ricer-
ca di schemi diversi”.
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Sconti BancoPostaè l’iniziativa di comarketing e
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Sostenibilità come vita da
contrapporre all’insoste-
nibilità tradotta come mor-
te. Con quella faccia un po’ così, Vito Gulli presiden-
te di Generale Conserve,
svela le fondamenta di quel
progetto strategico che l’ha
portato da distributore a
produttore di As Do Mar e
a tornare a investire in Italia,
nello specifi co in Sardegna,
rilevando gli ex stabilimenti
Palmera. Un balzo che l’ha
portato da 18 a 200 milioni di
euro in pochi anni, ora in ul-
teriore, forte, aumento, grazie
all’acquisizione del brand Manzotin da Bol-
ton Alimentari, operazione appena chiusa.
“Non investo in Italia né per patriottismo, né
per nazionalismo –risponde serafi co- ma per
interesse. Interesse nel fatto che i miei fi gli
abbiano un’azienda solida anche tra 20 anni
e che ci sia lavoro per i miei operai”. Punto
focale è la salvaguardia delle specie ittiche,
del tonno nello specifi co, contro i problemi
legati al sovrasfruttamento.
“Siamo certifi cati Friends of
the Sea – prosegue Gulli – pe-
schiamo con fl otte che certi-
fi cano l’uso di metodi non
invasivi, che hanno osserva-
tori a bordo. Ma, soprattutto,
non peschiamo pesci piccoli,
una regola antica, ma sempre
effi cace, per mantenere vivi
gli oceani”. Incalzato da Ilaria
Cavo, Gulli ha espresso la sua
ricetta anticrisi: no alla delo-
calizzazione e sì a una “patri-
moniale virtuale”, una sorta
di aut aut ai consumatori più
abbienti, quel 20% che gene-
ra il 60% dei consumi, nel modifi care il mix
della spesa verso prodotti made in Italy ed
evitando così imposizioni sul patrimonio. “Le
mogli dei cassintegrati già lo sanno – con-
clude- e non comprano dalle aziende che
licenziano i mariti per andare a produrre là
dove il lavoro costa meno. Sintetizzando la
mia visione in una parola direi VALORO, l’ana-
gramma di lavoro: il lavoro porta valore”.
Qual è la diff erenza tra
libertà e arbitrarietà?
L’ex magistrato Ghe-
rardo Colombo, uno dei
paladini del pool di mani
pulite, oggi impegnato in
una battaglia di educazio-
ne civica che riparte dalle
scuole (50mila ragazzi in-
contrati ogni anno in 300
appuntamenti, da Nord a
Sud del Belpaese con l’As-
sociazione sulle Regole),
prende per mano la platea
de L’Inkontro e spiega la
diff erenza tra queste due
parole, il cardine della con-
vivenza nella nostra società
e uno dei grandi problemi
dell’Italia in questo mo-
mento storico.
Ogni anno in Italia – spiega- la magistratu-
ra riceve 3 milioni di notizie di reato, som-
mando gli illeciti amministrativi arriviamo
a miliardi di violazioni, una cifra enorme. La
corruzione è stimata in 60 miliardi l’anno,
mentre l’evasione raggiunge i 160 miliardi.
Numeri enormi che ci fanno capire che la
magistratura non può essere
l’unico argine e che il proble-
ma è a monte, sta nella man-
canza di conoscenza delle re-
gole da parte di tutti”. Spesso
gli italiani, secondo Colombo,
confondono la libertà con la
possibilità di fare tutto quello
che si vuole: al contrario, se-
condo la nostra Costituzione,
solo il rispetto delle regole
permette a tutti di essere libe-
ri. “La Costituzione del 1948 –
aggiunge- ha spazzato via una
forma sociale basata su discri-
minazione e confl itto, tipica
dei totalitarismi o delle oligar-
chie, per introdurre doveri e
diritti che tendono all’ugua-
glianza dei cittadini. Per esem-
pio solo pagando le tasse (dovere, di tutti)
tutti possono accedere a servizi essenziali
(ospedale, forze dell’ordine, ma anche la
semplice illuminazione stradale) altrimenti
inerogabili. In sostanza: se ciascuno vuole la
propria libertà, ciascuno deve rispettare le
regole che permettono di godere di questa
libertà”. Davide Bernieri
Abbracciare il made in Italy
Libertà, arbitrio e convivenzaPh
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ranc
esco
Pan
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Che cosa sono gli standard? Gli standard sono accordi che de-
finiscono la struttura di qualsiasi attività o industria. Si tratta
di regole e linee guida che tutti applicano, ma anche di me-
todi per descrivere, misurare o classificare beni e servizi.
L’utilità degli standard si comprende facilmente se pensiamo a cosa
succede quando non esistono standard. Facciamo l’esempio dei
numeri delle scarpe. Un paio di scarpe da donna della misura 7 a
New York diventano un 38 a Shanghai, un 4,5 a Londra, un 37,5 a
Parigi, un 23 a Tokyo e un 5,5 a Sidney. Questa confusione non age-
vola il viaggiatore che desidera fare shopping. E crea ancora più
disagi alle aziende produttrici di calzature.
