Doc metodologico AdriaticoMediterraneo

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Carta intestata dell’Ente REPORT REPORT LABORATORIO/SEMINARIO LABORATORIO/SEMINARIO TITOLO America Latina e Coesione Sociale Luogo Ancona Data 24/06/2010 “Progetto EuropeAid/126341/C/ACT/Multi "CONSTRUIRE UN DEVELOPPEMENT POSSIBLE” Ref. DCI-NSA ED/2008/153-805” Programma Attori non statali ed autorità locali nello sviluppo Sensibilizzazione e educazione allo sviluppo in EuropaATTIVITA’ DI PROGETTO 2.2 Création des ateliers permanents Laboratorio seminario /Evento Atelier Partner Responsabile Regione Marche In collaborazione con Tutti i partner Anno progetto 2 DESCRIZIONE L’immigrazione è un fenomeno in rapida crescita nelle società contemporanee che pone nuove sfide all’organizzazione degli stati nazionali e al sistema economico, sociale e di cittadinanza. Le migrazioni internazionali sono un fenomeno globale, sempre esistito, ma favorite nell’epoca presente dalla velocità degli scambi e delle comunicazioni. I fattori di espulsione quali la povertà, le guerre, le catastrofi naturali, l’instabilità nei paesi di origine, i problemi politici, giocano ancora un ruolo molto forte nei processi migratori. Nonostante la crescente interdipendenza economica tra le varie aree del mondo, la distribuzione mondiale del Pil si concentra principalmente nei Paesi a n. n. 2

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Carta intestata dell’Ente

REPORT LABORATORIO/SEMINARIOREPORT LABORATORIO/SEMINARIOTITOLO America Latina e Coesione Sociale

Luogo Ancona

Data 24/06/2010

“Progetto EuropeAid/126341/C/ACT/Multi"CONSTRUIRE UN DEVELOPPEMENT POSSIBLE” Ref. DCI-NSA ED/2008/153-805”

Programma Attori non statali ed autorità locali nello sviluppo Sensibilizzazione e educazione allo sviluppo in Europa”

ATTIVITA’ DI PROGETTO 2.2 Création des ateliers permanents

Laboratorio seminario /Evento Atelier

Partner Responsabile Regione Marche

In collaborazione con Tutti i partner

Anno progetto 2

DESCRIZIONE L’immigrazione è un fenomeno in rapida crescita nelle società contemporanee che pone nuove sfide all’organizzazione degli stati nazionali e al sistema economico, sociale e di cittadinanza. Le migrazioni internazionali sono un fenomeno globale, sempre esistito, ma favorite nell’epoca presente dalla velocità degli scambi e delle comunicazioni. I fattori di espulsione quali la povertà, le guerre, le catastrofi naturali, l’instabilità nei paesi di origine, i problemi politici, giocano ancora un ruolo molto forte nei processi migratori. Nonostante la crescente interdipendenza economica tra le varie aree del mondo, la distribuzione mondiale del Pil si concentra principalmente nei Paesi a Sviluppo Avanzato e, quanto alla lotta alla povertà, il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio resta ancora abbastanza incerto. La possibilità di trovare lavoro nei paesi a sviluppo avanzato rappresenta ancora un fattore di attrazione che influenza la mobilità internazionale. L’immigrazione in Europa è dunque una realtà consolidata e non ci sono segnali che potrebbero farci pensare ad una regressione del fenomeno, anzi l’attuale crisi economica che coinvolge gli stati a livello mondiale potrebbe avere un ruolo nell’intensificazione del fenomeno. Oggi gli immigrati rappresentano circa il 3,8 della popolazione totale dell’Unione. Dal 2002 si registrano ogni anno tra 1,5 e 2 milioni di arrivi. Il 1° gennaio 2006 soggiornavano nell’UE 18,5 milioni di cittadini di paesi terzi1. I dati relativi alle Marche parlano di 1.553.063 residenti, di cui 115.299 residenti stranieri pari al 7,4%, con una media che quindi supera di gran lunga la media nazionale. Infatti a partire dal 1993-94 fino alla fine degli anni 90 si è

1 Eurostat newsrelease, 162/2008

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avuta nella Regione una sempre maggiore e sempre più radicata presenza di cittadini immigrati, che ha portato le Marche prima a raggiungere la media nazionale e poi a superarla, dando inizio ad una fase di crescita molto più marcata che nelle altre regioni italiane. Al 1° gennaio 1999 il totale dei residenti era 29.3712, nel 2008 questo numero è quasi quadruplicato, arrivando appunto a 115.299.Le principali nazionalità presenti nella regione appartengono all’area europea e in particolare all’Europa Centro-orientale a cui appartengono circa il 50% dei cittadini di origine straniera, seguiti dall’Africa, dall’Asia e dall’America. Nello specifico il gruppo più numeroso è rappresentato dagli albanesi (19.701), seguiti dai romeni (15.400), marocchini (12.597), macedoni (9730) e cinesi (6.288)3. Nelle Marche, quindi, non solo si sono verificati negli ultimi anni ritmi di arrivo più accentuati che altrove, ma la presenza dei cittadini immigrati ha assunto forme specifiche, e cioè un insediamento caratterizzato da nuclei familiari radicati nel territorio, come dimostra il fatto che i permessi per ricongiungimento sono il 36% dei permessi di soggiorno. Il numero di bambini di origine straniera che frequenta la scuola è tra i più alti a livello nazionale, dopo Emilia Romagna e Umbria, ed è pari al 5,3% del totale degli alunni, quando la media nazionale è di 3,4%4. Al di la del potenziale economico l’immigrazione arricchisce le società europee anche in termini di diversità culturale ma il suo potenziale positivo può essere sfruttato soltanto con una integrazione riuscita.

