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Aggiornato al Consiglio generale 2016 Regolamento metodologico

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Aggiornato al Consiglio generale 2016

Regolamento metodologico

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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Art. 1 – Modello educativoIl metodo educativo utilizzato dall’Associazione è quello dello scautismo i cui principi fondamentali si trovano nell’opera diBaden-Powell, sono attualizzati nello Statuto e nel Patto associativo e tradotti in un modello educativo maturato progressiva-mente nell’esperienza dei capi. Essi sono perseguiti nelle varie branche in maniera adeguata all’età, rispettando i tempi di cre-scita dei singoli e della comunità. Ad essi fanno riferimento i progetti educativi dei gruppi e le attività delle unità.

Art. 2 – Metodo attivoIn quanto metodo attivo, lo scautismo si realizza in attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo che sono incoraggiatiad imparare con l’esperienza e a saper leggere l'eventuale successo o insuccesso anche alla luce del coinvolgimento persona-le. Lo stile con il quale si svolgono le attività è quello dell’imparare facendo, dando così primato all’esperienza. Tutte le atti-vità sono realizzate nella semplicità e nella essenzialità sia per una concreta educazione a queste virtù, sia per favorire la parte-cipazione alle attività di ogni ragazzo e ragazza, indipendentemente dalle condizioni economiche. 1

Art. 3 - Fondamenti pedagogiciIl metodo educativo dell’Agesci è una proposta educativa che: • vede i giovani come autentici protagonisti della loro crescita; • deriva da una visione cristiana della vita; (PA-la scelta cristiana)• tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con gli altri e con il creato; • è attenta a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani. 2

Art. 4 - Pedagogia scout nell’educare alla fedeLa pedagogia scout è ispirata ad un modello di uomo che si esprime negli orientamenti della progressione personale, dallaPromessa alla Partenza, originando uno specifico spirito e stile di vita, i cui valori sono sintetizzati efficacemente nellaPromessa, nella Legge e nel Motto. Le esperienze peculiari del metodo scout hanno già una valenza religiosa, che – attraverso l’annuncio della Parola e la celebra-zione dei sacramenti - fa dello scautismo un’occasione di incontro con il Vangelo e una originale forma di spiritualità cristiana.

L/C

Art. 1PEDAGOGIA SCOUT NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDEL’educazione alla fede si attua con gra-dualità e continuità, lungo la progres-sione personale del lupetto e della coc-cinella, nella prospettiva unitaria delcammino di crescita verso la Partenza. Attraverso le fasi progressive della sco-perta, della competenza e della respon-sabilità, il bambino e la bambina cre-scono in un rapporto di confidenzafiliale con Dio Padre, che scoprono econoscono per mezzo del suo FiglioGesù, che si impegnano a seguire eimitare negli atteggiamenti di lode aDio e amore ai fratelli. Nel clima diFamiglia Felice il bambino e la bambinascoprono l’amore del Padre e la fiduciache Egli sempre dona ai suoi figli. Per raggiungere questo obiettivo, ilcammino di educazione alla fede si

E/G

Art. 1PEDAGOGIA SCOUT NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDELa proposta scout si attua in esperienzeconcrete che spesso acquistano unvalore simbolico e comunicano unprofondo messaggio umano, religioso ecristiano. In questa prospettiva acquistano unsignificato particolare tutti i momentiche compongono la vita di reparto,perché attraverso la vita comunitaria siinizia a sperimentare la dimensioneecclesiale dell’esistenza cristiana. In particolare, la squadriglia offremomenti di preghiera in cui tutti i suoimembri sono chiamati a partecipareattivamente, mentre l’impresa stimolaad individuare ed accogliere le proprieresponsabilità per la costruzione delRegno. Inoltre, l’hike, la veglia alle stel-le, le cerimonie costituiscono occasio-

R/S

Art. 1LA PROGETTAZIONE DELL’ITINE-RARIO DI FEDE IN COMUNITÀ R/SLe attenzioni che è necessario tener pre-sente nel progettare gli itinerari di fededella Comunità R/S devono essereessenzialmente:• integrare le esperienze specifiche dicatechesi e di preghiera con tutte leesperienze della comunità, ricordan-do che tutto lo scautismo è un cam-mino educativo alla fede matura. Intal modo si favorirà quella integrazio-ne tra fede e vita che rappresenta lafinalità di ogni itinerario di fede;

• rispettare la dinamica esperienza-sim-bolo-concetto: il rover e la scoltanella Comunità R/S, anche attraversogli strumenti propri del metodo, sonochiamati a fare esperienze che nonsiano subite, ma vissute attivamente eche divengano occasione di riflessio-

Regolamento metodologico1. LA PROPOSTA EDUCATIVA E LA SUA UNITARIETÀ

1 Patto associativo - La scelta scout: l'esperienza e l'interdipendenza tra pensiero e azione2 Patto associativo - La scelta scout: l'autoeducazione

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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inserisce armonicamente nel program-ma del branco e del cerchio e nellediverse tappe della progressione perso-nale di ogni lupetto e di ogni coccinella. L’ambiente educativo nel suo comples-so, i rapporti positivi e il clima di gioiatra adulti e bambini stimolano la cresci-ta nella fede; tuttavia, nel corso dell’an-no, si programmano attività più specifi-che di catechesi. Esse si pongono, dinorma, come originale complementoalla preparazione ai sacramenti dell’ini-ziazione cristiana che i bambini vivononella parrocchia e nella famiglia. Ciònon esclude la possibilità che l’itinera-rio di fede in branco e in cerchio si rea-lizzi, a particolari condizioni, comecammino di iniziazione cristiana. La metodologia della branca e la vitadell’unità offrono molteplici occasioniper suscitare nel bambino e nella bam-bina un’interpretazione religiosa e cri-stiana della propria esperienza: simboli-smo e morale dell’Ambiente fantastico,il gioco, la vita nella natura, la fraternitàdella Famiglia Felice, l’impegno nellaprogressione personale e per le specia-lità, le uscite e le vacanze di branco ecerchio, il rapporto con i capi, specifi-che attività a tema, il racconto e l’e-spressione, ecc. Alcuni spunti specifici appartengonoalla tradizione del lupettismo e del coc-cinellismo cattolici: il riferimento allafigura di San Francesco, la spiritualitàdell’“eccomi” per le coccinelle, le pre-ghiere tradizionali, segni e simboli.Queste e altre opportunità vengonovalorizzate all’interno di una program-mazione educativa che, non isolando ladimensione religiosa, la articola inmaniera originale e pedagogicamenteefficace.

ni propizie per esperienze forti di fedee di ascolto della Parola. L’educazione morale conduce a ricono-scere, accettare e interiorizzare queivalori che, praticati, sono via per il rag-giungimento della felicità. Le celebrazioni sacramentali e i momentidi preghiera che coinvolgono tutto ilreparto aiutano a condividere con glialtri gioie e difficoltà e a vivere in unadimensione di ringraziamento e di sem-plicità. In generale, tutto l’itinerario di fede delreparto è ritmato dai tempi dell’annoliturgico come cammino privilegiatoper la scoperta del mistero di Cristo,per mettersi alla sua sequela e perapprofondire il valore dei sacramenti.

ne e di rielaborazione personale ecomunitaria, grazie alla parola cheillumina i fatti, le cose, i gesti, colle-gando ogni esperienza al suo signifi-cato, per mostrare l’insegnamentoche essa può offrire, per passaredall’esperienza al concetto, proprioattraverso l’efficace via del simbolo;

• curare l’attenzione alle tre dimensio-ni della vita cristiana: la dimensioneprofetica, educando alla capacità diascolto della Parola di Dio, nellaconoscenza della Scrittura e dellaTradizione della Chiesa, attraverso lalettura sistematica dei libri biblici,l’approfondimento tematico di alcunitemi biblici e teologici, il confrontocon il Magistero della Chiesa; ladimensione sacerdotale, educandoalla preghiera, personale e comunita-ria, e alla partecipazione attiva aisacramenti, nella consapevolezza chela liturgia è culmine e fonte di tutta lavita cristiana; la dimensione regale,educando a vivere il discernimentoper seguire Gesù nelle concrete situa-zioni storiche dell’esistenza, e perscoprire e vivere la propria vocazioneparticolare facendo del servizio unostile di vita che rende testimonicoraggiosi del Vangelo;

• vivere la fedeltà a Dio e all’uomo:fedeltà a Dio nel trasmettere la suaParola, senza compromessi e senzaeccezioni, e fedeltà all’uomo nelrispettare la sensibilità, le esigenze, lecapacità di accoglienza nel suo dive-nire storico e nelle sue implicazioniculturali e sociali. Ciò si traduce con-cretamente nell’attenzione ai tempidi ciascun rover e scolta, sia di quelliche hanno già maturato una scelta difede sia di quelli che sono ancora indifficoltà, nel rispetto della progres-sione personale di ciascuno; e nell’ac-coglienza della Parola di Dio, facendo-si conoscitori attenti di ciò che B.-P.amava definire i “due libri” di Dio, laBibbia e la Natura, discepoli docilisulle strade che in essi vengono indi-cate, testimoni responsabili delle scel-te di coraggio alle quali Dio chiama.

Art. 5 - Le branche: profili e suddivisione In relazione alle caratteristiche psicologiche delle successive età delle ragazze e dei ragazzi, il metodo scout si articola in tremomenti specifici, coordinati e progressivi di educazione, denominati:• branca Lupetti/Coccinelle;• branca Esploratori/Guide;• branca Rover/Scolte.

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Art. 6 - Progetto educativo Il progetto educativo è elaborato dalla Comunità Capi e assicura l’unitarietà della proposta educativa dell’Associazione tra le varieunità, la sua continuità tra le branche, il suo adattamento alle accertate necessità dell’ambiente in cui il gruppo vive.Il progetto educativo, definito in forma scritta, fa riferimento alle tre scelte del Patto Associativo muovendosi all’interno delloStatuto e del Regolamento dell’Associazione. È presentato ad ogni nuovo capo che entra in Comunità capi, illustrato alle famiglie dei ragazzi e periodicamente ridiscusso secon-do le necessità. Viene concretizzato nei programmi di unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca.

Art. 7 - Partecipazione associativaLe unità partecipano alle attività organizzate dalle zone, dalle regioni e dalle branche a livello nazionale per arricchirsi dinuove esperienze, far conoscere le proprie e rendere più visibile e concreta la loro presenza nel territorio. Per questo ulti-mo aspetto, le zone operano per facilitare il contatto delle unità con enti locali, gruppi ecclesiali, associazioni giovanili ealtri organismi simili.

Art. 8 - Promessa, Legge, Motto Le unità vivono la proposta dello scautismo nello spirito della Promessa, della Legge e del Motto.

Art. 9 - PromessaLa Promessa costituisce l’adesione alla Legge scout e ai valori in essa contenuti. Essa esprime l’appartenenza alla frater-nità mondiale dello scautismo e del guidismo. Nei successivi passaggi di branca essa sarà rinnovata per esprimere l’ade-sione alla nuova comunità di crescita.

2. FONDAMENTI DELLA PROPOSTA SCOUT

L/C

Art. 2BRANCA L/CLa branca Lupetti e Coccinelle si rivol-ge ai bambini e alle bambine compresitra gli 8 e gli 11/12 anni e si proponedi far vivere loro pienamente la fanciul-lezza come ricchezza in sé e come fon-damento di una autentica vita adulta.In funzione dell’Ambiente fantastico“Bosco” oppure “Giungla”, adottato dalgruppo, i bambini e le bambine si riuni-scono in unità chiamate rispettivamen-te cerchio oppure branco.

E/G

Art. 2BRANCA E/GLa branca Esploratori e Guide si rivolgeai ragazzi ed alle ragazze di età compre-sa tra gli 11/12 ed i 16 anni e si propo-ne di favorire la realizzazione di unaidentità solida capace di entrare in rela-zione con gli altri. I ragazzi e le ragazze si riuniscono inunità chiamate reparto. I ragazzi e le ragazze si riuniscono insquadriglie. Più squadriglie formano unreparto.

R/S

Art. 2BRANCA R/SLa Branca Rover/Scolte si rivolge ai gio-vani e alle giovani di età compresa tra i16 ed i 20/21 anni e si propone diaccompagnarli, nell’impegno dell’autoe-ducazione, verso una vita adulta caratte-rizzata da autonomia, maturazione dellacapacità di scegliere, responsabilitàverso se stessi e gli altri, disponibilità alservizio del prossimo. I giovani e le gio-vani si uniscono in comunità di rover escolte, articolate in un primo momentochiamato Noviziato e in un secondochiamato Clan se maschile, Fuoco sefemminile, Clan/Fuoco se misto.

L/C

Art. 3PROMESSAIl lupetto e la coccinella scelgono dipronunciare la Promessa grazie alleprime esperienze forti e significativevissute nella comunità. Scegliere di pronunciare la Promessarappresenta per essi un concretoimpegno personale di adesione libera egioiosa alla Legge e alla comunità che liaccoglie.La formulazione della Promessa è ade-guata alle caratteristiche psicologiche

E/G

Art. 3PROMESSAIl Sentiero inizia fin dal primo momen-to di ingresso in reparto. A distanza di2-3 mesi il ragazzo o la ragazza chiedo-no di pronunciare la Promessa, quandoritengono di essere pronti a lanciarsinel grande gioco scout. Il tempo che trascorrerà dall’ingressoin reparto al momento della Promessa,che non deve essere molto lungo, ser-virà per conoscere l’ambiente e le per-sone del reparto, lo stile e i simboli di

R/S

Art. 3PROMESSAPromettere in età R/S significa aderirecon sempre maggior consapevolezza aduno stile di vita nel rispetto dei valoridella Legge scout e nello spirito delMotto.Questo stile di vita va maturato attraver-so esperienze concrete durante tutto ilcammino verso la Partenza, facendodella Promessa un punto di riferimentocostante per la progettazione e la verifi-ca del proprio cammino personale.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

del bambino e della bambina:“Prometto, con l’aiuto e l’esempiodi Gesù, di fare del mio meglio permigliorare me stesso/a, per aiutare glialtri, per osservare la legge del bran-co/cerchio”.I lupetti salutano con la mano destra,portando all’altezza della tempia l’indi-ce e il medio tesi e divaricati, l’anulareed il mignolo ripiegati sotto il pollice.Le due dita del saluto ricordano i duearticoli della Legge e le orecchie tesedel lupo.Le coccinelle salutano con la manodestra, portando all’altezza dellatempia l’indice e il medio tesi, l’anulareed il mignolo ripiegati sotto il polli-ce. Le due dita del saluto ricordano idue articoli della Legge e le antennedella coccinella.In entrambi i saluti il pollice pog-giato sull’anulare e sul mignolo indi-ca l’impegno del più grande a pro-teggere i più piccoli.

squadriglia e di reparto e, soprattutto,per cominciare a scoprire il senso dellaPromessa e della Legge scout. La richiesta di pronunciare la Promessava fatta dal novizio, su presentazionedel capo squadriglia, al Consiglio dellaLegge, il quale l’accoglie non tantovalutando le capacità tecniche raggiun-te o la capacità di tenere fede all’impe-gno assunto, ma tenendo conto dellacomprensione delle Legge dimostrata,della sincerità e dell’entusiasmo nelvivere la vita di squadriglia e di reparto. La Promessa, pronunciata nelle manidel capo reparto alla presenza di tuttoil reparto, che ha preparato e anima lacerimonia, su presentazione della squa-driglia di appartenenza, è così formula-ta: “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mioonore di fare del mio meglio: • per compiere il mio dovereverso Dio e verso il mio Paese;

• per aiutare gli altri in ogni cir-costanza;

• per osservare la Legge scout”. La cerimonia, diversa secondo le tradi-zioni, deve mettere in luce che in que-sto modo si entra a far parte della gran-de famiglia degli scout. Il reparto è pre-sente come testimone e si impegna adaiutare il nuovo esploratore e la nuovaguida a mantenere la Promessa. Tutti i significati della cerimonia vengo-no resi chiari, oltre che con parole,con gesti e simboli adeguati. Tra que-sti, il saluto richiama all’esploratore ealla guida i tre punti della Promessa. Sieffettua con la mano destra sovrappo-nendo il pollice al mignolo come sim-bolo di aiuto del più grande al più pic-colo e tenendo le altre tre dita unite edistese.

La Promessa pronunciata in età R/S, peri ragazzi provenienti dall’esterno, mani-festa l’adesione allo scautismo. Il rinnovo della Promessa accompagnerài momenti di progressione personale(firma della Carta di Clan e Partenza), incui il rover e la scolta e la comunitàtutta sono stimolati alla riscoperta adultae matura dei valori della Legge

Art. 10 - LeggeLa Legge esprime i valori che qualificano la proposta scout e aiuta ciascun membro dell’Associazione nella sua crescita morale,sociale, relazionale e di fede. Ogni suo esprime concretamente un agire, un fare, che coinvolge la persona nella sua globalità.La sua caratteristica di uniformità e universalità è essenziale, pedagogicamente, per far percepire la dimensione internazionaledello scautismo e del guidismo e superare ogni particolarismo. Per questo motivo la Legge è anche permanente ed abitua al con-fronto con valori di fondo che non cambiano a seconda dei momenti e delle persone.

L/C

Art. 4LEGGELa Legge esprime le regole che aiutanociascuno nel grande gioco della cresci-ta. Essa è così formulata: “Il lupetto/La coccinella pensa agli altricome a se stesso/a.

E/G

Art. 4LEGGELa Legge, con i suoi inviti al fare, all’a-gire, va vissuta come la tensione versovalori che accomunano tutti gli scout,assumendo altresì, in questa età, unsignificato di iniziazione allo sviluppo

R/S

Art. 4LEGGEVerificarsi rispetto alla Legge in età R/Sè ripercorrere il proprio cammino scoutrileggendone l’unitarietà.Sperimentando gli orientamenti propo-sti dalla Legge, il rover e la scolta sco-

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Il lupetto/La coccinella vive con gioia elealtà insieme al branco/cerchio”.L’adesione alla Legge del branco/cer-chio è spontanea e gioiosa.

della coscienza morale. Per questo latensione verso la Legge è costante neltempo e favorisce negli esploratori enelle guide un riferimento lungo il sen-tiero della progressione personale. Affinché non si crei nella mente deiragazzi l’idea di una distanza incolmabi-le tra la pratica quotidiana e gli idealidella Legge, i capi avranno l’attenzionedi porla come punto di riferimentocostante nel sentiero di ogni esplorato-re e guida e nelle verifiche di reparto,aiutandoli a viverla come stimolo eragione di fiducia nella propria capa-cità di miglioramento. La Legge è così formulata. “La guida e lo scout: 1. pongono il loro onore nel meritare

fiducia; 2. solo leali;3. si rendono utili ed aiutano gli altri;4. sono amici di tutti e fratelli di ogni

altra guida e scout;5. sono cortesi; 6. amano e rispettano la natura;7. sanno obbedire;8. sorridono e cantano anche nelle

difficoltà;9. sono laboriosi ed economi;10. sono puri di pensieri, parole e azioni.”

prono che questi possono diventare perloro gli orientamenti fondamentali suiquali costruire la propria strada verso lafelicità, in cui il cammino del singolo èorientato alla realizzazione del benecomune.Il senso di responsabilità e la capacità diessere coerenti, che si vanno progressi-vamente acquisendo nel cammino diBranca R/S, devono creare un ponte traidealità e scelte concrete nel campodelle relazioni, nel lavoro, nello studio enella famiglia, poiché l’età adulta ètempo di esercizio di responsabilità.Momento importante per iniziare arileggere la Legge Scout nell’ottica delroverismo/scoltismo, è il Noviziato.

Art. 11 - Motto Il motto dell’Associazione è “sii preparato”.Ciascuna branca ha un proprio motto che, nella progressione del metodo, esprime lo spirito della proposta scout.

L/C

Art. 5MOTTOIl motto dei lupetti è: “del nostromeglio”. Esso esprime lo spirito diimpegno dei lupetti a migliorarsi, asuperarsi continuamente, a progredirenel bene. Non è il meglio in assoluto ma “ilmeglio” di ciascuno rispetto a quantogià fatto, in prospettiva di un nuovo“meglio”. Il motto delle coccinelle è: “eccomi”.Esso esprime la disponibilità e la pron-tezza nella risposta all’invito ad entrarenel gioco, dando il meglio di sé. Il Grande Urlo e il Grande Saluto affer-mano i contenuti dei motti e sono ilsimbolo della comunità riunita. Essi sono l’insieme di tanti “del miomeglio/eccomi” ed esprimono lavolontà di crescere con il proprioimpegno e l’aiuto degli altri.

E/G

Art. 5MOTTOIl Motto degli esploratori e delle guideè “sii preparato”. È importante utilizza-re il Motto pedagogicamente secondoil senso evangelico che richiama alladisponibilità ad aiutare gli altri e allacompetenza per farlo.

R/S

Art. 5MOTTO“Servire” è il motto della Comunità R/Sed esprime la convinzione che il veromodo di raggiungere la felicità è procu-rarla agli altri seguendo l’insegnamentodi Gesù Cristo.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 12 - I quattro punti di Baden-PowellBaden-Powell ha posto a fondamento della proposta scout quattro punti: • formazione del carattere;• salute e forza fisica;• abilità manuale;• servizio del prossimo.

Essi sono sviluppati nelle tre branche con progressione e continuità, per mezzo di strumenti adatti a ciascuna età.

Per formazione del carattere si intende la formazione della personalità in una relazione positiva con se stessi. L’educazione delcarattere ha come obiettivi la capacità di fare scelte, di scoprire ciò che si può e si vuole essere, di prendersi delle responsabilità, difarsi dei programmi di vita consapevoli della necessità di scoprire la propria vocazione nel piano di Dio. Essa comprende tutta unaserie di virtù umane quali lealtà, fiducia in se stessi, coraggio, senso della gioia, ottimismo, rispetto dei diritti, autodisciplina, eleva-zione del proprio pensiero e dei propri sentimenti.

Per salute e forza fisica si intende sia la conoscenza sia un rapporto positivo con il proprio corpo in quanto dono di Dio e fontedi relazione con gli altri e con l’ambiente. Nello specifico si intende accettare e avere cura del proprio corpo, ricercare un’alimen-tazione sana, riposarsi correttamente, ricercare ritmi naturali di vita, vivere correttamente e serenamente la propria sessualità,saper affrontare la fatica, la sofferenza, la malattia, la morte.

Per abilità manuale si intende una relazione creativa con le cose. L’educazione all’abilità manuale mira a sviluppare una proget-tualità pratica e una capacità di autonomia concreta nel realizzare manufatti partendo da mezzi poveri, valorizzando quello che siha perché lo si sa usare. La riscoperta dell’uso intelligente delle proprie mani porta con sé una serie di comportamenti positivi: lagioia del saper fare, l’accettazione della fatica e del fallimento, la pazienza, la concretezza, l’essenzialità, il buon gusto.

Per servizio del prossimo si intende l’educazione all’amore per gli altri, al bene comune e alla solidarietà. Il servizio del prossimoporta a scoprire la ricchezza della diversità nelle persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a rendersiutili in qualunque momento ciò sia richiesto, mettendo a disposizione le proprie energie e capacità.

Art.13 - Educazione alla fedeL’annuncio del Vangelo anima e sostiene l’intera proposta educativa dell’Agesci. Le attività dell’unità, il clima in essa creato, la testi-monianza e lo stile dei capi costituiscono un luogo privilegiato per l’incontro personale con Dio e per il cammino di fede dellaragazza e del ragazzo. I gruppi e le unità ricercano rapporti costanti e costruttivi con gli organismi pastorali della Chiesa locale, cui prendono parte neimodi e nei momenti appropriati. Nel fare la proposta di fede nelle diverse fasce d'età, l’Associazione si inserisce nel progetto catechistico della Chiesa italiana, rico-noscendo nel “Catechismo per la vita cristiana” della CEI il principale riferimento per i contenuti da trasmettere e lo stimolo perl’elaborazione di itinerari originali per condurre fanciulli, ragazzi e giovani verso la maturità della fede. 3

Art. 14 - Coeducazione Attraverso l’incontro tra i due sessi si propone un cammino di crescita che, partendo dall’identità dell’essere uomo e donna, con-duca alla scoperta ed alla conoscenza dell’altro, per instaurare con esso un dialogo, attraverso cui costruire, rileggere e riflettere sulproprio modo di essere uomo o donna, per saper collaborare in modo fecondo. Tale riconoscimento rende fondante la scelta della coeducazione che, proposta come valore e utilizzata come strumento, sostienel’azione educativa di tutta la proposta scout.Nel suo significato strettamente metodologico coeducazione significa anche far vivere ai ragazzi dei due sessi esperienze insieme,secondo un progetto educativo unico che preveda attività comuni per valorizzare le caratteristiche positive tipiche dei due sessi e ne favorisca la reciproca accettazione.L’imparare a stare con l’altro/a va vissuto come indispensabile premessa per riuscire a fare cose più belle e interessanti.Nelle attività, il capo pone attenzione nel far vivere l’esperienza con ruoli e coinvolgimenti differenti a seconda del sesso e dei diversi tempi di maturazione di ragazze e ragazzi.Per questo sarà importante:

• rispettare il mistero della persona e i suoi tempi di crescita, ponendo la massima attenzione nella programmazione della attivitàe nella vita dell’unità;

• aiutare questo processo di scoperta attraverso la testimonianza dei capi quali persone che in modo sereno e maturo vivono lapropria identità e la sanno mettere in relazione con l’altro.

3. CONTENUTI DELLA PROPOSTA EDUCATIVA

3 Patto associativo - La scelta cristiana

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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Questi obiettivi possono essere conseguiti attraverso unità monosessuate, parallele o miste. Per le unità monosessuate, per sostenere una completa e armonica dimensione educativa, è opportuno favorire periodicamentel’incontro e le attività con unità di altro sesso. Le unità miste devono prevedere anche attività separate per ragazzi e ragazze, al fine di favorire un più completo sviluppo dell’i-dentità sessuale. La diarchia dei capi, quale scelta fondante dell'Associazione, è testimonianza della relazione adulta uomo/donna ed è importantestrumento educativo anche in unità monosessuali. La coeducazione è un passo essenziale ed importantissimo per un corretto percorso di educazione all’amore; è quindi necessarioconiugare l'aspetto valoriale e metodologico. 4

Art. 15 - Educazione all’amore e all’affettivitàLo scautismo riconosce in ogni ragazza e ragazzo una persona unica e irripetibile, perciò diversa ed originale in ogni sua dimensio-ne, compresa quella affettivo-sessuale. L’Associazione crede fermamente che dal rapporto particolare uomo-donna nasca la famiglia umana e scaturisca la vocazionedell’uomo a vivere con l’altro. Crescere insieme alle persone vicine, diverse nel corpo, nella storia, nelle aspirazioni, vuol dire cogliere la reciprocità, che è nonsolo riconoscimento, accettazione e valorizzazione della diversità sessuale, sociale e culturale dell’altro, ma anche relazione da cuinon si può prescindere per giungere alla piena consapevolezza di sé. Nella reciprocità e nel dono di sé, lo sviluppo della identità di genere e la relazione interpersonale orientano, con crescenteprofondità ed intensità, la dimensione affettiva e la capacità di amare di ognuno. Nella realizzazione di questa proposta l’uomo e la donna partecipano al progetto creativo di Dio. 5

4 Patto associativo - La scelta scout: coeducazioneDocumento ”Coeducazione e diarchia” - Documenti preparatori Consiglio generale 2012

5 Patto associativo - La scelta scout: coeducazioneDocumento”Coeducazione e diarchia”- Documenti preparatori Consiglio generale 2012

L/C

Art. 6EDUCAZIONE ALL’AMORE E COEDUCAZIONEL’età del lupetto e della coccinellacoincide con il momento in cui simaturano cognizioni, emozioni e com-portamenti che consentono loro diesprimersi, anche sessualmente, inrelazione ai propri bisogni. I capi, nelcostruire itinerari individuali e comuni-tari, devono rispettare il mistero dellapersona e i suoi tempi di crescita:• nella scoperta gioiosa del propriocorpo come dono di Dio e nella con-fidenza con esso;

• nella scoperta della diversità dell’al-tro, nell’arricchimento reciproco delvivere insieme;

• nel superamento della ruolizzazionestereotipata dei sessi, nell’attenta valo-rizzazione degli elementi personali.

Le caratteristiche psicologiche di que-sta fascia di età non richiedono lanecessità di prevedere momenti diffe-renziati fra i sessi nella programmazio-ne delle attività e nella vita dell’unità. Occorre inoltre valorizzare l’innataserenità del bambino e della bambinariguardo la scoperta di sé e dell’altro,da vivere come un dono che rende piùricca e completa la persona.