Dal momento che non esistono standard globali per definire con
numeri riconosciuti universalmente le misure delle scarpe, le azien-
de devono assegnare alle stesse scarpe sistemi di numerazione di-
versa a seconda del paese a cui sono destinate. Così, per ogni paese
devono specificare la numerazione su tutti gli ordini, le fatture e le
bolle. Questa operazione richiede molto tempo ed è anche costo-
sa. Costi che avranno ripercussioni sul prezzo finale di vendita delle
scarpe e quindi sul consumatore che le acquista.
Le scarpe, tuttavia, rappresentano solo un esempio e non sono
certo l’unico! Pensiamo al livello di complessità che le aziende che
0505
L’importanza degli standardImprese, distributori e consumatori si sono abituati agli standard. Ma è davvero così? Non sempre, e la strada da fare è ancora molta
operano a livello globale e che assemblano componenti provenien-
ti da tutto il mondo dovrebbero affrontare se i processi aziendali
non fossero standardizzati. Pensiamo, inoltre, a quanto il crescente
costo dell’energia e l’aumento degli scambi internazionali insieme
facciano lievitare ulteriormente i costi.
Non a caso è molto importante la ricerca di soluzioni che pos-
sano migliorare e rendere più efficiente la logistica della supply
chain internazionale.
Ecco perché gli standard svolgono un ruolo così importante tan-
to per le aziende quanto per i consumatori: gli standard sono la
base per scambi trasparenti e comprensibili tra aziende in un’e-
conomia sempre più globalizzata e aiutano a contenere i prezzi
a beneficio dei consumatori e dell’intera filiera.
AUSTRALIASize 5,5
EUROPESize 37,5
UKSize 4,5
CHINASize 38
USASize 7
JAPANSize 23
Per camminare veloci le imprese devono avere la stessa “misura”
GS1 Italy | Indicod Ecr: soluzioni standard per le imprese.
Il mondo senza standard è più difficile. Gli standard sono la base per
scambi trasparenti e comprensibili tra imprese e aiutano a contenere
costi e prezzi a beneficio dei consumatori e dell’intera filiera.
04 - 2/6
Il sistema di codifica a barre GS1 è gestito da GS1, associazione sen-za scopo di lucro presente in 111 Paesi che supporta la collaborazione tra partner commerciali attraverso un sistema di standard mondiali, usati in 150 Paesi nel mondo. Una vera e propria piccola ONU del lin-guaggio globale del business. Tutto questo in Italia è GS1 Italy.
www.indicod-ecr.it
@GS1italy
Dalla sua fondazione l’Associazione si è evoluta e con essa i suoi loghi
06
www.indicod-ecr.it seguici su twitter: @GS1italy
Con gli smartphone il mondo dei codici si apre ai consumatori che ne fanno uno strumento da utilizzare sempre più
Ecco la seconda giovinezza
A 40 anni dalla sua invenzione nel 1973, il co-
dice a barre è ancora oggi una tecnologia
non solo ampiamente diff usa, ma foriera di
sempre nuove applicazioni, “grazie alla base nu-
merica per l’identifi cazione univoca dei prodotti -
spiega il direttore generale GS1 Italy | Indicod-Ecr
Bruno Aceto - che oggi rappresenta il legame con
il mondo digitale e tutte le potenzilità prospettate
da Internet e dal mobile”.
Perché proprio il codice a barre?
Ha permesso di abilitare processi automatizzati an-
che nella fase fi nale della fi liera distributiva, quella
della vendita sul pdv. Negli anni 50 e 60, quando la
distribuzione moderna cominciava ad aff ermarsi, i
retailer subivano il gap tra automazione dei pro-
cessi produttivi e arretratezza dei sistemi di vendita
in negozio. Poi fu la grande capacità di visione del-
le associazioni paritetiche di imprese industriali e
distributive nei diversi paesi a permetterne la diff u-
sione a livello globale, l’unica in grado di garantire
un futuro a questa innovazione.
Come avviene l’approdo al mondo digitale?
Attraverso due scatti tecnologici: il primo riguarda
il carrier, ovvero chi trasporta il codice, quindi la ra-
diofrequenza con i nuovi tag che velocizzano ul-
teriormente i processi di identifi cazione fi sica della
merce. Anche qui il ruolo delle realtà associative è
cruciale nella diff usione delle conoscenze tecnolo-
giche e delle tecnologie stesse. Il secondo scatto
tecnologico coinvolge invece il mondo esterno,
Internet, gli smartphone, che per GS1 segnano una
seconda giovinezza. Ciò che prima era delimitato
al mondo b2b e avveniva sul pdv, oggi si apre al
consumatore che naviga in rete o utilizza un cel-
lulare per informarsi su un determinato prodotto,
identifi cato dal barcode.
Uno sviluppo che le aziende hanno scelto di
controllare?
Abbiamo dovuto creare una infrastruttura dedica-
ta, non a caso nata in seno al Consumer Goods Fo-
rum e chiamata GS1 Source. Una sorta di Treccani
dei prodotti, disponibile al pubblico e agli svilup-
patori di applicazioni.
Bruno Aceto, direttore generale GS1 Italy | Indicod-Ecr
200720072006 20120052004
2005
Il nuovo nome d e l l ’ o r g a n i z -zazione, GS1, è lanciato in tutto il mondo.
2007
GS1 entra nel mondo delle soluzioni B2C. Lo sco-po è quello di fornire standard aperti per collega-re le informazioni di prodotto con I consumatori e le aziende grazie a dispositivi mobili.In Italia il Ministero delle Comunicazioni firma il decreto che liberalizza le radio frequenze per i di-spositivi RFiD. La liberalizzazione permette di dar via alle sperimentazioni della tecnologia e delle sue possibili applicazioni.
