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Facoltà di Scienze Umanistiche Arti e Scienze dello Spettacolo PICCOLO MANUALE DELL’INTERVISTA A cura della cattedra di Psicoterapia teatrale 2006 1. COS’Ẻ UN’INTERVISTA? L’intervista è il colloquio che si svolge tra intervistatore e intervistato, in cui il primo rivolge al secondo domande che interessano la particolare area di indagine esplorata. L’intervista è uno degli strumenti di rilevazione più utilizzato nell’ambito delle scienze sociali; costituisce un mezzo adeguato a cogliere la dimensione della soggettività e dell’intenzionalità e per questo ha trovato un largo campo di applicazione in tutte quelle discipline che cercano di “capire l’uomo” e che hanno il compito di aiutare l’uomo a “capire se stesso” (psicologia, psicoanalisi, antropologia, ecc.) servendosi di quello strumento specificatamente umano che è il linguaggio. Attraverso l’intervista, si cerca di ottenere dati di prima mano, direttamente vissuti, riguardanti le esperienze, le credenze, i sentimenti, i ricordi, i progetti delle persone intervistate.

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Facoltà di Scienze UmanisticheArti e Scienze dello Spettacolo

PICCOLO MANUALEDELL’INTERVISTA

A cura della cattedra diPsicoterapia teatrale

2006

1. COS’Ẻ UN’INTERVISTA?

L’intervista è il colloquio che si svolge tra intervistatore e intervistato, in cui il primo rivolge al secondo domande che interessano la particolare area di indagine esplorata. L’intervista è uno degli strumenti di rilevazione più utilizzato nell’ambito delle scienze sociali; costituisce un mezzo adeguato a cogliere la dimensione della soggettività e dell’intenzionalità e per questo ha trovato un largo campo di applicazione in tutte quelle discipline che cercano di “capire l’uomo” e che hanno il compito di aiutare l’uomo a “capire se stesso” (psicologia, psicoanalisi, antropologia, ecc.) servendosi di quello strumento specificatamente umano che è il linguaggio.Attraverso l’intervista, si cerca di ottenere dati di prima mano, direttamente vissuti, riguardanti le esperienze, le credenze, i sentimenti, i ricordi, i progetti delle persone intervistate.La prima fase della pianificazione di un’intervista consiste nella definizione dell’oggetto, ossia degli argomenti e degli aspetti di cui si desidera raccogliere i dati. In una seconda fase, occorre pensare a quali siano le persone in grado di fornire al meglio informazioni in merito all’oggetto del sondaggio. A questo punto è necessario precisare la forma del sondaggio, per fare questo occorre chiarire: grado di strutturazione (strutturata, semi-strutturata, non

strutturata), tipo di contatto (diretto, telefonico, via Internet), setting (interviste individuali, interviste di gruppo), numero complessivo di persone da interpellare, numero degli intervistatoriRiguardo al grado di strutturazione, è possibile distinguere tre modelli di base:1. strutturata: sono interviste con indicazioni precise in merito alla

successione, al contenuto e al numero delle domande

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2. semi-strutturata: si tratta della forma frequentemente usata per intervista con indicazioni libere facendo capo ad un ordine di orientamento.

3. non strutturata: in questo caso non vi sono indicazioni sulla formulazione né sulla successione delle domande.Per la costruzione d’interviste è possibile scegliere tra: domande chiuse: con possibilità di risposta predefinita, domande aperte: a risposta libera.Ẻ fondamentale, per il buon esito delle interviste, che gli intervistati abbiano delle indicazioni sull’argomento dell’intervista e in che modo questa sarà condotta.Poiché le interviste sono meno anonime dei questionari, spesso sulle risposte incidono fattori motivazionali (quali per esempio l’accettazione sociale), per questo va fatto presente all’interlocutore che non ci sono risposte giuste o sbagliate e che i dati forniti, qualora lo richiedono, vengono resi anonimi nella fase di valutazione.Ẻ utile ricordare che, qualora fosse possibile, le interviste andrebbero registrate, o magari trascritte con parole-chiave, riviste e completate al termine del colloquio, affinché le riposte dell’intervistato risultino realistiche anche dopo un certo tempo.Trascritti tutti i dati, si può compilare un verbale contenente le informazioni principali per sottoporlo all’intervistato a titolo di convalida, e apportate le eventuali modifiche, il verbale accettato può essere usato per la valutazione. In base ai dati ottenuti e al tipo di indagine che si sta svolgendo, la valutazione può essere di tipo quantitativo o qualitativo; per una valutazione quantitativa, i dati vengono elaborati in modo statistico descrittivo; per una valutazione qualitativa, generalmente le interviste vengono trascritte alla lettera. Nell’ambito della valutazione quantitativa si tratta di valutare le risposte numericamente ma, questo tipo di valutazione, si presta maggiormente per interviste con domande chiuse, infatti nel caso delle risposte con domande aperte (che figurano sempre nelle interviste), questo metodo impedisce di sfruttare la varietà e la diversità del materiale rilevato.