E/G

Art. 6EDUCAZIONE ALL’AMORE E COEDUCAZIONEL’età di reparto coincide con il momen-to di maggiore evoluzione dei ragazzi edelle ragazze. Durante questo periodogli esploratori e le guide devono poteressere aiutati a riscoprire se stessi, nelloro corpo che cambia rapidamente; asaper accogliere gli altri loro coetanei,anch’essi coinvolti nello stesso cambia-mento; a sentirsi amati e amabili; aessere pronti a una collaborazione fra-terna con tutti. Occorrerà pertantofavorire esperienze che aiutino i ragaz-zi e le ragazze a giungere gradualmentea una più approfondita conoscenza,accettazione e possesso di sé stessi;qualità/obiettivi che svilupperannodonando se stessi nell’accogliere l’al-tro, il diverso, tramite gesti e paroleche siano espressioni del proprio esse-re, e non frutto di condizionamentiesterni.Nel proporsi questi obiettivi - la scoper-ta e l’accettazione della propria sessua-lità, la scoperta e l’accettazione dell’al-tro, l’integrazione della genitalità conl’affettività, l’oblatività, il superamentodei ruoli stereotipati occorre teneresempre ben presenti:

R/S

Art. 6EDUCAZIONE ALL’AMORE E COEDUCAZIONEL’età del rover e della scolta coincidecon il momento in cui inizia la ricerca diuna relazione più strutturata e stabilecon gli altri. Ci si interroga sulle relazio-ni affettive e sulle scelte future, nel desi-derio di trasformarle in realtà concrete.La Comunità R/S aiuta le scolte e i rovera crescere insieme nel rispetto delle dif-ferenze con la fiducia che questo possafavorire e valorizzare la scoperta dellereciproche identità e lo stabilirsi di rap-porti umani arricchenti tra l’uomo e ladonna, superando ruoli precostituiti.Occorrerà favorire esperienze che valo-rizzino la profondità delle relazionirispetto alla superficialità, la concretez-za rispetto alla virtualità, sviluppando lacapacità di cercare e cogliere la bellezzae l’autenticità di ogni incontro.Il rispetto di se stessi e del propriocorpo, vissuto come dono di Dio e stru-mento di servizio al prossimo, è allabase di ogni relazione; durante questafase della sua vita affettiva si propone algiovane di vivere l’Amore come acco-glienza, dialogo e dono reciproco e diconsiderare questa dimensione comecentrale nel proprio progetto di vita. Il

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Questo processo di scoperta è favoritodalla testimonianza dei capi, quali per-sone che in modo sereno e maturovivono la propria identità nella relazio-ne con l’altro, proponendo modalità direlazioni e situazioni che non ricalchi-no ruoli stereotipati.

• il senso di smarrimento che disorientaragazzi e ragazze;

• il differente sviluppo psicofisico (ses-sualità genitale/sessualità spirituale);

• la diarchia quale valore pedagogicoirrinunciabile nelle unità miste;

• in ultimo, ma non perché di minoreimportanza, la situazione culturale delluogo in cui la proposta avviene, e diconseguenza le esperienze di base vis-sute dai ragazzi e dalle ragazze. I capisono chiamati, nella loro maturità per-sonale, a vivere e a coinvolgersi nelgioco dei ragazzi mantenendo la carat-teristica di adulti.

I capi inoltre devono essere coscienti cheil rapporto educativo è particolarmenteimportante in questo ambito: la loro posi-zione di modelli e il loro comportamentoquindi devono tenere sempre presente ilgrado di comprensione dei ragazzi e delleragazze cui si rivolgono.In riferimento al reparto, le Comunitàcapi sceglieranno, secondo linee pro-gettuali del gruppo, le forme monoses-suali, parallele o miste.

giovane comincia a gestire la propriasessualità e il proprio corpo, accettando-ne doti e limiti, e quale custode ne curala salute, evitando tutto ciò che puòarrecarvi danno. È importante proporresia alle unità miste sia a quelle monoses-suali attività condivise con l’altro sesso eattività separate, al fine di permettere aisingoli rover e scolte di vivere momentidove la propria identità di uomo e didonna venga vissuta come ricchezza,capacità di accogliere, dono di sé e dia-logo con l’altro. I Capi, uomo e donna,sono chiamati a dare testimonianza delproprio percorso sulla strada della cre-scita personale verso l’amore, che siesprime anche nella capacità di costrui-re relazioni personali e di coppia signifi-cative, autentiche e vitali.

Art.16 - Educazione alla cittadinanza L’educazione alla cittadinanza e all’impegno politico è presente in modo intrinseco nello scautismo e propone a ragazze e ragazziuna dimensione comunitaria che li aiuta ad affrontare il complesso sistema di relazioni che ne deriva. I valori del metodo scout indirizzano, inoltre, verso la scelta della solidarietà, della legalità, della giustizia per affermare e difendereil primato assoluto della persona umana e della sua dignità. L’educazione alla cittadinanza richiede una precisa intenzionalità da parte dei capi educatori: essa deve infatti considerare il ragaz-zo, e con esso l’unità, soggetti politici attivi e passivi all’interno della realtà che li circonda. Il ragazzo deve cioè essere aiutato a ren-dersi consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri sociali, attraverso azioni reali e concrete di:• analisi critica delle situazioni che lo vedono o lo possono vedere coinvolto; • progettazione, con l’unità e con altre forze presenti sul territorio interessato;• soluzioni del problema individuato, adeguate alle sue capacità; • partecipazione personale efficace per il raggiungimento delle soluzioni stesse.L’educazione alla cittadinanza è favorita sia dalla testimonianza dell’impegno politico vissuto dai capi (nel rispetto delle compatibi-lità indicate dall’Associazione) sia dal servizio educativo svolto in Associazione sia dalla presenza attiva della comunità capi in que-gli ambiti del territorio dove le sue specificità di Associazione educativa la chiamano. L'educazione alla cittadinanza, in un'ottica di protezione civile, trova espressione nel motto ”essere pronti” attraverso un atteggia-mento di responsabilità verso la comunità civile e l'ambiente, in una cultura di previsione e prevenzione del rischio. 6

L/C

Art. 7EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZAL’esperienza di branco e di cer-chio, fornendo ai bambini e allebambine l’occasione di farsi gra-dualmente artefici della propriacrescita, consente loro di speri-mentare come l’impegno di cia-

E/G

Art. 7EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZAI ragazzi e le ragazze in età direparto sono caratterizzati dauno spiccato bisogno di autono-mia e indipendenza da tutto ciòche è “istituzione”. Inizia in questa fase il cammino

R/S

Art. 7EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZALa comunità R/S, momento prezioso di esperienzapolitica, di partecipazione attiva e di democrazia, è illuogo principe in cui matura il senso della cittadinanzadei rover e delle scolte. Attraverso l’ascolto, il confron-to e modalità decisionali democratiche, i rover e lescolte contribuiscono alla vita della comunità insiemeai capi, sentendosi responsabilmente parte di essa.

6 Documento “Riflessioni per educare alla legalità in Agesci” - Atti Consiglio generale 2010Documento “Impegno politico e civile” 1988

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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scuno faccia progredire la comu-nità cui si appartiene. È nel clima gioioso e sereno chei bambini scoprono il valore del“bene comune”, maturano gra-dualmente la consapevolezza deipropri diritti e comprendonoche sono le regole a garantirne ilrispetto. Lo stile delle buone abitudini,richiesto al lupetto e alla cocci-nella, dei gesti quotidiani, sem-plici e concreti, promuove neibambini il gusto dell’agire pergli altri e li aiuta a giudicare ipropri comportamenti e i com-portamenti altrui. Nella vita del branco e del cer-chio, i bambini vivono unadimensione di agonismo, chesignifica “sentire” il confrontocome stimolo a migliorarsi, maanche come possibilità di con-flitto. Nella riflessione comunita-ria, nella veri- fica e nel raggiun-gimento degli obiettivi i bambinie le bambine sperimenteranno laricerca di soluzioni concrete aiproblemi e la possibilità di supe-rare ostacoli e difficoltà, sce-gliendo insieme la via perriprendere il cammino comune. Strumenti privilegiati di questaarea educativa sono: la progres-sione personale, il gioco, labuona azione, il quaderno dicaccia e di volo, il Consigliodella rupe, il Consiglio dellaGrande Quercia.

che li aiuterà a scoprire e speri-mentare l’appartenenza ad unacomunità sociale che supera iconfini del proprio nucleo fami-liare e della propria realtà.Comincia a svilupparsi la coscien-za dei principi che regolano lavita sociale, per divenire soggettocapace di assumersi la responsa-bilità del proprio agire: ciascuno,secondo le proprie possibilità, èchiamato a fare la sua parte per ilbene di questa comunità. Strumenti privilegiati in questaarea educativa sono tutte lestrutture di cogestione del repar-to, i Consigli della Legge e disquadriglia, nonché la realizza-zione di imprese capaci di lascia-re un segno nella realtà circo-stante.

L’esperienza del servizio è fondamentale per educarea essere buoni cittadini, nella sequela di Cristo, dive-nendo protagonisti della vita civile ed ecclesiale, capa-ci di promuovere azioni che rendano migliori le realtàabitate.Nel proprio cammino ogni rover e scolta è stimolato asviluppare una dimensione di cittadinanza orientatadai principi della Costituzione italiana, anche in unorizzonte europeo e internazionale. A partire dalla let-tura della realtà e dei bisogni dei propri territori, gliR/S imparano a comprendere un contesto più genera-le e a interagire con la complessità, per compiere azio-ni mature e concrete. I rover e le scolte sono chiamatia testimoniare e promuovere il rispetto, l’uguaglianza,l’accoglienza e il servizio ai poveri, alle persone piùdeboli e emarginate, facendosi operatori di giustizia epace, costruttori di dialogo secondo la scelta dellanonviolenza, nello stile della fratellanza. Vivono concoscienza civile la legalità, promuovono la cultura del-l’onestà con l’esempio personale, lottano contro gliatteggiamenti di tipo mafioso e contro ogni forma diillegalità, contribuendo alla costruzione del benecomune.

Art. 7 bisPERCORSI DI PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZAAl fine di educare i rover e le scolte a divenire cittadi-ni capaci di entrare in relazione e impegnarsi in conte-sti più ampi della comunità di appartenenza, i variorganismi associativi, attraverso gli incaricati allaBranca R/S, possono proporre alle comunità R/S occa-sioni autentiche di ascolto, confronto ed elaborazionedi un pensiero politico condiviso. In tali occasioni irover e le scolte sono chiamati a contribuire alla vitadell’Associazione e delle realtà in cui vivono, attraver-so l’esercizio della rappresentanza e l’assunzione diresponsabilità e impegni comuni. Sono elementiessenziali: la chiarezza dell’obiettivo della proposta,l’approccio esperienziale, la fedeltà al metodo, l’eser-cizio della democrazia. È inoltre necessario curare ilrispetto del percorso di crescita e di progressione per-sonale dei rover e delle scolte, il coinvolgimento deicapi RS e il ritorno dell’esperienza dei singoli parteci-panti nelle comunità di appartenenza.

Art. 17 - Educazione alla mondialità e alla pace L’educazione alla mondialità e alla pace è un aspetto essenziale della formazione scout, che si basa sulla stessa dimensione interna-zionale del Movimento e sul senso di fraternità mondiale dello scautismo e del guidismo, al di là di ogni differenza culturale, razzia-le, politica o religiosa. Essa ha per scopo lo sviluppo di personalità aperte verso gli altri popoli e culture, dotate di spirito di collaborazione, capaci dicomprendere i punti di vista delle altre persone e disposte al dialogo e al cambiamento in un percorso verso una società giusta,attenta ai deboli e disponibile alla reciprocità nel pieno rispetto dei valori della costituzione italiana e del Vangelo. 7

7 Patto associativo: la scelta politica; la scelta scout - la fraternità internazionaleDocumento” in&out” - Atti Consiglio generale 2007

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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L/C

Art. 8EDUCAZIONE ALLAMONDIALITÀ E ALLA PACE Nella branca Lupetti eCoccinelle, l’educazione allamondialità e alla pace si realizzaattraverso attività che risveglinola curiosità del bambino e dellabambina per gli altri popoli, perle loro tradizioni, lingue e reli-gioni. La conoscenza e l’accettazionedelle diversità aiutano il lupettoe la coccinella a comprendere lapari dignità fra tutti gli uomini. Il branco e il cerchio educano ibambini alla pace attraverso lapartecipazione attiva al Consi -glio della rupe e della GrandeQuercia, la condivisione, la cor-responsabilità e la collaborazio-ne alla vita di comunità vissutanel clima di Famiglia Felice.

E/G

Art. 8EDUCAZIONE ALLAMONDIALITÀ E ALLA PACELa consapevolezza di essere cit-tadini del mondo favorisce lacrescita di generazioni capaci di: • promuovere solidarietà, au -men tando la collaborazionefra le nazioni;

• conoscere ed accettare lediversità degli altri (i loro puntidi vista, i loro interessi, le tradi-zioni, i costumi, le situazioniproblematiche...), superando iparticolarismi e la facile tenta-zione di emarginare chi è con-siderato diverso. Lo scoprire loscautismo come movimentomondiale e poterlo sperimen-tare con apposite attività, favo-rirà la percezione di questoessere parte di una comunitàpiù vasta.

I ragazzi e le ragazze inoltresaranno aiutati, in maniera pro-porzionata all’età e alla lorosituazione, a scoprire le proprieattitudini, anche tramite le spe-cialità e i brevetti di competen-za, per prepararsi a un inseri-mento nel lavoro visto comecontributo alla costruzione delmondo, e ad impegnarsi a vivererelazioni che favoriscono il dialo-go e la pace.

R/S

Art. 8EDUCAZIONE ALLAMONDIALITÀ E ALLA PACELa Comunità R/S sa di essere chiamata alla costruzionedella pace, come percorso verso una società giusta,attenta ai deboli e disponibile all’accoglienza deglistranieri, nel pieno rispetto dei valori dellaCostituzione italiana e del Vangelo.

Nel cammino in Branca R/S si progettano e si vivonoesperienze di pace, caratterizzate da un atteggia-mento attivo volto al perseguimento della giustiziasociale e del rispetto dei diritti umani, attraversoiniziative mirate, precise e concrete, realizzate conlo stile e lo spirito della nonviolenza.

Per queste finalità, la Comunità R/S favorisce percorsidi incontro e collaborazione con gruppi e personeche svolgono attività di educazione alla pace e allanonviolenza, promuove il valore del servizio civilevolontario come possibile esperienza di impegnopersonale al servizio della collettività.

La Comunità R/S vive esperienze che educano allaconoscenza e all’accettazione delle diversità cultu-rali, sociali, politiche, religiose dei popoli.

Per questo valorizza il sentimento di fraternità e ladimensione sovranazionale propri dello scautismo,proponendo esperienze di solidarietà internaziona-le, partecipando ad attività internazionali con grup-pi scout di altri Paesi. Può inoltre collaborare conassociazioni che si impegnano nell’educazione allamondialità, all’accoglienza dello straniero, all’inte-grazione dei popoli.

Art. 18 - Educazione all’ambienteCome uomini siamo parte della natura: non siamo al di fuori o al di sopra di essa. Siamo chiamati alla custodia dell’ambiente e adessere responsabili dell’utilizzo delle risorse: la consapevolezza dei legami di vita tra uomo e natura richiede conoscenza e rispettonel cammino di crescita. Si tratta di pensarsi umili, parte del Creato e di accettarne le interrelazioni esistenti. Questa è la sfida: “svi-luppare sia il rispetto per l’ambiente sia il progresso sostenibile dell’uomo.” 8

Art. 19 - Linguaggio simbolicoNella relazione educativa, la comunicazione si avvale anche dell'utilizzo del simbolismo vissuto nella “Giungla”, nel “Bosco”,nell’”Avventura” e nella “Strada” attraverso il linguaggio e i gesti. Sono espressione del linguaggio simbolico: • il saluto scout: segno con cui tutti gli scout e le guide del mondo si riconoscono reciprocamente; ricorda l’impegno dellaPromessa;

• l’uniforme: segno di appartenenza all’Associazione ed alla fraternità mondiale dello scautismo e del guidismo. È richiamo diessenzialità, di semplicità, di praticità e di rinuncia a seguire mode: è sempre indossata in ordine, corretta e completa;

• le cerimonie: esse scandiscono con parole, gesti e simboli adeguati l’intera vita dell’unità scout ed in particolare sottolineanol’importanza e fanno memoria delle varie tappe del cammino di progressione personale dei ragazzi e delle ragazze. Semplicità e

8 Intesa con il Ministero dell’Ambiente luglio 1997Protocollo con il Ministero Pubblica Istruzione Istruzione 1999

4. STRUMENTI DEL METODO

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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solennità sono le caratteristiche di ogni cerimonia scout vissuta secondo il linguaggio proprio di ciascuna branca e la tradizionedel gruppo e dell’unità. Ogni cerimonia costituisce un impegno del singolo con se stesso, con i suoi capi e con l’unità di cui faparte e rafforza lo spirito di appartenenza alla comunità.

L/C

Art. 9AMBIENTE FANTASTICOLa scelta caratterizzante il metodo della bran-ca Lupetti e Coccinelle è l’Ambiente fantasti-co come traduzione pedagogica di un rac-conto.Per Ambiente fantastico si intende il giococontinuativo di un tema in cui sono immersele attività del Branco e del Cerchio. Gli elementi che concorrono alla realizzazio-ne di un Ambiente fantastico che offra stabi-lità e continuità pedagogica e che risulti occa-sione educativa per i bambini e per i Capisono: • il rispetto della psicologia del bambino edella bambina;

• la presenza di una figura che permetta all’a-dulto di inserirsi nel gioco;

• la presenza di un contenuto morale fornitoda vicende e personaggi di una vita ideale;

• la presenza di un cammino di crescita per-sonale e comunitaria;

• il riferimento alla natura vista come occa-sione pedagogica per aiutare a cogliere escegliere uno stile di vita;

• la possibilità di ambientare trame di gioco.

Gli Ambienti Fantastici utilizzati nella brancaLupetti e Coccinelle sono i seguenti: • la Giungla, vissuta attraverso “Le storie diMowgli” tratte dai Libri della Giungla diKipling, nell’utilizzazione fattane da B.-P.;

• il Bosco, vissuto attraverso il racconto“Sette Punti neri” nella elaborazione fattanedalla branca Lupetti e Coccinelle.

Le unità che adottano l’Ambiente fantasticoGiungla prendono il nome di Branco; quelleche adottano il Bosco, prendono il nome diCerchio. All’Ambiente fantastico utilizzato dall’unitàsono ispirati i termini e i simboli che designa-no i momenti della progressione personale, inomi di alcune strutture e attività fondamen-tali del Branco e del Cerchio, nonché un lin-guaggio più specifico. Le “Parole Maestre”, contenute nei testi Le storie di Mowgli e Sette punti neri, sonoespressioni che richiamano un valore di riferi-mento, ne stimolano l’adesione, suggerisconoun comportamento, incentivano un modoattivo di vivere. I Capi le mettono in evidenza in particolarisituazioni che si vivono in Branco e inCerchio.

E/G

Art. 9AVVENTURAL’atmosfera di avventura è l’escaeducativa che spinge gli esplora-tori e le guide all’azione, animan-do nel concreto le esperienzevissute, mentre lo spirito scout el’impegno a crescere nella fedesostengono la vita del reparto ele danno senso. È l’avventura dicostruire se stessi, utilizzando inmaniera imprevista e imprevedi-bile le esperienze acquisitedurante l’infanzia e di cui ci si vaarricchendo nell’adolescenza; èl’avventura di scoprire il mondoe riorganizzare la conoscenzasecondo schemi personali; èl’avventura di provare se stessiin rapporto al mondo e agli altri. Diventa allora determinante l’e-sercizio dello scouting: l’arte diosservare la realtà vissuta, diinterpretarla e di agire conse-guentemente in essa. Non si trat-ta, quindi, solo di un insieme ditecniche, ma di un modo diaffrontare l’esistenza che favori-sce anche lo sviluppo di unostile progettuale.

R/S

Art. 9STRADA, COMUNITÀ, SERVIZIOStrada, Comunità e Servizio costituisco-no i tre elementi complementari edindissociabili della Branca R/S. Sono l’e-spressione della visione globale dell’uo-mo e della donna della Partenza:• in cammino sulla strada, esperienzadi vita povera e spirituale, luogo diconoscenza di sé e del mondo, didisponibilità al cambiamento e all’agi-re, di impegno a costruirsi conpazienza e fatica;

• disponibile all’incontro con gli altri,alla condivisione di gioie e sofferen-ze, di speranze e progetti all’internodi una comunità, luogo di crescita edi confronto, attraverso cui si risco-pre la propria personalità;

• pronto al servizio, modo abituale direlazione con i fratelli, dono di sé adimitazione di Cristo e accoglienza del-l’altro, vissuto con gioia e impegnocostante verso i più deboli, i più pic-coli, gli emarginati.

Art. 10STRADAIl roverismo/scoltismo si ispira forte-mente al valore della strada, per questola Comunità R/S vive i suoi momenti piùintensi in cammino. Infatti:• camminare a lungo sulla strada per-mette di conoscere, dominare e supe-rare i propri limiti e dà il gusto del-l’avventura;

• portare a lungo lo zaino e dormire intenda insegnano l’essenzialità vissutanon come privazione ma come capa-cità di vivere con quanto strettamen-te necessario, restituendo il giustovalore alle cose, consentendo di spe-rimentare la precarietà, che aiuta ariflettere sulle situazioni di povertà,di solitudine e di lontananza propriedi tanti fratelli;

• camminare nella natura è un momen-to privilegiato di incontro con Dioche è il Creatore di tutte le cose. Lacomunione con il Creato fornisce aigiovani l’occasione di sentirsi mag-giormente corresponsabili verso l’am-biente;

• camminare con gli altri e incontro

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 10AMBIENTAZIONIIl gioco dell’Ambiente fantastico non escludeattività occasionali che abbiano una colloca-zione fantastica, con simbologie e linguaggipropri, ispirata ad altri racconti che possonoconsentire ai capi di veicolare messaggi edu-cativi. Caratteristiche di tali ambientazioni sono ladurata limitata nel tempo e l’assenza di riferi-menti alle strutture di unità e alla progressio-ne personale.

Art. 11RACCONTO RACCONTATOIl Racconto Raccontato è un modo per comu-nicare con i bambini, uno strumento privile-giato per instaurare un dialogo continuo ecomunitario e per trasmettere loro dei valoriattraverso la morale indiretta che si trae dalracconto stesso.

agli altri insegna la gioia di stare insie-me, l’amicizia, la fraternità, la solida-rietà e l’accoglienza;

• la strada aiuta a vivere momenti disilenzio nei quali è possibile pensaree riflettere sul proprio percorso per-sonale di crescita;

• vivere la Spiritualità della strada per-mette di cogliere come le esperienzelungo il cammino siano doni di Dioche aiutano ad arrivare a Lui.

La strada è vissuta con continuità. Vaprogettata, preparata con cura, calibratanel rispetto dei singoli, e con particolareattenzione alla disabilità.

Art. 20 - Vita comunitariaLo scautismo è una proposta di vita comunitaria, in cui ciascuno sviluppa la propria identità e ha un suo ruolo, in cui l’impegno ela responsabilità del singolo sono indispensabili per la crescita della comunità. L’esperienza comunitaria aiuta la ragazza e il ragazzo ad acquisire fiducia in loro stessi e ad aprirsi agli altri, grazie al senso di appar-tenenza e al clima di fraternità, di gioia, di rispetto e di fiducia che caratterizzano la comunità. In particolare l’esperienza comunitaria insegna:• il metodo democratico nell’assunzione e nell’esecuzione delle decisioni, tramite il coinvolgimento di tutti i membri della comu-nità;

• la conoscenza dei punti di vista altrui, il confronto con i propri, la ricerca di punti di vista comuni alla luce dei valori dellaLegge, della Promessa e del Motto;

• la progressiva assunzione di impegni e responsabilità attraverso il graduale sviluppo dei ruoli, degli incarichi e delle funzioni. È opportuno che il numero delle ragazze e/o dei ragazzi nelle unità sia tale da consentire sia l’instaurarsi di un reale legame di fra-tellanza e di un sentimento di appartenenza alla comunità sia la verifica della progressione personale di tutti. 9

L/C

Art. 12LA COMUNITÀ EDUCANTE E LO STILE DELLA FAMIGLIA FELICELa comunità di branco e di cerchio èsoggetto che educa.Nella comunità ciascuno riconosce lapropria crescita e dalla comunità traegioia e forza. Questo è possibile attra-verso esperienze ed incontri che crea-no relazioni durature e profonde tra ibambini e con gli adulti.Tali relazioni si vivono in un climasereno basato sulla lealtà e sulla fidu-cia; in particolare i bambini sperimen-tano e imparano la fiducia reciproca el’accettazione dell’altro.La comunità di branco e di cerchio èfamiglia felice, dona ad ogni bambino

E/G

Art. 10VITA COMUNITARIALa comunità è un bisogno delragazzo e della ragazza; essa liaiuta a vivere e sperimentarel’autonomia, ad acquisire lacapacità di animare gli altri ed èoccasione di costante confronto. La proposta offerta agli esplora-tori e alle guide è rivolta quindia tutto ciò che li aiuta, giocando,ad osservare, scegliere, speri-mentare, verificare. La squadriglia – in particolare –e il reparto sono i luoghi privile-giati per l’esperienza comunita-ria offerta ad esploratori e guide.

R/S

Art. 11COMUNITÀLa comunità si fonda sulle esperienze concretevissute e condivise dai rover e dalle scolte cheinsieme camminano, pregano e servono.La comunità aiuta ogni rover e scolta a scopri-re e maturare la propria vocazione personale,a vivere la dimensione ecclesiale della fede, aconoscere la realtà che li circonda e ad agire inessa. In un clima fraterno, attraverso il rispettodei tempi di crescita dei singoli, i rover e lescolte si impegnano ad attuare e verificare,con l’aiuto degli altri, un cammino di crescitache, pur essendo personale, cerca di essereadeguato al passo di tutta la comunità, attentoin particolare a chi fa più fatica, infondendoforza e coraggio nel portare avanti scelte fortinella consapevolezza di non essere soli.

9 Patto associativo - La scelta scout: la vita di gruppo e la dimensione comunitaria

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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e bambina la sicurezza di essere accol-to ed inserito in un cammino persona-le di crescita da compiere insieme aglialtri. La famiglia felice è alimentata da gesti,segni e momenti particolari che fac-ciano comprendere a ciascuno la pro-pria importanza come singolo, con lapropria diversità e originalità, e il pia-cere di giocare insieme e di volersibene.

La comunità è un luogo dove tutti possonoesprimersi, dove si impara ad accettare e rispet-tare il punto di vista dell’altro e a prendere ledecisioni che riguardano tutti, insieme e inmaniera democratica e responsabile.Le scelte della comunità dovranno esserecostantemente verificate con la Legge, la Cartadi Clan, il Vangelo.La comunità è dinamica, accogliente e apertaall’esterno, in costante relazione con il territo-rio, l’Associazione e la Chiesa locale.La comunità educa a “partire” ossia stimola isingoli a vivere esperienze formative ancheall’esterno di essa e a condividerne il sensonello scambio reciproco, portando ricchezza alproprio interno.

Art. 21 - Struttura delle Unità e vita di gruppo La proposta di vita comunitaria dello scautismo si attua all’interno delle unità composte da ragazze e/o ragazzi di età differenti.Ogni branca ha poi proprie strutture nelle quali essi vivono relazioni interpersonali tra di loro e con gli adulti, diverse e proporzio-nate all’età e alle loro esigenze di crescita. La scelta di adottare nel gruppo unità miste o parallele e l'Ambiente fantastico da utilizzare nelle unità L/C spetta alla ComunitàCapi tenendo conto delle esigenze educative delle ragazze e dei ragazzi, della disponibilità dei capi e, per quanto concerne leunità miste, dell’esistenza delle condizioni previste dal Regolamento.

L/C

Art. 13TIPOLOGIA DI UNITÀIl branco e il cerchio possonoessere unità monosessuali, unitàparallele, unità miste. • Le unità monosessuali facilita-no un percorso educativoomogeneo; per esse può risul-tare opportuno, per il rag-giungimento di una dimensio-ne educativa completa, favori-re incontri con unità dell’altrosesso;

• Le unità parallele danno lapossibilità di dosare opportu-namente i momenti di incon-tro e di attività comune, pre-visti all’interno dello stessoprogramma di branco e dicerchio, secondo le necessità;

• le unità miste, costituite inmodo equilibrato da bambinie bambine, offrono delleopportunità più immediate diconfronto fra i sessi e di cre-scita comune. Per questo ènecessario che il programmaparta da un’adeguata rispostaalle esigenze formative dell’u-no e dell’altro sesso.

In concreto, la maggiore o mino-

E/G

Art. 11SQUADRIGLIA La squadriglia è la struttura fondamentale del repar-to e offre ai ragazzi e alle ragazze, in età esploratorie guide, un’esperienza primaria di gruppo. È composta da sei - sette ragazzi o ragazze di tutte leetà ed è monosessuale. Tale caratteristica di verticalità aiuta gli esploratori ele guide, attraverso il trapasso delle nozioni, a rag-giungere maggiore sicurezza in se stessi e ad aprirsiagli altri: ciò grazie al clima di fiducia e allo stimoloalla corresponsabilità, dinamica educativa peculiaredi questa piccola comunità. La verticalità all’interno della Squadriglia consenteinoltre di offrire a più ragazzi e ragazze la possibilitàdi vivere l’esperienza di Caposquadriglia. Ogni squadriglia vive una reale autonomia utilizzan-do materiale, denaro e un angolo proprio; realizza,in spirito d’avventura e con lo stile del gioco, impre-se ideate dai ragazzi stessi. La vita di squadriglia prevede oltre alla riunione set-timanale frequenti uscite tendenzialmente mensili,se possibile con pernottamento, che offrono occa-sioni per vivere e sperimentare in modo sistematicol’autonomia. La squadriglia è uno dei luoghi privilegiati in cuiogni E/G può vivere e concretizzare il proprioSentiero. Le squadriglie assumono i nomi suggeriti da B.-P. eusano le insegne corrispondenti (Allegato 1).