2007
L’ECR Europe Conference & Marketplace si svolge a Milano. Bruno Aceto è nominato direttore ge-nerale Indicod-Ecr.
2004
Indicod e Ecr Italia si fondono. L’unione delle due Associazioni intende valorizzare e potenziare le sinergie derivanti dalla identi-ca missione, per una maggiore diffusione dei progetti e delle soluzioni.Gianfranco Virginio (Finiper) è nominato presidente Indicod-Ecr.Alvaro Fusetti è nominato diret-tore generale Indicod-Ecr.
Seguilo su @tendenzeonline
2006
Dario Rinero (Coca Cola HBC) è nomi-nato presidente Indicod-Ecr.
LE TAPPE PRINCIPALI DEL QUARTO DECENNIO
Oggi Tendenze online è tutto nuovo: non solo nella veste grafi ca, ma anche nei contenu-ti, che si presentano in modo collegato per offrire una lettu-ra sempre più completa.Le opinioni e i video di esperti della business community del largo consumo. I micro son-daggi per misurare ciò che pensano i nostri lettori. La se-gnalazione tempestiva degli eventi che GS1 Italy | Indicod-Ecr organizza o a cui partecipa. Insomma uno strumento di la-voro multimediale.
Lasciamo a voi la scelta di privilegia-re la fruizio-ne con il pc, o di navigare
con il tablet o lo smartphone, magari inserendo l’indirizzo di Tendenze online fra i vostri preferiti, o iscrivendovi alla newsletter per essere regolar-mente informati sulle novità pubblicate.
Marco Cuppini
research and communication director, GS1 Italy | Indicod-Ecr@cupmar
Seguilo su @tendenzeonline
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2011 20132012
2011
GS1 amplia la pro-pria offerta grazie a l l ’approvaz ione del QR Code GS1.
Valerio Di Natale (Kraft Foods Italia) è nominato presiden-te Indicod-Ecr.
2012
Le aziende associate a GS1 Italy | Indicod-Ecr sono 35.000.
IL TAVOLO DEL NOI
Il Lab di GS1 Italy | Indicod-Ecrun terreno di sperimentazione
2013
Con una presenza in 111 Pa-esi nel mondo, GS1 celebra il 40esimo anniversario del lin-guaggio globale del business: il codice a barre GS1.
Nei nostri corsi si insegnauna sola materia:
il saper fare.
GS1 Italy | Indicod-Ecr. Corsi di formazione.
Inaugurato nel 2007 come laboratorio di
sperimentazione della tecnologia EPC/
RFId, insieme alla School of Management
del Politecnico di Milano, in collaborazione
con i più importanti partner del panorama
nazionale ed internazionale, il Lab di GS1
Italy | Indicod-Ecr ha ampliato la sua missio-
ne e le sue attività a partire dal 2010, diven-
tando centro di riferimento in Italia per tutti
gli standard internazionali GS1. L’obiettivo
è testare la migliore integrazione possibile
delle soluzioni standard GS1 lungo l’intera
supply chain, per ottimizzarne i fl ussi logi-
stici e le relazioni tra imprese industriali e
distributive e per massimizzare i benefi ci al
consumatore fi nale.
Lab è un punto di riferimento per aziende,
enti pubblici, associazioni di categoria, pro-
duttori di tecnologia che vogliano realizzare
studi di fattibilità per applicazioni con tec-
nologia RFId. Copre un’area di 800mq circa,
all’interno della quale sono riprodotti i di-
versi ambiti della supply chain: fi ne linea e
imballaggio, ricevimento merci, stoccaggio,
prelievo/picking, spedizione, e punto ven-
dita. Qui vengono analizzati e ottimizzati i
processi logistici e produttivi con l’utilizzo
degli standard GS1 di codifi ca (codici a bar-
re) e gli standard EPC, promuovendo i nuo-
vi servizi e sviluppando l’utilizzo della tec-
nologia mobile per accedere a informazioni
o servizi riguardanti i prodotti (GS1 Mobile
Commerce).
All’interno del Lab di GS1 Italy | Indicod-Ecr
si trova fra l’altro l’RFId Solution Center del
Politecnico di Milano, un centro di speri-
mentazione e ricerca universitaria. Scan-
Source Europe, un importante distributore
a valore aggiunto di prodotti per identifi ca-
zione automatica, codici a barre e POS, ha
avviato una collaborazione con GS1 Italy |
Indicod-Ecr dando vita a giornate Open Lab
dedicate alle soluzioni di tracking, logistica
e mobilità presso gli spazi del Lab di GS1
Italy | Indicod-Ecr.
In queste occasioni i partecipanti, oltre a
visitare il Lab, hanno l’opportunità di ascol-
tare gli interventi di relatori e assistere a
dimostrazioni sulle più recenti tecnologie
e soluzioni per l’identifi cazione automati-
ca, fornite da leader del settore, a presen-
tazioni sugli standard GS1,
RFID e i codici a barre 1D e
2D. Inoltre possono testare
le varie soluzioni in un’area
dedicata.
