Regolamento Metodologico

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REGOLAMENTO METODOLOGICO aggiornato al Consiglio generale 2008

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il regolamento metodologico è un manuale a dispozione dei capi dell'associazione per operare secondo il metodo scout

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REGOLAMENTOMETODOLOGICO

aggiornato alConsiglio generale 2008

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Art. 1 – Modello educativoIl metodo educativo utilizzato dall’Associazione è quello dello scautismo i cui principi fondamentali si trovano nell’opera diBaden-Powell, sono attualizzati nello Statuto e nel Patto associativo e tradotti in un modello educativo maturato progressiva-mente nell’esperienza dei capi. Essi sono perseguiti nelle varie branche in maniera adeguata all’età, rispettando i tempi di cre-scita dei singoli e della comunità. Ad essi si ispirano i progetti educativi dei gruppi e le attività delle unità.

Art. 2 – Metodo attivoIn quanto metodo attivo, lo scautismo si realizza in attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo, che sono incoraggiatiad imparare con l’esperienza, la riuscita e i propri eventuali errori.Lo stile con il quale si svolgono le attività è dell’imparare facendo, dando così primato all’esperienza.Tutte le attività sono realizzate nella semplicità e si fondano sull’uso di mezzi poveri per una concreta educazione a questa virtù eper favorire la partecipazione alle attività di ogni ragazzo e ragazza, indipendentemente dalle condizioni economiche.

Art. 3 - Fondamenti pedagogiciIl metodo educativo dell’Agesci è una proposta educativa che:• vede i giovani come autentici protagonisti della loro crescita;• deriva da una visione cristiana della vita;• tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con il creato, con gli altri;è attenta a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani.

Art. 4 - Le branche: profili e suddivisioneIn relazione alle caratteristiche psicologiche delle successive età dei ragazzi e delle ragazze, il metodo scout si articola in tremomenti specifici, coordinati e progressivi di educazione, denominati branca Lupetti/Coccinelle, branca Esploratori/Guide,branca Rover/Scolte.

L/C

Art. 1BRANCA L/CLa branca Lupetti e Coccinelle si rivol-ge ai bambini e alle bambine compresitra gli 8 e gli 11/12 anni e si proponedi far vivere loro pienamente la fanciul-lezza come ricchezza in sé e come fon-damento di una autentica vita adulta.In funzione dell’Ambiente Fantastico“Bosco” oppure “Giungla”, adottatodal gruppo, i bambini e le bambine siriuniscono in unità chiamate rispetti-vamente cerchio oppure branco.

E/G

Art. 1BRANCA E/GLa branca Esploratori e Guide si rivolgeai ragazzi ed alle ragazze di età compre-sa tra gli 11/12 ed i 16 anni e si propo-ne di favorire la realizzazione di unaidentità solida capace di entrare in rela-zione con gli altri.I ragazzi e le ragazze si riuniscono inunità chiamate reparto.I ragazzi e le ragazze si riuniscono insquadriglie. Più squadriglie formano unreparto.

R/S

Art. 1BRANCA R/SLa branca Rover/Scolte si rivolge ai gio-vani e alle giovani compresi tra i 16 edi 20/21 anni e si propone di favorire lacrescita di ciascuno nell’impegno del-l’autoeducazione, nella disponibilità alservizio del prossimo, nello sforzo dimaturare delle scelte per la vita.I giovani e le giovani si uniscono inComunità rover/scolte, formate da unprimo momento chiamato noviziato eda un secondo chiamato clan semaschile, fuoco se femminile,clan/fuoco se misto.

Regolamento metodologicoLa Proposta educativa e la sua unitarietà

Art. 5 - Progetto educativoIl progetto educativo di gruppo elaborato dalla Comunità capi assicura l’unitarietà della proposta educativa dell’Associazionetra le varie unità, la sua continuità tra le varie branche, il suo adattamento alle accertate necessità dell’ambiente in cui il grup-po vive.Il progetto educativo di gruppo, che assume forma scritta, si muove all’interno dello Statuto, del Patto associativo e delRegolamento dell’Associazione. Esso è presentato ad ogni nuovo capo che entra in Comunità capi, illustrato alle famiglie deiragazzi e periodicamente ridiscusso secondo le necessità.Il progetto educativo di gruppo viene concretizzato nei programmi di unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca.

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Art. 6 - Partecipazione associativaLe unità partecipano alle attività organizzate dalle zone, dalle regioni e dalle branche a livello nazionale per arricchirsi di nuoveesperienze, far conoscere le proprie e qualificare meglio la loro presenza nel territorio. Per questo ultimo aspetto, le zone opera-no per facilitare il contatto delle unità con enti locali, gruppi ecclesiali, associazioni giovanili e altri organismi simili.

Art. 7 - I quattro punti di Baden-PowellBaden-Powell ha posto a fondamento della proposta scout quattro punti:• formazione del carattere• salute e forza fisica• abilità manuale• servizio del prossimo

Essi sono sviluppati nelle tre branche con progressione e continuità, per mezzo di strumenti adatti a ciascuna età.

• Per formazione del carattere si intende la formazione della personalità, cioè di una relazione positiva con se stessi.L’educazione del carattere mira ad ottenere le capacità di fare scelte, di scoprire ciò che si può e si vuole essere, di pren-dersi delle responsabilità, di farsi dei programmi coscienti di vita scoprendo la propria vocazione nel piano di Dio. Essacomprende tutta una serie di virtù umane come lealtà, fiducia in se stessi, coraggio, senso della gioia, ottimismo, rispettodei diritti, autodisciplina, elevazione del proprio pensiero e dei propri sentimenti.

• Per salute e forza fisica si intende la conoscenza e un rapporto positivo con il proprio corpo in quanto dono di Dio efonte di relazione con gli altri e con l’ambiente: si intende cioè accettare e avere cura del proprio corpo, ricercare un’ali-mentazione sana, riposarsi correttamente, ricercare ritmi naturali di vita, esprimersi, vivere correttamente e serenamentela propria sessualità, saper affrontare la fatica, la sofferenza, la malattia, la morte.

• Per abilità manuale si intende una relazione creativa con le cose; l’educazione all’abilità manuale mira ad ottenere un’in-telligenza ed una progettualità pratiche; una capacità di autonomia concreta a realizzare, partendo da mezzi poveri, avalorizzare quello che si ha perché lo si sa usare. La riscoperta dell’uso intelligente delle proprie mani porta con sé unaserie di comportamenti positivi: la gioia del saper fare, l’accettazione della fatica e del fallimento, la pazienza, la concre-tezza, l’essenzialità, il buon gusto.

• Per servizio del prossimo si intende l’educazione all’amore per gli altri, al bene comune e alla solidarietà, a scoprire la ric-chezza della diversità nelle persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a rendersi utili in qua-lunque momento ciò sia richiesto, mettendo a disposizione le proprie energie e capacità.

Art. 8 - Educazione alla fedeL’annuncio del Vangelo anima e sostiene l’intera proposta educativa dell’Agesci. Le attività dell’unità, il clima in essa creato, lostile e l’atteggiamento dei capi costituiscono un luogo privilegiato per l’incontro personale con Dio e per il cammino di fededel ragazzo e della ragazza.La fede è vissuta nella Chiesa; la Comunità capi vive il suo carisma educativo inserita nella vita della Chiesa locale ed offre, con laspecificità dello scautismo, un modo di educare alla fede e all’ecclesialità. A tal fine, gruppi e unità ricercano rapporti costanti ecostruttivi con organismi pastorali delle comunità locali, cui prendono parte nei modi e nei momenti appropriati.Nel fare la proposta di fede nelle diverse età l’Associazione si inserisce nel progetto catechistico della Chiesa italiana, ricono-scendo nel “Catechismo per la vita cristiana” della CEI il principale riferimento per i contenuti da trasmettere e lo stimolo perl’elaborazione di itinerari originali per condurre fanciulli, ragazzi e giovani verso la maturità della fede.

Art. 9 - Itinerari di fedeL’itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le attività scout, per por-tarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita per rivelarne il significato umano, religioso, cristia-no.L’annuncio di Gesù Cristo presente nella vita della Chiesa in cammino verso il Regno, caratterizza l’itinerario di fede attraver-so le esperienze dell’ascolto della Parola, della preghiera e della celebrazione del mistero, della testimonianza e del servizio.Tale itinerario si inquadra nel progetto educativo di gruppo e si attua nelle tappe della progressione educativa scout attraver-so la proposta di esperienze e la mediazione di simboli che facilitano l’integrazione tra la fede e la vita.Corresponsabili dell’educazione alla fede in Associazione sono capi ed assistente ecclesiastico, chiamati ad essere testimonidella fede, secondo il loro specifico ministero nella Chiesa. Il servizio diviene efficace e fecondo attraverso l’esemplarità dellescelte e dei comportamenti; ciò presuppone un atteggiamento interiore di crescita e specifici momenti individuali e comuni-tari di formazione spirituale.

Contenuti della proposta educativa

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L/C

Art. 2ITINERARIO DI FEDENel branco e nel cerchio i bambinisono chiamati a conoscere tutte le pro-prie potenzialità ed a scoprirsi figli diDio con la semplicità e il linguaggiocaratteristico della loro età. Gesù stessoha indicato nel fanciullo il tipo dell’uo-mo che incontra il Messia, insegnandoad accoglierlo per ciò che è già e nonsolo per ciò che sarà. I bambini sonocapaci di molteplici atteggiamenti favo-revoli all’esperienza religiosa: meravi-glia e stupore, senso del bello e dellagioia, imitazione di modelli significati-vi, senso di appartenenza alla comunitàe rispetto della sua legge. Senza far levaeccessivamente sull’emotività e sull’os-servanza delle regole, i bambini sonoaccompagnati nella graduale maturazio-ne della loro vita spirituale, superandocosì il naturale egocentrismo grazieall’incontro con Gesù e col suoVangelo.Tutta la vita del branco e del cerchio èpermeata dall’amore di Dio, sorgentedella vera Famiglia Felice. Si farà atten-zione particolare a creare un clima difraternità cristiana che stimoli la crescitanella fede e in cui prendano significatole attività più specifiche di catechesi.L’armonia tra catechesi sistematica eoccasionale, tra testimonianza degli adul-ti e clima di comunità, può aiutare acostruire un rapporto vivo e personalecon l’esperienza cristiana ed ecclesiale.L’itinerario si basa su tre elementi:• La catechesi mette i bambini a contat-to vivo con la Parola di Dio, attraversoun itinerario di prima scoperta dellaSacra Scrittura, al fine di conoscere esaper raccontare la storia di Dio e del-l’uomo nei suoi passaggi nodali e neisuoi personaggi principali. L’incontropersonale con Gesù e una sempre piùprofonda conoscenza della sua vita edel suo insegnamento costituiscono,infatti, il centro e il fondamento diun’esistenza che si rivela già comechiamata a seguirlo.• Scoprendo la presenza di Dio nellacomunità, nella natura, nella vita, ibambini imparano a ringraziare ilSignore per la gioia che dona loro eimparano a pregarlo sia insieme allacomunità che personalmente, sia informa spontanea che attraverso le for-mule della Chiesa. L’educazione alla

E/G

Art. 2SENTIERO DI FEDEL’età dei ragazzi e delle ragazze chevivono l’esperienza della branca E/G èdi grande cambiamento psicologico,umano e religioso; perciò l’educazionealla fede in questa fascia d’età tienepresente almeno due momenti psicolo-gici distinti: la fase preadolescenziale,in cui l’esperienza religiosa è caratteriz-zata da passività e abitudine, da confor-mismo più che da una scelta autonomae razionale, e la fase della prima adole-scenza, in cui crescono il senso criticoe il senso storico, e ci si apre alledomande sul senso della vita.Consapevoli dell’importanza di unannuncio incarnato nelle condizioni dicrescita dei ragazzi e delle ragazze, icapi e l’assistente ecclesiastico liaccompagnano in questo passaggio,per aiutarli ad elaborare un progetto divita modellato sulla fede, cioè sullafiducia in Gesù scoperto come amico.L’integrazione fra l’educazione scout ela proposta di vita cristiana si compie,nel rispetto della maturazione di ogniragazzo e ragazza, nella sua progressio-ne personale.Partendo dalla curiosità e dalla scoper-ta avventurosa di Cristo e della sua pro-posta di vita, l’esploratore e la guidasono stimolati ad acquisire competenzee buone abitudini come risorse pervivere nella fedeltà l’amicizia con Gesùe per essere utili agli altri; ciò in vistadi quella nuova stagione di scelte piùconsapevoli e di impegni più esigentiche caratterizza l’autonomia adolescen-ziale e giovanile.Sostenuti inizialmente dal gruppo degliamici, il ragazzo e la ragazza vivono lapropria avventura educativa come pos-sibilità di un nuovo, libero incontrocon se stessi in Cristo e nel progettoche liberamente accettano di costruirecon Lui.Il cammino di fede in branca E/G,come più in generale l’intera propostarivolta a ragazzi e ragazze di questa età,è quindi un sentiero di “educazionealla libertà” e di scoperta e di acco-glienza di Cristo come garanzia dilibertà. Il ragazzo e la ragazza, attraver-so esperienze sempre più impegnativeed esplicite nel loro significato umano,religioso, cristiano, passano dall’abitu-dine a fare il bene mediante la buona

R/S

Art. 2ITINERARIO DI FEDEObiettivo di tutto l’itinerario è la pro-gressiva apertura alla vocazione del-l’uomo creato “ad immagine e somi-glianza di Dio” e inserito in un intrec-cio di molteplici relazioni che lo chia-mano a lodare Dio, amare il prossimo,vivere nel mondo e averne cura, occu-parsi di sé con autoresponsabilità.La Comunità R/S propone un camminodi crescita dove il messaggio di Gesù,Dio e uomo, è annunciato (evangelizza-zione), conosciuto e approfondito(catechesi), celebrato (liturgia) e vissu-to (testimonianza) alla luce dell’inse-gnamento della Chiesa.È l’incontro con la Parola di Dio chepermette di dare solidità alle scelte e dirinnovare le ragioni della speranza edell’impegno.La presenza di giovani che hanno giàmaturato una scelta di fede, accanto aquella possibile di altri ancora in diffi-coltà, impegna la Comunità R/S ad unaricerca comune attraverso itinerarianche specifici.Poiché è nella Chiesa che la fede vienevissuta, la Comunità partecipa alla vitadella propria Chiesa locale..

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Art. 10 - Pedagogia scout nell’educazione alla fedeLa pedagogia scout è ispirata ad un modello di uomo, che si esprime negli orientamenti della progressione personale, dallaPromessa alla Partenza, originando uno specifico spirito e stile di vita, i cui valori sono sintetizzati efficacemente nellaPromessa, nella Legge e nel Motto.Le esperienze caratteristiche del metodo scout hanno già una valenza religiosa, che - attraverso l’annuncio della Parola e lacelebrazione dei sacramenti - fa dello scautismo un’occasione di incontro con il Vangelo e una originale forma di spiritualitàcristiana.Le varie fasi del cammino scout si esprimono nello spirito del gioco, nel senso dell’avventura, nella spiritualità della strada: l’e-ducazione alla fede dei ragazzi e delle ragazze trova in questo patrimonio di valori il terreno adatto per una proposta di cresci-ta graduale ed armonica.

preghiera e alla celebrazione valorizza imomenti più significativi dell’annoliturgico, le esperienze principali dellacomunità, le tappe del cammino dell’i-niziazione cristiana vissuto dai fanciulli,dedicando una particolare attenzioneall’Eucarestia.• La catechesi offre un decisivo contri-buto all’opera globale di educazionemorale dei bambini che, nella vitacomunitaria e nella propria progressio-ne personale, imparano a superare ledifficoltà e a compiere la “BuonaAzione” come esercizio di virtù umanee cristiane. Nella conoscenza e imita-zione di Gesù, sull’esempio di S.Francesco e di altri modelli di vita cri-stiana, i bambini scoprono sempre piùla presenza di Dio che, attraverso lalegge dell’amore, li chiama a viverecon semplicità e gioia il Vangelo nellavita quotidiana.• I personaggi-simbolo di Samuele,Aronne e S. Francesco possono essere util-mente adottati come guida nel percorrerearmonicamente questi tre itinerari.

azione a scegliere di essere semprebuoni, ossia di tendere alla santità, resapossibile dal confronto con la Parola, apartire dalle provocazioni della vitaquotidiana, personale e comunitaria,all’interno e fuori del reparto.Gli strumenti tipici della progressionepersonale - tappe, specialità, compe-tenze, verifiche progressive e puntuali,confronto con i capi e con l’assistenteecclesiastico - offrono molteplici possi-bilità di concretizzare la proposta difede con l’educazione ai piccoli gesti eagli impegni che preparano scelte piùsignificative e globali.

L/C

Art. 3PEDAGOGIA SCOUT NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDEL’educazione alla fede si attua con gra-dualità e continuità, lungo la progres-sione personale del lupetto e della coc-cinella, nella prospettiva unitaria delcammino di crescita verso la Partenza.Attraverso le fasi progressive della sco-perta, della competenza e della respon-sabilità, il bambino e la bambina cre-scono in un rapporto di confidenzafiliale con Dio Padre, che scoprono econoscono per mezzo del suo FiglioGesù, che si impegnano a seguire eimitare negli atteggiamenti di lode aDio e amore ai fratelli. Nel clima diFamiglia Felice il bambino e la bambinascoprono l’amore del Padre e la fiducia

E/G

Art. 3PEDAGOGIA SCOUT NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDELa proposta scout si attua in esperienzeconcrete che spesso acquistano unvalore simbolico e comunicano unprofondo messaggio umano, religioso ecristiano.In questa prospettiva acquistano unsignificato particolare tutti i momentiche compongono la vita di reparto,perché attraverso la vita comunitaria siinizia a sperimentare la dimensioneecclesiale dell’esistenza cristiana.In particolare, la squadriglia offremomenti di preghiera in cui tutti i suoimembri sono chiamati a partecipare atti-vamente, mentre l’impresa stimola adindividuare ed accogliere le proprie

R/S

Art. 3PEDAGOGIA SCOUT NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDELa branca R/S propone ai giovani e allegiovani, nel rispetto degli itinerari per-sonali di maturazione vocazionale, unaesplicita e particolare esperienza difede attraverso la spiritualità dellaStrada, la celebrazione e il confrontonella Comunità, il Servizio come atto diamore. La spiritualità della Strada, neisuoi tratti di essenzialità, fedeltà, sacrifi-cio, precarietà e disponibilità, educa aduna continua conversione secondo l’a-zione dello Spirito e il tradizionale riferi-mento a San Paolo ne illumina il sensoprofondo. La Strada è scuola di fedeltànella preghiera personale, è attitudine alsilenzio e semplicità di cuore per

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Art. 11 – Educazione all’amore e coeducazioneLo scautismo riconosce in ogni ragazzo e ragazza una persona unica e irripetibile, perciò diversa ed originale in ogni suadimensione, compresa quella affettivo-sessuale.Tale riconoscimento rende fondante la scelta della coeducazione che, proposta come valore e utilizzata come strumento,sostiene l’azione educativa di tutta la proposta scout.Crescere insieme alle persone vicine, diverse nel corpo, nella storia, nelle aspirazioni, vuol dire cogliere la reciprocità, che ènon solo riconoscimento, accettazione e valorizzazione della diversità sessuale, sociale e culturale dell’altro, ma anche relazio-ne da cui non si può prescindere per giungere alla piena consapevolezza di sé.L’Associazione crede fermamente che dal rapporto particolare uomo-donna nasce la famiglia umana e scaturisce la vocazione

che Egli sempre dona ai suoi figli. Per raggiungere questo obiettivo, ilcammino di educazione alla fede siinserisce armonicamente nel program-ma del branco e del cerchio e nellediverse tappe della progressione per-sonale di ogni lupetto e di ogni cocci-nella.L’ambiente educativo nel suo comples-so, i rapporti positivi e il clima di gioiatra adulti e bambini stimolano la cresci-ta nella fede; tuttavia, nel corso dell’an-no, si programmano attività più specifi-che di catechesi. Esse si pongono, dinorma, come originale complementoalla preparazione ai sacramenti dell’ini-ziazione cristiana che i bambini vivononella parrocchia e nella famiglia. Ciònon esclude la possibilità che l’itinera-rio di fede in branco e in cerchio si rea-lizzi, a particolari condizioni, comecammino di iniziazione cristiana. La metodologia della branca e la vitadell’unità offrono molteplici occasioniper suscitare nel bambino e nella bam-bina un’interpretazione religiosa e cri-stiana della propria esperienza: simboli-smo e morale dell’Ambiente Fantastico,il gioco, la vita nella natura, la fraternitàdella Famiglia Felice, l’impegno nellaprogressione personale e per le specia-lità, le uscite e le vacanze di branco ecerchio, il rapporto con i capi, specifi-che attività a tema, il racconto e l’e-spressione, ecc.Alcuni spunti specifici appartengonoalla tradizione del lupettismo e del coc-cinellismo cattolici: il riferimento allafigura di San Francesco, la spiritualitàdell’ “eccomi” per le coccinelle, le pre-ghiere tradizionali, segni e simboli.Queste e altre opportunità vengonovalorizzate all’interno di una program-mazione educativa che, non isolando ladimensione religiosa, la articola inmaniera originale e pedagogicamenteefficace.

responsabilità per la costruzione delRegno. Inoltre, l’hike, la veglia alle stelle,le cerimonie costituiscono occasionipropizie per esperienze forti di fede e diascolto della Parola.L’educazione morale conduce a ricono-scere, accettare e interiorizzare queivalori che, praticati, sono via per il rag-giungimento della felicità.Le celebrazioni sacramentali e imomenti di preghiera che coinvolgonotutto il reparto aiutano a condividerecon gli altri gioie e difficoltà e a viverein una dimensione di ringraziamento edi semplicità.In generale, tutto l’itinerario di fede delreparto è ritmato dai tempi dell’annoliturgico come cammino privilegiatoper la scoperta del mistero di Cristo,per mettersi alla sua sequela e perapprofondire il valore dei sacramenti.

cogliere la voce di Dio e dei fratelli.• La capacità di ascolto e lettura della

Parola viene sviluppata, nellaComunità R/S, secondo le doti e leattitudini di ciascuno, attraversomomenti specifici di formazione.Approfondimenti tematici e letturesistematiche potranno utilmenteaccostarsi all’uso degli strumenti delmetodo.

• A partire dal senso religioso insitonell’esperienza scout, soprattuttonel simbolismo della Strada, il rovere la scolta fanno esperienza dellaliturgia sia nella Comunità R/S chenelle comunità ecclesiali in cui vivo-no. È attraverso questa concretaesperienza che potranno maturare laconsapevolezza di essere parte del-l’unica Chiesa Universale che cele-bra il mistero di Cristo nel tempo. Lapeculiarità del metodo scout li aiu-terà inoltre a entrare nell’universa-lità dell’esperienza di preghiera ecelebrazione della Chiesa.

• L’educazione morale caratteristica ditutta la proposta scout culmina inbranca R/S con lo sviluppo di com-petenze e acquisizioni di valori invista del Servizio come stile di vita,vocazione a vivere l’amore di Cristoper l’uomo, in un cammino gradualeche renda modalità di vita quotidia-na gli atteggiamenti vissuti in occa-sioni particolari.

• A partire dalle concrete esperienze diciascun componente la ComunitàR/S, la Catechesi stimola una rifles-sione illuminata dalla fede e dall’in-segnamento della Chiesa sull’impe-gno di solidarietà e di liberazioneche ogni uomo deve assumersi persé e per i fratelli fino a fare prenderecoscienza della missione di evange-lizzazione e promozione umana checaratterizza il cammino della Chiesanel mondo.

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dell’uomo a vivere con l’altro, perciò propone – attraverso l’incontro tra i due sessi – un cammino di crescita che, partendodalla scoperta e dalla conoscenza della propria identità di genere, conduca alla scoperta ed alla conoscenza dell’altro, perinstaurare con esso un dialogo ricco e costruttivo, attraverso cui rileggere e riflettere sul proprio modo di essere uomo odonna, superare ruoli e modelli precostituiti e collaborare in modo fecondo.Nella reciprocità e nel dono di sé, lo sviluppo della identità di genere e la relazione interpersonale orientano, con crescenteprofondità ed intensità, la dimensione affettiva e la capacità di amare di ognuno.Nella realizzazione di questa proposta l’uomo e la donna partecipano al progetto creativo di Dio.

L/C

Art. 4EDUCAZIONE ALL’AMOREE COEDUCAZIONEL’età del lupetto e della coccinellacoincide con il momento in cui simaturano cognizioni, emozioni ecomportamenti che consentonoloro di esprimersi, anche sessual-mente, in relazione ai propri biso-gni. I capi, nel costruire itinerari indivi-duali e comunitari, devono rispetta-re il mistero della persona e i suoitempi di crescita:• nella scoperta gioiosa del proprio

corpo come dono di Dio e nellaconfidenza con esso;

• nella scoperta della diversità del-l’altro, nell’arricchimento reci-proco del vivere insieme;

• nel superamento della ruolizzazio-ne stereotipata dei sessi, nell’at-tenta valorizzazione degli ele-menti personali.

Le caratteristiche psicologiche diquesta fascia di età non richiedonola necessità di prevedere momentidifferenziati fra i sessi nella pro-grammazione delle attività e nellavita dell’unità.Occorre inoltre valorizzare l’innataserenità del bambino e della bambi-na riguardo la scoperta di sé e del-l’altro, da vivere come un dono cherende più ricca e completa la perso-na.Questo processo di scoperta è favo-rito dalla testimonianza dei capi,quali persone che in modo sereno ematuro vivono la propria identitànella relazione con l’altro, propo-nendo modalità di relazioni e situa-zioni che non ricalchino ruoli ste-reotipati.