R/S

Art. 12STRUTTURA DELLA COMUNITÀ R/SAll’interno della Comunità R/S laproposta educativa si articola indue momenti:• il Noviziato, rivolto ai rover ealle scolte di 16 anni, che pren-dono il nome di novizi e novi-zie, tempo in cui si sperimentala proposta del roverismo/scolti-smo;

• il Clan/Fuoco, rivolto ai rover ealle scolte dai 17 ai 20/21 anni,tempo in cui si è scelto di vive-re pienamente la proposta delroverismo/scoltismo. La comu-nità garantisce dinamiche favo-renti il confronto e l’arricchi-mento del gruppo, nel rispettodell’espressione dei singoli edella loro progressione persona-le. Il Noviziato e il Clan/Fuoco,per garantire l’unità e la conti-nuità della proposta educativa emetodologica, si incontrano persvolgere attività comuni e vive-re insieme momenti forti dellavita di comunità (come adesempio la firma della Carta diClan e la Partenza). Questi

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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re opportunità di adottare latipologia di unità sarà valutatadalla Comunità capi, in base alproprio progetto educativo.La scelta degli Ambienti fantasti-ci nasce dalla conoscenza, osser-vazione, riflessione e passioneper entrambi, i quali, seppurcon approcci diversi, permetto-no di raggiungere gli stessi obiet-tivi educativi.

Art. 14 NUMERO DEI BAMBINI Per favorire l’instaurarsi di realilegami di fratellanza, di senti-menti di appartenenza, pergarantire la verifica della pro-gressione personale di ognuno eper rendere autentico il rappor-to adulto-bambino, è necessarioche il numero dei bambini nel-l’unità non sia inferiore a 12 nésuperiore a 30 e che vi sia equili-brio tra le diverse età e tra i sessinelle unità miste.

Art. 15 SESTIGLIE E CAPOSESTIGLIAL’unità si articola in sestigliecontraddistinte, per il branco dalcolore del mantello dei lupi, peril cerchio dal colore dell’arcoba-leno o dal nome dei fiori. La sestiglia è il sottogruppo cheha stabilità all’interno del brancoe del cerchio e garantisce chebambini di età diversa collabori-no e giochino insieme, nelrispetto reciproco. Essa favori-sce il trapasso delle nozioni e l’in-serimento dei più piccoli; dà lasicurezza e la familiarità del pic-colo gruppo; facilita l’organizza-zione interna dell’unità, ponen-dosi come valido gruppo di riferi-mento sia per i bambini, sia per icapi. Nelle unità miste è preferi-bile che le sestiglie siano compo-ste da bambini e bambine.Il caposestiglia dovrebbe essereun lupetto o una coccinella chesta vivendo il terzo momentodella progressione personale,per cui tale esperienza rappre-senta una valida occasione peresprimere tangibilmente ladisponibilità nei confronti dell’u-nità.

Art. 12 INCARICHI DI SQUADRIGLIAOgni esploratore e guida assume, all’interno dellasquadriglia un incarico, proporzionato al propriosentiero. Tale incarico è un’insostituibile esperienzadi responsabilizzazione; per questo motivo deveessere sperimentato come indispensabile per la vitadella squadriglia, ed essere esercitato per un perio-do sufficientemente lungo, perché corrisponde adesigenze permanenti (ad esempio cicala, mercurio,guardiano dell’angolo, liturgista, tesoriere, ecc.).Differisce dai “posti d’azione” (ad esempio disegna-tore, topografo ecc.), legati invece all’impresa delmomento e corrispondenti a effettivi impegni, pic-coli o grandi, necessari per la realizzazione dell’im-presa stessa.

Art. 13 CAPOSQUADRIGLIA Ogni squadriglia viene animata da unCaposquadriglia scelto dallo Staff di Reparto, sentitoil Consiglio Capi, tra gli esploratori e le guide incammino verso la Tappa della Responsabilità, inbase alle esigenze della squadriglia. Tale ruolo è unanotevole esperienza di crescita e di responsabilizza-zione dei più grandi del reparto, perché: • educa alla responsabilità di persone e non soltan-to di cose;

• invita all’ascolto e alla disponibilità nei confrontidei più piccoli: questi infatti sono portatori diun’esperienza diversa e offrono un’occasione distimolo e di confronto;

• abitua all’autorità come servizio e attenzione aglialtri;

• consente di attuare il trapasso delle nozioni.Uno dei compiti principali del Capo Squadriglia saràquello di impegnarsi il più possibile ad essere aconoscenza del Sentiero dei suoi squadriglieri e diaccompagnarli nella concretizzazione delle metenegli impegni.

Art. 14 VICE CAPOSQUADRIGLIA Un ulteriore ruolo significativo è quello del vicecaposquadriglia, scelto con le stesse modalità delcaposquadriglia. È un ruolo che offre un’esperienza utile di collabo-razione con il caposquadriglia nella ricerca e nelconfronto delle possibili decisioni utili a tutta lasquadriglia. Questa collaborazione darà luogo a unaripartizione di compiti e responsabilità, ai fini dell’a-nimazione dell’intera squadriglia. Il vice caposquadriglia partecipa talvolta alle attivitàdel Consiglio capi, anche al fine di verificare insie-me al capo squadriglia l’attività di squadriglia egestire particolari attività di reparto e nelle occasio-ni in cui tale organo è chiamato a verificare l’anda-mento della vita di squadriglia. Il vice è elemento di continuità nella vita della squa-driglia che trova nel trapasso delle nozioni lo stretto

momenti consentono alClan/Fuoco di proporsi comecomunità educante, i cui gestisono più significativi e credibilidi ogni proposta verbale.

Art. 13 NOVIZIATO Il Noviziato è il primo momentodella vita di Branca R/S in cui i treelementi del metodo (Strada,Comunità e Servizio) sono vissutinella dimensione della scoperta.È un’esperienza di comunità oriz-zontale che permette ai novizi ealle novizie di consolidare il cam-mino fatto, affrontando il cambia-mento tipico dell’età. La dimensio-ne dell’avventura, arricchita dall’e-sperienza della strada, aiuta a cono-scere meglio se stessi, a scoprire esuperare i propri limiti, valorizzan-do le proprie potenzialità e impa-rando a cooperare con i compagnidi strada.Le competenze acquisite in BrancaE/G, unitamente a quelle necessa-rie per la vita di Branca R/S, sonorivolte a sviluppare la capacità disaper vivere all’aria aperta, relazio-narsi agli altri e servire il prossimo.Nel Noviziato le esperienze di ser-vizio sono comunitarie e svolteinsieme ai Capi.La consapevolezza dei reali bisognidegli altri e la riflessione sulle espe-rienze fatte aiutano il novizio e lanovizia a maturare la sensibilitàverso l’impegno personale nel ser-vizio. Il Noviziato dura un anno.Nel caso in cui il Noviziato siacomposto da un numero ridotto diragazzi (meno di 4/5), sarà curadella Comunità capi individuareopportune soluzioni per garantirela gradualità nello sperimentare laproposta, il confronto con ragazzidi pari età e il legame con ilClan/Fuoco del proprio Gruppo.

Art. 14 CLAN/FUOCO La vita del Clan/Fuoco è luogo etempo di scelta, di fedeltà e dimaggiore responsabilità verso di sée verso la comunità.È momento di formazione all’etàadulta.L’esperienza del Clan/Fuoco:• sollecita le persone a sviluppare

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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Art. 16 GRUPPI OCCASIONALI All’interno dell’unità si possonocostituire gruppi occasionali,limitati nel tempo, in vista diobiettivi specifici. Essi possonoessere: spontanei (gruppi diinteresse, gruppi di gioco…) peroffrire ad ognuno la possibilitàdi seguire le proprie inclinazio-ni, dar spazio alle iniziative edaiutare i bambini ad effettuare inautonomia la scelta delle proprieattività;o formati dai capi, persperimentare attività e tecnichenuove.

Art. 17 RINNOVAMENTO DELLACOMUNITÀ E ACCOGLIENZAIN BRANCO E IN CERCHIODopo le salite al reparto e l’in-gresso dei nuovi bambini (chia-mati cuccioli e cocci, fino allapronuncia della Promessa), lacomunità si rinnova e si riscopreattorno ai fondamenti ed ai sim-boli del branco e del cerchio(Legge, Motto, totem/lanterna,saluto, parole maestre...) e ognibambino scopre il proprio ruolonel branco e nel cerchio e ilsenso dello stare insieme.Nella prima fase dell’anno, quin-di, la comunità vive esperienzeche stimolano la curiosità deibambini affinché i cuccioli e lecocci siano accolti ed accompa-gnati a conoscere quanto piùpossibile il significato e il valoredella Legge, le regole e le tradi-zioni.L’accoglienza è vissuta da cia-scun cucciolo e cocci esclusiva-mente insieme all’intera comu-nità.

Art. 18 CONSIGLIO DEGLI ANZIANIIl Consiglio degli anziani, chenel linguaggio della Giungla edel Bosco, assume il nome diConsiglio di Akela e Consigliodell’Arcobaleno, è una strutturastabile del branco e del cerchio.Esso comprende i lupetti e lecoccinelle del branco e del cer-chio dell’ultimo anno e ha loscopo di offrire esperienze piùvicine alle loro esigenze.

rapporto con il caposquadriglia e con il Consigliocapi: è opportuno, infatti, che l’esperienza di vicecaposquadriglia sia vissuta nel segno di una progres-siva assunzione di responsabilità e consapevolezzaper prepararsi a diventare in futuro, con un certogrado di competenza già acquisita, caposquadriglia.

Art. 15 CONSIGLIO DI SQUADRIGLIATutte le decisioni sulla vita di squadriglia e sulleimprese sono di competenza del Consiglio diSquadriglia, che è composto da tutti i membri dellasquadriglia. È impegno del Capo e del Vice Caposquadriglia ren-derlo democratico e ottenere poi da tutti il rispettodelle decisioni. Il Consiglio, al termine di ogni impresa e di ognimomento significativo della vita di squadriglia, neverifica la realizzazione e lo stile tenuto da tutti, estabilisce i traguardi successivi. L’impegno persona-le di ogni E/G è verificato in base al Sentiero di cia-scuno/a. Il Consiglio di Squadriglia è infine ambitoprivilegiato per la verifica di mete e impegni dei sin-goli in preparazione al Consiglio della Legge.

Art. 16 USCITE E MISSIONE DI SQUADRIGLIALe uscite di squadriglia consentono una progressivaconquista di autonomia e di responsabilità da partedei ragazzi e delle ragazze. Le uscite di squadriglia con pernottamento sonoparte essenziale del metodo scout: la progressivaconquista di autonomia e di responsabilità da partedei ragazzi e delle ragazze porta a occasioni in cuiessi vengono messi alla prova, specie i più grandi,sperimentando sia la capacità di organizzazione, siale competenze e lo spirito con cui viene vissuto loscautismo senza la presenza dei capi. Pertanto, leeventuali difficoltà incontrate non giustificano larinuncia a esse. La missione di squadriglia è un’uscita in cui gliobiettivi e le tecniche per raggiungerli vengonoindicati dai capi. Essa costituisce occasione privile-giata per gli E/G di vivere concretamente lo spiritodel Motto.

Art. 17 SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIAVivere l’avventura in periodi lunghi, nel succedersidi imprese e missioni, consente a una squadriglia diraggiungere una o più specialità. La specialità di squadriglia è uno strumento atto asviluppare il senso e il valore di un percorso di cre-scita comunitario in ordine all’autonomia ed allacompetenza. La squadriglia consegue una specialità se nell’annoscout realizza una missione e due imprese di squa-driglia (anche se nell’ambito di un’impresa di repar-to). Le due imprese tendono alla realizzazione diattività in cui si sviluppi con particolare competen-

un progetto di progressione per-sonale;

• consente di sperimentare la soli-darietà come stile di relazioneverso l’altro;

• aiuta la formazione del sensocritico attraverso lo stile di vitaproposto e l’approccio allaconoscenza;

• è stimolo di riflessione per laformazione di una coscienzacivica nella fase in cui i rover ele scolte raggiungono la maggio-re età;

• è luogo che aiuta a dare unsenso alle esperienze vissuteinsieme e individualmente, al difuori e all’interno della comu-nità.

Il Clan/Fuoco propone esperienzedi servizio individuali in cui l’ele-mento della responsabilità divienecentrale.La strada diventa il contesto nelquale si sviluppano le esperienzedella comunità e si fonda il sensodello stare insieme.All’interno del Clan/Fuoco si pos-sono costituire gruppi più piccoli,permanenti o temporanei, con per-sone di età diversa, per realizzarespecifici progetti previsti dalProgramma o svolgere determinatiservizi all’interno della comunità.Una comunità eccessivamentenumerosa (più di 25/30 ragazzi)non assicura la realizzazione degliobiettivi educativi caratterizzanti laproposta. Sarà cura della Comunitàcapi valutare opportune soluzioni.

Art. 15 CARTA DI CLAN La Carta di Clan è un documentocon cui la comunità rende esplicitele sue caratteristiche e tradizioni.Essa orienta l’azione della comu-nità, fornisce al singolo rover escolta stimoli di crescita e ideali dacondividere, ed è uno dei punti diriferimento per la progettazione everifica del Punto della strada.È costruita in armonia con i valoridella Legge e della Promessa scoute si arricchisce progressivamentedel risultato delle esperienze vissu-te dalla comunità.Il Clan/Fuoco vi fissa le proprieriflessioni, i propri obiettivi, non-ché i valori che ciascun rover e

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Sviluppa un programma proprio,inserito pienamente nel pro-gramma di unità, con attivitàspecifiche che offrono ad ognu-no incarichi e responsabilità per-sonali. Si riunisce con conti-nuità, curando che tali incontrinon si sovrappongano alle altreattività del branco e del cerchio.

Art. 19 CONSIGLIO DELLARUPE/CONSIGLIO DELLAGRANDE QUERCIAIl Consiglio della rupe nel bran-co e il Consiglio della GrandeQuercia nel cerchio costituisco-no un momento privilegiato chela comunità vive nello spirito diFamiglia Felice e alla luce dellaLegge, per: • discutere, verificare e prende-re coscienza del camminocompiuto insieme;

• prendere le decisioni piùimportanti per la vita dell’in-tera comunità;

• esprimere idee e aspettativetese alla costruzione di unostile e una prassi di vita indi-rizzati al bene comune. IlConsiglio della rupe e ilConsiglio della GrandeQuercia scandiscono imomenti significativi nellavita del branco e del cerchio.

Art. 20 RIUNIONILo svolgimento delle attività,previste dal programma di unità,deve poter avvenire in una tanae in una sede del branco e delcerchio. Per garantire la conti-nuità della proposta è opportu-no svolgere almeno una riunio-ne settimanale.

Art. 21 PROGRAMMA DI UNITÀ,PISTA DI BRANCO E SENTIERO DI CERCHIOLa storia passata, l’esperienzapresente e l’orientamento futurodel Branco e del Cerchio costi-tuiscono la Pista di Branco e ilSentiero di Cerchio. La storiapassata è la memoria del vissutodell’unità, l’esperienza presentesi vive nell’attuazione del pro-

za l’insieme delle tecniche della specialità prescelta.La missione verterà sulle tecniche della specialità.La squadriglia e i Capi reparto inviano agli Incaricatiregionali della branca E/G una relazione delle treattività, compresa una loro valutazione, relativamen-te allo scopo prefisso.Gli Incaricati regionali valutano quanto fatto dallasquadriglia e assegnano il guidoncino di specialità disquadriglia, che viene legato sotto la bandierinadistintiva di squadriglia. Ogni squadriglia può otte-nere una sola specialità, che è valida per tutto l’an-no scout successivo a quello in cui è stata conqui-stata. La specialità conseguita è confermata per unsolo ulteriore anno, se la squadriglia realizza unanuova impresa affine, che ne dimostri almeno lostesso grado di autonomia e competenza.Nell’allegato 2 è compreso l’elenco delle specialitàdi squadriglia.

Art. 18 REPARTO E SUE TIPOLOGIE L’insieme delle squadriglie forma la comunità piùampia del reparto. Questa offre ai ragazzi e alleragazze uno spazio di crescita e di scambio piùricco e articolato, anche per la presenza degli adul-ti. Per poter seguire il sentiero di ogni esploratore eguida, il numero dei componenti deve essere limita-to; in particolare si otterranno risultati educativisignificativi con non più di 30-32 ragazzi e ragazze.D’altra parte, per consentire un buon clima di giocoe avventura, sono necessari almeno una dozzina dicomponenti così da formare due squadriglie.

Per il raggiungimento degli obiettivi della branca,ogni reparto può avere una propria struttura: • reparto monosessuale; • reparto parallelo; • reparto misto. Il reparto monosessuale ha il vantaggio di favorireun’opportuna identificazione sessuale del ragazzo edella ragazza, permette un coinvolgimento gradualee completo nell’affrontare le varie difficoltà, grazieallo stimolo di un ambiente sereno e fraterno. I reparti paralleli, oltre ai vantaggi dei reparti mono-sessuali, permettono di dosare opportunamente imomenti di incontro e di collaborazione con l’altrosesso. I due reparti devono essere piuttosto piccoli,al massimo di tre squadriglie ciascuno. Le rispettivedirezioni lavorano insieme per la preparazione e laverifica del progetto di unità; questo, uguale negliobiettivi, si diversifica a volte nei mezzi da usaredate le diversità di partenza. Le due direzioni, purseguendo regolarmente la propria unità nelle atti-vità separate dei ragazzi, preparano insieme le usci-te e i campi e li svolgono insieme quando è il caso.Il Consiglio della Legge viene tenuto per singoloreparto, a meno che l’impresa non li abbia coinvoltientrambi. Le attività di alta squadriglia possonoessere svolte insieme, ma sono da prevedere ancheattività separate.

scolta si impegnano a testimoniare.È scritta e periodicamente rinnova-ta dal Clan/Fuoco, quando lacomunità non si riconosce più inessa oppure quando, con il passaredegli anni, la comunità cambia.Dopo pochi mesi dall’ingressonella Comunità di Clan/Fuoco irover e le scolte firmano la Carta diClan, accettandone i contenuti eimpegnandosi personalmente nellarealizzazione degli obiettivi in essaesplicitati. Questo momento sanci-sce la piena adesione allaComunità di Clan/Fuoco, segna ilpassaggio dal cammino sui passidella scoperta al cammino sui passidella competenza e viene sottoli-neato con una cerimonia cui pren-de parte l’intera Comunità R/S.Quando la Carta di Clan vienecompletamente riscritta, tutti irover e le scolte possono firmarlacome segno di condivisione diquanto vi è stato scritto e di rinno-vato impegno individuale e comu-nitario.La Carta di Clan viene presentatadai rover e dalle scolte alNoviziato, che diviene così consa-pevole dei valori che ispirano ilproprio Clan/Fuoco di riferimento.

Art. 16IL PROGRAMMAIl Programma individua le azionidella comunità, definendonemodalità e tempi di realizzazione,in modo chiaro, sintetico, attuabilee verificabile.Il Noviziato ed il Clan/Fuoco elabo-rano annualmente il proprioProgramma; il Clan/Fuoco terràconto anche delle indicazioni dellaCarta di Clan.Ai rover e alle scolte è richiesto dimaturare una mentalità progettua-le, sviluppando la capacità di tra-durre le idee in azioni, valutando lerisorse a disposizione e il necessa-rio impegno personale e collettivo.Ogni attività del Programma, al suotermine, prevede una verifica tesaad individuare il raggiungimento omeno degli obiettivi prefissati e acogliere utili indicazioni per leazioni future.Sarà cura dei Maestri dei novizi edei Capi Clan/Fuoco fare in modoche i due Programmi prevedano

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gramma annuale, l’orientamentofuturo è la tensione all’educareal buon cristiano e al buon citta-dino. Il programma annuale di unitàconcretizza gli obiettivi del pro-getto educativo, tenendo contodelle caratteristiche del Branco edel Cerchio. È costituito dall’in-sieme pianificato di esperienzeed attività, vissute nell’atmosferadell’Ambiente fantastico. Devetener presente in modo equili-brato ed intenzionale i quattropunti di B.-P, tradotti nei Filoni,per contribuire allo sviluppoarmonico della persona e dellacomunità. Prevede opportunimomenti di verifica in Staff e inComunità capi.

Qualora fosse presente nel gruppo una unità mistanelle branche l/c è auspicabile che la proposta edu-cativa di reparto sia realizzata nella struttura paralle-la, al fine di offrire una spinta più forte nella direzio-ne della formazione della identità. Il reparto misto, formato da squadriglie maschili efemminili, offre il vantaggio di una maggiore conti-nuità d’incontro e di collaborazione tra ragazzi eragazze che appartengono alla stessa comunità. Talescelta è dettata da motivi pedagogici e non organiz-zativi. Deve comunque assicurare momenti separatiche favoriscano l’identificazione con il propriosesso. L’attività di squadriglia è molto potenziata alfine di recuperare momenti indispensabili di omo-geneità sessuale. La direzione dell’unità è affidata adun capo e ad una capo, che abbiano terminato l’iterdi formazione, e ad un assistente ecclesiastico.

Art. 19REPARTI NAUTICI E LORO SPECIFICITÀI reparti che scelgono il mare, il lago, il fiume, comeambiente educativo, possono essere in successione: • reparti ad indirizzo nautico; • reparti nautici. Per raggiungere queste particolari specificità, il reparto,in armonia con il progetto educativo elaborato dallacomunità capi, si strutturerà progressivamente, ade-guando le competenze dei capi e l’idoneità delle attrez-zature. Gli staff di reparto sono tenuti a far rispettarecon la massima attenzione le norme di sicurezza inacqua ed a possedere particolari competenze tecnichee metodologiche, acquisite anche tramite la frequenzadi specifici corsi organizzati dal settore Nautico. Le unità interessate all’ambiente acqua che voglionosvolgere saltuarie attività possono essere supportatedal settore Nautico con cui ricercheranno occasionid’incontro.Il settore Nautico organizza, d'intesa con la brancaesploratori/guide, corsi ed attività per tutti gli esplorato-ri, le guide e le unità interessate alle tecniche nautiche. Reparti ad indirizzo nautico. Un reparto può definirsiad indirizzo nautico quando decide intenzionalmentedi valorizzare le potenzialità educative dell'elementoacqua, sviluppando con continuità e progressiva com-petenza le tecniche nautiche. Reparti nautici. Un reparto può definirsi nauticoquando svolge sistematicamente attività nautiche,vivendo con naturalezza sull'acqua e sfruttando tutti imezzi e le occasioni educative che tale ambienteoffre. Nello svolgimento delle attività nautiche i reparti pos-sono suddividere i ragazzi e le ragazze dell'unità inequipaggi, in base al tipo di imbarcazioni in uso e allecompetenze richieste per la loro conduzione.

Art. 20 CONSIGLIO CAPI Il Consiglio Capi è luogo privilegiato dove si vive lacogestione del Reparto. È costituito dai Capisqua -driglia, dai Capi Reparto, dall'Assistente Ecclesiastico,

dei momenti comuni e tendanoalla realizzazione degli obiettivi delProgetto educativo.I novizi e le novizie saranno coin-volti dai Maestri dei novizi nellacostruzione del Programma. Irover e le scolte del Clan/Fuocoavranno un ruolo sempre più atti-vo e influente nella sua formula-zione.

Art. 17 LA VERIFICALa verifica è lo strumento con cuila comunità rilegge le esperienzevissute, ne coglie l’essenza dandoad esse senso e significato, per-mettendo ad ognuno di collocarlenel proprio cammino di crescita.Scandisce i ritmi della vita dellacomunità e offre l’occasione diverificare l’impegno di ciascuno el’effettivo raggiungimento degliobiettivi, con particolare riferi-mento alla Carta di Clan.Ripensare al cammino fatto con-sente alla comunità di riprogettarele esperienze tenendo conto delvissuto, delle potenzialità dei sin-goli e degli errori commessi, in unclima di correzione fraterna, cheaiuti ciascuno ad affrontare concoraggio i propri limiti.

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eventualmente dagli Aiuti (tenendo conto che il rap-porto numerico non finisca per condizionare i ragazzie le ragazze) e, quando è opportuno, dai ViceCapisquadriglia.Si riunisce con frequenza regolare al fine di organizza-re e gestire la vita del Reparto; è competente nel legge-re costantemente la situazione e i bisogni del Reparto;ne stabilisce il programma (nel rispetto dei tempi edelle necessità legate alle imprese in corso); elabora epropone iniziative al Reparto; prepara il Consigliodella Legge e garantisce poi il rispetto delle decisioni. Il Consiglio Capi poi, quando progetta e programma imomenti di vita del reparto, individua le occasioni piùadeguate nelle quali i singoli esploratori e guidepotranno concretizzare gli impegni del loro sentiero. Esso è inoltre momento di crescita per iCapisquadriglia: in esso, infatti, i ragazzi e le ragazzepiù grandi sono aiutati a vivere l'esperienza dellaresponsabilità di cose e di persone, in un’ottica di ser-vizio, di collaborazione e di solidarietà.

Art. 21ALTA SQUADRIGLIA L'alta squadriglia è l'ambiente educativo offerto airagazzi più grandi del reparto per rispondere meglioalle loro esigenze mutate nel passaggio dalla preado-lescenza all'adolescenza. Lo stile e il clima dell'im-presa che si vive in Alta squadriglia si propone per-tanto di aiutare i ragazzi e le ragazze ad affrontare laricerca della loro nuova identità nel rapporto con sestessi, con i coetanei, con gli adulti e non ha compi-ti di gestione del reparto. In questo momento di maturazione del ragazzo edella ragazza, è importante che il capo approfondi-sca il dialogo con loro, per poterli aiutare maggior-mente nella loro crescita. È formata dai ragazzi e dalle ragazze del repartoche, per la loro maturazione personale, manifestanol'esigenza di fame parte, insieme al capo e allacapo•reparto, all'assistente e, eventualmente, agliaiuti. Sono i capireparto e l'assistente che invitanol'esploratore e la guida, in qualsiasi momento del-l'anno, a valutare e scegliere la partecipazione allavita dell'alta squadriglia. Non vi si accede né perchési è capo o vice caposquadriglia, né per meriti. L'alta squadriglia svolge le attività in momenti diver-si e indipendenti dalla vita del reparto. È importanteche l'attività non si sovrapponga a quella di reparto,e che l'impegno dei più grandi non vada a discapitodi quello svolto in reparto e in squadriglia. L'attività di alta squadriglia è ricca di elementi delmetodo E/G (avventura, vita all'aperto, impresaecc.) e di elementi peculiari (riflessione, confrontoecc.), adatti all'età. Per l'alta squadriglia sono maggiormente caratteristi-ci la concretezza delle esperienze e lo stile dell’im-presa. Anche in alta squadriglia si vive una catechesi siste-matica, e si sviluppa l'abitudine a pregare la Paroladi Dio e a verificare con essa la propria vita.