L’interpretazione dei dati valutati (qualitativamente o quantitativamente), non avviene spontaneamente, per caso, ma in stretta correlazione con le conoscenze teoriche.Nell’ambito del rendiconto, i pareri degli intervistati vengono separati dalle interpretazioni che vanno a loro volta evidenziate e motivate.

2. GLI STRUMENTI PER LA RACCOLTA DEI DATI

Negli ultimi anni si è assistito a una maggiore differenziazione dei metodi per la raccolta dei dati, grazie anche alla diffusione delle nuove tecnologie (computer e internet).Attualmente chi volesse svolgere una raccolta di dati potrebbe scegliere tra metodi differenti, ciascuno presenta vantaggi e svantaggi e dovrebbe essere scelto in funzione dell’oggetto e degli scopi dello studio, e delle risorse disponibili (vedi tabella 1).

STRUMENTI DI RACCOLTA DEI DATI

NONSTRUTTURATI

STRUTTURATI

Intervista libera o non strutturata

Colloquio in profondità

Focus group

Intervista semi-strutturata

Intervista standard

Intervista strutturata (face-to-face)

Intervista telefonica

Questionario elettronico

DIRETTI

INDIRETTI

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2.1 Intervista libera o non strutturata

L'intervista assume in questo caso la forma di un colloquio libero sondando gli argomenti più o meno in profondità. Questo tipo di intervista di carattere non diretto è basata su un dialogo faccia a faccia tra l’intervistatore e gli intervistati, composto essenzialmente di domande aperte che non propongono agli intervistati una serie di possibili risposte. L’esplorazione del mondo dell’intervistato, implica che l’intervistatore affronti gli argomenti man mano che questi emergono nella conversazione o, più frequentemente, si avvalga di una lista di temi, con la facoltà di modificarne sia la natura sia la successione, seguendo il filo del discorso. In questo caso l’intervista avviene in un contesto non organizzato precedentemente, cioè senza che si siano presi accordi preventivi sull’ora, il luogo e i temi dell’intervista.

2.2 Colloquio in profondità

Il colloquio in profondità viene utilizzato quando il piano di ricerca prevede che si debbano raccogliere, in via preliminare, una serie di elementi che emergono dall’analisi dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle opinioni delle persone. Questo tipo di colloquio dovrebbe seguire i seguenti criteri:1) l’esecuzione del colloquio va affidata ad una persona che abbia una preparazione adeguata in campo psicologico e in questo tipo di ricerca;2) il materiale raccolto va distinto per il tipo di problema, da un lato si raccolgono i dati che si riferiscono ai temi della ricerca, dall’altro si cerca di ricomporre il quadro degli atteggiamenti della persona intervistata.La documentazione raccolta con questo strumento può essere usata per circoscrivere i problemi, per fissare le ipotesi di base, per suggerire delle domande adeguate da inserire all’interno di interviste semi-strutturate e/o di questionari.

2.3 Focus group

In questo caso l’intervistatore ha il compito di focalizzare l’attenzione e stimolare una discussione, all’interno di un gruppo composto da 7-9 elementi, per la durata di circa un’ora e mezza. L’intervistatore introduce l’argomento della discussione e si accerta che tutti i partecipanti abbiano chiaro lo scopo del gruppo, aiutando i componenti ad esprime le loro opinioni sull’argomento attraverso diversi stimoli (filmati, foto,ecc…) e incoraggiando lo sviluppo degli argomenti topici della discussione.Il materiale raccolto nella discussione viene sottoposto ad analisi del contenuto che permette di estrapolare gli elementi nodali sui quali costruire gli item (domande) da inserire nelle interviste o nei questionari.

2.4 Intervista standard (strutturata)

È un questionario costituito da un insieme di domande standardizzate, rigidamente predeterminate, poste in un ordine non modificabile. Viene solitamente impiegata nella fase finale della ricerca, oppure può essere adottata per integrare le interviste libere e semi-strutturate.Può essere svolta sia in interazione faccia-a-faccia oppure attraverso una interazione telefonica o elettronica (come vedremo di seguito).