E/G

Art. 4EDUCAZIONE ALL’AMOREE COEDUCAZIONEL’età di reparto coincide con il momento dimaggiore evoluzione dei ragazzi e delle ragaz-ze. Durante questo periodo gli esploratori e leguide devono poter essere aiutati a riscoprirese stessi, nel loro corpo che cambia rapida-mente; a saper accogliere gli altri loro coeta-nei, anch’essi coinvolti nello stesso cambia-mento; a sentirsi amati e amabili; a esserepronti a una collaborazione fraterna con tutti. Occorrerà pertanto favorire esperienze che aiu-tino i ragazzi e le ragazze a giungere gradual-mente a una più approfondita conoscenza,accettazione e possesso di sé stessi; quali-tà/obiettivi che svilupperanno donando se stes-si nell’accogliere l’altro, il diverso, tramite gestie parole che siano espressioni del proprio esse-re, e non frutto di condizionamenti esterni.Nel proporsi questi obiettivi - la scoperta el’accettazione della propria sessualità, lascoperta e l’accettazione dell’altro, l’integra-zione della genitalità con l’affettività, l’obla-tività, il superamento dei ruoli stereotipati -occorre tenere sempre ben presenti:• il senso di smarrimento che disorienta

ragazzi e ragazze;• il differente sviluppo psicofisico (sessua-

lità genitale/sessualità spirituale);• la diarchia quale valore pedagogico irri-

nunciabile nelle unità miste;• in ultimo, ma non perché di minore

importanza, la situazione culturale delluogo in cui la proposta avviene, e diconseguenza le esperienze di base vissu-te dai ragazzi e dalle ragazze.

I capi sono chiamati, nella loro maturitàpersonale, a vivere e a coinvolgersi nelgioco dei ragazzi mantenendo la caratteristi-ca di adulti. I capi inoltre devono esserecoscienti che il rapporto educativo è parti-colarmente importante in questo ambito: laloro posizione di modelli e il loro comporta-mento quindi devono tenere sempre pre-sente il grado di comprensione dei ragazzi edelle ragazze cui si rivolgono. In riferimento al reparto, le Comunità capi sce-glieranno, secondo linee progettuali del grup-po, le forme monosessuali, parallele o miste.

R/S

Art. 4EDUCAZIONE ALL’AMOREE COEDUCAZIONELa Comunità R/S aiuta le scolte e irover a crescere insieme nel rispettodelle reciproche differenze con lafiducia che questo possa favorire evalorizzare la scoperta della recipro-ca identità e lo stabilirsi di rapportiumani arricchenti tra l’uomo e ladonna superando ruoli precostituiti.Questo si realizza attraverso laconoscenza e il rispetto del propriocorpo, dono di Dio e strumento diServizio al prossimo attraverso losviluppo delle capacità affettive edel rapportarsi agli altri vivendo l’a-more come dialogo e dono. È com-pito del giovane gestire consapevol-mente il proprio corpo e la propriasessualità secondo il proprio pro-getto di vita accettandone doti elimiti; quale custode ne cura la salu-te nel rispetto della vita e del suomistero, rifiutando tutto ciò chepuò arrecarvi danno, come, ad esem-pio, droghe, alcool, sfida del pericolo,aborto. Sarà opportuno che la valorizzazio-ne delle differenze avvenga ancheattraverso l’equilibrio di attivitàcomuni e attività separate che arric-chiscano e facciano maturare unconfronto aperto. I capi, uomo edonna, sono chiamati a dare testi-monianza del proprio percorso sullastrada della crescita personale versol’amore e la propria capacità di rap-portarsi con gli altri ne costituiran-no l’esempio.

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Art. 12 – Significato metodologico della coeducazioneNel suo significato strettamente metodologico, coeducazione significa anche far vivere ai ragazzi dei due sessi esperienze incomune, secondo un progetto educativo unico che preveda attività comuni continuative o frequenti e regolari. Le attivitàcomuni hanno lo scopo di portare ragazzi e ragazze a scoprire l’arricchimento reciproco che essi ricevono, proprio perchédiversi, dal vivere esperienze eguali, per quanto concerne le proprie possibilità di espressione e realizzazione personale; valo-rizzano le caratteristiche positive tipiche dei due sessi e ne favoriscono la reciproca accettazione.In queste attività il capo pone attenzione nel far vivere l’esperienza con ruoli e coinvolgimenti differenti a seconda dei diversitempi di maturazione di ragazzi e ragazze.Per questo sarà importante:• rispettare il mistero della persona e i suoi tempi di crescita, ponendo la massima attenzione nella programmazione della

attività e nella vita dell’unità;• aiutare questo processo di scoperta attraverso la testimonianza dei capi quali persone che in modo sereno e maturo vivo-

no la propria identità e la sanno mettere in relazione con l’altro.Questi obiettivi possono essere conseguiti attraverso unità monosessuate, parallele o miste.Per le unità monosessuate, al fine di una completa e armonica dimensione educativa, è opportuno favorire periodicamentel’incontro e attività con unità di altro sesso.La diarchia dei capi, quale modello di riferimento di relazione adulta uomo/donna, è importante strumento educativo anchein unità monosessuali.Le unità miste devono prevedere anche attività separate per ragazzi e ragazze, ai fini di favorire un più completo sviluppo del-l’identità sessuale.

Art. 13 - Educazione alla cittadinanzaL’educazione alla cittadinanza e all’impegno politico è presente in modo intrinseco nello scautismo che propone a ragazzi eragazze una dimensione comunitaria che li aiuta ad affrontare il complesso sistema di relazioni che ne derivano.I valori del metodo scout indirizzano, inoltre, verso la scelta della solidarietà, intesa ad affermare e difendere il primato assolu-to della persona umana e della sua dignità.L’educazione alla cittadinanza richiede una precisa intenzionalità da parte dei capi educatori: essa deve infatti considerare ilragazzo, e con esso l’unità, soggetti politici attivi e passivi all’interno della realtà che li circonda. Il ragazzo deve cioè essereaiutato a rendersi consapevole dei diritti e dei doveri sociali che ha, attraverso azioni reali e concrete: di analisi critica dellesituazioni alla sua portata di comprensione che lo vedono o lo possono vedere coinvolto; di progettazione, con l’unità e conaltre forze presenti sul territorio interessato, di soluzioni, adeguate alle sue capacità, risolutive al problema individuato; di par-tecipazione personale efficace per il raggiungimento delle soluzioni stesse.L’educazione alla cittadinanza è favorita anche dalla testimonianza dell’impegno politico vissuto dai capi (nel rispetto dellecompatibilità indicate dall’Associazione) trasmesso anche nel servizio educativo svolto in Associazione nella formazione difuture generazioni, oltre che dalla presenza attiva della comunità capi in quegli ambiti del territorio dove le sue specificità diAssociazione educativa la chiamano.

L/C

Art. 5EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZAL’esperienza di branco e di cerchio,fornendo ai bambini e alle bambinel’occasione di farsi gradualmente artefi-ci della propria crescita, consente lorodi sperimentare come l’impegno di cia-scuno faccia progredire la comunitàcui si appartiene.È nel clima gioioso e sereno che i bam-bini scoprono il valore del “benecomune”, maturano gradualmente laconsapevolezza dei propri diritti ecomprendono che sono le regole agarantirne il rispetto.Lo stile delle buone abitudini, richiestoal lupetto e alla coccinella, dei gesti quo-tidiani, semplici e concreti, promuovenei bambini il gusto dell’agire per gli altrie li aiuta a giudicare i propri comporta-menti e i comportamenti altrui.

E/G

Art. 5EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZAI ragazzi e le ragazze in età direparto sono caratterizzati dauno spiccato bisogno di autono-mia e indipendenza da tutto ciòche è “istituzione”.Inizia in questa fase il camminoche li aiuterà a scoprire e speri-mentare l’appartenenza ad unacomunità sociale che supera iconfini del proprio nucleo fami-l iare e del la propria rea l tà .Comincia a svilupparsi la coscienzadei principi che regolano la vitasociale, per divenire soggetto capa-ce di assumersi la responsabilitàdel proprio agire: ciascuno, secon-do le proprie possibilità, è chiama-to a fare la sua parte per il bene diquesta comunità.

R/S

Art. 5EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZALa Comunità R/S è momento prezioso diesperienza politica e di democrazia ancheattraverso l’esperienza concreta del Servizio.La Comunità vive la scelta della solidarietàper la costituzione di una nuova cittadinanzaaiutando i giovani e le giovani a divenire pro-tagonisti attivi della vita civile e sociale delnostro Paese e della vita della nostraAssociazione ad essere cittadini de mondo.Per questo ogni rover e scolta è chiamato:• alla conoscenza attenta della vita e della

gente sul territorio;• al confronto e al dialogo costruttivo con gli

altri senza pregiudizi, imparando a gestire iconflitti in modo positivo;

• a saper prendere decisioni in modo democra-tico all’interno della Comunità, nel rispettodei singoli partecipanti, in vista di una pro-gressiva capacità di cogestire la vita della

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 14 - Educazione alla mondialità e alla paceL’educazione alla mondialità e alla pace è un aspetto essenziale della formazione scout, che si basa sulla stessa dimensionesopranazionale del Movimento e sul senso di fraternità mondiale dello scautismo e del guidismo, al di là di ogni differenza cul-turale, razziale, politica o religiosa.Essa ha per scopo lo sviluppo di personalità aperte verso gli altri popoli e culture, dotate di spirito di collaborazione, in gradodi comprendere i punti di vista delle altre persone e disposte al dialogo e al cambiamento.

Nella vita del branco e del cerchio, ibambini vivono una dimensione di ago-nismo, che significa “sentire” il con-fronto come stimolo a migliorarsi, maanche come possibilità di conflitto.Nella riflessione comunitaria, nella veri-fica e nel raggiungimento degli obietti-vi i bambini e le bambine sperimente-ranno la ricerca di soluzioni concrete aiproblemi e la possibilità di superareostacoli e difficoltà, scegliendo insiemela via per riprendere il cammino comu-ne.Strumenti privilegiati di questa areaeducativa sono: la progressione perso-nale, il gioco, la buona azione, il qua-derno di caccia e di volo, il Consigliodella rupe, il Consiglio della GrandeQuercia.

Strumenti privilegiati in questaarea educativa sono tutte le strut-ture di cogestione del reparto, iConsigli della Legge e di squadri-glia, nonché la realizzazione diimprese capaci di lasciare unsegno nella realtà circostante.

Comunità insieme ai capi;• ad essere capaci di progettare interventi che

rispondano a reali esigenze del territorio;• a saper stabilire relazioni e rapporti negli

ambienti di lavoro, della scuola, nelle istitu-zioni locali e nelle associazioni che creino efacciano maturare la cultura della solidarietà;

• a stabilire un rapporto equilibrato e sobriocon le cose, sviluppando la consapevolez-za della necessità di un utilizzo equo e giu-sto della ripartizione dei beni per il rag-giungimento del benessere e della pacenel mondo;

• alla legalità, quale mezzo per far crescere lacoscienza civile e la lotta agli atteggiamentidi tipo mafioso;

• alla responsabilità, favorendo occasioni diinserimento e di esperienze che richieda-no una presenza e la partecipazione via viapiù personale;

• alla condivisione e a vivere il proprio impe-gno di Servizio specialmente con i più picco-li e i più deboli in quelle realtà dove esistonosituazioni di emarginazione e sfruttamento.

L/C

Art. 6EDUCAZIONE ALLAMONDIALITÀ E ALLA PACENella branca Lupetti e Coccinelle, l’e-ducazione alla mondialità e alla pace sirealizza attraverso attività che risvegli-no la curiosità del bambino e dellabambina per gli altri popoli, per le lorotradizioni, lingue e religioni. La conoscenza e l’accettazione dellediversità aiutano il lupetto e la cocci-nella a comprendere la pari dignità fratutti gli uomini.Il branco e il cerchio educano i bambi-ni alla pace attraverso la partecipazioneattiva al Consiglio della rupe e dellaGrande Quercia, la condivisione, la cor-responsabilità e la collaborazione allavita di comunità vissuta nel clima diFamiglia Felice.

E/G

Art. 6EDUCAZIONE ALLA PACE ED ALLADIMENSIONE INTERNAZIONALELa consapevolezza di essere cittadinidel mondo favorisce la crescita di gene-razioni capaci di:• promuovere solidarietà, aumentan-

do la collaborazione fra le nazioni;• conoscere ed accettare le diversità degli

altri (i loro punti di vista, i loro interessi,le tradizioni, i costumi, le situazioni pro-blematiche...), superando i particolari-smi e la facile tentazione di emarginarechi è considerato diverso. Lo scoprire loscautismo come movimento mondialee poterlo sperimentare con appositeattività, favorirà la percezione di questoessere parte di una comunità più vasta.

I ragazzi e le ragazze inoltre saranno aiu-tati, in maniera proporzionata all’età ealla loro situazione, a scoprire le proprieattitudini, anche tramite le specialità e ibrevetti di competenza, per prepararsi aun inserimento nel lavoro visto comecontributo alla costruzione del mondo, ead impegnarsi a vivere relazioni che favo-riscono il dialogo e la pace.

R/S

Art. 6EDUCAZIONE ALLAMONDIALITÀ E ALLA PACELa Comunità R/S sa di essere chiamataalla costruzione della pace. Per questovalorizza il sentimento di fraternità e ladimensione soprannazionale propridello scautismo, proponendo esperien-ze con gruppi scout di altri Paesi e lapartecipazione ad attività internazionali,nonché esperienze di solidarietà interna-zionale. Educa all’accettazione e valoriz-zazione delle diversità culturali, sociali,politiche, religiose dei popoli per megliocapire la vita e i valori del proprio e deglialtri Paesi.Educa alla non-violenza, convinta chequesto è il migliore tipo di azione perarrivare alla eliminazione delle ingiustizieche sono causa di conflitto. Per questosviluppa con particolare impegno i con-tenuti e gli strumenti del metodo scouted è aperta alla collaborazione con perso-ne e gruppi non violenti.

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Art. 15 – Linguaggio simbolicoLo scautismo si avvale di un linguaggio prevalentemente simbolico, che è una modalità della più ampia comunicazione educa-tiva tra capi e bambini/e, ragazzi/e, giovani.Il linguaggio, attraverso una serie di espressioni linguistiche (parole, frasi, azioni, …) e gestuali (cerimonie, saluti, simboli,esperienze, …), permette di comunicare – con maggiore profondità e immediatezza del linguaggio descrittivo – un certomondo simbolico (la Giungla, il Bosco, l’Avventura, la Strada) che costituisce, ricorrendo all’immaginario, un sistema di riferi-mento e di valori che da immaginario e simbolico – nell’applicazione degli strumenti di branca – diventa pratico e concreto,trasferito dagli stessi bambini/e, ragazzi/e, giovani, nel comportamento quotidiano.Sono espressione del linguaggio simbolico:• il saluto scout: segno con cui tutti gli scout e le guide del mondo si riconoscono reciprocamente; ricorda l’impegno della

Promessa;• l’uniforme: segno di appartenenza all’Associazione ed alla fraternità mondiale dello scautismo e del guidismo. È richiamo

di essenzialità, di semplicità, di praticità e di rinuncia a seguire mode: è sempre indossata in ordine, corretta e completa;• le cerimonie: esse scandiscono con parole, gesti e simboli adeguati l’intera vita dell’unità scout ed in particolare sottoli-

neano l’importanza e fanno memoria delle varie tappe del cammino di progressione personale dei ragazzi e delle ragazze.Semplicità e solennità sono le caratteristiche di ogni cerimonia scout vissuta secondo il linguaggio proprio di ciascunabranca e la tradizione del gruppo e dell’unità. Ogni cerimonia costituisce un impegno del singolo con se stesso, con isuoi capi e con l’unità di cui fa parte e rafforza lo spirito di appartenenza alla comunità.

L/C

Art. 7AMBIENTE FANTASTICOLa scelta caratterizzante il metodo dellabranca Lupetti e Coccinelle è l’AmbienteFantastico come traduzione pedagogicadi un racconto.Per Ambiente Fantastico si intende ilgioco continuativo di un tema in cuisono immerse le attività del Branco e delCerchio.Gli elementi che concorrono alla realizza-zione di un Ambiente Fantastico cheoffra stabilità e continuità pedagogica eche risulti occasione educativa per i bam-bini e per i Capi sono:• il rispetto della psicologia del bambino

e della bambina;• la presenza di una figura che permetta

all’adulto di inserirsi nel gioco;• la presenza di un contenuto morale

fornito da vicende e personaggi di unavita ideale;

• la presenza di un cammino di crescitapersonale e comunitaria;

• il riferimento alla natura vista comeoccasione pedagogica per aiutare acogliere e scegliere uno stile di vita;

• la possibilità di ambientare trame digioco.

Gli Ambienti Fantastici utilizzati nellabranca Lupetti e Coccinelle sono iseguenti:• la Giungla, vissuta attraverso “Le storie

di Mowgli” tratte dai Libri dellaGiungla di Kipling, nell’utilizzazionefattane da B.-P.;

E/G

Art. 7AVVENTURAL’atmosfera di avventura è l’escaeducativa che spinge gli esploratorie le guide all’azione, animando nelconcreto le esperienze vissute,mentre lo spirito scout e l’impegnoa crescere nella fede sostengono lavita del reparto e le danno senso. Èl’avventura di costruire se stessi,utilizzando in maniera imprevista eimprevedibile le esperienze acqui-site durante l’infanzia e di cui ci siva arricchendo nell’adolescenza; èl’avventura di scoprire il mondo eriorganizzare la conoscenza secon-do schemi personali; è l’avventuradi provare se stessi in rapporto almondo e agli altri.Diventa allora determinante l’eser-cizio dello scouting: l’arte di osser-vare la realtà vissuta, di interpretar-la e di agire conseguentemente inessa. Non si tratta, quindi, solo diun insieme di tecniche, ma di unmodo di affrontare l’esistenza chefavorisce anche lo sviluppo di unostile progettuale.

R/S

Art. 7STRADA, COMUNITÀ, SERVIZIOStrada, Comunità e Servizio costituisconoi tre elementi complementari ed indisso-ciabili del metodo R/S da cui derivano leconcrete attività della branca. Sono l’e-spressione della visione globale dell’uo-mo che è:• in cammino sulla Strada, esperienza di

vita povera ed ascetica, luogo di cono-scenza di sé e del mondo, di disponibi-lità al cambiamento, di impegno acostruirsi con pazienza e fatica;

• disponibile all’incontro con gli altri, allacondivisione di gioie e sofferenze, di spe-ranze e progetti. La Comunità è luogo dicrescita e di confronto attraverso cui siriscopre la propria personalità.

• pronto al Servizio, che diviene modo abi-tuale di relazione con i fratelli. Il misterodella persona viene accolto attraversol’ascolto, l’impegno per i più piccoli, ipiù deboli, gli emarginati, il dono delleproprie capacità, creatività, abilitàmanuale, gioia di vivere.

Art. 8STRADAIl roverismo e scoltismo si ispira preva-lentemente al valore della strada, perquesto la Comunità R/S vive i suoimomenti più intensi in cammino. Infatti:• camminare a lungo sulla Strada permette

di conoscere, dominare e superare sestessi e dà il gusto dell’avventura;

• portare a lungo lo zaino e dormire sottola tenda insegnano l’essenzialità

Elementi del metodo

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 16 - Promessa, Legge, MottoLe unità vivono la proposta dello scautismo nello spirito della Promessa, della Legge e del Motto.

Art. 17 - PromessaLa Promessa costituisce l’adesione alla Legge scout e ai valori in essa contenuti. Essa esprime l’appartenenza alla fraternitàmondiale dello scautismo e del guidismo.Nei successivi passaggi di branca essa sarà rinnovata per esprimere l’adesione alla nuova comunità di crescita.

• il Bosco, vissuto attraverso il racconto“Sette Punti neri” nella elaborazionefattane dalla branca Lupetti eCoccinelle.

Le unità che adottano l ’AmbienteFantastico Giungla prendono il nome diBranco; quelle che adottano il Bosco,prendono il nome di Cerchio.All’Ambiente Fantastico utilizzato dall’u-nità sono ispirati i termini e i simboliche designano i momenti della progres-sione personale, i nomi di alcune strut-ture e attività fondamentali del Branco edel Cerchio, nonché un linguaggio piùspecifico.Le “Parole Maestre”, contenute nei testiLe storie di Mowgli e Sette punti neri,sono espressioni che richiamano unvalore di riferimento, ne stimolano l’a-desione, suggeriscono un comporta-mento, incentivano un modo attivo divivere.I Capi le mettono in evidenza in partico-lari situazioni che si vivono in Branco ein Cerchio.

Art. 8AMBIENTAZIONIIl gioco dell’Ambiente Fantastico nonesclude attività occasionali che abbianouna collocazione fantastica, con simbolo-gie e linguaggi propri, ispirata ad altriracconti che possono consentire ai capidi veicolare messaggi educativi.Caratteristiche di tali ambientazioni sonola durata limitata nel tempo e l’assenza diriferimenti alle strutture di unità e allaprogressione personale.

Art. 9RACCONTO RACCONTATOIl Racconto Raccontato è un modo percomunicare con i bambini, uno strumen-to privilegiato per instaurare un dialogocontinuo e comunitario e per trasmettereloro dei valori attraverso la morale indi-retta che si trae dal racconto stesso.

e il senso della propria precarietà;fanno sperimentare, inoltre, situazionidi povertà, di solitudine e di lontanan-za proprie di tanti fratelli;

• camminare nella natura insegna a vede-re le cose e se stessi come creature diDio, fa immergere nell’ambiente origi-nario di vita, rende maggiormentecoscienti del proprio corpo, rispettosie amici degli uomini, degli animali,delle piante, di tutto il creato; insegnaa sentirsi responsabili del “giardino”nel quale Dio ha posto ciascuno, comecustodi di beni dati in uso non in pro-prietà, dati per tutti e non per pochi;

• camminare con gli altri e incontro aglialtri insegna l’amicizia, la fraternità e lasolidarietà;

• vivere la spiritualità della Strada per-mette di cogliere come tutte questeesperienze sono doni di Dio che aiuta-no ad arrivare a Lui.

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Art. 18 - LeggeLa Legge esprime i valori che qualificano la proposta scout e aiuta ciascun membro dell’Associazione nella sua crescita mora-le, sociale, relazionale e di fede. Ogni suo articolo esprime concretamente un agire, un fare, che coinvolge la persona nellasua globalità.La sua caratteristica di uniformità e universalità è essenziale, pedagogicamente, per far percepire la dimensione internazionaledello scautismo e del guidismo e superare ogni particolarismo. Per questo motivo la Legge è anche permanente ed abitua alconfronto con valori di fondo che non cambiano a seconda dei momenti e delle persone.

L/C

Art. 10PROMESSACon la Promessa, il lupetto e lacoccinella esprimono un concretoimpegno personale di adesionealla Legge e alla comunità che liaccoglie.La sua formulazione è adeguataalle caratteristiche psicologichedel bambino e della bambina:“Prometto, con l’aiuto e l’esempiodi Gesù, di fare del mio meglioper migliorare me stesso/a, peraiutare gli altri, per osservare lalegge del branco/cerchio”.I lupetti salutano con la manodestra, portando all’altezza dellatempia l’indice e il medio tesi edivaricati, l’anulare ed il mignoloripiegati sotto il pollice. Le duedita del saluto ricordano i due arti-coli della Legge e le orecchie tesedel lupo.Le coccinelle salutano con lamano destra, portando all’altezzadella tempia l’indice e il mediotesi, l’anulare ed il mignolo ripie-gati sotto il pollice. Le due dita delsaluto ricordano i due articolidella Legge.In entrambi i saluti il pollice pog-giato sull’anulare e sul mignoloindica l’impegno del più grande aproteggere i più piccoli.

E/G

Art. 8 PROMESSAIl Sentiero inizia fin dal primo momento diingresso in reparto. A distanza di 2-3 mesi ilragazzo o la ragazza chiedono di pronunciare laPromessa, quando ritengono di essere pronti alanciarsi nel grande gioco scout.Il tempo che trascorrerà dall’ingresso in repar-to al momento della Promessa, che non deveessere molto lungo, servirà per conoscere l’am-biente e le persone del reparto, lo stile e i sim-boli di squadriglia e di reparto e, soprattutto,per cominciare a scoprire il senso dellaPromessa e della Legge scout.La richiesta di pronunciare la Promessa va fattadal novizio, su presentazione del capo squadri-glia, al Consiglio della Legge, il quale l’accoglienon tanto valutando le capacità tecniche rag-giunte o la capacità di tenere fede all’impegnoassunto, ma tenendo conto della comprensionedelle Legge dimostrata, della sincerità e dell’en-tusiasmo nel vivere la vita di squadriglia e direparto.La Promessa, pronunciata nelle mani del caporeparto alla presenza di tutto il reparto, che hapreparato e anima la cerimonia, su presentazio-ne della squadriglia di appartenenza, è così for-mulata:“Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore difare del mio meglio:– per compiere il mio dovere verso Dio e versoil mio Paese;– per aiutare gli altri in ogni circostanza;– per osservare la Legge scout”.La cerimonia, diversa secondo le tradizioni,deve mettere in luce che in questo modo sientra a far parte della grande famiglia degliscout. Il reparto è presente come testimone esi impegna ad aiutare il nuovo esploratore e lanuova guida a mantenere la Promessa.Tutti i significati della cerimonia vengono resichiari, oltre che con parole, con gesti e simboliadeguati. Tra questi, il saluto richiama all’esplo-ratore e alla guida i tre punti della Promessa. Sieffettua con la mano destra sovrapponendo ilpollice al mignolo come simbolo di aiuto delpiù grande al più piccolo e tenendo le altre tredita unite e distese.

R/S

Art. 9.PROMESSALa Promessa pronunciata in etàR/S manifesta l’adesione allo scau-tismo e conclude la fase dellaconoscenza.Promettere, o rinnovare la Pro-messa, è aderire ad uno stile divita, scelto consapevolmente, chesi esprime nel rispetto della Leggee nello spirito del motto.In questo momento “forte” i lrover e la scolta e la Comunitàtutta sono stimolati alla riscopertaadulta e matura dei valori dellaLegge.Il saluto richiama alla scolta e alrover i tre punti della propriaPromessa. Si effettua con la manodestra, il pollice posto sul mignolocome simbolo di aiuto del piùgrande al più piccolo e tenendo lealtre tre dita unite e distese (per iltesto della Promessa cfr. art. 8 delRegolamento metodologico bran-ca E/G).

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 19 - MottoIl motto dell’Associazione è “sii preparato”.Ciascuna branca ha un proprio motto che, nella progressione del metodo, esprime lo spirito della proposta scout.

L/C

Art. 11LEGGELa Legge esprime le regole che aiu-tano ciascuno nel grande giocodella crescita. Essa è così formulata:

“Il lupetto/La coccinella pensa aglialtri come a se stesso/a.Il lupetto/La coccinella vive congioia e lealtà insieme al branco/cer-chio”.

L’adesione alla Legge delbranco/cerchio è spontanea egioiosa.

