DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di...

29
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX POLVERI Azienda ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Sede COMUNE DI SALERNO Indirizzo: Via IRNO Datore di lavoro De Santis Francesca Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione De Santis Francesca Medico Competente Ferrara Armando Rappresentante Lavoratori per la Sicurezza Berardi Giulio Data elaborazione: 04/04/2016

Transcript of DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di...

Page 2: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 2 di 29

DATI GENERALI DELL'AZIENDA

DATI AZIENDALI Dati anagrafici

Ragione Sociale ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI S.r.l.

Attività economica Attività esempio Codice ATECO -

ASL SA3 Posizione INPS 123

Posizione INAIL 456 Partita IVA 123

Codice Fiscale 456

Titolare/Rappresentante Legale

Nominativo Rossi Mario

Sede Legale Comune Pontecagnano Faiano

Provincia SA CAP 84098

Indirizzo Via Irno

SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE AZIENDALE

Datore di lavoro Nominativo Rossi Mario

Responsabile del servizio di prevenzione e

protezione

Nominativo De Santis Francesca

Addetto servizio di prevenzione e protezione Addetto primo soccorso

Nominativo FERRI MARIANGELA Nominativo Berardi Giulio

Addetto antincendio ed evacuazione

Nominativo FERRI MARIANGELA Nominativo Berardi Giulio

Medico Competente

Nominativo Ferrara Armando

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Nominativo Berardi Giulio

Page 3: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 3 di 29

RELAZIONE INTRODUTTIVA

Il presente documento di Valutazione dei Rischi di Esplosione è stato redatto conformemente a quanto previsto dal Titolo XI (Protezione da Atmosfere Esplosive) del Decreto Legislativo 81/08, che prescrive le misure per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive.

DEFINIZIONI RICORRENTI

Agli effetti dell’articolo 214 D.Lgs. 81/08 e s.m.i, si definiscono: ATMOSFERA ESPLOSIVA : una miscela con l'aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta. CONDIZIONI ATMOSFERICHE : si intendono condizioni nelle quali la concentrazione di ossigeno nell’atmosfera è approssimativamente del 21% e che includono variazioni di pressione e temperatura al di sopra e al di sotto dei livelli di riferimento, denominate condizioni atmosferiche normali (pressione pari a 101325 Pa, temperatura pari a 293 K), purché tali variazioni abbiano un effetto trascurabile sulle proprietà esplosive della sostanza infiammabile o combustibile. AREA ESPOSTA A RISCHIO ESPLOSIONE : un'area in cui può formarsi un'atmosfera esplosiva in quantità tali da richiedere particolari provvedimenti di protezione per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori interessati è considerata area esposta a rischio di esplosione ai sensi del presente titolo. AREA NON ESPOSTA A RISCHIO ESPLOSIONE : un'area in cui non è da prevedere il formarsi di un'atmosfera esplosiva in quantità tali da richiedere particolari provvedimenti di protezione è da considerare area non esposta a rischio di esplosione ai sensi del presente titolo. SORGENTE DI EMISSIONE (SE) : Un punto o luogo da cui può essere emessa polvere combustibile con modalità tale da originare un’atmosfera esplosiva. Esso può far parte del sistema di contenimento o di uno strato di polvere. AMBIENTE (CEI 31-56): Parte di un luogo nella quale esistono condizioni ambientali omogenee (es. ambiente

aperto, ambiente chiuso). In uno stesso luogo possono esistere più ambienti quando nelle diverse sue parti esistono condizioni ambientali diverse (es. una fossa può essere un ambiente diverso dal volume libero del luogo dove l'aria di ventilazione può circolare liberamente o solo con qualche impedimento). COMBUSTIONE (CEI 31-56): Reazione esotermica di ossidazione di una sostanza con un comburente (detto

anche ossidante e comunemente costituito dall’ossigeno dell’aria), generalmente accompagnata da sviluppo di fiamme e/o di incandescenze e/o di fumo. DEFLAGRAZIONE (UNI EN 1127-1) : Esplosione che si propaga a velocità subsonica. DETONAZIONE (UNI EN 1127-1): Esplosione che si propaga a velocità supersonica e caratterizzata da un’onda

d’urto ESPLOSIONE (UNI EN 1127-1): Brusca reazione di ossidazione o decomposizione che produce un aumento della

pressione ce/o della temperatura (onda di pressione e gradiente di temperatura). LUOGO PERICOLOSO (CEI 31-56): Spazio (tridimensionale) in cui è o può essere presente un'atmosfera

esplosiva per la presenza di polveri combustibili, in quantità tale da richiedere provvedimenti particolari per la realizzazione, l'installazione e l'impiego dei Prodotti e degli impianti. Il luogo pericoloso costituisce l’inviluppo delle zone pericolose. I termini luogo pericoloso e area pericolosa sono considerati equivalenti, da preferirsi luogo pericoloso. ZONA PERICOLOSA (CEI 31-56): La zona pericolosa è lo spazio di estensione determinata, in un luogo

pericoloso, entro il quale devono essere adottati provvedimenti particolari contro l’esplosione.

Page 4: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 4 di 29

POLVERE (CEI EN 61241-10) : Piccole particelle solide, comprendenti, fibre e residui volatili di filatura

nell’atmosfera, che si depositano a causa della loro massa, ma che possono rimanere sospese in aria per un certo tempo (comprende i termini inglesi di “polvere” e “graniglia” così come definiti nella ISO 4225: 1994). In generale si può dire di essere in presenza di polvere se le particelle hanno grandezza (dimensioni) fino a 1,0 mm. POLVERE COMBUSTIBILE (CEI EN 50281-1-2): Polvere che può bruciare o divenire incandescente nell’aria e

potrebbe dare origine a miscele esplosive con l’aria a pressione atmosferica e temperatura normale. SISTEMA O PROVVEDIMENTO DI BONIFICA (CEI 31-56): Ogni sistema o provvedimento volto ad allontanare o

inertizzare la polvere combustibile eventualmente presente nell’ambiente o impedirne l’ingresso, o inertizzare l’ambiente. SORGENTE DI ACCENSIONE (CEI 31-56): Sorgente di energia sufficiente ad accendere un’atmosfera esplosiva.

NUBE (CEI 31-56): Dispersione in aria di polvere combustibile con grandezza delle particelle e concentrazione

adatte a formare un’atmosfera esplosiva. STRATO DI POLVERE (CEI 31-56): Ogni tipologia di deposito o accumulo (cumuli, mucchi) di polvere. CAMPO DI ESPLODIBILITÀ (LEL – UEL) (CEI 31-56): Come per i gas, anche per le polveri esiste un campo di

esplodibilità, compreso tra un limite inferiore (LEL) ed un limite superiore (UEL), al di fuori del quale non è possibile l’innesco dell’esplosione. PRODOTTO (Guida alla Direttiva 94/9/CE, cap. 3)

Apparecchio, sistema di protezione, dispositivo, componente e relative combinazioni, come definiti nel DPR 126/98, art. 1.