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Art. 22 - Itinerari di fede L’itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita delle ragazze e dei ragazzi dentro e fuori le attività scout, per portarli acomprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita per rivelarne il significato umano, religioso, cristiano. L’annuncio di Gesù Cristo presente nella vita della Chiesa in cammino verso il Regno caratterizza l’itinerario di fede attraverso leesperienze dell’ascolto della Parola, della preghiera, della celebrazione dell'Eucarestia, della testimonianza e del servizio. Tale itine-rario si inquadra nel progetto educativo e si attua nel cammino scout attraverso la proposta di esperienze e la mediazione di simbo-li che facilitano l’integrazione tra fede e vita.Il compito dell’educazione alla fede in Associazione è affidato alla Comunità Capi, ai singoli Capi e all'Assistente Ecclesiastico, chia-mati ad essere testimoni della fede, secondo il loro specifico ministero nella Chiesa. Il servizio diviene efficace e fecondo attraversol’esemplarità delle scelte e dei comportamenti: ciò presuppone un atteggiamento interiore di crescita e specifici momenti indivi-duali e comunitari di formazione spirituale. Le varie fasi del cammino scout si esprimono nello spirito del gioco, nel senso dell’avventura, nella spiritualità della strada: l’educa-zione alla fede delle ragazze e dei ragazzi trova in questo patrimonio di valori il terreno adatto per una proposta di crescita gradualeed armonica. 10

10 Patto associativo - La scelta cristiana

L/C

Art. 22ITINERARIO DI FEDE Nel branco e nel cerchio i bambinisono chiamati a conoscere tutte lepro¬prie potenzialità ed a scoprirsifigli di Dio con la semplicità e il lin-guaggio caratteristico della loro età.Gesù stesso ha indicato nel fanciullo iltipo dell’uomo che incontra il Messia,insegnando ad accoglierlo per ciò cheè già e non solo per ciò che sarà. Ibambini sono capaci di moltepliciatteggiamenti favorevoli all’esperienzareligiosa: meraviglia e stupore, sensodel bello e della gioia, imitazione dimodelli significativi, senso di apparte-nenza alla comunità e rispetto della sualegge. Senza far leva eccessivamentesull’emotività e sull’osservanza delleregole, i bambini sono accompagnatinella graduale maturazione della lorovita spirituale, superando così il natura-le egocentrismo grazie all’incontro conGesù e col suo Vangelo. Tutta la vita del branco e del cerchio èpermeata dall’amore di Dio, sorgentedella vera Famiglia Felice. Si farà atten-zione particolare a creare un clima difraternità cristiana che stimoli la cresci-ta nella fede e in cui prendano signifi-cato le attività più specifiche di cate-chesi. L’armonia tra catechesi sistematica eoccasionale, tra testimonianza degliadulti e clima di comunità, può aiutarea costruire un rapporto vivo e persona-le con l’esperienza cristiana ed eccle-siale. L’itinerario si basa su tre elementi:• La catechesi mette i bambini a con-tatto vivo con la Parola di Dio, attra-

E/G

Art. 22SENTIERO FEDEL’età dei ragazzi e delle ragazze chevivono l’esperienza della branca E/G èdi grande cambiamento psicologico,umano e religioso; perciò l’educazionealla fede in questa fascia d’età tienepresente almeno due momenti psicolo-gici distinti: la fase preadolescenziale,in cui l’esperienza religiosa è caratteriz-zata da passività e abitudine, da confor-mismo più che da una scelta autonomae razionale, e la fase della prima adole-scenza, in cui crescono il senso criticoe il senso storico, e ci si apre alledomande sul senso della vita. Consapevoli dell’importanza di unannuncio incarnato nelle condizioni dicrescita dei ragazzi e delle ragazze, icapi e l’assistente ecclesiastico liaccompagnano in questo passaggio,per aiutarli ad elaborare un progetto divita modellato sulla fede, cioè sullafiducia in Gesù scoperto come amico. L’integrazione fra l’educazione scout ela proposta di vita cristiana si compie,nel rispetto della maturazione di ogniragazzo e ragazza, nella sua progressio-ne personale. Partendo dalla curiosità e dalla scoper-ta avventurosa di Cristo e della sua pro-posta di vita, l’esploratore e la guidasono stimolati ad acquisire competenzee buone abitudini come risorse pervivere nella fedeltà l’amicizia con Gesùe per essere utili agli altri; ciò in vistadi quella nuova stagione di scelte piùconsapevoli e di impegni più esigentiche caratterizza l’autonomia adolescen-ziale e giovanile.Sostenuti inizialmente dal gruppo degli

R/S

Art. 18OBIETTIVO E STILE DELL’ITINERARIO DI FEDEI giovani e le giovani, ai quali è rivolta laproposta educativa della Branca R/S,vivono un’età caratterizzata dalla ricercadi tutto ciò che è autentico e dalla spin-ta a trasformare i sogni e i desideri inrealtà concrete. È un’età che li pone difronte alle prime sfide impegnative cheriguardano gli affetti, la famiglia, le scel-te sociali e politiche, il lavoro, il tempolibero. La loro strada è così segnata, ine-vitabilmente, da gioie, conquiste, con-ferme, ma anche da dubbi, crisi e scon-fitte.Anche nelle riflessioni e nelle scelteintorno alla vita di fede, i giovani R/Ssperimentano queste speranze e questefatiche. Perciò, la Branca R/S propone aciascun rover e scolta un cammino difede che lo/la aiuti a maturare una rela-zione personale con Dio, nell’ambito diuna comunità che vuole richiamarsiesplicitamente a quella dei discepoli,chiamati uno per uno da Gesù a cammi-nare insieme con lui e ad apprendere dalui il Vangelo della salvezza e dellalibertà.Poiché la Comunità R/S prende comepunto di riferimento la comunità diGesù con i suoi discepoli, ogni esperien-za che essa vive è, più o meno esplicita-mente, esperienza di fede.In alcune occasioni, poi, gli itinerari difede dei singoli e della comunità si con-cretizzeranno in specifiche e ben curateesperienze di ascolto della Parola, dipreghiera, di carità fraterna, di servizio eaccoglienza. Sarà cura dei Capi edell’Assistente ecclesiastico far sì che le

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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verso un itinerario di prima scopertadella Sacra Scrittura, al fine di cono-scere e saper raccontare la storia diDio e dell’uomo nei suoi passagginodali e nei suoi personaggi princi-pali. L’incontro personale con Gesùe una sempre più profonda cono-scenza della sua vita e del suo inse-gnamento costituiscono, infatti, ilcentro e il fondamento di un’esisten-za che si rivela già come chiamata aseguirlo.

• Scoprendo la presenza di Dio nellacomunità, nella natura, nella vita, ibambini imparano a ringraziare ilSignore per la gioia che dona loro eimparano a pregarlo sia insieme allacomunità che personalmente, sia informa spontanea che attraverso leformule della Chiesa. L’educazionealla preghiera e alla celebrazionevalorizza i momenti più significatividell’anno liturgico, le esperienzeprincipali della comunità, le tappedel cammino dell’iniziazione cristia-na vissuto dai fanciulli, dedicandouna particolare attenzione all’Eu -carestia.

• La catechesi offre un decisivo contri-buto all’opera globale di educazionemorale dei bambini che, nella vitacomunitaria e nella propria progres-sione personale, imparano a supera-re le difficoltà e a compiere la“Buona Azione” come esercizio divirtù umane e cristiane. Nella cono-scenza e imitazione di Gesù, sull’e-sempio di S. Francesco e di altrimodelli di vita cristiana, i bambiniscoprono sempre più la presenza diDio che, attraverso la legge dell’a-more, li chiama a vivere con sempli-cità e gioia il Vangelo nella vita quo-tidiana.

I personaggi-simbolo di Samuele, Aron -ne e S. Francesco possono essere util-mente adottati come guida nel percor-rere armonicamente questi tre itinerari

amici, il ragazzo e la ragazza vivono lapropria avventura educativa come pos-sibilità di un nuovo, libero incontrocon se stessi in Cristo e nel progettoche liberamente accettano di costruirecon Lui. Il cammino di fede in branca E/G,come più in generale l’intera propostarivolta a ragazzi e ragazze di questa età,è quindi un sentiero di “educazionealla libertà” e di scoperta e di acco-glienza di Cristo come garanzia dilibertà. Il ragazzo e la ragazza, attraver-so esperienze sempre più impegnativeed esplicite nel loro significato umano,religioso, cristiano, passano dall’abitu-dine a fare il bene mediante la buonaazione a scegliere di essere semprebuoni, ossia di tendere alla santità, resapossibile dal confronto con la Parola, apartire dalle provocazioni della vitaquotidiana, personale e comunitaria,all’interno e fuori del reparto. Gli strumenti tipici della progressionepersonale - tappe, specialità, compe-tenze, verifiche progressive e puntuali,confronto con i capi e con l’assistenteecclesiastico - offrono molteplici possi-bilità di concretizzare la proposta difede con l’educazione ai piccoli gesti eagli impegni che preparano scelte piùsignificative e globali.

esperienze vissute siano rilette ed inter-pretate alla luce della Parola, per educa-re i rover e le scolte ad esercitare ildiscernimento che consente di scorgerela presenza dello Spirito nella propriavita e di individuare il modo per seguir-lo. È necessario, inoltre, poiché è nellaChiesa che la fede viene vissuta, porreattenzione a che la Comunità R/S parte-cipi in modo attivo alla vita della propriaChiesa locale, in modo particolare conla fedeltà alla vita liturgica e sacramenta-le. I rover e le scolte potranno cosìmaturare la consapevolezza di essereparte dell’unica Chiesa che celebra ilmistero di Cristo nel tempo.L’educazione morale, caratteristica ditutta la proposta scout, culmina inBranca R/S con lo sviluppo di compe-tenze e acquisizioni di valori in vista delservizio come stile di vita, vocazione avivere l’amore di Cristo per l’uomo,nella costruzione del Regno di Dio. Ilrover e la scolta vivranno il dinamismovocazionale della fede cristiana con lostile proprio della Spiritualità della stra-da. La strada è caratterizzata da tratti diessenzialità, fedeltà, gioia, sacrificio, pre-carietà, attenzione all’altro, ed è occasio-ne d’incontro e di silenzio, di scopertadella bellezza del creato, di abbandonofiducioso alla Provvidenza e di condivi-sione. Pertanto, la spiritualità della stra-da è disponibilità ad una continua cre-scita, secondo l’azione dello Spirito, alconfronto e superamento delle propriepaure, verso il raggiungimento dellapiena maturità in Cristo. L’apostoloPaolo, che incontrò Cristo sulla via diDamasco e diventò instancabile annun-ciatore del Vangelo, illumina il sensoprofondo della strada che è attitudine alsilenzio per cogliere la voce di Dio e deifratelli e scuola di fedeltà all’amore diCristo.

Art. 23 - Gioco Lo spirito del gioco pervade tutta la vita delle unità, coinvolgendo ragazzi e capi così da finalizzare ogni attività ad uno scopoappassionante e divertente. Il gioco è il mezzo per caratterizzare tutte le attività in un clima di gioia, di fiducia e di lealtà verso gli altri e verso se stessi. Il gioco consente alla ragazza e al ragazzo di vivere e conoscere la realtà, di esprimere se stessi, di sviluppare creativamente le pro-prie doti, di acquisire il senso del gratuito, di cogliere capacità e limiti personali, di comunicare e collaborare con gli altri. 11

11 Patto associativo - La scelta scout: il gioco

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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L/C

Art. 23GIOCO Il gioco fa parte del mondo del bambi-no; diviene pertanto elemento centraledella metodologia della branca.Attraverso il gioco i bambini si misuranocontinuamente con se stessi, conosconoil proprio corpo, ne acquisiscono il con-trollo, si esprimono e comunicano congli altri, con creatività e fantasia. Giocando i bambini imparano a speri-mentare, osservare e interiorizzare con-sapevolmente le regole, ad avererispetto degli altri, ad accettare i proprilimiti facendo sempre del propriomeglio per superarli, e a collaborarecon gli altri. Essi esercitano le propriefunzioni motorie, cognitive, creative epercettive, vivendo la propria esperien-za con stile e nello spirito scout. Nel branco e nel cerchio il gioco è stru-mento fondamentale per proporre leattività e per svolgerle. Come mezzopedagogico portante, il gioco consentela costruzione dei rapporti tra i bambi-ni e tra questi e i capi. Tale positiva relazione è occasione peri capi di approfondire la conoscenzadei bambini, terreno adeguato permanifestare la fiducia che si riponenella capacità di ognuno e luogo diincoraggiamento per il superamentodelle difficoltà.

E/G

Art. 23GIOCO Lo spirito del gioco avventuroso perva-de tutta la vita del reparto, coinvolgen-do ragazzi, ragazze e capi, così da fina-lizzare ogni attività a uno scopo appas-sionante, educando al senso della gra-tuità inteso come operosità gioiosa edisinteressata. È lo stile con il qualevengono affrontate anche le difficoltà. Il gioco è il mezzo per caratterizzaretutte le attività in un clima di gioia, difiducia, e di lealtà verso gli altri e versose stessi. È attraverso il gioco che l’e-sploratore e la guida traducono in atti-vità l’avventura che richiede a ciascunola capacità di misurarsi con l’impreve-dibile e di imparare così a valorizzare leproprie potenzialità. Nei grandi giochi,in particolare, è offerta a ciascun ragaz-zo e a ciascuna ragazza la possibilità disperimentare, attraverso un ruolo atti-vo, l’avventura che deriva soprattuttodall’impegno complessivo e dalle diffi-coltà tecniche da affrontare, pur rima-nendo un’esperienza a misura delragazzo e della ragazza. Il capo gioca con gli esploratori e leguide: risveglia così l’entusiasmo delreparto e li aiuta ad assumere un atteg-giamento più sereno e autentico.

R/S

Art. 19GIOCO Il gioco è un elemento fondamentaleper la coesione e la costruzione dellaComunità R/S. È importante quindi vive-re il gioco come pratica di accoglienza edi autentica fraternità senza relegarlo asingoli momenti episodici. Con le suecaratteristiche di spontaneità, gratuità,espressione del singolo e della comu-nità, alimenta il piacere di stare insieme,migliora la partecipazione alla vita dellacomunità, educa alla positività, alla spe-ranza, alla gioia di vivere ed è occasioneper esercitare l’onestà e la lealtà.

Art. 24 - Vita all’aperto La vita all’aperto, prevalentemente in ambienti naturali ma anche in quelli costruiti dall’uomo, è un ambito irrinunciabile in cui siattua la formazione scout.Vivendo nella natura, si sviluppa in primo luogo il sentimento del “bello” che apre la mente ad una giusta valutazione del “buono”che ogni giorno si trova sotto i nostri occhi. Questa dimensione estetica della natura è importante in quanto rappresenta un valoreper giungere, attraverso la contemplazione, al sentimento religioso e al riconoscimento di un Dio Creatore.La vita all’aperto risponde al bisogno di avventura, insegna la semplicità e l’essenzialità, sviluppa il senso di solidarietà e mette allaprova la disponibilità all’aiuto reciproco, è luogo di esperienza delle tecniche scout. Il confronto con le difficoltà concrete, propriedel gioco avventuroso dello scautismo, dà la misura della propria povertà, ma anche delle possibilità di inserirsi positivamente nelproprio ambiente di vita. 12

12 Patto associativo - La scelta scout: vita all'aperto

L/C

Art. 24VITA ALL’APERTO Il branco e il cerchio vivono in contat-to con la natura. L’incontro con l’am-biente naturale va proposto con equili-brio e progressione, in ogni stagione ein ogni tempo, sviluppando le tecnichedello scouting.

E/G

Art. 24VITA ALL’APERTO Art. 24 VITA ALL’APERTO La vita all’aperto viene vissuta princi-palmente nella sua dimensione diavventura, connaturata all’età, ispiratail più possibile a reali vicende dellavita; deve essere basata su tutte le tec-

R/S

Art. 20VITA ALL’APERTO L’ambiente naturale è la palestra idealeper la formazione del carattere, per lavalorizzazione delle proprie risorse fisi-che ed è uno dei contesti privilegiati delroverismo/scoltismo.La vita all’aperto apre innanzitutto alla

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Dall’incontro ben guidato con l’am-biente naturale, il lupetto e la coccinel-la apprendono uno stile personale con-creto di rispetto e attenzione alla realtàintorno a sé e all’utilizzo delle risorse. Il rapporto con l’ambiente naturale,vissuto nelle attività del branco e delcerchio, aiuta a comprendere e viverecon il medesimo stile di scoperta,attenzione e rispetto, l’ambienteumano, verso il quale vanno indirizzateattività di conoscenza e giochi, comeoccasione di comprensione dello stes-so e dei problemi dell’uomo e dei suoisforzi di risoluzione. Nello stesso tempo il contatto con lanatura diventa occasione per scoprireil proprio ruolo di creatura e lo stuporedi fronte alle meraviglie del mondo edell’uomo; per conoscere il propriocorpo e crescere in modo sano; percomprendere le leggi e i ritmi dellanatura.

Art. 25 VACANZE DI BRANCO/VACANZE DI CERCHIONel periodo estivo, come conclusionedell’attività svolta durante l’anno, tuttal’unità vive un campo in accantona-mento denominato “Vacanze di branco/Vacanza di cerchio” della durata da seia dieci giorni. Le vacanze di branco e di cerchio rap-presentano: • un momento privilegiato, il più belloe il più intenso di tutto l’anno, perconoscere e tessere rapporti signifi-cativi con i lupetti e le coccinelle;

• la sintesi di un anno di lavoro; • un momento per impegnare mag-giormente le energie dei bambini eper stimolare in loro il desiderio difare meglio;

• un momento che consente di rivede-re con chiarezza il cammino dell’u-nità in un’atmosfera di semplicità eFamiglia Felice, con uno stile diresponsabilizzazione e di partecipa-zione;

• un’apertura verso un nuovo anno diattività.

Art. 26 CACCIA DI BRANCO E VOLO DI CERCHIO Per Caccia di Branco e Volo di Cerchiosi intende l’insieme di esperienze e diattività che il Branco e il Cerchio vivo-

niche dello scouting che stimolano neiragazzi e nelle ragazze l’assunzione diresponsabilità, la concretezza e il sensodella competenza, la padronanza dicapacità organizzative e di soluzione didifficoltà impreviste, la creatività, l’es-senzialità e il senso del valore dellecose, nonché la collaborazione recipro-ca fra le persone.La natura è l’ambiente privilegiato incui far vivere il maggior numero di atti-vità ai ragazzi e alle ragazze del reparto,in cui sperimentare lo spirito di avven-tura, la curiosità dell’esplorazione e ilgusto della sfida. Aver colto la naturacome creato e quindi come dono gra-tuito di Dio educa alla consapevolezzadi esservi inseriti non come padroni,ma come ospiti che devono rispettaree custodirne i ritmi e la storia, coscien-ti di esserne corresponsabili con legenerazioni passate e future.La vita all’aperto, e l’ambiente più ingenerale, diventano la palestra per spe-rimentare situazioni sempre nuove ediverse che richiedono, nell’affrontar-le, spirito di osservazione e conseguen-te capacità di adattamento. È importante che tutti i ragazzi e leragazze acquisiscano le capacità tecni-che generali necessarie per la vita dellasquadriglia e del reparto nella natura eimparino, inoltre, a valutare l’impattoambientale della loro presenza.

Art. 25 CAMPO ESTIVO Il campo estivo, momento privilegiatodella squadriglia e della vita di tutto ilreparto, risponde alle esigenze deiragazzi che chiedono autonomia,avventura, condivisione; risponde inol-tre all’offerta di momenti educativianche per quanto riguarda bisognimeno espressi. Il campo è un banco diprova per i ragazzi per quanto riguar-da: • le capacità tecniche maturate; • i rapporti vissuti; • l’autonomia raggiunta dallesquadriglie;

• la gestione delle attività; • lo spirito di adattamento all’ambien-te circostante.

Il reparto vive questo momento curan-do che le attività e le tradizioni sianovissute con serietà, essenzialità, diverti-mento, nello stile di impresa che carat-terizza tutta la durata del campo.

lode e al ringraziamento nello stuporeche nasce dall’accogliere la natura comeopera del Creatore, di cui l’uomo e ladonna sono chiamati a riconoscersiparte. Il contatto con la natura educaalla conoscenza di sé, all’attenzione alleproprie azioni ed alle loro conseguenze,a fronteggiare situazioni nuove con com-petenza, coraggio e consapevolezza delleproprie capacità e dei propri limiti.La vita a contatto con la natura educa,inoltre, alla sensibilità verso l’ambiente,al corretto uso delle risorse energetichee naturali ed è, quindi, occasione diesercizio di responsabilità e di impegnonei confronti delle generazioni future, edi fedeltà alla vocazione che il Creatoreha affidato all’uomo e alla donna: esserecustodi del giardino. È opportuno cogliere occasioni diapprofondimento adatte a promuovereuna reale conoscenza dell’ambientenaturale, per favorire una corretta cultu-ra della sicurezza.In Branca R/S la vita all’aperto vieneprincipalmente vissuta nella dimensionedella strada.

Art. 21 ROUTE È il modo fondamentale di vivere il rove-rismo/scoltismo.Presuppone più giorni di cammino, ilpernottamento in posti diversi e lontanifra loro, un’alimentazione sana e unozaino essenziale e leggero, un percorsointeressante, un tema di fondo che leghicon un filo logico le giornate tra loro edun significativo itinerario di fede cheaccompagni l’esperienza.La route consente di esercitare lapazienza, la tenacia, la sobrietà e di vive-re con un atteggiamento di disponibilitàe attenzione agli altri. Attraverso l’espe-rienza della route si assapora lo spiritodella scoperta degli altri e delle cose, ilgusto dell’avventura, il contatto con lanatura, vivendo le giornate con ritminuovi in semplicità ed essenzialità, nellatensione continua al superamento deipropri limiti.Deve essere vissuta in diversi momentidell’anno, ed è anche occasione per vive-re le cerimonie, che trovano lungo lastrada scenario ideale di collocazione. Laroute estiva è occasione privilegiata perfare sintesi del cammino compiuto nel-l’anno per il singolo e l’intera comunità.Viene progettata e organizzata con curadai ragazzi supportati attivamente dallo

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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no con regolarità, normalmente unavolta al mese, per una intera giornata,fuori dalla tana e dalla sede, all’aperto.L’eventuale pernottamento sarà inaccantonamento.

staff, ponendo attenzione anche alleeventuali situazioni di disabilità e diffi-coltà presenti all’interno della comunità.Almeno una volta al mese, inoltre, ilClan/Fuoco e il Noviziato vivono l’espe-rienza dell’uscita, che deve accoglierepiù in breve le caratteristiche di unaroute.

Art. 22 ALTRE FORME DI CAMPOEccezionalmente possono emergere esi-genze particolari per cui la comunitàsceglie, anziché la route, un’altra moda-lità di campo (ad esempio campi di spi-ritualità o di servizio, esperienze interna-zionali, pellegrinaggi). La scelta deveessere sostenuta da un progetto signifi-cativo condiviso con la Comunità capiall’interno del Progetto educativo diGruppo, deve portare ad una rispostaconcreta alle esigenze emerse e devetenere conto anche delle proposte offer-te dall’Associazione.

Art. 25 - Scouting Tipico della proposta scout è lo scouting, atteggiamento di proiezione verso l’ignoto, animato dal gusto di esplorare che spinge adandare oltre la frontiera: in Agesci è inteso come quel sistema di giochi e di attività, incentrato "sull'opera e le qualità dell'uomo deiboschi". Esso risulta caratterizzato sia dal rapporto diretto con l'ambiente naturale sia dalla capacità di osservare la realtà e di dedur-ne comportamenti utili per la propria esistenza. Lo scouting, vissuto nel gioco dell'Ambiente fantastico, nell'avventura della vita di squadriglia, nelle esperienze di servizio vissutenella comunità R/S, costituisce l'ambiente educativo entro il quale è possibile provocare e riconoscere la crescita della persona. I bambini, i ragazzi ed i giovani “imparano facendo”, privilegiando l’esperienza attraverso l’esercizio continuo dell’osservazione,della deduzione, dell’azione e della verifica. Questo atteggiamento si realizza prevalentemente attraverso l’acquisizione di abilità e di tecniche scout. 13

13 B.-P.: Suggerimenti per l'educatore scout

L/C

Art. 27CACCIA GIUNGLA E VOLO BOSCO La Caccia Giungla e il Volo Boscosono attività in cui il Branco ed ilCerchio vivono una successionedi esperienze armoniche, intensa-mente immerse nell’Ambientefantastico, i cui elementi caratte-rizzanti sono: • l’utilizzo del Racconto Giunglao Bosco, nella loro elaborazio-ne pedagogica delle Storie diMowgli e Sette Punti Neri,tenendo conto delle esigenzeeducative che emergonodurante la vita di Branco e diCerchio;

E/G

Art. 26IMPRESA Lo scouting trova la sua attuazione, per labranca esploratori e guide, nello stru-mento dell’Impresa, cardine della vita direparto e luogo privilegiato dove viverel’avventura. La vita delle unità è un susseguirsi diimprese di reparto, di squadriglia e di altasquadriglia. Le imprese aiutano gli esploratori e leguide a sviluppare il senso critico, a por-tare a compimento ciò che si è iniziato, avivere con lealtà la democrazia nellestrutture, ad acquisire nuove competen-ze, a incidere nella realtà per produrrepiccoli cambiamenti, attraverso realizza-zioni impegnative a misura dei ragazzi e

R/S

Art. 23CAPITOLO Il Capitolo è uno dei processi di conoscenzache permette di arrivare a giudizi di valoresui quali fondare le scelte di vita personali edella comunità, attraverso la metodologiadel vedere-giudicare-agire. Questo strumen-to ha una forte valenza politica: educa lecoscienze e forma persone libere di pensarein modo autonomo ed animate da spirito cri-tico; permette alla comunità di essere prota-gonista del proprio contesto territoriale conidee nuove e messaggi di valore. IlClan/Fuoco sceglie e approfondisce un argo-mento, prende una posizione, si espone eagisce per lasciare il mondo migliore dicome lo ha trovato.Deve essere progettato con cura e attenzio-

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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• il fare esperienza per mezzodel gioco ed un ampio uso didanze, canti e simboli specificidell’Ambiente fantasticoGiungla e Bosco;

• la vita all’aperto, vivendo l’e-sperienza fuori dalla tana edalla sede, principalmentenella natura;

• l’attenzione alla verifica, ancheattraverso l’utilizzo delConsiglio della Rupe e dellaGrande Quercia.

Art. 28 CACCIA/VOLO DI SPIRITUA-LITÀ CRISTIANA Per Caccia/Volo di SpiritualitàCristiana, anche chiamata diAtmosfera o Religiosa, si intendeuna attività improntata alle dimen-sioni profetica, sacerdotale e rega-le. Queste tre dimensioni si realiz-zano attraverso l'incontro, l'ascol-to, la condivisione, l'esperienza, ilsimbolismo, e sono vissute inun'atmosfera raccolta e gioiosache favorisca l'incontro con Gesùattraverso personaggi significativi,modello di vita cristiana. La cac-cia/volo francescana, che si fondasulla vita e opere di SanFrancesco, e la caccia/volo maria-na, che si fonda sulla figura diMaria, ne sono un esempio.

Art. 29 ATTIVITÀ NATURA L'attività natura è finalizzata allascoperta dell'ambiente naturale,in primo luogo quello a direttocontatto con i bambini. Essa sirealizza attraverso il rapporto fisi-co ed emotivo con ogni suo com-ponente, educando al gusto per lecose belle ed allo stupore per ilmeraviglioso, attraverso l'osserva-zione delle differenze, il coinvol-gimento dei sensi, allo scopo dicontemplare e comprendere ilsenso più vero dei suoi equilibri,dei suoi ritmi e dinamiche, con-sentendo ai bambini di fare pro-prie le norme basilari di un com-portamento corretto nella natura.

Art. 30 ATTIVITÀ MANUALINell'ambito delle normali attività

delle ragazze. L’impresa è prima di tuttouno stile, il modo di fare le cose.L’impresa è anche un metodo per impa-rare a progettare ciò che si vuol essere eciò che si vuole realizzare, e a esserneconsapevoli. È uno stile che vale non solo per ilmomento particolare dell’impresa, ma ditutta la vita del reparto: il sentiero di ogniesploratore e guida, le riunioni e le uscitedi reparto, di squadriglia o di alta squadri-glia dovranno essere permeati da questostile. Ogni impresa è scandita da sei fasi: • ideazione • lancio • progettazione • realizzazione • verifica • fiesta. La struttura delle fasi è tale da richiedereuno spirito di collaborazione che devecoinvolgere tutti i ragazzi e le ragazze.L’impresa deve realizzarsi in un periododi tempo non troppo lungo e richiedepartecipazione organizzata di tutti, pre-parazione e realizzazioni accurate, tuttecommisurate agli esploratori e alle guide,autentici protagonisti di ogni impresa.L’ideazione e la scelta sono compiutegrazie ad una “mappa delle realizzazio-ni”, elaborata dai ragazzi e dalle ragazze,contenente le loro aspirazioni, i sogni e idesideri, nati dall’osservazione dellarealtà circostante; oltreché dalle verifichedi attività precedenti. La mappa consistein cose concrete da realizzare. In caso di impresa di reparto, una voltafatta la scelta, si costituisce il Consigliod'Impresa, che comprende tutti i respon-sabili dei vari gruppi necessari per la pre-parazione e la realizzazione della stessa.Tali gruppi, quando è opportuno, posso-no non tenere conto della composizionedelle squadriglie; in tal caso i responsabilipossono non coincidere con i capi squa-driglia. Compito del Consiglio d'Impresaè coordinare tutta la preparazione e larealizzazione, individuando i posti d'azio-ne necessari per la buona riuscita dell'im-presa, che saranno contenuti in una"Mappa delle opportunità" dalla qualeogni esploratore e guida attinge secondoil sentiero percorso. Il Consiglio d'Impresa si scioglie automa-ticamente in occasione della festa finalecon cui si conclude l'impresa. Per le imprese di squadriglia, i compitidel consiglio di impresa sono assunti dal

ne in ogni sua fase, prevedere la partecipa-zione e il coinvolgimento di tutti, deveavere una durata certa ed occupare solo unaparte dell’anno e può prevedere un’espe-rienza di servizio.È importante che i Capi prestino attenzionea mantenere sempre alta la qualità del lavo-ro svolto insieme e vivo l’impegno dei rovere delle scolte per tutta la sua durata.La conclusione di un Capitolo può esserel’occasione per integrare la Carta di Clan;può rendere consapevoli di nuovi impegni enuove strade che si aprono innanzi. Si con-clude con azioni concrete, come ad esem-pio di informazione, sensibilizzazione, servi-zio sul territorio.Pur essendo attività più tipicamente rivoltaal Clan/Fuoco, è utile che anche i novizi e lenovizie siano coinvolti in alcune fasi delCapitolo, così da comprendere il valore e lepotenzialità di questo strumento.

Art. 24IMPRESA R/SL’impresa R/S è un’attività pratica, che preve-de un obiettivo da realizzare insieme. Essa èavventura, gioia di stare insieme e gusto dellascoperta, è intensa e limitata nel tempo.Prevede l’ideazione, la Programmazione, losvolgimento e la verifica.È importante che l’impresa valorizzi le com-petenze acquisite in Branca E/G e ne facciascaturire di nuove. Può essere impresaun’attività manuale, un’attività avventurosaall’aria aperta, un’attività di espressione.L’impresa è uno strumento metodologicoutilizzato prioritariamente dal Noviziato.