E/G

Art. 9LEGGELa Legge, con i suoi inviti al fare, all’agire, va vis-suta come la tensione verso valori che accomuna-no tutti gli scout, assumendo altresì, in questa età,un significato di iniziazione allo sviluppo dellacoscienza morale. Per questo la tensione verso laLegge è costante nel tempo e favorisce negliesploratori e nelle guide un riferimento lungo ilsentiero della progressione personale.Affinché non si crei nella mente dei ragazzi l’i-dea di una distanza incolmabile tra la praticaquotidiana e gli ideali della Legge, i capi avran-no l’attenzione di porla come punto di riferi-mento costante nel sentiero di ogni esploratoree guida e nelle verifiche di reparto, aiutandoli aviverla come stimolo e ragione di fiducia nellapropria capacità di miglioramento.La Legge è così formulata.“La guida e lo scout:1. pongono il loro onore nel meritare fiducia;2. solo leali;3. si rendono utili ed aiutano gli altri;4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra

guida e scout;5. sono cortesi;6. amano e rispettano la natura;7. sanno obbedire;8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà;9. sono laboriosi ed economi;10. sono puri di pensieri, parole e azioni.”

R/S

Art. 10 LEGGEVerificarsi rispetto alla Legge in etàR/S è ripercorrere il proprio cam-mino scout rileggendone l’unita-rietà. Sperimentando gli orienta-menti proposti dalla Legge, il rovere la scolta scoprono che questipossono diventare per loro gliorientamenti fondamentali sui qualicostruire la propria strada verso lafelicità, in cui il cammino del singo-lo è proteso al bene comune. (Peril testo della Legge cfr. art. 9 delRegolamento branca E/G).

L/C

Art. 12MOTTOIl motto dei lupetti è: “del nostro meglio”.Esso esprime lo spirito di impegno dei lupettia migliorarsi, a superarsi continuamente, aprogredire nel bene.Non è il meglio in assoluto ma “il meglio” diciascuno rispetto a quanto già fatto, in pro-spettiva di un nuovo “meglio”.Il motto delle coccinelle è: “eccomi”. Essoesprime la disponibilità e la prontezza nellarisposta all’invito ad entrare nel gioco, dandoil meglio di sé.Il Grande Urlo e il Grande Saluto affermanoi contenuti dei motti e sono il simbolodella comunità riunita.Essi sono l’insieme di tanti “del miomeglio/eccomi” ed esprimono la volontà dicrescere con il proprio impegno e l’aiutodegli altri.

E/G

Art. 10 MOTTOIl Motto degli esploratori e delleguide è “sii preparato”. È importan-te utilizzare il Motto pedagogica-mente secondo il senso evangelicoche richiama alla disponibilità adaiutare gli altri e alla competenzaper farlo.

R/S

Art. 11 MOTTO“Servire” è il motto della Comunità R/Sed esprime la convinzione che il veromodo di raggiungere la felicità è procu-rarla agli altri seguendo l’insegnamentodi Gesù Cristo.

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Art. 20 - Educazione al servizioL’intera proposta educativa scout ha il suo fine ultimo nella scelta adulta di servire, ad imitazione di Gesù, impegno assunto conla Promessa e maturato con la Partenza, conseguendo così la propria felicità procurandola agli altri.L’educazione al servizio del prossimo si attua progressivamente lungo tutto il cammino scout, iniziando dalle buone azioni deilupetti e delle coccinelle, per passare alla buona azione dell’esploratore e della guida, fino al servizio a carattere continuativodel rover e della scolta che lo scelgono come stile di vita e atteggiamento che caratterizza l’uomo e la donna della Partenzanegli ambiti della comunità ecclesiale, della politica, del volontariato e delle relazioni più in generale.Il ragazzo e la ragazza vengono così stimolati ad utilizzare le capacità acquisite in una costante testimonianza di attenzione aglialtri e di tensione al cambiamento in ogni ambiente di vita.

L/C

Art. 13BUONA AZIONEL’educazione al servizioin branco e in cerchio siattua superando gradual-mente l’egocentrismo,attraverso piccoli gestiquotidiani chiamati“Buone Azioni”.Il gioco della BuonaAzione consiste nell’impe-gno a far felici gli altrisuscitando stupore egioia. Il clima ideale per laBuona Azione è quellodella Famiglia Felice. I capi aiutano il lupetto ela coccinella a saper sfrut-tare con fantasia tutte leoccasioni per realizzareuna Buona Azione, ancheall’esterno del branco edel cerchio.

E/G

Art. 11BUONA AZIONELa Buona Azione è l’impe-gno assunto dagli esplora-tori e dalle guide con laPromessa di aiutare glialtri in ogni circostanza equindi di saper cogliere leoccasioni adatte per farloogni giorno. La praticadella Buona Azione con-sente a ciascuno di:• rendersi disponibile

verso i componentidella squadriglia e delreparto;

• sviluppare l’abitudine afare il bene in modogratuito e creativo;

• rispondere alle neces-sità di quanti ci stannointorno con concretez-za e con sempre mag-gior competenza.

R/S

Art. 12SERVIZIOL’educazione al Servizio deve essere graduale ed implicare perogni rover e scolta un impegno gratuito e continuativo, a cui si èchiamati da altri, in cui si impara a donare con competenza, aven-do saputo accogliere i bisogni di chi sta intorno.Pur essendo svolto per gli altri e contribuendo quindi al cambia-mento della realtà, il Servizio del rover e della scolta è innanzitut-to mezzo di autoformazione e richiede verifiche ed attenzioni spe-cifiche. Il Servizio si svolge in diversi ambiti, associativi ed extrassociativi,anche se al di fuori del campo dell’educazione, ma privilegiandostrutture ed ambienti dove sia possibile un rapporto con le personeed una continuità compatibile con l’appartenenza alla Comunità.Il Servizio è preceduto da un’analisi, si realizza attraverso la collabora-zione con gli operatori nel territorio e con le istituzioni, è seguito dauna verifica.In tal modo è occasione preziosa per l’educazione alla politica e laformazione di una solida dimensione civica, aiutando il rover e lascolta a maturare la consapevolezza che il più grande bene perso-nale è il bene di tutti e che il cambiamento avviene mediante l’im-pegno personale.Il rover e la scolta si preparano al Servizio partecipando anche alleoccasioni di qualificazione e confronto offerte dall’Associazione o daaltri Enti in vista di una sempre maggiore competenza, di una testi-monianza concreta e di una possibile prosecuzione della presenza inambiti di volontariato dopo la Partenza. È opportuno che le scolte e irover facciano esperienza di diversi tipi di Servizio che offrano lorooccasioni di arricchimento e di formazione nell’ambito del propriocammino di progressione personale.Tutte le alternative di Servizio proposte ai rover e alle scoltehanno pari dignità ed offrono analoghe possibilità di crescita per-sonale, di verifica, di formazione tecnica e motivazionale.In questo processo la Comunità R/S deve essere investita in modoesplicito dei criteri attraverso i quali la Comunità capi ha individuatole priorità nei servizi così da consolidare, nel metodo prima ancorache nell’esperienza, la dimensione politica del Servizio.La Comunità capi si fa garante, verso l’ambiente esterno e verso ilgruppo scout, della qualità e continuità del Servizio svolto dallaComunità R/S.In questo processo la Comunità capi, a cui compete l’individuazio-ne delle priorità educative e dei bisogni del territorio, investe laComunità R/S in modo esplicito nella definizione delle modalità edegli ambiti specifici di intervento, così da consolidare la dimensio-ne educativa e politica del servizio.

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Art. 21 - Vita comunitariaLo scautismo è una proposta di vita comunitaria, in cui ciascuno sviluppa la propria identità e ha un suo ruolo, e in cui l’impe-gno e la responsabilità del singolo sono indispensabili per la crescita della comunità.L’esperienza comunitaria aiuta il ragazzo e la ragazza ad acquistare fiducia in se stessi e ad aprirsi agli altri, grazie al senso diappartenenza e al clima di fraternità, di gioia, di rispetto e di fiducia che caratterizzano la comunità.In particolare l’esperienza comunitaria insegna: il metodo democratico nell’assunzione e nell’esecuzione delle decisioni, tra-mite il coinvolgimento di tutti i membri della comunità; la conoscenza dei punti di vista altrui, il confronto con i propri, laricerca di punti di vista comuni, alla luce dei valori della Legge, della Promessa e del Motto; la progressiva assunzione di impe-gni e responsabilità attraverso il graduale sviluppo dei ruoli, degli incarichi e delle funzioni.È opportuno che il numero dei ragazzi e/o delle ragazze nelle unità sia tale da consentire l’instaurarsi di un reale legame di fra-tellanza e di un sentimento di appartenenza alla comunità e la verifica della progressione personale di tutti.

L/C

Art. 14FAMIGLIA FELICELa Comunità di branco e dicerchio costituisce il natura-le luogo di incontro e diesperienze significative.Risponde alle specifiche esi-genze di relazioni duraturee profonde tra i bambini econ gli adulti.Tali relazioni si vivono inun clima sereno basato sullafiducia e sulla lealtà. LaFamiglia Felice dona adogni bambino e bambina lasicurezza di essere inseritiin un cammino personale dicrescita da compiere insie-me agli altri.La Famiglia Felice è alimen-tata da gesti, segni emomenti particolari chefacciano comprendere a cia-scuno la propria importan-za come singolo, con la pro-pria diversità e originalità, eil piacere di giocare insiemee di volersi bene.

E/G

Art. 12VITA COMUNITARIALa comunità è un bisognodel ragazzo e della ragazza;essa li aiuta a vivere e speri-mentare l’autonomia, adacquisire la capacità di ani-mare gli altri ed è occasionedi costante confronto.La proposta offerta agliesploratori e alle guide èrivolta quindi a tutto ciòche li aiuta, giocando, adosservare, scegliere, speri-mentare, verificare.La squadriglia – in particola-re – e il reparto sono i luoghiprivilegiati per l’esperienzacomunitaria offerta ad esplo-ratori e guide.

R/S

Art. 13 COMUNITÀLa Comunità aiuta ogni rover e scolta a scoprire e maturare la pro-pria vocazione personale, a conoscere la realtà che li circonda e adagire in essa; in quanto esperienza di gruppo, rappresenta un luogoprivilegiato per rispondere a bisogni individuali. Bisogni che sono diappartenenza, di sicurezza, di stabilità, di autorealizzazione di sé, diprotezione, di dominio, di controllo, di amore, di riduzione di tensio-ni individuali e sociali, di autentica comunicazione.Perché questo avvenga è necessario che la Comunità dedichi deltempo alla propria crescita in modo che si crei un clima sempli-ce, fraterno e di accoglienza, dove anche le situazioni di conflittosiano vissute nel rispetto reciproco delle persone.In un clima che tende ad essere fraterno e attraverso una meto-dologia che è attenta a rispettare i tempi di crescita dei singoli, lescolte e i rover si impegnano ad attuare e verificare, con l’aiutodegli altri, un cammino di crescita che, pur essendo personale,cerca di essere adeguato al passo di tutta la Comunità, attento inparticolare a chi fa più fatica. La Comunità è un luogo dove tuttipossono esprimersi, sperimentare concretamente la formazione,l’assunzione e la verifica di decisioni che riguardano tutti e di cuitutti i membri sono responsabili. Nella Comunità ognuno sa dipoter contare sugli altri in qualsiasi momento; in essa si vive indimensione di ricerca, di disponibilità al cambiamento, nellavolontà di impegnarsi.Il cammino della Comunità porterà la scolta e il rover a pren-dere gradualmente coscienza di essere chiamati a far parte diuna comunità più vasta: il richiamo alla fratellanza scout licondurrà a sentire di essere cellule viventi dell’interaAssociazione, a condividerne il cammino portando ad essa ilcontributo delle proprie idee ed esperienze e ciò anche attra-verso la partecipazione agli eventi e ai momenti di verifica econfronto che essa organizza per loro.Le scelte della Comunità dovranno essere costantemente verificatecon quelle di fondo dell’Associazione, in particolare per quantoriguarda l’attenzione alla persona, la valorizzazione della fiducia edel dialogo, il rifiuto esplicito della violenza. È durante l’incontro diquesta Comunità che si attua l’esperienza ecclesiale dell’annuncio,della catechesi e della liturgia; la preparazione dei programmi e laverifica della loro realizzazione; la comunione di esperienze e pro-blemi; l’ascolto e la correzione fraterna; l’approfondimento nelCapitolo di temi particolarmente importanti; la Strada e tutte lealtre attività suggerite dalla metodologia della branca.La Comunità è poi sempre attenta anzi ad aprire la scolta ed ilrover verso gli altri ambienti in cui vivono: la famiglia, la scuo-la, gli amici, la parrocchia, l’ambiente di lavoro, il quartiere, ilpaese, il mondo intero.

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Art. 22 - Comunità e vita di gruppoLa proposta di vita comunitaria dello scautismo si attua all’interno delle unità composte da ragazzi e/o ragazze di età differen-ti. Ogni branca ha poi proprie strutture nelle quali essi vivono relazioni interpersonali tra di loro e con gli adulti, diverse eproporzionate all’età e alle loro esigenze di crescita.La scelta di adottare nel gruppo unità miste o parallele spetta alla Comunità capi avendo riguardo alle esigenze dell’ambiente,alla disponibilità di capi e – per quanto concerne le unità miste – all’esistenza delle condizioni previste dal Regolamento sull’Organizzazione.

L/C

Art. 15TIPOLOGIA DI UNITÀIl branco e il cerchio possonoessere unità monosessuali, unitàparallele, unità miste.• Le unità monosessuali facilitano

un percorso educativo omoge-neo; per esse può risultareopportuno, per il raggiungi-mento di una dimensione edu-cativa completa, favorire incon-tri con unità dell’altro sesso;

• le unità parallele danno lapossibilità di dosare opportu-namente i momenti di incon-tro e di attività comune, pre-visti all’interno dello stessoprogramma di branco e dicerchio, secondo le neces-sità;

• le unità miste, costituite inmodo equilibrato da bambinie bambine, offrono delleopportunità più immediate diconfronto fra i sessi e di cre-scita comune. Per questo ènecessario che il programmaparta da un’adeguata rispostaalle esigenze formative dell’u-no e dell’altro sesso.

In concreto, la maggiore o mino-re opportunità di adottare latipologia di unità sarà valutatadalla Comunità capi, in base alproprio progetto educativo.

Art. 16NUMERO DEI BAMBINIPer favorire l’instaurarsi di realilegami di fratellanza, di senti-menti di appartenenza, pergarantire la verifica della pro-gressione personale di ognunoe per rendere autentico il rap-porto adulto-bambino, è neces-sario che il numero dei bambininell’unità non sia inferiore a 12né superiore a 30 e che vi siaequilibrio tra le diverse età e trai sessi nelle unità miste.

R/S

Art. 14STRUTTURA DELLA COMUNITÀ R/SAll’interno della stessa ComunitàR/S si distinguono due momentiformativi: il primo comprende lescolte e i rover che hanno sceltodi vivere nel clan (o nel fuoco, secomposto da sole scolte) la pro-posta del roverismo-scoltismo; ilsecondo comprende i novizi e/ole novizie che, nel noviziato,sperimentano la proposta stessa.La Comunità per garantire dina-miche favorenti il confronto el’arricchimento del gruppo, manel rispetto dell’espressione deisingoli e della loro progressionepersonale, è costituita da unnumero adeguato di partecipan-ti. Pertanto la Comunità, sia diridotta entità che numerosa(sopra i 25 membri) non puògarantire la crescita né per se’né per i singoli.

Art. 15CLAN FUOCOLa vita del clan/fuoco è luogo etempo di scelta, di fedeltà e dimaggiore responsabilità verso disé e verso la Comunità. Sollecitale persone a sviluppare un pro-getto personale di progressione,consente di esprimere e speri-mentare insieme valori ed idealiche sono alla base della vitacomunitaria, sostiene le scolte e irover nelle loro esperienze diServizio individuale.La presenza nel clan/fuoco digiovani di diversa età crea le pre-messe migliori perché fra essiavvenga uno scambio di espe-rienze diverse.Per facilitare questo nelclan/fuoco si possono costituiregruppi più piccoli, permanenti otemporanei, con persone di etàdiversa per realizzare specificiprogetti previsti dal programma

E/G

Art. 13SQUADRIGLIALa squadriglia è la struttura fondamentale del reparto eoffre ai ragazzi e alle ragazze, in età esploratori e guide,un’esperienza primaria di gruppo.È composta da sei - sette ragazzi o ragazze di tutte le etàed è monosessuale.Tale caratteristica di verticalità aiuta gli esploratori e leguide, attraverso il trapasso delle nozioni, a raggiungeremaggiore sicurezza in se stessi e ad aprirsi agli altri: ciògrazie al clima di fiducia e allo stimolo alla corresponsa-bilità, dinamica educativa peculiare di questa piccolacomunità.La verticalità all’interno della Squadriglia consente inol-tre di offrire a più ragazzi e ragazze la possibilità di vive-re l’esperienza di Caposquadriglia.Ogni squadriglia vive una reale autonomia utilizzandomateriale, denaro e un angolo proprio; realizza, in spiri-to d’avventura e con lo stile del gioco, imprese ideatedai ragazzi stessi.La vita di squadriglia prevede oltre alla riunione setti-manale frequenti uscite tendenzialmente mensili, sepossibile con pernottamento, che offrono occasioniper vivere e sperimentare in modo sistematico l’auto-nomia.La squadriglia è uno dei luoghi privilegiati in cui ogniE/G può vivere e concretizzare il proprio Sentiero.Le squadriglie assumono i nomi suggeriti da B.-P. eusano le insegne corrispondenti (Allegato 1).

Art. 14INCARICHI DI SQUADRIGLIAOgni esploratore e guida assume, all’interno dellasquadriglia un incarico, proporzionato al proprio sen-tiero. Tale incarico è un’insostituibile esperienza diresponsabilizzazione; per questo motivo deve esseresperimentato come indispensabile per la vita dellasquadriglia, ed essere esercitato per un periodo suffi-cientemente lungo, perché corrisponde ad esigenzepermanenti (ad esempio cicala, mercurio, guardianodell’angolo, liturgista, tesoriere, ecc.). Differisce dai“posti d’azione” (ad esempio disegnatore, topografoecc.), legati invece all’impresa del momento e corri-spondenti a effettivi impegni, piccoli o grandi, neces-sari per la realizzazione dell’impresa stessa.

Art. 15CAPOSQUADRIGLIAOgni squadriglia viene animata da unCaposquadriglia scelto dallo Staff di Reparto, sentitoil Consiglio Capi, tra gli esploratori e le guide in

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 17SESTIGLIE E CAPOSESTIGLIAL’unità si articola in sestigliecontraddistinte, per il branco dalcolore del mantello dei lupi, peril cerchio dal colore dell’arcoba-leno o dal nome dei fiori.La sestiglia è il sottogruppo cheha stabilità all’interno del brancoe del cerchio e garantisce chebambini di età diversa collabori-no e giochino insieme, nelrispetto reciproco. Essa favori-sce il trapasso delle nozioni el’inserimento dei più piccoli; dàla sicurezza e la familiarità delpiccolo gruppo; facilita l’orga-nizzazione interna dell’unità,ponendosi come valido gruppodi riferimento sia per i bambini,sia per i capi. Nelle unità miste èpreferibile che le sestiglie sianocomposte da bambini e bambi-ne.Il caposestiglia dovrebbe essereun lupetto o una coccinella chesta vivendo il terzo momentodella progressione personale, percui tale esperienza rappresentauna valida occasione per esprime-re tangibilmente la disponibilitànei confronti dell’unità.

Art. 18GRUPPI OCCASIONALIAll’interno dell’unità si possonocostituire gruppi occasionali,limitati nel tempo, in vista diobiettivi specifici. Essi possonoessere: spontanei (gruppi diinteresse, gruppi di gioco…) peroffrire ad ognuno la possibilitàdi seguire le proprie inclinazio-ni, dar spazio alle iniziative edaiutare i bambini ad effettuare inautonomia la scelta delle proprieattività; o formati dai capi, persperimentare attività e tecnichenuove.

Art. 19ACCOGLIENZA IN BRANCO E IN CERCHIOParticolari attenzioni, anche attra-verso specifici momenti, sonorivolte ai bambini accolti nell’u-nità; essi hanno lo scopo di inse-rirli gradualmente nel branco e

o svolgere determinati serviziall’interno della Comunità.

Art. 16NOVIZIATOIl noviziato è il primo momentodella branca R/S in cui i tre ele-menti del metodo (Strada,Comunità e Servizio) sono vissu-ti nella dimensione della scoper-ta e della preparazione; essodura un anno. Eccezionalmentela Comunità capi può valutarel’opportunità di variarne la dura-ta. Queste soluzioni richiedonoun impegno particolare ed un’at-tenzione maggiore da parte deicapi ai singoli ragazzi e ragazzeed alle loro esigenze specifiche.Strada e Comunità costituisconomomenti forti delle attività etutto ciò che viene proposto siconcretizza in avventure, inincontri con gli altri, in occasio-ni per conoscere meglio se stes-si e scoprire i propri limiti e leproprie potenzialità.La riflessione sulle esperienzefatte e la conoscenza dei realibisogni degli altri devono inoltreportare il novizio e la novizia arispondere con la disponibilitàed il Servizio. Nel noviziato, leesperienze di Servizio sonocomunitarie o, se individuali, dibreve durata, sotto la responsa-bilità dei capi.Il clan e il noviziato prevedonospecifiche attività in comuneper garantire unità e continuitàdi proposta educativa e metodo-logica e per consentire al clan diproporsi al noviziato comeComunità educante, i cui gestisono più significativi e credibilidi ogni proposta verbale.

Art. 17 CARTA DI CLANLa Carta di clan è un documentodella Comunità che rende espli-cite le proprie caratteristiche etradizioni. Il clan o fuoco vi fissale proprie riflessioni, nonché ivalori che il rover e la scolta siimpegnano a testimoniare; stabi-lisce particolari ritmi della pro-pria vita e si arricchisce progres-sivamente del risultato delleesperienze vissute dalla

cammino verso la Tappa della Responsabilità, inbase alle esigenze della squadriglia. Tale ruolo è unanotevole esperienza di crescita e di responsabilizza-zione dei più grandi del reparto, perché:• educa alla responsabilità di persone e non soltan-

to di cose;• invita all’ascolto e alla disponibilità nei confronti

dei più piccoli: questi infatti sono portatori diun’esperienza diversa e offrono un’occasione distimolo e di confronto;

• abitua all’autorità come servizio e attenzione aglialtri;

• consente di attuare il trapasso delle nozioni.Uno dei compiti principali del Capo Squadriglia saràquello di impegnarsi il più possibile ad essere a cono-scenza del Sentiero dei suoi squadriglieri e di accompa-gnarli nella concretizzazione delle mete negli impegni.

Art. 16VICE CAPOSQUADRIGLIAUn ulteriore ruolo significativo è quello del vicecaposquadriglia, scelto con le stesse modalità delcaposquadriglia.È un ruolo che offre un’esperienza utile di collabora-zione con il caposquadriglia nella ricerca e nel con-fronto delle possibili decisioni utili a tutta la squadri-glia. Questa collaborazione darà luogo a una riparti-zione di compiti e responsabilità, ai fini dell’anima-zione dell’intera squadriglia.Il vice caposquadriglia partecipa talvolta alle attivitàdel Consiglio capi, anche al fine di verificare insiemeal capo squadriglia l’attività di squadriglia e gestireparticolari attività di reparto e nelle occasioni in cuitale organo è chiamato a verificare l’andamento dellavita di squadriglia.Il vice è elemento di continuità nella vita della squa-driglia che trova nel trapasso delle nozioni lo strettorapporto con il caposquadriglia e con il Consigliocapi: è opportuno, infatti, che l’esperienza di vicecaposquadriglia sia vissuta nel segno di una progres-siva assunzione di responsabilità e consapevolezzaper prepararsi a diventare in futuro, con un certogrado di competenza già acquisita, caposquadriglia.

Art. 17CONSIGLIO DI SQUADRIGLIATutte le decisioni sulla vita di squadriglia e sulle impre-se sono di competenza del Consiglio di Squadriglia, cheè composto da tutti i membri della squadriglia.È impegno del Capo e del Vice Caposquadriglia render-lo democratico e ottenere poi da tutti il rispetto delledecisioni.Il Consiglio, al termine di ogni impresa e di ognimomento significativo della vita di squadriglia, neverifica la realizzazione e lo stile tenuto da tutti, estabilisce i traguardi successivi. L’impegno personaledi ogni E/G è verificato in base al Sentiero di ciascu-no/a. Il Consiglio di Squadriglia è infine ambito privi-legiato per la verifica di mete e impegni dei singoliin preparazione al Consiglio della Legge.

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nel cerchio, di presentare lorole tradizioni, il significato e ilvalore della Legge e prepararlialla Promessa.

Art. 20CONSIGLIO DEGLIANZIANIIl Consiglio degli anziani, chenel linguaggio della Giungla edel Bosco, assume il nome diConsiglio di Akela e Consigliodell’Arcobaleno, è una struttu-ra stabile del branco e del cer-chio. Esso comprende i lupettie le coccinelle del branco edel cerchio dell’ultimo anno eha lo scopo di offrire esperien-ze più vicine alle loro esigen-ze. Sviluppa un programmaproprio, inserito pienamentenel programma di unità, conattività specifiche che offronoad ognuno incarichi e respon-sabilità personali. Si riuniscecon continuità, curando chetali incontri non si sovrappon-gano alle altre attività del bran-co e del cerchio.

Art. 21CONSIGLIO DELLARUPE /CONSIGLIO DELLA GRANDE QUERCIAIl Consiglio della rupe nel bran-co e il Consiglio della GrandeQuercia nel cerchio costitui-scono un momento privilegiatoche la comunità vive nello spi-rito di Famiglia Felice e allaluce della Legge, per:• discutere, verificare e pren-

dere coscienza del cammi-no compiuto insieme;

• prendere le decisioni piùimportanti per la vita del-l’intera comunità;

• esprimere idee e aspettativetese alla costruzione di unostile e una prassi di vitaindirizzati al bene comune.

Il Consiglio della rupe e ilConsiglio della GrandeQuercia scandiscono imomenti significativi nella vitadel branco e del cerchio.

Comunità. È scritta e periodi-camente rinnovata dalclan/fuoco, e viene presentataal noviziato. La carta di clan èstrumento per la progressionedella persona e della comu-nità, in quanto essendo undocumento della comunità èspecchio anche del singolo. Èuno dei punti di riferimentoper la verifica della propriaposizione nei momenti di“Punto della Strada”.