08
www.indicod-ecr.it seguici su twitter: @GS1italy
Tessile, abbigliamento e calzatureL’identificazione dei prodotti secondo un sistema univoco e condi-
viso come quello GS1 è divenuta un indispensabile strumento per
incrementare l’efficienza della filiera produttiva e distributiva anche
per i settori tessile, abbigliamento e calzature. Sono numerosi i van-
taggi per le organizzazioni e per l’intera filiera e si concretizzano nella
potenziale riduzione dei tempi operativi di trattamento fisico della
merce e altri importanti benefici, di natura non fisica, legati al trat-
tamento dei dati e allo scambio di informazioni lungo tutta la filiera.
Il sistema di standard GS1 supporta le esigenze espresse dalle
aziende a partire proprio dall’identificazione standard che fornisce
gli elementi e le regole per il riconoscimento dei prodotti, degli
imballi e dei soggetti coinvolti.
HealthcareI sistemi sanitari di tutto il mondo da tempo si stanno confrontando
con i temi legati alla logistica per garantire processi di approvvigio-
namento sicuri ed efficaci ed una gestione operativa dei prodotti
efficiente, essenziale per la lotta alla contraffazione e la sicurezza
dei pazienti.
Gli standard GS1 possono rispondere a tutte le esigenze di sicurez-
za e di efficienza del settore Healthcare attraverso l’identificazione
automatica, la tracciabilità e la sincronizzazione dei dati di prodotto.
Le soluzioni che GS1 Italy | Indicod-Ecr propone investono sia i pro-
dotti destinati all’utilizzo umano - i dispositivi medici per l’uomo
– sia quelli utilizzati per il mondo animale nel settore veterinario.
Settore bancarioIl ciclo di gestione del contante richiede transazioni commerciali al-
tamente sicure ed affidabili. In questo contesto, l’utilizzo degli stan-
dard GS1 contribuisce ad incrementare l’efficienza, la sicurezza e la
trasparenza delle attività svolte.
Sulla base di queste potenzialità, la Banca Centrale Europea ha in-
dividuato alcuni strumenti che costituiscono il Sistema GS1 e che
abilitano l’ottenimento di sempre maggiori benefici in tal senso.
Le soluzioni individuate per i paesi dell’Eurosistema comprendono
le regole e gli strumenti di identificazione degli oggetti e dei sog-
getti coinvolti – l’Identificazione standard – e la messaggistica rela-
tiva allo scambio di informazioni, vale a dire lo Scambio elettronico
dei documenti.
Non solo largo consumo: gli standard GS1 per la sanità, il fashion e la gestione del contante
L’azienda giapponese D-Barcode è famosa per aver dato nuovo spun-
to estetico allo standard del linguaggio globale del business: il codice
a barre. Stanchi dei soliti rettangoli neri numerati, i grafici giapponesi
si sono divertiti a creare codici a barre creativi perfettamente fun-
zionanti. Pensati fondamentalmente per stupire e divertire i consu-
matori, a volte i progettisti sono riusciti anche a coniugare forma e
funzione. L’idea nata nel 2006 e inizialmente sfruttata da pochissimi
brand si è diffusa a tutte le marche giapponesi per sbarcare succes-
sivamente negli Stati Uniti, grazie a qualche azienda sperimentale.
Codice a barre creativoSiamo abituati a vedere un’unica soluzione grafi ca: ma non deve essere per forza così. Ecco quanto succede in Giappone
Courtesy of www.d-barcode.com
I Sistemi standard GS1 sono il linguaggio condiviso tra Industria e
Distribuzione. Sono la base per realizzare scambi trasparenti, chiari
e subito comprensibili.
IDENTIFICARENUMERI DI IDENTIFICAZIONE
I Sistemi standard GS1 permettono di identifi care i prodotti, gli im-
balli, le unità logistiche (pallet, cartone, unità consumatore), le sedi
aziendali e i vari punti della supply chain. GS1 Italy | Indicod-Ecr,
infatti, assegna ad ogni impresa un codice di identifi cazione (pre-
fi sso aziendale), sulla base del quale l’azienda costruisce i numeri
(GTIN: Global Trade Item Number, SGTIN: Global Trade Item Num-
ber Seriale) che identifi cano in maniera univoca in tutto il mondo i
prodotti e l’impresa che li produce o commercializza.
LEGGEREIL SISTEMA DEI SIMBOLI
Codice a barre, EPC Tag (Tag RFId che contiene l’SG-
TIN), Global Location Number (GLN), GS1 QR Code,
sono i simboli che rappresentano i codici di identifi cazione e che
possono essere letti automaticamente nei processi di fi liera.
CONDIVIDEREGLI STANDARD PER LA CONDIVISIONE DI DATI
I Sistemi standard GS1 permettono di comunica-
re con lo stesso linguaggio. Lo scambio di infor-
mazioni (EDI), in formato elettronico, tra Industria
e Distribuzione è senza errori. Il loro lavoro è più
semplice, più lineare, più produttivo.
Sistemi standard GS1.Per favorire visibilità ed effi cienza.