Art. 25 HIKE L’hike è un momento di avventura irrinun-ciabile nel percorso in Branca R/S, vissutodai rover e dalle scolte che da soli partonoper una breve route. Esso è un’occasionesignificativa per apprezzare il dono di untempo per riflettere con se stessi e pregareindividualmente, dominare le proprie paure,sentire il bisogno e scoprire la gioia dell’in-contro con l’altro sulla strada. Viene vissutoin uno stile di severa essenzialità, sperimen-tando la dimensione di povertà. L’hike è unprezioso momento di vita interiore, occasio-ne per riflettere sul proprio Punto della stra-da, per offrirne poi il risultato al confrontocon i Capi o con la comunità. Il tipo di hike,la sua durata e la meta da raggiungere sonocommisurati al percorso del ragazzo nellasua progressione personale. Particolari esi-genze della comunità, delle persone o delle

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di branco e di cerchio, granderilevanza va data a quelle espe-rienze che permettono ai bambinidi godere del piacere di realizzarequalcosa con le proprie mani. Taliattività devono stimolare la creati-vità e la fantasia, educando algusto per il lavoro ben fatto edalla semplicità. I capi porranno particolare atten-zione nel trasmettere ai bambini,attraverso la manualità, lo stile diessenzialità e gratuità che con-traddistingue il metodo scout, sti-molando in essi la ricerca di solu-zioni creative con l'uso di mezzisemplici ed adeguati alla loro età. Le attività devono essere caratte-rizzate da una progettazione,anche molto semplice, che vedaprotagonisti i bambini.

Art. 31 ATTIVITÀ A TEMA Le attività a tema impegnano ilbranco e il cerchio in un lavoroche si sviluppa in un periodo ditempo relativamente lungo. Sonofinalizzate al raggiungimento diun obiettivo comune, concreto,chiaramente conosciuto dai bam-bini. Le attività a tema: • permettono ai bambini di orga-nizzare comunitariamenteun’attività scegliendo tempi emodi di realizzazione;

• danno a tutti la possibilità, datala molteplicità dei ruoli, di par-tecipare e di esplicitare le pro-prie capacità;

• offrono l’opportunità di impararetecniche nuove; comportano ilmomento finale di verifica comu-ne di ciò che si è raggiunto.

Art.32 LAVORO DI GRUPPOIl branco e il cerchio possonosud- dividersi in piccoli gruppiformati con criteri di volta involta modifica- bili, per lavorisemplici e concreti, attivitàmanuali. Il lavoro di gruppo miraa suscitare nuovi interessi, a pro-muovere nuove tecniche, ad abi-tuare alla collaborazione in picco-li gruppi, ad assumere iniziative.

Consiglio di squadriglia che distribuisce iposti d'azione in relazione al sentiero ealle competenze di ciascuno. È essenziale che al termine dell'impresasi verifichi quanto è stato vissuto, per-ché a tutti sia chiara la situazione delgruppo e dei singoli. Ciò è compito delConsiglio della Legge, in caso di impresadi reparto, e del Consiglio di squadriglia,in caso di impresa di squadriglia. La verifica considera sia i risultati rag-giunti e le modalità di raggiungimento,sia il comportamento e l'atteggiamentotenuti, confrontandoli con gli scopi cheil reparto o la squadriglia si erano prefis-si all'inizio. È necessario quindi che taliscopi, sia tecnici sia di crescita, sianoben chiari all'inizio e fissati formalmen-te. Frutto della verifica saranno, tra l'altro,la coscienza delle positività e dellecarenze personali e comunitarie rispettoalla Legge, nonché l'individuazione dinuove realizzazioni di impresa da inseri-re nella mappa. È bene che la fiesta conclusiva sia fattasempre, indipendentemente dai risultatiottenuti: occorre in ogni caso festeggiareil lavoro compiuto insieme. Nel reparto si sviluppano interessi perso-nali e comunitari che non sempre sonointegrati nelle imprese del momento.Questi sono comunque stimolati e segui-ti dai capi utilizzando l'atmosfera d'im-presa. Se questi interessi sono coltivatida gruppi stabili, i capi faranno in modoche le relazioni personali all'interno ditali gruppi e i ruoli di ciascuno sianoeducativamente positivi, secondo i prin-cipi generali utilizzati in tutta la vita delreparto.

Art. 27 ABILITÀ MANUALE L’acquisizione e l’esercizio della manua-lità è un elemento essenziale nel percor-so educativo degli esploratori e delleguide. Fare le cose con le proprie mani sviluppal’abitudine all’autonomia, educa alla valo-rizzazione di ciò che si possiede, stimolala creatività sia nelle progettazioni chenelle realizzazioni concrete. Allo stessotempo l’abilità manuale, sviluppando neiragazzi e nelle ragazze il gusto del lavorofinito, li rende maggiormente protagoni-sti delle loro imprese e li stimola amigliorarsi e a mettere a disposizione ditutti le loro capacità.

situazioni possono consigliare che tale espe-rienza venga effettuata a coppie, conservan-done le caratteristiche essenziali.

Art. 26 DESERTO Il deserto è un’esperienza individuale di pre-ghiera ed ascesi, uno spazio di silenzio perun tempo prolungato che predispone all’a-scolto e alla meditazione. L’esperienza dideserto è occasione significativa di matura-zione spirituale in continuità con il cammi-no quotidiano di preghiera, di revisione esintesi della propria vita. In questo sensopuò costituire un essenziale momento pre-paratorio al Punto della strada.

Art. 27 CHALLENGE Il challenge è un incontro incentrato soprat-tutto su attività fisiche e tecniche in cui pre-domina il senso della sfida con se stessiattraverso l’avventura e il gioco. In esso sisperimentano le proprie capacità e i proprilimiti, si impara ad affrontare difficoltàimpreviste, ad essere pronti, a non scorag-giarsi, a condividere la fatica e la gioia, acooperare per raggiungere la meta.È un esercizio di competenza al quale ci siprepara durante l’anno, va preparato e com-misurato alle caratteristiche dei partecipanti.Solitamente viene vissuto a coppie.

Art. 28 LAVORO MANUALE Attraverso il lavoro manuale i rover e le scol-te si mettono in gioco anche sporcandosi lemani, impegnandosi in azioni concrete cherispondono ad un bisogno, operando al ser-vizio degli altri, realizzando oggetti di utilità.Il lavoro manuale è un modo concreto peresprimere se stessi e mettersi al serviziodegli altri. Educa alla semplicità, all’essenzia-lità, alla cura nel fare le cose realizzate conle proprie mani, imparando così ad apprez-zare la dignità del lavoro pratico.I rover e le scolte vengono incoraggiati adapprendere e sviluppare abilità specifiche,partecipando anche ad attività come i campidi specializzazione e proposte analoghe.

Art. 29 VEGLIA R/SLa veglia R/S è uno strumento con cui laComunità R/S incontra altre persone ecomunica loro le proprie esperienze e rifles-sioni. Oltre ad essere un momento di espres-sione, è anche un gesto di valore politicoattraverso cui la collettività viene sollecitata,arricchita, provocata dalle esperienze della

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

27

Art. 28 HIKEL'hike è esperienza indispensabile in cuisperimentare lo scouting; viene propostoai ragazzi e alle ragazze nel cammino trala tappa della competenza e quella dellaresponsabilità. Da soli o a coppie mono-sessuate, gli esploratori e le guide potran-no così affrontare in un clima di avventu-ra e di contatto stretto con l’ambienteun’occasione che richiede loro responsa-bilità, autonomia, competenza, silenzio,riflessione e preghiera. L’hike consentedi ricapitolare il sentiero percorso, matu-rare spunti di crescita personali, per lasquadriglia e il reparto relativamente allatappa in cui si è in cammino.Anche se l’hike è vissuto a coppie, deveriservare uno spazio adeguato ai momen-ti personali.

Comunità R/S. Essa rappresenta un’occasio-ne, fin dalla fase di preparazione, per rilegge-re le esperienze fatte insieme, così da narrar-le ad altri.Può essere realizzata come momento finaledi un Capitolo o al termine di un’esperienzasignificativa. Si realizza attraverso tecniche espressive,quali ad esempio la recitazione, il coro parla-to, il mimo, il canto, la musica, e si arricchi-sce di un linguaggio simbolico che favoriscela comprensione dei significati e dei conte-nuti trasmessi.Può prevedere l’interazione con il pubblico,il coinvolgimento e la partecipazione di tuttii presenti.Nella veglia R/S ogni membro della comunitàha l’opportunità di trovare un suo spazio diespressione. Essa infatti è uno strumento chemette in gioco i molti linguaggi che ognunopossiede per comunicare; è un modo perdare spazio ad ogni persona nella sua specifi-cità e alla comunità nella sua complessità.

Art. 26 - Educazione al servizio L’intera proposta educativa scout, dalla Promessa alla Partenza, ha il suo fine ultimo nella scelta adulta di servire gratuitamente, adimitazione di Gesù.L’educazione al servizio del prossimo si attua progressivamente lungo tutto il cammino scout. La ragazza e il ragazzo vengono così stimolati ad utilizzare e mettere a frutto le capacità acquisite in una costante testimonianza diattenzione agli altri e di tensione al cambiamento in ogni ambiente di vita. 14

14 Patto associativo - La scelta scout: il servizio

L/C

Art. 33BUONA AZIONE L’educazione al servizio inbranco e in cerchio si attuasuperando gradualmentel’egocentrismo, attraversopiccoli gesti quotidianichiamati “Buone Azioni”. Il gioco della Buona Azioneconsiste nell’impegno a farfelici gli altri suscitando stu-pore e gioia. Il clima ideale per la BuonaAzione è quello dellaFamiglia Felice. I capi aiutano il lupetto e lacoccinella a saper sfruttarecon fantasia tutte le occa-sioni per realizzare unaBuona Azione, anche all’e-sterno del branco e del cer-chio.

E/G

Art. 29BUONA AZIONE La Buona Azione è l’impe-gno assunto dagli esploratorie dalle guide con la Promessadi aiutare gli altri in ogni cir-costanza e quindi di sapercogliere le occasioni adatteper farlo ogni giorno. La pra-tica della Buona Azione con-sente a ciascuno di: • rendersi disponibile versoi componenti della squa-driglia e del reparto;

• sviluppare l’abitudine afare il bene in modo gra-tuito e creativo;

• rispondere alle necessitàdi quanti ci stanno intor-no con concretezza e consempre maggior compe-tenza.

R/S

Art. 30SERVIZIO Il servizio è impegno gratuito e continuativo, con cui il rover ela scolta entrano in relazione con il mondo che li circonda eimparano a donare se stessi ad imitazione di Cristo.Il servizio aiuta il rover e la scolta a maturare la consapevolezzache “il vero modo di raggiungere la felicità è procurarla aglialtri” e che il cambiamento avviene mediante l’impegno perso-nale e costante. E’ occasione preziosa per l’educazione alla poli-tica e la formazione di una solida dimensione civica. Il serviziorisponde a bisogni reali, contribuisce al cambiamento dellarealtà ed è mezzo di autoeducazione.Affinché l’esperienza di servizio sia efficace, è importante chevenga progettata e preparata insieme al rover ed alla scolta, chesia proposta con gradualità per permettere così di acquisire laconsapevolezza della necessità di essere competenti nel servire.Il servizio è inserito nella progressione personale ed è verificatodal rover e dalla scolta con i Capi Clan/Fuoco e la comunità. Ilservizio può essere svolto in ambito associativo o extra associa-tivo. È indispensabile che le scolte e i rover facciano esperienzadi diversi tipi di servizio nel loro cammino, privilegiando strut-ture ed ambienti dove sia possibile un rapporto diretto con lepersone.

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CONSIGLIO GENERALE 2016

28

Il servizio associativo permette di cogliere l’intenzionalità e la valen-za educativa del metodo scout.I Capi dei singoli staff sono chiamati al dialogo continuo con i CapiClan/Fuoco e alla corresponsabilità educativa nei confronti dei rovere delle scolte che svolgono servizio nelle unità.I servizi extrassociativi si definiscono in base ai bisogni del territorioe alle priorità educative indicate nel Progetto educativo.La Comunità capi affida alla Comunità R/S la definizione delle moda-lità di intervento, e si fa garante verso l’ambiente esterno e verso ilGruppo scout, della qualità e continuità del servizio svolto dallaComunità R/S. Sarà cura dei Capi Clan/Fuoco mantenere relazionicon le realtà in cui i ragazzi vivono l’esperienza di servizio.In Noviziato il servizio viene vissuto in una dimensione comunitaria,fino a diventare nel Clan/Fuoco impegno individuale e costante.

Art. 27 - Autoeducazione La ragazza e il ragazzo, aderendo liberamente alla proposta dello scautismo, intraprendono un cammino di autoeducazione che lirende protagonisti della propria crescita.Tale percorso si sviluppa attraverso una graduale e consapevole progressione, vivendo le esperienze con senso critico alla lucedella Legge, della Promessa e del Motto. 15

Art. 28 - Progressione PersonaleIn Agesci si definisce Progressione Personale (P.P.) il processo pedagogico che consente di curare lo sviluppo graduale e globaledella persona, mediante l'impegno ad identificare e realizzare le proprie potenzialità. Il ragazzo avrà la possibilità di realizzare la sua P.P. cogliendo le occasioni offerte dall'attività scout, vissute insieme alla comunità diappartenenza, nello spirito di gioco, di avventura, e di servizio tipico di ognuna delle tre branche. Per spirito di gioco, spirito diavventura e spirito di servizio si intende quel particolare clima, stile, atteggiamento che diviene struttura connettiva di tutto il pro-cesso educativo.

Art. 29 – Unitarietà e finalità della progressione personaleLa P.P. è unitaria, in quanto punto di riferimento dell'intero percorso è la Partenza che si caratterizza come momento dellascelta a compimento dell'iter educativo proposto dall'Associazione. Finalità della P.P. è dunque educare uomini e donne che scelgono di giocare la propria vita secondo i valori proposti dallo scauti-smo, che indirizzano la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno compreso essere la verità, il bene e il bello,per annunciare e testimoniare il Vangelo, essere membri vivi della Chiesa, voler attuare un proprio impegno di servizio.Il cammino scout è una opportunità per divenire persone capaci di discernere e orientare le proprie scelte, di autodetermi-narsi, di vivere con un progetto, di essere "buoni cittadini".L'uomo e la donna della Partenza sono dunque coloro che scelgono di continuare a camminare per tutta la vita, con l'aiuto diDio, seguendo orientamenti assunti in modo consapevole; questi indicano una direzione, definiscono uno stile di vita da rea-lizzare attraverso scelte concrete, senza le quali gli orientamenti rimangono opzioni generiche.La partenza si riconosce in chi ha fatto proprio lo "stile" enunciato nei valori della Promessa e della Legge scout.Queste scelte vocazionali di fondo saranno vissute all'interno delle singole branche, attraverso gli strumenti tipici di ognuna,testimoniando così una tensione presente in tutti gli stadi di vita del ragazzo. Tali scelte saranno proposte attraverso una pro-gressione (dalla buona azione al servizio, dalle specialità alla competenza...) che aiuterà il ragazzo a comprenderle ed a tradur-le nei piccoli e grandi gesti della realtà quotidiana.

Art. 30 - Gradualità La P.P. è graduale.Come tutto il Metodo educativo scout, essa non procede secondo una linea ascendente retta ma seguendo una specie di spira-le: esperienze di significato analogo si ripetono nel tempo, ma vengono vissute dal ragazzo a livelli sempre più profondi diinteriorizzazione, perché diverse sono la maturazione e la capacità di lettura degli avvenimenti con cui le affronta.La pista del lupetto e il sentiero della coccinella, il sentiero della guida e dell'esploratore, la strada del rover e della scolta sonogli strumenti metodo logici concreti attraverso cui è possibile promuovere lo sviluppo graduale e globale della persona.

15 Patto associativo - La scelta scout: autoeducazione

5. PROGRESSIONE PERSONALE

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Sulla pista, sul sentiero e sulla strada i ragazzi scopriranno sempre di più la Legge e comprenderanno sempre meglio che cosa,nel giorno della Promessa, si sono impegnati a vivere.

Per ogni fascia di età la crescita e lo sviluppo della persona si attuano secondo momenti principali, presenti nel cammino diogni Branca, che la pedagogia Agesci caratterizza come: • Scoperta• Competenza• Responsabilità

La fase della scoperta coglie il naturale desiderio del ragazzo di "buttarsi nel gioco" per suscitare la volontà di conoscere esperimentare esperienze nuove, al di fuori di schemi precostituiti o usuali, per mettere alla prova le proprie potenzialità.In questo periodo di conoscenza il ragazzo maturerà la convinzione di voler pronunciare (o rinnovare) la propria Promessa. Essarappresenta la libera adesione, espressa dal ragazzo, al gioco dello scautismo ed alla vita della comunità e segna l’ingresso nellafamiglia delle guide e degli scout di tutto il mondo. La Promessa non è, dunque, un altro momento od una sorta di “pre-momen-to” del cammino di progressione personale; evidentemente però, l’espressione di questa “libera adesione” comporta la conoscen-za minimale delle regole e della vita dell’unità, cosa che normalmente avviene nei primi mesi di permanenza in essa.

La fase della competenza assume ciò che è stato scoperto come “interessante per la propria vita” e stimola il desiderio diapprofondirlo, per impadronirsene pienamente. In questa fase si sperimentano nel concreto i propri talenti, ci si scontra con ipropri limiti e si impara – con l’aiuto del Capo – a superarli ed accettarli serenamente; si impara come i propri compiti vadanoaffrontati con serietà ed impegno per produrre risultati.

La fase della responsabilità è la risposta concreta, con le conoscenze e competenze che si sono acquisite, data con pron-tezza nelle situazioni di bisogno che si presentano qui e ora, attraverso la quale si manifesta quello stile di “appartenenza” tipi-co della cittadinanza attiva proposta dallo scautismo. Le tre fasi vanno comprese nella loro interdipendenza e necessaria complementarietà: indicano i tre passaggi pedagogiciessenziali che, per ogni ciclo di età, i Capi devono far vivere ai propri ragazzi.

Art. 31 - Continuità-discontinuità Lungo il cammino scout, il ragazzo sarà chiamato a vivere dei momenti di passaggio in relazione al percorso fatto fino a quelpunto. Questi momenti si identificano principalmente nei passaggi tra una Branca ed un’altra caratterizzati da uno spirito diaccoglienza. Essi, attraverso simboli e cerimonie adeguati e nella concretezza tipica della proposta scout, rendono presenti alragazzo che: • che ci sono momenti della vita in cui crescere significa progredire, lasciarsi alle spalle il percorso compiuto, “cambiarpelle” per gettarsi in un’avventura nuova. Per fare ciò, c’è bisogno di staccarsi (anche fisicamente) dalle cose conosciute,dalle amicizie e dalle consuetudini vissute all’interno della comunità di appartenenza. È il momento di riprendere lo zaino erimettersi in cammino;

• che il cammino percorso, le esperienze e le competenze acquisite non sono qualcosa da tenere esclusivamente per se, madevono invece essere rese dono.

Progressivamente, nel percorso delle tre Branche, le capacità acquisite si trasformeranno in competenze e sfoceranno nellacapacità di servire gli altri: atteggiamento proprio dell’uomo e della donna della Partenza.Attraverso il passaggio, si educa sia al senso della provvisorietà, e della scelta, sia a saper riconoscere i cambiamenti propri equelli altrui. Per questo si avrà cura che questi momenti siano compresi dai ragazzi e vissuti con gesti e cerimonie che ne sot-tolineino l’importanza, ponendo attenzione a che essi non vengano percepiti come squalificanti dell’esperienza acquisita.Proprio l’importanza di questi momenti, richiede che all’interno di ogni Branca il ragazzo abbia l’occasione di vivere tutti imomenti del cammino di P.P. Perderebbe di significato, infatti, un cammino incompiuto nel quale il passaggio fosse vissutoesclusivamente come allontanamento. All’interno di ogni singola fase del cammino di crescita sarà chiesto al ragazzo di impegnarsi, nella fiducia che verrà ricono-sciuto l’impegno a fare del proprio meglio.Questo insieme articolato di impegni, sforzi, passaggi, realizza nella pedagogia scout, un percorso di iniziazione alla vita in cuiil ragazzo si trova coinvolto in un “lavoro” di accesso-uscita da un livello ad un altro e di definizione progressiva della propriaidentità.

Art. 32 - GlobalitàLa P.P. è globale, ossia il ragazzo è spinto a crescere armonicamente in tutte le dimensioni della vita nell’accettazione serenadelle proprie potenzialità e dei propri limiti. Per questo motivo la proposta scout si attua secondo i 4 punti di B.-P., che rappresentano la dimensione etica e spirituale, ladimensione psico-fisica, la dimensione cognitiva e la dimensione sociale. Essi, inoltre, traducono la strategia pedagogica inproposte attuabili e verificabili in un clima di autoeducazione.Il ragazzo viene stimolato ad utilizzare le capacità acquisite e a testimoniare le virtù umane comprese come determinanti inogni ambiente di vita, secondo quelle modalità che fanno del gioco dello Scautismo la "parabola" del gioco della vita.

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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Proprio "personalizzando" il cammino di scoperta e conquista dell'identità, nel contesto di articolate dinamiche relazionali (inequilibrio tra esperienze personali e collettive), viene promossa la capacità di vivere ed interpretare, entro uno stile persona-le, la propria identità biologica ed i modelli culturali. È un cammino volto alla conquista di una identità solida, generatrice dilibertà interiore e di accettazione di se stessi e degli altri.

L/C

Art. 34 PISTA DEL LUPETTO E SEN-TIERO DELLA COCCINELLALa progressione personale delbambino e della bambina iniziafin dal primo momento di ingres-so in branco ed in cerchio. La progressione personale siconcretizza nella pista dellupetto e nel sentiero dellacoccinella, in armonia con lapista ed il sentiero di unità.La pista e il sentiero personale,grazie alla connaturata curio-sità del bambino, si realizzaattraverso:• esperienze nelle quali il“pensare” ed il “fare si fon-dono per dar luogo ad azio-ni, molto concrete e forte-mente motivate;

• il massimo impegno indivi-duale, tenendo presente che,ancor prima dei risultati, èimportante fare “del propriomeglio;

• la verifica, attraverso gesticoncreti del proprio impe-gno vissuto in tutti gli ambi-ti di crescita (famiglia, scuo-la, parrocchia, branco, cer-chio...)

• il clima di famiglia felice,terreno fertile di relazionisignificative sia nel rapportotra pari sia in quello con gliadulti;

• la gioia dell’incontro conGesù;

• la scoperta della validità edella ricchezza del serviziocome strumento di educa-zione all’amore.

I capi rivolgeranno particolarecura ai sogni e agli interessi diciascun bambino, stimolandocon opportune proposte, siaindividuali che di unità, lavalorizzazione delle capacità diognuno.Gli obiettivi educativi indivi-duali da raggiungere, nell’otti-ca della globalità, saranno pro-

E/G

Art. 30 SENTIEROLa centralità della Branca E/G, lungo l’itinerario forma-tivo verso la Partenza, fa sì che nell’Unità di Repartosiano presenti bambini e bambine provenienti dalBranco/Cerchio e ragazzi e ragazze in procinto di pas-sare alla Branca R/S. Questo comporta:• una particolare attenzione all’accoglienza e alla valo-rizzazione delle esperienze vissute dai più piccoli inBranco/Cerchio;

• una collaborazione con lo Staff della Comunità R/S,che favorisca la continuità del cammino personaledei ragazzi e delle ragazze in età di passaggio.

Il Progetto di Unità che lo staff ha elaborato pedagogi-ca- mente a partire dai 4 punti di B. P. (formazione delcarattere, salute e forza fisica, abilità manuale, serviziodel prossimo) si traduce per ragazzi/e nel Sentiero, davivere in reparto e squadriglia.La responsabilità educativa e pedagogica della crescitadi ogni ragazzo e ragazza è affidata allo staff di unità,tenendo conto che il ragazzo e la ragazza sono prota-gonisti e responsabili del proprio Sentiero.Il Sentiero inizia con l’ingresso in Reparto e scandiscel’intero percorso di crescita di ogni ragazzo/a; per cia-scuno/a rappresenta il cammino verso la scoperta dellapropria vocazione.Alla costruzione del Sentiero partecipano dunque:• il ragazzo e la ragazza, sempre più consapevolmente;• lo staff, che fornisce agli E/G l’occasione di vivereesperienze e gli strumenti per leggerne i significatipiù profondi per la loro vita, favorendo in tal modola crescita della loro autocoscienza;

• la comunità del Reparto nelle sue articolazioni(Squadriglia, Alta Squadriglia) che crea l’ambien-te e il clima positivo di fiducia e di tensione versogli ideali della Legge e della Promessa e che offreoccasioni di verifica.

La vita di Reparto è occasione per essere una forteesperienza vocazionale, mediante la quale gli E/Gpotranno riconoscere Gesù nelle esperienze, pregarloe celebrarlo nei riti e nella quotidianità della vita diReparto e di Squadriglia.L’E/G cammina lungo il proprio Sentiero, avendocome riferimento la Legge, la Promessa, il Motto ela proposta delle singole Tappe, attraverso il pro-cesso pedagogico esperienziale che vive in tutta laproposta del Reparto e che si può sintetizzare nelmeccanismo:

“PRENDO UN IMPEGNO DI FRONTE ALLA/PER LACOMUNITÀ ’ LO REALIZZO CON/IN UNA COMU-NITÀ ’ LO VERIFICO CON LA COMUNITÀ”.

Tutto ciò si concretizza in:

R/S

Art. 31 PROGRESSIONE PERSONALELa progressione personale inBranca R/S ha come orizzonteeducativo la Partenza.È un percorso progettato neltempo e comprensivo dellemolte e diversificate esperienzeche la vita e lo scautismo offro-no ai rover e alle scolte: perquesto la progressione persona-le offre al singolo l’opportunitàdi mettere a fuoco e di fare sin-tesi di tutte le esperienze vissu-te dentro e fuori lo scautismo.La progressione personale inBranca R/S favorisce l’interioriz-zazione dell’approccio alla vitaattraverso lo stile della proget-tualità e delle relazioni. In que-sto modo i giovani e le giovaniimparano a leggere consapevol-mente la realtà in cui vivonoper esserne protagonisti corag-giosi e non semplici fruitori pas-sivi e a sviluppare le diversedimensioni relazionali.Questa presa di coscienza si tra-sforma progressivamente nellacapacità di verificare e progetta-re il proprio percorso di cresci-ta e di concretizzarlo orientan-do le proprie scelte e le proprieazioni, attraverso una consape-vole Programmazione del pro-prio tempo.

L’esperienza scout è parte inte-grante della vita ed è esemplarerispetto ad essa; suo scopo èl’accompagnamento verso lavita adulta, fondata su fedematura, amore, relazioni, lavo-ro, impegno sociale e politico.Se l’approccio progettualeappreso nell’esperienza diComunità R/S diventa “abitomentale” potrà essere lo stilecon cui si affronta la vita anchedopo la Partenza.La modalità di cammino saràscandita dagli obiettivi che ogni

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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porzionati all’età ed al momen-to di crescita, nel rispetto dellapersonalità di ciascuno.

Art. 35 MOMENTI DELLA PISTADEL LUPETTO E DEL SENTIERO DELLA COCCINELLALa pista e il sentiero si svilup-pano in tre momenti: scoperta,competenza e responsabilità.

Momento della scopertaNella dimensione del branco edel cerchio, il lupetto e la coc-cinella cominciano a scoprirese stessi, i loro bisogni e le lorocapacità, scoprono progressi-vamente gli altri e vivono lafamiglia felice. Essi scopronoche la comunità ha norme pro-prie che ne regolano e negarantiscono la vita. La comunità accoglie i cucciolie le cocci con gioia; attraversole esperienze ed il gioco nellagiungla e nel bosco, la vita dicomunità stimola il desiderio divoler farne parte e la loro curio-sità; in questo momento essiscelgono di aderirvi pronuncian-do la Promessa.I bambini, aiutati dai capi esostenuti dalla comunità dibranco e di cerchio, comincia-no ad assumere e a realizzare ipropri impegni personali.

Momento della competenzaIl lupetto e la coccinella si apro-no agli altri, iniziano a compren-derli e vengono coinvolti consa-pevolmente nella vita del bran-co e del cerchio.Intuiscono di avere potenzia-lità da alimentare attraverso ilproprio impegno personale,sentendosi parte integrantedella comunità.Con la loro attività contribui-scono personalmente e congioia alla vita di branco e dicerchio coltivando i propritalenti.

Momento della responsabilità Il lupetto e la coccinella hannosufficiente fiducia, conoscenza

• due passaggi, denominati rispettivamente impegnie mete.

• una scansione temporale in tre “tappe”• i momenti di verifica.

Art. 31 GLI IMPEGNIL'impegno costituisce il passo mediante il qualel'E/G cammina lungo il sentiero.Per essere efficaci, gli impegni devono essere:• concreti• verificabili• condivisi nella comunità• puntuali, cioè limitati nel tempo• orientati al raggiungimento della tappa. Gli impegni vengono assunti da ogni E/G vivendo leoccasioni di:• posti d'azione nel corso dell'impresa• specialità individuali• incarichi di squadriglia• buone azioni• altre occasioni concrete che si presentino nellosviluppo della vita di reparto ed al di fuori di esso.

Il numero degli impegni non è definibile a priori, malegato all'unicità del sentiero di ogni E/G. Sono visua-lizzati secondo le differenti tradizioni, per esseremessi a conoscenza di tutta la comunità direparto e,in modo particolare, della comunità disquadriglia.

Art. 32 LE METELa meta è la prospettiva di cambiamento che l'E/Gintuisce e definisce e verso cui orienta i suoi impe-gni per il raggiungimento della tappa.Viene individuata dall'E/G mediante il confronto coni capi, realizzabile negli spazi e nei tempi concessi inogni momento dalla vita del reparto, e accogliendoquanto è stato espresso nei consigli della Legge.Le mete derivano dalla lettura della propria attualecondizione rispetto alla proposta della tappa da per-correre e devono essere:• di respiro temporale sufficientemente ampio;• impegnative, ma proporzionate alle forze deiragazzi e delle ragazze;

• legate alla vita quotidiana dell'esploratore e dellaguida;

• verificabili da sé e dagli altri;• devono richiedere sforzo e tenacia per il loro rag-giungimento.