GRANDEZZE CARATTERISTICHE POLVERI COMBUSTIBILI

Le caratteristiche più significative delle polveri combustibili, utilizzate nel seguito, sono: Combustibilità : L’attitudine di una polvere a bruciare in strato (combustibilità) viene verificata mediante esami a

vista in laboratorio e, se la polvere non è combustibile lo strato di polvere non presenta pericoli d’incendio. Se tutte le polveri non sono combustibili il luogo non presenta pericoli d’incendio da strati di polvere. Esplodibilità : La seconda proprietà da verificare per individuare una polvere combustibile, oltre la combustibilità

in strato, è la sua esplodibilità in nube. L’esplodibilità è verificata mediante prove di laboratorio. NOTA Di massima si possono considerare “trascurabili” le esplosioni che, alle prove di laboratorio, producono pressioni inferiori a 666 Pa (0,0066 bar - 5 mm Hg), in quanto, generalmente, si ritiene che pressioni di così piccola entità non producano danni alle persone ed eventualmente danni minimi agli animali ed alle cose.

Se la polvere non è esplodibile l’esplosione non può avvenire. Se tutte le polveri presenti non sono esplodibili il luogo non presenta pericoli d’esplosione da polveri. Tabella GB.1-B (Guida CEI 31-56) – Classe di esplosione delle polveri

Classe di esplosione

della polvere in aria

KSt

bar · m · s-1 Valutazione

St 0 0 Esplosione debole, senza percezione visiva della propagazione della fiamma (nota)

St 1 > 0 fino a 200 Esplosione moderata

St 2 > 200 fino a 300 Esplosione forte

St 3 > 300 Esplosione severa (grave)

Grandezza media delle particelle di polvere e granulometria : La grandezza media delle particelle è quella

nominale che si assegna ad una polvere per una sua caratterizzazione, attraverso una prova specifica (es.

Page 5: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 5 di 29

utilizzando un setaccio con la dimensione delle maglie del setaccio attraverso cui si separa il 50% in massa del materiale vagliato, microscopia, sedimentazione in liquidi, ecc.). La granulometria è la distribuzione percentuale statistica della grandezza delle particelle di una polvere data, detta anche distribuzione granulometrica. La granulometria può essere rappresentata fornendo le percentuali in massa di particelle di determinata grandezza o campi di grandezze, sotto forma tabellare o con un diagramma.

RIPARTIZIONE DELLE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE Come indicato nell’ Allegato XLIX (Atmosfere Esplosive – Ripartizione delle Aree in cui possono formarsi Atmosfere Esplosive), le aree a Rischio di Esplosione per la presenza di Polveri combustibili sono ripartite in zone in base alla frequenza e alla durata della presenza di atmosfere esplosive. Esse risultano così classificate.

Zona Descrizione

Zona 20

Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell'aria.

Zona 21

Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell'aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività.

Zona 22

Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata.

Page 6: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 6 di 29

GRADI DI EMISSIONE DELLE POLVERI Le Sorgenti di Emissione delle Polveri (SE) sono classificate (Guida CEI 31-52) con i seguenti tre gradi fondamentali di emissione:

Emissione Definizione

di grado CONTINUO

Luoghi nei quali una nube di polvere può essere presente continuamente o per lunghi periodi, oppure per brevi periodi ma ad intervalli frequenti.

di PRIMO grado

Sorgente di emissione che si prevede possa rilasciare polveri combustibili solo occasionalmente durante il funzionamento ordinario.

di SECONDO grado

Sorgente di emissione che si prevede non possa rilasciare polveri combustibili durante il funzionamento ordinario, ma, se ciò dovesse accadere, accadrebbe solo poco frequentemente e per brevi periodi.

LIVELLI DI PULIZIA AMBIENTALI

Il grado di emissione (continuo, primo o secondo) di uno strato di polvere dipende dal livello di mantenimento della pulizia (buono, adeguato, scarso), dal disturbo dello strato (frequente o poco frequente) e dal grado di emissione della sorgente di emissione del sistema di contenimento, come causa primaria della formazione dello strato. I livelli di pulizia degli ambienti vengono classificati (Guida CEI 31-56) come indicato nella seguente tabella:

Livello di pulizia Definizione

BUONO

Si ha un livello di pulizia dell’ambiente BUONO quando gli strati di polvere sono mantenuti a spessori trascurabili, oppure sono assenti, indipendentemente dal grado di emissione, oppure vengono rimossi rapidamente in caso si formino poco frequentemente, potendosi escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il pericolo d’incendio dovuto agli strati stessi.

ADEGUATO

Si ha un livello di pulizia dell’ambiente BUONO quando gli strati di polvere non sono trascurabili, ma sono di breve durata, meno di un turno di lavoro (8 ore), e possono essere rimossi prima dell’avvio di qualunque incendio. Non si può escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il pericolo d’incendio dovuto agli strati stessi.

SCARSO

Si ha un livello di pulizia dell’ambiente SCARSO quando gli strati di polvere non sono trascurabili e perdurano per più di un turno di lavoro.Il pericolo d’incendio può essere controllato selezionando opportunamente le apparecchiature in funzione dello spessore degli strati di polvere. Non si può escludere il pericolo che si formino nubi di polveri esplosive degli strati ed il pericolo d’incendio dovuto agli strati stessi.

DISTURBO DELLO STRATO DI POLVERE

Per quanto riguarda il disturbo dello strato di polvere, è evidente che se esso viene disturbato di frequente, la polvere si solleva con frequenza maggiore e di conseguenza il grado di emissione risulta più elevato. Per la determinazione del grado di emissione di uno strato in funzione del disturbo dello stesso e del grado della sorgente di emissione del contenitore si può far riferimento alla seguente tabella.

Page 7: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 7 di 29

Grado della Sorgente di

Emissione del contenitore

CONTINUO O PRIMO SECONDO

Livello di pulizia Disturbo strato Grado di emissione

dello strato Grado di emissione

dello strato

ADEGUATO Frequente PRIMO SECONDO

Poco frequente SECONDO

SCARSO Frequente CONTINUO PRIMO

Poco frequente PRIMO SECONDO

Page 8: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 8 di 29

GRADO DI EFFICACIA E DISPONIBILITA’ DEL SISTEMA DI ASPIRAZIONE La valutazione delle condizioni di ventilazione nei luoghi con presenza di polveri combustibili rappresenta un passaggio fondamentale e la presenza di un impianto di aspirazione ben dimensionato in prossimità della sorgente di emissione determina, secondo la sua efficienza, una modifica più o meno preponderante della probabilità di formazione di zone pericolose e, quindi, una “declassificazione” delle stesse. Un sistema di aspirazione, per essere efficiente, deve essere ben dimensionato e le bocche di aspirazione devono essere poste nelle immediate vicinanze delle sorgenti di emissione delle polveri. Infatti, un impianto di aspirazione che non venga posizionato in prossimità delle sorgenti di emissione non produce nessun effetto di bonifica, ma può addirittura portare ad un peggioramento delle condizioni ambientali provocando delle turbolenze che possono dar luogo, in presenza di strati, al cosiddetto effetto domino. Per valutare l’effetto di un sistema di aspirazione, bisogna stabilire due parametri fondamentali:

Il grado di efficacia

La disponibilità del sistema di aspirazione.