09
Finalizzazione all’acquistosempre più rapida e precisaCon Brand Media View Nielsen affi anca i decisori con informazioni accurate su impatto e reazioni all’advertising
Al centro commerciale Le Piazze nell’hinterland di Bologna: consistente il piano investimenti e sviluppo
Una soluzione innovativa in grado di supportare i clienti e di massi-
mizzare i loro investimenti in termini di risultati di ‘reach’, ‘resonan-
ce’ e ‘reaction’. Con Brand Media View, Nielsen può fornire informazioni
sempre più accurate sulla ‘reach’, ossia su come viene raggiunto un
determinato target (OCR, XCR); sulla ‘resonance’ ossia sulla capacità
del messaggio pubblicitario di modifi care l’attitudine e la predispo-
sizione del consumatore nei confronti di un prodotto (Brand Eff ect);
‘reaction’ ossia sull’impatto dell’adv sul processo di acquisto dei beni
di largo consumo e quantifi carne le vendite incrementali. Inoltre, le
soluzioni Nielsen Brand Media View (BMV) intervengono sulla ‘reach’,
perché aiutano a meglio targettizzare i consumatori e sulla ‘reaction’
perché off rono uno strumento per misurare il ROI della comunicazio-
ne in TV e/o internet.
“L’accelerazione nella digitalizzazio-
ne dei contenuti e nella convergen-
za mediale – spiega Cristina Papi-
ni di Nielsen – permette in modo
sempre più frequente l’accesso si-
multaneo multipiattaforma da parte
dei consumatori. La crossmedialità
e le dinamiche di interazione mul-
ticanale pongono nuove sfi de agli
operatori, in particolare la frammen-
tazione delle audience dei singoli
mezzi per raggiungere un consuma-
tore sempre più coinvolto da legami
esperienziali con altri consumatori”.
Inoltre, l’uso dei device comprime il processo d’acquisto dal punto di
vista temporale: si riduce il lasso di tempo tra lo stimolo e la fi naliz-
zazione dell’acquisto, ossia uno scenario molto più complesso e ar-
ticolato rispetto al passato e la comunicazione effi cace può indurre
oggi all’acquisto molto più velocemente, anche dal divano di casa col
proprio smartphone, e rappresenta quindi una grande opportunità
per le aziende, pur in una fase delicata per gli investimenti in adv. “Le
soluzioni Nielsen Brand Media View – conclude Papini – si rivolgono
a tutti gli attori della fi liera della comunicazione: investitori e agenzie
media che vogliono massimizzare la profi ttabilità, nonché publisher e
concessionarie che intendono valorizzare la propria off erta editoriale”.
Davide Bernieri
Coop Adriatica debutta c on Enercoop a Castelmaggiore
Debutto uffi ciale di Coop Adriatica nel settore della distribuzione
di carburanti, con il suo primo Enercoop installato davanti al
centro commerciale Le Piazze a Castelmaggiore, nell’hinterland di
Bologna. La cooperativa bolognese entra così in campo nel settore
dei prodotti energetici, con una nuova società - Enercoop Adriatica -
e un piano di sviluppo che prevede altre quattro aperture nel giro di
un anno: a San Benedetto del Tronto, Faenza, Conegliano e Chiog-
gia, tutte nelle vicinanze di centri commerciali, e con la prospettiva
di arrivare a otto punti di erogazione nel prossimo biennio.
L’espansione
La neonata società mette in campo investimenti consistenti: oltre
14 milioni per la prima rete
di cinque distributori, di cui
2,4 per quello appena aper-
to a Castelmaggiore. Ampio
4.500 mq e dotato di un
impianto fotovoltaico sulla
tettoia di copertura, l’eroga-
tore di Castel Maggiore è ad
altissima automazione, arti-
colato su 12 corsie: 8 per la
benzina e il gasolio, 2 per il
GPL e 2 per il metano.
Multidispenser
Gli ultimi quattro sono mul-
tidispenser: serviti da perso-
nale per GPL e metano negli
orari di apertura, mentre a
chiusura del servizio (dalle 12 alle 15 e dalle 19,30 alle 8) funzionano a
self service, per il rifornimento di benzina e gasolio. I quattro addetti,
dipendenti di Adriatica appositamente formati, sono a disposizione
per la parte assistita, per il resto i clienti utilizzano il prepagamento
con contanti, bancomat o carta di credito con microchip, in accetta-
tori collocati uno su ciascuna facciata, per non sbagliarsi né perdere
tempo in fi la. Le previsioni di vendita indicano in 65 milioni i litri di
carburante annui venduti, per un fatturato di circa cento milioni di
euro, il target iniziale. PR
�• @LinkontroN Colombo, Publitalia ‘80: “Contiamo di uscire da questo momento diffi cile attraverso le pos-sibilità del multidevice”. #Linkontro-Nielsen
�• @LinkontroN Inizia adesso “L’in-gaggio del consumatore attraverso opzioni multiple”, il panel moderato da @riccardowired #LinkontroNiel-sen Espandi
• @LinkontroN Hasker: “nel futuro i marketer devono diventare consu-mer scientists” #LinkontroNielsen
�• @LinkontroN Davide Cozzarolo di Sigma: “La recessione è stata per
noi un momento di grande opportu-nità” #LinkontroNielsen
��• @emanuelataverna Come si può fare rete nella Gdo? Rispondono Sigma, Sogegross, Unes, e Eurospin #ilva-loredelnoi
��• @LinkontroN Hasker conclude il suo intervento:”In un momento di crisi come questo bisogna capire il con-sumatore e come sta cambiando”. #LinkontroNielsen
��• @LinkontroN Hasker: “nel futuro i marketer devono diventare consu-mer scientists” #LinkontroNielsen
��• @LinkontroN Hasker: “I #BigData sono la soluzione solo se si hanno gli strumenti per interpretarli” #Lin-kontroNielsen
��• @marinambassigdo Gasbarrino: so-stenibilità è un dovere e un terreno neutro x una collaborazione vera con l’industria di marca
�• @LinkontroN Hasker: “Steve Jobs ha lasciato una dettagliata roadmap a Apple totalmente centrata su smartphone e tablet” Il PC è morto? #LinkontroNielsen
��• @LinkontroN Hasker: “I #SocialMe-dia permettono alle persone di rice-
vere consigli da pari, sono un feno-meno universale” #IlValoreDelNoi
��• @Pointoutto #linkontroniel-sen 4 tendenze Hasker Nielsen: recessione,consumatore diverso e potente,frammentazione informa-zione, big data
�• @LinkontroN Steve Hasker di @Niel-sen: “Il nuovo consumatore è molto diverso, ha molto più potere”.