Perché siano individuate direttamente dagli E/G,vengono introdotte progressivamente nel sentieroquando il/la ragazzo/a sarà in grado di definirle.Sino ad allora l'E/G utilizzerà per il cammino lungo ilproprio sentiero solo lo strumento degli impegni eper prenderli avrà come riferimento i contenuti discoperta, competenza e responsabilità delineati nellesingole tappe.Anche la durata delle mete varierà secondo la cresci-ta dell'E/G: saranno più a breve termine quando ini-

singolo si prefiggerà, adeguatialle sue possibilità e collegati allevarie dimensioni relazionali.La progressione personale si arti-cola nei tre momenti che inBranca R/S prendono il nome diPassi di scoperta, Passi di compe-tenza e Passi di responsabilità.I giovani e le giovani vengonoaiutati a identificare, leggere,esprimere ed esperire le loropotenzialità, sviluppando tutte leloro capacità fisiche, psichiche,intellettuali e spirituali, ancheattraverso la presenza e la testi-monianza del Capo.Questo percorso si concretizzaattraverso il progredire e lo svi-lupparsi delle quattro dimensionirelazionali fondamentali dellavita:• la relazione con se stessi, conil proprio corpo, con la pro-pria storia, con le percezioni,le emozioni, i sentimenti, gliideali ed i pensieri: in unaparola con la propria interio-rità;

• la relazione con Dio: il dialogofra la creatura e il Creatorenella riflessione sulla Parola,nella preghiera e neiSacramenti;

• la relazione con l’altro, nellafamiglia, nella coppia, nei rap-porti con gli amici, nella comu-nità di riferimento;

• la relazione con il mondo, conl’ambiente, con il lavoro, con lasocietà complessa nel suo varioarticolarsi.

Fondamentale è il Punto della stra-da come strumento di progettazio-ne, Programma zione e verificadella progressione personale. Lapartecipazione agli Eventi di pro-gressione personale a partecipa-zione individuale (EPPPI) è ulterio-re occasione di progressione per-sonale.

Art. 32 PASSI DI SCOPERTAIl cammino sui Passi della scoper-ta comincia con l’ingresso inComunità R/S e si conclude conla firma della Carta di Clan duran-te i primi mesi di Clan/Fuoco.La guida e l’esploratore chelasciano il reparto, o il giovane

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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e consapevolezza delle propriepossibilità per porsi in con-dizione di trascinare la comu-nità e mettono in gioco talipossibilità individuando auto-nomamente le occasioni perrealizzare gli impegni personaliche si assumono.Essi sono in grado di fare propo-ste operative che coinvolgono ilbranco e il cerchio; sono prontia mettere a disposizione dellacomunità le proprie capacità. Il lupetto e la coccinella, ancheal di fuori del branco e del cer-chio, si pongono in atteggia-mento di disponibilità, cometestimoni dei valori della comu-nità alla quale appartengono.Al termine di questo momento ilupetti e le coccinelle hannofatto proprie tutte le occasionidi crescita che il branco e il cer-chio hanno saputo offrire. È ilmomento della salita al reparto.

Art. 36 STRUMENTI DELLA PISTAE DEL SENTIERO PERSO-NALELa globalità, espressa dal con-tenuto dei 4 punti di B.-P.,viene vissuta dal bambino eproposta dal capo attraversotutti gli strumenti del metodo.Il capo è garante affinché ognistrumento sia nella disponibi-lità del bambino. I bambini sono chiamati indivi-dualmente ad essere protagoni-sti attivi in particolare daiseguenti strumenti: gioco delleprede e dei voli, consigliodegli anziani, specialità, consi-glio della rupe e della grandequercia, Buona Azione, PiccoleOrme.La pista del lupetto e il sentie-ro della coccinella, nello spiri-to della Legge, della Promessae del Motto, sono promossinell’ambito della vita di brancoe di cerchio.

Art. 37 IL GIOCO DELLE PREDE E DEI VOLIIl gioco delle prede e dei voli èun’occasione privilegiata per ibambini in cui conoscere se

zieranno ad essere utilizzate, e più articolate e di piùlungo respiro mano a mano che l'E/G cresce nellaloro definizione e nel loro impiego.Come gli impegni, anche le mete saranno variabilinel numero e nei contenuti specifici per ogni tappa.Per favorire la globalità e l'armonizzazione della cre-scita dell'E/G nei differenti ambiti di vita, è utile chealmeno qualche meta riguardi quanto è esterno alreparto: la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari,...Come gli impegni, anche le mete sono visualizzatesecondo le differenti tradizioni (ad eccezione diquelle particolarmente delicate), per essere messe aconoscenza di tutto il reparto ed in modo particolaredella squadriglia.

Art.33 LE TAPPEIl sentiero di ogni esploratore e guida è scandito inreparto da tre tappe:• scoperta• competenza• responsabilità.Ognuna di esse, ispirandosi a momenti successivi dimaturazione della personalità dei ragazzi e delleragazze, ne sottolinea un aspetto predominante chenon esclude tuttavia gli altri, ugualmente presen-ti all’interno del percorso di ogni tappa.Anche il cammino di crescita nella fede è vissuto,nelle tre Tappe, con la dinamica unitaria di “scoper-ta, competenza, responsabilità” in quanto momentiricorrenti che caratterizzano la progressione perso-nale unitaria dell'AGESCI.La progressione del Sentiero di ogni E/G attraversole tre tappe non ha corrispondenza automatica congli anni di permanenza in Reparto; dipende invecedai tempi di crescita di ogni persona.Per far meglio comprendere agli E/G il senso delletappe, e nello stesso tempo non precludere ai singolila scoperta di più ricchi significati, ogni tappa è desi-gnata da un sim- bolo e visualizzata da un distintivoda apporre sull’uniforme (allegato 1), che ne sintetiz-za figurativamente lo spirito e i contenuti. Ildistintivo viene consegnato all’inizio del camminolungo quella tappa.Il riconoscimento da parte del Consiglio della Leggedel raggiungimento delle mete definite per il propriopercorso di tappa, o dei cambiamenti realizzati attra-verso gli impegni assunti dall'E/G in relazione ai con-tenuti di scoperta, competenza e responsabilità deli-neati nelle singole tappe, comporta il passaggiodell’esploratore e della guida alla tappa successivadel Sentiero.Il raggiungimento di ciascuna tappa è segnato for-malmente da una cerimonia in cui, con parole e gestiadeguati, seguendo le forme stabilite dalla tradizionedel reparto, si sottolinea il mantenimento dellaPromessa realizzato con il raggiungimento dellediverse tappe, che testimoniano la costanza dell’im-pegno e la correttezza dell’atteggiamento.

sedicenne proveniente dall’ester-no, vivranno la prima parte deiPassi di scoperta nell’anno delNoviziato. I novizi e le noviziesaranno accolti nella ComunitàR/S con una cerimonia preparatadal Clan/Fuoco. Chi si avvicinaallo scautismo in una età maggio-re vivrà i Passi di scoperta nelClan/Fuoco.Con l’ingresso in Comunità R/S igiovani accettano di sperimentarela proposta del roverismo/scolti-smo in una tensione alla disponibi-lità e al cambiamento. Questo mo -men to è caratterizzato da un pas-saggio di crescita importante nellaricerca e nella riformulazione dellapropria identità. Si abbandona lasicurezza dei ruoli sperimentati inreparto per andare verso esperien-ze ed impegni nuovi. Il singolosperimenta quanto la propostadel roverismo/scoltismo, declina-ta e vissuta nella specificaComunità R/S di appartenenza,risponda alle proprie esigenze dicrescita. Vivere questo passo èutile per diventare consapevolidelle proprie capacità, aspettati-ve, incertezze e paure, per aprirsial confronto reciproco e orientar-si verso la Partenza.Per il giovane proveniente dall’e-sterno questo primo momentosarà anche il periodo opportunoper aderire, attraverso laPromessa, allo scautismo.

Art. 33PASSI DI COMPETENZALa competenza in Branca R/S è lacapacità di utilizzare conoscenze(sapere) e abilità (saper fare),acquisite nello scautismo e al difuori, per vivere la quotidianità,affrontare le sfide della vita e ser-vire il prossimo.

Il cammino sui Passi della compe-tenza inizia quando, terminato ilperiodo della scoperta, il rover ela scolta raggiungono la consape-volezza che il roverismo/scolti-smo è una proposta che li coin-volge positivamente, per cuidecidono di aderirvi e di viverlapienamente firmando la Carta diClan.Con la cerimonia della firma della

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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stessi e rendersi autentici e con-sapevoli protagonisti della pro-pria crescita, attraverso lo scou-ting (osservare, dedurre, agireed infine contemplare).

1) SCOPO DEL GIOCOIl bambino, riferendosi allaparabola di crescita di Mowglie al gioco degli incontri diCocci, nello spirito del motto“Del Nostro Meglio” ed“Eccomi”, rileggerà attraverso ilracconto dell’ambiente fantasti-co di riferimento la sua realeesperienza all’interno dellacomunità di branco e di cer-chio.Nel corso del gioco il bambinoavvista, definisce, realizza e veri-fica impegni adatti alla fase diprogressione personale che stavivendo all’interno della comu-nità.Le prede e i voli saranno perso-nali, concreti e verificabili.Nella definizione delle prede edei voli, i bambini diventeran-no gradualmente sempre piùprotagonisti, vivendo la relazio-ne di fiducia con i capi, nellostile della Parlata Nuova.

2) TEMPI DEL GIOCOIl gioco delle prede e dei voli ècaratterizzato da un tempodefinito chiamato stagione dicaccia o di volo. La stagione dicaccia o di volo inizia per tuttii lupetti e le coccinelle dopoche la comunità di branco e dicerchio si è arricchita dellePromesse dei cuccioli e dellecocci. Il suo inizio è segnato daun lancio festoso.La stagione di caccia o di voloha durata di circa 3/4 mesi. Siconclude quando tutti i lupettie le coccinelle hanno cacciatole proprie prede e compiuti ipropri voli e comunque sichiude prima dell'inizio dellevacanze di branco e di cerchio.

3) LE REGOLE DEL GIOCOIl bambino individua nel corsodella vita di branco e di cerchiogli impegni personali, concreti everificabili (prede o voli).Il numero delle prede e dei

Art. 34 TAPPA DELLA SCOPERTAÈ il momento in cui il ragazzo e la ragazza comincia-no a sentire il bisogno di compiere esperienze al difuori dell’ambito ristretto della famiglia, da cui inizia-no gradualmente a staccarsi per l’esigenza di scopri-re un mondo più vasto. L’esploratore e la guidahanno un desiderio intenso di attività, di esperienzenuove, cominciano ad approfondire lo sviluppo delpensiero astratto e concettuale; resta però ancorapredominante in loro la forma di conoscenza prati-co-operativa (“come si fa”). Ai ragazzi e alle ragazzepiace osservare e scoprire gli aspetti della realtà edavere spiegazioni più precise dei fenomeni: è ilperiodo degli interessi oggettivi.Poiché il Sentiero inizia dal momento dell’ingresso inReparto, l’esploratore e la guida sono chiamati anzi-tutto a scoprirne le regole, sintetizzate nella LeggeScout e nel Motto, fino ad impegnarsi ad accettarlepronunciando la Promessa Scout.Il cammino verso la Promessa, solitamente delladurata di 2 o 3 mesi, si caratterizza:• in termini di scoperta, nella prima conoscenzadelle persone che costituiscono la squadriglia edil reparto, dell’organizzazione della comunità,delle sue regole e tradizioni, dello spirito di avven-tura che la anima, così come del Grande Giocodello scautismo di cui il Reparto fa parte

• in termini di competenza, nell’imparare un pocoalla volta a saper fare le cose più semplici, neces-sarie per la Squadriglia, e nell’impegno a nondisperdere quanto acquisito in Branca L/C e/onegli altri ambiti di vita

• in termini di responsabilità, nell’accettazione delleregole del Reparto (la Legge) e nella decisione diimpegnarsi a rispettarle (Promessa).

Gli strumenti metodologici, che i Capi hanno adisposizione per accompagnare ogni E/G lungo ilcammino verso la Promessa, sono rappresentati, fragli altri, dalla Legge Scout, dalla Promessa, dal Motto,dalla vita di Squadriglia e dal riferimento alla comu-nità mondiale dello scautismo.Dopo aver pronunciato la Promessa, gli E/G sarannostimolati a conoscere e a condividere i numerosiaspetti che concorrono a costruire la vita delReparto. Questo tratto di cammino della Tappa dellaScoperta si caratterizza:• in termini di scoperta: nella conoscenza ed espe-rienza della dimensione dell’avventura nellaSquadriglia e nel Reparto, così come del propriospazio e ruolo all’interno di questa avventura (inca-richi di Squadriglia, posti di azione, nell’impresa)

• in termini di competenza: nel cammino per laconquista delle specialità necessarie per giocare ilgioco del Reparto, per sperimentarsi in nuovi inte-ressi ed, eventualmente, per rivalutare quelle con-quistate in Branco/Cerchio

• in termini di responsabilità: anzitutto verso sestessi, nell’impegno a scoprire la propria persona-lità ed i propri talenti; ed insieme verso la comu-

Carta di Clan il rover e la scoltamanifestano alla comunità lavolontà di impegnarsi personal-mente nella realizzazione deivalori e degli obiettivi enunciatinella Carta di Clan, utilizzandoquanto hanno appreso e recupe-rando il bagaglio tecnico e rela-zionale acquisito nella loro espe-rienza all’interno e all’esternodello scautismo.Questo momento della progres-sione personale è caratterizzatodal desiderio di esplorare eapprofondire, dal bisogno di sen-tirsi protagonisti della propriavita in modo autonomo, dall’esi-genza di prendere coscienza delproprio carattere quali risorseimportanti su cui investire perrelazionarsi con gli altri e percostruire rapporti autentici. Inquesta fase i giovani imparano adusare ciò che serve e a valorizza-re ciò che si ha.L’acquisita consapevolezza di séaccompagna e prepara al raggiun-gimento della maggiore età eall’essere riconosciuti dallo Statocome soggetti responsabili inprima persona delle proprie azio-ni, titolari di diritti e di doveri.Gli Eventi di progressione perso-nale a partecipazione individuale(EPPPI) aiutano il rover e la scoltanello sviluppo della competenza.

Art. 34 PASSI DI RESPONSABILITÀIl cammino sui Passi della respon-sabilità inizia quando il rover e lascolta cominciano a confrontarsiesplicitamente e in modoapprofondito sulle scelte dellaPartenza rendendone partecipe ilClan/Fuoco.All’inizio del terzo anno diClan/Fuoco, il rover e la scoltache dimostrano, di aver acquisitoautonomia di pensiero e di azio-ne, di porsi come protagonistinella vita della Comunità R/S e disaper portare le esperienzeacquisite nella fase della compe-tenza anche al di fuori dello scau-tismo, vengono orientati dai Capidel Clan/Fuoco e accompagnatidalla comunità alla maturazionedi scelte consapevoli, autonomee il più possibile durature.

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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voli è definito dal bambino e dalcapo insieme: una o più prede ovoli, in base alle capacità e agliinteressi, ai tempi personali delbambino e a quelli della stagio-ne di caccia o di volo.Il lupetto e la coccinella, inbase all’ambiente fantastico diriferimento utilizzato in unità,si impegnano, rispettivamente,a cacciare con i maestri diMowgli (Baloo, Bagheera,Akela), e a volare sul sentierodel prato, del bosco e dellamontagna: In caccia con Balooper diventare lupo della leggeIn caccia con Bagheeraper diventare lupo della rupe In caccia con Akelaper diventare lupo anziano

In volo sul pratoper diventare coccinella delpratoIn volo nel bosco per diventare coccinella delbosco In volo sulla montagnaper diventare coccinella dellamontagna

Il gioco impegna il bambinonei primi tre anni della sua per-manenza in branco e in cer-chio. Nelle unità quadriennali i bam-bini dell’ultimo anno continua-no a vivere il momento dellaresponsabilità attraverso altristrumenti della pista e del sen-tiero personali.

Nel branco le tre fasi del giocodelle prede sono legate ai tremaestri di Mowgli che loaccompagnano nella crescita: 1a fase - in caccia con Balooper diventare lupo della legge:è la fase della scoperta dellalegge, che Baloo insegna aMowgli; egli è introdotto aisegreti della giungla, e alleregole della vita del Branco. 2a fase - in caccia conBagheera per diventare lupodella rupe: è la fase della com-petenza, dell'affinare l'artedella caccia, come Bagheerainsegna a Mowgli.

nità, nello sforzo di essere fedeli agli impegni per-sonali presi e nella crescente consapevolezzadell’importanza di portarli a termine cogliendo ecostruendo le occasioni (es. Buona Azione) perrealizzarli.

Gli strumenti metodologici, che i Capi hanno adisposizione per accompagnare ogni E/G lungo que-sto tratto di cammino della Tappa della Scoperta,sono rappresentati, fra gli altri, dalla vita diSquadriglia, dall’incarico di Squadriglia, dalleSpecialità individuali (con l’aiuto del Maestro diSpecialità, della Carta di Specialità e dei Campi diSpecialità), così come dalle Specialità di Squadriglia.

Art. 35 SPECIALITÀLe Specialità offrono all’esploratore e alla guida, aseconda delle inclinazioni ed attitudini personali, lapossibilità di confermare le proprie capacità, di svi-luppare nuove potenzialità e di vivere responsabil-mente un ruolo nella comunità, iniziando a mettersia disposizione degli altri.In questa prospettiva, i Capi le proporranno anchecome strumento per stimolare la ricerca degli E/G insettori a loro sconosciuti.Proprio per questa loro forte connotazione di stru-mento di ricerca e di scoperta della persona, ènecessario che il maggior numero possibile di spe-cialità trovi uno spazio effettivo all’interno della vitadel Reparto, o quanto meno un aggancio significati-vo ad essa.Con la conquista di specialità, l’E/G comincia a com-prendere che l’essere competente (ovvero “essereun/una ragazzo/a in gamba”) passa attraverso un pro-getto personale unico, che sarà, quindi, necessaria-mente diverso dai progetti degli altri esploratori eguideLe specialità potranno essere anche un impegno delsentiero di ogni E/G, mentre i Capi le utilizzerannoper sollecitarli• alla concretezza• al desiderio di provarsi in campi non conosciuti• al gusto del saper essere capaci per poter essereutili agli altri.

Nel percorso verso una specialità ogni E/G sarà accom-pagnato da un Maestro di Specialità, che potrà essereuno scout o una guida già in possesso di quella specia-lità e/o di un Brevetto di Competenza affine, un Capooppure anche un adulto esterno all’ambito scout, inpossesso delle capacità tecniche necessarie.La Carta di Specialità è lo strumento che consente adogni scout/guida di progettare il cammino verso laspecialità, nello spirito e con lo stile dell’Impresa(Allegato 5).Anche i Campi di Specialità possono rappresentareun importante strumento per la conquista di unaspecialità: sono infatti un’occasione privilegiata diincontro e confronto tra ragazzi e ragazze che stan-no percorrendo un analogo cammino.Al riconoscimento della conquista di una specialità

È in questo momento di crescitache l’esperienza della RouteOrientamento Scelte di Serviziorisulta opportuna e utile per aiu-tare il rover e la scolta a vivereuna forte esperienza di sintesi delcammino scout percorso allaluce della scelta della Partenza.In questo momento della pro-gressione personale il rover e lascolta iniziano anche a costruireun progetto di vita, partendodalla sintesi del percorso compiu-to fino a questo momento, basatosui valori interiorizzati.Assumono un atteggiamento pro-positivo all’interno della vitadella comunità, si pongono inmodo critico di fronte alle propo-ste e affrontano con attenzionegli stimoli e le informazioni chegiungono loro dalla società; sen-tono di essere cittadini con dirittie doveri verso sé, gli altri e ilmondo; dimostrano di aver matu-rato uno spirito di servizio vissu-to come dono e impegno conti-nuativo.

Così facendo il rover e la scoltadiventano punto di riferimentoper gli altri membri dellaComunità R/S.In questa fase il ruolo del Capo èquello di:saper cogliere e valorizzare ipassi compiuti verso la compe-tenza da ogni rover e scolta;individuare, in modo graduale eadeguato al percorso di progres-sione personale di ognuno, isegni di maturazione del senso diresponsabilità;sollecitare con proposte specifi-che la riflessione del rover e dellascolta sulle scelte della Partenza;concordare un percorso che lo/laporti alla maturazione della sceltadi prendere o meno la Partenza;verificare insieme al rover ed allascolta, al termine del tempo sta-bilito insieme, l’esito di tale per-corso personale e l’orientamentodella scelta maturata.Solitamente i Passi di responsabi-lità si concludono tra la fine delterzo e l’inizio del quarto anno diClan/Fuoco.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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3a fase– in caccia con Akelaper diventare lupo anziano: èla fase della responsabilità, dimettere le proprie capacità aservizio del branco.

Nel cerchio le tre fasi del giocodei voli si snodano lungoprato, bosco e montagna chesono evocativi della progres-sione nella crescita individuale(spirito dei sentieri): 1a fase: in volo nel prato perdiventare coccinella del prato(simbolo: filo d’erba): è la fasedei voli piccoli in cui si scoprepiano piano la gioia nellenovità del prato, nei primiincontri, nella comunità delcerchio. 2a fase: in volo nel bosco perdiventare coccinella del bosco(simbolo: mughetto): è la fasedel volo un po’ più impegnati-vo, in cui il bambino è concen-trato su di sé e sul far sì che lagioia scoperta non sia passeg-gera ed effimera, ma diventiparte del suo modo di essere.3a fase: in volo sulla montagnaper diventare coccinella dellamontagna (simbolo: genziana):fase in cui il bambino, dopoaver scoperto e fatta propria lagioia, decide di non tenerla persé, ma di condividerla con glialtri.

4) CONCLUSIONE DEL GIOCOCiascun bambino verifica con ivecchi lupi e le coccinelleanziane la conquista delleprede e dei voli che ha com-piuto.I capi, inoltre, accompagneran-no i bambini per far sì che,anche con l’aiuto della comu-nità e la testimonianza deglialtri bambini, essi possanosuperare eventuali difficoltàche dovessero incontraredurante le cacce e i voli,cogliendo l’occasione per rico-noscere nuove aree di impe-gno e obiettivi di crescita,creando così le condizioni per-ché ciascuno conquisti comun-que la sua preda e il suo volo.

da parte del Consiglio della Legge corrisponde l’asse-gnazione del distintivo corrispondente.È importante ed utile valorizzare le competenze giàacquisite dai più piccoli durante la loro vita inBranco/Cerchio.È comunque fondamentale che l’eventuale riconfermapassi attraverso il “fare” nelle imprese, che l’E/G sali-to/a dal Branco/Cerchio vivrà in Squadriglia/Reparto.

Nell’allegato 3 si trova l’elenco delle specialità indivi-duali.

Art. 36TAPPA DELLA COMPETENZAÈ il momento in cui il ragazzo e la ragazza cercanosempre più di affermare la loro personalità e in cui sirendono conto a poco a poco delle loro aspirazioni.Con il passare dei mesi sentono sempre più forte lanecessità di affermarsi, di scoprire un loro ruolo pre-ciso e di trovare sicurezza, stima e fiducia. Durantequesto periodo dovranno avere la possibilità di: • sperimentare autonomia, fiducia e corresponsabi-lità impegnandosi con ruoli significativi all’internodelle imprese di Squadriglia e di Reparto, parteci-pando per esempio ai Consigli di Impresa nelleimprese che coinvolgono le competenze che siintendono acquisire.

• sviluppare le loro doti di osservazione e di giudi-zio e diventare padroni delle capacitàtecnico/organizzative che permettono di sapertrarre conseguenze operative immediate e concre-te nelle più diverse situazioni (uscite di squadri-glia, imprese di squadriglia, ecc.)

• scoprirsi parte rilevante della natura per conoscer-la, capirla, amarla; per riflettere su di essa e impa-rare cose nuove di se stessi mettendo in praticanuovi atteggiamenti

• rendersi conto di alcune realtà del mondo in cuiviviamo per capire meglio gli altri.

La Tappa della Competenza si caratterizza:• in termini di scoperta: nell'approfondimento enella valorizzazione dei talenti scoperti e nellascelta di orientarli verso una competenza e la con-quista del brevetto corrispondente

• in termini di competenza: nella costruzione delpercorso personale verso l'acquisizione di unaspecifica competenza all'interno del Reparto

• in termini di responsabilità: nella capacità di sape-re fare insieme agli altri ciò che si è imparato e nelmetterlo a disposizione degli altri in Reparto e inSquadriglia (es. nel ruolo di Maestro di Specialità),così come nel crescere nella consapevolezza di séall'interno delle relazioni con gli altri, imparando avedere se stessi all'interno di un gruppo e speri-mentando dinamiche relazionali corrette anchecon le persone dell'altro sesso.

Gli strumenti metodo logici, che i Capi hanno adisposizione per accompagnare ogni E/G, lungo laTappa della Competenza, sono rappresentati, fra glialtri, dai Brevetti di Competenza (con l'aiuto del

Art. 35 PARTENZATra i 20 e i 21 anni i rover e lescolte chiedono che i Capi el’Assistente ecclesiastico dellacomunità riconoscano loro lacapacità di compiere scelte auto-nome e consapevoli, di essereresponsabili verso loro stessi everso gli altri, testimoni dellaParola del Signore, persone capa-ci di portare, ciascuno nel pro-prio ambiente di vita, i valoriappresi nell’esperienza delloscautismo.Scelte concrete nell’ambito dellafede, dell’impegno politico, delservizio, portano il rover e lascolta a terminare il percorsoeducativo proposto dallo scauti-smo con la Partenza.Vivere la scelta di fede significaessere persone che, aperte all’in-contro con il Signore che dàsignificato e senso alla vita, sonocapaci di rispondere alla chiama-ta del Signore, indirizzano la pro-pria volontà e le proprie capacitàverso quello che hanno compre-so come la Verità, il Bene e ilBello, annunciando e testimo-niando il Vangelo come membravive della Chiesa.Vivere la scelta di servizio signifi-ca essere capaci di riconoscere intutte le persone, specialmente lepiù sofferenti, il volto di Cristo,di riconoscere le ingiustizie e ledisuguaglianze sociali e adoperar-si per superarle, di mettere adisposizione i propri talenti e lapropria sensibilità in ogni situa-zione di bisogno. Vivere l’impe-gno politico significa essere citta-dini responsabili, capaci di sce-gliere, attenti alle realtà delmondo e del territorio, sensibiliverso l’ambiente, impegnati nellarealizzazione di un mondomigliore.Con la Partenza si testimonianogli impegni della Promessa e lafedeltà allo spirito e ai valoridella Legge scout nella vita ditutti i giorni.La Partenza va maturata lungotutto il cammino in Branca R/S.Durante l’ultimo anno diClan/Fuoco il rover e la scoltaavranno un rapporto privilegiato

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CONSIGLIO GENERALE 2016

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5) DISTINTIVI La consegna dei distintiviavviene subito dopo che ilbambino o la bambina hannoconcluso e verificato le predeed i voli sottolineando con ciòl’impegno profuso per il lororaggiungimento.I distintivi vengono chiamaticon un nome ispirato all’am-biente fantastico: lupo dellalegge e coccinella del prato,lupo della rupe e coccinelladel bosco, lupo anziano e coc-cinella della montagna.La descrizione dei distintivi e imodelli approvati sono riporta-ti nell’allegato 1.

Art. 38INSERIMENTO IN BRANCO/CERCHIOQualora un bambino o unabambina entri in branco/cer-chio in età superiore agli 8anni, vivrà il momento dellascoperta conoscendo le regolee lo stile della comunità inbranco/cerchio e pronunceràla Promessa. Nella stagione dicaccia/volo vivrà un primobreve momento di scopertaper poi proseguire lungo ilmomento corrispondente alproprio grado di maturazione.

Art. 39 FILONII filoni di attività rappresentanola razionalizzazione e la direttaapplicazione dei quattro puntidi B.-P. Sono uno strumento aduso dei capi e costituiscono deisuggerimenti per proporreesperienze mirate a realizzare laformazione globale ed armonicadei bambini.Le singole attività colleganoopportunamente i vari filoni,secondo il programma di unità.I filoni di attività sono i seguenti:• Formazione religiosa: com-prende le attività che stimo-lano il lupetto e la coccinel-la a conoscere Gesù Cristo eil suo Vangelo; a scoprirsi,in Lui, figli di Dio; a viverecome fratelli e sorelle diogni uomo, parte attiva e

Maestro di Competenza, della Carta di Competenza edei Campi di Competenza), dalle Specialità diSquadriglia, così come dai ruoli attivi che gli esplorato-ri e le guide possono giocare in Squadriglia, Reparto(es. Consigli d'Impresa) ed in Alta Squadriglia.

Art. 37 BREVETTO DI COMPETENZAL'esploratore e la guida, in questa fase della loro cresci-ta, conquisteranno il Brevetto di Competenza, seguen-do un percorso personale e specifico, progettato con iCapi del Reparto ed il Maestro di Competenza.Il Sentiero di competenza porterà l'E/G ad aumenta-re la base di conoscenze tecnico-pratiche, così daessere sempre più punto di riferimento per i piccolie un/a protagonista nella realizzazione delle impresedi Reparto e di Squadriglia.La competenza richiede:• una scelta precisa e consapevole;• un'applicazione costante e sistematica;• l'intenzione di farne partecipi gli altri, mettendo afrutto il saper fare già acquisito in stile di servizioal prossimo.