Il grado di efficacia di un sistema di aspirazione viene valutato in uno dei tre modi illustrati nella seguente tabella, tratta dall’appendice GG (punto GC 3.2.2) della Guida CEI 31-56:

Grado di Efficacia Definizione

ALTO (EH)

Si ha un grado di efficacia ALTO se il sistema di aspirazione è in grado di ridurre la concentrazione di polvere nell’aria in modo praticamente istantaneo al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nell’immediato intorno della SE e all’interno del sistema di aspirazione stesso.

Ne risulta una zona potenzialmente esplosiva di estensione trascurabile nell’intorno della SE, nessuna zona pericolosa all’interno del sistema di captazione e aspirazione e nessuna zona pericolosa nell’immediato intorno del punto di scarico del sistema.

MEDIO (EM)

Si ha un grado di efficacia MEDIO se il sistema di aspirazione non è in grado di ridurre la concentrazione di polvere nell’aria al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nelle immediate vicinanze della SE e all’interno del sistema di aspirazione stesso, ma è in grado di catturare tutta la polvere emessa dalla SE.

BASSO (EL)

Si ha un grado di efficacia BASSO se il sistema di aspirazione non è in grado di ridurre la concentrazione di polvere nell’aria al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) nelle immediate vicinanze della SE e all’interno del sistema di aspirazione stesso e non è in grado di catturare tutta la polvere emessa dalla SE. Tale grado di efficacia equivale all’assenza di un impianto di aspirazione.

La disponibilità di un sistema di aspirazione viene valutata in uno dei tre modi illustrati nella seguente tabella, tratta dall’appendice GG (punto GC 3.2.3) della Guida CEI 31-56:

Disponibilità Definizione

BUONA

Si ha una disponibilità BUONA quando l’asportazione è presente in pratica con

continuità.

ADEGUATA

Si ha una disponibilità ADEGUATA quando l’asportazione è presente durante il

funzionamento normale. Sono ammesse delle interruzioni purché siano poco frequenti e per brevi periodi.

SCARSA

Si ha una disponibilità SCARSA quando l’asportazione non risponde ai requisiti di

adeguata o buona, anche se non sono previste interruzioni per lunghi periodi. Nota : Un sistema artificiale di asportazione delle polveri che non risponde neanche ai requisiti previsti dalla scarsa disponibilità non deve essere considerato.

ZONE PERICOLOSE IN FUNZIONE DEL GRADO DI EMISSIONE E DEL SISTEMA DI ASPIRAZIONE

Page 9: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 9 di 29

La probabilità di formazione di zone pericolose dipende dalle caratteristiche del sistema di aspirazione delle polveri e dal grado di emissione delle Sorgenti di Emissione SE; infatti, in assenza di un impianto di aspirazione ci sono forti probabilità di formazione di atmosfere esplosive. Nella tabella seguente (Guida CEI 31-56, tabella GC. 3.2-A): è riportato un sistema di determinazione delle zone pericolose in funzione delle caratteristiche del sistema di aspirazione e del grado di emissione delle SE.

Tabella GC.3.2-A – Influenza dei sistemi artificiali di asportazione delle polveri sui tipi di zone

Grado della

emissione

Grado della captazione e asportazione della polvere

ALTO MEDIO BASSO(2)

Disponibilità della captazione e asportazione della polvere

Buona Adeguata Scarsa Buona Adeguata Scarsa Buona,

Adeguata o Scarsa

CONTINUO

(Zona 20 NE)

Zona non pericolosa

(1)

(Zona 20 NE) Zona 22

(1) (3)

(Zona 20 NE) Zona 21

(1) (4)

Zona 20

Zona 20 + Zona 22

(3)

Zona 20 + Zona 21

(4)

Non considerato (Zona 20)

PRIMO

(Zona 21 NE)

Zona non pericolosa

(1)

(Zona 21 NE) Zona 22 (1) (3)

(Zona 21 NE) Zona 22

(1) (4)

Zona 21 Zona 21 + Zona 22

(3)

Zona 21 + Zona 22

(4)

Non considerato (Zona 21 + Zona 22)

SECONDO

(Zona 22 NE)

Zona non pericolosa

(1)

(Zona 22 NE)

Zona non pericolosa

(1) (3)

Zona 22

(4) Zona 22

Zona 22

(3)

Zona 22

(4)

Non considerato (Zona 22)

(1) Zona 20 NE, 21 NE o 22 NE indicano una zona teorica dove, in condizioni normali, l'estensione è trascurabile.

(2) Il Grado BASSO non è stato considerato in quanto, in queste condizioni, le zone pericolose devono essere definite considerando l'assenza del sistema di captazione e asportazione della polvere.

(3) E’ prevista la formazione di strati di polvere di spessore generalmente inferiore di 5 mm.

(4) E’ prevista la formazione di strati di polvere di spessore generalmente maggiore di 5 mm, da valutare caso per caso.

NOTA - "+" significa "circondata da". Il secondo tipo di zona deve essere definito considerando la ventilazione residua, cioè considerando l'assenza del sistema di captazione e asportazione della polvere.

Page 10: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 10 di 29

INFLUENZA DEI SISTEMI DI CONTENIMENTO IN DEPRESSIONE DELLE POLVERI SUI TIPI DI ZONE

L'influenza dei sistemi di contenimento in depressione delle polveri combustibili sui tipi di zone all’interno dei sistemi di contenimento in depressione è attualmente in fase di studio. L'influenza dei sistemi di contenimento in depressione delle polveri combustibili sui tipi di zone nell’ambiente circostante è riassunto nella seguente Tabella (Guida CEI 31-56, tabella GC. 4.2-A)

Tabella GC.4.2-A – Influenza dei sistemi di contenimento in depressione delle polveri combustibili sui tipi di zone

Grado della emissione

(2)

Disponibilità del sistema di contenimento in depressione della polvere combustibile

Buona Adeguata Scarsa

CONTINUO

(Zona 20 NE)

Zona non pericolosa (1)

(Zona 20 NE) Zona 22 (1) (3)

(Zona 20 NE) Zona 21 (1) (4)

PRIMO

(Zona 21 NE)

Zona non pericolosa (1)

(Zona 21 NE) Zona 22 (1) (3)

(Zona 21 NE) Zona 22 (1) (4)

SECONDO (Zona 22 NE)

Zona non pericolosa (1)

(Zona 22 NE) Zona non pericolosa

(1) (3)

Zona 22 (4)

(1) Zona 20 NE, 21 NE o 22 NE indicano una zona teorica dove, in condizioni normali, l'estensione è trascurabile. (2) Il grado dell’emissione deve essere considerato come emissione dal sistema di contenimento in assenza della depressione. (3) E’ prevista la formazione di strati di polvere di spessore generalmente inferiore di 5 mm. (4) E’ prevista la formazione di strati di polvere di spessore generalmente maggiore di 5 mm, da valutare caso per caso.