Questo tema sta dunque assumendo sempre più rilevanza nell’agenda dell’Unione Europea. E’ ormai convinzione comune che l’integrazione degli immigrati rappresenta un aspetto importante per il buon esito dell’allargamento dell’EU; Il documento: “Un’agenda comune per l’integrazione”5, partendo dalle peculiarità degli Stati Membri, rappresenta uno sforzo per delineare un quadro politico e di azione armonico e di riferimento. Gli Stati Membri vengono spronati a definire strategie nazionali di integrazione che tengano conto di alcune priorità di intervento che nel documento stesso vengono individuate.

“L’integrazione effettiva e responsabile dei migranti deve essere intesa come un processo di non discriminazione e di inclusione delle differenze. Un processo di contaminazione e di sperimentazione di nuove forme di relazione e di comportamenti derivanti dallo sforzo quotidiano di coniugare insieme principi universali e particolarismi. In questo processo, l’integrità della persona e l’interazione positiva e la pacifica convivenza assumono un ruolo cruciale. Questi sono elementi strettamente correlati tra di loro. La pacifica convivenza richiede che nessun gruppo percepisca l’altro come fonte di comportamenti nocivi per la propria integrità e buona vita. In questa ottica un buon governo si propone di creare le condizioni per cui le varie componenti di una società non siano troppo infelici nella dimensione sociale e pubblica della propria esistenza e non abbiano atteggiamenti reciprocamente aggressivi”6

L’integrazione, dunque, deve prevenire situazioni di marginalizzazione, di frammentazione e di ghettizzazione cercando di mantenere le società coese.

2 Caritas Migrantes, Immigrazione - Dossier statistico 2007, Roma 2005, pp.399-4033 Dati al 31 dicembre 2007 – Fonte ISTAT, vedi il sito www.demoistat.it.4 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, La scuola in cifre 2005, Roma, Miur 20055 Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, “Un’agenda comune per l’integrazione. Quadro per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi nell’Unione europea”, Bruxelles, 2005.6 Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati, Primo rapporto sull’integrazione degli immigrati in Italia, il mulino, Bologna 2000.

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Nell’ottica di favorire il processo di integrazione la Commissione promuove e sostiene gli sforzi degli Stati membri per quanto riguarda l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, ma non bisogna dimenticare che il rispetto dei diritti fondamentali, la non discriminazione e pari opportunità per tutti sono elementi cardine dell’integrazione. La legislazione UE dispone di un quadro rigoroso di norme antidiscriminatorie. Nella comunicazione su una strategia quadro per la non discriminazione e le pari opportunità per tutti, la Commissione evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi per promuovere le pari opportunità per tutti, perché sia soppressa ogni barriera strutturale contro cui si scontrano immigrati, minoranze etniche e altre categorie vulnerabili. La proposta di dichiarare il 2007 "Anno europeo delle pari opportunità per tutti" e di inaugurare nel 2008 l’"Anno europeo del dialogo interculturale" sono state iniziative di sensibilizzazione fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi.L’essere centrali, come Marche nell’Adriatico, come Italia nel Mediterraneo, naturalmente terra di confine, di prossimità di altri territori, carica della responsabilità di impegnarsi attivamente per facilitare il dialogo e la collaborazione tra le diverse aree del continente europeo e quelle dell’Asia e dell’Africa che si affacciano sul Mediterraneo e, quindi, sull’Adriatico. La Regione Marche negli ultimi anni, oltre all’importante azione di cooperazione territoriale e decentrata rivolta in primo luogo ai territori dell’area adriatico-balcanica e mediterranea, ha promosso iniziative di incontro e collaborazione tra enti, istituzioni ed associazioni culturali marchigiane e dell’altra sponda dell’Adriatico, con l’obiettivo di creare un ponte culturale tra le due sponde che possa contribuire all’idea di un’ Europa basata sulla convivenza di culture diverse.Per quel che riguarda l’Adriatico in particolare, la collaborazione della Regione Marche verso i paesi dell’area balcanica ha avuto, momenti di particolare importanza fin dai primi anni novanta quando, insieme ad altre Regioni, si e’ iniziato a sviluppare la Comunità dell’Adriatico Meridionale e Centrale.

Partecipanti 19

Materiale REALIZZAT0 Brochure, presentazioni, volantino

Osservazioni

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