Mediante il lavoro consapevolmente scelto e sistema-tica- mente perseguito, gli E/G avranno la possibilitàdi collaudare il loro grado di maturità e quindi diconsolidare il loro carattere.Attraverso le tecniche, che la competenza comporta,riscopriranno la vita scout ad un grado più alto diapplicazione, ne avvertiranno la ricchezza e riceve-ranno uno stimolo adeguato al loro bisogno di atti-vità ed alloro impulso creativo.Il percorso verso il Brevetto di Competenza avverràcon lo stile del dare il meglio di sé in ogni circostan-za, a misura delle potenzialità di ogni E/G, secondoun progetto personale che non è schematizzabile,con genericità, a priori.Per questi motivi, ogni ragazzo e ragazza potrà con-seguire un solo Brevetto di Competenza, o tutt’alpiù due, che siano comunque affini.Per queste sue caratteristiche il brevetto di compe-tenza rappresenta un esempio concreto di meta, chepuò aiutare l'E/G ad acquisire esperienza con questostrumento del sentiero.Per acquisire il Brevetto di Competenza occorre:• conquistare specialità che l’E/G riterrà più idoneeper il raggiungimento del proprio brevetto;

• aver convenientemente approfondito il Brevettoprescelto dimostrando effettiva capacità, affidabilitàtecnica di grado elevato in situazioni concrete,capacità di coprire ruoli di responsabilità nelleimprese - dal punto di vista tecnico - e comprensio-ne del concetto che si è utili soltanto se si è capaci;

• aver partecipato a un momento di confronto sulpiano della competenza (incontri, corsi, cantieri,campi o altre attività organizzate a livello di Zona,Regione, Settore, nazionali, tanto dall’Associazioneche non);

• aver sperimentato l’incarico di Maestro di spe-cialità in Squadriglia o in Reparto.

con i Capi e l’Assistente ecclesia-stico, con un’attenzione alla pre-ghiera personale, alla ricerca dimomenti di riflessione e rielabo-razione delle proprie esperienze(hike, deserto), alla partecipazio-ne a momenti di confronto conaltri coetanei prossimi allaPartenza e con altre realtà sociali.Il rover e la scolta esprimonoesplicitamente le scelte compiutee l’impegno futuro di serviziocondividendoli con la comunità. La Partenza è un’occasione diriflessione e di verifica per tuttala comunità e momento di testi-monianza dei valori del roveri-smo/scoltismo verso i novizi/e.La cerimonia della Partenza, sem-plice e solenne, sarà vissuta conl’intera Comunità R/S.Coloro che, al termine del per-corso educativo, avranno fattoscelte diverse, lasceranno ilClan/Fuoco salutati fraternamen-te da tutta la Comunità R/S, conle modalità che di volta in voltastabilisce la comunità stessa.

Art. 36 PUNTO DELLA STRADAIl Punto della strada è il principa-le strumento della progressionepersonale per i membri dellaComunità R/S e rappresenta unmomento della vita del/la giova-ne in cui egli/ella si ferma a medi-tare sul suo percorso di crescita,riconosce gli obiettivi raggiunti,le competenze acquisite e nedefinisce di nuovi. Esso rappre-senta un’occasione per far sintesidelle esperienze vissute leggendoin esse coerenza e continuità.Consente al rover e alla scolta diacquisire una metodologia basatasulla progettazione della propriavita che tiene conto delle proprieconoscenze e capacità, degliobiettivi che si vogliono raggiun-gere e della definizione di un per-corso graduale che porti al con-seguimento degli stessi.Il Punto della strada si sviluppa inquattro fasi:1. fase della coscienza, in cui il/lagiovane mette a fuoco il cam-mino compiuto e si rende con-sapevole del suo modo di esse-re e di relazionarsi con se stes-

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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irripetibile nella costruzionedel Regno di Dio.

• Natura e vita all’aperto:comprende le attività chesottolineano l’importanzaeducativa della natura cheviene intesa come luogo dipiacevoli e meraviglioseavventure e fonte di moltescoperte.

• Formazione fisica: compren-de le attività che mirano afar prendere coscienza delproprio corpo, con i suoilimiti, cercando di sviluppar-ne tutte le potenzialità e ausarlo nel modo migliore,anche al servizio degli altri

• Allenamento dei sensi: l’op-portuno allenamento deisensi, abitualmente menoutilizzati, permette un arric-chimento dell’esperienzaper un corretto sviluppodella persona. Essi sono ilmezzo principale con cui ibambini entrano in contattocon la realtà.

• Abilità manuale: comprendele attività che servono a svi-luppare una creativa manua-lità, imparando il gusto difare da sé. Tali attività per-mettono la libera espressio-ne della fantasia, si propon-gono un fine concreto e unmiglioramento costante,attraverso vari livelli di diffi-coltà e l’opportuna colloca-zione del lavoro individualein quello di gruppo.

• Espressione: comprende leattività che stimolano l’uti-lizzazione di diverse moda-lità comunicative che coin-volgono il corpo, la mimica,la parola, il disegno. Essoconsente di educare la fanta-sia e la creatività, riscopren-do la realtà delle cose einstaurando rapporti auten-tici tra le persone.

• Formazione sociale: com-prende le attività che hannolo scopo di far scoprire allupetto e alla coccinella l’e-sistenza dell’altro, valoriz-zando le diversità, l’essereparte anche di comunità piùgrandi del branco e del cer-

• Al riconoscimento della conquista di un Brevettodi Competenza da parte del Consiglio della Leggecorrisponde l’assegnazione del distintivo corri-spondente.

Con la Carta di Competenza i Capi accompagnanoscout e guide verso il Brevetto così che gli EG vivanoil cammino della competenza nello spirito e con lostile dell’impresa, in analogia a quanto facilitato dallaCarta di Specialità, ma con un livello più elevato diconsapevolezza e complessità. Gli impegni per con-quistare il Brevetto di Competenza saranno vissutiprincipalmente nelle imprese di Reparto e diSquadriglia.Accanto agli stimoli offerti dalla vita della comu-nità di Reparto, ogni E/G sarà accompagnato verso ilBrevetto di Competenza da un Maestro diCompetenza che potrà essere uno scout o guida giàin possesso del medesimo Brevetto o di uno relativoad una tecnica affine, da un Capo oppure da un adul-to esterno all’associazione in possesso delle capacitàtecniche attinenti il Brevetto.

Nell’allegato 4 compare l’elenco dei brevetti di com-petenza. Nell’allegato 5 si descrivono gli eventi diapprofondimento della Competenza.

Art. 38 TAPPA DELLA RESPONSABILITÀ L’adolescenza è il tempo della conoscenza e della sco-perta di se stessi e degli altri ed è anche il tempo di farsintesi dell’esperienza vissuta e della sperimentazionedelle nuove capacità acquisite in preparazione allescelte definitive del futuro. I ragazzi e le ragazze: • vogliono partecipare alla gestione delle comunitàin cui vivono;

• hanno bisogno di confrontarsi personalmente congli adulti;

• sono alla ricerca di una propria identità personale,anche - e principalmente come scoperta della pro-pria sessualità nel confronto con l’altro/a;

• hanno bisogno di esperienze di successo e di gra-tificazione che diano loro la necessaria sicurezzanel progredire verso l’autonomia;

• sono alla scoperta di un senso da dare alla propriavita attraverso l’approfondimento del loro vissutoe la sfida a proporsi delle scelte di fondo.

Durante questo periodo gli E/G saranno accompa-gnati a: • riscoprire e approfondire insieme ai Capi la Legge ela Promessa scout, come provocazione continua adessere coerenti, e come occasione di confronto eaiuto per camminare verso Cristo e verso i fratelli;

• testimoniare la propria competenza contribuen-do, nell’ambito della propria specializzazione, allagestione del Reparto in modo diretto ed efficace;

• sperimentarsi come Capi Squadriglia o in altriruoli di responsabilità all’interno della comunitàdi Reparto e nelle sue articolazioni (Squadriglia,Alta Squadriglia);

• assumere nell’ambito dell’impresa, insieme con gli

so, con Dio, con gli altri e conil mondo;

2. fase del confronto, in cui il/lagiovane verifica se stesso e ilproprio cammino con laPromessa, la Legge, la Paroladi Dio e la Carta di Clan, difronte alla comunità e ai Capi;

3. fase del progetto, nella qualeil/la giovane fissa o ricalibra gliobiettivi di progressione per-sonale a cui puntare;

4. fase del Programma, dove il/lagiovane individua gli impegniconcreti e verificabili che siassume di fronte alla comu-nità.

Il Punto della strada deve esserepercepito come momento di veraprogressione, essere occasione diconfronto e proporre esplicita-mente l’orientamento allaPartenza.Gli obiettivi in esso definiti,dovranno essere semplici, con-creti, limitati nel tempo e tenereconto delle quattro dimensionirelazionali (la relazione con sestessi, con gli altri, con Dio e conil mondo). Gli obiettivi del Puntodella strada saranno un costanteriferimento per il rover e la scol-ta. Essi verranno condivisi con lacomunità, rispettando la riserva-tezza di particolari situazioniaffrontate con i Capi el’Assistente ecclesiastico.Devono essere raggiunti attraver-so un percorso di esperienze checontribuiscano alla formazionedell’identità del/la giovane, vissu-te individualmente e con la pro-pria comunità di riferimento,all’interno e all’esterno delloscautismo.Il Punto della strada può essereproposto in due - tre momentinell’arco dell’anno, con particola-re attenzione alla fase di crescitache il/la giovane sta vivendo(Passi di scoperta, competenza eresponsabilità), vissuto e realizza-to attraverso gli strumenti tipicidella Branca (strada, hike e deser-to, ecc.).La partecipazione agli Eventi diprogressione personale a parteci-pazione individuale, i momentiforti della vita della comunità(Capitolo, verifica del servizio,

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chio. Favorisce, inoltre,lo svilupparsi di unatteggiamento adeguata-mente critico e serenosu quanto succede intor-no, accettando e rispet-tando punti di vistadiversi dal proprio.

Art. 40 SPECIALITÀLe specialità sono uno stru-mento della pista e del sen-tiero personali, tese a sco-prire e sviluppare le pro-prie attitudini e capacitàindividuali.Il lupetto e la coccinellascelgono le specialità che liinteressano e concordanocon il capo le prove perdiventare competenti.I lupetti e le coccinellecompetenti possono mette-re a disposizione dellacomunità le specialitàacquisite.L’elenco delle specialità èriportato nell’allegato 2 delRegolamento.

altri specialisti e soprattutto nel settore della propria compe-tenza, responsabilità nel proprio ambiente (parrocchia, scuo-la, quartiere, città, ecc.);

• mantenere la propria competenza a un grado tale da poteressere pronti in ogni circostanza a servire validamente ilprossimo;

• proporsi come Maestri di Competenza.

La Tappa della Responsabilità si caratterizza: • in termini di scoperta, nella ri-scoperta della propria fedeltàalla Legge e della propria appartenenza al Reparto, cosìcome nell’approfondimento della conoscenza dei proprimondi vitali (famiglia, scuola, quartiere, città/paese, scauti-smo, …) e nell’avvicinamento a realtà più grandi

• in termini di competenza, nell’impegno a mettere a disposi-zione della comunità le capacità scoperte ed acquisite ed amantenerle in tal modo ad un livello elevato di competenza

• in termini di responsabilità, nello sperimentare in modonuovo la responsabilità verso se stessi attraverso la praticadella responsabilità di persone e relazioni oltre che di cosee di processi.

Gli strumenti metodologici che i Capi hanno a disposizioneper accompagnare ogni E/G lungo la Tappa dellaResponsabilità sono rappresentati, fra gli altri, da Legge,Promessa e Motto, dalla pratica del trapasso di nozioni, dalleSpecialità di Squadriglia e dal coinvolgimento degli E/G nel-l’accompagnamento del Sentiero degli esploratori e guide piùgiovani, così come dai ruoli di responsabilità e di cogestionein Reparto: Caposquadriglia (e Vice Caposquadriglia),Consiglio Capi, Consiglio d’Impresa, Alta Squadriglia.

Art 39 CONCLUSIONE DEL SENTIERO Il Sentiero accompagna ogni E/G per tutto il periodo della suapermanenza in Reparto. Concludere la Tappa della Responsabilità non corrisponde adaver raggiunto la fine del Sentiero: anche successivamente,l’E/G sarà infatti chiamato a vivere e testimoniare in manierasempre più piena e cosciente la propria responsabilità, tantonella vita scout che negli altri suoi ambienti di vita.È comunque importante che ogni Reparto, secondo le proprietradizioni, viva un momento significativo che, attraverso unacerimonia comunitaria, sottolinei la conclusione della Tappadella Responsabilità da parte di ogni E/G e soprattutto l’impe-gno dimostrato lungo il percorso.

Art. 40 INSERIMENTO IN REPARTO Qualora un ragazzo o una ragazza entri nel Reparto in etàsuperiore a quella considerata usuale, si incamminerà lungo latappa della Scoperta e, una volta conosciute ed accettate leregole del gioco del Reparto pronunciando la Promessa, pro-seguirà lungo la tappa corrispondente al proprio grado dimaturazione, vivendo nel dinamismo interno ad ogni tappa letre fasi di scoperta, competenza e responsabilità. Il periodo di permanenza nella tappa della Scoperta, seppurbreve, consentirà al Capo Reparto, di “scoprire” l’E/G, diconoscerlo/a meglio, così da proporgli/le, subito dopo laPromessa, di camminare lungo la tappa idonea.

ecc.) e alcuni passaggisignificativi nella vita per-sonale, possono costituireun’occasione privilegiataper la verifica del Puntodella strada.I Capi e l’Assistente eccle-siastico aiuteranno il gio-vane nella formulazionedegli obiettivi senza peròsostituirsi ad esso nellescelte.In Noviziato il Punto dellastrada aiuta i novizi e lenovizie a prendere co -scien za di se stessi e delloro ruolo all’interno dellanuova comunità e li guidaattraverso obiettivi con-creti, nei primi Passi dellascoperta.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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Art. 33 - Verifica Nelle varie fasi ed esperienze della Progressione Personale un momento fondamentale è costituito dalla verifica, cioè dal riesame –effettuato con gli strumenti della metodologia di ciascuna Branca – del tratto di cammino percorso e dal confronto con gli obiettiviche la persona o la comunità si erano prefissati. Essa educa a ricercare i significati profondi delle esperienze vissute ed a cogliere nel cammino percorso e nel confronto con laLegge e la Promessa, indicazioni utili per il cammino ancora da fare. Il ragazzo è condotto così a valutare criticamente, con se stesso, con i Capi e – in determinati momenti – con la comunità cuiappartiene, il proprio impegno e comportamento, per quanto riguarda le motivazioni, lo sforzo fornito e i risultati ottenuti, al finedi rendersi conto dei cambiamenti di rotta necessari.

L/C

Art. 41PISTA E SENTIERO PERSONALI: VERIFICHEI capi avranno cura di crearemomenti e modalità adeguatiper verificare insieme ai singolilupetti e coccinelle la loro pistae il loro sentiero; durante questimomenti i capi e i bambinidovranno valutare lo sforzocompiuto, le difficoltà incontra-te ed i progressi realizzati, nelpieno rispetto del clima di gioia,di gioco e della sensibilità delbambino.I capi, presteranno, inoltre, par-ticolare attenzione affinché talemomento sia nella piena dispo-nibilità del bambino, mantenen-do sempre viva la tensione allascoperta e alla verifica, educan-do così all’importanza dei risul-tati raggiunti, del cammino per-corso e dell’impegno profuso,nello spirito del Motto.

E/G

Art. 41CONSIGLIO DELLA LEGGE Il Consiglio della Legge è l’assemblea di tutti gliesploratori e le guide del Reparto, assieme ai capi. Èriunito periodicamente, in genere al termine diun’impresa, per verificare l’impegno del Reparto edi ogni E/G, chiamati a confrontare il comportamen-to e l’atteggiamento tenuti rispetto ai contenutidella Legge.Il Consiglio della Legge è momento privilegiato diverifica del Sentiero: infatti, è in questa occasioneche l’esploratore e la guida riconoscono completatoo meno il cammino di tappa e, più in generale, ilraggiungimento di mete, specialità, brevetti. L’E/G, dopo essersi assunto un impegno insieme allacomunità, ne verifica il raggiungimento davanti allastessa comunità. Il Consiglio della Legge si rende,quindi, partecipe della crescita di tutti i componentidel Reparto. L’E/G verifica le mete sulla base della propria valuta-zione degli impegni portati a termine e dello stilenel realizzarli; ad essa si aggiungono riflessioni, sug-gerimenti e osservazioni della comunità di Repartoche, così facendo, contribuirà in stile di correzionefraterna alla crescita di tutti i suoi componenti. Oltre che momento centrale per la verifica delSentiero degli E/G, il Consiglio della Legge è il luogoin cui vengono assunte le decisioni “importanti” delReparto. Alla luce della Legge, l’intera comunità verifica ilproprio modo di essere e di fare nel corso delleimprese considerando i passi in avanti compiuti,confrontandosi sugli aspetti da migliorare e gli obiet-tivi di impegno personali e di comunità da assumereper il periodo successivo. La tradizione del Reparto stabilisce i gesti e i simbolinecessari per esprimere con semplicità ed essenzia-lità le funzioni e il clima fraterno del Consiglio dellaLegge.

Art. 42VERIFICA DEGLI IMPEGNI Gli impegni sono verificati all’interno delle comu-nità in cui gli E/G li hanno assunti e vissuti, vale adire: • i posti di azione delle differenti imprese all’inter-no del Consiglio di Squadriglia, Consiglio dellaLegge o in Alta Squadriglia,

R/S

Art. 37VERIFICA DELLA PROGRESSIONE PERSONALELa verifica della progressione per-sonale è un momento di lettura delcammino fatto da ciascun rover escolta con l’ausilio dei Capi edell’Assistente ecclesiastico e conil supporto di tutta la comunità.Il raggiungimento degli obiettivisarà verificabile attraverso i cam-biamenti avvenuti nel ragazzo,frutto delle esperienze vissute.

Art. 38 EVENTI DI PROGRESSIONEPERSONALE A PARTECIPA-ZIONE INDIVIDUALE (EPPPI)Gli “Eventi di progressione perso-nale a partecipazione individuale”(EPPPI) sono occasioni che servo-no al rover e alla scolta per riflette-re sul proprio percorso, ad acquisi-re nuove competenze e conoscen-ze, a migliorare il livello della con-sapevolezza delle scelte.Sono eventi scelti dal rover e dallascolta insieme ai Capi, in base allafase del cammino di progressionepersonale che si sta vivendo e inbase agli obiettivi contenuti nelPunto della strada.Hanno come obiettivo la crescitadi ognuno dei partecipanti e ilconfronto fra persone provenientida differenti comunità, che percor-rono un cammino analogo. Sonooccasioni per il rover e la scolta digiocarsi in un contesto differenterispetto a quello protetto e cono-sciuto della propria comunità eallo stesso tempo di portare leesperienze individuali e vissutecon la propria comunità, all’ester-no verificandole. Elementi comunie imprescindibili per questo tipodi eventi sono: l’attenzione allaglobalità della persona, un itinera-

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• le Specialità nel Consiglio della Legge, possibil-mente dopo un passaggio di verifica con ilMaestro di Specialità e nel Consiglio diSquadriglia

• gli incarichi di Squadriglia all’interno delConsiglio di Squadriglia

• le occasioni concrete che si sono presentatenello sviluppo della vita di Reparto ed al di fuoridi esso nel Consiglio della Legge.

La “verifica” si esplica sia nel’autovalutazione delsingolo che nel rapporto educativo con i Capi, cuisi aggiungono le diverse comunità del reparto(Reparto, Squadriglia ed Alta Squadriglia).

rio di fede adeguato, la presenza distrumenti della Branca R/S e dellostile da essa proposto.Affinché l’esperienza costituiscarealmente occasione di crescita, èfondamentale che il rover e la scol-ta e le loro comunità siano coinvol-te prima e dopo l’evento. In parti-colare i Capi avranno cura di: pre-parare i ragazzi all’evento, illustran-done le finalità e le caratteristiche;valorizzare al ritorno l’esperienzavissuta, prevedendo spazi che con-sentano al rover e alla scolta di rac-contarla, metterne a frutto le com-petenze acquisite e rielaborarneall’interno della propria comunitàle riflessioni suggerite.In appendice l’elenco degli eventidi progressione personale a parte-cipazione individuale proposti,con l’indicazione del momentodella progressione personale all’in-terno del quale preferibilmente sicollocano.

Art. 34 - La relazione educativa nel metodo scout: Relazione capo-ragazzo – Ruolo della comunità –L’acquisizione delle competenzeL’originalità della proposta scout consiste nella capacità di suscitare relazioni autentiche, durature, solide e costruttive. Il legamesignificativo tra i ragazzi e tra questi e gli adulti permette a ciascuno di riconoscere la dignità dell’altro e di esaltarne le ricchezze. È una relazione in cui al centro è posto il ragazzo, con i suoi ritmi, le sue necessità e la sua capacità di stupirsi, che vengono valo-rizzate all’interno della comunità di riferimento.Nel suo essere sempre nuova ed originale, tale relazione:• vede nella comunità un contesto educativo, di stimolo e condivisione di obiettivi ed esperienze, di comune tensione verso ivalori proposti dallo scautismo;

• vede nell’adulto, fratello maggiore, la persona capace di assumere il punto di vista dell’altro, di ascoltare e di guardare le cosecon gli occhi dei ragazzi, accogliendoli nella loro originalità;

• vede nelle esperienze vissute secondo lo stile scout, occasioni che offrono al ragazzo spazi di partecipazione e autoeducazione,attraverso personali percorsi di scoperta dei significati profondi insiti nelle esperienze stesse.

La relazione educativa nello scautismo si esprime attraverso azioni, simboli, parole... che, nascendo dalle esperienze condivise,legano fortemente l’adulto e il ragazzo. La condivisione, infatti, crea un comune linguaggio che permette a ragazzi e adulti dicomunicare efficacemente e di arricchire la relazione stessa restituendole qualità e forza.L’arte del Capo starà nel porre adeguata attenzione a tutte le variabili della relazione, quelle collettive come quelle interpersonali,coniugandole con le specifiche caratteristiche della proposta educativa nelle diverse branche.

L/C

Art. 42LA PARLATA NUOVACome nella Giungla la ParlataNuova rappresenta il cambiamen-to, la novità, il canto della nuovastagione, così nell’esperienza delBranco e del Cerchio essa rappre-senta il modo originale di vivere ilrapporto educativo.Essa nasce da un’esperienza con-divisa, significativa ed evocativasia per il bambino che per l’adul-

E/G

Art. 43LA RELAZIONE EDUCATIVA IN REPARTOLa comunità di reparto, tanto nel suoinsieme che nelle sue differenti articola-zioni (Squadriglia, Alta squadriglia), sipresenta come un complesso crocevia direlazioni, sia orizzontali che verticali, chevedono coinvolti tutti i protagonisti dellacomune avventura: E/G e Capi.Poli forti ed allo stesso tempo delicatidella relazione educativa sono:

R/S

Art. 39LA RELAZIONE EDUCATIVA IN BRANCA R/S La Comunità R/S è ambito di relazioni ed èluogo dove si promuove la crescita globaledella persona. Essa accoglie e costruisce larelazione educativa, nella fiducia e nell’ac-compagnamento al discernimento e allamaturazione della capacità di scegliere,come passaggio fondamentale per l’uomo ela donna della Partenza. La relazione educati-va, per essere autentica, ha bisogno della

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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to, e si realizza attraverso unarelazione autentica e intensa chevede il bambino protagonistaall’interno della comunità diBranco e di Cerchio.Lo specifico linguaggio degliambienti fantastici, la proposta dinarrazione, l’uso del simbolismoed il clima di Famiglia di narrazio-ne, l’uso del simbolismo ed ilclima di Famiglia Felice sono ele-menti costitutivi della ParlataNuova.

• ad un estremo i/le preadolescenti egli/le adolescenti, portatori/trici tantodi domande, speranze e sogni rispettoal futuro, quanto di dubbi e paure

• all’altro estremo gli adulti, che hannoaccettato la sfida di porsi accanto aloro non come modelli distanti edirreali, quanto come fratelli e sorellemaggiori, disposti sia a mettersicostantemente in discussione che adaccogliere il rischio e l’avventura delpossibile conflitto con gli E/G.

Le comunità che formano il reparto rap-presentano contesti educativi primari,che sostengono le relazioni interindivi-duali, poiché:• offrono ad esse il riferimento comunedell’unica Legge, lo stimolo affascinan-te dell’avventura e uno stile particola-re, quello dell’impresa, da condivideree coltivare

• le orientano nella costante e concretatensione al raggiungimento dei tra-guardi che insieme sono stati definiti.

La vita all’aperto, l’impresa e l’avventuracostituiscono infine lo stile e la trama irri-nunciabili, in cui le relazioni educativetrovano sia il costante richiamo alla con-cretezza del “fare insieme”, che la caricasimbolica sprigionata dalla novità e dalsuperamento del limite.

condivisione delle esperienze, sia quelle vis-sute all’interno della comunità, sia quellevissute da ciascuno dei suoi membri all’e-sterno di essa. La condivisione diviene, infat-ti, occasione di rilettura di quanto vissuto edi elaborazione progettuale. La costruzionedella relazione educativa, tra singoli rover escolte e tra R/S e Capi avviene soprattuttoattraverso l’esperienza concreta della strada,della comunità e del servizio. La relazionetra rover e scolte è il luogo del confronto edella trasmissione delle esperienze.Il Capo è chiamato a riconoscere le poten-zialità dei giovani e ad incoraggiarli a supe-rare le loro difficoltà, ponendosi cometestimone di scelte concrete. Il Capo sidispone a vivere con passione le sfide edu-cative e a gestire costruttivamente l’even-tuale conflitto.Anche gli altri membri della Comunità capisono chiamati ad avere una funzione educa-tiva nella relazione con i rover e le scolte, inmodo particolare durante il servizio svoltoda questi nelle unità.

Art. 35 - Le relazioni nella progressione personale Nella pedagogia scout la crescita non è vista come un processo esclusivamente personale. È invece un cammino che si svol-ge nell'ambito di un contesto (persone, luoghi, tempi) in cui tutte le esperienze contribuiscono alla formazione della perso-na. In questo contesto l'assunzione di responsabilità personali è funzionale alla crescita del singolo ed alla vita stessa dellacomunità di appartenenza.

Il rapporto Capo-ragazzoNell'ambito della P.P. il molo del Capo è quello di accompagnare i ragazzi in tutto il loro cammino di crescita, aiutandoli aindividuare le mete educative, senza sostituirsi a loro nelle scelte e nelle esperienze.Il Capo è colui che ascolta, conosce, stimola il ragazzo; non è l'ideatore o il "censore" del suo cammino di crescita. Come talecura la P.P. del singolo affinché questo cammino possa essere, attraverso mete impegnative ma proporzionate, sempre più inmano al ragazzo, perché le buone abitudini maturate, gli ideali messi in atto, le virtù incarnate, non siano quelli di gradimentodell'adulto ma quelli maturati e fatti propri in base alle esperienze vissute. Altrettanto indispensabile per il Capo è la conoscenza degli ambiti in cui egli vive, in particolar modo la famiglia, che possonoessere coinvolti nella definizione degli obiettivi concreti. Attraverso l'utilizzo del metodo scout, al ragazzo è offerta la possibilità di sperimentarsi e di crescere, di porsi obiettivi e direalizzarli. In questo contesto le proposte assumono maggior significato per il ragazzo quando la relazione stessa con il capo è appassio-nante, nella misura in cui risulta dinamica (cioè in continuo divenire) e coinvolgente (cioè tocchi il suo cuore). Il ruolo del Capo rispetto alla P.P. dei ragazzi si differenzia poi nelle tre Branche per lo spazio crescente dato all'autonomia,per il livello di esplicitazione delle mete educative, per la figura stessa dell'adulto , pur rimanendo costantemente quella del"fratello maggiore" e senza rinunciare alla propria responsabilità educativa, offre indirizzi significativi mentre diventa via viapiù "discreta" nei supporti forniti. Al fine di consentire ai ragazzi un cammino di P.P. sereno, chiaramente finalizzato e fraternamente supportato dall'adulto, èindispensabile che i Capi di tutte le Unità all'interno del Gruppo testimonino e propongano con limpidezza valori comuni eun comune stile scout.Per gli stessi motivi è importante che ogni Capo assicuri una permanenza all’interno dell'Unità di almeno tre anni.

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La Comunità Capi è corresponsabile al fine di garantire l'unitarietà e coerenza nel cammino di progressione, aiutando i singoli Capia coordinare i propri interventi.