2.5 Intervista strutturata faccia-a-faccia

In questo particolare tipo di conversazione l’interazione tra l’intervistato e l’intervistatore è di tipo formale e asimmetrico, in cui, a parte il momento iniziale della presentazione dello studio, è sempre l’intervistatore a fare domande e l’intervistato a rispondere. Spesso le domande sono a risposta chiusa (si/no; poco/abbastanza/molto; ecc.).

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2.6 Intervista telefonica

Con l’intervista telefonica la quantità di domande poste deve essere abbastanza limitata e non si possono fare domande che superino un certo grado di complessità.Nel corso di questo tipo di intervista bisogna tenere conto del fato che non si possono utilizzare stimoli visivi generalmente usati per aiutare l’intervistato.

2.7 Questionario elettronico

Durante la somministrazione del questionario elettronico, l’intervistato è posto di fronte ad un terminale e inserisce direttamente le sue risposte al computer.Il questionario elettronico presenta molte analogie con il questionario autosomministrato, infatti elimina la necessità della presenza dell’intervistatore durante la somministrazione e l’immagazzinamento dei dati, mantenendo comunque una forma di interazione. Uno stesso questionario, in base al tipo di risposta data, può infatti risolversi in poche domande per un soggetto o in un numero elevato per un altro, è inoltre possibile inserire del materiale esplicativo e dei suggerimenti per aiutare l’intervistato durante la somministrazione.

2.8 Questionario postale

Questo strumento di indagine non prevede una forma di interazione intervistatore-intervistato, come nel caso delle varie forme di interviste o del questionario elettronico. È l’esempio più tipico di questionario autosomministrato spesso utilizzato nelle inchieste su vasta scala.

I soggetti ricevono il questionario per posta accompagnato da una lettera di presentazione e da brevi e chiare istruzioni, quindi procedono alla compilazione quando fa loro più comodo. Il problema fondamentale che si riscontra nell’uso di questo strumento è rappresentato dal basso tasso di rinvio.

3. L’INTERVISTA SEMI-STRUTTURATA

L'intervista semi-strutturata, si compone di domande aperte e di una serie di temi, che consentono per ciascuna domanda di formulare quesiti successivi di approfondimento. In questo modo le domande possono essere mirate per sondare itinerari esplorativi volti a fornire informazioni rilevanti sulle tematiche prese in considerazione.Solitamente è prevista l’organizzazione in una matrice di dati delle informazioni raccolte.L’obiettivo di un’intervista qualitativa semi-strutturata è quello di indagare un particolare fenomeno tenendo ben in considerazione il soggetto studiato. Lo strumento di raccolta delle informazioni deve essere il più possibile flessibile per adattarsi alle diverse personalità degli intervistati e, poter cambiare da soggetto a soggetto per cogliere il punto di vista di ciascuno, cercando di utilizzare il suo linguaggio.In questo caso, l’intervistatore dispone di una traccia che riporta gli argomenti che deve toccare nel corso dell’intervista scegliendo, al momento dell’incontro, l’ordine con il quale affrontare i temi e valutando il modo in cui formulare le domande.L’intervistatore è libero di impostare la conversazione all’interno di certi argomenti, di porre le domande che crede con le parole più adeguate, spiegarne il significato, chiedere chiarimenti quando non capisce, approfondimenti, e stabilire un personale stile di conversazione.La traccia dell’intervistatore può essere più o meno accurata, dal semplice elenco di argomenti da affrontare, alla stesura analitica in

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forma di domande di carattere piuttosto generale, oppure può scegliere di costruire un questionario da usare come supporto per la raccolta dei dati.In ogni caso è utile preparare attentamente le domande, dividendole in aree o campi di indagine, osservando una sequenzialità logica. Se la finalità dell’intervista è di indagare un determinato tema, questo va articolato in campi, e a partire da questi si elaborano delle domande per ogni campo, in grado di stimolare risposte esaustive.I vantaggi dell’intervista semi-strutturata sono di concedere ampia libertà all’intervistato e all’intervistatore, garantendo allo stesso tempo che tutti i temi siano discussi e che tutte le informazioni necessarie all’indagine siano raccolte.La traccia di intervista stabilisce il perimetro all’interno del quale l’intervistatore decide, non solo l’ordine e la formulazione delle domande, ma anche se e quali tematiche approfondire, offrendo un’ampia flessibilità che manca invece all’intervista strutturata.