�• @LinkontroN Perrone: #IlValore-DelNoi è in big data, supply chain, sostenibilità, innovazione, comuni-cazione, internazionalizzazione
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Con un calo dell’indice di fi ducia degli italiani come quello regi-
strato nel corso del 2012, è normale rilevare nel primo trime-
stre 2013 un raff orzamento dei comportamenti di risparmio:
meno pasti e intrattenimento fuori casa (per oltre il 62% delle fami-
glie), meno vacanze e minori spese per abbigliamento (per il 65%
delle famiglie), riduzione dell’utilizzo della macchina e, non ultimo,
razionalizzazione della spesa alimentare con l’acquisto di marchi più
economici (57% delle famiglie).
Si osserva una leggera fl essione della frequenza di acquisto per cercare
di contenere la battuta di cassa (48 atti/trimestre): nonostante l’infl azio-
ne, lo scontrino medio è rimasto sostanzialmente stabile (23,29 €/atto).
Per poter fornire uno sguardo veloce ma allo stesso tempo completo
ed esaustivo su tutto quello che il consumatore di oggi guarda e ac-
quista, Nielsen Italia ha messo a punto il Watch & Buy Report, un report
trimestrale che raccoglie insight, informazioni e tendenze sui principali
media, sul mercato pubblicitario in Italia, sui comportamenti di acqui-
sto e sui trend del largo consumo, il tutto contestualizzato all’attuale
situazione economica. Nell’edizione di maggio 2013 distribuita a Lin-
kontro emerge che in un contesto economico caratterizzato da un au-
mento del tasso di infl azione (+1%) e della disoccupazione (+1,2%), da
una diminuzione del PIL (-2,3%) e dell’indice di fi ducia, sia quello delle
imprese sia quello dei consumatori italiani, il mondo dei media ha regi-
strato un periodo contraddittorio. Per quanto riguarda le audience i dati
sono positivi: le rilevazioni TV hanno raggiunto livelli molto alti, sia in
termini di reach che di tempo di visione, grazie a un’off erta sicuramente
più ricca e articolata rispetto al passato. Anche su internet il numero di
utenti attivi è cresciuto e ai navigatori da PC sono da aggiungere quelli
da smartphone e tablet, la cui penetrazione è in costante crescita. A
questi dati però fa da contraltare il calo della raccolta pubblicitaria che,
in Italia, ha coinvolto il panorama dei media nel loro insieme.
Per il suo debutto televisivo NaturaSì ha scelto di rac-contare al grande pubblico i propri valori partendo da un elemento imprescindibile: la terra. Le sequenze dello spot mostrano una catena di persone su un campo che si passano di mano in mano una zolla -emblema della ter-ra- che rimane fertile grazie all’impegno e all’amorevole
cura dell’uomo. Una fi liera che collega metaforicamen-te il passato al presente, da-gli albori dell’agricoltura a oggi, chiudendosi in uno dei supermercati bio NaturaSì. Ideato dall’agenzia Grey di Milano, è un fi lm che inten-de sottolineare non solo la pura essenza del biologico, ma anche il ruolo giocato dal consumatore consapevole.
Comportamenti di risparmio:il cliente va monitorato step by step
Naturasì, esordio in Tv
• @AdriRips #linkontronielsen Giulia-noNoci dobbiamo smettere di defi ni-re il cambiamento come solo digitale ma capire che è sociale
�• @LinkontroN @giuliano_noci “I profi li attenzionali di chi fruisce video ad-vertising sono più alti, quindi il ritorno
dell’investimento è maggiore”
�• @LinkontroN Giuliano Noci: “Grazie ai devices portatili, la mobilità diventa un nuovo target televisivo”. #IlValore-DelNoi
�• @LinkontroN Giuliano Noci: “Il confi -ne tra spazio fi sico e virtuale è sem-
pre più ridotto, anche nel punto ven-dita” #IlValoreDelNoi
�• @mauro_leoni Per il retail fi nora il digitale è stato “hic sunt leones”, è ora di cambiamento. First takes all? #linkontronielsen
�• @LinkontroN Carlotta Ventura: “La
stampa non è solo carta” #IlValore-DelNoi
�• @LinkontroN Carlotta Ventura: “Que-sto paese ha un problema enorme: il 43% pensa che può trovare lavoro solo all’estero”
Esselunga si propone per il benessere
Un importante operazione di ampliamento dell’off erta Esselunga in private label vede coinvolti nove sub-brand con una ventina
di referenze lungo il promettente asse di sviluppo e consumo lega-to al benessere. Dopo le linee Bio, Top e Naturama il retailer punta sull’equilibrio nutrizionale e salutistico realizzato attraverso i piccoli rituali quotidiani della colazione e degli snack. Questa è la promessa di Equilibrio la nuova marca di Esselunga, che comprende: Well fl a-kes (3 referenze), Bran sticks (1), Fette biscottate integrali (2), Biscotti ai cereali (1), Biscotti integrali (1), Grissinetti integrali (1), Crostini in-tegrali (1), Crackers integrali (1), pasta integrale (4), Latte fermentato (2). Tutte le referenze sono in vendita dal 27 Maggio 2013 in tutti i supermercati e sull’online.