Il ruolo della comunità La comunità svolge un ruolo fondamentale nella P.P.: essa esercita la funzione di contesto educativo che aiuta i singoli ragazzi a:• conoscere se stessi• maturare la propria vocazione personale• conoscere la realtà che li circonda e agire in essa• scoprire che si cresce non solo con il proprio impegno ma anche con l'aiuto degli altri.Non è semplicemente lo "sfondo", lo scenario in cui si svolge la P.P., ma il luogo del confronto fraterno dove il ragazzo trova lo sti-molo per il suo cammino perché percepisce l'impegno di tutti nel confronto con la Legge, la Promessa ed il Motto (i pilastri dellaP.P.) verso comuni obiettivi consolidati attraverso l'esperienza vissuta insieme. Il miglioramento del singolo trova riscontro nel miglioramento di tutta la comunità rendendo tangibile al ragazzo il legame di stret-ta indipendenza tra le persone e lo abitua ad impegnarsi non solo per sé ma anche per gli altri. La comunità vive al suo interno unaverticalità effettiva, con l'integrazione positiva di età, livelli di maturazione e di esperienze diversi.

L’acquisizione delle competenze B.-P. mutuandole da vari ambienti, ha messo al centro delle attività scout una serie di tecniche. Sono le tecniche dello scouting,cioè dell’“esplorazione”. La parola “tecnica” nello scautismo indica assieme un metodo e una progressione di acquisizione di competenze, un’ “arte” insom-ma: quella del fare. E del “far bene”! Facendo leva sui desideri (chiamati istinti da B.-P.) e sulle attitudini si possono stimolare i ragazzi a “tirar fuori” tutte le proprie qua-lità, indirizzandole nella giusta direzione.Il cammino scout è “disseminato” di tecniche, specialità, competenze, esperienze: esse offrono ai ragazzi le occasioni per guardarefuori e dentro se stessi e costruire pian piano i propri progetti, progetti a misura di ragazzi, che possano essere interiorizzati e dive-nire un progetto di uomo o di donna. La competenza offre, all’interno dello scautismo, quel “sapore” particolare che rende la cre-scita e lo stare insieme agli altri una cosa divertente e al tempo stesso gratificante perché le acquisite, una volta fatte proprie, pos-sono esser messe a disposizione degli altri.

L/C

Art. 43RUOLO DELLA COMUNITÀ NELLA PISTA DEL LUPETTO ESENTIERO DELLA COCCINELLALa comunità di branco e di cerchio favorisce il processo di adesio-ne alla proposta scout, custodisce e testimonia il contenuto valoria-le espresso nella Legge, nel Motto e nella Promessa.All’inizio dell’anno la comunità di branco e di cerchio si ritrova e siconsolida nuovamente attorno ai suoi fondamenti e simboli(Legge, Motto, totem/lanterna, saluto, parole maestre...); accoglie icuccioli e le cocci, li accompagna verso la Promessa. La comunità è l’ambiente dove ogni lupetto ed ogni coccinellagiocano con serenità la propria pista e il proprio sentiero. Essa costituisce la rete di relazioni significative che accompagnano,indirizzano e sostengono il bambino, creando quel clima di fami-glia felice che favorisce l'appartenenza al branco e cerchio e facili-ta il cammino sulla pista e sul sentiero personali.La comunità compie, in occasioni particolari, usando gli strumentiidonei, la verifica del proprio cammino. Tale verifica consente adognuno di interiorizzare e condividere, nel confronto coi valorifondamentali, lo spirito lupetto e coccinella per proseguire nellapropria pista e sentiero.Il branco e il cerchio riproducono l’ambiente reale esterno, a misu-ra del bambino e della bambina, coinvolgendoli sul piano morale,affettivo, fisico e spirituale.

E/G

Art. 44RUOLO DELLACOMUNITÀ NEL SENTIERO Squadriglia, Reparto,Consiglio Capi accompa-gnano ogni E/G lungo ilSentiero e sono gli ambitidove i ragazzi e le ragazzevivono con pienezza illoro Sentiero aiutati da“fratelli e sorelle” checon loro condividonol’avventura del crescere.Questi ambiti offrono,infatti, una serie diopportunità che consen-tono loro, mediante gliimpegni vissuti durantele imprese, di ottenereuna crescita equilibrata intutti gli aspetti della per-sona.

R/S

Art. 40RUOLO DELLACOMUNITÀ NELLAPROGRESSIONEPERSONALE La comunità, tendendo acreare un clima concor-de e sereno ed attraversola correzione fraterna,aiuta ciascun rover escolta a individuare lapropria vocazione, averificare il camminopercorso e il raggiungi-mento degli obiettiviprefissati, a definire inuovi orientamenti.La comunità aiuta inol-tre, a comprendere lemotivazioni di eventualiobiettivi non raggiunti ea leggere tale circostanzanon come fallimento diun percorso, ma comeoccasione per suggerirepossibili revisioni delcammino, utili ad un suc-cessivo raggiungimento.

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Art 36 - Esperienza e interdipendenza fra pensiero e azioneLa pedagogia dell’esperienza permea tutto l’operare dei capi-educatori: pensiero e azione sono profondamente interconnessi e suquesto si fondano tutte le attività proposte. L'azione scaturisce dal pensiero e genera a sua volta pensiero, l'uno senza l'altra non hanno ragione d'esistere. È un percorso a spi-rale nel quale il pensiero si concretizza in azione e dalla cui rilettura si ritorna al pensiero, quest’ultimo, rinnovato dall'esperienza. Nelle attività viene dato spazio ai ragazzi, alla loro creatività e alla fantasia, si lascia con fiducia che IMPARINO ad IMPARARE. PerB.-P. le attività e le tecniche non sono il fine dell’azione educativa o, semplicemente, il risultato dell’impegno di capi e ragazzi:sono strumento di crescita della persona nello stile dello scouting. 16

Art. 37 - Archi di età e passaggi Lo scautismo riconosce, all’interno dell’arco d’età della propria proposta, dei cicli (che si identificano con i tempi di permanenzain ogni branca) nei quali si esplica la crescita del singolo. All’interno dell’itinerario scout coesistono, pertanto, un cammino complessivo (che dona l’orizzonte alla proposta educativa: l’uo-mo e la donna della Partenza) e dei cicli, che rendono possibile il concreto svolgimento dell’impegno di crescita del ragazzo. In merito alle età dei passaggi, la condivisione della scelta, effettuata da parte di tutti i membri della Comunità Capi, garantirà lanecessaria stabilità delle impostazioni date ed il loro perseguimento nel tempo. La responsabilità della Comunità Capi in queste scelte farà riferimento ad alcuni forti orientamenti generali: • l’importanza prevalente della comunità di riferimento e della fascia di età dei ragazzi;• il compimento delle esperienze e dei ruoli fondamentali proposti dalla branca; • la sostenibilità della proposta scout rispetto all’intero cammino educativo; • le caratteristiche dei ragazzi; • le caratteristiche dell’unità e del Gruppo; • il contesto sociale.Art. 38 - Cerimonie, simboli e distintivi del cammino scout: significato ed utilizzo L’itinerario che va dalla Promessa alla Partenza, vede protagonista il ragazzo ed è un cammino personale che si inscrive in quello diuna comunità; ha perciò il carattere di un itinerario “riconosciuto”, “approvato” e “celebrato”. Esso si struttura intorno ad un “universo simbolico”: cerimonie, riti, eventi, segni e simboli a forte carica evocativa, capaci di richia-mare il significato delle esperienze compiute e di coniugarsi a precisi valori, segnando i passi di crescita del ragazzo. E’ importante che il cammino di P.P. abbia una specifica rappresentazione visiva in ogni unità. L’utilizzo di tale linguaggio visivo richiama e sottolinea l’esperienza di crescita vissuta nel contesto della vita scout e sintetizza sim-bolicamente, con il peculiare stile di ogni Branca, le principali esperienze vissute in ogni momento di crescita. Il cammino personale ed il riconoscimento da parte della Comunità saranno poi resi visibili nelle cerimonie; in esse i riti sono codi-ficati secondo l’esperienza e la tradizione della metodologia scout e del gruppo. Le cerimonie impegnano quindi non solo la Comunità ma rendono protagonista il ragazzo che, vivendo quel momento del suocammino, può dichiarare il proprio cambiamento, la conquista di una competenza, la capacità di assumere un maggiore impegno. In ciascuna delle tre branche, con i segni e i linguaggi propri, il cammino di ogni ragazzo è segnato da: • riti di accoglienza (dei cuccioli/delle cocci, dei novizi in Reparto, la salita dei novizi in Clan);• riti di iniziazione (la Promessa, la firma della Carta di Clan);• riti di passaggio (dal Branco/Cerchio al Reparto, dal Reparto alla Comunità R/S, la Partenza). Simboli (i distintivi o gli elementi dell’uniforme) ed eventi simbolici (i racconti iniziatici, la conquista del nome di caccia, la firmadell’impegno ecc.), permettono di comunicare con pregnanza: • il riconoscimento di un’identità;• il sostegno nel cambiamento;• la conferma di un traguardo raggiunto nel cammino di crescita. Lungo l’intero cammino la visualizzazione della Progressione Personale del singolo, come della Comunità, andrà realizzata secondomodalità e stili legati al linguaggio di ciascuna branca ed adeguate all’età dei ragazzi e sarà curata quale prezioso sostegno allamemoria personale e collettiva.

Art. 39 – Fazzolettone scout e Promessa: significati e valenza La Promessa, che con la Legge esprime gli impegni proposti dallo scautismo, segna il momento di ingresso nella famiglia delleguide e degli scout di tutto il mondo. La Promessa del lupetto/coccinella, pur avendo il medesimo significato di quella che sarà pronunciata in Branca E/G, è formulatacon un linguaggio maggiormente consono all’età. Al momento della Promessa viene consegnato al ragazzo il relativo distintivo, simbolo dell’impegno preso di fronte ai Capi e a tuttala Comunità.Il fazzolettone scout, consegnato dai Capi, è il segno di appartenenza al gruppo, del quale riporta i colori tipici. Il distintivo della Promessa ed il fazzolettone scout identificano, con la loro forza simbolica e visiva, gli scout in tutto il mondo;sono segni personali che non devono mai essere tolti al ragazzo perché mai verrà meno la fiducia nelle sue possibilità di rispettaregli impegni presi.

16 Patto associativo - La scelta scout: l'esperienza e l'interdipendenza tra pensiero e azione

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6. LA FIGURA DEL CAPO

Art. 40 - Capo educatore Il capo è un adulto che contribuisce alla crescita di ciascuno e della comunità, nella quale vive, nello spirito del fratello mag-giore, testimoniando i valori scout con il proprio esempio. Il capo fornisce alle ragazze e ai ragazzi, - in un clima di reciproca fiducia, - mezzi ed occasioni concrete per vivere i valoridello scautismo e per comprendere, sempre più profondamente, i significati delle esperienze vissute. Il capo è capace di osservare e ascoltare il ragazzo conoscendone tutti gli ambiti di vita, primo fra tutti la famiglia.Con essa sono necessari contatti frequenti che possono portare alla definizione degli obiettivi concreti della progressione per-sonale. Al fine di consentire alle ragazze e ai ragazzi un reale cammino di progressione personale all’interno delle unità del gruppo, laComunità capi ha il compito di garantire l’unitarietà e la coerenza del cammino stesso, coordinando i singoli capi nei propriinterventi ed assicurando un’adeguata continuità del servizio di ogni capo-unità, nella permanenza alla guida dell’unità stessa,possibilmente per almeno un intero ciclo educativo della branca nella quale viene svolto il servizio.

L/C

Art. 44CAPO BRANCO E CAPO CERCHIOI capi del branco e del cer-chio sono testimoni delleproprie scelte; rappresenta-no per i bambini un idealemodello di uomo e di donnapositivo a cui riferirsi. Ogni capo cerca di instaura-re un costante e proficuorapporto con gli ambiti dovei bambini crescono (scuola,parrocchia, altre agenzieeducative…) e soprattuttocon i genitori, allo scopo diapprofondirne la conoscenzanella prospettiva di un’edu-cazione unitaria.

E/G

Art. 45CAPO REPARTO Il Capo e la Capo Reparto vivono il proprio servi-zio educativo ponendosi per gli esploratori e leguide come modello di adulti equilibrati, coeren-ti e gioiosi, persone significative con le quali iragazzi e le ragazze dell’Unità possono lealmenterapportarsi. È con questo stesso stile che si relazionano congli E/G tanto nelle dinamiche del Sentiero chenella cogestione del Reparto. Il rapporto educativo tra Capo e ragazzo/a all’in-terno del Sentiero può concretizzarsi con diversemodalità Per l’esploratore e la guida l’incontrocon il Capo deve comunque essere il più natura-le possibile, frutto della voglia di conoscersisecondo le modalità ed i tempi offerti dalla vitadi Reparto. Il Capo e la Capo Reparto sono responsabili difronte alla Comunità Capi ed ai genitori dellescelte educative compiute nei confronti dell’inte-ro Reparto e dei singoli E/G. Per questo motivodevono conoscere a fondo gli esploratori e leguide ed il Sentiero di ciascuno/a di loro.

R/S

Art. 41CAPI DELLA COMUNITÀ R/SI Capi e gli Assistenti ecclesiastici fannointegralmente parte della Comunità R/S,condividendo tutte le esperienze cheessa vive. I Capi, testimoniando confedeltà e impegno le scelte del PattoAssociativo, rappresentano un esempioconcreto del progetto di Uomo e Donnadella Partenza.Capaci di costruire un rapporto di fidu-cia basato sul dialogo e sul confronto,aiutano ciascun membro della comunitàad essere protagonista effettivo dellapropria crescita, a dare un senso alleesperienze vissute e ad inserirle in uncontesto di continuità e coerenza. Purrispettando l’autonomia delle sceltedella comunità e dei singoli sono igaranti dell’applicazione del metodo. Inparticolare i Maestri dei novizi svolge-ranno un ruolo maggiormente propositi-vo orientato alla conoscenza gradualedella proposta in tutta la sua ricchezza.

Art. 41 - Lo staff di unità Ogni capo è inserito in uno staff di unità, formato da un capo unità o da due (un uomo e una donna) nelle unità miste, da unassistente ecclesiastico ed eventualmente da alcuni aiuti. Tutti i membri di uno staff fanno parte della Comunità capi, sonocompartecipi della responsabilità educativa dell’unità ed assicurano l’applicazione del progetto educativo. Ciascuno contribui-sce alla proposta educativa secondo la propria sensibilità, esperienza e conoscenza metodologica. È opportuno che lo staff diunità sia misto anche nelle unità monosessuali, evitando in ogni caso che tutti i capi e gli aiuti siano di sesso diverso da quellodei bambini/e e/o ragazzi/e.

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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L/C

Art. 45STAFF DI UNITÀ I capi del branco e del cer-chio sono per i lupetti e lecoccinelle, vecchi lupi e coc-cinelle anziane. Nelle unità che adottanol’Ambiente fantasticoGiungla i capi assumono ilnome di un personaggiopositivo del racconto; inquello Bosco valutano l’op-portunità di assumere quellodi un personaggio positivodel racconto.

E/G

Art. 46CAPI IN REPARTO Lo Staff di Reparto è formato dal Capo Reparto odalla Capo reparto (nel caso di Reparto misto daentrambi), dall’Assistente Ecclesiastico e daAiuti. Gli Aiuti Capi Reparto fanno parte dellaComunità Capi e quindi sono compartecipi con iprimi della responsabilità educativa dell’Unità.Lo staff di Reparto discute infatti collegialmentedelle scelte educative da compiere e ne è quindipienamente corresponsabile, pur nella diversitàdei ruoli e delle responsabilità presenti al suointerno. Lo Staff di Reparto garantisce, mediante la “tra-duzione” negli strumenti di Branca, la realizzazio-ne del Progetto Educativo di Gruppo all’internodella propria Unità. In questo contesto proget-tuale va posta attenzione alla verifica periodicadell’evoluzione dell’Unità nel suo complesso e diogni esploratore e guida nello specifico, alloscopo di adeguare gli interventi educativi al pro-gramma di reparto e di verificare eventualicarenze nel progetto educativo. Nelle gestione del Reparto, i bisogni ed i deside-ri, anche quelli non sempre compiutamenteespressi, le scelte e le decisioni degli E/G hannovalore determinante. I Capi agiscono in modo che la vita delleSquadriglie e del Reparto in generale sia animatada un vero spirito scout, impegnata da impreseavvincenti e tale da contribuire alla massimavalorizzazione possibile di ogni esploratore eguida come protagonista. La co-responsabilità sarà lo stile con cui i capisono partecipi della vita del Reparto e sonoaccanto ad ogni E/G, che è chiamato in primapersona ad essere protagonista del proprio cam-mino di crescita. In Staff di reparto sarà costante la verifica delSentiero degli esploratori e delle guide, al fine diindividuare eventuali nuovi suggerimenti e/oproposte da condividere con ciascun esplorato-re/guida. I Capi in Reparto sapranno infine essere gliuomini e le donne dei boschi che, rispettando ilCreato, riusciranno ad integrarsi con la natura intutte le occasioni di vita all’aperto, dimostrandocompetenze tecniche, capacità di adattamento euno stile essenziale ed aperto all’avventura.

R/S

Art. 42STAFF R/S Lo staff R/S è formato dai CapiClan/Fuoco, dai Maestri dei Novizi edall’Assistente ecclesiastico. Poiché ilNoviziato e il Clan/Fuoco sono duemomenti di un’unica proposta, i Maestridei novizi, i Capi del Clan/Fuoco e gliAssistenti ecclesiastici, condividono laresponsabilità educativa di tutti gli R/S,si confrontano rispetto alla progressionepersonale dei singoli, progettanomomenti di incontro tra Clan/Fuoco eNoviziato, verificano insieme il percorsodella Comunità R/S.

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L/C

Allegato 1Descrizione e disegni dei distinti-vi di progressione personale

Promessa lupetto: testa di lupo con-tornata da corda e scritta Agesci connodo piano in basso.

Promessa coccinella: coccinella con-tornata da corda e scritta Agesci.

1ª fase:

Lupo della legge

Coccinella del Prato

E/G

Allegato 1Descrizione del distintivodi progressione personale

Il distintivo si compone di tre parti, unaper ciascuna tappa. Ogni parte è rappre-sentata da un simbolo che ne sintetizzafigurativamente lo spirito ed i contenuti.Il distintivo viene consegnato all’iniziodel cammino lungo quella tappa.

3ª tappa: responsabilità

2ª tappa: competenza

1ª tappa: scoperta

Allegato 2Specialità individuali

L’elenco alfabetico delle Specialità è ilseguente: Allevatore, Alpinista, Amico degli anima-li, Amico del quartiere, Archeologo,Artigiano, Artista di strada, Astronomo,Atleta, Attore, Battelliere, Boscaiolo,Botanico, Campeggiatore, Canoista,Cantante, Carpentiere Navale, Ciclista,Collezionista, Coltivatore, Corrispon -dente, Corrispondente radio, Cuoco,Danzatore, Disegnatore, Elettricista,Elettronico, Esperto del computer,Europeista, Falegname, Fa tutto,Folclorista, Fotografo, Giardiniere,Giocattolaio, Grafico, Guida, GuidaMarina, Hebertista, Idraulico, Infer -miere, Interprete, Lavoratore/ce in

R/S

AllegatoEventi di progressione personale a partecipazione individuale (EPPPI)

Gli eventi EPPPI sono organizzati dallaBranca R/S e dai settori (se l’argomentolo prevede) in stretta collaborazione conla branca, per offrire significative espe-rienze di crescita ai rover e alle scolte.Costituiscono inoltre occasioni di con-fronto tra ragazzi che provengono darealtà diverse.Sono eventi che devono nascere conun progetto da verificare periodica-mente; devono essere gestiti da Capiesperti di branca R/S e si svolgononello stile proprio della branca.

Laboratori, Botteghe, WorkshopPassi di scoperta – passi di compe-tenza - passi di responsabilitàSi tratta di eventi differenti per conte-nuti e durata, ma che hanno in comunel’approfondimento di una tematicaattraverso il contributo di capi espertie l’eventuale confronto con personeesterne all’Associazione, che hannomaturato una profonda esperienza sultema. Possono trattare contenuti dinatura tecnica (più adatti a coloro chestanno vivendo i passi di scoperta),legati ad esperienze di servizio (per chista vivendo i passi di competenza) oancora ad aspetti di impegno personale(per chi sta vivendo i passi di responsa-bilità). Hanno una durata più breve deicantieri e dei campi “ora et labora”(solitamente un fine settimana).

I Campi di specializzazionePassi di scoperta – passi di competenzaLo scopo è quello di acquisire e svilup-pare tecniche che si traducono in com-petenza come stile di vita, e di accre-scere inoltre una manualità che insegniad avere un buon rapporto con le cose,per mettere le proprie abilità al servi-zio degli altri.Tendono a privilegiare l’esperienza con-creta e l’attività manuale, ed a stimolarela capacità di produrre e non di consu-mare, a sollecitare l’abitudine di riflette-re sul proprio agire per rendere ciò chesi fa, espressione di ciò che si è.

7. ALLEGATI

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REGOLAMENTO METODOLOGICO

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2ª fase:

Lupo delle rupe

Coccinella del bosco

3ª fase:

Lupo anziano

Coccinella della montagna

Allegato 2Specialità

Amico degli Animali Amico del Mare Amico della Natura Amico di AronneAmico di SamueleAmico di San Francesco ArtigianoAstronomoAtletaAttoreBotanico

cuoio, Maestro dei giochi, Maestro deinodi, Meccanico, Modellista, Muratore,Musicista, Naturalista, Nuotatore, Os -serva tore, Osservatore meteo, Pesca -tore, Pompiere, Redattore, Regista,Sarto, Scenografo, Segnalatore, Serviziodella Parola, Servizio liturgico, Serviziomissionario, Topografo, Velista.

Allegato 3Specialità di squadriglia

1) Alpinismo 2) Artigiano 3) Campismo 4) Civitas 5) Esplorazione 6) Espressione 7) Giornalismo 8) Internazionale 9) Natura 10) Nautica 11) Olympia 12) Pronto Intervento

Allegato 4Brevetti di competenza

L’elenco dei “Brevetti di competenza”è il seguente: 1) Amico della natura 2) Animazione espressiva 3) Animazione giornalistica 4) Animazione grafica e multimediale5) Animazione internazionale 6) Animazione religiosa 7) Animazione sportiva 8) Guida alpina 9) Mani Abili 10) Nocchiere 11) Pioniere 12) Soccorso 13) Sherpa 14) Skipper 15) Timoniere 16) Trappeur

Allegato 5Eventi di approfondimento dellacompetenza – Campi di specialitàe Campi di competenza

L'Associazione, a vari livelli, offre agliesploratori e alle guide occasioni speci-fiche di crescita nella competenzaattraverso eventi che, nello sviluppodelle potenzialità di ciascuna persona,mirano alla valorizzazione di ogni ado-lescente. Tali eventi, inseriti nella progressione

I Campi Ora et LaboraPassi di scoperta – passi di competenzaAttraverso la fatica del lavoro manuale,il clima gioioso, l’intenso contatto conDio, vivendo la preghiera sia singolache comunitaria, si vuole far vivere airagazzi un’esperienza di forte condivi-sione e di profonda riflessione intro-spettiva.

Le route dello spirito (scopertadella Bibbia e approfondimentodella Parola)Passi di competenza – passi diresponsabilitàLe Route dello spirito sono eventi rivol-ti a rover e scolte e a giovani di pari etàesterni all’Associazione. Hanno l’obiet-tivo di far maturare, secondo lo stilescout, una crescita nella fede e unamaggiore conoscenza della Bibbia edella liturgia tramite la presenza di unesperto.

I Cantieri (servizio nel territorio)Passi di competenza – passi diresponsabilitàHanno lo scopo di approfondire lemotivazioni alla scelta di servizio alprossimo, di scoprire la valenza politi-ca di un servizio nel territorio, attraver-so un intenso percorso di fede e la con-creta condivisione della vita delle realtàpresso cui sono ospitati. I cantieri, sisvolgono all’interno di luoghi ove ope-rano realtà che si occupano di servizioai più poveri, di integrazione sociale, diaiuto ai migranti, e, in generale, di tuttequelle attività che ridonano dignitàall’uomo. Sono inoltre occasioni diincontro con persone significative.

La Route d’orientamento allascelta di servizioPassi di responsabilità (all’inizio)La Route d’orientamento alla scelta diservizio è un evento di orientamento alServizio, che, in prospettiva dellaPartenza, offre ai ragazzi la possibilitàdi riflettere sui molteplici ambiti in cuiil servizio può essere offerto (inAssociazione come all’esterno).Essa offre la possibilità di vivere unaforte esperienza di sintesi del camminoscout percorso, e una valida occasionedi discernimento vocazionale in relazio-ne alla chiamata di ciascuno a fare pro-prie tutte e tre le scelte della partenza;scelte che, vissute nel loro insieme, for-niscono sostanza e significato al pro-

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CanterinoCercatore di TracceCittadino del Mondo CollezionistaCuocoDisegnatoreFolcloristaFotografoGiardiniereGiocatore di SquadraGiocattolaioGiornalistaGuidaInfermiereKim Maestro dei GiochiMaestro del BoscoMaestro della SaluteMaestro di DanzeMani AbiliMassaioMeteorologoMontanaroMusicista Ripara-RiciclaSartoScaccia PericoliScrittore

Allegato 3Campetti Piccole Orme

L’esperienza di Piccole Orme è rivolta ailupetti e coccinelle che stanno vivendol’ultimo momento della propria P.P. inB/C (quello della responsabilità), ed èproposta come momento integrante dellapista e del sentiero personale. I campettisi propongono seguenti obiettivi: • sviluppare l’acquisizione di nuoveabilità da mettere a disposizione delproprio branco e cerchio;

• promuovere se stessi giocandosi in unadimensione nuova rispetto a quellaconosciuta del proprio branco e cerchio;

• educare alla disponibilità all’altroattraverso l’incontro ed il confrontodi molte realtà.

Per far sì che questi obiettivi possanoessere raggiunti e vissuti dal bambino nelproprio Branco/ Cerchio, è importanteche la partecipazione ai campetti avven-ga in tempo utile per permettere la rica-duta dell’esperienza all’interno dell’unità. Le Piccole Orme sono organizzate alivello Regionale, nel rispetto delle tradi-zioni con autonomia nella scelta deicontenuti. La partecipazione è indivi-duale ed è estesa a Lupetti e Coccinelleprovenienti da altre Regioni.

personale nel Sentiero degli esploratorie delle guide, sono svolti nello spiritodell’impresa, quindi nello stile dellaprogettualità, del confronto, della condivisione, dell’impegno gioioso ecostante nel far bene ogni cosa, dellaverifica di quanto si è realizzato.

Campi di specialità: sono eventi regio-nali rivolti ai ragazzi ed alle ragazze incammino verso la tappa della Scoperta.Sono campi che hanno lo scopo di for-nire occasioni di conoscenza e diapprofondimento per la conquista disingole specialità.Per questa fascia di età e con le medesi-me finalità, il settore Nautico organizzacorso di avviamento alla nautica.

Campi di competenza: sono eventinazionali organizzati, in accordo con labranca E/G, sia dal settoreSpecializzazioni che da settore Nauticoe sono rivolti a ragazzi e ragazze incammino verso le tappe dellaCompetenza e della Responsabilità. Questi campi hanno lo scopo di offrirel’occasione per affinare uno specificoambito di competenza attraverso l’ap-profondimento ad alto livello di unatecnica, con l’ottica di rendere esplora-tori e guide pronti in ogni circostanza aservire validamente il prossimo, non-ché ad animare la squadriglia e il repar-to di appartenenza.

Allegato 6Nomi di squadriglia suggeriti da B.-P.:

Airone, Albatro, Anatra, Antilope, Aquila,Ariete, Arzavola, Beccaccia, Beccaccino,Bufalo, Bulldog, Cane, Canguro, Castoro,Cavallo, Cervo, Chiurlo, Cicogna, Cigno,Cinghiale, Cobra, Coccodrillo,Colombaccio, Colombo, Cormorano,Cornacchia, Corvo, Cuculo, Elefante,Fagiano, Falco, Falcone, Foca, Folaga,Gabbiano, Gallinella Terrestre, Gallo,Gallo Cedrone, Gallo di Montagna, Gatto,Gazzella, Gheppio, Gufo, Iena,Ippopotamo, Leone, Lontra, Lupo,Mangusta, Martin Pescatore, Merlo,Moriglione, Nottola, Orso, Pantera,Pavone, Pellicano, Pettirosso, Picchio,Pinguino, Pipistrello, Piviere, Procellaria,Procione, Puffino, Rinoceronte, Rondine,Sciacallo, Scoiattolo, Serpente a Sonagli,Smeriglio, Storno, Succiacapre, Tarabuso,Tasso, Tigre, Toro, Trampoliere,Tricheco, Volpe.

prio desiderio ed alla propria disponibi-lità a fare del servizio uno stile di vita(“essere in servizio” piuttosto che “fareservizio”). La presentazione del servizioeducativo in Associazione permette alRover e alla Scolta di interrogarsi circala possibilità di scegliere l’AGESCIcome uno degli ambiti a cui offrire ilproprio servizio.

Eventi per PartentiPassi di responsabilitàSono eventi rivolti ai rover e alle scolteche si stanno interrogando sulle sceltedella Partenza. L’evento si colloca neipassi di responsabilità, alla fine delcammino del rover e della scolta.L’obiettivo principale è fornire la possi-bilità di un momento di sintesi del per-corso e di verifica delle 3 scelte dellaPartenza, che si traducono in scelteconcrete nell’ambito della fede, del-l’impegno politico e del servizio.Sono occasioni di confronto tra ragazziche stanno vivendo il medesimo cam-mino. Essi offrono la possibilità diincontro con testimoni significatividelle scelte della Partenza.

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• Regolamento Metodologico AGESCI e allegati

AGGIORNATO AL CONSIGLIO GENERALE 2016