Art. 18 PROGRAMMANel clan/fuoco il programmadeve tener conto delle indica-zioni della Carta di clan, deveavere un respiro pluriennale perutilizzare tutti gli elementi delmetodo ed offrire così moltepli-ci occasioni di crescita. Ognianno il programma viene defini-to con precisione, modificandose necessario le linee di fondosulla base delle verifiche fatte.Il programma viene formulatorispettivamente dal clan/fuocoe dal noviziato attraverso unapartecipazione sempre piùpiena dei singoli rover, scoltee novizi/zie.

Art. 19VEGLIALa veglia è un modo col qualela Comunità incontra altre per-sone e comunica ad esse leproprie riflessioni ed esperien-ze. Essa utilizza le più diversetecniche espressive, non soloper arricchire i concetti daesporre, ma anche perchéogni membro della Comunitàpossa trovare il modo che piùgli è congeniale per comunica-re con gli altri.

Art. 20FESTA E CANTOL’espressione di sé attraversomodalità diverse, come lafesta, il canto, la danza, è unmezzo importante della meto-dologia scout. In questo modola Comunità R/S sottolinea isuoi momenti più significativi,sviluppa l’armonia attraverso ilcontributo originale di tutti.

Art. 18USCITE E MISSIONE DI SQUADRIGLIALe uscite di squadriglia consentono una progressiva con-quista di autonomia e di responsabilità da parte deiragazzi e delle ragazze.Le uscite di squadriglia con pernottamento sono parteessenziale del metodo scout: la progressiva conquista diautonomia e di responsabilità da parte dei ragazzi e delleragazze porta a occasioni in cui essi vengono messi allaprova, specie i più grandi, sperimentando sia la capacitàdi organizzazione, sia le competenze e lo spirito con cuiviene vissuto lo scautismo senza la presenza dei capi.Pertanto, le eventuali difficoltà incontrate non giustifica-no la rinuncia a esse.La missione di squadriglia è un’uscita in cui gli obiettivie le tecniche per raggiungerli vengono indicati dai capi.Essa costituisce occasione privilegiata per gli E/G di vive-re concretamente lo spirito del Motto.

Art. 19SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIAVivere l’avventura in periodi lunghi, nel succedersi diimprese e missioni, consente a una squadriglia di rag-giungere una o più specialità.La specialità di squadriglia è uno strumento atto a svilup-pare il senso e il valore di un percorso di crescita comu-nitario in ordine all’autonomia ed alla competenza.La squadriglia consegue una specialità se nell’anno scoutrealizza una missione e due imprese di squadriglia(anche se nell’ambito di un’impresa di reparto). Le dueimprese tendono alla realizzazione di attività in cui si svi-luppi con particolare competenza l’insieme delle tecni-che della specialità prescelta. La missione verterà sulletecniche della specialità. La squadriglia e il caporepartoinviano agli Incaricati regionali della branca E/G unarelazione delle tre attività, compresa una loro valutazio-ne, relativamente allo scopo prefisso.Gli Incaricati regionali assegnano il guidoncino di specia-lità di squadriglia, che viene legato sotto la bandierinadistintiva di squadriglia. Ogni squadriglia può ottenereuna sola specialità, che è valida per tutto l’anno scoutsuccessivo a quello in cui è stata conquistata. La specia-lità conseguita è confermata per un solo ulteriore anno,se la squadriglia realizza una nuova impresa affine, chene dimostri almeno lo stesso grado di autonomia e com-petenza. Nell’allegato 2 è compreso l’elenco delle spe-cialità di squadriglia.

Art. 20REPARTO E SUE TIPOLOGIEL’insieme delle squadriglie forma la comunità più ampiadel reparto. Questa offre ai ragazzi e alle ragazze unospazio di crescita e di scambio più ricco e articolato,anche per la presenza degli adulti. Per poter seguire ilsentiero di ogni esploratore e guida, il numero dei com-ponenti deve essere limitato; in particolare si otterrannorisultati educativi significativi con non più di 30-32ragazzi e ragazze. D’altra parte, per consentire un buonclima di gioco e avventura, sono necessari almeno unadozzina di componenti così da formare due squadriglie.

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Art. 22RIUNIONILo svolgimento delle attività,previste dal programma diunità, deve poter avvenire inuna tana e in una sede delbranco e del cerchio. Pergarantire la continuità dellaproposta è opportuno svolge-re almeno una riunione setti-manale.

Art. 23PROGRAMMA DI UNITÀ,PISTA DI BRANCO ESENTIERO DI CERCHIOLa storia passata, l’esperienzapresente e l’orientamentofuturo del Branco e delCerchio costituiscono la Pistadi Branco e il Sentiero diCerchio. La storia passata è lamemoria del vissuto dell’unità,l’esperienza presente si vivenell’attuazione del programmaannuale, l’orientamento futuroè la tensione all’educare albuon cristiano e al buon citta-dino.Il programma annuale di unitàconcretizza gli obiettivi delprogetto educativo, tenendoconto delle caratteristiche delBranco e del Cerchio. È costi-tuito dall’insieme pianificatodi esperienze ed attività, vissu-te nell’atmosfera dell’Am-biente Fantastico. Deve tenerpresente in modo equilibratoed intenzionale i quattro puntidi B.-P, tradotti nei Filoni, percontribuire allo sviluppoarmonico della persona e dellacomunità. Prevede opportunimomenti di verifica in Staff ein Comunità capi.

Per il raggiungimento degli obiettivi della branca, ognireparto può avere una propria struttura:• reparto monosessuale;• reparto parallelo;• reparto misto. Il reparto monosessuale ha il vantaggio di favorire un’op-portuna identificazione sessuale del ragazzo e dellaragazza, permette un coinvolgimento graduale e comple-to nell’affrontare le varie difficoltà, grazie allo stimolo diun ambiente sereno e fraterno. I reparti paralleli, oltre ai vantaggi dei reparti monoses-suali, permettono di dosare opportunamente i momentidi incontro e di collaborazione con l’altro sesso. I duereparti devono essere piuttosto piccoli, al massimo di tresquadriglie ciascuno. Le rispettive direzioni lavoranoinsieme per la preparazione e la verifica del progetto diunità; questo, uguale negli obiettivi, si diversifica a voltenei mezzi da usare date le diversità di partenza. Le duedirezioni, pur seguendo regolarmente la propria unitànelle attività separate dei ragazzi, preparano insieme leuscite e i campi e li svolgono insieme quando è il caso. IlConsiglio della Legge viene tenuto per singolo reparto, ameno che l’impresa non li abbia coinvolti entrambi. Leattività di alta squadriglia possono essere svolte insieme,ma sono da prevedere anche attività separate.Qualora fosse presente nel gruppo una unità mista nellebranche l/c è auspicabile che la proposta educativa direparto sia realizzata nella struttura parallela, al fine dioffrire una spinta più forte nella direzione della forma-zione della identità. Il reparto misto, formato da squadriglie maschili e femmi-nili, offre il vantaggio di una maggiore continuità d’incon-tro e di collaborazione tra ragazzi e ragazze che apparten-gono alla stessa comunità. Tale scelta è dettata da motivipedagogici e non organizzativi. Deve comunque assicuraremomenti separati che favoriscano l’identificazione con ilproprio sesso. L’attività di squadriglia è molto potenziata alfine di recuperare momenti indispensabili di omogeneitàsessuale. La direzione dell’unità è affidata ad un capo e aduna capo, che abbiano terminato l’iter di formazione, e adun assistente ecclesiastico.

Art. 21REPARTI NAUTICI E LORO SPECIFICITÀI reparti che scelgono il mare, il lago, il fiume, comeambiente educativo, possono essere in successione:• reparti ad indirizzo nautico;• reparti nautici.Per raggiungere queste particolari specificità, il reparto,in armonia con il progetto educativo elaborato dallacomunità capi, si strutturerà progressivamente, adeguan-do le competenze dei capi e l’idoneità delle attrezzature.Gli staff di reparto sono tenuti a far rispettare con lamassima attenzione le norme di sicurezza in acqua ed apossedere particolari competenze tecniche e metodolo-giche, acquisite anche tramite la frequenza di specificicorsi organizzati dal settore Nautico.Le unità interessate all’ambiente acqua che vogliono svolge-re saltuarie attività possono essere supportate dal settoreNautico con cui ricercheranno occasioni d’incontro.

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Il settore Nautico organizza, d’intesa con la branca esploratori/guide, corsi ed atti-vità per tutti gli esploratori, le guide e le unità interessate alle tecniche nautiche.• Reparti ad indirizzo nautico. Un reparto può definirsi ad indirizzo nautico

quando decide intenzionalmente di valorizzare le potenzialità educative dell’e-lemento acqua, sviluppando con continuità e progressiva competenza le tecni-che nautiche.

• Reparti nautici. Un reparto può definirsi nautico quando svolge sistematicamenteattività nautiche, vivendo con naturalezza sull’acqua e sfruttando tutti i mezzi e leoccasioni educative che tale ambiente offre.

Nello svolgimento delle attività nautiche i reparti possono suddividere i ragazzi ele ragazze dell’unità in equipaggi, in base al tipo di imbarcazioni in uso e allecompetenze richieste per la loro conduzione.

Art. 22CONSIGLIO CAPIIl Consiglio Capi è luogo privilegiato dove si vive la cogestione del Reparto. Ècostituito dai Capisquadriglia, dai Capi Reparto, dall’Assistente Ecclesiastico,eventualmente dagli Aiuti (tenendo conto che il rapporto numerico non finiscaper condizionare i ragazzi e le ragazze) e, quando è opportuno, dai ViceCapisquadriglia.Si riunisce con frequenza regolare al fine di organizzare e gestire la vita delReparto; è competente nel leggere costantemente la situazione e i bisogni delReparto; ne stabilisce il programma (nel rispetto dei tempi e delle necessità lega-te alle imprese in corso); elabora e propone iniziative al Reparto; prepara ilConsiglio della Legge e garantisce poi il rispetto delle decisioni. Il Consiglio Capi poi, quando progetta e programma i momenti di vita del repar-to, individua le occasioni più adeguate nelle quali i singoli esploratori e guidepotranno concretizzare gli impegni del loro sentiero.Esso è inoltre momento di crescita per i Capisquadriglia: in esso, infatti, i ragazzie le ragazze più grandi sono aiutati a vivere l’esperienza della responsabilità dicose e di persone, in un ottica di servizio, di collaborazione e di solidarietà.

Art. 23ALTA SQUADRIGLIAL’alta squadriglia è l’ambiente educativo offerto ai ragazzi più grandi del repartoper rispondere meglio alle loro esigenze mutate nel passaggio dalla preadole-scenza all’adolescenza. Lo stile e il clima dell’impresa che si vive in Alta squa-driglia si propone pertanto di aiutare i ragazzi e le ragazze ad affrontare laricerca della loro nuova identità nel rapporto con se stessi, con i coetanei,con gli adulti e non ha compiti di gestione del reparto.In questo momento di maturazione del ragazzo e della ragazza, è importan-te che il capo approfondisca il dialogo con loro, per poterli aiutare mag-giormente nella loro crescita.È formata dai ragazzi e dalle ragazze del reparto che, per la loro maturazionepersonale, manifestano l’esigenza di farne parte, insieme al capo e alla capo-reparto, all’assistente e, eventualmente, agli aiuti. Sono i capireparto e l’assi-stente che invitano l’esploratore e la guida, in qualsiasi momento dell’anno, avalutare e scegliere la partecipazione alla vita dell’alta squadriglia. Non vi siaccede né perché si è capo o vice caposquadriglia, né per meriti.L’alta squadriglia svolge le attività in momenti diversi e indipendenti dallavita del reparto. È importante che l’attività non si sovrapponga a quella direparto, e che l’impegno dei più grandi non vada a discapito di quello svoltoin reparto e in squadriglia.L’attività di alta squadriglia è ricca di elementi del metodo E/G (avventura,vita all’aperto, impresa ecc.) e di elementi peculiari (riflessione, confrontoecc.), adatti all’età.Per l’alta squadriglia sono maggiormente caratteristici la concretezza delleesperienze e lo stile dell’impresa.Anche in alta squadriglia si vive una catechesi sistematica, e si sviluppa l’abi-tudine a pregare la Parola di Dio e a verificare con essa la propria vita.

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Art. 23 - GiocoLo spirito del gioco pervade tutta la vita delle unità, coinvolgendo ragazzi e capi così da finalizzare ogni attività ad uno scopoappassionante e divertente.Il gioco è il mezzo per caratterizzare tutte le attività in un clima di gioia, di fiducia e di lealtà verso gli altri e verso se stessi.Il gioco consente al ragazzo e alla ragazza di vivere e conoscere la realtà, di esprimere se stessi, di sviluppare creativamente le pro-prie doti, di acquisire il senso del gratuito, di cogliere capacità e limiti personali, di comunicare e collaborare con gli altri.

L/C

Art. 24GIOCOIl gioco fa parte del mondo del bambino; divienepertanto elemento centrale della metodologiadella branca. Attraverso il gioco i bambini si misu-rano continuamente con se stessi, conoscono ilproprio corpo, ne acquisiscono il controllo, siesprimono e comunicano con gli altri, con creati-vità e fantasia.Giocando i bambini imparano a sperimentare,osservare e interiorizzare consapevolmente leregole, ad avere rispetto degli altri, ad accettare ipropri limiti facendo sempre del proprio meglioper superarli, e a collaborare con gli altri. Essi eser-citano le proprie funzioni motorie, cognitive, crea-tive e percettive, vivendo la propria esperienzacon stile e nello spirito scout.Nel branco e nel cerchio il gioco è strumento fon-damentale per proporre le attività e per svolgerle.Come mezzo pedagogico portante, il gioco con-sente la costruzione dei rapporti tra i bambini etra questi e i capi.Tale positiva relazione è occasione per i capi diapprofondire la conoscenza dei bambini, terrenoadeguato per manifestare la fiducia che si riponenella capacità di ognuno e luogo di incoraggiamen-to per il superamento delle difficoltà.

E/G

Art. 24GIOCOLo spirito del gioco avventuroso pervade tuttala vita del reparto, coinvolgendo ragazzi, ragaz-ze e capi, così da finalizzare ogni attività a unoscopo appassionante, educando al senso dellagratuità inteso come operosità gioiosa e disinte-ressata. È lo stile con il quale vengono affronta-te anche le difficoltà.Il gioco è il mezzo per caratterizzare tutte le atti-vità in un clima di gioia, di fiducia, e di lealtàverso gli altri e verso se stessi. È attraverso ilgioco che l’esploratore e la guida traducono inattività l’avventura che richiede a ciascuno lacapacità di misurarsi con l’imprevedibile e diimparare così a valorizzare le proprie potenzialità.Nei grandi giochi, in particolare, è offerta a cia-scun ragazzo e a ciascuna ragazza la possibilitàdi sperimentare, attraverso un ruolo attivo, l’av-ventura che deriva soprattutto dall’impegnocomplessivo e dalle difficoltà tecniche daaffrontare, pur rimanendo un’esperienza amisura del ragazzo e della ragazza.Il capo gioca con gli esploratori e le guide:risveglia così l’entusiasmo del reparto e li aiutaad assumere un atteggiamento più sereno eautentico.

R/S

Art. 21GIOCOIl gioco è un elementofondamentale per la coe-sione e la costruzionedella Comunità R/S;occorre dargli uno spa-zio quotidiano, nelloscandire i ritmi dellacomunità.Con le sue caratteristi-che di spontaneità, gra-tuità, educazione alrispetto delle regole,espressione del singoloe della Comunità, ali-menta il piacere distare insieme, migliorala partecipazione deirover e delle scolte allavita della comunità,educa all’ottimismo,alla speranza, alla gioiadi vivere.

Art. 24 - Vita all’aperto ed educazione ambientaleLa vita all’aperto, prevalentemente in ambienti naturali ma anche alla scoperta delle città dell’uomo, è un ambito irrinunciabi-le in cui si attua la formazione scout.Essa offre la possibilità di scoprire le relazioni che legano gli elementi di un ambiente, del ruolo che in esso è chiamato a gio-care l’uomo e di riconoscere l’uomo stesso come parte di un unico disegno di Dio Creatore.La vita all’aperto risponde al bisogno di avventura, insegna la semplicità e l’essenzialità, sviluppa il senso di solidarietà e mettealla prova la disponibilità all’aiuto reciproco, è luogo di esperienza delle tecniche scout. Il confronto con le difficoltà concre-te, proprie del gioco avventuroso dello scautismo, dà la misura della propria povertà, ma anche delle possibilità di inserirsipositivamente nel proprio ambiente di vita.Questa abitudine a scoprire e a stabilire relazioni costituisce una scuola attiva per una presa di coscienza della propria personale corre-sponsabilità nell’uso equilibrato delle risorse naturali e promuove comportamenti corretti orientati verso lo sviluppo sostenibile.

L/C

Art. 25VITA ALL’APERTOIl branco e il cerchio vivono in contattocon la natura. L’incontro con l’ambientenaturale va proposto con equilibrio e pro-gressione, in ogni stagione e in ognitempo, sviluppando le tecniche delloscouting.Dall’incontro ben guidato con l’ambientenaturale, il lupetto e la coccinella apprendono

E/G

Art. 25VITA ALL’APERTOLa vita all’aperto viene vissuta principal-mente nella sua dimensione di avventura,connaturata all’età, ispirata il più possibilea reali vicende della vita; deve essere basa-ta su tutte le tecniche dello scouting chestimolano nei ragazzi e nelle ragazze l’as-sunzione di responsabilità, la concretezzae il senso della competenza, la padronanza

R/S

Art. 22VITA ALL’APERTOIl contatto con la natura educaalla conoscenza dei problemiambientali, al corretto uso dellerisorse energetiche e naturali,alla responsabilità nei confrontidella salvaguardia dell’ambienteanche per le generazioni futuree all’attenzione ai problemi che

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uno stile personale concreto di rispetto eattenzione alla realtà intorno a sé e all’utiliz-zo delle risorse.Il rapporto con l’ambiente naturale, vissu-to nelle attività del branco e del cerchio,aiuta a comprendere e vivere con il mede-simo stile di scoperta, attenzione e rispet-to, l’ambiente umano, verso il quale vannoindirizzate attività di conoscenza e giochi,come occasione di comprensione dellostesso e dei problemi dell’uomo e dei suoisforzi di risoluzione.Nello stesso tempo il contatto con la naturadiventa occasione per scoprire il proprioruolo di creatura e lo stupore di fronte allemeraviglie del mondo e dell’uomo; perconoscere il proprio corpo e crescere inmodo sano; per comprendere le leggi e iritmi della natura.

Art. 26VACANZE DI BRANCO /VACANZE DI CERCHIONel periodo estivo, come conclusione del-l’attività svolta durante l’anno, tutta l’unitàvive un campo in accantonamento denomi-nato “Vacanze di branco /Vacanza di cer-chio” della durata da sei a dieci giorni.Le vacanze di branco e di cerchio rappre-sentano:• un momento privilegiato, il più bello e il

più intenso di tutto l’anno, per conosceree tessere rapporti significativi con i lupettie le coccinelle;

• la sintesi di un anno di lavoro;• un momento per impegnare maggior-

mente le energie dei bambini e per sti-molare in loro il desiderio di faremeglio;

• un momento che consente di rivederecon chiarezza il cammino dell’unità inun’atmosfera di semplicità e FamigliaFelice, con uno stile di responsabilizza-zione e di partecipazione;

• un’apertura verso un nuovo anno di atti-vità.

di capacità organizzative e di soluzione didifficoltà impreviste, la creatività, l’essen-zialità e il senso del valore delle cose, non-ché la collaborazione reciproca fra le per-sone. La natura è l’ambiente privilegiato in cuifar vivere il maggior numero di attività airagazzi e alle ragazze del reparto, in cuisperimentare lo spirito di avventura, lacuriosità dell’esplorazione e il gusto dellasfida. Aver colto la natura come creato equindi come dono gratuito di Dio educaalla consapevolezza di esservi inseriti noncome padroni, ma come ospiti che devo-no rispettare e custodirne i ritmi e la sto-ria, coscienti di esserne corresponsabilicon le generazioni passate e future.La vita all’aperto, e l’ambiente più in gene-rale, diventano la palestra per sperimenta-re situazioni sempre nuove e diverse cherichiedono, nell’affrontarle, spirito diosservazione e conseguente capacità diadattamento.È importante che tutti i ragazzi e le ragaz-ze acquisiscano le capacità tecniche gene-rali necessarie per la vita della squadrigliae del reparto nella natura e imparino, inol-tre, a valutare l’impatto ambientale dellaloro presenza.

Art. 26CAMPO ESTIVOIl campo estivo, momento privilegiatodella squadriglia e della vita di tutto ilreparto, risponde alle esigenze dei ragazziche chiedono autonomia, avventura, con-divisione; risponde inoltre all’offerta dimomenti educativi anche per quantoriguarda bisogni meno espressi.Il campo è un banco di prova per i ragazziper quanto riguarda:• le capacità tecniche maturate;• i rapporti vissuti;• l’autonomia raggiunta dalle squadriglie;• la gestione delle attività;• lo spirito di adattamento all’ambiente

circostante.Il reparto vive questo momento curandoche le attività e le tradizioni siano vissutecon serietà, essenzialità, divertimento,nello stile di impresa che caratterizza tuttala durata del campo.

la presenza dell’uomo può crea-re, favorendo scelte correttenelle attività di vita all’aperto. Inbranca R/S la vita all’apertoviene principalmente vissutanella dimensione della strada.

Art. 23ROUTEÈ il modo caratteristico di vivereil roverismo-scoltismo.Presuppone più giorni di cammi-no, il pernottamento in postidiversi e lontani fra loro, un’ali-mentazione sana e uno zainoessenziale e leggero, un percor-so interessante e un tema difondo che leghi i momenti deivari giorni. Viene organizzatacon cura, accettandone gliimprevisti. Attraverso l’esperien-za della route i rover e le scolteassaporano lo spirito della sco-perta degli altri e delle cose, ilgusto dell’avventura, del contat-to con la natura, vivendo le gior-nate con ritmi nuovi in sempli-cità ed essenzialità, nella tensio-ne continua del superamentodei propri limiti.Esistono altre forme di campi (dipreghiera, di Servizio, di incon-tro con comunità, ecc.) che inparticolari momenti rispondonomeglio alle esigenze dellaComunità.Almeno una volta al mese, inoltre,il clan/fuoco e/o il noviziato vivo-no l’esperienza dell’uscita.

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Art. 25 – ScoutingTipico della proposta scout è lo scouting, atteggiamento di proiezione verso l’ignoto, animato dal gusto di esplorare che spin-ge ad andare oltre la frontiera.I bambini, i ragazzi ed i giovani imparano facendo, privilegiando l’esperienza attraverso l’esercizio continuo dell’osservazione,della deduzione e dell’azione. Questo atteggiamento si realizza prevalentemente attraverso l’acquisizione di abilità e di tecni-che scout.

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L/C

Art. 27CACCIA DI BRANCO E VOLO DI CERCHIOPer Caccia di Branco e Volo diCerchio si intende l’insieme di espe-rienze e di attività che il Branco e ilCerchio vivono con regolarità, nor-malmente una volta al mese, peruna intera giornata, fuori dalla tanae dalla sede, all’aperto. L’eventualepernottamento sarà in accantona-mento.

Art. 28CACCIA GIUNGLA E VOLO BOSCOLa Caccia Giungla e il Volo Boscosono attività in cui il Branco ed ilCerchio vivono una successione diesperienze armoniche, intensamenteimmerse nell’Ambiente Fantastico, icui elementi caratterizzanti sono:• l’utilizzo del Racconto Giungla o

Bosco, nella loro elaborazionepedagogica delle Storie diMowgli e Sette Punti Neri, tenen-do conto delle esigenze educati-ve che emergono durante la vitadi Branco e di Cerchio;

• il fare esperienza per mezzo delgioco ed un ampio uso di danze,canti e simboli specificidell’Ambiente Fantastico Giunglae Bosco;

• la vita all’aperto, vivendo l’espe-rienza fuori dalla tana e dalla sede,principalmente nella natura;

• l’attenzione alla verifica, ancheattraverso l’utilizzo del Consigliodella Rupe e della GrandeQuercia.

Art. 29CACCIA/VOLO DI SPIRITUALITÀ CRISTIANAPer Caccia/Volo di SpiritualitàCristiana, anche chiamata diAtmosfera o Religiosa, si intende

E/G

Art. 27IMPRESALo scouting trova la sua attuazione, per la bran-ca esploratori e guide, nello strumentodell’Impresa, cardine della vita di reparto eluogo privilegiato dove vivere l’avventura.La vita delle unità è un susseguirsi di imprese direparto, di squadriglia e di alta squadriglia.Le imprese aiutano gli esploratori e le guide asviluppare il senso critico, a portare a compi-mento ciò che si è iniziato, a vivere con lealtà lademocrazia nelle strutture, ad acquisire nuovecompetenze, a incidere nella realtà per produrrepiccoli cambiamenti, attraverso realizzazioniimpegnative a misura dei ragazzi e delle ragazze.L’impresa è prima di tutto uno stile, il mododi fare le cose. L’impresa è anche un metodoper imparare a progettare ciò che si vuol esse-re e ciò che si vuole realizzare, e a esserneconsapevoli. È uno stile che vale non solo per il momentoparticolare dell’impresa, ma di tutta la vita delreparto: il sentiero di ogni esploratore eguida, le riunioni e le uscite di reparto, disquadriglia o di alta squadriglia dovranno esse-re permeati da questo stile.Ogni impresa è scandita da sei fasi:• ideazione• lancio• progettazione• realizzazione• verifica• fiesta.La struttura delle fasi è tale da richiedere unospirito di collaborazione che deve coinvolgeretutti i ragazzi e le ragazze. L’impresa deve realiz-zarsi in un periodo di tempo non troppo lungoe richiede partecipazione organizzata di tutti,preparazione e realizzazioni accurate, tuttecommisurate agli esploratori e alle guide, auten-tici protagonisti di ogni impresa.L’ideazione e la scelta sono compiute grazie aduna “mappa delle realizzazioni”, elaborata dairagazzi e dalle ragazze, contenente le loro aspi-razioni, i sogni e i desideri, nati dall’osservazio-ne della realtà circostante; oltreché dalle verifi-che di attività precedenti. La mappa consiste incose concrete da realizzare.