Numero di tweet entro i 15
giorni successivi alla mes-
sa in onda del programma/
popolazione del target. Il senso
di indicatori simili è abbastanza
immediato: riuscire a dare una
misura della capacità del pro-
gramma di creare una risonanza
e di far parlare di sé anche dopo
la messa in onda. Ma quale utilità
commerciale ne possono avere
le imprese? Come trasformare
questa informazione in un valore
per il programma e per la pubbli-
cità a esso associata?
Il “tweet” però non ha niente a
che vedere con la misurazione
della qualità e nemmeno con il
gradimento: piuttosto esprime
la capacità del programma di
creare una risonanza dopo la sua
andata in onda, di continuare a
vivere per un po’ dopo che il tele-
visore è stato spento. “Il numero
di tweets” di un programma può
essere una sorta di “potenziatore”
dell’Audience misurata nel peo-
ple meter panel.
Ognuno di noi guarda la tele-
visione e sa che si può stare da-
vanti allo schermo con diversi
gradi di attenzione: a un estremo
11
I tweet sui programmi TV potenziano l’audienceLa partnership tra Twitter e Nielsen consentirà di affi ancare alla misura dell’audience di un programma una metrica nuova relativa al numero di persone che hanno “citato” il programma nei loro “tweet” sulla rete
Quando si sviluppano nuove metriche da affi ancare a indicatori già esistenti è sempre in agguato il rischio che le prime siano for-temente correlate con le seconde. L’audience indica mediamente quante persone sono in ascolto del programma: è la madre di tutti gli indicatori. Dire che una trasmissione ha avuto un ascolto me-dio di cinque milioni di persone vuol signifi care che mediando il numero d’individui all’ascolto del programma in ogni minuto della sua estensione temporale si ottiene proprio quel numero.L’audience è sempre stata vissuta, nella più benevola delle acce-zioni, come un indicatore che “da solo non basta. Ora arriva il “Tweet” a occupare quel sedile accanto al rilevatore principale che in fi n dei conti è sempre stato vacante”.
Audience e non solo
abbiamo il comportamento tipi-
co per tutto ciò che ci avvince e
coinvolge emotivamente o ra-
zionalmente, e all’altro un atteg-
giamento distratto o addirittura
“non vigile”, per usare un eufe-
mismo. Il meter, l’apparecchio
misuratore alla base del calcolo
dell’audience, registra che una
persona in un determinato mo-
mento sta guardando un certo
programma, ma non traccia nulla
del suo grado di attenzione o del
suo coinvolgimento, e lo stesso
vale per i messaggi pubblicitari
veicolati dal programma.
È probabile che un contenuto
poco coinvolgente lasci alle so-
glie del break pubblicitario un
telespettatore più distratto, con
meno endorfi ne in circolo, e se
parliamo del dopo cena, talvolta
un po’ sonnecchiante. Questa si-
tuazione non può essere traccia-
ta da un meter, che è collegato
al televisore ma non al cervello
delle persone. Perciò, dal punto
di vista dell’audience misurata
con questi apparati elettronici,
un programma coinvolgente che
crea engagement e discussione
in rete fi nisce sullo stesso piano
di un programma che non ha
queste caratteristiche. A parità di
audience i programmi più “twit-
tati” dovrebbero avere più valore
poiché il loro pubblico li ha se-
guiti con un livello di attenzione
e di coinvolgimento superiore. È
probabile che un pubblico che
sta su un gradino di attenzione
superiore durante il programma,
mantenga quel delta di consape-
volezza anche durante le interru-
zioni pubblicitarie. La previsione
è che i futuri studi sulla “resonan-
ce” non mancheranno di dare le
necessarie dimostrazioni delle
ipotesi attualmente formulate,
ed è possibile scommettere che
quel posto vuoto lato guidatore
sarà fi nalmente occupato..
LA REDAZIONE
EDITORE Il Sole 24 ORESede operativaVia Pisacane 2 20016 Pero - MiTel. 02 3022.1
Coordinamento di redazione Patrick Fontana
Contributi Marina Bassi, Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi, Barbara Trigari, Anna Bertolini
Grafi ca Mirko DianiStampa Arti Grafi che Pisano
a cura di
12
Il tema è stato aff rontato recentemente
nell’ambito del convegno “Promozioni
effi caci? Le nuove frontiere del volanti-
no” promosso da Nielsen e dall’Università
degli Studi di Parma. Nell’occasione si è
parlato di bassa diff erenziazione di off er-
ta promozionale nelle diverse tipologie di
punti vendita, sia in termini di percentua-
le di articoli promozionati che di crescita
avvenuta nel corso dell’ultimo anno. Negli
iper con superfi cie superiore ai 4.500 mq
le referenze promozionate equivalgono al
15,7% (+1,1 punti vs 2011); nei supermerca-
ti 2.500-4.499 mq al 16,2% (+0,7 punti vs
2011); nei supermercati 1.500-2.499 mq al
15% (+0,8 vs 2011); nei supermercati 800-
1.499 mq al 14,7% (+0,5 punti), infi ne nei
super 400-799 al 13,9% (+0,1).