Page 11: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 11 di 29

ESTENSIONE DELLE ZONE PERICOLOSE

La determinazione dell’estensione delle zone pericolose all’esterno dei sistemi di contenimento delle polveri combustibili dipende da coefficienti direttamente correlati alle caratteristiche della polvere combustibile in questione, dal sistema di contenimento e dall’ambiente. Negli ambienti chiusi, solitamente, si hanno più tipi di zone pericolose nell’intorno della SE e in presenza di strati queste possono interessare tutto il volume dell’ambiente con zone 22. Per la determinazione dell’estensione delle zone pericolose si è fatto riferimento all’appendice GD della guida CEI 31-56, che definisce:

dz = (d0 + dh) ∙ kd ∙ ku ∙ kta ∙ kw con dz = distanza pericolosa dalla SE nella direzione di emissione e di più probabile dispersione della nube esplosiva [m]; d0 = distanza di riferimento [m]; dh = distanza addizionale dipendente dall’altezza della SE [m]; kd = coefficiente dipendente dal rapporto tra la portata di emissione Qd della SE e LEL; ku = coefficiente relativo al contenuto di umidità della polvere; kta = coefficiente relativo al tipo di ambiente; kw = coefficiente che dipende dalla velocità dell’aria di ventilazione w nell’intorno della SE e della velocità di sedimentazione della polvere ut; Nella stessa guida viene definita come effettiva estensione della zona pericolosa la cosiddetta “quota a” che è:

a = k ∙ dz dove k è un coefficiente variabile di cui il progettista può tener conto sulla base dell’esperienza in seguito a studi sperimentali di settore relativi al caso in esame. In generale, la quota è stata assunta uguale a dz, solo nel caso in cui dz risulti minore di 1 m è stata assunto a = 1m. Nel dettaglio, analizzando i vari parametri che compongono la dz: La distanza di riferimento d0 [m] dipende dalla velocità dell’aria di ventilazione intorno alla SE w (m/s), dalla velocità con la quale la SE emette la polvere e dalle caratteristiche densità ρ (kg/m3) e diametro medio delle particelle (μm) della polvere stessa. Per i sistemi di contenimento che lavorano a pressione atmosferica, essendo la velocità di emissione bassa, si prende come valore di riferimento d0 = 1 m, mentre per i sistemi che lavorano in pressione, essendo la velocità di emissione non trascurabile, la d0 è stata stata ricavata dal grafico di figura GD.3.1-1 (Guida CEI 31-56) o dal grafico di figura GD.3.1-2 a seconda della velocità dell’aria w.

Page 12: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 12 di 29

Fig. GD.3.1 – 1 Distanza di riferimento do per SE in prossimità del suolo da sistema in pressione

(ad alta velocità) e velocità dell’aria w ≤ 0,5 m/s

Fig. GD.3.1 – 2 Distanza di riferimento do per SE in prossimità del suolo da sistema in pressione

Page 13: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 13 di 29

(ad alta velocità) e velocità dell’aria w = 2,0 m/s La distanza addizionale dh [m] dipende dall’altezza della SE rispetto alla superficie di deposito della polvere ed è stata ricavata dalla tabella GD.3.2-A (Guida CEI 31-56), nella quale h rappresenta l’ altezza [m] della SE

dalla superficie di deposito (es. suolo, pavimento, o superficie che delimita inferiormente la caduta della polvere).

Tabella GD.3.2 – A – Distanza dh

ll coefficiente kd dipende dal rapporto tra la portata di emissione Qd della SE e il LEL, assumendo le caratteristiche riportate nella seguente tabella GD.3.3-A (Guida CEI 31-56)

Tabella GD.3.3 – A – Coefficiente kd l coefficiente ku dipende dal contenuto di umidità della polvere e varia con le modalità riportate nella seguente tabella Tabella GD.3.3 – B (Guida CEI 31-56)

Tabella GD.3.3 – B – Coefficiente ku

Page 14: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 14 di 29

ll coefficiente kta dipende dal tipo di ambiente nel quale viene a disperdersi la polvere, ed è stato ricavato dalla seguente tabella Tabella GD.3.4 – A (Guida CEI 31-56)

Tabella GD.3.4 – A – Coefficiente kta

Il coefficiente kw dipende dalla velocità dell’aria di ventilazione w nell’intorno della SE e dalla velocità di sedimentazione ut; esso è stato ricavato in base alla seguente Tabella GD.3.4 – B (Guida CEI 31-56)

Tabella GD.3.4 – B – Coefficiente kw

dove: ut velocità di sedimentazione [m/s] w velocità dell’aria di ventilazione nell’intorno della SE [m/s]

Page 15: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 15 di 29

PROVVEDIMENTI DA ADOTTARE IN CASO DI INTERRUZIONE DEL SERVIZIO DI ASPORTAZIONE POLVERI I provvedimenti da adottare nella messa in servizio e in caso di interruzione del servizio di asportazione delle polveri sono riportati nella Tabella GC.3.2-B, stabiliti considerando la diversa classificazione dei Prodotti secondo il DPR 126/98 (direttiva 94/9/CE).

Nella tabella seguente (Guida CEI 31-56, tabella GC. 3.2-B): sono riportati i provvedimenti da adottare in caso di interruzione del servizio di asportazione delle polveri.

Tabella GC.3.2-B – Provvedimenti da adottare in caso di interruzione del servizio di asportazione delle polveri

Tipo di Zona in assenza di

captazione e asportazione

polveri

Classificazione dei Prodotti secondo il DPR 126/98 (direttiva 94/9/CE)

Prodotti II 2D (adatti

per Zona 21)

Prodotti II 3D (adatti

per Zona 22)

Prodotti non adatti per

Zone pericolose

Zona 20

Allarme (1), più Azione

immediata per ripristinare la captazione ed

asportazione, più Messa fuori servizio programmata

dei Prodotti (2)

Allarme (1), più Azione

immediata per ripristinare la captazione ed

asportazione, più Messa fuori servizio programmata

dei Prodotti il più presto possibile (3)

Allarme (1), più Azione immediata per ripristinare la captazione ed asportazione,

più Messa fuori servizio automatica dei Prodotti il più

presto possibile (4)

Zona 21 Nessun provvedimento

Allarme (1), più Azione

immediata per ripristinare la captazione ed

asportazione, più Messa fuori servizio programmata

dei Prodotti (3)

Allarme (1), più Azione immediata per ripristinare la captazione ed asportazione,

più Messa fuori servizio automatica dei Prodotti il più

presto possibile (4)

Zona 22 Nessun provvedimento Nessun provvedimento

Allarme (1), più Azione

immediata per ripristinare la captazione ed asportazione,

più Messa fuori servizio programmata dei Prodotti il

più presto possibile (3)

(1) Allarme ottico e acustico, quest’ultimo tacitabile e non disinseribile. (2) Il tempo deve essere stabilito considerando una fermata programmata e in sicurezza (generalmente non maggiore di 90 min); il tempo può anche essere prolungato purché si accerti l’assenza di atmosfera esplosiva pericolosa. (3) Il tempo deve essere stabilito considerando una fermata programmata e in sicurezza (generalmente non maggiore di 30 min); il tempo può anche essere prolungato purché si accerti l’assenza di atmosfera esplosiva pericolosa. (4) Il tempo deve essere generalmente non maggiore di 15 s); il tempo può anche essere prolungato purché si accerti l’assenza di atmosfera esplosiva pericolosa.