R/S

Art. 24CAPITOLOIl Capitolo è uno dei processi di cono-scenza che permette di arrivare a giu-dizi di valore sui quali fondare le scel-te di vita personali e della Comunitàattraverso la metodologia del vede-re-giudicare-agire.Si distingue dalla semplice riunione atema per lo specifico ruolo che deveessere assunto da ognuno nell’ap-profondire il tema scelto, prima delladiscussione comune e per l’esigenzadi concludersi con un’esplicita valuta-zione e concreta decisione di impe-gno personale e comunitario.Il Capitolo prevede anche unmomento di comunicazione e testi-monianza all’esterno e un’esperien-za di Servizio.La Comunità sceglie con attenzione gliargomenti di fondo da trattare sottoforma di Capitolo durante l’anno.Pur essendo attività più tipicamenterivolta al clan, è utile che anche inovizi e le novizie siano coinvolti inalcune parti dei Capitoli di clan.

Art. 25IMPRESAL’impresa è un’attività pratica limi-tata nel tempo ma intensa, che èinsieme avventura, gioia di stareinsieme e gusto della scoperta, non-ché acquisizione di competenza.Può essere impresa un servizio, unaveglia, una attività natura. È importanteche l’impresa valorizzi le competenzeacquisite in reparto.È strumento metodologico privile-giato del noviziato.

Art. 26HIKEL’hike è un momento di avventura vis-suto dai rover e dalle scolte che da solipartono per una breve route. Esso èun’occasione per apprezzare il dono di

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una attività improntata alle dimen-sioni profetica, sacerdotale e regale.Queste tre dimensioni si realizzanoattraverso l’incontro, l’ascolto, lacondivisione, l’esperienza, il simbo-lismo, e sono vissute in un’atmosfe-ra raccolta e gioiosa che favoriscal’incontro con Gesù attraverso per-sonaggi significativi, modello di vitacristiana. La caccia/volo francesca-na, che si fonda sulla vita e opere diSan Francesco, e la caccia/volomariana, che si fonda sulla figura diMaria, ne sono un esempio.

Art. 30ATTIVITÀ NATURAL’attività natura è finalizzata alla sco-perta dell’ambiente naturale, inprimo luogo quello a diretto contat-to con i bambini. Essa si realizzaattraverso il rapporto fisico ed emo-tivo con ogni suo componente, edu-cando al gusto per le cose belle edallo stupore per il meraviglioso,attraverso l’osservazione delle diffe-renze, il coinvolgimento dei sensi,allo scopo di contemplare e com-prendere il senso più vero dei suoiequilibri, dei suoi ritmi e dinami-che, consentendo ai bambini di fareproprie le norme basilari di un com-portamento corretto nella natura.

Art. 31 ATTIVITÀ MANUALINell’ambito delle normali attività dibranco e di cerchio, grande rilevan-za va data a quelle esperienze chepermettono ai bambini di goderedel piacere di realizzare qualcosacon le proprie mani. Tali attivitàdevono stimolare la creatività e lafantasia, educando al gusto per illavoro ben fatto ed alla semplicità.I capi porranno particolare attenzio-ne nel trasmettere ai bambini, attra-verso la manualità, lo stile di essen-zialità e gratuità che contraddistin-gue il metodo scout, stimolando inessi la ricerca di soluzioni creativecon l’uso di mezzi semplici ed ade-guati alla loro età.Le attività devono essere caratterizza-te da una progettazione, anche moltosemplice, che veda protagonisti ibambini.

In caso di impresa di reparto, una volta fatta lascelta, si costituisce il Consiglio d’Impresa, checomprende tutti i responsabili dei vari gruppinecessari per la preparazione e la realizzazionedella stessa. Tali gruppi, quando è opportuno,possono non tenere conto della composizionedelle squadriglie; in tal caso i responsabili pos-sono non coincidere con i capi squadriglia.Compito del Consiglio d’Impresa è coordinaretutta la preparazione e la realizzazione, indivi-duando i posti d’azione necessari per la buonariuscita dell’impresa, che saranno contenuti inuna “Mappa delle opportunità” dalla quale ogniesploratore e guida attinge secondo il sentieropercorso.Il Consiglio d’Impresa si scioglie automatica-mente in occasione della festa finale con cui siconclude l’impresa.

Per le imprese di squadriglia, i compiti delconsiglio di impresa sono assunti dalConsiglio di squadriglia che distribuisce iposti d’azione in relazione al sentiero e allecompetenze di ciascuno. È essenziale che al termine dell’impresa siverifichi quanto è stato vissuto, perché a tuttisia chiara la situazione del gruppo e dei singo-li. Ciò è compito del Consiglio della Legge, incaso di impresa di reparto, e del Consiglio disquadriglia, in caso di impresa di squadriglia.La verifica considera sia i risultati raggiunti ele modalità di raggiungimento, sia il compor-tamento e l’atteggiamento tenuti, confrontan-doli con gli scopi che il reparto o la squadri-glia si erano prefissi all’inizio. È necessarioquindi che tali scopi, sia tecnici sia di cresci-ta, siano ben chiari all’inizio e fissati formal-mente.Frutto della verifica saranno, tra l’altro, lacoscienza delle positività e delle carenze per-sonali e comunitarie rispetto alla Legge, non-ché l’individuazione di nuove realizzazioni diimpresa da inserire nella mappa.È bene che la fiesta conclusiva sia fatta sem-pre, indipendentemente dai risultati ottenuti:occorre in ogni caso festeggiare il lavoro com-piuto insieme.Nel reparto si sviluppano interessi personali ecomunitari che non sempre sono integratinelle imprese del momento. Questi sonocomunque stimolati e seguiti dai capi utiliz-zando l’atmosfera d’impresa. Se questi interes-si sono coltivati da gruppi stabili, i capi faran-no in modo che le relazioni personali all’inter-no di tali gruppi e i ruoli di ciascuno sianoeducativamente positivi, secondo i principigenerali utilizzati in tutta la vita del reparto.

un tempo per riflettere con se stessi epregare individualmente, dominare leproprie paure, sentire il bisogno e sco-prire la gioia dell’incontro con l’altrosulla Strada. Viene vissuto in uno stiledi severa essenzialità, nella dimensionedi povertà.L’hike è prezioso momento di vitainteriore, occasione per rifletteresul proprio “Punto della strada”, per offrirne poi il risultato al confrontocon i capi o con la Comunità.Particolari esigenze della Comunità,delle persone o delle situazioni posso-no consigliare che tale esperienzavenga effettuata a coppie, conservan-done le caratteristiche essenziali.

Art. 27DESERTOIl deserto è un’esperienza individua-le di preghiera ed ascesi, uno spaziodi ascolto e meditazione. È unmomento che può essere propostoall’interno di altre attività diComunità, di gruppo o durantel’hike.L’esperienza di deserto è occasionesignificativa di maturazione spiritua-le in continuità con il camminoquotidiano di preghiera e di revisio-ne di vita.

Art. 28CHALLENGEIl challenge è un incontro incentratosoprattutto su attività fisiche e tecni-che dove predomina il senso dellasfida con se stessi attraverso l’avven-tura e il gioco. In esso si sperimenta-no le proprie capacità e i propri limi-ti, si impara ad affrontare difficoltàimpreviste, ad essere pronti, a nonscoraggiarsi, condividere la fatica e lagioia e ci si prepara al Servizio. Vienevissuto a coppie.

Art. 29LAVORO MANUALEAl lavoro manuale viene dedicataparte degli incontri della Comunità,in quanto questa attività profonda-mente umana offre un modo in piùper esprimere se stessi, educa allasemplicità e all’essenzialità, costitui-sce una forma di risparmio e di autofi-nanziamento anche per effettuare leproprie attività. La Comunità incoraggia quindi le scol-te ed i rover ad apprendere e svilup-

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Art. 32ATTIVITÀ A TEMALe attività a tema impegnano ilbranco e il cerchio in un lavoro chesi sviluppa in un periodo di temporelativamente lungo. Sono finalizza-te al raggiungimento di un obiettivocomune, concreto, chiaramenteconosciuto dai bambini. Le attività a tema:• permettono ai bambini di organizza-

re comunitariamente un’attivitàscegliendo tempi e modi di realiz-zazione;

• danno a tutti la possibilità, data lamolteplicità dei ruoli, di parteci-pare e di esplicitare le propriecapacità;

• offrono l’opportunità di impararetecniche nuove;

comportano il momento finale diverifica comune di ciò che si è rag-giunto.

Art. 33LAVORO DI GRUPPOIl branco e il cerchio possono sud-dividersi in piccoli gruppi formaticon criteri di volta in volta modifica-bili, per lavori semplici e concreti,attività manuali… Il lavoro di grup-po mira a suscitare nuovi interessi,a promuovere nuove tecniche, adabituare alla collaborazione in pic-coli gruppi, ad assumere iniziative.

Art. 28ABILITÀ MANUALEL’acquisizione e l’esercizio della manualità èun elemento essenziale nel percorso educati-vo degli esploratori e delle guide.Fare le cose con le proprie mani sviluppa l’a-bitudine all’autonomia, educa alla valorizza-zione di ciò che si possiede, stimola la creati-vità sia nelle progettazioni che nelle realizza-zioni concrete. Allo stesso tempo l’abilitàmanuale, sviluppando nei ragazzi e nelleragazze il gusto del lavoro finito, li rende mag-giormente protagonisti delle loro imprese e listimola a migliorarsi e a mettere a disposizio-ne di tutti le loro capacità.

Art. 29HIKETra le esperienze importanti da offrire airagazzi e alle ragazze nel cammino tra la tappadella competenza e quella della responsabilitàva dato un valore essenziale all’hike. Da soli oa coppie monosessuate, gli esploratori e leguide potranno così affrontare in un clima diavventura e di contatto stretto con l’ambienteun’occasione che richiede loro responsabilità,autonomia, competenza, silenzio, riflessione epreghiera. L’hike consente di ricapitolare ilsentiero percorso, maturare spunti per ilperiodo dell’animazione che si sta approfon-dendo. Anche se l’hike è vissuto a coppie,deve riservare uno spazio adeguato ai momen-ti personali.

pare abilità specifiche, partecipandoanche ad attività come i campi dilavoro e di specializzazione.

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Art. 26 - AutoeducazioneAderendo liberamente alla proposta dello scautismo si intraprende un cammino di autoeducazione che rende protagonisti ilragazzo e la ragazza della propria crescita. Tale percorso si sviluppa attraverso una graduale e consapevole progressione,vivendo esperienze e riflettendo criticamente su di esse nello spirito della Legge, della Promessa e del Motto.

Art. 27 - Progressione personale: definizioneSi definisce oggi in Agesci Progressione Personale (P.P.) il processo pedagogico che consente di curare lo sviluppo graduale eglobale della persona, mediante l’impegno ad identificare e realizzare le proprie potenzialità.Il ragazzo avrà la possibilità di realizzare la sua P.P. cogliendo le occasioni offerte dall’attività scout, vissute insieme alla comu-nità di appartenenza, nello spirito di gioco, di avventura, e di servizio tipico di ognuna delle tre branche. Per spirito di gioco,spirito di avventura e spirito di servizio si intende quel particolare clima, stile, atteggiamento, che diviene struttura connetti-va di tutto il processo educativo.Lo scouting in Agesci è inteso come quel sistema di giochi e di attività, incentrato “sull’opera e le qualità dell’uomo deiboschi” (B.-P., Suggerimenti per l’educatore scout). Esso risulta caratterizzato sia dal rapporto diretto con l’ambiente naturale sia dalla capacità di osservare la realtà e di dedurnecomportamenti utili per la propria esistenza.Lo scouting, dunque, vissuto nel gioco dell’ambiente fantastico, nell’avventura della vita di squadriglia, nelle esperienze diservizio vissute nella comunità R/S, costituisce l’ambiente educativo entro il quale è possibile provocare e riconoscere la cre-scita della persona.In tale ambiente si sviluppa quella particolare relazione educativa, che genera l’atteggiamento auto-educativo, e prende vitaquel linguaggio che avvicina l’adulto - “fratello maggiore” - al ragazzo.Affinché tutto questo possa realizzarsi, il meccanismo della P.P. deve risultare semplice e concreto in modo tale che i ragazzipossano costruire realmente da sé la propria P.P. e, con l’aiuto del Capo, viverla semplicemente come una parte del grandegioco dello Scautismo.

Art. 28 - Progressione personale: finalitàLa P.P. è unitaria, in quanto punto di riferimento dell’intero percorso è la Partenza che si caratterizza come momentodella scelta a compimento dell’iter educativo proposto dall’Associazione.Finalità della P.P. è dunque educare uomini e donne che scelgono di giocare la propria vita secondo i valori proposti dalloscautismo, di voler essere uomini e donne che indirizzano la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno com-preso essere la verità, il bene e il bello, di annunciare e testimoniare il Vangelo, di voler essere membri vivi della Chiesa, divoler attuare un proprio impegno di servizio.Il cammino scout è una opportunità per divenire persone capaci di discernere e orientare le proprie scelte, di autodeterminarsi,di vivere con un progetto, di essere “buoni cittadini”.L’uomo e la donna della Partenza sono dunque coloro che scelgono di continuare a camminare per tutta la vita, con l’aiuto di Dio,seguendo orientamenti assunti in modo consapevole; questi indicano una direzione, definiscono uno stile di vita da realizzare attra-verso scelte concrete, senza le quali gli orientamenti rimangono opzioni generiche.La partenza si riconosce in chi ha fatto proprio lo “stile” enunciato nei valori della Promessa e della Legge scout.Queste scelte vocazionali di fondo saranno vissute all’interno delle singole branche, attraverso gli strumenti tipici di ognuna,testimoniando così una tensione presente in tutti gli stadi di vita del ragazzo. Tali scelte saranno proposte attraverso una pro-gressione (dalla buona azione al servizio, dalle specialità alla competenza…) che aiuterà il ragazzo a comprenderle ed a tradur-le nei piccoli e grandi gesti della realtà quotidiana.

Art. 29 - Gradualità della progressione personaleLa P.P. è graduale. Come tutto il Metodo educativo scout, essa non procede secondo una linea ascendente retta ma seguendo una specie di spirale:esperienze di significato analogo si ripetono nel tempo, ma vengono vissute dal ragazzo a livelli sempre più profondi di interioriz-zazione, perché diverse sono la maturazione e la capacità di lettura degli avvenimenti con cui le affronta.La pista del lupetto e il sentiero della coccinella, il sentiero della guida e dell’esploratore, la strada del rover e della scolta sono glistrumenti metodologici concreti attraverso cui è possibile promuovere lo sviluppo graduale e globale della persona.Sulla pista, sul sentiero e sulla strada i ragazzi scopriranno sempre di più la Legge e comprenderanno sempre meglio checosa, nel giorno della Promessa, si sono impegnati a vivere.

Per ogni fascia di età la crescita e lo sviluppo della persona si attuano secondo momenti principali, presenti nel cammino diogni Branca, che la pedagogia Agesci caratterizza come:• Scoperta;• Competenza;• Responsabilità.

La fase della scoperta coglie il naturale desiderio del ragazzo di “buttarsi nel gioco” per suscitare la volontà di conoscere esperimentare esperienze nuove, al di fuori di schemi precostituiti o usuali, per mettere alla prova le proprie potenzialità.

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In questo periodo di conoscenza il ragazzo maturerà la convinzione di voler pronunciare (o rinnovare) la propriaPromessa. Essa rappresenta la libera adesione, espressa dal ragazzo, al gioco dello scautismo ed alla vita della comunità esegna l’ingresso nella famiglia delle guide e degli scout di tutto il mondo. La Promessa non è, dunque, un altro momentood una sorta di “pre-momento” del cammino di progressione personale; evidentemente però, l’espressione di questa “libe-ra adesione” comporta la conoscenza minimale delle regole e della vita dell’unità, cosa che normalmente avviene nei primimesi di permanenza in essa.

La fase della competenza assume ciò che è stato scoperto come “interessante per la propria vita” e desidera approfondirlo,impadronirsene pienamente. In questa fase si sperimentano nel concreto i propri talenti, ci si scontra con i propri limiti e si impara– con l’aiuto del Capo – a superarli ed accettarli serenamente; si impara come i propri compiti vadano affrontati con serietà ed impe-gno per produrre risultati.

La fase della responsabilità è la risposta concreta (servire), con le conoscenze e competenze che si sono acquisite (del miomeglio), data con prontezza (sii preparato) nelle situazioni di bisogno che si presentano qui e ora, attraverso la quale si manifestaquello stile di “appartenenza” tipico della cittadinanza attiva proposta dallo scautismo.Queste fasi vanno comprese nella loro interdipendenza e necessaria complementarietà: indicano i tre passaggi pedagogici essenzialiche, per ogni ciclo di età, i Capi devono far vivere ai propri ragazzi.

Art. 30 - Continuità-discontinuitàLungo il cammino scout, il ragazzo sarà poi chiamato a vivere dei momenti di passaggio in relazione al percorso fatto fino aquel punto. Questi momenti si identificano principalmente nei passaggi tra una Branca ed un’altra caratterizzati da uno spi-rito di accoglienza. Essi, attraverso simboli e cerimonie adeguati e nella concretezza tipica della proposta scout, rendono pre-senti al ragazzo due cose:• che ci sono momenti della vita in cui crescere significa progredire, lasciarsi alle spalle il percorso compiuto, “cambiar

pelle” per gettarsi in un’avventura nuova. Per fare ciò, c’è bisogno di staccarsi (anche fisicamente) dalle cose conosciute,dalle amicizie e dalle consuetudini vissute all’interno della comunità di appartenenza. È il momento di riprendere lo zainoe rimettersi in cammino;

• che il cammino percorso, le esperienze e le competenze acquisite non sono qualcosa da tenere esclusivamente per se, madevono invece essere rese dono. Progressivamente, nel percorso delle tre Branche, le piccole capacità acquisite si trasformeran-no in competenze e sfoceranno nella capacità di servire gli altri: atteggiamento proprio dell’uomo e della donna della Partenza.

Attraverso il passaggio, si educa al senso della provvisorietà, della scelta, a riconoscere i cambiamenti propri e quelli altrui. Per que-sto si avrà cura che questi momenti siano compresi dai ragazzi e vissuti con gesti e cerimonie che ne sottolineino l’importanza,ponendo attenzione a che essi non vengano percepiti come squalificanti dell’esperienza acquisita.Proprio l’importanza di questi momenti, richiede che all’interno di ogni Branca il ragazzo abbia l’occasione di vivere tutti i momentidel cammino di P.P. Perderebbe di significato, infatti, un cammino incompiuto nel quale il passaggio fosse vissuto esclusivamentecome allontanamento. All’interno di ogni singola fase del cammino di crescita sarà chiesto al ragazzo di impegnarsi, avendo fiduciache verrà riconosciuto l’impegno a fare del proprio meglio.Questo insieme articolato di impegni, sforzi, passaggi, realizza nella pedagogia scout, un percorso di iniziazione alla vita in cui il ragazzo sitrova coinvolto in un “lavoro” di accesso-uscita da un livello ad un altro e di definizione progressiva della propria identità.

Art. 31 - Globalità della progressione personaleLa P.P. è globale, ossia il ragazzo è spinto a crescere armonicamente in tutte le dimensioni della vita nell’accettazione serena delleproprie potenzialità e dei propri limiti. Per questo motivo la proposta scout si attua secondo i 4 punti di B.-P., che rappresentano ladimensione etica e spirituale, la dimensione psico-fisica, la dimensione cognitiva e la dimensione sociale. Inoltre, essi traducono lastrategia pedagogica in fatti, proposte attuabili e verificabili, clima di autoeducazione.a. Per formazione del carattere si intende la formazione della personalità, cioè di una relazione positiva con se stessi.

L’educazione del carattere mira ad ottenere la capacità di fare scelte, di scoprire ciò che si può e si vuole essere, di prendersidelle responsabilità, di farsi dei programmi coscienti di vita scoprendo la propria vocazione nel piano di Dio. Essa comprendetutta una serie di virtù umane come lealtà, fiducia in se stessi, coraggio, senso della gioia, rispetto dei diritti, autodisciplina, ele-vazione del proprio pensiero e dei propri sentimenti.

b. Per salute e forza fisica si intende la conoscenza e un rapporto positivo con il proprio corpo, fonte di relazione con gli altri econ l’ambiente: si intende cioè ricercare una alimentazione sana, riposarsi correttamente, ricercare ritmi naturali di vita, esprimersi,vivere correttamente la propria sessualità, saper affrontare la fatica, la sofferenza, la malattia, la morte.

c. Per abilità manuale si intende la creatività, cioè una relazione attiva con le cose; l’educazione all’abilità manuale mira adottenere una intelligenza pratica, una capacità di autonomia concreta, a realizzare partendo dai mezzi poveri, a valorizzare quel-lo che si ha perché lo si sa usare. La riscoperta dell’uso intelligente delle proprie mani porta con sé una serie di comportamentipositivi: l’accettazione della fatica e del fallimento, la pazienza, la concretezza, l’essenzialità, il buon gusto il gusto del bello

d. Per servizio del prossimo si intende l’educazione all’amore per gli altri, al bene comune e alla solidarietà, a scoprire la ric-chezza dall’altrui diversità, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a rendersi utili in qualunque momen-to è richiesto mettendo a disposizione le proprie energie e capacità.

Il ragazzo viene poi stimolato ad utilizzare le capacità acquisite e a testimoniare le virtù umane comprese come determinanti in ogni

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ambiente di vita, secondo quelle modalità che fanno del gioco dello Scautismo la “parabola” del gioco della vita.Proprio “personalizzando” il cammino di scoperta e conquista dell’identità, nel contesto di articolate dinamiche relazionali (in equili-brio tra esperienze personali e collettive), viene promossa la capacità di vivere ed interpretare, entro uno stile personale, la propriaidentità biologica ed i modelli culturali. È un cammino volto alla conquista di una identità solida, generatrice di libertà interiore e diaccettazione di se stessi e degli altri.

Art. 32 - Le relazioni nella progressione personaleNella pedagogia scout la crescita non è vista come un processo esclusivamente personale. È invece un cammino che si svolge nel-l’ambito di un contesto (persone, luoghi, tempi) in cui tutte le esperienze contribuiscono alla formazione della persona. In questocontesto l’assunzione di responsabilità personali, è funzionale alla crescita del singolo ed alla vita stessa della comunità di apparte-nenza. Per questo diventano fondamentali le relazioni: quella con i più grandi (i Capi), quella con la comunità dei pari (i ragazzi) equella con l’ambiente (la competenza).

Il rapporto Capo-ragazzoNell’ambito della P.P. il ruolo del Capo è quello di accompagnare i ragazzi in tutto il loro cammino di crescita, aiutandoli a individua-re le mete educative, senza sostituirsi a loro nelle scelte e nelle esperienze.Il Capo è colui che ascolta, conosce, stimola il ragazzo; non è l’ideatore ed il “censore” del suo cammino di crescita. Come tale curala P.P. del singolo affinché questo cammino possa essere, attraverso mete impegnative ma proporzionate, sempre più in mano alragazzo, perché le buone abitudini maturate, gli ideali messi in atto, le virtù incarnate, non siano quelli di gradimento dell’adulto maquelli maturati e fatti propri in base alle esperienze vissute.

Altrettanto indispensabile per il Capo è la conoscenza degli ambiti in cui egli vive, in particolar modo la famiglia, che possono esserecoinvolti nella definizione degli obiettivi concreti.Attraverso l’utilizzo del metodo scout, inteso come insieme di azioni e di esperienze educative, al ragazzo è offerta la possibilità disperimentarsi e di crescere, di porsi obiettivi e di realizzarli.In questo contesto le proposte assumono maggior significato per il ragazzo quando la relazione stessa con il capo è appassionante,nella misura in cui risulta dinamica (cioè in continuo divenire) e coinvolgente (cioè tocchi il suo cuore).Il ruolo del Capo rispetto alla P.P. dei ragazzi si differenzia poi nelle tre Branche per lo spazio crescente dato all’autonomia, per illivello di esplicitazione delle mete educative1, per la figura stessa dell’adulto che, pur rimanendo costantemente quella del “fratellomaggiore” e senza rinunciare alla propria responsabilità educativa, offre indirizzi significativi mentre diventa via via più “discreta”nei supporti forniti.

Al fine di consentire ai ragazzi un cammino di P.P. sereno, chiaramente finalizzato e fraternamente supportato dall’adulto, è indi-spensabile che i Capi di tutte le Unità all’interno del Gruppo testimonino e propongano con limpidezza valori comuni e un comunestile scout.Per gli stessi motivi è importante che ogni Capo assicuri una permanenza all’interno dell’Unità di almeno tre anni.La Comunità Capi ha il compito di garantire l’unitarietà e coerenza nel cammino di progressione, aiutando i singoli Capi a coordina-re i propri interventi.

Il ruolo della comunitàLa comunità svolge un ruolo fondamentale nella P.P.: essa esercita la funzione di contesto educativo che aiuta i singoli ragazzi amaturare la propria vocazione personale, a conoscere la realtà che li circonda e ad agire in essa, a scoprire che si cresce non solocon il proprio impegno ma anche con l’aiuto degli altri. Non è semplicemente lo “sfondo”, lo scenario in cui si svolge la P.P., ma illuogo del confronto fraterno dove il ragazzo trova lo stimolo per il suo cammino perché percepisce l’impegno di tutti nel confrontocon legge, la promessa ed il motto (i pilastri della P.P.) verso comuni obiettivi consolidati attraverso l’esperienza vissuta insieme. È,in qualche modo, il luogo dove si ritrovano tutte le dimensioni della vita, dove potersi esercitare, come in una “palestra”, per entrarenella vita stessa.Il riscontro immediato in ogni attività scout del miglioramento di tutta la comunità, conseguente al miglioramento del singolo,rende tangibile al ragazzo il legame di stretta indipendenza tra le persone e lo abitua ad impegnarsi non solo per sé ma ancheper gli altri. La comunità vive al suo interno una verticalità effettiva, con l’integrazione positiva di età, livelli di maturazione edi esperienze diversi.Affinché tutto questo si realizzi è indispensabile che nella comunità si viva un clima di confronto sereno, semplice e fraterno, dovetutti possono esprimersi ed avere voce nelle decisioni. Comunità dove ognuno sa di poter contare sugli altri in qualsiasi momento,dove c’è disponibilità al cambiamento e la diversità di ciascuno è vissuta come ricchezza in un clima di dialogo che valorizza leresponsabilità personali.La P.P. del ragazzo è segnata da cerimonie che, con parole, gesti e simboli adeguati, sottolineano l’importanza delle varie tappe delcammino scout. Semplicità e solennità sono le caratteristiche che ogni cerimonia scout, che è vissuta secondo il Metodo proprio diogni Branca e le tradizioni dell’Associazione, del Gruppo e dell’Unità.Ogni cerimonia costituisce un momento di impegno del singolo con se stesso, con i suoi Capi e con la Comunità dell’Unità alla cuipresenza essa si svolge. Essa rafforza inoltre lo spirito di appartenenza alla comunità.