Un’altra opportunità di miglioramento emer-
ge dalla possibilità di tarare meglio le promo-
zioni su segmenti di consumatori specifi ci,
quali ad esempio single e coppie giovani,
che più degli altri stanno subendo le diffi col-
tà dell’attuale momento economico.
“È necessario arrestare la spirale del decli-
no innestata dall’aumento della pressione
promozionale a fronte di una contrazione
delle vendite e un volantino che continua a
manifestare continue carenze di contenuto
e distribuzione – ha dichiarato Gianpiero
Lugli, Professore di marketing distributi-
vo all’Università di Parma –. È per questo
motivo che abbiamo creato un modello
di ottimizzazione che consente, attraver-
so dati e la georeferenziazione dei clienti,
di individuare le zone geografi che ottimali
di distribuzione del volantino. Ma ciò non
è suffi ciente perché dobbiamo riuscire
a trasformare il volantino in un canale di
comunicazione che, al pari di altri media,
consente di misurare il ritorno sugli investi-
menti, inserendolo in un contesto in cam-
biamento in cui il digitale sta amplifi cando
la possibilità di veicolare le promozioni”
– ha concluso Lugli. Mettendo a tema il
rapporto promozione/tipologia di brand,
è emersa una scarsa diff erenziazione tra
brand leader e brand follower: si osserva
infatti che l’intensità delle promozioni sul
prezzo si aggira intorno al 20% per tutte le
tipologie di brand.
Bassa differenziazione promobrand leader e follower si curano
Messe a dura prova le strategie di
Tesco dal calo dei consumi occi-
dentali. Il retailer inglese, dopo aver re-
sistito per diversi trimestri ai venti della
recessione, registra qualche scricchiolio,
che spinge il management a riconside-
rare le strategie condotte negli ultimi
anni sia sul fronte dell’espansione inter-
nazionale, che dei canali distributivi. Gli
utili sono in caduta libera. Nell’esercizio
2012-2013, Tesco ha registrato un crollo
dell’utile netto (-95%), che si è attestato
a 124 milioni di sterline. Si è trattato della
prima contrazione negli ultimi 19 anni.
Intanto l’utile prima delle imposte si è
dimezzato (-51%) a 1,96 miliardi di ster-
line. Le vendite sono cresciute dell’1,3%
nel confronto anno su anno (rettifi cato
al 2,5% a cambi costanti) a 72,36 miliar-
di di sterline, con il mercato britannico
e quello europeo più in generale che
sono cresciuti rispettivamente dell’1,8%
(48,2 miliardi) e del 4,9% (10,8 miliardi,
grazie alle nuove aperture in Polonia,
Repubblica Ceca e Slovacchia). Bene l’A-
sia, in progresso del 5,9% (12,32 miliardi)
nonostante l’impatto negativo dei nuo-
vi orari (più restrittivi) di apertura in Co-
rea del Sud. Male l’America in calo (-2%),
tanto da voler cedere la controllata sta-
tunitense Fresh & Easy.
Il volantino non è morto, anzi rimane uno strumento formidabile di dialogo con il con-sumatore. Soprattutto nella sua versione digi-tale, che offre infi nite possibilità in più rispet-to al classico cartaceo. Ne è convinto Stefano Portu, co-fondatore e Ceo di Dove Convie-ne, servizio che porta il volantino sugli scre-en di 2,5 milioni di nostri connazionali, già abbonati al servizio di shopping alert della start up bolognese. “Il volantino –dichiara– è un ottimo manufatto di marketing, effi cace, sfogliarlo rimane un’abitudine diffusa e ap-prezzata dal consumatore, perché risponde al desiderio di evasione e dà la sensazione del-la scoperta. Il volantino è vissuto come una sorta di free press”. Dove Conviene inietta nel volantino tutte le potenzialità offerte dal digitale. “Innanzitutto la riduzione dei costi di stampa –prosegue Portu– la fruizione del volantino digitale con i portable device come smartphone e tablet permetterà di geolocaliz-zare i punti vendita nei quali il volantino è attivo, ingaggiando i consumatori anche at-traverso shopping alert che informino il con-sumatore sulle promozioni di suo interesse in atto nella sua città. Le catene, inoltre, avranno a disposizione analytics molto approfonditi rispetto agli item preferiti, al tempo di lettura del volantino stesso, permettendo, in questo modo, di conoscere più da vicino i sentiment del consumatore rispetto allo shopping ”.
• @LinkontroN V. Perrone introduce “Le sfi de della crescita si vincono insieme”. Cosa vuol dire #collaborazione? @carloalberto
�• @salippo Fine delle contrapposizioni... di-gitale vs fi sico, ATL vs BTL, la keyword e’ connettere: aiuteranno i big data?
�• @LinkontroN @giuliano_noci: “Una pianifi -cazione basata sui mezzi cederà il posto a una pianifi cazione centrata sull’individuo”
�• @marinambassigdo #linkontronielsen Colombo: bisogna ragionare sui contenuti e sui costi sostenibili x mantenere qualità e, quindi, ritorni su investimenti
Per Tesco è il momento di ripensare il business
Il volantino digitale ancora più effi cace