Page 16: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 16 di 29

CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI La classificazione delle aree con pericolo di esplosione è stata effettuata tenendo conto sia del grado di emissione, sia della efficacia e della disponibilità del sistema di aspirazione, come previsto dalla Guida CEI 31-56.

INDIVIDUAZIONE DEI TIPI DI PERICOLO Pericoli d’ ESPLOSIONE o di INCENDIO Le polveri combustibili disperse nell’atmosfera di un ambiente possono creare pericolo di esplosione; le polveri combustibili depositate in strati, possono creare pericoli d’incendio. Anche l'accensione di polveri in strato può degenerare in esplosione, qualora lo strato si disperda in nube. In particolare, le polveri possono: a) restare disperse nell’aria per un certo periodo di tempo e creare atmosfere esplosive pericolose (nubi), quindi depositarsi per effetto della propria massa formando strati; oppure, b) formare strati che, in presenza di turbolenze o azione meccanica, possono essere dispersi nell’aria creando atmosfere esplosive pericolose, fungendo così da sorgenti di emissione; oppure, c) formare strati di polvere che NON si prevede possano essere dispersi creando atmosfere esplosive pericolose e che presentano solo pericolo d’incendio dovuto a lenta combustione per ossidazione o per decomposizione della polvere sottoposta a surriscaldamento. Per la classificazione dei luoghi è stata valutata sia la probabilità di formazione delle atmosfere esplosive pericolose, sia la probabilità di formazione di strati. E’ necessario limitare quanto più è possibile l’estensione degli strati di polvere in quanto è tipico il fenomeno di una prima piccola esplosione (detta primaria), determinata dall’accensione di polvere in strato che solleva, per azione dell’onda di pressione, una quantità molto maggiore di polvere con una seconda esplosione (esplosione secondaria) molto maggiore della prima (effetto domino). La perturbazione dovuta ad un’esplosione primaria da uno strato (caso b), quando prevista, deve essere considerata compresa tra i disturbi che provocano la dispersione nell’aria creando atmosfere esplosive pericolose. Gli strati di polvere dovrebbero essere sempre limitati, sia come probabilità di presenza, sia come estensione, per evitare che un’esplosione primaria, anche di piccola entità, possa sollevarli e creare esplosioni secondarie di entità molto maggiori della prima (effetto domino). Si deve considerare che emissioni diluite nel tempo o continue di polvere in piccole quantità, che non determinano zone pericolose nelle immediate vicinanze della sorgente di emissione (SE), ad esempio le emissioni strutturali possono, nel tempo, creare al suolo e sulle superfici piane o poco inclinate strati di polvere pericolosi. Pericoli da NUBI DI POLVERE (esplosione) Le polveri combustibili disperse nell’aria formano miscele (nubi) di combustibile (la polvere) e di comburente (l’ossigeno dell’aria), sicché, in presenza di una sorgente di accensione di sufficiente energia, sono in grado di ossidarsi rapidamente per sostenere la combustione, che procede così rapida da generare un’onda di pressione ed un fronte di fiamma con effetti esplosivi. La reattività di una polvere è tanto maggiore quanto più piccole sono le particelle che la compongono, questo è dovuto alla maggiore superficie specifica esposta all’atmosfera; possono fare eccezione le polveri metalliche che si ossidano se esposte all’aria.

Page 17: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 17 di 29

Perché la nube sia esplosiva occorre che la polvere sia combustibile e presente in concentrazione all’interno del campo di esplodibilità (g/m3), v. 5.5.5. La polvere dispersa nell’aria ha un comportamento molto aleatorio, meno prevedibile di quello di un gas o un vapore per la complessità dei fenomeni fisici di dispersione; per questo motivo, risulta difficoltoso definire l’estensione delle zone con pericolo d’esplosione. Per la incoerenza e la irregolarità delle particelle che costituiscono le polveri, queste vengono caratterizzate dalle seguenti grandezze fisiche: densità (apparente) degli accumuli (quantità statistica di polvere per volume specifico, considerando gli interstizi tra le particelle); grandezza media delle particelle; concentrazione della dispersione (quantità di polvere dispersa per volume d’aria). Delle grandezze fisiche elencate, la concentrazione della dispersione, che rappresenta un suo valore medio statistico, assume grande importanza; essa è soggetta a variazioni temporali e spaziali per diverse cause (disturbi, ostacoli, diversa velocità di caduta libera delle particelle) che alterano le caratteristiche esplosive della miscela stessa. Un’ esplosione di polvere può avvenire se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni: La polvere è combustibile. La polvere è dispersa in aria con modalità tali da formare una nube nell’atmosfera ambiente (ad esempio sono presenti turbolenze atmosferiche). La polvere ha una granulometria capace di propagare la fiamma. La concentrazione della polvere nella nube è compresa nell’intervallo di esplodibilità (tra il limite inferiore di esplodibilità LEL e il limite superiore di esplodibilità UEL). L’atmosfera in cui è dispersa la polvere contiene sufficiente aria (ossigeno) per sostenere la combustione (da considerare solo per atmosfere inertizzate). E’ presente una sorgente d’innesco di energia sufficiente per innescare la nube. Se manca una sola delle condizioni da 1) a 5) nel luogo considerato non possono formarsi atmosfere esplosive pericolose, purché ovviamente il luogo stesso non sia interessato da atmosfere esplosive provenienti da altri luoghi circostanti. Se manca una sola di queste condizioni da 1) a 6) l’esplosione non può avvenire. Tutte le misure di prevenzione si basano quindi sull’eliminazione di una o più di queste condizioni. In generale, quando la concentrazione di polvere nell’aria non supera 10 g/m3 si ha la ragionevole certezza di non raggiungere il LEL. Negli ambienti di lavoro, anche per motivi di igiene ambientale, la concentrazione di polvere è generalmente di gran lunga inferiore. Pericoli da STRATI DI POLVERE (esplosione, incendio) Uno strato di polvere combustibile costituisce una causa di formazione di nube esplosiva se la polvere viene per qualche ragione dispersa nell’aria: ad esempio, può essere sollevata per l’azione del vento, il passaggio di un mezzo o a seguito di un'esplosione primaria che coinvolga altra polvere depositata nell’ambiente. In queste condizioni, lo strato è a tutti gli effetti una sorgente di emissione (SE). La formazione di depositi di polvere in strati è favorita dalle superfici orizzontali o leggermente inclinate e dagli angoli. Uno strato di polvere depositata sopra componenti che producono calore (es. componenti elettrici) peggiora il loro raffreddamento, con conseguente aumento della temperatura. Se la temperatura superficiale del componente dell'impianto supera la temperatura di accensione della polvere in strato, questa si innesca (lenta combustione per ossidazione o per decomposizione della polvere); dopo l'innesco, in funzione della sua granulometria sarà anche possibile sollevarne le frazioni più leggere formando un’atmosfera esplosiva.