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L’acquisizione delle competenzeB.-P. mutuandole da vari ambienti, ha messo al centro delle attività scout una serie di tecniche. Sono le tecniche dello scou-ting, cioè dell’ “esplorazione”. Esse sono innanzitutto una chiave per la scoperta, non di un mondo sconosciuto e di una natu-ra nemica, ma della dimensione, dello spessore, della complessità e, al tempo stesso, della leggerezza delle cose. La parola“tecnica” nello scautismo indica assieme un metodo e una progressione di acquisizione di competenze, un’ “arte” insomma:quella del fare. E del “far bene”!Viene così evitata, attraverso l’utilizzo creativo delle proprie capacità, la contrapposizione tra il fare e il pensare, tra azione eriflessione. Come detto, nella pedagogia attiva proposta dallo scautismo l’educazione si configura come preparazione alla vita.L’abilità manuale è da sempre considerata nello scautismo come uno strumento educativo. È proprio facendo leva su quelliche B.-P. chiama gli istinti (che potremmo tradurre come desideri) e sulla natura (… le attitudini), che si possono stimolare iragazzi a “tirar fuori” tutte le proprie qualità, indirizzandole nella giusta direzione. Nell’immagine dello scautismo, dunque, l’a-bilità manuale è vista come un sapere legato ad un fare, ed è una delle qualità costitutive della persona.Per questo motivo il sentiero scout è “disseminato” di tecniche, specialità, competenze: esse offrono ai ragazzi le occasioniper guardare fuori e dentro se stessi e costruire pian piano i propri progetti, progetti a misura di ragazzi, che possano essereinteriorizzati e divenire un progetto di uomo o di donna. La competenza offre, all’interno dello scautismo, quel “sapore” parti-colare che rende la crescita e lo stare insieme agli altri una cosa divertente e al tempo stesso gratificante perché le competen-ze/abilità acquisite, una volta fatte proprie, possono esser messe a disposizione degli altri.

1 In Branca L/C, data l’età dei bambini, vengono esplicitati solo gli obiettivi concreti.

Art. 33 – La Relazione Educativa nel metodo scoutL’originalità della proposta scout consiste nella capacità di suscitare relazioni autentiche e durature. Il legame significativo tra iragazzi e tra questi e gli adulti permette a ciascuno di riconoscere la dignità dell’altro e di esaltarne le ricchezze.È una relazione in cui al centro è posto il ragazzo, con i suoi ritmi, le sue necessità e la sua capacità di stupirsi, che il Capo percepiscee valorizza all’interno della comunità di riferimento.Nel suo essere sempre nuova ed originale, tale relazione:• vede nella comunità un contesto educativo, di stimolo e condivisione di obiettivi ed esperienze, di comune tensione

verso i valori proposti dallo scautismo;• vede nell’adulto, fratello maggiore, la persona capace di assumere il punto di vista dell’altro, di ascoltare e di guardare le cose

con gli occhi dei ragazzi, accogliendoli nella loro originalità, fonte di cambiamento e crescita per entrambi;• vede nelle esperienze vissute secondo lo stile scout, occasioni che offrono al ragazzo spazi di partecipazione e autoeduca-

zione, attraverso personali percorsi di scoperta dei significati profondi insiti nelle esperienze stesse.La relazione educativa nello scautismo si esprime attraverso azioni, simboli, parole... che, nascendo dalle esperienze condivise,legano fortemente l’adulto e il ragazzo. La condivisione, infatti, crea un comune linguaggio che permette a ragazzi e adulti dicomunicare efficacemente e di arricchire la relazione stessa restituendole qualità e forza.L’arte del Capo starà nel porre adeguata attenzione a tutte le variabili della relazione, quelle collettive come quelle interperso-nali, coniugandole con le specifiche caratteristiche della proposta educativa nelle diverse branche.

L/C

Art. 34LA PARLATA NUOVACome nella Giungla la ParlataNuova rappresenta il cambiamen-to, la novità, il canto della nuovastagione, così nell’esperienza delBranco e del Cerchio essa rappre-senta il modo originale di vivere ilrapporto educativo.Essa nasce da un’esperienza con-divisa, significativa ed evocativasia per il bambino che per l’adul-to, e si realizza attraverso unarelazione autentica e intensa chevede il bambino protagonistaall’interno della comunità diBranco e di Cerchio.Lo specifico linguaggio degliambienti fantastici, la proposta

E/G

Art. 30LA RELAZIONE EDUCATIVA IN REPARTOLa comunità di reparto, tanto nel suo insieme chenelle sue differenti articolazioni (Squadriglia, Altasquadriglia), si presenta come un complesso croce-via di relazioni, sia orizzontali che verticali, chevedono coinvolti tutti i protagonisti della comuneavventura: E/G e Capi.Poli forti ed allo stesso tempo delicati della relazioneeducativa sono:• ad un estremo i/le preadolescenti e gli/le adole-

scenti, portatori/trici tanto di domande, speranzee sogni rispetto al futuro, quanto di dubbi e paure

• all’altro estremo gli adulti, che hanno accettato lasfida di porsi accanto a loro non come modellidistanti ed irreali, quanto come fratelli e sorellemaggiori, disposti sia a mettersi costantemente indiscussione che ad accogliere il rischio e l’avven-tura del possibile conflitto con gli E/G.

R/S

Art. 30LA RELAZIONE EDUCATI-VA IN BRANCA R/SLa Comunità R/S è ambito direlazioni ed è luogo dove si pro-muove la crescita globale dellapersona. Essa accoglie e costrui-sce la relazione educativa, nellafiducia e nell’accompagnamentoal discernimento ed alla capacitàdi scegliere dell’uomo e delladonna della Partenza.La relazione educativa per esse-re autentica ha bisogno dellacondivisione delle esperienzedella strada e del servizio, e didivenire occasione di riletturadi quanto vissuto e di elabora-zione progettuale.

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di narrazione, l’uso del simboli-smo ed il clima di FamigliaFelice sono elementi costitutividella Parlata Nuova.

Art. 35PROGRESSIONE PERSONALEPISTA PERSONALE / SENTIERO PERSONALELa progressione personale si con-cretizza nella pista personale dellupetto e nel sentiero personaledella coccinella, elaborati nelquadro del programma di unità.La progressione si attua:• proponendo esperienze nelle

quali il “pensare” ed il “fare”si fondono per dar luogo adazioni, nello stesso tempomolto concrete e fortementemotivate;

• sollecitando il massimo impe-gno, tenendo presente che,ancor prima dei risultati, èimportante fare “del propriomeglio”;

• facendo verificare al bambinoe alla bambina, attraversogesti concreti, il proprioimpegno in tutti gli ambiti dicrescita (famiglia, scuola, par-rocchia, branco, cerchio…)

• stimolando con opportuneproposte, sia individuali chedi unità, la valorizzazionedelle capacità di ognuno;

• mantenendo sempre viva latensione alla scoperta e allaverifica, educando così alsenso della provvisorietà deirisultati raggiunti;

• realizzando un clima diFamiglia Felice;

• facendo scoprire la validità e laricchezza del servizio comestrumento di educazione all’a-more.

Art. 36MOMENTI DELLAPROGRESSIONE PERSONALELa progressione personale si rea-lizza nei seguenti tre momenti:Momento della scopertaIl lupetto e la coccinella comin-ciano a prendere conoscenza disé, dei propri bisogni, delle pro-prie capacità; scoprono progres-

Le comunità che formano il reparto rappresentanocontesti educativi primari, che sostengono le relazio-ni interindividuali, poiché:• offrono ad esse il riferimento comune dell’unica

Legge, lo stimolo affascinante dell’avventura euno stile particolare, quello dell’impresa, da con-dividere e coltivare

• le orientano nella costante e concreta tensione alraggiungimento dei traguardi che insieme sonostati definiti.

La vita all’aperto, l’impresa e l’avventura costituisconoinfine lo stile e la trama irrinunciabili, in cui le relazio-ni educative trovano sia il costante richiamo alla con-cretezza del “fare insieme”, che la carica simbolicasprigionata dalla novità e dal superamento del limite.

Art. 31IL SENTIEROLa centralità della Branca E/G, lungo l’itinerario for-mativo verso la Partenza, fa sì che nell’Unità diReparto siano presenti bambini e bambine prove-nienti dal Branco/Cerchio e ragazzi e ragazze in pro-cinto di passare alla Branca R/S. Questo comporta:• una particolare attenzione all’accoglienza e alla

valorizzazione delle esperienze vissute dai più pic-coli in Branco/Cerchio;

• una collaborazione con lo Staff della Comunità R/S,che favorisca la continuità del cammino personaledei ragazzi e delle ragazze in età di passaggio.

Il Progetto di Unità che lo staff ha elaborato pedago-gicamente a partire dai 4 punti di B. P. (formazionedel carattere, salute e forza fisica, abilità manuale,servizio del prossimo) si traduce per ragazzi/e nelSentiero, da vivere in reparto e squadriglia.La responsabilità educativa e pedagogica della cre-scita di ogni ragazzo e ragazza è affidata allo staff diunità, tenendo conto che il ragazzo e la ragazza sonoprotagonisti e responsabili del proprio Sentiero.Il Sentiero inizia con l’ingresso in Reparto e scandi-sce l’intero percorso di crescita di ogni ragazzo/a;per ciascuno/a rappresenta il cammino verso la sco-perta della propria vocazione. Alla costruzione del Sentiero partecipano dunque:• il ragazzo e la ragazza, sempre più consapevolmente;• lo staff, che fornisce agli E/G l’occasione di vivere

esperienze e gli strumenti per leggerne i significa-ti più profondi per la loro vita, favorendo in talmodo la crescita della loro autocoscienza;

• la comunità del Reparto nelle sue articolazioni(Squadriglia, Alta Squadriglia) che crea l’ambientee il clima positivo di fiducia e di tensione verso gliideali della Legge e della Promessa e che offreoccasioni di verifica.

La vita di Reparto è occasione per essere una forteesperienza vocazionale, mediante la quale gli E/Gpotranno riconoscere Gesù nelle esperienze, pregar-lo e celebrarlo nei riti e nella quotidianità della vitadi Reparto e di Squadriglia.L’E/G cammina lungo il proprio Sentiero, avendocome riferimento la Legge, la Promessa, il Motto e la

Il capo è chiamato a riconosce-re le potenzialità del ragazzo ead incoraggiarlo a superare lesue difficoltà, ponendosi cometestimone di scelte concrete. Il capo si dispone a vivere conpassione le sfide educative e agestire costruttivamente l’even-tuale conflitto.Nella relazione educativa sir iconoscono e valorizzanoanche le relazioni e le esperien-ze esterne alla Comunità e sitrovano stimoli e strumenti perla crescita globale della perso-na, in continuità e coerenzacon le scelte maturate.

Art. 31MOMENTI E DIMENSIONIDELLA PROGRESSIONE PERSONALELa branca R/S propone ai giova-ni un cammino di crescita pro-porzionato alla maturità dei sin-goli; questa attenzione deveesse-re presente in tutte le attivitàdella Comunità R/S.La progressione personale è ilperno attorno al quale si costrui-sce l’itinerario formativo dellapersona, è il momento di messaa fuoco e di sintesi di tutte leesperienze vissute dentro e fuorilo scautismo.L’esperienza scout non è la vita,ma è esemplare rispetto ad essa;suo scopo è di sfociare, di dissol-versi nella vita concreta dell’uo-mo adulto, fatta di fede matura,di amore, di lavoro e di impegnosociale e politico. Se il modo diprocedere appreso nell’espe-rienza di Comunità R/S è diven-tato “abito mentale” potrà resta-re uno strumento utile alla pro-gettazione della vita anche dopola Partenza. Lungo il cammino dicrescita il ragazzo e la ragazzahanno bisogno di essere aiutati asviluppare tutte le loro capacitàfisiche e psichiche intellettuali espirituali nelle quattro dimensio-ni fondamentali della vita:• la relazione con se stessi, con il

proprio corpo con la propriastoria, con le percezioni, i sen-timenti i pensieri che di voltain volta si vivono in una parolacon la propria interiorità;

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sivamente chi sono gli altri esperimentano la comunità comeambiente di vita. Scoprono cheessa ha norme proprie che neregolano e ne garantiscono lavita e si impegnano ad aderiread esse. Durante questo momen-to diventano lupo della Legge ecoccinella del Prato.Momento della competenzaIl lupetto e la coccinella si apro-no agli altri, iniziano a compren-derli e vengono coinvolti consa-pevolmente nella vita del brancoe del cerchio.Cominciano ad assumere e a rea-lizzare degli impegni personali,sentendosi parte integrante dellacomunità. Con la loro attivitàcontribuiscono personalmentealla vita di branco e di cerchio.Durante questo momento diven-tano lupo della rupe e coccinelladel bosco.Momento della responsabilitàIl lupetto e la coccinella indivi-duano le prede e gli impegni daassumere e le occasioni per rea-lizzarli. Hanno sufficiente fiduciae conoscenza delle proprie pos-sibilità per porsi in condizionedi trascinare la comunità.Sono in grado di fare proposteoperative che coinvolgono ilbranco e il cerchio; sono prontia mettere a disposizione dellacomunità le proprie capacità.Anche al di fuori del branco edel cerchio, si pongono in atteg-giamento di disponibilità, nontanto come singoli, ma cometestimoni della comunità allaquale appartengono.Durante questo momento diventa-no lupo anziano e coccinella dellamontagna e sono chiamati a testi-moniarne lo spirito fino alla salitain reparto.Al termine di questo momento ilupetti e le coccinelle hannofatto proprie tutte le occasionidi crescita che il branco e il cer-chio possono offrire. È ilmomento della salita al reparto.

Art. 37PREDE DEL LUPETTO/IMPEGNI DELLA COCCINELLA Il lupetto e la coccinella, viven-

proposta delle singole Tappe, attraverso il processopedagogico esperienziale che vive in tutta la propostadel Reparto e che si può sintetizzare nel meccanismo: “PRENDO UN IMPEGNO DI FRONTE ALLA/PER LA COMUNITÀ

>>> LO REALIZZO CON/IN UNA COMUNITÀ >>> LO VERIFICO

CON LA COMUNITÀ”.Tutto ciò si concretizza in:• due passaggi conseguenti l’un l’altro, denominati

rispettivamente “mete” ed “impegni”• una scansione temporale in tre “tappe”• i momenti di verificaAll’interno di ciascuna Tappa gli Esploratori e le Guidevivono continuamente le fasi di Scoperta, Competenzae Responsabilità, momenti ricorrenti che caratterizzanola Progressione Personale Unitaria dell’Agesci.

Art. 32METELe “mete” costituiscono l’orizzonte verso cui l’E/Gcammina per il raggiungimento di ogni tappa delproprio Sentiero. Esse hanno lo scopo di aiutare iragazzi e le ragazze nella costruzione di se stessiattraverso la scoperta della propria originalità, lacomprensione e l’accettazione dei propri limiti etalenti, nello sviluppo di tutte le dimensioni dellapropria personalità.Le mete vengono fissate dall’E/G all’inizio del tempodedicato alla tappa e possono eventualmente venireriformulate o integrate lungo il percorso, medianteil confronto con i Capi ed accogliendo quanto èstato espresso nei Consigli della Legge.Le mete, non possono essere predefinite nel nume-ro e nei contenuti specifici per ogni tappa, perchèogni ragazzo/a nella relazione con il capo se neporrà un numero assolutamente non prevedibile,nel rispetto dell’unicità del proprio Sentiero. Le mete sono individuate attraverso una lettura dellapropria attuale condizione rispetto alla propostadella tappa da percorrere e devono essere:• di respiro temporale sufficientemente ampio;• impegnative, ma proporzionate alle forze dei

ragazzi e delle ragazze;• legate alla vita quotidiana dell’esploratore e della

guida;• verificabili da sé e dagli altri;e devono richiedere sforzo e tenacia per il loro rag-giungimento.La durata delle mete potrà variare secondo la crescitadell’E/G: potranno essere più a breve termine all’iniziodell’esperienza del reparto, mentre facilmente sarannopiù articolate e con orizzonte di più lungo respiro conil passare degli anni, sempre a misura della persona.Lo Staff di Unità, mediante l’osservazione dell’esplora-tore e della guida e il dialogo con lui/lei realizzabilinegli spazi e nei tempi concessi in ogni momento dallavita del Reparto, lo/la aiuta ad individuare quei cambia-menti che possono essere utili all’E/G per realizzare sestesso/a e a declinarli in mete del proprio Sentiero.Per favorire la globalità e l’armonizzazione della cre-scita dell’E/G nei differenti ambiti di vita, è utile che

• la relazione con Dio: il dialogofra la creatura e il Creatorenella riflessione sulla Parola,nella preghiera e neiSacramenti;

• la relazione con l’altro, nellafamiglia nella coppia, nei rap-porti con gli amici, nellacomunità di riferimento;

• la relazione con il mondo, conl’ambiente, con il lavoro, conla società complessa nel suovario articolarsi.

La progressione personale delrover e della scolta può essereallora pensata come percorso diprogressione orientata in quattrodimensioni relazionali. La moda-lità di cammino sarà la ricerca inavanti di nuovi punti di equilibriointerne alle singole dimensionirelazionali o intrecciati tra esse.

Art. 32SALITA AL NOVIZIATODELLA COMUNITÀ R/S La guida e l’esploratore chelasciano il reparto o il giovaneproveniente dall’esterno entranonella Comunità R/S accettandodi sperimentare nel noviziato laproposta del roverismo-scolti-smo, in una tensione alla dispo-nibilità e al cambiamento.Per il giovane sedicenne prove-niente dall’esterno questo primoanno sarà anche il periodoopportuno per manifestare attra-verso la “Promessa” la sua ade-sione allo scautismo.

Art. 33FIRMA DELL’IMPEGNOIl rover e la scolta nel corso delprimo anno di clan/fuoco manife-stano la volontà di impegnarsisecondo le indicazioni espressenella carta di clan, attraverso lafirma dell’impegno.Questo avviene apponendo lapropria firma alla carta di clan.La firma coincide con l’assunzio-ne di un effettivo impegno diservizio e di condivisione all’in-terno del clan/fuoco.

Art. 34PARTENZATra i 20 e i 21 anni le scolte e irover chiedono che i capi e l’assi-

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do in branco e in cerchio i tremomenti della progressione per-sonale, assumeranno per ciascu-no di essi prede e impegni con-creti ed individuali che caratte-rizzeranno la propria pista e sen-tiero personale.Attraverso la pista e il sentieropersonale, i bambini si rendonoautentici e consapevoli protagoni-sti della propria formazione. Gliobiettivi da raggiungere, suggeriti anche dalle attività dei filoni,vanno proporzionati all’età ed allivello raggiunto, nel rispettodella personalità di ciascuno.Nell’individuazione delle predee degli impegni personali, parti-colare cura andrà rivolta agliinteressi, anche inespressi, diciascuno ed a quelli emergentidalla realtà in cui si opera. Ibambini saranno gradualmentecoinvolti nella definizione dellaloro pista e del loro sentiero, tra-mite il dialogo personale con icapi dello staff.Il lupetto e la coccinella, perconseguire i tre momenti dellaprogressione personale, si impe-gnano a cacciare e a volare con iseguenti personaggidell’Ambiente Fantastico utiliz-zato nell’unità:• Akela-Bagheera-Baloo-Kaa per

la Giungla• Arcanda-Scoiattoli-Scibà-Mi

per il Bosco.Ad ognuno dei quattro perso-naggi corrisponde uno dei quat-tro punti di B.-P:• Akela-Arcanda: formazione del

carattere• Baloo-Scibà: servizio al prossi-

mo• Bagheera-Scoiattoli: efficienza

fisica• Kaa-Mi: abilità manuale.Tale riferimento ha esclusivosignificato per i capi.I bambini verranno stimolati, rifa-cendosi alle caratteristiche deiquattro personaggi dell’ambientefantastico utilizzato, a ricercaredelle prede e degli impegni perso-nali, concreti e verificabili.Ogni preda e ogni impegno ver-ranno elaborati utilizzando libera-mente e combinando tra loro unoo più filoni di attività. Il cammino

almeno qualche meta riguardi quanto é esterno alreparto: la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, …In caso di mete esterne al Reparto si dovrà dare lamassima fiducia e responsabilità agli esploratori ealle guide, soprattutto per ciò che comporta la verifi-ca. Il rapporto Capo-ragazzo sarà sempre garante diquesto cammino, anche se la famiglia, l’ambientescolastico e le altre occasioni educative possonoessere coinvolte nella definizione e verifica degliimpegni concreti mediante i quali l’esploratore e laguida raggiungeranno tali meteLe mete sono visualizzate secondo le differenti tradi-zioni, per essere messe a conoscenza (con l’eccezio-ne di quelle particolamente delicate) di tutta lacomunità di Reparto e, in modo particolare, dellacomunità di Squadriglia, che contribuiranno con l’in-teressato/a a tradurle in impegni concreti.

Art. 33GLI IMPEGNIGli “impegni” costituiscono i passi mediante i qualil’E/G cammina verso il raggiungimento delle meteche si è posto/a. Per essere efficaci, devono essere:• concreti• verificabili• condivisi nella comunità • puntuali, cioè limitati nel tempo• orientati al raggiungimento della meta.Gli impegni vengono assunti da ogni E/G vivendo leoccasioni di: • posti d’azione nel corso dell’impresa• specialità individuali• incarichi di Squadriglia • Buone Azioni• altre occasioni concrete che si presentano nello svi-

luppo della vita di Reparto ed al di fuori di esso.Come per le mete, anche il numero degli impegninon è definibile a priori, ma legato all’unicità delSentiero di ogni E/G.

Art. 34LE TAPPEIl Sentiero di ogni esploratore e guida è scandito inReparto da tre tappe:u Scopertau Competenzau Responsabilità.Ognuna di esse, ispirandosi a momenti successivi dimaturazione della personalità dei ragazzi e delleragazze, ne sottolinea un aspetto predominante chenon esclude tuttavia gli altri, ugualmente presentiall’interno del percorso di ogni tappa.Anche il cammino di crescita nella fede è vissuto,nelle tre Tappe, con la dinamica unitaria di “scoper-ta, competenza, responsabilità”. La progressione del Sentiero di ogni E/G attraversole tre tappe non ha corrispondenza automatica congli anni di permanenza in Reparto; dipende invecedai tempi di crescita di ogni persona.

stente ecclesiastico della comu-nità riconoscano che per essi ègiunto il momento di abbandona-re il clan/fuoco ed attuare al difuori della comunità R/S le pro-prie scelte di vita, rispondendo intal modo alla propria vocazione.Termina così l’itinerario educativoproposto dallo scautismo e comin-cia quello di educazione perma-nente dell’adulto (assunzionepiena della responsabilità).La coerenza con le scelte di vita(quali ad esempio nell’ambitopolitico, nella fede, nel servizio)e l’acquisizione di un sufficientelivello di autonomia vanno verifi-cate con l’aiuto dei capi e dellaComunità R/S sulla base di unostile di vita, che sia confermatoda scelte concrete.Se la scolta e il rover scelgono digiocare la propria vita secondo ivalori proposti dallo scautismo, divoler essere uomini e donne cheindirizzano la loro volontà e tuttele loro capacità verso quello chehanno compreso come la verità, ilbene e il bello, di annunciare etestimoniare il Vangelo, di voleressere membri vivi della Chiesa,di voler attuare un proprio impe-gno di servizio, allora l’uscita dalclan/fuoco prende il nome di“Partenza”.Coloro che hanno fatto sceltediverse lasciano il clan/fuoco cir-condati dalla fraternità di tutta l’u-nità, con le modalità che volta pervolta stabilisce la Comunità stessa.La Partenza, va maturata durantetutto il cammino in branca peraiutare il rover e la scolta a foca-lizzare le scelte per un futuro pro-getto di vita, riflettendo sulServizio e sul suo ruolo di cittadi-no. Durante l’ultimo anno diclan/fuoco il rover e la scoltaavranno un rapporto privilegiatocol capo e l’assistente ecclesiasti-co, con un’attenzione alla preghie-ra personale, alla ricerca dimomenti di solitudine (hike,deserto), alla lettura dei testi, allariflessione, alla partecipazione amomenti di confronto con altri“partenti” e di formazione sociale.La Partenza della scolta e del roverè un’occasione di riflessione e diverifica per tutta la Comunità.

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di ciascun lupetto e di ciascunacoccinella va visualizzato tramitestrumenti idonei che indichino lacontinua progressione alla comu-nità e al singolo.

Art. 38DISTINTIVINel corso di ciascun momento,dopo aver fatto del propriomeglio per portare a termine tuttigli impegni assunti, il lupetto e la coccinella riceveranno unospecifico distintivo e verrannochiamati con un nome, ispiratoall’Ambiente Fantastico chedistingue tra loro i tre momentidella progressione personale. Inomi sono:• Lupo della legge /coccinella

del Prato (momento coinci-dente con la Promessa)

• Lupo della rupe/coccinella delbosco

• Lupo anziano/coccinella dellamontagna.

Durante questi momenti i capi ei bambini dovranno valutareinsieme la preda e l’impegnoraggiunti, soprattutto sulla basedello sforzo compiuto, delle dif-ficoltà incontrate e dei progressirealizzati dal singolo.

La descrizione dei distintivi e imodelli approvati sono riportatinell’allegato 1 del regolamento.