4. COSTRUZIONE DEL QUESTIONARIO

Il questionario è l’insieme delle domande che, secondo il progetto del ricercatore, gli intervistatori rivolgono agli intervistati; spesso viene utilizzato come strumento di ricerca integrativo all’intervista semi-strutturata per la raccolta quantitativa dei dati.In un buon questionario le informazioni non solo devono essere rilevate senza errori o ambiguità, ma anche intese, capite e date nel loro corretto significato.I requisiti che le domande devono avere per essere inserite all’interno del questionario, sono di tre tipi: chiarezza del contenuto forma adatta assenza di effetti secondariLa chiarezza di contenuto è punto di partenza per la costruzione di un questionario, le cui domande devono poter essere capite dagli

intervistatori, cosi come le risposte, che rappresentano i risultati della ricerca, dovranno essere capite in modo non ambiguo dai lettori della ricerca.Alla chiarezza di contenuto si affianca la scelta della forma adatta, cioè la forma che si sceglie di conferire alle domande e alle possibili risposte considerando a priori il significato e i limiti di validità che avranno i risultati. Infine per assenza di effetti secondari si intende una domanda costruita in modo da non influenzare l’intervistato o da rendergli problematico il rispondere.

5. CONCLUSIONI

Se si sceglie di effettuare un’indagine al fine di confrontare diverse esperienze, è inevitabile attenersi ai criteri e ai metodi qui illustrati, scegliendo quelli che meglio si adattano alla rilevazione di differenze e similarità nelle diverse esperienze.Prima di qualsiasi ricerca, è importante stabilire con esattezza quale sia lo scopo dell’indagine, focalizzando cosa mettere in evidenza attraverso il confronto dei dati ricavati dalle esperienze dei campioni attentamente scelti.Tracciato un primo progetto, si identificano gli strumenti di ricerca adatti per ottenere dei dati utili al confronto, osservando, per ciascuno di questi, i rispettivi dettami metodologici.Se si sceglie di utilizzare strumenti di indagine quali un’intervista semi-strutturata ed un questionario auto-somministrato, si procede formulando attentamente le domande e dividendole in aree o campi di indagine, osservando una sequenzialità logica.Con l’esperienza si comprende che, proponendo più argomenti in una stessa domanda o dando per scontati dei dati, omettendoli nel quesito o aggiungendoli, si rischia di ottenere delle risposte confuse, pilotate dall’intervistatore, poco utili all’analisi successiva.

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Dopo aver sottoposto l’intervista ai diretti interessati, riascoltando la registrazione, si può comprendere che il modo in cui si porgono le domande, l’atteggiamento che si assume, la padronanza del metodo dell’intervista, risulta determinante per la qualità della stessa.Difatti, studiare bene come formulare e come sottoporre le domande, è di fondamentale importanza al fine di condurre una buona ricerca e per non trovarsi in difficoltà nel momento della sbobinatura del materiale, dove si può riscontrare l’assenza di risposte indicative o la presenza di argomentazioni non inerenti al campo di indagine; questa fase può risultare ancora più delicata della precedente.Nel momento della trascrizione delle interviste, non bisogna estrapolare dalle risposte frasi o concetti da assegnare alle rispettive domande, perché ciò comporterebbe uno snaturamento ed una distorta interpretazione dei concetti esposti dagli intervistati che, ad una rilettura del materiale, potrebbero non riconoscersi in quanto riportato.Al materiale ottenuto infatti non va apportata alcuna modifica e l’intervista va sottoposta all’analisi degli intervistati fedelmente sbobinata; sono loro, eventualmente, a modificare in base ad un loro stile le risposte, evitando di aggiungere del materiale e facendo un lavoro di correzione ed ordinamento.Si raggiunge al termine una fase più propriamente “creativa”:sulla base della struttura “ufficiale” delle interviste, si realizza il lavoro di confronto e analisi dei dati, mettendo a paragone i periodi indicativi dell’argomento di ogni domanda al fine di capire, quali siano le caratteristiche di ogni esperienza.In questa ultima fase si cerca di cogliere le frasi topiche di ciascuna intervista senza fare un’interpretazione dei concetti estrapolati per non rischiare, proprio al termine del lavoro, di vanificarne l’essenza.È proprio su questi dati estrapolati che si può sviluppare un confronto più dettagliato delle esperienze prese in esame traendo poi le necessarie conclusioni dell’indagine.