Page 18: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 18 di 29

Non è esclusa la possibilità di presenza di polveri in strato incapaci di sollevarsi e, quindi di formare nubi esplosive. In tale caso sussiste solo il pericolo d’incendio ( lenta combustione). Per i problemi legati al pericolo d’incendio e alle temperature massime superficiali dei Prodotti. Lo strato di polvere può essere evitato o mantenuto a spessori trascurabili mediante interventi di bonifica degli ambienti; l’ideale sarebbe pulire continuamente il luogo, in modo da evitare l’accumulo della polvere, ma questo non è sempre è possibile.

PROCEDIMENTO DI CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI PERICOLOSI

La classificazione dei luoghi è un metodo di analisi e di suddivisione convenzionale del luogo considerato in zone pericolose e zone non pericolose in relazione alla provenienza del pericolo d’esplosione e alla probabilità di presenza del pericolo. Il procedimento di classificazione dei luoghi è il seguente. Per il REPARTO considerato:

sono stati raccolti i dati generali di progetto;

è stata verificata l’applicabilità della Norma CEI EN 61241-10 (CEI 31-66);

sono state individuate le sorgenti di emissione (SE), le polveri combustibili emesse, il grado o i gradi di emissione di ciascuna di esse, definiti considerando le probabilità e le modalità di emissione;

è stata verificata l’eventuale presenza di sistemi di bonifica e la corrispondente tipologia;

è stata analizzata, ove necessario, l’influenza della contemporaneità delle emissioni sulla classificazione dei luoghi;

sono state individuate e catalogate le SE rappresentative di altre tra loro omogenee per caratteristiche costruttive e modalità di emissione, caratteristiche della polvere combustibile e condizioni ambientali.

sono state individuate le caratteristiche di tutte le sostanze in qualunque stato fisico che, sotto forma di polvere combustibile possono formare con l’aria atmosfere esplosive e/o formare strati;

sono state rilevate le condizioni ambientali. Per ciascun grado di emissione delle singole Sorgenti di Emissione (SE):

è stato definito il tipo o i tipi di zone pericolose;

sono state determinate le estensioni delle singole zone pericolose;

è stata stabilita se esiste la possibilità o meno di formazione di strati di polvere al di fuori dei sistemi di contenimento ed il loro spessore.

Dopo aver determinato i tipi e le estensioni di tutte le zone pericolose originate dalle singole emissioni: n) sono state individuate le aperture interessate da zone pericolose; o) è stata valutata la possibilità di eseguire interventi atti a rendere poco probabile la formazione di atmosfere esplosive e limitare in numero e in estensione le zone più pericolose (zone 20 e 21), quali ad esempio la limitazione in numero e in portata delle emissioni continue e di primo grado e la bonifica; p) è stato eseguito, ove necessario, l’inviluppo delle zone pericolose originate dalle singole sorgenti di emissione; q) sono stati stabiliti i dati per la definizione dei requisiti dei Prodotti; r) è stata preparata la documentazione tecnica di classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione, considerando il livello di progettazione in cui si opera.

Page 19: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 19 di 29

VALUTAZIONE DEL RISCHIO ESPLOSIONE Nell'assolvere gli obblighi stabiliti dall'articolo 17, comma 1, il datore di lavoro ha valutato i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendo conto dei seguenti elementi, come previsto dall’art. 290 del D.Lgs. 81/08: a) probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive; b) probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci; c) caratteristiche dell'impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni; d) entità degli effetti prevedibili. I rischi di esplosione sono stati valutati complessivamente. Nella valutazione dei rischi di esplosione sono stati presi in considerazione i luoghi che sono o possono essere in collegamento, tramite aperture, con quelli in cui possono formarsi atmosfere esplosive. La classificazione delle zone, come evidenziato nel capitolo precedente, è stata effettuata tenendo conto sia del grado di emissione, sia della efficacia e della disponibilità del sistema di aspirazione, come previsto dalla Guida CEI 31-56. Sulla base dei risultati dell’analisi di rischio e tenendo conto dei risultati delle verifiche di adeguatezza delle misure tecniche e organizzative per limitare la formazione e l’innesco delle miscele esplosive nell’ottica di attuare il principio di protezione integrata contro il rischio di esplosione, verrà predisposto un piano di miglioramento finalizzato a ridurre i rischi di esplosioni a livelli tollerabili

Per la classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione da polveri combustibili si considerano i luoghi (aree) nei quali sia prevedibile la presenza di polveri combustibili come prodotti o sottoprodotti indesiderati, sia all’interno dei sistemi di contenimento, sia all'esterno di detti sistemi, dai quali potrebbero fuoriuscire, sia durante il funzionamento normale dell'impianto, sia in caso di funzionamento anormale, sia in caso di manutenzione.

METODOLOGIA ADOTTATA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO La valutazione del RISCHIO è stata condotta nel seguente modo. 1) individuazione delle possibili conseguenze, considerando ciò che potrebbe ragionevolmente accadere, e scelta di quella più appropriata tra i quattro seguenti possibili DANNI e precisamente

DANNO VALORE

LIEVE 1

MODESTO 2

GRAVE 3

GRAVISSIMO 4

2) valutazione della PROBABILITA’ della conseguenza individuata nella precedente fase, scegliendo quella più attinente tra le seguenti quattro possibili:

PROBABILITA’ VALORE

IMPROBABILE 1

POSSIBILE 2

PROBABILE 3

MOLTO PROBABILE 4

3) valutazione finale dell’ entità del RISCHIO in base alla combinazione dei due precedenti fattori e mediante l’utilizzo della seguente MATRICE di valutazione, ottenuta a partire dalle curve Iso-Rischio.

Page 20: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 20 di 29

MATRICE DI VALUTAZIONE

GRAVISSIMO

DANNO D

4 2 (4)

3 (8)

4 (12)

4 (16)

GRAVE 3 2 (3)

3 (6)

3 (9)

4 (12)

MODESTO 2 1 (2)

2 (4)

3 (6)

3 (8)

LIEVE 1 1 (1)

1 (2)

2 (3)

2 (4)

00

4

2

42

1

3

3

1 2 3 4

PROBABILITA’ P

IMPROBABILE

POSSIBILE

PROBABILE

MOLTO PROBABILE

Dalla combinazione dei due fattori precedenti (PROBABILITA’ e DANNO) viene ricavata, come indicato nella Matrice di valutazione sopra riportata, l’Entità del RISCHIO (nel seguito denominato semplicemente RISCHIO), con la seguente gradualità:

1 1 ≤ DxP ≤ 2

2

2 < DxP ≤ 4

3 4 < DxP ≤ 9

4

9 < DxP ≤ 16 MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO

Il procedimento è stato effettuato per ogni Sorgente di Emissione SE e per ogni strato di polvere generato dalle stesse SE. Dal confronto dei risultati è stato desunto il valore finale del RISCHIO per l’ambiente considerato, assumendo il valore peggiore.