Art. 39FILONII filoni di attività rappresentanola razionalizzazione e la direttaapplicazione dei quattro punti diB.-P. Sono uno strumento ad usodei capi e costituiscono dei sug-gerimenti per proporre espe-rienze mirate a realizzare la for-mazione globale ed armonicadei bambini.Le singole attività colleganoopportunamente i vari filoni,secondo il programma di unità.I filoni di attività sono i seguenti:• Formazione religiosa: com-

prende le attività che stimola-no il lupetto e la coccinella aconoscere Gesù Cristo e ilsuo Vangelo; a scoprirsi, inLui, figli di Dio; a vivere comefratelli e sorelle di ogni uomo,

Per far meglio comprendere agli E/G il senso delletappe, e nello stesso tempo non precludere ai singo-li la scoperta di più ricchi significati, ogni tappa èdesignata da un simbolo e visualizzata da un distinti-vo da apporre sull’uniforme (allegato 6), che ne sin-tetizza figurativamente lo spirito e i contenuti. Ildistintivo viene consegnato all’inizio del camminolungo quella tappa.Il riconoscimento da parte del Consiglio della Legge delraggiungimento di tutte le mete definite per il propriopercorso di tappa, comporta il passaggio dell’esplorato-re e della guida alla tappa successiva del Sentiero. Il raggiungimento di ciascuna tappa è segnato for-malmente da una cerimonia in cui, con parole egesti adeguati, seguendo le forme stabilite dalla tradi-zione del reparto, si sottolinea il mantenimento dellaPromessa realizzato con il raggiungimento dellediverse tappe, che testimoniano la costanza dell’im-pegno e la correttezza dell’atteggiamento.

Art. 35TAPPA DELLA SCOPERTAÈ il momento in cui il ragazzo e la ragazza comincia-no a sentire il bisogno di compiere esperienze al difuori dell’ambito ristretto della famiglia, da cui inizia-no gradualmente a staccarsi per l’esigenza di scopri-re un mondo più vasto. L’esploratore e la guidahanno un desiderio intenso di attività, di esperienzenuove, cominciano ad approfondire lo sviluppo delpensiero astratto e concettuale; resta però ancorapredominante in loro la forma di conoscenza prati-co-operativa (“come si fa”). Ai ragazzi e alle ragazzepiace osservare e scoprire gli aspetti della realtà edavere spiegazioni più precise dei fenomeni: è ilperiodo degli interessi oggettivi.Poiché il Sentiero inizia dal momento dell’ingressoin Reparto, l’esploratore e la guida sono chiamatianzitutto a scoprirne le regole, sintetizzate nellaLegge Scout e nel Motto, fino ad impegnarsi adaccettarle pronunciando la Promessa Scout. Il cammino verso la Promessa, solitamente delladurata di 2 o 3 mesi, si caratterizza: • in termini di scoperta, nella prima conoscenza

delle persone che costituiscono la squadriglia edil reparto, dell’organizzazione della comunità,delle sue regole e tradizioni, dello spirito diavventura che la anima, così come del GrandeGioco dello scautismo di cui il Reparto fa parte

• in termini di competenza, nell’imparare un pocoalla volta a saper fare le cose più semplici, neces-sarie per la Squadriglia, e nell’impegno a nondisperdere quanto acquisito in Branca L/C e/onegli altri ambiti di vita

• in termini di responsabilità, nell’accettazionedelle regole del Reparto (la Legge) e nella decisio-ne di impegnarsi a rispettarle (Promessa).

Gli strumenti metodologici, che i Capi hanno adisposizione per accompagnare ogni E/G lungo ilcammino verso la Promessa, sono rappresentati, fragli altri, dalla Legge Scout, dalla Promessa, dal Motto,

Art. 35EVENTI DI PROGRESSIO-NE PERSONALEGli “Eventi di progressione per-sonale” sono occasioni che ser-vono a riflettere, ad acquisirecompetenze, a migliorare il livel-lo sia della consapevolezza dellescelte sia delle attività su cuiconcretamente poggia quotidia-namente ogni itinerario di pro-gressione personale.Hanno come obiettivo la cresci-ta di ognuno dei partecipanti edelle Comunità R/S, al fine diessere più presenti ed incisivenel proprio ambiente, siano essieventi a partecipazione individua-le o comunitaria. A seconda del tipo e della finalità specifica, sidistinguono in: campi tecnici perla competenza, campi di Servizio,campi di spiritualità e preghiera,campi di orientamento alle sceltedi Servizio. Essi propongono con-fronti e approfondimenti diversi,ma con un filo conduttore comu-ne, in linea con gli itinerari educa-tivi proposti dall’Associazione,attenti alla globalità della personae si inseriscono nell’itinerario difede della scolta e del rover.Sono tutte occasioni di progres-sione personale, distribuite nelcorso della vita R/S per rispon-dere all’esigenza di momenti for-mativi specifici che non sempreè possibile concretizzare all’in-terno della propria Comunità: ènecessario cercare anche fuoridal proprio ambito esperienzebasate su un confronto ampio esull’acquisizione di nuove com-petenze.Questi eventi sono accomunatida un’attenzione all’educazionealla fede espressa attraversomomenti di preghiera comunita-ria ed ecclesiale (ad esempio laLiturgia delle Ore). Affinché l’e-sperienza costituisca realmenteoccasione di crescita, è impor-tante che il rover e la scolta e leloro Comunità siano coinvolteprima e dopo l’evento. In parti-colare lo staff ha cura di questocoinvolgimento ed esprime sug-gerimenti per il cammino dimaturazione di ciascun parteci-pante.

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parte attiva e irripetibile nellacostruzione del Regno di Dio.

• Natura e vita all’aperto: com-prende le attività che sottoli-neano l’importanza educativadella natura che viene intesacome luogo di piacevoli emeravigliose avventure efonte di molte scoperte.

• Formazione fisica: comprendele attività che mirano a farprendere coscienza del pro-prio corpo, con i suoi limiti,cercando di svilupparne tuttele potenzialità e a usarlo nelmodo migliore, anche al servi-zio degli altri.

• Allenamento dei sensi: l’oppor-tuno allenamento dei sensi,abitualmente meno utilizzati,permette un arricchimentodell’esperienza per un corret-to sviluppo della persona. Essisono il mezzo principale concui i bambini entrano in con-tatto con la realtà.

• Abilità manuale: comprende leattività che servono a svilup-pare una creativa manualità,imparando il gusto di fare dasé. Tali attività permettono lalibera espressione della fanta-sia, si propongono un fineconcreto e un miglioramentocostante, attraverso vari livellidi difficoltà e l’opportuna col-locazione del lavoro indivi-duale in quello di gruppo.

• Espressione: comprende leattività che stimolano l’utiliz-zazione di diverse modalitàcomunicative che coinvolgo-no il corpo, la mimica, laparola, il disegno. Esso con-sente di educare la fantasia ela creatività, riscoprendo larealtà delle cose e instauran-do rapporti autentici tra lepersone.

• Formazione sociale: comprendele attività che hanno lo scopodi far scoprire al lupetto e allacoccinella l’esistenza dell’altro,valorizzando le diversità, l’esse-re parte anche di comunità piùgrandi del branco e del cer-chio. Favorisce, inoltre, lo svi-lupparsi di un atteggiamentoadeguatamente critico e serenosu quanto succede intorno,

dalla vita di Squadriglia e dal riferimento alla comu-nità mondiale dello scautismo.Dopo aver pronunciato la Promessa, gli E/G sarannostimolati a conoscere e a condividere i numerosiaspetti che concorrono a costruire la vita delReparto. Questo tratto di cammino della Tappa dellaScoperta si caratterizza:• in termini di scoperta: nella conoscenza ed espe-

rienza della dimensione dell’avventura nellaSquadriglia e nel Reparto, così come del propriospazio e ruolo all’interno di questa avventura (inca-richi di Squadriglia, posti di azione, nell’impresa)

• in termini di competenza: nel cammino per laconquista delle specialità necessarie per giocare ilgioco del Reparto, per sperimentarsi in nuoviinteressi ed, eventualmente, per rivalutare quelleconquistate in Branco/Cerchio

• in termini di responsabilità: anzitutto verso se stessi,nell’impegno a scoprire la propria personalità ed ipropri talenti; ed insieme verso la comunità, nellosforzo di essere fedeli agli impegni personali presi enella crescente consapevolezza dell’importanza diportarli a termine cogliendo e costruendo le occa-sioni (es. Buona Azione) per realizzarli.

Gli strumenti metodologici, che i Capi hanno adisposizione per accompagnare ogni E/G lungoquesto tratto di cammino del la Tappa del laScoperta, sono rappresentati, fra gli altri, dalla vitadi Squadriglia, dall’incarico di Squadriglia, dalleSpecialità individuali (con l’aiuto del Maestro diSpecialità, della Carta di Specialità e dei Campi diSpecial i tà), così come dal le Special i tà diSquadriglia.

Art. 36SPECIALITÀLe Specialità offrono all’esploratore e alla guida, aseconda delle inclinazioni ed attitudini personali, lapossibilità di confermare le proprie capacità, di svi-luppare nuove potenzialità e di vivere responsabil-mente un ruolo nella comunità, iniziando a mettersia disposizione degli altri. In questa prospettiva, i Capi le proporranno anchecome strumento per stimolare la ricerca degli E/G insettori a loro sconosciuti.Proprio per questa loro forte connotazione di strumen-to di ricerca e di scoperta della persona, è necessarioche il maggior numero possibile di specialità troviuno spazio effettivo all’interno della vita del Reparto, oquanto meno un aggancio significativo ad essa. Con la conquista di specialità, l’E/G comincia a com-prendere che l’essere competente (ovvero “essereun/una ragazzo/a in gamba”) passa attraverso un pro-getto personale unico, che sarà, quindi, necessariamen-te diverso dai progetti degli altri esploratori e guideLe specialità potranno essere anche un impegnodel sentiero di ogni E/G, mentre i Capi le utilizzeran-no per sollecitarli • alla concretezza• al desiderio di provarsi in campi non conosciuti

In allegato: Tipologia degli eventidi progressione personale a par-tecipazione individuale.

Art. 36STRUMENTI DELLAPROGRESSIONEPERSONALEIl punto della strada è uno deglistrumenti di progressione perso-nale che è possibile utilizzarenella branca R/S e rappresenta unmomento di sosta in cui il rover ela scolta fanno il punto della situa-zione, si orientano e ripartonoverso l’obiettivo.Il punto della strada si sviluppain quattro fasi:• fase della coscienza, in cui il/la

giovane mette a fuoco il cam-mino compiuto e si rendeconsapevole del suo modo diessere e di relazionarsi con sestesso, con Dio, con gli altri econ il mondo;

• fase del confronto, in cui il/lagiovane verifica se stesso e ilproprio cammino con laParola di Dio, la Legge, lacarta di clan, di fronte allacomunità e ai capi;

• fase del progetto, nella qualeil/la giovane fissa (o rifissa) gliobiettivi di progressione per-sonale a cui puntare;

• fase del programma, dove il/lagiovane individua gli impegniconcreti e verificabili che siassume di fronte alla comu-nità.

I punti della strada devono affer-mare insieme la loro esemplaritàe limitatezza, essere semplici egestibili dal giovane, essere per-cepiti come momenti di veraprogressione, essere occasionidi confronto, proporre esplicita-mente l’orientamento allaPartenza, porsi come pernoattorno al quale si organizza laconsapevolezza della propriaidentità attraverso le esperienzevissute dentro e fuori lo scauti-smo.Il punto della strada, che puòtipicamente riproporsi in due -tre momenti nell’arco dell’anno,può essere realizzato con diver-se modalità, privilegiando ladimensione comunitaria ed

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accettando e rispettando puntidi vista diversi dal proprio.

Art. 40SPECIALITÀLe specialità sono uno strumen-to di completamento della pistae del sentiero personali, tese asviluppare le capacità individua-li, sia evidenti che nascoste.I lupetti e le coccinelle “specia-listi” mettono a disposizionedella comunità le competenzeacquisite.

L’elenco delle specialità è ripor-tato nell’allegato 2 del Rego-lamento

• al gusto del saper essere capaci per poter essereutili agli altri.

Nel percorso verso una specialità ogni E/G sarà accom-pagnato da un Maestro di Specialità, che potrà essereuno scout o una guida già in possesso di quella specia-lità e/o di un Brevetto di Competenza affine, un Capooppure anche un adulto esterno all’ambito scout, inpossesso delle capacità tecniche necessarie.La Carta di Specialità è lo strumento che consente adogni scout/guida di progettare il cammino verso laspecialità, nello spirito e con lo stile dell’Impresa(Allegato 5). Anche i Campi di Specialità possono rappresentareun importante strumento per la conquista di unaspecialità: sono infatti un’occasione privilegiata diincontro e confronto tra ragazzi e ragazze che stan-no percorrendo un analogo cammino.Al riconoscimento della conquista di una specialitàda parte del Consiglio della Legge corrisponde l’asse-gnazione del distintivo corrispondente.È importante ed utile valorizzare le competenze giàacquisite dai più piccoli durante la loro vita inBranco/Cerchio.È comunque fondamentale che l’eventuale riconfer-ma passi attraverso il “fare” nelle imprese, che l’E/Gsalito/a dal Branco/Cerchio vivrà inSquadriglia/Reparto.

Nell’allegato 3 si trova l’elenco delle specialità indivi-duali.

Art. 37TAPPA DELLA COMPETENZAÈ il momento in cui il ragazzo e la ragazza cercanosempre più di affermare la loro personalità e in cui sirendono conto a poco a poco delle loro aspirazioni.Con il passare dei mesi sentono sempre più forte lanecessità di affermarsi, di scoprire un loro ruolo pre-ciso e di trovare sicurezza, stima e fiducia. Durantequesto periodo dovranno avere la possibilità di:• sperimentare autonomia, fiducia e corresponsabi-

lità impegnandosi con ruoli significativi all’inter-no delle imprese di Squadriglia e di Reparto, par-tecipando per esempio ai Consigli di Impresanelle imprese che coinvolgono le competenzeche si intendono acquisire.

• sviluppare le loro doti di osservazione e di giudi-zio e diventare padroni delle capacitàtecnico/organizzative che permettono di sapertrarre conseguenze operative immediate e concre-te nelle più diverse situazioni (uscite di squadri-glia, imprese di squadriglia, ecc.)

• scoprirsi parte rilevante della natura per conoscerla,capirla, amarla; per riflettere su di essa e impararecose nuove di se stessi mettendo in pratica nuoviatteggiamenti

• rendersi conto di alcune realtà del mondo in cuiviviamo per capire meglio gli altri.

arricchendosi attraverso il con-fronto con i capi e l’assistente.I punti della strada possonocoincidere con i momenti dellatradizione della branca (salita alnoviziato, firma dell’impegno,Partenza), i momenti forti dellavita di comunità (route, conclu-sione di Capitoli, verifica finaledel servizio...), in occasionedella partecipazione ad eventi diprogressione personale ocomunque significativi per il gio-vane.

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La Tappa della Competenza si caratterizza:• in termini di scoperta: nell’approfondimento e

nella valorizzazione dei talenti scoperti e nellascelta di orientarli verso una competenza e la con-quista del brevetto corrispondente

• in termini di competenza: nella costruzione delpercorso personale verso l’acquisizione di unaspecifica competenza all’interno del Reparto

• in termini di responsabilità: nella capacità di sape-re fare insieme agli altri ciò che si è imparato enel metterlo a disposizione degli altri in Reparto ein Squadriglia (es. nel ruolo di Maestro diSpecialità), così come nel crescere nella consape-volezza di sé all’interno delle relazioni con glialtri, imparando a vedere se stessi all’interno diun gruppo e sperimentando dinamiche relazionalicorrette anche con le persone dell’altro sesso.

Gli strumenti metodologici, che i Capi hanno adisposizione per accompagnare ogni E/G, lungo laTappa della Competenza, sono rappresentati, fra glialtri, dai Brevetti di Competenza (con l’aiuto delMaestro di Competenza, della Carta di Competenzae dei Campi di Competenza), dalle Specialità diSquadriglia, così come dai ruoli attivi che gli esplora-tori e le guide possono giocare in Squadriglia,Reparto (es. Consigli d’Impresa) ed in AltaSquadriglia.

Art. 38BREVETTO DI COMPETENZAL’esploratore e la guida, in questa fase della loro cre-scita, conquisteranno il Brevetto di Competenza,seguendo un percorso personale e specifico, proget-tato con i Capi del Reparto ed il Maestro diCompetenzaIl Sentiero di competenza porterà l’E/G ad aumenta-re la base di conoscenze tecnico-pratiche, così daessere sempre più punto di riferimento per i piccolie un/a protagonista nella realizzazione delle impresedi Reparto e di Squadriglia.La competenza richiede:• una scelta precisa e consapevole;• un’applicazione costante e sistematica;• l’intenzione di farne partecipi gli altri, mettendo a

frutto il saper fare già acquisito in stile di servizioal prossimo.

Mediante il lavoro consapevolmente scelto e siste-maticamente perseguito, gli E/G avranno la possibi-lità di collaudare il loro grado di maturità e quindi diconsolidare il loro carattere.Attraverso le tecniche, che la competenza compor-ta, riscopriranno la vita scout ad un grado più alto diapplicazione, ne avvertiranno la ricchezza e riceve-ranno uno stimolo adeguato al loro bisogno di atti-vità ed al loro impulso creativo.Il percorso verso il Brevetto di Competenza avverràcon lo stile del dare il meglio di sè in ogni circostan-za, a misura delle potenzialità di ogni E/G, secondoun progetto personale che non è schematizzabile,con genericità, a priori.

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Per questi motivi, ogni ragazzo e ragazza potrà conseguire un solo Brevetto diCompetenza, o tutt’al più due, che siano comunque affini.

Per acquisire il Brevetto di Competenza occorre: • conquistare specialità che l’E/G riterrà più idonee per il raggiungimento del

proprio brevetto;• aver convenientemente approfondito il Brevetto prescelto dimostrando effetti-

va capacità, affidabilità tecnica di grado elevato in situazioni concrete, capacitàdi coprire ruoli di responsabilità nelle imprese – dal punto di vista tecnico- ecomprensione del concetto che si è utili soltanto se si è capaci;

• aver partecipato a un momento di confronto sul piano della competenza(incontri, corsi, cantieri, campi o altre attività organizzate a livello di Zona,Regione, Settore, nazionali, tanto dall’Associazione che non);

• aver sperimentato l’incarico di Maestro di specialità in Squadriglia o in Reparto.Al riconoscimento della conquista di un Brevetto di Competenza da parte delConsiglio della Legge corrisponde l’assegnazione del distintivo corrispondente.Con la Carta di Competenza i Capi accompagnano scout e guide verso il Brevettocosì che gli EG vivano il cammino della competenza nello spirito e con lo stile del-l’impresa, in analogia a quanto facilitato dalla Carta di Specialità, ma con un livellopiù elevato di consapevolezza e complessità.Gli impegni per conquistare il Brevetto di Competenza saranno vissuti principal-mente nelle imprese di Reparto e di Squadriglia, Accanto agli stimoli offerti dalla vita della comunità di Reparto, ogni E/G saràaccompagnato verso il Brevetto di Competenza da un Maestro di Competenza chepotrà essere uno scout o guida già in possesso del medesimo Brevetto o di unorelativo ad una tecnica affine, da un Capo oppure da un adulto esterno all’associa-zione in possesso delle capacità tecniche attinenti il Brevetto.Nell’allegato 4 compare l’elenco dei brevetti di competenza.Nell’allegato 5 si descrivono gli eventi di approfondimento della Competenza.

Art. 39TAPPA DELLA RESPONSABILITÀL’adolescenza è il tempo della conoscenza e della scoperta di se stessi e degli altried è anche il tempo di far sintesi dell’esperienza vissuta e della sperimentazionedelle nuove capacità acquisite in preparazione alle scelte definitive del futuro. Iragazzi e le ragazze:• vogliono partecipare alla gestione delle comunità in cui vivono;• hanno bisogno di confrontarsi personalmente con gli adulti;• sono alla ricerca di una propria identità personale, anche - e principalmente -

come scoperta della propria sessualità nel confronto con l’altro/a;• hanno bisogno di esperienze di successo e di gratificazione che diano loro la

necessaria sicurezza nel progredire verso l’autonomia;• sono alla scoperta di un senso da dare alla propria vita attraverso l’approfondi-

mento del loro vissuto e la sfida a proporsi delle scelte di fondo.

Durante questo periodo gli E/G saranno accompagnati a:• riscoprire e approfondire insieme ai Capi la Legge e la Promessa scout, come

provocazione continua ad essere coerenti, e come occasione di confronto eaiuto per camminare verso Cristo e verso i fratelli;

• testimoniare la propria competenza contribuendo, nell’ambito della propriaspecializzazione, alla gestione del Reparto in modo diretto ed efficace;

• sperimentarsi come Capi Squadriglia o in altri ruoli di responsabilità all’internodella comunità di Reparto e nelle sue articolazioni (Squadriglia, AltaSquadriglia)

• assumere nell’ambito dell’impresa, insieme con gli altri specialisti e soprattuttonel settore della propria competenza, responsabilità nel proprio ambiente (par-rocchia, scuola, quartiere, città, ecc.);

• mantenere la propria competenza a un grado tale da poter essere pronti in ognicircostanza a servire validamente il prossimo;

• proporsi come Maestri di Competenza.

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La Tappa della Responsabilità si caratterizza: • in termini di scoperta, nella ri-scoperta della propria fedeltà alla Legge e della

propria appartenenza al Reparto, così come nell’approfondimento della cono-scenza dei propri mondi vitali (famiglia, scuola, quartiere, città/paese, scauti-smo, …) e nell’avvicinamento a realtà più grandi

• in termini di competenza, nell’impegno a mettere a disposizione della comunitàle capacità scoperte ed acquisite ed a mantenerle in tal modo ad un livello ele-vato di competenza

• in termini di responsabilità, nello sperimentare in modo nuovo la responsabilitàverso se stessi attraverso la pratica della responsabilità di persone e relazionioltre che di cose e di processi.

Gli strumenti metodologici che i Capi hanno a disposizione per accompagnareogni E/G lungo la Tappa della Responsabilità sono rappresentati, fra gli altri, daLegge, Promessa e Motto, dalla pratica del trapasso di nozioni, dalle Specialità diSquadriglia e dal coinvolgimento degli E/G nell’accompagnamento del Sentierodegli esploratori e guide più giovani, così come dai ruoli di responsabilità e dicogestione in Reparto: Caposquadriglia (e Vice Caposquadriglia), Consiglio Capi,Consiglio d’Impresa, Alta Squadriglia.

Art. 40CONCLUSIONE DEL SENTIEROIl Sentiero accompagna ogni E/G per tutto il periodo della sua permanenza inReparto.Concludere la Tappa della Responsabilità non corrisponde ad aver raggiunto lafine del Sentiero: anche successivamente, l’E/G sarà infatti chiamato a vivere etestimoniare in maniera sempre più piena e cosciente la propria responsabilità,tanto nella vita scout che negli altri suoi ambienti di vita..È comunque importante che ogni Reparto, secondo le proprie tradizioni, viva unmomento significativo che, attraverso una cerimonia comunitaria, sottolinei laconclusione della Tappa della Responsabilità da parte di ogni E/G e soprattuttol’impegno dimostrato lungo il percorso.

Art. 41INSERIMENTO IN REPARTO Qualora un ragazzo o una ragazza entri nel Reparto in età superiore a quellaconsiderata usuale, si incamminerà lungo la tappa della Scoperta e, una voltaconosciute ed accettate le regole del gioco del Reparto pronunciando laPromessa, proseguirà lungo la tappa corrispondente al proprio grado di matura-zione, vivendo nel dinamismo interno ad ogni tappa le tre fasi di scoperta,competenza e responsabilità.Il periodo di permanenza nella tappa della Scoperta, seppur breve, consentirà alCapo Reparto, di “scoprire” l’E/G, di conoscerlo/a meglio, così da proporgli/le,subito dopo la Promessa, di camminare lungo la tappa idonea.

Art. 34 - Verifica della progressione personale e ruolo della comunità di unitàNelle varie fasi ed esperienze della Progressione Personale un momento fondamentale è costituito dalla verifica, cioè dalriesame – effettuato con gli strumenti della metodologia di ciascuna Branca – del tratto di cammino percorso e dal con-fronto con gli obiettivi che la persona o la comunità si erano prefissati.Essa educa a ricercare i significati profondi delle esperienze vissute cogliendo, nel cammino percorso e nel confrontocon la Legge e la Promessa, indicazioni utili per il cammino ancora da fare.Il ragazzo è condotto così a valutare criticamente, con se stesso, con i Capi e – in determinati momenti – con la comu-nità cui appartiene, il proprio impegno e comportamento, per quanto riguarda le motivazioni, lo sforzo fornito e i risulta-ti ottenuti, al fine di rendersi conto dei cambiamenti di rotta necessari.

Art. 35 – Archi di età e passaggiLo scautismo riconosce, all’interno dell’arco d’età della propria proposta, dei cicli (che si identificano con i tempi di per-manenza in ogni branca) nei quali si esplica la crescita del singolo.Coesistono pertanto, all’interno dell’itinerario scout, un cammino complessivo (che dona l’orizzonte alla proposta educa-

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tiva: l’uomo e la donna della Partenza) e dei cicli, che rendono possibile il concreto svolgimento dell’impegno di crescitadel ragazzo.La branca Lupetti e Coccinelle si rivolge ai bambini e alle bambine compresi tra gli 8 e gli 11/12 anni. La brancaEsploratori e Guide si rivolge ai ragazzi ed alle ragazze di età compresa tra gli 11/12 ed i 16 anni. La branca Rover e Scoltesi rivolge ai giovani e alle giovani compresi tra i 16 e i 20/21 anni.La condivisione della scelta effettuata in merito alle età dei passaggi, da parte di tutti i membri della Comunità Capi,garantirà la necessaria stabilità delle impostazioni date ed il loro perseguimento nel tempo.La responsabilità della Comunità Capi in queste scelte farà riferimento ad alcuni forti orientamenti Generali:• l’importanza prevalente della comunità di riferimento e della fascia di età dei ragazzi;• il compimento delle esperienze e dei ruoli fondamentali proposti dalla branca;• la sostenibilità della proposta scout rispetto all’intero cammino educativo;• le caratteristiche dei ragazzi;• le caratteristiche dell’unità e del Gruppo;• il contesto sociale.