Page 21: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 21 di 29

DETERMINAZIONE DELLA PROBABILITA’ P

La probabilità P è stata determinata mediante i seguenti due fattori :

probabilità e durata della presenza di polveri esplosive (PPP)

probabilità che le fonti di accensione siano presenti e divengano attive ed efficaci (PFA)

PROBABILITA’ FONTI DI ACCENSIONE (PFA) Per determinare la probabilità relativa alle possibili fonti di accensione, è stata compilata una specifica check-list, al fine di individuare quali fonti siano presenti e con quale probabilità . Sono state considerate le seguenti tipologie generali di innesco, come indicate nella norma UNI EN 1127-1 / 2008:

Superfici calde

Fiamme e gas caldi (compreso particelle calde)

Scintille di origine meccanica

Materiale elettrico

Correnti elettriche vaganti, protezioni contro la corrosione catodica

Elettricità statica

Fulmini

Onde elettromagnetiche a radiofrequenza (RF) da 104 Hz a 3*1012 Hz

Onde elettromagnetiche da 3*1011Hz a 3*1015Hz

Radiazioni ionizzanti

Ultrasuoni

Compressione adiabatica e onde d'urto

Reazioni esotermiche, inclusa l'autoaccensione delle polveri La idoneità delle sorgenti di accensione è stata confrontata con le caratteristiche di accensione delle sostanze infiammabili, tenendo conto anche delle sorgenti che potrebbero manifestarsi a seguito di operazioni di manutenzione o pulizia. Qualora non possa essere valutata la probabilità di esistenza di una determinata sorgente di accensione efficace, è stato supposto che la sorgente di accensione sia sempre presente. Per ogni possibile fonte di accensione eventualmente presente è stata indicata la probabilità tra le seguenti quattro (ad ognuna delle quali è stato attribuito un punteggio da 1 a 4):

Fattore PFA Definizione Punti

PFA4 (Molto Probabile)

Le sorgenti di accensione possono manifestarsi continuamente o frequentemente e possono manifestarsi durante il normale funzionamento delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati

4

PFA3 (Probabile)

Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di disfunzioni delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati

3

PFA2 (Possibile)

Le sorgenti di accensione possono manifestarsi in circostanze molto rare e possono manifestarsi unicamente a seguito di rare disfunzioni delle apparecchiature, dei sistemi e componenti utilizzati

2

PFA1 (Improbabile)

Sorgenti di accensione assenti o, se presenti, praticamente non efficaci 1

Page 22: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 22 di 29

VALUTAZIONE ESPOSIZIONE POLVERI

Valutazione ATEX polveri Data valutazione: 04/04/2016 Strumento di supporto: Norma tecnica

DATI CARATTERISTICI REPARTO PRODUZIONE Tipo di ambiente: Chiuso Presenza lavoratori: Continua

DATI GEOMETRICI ed AMBIENTALI

Superficie in pianta (mq) 150,00

Altezza media (m) 3,00

Volume calcolato (mc) 450,00

Page 23: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 23 di 29

ELENCO DELLE SOSTANZE PRESENTI Nella seguente tabella viene riportato l’elenco delle Sostanze presenti che producono polveri combustibili (e che possono quindi generare atmosfere esplosive) con le relative caratteristiche.

Sostanza Indice Espl.

Kst (bar m/s) Classe Espl.

St Lim. Inf. Espl.

LEL (g/mc)

Grandezza media

particelle (µm)

Contenuto umidità (%)

Temp. accens. nube

(°C)

Temperatura accens. strato

5mm (°C)

Densità assoluta (Kg/mc)

Concentrazione Limite

Ossigeno LOC (%)

Conducibilità

Amido 115,00 St 1 30,00 10,00 0,00 420,00 0,00 0,00 0,00 No

Cacao 78,00 St 1 125,00 63,00 2,00 560,00 0,00 0,00 9,00 No

ELENCO DELLE SORGENTI DI EMISSIONE SE

Nella seguente tabella viene riportato l’elenco delle Sorgenti di Emissione SE con le relative caratteristiche.

Sigla SE

Descrizione SE Nome Polvere Grado SE Livello di Pulizia

Disturbo dello Strato

Provvedimento di Bonifica adottato

Disponibilità

Grado efficacia sistema

aspirazione

SE001 Sorgente 1 Amido Continuo Buono Poco frequente Aspirazione e captazione

Buona Medio

SE002 Sorgente 2 Cacao Primo Buono Poco frequente Aspirazione e captazione

Buona Medio

Page 24: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 24 di 29

CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI DI EMISSIONE Qui di seguito viene riportata la classificazione delle Sorgenti di Emissione SE e degli strati di polvere, effettuata conformemente a quanto previsto dalla Guida CEI 31-52 e con i criteri riportati nelle tabelle già illustrate.

SE Zona Pericolosa

Sistema di Emissione SE Grado di Emissione

dello STRATO Zona Pericolosa

STRATO SE001 Zona 20 Strato di polvere trascurabile Zona NP

SE002 Zona 21 Strato di polvere trascurabile Zona NP

(1) Zona 20 NE, 21 NE o 22 NE indicano una zona teorica dove, in condizioni normali, l'estensione è trascurabile. (2) Il grado dell’emissione deve essere considerato come emissione dal sistema di contenimento in assenza della depressione. (3) E’ prevista la formazione di strati di polvere di spessore generalmente inferiore di 5 mm. (4) E’ prevista la formazione di strati di polvere di spessore generalmente maggiore di 5 mm, da valutare caso per caso.

ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE GENERATE DALLE SORGENTI DI EMISSIONE

L’estensione di una zona pericolosa per la presenza di polveri combustibili nell’atmosfera, originate da emissioni dai sistemi di contenimento delle polveri combustibili, è definita come la distanza in tutte le direzioni dai bordi di una sorgente di emissione di polvere fino al punto dove il pericolo associato con questa zona è considerato trascurabile (la concentrazione scende al di sotto del LEL). Il calcolo delle estensioni è stato eseguito conformemente a quanto previsto dalla Guida CEI 31-52 e con i criteri riportati nell’appendice GD della stessa Guida, che consentono il calcolo della distanza pericolosa dz e della cosiddetta quota “a”, come dettagliatamente descritto nel precedente capitolo specifico. Nella seguente tabella vengono riportati i dati utilizzati per il calcolo delle estensioni delle zone pericolose.

DATI DI CALCOLO

Sigla SE

Emissione Densità apparente

(Kg/mc)

Spessore max strato

(mm)

Portata emissione polvere (Kg/s)

Altezza SE rispetto

allo Strato (m)

Velocità aria (m/s)

SE001 A bassa velocità 500,00 0,50 0,30 2,00 ≤ 0,5

SE002 Ad alta velocità 300,00 1,00 0,20 3,00 = 2,0

Nella seguente tabella vengono riportati, per ogni Sorgente di Emissione SE, i parametri calcolati ed i valori della distanza dz e della quota “a”.

ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE GENERATE DALLE SORGENTI DI EMISSIONE SE

Sigla SE Polvere d0 dh Kd Ku Kta Kw dz quota

a

SE001 Amido 1,00 0,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,20

SE002 Cacao 2,93 0,00 1,00 1,00 1,00 1,00 2,93 3,51

ESTENSIONE ZONE PERICOLOSE GENERATE DAGLI STRATI Le polveri che fuoriescono dal sistema di contenimento, disperdendosi nell’aria tendono poi a sedimentarsi sulle superfici di deposito formando uno strato di polvere combustibile che diventa a sua volta una sorgente di emissione, per la quale vanno definite le estensioni e calcolati i valori di dz e della quota “a”.

ESTENSIONI ZONE PERICOLOSE GENERATE DAGLI STRATI

Page 25: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 25 di 29

Sigla SE

Polvere Concentrazione

Nube (g/mc) 50% LEL (g/mc) Estensione Zona Pericolosa

SE001 Amido 83,33 15,00 Tutto l'ambiente è zona pericolosa

SE002 Cacao 100,00 62,50 Tutto l'ambiente è zona pericolosa

APERTURE INTERESSATE DA ZONE PERICOLOSE

Nella seguente tabella vengono riportate le classificazioni degli ambienti limitrofi al reparto oggetto della valutazione, calcolate con i criteri della tabella 5.11-A.

Ambiente limitrofo n°

aperture tipo A

n° aperture tipo B

n° aperture tipo C

Pressione Ambiente

Zona Classificazione

Reparto

Zona Classificazione

Ambiente Limitrofo

Deposito 1 0 0 Uguale alla

pressione del reparto

Zona 21 Zona 21

Nota Pa = Pressione Ambiente limitrofo considerato Pr = Pressione Reparto oggetto della valutazione

PROBABILITA’ FONTI DI ACCENSIONE (PFA) Nella seguente tabella vengono riportate le possibili sorgenti di accensione di esplosione (come definite dal DPR 126/98, Allegato II) e, per ognuna di esse, viene riportata l’ eventuale presenza, la probabilità (come definita nella tabella precedente) ed il punteggio relativo.

CHECK-LIST POSSIBILI SORGENTI D’INNESCO

SORGENTI DI INNESCO Presenti Probabilità Punti

Superfici Calde Sì Improbabile 1

Fiamme e gas caldi (compreso particelle calde) No 0

Scintille di origine meccanica No 0

Materiale elettrico Sì Possibile 2

Correnti elettriche vaganti, protezioni contro la corrosione catodica No 0

Elettricità statica Sì Possibile 2

Fulmini Sì Improbabile 1

Onde elettromagnetiche a radiofrequenza (RF) da 104 Hz a 3x1012 Hz No 0

Onde elettromagnetiche da 3 x 1011 Hz a 3x1015 Hz No 0

Radiazioni ionizzanti No 0

Ultrasuoni No 0

Compressione adiabatica e onde d'urto No 0

Reazioni esotermiche, inclusa l'autoaccensione delle polveri Sì Improbabile 1

Punteggio Massimo 2

Page 26: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 26 di 29

PROBABILITA’ e durata della PRESENZA di POLVERI esplosive (PPP) Per determinare la probabilità PPP sono state prese in considerazione le Zone di classificazione sia delle Sorgenti di Emissione PPP (SE), sia degli Strati di polvere PPP (STRATO). I risultati vengono riportati nella seguente tabella :

Sigla SE Zona Pericolosa SE Zona pericolosa STRATO PPP (SE) PPP (STRATO)

SE001 Zona 20 Zona NP 4 1

SE002 Zona 21 Zona NP 3 1

PROBABILITA’ P

La probabilità P è stata ricavata dalla combinazione dei due valori (PFA e PPP) sempre separatamente per le sorgenti di emissione SE e per gli strati, come indicato nella seguente tabella:

Sigla SE PPP (SE) PPP (STRATO) P (SE) P (STRATO)

SE001 4 1 3 1

SE002 3 1 2 1

Page 27: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 27 di 29

DETERMINAZIONE DEL DANNO D Tabella Riepilogativa dei valori numerici del Danno D per le Sorgenti di Emissione (DSE) e per gli Strati (DSTRATO)

SE FD SE FD STRATO Confinamento Nube ICN IKST ISS IPL D' SE D' STRATO D SE D STRATO

SE001 4 1 83,33 0,00 0,00 0,50 4,5 1,5 3 1

SE002 3 1 100,00 0,00 0,00 0,50 3,5 1,5 2 1

Tabella Riepilogativa del RISCHIO complessivo delle Sorgenti di Emissione

RIEPILOGO

SE Sorgente di Emissione SE Strato

RISCHIO COMPLESSIVO DSE PSE RSE = DSE x PSE R SE Ragg. DSTRATO PSTRATO R STR. = DSTR. x PSTR. R STR Ragg.

SE001 3 3 9 2 1 1 1 0 Classe di rischio 2

SE002 2 2 4 1 1 1 1 0 Classe di rischio 1

RISCHIO COMPLESSIVO REPARTO Classe di rischio 2

Page 28: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

Logo Azienda

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 28 di 29

Classe di rischio di appartenenza:

Rischio medio 4 < DxP ≤ 9 Classe di rischio 2

MISURE DI SICUREZZA

In funzione della classe di rischio d'appartenenza si adottano le seguenti misure:

PREVENZIONI

— Il datore di lavoro si effettua il controllo costante dell'efficienza del sistema di controllo della pressione e della portata d'aria.

— Il datore di lavoro si effettua il controllo costante delle possibili fonti di accensione. — Il datore di lavoro si mantiene costantemente un adeguato livello di pulizia. — Viene garantita la continuità del funzionamento degli apparecchi e dei sistemi di prevenzione e

protezione.

Page 29: DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ATEX … · ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI Documento di Valutazione Rischio Atex Polveri Pagina 3 di 29 RELAZIONE INTRODUTTIVA Il presente documento

Logo Azienda

ESEMPIO VALUTAZIONE ATEX POLVERI

Documento di Valutazione Rischio

Atex Polveri

Pagina 29 di 29

CONCLUSIONI Il presente Documento di Valutazione del Rischio ATEX polveri:

è stato redatto ai sensi del D. Lgs. 81/2008;

è soggetto ad aggiornamento periodico ove si verificano significativi mutamenti che potrebbero averlo reso superato.

La valutazione dei rischi è stata condotta dal Datore di Lavoro e dal Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione con la collaborazione del Medico Competente, per quanto di sua competenza e il coinvolgimento preventivo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

Figure Nominativo Firma

Datore di lavoro Rossi Mario

RSPP De Santis Francesca

Medico competente Ferrara Armando

RLS Berardi Giulio

Salerno, 04/04/2016