Art. 36 – Cerimonie, simboli e distintivi del cammino scout: significato ed utilizzoL’itinerario che va dalla Promessa alla Partenza, vede protagonista il ragazzo ed è un cammino personale che si inscrive inquello di una comunità; ha perciò il carattere di un itinerario “riconosciuto”, “approvato” e “celebrato”.Esso si struttura intorno ad un “universo simbolico”: si tratta di cerimonie, riti, eventi, segni e simboli a forte carica evo-cativa, capaci di richiamare il significato delle esperienze compiute e di coniugarsi a precisi valori segnando i passi di cre-scita del ragazzo.Il cammino di P.P. avrà in primo luogo una specifica rappresentazione visiva. Nelle branche L/C e E/G ad ogni momentodi P.P., previsto dalla metodologia della Branca, è associato un distintivo che simboleggia il cammino percorso: in BrancaL/C la consegna dei distintivi di P.P. avviene dopo che il bambino ha raggiunto gli obiettivi di crescita individuati; si sot-tolinea con ciò l’impegno profuso per il loro raggiungimento. In Branca E/G invece, la consegna dei distintivi avvieneall’inizio del percorso previsto dal momento di crescita; si sottolinea con ciò la fiducia nel ragazzo e nella sua capacità diraggiungere i propri obiettivi di crescita.Nella Branca R/S diversi elementi ed eventi, caratterizzati da una forte componente simbolica, indicano i punti chiave delcammino del rover e della scolta: la salita al noviziato, la firma dell’impegno, la Partenza.L’utilizzo di tale linguaggio visivo richiama e sottolinea l’esperienza di crescita vissuta nel contesto della vita scout e sin-tetizza simbolicamente, con il peculiare stile di ogni Branca, le principali esperienze vissute in ogni momento di crescita.Il cammino personale e il riconoscimento da parte della Comunità saranno poi resi visibili nelle cerimonie; in esse i ritisono codificati secondo l’esperienza e la tradizione della metodologia scout e del gruppo. Le cerimonie impegnano laComunità e ne è protagonista il ragazzo che vive quel momento del suo cammino in cui può dichiarare il proprio cambia-mento, o la conquista di una competenza, o la capacità di assumere un maggiore impegno.In ciascuna delle tre branche, con i segni e i linguaggi propri, il cammino di ogni ragazzo è segnato da:• riti di accoglienza (dei cuccioli/delle cocci, dei novizi in Reparto, la salita al Noviziato);• riti di iniziazione (la Promessa, la firma della Carta di Clan);• riti di passaggio (dal Branco/Cerchio al Reparto, dal Reparto alla Comunità R/S, la Partenza).Simboli (come i distintivi o gli elementi dell’uniforme) ed eventi simbolici (come i racconti iniziatici, la conquista delnome di caccia, la firma dell’impegno ecc.), permettono di comunicare con pregnanza:• il riconoscimento di un’identità;• il sostegno nel cambiamento;• la conferma di un traguardo raggiunto nel cammino di crescita.Lungo l’intero cammino la visualizzazione della Progressione Personale, del singolo come della Comunità, andrà realizzatasecondo modalità e stili legati al linguaggio di ciascuna branca ed adeguate all’età dei ragazzi e sarà curata quale preziososostegno alla memoria personale e collettiva.

Art. 37 – Fazzolettone scout e Promessa: significati e valenzaLa Promessa, che con la Legge esprime gli impegni proposti dallo scautismo, segna il momento di ingresso nella famigliadelle guide e degli scout di tutto il mondo. La Promessa del lupetto/coccinella, pur avendo il medesimo significato di quella che sarà pronunciata in Branca E/G, èformulata con un linguaggio maggiormente consono all’età. Al momento della Promessa viene consegnato al ragazzo ilrelativo distintivo, simbolo dell’impegno preso di fronte ai Capi ed a tutta la Comunità.Il fazzolettone scout, consegnato dai Capi, è il segno di appartenenza al gruppo, del quale riporta i colori tipici. Il distinti-vo della Promessa e il fazzolettone scout identificano, con la loro forza simbolica e visiva, gli scout in tutto il mondo;sono segni personali che non devono mai essere tolti al ragazzo perché mai verrà meno la fiducia nelle sue possibilità dirispettare gli impegni presi.

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L/C

Art. 41VERIFICA DELLA PROGRESSIONE PERSO-NALEOgni lupetto e coccinella verifi-cano la propria pista e il pro-prio sentiero con i capi dellostaff di branco e di cerchio. Icapi dovranno porre grandeattenzione sia all’impegno pro-fuso, sia ai risultati ottenuti.La comunità compie in occasio-ni particolari, usando gli stru-menti idonei, la verifica del pro-prio cammino. Tale verificaconsente ad ognuno di interio-rizzare e condividere, nel con-fronto dei valori fondamentali,lo spirito lupetto e coccinellaper proseguire nella propriapista e sentiero.

Art. 42RUOLO DELLA COMUNITÀI bambini si inseriscono nella vitadi una comunità di branco e dicerchio. Essa è l’ambiente educati-vo in cui le loro esperienze assu-mono una pluralità di significatiattraverso una varietà di comuni-cazioni e linguaggi.Tali modalità stimolano la forma-zione del carattere, la socialità, lacreatività, il protagonismo e l’auto-nomia di ciascuno.Il branco e il cerchio riproduconol’ambiente reale esterno, a misuradel bambino e della bambina, coin-volgendoli sul piano morale, affetti-vo, fisico e spirituale.

E/G

Art. 42CONSIGLIO DELLA LEGGEIl Consiglio della Legge è l’assemblea di tutti gliesploratori e le guide del Reparto, assieme ai capi. Èriunito periodicamente, in genere al termine diun’impresa, per verificare l’impegno del Reparto edi ogni E/G, chiamati a confrontare il comporta-mento e l’atteggiamento tenuti rispetto ai contenutidella Legge. Il Consiglio della Legge è momento privilegiato diverifica del Sentiero: infatti, è in questa occasioneche l’esploratore e la guida riconoscono completatoo meno il cammino di tappa e, più in generale, il rag-giungimento di mete, specialità, brevetti. L’E/G, dopo essersi assunto un impegno insiemealla comunità, ne verifica il raggiungimento davantialla stessa comunità. Il Consiglio della Legge sirende, quindi, partecipe della crescita di tutti i com-ponenti del Reparto.L’E/G verifica le mete sulla base della propria valuta-zione degli impegni portati a termine e dello stilenel realizzarli; ad essa si aggiungono riflessioni, sug-gerimenti e osservazioni della comunità di Repartoche, così facendo, contribuirà in stile di correzionefraterna alla crescita di tutti i suoi componenti. Oltre che momento centrale per la verifica del Sentierodegli E/G, il Consiglio della Legge è il luogo in cui ven-gono assunte le decisioni “importanti” del Reparto.Alla luce della Legge, l’intera comunità verifica ilproprio modo di essere e di fare nel corso delleimprese considerando i passi in avanti compiuti,confrontandosi sugli aspetti da migliorare e gli obiet-tivi di impegno personali e di comunità da assumereper il periodo successivo. La tradizione del Reparto stabilisce i gesti e i simbolinecessari per esprimere con semplicità ed essenzialitàle funzioni e il clima fraterno del Consiglio della Legge.

Art. 43VERIFICA DEGLI IMPEGNIGli impegni sono verificati all’interno delle comunitàin cui gli E/G li hanno assunti e vissuti, vale a dire: • i posti di azione delle differenti imprese all’inter-

no del Consiglio di Squadriglia, Consiglio dellaLegge o in Alta Squadriglia,

• le Specialità nel Consiglio della Legge, possibil-mente dopo un passaggio di verifica con ilMaestro di Specialità e nel Consiglio di Squadriglia

• gli incarichi di Squadriglia all’interno delConsiglio di Squadriglia

• le occasioni concrete che si sono presentate nellosviluppo della vita di Reparto ed al di fuori di essonel Consiglio della Legge.

La “verifica” si esplica sia nel’autovalutazione del sin-golo che nel rapporto educativo con i Capi, cui siaggiungono le diverse comunità del reparto(Reparto, Squadriglia ed Alta Squadriglia).

R/S

Art. 37VERIFICA DELLA PROGRESSIONE PERSONALELa verifica della progressionepersonale è un momento di let-tura in positivo del camminofatto.La Comunità, tendendo a creareun clima fraterno e sereno edattraverso l’integrazione positi-va dei diversi livelli di esperien-za e maturazione dei singoli,permette l’adeguato confrontoe correzione fraterna, aiuta cia-scun rover e scolta a individua-re la propria vocazione, a verifi-care il cammino percorso e ilraggiungimento degli obiettiviprefissati, a definire i nuoviorientamenti.

Art. 38RUOLO DELLA COMUNITÀ Il rover e la scolta, facendo ilpunto della strada, verificano ilproprio cammino confrontando-si con la comunità ed i capi escelgono futuri obiettivi in riferi-mento alla Carta di clan, allaLegge e alla Parola di Dio. Il singolo deve porre particolareattenzione affinché il suo cammi-no personale di crescita sia diarricchimento, in rispetto di quel-lo compiuto dalla Comunità.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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L/C

Art. 43CAPO BRANCO ECAPO CERCHIOI capi del branco e del cerchiosono testimoni delle proprie scel-te; rappresentano per i bambiniun ideale modello di uomo e didonna positivo a cui riferirsi.Ogni capo cerca di instaurare uncostante e proficuo rapporto congli ambiti dove i bambini crescono(scuola, parrocchia, altre agenzieeducative…) e soprattutto con igenitori, allo scopo di approfon-dirne la conoscenza nella prospet-tiva di un’educazione unitaria.

E/G

Art. 45CAPO REPARTOIl Capo e la Capo Reparto vivono il proprio servizioeducativo ponendosi per gli esploratori e le guidecome modello di adulti equilibrati, coerenti e gioio-si, persone significative con le quali i ragazzi e leragazze dell’Unità possono lealmente rapportarsi.È con questo stesso stile che si relazionano con gliE/G tanto nelle dinamiche del Sentiero che nellacogestione del Reparto. Il rapporto educativo tra Capo e ragazzo/a all’inter-no del Sentiero può concretizzarsi con diversemodalità Per l’esploratore e la guida l’incontro conil Capo deve comunque essere il più naturale possi-bile, frutto della voglia di conoscersi secondo lemodalità ed i tempi offerti dalla vita di Reparto. Il Capo e la Capo Reparto sono responsabili difronte alla Comunità Capi ed ai genitori dellescelte educative compiute nei confronti dell’in-tero Reparto e dei singoli E/G. Per questo moti-vo devono conoscere a fondo gli esploratori e leguide ed il Sentiero di ciascuno/a di loro.

R/S

Art. 39CAPO CLAN E CAPO FUOCOI capi e gli assistenti ecclesiasticifanno integralmente parte dellaComunità R/S, vivendone i varimomenti e problemi, pur nelladiversità dei ruoli rispetto a quellidei novizi e delle novizie, delle scol-te e dei rover.Il capo si rapporta con il giovane ela giovane attraverso il confronto edun rapporto personale di fiducia, diattenzione, di disponibilità e di pro-mozione dell’autoeducazione.Questa relazione si attua attraverso ildialogo, ma anche attraverso la con-divisione delle esperienze. Diventa importante, in branca R/S,sviluppare l’uso di tecniche di ani-mazione adatte all’età.

Art. 38 - Capo educatoreIl capo è un adulto che contribuisce alla crescita di ciascuno e della comunità, nella quale vive nello spirito del fratello mag-giore, testimoniando i valori scout con il proprio esempio.Il capo fornisce ai ragazzi e alle ragazze - in un clima di reciproca fiducia - mezzi e occasioni concrete per vivere i valori delloscautismo e per comprendere sempre più profondamente i significati delle esperienze vissute.Il capo ha capacità di ascolto e di osservazione del ragazzo e della ragazza e ne conosce gli ambiti di vita, primo fra tutti lafamiglia, con cui sono necessari dei contatti frequenti e che possono essere anche coinvolti nella definizione degli obiettiviconcreti della progressione personale.Al fine di consentire ai ragazzi e alle ragazze un reale cammino di progressione personale all’interno delle unità del gruppo, laComunità capi ha il compito di garantire l’unitarietà e la coerenza del cammino stesso, coordinando i singoli capi nei propriinterventi e assicurando un’adeguata continuità del servizio di ogni capo-unità, nella permanenza alla guida dell’unità, peralmeno un intero ciclo educativo della branca nella quale è svolto il servizio.

La figura del capo

L/C E/G R/S

Art. 44RUOLO DELLA COMUNITÀ NEL SENTIEROSquadriglia, Reparto, Consiglio Capi accompa-gnano ogni E/G lungo il Sentiero e sono gliambiti dove i ragazzi e le ragazze vivono con pie-nezza il loro Sentiero aiutati da “fratelli e sorelle”che con loro condividono l’avventura del cresce-re. Questi ambiti offrono, infatti, una serie diopportunità che consentono loro, mediante gliimpegni vissuti durante le imprese, di ottenereuna crescita equilibrata in tutti gli aspetti dellapersona.

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AGGIORNATO AL CONSIGLIO GENERALE 2008

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Art. 39 – Lo staff di unitàOgni capo è inserito in uno staff di unità, formato da un capo unità o da due (un uomo e una donna) nelle unità miste, da unassistente ecclesiastico ed eventualmente da alcuni aiuti. Tutti sono membri della Comunità capi, sono compartecipi dellaresponsabilità educativa dell’unità ed assicurano l’applicazione del progetto educativo del gruppo.Ciascuno contribuisce alla proposta educativa secondo la propria sensibilità, esperienza e conoscenza metodologica.È opportuno che la direzione di unità sia mista anche nelle unità monosessuali, evitando in ogni caso che tutti i capi e gli aiuti sianodi sesso diverso da quello dei bambini/e e/o ragazzi/e.

L/C

Art. 44STAFF DI UNITÀI capi del branco e del cerchiosono per i lupetti e le coccinelle,vecchi lupi e coccinelle anziane. Nelle unità che adottanol’Ambiente Fantastico Giungla icapi assumono il nome di un per-sonaggio positivo del racconto; inquello Bosco valutano l’opportu-nità di assumere quello di un per-sonaggio positivo del racconto.

E/G

Art. 46CAPI IN REPARTOLo Staff di Reparto è formato dal Capo Reparto odalla Capo reparto (nel caso di Reparto misto daentrambi), dall’Assistente Ecclesiastico e da Aiuti.Gli Aiuti Capi Reparto fanno parte dellaComunità Capi e quindi sono compartecipi con iprimi della responsabilità educativa dell’Unità.Lo staff di Reparto discute infatti collegialmentedelle scelte educative da compiere e ne è quindipienamente co-responsabile, pur nella diversità deiruoli e delle responsabilità presenti al suo interno.Lo Staff di Reparto garantisce, mediante la “tra-duzione” negli strumenti di Branca, la realizza-zione del Progetto Educativo di Gruppo all’inter-no della propria Unità. In questo contesto pro-gettuale va posta attenzione alla verifica periodi-ca dell’evoluzione dell’Unità nel suo complessoe di ogni esploratore e guida nello specifico, alloscopo di adeguare gli interventi educativi al pro-gramma di reparto e di verificare eventualicarenze nel progetto educativo. Nelle gestione del Reparto, i bisogni ed i deside-ri, anche quelli non sempre compiutamenteespressi, le scelte e le decisioni degli E/G hannovalore determinante.I Capi agiscono in modo che la vita delleSquadriglie e del Reparto in generale sia animatada un vero spirito scout, impegnata da impreseavvincenti e tale da contribuire alla massimavalorizzazione possibile di ogni esploratore eguida come protagonista.La co-responsabilità sarà lo stile con cui i capisono partecipi della vita del Reparto e sonoaccanto ad ogni E/G, che è chiamato in primapersona ad essere protagonista del proprio cam-mino di crescita. In Staff di reparto sarà costante la verifica delSentiero degli esploratori e delle guide, al fine diindividuare eventuali nuovi suggerimenti e/oproposte da condividere con ciascun esplorato-re/guida.I Capi in Reparto sapranno infine essere gliuomini e le donne dei boschi che, rispettando ilCreato, riusciranno ad integrarsi con la natura intutte le occasioni di vita all’aperto, dimostrandocompetenze tecniche, capacità di adattamento euno stile essenziale ed aperto all’avventura.

R/S

Art. 40STAFF DI UNITÀPoiché il noviziato e il clan/fuocosono due momenti di un’unica pro-posta, i Maestri dei novizi ed i capidel clan/fuoco e gli assistenti eccle-siastici formano un unico staff,affinché le attività, spesso separate,siano in armonia con le finalitàdella Comunità R/S.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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ALLEGATI AL REGOLAMENTOBRANCA L/C

Allegato 1Descrizione e disegni dei distintivi dellaprogressione personale

1° momento: Promessa lupetto: testa dilupo contornata da corda e scrittaAgesci con nodo piano in basso.Promessa coccinella: coccinella contor-nata da corda e scritta Agesci.

Lupo della legge

Coccinella del Prato

ALLEGATI AL REGOLAMENTOBRANCA E/G

Allegato 1I nomi di squadriglia suggeriti da B.-P.:

Airone, Albatro, Anatra, Antilope, Aquila,Ariete, Arzavola, Beccaccia, Beccaccino,Bufalo, Bulldog, Cane, Canguro, Castoro,Cavallo, Cervo, Chiurlo, Cicogna, Cigno,Cinghiale, Cobra, Coccodrillo,Colombaccio, Colombo, Cormorano,Cornacchia, Corvo, Cuculo, Elefante,Fagiano, Falco, Falcone, Foca, Folaga,Gabbiano, Gallinella Terrestre, Gallo,Gallo Cedrone, Gallo di Montagna, Gatto,Gazzella, Gheppio, Gufo, Iena,Ippopotamo, Leone, Lontra, Lupo,Mangusta, Martin Pescatore, Merlo,Moriglione, Nottola, Orso, Pantera,Pavone, Pellicano, Pettirosso, Picchio,Pinguino, Pipistrello, Piviere, Procellaria,Procione, Puffino, Rinoceronte, Rondine,Sciacallo, Scoiattolo, Serpente a Sonagli,Smeriglio, Storno, Succiacapre, Tarabuso,Tasso, Tigre, Toro, Trampoliere,Tricheco, Volpe

Allegato 2Elenco delle specialità di squadriglia

1) Alpinismo2) Artigiano3) Campismo4) Civitas5) Esplorazione6) Espressione7) Giornalismo8) Internazionale9) Natura10) Nautica11) Olympia12) Pronto Interventto

Allegato 3Specialità individuali

L’elenco alfabetico delle Specialità è ilseguente:

Allevatore, Alpinista, Amico degli anima-li, Amico del quartiere, Archeologo,Artigiano, Artista di strada, Astronomo,Atleta, Attore, Battelliere, Boscaiolo,Botanico, Campeggiatore, Canoista,Cantante, Carpentiere Navale, Ciclista,

ALLEGATI AL REGOLAMENTOBRANCA R/S

AllegatoTipologia e gestione degli eventi diprogressione personale a partecipazio-ne individuale.

I Campi di specializzazione(Competenza)Lo scopo è quello di sviluppare la com-petenza per poterla mettere poi al ser-vizio degli altri.Tendono a privilegiare l’attività manua-le, a stimolare la capacità di produrre enon di consumare, a sollecitare l’abitu-dine di riflettere sul proprio agire.

I Cantieri (Servizio nel territorio)Hanno lo scopo di approfondire lemotivazioni alla scelta di servizio all’uo-mo, di scoprire le valenze politiche diun servizio nel territorio, attraverso siaun’intensa vita di fede, sia la concretacondivisione della vita nelle realtàpreesistenti e qualificate presso cui sisvolgono.

I Campi di spiritualità (Scoperta dellaBibbia e approfondimento della Parola)I “Campi di Spiritualità” sono rivolti arover e scolte poi e a giovani esterniall’Associazione di pari età. Hanno l’o-biettivo di far maturare una crescitanella fede e una maggiore conoscenzadella Bibbia e della liturgia tramite lapresenza di un esperto, vissuta e gioca-ta secondo lo stile scout. Eventi di que-sto tipo sono i campi Bibbia, campi dipreghiera.

I Campi Ora et Labora (Riflessione su...)Attraverso la fatica del lavoro manuale,il clima gioioso, l’intenso contatto conDio vivendo la preghiera sia singolache comunitaria, si vuole far vivere airagazzi un’esperienza di forte condivi-sione e di profonda riflessione intro-spettiva.

Le Giornate “Giovani a confronto” (spiri-tualità e approfondimento culturale)Le Giornate “Giovani a confronto”sono rivolte a rover e scolte e a giova-ni esterni all’Associazione di pari età.

Allegati al Regolamento metodologico

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AGGIORNATO AL CONSIGLIO GENERALE 2008

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2° momento: Lupo delle rupe

Coccinella del bosco

3° momento: Lupo anziano

Coccinella della montagna

Allegato 2Elenco delle specialità

Amico degli AnimaliAmico del MareAmico della NaturaAmico di AronneAmico di SamueleAmico di San FrancescoArtigianoAstronomoAtletaAttoreBotanicoCanterinoCercatore di Tracce

Collezionista, Coltivatore, Corrispon-dente, Corrispondente radio, Cuoco,Danzatore, Disegnatore, Elettricista,Elettronico, Esperto del computer,Europeista, Falegname, Fa tutto,Folclorista, Fotografo, Giardiniere,Giocattolaio, Grafico, Guida, GuidaMarina, Hebertista, Idraulico, Infermiere,Interprete, Lavoratore/ce in cuoio,Maestro dei giochi, Maestro dei nodi,Meccanico, Modellista, Muratore,Musicista, Naturalista, Nuotatore,Osservatore, Osservatore meteo,Pescatore, Pompiere, Redattore, Regista,Sarto, Scenografo, Segnalatore, Serviziodella Parola, Servizio liturgico, Serviziomissionario, Topografo, Velista.

Allegato 4Brevetto di Competenza

L’elenco dei “Brevetti di Competenza”è il seguente:

1) Amico della natura2) Animazione espressiva3) Animazione giornalistica4) Animazione grafica e multimediale5) Animazione internazionale6) Animazione religiosa7) Animazione sportiva8) Guida alpina9) Mani Abili10) Nocchiere11) Pioniere12) Soccorso13) Sherpa14) Skipper15) Timoniere16) Trappeur

Allegato 5Eventi di approfondimento della com-petenza – Campi di specialità e Campidi competenza

L’Associazione, a vari livelli, offre agliesploratori e alle guide occasioni speci-fiche di crescita nella competenzaattraverso eventi che, nello sviluppodelle potenzialità di ciascuna persona,mirano alla valorizzazione di ogni ado-lescente.Tali eventi, inseriti nella progressionepersonale nel Sentiero degli esploratorie delle guide, sono svolti nello spiritodell’impresa, quindi nello stile dellaprogettualità, del confronto, della con-

Sono un’occasione di incontro tra gio-vani di diverse provenienze e apparte-nenze attraverso una riflessione biblicae un confronto culturale su tematichedi attualità sulle quali costruire la pro-pria “Partenza”.Momenti centrali delle giornate sonogli incontri con persone particolarmen-te preparate che mettono a disposizio-ne dei partecipanti la loro competenzaed esperienza.

La Route d’orientamento alle scelte diservizio.La Route d’orientamento è un eventodi orientamento al servizio, con parti-colare riferimento al servizio educativoin Agesci. La presentazionedell’Associazione e del servizio in essapermette al rover ed alla scolta:• di vivere una forte esperienza di sin-

tesi del cammino scout percorso;• di valutare la possibilità, nell’ottica

della Partenza, di scegliere l’Agescicome uno dei luoghi possibili di ser-vizio.

La gestione degli eventi è affidata acapi esperti di branca R/S.Di norma i capi evento vengono indivi-duati, dai referenti nazionali di ciascunevento, tra i capi esperti di branca R/S,avvalendosi eventualmente della colla-borazione di referenti regionali o altricollaboratori a livello locale e vengononominati dagli Incaricati nazionali almetodo; nel caso che l’organizzazionedell’evento sia regionale, la stessa strut-tura regionale è responsabile dell’indi-viduazione dei capi evento.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Cittadino del MondoCollezionistaCuocoDisegnatoreFolcloristaFotografoGiardiniereGiocatore di SquadraGiocattolaioGiornalistaGuidaInfermiereKimMaestro dei GiochiMaestro del Bosco Maestro della SaluteMaestro di DanzeMani AbiliMassaioMeteorologoMontanaroMusicistaRipara-RiciclaSartoScaccia PericoliScrittore

Allegato 3Campetti Piccole Orme

L’esperienza di Piccole Orme è rivolta ailupetti e coccinelle che stanno vivendol’ultimo momento della propria P.P. inB/C (quello della responsabilità), ed èproposta come momento integrante dellapista e del sentiero personale. I campettisi propongono seguenti obiettivi:• sviluppare l’acquisizione di nuove

abilità da mettere a disposizione delproprio branco e cerchio;

• promuovere se stessi giocandosi inuna dimensione nuova rispetto aquella conosciuta del proprio brancoe cerchio;

• educare alla disponibilità all’altroattraverso l’incontro ed il confrontodi molte realtà.

Per far sì che questi obiettivi possanoessere raggiunti e vissuti dal bambinonel proprio Branco/ Cerchio, è impor-tante che la partecipazione ai campettiavvenga in tempo utile per permetterela ricaduta dell’esperienza all’internodell’unità.Le Piccole Orme sono organizzate a livelloRegionale, nel rispetto delle tradizioni conautonomia nella scelta dei contenuti. Lapartecipazione è individuale ed è estesa aLupetti e Coccinelle provenienti da altreRegioni.

divisione, dell’impegno gioioso ecostante nel far bene ogni cosa, dellaverifica di quanto si è realizzato.

Campi di specialità: sono eventiregionali rivolti ai ragazzi ed alle ragaz-ze in cammino verso la tappa dellaScoperta.Sono campi che hanno lo scopo di for-nire occasioni di conoscenza e diapprofondimento per la conquista disingole specialità.Per questa fascia di età e con le medesi-me finalità, il settore Nautico organizzacorso di avviamento alla nautica.

Campi di competenza: sono eventinazionali organizzati, in accordo con labranca E/G, sia dal settoreSpecializzazioni che da settore Nauticoe sono rivolti a ragazzi e ragazze incammino verso le tappe dellaCompetenza e della Responsabilità.Questi campi hanno lo scopo di offrirel’occasione per affinare uno specificoambito di competenza attraverso l’ap-profondimento ad alto livello di unatecnica, con l’ottica di rendere esplora-tori e guide pronti in ogni circostanza aservire validamente il prossimo, non-ché ad animare la squadriglia e il repar-to di appartenenza.

Allegato 6Descrizione del distintivo della progressione *

Il distintivo si compone di tre parti, unaper ciascuna tappa. Ogni parte è rappre-sentata da un simbolo che ne sintetizzafigurativamente lo spirito ed i contenuti.Il distintivo viene consegnato all’iniziodel cammino lungo quella tappa.

1ª tappa: scoperta

2ª tappa: competenza

3ª tappa: responsabilità